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UNIONE INDUSTRIALE PRATESE - Newsletter Ricerca e Innovazione n. 18 del 26/01/2006 1 UNIONE INDUSTRIALE PRATESE Newsletter n. 18 Le etichette di manutenzione dei prodotti tessili Introduzione La varietà di fibre, materiali e finissaggi, usati nella produzione di articoli tessili, associato allo sviluppo delle tecniche di pulizia e manutenzione, rende difficoltoso e talvolta impossibile decidere, con una semplice ispezione, il corretto ciclo di manutenzione che il capo può sopportare. Al fine di rendere più immediato ed obiettivo il ciclo di manutenzione permesso, sono stati da tempo introdotti, soprattutto in Europa, dei simboli di manutenzione che tendono ad orientare in maniera obiettiva il consumatore o il pulitore professionista, verso il ciclo di manutenzione più adatto. Come vedremo successivamente, le modalità di utilizzazione dei simboli di manutenzione, il loro aspetto, la possibilità di poter utilizzare anche e/o soltanto frasi di manutenzione, assieme alla loro obbligatorietà , differiscono tra i paesi comunitari e quelli appartenenti ai blocchi asiatici (Giappone) e nord-americani (es. USA e Canada). Si ricorda comunque che anche all’interno della Comunità Europea, siamo di fronte a regolamenta- zioni, non armonizzate . Questa situazione, caratterizzata dalla mancanza di un chiaro quadro di riferimento normativo e la rilevanza, anche economica, del problema hanno spinto le autorità ad intervenire. Interpellata sull’argomento, la Direzione Generale per le imprese della Commissione Europea ha chiarito che: - non esiste sul piano comunitario una normativa che regoli la problematica e compete quindi agli Stati Membri, ove lo ritengano opportuno, dotarsi di misure che rispettino, comunque, le norme del mercato interno; - non rientra nei programmi della Commissione l’armonizzazione delle pratiche esistenti in alcuni Stati Membri - la maggioranza degli operatori del settore utilizza simboli, che al momento del chiarimento (anno 2000), erano contenuti nella norma tecnica europea EN 23758-1993. A fronte di tale nota, il Ministero dell’Industria, Direzione Generale per l’Armonizzazione e la Tutela del Mercato, ha emesso una circolare (vedere appendice), chiarendo la natura obbligatoria della etichettatura di manutenzione per i capi di abbigliamento . Rifacendosi alle disposizioni della legge 126/91 (che obbliga a riportare sui prodotti adeguate informazione per i consumatori) il Ministero chiarisce che tali principi sono applicabili anche alle informazioni sulla manutenzione dei capi d’abbigliamento. La circolare inoltre suggerisce che l’etichettatura di manutenzione dei capi di abbigliamento può essere realizzata in conformità alle disposizioni della richiamata Norma tecnica europea EN 23758/93 (al momento vigente ), che ha recepito la norma internazionale ISO 3758/91, già largamente impiegata tra gli operatori del settore tessile. In conclusione la suddetta circolare, mentre sancisce l’obbligatorietà di dotare i manufatti tessili posti al consumo di un’etichetta di manutenzione , di fatto non obbliga, ma soltanto suggerisce l’utilizzazione dei codici descritti nelle norme tecniche vigenti. Facendo un breve cenno storico, ricordiamo che le istruzioni per la manutenzione di un capo di abbigliamento sono state inizialmente schematizzate da una simbologia grafica, indipendente dalle lingue, messa a punto nel 1961 dal GINETEX (Groupment International di Etiquetage pour l’Entre- tien de Textiles) che ne è tuttora proprietaria. I segni grafici sono oggetto di Marchi regolarmente depositati (trademark No. 211.247 e 492.423 registrato presso WIPO – World Intellectual Property Organisation.) e sono comunque dati in gestione gratuita ai singoli competent body nazionali. I NEWSLETTER RICERCA E INNOVAZIONE N. 18 MONOGRAFIE

NEWSLETTER RICERCA E INNOVAZIONE N. 18 · USA e Canada). Si ricorda comunque che anche all’interno della Comunità Europea, siamo di fronte a regolamenta-zioni, non armonizzate

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UNIONE INDUSTRIALE PRATESE - Newsletter Ricerca e Innovazione n. 18 del 26/01/2006 1

UNIONE INDUSTRIALE PRATESENewsletter n. 18

Le etichette di manutenzione dei prodotti tessili

IntroduzioneLa varietà di fibre, materiali e finissaggi, usati nella produzione di articoli tessili, associato allosviluppo delle tecniche di pulizia e manutenzione, rende difficoltoso e talvolta impossibile decidere,con una semplice ispezione, il corretto ciclo di manutenzione che il capo può sopportare.Al fine di rendere più immediato ed obiettivo il ciclo di manutenzione permesso, sono stati datempo introdotti, soprattutto in Europa, dei simboli di manutenzione che tendono ad orientare inmaniera obiettiva il consumatore o il pulitore professionista, verso il ciclo di manutenzione piùadatto.Come vedremo successivamente, le modalità di utilizzazione dei simboli di manutenzione, il loroaspetto, la possibilità di poter utilizzare anche e/o soltanto frasi di manutenzione, assieme alla loroobbligatorietà, differiscono tra i paesi comunitari e quelli appartenenti ai blocchi asiatici (Giappone)e nord-americani (es. USA e Canada).

Si ricorda comunque che anche all’interno della Comunità Europea, siamo di fronte a regolamenta-zioni, non armonizzate. Questa situazione, caratterizzata dalla mancanza di un chiaro quadro diriferimento normativo e la rilevanza, anche economica, del problema hanno spinto le autorità adintervenire. Interpellata sull’argomento, la Direzione Generale per le imprese della CommissioneEuropea ha chiarito che:

- non esiste sul piano comunitario una normativa che regoli la problematica e compete quindiagli Stati Membri, ove lo ritengano opportuno, dotarsi di misure che rispettino, comunque, lenorme del mercato interno;

- non rientra nei programmi della Commissione l’armonizzazione delle pratiche esistenti in alcuniStati Membri

- la maggioranza degli operatori del settore utilizza simboli, che al momento del chiarimento(anno 2000), erano contenuti nella norma tecnica europea EN 23758-1993.

A fronte di tale nota, il Ministero dell’Industria, Direzione Generale per l’Armonizzazione e la Tuteladel Mercato, ha emesso una circolare (vedere appendice), chiarendo la natura obbligatoria dellaetichettatura di manutenzione per i capi di abbigliamento. Rifacendosi alle disposizioni della legge126/91 (che obbliga a riportare sui prodotti adeguate informazione per i consumatori) il Ministerochiarisce che tali principi sono applicabili anche alle informazioni sulla manutenzione dei capid’abbigliamento. La circolare inoltre suggerisce che l’etichettatura di manutenzione dei capi diabbigliamento può essere realizzata in conformità alle disposizioni della richiamata Norma tecnicaeuropea EN 23758/93 (al momento vigente), che ha recepito la norma internazionale ISO 3758/91,già largamente impiegata tra gli operatori del settore tessile.

In conclusione la suddetta circolare, mentre sancisce l’obbligatorietà di dotare i manufatti tessiliposti al consumo di un’etichetta di manutenzione, di fatto non obbliga, ma soltanto suggeriscel’utilizzazione dei codici descritti nelle norme tecniche vigenti.

Facendo un breve cenno storico, ricordiamo che le istruzioni per la manutenzione di un capo diabbigliamento sono state inizialmente schematizzate da una simbologia grafica, indipendente dallelingue, messa a punto nel 1961 dal GINETEX (Groupment International di Etiquetage pour l’Entre-tien de Textiles) che ne è tuttora proprietaria. I segni grafici sono oggetto di Marchi regolarmentedepositati (trademark No. 211.247 e 492.423 registrato presso WIPO – World Intellectual PropertyOrganisation.) e sono comunque dati in gestione gratuita ai singoli competent body nazionali. I

NEWSLETTER RICERCA E INNOVAZIONE N. 18

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UNIONE INDUSTRIALE PRATESENewsletter n. 18

“Codici di etichettatura di manutenzione mediante segni grafici” sono peraltro stati ripresi nellanorma internazionale ISO 3758/91, recepita sia a livello europeo che nazionale. La citata norma èfrutto di un compromesso tra due esigenze, da un lato quella della semplicità, per renderla com-prensibile agli utilizzatori di qualsiasi Paese indipendentemente dalla loro lingua, e dall’altra quelladella completezza dell’informazione, al fine di prevenire qualsiasi danno causato dai trattamenti dimanutenzione.

Tuttavia, la frequenza del contenzioso in lavanderia e l’evolversi delle tecnologie relative alleoperazioni di lavaggio e trattamento (particolarmente per quanto riguarda i nuovi trattamenti dicandeggio, e l’introduzione di sistemi di lavaggio professionale in acqua tendenti a sostituire ilavaggi a secco) hanno spinto il mondo industriale e quello dei consumatori a fare pressioniaffinché l’attuale codice utilizzato nelle etichette di manutenzione dei prodotti tessili fosse rivistoe aggiornato. E’ stata dunque elaborata una nuova versione della norma ISO 3758 (ISO 3758:2005),Textiles - Care labelling code using symbols), allo scopo di migliorare e rendere più attuale lasimbologia.

Questa norma, recepita dal sistema normativo comunitario come EN ISO 3758:2005 costituisceuna revisione degli attuali codici usati nelle etichette; questi nuovi simboli di manutenzione inten-dono offrire maggiori garanzie al consumatore e all’operatore della lavanderia sul fatto che un datoarticolo di abbigliamento può essere soggetto alle operazioni di pulizia raccomandate senza risultaredanneggiato.

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La nuova norma UNI EN ISO 3758:2005

PremessaLa norma riporta e descrive i simboli di manutenzione applicabili sui manufatti tessili sottoposti aconsumo, relativamente ai seguenti trattamenti domestici: lavaggio, candeggio, stiratura ed asciu-gatura dopo lavaggio – ed ai trattamenti di manutenzione professionale di: lavaggio a secco elavaggio ad umido professionale.I simboli possono essere accompagnati, se necessario, anche da frasi di avvertimento, descrittenell’allegato D della norma.A tale proposito, si ricorda che la norma è corredata da 4 allegati:- allegato A: descrive le norme tecniche da applicare per verificare se le performances possedute

dai manufatti sono compatibili con la manutenzione prescritta;- allegato B: riporta alcune regolamentazioni specifiche che sono adottate dai vari paesi della

comunità europea e degli Stati Uniti (USA);- allegato C: sono contenuti i simboli legati all’asciugatura “naturale” dei manufatti a seguito del

lavaggio in acqua;- allegato D: frasi esemplificative.

Si precisa che i simboli che andranno a costituire l’etichetta di manutenzione descrivono le condi-zioni più severe che il capo potrà sopportare; ovviamente ogni manutenzione con temperatureinferiori o con condizioni di trattamento più leggere rispetto a quelle individuate dal simbolo dimanutenzione, saranno permesse.La manutenzione deve ovviamente risultare applicabile a tutto il capo, anche se costituito da partidi diversa natura.

Per la costruzione delle etichette di manutenzione la norma descrive cinque simboli base (la-vaggio, candeggio, asciugatura a tamburo, stiro e trattamenti professionali (lavaggio asecco o wet clean), un simbolo base sempre facoltativo (asciugatura naturale), e quattrosimboli addizionali (Croce S. Andrea, “tratto semplice” per lavaggi delicati, “doppio trattosemplice” per lavaggi molto delicati e “serie di punti” ad indicazione delle temperature).

I simboli di manutenzione devono essere posti nell’etichetta con il seguente ordine:

- Nel caso che venga previsto soltanto il lavaggio domestico ad acqua: può essereutilizzata una etichetta a 4 SIMBOLI OBBLIGATORI con la seguente disposizione (dasinistra verso destra) - lavaggio, candeggio, asciugatura a tamburo e stiro; è ammesso(facoltativo) anche l’uso del simbolo di asciugatura naturale (in quinta posizione).

- Nel caso che venga comunque previsto soltanto il lavaggio domestico ad acqua, e vie-tato il, lavaggio a secco è comunque buona norma utilizzare una etichetta a 5 SIMBOLIcon la seguente disposizione (da sinistra verso destra) - lavaggio, candeggio, asciuga-tura a tamburo, stiro e lavaggio a secco (quest’ultimo ovviamente vietato); è ammesso(facoltativo) anche l’uso del simbolo di asciugatura naturale (in quinta posizione).

- Nel caso che venga previsto anche un lavaggio professionale (a secco e/o ad acqua):deve essere utilizzata una etichetta a 5 SIMBOLI OBBLIGATORI con la seguente dispo-sizione (da sinistra verso destra) - lavaggio, candeggio, asciugatura a tamburo, stiro elavaggio professionale; è ammesso (facoltativo) anche l’uso del simbolo di asciugaturanaturale (in sesta posizione).

- I simboli di manutenzione devono essere apposti in posizione ben visibile; le etichette devonoessere di dimensioni adeguate e devono essere realizzate e stampate con materiali resistenti ailavaggi.

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ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (MINIMA OBBLIGATORIA QUANDO È PREVISTO SOLO ILLAVAGGIO IN ACQUA)

ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (QUANDO È PREVISTO SOLO IL LAVAGGIO IN ACQUA EDIL LAVAGGIO A SECCO NON È PERMESSO)

ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (ESTESA – QUANDO È PREVISTO OLTRE AL LAVAGGIOACQUOSO DOMESTICO, ANCHE UN LAVAGGIO PROFESSIONALE)

- simboli aggiuntivi per trattamenti vietati, trattamenti delicati e molto delicati: tratta-menti vietati = aggiunta al simbolo della Croce di S. Andrea; trattamenti delicati = al di sottodei simboli relativi al lavaggio in acqua ed lavaggio a secco possono essere applicati una barra(per trattamenti delicati [es. agitazione ridotta]) e due barre (per trattamenti molto delicati[es. agitazione molto ridotta]).

- simboli aggiuntivi per i trattamenti di lavaggio in acqua, stiro ed asciugatura in tumbler:nei suddetti simboli possono essere aggiunti 1, 2 , 3 o più punti (fino a 6) per definire letemperature di trattamento.

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-

Tabella 1 – processi di lavaggio in acqua: lavaggio acquoso che può essere effettuato inlavatrice (possono essere utilizzati tutte o parzialmente le fasi di: pre-lavaggio, lavaggio risciac-quo e centrifuga) o a mano.

- temperatura massima di lavaggio 95°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 95°C - ciclo delicato

- temperatura massima di lavaggio 70°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 60°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 60°C - ciclo delicato

- temperatura massima di lavaggio 50°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 50°C - ciclo delicato

- temperatura massima di lavaggio 40°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 40°C - ciclo delicato

- temperatura massima di lavaggio 40°C - ciclo molto delicato

- temperatura massima di lavaggio 30°C - ciclo normale

- temperatura massima di lavaggio 30°C - ciclo delicato

- temperatura massima di lavaggio 30°C - ciclo molto delicato

- lavaggio a mano - temperatura massima di lavaggio 40°C

- non lavare

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Tabella 2 – processi di candeggio: processo eseguito durante o dopo il lavaggio finalizzato aduna più efficace rimozione dello sporco. Il candeggio può essere eseguito mediante l’utilizzazione diagenti chimici che possono essere costituiti da prodotti contenenti o che sviluppano cloro (es.soluzioni di sodio ipoclorito), oppure da agenti che rilasciano ossigeno attivo (es. perossidi, perbo-rati, etc); quest’ultimi possono essere utilizzati con l’aggiunta di attivatori che permettono losviluppo di ossigeno anche a basse temperature di lavaggio.

Tabella 3 – processi di asciugatura dopo lavaggio: questi simboli si riferiscono esclusivamentealla possibilità di asciugare (o di non asciugare) i capi dopo il lavaggio in acqua con asciugatrici adaria calda (tumbler); sono simboli, in pratica, sempre presenti nelle etichette di manutenzione,anche se la norma non li richiama come obbligatori. Questi simboli non si riferiscono alle modalità di

Tabella 4 – processi di stiratura con o senza vapore: processi di stiratura non industriale,effettuati con ferro caldo, con o senza l’utilizzazione di vapore.

- permessa l’asciugatura ad aria calda “tumble drying” - temperatura normale

- permessa l’asciugatura ad aria calda “tumble drying” - asciugare a bassa temperatura

- vietata l’asciugatura ad aria calda

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Tabella 5 – processi di pulitura professionale: processi che prevedono, oltre al tradizionalelavaggio a secco con i vari solventi ammessi, anche il lavaggio professionale acquoso, effettuatocon lavatrici, cicli di lavaggio - asciugamento ed ausiliari chimici “speciali”. Sono esclusi i tratta-menti di pelle e/o pellicce.

- permessi i trattamenti professionali di lavaggio a secco con tetracloroetilene (percloroetilene) e con tutti i solventi ammessi dal simbolo F

- processo normale (con processo normale si intende, tra l’altro, la possibilità di effettuare il lavaggio a secco adittivando il solvente con detergenti ed acqua (lavaggio comunemente detto: lavaggio a carico).

- permessi i trattamenti professionali di lavaggio a secco con tetracloroetilene (percloroetilene) e con tutti i solventi ammessi dal simbolo F

- processo delicato: non è ammesso il lavaggio a carico – deve essere utilizzato esclusivamente il solvente

- permessi i trattamenti professionali di lavaggio a secco con idrocarburi (es. white petrol - benzine – sono permessi idrocarburi con intervallo di distillazione compreso tra 150°C e 210°C e con punto di accensione tra 38°C e 70°C)

- processo normale

- permessi i trattamenti professionali di lavaggio a secco con idrocarburi (es. white petrol - benzine – sono permessi idrocarburi con intervallo di distillazione compreso tra 150°C e 210°C e con punto di accensione tra 38°C e 70°C)

- processo delicato

- vietati i trattamenti professionali di lavaggio (a secco ed acqua)

- permesso il trattamenti professionale di lavaggio con acqua - processo normale

- permesso il trattamenti professionale di lavaggio con acqua - processo delicato

- permesso il trattamenti professionale di lavaggio con acqua - processo molto delicato

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Tabella C1 – asciugatura naturale: questi simboli non sono generalmente obbligatori; quandoutilizzati devono essere posti in ultima posizione e chiaramente isolati dai 5 simboli obbligati.I simboli raffiguranti le varie modalità di asciugatura “naturale” possono essere sostituiti dallefrasi specifiche.

Tabella D1 – esempi di frasi addizionali: queste frasi possono essere utilizzate quando ilcapo necessita di trattamenti particolari, che non sono completamente descritti dai simboli dimanutenzione.

- line drying: asciugare su filo (all’interno o all’esterno) con il capo

preventivamente strizzato o centrifugato (eliminato l’eccesso di acqua)

- drip drying: asciugare appeso il capo umido, senza eliminare l’eccesso di

acqua - (all’interno o all’esterno) – il capo può essere spianato o rimesso in forma prima dell’asciugatura

- drying flat: asciugare su superficie piana - (all’interno o all’esterno) con

il capo preventivamente strizzato o centrifugato (eliminato l’eccesso di acqua)

- asciugare in ombra, lontano dalla luce del sole – Questo simbolo,

quando utilizzato, deve essere posto al di sopra, o davanti, ai simboli di line drying, drip drying e drying flat

Remove .. before washing Rimuovere … prima di lavare

Professional leather clean only

Lavare esclusivamente da personale specializzato nella pelle

Wash separately Lavare separatamente No optical brighteners Non usare candeggianti ottici

Wash with like colours Lavare con colori simili Use wash net Mettere il capo in una rete prima di lavare

Wash before use Lavare prima dell’uso Do not steam iron Non stirare con vapore Wash inside out Steam only Vaporizzare soltanto Do not wringle or twist Non torcere o strizzare Do not soak Non mettere in ammollo Damp wipe only Solo tamponare Steam iron recommended Raccomandato lo stiro con

vapore Do not add fabric conditioner Non aggiungere addittivi Dry away from direct heat Tenere lontano dal colore

diretto Remove promptly Rimuovere velocemente Reshape whilst damp Rimettere in forma da umido

mentre si tampona Iron reverse side Stirare a rovescio Line dry Asciugare appeso dopo

strizzato Do not iron decoration Non stirare le decorazioni Reshape and dry flat Rimettere in forma ed

asciugare in piano Use press cloth Utilizzare una pressa per

capi Drip dry Asciugare appeso senza

strizzare Dry flat Asciugare in piano Dry away from the sun Asciugare lontano dalla luce

solare

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Allegato A – utilizzazione di metodi di prova finalizzati alla verifica delle performance deimanufatti tessili in funzione della manutenzione prescrittaLe 6 tabelle presenti in questo allegato costituiscono una importante novità rispetto alla prece-dente edizione della norma. Infatti vengono qui descritti i metodi di prova che devono essereutilizzati per verificare se le prestazioni dei capi siano compatibili con la manutenzione prescritta.

I metodi di prova indicati possono essere:- test di laboratorio, come la determinazione delle solidità delle tinte;- metodi detti full scale che sfruttando, ad esempio, prove di lavaggio, permettono di valutare certe

caratteristiche mediante prove normalizzate (es. determinazione delle stabilità dimensionali);- sempre metodi detti full scale che sfruttando, invece, caratterizzazioni sensoriali (es. cambia-

mento di mano, aspetto cuciture, etc).

Tabella A1: Metodi di prova

Caratteristiche Metodo di prova Metodo di valutazione

Solidità dei colori (vedere tab. A2, A3, A4. A5)

Test di laboratorio ISO 105-A02 e ISO 105-A03 – valutazione visiva contro scale di riferimento

Variazioni dimensionali ISO 3759, ISO 5077 – misurazione fisica

Aspetto delle cuciture ISO 7770 – valutazione visiva contro scala di riferimento

ISO 15487 – valutazione visiva

Formazione di pieghe permanenti ISO 7769

ISO 15487 – valutazione visiva

Mantenimento dell’aspetto antipiega ISO 7768 – valutazione visiva contro scala di riferimento

ISO 15487 – valutazione visiva

Superficie Metodi “Full scale” ISO 12947-4 – valutazione visiva

ISO 15487 – valutazione visiva

Pilling e fuzzing Lavaggio ed asciugatura in tunbler: ISO 6330

valutazione visiva contro scale di riferimento in accordo con ISO 12945–1 o ISO 12945-2

Perdita del flock Lavaggio a secco: ISO 3175-2 ÷ ISO 3175-4

-

Ammazzettamento del pelo nel velluto e nelle pellicce sintetiche

-

Indurimento dei tessuti ricoperti con strati polimerici

-

Delaminazione dei tessuti ricoperti con strati polimerici

ISO 2411 – valutazione visiva

Separazione della interfodera termoadesiva

-

Modificazione della mano -

Sfrangiatura delle cuciture ISO 13936-1, ISO 13936-2 – misurazione fisica

Scorrimento delle cuciture -

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Tabella A2: Prove utilizzabili per verificare il comportamento dei capi al lavaggio

Metodi “full-scale” per variazioni dimensionali ed aspetto

a

Simboli Lavatrice Tipo A Carica frontale

Cesto orizzontale

Lavatrice Tipo A Carica dall’alto

Cesto verticale con agitatore

Solidità dei colori b Metodi di laboratorio

ISO 6330:2000, 1A - ISO 105-C06:1994, E2S e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 9A - ISO 105-C06:1994, E2S

e/o ISO 105-C08

- ISO 6330:2000, 1B ISO 105-C06:1994, D2S or D1M

e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 2A ISO 6330:2000, 2B ISO 105-C06:1994, C2S or C1M e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 3A ISO 6330:2000, 3B ISO 1 05-C06:1994, C2S or C1 M e/o ISO 105-C08

- ISO 6330:2000, 4B ISO 105-C06:1994, 82S or 81M

e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 4A ISO 6330:2000, 5B ISO 105-C06:1994, 82S or 81M

e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 5A ISO 6330:2000, 6B ISO 105-C06:1994, A2S or A1M e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 6A ISO 6330:2000, 7B ISO 1 05-C06:1994, A2S or A 1 M

e/o ISO 105-C08

ISO 6330:2000, 7A ISO 6330:2000, 8B ISO 105-C06:1994, A2S or A1M

e/o ISO 105-C08

- ISO 6330:2000, 9B ISO 105-C06:1994, A2S or A1M

- ISO 6330:2000, 108 ISO 1 05-C06: 1994, A2S or A 1 M

ISO 6330:2000, 8A ISO 6330:2000, 118 ISO 105-C06:1994, A2S or A1M

ISO 6330:2000, lavaggio a mano simulato - ISO 105-C06:1994, A2S or A1M

(a) = Asciugatura: metodo E (asciugatura in tumbler con aria calda), o altre procedure di asciugatura appropriate. (b) = tessuto multifibra utilizzato per verificare lo scarico: tipo DW and tipo TV per 40°C, 50°C e 60·C - tipo TV for 70°·C, e testimoni in tessuto monofibra di cotone e poliestere per 95°C – Altre prove utilizzabili per verificare eventuali tendenze allo scarico dei colori sono: ISO 10S-E01 (solidità all’acqua, specialemente nel caso di coloranti acidi applicati su lana , poliammide e seta; ISO 105-X12 (solidità allo sfregamento ad umido), specialmente in caso di tinture e/o stampe con pigmenti, e nei casi quando l’insufficiente penetrazione dei coloranti nei tessuti può generare problemi a seguito dei procedimenti di lavaggio.

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Tabella A3: Prove utilizzabili per verificare il comportamento dei capi al candeggio

Tabella A4: Prove utilizzabili per verificare il comportamento all’asciugatura in tumbler

Metodi “full-scale” per variazioni dimensionali ed aspetto

Simbolo Lavatrice tipo A Lavatrice tipo B

Solidità dei colori

- - ISO 105-N01a

(solidità alla sbianca con ipoclorito)

ISO 6330 ISO 6330

ISO 105-C09 (Solidità del colore al lavaggio

domestico e commerciale - Candeggio per ossidazione utilizzando un

detergente di riferimento senza fosfato comprendente un attivatore di

candeggio a bassa temperatura)

(a)= il test AATCC TM 92 è una prova addizionale per i tessuti trattati con resine (es. spalmati su tessuti di cotone e sue miste) – A seguito della prova non si deve evidenziare alcun ingiallimento e neppure perdite di resistenza meccanica superiori al 25%.

Scarico / Degradazione Simbolo Metodo di prova Solidità dei colori Dry Damp Wet

- ISO 105-X11 (200°C)

(solidità alla stiratura) + - +

- ISO 105-X11 (150°C) - + +

- ISO 105-X11 (110°C) - - +

Tabella A5: Prove utilizzabili per verificare il comportamento alla stiratura

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Tabella A6: Prove utilizzabili per verificare il comportamento ai Procedimenti Professionali

Simbolo Metodi per variazioni dimensionali ed aspetto Solidità dei colori

ISO 3175-2:1998, 8.1 (Lavaggio a secco e finitura - Procedimenti al tetracloroetilene)

ISO 105-D01 (Solidità al Lavaggio a secco)

ISO 3175-2:1998, 8.2 (Lavaggio a secco e finitura - Procedimenti al tetracloroetilene

ciclo delicato) ISO 105-D01

(Solidità al Lavaggio a secco)

ISO 3175-3 (Procedimento per valutare la resistenza al lavaggio e alla finitura

impiegando solventi da idrocarburi)

ISO 105-D01 (Solidità al lavaggio a secco: il metodo deve essere

modificato per l’uso del solvente appropriato)

ISO 3175-3 (Procedimento per valutare la resistenza al lavaggio e alla finitura

impiegando solventi da idrocarburi – ciclo delicato)

ISO 105-D01 (Solidità al lavaggio a secco: il metodo deve essere

modificato per l’uso del solvente appropriato)

ISO 3175-4 (Procedimento per valutare la resistenza al lavaggio e alla

finitura impiegando un lavaggio ad umido simulato)

ISO 105-C06:1994, A1S (Solidità al lavaggio domestico e commerciale –

ciclo a 40°C)

ISO 3175-4

ISO 105-C06:1994, A1S (Solidità al lavaggio domestico e commerciale –

ciclo a 40°C)

ISO 3175-4

ISO 105-C06:1994, A1S (Solidità al lavaggio domestico e commerciale –

ciclo a 40°C)

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REGOLAMENTAZIONI E PRATICHE NAZIONALI NELL’UTILIZZAZIONE DEI SIMBOLI DI MANU-TENZIONE - ALLEGATO B1. PAESI aderenti al sistema GINETEX(Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Finlandia, Francia, Germania,Grecia, In-ghilterra, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svizzera e Tunisia).

Come già specificato, l’associazione GINETEX (International Association for Textile Care Labelling),ha sviluppato il sistema di simboli, che è stato successivamente recepito dalla norma ISO 3758.

- Il sistema GINETEX, ha adottato i simboli presenti nella nuova norma ISO 3758:2005

In pratica il sistema GINETEX si sovrappone con le modalità indicate nella nuova normaISO, ed in particolare:- i paesi aderenti al sistema GINETEX possono usare soltanto l’etichetta a 5 simboli – si

ricorda che nel sistema ISO i simboli obbligatori possono anche essere 4 (quando vieneammesso solo il lavaggio in acqua) (lavaggio, candeggio, stiro e lavaggio a secco), anchese in pratica le etichette vengono composte sovente con 5 simboli (compresa asciugatu-ra con tumbler), 6 simboli (compresa asciugatura con tumbler e asciugatura naturale) e, in raricasi con 7 simboli (compreso, oltre il lavaggio a secco, anche il lavaggio professionale adacqua “wet clean”).

- dell’etichetta GINETEX quando è ammesso il lavaggio professionale ad acqua, questo devesempre essere posto sotto il simbolo del lavaggio a secco.

- I simboli di asciugatura naturale possono non essere utilizzati.

ESEMPIO DI ETICHETTA GINETEX: (prevede lavaggi professionali a secco ed acqua):

ESEMPIO DI ETICHETTE: GINETEX

lavaggio in acqua

candeggio stiratura con ferro caldo

lavaggio professionale

a secco

asciugatura dopo

lavaggio

asciugatura naturale

obbligatorio obbligatorio obbligatorio obbligatorio obbligatorio facoltativo

lavaggio professionale

ad acqua

obbligatorio

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ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (MINIMA OBBLIGATORIA QUANDO È PREVISTO SOLO ILLAVAGGIO IN ACQUA)

ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (QUANDO È PREVISTO SOLO IL LAVAGGIO IN ACQUA EDIL LAVAGGIO A SECCO NON È PERMESSO)

ESEMPIO DI ETICHETTA ISO 3758: (ESTESA – QUANDO È PREVISTO OLTRE AL LAVAGGIOACQUOSO DOMESTICO, ANCHE UN LAVAGGIO PROFESSIONALE)

In conclusione:

considerato che la norma ISO 3758 è stata recepita dal sistema normative europeo (EN) eda quelli nazionali (es.: ITALIA = UNI), le etichette di manutenzione, in ITALIA e nellaMAGGIORANZA DEI PAESI EUROPEI, possono essere preparate utilizzando, sia il sistema dietichettatura previsto dall’organismo GINETEX, che quello descritto dalla nuova normaISO 3758, che in pratica si sovrappongono

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AppendiceCircolare in materia di etichettatura di manutenzione sui capi di abbigliamento “Sono pervenute aquesto Ministero numerose richieste di intervento da parte di Associazioni Imprenditoriali ed arti-giane di categoria, nonché di Associazioni di consumatori in materia di etichettatura di manuten-zione di prodotti tessili, con specifico riguardo alla obbligatorietà di detta etichettatura sui capi diabbigliamento. Dette richieste hanno suggerito, anche perché suffragate da un contenzioso cre-scente, di indire riunioni di approfondimento tra questa Direzione generale per gli aspetti consume-ristici e la Direzione generale Sviluppo Produttivo e Competitività per gli aspetti industriali, da unlato, e le categorie economiche di settore, dall’altro. L’impatto della tematica ha reso opportuno,altresì, porre un quesito alla Direzione Generale per le imprese della Commissione Europea, la quale,con nota del 3 luglio 2000 n.008458, ha chiarito che: - non esiste sul piano comunitario unanormativa che regoli la problematica e compete quindi agli Stati Membri, ove lo ritengano opportu-no, dotarsi di misure che rispettino, comunque, le norme del mercato interno; - non rientra neiprogrammi della Commissione l’armonizzazione delle pratiche esistenti in alcuni Stati Membri - lamaggioranza degli operatori del settore utilizza simboli contenuti nella norma tecnica europea EN23758-1993. Pertanto, sulla base del predetto parere, nonché del parere reso dall’Ufficio Legisla-tivo di questo Ministero, che, nel riassumere il quadro normativo vigente, individua all’interno diquesto la linea interpretativa da seguire, questa Direzione generale, sentita anche la Direzionegenerale per lo Sviluppo Produttivo e la Competitività, ritiene che le disposizioni della legge n.126/91 (Norme per l’Informazione del Consumatore) che stabiliscono che i prodotti o le confezioni deiprodotti destinate al consumatore commercializzati sul territorio nazionale devono riportare inlingua italiana indicazioni chiaramente visibili e leggibili relative alle istruzioni, alle eventuali precau-zioni e alla destinazione d’uso ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto (art. 1, comma 1,lett.e) sono applicabili, dato il carattere generale della disciplina e lo specifico riferimento alleinformazioni per il consumatore, anche per la manutenzione, compreso quindi il lavaggio, dei capid’abbigliamento. A questo fine, si segnala che l’etichettatura di manutenzione dei capi di abbiglia-mento può essere realizzata in conformità alle disposizioni della richiamata Norma tecnica europeaEN 23758/93, che ha recepito la norma internazionale ISO 3758/91, che peraltro trova già largoimpiego tra gli operatori del settore tessile.Il Direttore Generale: Antonio Lirosi

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Etichettatura e prodotti tessiliIl 13 di Marzo 2006 si terrà presso il localidell’Unione Industriale Pratese una giornata distudio, organizzata dall’Unione Industriale stes-sa, tesa a fare il punto della situazione sullenormative nazionali ed internazionali relativeall’etichettatura di composizione fibrosa, dimanutenzione di origine a i requisiti eco-tossi-cologici, anche e soprattutto alla luce dellenuove norme relative alle etichette di manu-tenzione dei prodotti tessili.La giornata sarà animata da interventi di espertilocali e della grande distribuzione che si al-terneranno secondo il seguente programma:- Il nuovo codice al consumo: prime consi-

derazioni e problematicità nell’applicazioneal T&A

- Composizione fibrosa : l’etichettatura dicomposizione nei paesi UE e Stati Uniti (USA)

- Etichettatura di manutenzione : la nuo-va norma ISO 3758 - etichettatura nei pa-esi UE e Stati Uniti (USA),

- I requisiti eco-tossicologici: la situazionenazionale ed internazionale – tra norme co-genti, marchi volontari e richieste private

- Le esperienze industriali della grande di-stribuzione

Per maggiori informazioni riguardanti il program-ma della giornata di studio, le modalità di par-tecipazione o altro è possibile contattare Mo-nica Mariotti (Ufficio Formazione,[email protected]) oppure Nicola Bettagli(Ufficio Innovazione e Qualità,[email protected])

CURIOSITA’“Textile filters”Il prossimo 7 e 8 Marzo a Chemnitz (Germa-nia) si terrà l’annuale congresso sui filtri rea-lizzati con materiali tessili. Il congresso, orga-nizzato dal STFI (Sächsisches Textiforschun-gsinstitut e. V., http://www.stfi.de), vedrà lapresenza di ricercatori e ingegneri provenientida aziende ed università/istituti di ricerca chetenteranno di fare una panoramica sui possibilisviluppi del settore.I principali argomenti trattati saranno:

- Simulazione del funzionamento dei filtri- Filtri che lavorano ad alte temperature- Filtri per miscele gassose- La filtrazione nei mezzi di trasporto- La filtrazione liquida- La realizzazione dei filtri- Test sui filtri: apparecchiature e standard

Il congresso sarà accompagnato da una fierache lo scorso anno ha visto oltre 100 parteci-panti provenire da 9 paesi.Il programma dell’incontro, le modalità di par-tecipazione ed ogni ulteriore informazione sonodisponibili sul sito http://www.stfi.de/en/ak-tuelles/anmeld_filter06.htm.

International Conference: Fashion, Texti-le & Innovation: the future nowIl giorno 30 marzo 2006 si terrà ad Artimino,presso la Villa Medicea “Ferdinanda”, una con-ferenza internazionale, organizzata da IPI eTecnotessile nell’ambito del progetto FashionNet, per parlare di innovazione nel settore deltessile/abbigliamento sia di prodotto che diprocesso. Nel corso della conferenza (il cui pro-gramma è ancora in fase di definizione), si ter-ranno altre due sessione parallele:

- esposizione di poster di risultati di ricerca eprodotti/applicazioni industriali innovativi,per rafforzare e promuovere le opportunitàdi networking e di ricerca partner tra im-prese, sviluppatori di prodotto e istituzionidi ricerca.

- “Dai un’opportunità al tuo progetto!”, invitoa presentare business plan con l’obiettivodi offrire a giovani e piccole e medie impre-se innovative l’opportunità di incontrarepotenziali investitori. In collaborazione conIBAN - l’Associazione Italiana degli Investi-tori Informali in Rete (www.iban.it)

Il programma dell’incontro, le modalità di par-tecipazione (sia alla conferenza che alle ses-sioni parallele) ed ogni ulteriore informazionesono disponibili sul sito www.fashionnet.org.