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"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nel l'avere nuovi occhi" (Marcel Proust) Editoriale Apriamo questo numero speciale con la foto del viaggio ad Auschwitz, perché ribadiamo l'importanza di ricordare certi eventi. Abbiamo raccolto il testimone e a nostra volta lo passeremo a quelli che verranno dopo di noi. Come diceva Steinbeck "Le persone non fanno i viaggi , sono i viaggi che fanno le persone". Abbiamo scelto come tema per questo numero proprio il viaggio, perché ci permette di conoscere paesi nuovi, incontrare nuove persone, accrescere le nostre conoscenze (Il mondo è un libro e chi non viaggia legge solo una pagina - Sant'Agostino). 1 Giornalino dell'Istituto comprensivo A. Volta Latina EDIZIONE VII NUMERO 2 MARZO 2019 GiraVolta: la scuola in vetrina Turisti di classe PON Competenze di base Happy travellers PON Lingua inglese Consigliami: paesi e dintorni HAPPY TRAVELLERS PON Competenze di base in lingua inglese 1 OXFORD https://docs.google.com/ file/d/1msEqEamXi3- W0PrvIBSS9KQvzfNwIZr9/ edit? 2 LIVERPOOL http://drive.google.com/ file/d/ 1_tdR8gR8PiZeXfIlTyG9idf OuWCcYqFI/view? usp=sharing_eil&ts=5c7e 5725 3

Newsletter scolastica 2 · virtuale IL viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma (cit.Chatwin) Nel mese di ottobre 2018 ha preso il via presso il nostro Istituto Il progetto

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"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nel l'avere nuovi occhi" (Marcel Proust)

Editoriale Apriamo questo numero speciale con la foto del viaggio ad Auschwitz, perché ribadiamo l'importanza di ricordare certi eventi. Abbiamo raccolto il testimone e a nostra volta lo passeremo a quelli che verranno dopo di noi. Come diceva Steinbeck "Le persone non fanno i viaggi , sono i viaggi che fanno le persone". Abbiamo scelto come tema per questo numero proprio il viaggio, perché ci permette di conoscere paesi nuovi, incontrare nuove persone, accrescere le nostre conoscenze (Il mondo è un libro e chi non viaggia legge solo una pagina - Sant'Agostino).

1

Giornalino dell'Istituto comprensivo A. Volta Latina

EDIZIONE VII NUMERO 2 MARZO 2019

GiraVolta: la scuola in vetrina

Turisti di classe PON

Competenze di base

Happy travellers PON

Lingua inglese

Consigliami: paesi e dintorni

HAPPY TRAVELLERS PON

Competenze di base in lingua inglese

1OXFORD

https://docs.google.com/file/d/1msEqEamXi3-

W0PrvIBSS9KQvzfNwIZr9/edit?

2LIVERPOOL

http://drive.google.com/file/d/1_tdR8gR8PiZeXfIlTyG9idfOuWCcYqFI/view?usp=sharing_eil&ts=5c7e5725

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Non mancherà la nostra rubrica "La scuola in vetrina" con le attività che si sono svolte nel nostro istituto e continueremo a parlare di viaggi con "Turisti di classe" ed "Happy travellers": cliccate sui link per vedere i lavori dei nostri compagni. Concludo con una citazione di Ari Kiev "Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili".

Buona lettura

Eleonora D'Auria

Happy travellers ( PON) !

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EDIZIONE VII NUMERO2 MARZO 2019

YORK https://docs.google.com/

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CAMBRIDGE https://docs.google.com/

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BATH https://docs.google.com/

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UNoZ0Fj/edit?usp=docslist_api&filetype

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TURISTI DI CLASSE Racconti di un viaggio virtuale IL viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma (cit.Chatwin)

Nel mese di ottobre 2018 ha preso il via presso il nostro Istituto Il progetto PON “Turisti di classe”rivolto agli alunni delle classi prime. Il corso terminerà alla fine del mese di marzo

Questo progetto ha come scopo quello di potenziare le competenze di base in Italiano.

cittadini consapevoli del mondo.

Molti sono gli argomenti che abbiamo affrontato fino ad ora. Siamo “partiti” dalla lettura di alcuni brani del romanzo I viaggi di Gulliver per giungere fino al promontorio del Circeo dove abbiamo incontrato Ulisse e la maga Circe.

Ognuno di noi,inoltre, usando l’applicazione Tagul, ha ideato un logo originale per il progetto.

Abbiamo,poi, dato spazio alla nostra fantasia raccontando, anche attraverso disegni, il nostro viaggio più bello ed emozionante.

Uno dei momenti per noi più interessanti è stato quando con il nostro esperto, la prof.ssa Fiorito, siamo andati a Piazza del Popolo; qui la nostra insegnante per farci conoscere meglio la nostra città Latina, punto di partenza per il nostro viaggio virtuale, ha letto un racconto presente nel romanzo Canale Mussolini del nostro concittadino Antonio Pennacchi. Lo scrittore narra la storia di una leggenda legata alla fondazione di Latina. Si racconta che la notte tra il 17 e il 18 dicembre 1932 ci fu un terribile temporale; mentre gli operai lavoravano in gran fretta per permettere il giorno dopo l’inaugurazione della piazza da parte del duce Benito Mussolini, un camion fu risucchiato da una frana che si verificò proprio dove adesso c’e la cosiddetta fontana della palla. Su un sedile del camion c’era un gattino, inutilmente tentarono di salvarlo ma il mezzo sprofondò sempre di più fino a sparire, secondo i Latinensi , fino alle porte dell’Inferno. Si dice che da allora nelle notti di pioggia si può sentire nei pressi della fontana un terrificante miagolio......

Noi non conoscevamo questa storia e per noi è stata davvero affascinante e siamo pronti per un altro viaggio, questa volta alla ricerca di Billy Eliot nella città di Liverpool.

Francesca Tosoni, Sara Pamucku

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Consigliami: paesi e dintorni

PARIGI

Esistono diversi tipi di persone ed ognuna di esse ha il suo carattere, il suo modo di essere e …il suo posto ideale dove vivere oppure fare una vacanza. Il mio credo sia Parigi e anche se non ci sono mai stata credo di appartenerle. E’ una grande città ed è piena di sorprese. In più è la capitale della Francia nonché la città più popolata del paese: ha ben 2 229 095 abitanti. Però non sono qui per parlarvi di geografia, infatti ora inizieremo il nostro viaggio. La prima cosa che voglio descrivervi di Parigi è proprio il suo monumento per eccellenza: la tour Eiffel.Quando aspetti di vederla per la prima volta ti senti eccitato e non sai cosa aspettarti: se sentirti meravigliato e sorpreso o aspettarti una semplice torre. Lo so che vista attraverso una foto può suscitare poche emozioni, ma dal vivo, ve lo assicuro, non è così. Il museo del Louvre è uno dei più celebri musei del mondo e il primo per numero di visitatori: 10 milioni nel 2018. Ciò che colpisce di più è che, essendo di vetro, fa si che proviate una strana sensazione, e vi suscita una domanda la prima volta: ESISTE O E’ SOLO UN’ILLUSIONE?? La cattedrale metropolitana di Nostra Signora, conosciuta anche come cattedrale di Notre-Dame o più semplicemente Notre-Dame, è il principale luogo di culto cattolico di Parigi, cattedrale dell'arcidiocesi di Parigi, il cui arcivescovo metropolita è anche primate di Francia E’ davvero bellissima. ADORO PARIGI PER LA SUA ELEGANZA, IL SUO MODO DI ESSERE E LA SUA CALMA.

Nicoletta Maimescu

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BAGNO DI ROMAGNA

UN BORGO PIENO DI SORPRESE

Bagno di Romagna è un piccolo borgo situato nell’Appennino tosco-romagnolo pieno di attrazioni turistiche infatti molto visitato da famiglie con bambini .E’ anche un posto dove rilassarsi grazie alle terme situate nel borgo, racchiuse dai bellissimi hotel che ogni sera animano la piazza ingaggiando dei cantanti.per le strade del borgo non passano quasi mai macchine e quindi si può girare liberamente osservando il bellissimo paesaggio.

ATTRAZIONI:

1. nel borgo si trova una chiesa speciale dove è conservato il corporale del miracolo eucaristico

2. le terme naturali

3. il palazzo del capitano sede dei governanti che Firenze inviava a reggere le sorti del governo locale

4. il percorso degli gnomi

5. fonte sulfurea del chiardovo

6. e molte altre cui tocca voi scoprire

il percorso degli gnomi

si narra che Bagno di Romagna sia popolata da gnomi , qualche anno fa un signore camminava nel bosco quando vide una presenza misteriosa (a quanto sembra uno gnomo) e ci fece una foto , da allora si crede a questa leggenda . infatti se voi camminate al centro del paesino troverete tanti negozio pieni di oggetti a forma di gnomo e più giù il percorso degli gnomi molto adatto per i bambini visto tutte le figure in legno situate in mezzo al bosco.

Come raggiungerlo? Si può raggiungere in macchina o in treno

Spero che lo visiterete perché è davvero un bel borgo! Chiara Bedin

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Memorie di un viaggio " Quel giorno ho perso la mia innocenza, quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come un ebreo" ( Sami Modiano)

Grazie alla mia scuola ed il Comune della mia città che, in collaborazione con altri istituti secondari della provincia di Latina, studenti di altre scuole ed io abbiamo avuto l’opportunità di prendere parte alla visita di istruzione nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.

A mio parere, il nostro “Viaggio della Memoria” si è articolato in due momenti ed esperienze ben distinte ma collegate tra loro, l’incontro con Sami Modiano un ebreo di Rodi, ma cittadino Italiano, sopravvissuto alla deportazione e la successiva visita nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, due tappe fondamentali per accrescere la nostra sensibilità e conoscenza della tragedia della Shoah.

Personalmente credo che poter leggere sul libro di storia il capitolo sulla seconda guerra mondiale e la deportazione e genocidio degli ebrei sia una tappa formativa importante, ma poter ascoltare con le proprie orecchie la testimonianza di un sopravvissuto allo sterminio e osservarlo da vivo, o ancora vedere con i propri occhi il posto dove ha avuto luogo una delle più grandi tragedie dell’umanità, è un’esperienza dal carico emotivo ben superiore.

A questo proposito non posso parlare del viaggio della memoria senza ricordare l’incontro con uno dei pochi sopravvissuti alla deportazione, ancora in vita, che mi ha lasciato una traccia profonda che si è rinnovata nel corso del viaggio.

Sami Modiano, con la sua testimonianza, ci ha dato l’opportunità di immedesimarci in quel ragazzo che, ancora prima della sua deportazione avvenuta a soli tredici anni, ha subito la privazione dei più elementari diritti umani, in particolare il suo allontanamento dalla scuola, vissuto come un vero e proprio trauma, non solo perché gli ha impedito la prosecuzione della normale formazione scolastica,

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ma soprattutto perché lo ha privato del suo mondo e delle sue amicizie, costringendolo ad un isolamento ingiustificato.

Visitando il campo di Birkenau, la sua storia sembrava quasi prendere vita e si riusciva a percepire la sofferenza da lui patita durante il tempo trascorso in quel luogo, di sofferenza fisica e morale, lavorando oltre i limiti delle forze, trattato con estrema crudeltà dai nazisti. Sembrava di percepire tra le baracche dell’immenso lager, dotato di quattro grandi crematori, il suo sentimento di estremo dolore, dapprima per la morte della sorella, con la quale, una volta ritrovatisi dopo la separazione, all’interno del campo si davano appuntamento in serata per vedersi soltanto da lontano, separati da un filo spinato invalicabile, e poi quella del padre, il quale allo stremo delle forze, successivamente alla scomparsa della figlia, si è lasciato morire quando, consapevole delle conseguenze, si è presentato spontaneamente in infermeria senza mai più tornare.

Visitando quel luogo, così carico di dolore ed angoscia, mi sono tornate in mente le ultime parole che il padre pronunciò al figlio prima di lasciarlo “tiene duro Sami, tu ce la devi fare”. Ed è proprio questa frase che Sami si è portato con sé per il resto di quei giorni terribili di prigionia dandogli la forza di sopravvivere in quel luogo di morte, pur essendo ormai rimasto da solo ed avendo perso ogni speranza.

Il campo di Birkenau è uno dei più grandi mai costruiti, l’unico che è raggiunto ed attraversato dalla rotaia di un treno nel quale venivano trasportati i prigionieri direttamente all’interno del campo, stipati in vagoni da bestiame, dove i deportati viaggiavano in condizioni durissime, con pochissima acqua da razionare per l’intero viaggio, privi di servizi igienici e dove le persone ammassate nel vagone erano costrette ad espellere le proprie escrezioni in un secchio posto nel vagone stesso. Non vi erano fermate intermedie ed i primi a scendere dal treno erano i cadaveri delle persone, malate o anziane, che non riuscivano a sopravvivere a quel viaggio della morte che poteva durare anche 20 o 30 giorni.

All’interno del campo si possono visitare le baracche, detti anche block, da cui i prigionieri uscivano alle 6 di mattina per poi ritornarvi alla 6 di sera, dopo un’estenuante giornata di lavoro e dove potevano consumare l’unica razione di cibo che gli veniva concessa, acqua sporca, come la definiva Sami, poiché durante la giornata non vi erano pause ad interrompere il lavoro.

Le condizioni igienico sanitarie nei campi ed ancora di più nelle baracche, erano pessime e ciò favoriva la proliferazione di malattie mortali e contagiose, come il tifo, che hanno stroncato migliaia di vite.

Il campo di Birkenau è conosciuto come il famigerato “campo di sterminio” nazista, nel quale trovarono la morte più di un milione di persone, ma io preferisco ricordarlo come il campo nel quale Sami Modiano ed altri pochi come lui, sono riusciti a trovare la forza di sopravvivere.

Non meno toccante è stata la visita al campo di Auschwitz I che è stato il primo campo, reso operativo nel giugno del 1940, come centro amministrativo dell’intero complesso di Auschwitz, ricavato dalla conversione di vecchie caserme dell’esercito polacco. Mi ha colpito la cinica scritta, posta sopra il cancello d’ingresso “Arbeit mach frei” che tradotto significa “il lavoro rende liberi”, una frase del tutto inappropriata per un luogo dove furono internati dapprima intellettuali polacchi contrari al regime e prigionieri di guerra sovietici e successivamente trovarono la morte oltre 70.000 prigionieri e nei cui

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sotterranei del Block 11 venne sperimentato per la prima volta il gas Zyklon B che fu poi utilizzato su vasta scala per il genocidio ebraico.

Qui abbiamo visitato il museo dove sono conservate fotografie scattate dai nazisti, ritratti e disegni realizzati dagli stessi ebrei deportati e salvati dai sopravvissuti dopo la liberazione. Vi sono conservati anche diversi oggetti di uso quotidiano appartenuti ai deportati, tra cui vestiti, scarpe, valigie spesso firmate nella speranza di ritrovarle finita la prigionia, pentola da cucina ed utensili vari. Solo ciò che era di valore veniva consegnato alla Banca Centrale di Berlino e per lo più destinato a rimpinguare le casse belliche o devoluto ai tedeschi in povertà; gli stessi capelli delle vittime, che venivano tagliati appena arrivati nel campo o subito prima che i corpi fossero cremati, erano venduti insieme alla lana delle pecore per ricavarvi tessuti e nel museo vi è una stanza nella quale è conservata una teca con i capelli autentici degli ebrei sterminati e dove, per motivi di conservazione, non è possibile scattare foto.

Nel campo vi erano delle celle adibite alla punizione dei prigionieri la cui colpa era quella di non aver obbedito agli ordini e per quelli che venivano uccisi per rappresaglia a seguito del non ritrovamento di un fuggitivo. In questo caso spesso veniva inflitta la pena della fame, e quindi ai condannati non veniva dato né cibo né acqua per due settimane, che in molti casi significava la morte per quei corpi già ridotti pelle e ossa.

Per gli ebrei che tentavano invano la fuga, la sorte era l’impiccagione o la fucilazione davanti ad un muro tristemente noto, perché adibito a tale scopo e di fronte al quale, le persone che visitano il campo, lasciano oggi fiori e tributi in segno di lutto per quelle vite negate.

Il percorso non poteva non concludersi nei luoghi che furono maggiormente strumento di morte per milioni di prigionieri, le camere a gas ed i forni crematori. Ad Auschwitz, a differenza di Birkenau, il gas proveniva dall’alto e non dai lati dalla camera e non c’era la presenza di docce finte, ma solo di finti spogliatoi dove i prigionieri, completamente nudi, veniva uccisi dal gas. La gran parte di queste camere a gas e forni furono distrutti dai nazisti, tanto che nel campo di Birkenau non ve ne sono, nel tentativo da parte dei tedeschi di occultare i crimini commessi e negare la stessa esistenza delle camere a gas e dei forni crematori.

Dopo aver visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau posso dire di aver vissuto un’esperienza personale fortissima ed affermare che ognuno di noi dovrebbe visitare quei luoghi almeno una volta nella vita, per tenere viva la memoria delle atrocità qui commesse e ricordare a che punto la crudeltà umana riuscì a spingersi nell’inseguire il progetto folle di un uomo che, nell’affermazione del concetto della razza ariana, voleva il genocidio di un intero popolo e lo sterminio di ogni essere considerato inferiore.

Sebbene visitare questi luoghi sia importante, ascoltare la testimonianza di coloro che sono scampati a questo destino di morte, è ancora più significativo. Lo stesso Sami per anni si è chiesto quale fosse lo scopo della sua vita, perché proprio lui dovesse essere sopravvissuto a tanto orrore, al punto di nutrire in sé un senso di colpa. Dopo diversi anni ha trovato la sua risposta a questo quesito: tenere viva la memoria di quell’orrore e con la sua testimonianza ricordare ciò che è stato. Non si può certo restituire l’identità, la vita e le lacrime cadute per quei milioni di persone che hanno perso la vita, si

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può però ricordare il passato ed evitare che quelle camere a gas, le deportazioni e le leggi razziali si ripetano.

Non fu un solo uomo a commettere quei crimini, fu un’intera ideologia che si propagò a macchia d’olio, che trovò milioni di fanatici pronti ad obbedire agli ordini di morte e di sterminio e questo ci deve far riflettere. La testimonianza è fondamentale, specialmente se rivolta a noi giovani, perché se noi tutti attraverso quei racconti riusciamo a sentire un millesimo del dolore provato da Sami e dagli altri deportati ed a provare orrore, disprezzo e rabbia per quel che è accaduto, allora possiamo sperare in una società migliore, dove la libertà di parola e di pensiero, di razza e di religione non possono essere più messe in discussione e dove la dignità ed i diritti umani sono un valore universale che va oltre la diversità tra i popoli.

Matteo Uccellini

LEZIONE SULLA SHOAH Perché nessuno non ha fatto nulla

Il giorno 8 febbraio 2019 gli alunni delle classi terze sono scesi in Auditorium per assistere ad una lezione sulla Shoah tenuta dal professor Celani, docente appassionato di storia che va nelle scuole per spiegare ai ragazzi tutto ciò che riguarda quest’argomento. Celani ha illustrato un documento in Power Point, facendo dei collegamenti con tematiche già studiate da noi.

Erano, poi, presenti i nostri compagni che hanno partecipato al viaggio della memoria ad Auschwitz. Noi redattori abbiamo intervistato Matteo Uccellini (3G), Asia De Angelis ( 3 F) e Asia Marocchi (3C).

• Matteo, prima di partire, hai ascoltato la storia di Sami Modiano, testimone superstite dell’orrore di Birkenau, cosa pensi della sua esperienza e cosa ti ha colpito di più?

Quello che mi ha colpito maggiormente della sua storia è la forza con cui lui ha saputo andare avanti nonostante fosse rimasto solo, perché erano morti la sorella e successivamente il padre. Mi hanno emozionato le parole dello stesso padre che, saputa la notizia della scomparsa della figlia, si offrì volontariamente in infermeria ben sapendo quale fine gli venisse riservata. Egli, prima di andare via, al figlio disse :“Tieni duro Sami! Tu ce la devi fare per noi”.

• Cosa hai provato quando hai visitato Auschwitz?

Poter vedere questo luogo è stata un esperienza fortissima; immedesimarsi in quelle persone, che come unica “colpa” avevano quella di esser nati in una comunità ebraica o di professare l’ebraismo, è stato davvero toccante.

• Pensi che visitare questi luoghi di sofferenza possa portare più consapevolezza?

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Si, credo che vedere dal vivo questi luoghi possa far rivivere in prima persona la storia. Credo che dai racconti o da quello che si studia a scuola non si capisca davvero cosa significa, perché solo vedendolo si può comprenderne l’atrocità.

• Cosa pensi delle condizioni in cui venivano tenuti i deportati?

Io penso che le loro condizioni erano disumane quasi inimmaginabili. Non venivano più trattati come esseri umani ma peggio degli animali, erano sfruttati e maltrattati con l’unico scopo di sterminarli.

• Asia, quando siete partiti e cosa avete visto?

Siamo partiti il 26 gennaio 2019 e rientrati il 30 gennaio. Ad Auschwitz abbiamo visto le camerate dove i deportati dormivano, un museo, delle foto e inoltre c’era un plastico di tutto il campo. Abbiamo visto i modellini delle camere a gas sotterranee e alcune stanze.

• Cosa ti ha interessato di più?

Ho provato molto interesse per le foto nel museo: rappresentavano delle famiglie e dei bambini in braccio alle loro madri e dei soldati che cercavano di separarli. Mi sono immedesimata in quei bambini e ho provato tanta tristezza.

• Auschwitz era come te lo aspettavi o no?

È stato peggio di come me lo aspettassi, perché dalle storie non si può nemmeno immaginare come fosse la realtà in quel momento.

• Asia M., prima di partire avete ascoltato la storia di Sami, cosa ti ha commosso di più?

Il fatto che non potesse vedere la sorella Lucia, vittima degli esperimenti di Mengele.

• Cosa ti ha colpito di più di ciò che hai visto ad Auschwitz?

Mi hanno colpito i luoghi in cui dormivano, che erano stanze molto molto piccole ma contenevano tante persone, erano 8 su un letto pur di non dormire a terra.

• Pensi che visitare di persona questi luoghi possa portare più consapevolezza?

Si, assolutamente. Perché dai racconti non ci credevo molto ma vedendolo ho capito davvero cosa significa. Pensare che li c’erano dei bambini, anche piccoli, è davvero brutto.

Ilaria Dolcetti, Viola De Marchis

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Viaggio nella Musica Soldi ( Mahmood)

Siamo Riccardo Rossi e Gianmarco Palladini, abbiamo scelto il testo di questa canzone perché a noi personalmente piace molto. La canzone ha vinto il Festival di San Remo tra mille polemiche: " Soldi" di Mahmood ( Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood. Noi non vogliamo parlare di questo ma del significato del testo. Questa canzone tratta un argomento importante, perché parla del rapporto tra lui e il padre, delle incomprensioni e delle discussioni, della partenza del padre che andò a vivere a Milano.

"Tu dimmi se

Volevi solo soldi, soldi

Come se avessi avuto soldi, soldi

Lasci la città ma nessuno lo sa

Ieri eri qua ora dove sei, papà

Mi chiedi come va, come va, come va

Sai già come va, come va, come va."

Si sente la difficoltà di essere adolescenti, di crescere, di stare al mondo e la difficoltà di capire le scelte di un padre, se " volevi solo soldi" o c' era altro, se c'era affetto. È un testo che ci fa riflettere.

Gianmarco Palladini e Riccardo Rossi

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