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SPECIALE NGN2 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 5 NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia STEFANO NOCENTINI Ci sono dei momenti, nella storia delle telecomunicazioni che possono cambiare il corso dei successivi dieci anni. Abbiamo la fortuna di parteci- pare ad uno di questi momenti cruciali. L’ammodernamento della rete di accesso (da rame a fibra), la riduzione delle nostre centrali, il passaggio ad una rete all-IP, una nuova era nel rap- porto con gli altri Operatori (con il nuovo servizio di bitstreaming a qualità differenziata), l’accrescimento del core business dalle telecomunicazioni all’ICT, sono i cinque passi fondamentali di questa rivoluzione. In questo articolo li guardiamo con maggiore dettaglio. 1. La Rete di Accesso Nel nostro mondo, tutte le architetture poggiano sulla rete di accesso. Questa componente è quella di maggiore valore economico (il suo valore di libro è più del 50% di tutti i nostri asset) sia per la parte di rete fissa, che per la parte di rete mobile. La maggior parte dei nostri tecnici si occupano della rete di accesso, che rappresenta oltre un terzo delle nostre spese. Anche la maggior parte dei guasti dipendono da questa componente essen- ziale per la qualità del servizio telefonico e broad- band e questo è un elemento di forte influenza nella progettazione di una rete di accesso radical- mente innovativa come la NGN2 (Next Generation Network 2). Perchè, allora, vogliamo sostituire la rete di accesso? Quali sono gli elementi distintivi della nuova soluzione? Quanto durerà il transitorio? E quanto tempo passerà prima di iniziare una nuova avventura? La nuova rete di accesso potrà superare il vin- colo di 10-20 Mbit/s che hanno i doppini di 1-1,5 chilometri; avrà un tasso di guasto molto più basso; riuscirà a supportare la quarta generazione del mondo mobile e potrà supportare la nuova tele- visione personale e bidirezionale. Il transitorio durerà almeno dieci anni con investi- menti rilevanti dell’ordine di alcuni miliardi di euro. Le architetture FTTx (Fiber To The x) si succede- ranno fino alla definitiva FTTH (Fiber To The Home) che potrà gestire i servizi dei prossimi decenni. INNOVAZIONE

NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 5

NGN2:il prossimo futuro per

Telecom Italia

STEFANO NOCENTINI Ci sono dei momenti, nella storia delle telecomunicazioni che possonocambiare il corso dei successivi dieci anni. Abbiamo la fortuna di parteci-pare ad uno di questi momenti cruciali.L’ammodernamento della rete di accesso (da rame a fibra), la riduzionedelle nostre centrali, il passaggio ad una rete all-IP, una nuova era nel rap-porto con gli altri Operatori (con il nuovo servizio di bitstreaming a qualitàdifferenziata), l’accrescimento del core business dalle telecomunicazioniall’ICT, sono i cinque passi fondamentali di questa rivoluzione.In questo articolo li guardiamo con maggiore dettaglio.

1. La Rete di Accesso

Nel nostro mondo, tutte le architetture poggianosulla rete di accesso. Questa componente è quelladi maggiore valore economico (il suo valore di libroè più del 50% di tutti i nostri asset) sia per la partedi rete fissa, che per la parte di rete mobile. Lamaggior parte dei nostri tecnici si occupano dellarete di accesso, che rappresenta oltre un terzodelle nostre spese. Anche la maggior parte deiguasti dipendono da questa componente essen-ziale per la qualità del servizio telefonico e broad-band e questo è un elemento di forte influenzanella progettazione di una rete di accesso radical-mente innovativa come la NGN2 (Next GenerationNetwork 2).

Perchè, allora, vogliamo sostituire la rete diaccesso? Quali sono gli elementi distintivi dellanuova soluzione? Quanto durerà il transitorio? Equanto tempo passerà prima di iniziare una nuovaavventura?

La nuova rete di accesso potrà superare il vin-colo di 10-20 Mbit/s che hanno i doppini di 1-1,5chilometri; avrà un tasso di guasto molto piùbasso; riuscirà a supportare la quarta generazionedel mondo mobile e potrà supportare la nuova tele-visione personale e bidirezionale.

Il transitorio durerà almeno dieci anni con investi-menti rilevanti dell’ordine di alcuni miliardi di euro.Le architetture FTTx (Fiber To The x) si succede-ranno fino alla definitiva FTTH (Fiber To The Home)che potrà gestire i servizi dei prossimi decenni.

INNOVAZIONE

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NOCENTINI• NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

6 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

2. La riduzione delle centrali

Una delle più rilevanti caratteristiche dellanostra Azienda è la sua presenza in ogni più pic-colo paese. Le nostre 10400 aree di centrale sonopiù degli 8100 comuni in cui è suddivisa l’Italia. LaNGN2 renderà un ricordo anche questa caratteri-stica e la capacità della fibra di reggere 10-20 chi-lometri ci consentirà di concentrare l’elettronicanelle sedi principali (a parte quella distribuita nellecase dei nostr i cl ient i e nel le ONU - OpticalNetwork Unit).

Ma come saranno le nuove centrali?Avendo tolto i permutatori, le piastre di centrale

e la trasmissione tra stadi remoti e centrali urbane,il layout delle nuove centrali sarà fatto da non piùdi 3-4 armadi con circa 100 coppie di fibra diaccesso e 10-20 coppie di fibra di trasmissione edi interconnessione con gl i a l t r i OLO (OtherLicenced Operators). Spariranno tecnologie chehanno caratterizzato gli ultimi 20-30 anni:• PDH (Plesiochronous Digital Hiererchy) e SDH

(Sinchronous Digital Hierarchy) saranno sosti-tui t i da GPON (Gigabit Passive OpticalNetwork), CWDM (Coarse Wavelength DivisionMultiplexing) e DWDM (Dense DWM);

• POTS (Plain Old Telephony Service) e ISDN(Integrated Services Digital Network) sarannorimpiazzat i da VDSL2 (Very high Digi ta lSubscriber Line) e IMS (Integrated MultimediaSystem);

• HDB3 (High Density Bipolar of order 3), HDSL(High DSL), SDSL (Symmetrical DSL) sarannoricordi del passato:

• WLL (Wireless Local Loop) e collegamenti a 2Mbit/s per le soluzioni radio saranno sostituitedal ROF (Radio Over Fiber);

• gli enormi permutatori manuali saranno sostituitida compatti elementi elettronici inseriti negli ONU.È proprio per questo che molte delle nostre

centrali sono già state vendute e ci siamo giàimpegnati a liberarle nei prossimi anni.

Ovviamente anche i nostri concorrenti dovrannoevolvere le loro soluzioni in coerenza con il passag-gio alla NGN2.

3. La rete all-IP

Rivoluzionando la nostra rete di accesso, potremoottimizzare anche la nostra rete di networking: OPM(Optical Packet Metro) e OPB (Optical PacketBackbone) saranno i nostri punti di forza.

In particolare l’OPM diventerà il punto di inter-connessione con tutti gli OLO e gli ISP (internetService Providers), grazie all’introduzione dellesoluzioni bitstreaming a qualità differenziata, checonsentiranno a tutti gli Operatori, in modo nondiscriminato, di fornire i servizi voce, dati e di frui-zione dei contenuti. Elementi costitutivi dell’OPMsaranno il CAC (Call Admission Control), con cuigestire le nuove tipologie di traffico, impedendo diintasare la rete, il Multicast dei contenuti e la COS(Class Of Service).

Anche la rete mobile implementerà un’architet-tura all-IP: i dati (che oggi sono una quota partepiccola della banda) supereranno la voce (come giàè successo nella rete fissa qualche anno fa). Latecnologia HSPA prima e il 4G saranno gli elementifondamentali di questa evoluzione, che prevede lagraduale riduzione del traffico GSM. Anche l’otti-mizzazione della rete mobile dovrà quindi spostarsidalla voce, ai dati, ai contenuti. L’all-IP nel mobilesarà implementata già a partire dal prossimo anno.

Caratter ist iche essenzial i del la rete al l- IPdovranno essere:• la scalabilità (il raddoppio della banda avverrà

ogni anno);• la flessibilità d’uso;• la sicurezza;• la possibilità di offrire livelli differenziati per

clienti e per servizio dell’affidabilità della rete;• la capacità di separare i servizi dalla connetti-

vità.

4. Lo scorporo della Rete di Accesso

È un tema molto delicato di cui accenno i prin-cipi ispiratori.

Telecom Italia è convinta che i prossimi diecianni devono essere caratterizzati da un rapportodiverso con le Autorità Nazionali ed Europee.Questo rapporto dovrà favorire l’innovazione siadella Rete (con il contributo di tutti ad accelerare laNGN2), che dei servizi con una forte spinta all’im-plementazione dell’ICT.

Per favorire questo cambiamento e porre finealle regole asimettriche (che hanno caratterizzatogli ultimi dieci anni) Telecom Italia sta valutandocon attenzione lo scorporo della Rete, in modo darenderla ancora più trasparente allo sviluppo delmercato dei servizi broadband.

Pur essendo i secondi (dopo BT) a proporre unatale misura, siamo sicuri che, ancora una volta, lascelta di Telecom Italia farà scuola nel mondo.Infatti, la scelta di BT (con lo scorporo di OpenReach) è una scelta positiva per la rete attuale eper l’implementazione dell’ULL, particolarmente inritardo in UK. Invece la proposta di Telecom Italiariguarda la NGN2 che tutti gli Operatori più evolutistanno implementando, senza avere ancora risoltoil nodo regolatorio.

I principi ispiratori dello scorporo della rete diaccesso dovranno essere:1) valorizzare gli impatti economici;2) favorire la migrazione organica e completa alla

NGN2.Il lavoro in corso nei prossimi mesi dovrà aiu-

tare tutti al rispetto di questi due principi fonda-mentali.

5. L’ICT

La nuova rete abiliterà un cambiamento ecce-zionale nel posizionamento di Telecom Italia: il suofatturato che, oggi, è ancora incentrato sulle comu-

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2nicazioni personali, si incrementerà e sarà bilan-ciato tra ICT e Person-to-Person, con un’ulteriorecomponente relativa ai contenuti (che sarà comun-que di valore inferiore alle prime due).

Mentre conosciamo perfettamente l’area dellecomunicazioni personali (voce, messaggistica,videocomunicazione che evolverà verso la telepre-sence, e-mail, …), è certamente più nuovo e affa-scinante il mondo dell’ICT.

In questo nuovo settore dell’economia TelecomItalia ha la possibilità di giocare un ruolo trainante,coniugando le sue conoscenze di TLC e di IT edando la possibi l i tà ad innumerevoli ServiceProvider di raggiungere i clienti finali. ICT è unafamiglia di servizi che vanno dalla telesanitàall’infomobilità, dal micropagamento al telerileva-mento, dal la sensor ist ica di casa al losnellimento/annullamento della burocrazia statale.Solo la mancanza di fantasia può porre un limite aquesto nuovo settore.

Esistono due principi fondamentali dell’ICT:1) il gestore dell’ICT (broker) è una figura diversa

da chi eroga il servizio finale;2) i molti servizi sono basati su pochi enabler.

Per spiegare il primo dobbiamo fare qualcheesempio.

Telesanità: il service provider è un esperto dimedicina (Ospedale, ASL, casa di cura privata, ...),mentre il broker è un esperto di rete TLC e informa-tica che sa gestire con velocità ed affidabilitàmilioni di clienti (che in questo caso hanno bisognodi cure mediche).

Micropagamenti: il service provider è un entefinanziario (banca, società emettitrice di carte dicredito,….), mentre il broker è lo stesso di prima (ingrado di gestire in tempo reale il credito residuodel cliente o la sua disponibilità di spesa).

Il secondo principio detto sopra è la chiave tec-nica del successo dell’ICT. Se per ogni servizio sidovesse creare da capo tutto il sw necessario, ilcosto sarebbe eccessivo. Invece il riuso di compo-nenti standard (enabler) permette ad ogni servizioun costo marginale che lo rende competit ivorispetto a qualsiasi soluzione alternativa.

Una domanda che viene spesso posta è:“Perché Telecom Italia dovrebbe riuscire ad essereun attore principale dell’ICT?”

La risposta è semplice. Il mercato dell’ICT arti-colato nella piena “informatizzazione e messa inrete” dei diversi servizi applicativi a clienti eimprese, cittadini e amministrazioni sta nascendoadesso e nessun attore attuale (IBM, HP, Accenture,…) ha tutto il know how necessario per svilupparlo.Anche Telecom Italia deve migliorare, ma la nostraforza sono il rapporto con il cliente finale, la nostracapacità di delivery dei servizi e di accounting e bil-ling e l’elemento tecnico che tutti i servizi ICT siconfigurano con un intrinseco requisito di connetti-vità. Le nostre strutture di Customer Care, di FieldServices e di Technology saranno chiamate ad unosforzo importante per potere operare e svilupparequesto business. D’altra parte siamo l’unicoOperatore ad avere costituito una struttura diMercato dedicato ai Top Customer e all’ICT.

Un'altra domanda diffusa riguarda il rapportotra ICT e NGN2.

Ovviamente alcune attività ICT possono esserefatte anche con la rete attuale, ma solo la NGN2abiliterà pienamente questi nuovi segmenti di busi-ness, grazie alla completa adozione dell’approccio“all IP” e alla elevata capacità di banda anche nelladirezione cliente-applicazione (uplink), oltre allapiena trasparenza tra gli accessi fissi, mobili enomadici.

L’ICT infatti è, per sua natura, una soluzioneconvergente. Qualsiasi servizio citato prima devepotere essere erogato ai clienti, sia quando essiusano device fissi oppure mobili. Anzi, proprio laconvergenza Fisso-Mobile è uno degli elementiabilitanti dell’ICT, ancora prima dell’ultra broad-band.

A fronte di questa rivoluzione dobbiamo anchecapire che cosa cambierà nella nostra Azienda enei nostri Fornitori.

6. Gli impatti sui dimensionamenti e sugli skill

Il processo di creazione della NGN2 e di radia-zione di parte della nostra rete di accesso in ramee delle nostre centrali è, come ho già detto, moltolungo (più di dieci anni). Le variazioni sarannoquindi graduali ed ampliamente gestibili nei normaliprocessi di turn over dell’Azienda.

Per comprendere megl io i cambiamenti ,dovremmo fare il confronto tra la situazione attualee quella del 2016.

La rete in rame sarà più che dimezzata in ter-mini di kmcircuiti attivi e quindi la mole di attività diassurance sarà anch’essa più che dimezzata. Ciòci permetterà un’ internal izzazione totale.Ovviamente la fibra ottica in accesso sarà cre-sciuta enormemente e con essa la necessità dipersonale con questo skill. Il 70% delle permutesaranno automatizzate e quindi anche questa atti-vità si ridurrà, mentre crescerà fortemente l’attivitàda fare presso casa dei clienti.

La crescita delle attività di Home e OfficeNetworking è uno degli elementi vitali della NGN2.

Tra venti anni, nessuna abitazione potrà per-mettersi di non avere una LAN adeguata all’ultrabroadband, così come nessuna abitazione puòoggi permettersi di essere senza impianto elettrico.

Siccome le abitazioni in Italia sono più di 20milioni possiamo immaginare un’attività media dicirca un milione di abitazioni all’anno con un valoremedio dell’intervento di circa 1000 euro per abita-zione: il nuovo business dei beni e servizi di Homee Office Networking potrebbe quindi svilupparsi inmodo importante e Telecom Italia potrebbe inter-cettare una parte interessante di questo businesssia con personale interno, sia con personaleesterno.

Il business model potrebbe essere quello degliidraulici e degli elettricisti (che sono svincolati dalfornitore dell’acqua o dell’energia elettrica), oquello degli installatori di Sky (che sono rivenditoriautorizzati). La forza lavoro necessaria richiederà

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NOCENTINI• NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

8 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

alcune migliaia di addetti di grande professionalità,che potranno via-via incrementare la loro attivitàpresso il cliente. Infatti oltre alla LAN, sarannonecessari al cliente consulenze sull’installazionedei sensori, delle soluzioni di teleassistenza (bam-bini, anziani, malati), di telelavoro, di distribuzionedei contenuti tra i vari televisori, di gestione dellaclimatizzazione di casa (quasi tutte le case sonoattrezzate per il freddo, ma molto poche sonoquelle attrezzate per il caldo), dell’assistenza infor-matica (pc, stampanti, antivirus, scanner, backupperiodico delle informazioni, ...), delle nuove formedi arredamento (stanno per arrivare le pareti autoil-luminanti o addirittura con la possibilità di finestrevirtuali su scenari telecaricabili), ... . Mettendoinsieme tutto questo, il numero delle personeimpiegate dovrebbe raddoppiare come pure ilvolume di affari.

In def in i t iva, i l d imensionamento globale(interno ed esteno) dei tecnici di rete di accesso edi home/office network si prevede resterà cospi-cuo, ovviamente considerando necessario un’evo-luzione degli skill e dei processi, in modo da potereservire al meglio i clienti: anche in questo caso unevera e propria trasformazione.

7. Conclusioni

Negli ultimi dieci anni molte infrastrutture di retesono state sviluppate (oggi in Italia operano quat-tro Operatori mobili e una decina di Operatori fissiinfrastrutturati), portando molti investimenti suinfrastrutture non utilizzate in modo ottimale edefocalizzando gli Operatori e i Service Providersrispetto al pieno sviluppo di servizi per clienti, cit-tadini, imprese e amministrazioni.

La NGN2 vuole diventare una proposizione cosìefficace ed economica da modificare l’imposta-zione seguita ad oggi e attrarre su di sé le sceltetecniche dei diversi soggetti TLC, IT e media.Ovviamente questi primi ragionamenti macro-eco-nomici andranno confrontati con la logica più com-plessiva del sistema industriale nelle sue diversecomponenti.

La NGN2, infine, andrà a modificare radical-mente il contesto dei vendor di elettronica di retedi accesso sia nel le loro relazioni versol’Operatore, sia nel mix di tecnologie e architettureche verranno sviluppate e messe in esercizio. Inogni caso i volumi di investimento su questo seg-mento chiave della rete resteranno elevatissimi (ein ripresa rispetto agli scorsi anni) per un periodomedio lungo (otto/dieci anni).

[email protected]

Stefano Nocentini nato nel 1962 aForlì, laureato in ingegneria elettronica (LaSapienza Roma) ne l 1987. Assunto inAzienda nel 1987. Impegnato in quasi tutti iset tor i de l la rete f issa (par t ico larmentenell’ingegneria e nelle architetture di rete) e inattività internazionali. Responsabile TILab dal2005 con sede a Torino, Milano e Roma.Sposato con due figli.

CAC Call Admission ControlCOS Class Of ServiceCWDM Coarse Wavelength Division MultiplexingDWDM Dense WDMFTTH Fiber To The HomeFTTx Fiber To The xGPON Gigabit Passive Optical NetworkHDB3 High Density Bipolar of order 3HDSL High DSLIMS Integrated Multimedia SystemISDN Integrated Services Digital NetworkISP Internet Service ProviderNGN2 Next Generation Network 2OLO Other Licenced OperatorsONU Optical Network UnitOPB Optical Packet BackboneOPM Optical Packet MetroPDH Plesiochronous Digital HierarchyPOTS Plain Old Telephony ServiceROF Radio Over FiberSDH Sinchronous Digital HierarchySDSL Symmetrical DSLVDSL2 Very high Digital Subscriber LineWLL Wireless Local Loop

— ACRONIMI

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 29

NGN2:accesso e impiantistica

MARCO BURZIO

SAVERIO ORLANDO

STEFANO PANATTONI

Nel presente articolo vengono illustrate le soluzioni tecnologiche che sonoalla base del dispiegamento di architetture FTTB/FTTCab con una pro-gressiva introduzione di infrastrutture e tecnologie ottiche nel cosiddetto“ultimo miglio”. Tale evoluzione, per quanto onerosa in termini di investi-menti e di logiche riorganizzative, si impone come necessaria per mante-nere il ruolo di primattore di Telecom Italia nel mercato TLC.

1. Introduzione

Nel prossimo futuro, tutti gli attori operanti nelmercato delle TLC dovranno adeguare le propriepiattaforme alla crescente richiesta di servizi daparte del mercato; tale evoluzione avverrà sia intermini di tipologia di offerta, secondo il paradigmatriple/quadruple play, sia in termini di quantità dibanda supportata e qualità del servizio (QoS).

Sebbene tutti i segmenti della rete di TCL sianoimpattati da questo salto tecnologico, la rete diaccesso è senza dubbio la porzione di rete sullaquale si concentrano alcune delle maggiori sfidetecnologiche, che inevitabilmente richiederannoagli Operatori di rete uno sforzo finanziario non tra-scurabile. Telecom Italia, per essere in grado di for-nire bitrate elevati ad un mercato di massa, hadeciso di far evolvere l’architettura della rete diaccesso introducendo le tecnologie più performanti

sia nella porzione di rete in rame (VDSL2), sia pre-vedendo l'introduzione di tecnologie ottiche (GbE –Gigabit Ethernet e GPON – Gigabit Passive OpticalNetwork). Questa evoluzione delle architetture pre-vede l’avanzamento della fibra ottica agli armadistradali di distribuzione FTTCab (Fiber To TheCabinet), all’edificio FTTB (Fiber To The Building) oall’abitazione FTTH (Fiber To The Home) (figura 1).

Tale evoluzione, in termini architetturali, con-duce alla realizzazione di una rete ottica semprepiù distribuita, con una larga diffusione di elementiattivi sempre più prossimi ai clienti finali. Al fine diridurre i costi operativi (OPEX), sarà inoltre neces-sario prevedere l’introduzione nei nodi distribuiti inrete (al Cabinet e al Building) di adeguate tecnolo-gie che consentano di facilitare ed automatizzare,per quanto possibile, le fasi di provisioning edassurance (permutatori automatici ADF, sistemi direlè ST&T).

TECNOLOGIE

NGN2 ACCESSO 20-06-2007 16:33 Pagina 29

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BURZIO › ORLANDO › PANATTONI• NGN2: accesso e impiantistica

30 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

2. Le tecnologie abilitanti in rete di accesso

2.1 Tecnologia VDSL2

Una delle tecnologie trasmissive abilitanti l’evo-luzione della rete di accesso in rame in otticaNGN2 è il VDSL2. Tale tecnologia, allo studio nellesue prime versioni dal 1995, si è consolidata inambito normativo nel febbraio 2006, con il rilascioin ambito normativo ITU-T della raccomandazioneG.993.2: tale standard ha introdotto significativimiglioramenti rispetto ai sistemi VDSL di primagenerazione, introducendo molte delle funzionalità,tra cui ricordiamo le più significative: • modalità di trasporto a pacchetto basato anche

su standard EFM 802.3ah, che permette il tra-sporto nativo di frame Ethernet in maniera effi-ciente, rispetto alle tradizionali tecniche PTMbasate su incapsulamento HDLC proprie delVDSL di prima generazione;

• possibi l i tà di gest ione del la PSD (PowerSpectral Density) del segnale VDSL2. In partico-lare è data la possibilità ad un Operatore didefinire una propria PSD inferiore rispetto aquella massima ammessa dallo standard, al finedi rispettare specifiche regole di SpectrumManagement. Inoltre, sono disponibili meccani-smi di Power Back-Off (PBO), in grado di per-mettere la coesistenza nello stesso binder disistemi VDSL2 da cabinet con altri sistemibroadband dispiegati da centrale;

• possibilità di effettuare ilbonding di più doppini: talesoluzione permette di affa-sciare più linee VDSL2, chereal izzano così un unicoflusso trasmissivo equiva-lente.

Il piano spettrale asso-ciato al la tecnologia tra-smissiva VDSL2 non è uni-voco ma, come indicatonella raccomandazione ITU-T G.993.2, può essere didue tipologie, a seconda diquali e quante portanti dellospettro VDSL2 venganoattribuite al trasporto delflusso upstream o al flussodownstream. La coesistenzadi sistemi con piani spettralidifferenti in sistemi vicini(quindi come minimo nellostesso settore di cavo) nonè perseguibile, poiché l’uti-lizzo di uno stesso tono daun sistema in upstream e daun al t ro in downstreamgenererebbe rumore NEXT(Near End Cross Talk), il cherenderebbe inut i l izzabi lequel la parte di spettro.Poiché non sarebbe oppor-tuno né gestibile suddivi-

dere la rete di accesso in aree “colorate” con pianispettrali diversi, è necessario definire un solo pianospettrale per il deployment della tecnologia VDSL2.

Nella figura 2 è riportata la rappresentazionegrafica dei due piani spettrali ad oggi definiti per ilVDSL (1 e 2) per lo spettro fino a 12 MHz, con lamaschera adottabile in Italia, che prevede la coesi-stenza del VDSL2 con il servizio POTS (M2x-A). Lamaschera M2x-A è l’unica possibile in Italia pergarantire la compatibilità con i sistemi già dispie-gati della famiglia xDSL ed esclude l’uso di sistemia cancellazione d’eco.

Come si vede dalla figura 2, il piano spettrale998 favorisce maggiormente la banda in direzionedownstream, e risulta quindi più idoneo nel caso si

Sitodi centrale

FTTE

Access

Access

Access

Metro

Metro

Metro

Copper

Copper

FTTCab

FTTBFTTH

FTTH

BackBone

BackBone

BackBone

PoP

PoP

PoP

CO

Cabinet

CO

CO

ResidentialSME

Business

VDSL

2ON

U

Primaria(200-3000m)

Secondaria(100-700m) Rete di edificioCabinet

ADSL2+3-20 Mbps<1 Mbps

FTTCab

FTTB

FTTH

Fibre LoopCopper Loop

VDSL2 12M25-50 M2-10 M

VDSL2 30M50-100 M25-40 M

0.1-1.0 Gbps

FTTBFTTcab

FTTE

===

Fiber To The BuildingFiber To The CabinetFiber To The Exchange

FTTHPoP

==

Fiber To The HomePoint of Presence

FIGURA 1› Prestazioni delle tecnologie xDSL. Evoluzione delle architetture d’accesso: dalla fibra in centra-

le, FTTE a soluzioni con fibra verso l’utente: FTTCab, FTTB e FTTH.

Band Plan 997

Band Plan 998

US0 DS1 US1 DS2 US2

US0 DS1 US1 DS2 US2

0.025 0.138 3 5.1 7.05 12

0.025 0.138 3.75 5.2 8.5 12

MHz

MHz

DSUS

==

DownStreamUpStream

FIGURA 2› Piani spettrali 997 e 998 per il VDSL2 (fino a 12 MHz).

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BURZIO › ORLANDO › PANATTONI• NGN2: accesso e impiantistica

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 31

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2vogliano portare sul VDSL2 servizi fortementeasimmetrici (es. servizi di tipo IP-TV); questo per-tanto viene assunto come piano spettrale di riferi-mento per il mercato italiano. Recentemente (aprile2007) sono state definite in ambito normativo (ITU-T) le estensioni dei piani spettrali fino alla fre-quenza di 30 MHz; in figura 3 sono rappresentatiquelli di maggior interesse.

2.2 Tecnologia ottiche in rete d’accesso

Le tecnologie ottiche da adottarsi in rete diaccesso differiscono a seconda dell’architettura direte che si intende adottare (figura 4).

In particolare in un contesto FTTCab, in cui leONU sottendono diverse centinaia di clienti, siritiene vantaggioso l’impiego di interfacce GbE,eventualmente in associazione con tecniche WDM(Wavelength Digital Multiplexing), qualora ci fossel’esigenza o l’opportunità di ridurre il numero difibre ottiche da impiegarsi nella rete ottica primaria.

Viceversa, in un contesto FTTB, la numerositàdi clienti raccolti da ciascuna unità remota (alcunedecine) suggerisce l’impiego di tecnologie ottichepassive punto-multipunto, quali le GPON che ven-gono brevemente descritte nel paragrafo succes-sivo.

2.3 Soluzioni PON di nuova generazione: le GPON

Una rete ottica passiva PON (Passive OpticalNetwork) è una rete di accesso caratterizzata dal-l’assenza di apparati attivi al di fuori delle sedi ove

sono col locate le OLT(Optical Line Termination) ele ONT-ONU (OpticalNetwork Terminat ion -Optical Network Unit) rispet-t ivamente. È in generebasata su topologie di retead albero, real izzatemediante l’uso di ripartitoriottici di tipo passivo (splitterottici). La struttura generaledi una rete PON è rappre-sentata nella figura 5.

La soluzione tecnica diaccesso al mezzo condivisoutilizzata dai sistemi PON èla TDM/TDMA (Time DivisionMultiplexing/Time DivisionMultiple Access), schema-tizzata in figura 6.

Nel la direzioneDownstream (rete-utente) la OLT genera un flussocontinuo in TDM di pacchetti indirizzati alle diverseONT in modo broadcast. Tutte le ONT ricevonoquindi l’intero traffico Downstream, ma acquisi-scono solo quello relativo al proprio identificativo.Benchè questo meccanismo sia sicuro per la pri-vacy dei dati, in quanto “cablato” nella ONT, alcunetecnologie, come la GPON, consentono anche dicriptare i dati in modo molto efficace con l’AES(Advanced Encryption System) a 128 bit. In assenzadi traffico utile, la OLT genera traffico “Idle” pergarantire la continuità trasmissiva e consentire alleONU/ONT di estrarre il clock dai dati Downstream.

Band Plan 998 12a

Band Plan 998E17

Band Plan 998E30

standard

DS1 US1 DS2 DS3US2 US3

DS1 US1 DS2 DS3US2 US3 US4 DS4

0.138 3.75 5.2 8.5 1412 17.6 MHz

0.138 3.75 5.2 8.5 1412 21.4 24.9 30 MHz

DSUS

==

DownStreamUpStream

FIGURA 3› Piani spettrali 998 per il VDSL2 (estensione fino a 30 MHz).

FTTCab

Metro Feeder Central office

OLT GbE

OLT GPON

Central office

Street Cabinet

SplitterOttico

GbE

GPONFTTB

Metro Feeder

ONU

ONU

FTTBFTTcab

GbE

===

Fiber To The BuildingFiber To The CabinetGigabit Ethernet

GPONOLT

ONU

===

Gigabit Passive Optical NetworkOptical Line TerminationOptical Network Unit

FIGURA 4› Tecnologie ottiche in rete d’accesso.

NTODNOLTONTONU

=====

Network TerminationOptical Distribution NetworkOptical Line TerminationOptical Network TerminationOptical Network Unit

NT

NT

ONT

ONU

ONU

OLT

Central Office CabinetCurb

Building Home

ODN

Splittero

o

o

o

FIGURA 5› Struttura generale di una rete PON.

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32 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Nella direzione Upstream (utente-rete) sorge ilproblema di sincronizzare la trasmissione di tutte leONT fra di loro, in modo da evitare che i segnaliottici inviati dalle terminazioni di rete, e combinatipassivamente nella ODN (Optical DistributionNetwork), si sovrappongano tra loro in corrispon-denza della OLT per effetto delle differenti lun-ghezze fisiche di ciascun percorso, delle variazionidella velocità di propagazione ottica, a causa dellatemperatura, e delle variazioni nel tempo dellecaratteristiche dei componenti.

Questo problema viene risolto per mezzo dellaprocedura di Ranging, con la quale la OLT calcola iltempo di ritardo effettivo verso/da ciascuna ONT(round trip delay) e comunica questa informazionealle varie ONT. Le singole ONT a questo punto,prima di trasmettere il burst di informazione, checompete loro, introducono un opportuno ritardo, inmodo tale da porsi “virtualmente” tutte alla mede-sima distanza dalla OLT (la massima consentita)indipendentemente dalla loro effettiva collocazionefisica. Questa operazione va ripetuta periodica-mente, per permettere l’installazione di nuove ONT,tramite l’apertura di una breve Silent Window, chenon ha impatto sul normale funzionamento dellarete. Vengono inoltre compensate in modo dina-mico (Dynamic Ranging) le eventuali variazioni neltempo del ritardo di propagazione (dovuto peresempio alla variazione di lunghezza dei cavi con

la temperatura). Le singole ONT a questo puntopossono utilizzare un’opportuna porzione dellabanda disponibile nella direzione Upstream a loroassegnata dalla OLT per mezzo dei cosiddettiGrant. Tale assegnazione potrà essere “semi-rigida”, cioè assegnata in modo statico dal gestoredi rete, oppure “dinamica”, cioè assegnata dallaOLT sulla base delle contingenti esigenze di bandaespresse dalle ONT: in questo caso si parla diDynamic Bandwidth Assignment (DBA).

L’insieme di questi meccanismi, che consen-tono un efficiente uso della banda Upstream e l’as-senza di collisione dei pacchetti, è denominatoMAC (Media Access Control).

Se si vuole minimizzare l’uso della fibra ottica,le soluzioni PON possono sfruttare la condivisionedi un singolo portante per entrambi i versi di tra-smissione, utilizzando le due “finestre” di trasmis-sione ott ica a 1260-1360 nm nel la direzioneUpstream e 1480-1500 nm nel la d i rez ioneDownstream. Questa soluzione richiede l’impiegodi accoppiatori/disaccoppiatori WDM (WavelengthDivision Multiplexer), che solitamente sono inte-grati negli apparati di rete. Grazie al progressotecnologico, i più recenti sistemi PON possonoaccedere al portante fisico tramite un compo-nente unico denominato Diplexer, in cui sonointegrati il trasmettitore ottico, il ricevitore ottico eil filtro ottico WDM.

Nella direzione Downstream è possibile utiliz-zare una gamma di lunghezze d’onda da 1540 a1565 nm, denominata Enhancement Band, per ser-vizi video diffusivi con modulazione analogica(usata negli USA) o digitale (allo studio in Europa).Gli estremi della Enhancement Band sono, oggi, infase di revisione per quanto riguarda gli apparatiGPON, in modo da consentire la condivisione dellastessa rete in fibra con sistemi WDM di nuovagenerazione.

3. La nuova infrastruttura

3.1 Deployment di fibra in accesso

L’evoluzione della rete di accesso verso archi-tetture FTTCab e FTTB (figura 1) comporta i ldispiegamento di una rete ottica sempre piùcapillare; al fine di minimizzare l’impatto econo-mico di un tale “salto generazionale” nella strut-tura della rete di distribuzione, è opportuno ini-ziare il dispiegamento della nuova rete nei conte-sti territoriali, ove sia maggiore la disponibilità diinfrastrutture, sia in termini di tubazioni sia in ter-mini di fibre ottiche.

In ogni caso è importante perseguire dellemetodologie di posa che, oltre a contenere i costid’installazione, permettano di limitare l’impattoambientale. In tali contesti le tecniche sono: laposa aerea su facciata degli edifici; il no-dig leg-gero o altri metodi “alternativi” (es. posa nelletubazioni del gas, dell’acqua potabile, delle fogna-ture) che presentano però aspetti tecnici e norma-tivi ancora da approfondire.

OLTONTTDM

TDMA

====

Operation Line TerminationOptical Network TerminationTime Division MultiplexingTime Division Multiple Access

OLTA B C

ONT

ONT

ONT

AB

C

A

C

A B C

A

B

CTDM

OLTA B C

ONT

ONT

ONTC

A

B

A

B

CTDMA

B

FIGURA 6› Principio di funzionamento della tecnica TDM/TDMA.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 33

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2Come anticipato nello scenarioFTTB/Curb si prevede l’util izzodella tecnologia GPON (figura 7);in particolare lo schema impianti-stico che si prevede di adottarecomprende una OLT dislocata alivello di centrale ed una rete didistribuzione ottica (ODN) con unprimo livello di splitting (1:2) collo-cato in centrale ed un secondolivello di splitting (2:16 o 2:8) collo-cato in rete; tale schema consentedi:• raccogliere fino ad un massimo

di 32 ONU per singola OLT;• abilitare la realizzazione di uno

schema di protezione per larete ottica primaria (impiego didiramator i 2:N ed adozionedello schema di protezione ditipo B, fino al primo splitter,previsto nella raccomandazioneITU-T G.983.5);

• agevolare la scalabilità versol’offerta di servizi a maggiorebitrate (e l iminando i l pr imolivello di splitter in centrale eriducendo di conseguenza ilnumero di utenti attestati allasingola interfaccia GPON).Le terminazioni della rete ottica

presso il cliente (ONU) non solosaranno dislocate all’interno degliedifici (figura 8) o in prossimità diquesti ultimi (FTTCurb, figura 9),ma saranno anche alimentate inloco ed avranno la capacità di gestire alcunedecine di utenti.

La dislocazione distribuita delle ONU, e l’esi-genza di contenere al massimo i costi operativi diprovisioning ed assurance richiede l’adozioneall’interno delle ONU di una soluzione impiantisticadenominata ST&T (Switching, Termination andTesting), basata sull’impiego di relè controllati daremoto e di un’unità di testing di livello fisico MELT

(MEtallic Line Testing) secondo lo schema riportatoin figura 12.

In questa architettura, a valle della ONU, è pre-visto l’utilizzo del rilegamento in rame esistentefino alla prima borchia d’utente (terminazione all’in-terno dell’appartamento) e le brevi distanze in rameda percorrere (centinaia di metri) consentono disfruttare appieno le potenzialità trasmissive offertedalla tecnologia VDSL2.

SGU/SL

Splitter ottico1:2

Splitter ottico2:16 o 2:8

1 fo

1 fo

1 fo

1 fo1 fo

1 fo

TX

OLT

1:2

2:16

2:16Rete primaria

Rete secondaria

Area di Splitter

1:2

nxGbE

GPON

ONU B

ONU BONU B

xWDM

ONU B

GbEGPON

OLTONU

====

Gigabit EthernetGigabit Passive Optical NetworkOptical Line TerminationOptical Network Unit

SGUSL

xWDM

===

Stadio di Gruppo UrbanoStadio di Lineax Wavelength Digital Multiplexing

FIGURA 7› Schema impiantistico per le architetture di tipo FTTB/GPON.

Raccordi diabbonato(colonna montante)

Terminazioneinternadella rete in ramemaggiore di 10 cp

Alimentazioneelettrica

24 (1) F.O.Rete secondaria in rame

Giunto

B

A

ONU 24

11/10 12ONUB

ONU = Optical Network Unit

FIGURA 8› Esempio di cabinet all’interno dell’edificio per soluzioni FTTB.

Salitaverticale

Rete Secondaria

f.oONU-B

ONU = Optical Network Unit

FIGURA 9› Esempio di cabinet esterno all’edificio per soluzioni FTTCurb.

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34 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Laddove non siano disponibili infrastrutture inrete di accesso o richieste di servizi sufficienti agiustificare soluzione di tipo FTTB/Curb, l’archi-tettura di riferimento sarà di tipo FTTC; in questocaso la ONU sarà collocata in corrispondenzadell’attuale armadio di distribuzione della rete inrame ( f igura 10 ) , chedovrà , d i conseguenza ,essere raggiunto dalla fibraottica.

L’armadio ripartilinea, inquesto caso, verrà sostituitoda un nuovo cabinet, che èpredisposto per servire finoa 400 utenti; al suo interno,oltre al la ONU, sarannoalloggiati:• le attestazioni delle cop-

pie entrant i e uscent iafferent i a l l ’armadioripartilinea;

• un ADF (AutomaticDistribution Frame) per laconnessione automaticadelle linee;

• l’elettronica necessariaall’alimentazione dei variapparati.L’avvio di questa migra-

zione avverrà a val le delsuperamento di alcuni punticritici, quali l’elevato con-sumo delle schede VDSL2, icost i e levat i , la scarsamatur i tà ed ingombrodell’ADF.

3.2 Elettronica distribuita (ONU, ADF, ST&T)

L’evoluzione della rete di accesso verso archi-tetture FTTCab ed FTTB comporta due aspettifondamentali:• l’introduzione di fibra ottica al posto della rete

in rame (aspetto tanto più critico quanto più cisi avvicina alla casa dell’utente);

• la dislocazione sul territorio di apparati attivi.In particolare, per quanto concerne l’ultimo

punto, occorre precisare che per le architettureFTTCab, la soluzione tipica prevede l’installa-zione di un nuovo cabinet, contenente una ONUin grado di supportare fino a un massimo di 400porte VDSL2, collegata ad un ADF di tipo Any-to-Any, mentre per le architetture FTTB, la solu-zione standard prevede l’ installazione (all’ in-terno del building o nelle immediate vicinanze)d i una p iccola ONU in grado di supportarealcune decine di porte VDSL2, collegata ad unaunità ST&T.

L’ADF è costituito da una serie di matrici dicommutazione (organizzate in un singolo stadio oin più stadi, a seconda del numero di linee daconnettere) e può essere realizzato con diversetecnologie:• relay (attualmente i più utilizzati, grazie alla

buona affidabilità ed alle ottime performance);• mechatronic (ottima scalabilità fino a diverse

migliaia di linee, ma con possibili problemi incaso di urti e vibrazioni);

• microrobot (progressivamente in abbandono, acausa della bassa affidabilità e dei lunghi tempi

richiesti per lo switch);• MEMS (tecnologia ancora in fase di sviluppo,

dalle buone prospettive, ma che ancora rap-presenta un’incognita dal punto di vista affi-dabilistico).L’ADF si collega da un lato alla rete seconda-

ria (linee che vanno verso gli utenti finali) e dal-l’altro alle porte della ONU e della rete primaria.

I principali vantaggi associati all’utilizzo di taleapparato sono:• abbattimento dei tempi (e dei costi) di provi-

sionig di nuovi servizi, grazie alla permutaautomatica gestibile da remoto (obiettivo dicabinet “zero touch”);

• riduzione degli OPEX di assurance, in conse-guenza del fatto che la permuta automaticanon è affetta dalla probabilità di errore umanoassociato all’operatività manuale;

• ricerca guasti e testing da remoto;• aumento complessivo della qualità del servi-

zio;• mantenimento di un Data Base semplificato,

con minori rischi di dati inconsistenti.Ad oggi esistono due soluzioni principali per

l’ADF da impiegare in contesti FTTC:1) Any-to-Any (A2A): ciascuna porta di ingresso

può essere connessa a ciascuna porta di

CENTRALE

GBE

ONUCab

4 F.O.

FTT Cab

Area diarmadio RL

rame

Edificazioni terminazionidi rete in rame esterna

Edificio con terminazionedi rete in rame interna

Rete secondariain rame

Ret

e se

cond

aria

in r

ame

RAM

E

Armadietto

Collegamentoin rame

Scorta cavo F.O.(20 mt) in prossimitàdell'armadio FTTcabda collegare

GBEONU

==

Gigabit EthernetOptical Network Unit

FIGURA 10› Schema della soluzione FTTCab con sistema GbE.

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2uscita (figura 11). Tale soluzione comporta l’e-vidente vantaggio di massima f lessibi l i tà,anche se rende più complessa l’architetturadell’apparato (aumento degli stadi di commu-tazione intermedi), comportando di conse-guenza l’aumento dei prezzi.

2) Any-to-Many (A2M): consente la connessionedelle linee in ingresso ad unnumero l imitato di l inee inuscita verso servizi speciali. Inquesto caso, a fronte di unariduzione dei prezzi, occorreprevedere l’eventualita di situa-zioni di blocco.Le problematiche legate all’in-

troduzione di permutatori auto-matici nei cabinet stradali riguar-dano prevalentemente la maturitàed il costo attuale del prodotto.Venendo incontro a l le comuniesigenze di approfondimento dita l i aspet t i , su proposta d iTelecom Italia, si è costituito ungruppo di lavoro che coinvolgealcuni dei principali Operatori delse t to re TLC. Ta le g ruppo haemesso una RFI (Request ForInformation) congiunta sull’ADFper applicazioni in cabinet stra-dali che ha coinvolto diversi (12)vendor. Questa attività ha con-sentito l’avvio dello sviluppo diuna nuova Norma in ETSI ATTM.

Nell’ambito del deployment diarchitetture FTTB, la soluzioneST&T (Swi tch ing, Terminat ionand Test ing) da col legare a l laONU, rappresenta una propostainnovativa sviluppata da TelecomItalia con l’obiettivo principale diridurre i costi associati alla forni-tura della larga banda all’utenzadel building.

In f igura 12 è riportato unoschema di funzionamento dellasoluzione ST&T; come si puònotare, sono presenti alcuni switchche consentono di porre ciascunalinea di utente nei seguenti stati:• Pass Through: coness ione

diretta tra l inea di utente elinea verso la Centrale;

• POTS + VDSL2: l ’ u tenterisulta collegato al POTS split-ter, che separa il segnale BBassociato alla ONU VDSL2 daquel lo NB r iceve associatoalla Centrale;

• VDSL2 Only: l’utente è diret-tamente collegato alla portaVDSL2 della ONU VDSL2 (siosserva che in tal caso vienea mancare la condizione dilifeline);

• MELT: la l inea di utente è connessa ad unapparato di testing che effettua il trouble-shooting (in questo stato, naturalmente l’u-tente non può fruire di nessun servizio);

• User D isconnected: l a l i nea d i u tente èdisconnessa dalla rete.Tale soluzione, rispetto ad un permutatore

ON

U V

DS

LxO

NU

VD

SL2

60

0 li

nes

cust

omer

sid

e

ADF

60

0 x

60

0

ADFONU

VDSL

===

Automatic Distribution FrameOptical Network UnitVery high bit rate Digital Subscriber Line

FIGURA 11› Esempio di schema ADF A2A.

MELT

A1

0

1

0

1

0

B C

GPONOTU-R

VDSL #1VDSL #2

VDSL #n

PS #1PS #2

PS #nPowering

SecondaryNetwork

To theCustomers

GPONMELTVDSL

===

Gigabit Optical Network UnitMEtallic Line TestingVery high bit rate Digital Subscriber Line

FIGURA 12› Schema di principio della soluzione ST&T.

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36 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

automatico, è “rigida” nel senso che non con-sente di effettuare permute delle linee, ma sola-mente cambiamenti di stato per ciascuna linea. Iprincipali vantaggi associati all’adozione dellasoluzione ST&T sono: costi ridotti rispetto all’a-dozione di un ADF, provisioning automatico dinuovi servizi, testing da remoto.

3.3 Consumi

Negli ultimi anni la tematica dei consumi dienergia elettrica ha assunto importanza semprepiù rilevante, a causa dei molteplici problemiassociati quali:• il continuo incremento del costo unitario del-

l’energia elettrica (in Italia, dal 2000 al 2005 èprat icamente raddoppiato) ha e levato inmaniera esponenziale l’attenzione al consumosoprattutto da parte delle imprese;

• il consumo di energia ènaturalmente correlatoal problema dell’approv-v ig ionamento (s i pre-vede, nei prossimi anni,un probabile picco nelcosto del petrol io concost i che potrebberoc o n s i d e r e v o l m e n t eaumentare r ispetto a il ivel l i attual i ) : sono incostante crescita le atti-vità volte alla ricerca difonti energetiche alter-native di tipo rinnovabile(energia eolica, fotovol-taica, …);

• l’utilizzo di fonti energe-tiche tradizionali com-porta un sempre p iùpesante impatto sul lecondizioni ambientali: al ive l lo mondia le , s is tanno mol t ip l icandoazioni (come i l proto-collo di Kyoto) volte aridurre via via le emis-sioni. La stessa UnioneEuropea è fortementeimpegnata su ta lef ronte, con propr ieDirett ive in mater ia diambiente ed energ ia(efficienza energetica).Per quanto concerne Telecom Italia, essendo

quest’ultima il secondo maggiore acquirente dienergia a livello nazionale (~2 TWh all’anno, pari aquasi l’1% del consumo di energia elettrico nazio-nale1), è evidente come oggi, più che mai, siaimpegnata sul fronte della riduzione dei consumi.D’altro canto, il progetto NGN2, che prevede l’e-

voluzione della rete di accesso verso nuove archi-tetture, pone l ’Azienda di fronte a nuove edimportanti sfide.

Infatti, il progressivo aumento della penetra-zione della larga banda, se da un lato comportaun ovvio ed auspicabile incremento dei ricavi, dal-l’altro implica l’introduzione in rete di apparatiattivi e dunque, in ultima istanza, un rischio diaumento complessivo nell’assorbimento di ener-gia. Risulta pertanto imperativo poter disporre disistemi xDSL a basso consumo.

In figura 13 è riportato il trend prospettico dievoluzione dei consumi per la rete di accesso diTelecom Italia.

Come si può notare, in una prima fase siassiste ad un aumento del livello complessivo dienergia assorbita: ciò è legato alla cosiddettafase di “over lay” , nel la quale la r ichiesta dinuova connessione a larga banda viene soddi-

sfatta, dal punto di vista tecnico, collegando lalinea di utente ad uno splitter, che separa lacomponente narrowband (diretta verso la cen-t ra le ) da l la componente broadband (d i ret taverso il DSLAM). In ultima istanza, pertanto, taleoperazione si traduce nell’aggiungere al con-sumo de l la vecch ia por ta i l consumo de l lanuova porta broadband.

Solamente il successivo passaggio alla fase di“Total Replacement”, in cui la linea di utente vienedirettamente connessa alla porta del DSLAM con

Network Consumption

ADSL

VDSL2 (FTTx)

Narrowband equipments

TODAY2000

GWh

OPTIMIZEDTREND

INERTIALTREND

ADSLFTTx

VDSL

===

Asymmetric Digital Subscriber LineFiber To The xVery high bit rate Digital Subscriber Line

FIGURA 13› Evoluzione dei consumi della rete di accesso verso NGN2.

(1)

Cfr. “Bilancio Sostenibilità 2006 per il Gruppo Telecom Italia”,p. 154.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 37

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2l’abbandono delle interfacce PSTN tradizionali,consente a fronte di una previsione di progressivariduzione dei consumi unitar i del VDSL2 neltempo, un saving netto di consumo.

Da ciò deriva l’opportunità di porre in atto tuttele possibili azioni di push nei confronti dei vendor(a livello sia di sistema che di chipset di appa-rato), al fine di ottenere un loro pieno committ-ment verso la realizzazione di apparati poco“energy hungry”.

Ino l t re Te lecom I ta l i a è a t t i va presso laCommissione Europea ed i pr incipal i ent i distandardizzazione, quali ITU-T SG 15, ETSI TM6,ETSI EE2 ed ETNO Energy Task Team, per ladefinizioni di documenti e raccomandazioni,condivisi tra Operatori TLC e costruttori, pereffettuare azioni volte alla riduzione dei consumidegli apparati broadband.

4. Conclusioni

Sono stat i i l lustrat i i l percorso evolut ivoverso le nuove architetture della rete di accessoe le problematiche di tipo tecnico/impiantisticoche questo comporta. Tale percorso prevedeuna progressiva introduzione in rete di soluzioniottiche (es. GbE, GPON) e soluzioni innovativein rame (VDSL2), al fine di abilitare al più prestola fornitura di servizi multimediali evoluti sem-pre più necessitanti di banda. La distribuzionedi apparati attivi in rete impone altresì un’at-tenta analisi del contenimento dei costi opera-t iv i e de i consumi energet ic i ; a ta le scopoTelecom Italia prevede l’introduzione, nei proprinodi d i re te da d isp iegare su l ter r i tor io (a lCabinet e al Building) di adeguate tecnologie,rispettivamente permutatori automatici ADF esistemi di relè ST&T, che consentano di facili-tare ed automatizzare le fasi di provisioning edassurance.

[email protected]@[email protected]

A2A Any to AnyA2M Any to ManyADF Automatic Distribution FrameADSL Asymmetric Digital Subscriber LineAES Advanced Encryption SystemDBA Dynamic Bandwidth AssignmentDS DownStreamDSLAM Digital Subscriber Line Access MultiplexerFTTB Fiber To The BuildingFTTCab Fiber To The CabinetFTTE Fiber To The ExchangeFTTH Fiber To The HomeFTTx Fiber To The xGbE Gigabit EthernetGPON Gigabit Passive Optical NetworkMAC Media Access ControlMELT MEtallic Line TestingNEXT Near End Cross TalkNGN2 Next Generation Network 2NT Network TerminationODN Optical Distribution NetworkONT Optical Network TerminationONU Optical Network UnitPBO Power Back-OffPON Passive Optical NetworkPoP Point of PresencePSD Power Spectral DensityQoS Quality of ServiceRFI Request For InformationSGU Stadio di Gruppo UrbanoSL Stadio di LineaST&T Switching, Termination and TestingTDM Time Division MultiplexingTDMA Time Division Multiple AccessUS UpStreamVDSL Very high bit rate Digital Subscriber LineWDM Wavelength Digital MultiplexingxWDM x Wavelenght Digital Multiplexing

— ACRONIMI

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38 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Marco Burzio ingegnere elettronico, èresponsabi le del l ’area Wirel ine AccessInfrastructure Innovation di TILab, con l’obiettivodi abilitare l’impiego di soluzioni innovative direte e sistemi basati su tecnologie in rame o infibra. Ha iniziato il suo percorso professionale inAzienda nel 1991, come ricercatore nel campodel le comunicazioni ott iche e del lamicroelettronica; poi è stato responsabile delleat t i v i tà d i r icerca per l ’evo luz ione de l le

soluzioni CPE e di telegestione per l’utenza residenziale e ilmicrobusiness. Dal 2000 al 2001 ha anche lavorato in ARTISSoftware come responsabile di Product Unit.

Saver io Or lando lau rea to i nIngegneria Elettronica presso il Politecnicod i To r i no , ha ogg i l a responsab i l i t àdell’Innovazione e dell’Ingegneria della Retedi Accesso Fisso e di Trasporto in TILab.Tra i layer di Rete di competenza del suoDipartimento sono compresi l’OPB, l’OPM el’EDGE IP sia per i servizi Business, cheConsumer, nonché l ’accesso BroadbandxDSL nel cui ambito si sta sviluppando il

progetto NGN2. In precedenza è stato responsabi le delDipartimento Mass Market Solution, nel cui ambito si sonosvi luppat i serv iz i qual i A l ice, Al ice Mia e Al ice TV, e deiDipartimenti OSS e Rete Intelligente.

Stefano Panat ton i l au rea to i nIngegneria Elettronica presso l’Università LaSapienza di Roma, nel 1996 è entrato inTe lecom I t a l i a ed ha com inc ia to adoccupars i d i proget t i inerent i la rete d iaccesso in cavo. Ha segui to i cr i ter i d isviluppo della rete in rame e in fibra ottica,con particolare riferimento all’inserimento inrete del la rete HFC, dei s istemi xDSL eall’analisi di soluzioni FTTx.

Successivamente ha coordinato l’attività di stesura dei Capitolidi Appalto per i Lavori di Rete e i controlli di qualità finalizzati alVendo r Ra t i ng . Da l 2006 è Responsab i l e de l se t to re“Infrastracture Engineering”, nell’ambito della struttura di TILab- Accesso Fisso e Trasporto di Technology.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 39

Evoluzione della larga bandain ambito internazionale

ANTONINO CICCARDI

MARCO DE BORTOLI

GIANLUCA GRIFFA

Il presente articolo riporta una fotografia aggiornata sulla penetrazione dellaLarga Banda a livello mondiale. Sono evidenziate le principali spinte strate-giche che stanno portando i diversi Operatori TLC a fare evolvere la pro-pria rete di accesso (aumento della banda richiesta dai clienti, riduzionedegli OPEX, fattori legati alla convergenza, ...). L’articolo prosegue identifi-cando quali architetture (FTTCab, FTTB, FTTH), tecnologie (ADSL2+,VDSL2, GPON, ...) ed opzioni (Overlay o Total Replacement) risultano adoggi quelle maggiormente adottate o previste, focalizzandosi sulle areegeografiche di maggior interesse: Nord America, Europa, Far East.Successivamente, nell’ambito di ciascuna area, si riporta un benchmark didettaglio relativo a strategie ed a trial/deployment di nuove architetture diaccesso in fase di avvio o già avviati da alcuni dei principali Operatori TLC(Telefonica, France Telecom, Deutsche Telekom, British Telecom, NTT,AT&T, Verizon, …).L’articolo rappresenta un aggiornamento di dettaglio di quanto pubblicatosul Notizario Tecnico n° 3 del 2006 (pp. 47-54).

1. Introduzione

A livello mondiale il mercato della larga bandaha mostrato negli ultimi anni tassi di crescita parti-colarmente elevati. A fine 2006 il numero comples-sivo di connessioni a larga banda ha raggiunto ilvalore di 281,5 milioni; di questi circa 18 milionisono relativi all’ultimo trimestre dell’anno 2006. Perquanto riguarda le tecnologie impiegate le soluzioniADSL (figura 1) rimangono ancora le più diffuse.Sempre a fine 2006 si contavano infatti circa 185milioni di ADSL (con una crescita annuale di circa il55%), che rappresentano circa il 66% del mercatocomplessivo, i Cable Modem (le soluzioni adottatedagli operatori di CATV per fornire ai propri utentiaccessi a larga banda) erano il 24% del totale(circa 63 milioni), mentre le soluzioni FTTx avevanoraggiunto il 10% circa del valore complessivo.

Nella speciale classifica per numero di utentiper Paese gli Stati Uniti risultano ancora una voltaal primo posto con oltre 57 milioni di utenti a largabanda, mentre al secondo posto si trova la Cinacon 52 milioni (ed un livello di crescita annualesuperiore al 40%). Il gap tra i due Paesi nel corsodel 2006 si è ulteriormente ridotto per cui è preve-dibile, considerando i differenti bacini di utenza,che nel breve termine la Cina possa arrivare alprimo posto in termini di numero totale di utenti.Seguono quindi il Giappone, la Germania, la Coreadel Sud, la Francia, il Regno Unito, l’Italia che pre-cede il Canada e la Spagna.

Per quanto riguarda i livelli di penetrazione, siasulla popolazione sia sul numero di abitazioni con-nesse, è da segnalare come i Paesi del NordEuropa unitamente alla Corea del Sud occupino leprime posizioni delle relative classifiche.

TECNOLOGIE

NGN2 BANDA 20-06-2007 17:19 Pagina 39

Page 16: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

CICCARDI › DE BORTOLI › GRIFFA• Evoluzione della larga banda in ambito internazionale

40 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Ad oggi tutte le previ-sioni concordano, sebbenecon stime a volte significati-vamente differenti, su un’ul-teriore crescita di questomercato. Tra le numeroseproiezioni effettuate nel set-tore si segnala il dato di fine2010, secondo cui il numerodi utent i a larga bandapotrebbe raggiungere esuperare i l valore di 400milioni di connessioni, di cuioltre 250 milioni costituiteda ADSL.

Tuttavia la crescita delmercato seguirà tempistichee modal i tà di fferent i aseconda delle aree geografi-che di riferimento. Ad esem-pio è da r i levare come i lmercato dell’ADSL in alcuniPaesi abbia raggiunto i llivello di saturazione.

Per ciò che r iguardal’Europa sono numerosi iPaesi dell’Est che solo oggisi affacciano al settore dellalarga banda. Ad esempio laRussia a fine 2006 contava1 milione di utenti, ma van-tava un tasso di crescitarispetto all’anno precedentesuper iore al 100%. Nonsono da dimenticare infinemolt i Paesi del l ’AmericaLat ina: f ra tutt i c i t iamol’Argentina. Anche in questocaso il tasso di crescita èstato elevatissimo, oltre il90%. Anche per queste dueult ime realtà, come pernumerose altre, la potenzia-lità del mercato è estrema-mente rilevante.

2. I driver verso la larga banda

Tutti gli Operatori hanno considerato l’ADSLcome il primo passo per fornire alla propria utenzaservizi a larga banda. Nonostante i positivi risultatiraggiunti dalle soluzioni ADSL e, successivamente,dalle soluzioni ADSL2+, che offrono all’utentemigliori prestazioni in termini di banda fruibile, tuttigli Operatori hanno avviato, a partire sostanzial-mente dal 2005, sperimentazioni e/o piani di intro-duzione, nel medio lungo termine, di nuove tecno-logie innovative per la rete di accesso, che fannouso della fibra ottica, unanimemente consideratacome la soluzione target per la larga banda.

Numerose sono le motivazioni che spingono gliOperatori verso questa direzione. Tra queste siricordano:

• la crescente richiesta di banda (sia upstream,sia downstream) e di nuovi servizi da parte del-l’utenza (sia essa residenziale sia business);

• la necessità di efficientamento ed ammoderna-mento della rete esistente (con conseguenteriduzione dei relativi Opex);

• la prevista riduzione dell’ARPU dei servizi tradi-zionali;

• i fattori legati alla convergenza, ad esempio tramedia e telecomunicazioni, tra elettronica diconsumo e telecomunicazioni, tra servizi fissi emobili.Inoltre è da segnalare la recente disponibilità da

parte di numerosi costruttori di nuove soluzioni astandard ITU-T, con costi via via descrescenti, chefanno uso del portante ottico. Fra queste si ricor-dano le reti ottiche passive denominate PON/GPON (Passive Optical Networks/ Gigabit-PON),

60

50

40

30

20

10

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Milioni

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Oggi 2010 2015 20200%

66%

25%

57%

18%

8%

26%

ADSL Fibra Cable modem

Evoluzione degli accessi a larga banda nel mondo

Utenti a larga banda nei principali Paesi

Fonte: Elaborazione da PointTopic/DSL Forum

Fonte: Studio Telecom Italia

FIGURA 1› Accessi a larga banda nel mondo: stato e proiezioni.

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2che consentono di trasmettere elevate capacitàtrasmissive ad un grande numero di utenti sudistanze particolarmente elevate. Tali soluzionirisultano ormai disponibili commercialmente daparte di numerosi costruttori e sono state impie-gate con successo in numerosi trial e nei primideployment.

La tendenza all’introduzione di architettureinnovative nella rete di accesso accomuna TelecomItalia ai principali Operatori di Telecomunicazionidel mondo.

Tuttavia le scelte effettuate dagli Operatorihanno differenti tempistiche ed adottano soluzionitecnologiche differenti.

Ciò tiene conto delle caratteristiche delle rete diaccesso esistente: architettura di rete adottata,tipo (ed obsolescenza) degli apparati e dei sistemiimpiegati, aspetti ambientali, metodi di posa deicavi, lunghezza dei collegamenti d’utente (figura 2)e cosi via.

Un ruolo estremamente importante nelle scelteeffettuate è giocato anche dal livello di competizioneesistente nei diversi Paesi, non solo tra gli Operatori.

È da ricordare infatti che in alcuni Paesi la pre-senza degli Operatori di CATV è molto importante;è il caso ad esempio degli Stati Uniti, del Canada ein generale dei Paesi del Nord Europa. In altrerealtà (ad esempio ancora gli Stati Uniti, la Francia,l’Olanda) un ruolo importante nel settore dellenuove reti è giocato invece dalle Municipalità, cherealizzano reti trasmissive per fornire alla cittadi-nanza servizi a larga banda.

Un ruolo fondamentale è poi legato alla regola-mentazione esistente nel Paese ed in particolare aquella prevista (o già esistente) nel caso di introdu-zione di nuove tecnologie (es. condizioni di LLU sunuove reti).

Giocano inf ine un ruolo non marginale gl i

aspetti sociali del Paese di riferimento (ad es. lapropensione della popolazione verso le nuove tec-nologie ed i nuovi servizi innovativi).

3. Le iniziative nelle varie aree

La varietà di fattori che determina la scelta del-l ’evoluzione architetturale intrapresa dagl iOperatori porta a situazioni differenti che possonoperò essere ricondotte ad alcuni trend comuni quidi seguito sintetizzati:• in molti Paesi si riscontra l’introduzione della

tecnologia ADSL2+ come passo intermedioprima di un futuro passaggio al VDSL2, oppurecome soluzione integrativa rispetto alla princi-pale architettura target individuata;

• in tutti i Paesi è presente un trend di incrementodella fibra in accesso, che si differenzia di voltain volta per le diverse "gradazioni": "leggera"(architettura FTTCab, Fiber To The Cabinet),"intermedia" (architettura FTTB, Fiber To TheBuilding) e "spinta" (architettura FTTH/FTTP,Fiber To The Home/Premises); il suddetto incre-mento di fibra può comportare un successivocompattamento/eliminazione delle centrali nelmedio/lungo termine;

• per quanto concerne le tre principali architet-ture individuate nel punto precedente, occorresottolineare che oggi, nell’ambito del singoloPaese, non vi è necessariamente una unicascelta: in certi casi, infatti, attualmente si pensadi volta in volta all’adozione di FTTCab, FTTB oFTTH sulla base della particolare struttura terri-toriale e della domanda di mercato peculiaredella zona presa in esame;

• nell’ambito delle architetture FTTCab ed FTTB,la tecnologia considerata nella quasi totalità deiPaesi per l’ultima tratta in rame presente tra laONU e la casa del cliente è quella del VDSL2;

• infine, per quanto concerne le alternative diOverlay (mantenimento dei servizi legacy suinfrastrutture esistenti) o Total Replacement(tutti i servizi sono supportati sulla nuova piat-taforma per tutti i clienti), l’attività di benchmarkevidenzia attualmente, nella grande maggio-ranza dei casi, una dominanza della primaopzione. In generale, la scelta tra le due alterna-tive dipende da una serie di fattori tra cui: costi,fattibilità tecnologica, vincoli regolatori.Nel seguito, si riportano i principali trend di evo-

luzione della rete di accesso per tre macro aree diinteresse:

• EUROPALa maggior parte degli Operatori incumbent è

attualmente or ientata verso architettureFTTCab/VDSL2 in Overlay. In particolare, DeutscheTelekom risulta essere l’Operatore più attivo, con20 grandi città già coinvolte nell’upgrade della rete(obiettivo finale di giungere a 50 città, per un inve-stimento complessivo di 3 miliardi di euro).

Anche Belgio (Belgacom), Olanda (KPN) eSvizzera (Swisscom) hanno già avviato analoghi

100

80

60

40

20

00 2 4 6 8 10 12 14

(km)

% coppie

Lunghezza

Distribuzione cumulata della lunghezza dei doppini

ItaliaUSAGiappone

GermaniaFranciaRegno Unito

FIGURA 2› Distribuzione cumulata, lunghezze di collegamento di utente.

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42 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

progetti, anche se in scala minore.Spagna (Telefonica) e Portogallo (Portugal

Telecom) sembrano essere ad uno stadio piùembrionale; inoltre, stanno ancora valutando altrearchitetture alternative (come FTTB ed FTTH), conl’intenzione di utilizzare di volta in volta quellamigliore sulla base delle specifiche condizioni geo-grafiche, nonché della domanda di mercato.

Un paio di importanti Operatori Europei, invece,sono al momento orientati verso scelte differenti:British Telecom ha infatti avviato (progetto 21Century Network) la migrazione dell’utenza PSTNverso soluzioni VoIP, mediante la collocazione diMSAN (Multi Service Access Node) in centrale;pertanto, l’architettura target è rappresentata daFTTE/ADSL2+.

France Telecom, all’opposto, è orientata diretta-mente verso un’architettura FTTH con uso diGPON. Inoltre, di recente, FT ha introdotto in retedi accesso 500 nuove piccole centrali, connesse infibra ottica agli SL più grandi, con l’obiettivo di for-nire l’ADSL2+ nelle zone piu profittevoli.

Infine, per quanto concerne Telecom Italia, adoggi gli orientamenti strategici prevedono l’evolu-zione della rete di accesso verso architettureFTTCab/VDSL2 con GbE ed FTTB/VDSL2 conGPON. I primi trial FTTB saranno avviati già nelcorso dell’anno, mentre quelli FTTCab partirannodal 2008.

• ASIALa popolazione del Far East risulta tradizional-

mente caratterizzata da un’elevata propensioneverso le nuove tecnologie; inoltre, la particolaresituazione territoriale di alcuni Paesi favorisce deci-samente la migrazione verso un’architettura FTTH.

In Giappone, ad esempio, tale migrazione si staattuando a passi molto veloci, tant’è che ormai ilmercato dell’ADSL sta iniziando a comprimersi (-1%nel 2006) e si prevede già nel 2008 il raggiungimentodella parità tra utenti ADSL ed utenti FTTH.

Situazione analoga si riscontra in Corea delSud, dove KT punta a un obiettivo di 10 milioni diabitazioni "passed" in FTTH entro 5 anni.

Anche in Cina i maggiori investimenti sonoeffettuati per consenire migrazioni verso architet-ture FTTH ed FTTB con Ethernet LAN, entrambe ingrado di fornire all’utenza diverse decine di Mbit/s.Qui spesso i piani di sviluppo della larga bandasono fortemente incentivati dal Governo.

• NORD AMERICALa terza area geografica presa in esame ha

un’importante peculiarità, rappresentata dal mag-gior numero di utenti Cable Modem rispetto agliutenti xDSL. Proprio la forte concorrenza con iCable Operators sta spingendo gli Operatori TLCverso architetture in grado di ben supportare sial ’ IPTV sia la sua evoluzione, rappresentatadal l ’HDTV. Di conseguenza, AT&T, Ver izon eBellsouth (recentemente acquisita da AT&T) stannoinvestendo su FTTCab/VDSL2 e su FTTH conGPON. In particolare, AT&T prevede il raggiungi-mento di 17 milioni di FTTCab/VDSL2 entro fine

2007 (ed 1 milione di FTTH/GPON nelle aree green-field), mentre Verizon punta a 9 milioni di abitazioni"passed" con soluzioni FTTH entro il 2009, chedovrebbero diventare 18 milioni entro l’anno suc-cessivo.

Più avanti verranno sinteticamente riportate leinformazioni più significative per i principali Paesi,che hanno avviato sperimentazioni e deployment direti di accesso di nuova generazione.

3.1 Europa

• GERMANIALa Germania è il Paese in Europa con la mag-

giore diffusione di ADSL: a fine 2006 ne contavaoltre 14 milioni con una crescita rispetto all’annoprecedente superiore al 35%.

In Europa Deutsche Telekom è stato tra i primioperatori ad avviare, a partire dal settembre 2005,un piano di deployment di soluzioni basate su tec-nologia FTTCab con VDSL2 in overlay (con servizioPOTS da centrale).

Le motivazioni che hanno spinto l’Operatoreverso questa direzione sono da ricercare nel fortelivello di competizione "localizzata" (portata cioèda Operatori che focalizzano il loro interesse inuna particolare area geografica più che sul territo-rio nazionale), dalla necessità di ammoderna-mento della rete ed anche dagli ultimi campionatimondiali di calcio svoltisi nel 2006 proprio inGermania.

Deutsche Telekom dopo aver effettuato unaprima fase di sperimentazione, ha avviato il gra-duale deployment in dieci città nel corso del2006 (cinquanta a fine piano). L’investimentoprevisto complessivo è stato di circa tre miliardidi euro per circa 2,9 milioni di abitazioni passate.Il piano tuttavia ha subito rallentamenti rispettoalle stime iniziali a causa principalmente di pro-blemi legati agli aspetti di regolamentazione delsettore.

È inoltre previsto il ricorso ad un’architetturaFTTE con upgrade ADSL2+ per un totale di novemilioni di abitazioni passed entro la fine dell’anno.

• SPAGNATelefonica, operatore incumbent della Spagna,

ha recentemente raggiunto gli 8,5 milioni di lineebroadband (quattro milioni in Spagna, quattro inAmerica Latina e 0,5 in Europa) ed i 400milaclienti IPTV.

Di recente Telefonica ha avviato il Progetto Red50 (basato su FTTCab/VDSL2) a Madrid; successi-vamente, si prevede l’estensione alle altre princi-pali città. Tuttavia, come per altri Operatori, anchesulla base di una forte crescita competitiva daparte degli OLO e delle Municipalità, sono in corsovalutazioni e sperimentazioni di soluzioni FTTB edFTTH con GPON (su quest’ultima architettura, inparticolare, è stato recentemente avviato un trial inBrasile, nella città di San Paolo). Al momento, per-tanto, la strategia di Telefonica è quella di sceglierela migliore soluzione (FTTE con ADSL2+/VDLS2,FTTx/VDSL2 o FTTH) caso per caso su base strut-

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2tura territoriale e domanda di mercato.• FRANCIA

Nel corso del 2006 il mercato della larga bandain Francia ha subito una significativa accelera-zione: in particolare, rispetto all’anno precedente,la crescita percentuale è stata del 45%.

L’operatore incumbent France Telecom, attra-verso Orange, dopo avere mostrato un interessein iz ia le per so luz ion i basate su tecno log iaVDSL2, ha successivamente modificato il suoposiz ionamento ne l set tore verso so luz ion iFTTH/B (sino a 100 Mbit/s in downstream, 10Mbit/s in upstream) basate sull’utilizzo di GPON.È da rilevare che la lunghezza del collegamentod’utente risulta tra le più elevate in Europa: soloil 29% degli utenti ha una lunghezza inferiore adun chilometro e solo il 52% è inferiore ai duechilometri.

Il deployment di tali soluzioni viene effettuatosulla base di investimenti mirati in relazione all’ef-fettiva richiesta dell’utenza. Il servizio commerciale(seppur su base limitata) è stato avviato il primomarzo del 2007. Le motivazioni principali, in questocaso, sono da ricercare nell’accresciuto livello dicompetiz ione e nel la volontà da partedell’Operatore di recuperare e fidelizzare l’utenza,fornendo un set completo di servizi (focus suHDTV, VoD, giochi, musica, storage, e-commerce).Orange intende esportare tale scelta anche in altrimercati: ad esempio in Slovacchia si pensa di pas-sare 200mila abitazioni di 10 città con soluzioniFTTH. L’obiettivo è quello di raggiungere 150-200mila clienti a fine 2008.

Inoltre, France Telecom implementa una solu-zione architetturale per il deployment dell’ADSL2+basata non sull’utilizzo dei cabinet esistenti, bensìsull’introduzione di una nuova mini-centrale (NRAHD), più vicina alla sede di utente e collegata infibra ottica al resto della rete. Le nuove mini-cen-trali sono oggi 500 (sulle 12mila principali), servonodai 500 ai 3000 utenti e sono state introdotte nellezone ritenute più profittevoli. L’adozione di talesoluzione comporta un rimappaggio delle vecchiearee di centrale.

Nel corso del 2006-07 sono state annunciatenuove iniziative da parte di altri Operatori. Adesempio Free propone soluzioni FTTH basate suEthernet Point to Point (EP2P) a 50 Mbit/s, mentreNeuf Telecom propone soluzioni FTTB/H anche inquesto caso a 50 Mbit/s. Anche alcune municipa-lità si sono attivate nel settore: tra esse si ricorda lacitta di Pau che sta installando soluzioni FTTH conalcune decine di migliaia di abitazioni passate ecirca 5mila connesse.

• OLANDACome ricordato in precedenza l’Olanda è uno

dei Paesi al mondo più interessati al settore dellalarga banda ed ha tassi di penetrazione (calcolatisia sulla popolazione sia sulle abitazioni) tra i piùelevati. Anche nel settore delle reti di nuova gene-razione l’Olanda è particolarmente attiva ed a fine2006 si contavano circa 100mila abitazioni pas-sate, prevalentemente da OLO e municipalità con

soluzioni FTTH/B.KPN, Operatore incumbent o landese, ha

recentemente avviato un piano di deploymentbasato su FTTCab con VDSL2 in overlay. In parti-colare, la strategia di deployment prevede l’avvionelle aree rurali. Successivamente, si passerà adinstallazioni in cabinet maggiormente lontanidalle centrali, per passare infine a quelli nellearee a maggior concentazione (c iò è anchedovuto al fatto che in tali centrali sono stati direcente instal lat i DSLAM ADSL2+, per cui siintende prima ammortizzare i relativi investi-menti). I clienti che decidono di passare al VDSL2devono rinunciare alla lifeline (no splitter). Nellearee greenfield, KPN intende effettuare diretta-mente il deployment di FTTH. L’Operatore, inol-tre, sta valutando l ’ introduzione di ADF al loStreet Cabinet (l’AMDF in centrale non sembrainteressare, vista la prospettiva futura di dismis-sione delle Centrali); la scelta dipenderà moltodal successo del VDSL2. L’obiettivo è quello diavere cabinet "zero touch".

• BELGIOL’Operatore incumbent, Belgacom, è stato tra i

primi in Europa ad introdurre soluzioni FTTCaboverlay con VDSL1 (novembre 2004). Ad oggi,sono stati introdotti in rete 10mila cabinet collegatiin fibra ottica (ROP - Remote Optical Platform); diquesti, 3mila hanno al loro interno ONU VDSL1.Per quanto concerne il nuovo cabinet, vi sono dueprincipali alternative architetturali: "standard stan-dalone ROP" e "combined cabinet". Nel primocaso, il ROP viene collocato nelle vicinanze delvecchio cabinet (KVD), mentre nel secondo caso siprocede alla sostituzione del vecchio cabinet conuno nuovo, contenente le vecchie e le nuove fun-zionalità. I l deployment del VDSL1 è stato direcente fermato per introdurre in rete il VDSL2.Inoltre Belgacom prevede l’utilizzo di ADSL2+ dacentrale per incrementare la copertura a largabanda (con la combinazione di ADSL2+ e VDSL èpossibile offrire l’IPTV a 6Mbit/s all’80% degliutenti). È attualmente in atto un "Proof of Concept"per migrazione all-IP per cui sono stati individuati1000 clienti ai quali verrà richiesto entro il 2008 ilpassaggio al VDSL2 (90%) o ADSL2+ (10%) rinun-ciando alla lifeline.

• RESTO D’EUROPAAnche negli altri principali Paesi europei sono in

corso numerose iniziative volte all’ammoderna-mento del la rete di accesso: in Norvegia,Danimarca, Svezia ed Austria sono in corso nume-rose sper imentazioni su soluzioni FTTH edFTTCurb/FTTCab con VDSL2, con il comune obiet-tivo di offrire una banda sempre maggiore allaclientela.

3.2 Stati Uniti

Anche negli Stati Uniti gli Operatori incumbent hannorecentemente avviato piani di upgrade della rete in rame,che prevedono l’introduzione del portante ottico.

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In questo caso le motivazioni verso la rete dinuova generazione sono da ricercare, oltre all’am-modernamento della rete ed alla conseguente ridu-zione dei relativi Opex, anche nel forte livello dicompetizione con gli Operatori CATV (negli StatiUniti ed in Canada le soluzioni Cable Modem, oltre30 milioni di utenti negli Stati Uniti, superanonumericamente gli ADSL, circa 26 milioni).

Inoltre nel Nord America sono numerose lecomunità (oltre 1000 in 47 stati) che realizzano pro-prie reti di accesso anche di "dimensioni" a voltemolto limitate e prevalentemente basate su solu-zioni FTTH/B con B/GPON. Attualmente negli StatiUniti si contano oltre 6,5 milioni di abitazioni pas-sate in fibra ottica (erano circa 2 milioni un annofa), di cui poco più di 1,4 milioni di abitazioni con-

nesse, con tassi di crescita di circa il 100% nell’ultimo anno.

Per ciò che riguarda gli operatori Incumbent,AT&T (ex SBC che ha recentemente inglobatoBellSouth) ha deciso di avviare, a partire dal 2005,il progetto denominato "Lightspeed": circa 17milioni delle abitazioni esistenti (entro fine 2007)saranno coperte con soluzioni FTTCab/VDSL2,mentre per 1 milione di nuove abitazioni sono pre-viste soluzioni di tipo FTTH basate su B/GPON.

Verizon ha, invece, preferito focalizzarsi fin dasubito sulle soluzioni FTTH (anche in questo casobasate su B/GPON, progetto "FIOS") ed ha recen-temente deciso di accelerare le fasi del propriodeployment, che sta riscuotendo un significativointeresse da parte dell’utenza. Oggi si contano

Più banda, più servizi?Sì, ma quali?

La diffusione della larga banda è sem-pre più capillare. La spinta iniziale atale importante diffusione è stata larichiesta degli utenti di accedere aInternet ed ai suoi servizi in manieraveloce e continuativa. Dal punto divista dell’utente la larga banda porta(potenzialmente) due benefici princi-pali: la possibilità di trasferire grandiquantità di dati e la presenza costantein rete (always-on). Tali caratteristichehanno rafforzato le capacità dell’u-tente di accedere a siti web ricchi diinformazioni multimediali ed hannoanche decretato il successo di nuovetipologie di servizi oltre la navigazionesul Web, come ad esempio il file sha-ring (in modalità peer to peer) e lamessaggistica.L’aumento ulteriore dell’offerta dibanda, grazie alla NGN2, promuove lapossibilità di fornire ulteriori servizimultimediali, quali la IPTV e in gene-rale la fruizione di contenuti multime-diali ad alta definizione.L’utilizzo delle due caratteristichecitate, però, permette l’introduzione oil consolidamento di ulteriori classi diservizio: evoluzione dei servizi “per-son-to-content” verso socialnetworks ricche di contenuti multime-diali di alta qualità, servizi di comuni-cazione “person-to-person” ricchifunzionalmente e in termini di conte-nuti (si pensi a soluzioni di lavorocooperatitvo); inoltre la possibilità di

avere una comunicazione continuacon i sistemi utente permette di intro-durre servizi e funzionalità di controllobasati sul colloquio “machine-to-machine”.(servizi di domotica, servizirelativi alla sanità, al controllo deiconsumi energetici, …). In questo quadro le tecnologie e lemodalità di fornitura di servizi di tipoWeb 2.0 sembrano avere una fortepresa sugli utenti. Essi sono addirit-tura coinvolti sia come utilizzatori, siacome fornitori di contenuti originali,creando un ambiente favorevole alloscambio di informazioni ed alla perso-nalizzazione dei servizi. Il web e lesue tecnologie diventano così unapiattaforma servizi con interfacce eprotocolli aperti, su cui tutti possonosviluppare le applicazioni. In questocaso l’uso di tecnologie come AJAX,interfacce programmative aperte, pro-tocolli per l’elaborazione distribuitacome SOAP o REST permettono direalizzare facilmente dei mash-up, perfornire nuove funzionalità a partire daservizi esistenti, creando di fatto unapiattaforma globale.Le applicazioni più note del web sonofornite secondo il modello client-ser-ver (tipico dei fornitori di servizi avalore aggiunto); a tale modello gliOperatori cercano di affiancare unapproccio centralizzato in rete (adesempio servizi forniti dallo stratoservizi dell’architettura IMS), in mododa riportare o mantere valore nell’in-frastruttura di rete. A tali principalimodalità si è aggiunto un modello piùdirompente: il peer-to-peer, che sibasa sul “radicale” spostamento del-l’intelligenza ai bordi ed ha impatticonsiderevoli sull’uso e sull’ottimizza-zione delle risorse di rete.

Tipicamente tali modalità di forniturasono sostenute da business modeldiversi (dalla pubblicità, dalla venditadi bundle di servizi, dalla condivisionedi risorse e la loro socializzazione).L’utente si trova, dunque, a poter sce-gliere e a calibrare i propri servizi inrete sulla base delle esigenze perso-nali. Non dovrà stupire, se gli utentiutilizzeranno diverse modalità peraccedere ai servizi multimediali.Le applicazioni che necessitano dellecaratteristiche dell’always-on pon-gono un problema importante: il con-trollo e la gestione della rete utente.Le case saranno sempre più “cablate”e, all’interno della casa, gli “elettrodo-mestici” faranno parte di una rete. Ciòsarà particolarmente vero per le lerisorse dedicate all’intrattenimento.Anche in questo caso esistono diversiapprocci possibili all’integrazionedelle reti ed alla relativa fornitura diservizi.Oggi esistono molte soluzioni sulmercato:• sistemi integrati , offert i da

costruttori di elettronica di con-sumo;

• soluzioni “general purpose”,offerte da fornitori di software(microsoft e apple);

• soluzioni basate su accessgateway e sponsorizzate daOperatori.

Anche in questo caso, al di là dellabontà della singola soluzione, saràimportante permettere una buonaintegrabilità delle soluzioni, per con-sentire all’utente di comporre il pro-prio insieme di servizi personalizzati.In questo momento sembra prevalerela logica di soluzioni “verticali” nonsempre integrabili.

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circa 1 milione di utenti molti dei quali hannolasciato gli Operatori Cable Modem per sottoscri-vere un abbonamento con Verizon.

3.3 Far East

• GIAPPONEL’Asia rappresenta sicuramente l’area geogra-

fica in cui gli Operatori di Telecomunicazioni hannoavviato per primi una profonda fase di trasforma-zione ed ammodernamento della rete di accesso.

Ad esempio in Giappone l’Operatore domi-nante, NTT, ha da tempo avviato, nell’ambito di unprogetto Paese denominato u-Japan, l’introduzionedi soluzioni FTTH sul territorio nazionale: oggi sicontano circa 7 milioni di utenti FTTH che dovreb-

bero diventare 9,5 milioni a fine 2007. Il piano pre-vede circa 30 milioni di utenti a fine 2010.

Le principali motivazioni che hanno spintol’Operatore verso questa scelta sono da ricercareda un lato nell’elevata propensione verso le nuovetecnologie (la banda come moda tra i giovani) chegià oggi , ad esempio, ha portato i l mercatodell’ADSL a livelli di saturazione; dall’altro lato,occorre considerare l’elevato livello di competi-zione raggiunto nel settore (sono oltre 10 gli opera-tori FTTH). Inoltre, bisogna ricordare la presenza diuna regolamentazione fortemente asimmetrica (iprezzi del LLU sono tra i più bassi del mondo). Undato di sintesi a livello nazionale: NTT ha oggi circail 30% del mercato ADSL contro il 70% circa delmercato FTTH.

Per molti servizi, sia interattivi sia ditipo “always-on”, esiste la necessità diintrodurre il concetto di “piattaformaper la componibilità dei servizi”. Il Web2.0 si presta bene a diventare unostrumento per garantire lo sviluppo el’integrazione di molti servizi futuri. UnOperatore non può non considerarequesta possibil ità e cercare unastretta integrazione fra Web 2.0 earchitetture dei servizi di rete.In questo ambito, esiste un filoneemergente che potrebbe dare risultatiinteressanti: le RIA (Rich InternetApplication). Tale tipologia di servizi sibasa sull’utilizzo esteso di tecnologiedi tipo Web 2.0, sulla relazione client-server fra l’applicativo dell’utente(tipicamente un browser) e servizio(fornito da server in rete) e sull’uso dirisorse in rete. In particolare le RIA:• sono visualizzate attraverso un

Web Browser e non richiedono unaspecifica installazione software;

• sono eseguite localmente in unambiente sicuro chiamato sand-box;

• supportano una connettività occa-sionale e possono essere eseguitein nomadicità (in hot-spots o daun ufficio all’altro).

Le Rich Internet Application hanno,dunque, le caratteristiche e funziona-lità delle applicazioni desktop tradi-zionali . L’elaborazione della userinterface è demandata al web client,mentre la computazione dei dati(stato del programma, gestione deidati, storage) è demandata ad unaapplicazione server.Le RIA si stanno focal izzando sualcuni filoni principali: • Produttività personale, Editing di

Documenti, Rubrica, …;

• Social Networking, ad esempio:collezione delle fotografie, raccoltadegli eventi salienti della propriavita (dandelife), costruzione di sitiweb personalizzati, …;.

• Messaggistica, e-mail, VoIP, adesempio con programmi comeGoogle Talk;

• WebOs, offre la riproduzione inrete delle funzionalità tipiche di unsisema operativo, creando così unPC virtuale che l’utente può utiliz-zare mediante il browser. Esempiinteressanti sono www.youos.com,www.eyeos.org che propongonosistemi programmabili ed estensi-bili ricchi di funzionalità (che ricor-dano quelle dei sistemi Linux).

Sebbene quest’ultimo filone sembririproporre il concetto di “NetworkComputer”, esso si basa su principidiversi : non presuppone che i lsistema a casa del cliente sia “sem-plice”; l’accesso può essere noma-dico, il controllo avviene mediante ilbrowser e una comunicazione sicura.I sistemi offrono molte caratteriscit-che interessanti, sono infatte inte-grate funzionalità di:• comunicazione (e-mail, chat, e in

futuro VoIP);• partecipazione ad una social

network; capacità di storage;• possibilità di lanciare applicazioni

proprie;• sistemi di sviluppo di applicazioni.In definit iva i WebOs potrebberoessere uno strumento interessanteper l’Operatore per ribaltare il con-cetto che la rete è un “tubo”. Con iWebOs la rete è sì un tubo, ma riccodi funzionalità che potenzialmentepotrebbero anche rendere il PC unacommodity.

Un aspetto importante introdotto dalleRIA è relativo alla globalizzazione: iservizi puntano ad un mercato glo-bale, i clienti di un servizio RIA sonopotenzialmente tutti gli utenti chepossono accedere a Internet. Tali ser-vizi sono basati su interfacce semplicida usare e familiari per l’utente edinoltre tali interfacce possono esserefacilmente “personalizzate”, supe-rando così anche le barriere linguisti-che. Un altro aspetto importante èche tali servizi puntano all’aggrega-zione dei contenuti, dei dati e degliutenti e supportano l’integrabilità(mediante funzionalità di mash-up).L’Operatore potrebbe sfruttare le RIA(ed in particolare i WebOS) per entrarepiù profondamente nella logica delleapplicazioni Web e per fidelizzare gliutenti. Il concetto di WebOS, ossia delComputer in rete che offre capacità dicalcolo e spazio di memoria, sipotrebbe sposare con la Home Net econ il Set-top-box (funzionando comerepository di contenuti accedibil inomadicamente). Oppure potrebbefunzionare da stazione di messaggi-stica multimediale (una sorta di PBXmultimediale) controllabile remota-mente attraverso un accesso mobile.In questi casi si realizzerebbe un’inte-ressante integrazione di funzionalitàmultimedili e fisso/mobile.Sebbene non si possa prevedere ilsuccesso delle applicazioni e dei ser-vizi, anche nel mondo della largabanda c’è una certezza … “date labanda agli utenti, troveranno il modoper utilizzarla!” ... e l’Operatore devefavorire questo approccio sia in ter-mini di banda fornita sia di funziona-lità [email protected]

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CICCARDI › DE BORTOLI › GRIFFA• Evoluzione della larga banda in ambito internazionale

46 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Infine, anche la struttura della rete di accesso sipresta favorevolmente alla realizzazione di solu-zioni FTTH: la lunghezza media del collegamentod’utente è di circa 1,5 km ed è basata al 90% supalificazione aerea.

• COREA DEL SUDLa Corea del Sud è stato uno dei primi Paesi ad

introdurre soluzioni a larga banda. Oggi il mercatoADSL nel Paese si sta riducendo a favore di altretecnologie: nel 2006 il numero di utenti ADSL èsceso di circa il 16% rispetto all’anno precedente.

Attualmente infatti il mercato si rivolge esclusiva-mente verso soluzioni più avanzate che prevedonol’impiego della fibra ottica. Si ricorda in questoambito un progetto governativo per lo sviluppodell’ICT e delle TLC nel Paese che prevede il deploy-ment di soluzioni FTTH a 100 Mbit/s per utente.

Più in dettaglio il piano prevede di renderedisponibile la connessione di 10 milioni di abita-zioni nei prossimi 5 anni, adottando soluzionianche in questo caso basate su GPON. Tuttaviaprosegue l’intensa fase di sperimentazione dinuove tecnologie: sono numerose già oggi i trialcondotti (che riguardano decine di migliaia diutenti) con soluzioni innovative basate sulla multi-plazione di divisione di lunghezza d’onda WDM(Wavelength Division Multiplexing), applicate allesoluzioni PON (WDM-PON), che consentono diottenere prestazioni, in particolare in termini dibanda per utente, particolarmente elevate.

Anche in questo caso le motivazioni sono daricercare nell’elevata propensione della popola-zione verso l’impiego di nuove tecnologie e nuoviservizi, nella stretta relazione tra Operatori eCostruttori e nella distribuzione dell’utenza (80%della popolazione vive in area urbana e la lun-ghezza del collegamento nel 95% dei casi è infe-riore a 4 chilometri).

4. Conclusioni

Lo scenario internazionale delle reti a largabanda mostra oggi un prevalente impiego di solu-zioni ADSL (il 66% di tutte le connessioni a largabanda nel mondo) considerate dagli Operatoricome il primo passo per fornire agli utenti servizi alarga banda.

Tuttavia la crescente richiesta di banda e dinuovi servizi da parte dell’utenza sta portando iprincipali Operatori a considerare nuove alternativeper la rete di accesso.

L’impiego della fibra ottica è il comune denomi-natore di tutte le soluzioni innovative ed è unani-memente considerata fra gli Operatori come lasoluzione target per la larga banda.

I principali Operatori stanno pertanto già impie-gando architetture di rete quali FTTCab o FTTH/B,sia a livello di trial, sia per le prime nuove offertecommerciali. Le scelte effettuate sono da porre inrelazione alle condizioni strutturali della rete, al tipodi mercato domestico, alle differenti situazioni diregolamentazione e cosi via.

[email protected]@[email protected]

Antonino Ciccardi lavora in TelecomItalia nell’area Wired Access Innovation comeresponsabi le di progetto per le nuovearchitetture di accesso a larga banda. Haprecedentemente operato (2002-2005) nelgruppo TILAB/System on Chip prima comeresponsabile del gruppo di Networking eSistemi DWDM, conducendo in seguito unteam per la realizzazione di un circuito integratoper la sicurezza delle comunicazioni dati. Nel

2001 ha operato attivamente alla realizzazione di una start-upfocalizzata nel business della co-location e di servizi di exchange,collaborando inoltre con AONet alla prevendita di servizi in modalitàASP verso un portafoglio di clienti business medio-alti della società.Nella prime esperienze (1988-2000) ha lavorato presso l’alloraCSELT nella divisione “Reti e servizi” come project leader nel settoredel networking.

Marco De Bortoli in Azienda dal 1973,ha svolto att iv i tà di r icerca sui sistemi ditrasmissione in fibra ottica per applicazioni sia inrete di accesso che per lunga distanza. Hainoltre operato nella fase di progettazione epianificazione dei sistemi ottici sottomarini. Hainoltre partecipato alle attività di numerosiprogetti internazionali, focalizzando le attività sugliaspetti tecnico-economici ed evolutivi della reti ditrasmissione con particolare attenzione a quella

di accesso. Attualmente opera nell’ambito di “Research&Trends” edè impegnato principalmente nelle attività di Benchmarking e Trendsevolutivi sulle attività per l’innovazione della rete di telecomunicazioni.È inoltre impegnato nelle attività di standardizzazione internazionalesulle reti di accesso in ambito ITU-T nello Study Group 15, dovericopre la carica di referente all’interno del Gruppo Telecom Italia Èinoltre coautore di articoli presentati a convegni nazionali edinternazionali, di alcuni libri sui sistemi di trasmissione, nonchédocente presso i centri di formazione del Gruppo.

Gianluca Griffa laureato in IngegneriaGestionale, è entrato in Telecom Italia nel 2001.Si è inizialmente occupato di process re-engineering ed assessment dei Centri Nazionalidi Assistenza Tecnica. In seguito, ha collaboratoalla stesura delle specifiche funzionali dei nodiMSAN ed ha effettuato diverse valutazioni tecno-economiche su reti di accesso sia fisse siawireless. Attualmente lavora nell’area WirelineAccess Infrastructure Innovation e coordina un

GdL costituito dai principal i Operatori europei sul temadell’Automated Distribution Frame (ADF). Inoltre, è attivo sulletematiche di scouting, benchmarking e powering nell’ambito delprogetto NGN2. Infine, dal 2006 elabora l’Indicatore di Eco-Efficienzainserito nel Bilancio di Sostenibilità del Gruppo Telecom Italia.

EP2P Ethernet Point to PointFTTB Fiber To The BuildingFTTH Fiber To The HomeFTTCab Fiber To The CabinetGPON Gigabit Passive Optical NetworkMSAN Multi Service Access NodeRIA Rich Internet applicationROP Remote Optical PlatformWDM Wavelength Division Multiplexing

— ACRONIMI

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Evoluzioni delle reti mobiliverso la larga banda

LUCA D’ANTONIO

PAOLO GIANOLA

GIOVANNI ROMANO

L’utilizzo sempre più diffuso di Internet, in particolare dei servizi di downloaddi file musicali e video, e di strumenti di lavoro a distanza come la postaelettronica, hanno generato una robusta domanda di connessioni a largabanda in mobilità. Per soddisfare questa richiesta, le reti radiomobili hannoiniziato la loro evoluzione verso il mondo del Broadband Wireless Access.Nell’articolo sono presentate le attuali tecniche di trasmissione dati in mobi-lità e il loro sviluppo verso i sistemi di quarta generazione, le problematicherelative al trasporto dell’informazione tra le stazioni radio e la rete e, infine,la tecnica Radio over Fiber (RoF) per la remotizzazione del segnale radiotramite fibra ottica.

1. Introduzione

Nello sviluppo di un sistema di comunicazionimobili possono, in generale, identificarsi duemacro-blocchi che ne costituiscono ad un tempol’ambiente e i vincoli: la tecnologia e la situazionedello spettro radio.

La tecnologia (e lo standard, che ne rappre-senta la formalizzazione al massimo livello) identi-fica essenzialmente qual è lo stato dell’arte, qualiprestazioni sono prevedibili per il sistema e qualisono le “regole” (cioè le interfacce e i protocolli) acui dovranno attenersi i player che vorranno par-tecipare.

Lo spettro radio rappresenta la realtà fisicacon la quale il sistema radiomobile si dovrà con-frontare, e dalla sua situazione (disponibilità dibanda, più o meno grande, interferenze, bande di

guardia, potenze massime in gioco) dipende-ranno le reali prestazioni del sistema e, probabil-mente , la poss ib i l i tà s tessa de l s is tema d i“sopravvivere”.

Esaminiamo quindi cosa contengono oggi que-sti due macro blocchi per i sistemi BroadbandWireless Access, per vedere poi un altro temachiave per la larga banda mobile: l’evoluzione delletecniche di trasporto per la rete d’accesso.

2. Tecnologia e Standard

La domanda di mercato di servizi radiomobili abanda larga è in crescita e gli Operatori stannovalutando quali tecnologie possono essere ingrado di soddisfare i requisiti della clientela, ridu-cendo al contempo, il costo per bit.

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D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

48 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni(ITU-R) ha individuato un insieme di tecnologiedisponibili che offrono velocità di trasmissionesuperiori a 2 Mbps1. È inoltre in corso la proceduraper individuare i requisiti dei sistemi mobili diquarta generazione, identificati con il nome IMT-Advanced2.

Al l ’ interno di questo processo, uno degl iattori più rappresentativi è l’Operatore giappo-nese NTT DoCoMo, che ha dimostrato con trialla raggiungibilità di velocità di trasmissione paria 100 Mbps in mobilità e a 5 Gbps in laborato-rio; il tutto sfruttando tecniche di trasmissione ericezione, in cui il flusso dati è suddiviso su piùantenne (MIMO - Multiple Input Multiple Output)e conseguendo un’efficienza spettrale pari a 50bit/s/Hz (per confronto, in HSDPA è circa 3bit/s/Hz , senza MIMO) (si veda il riquadro “Latecnica MIMO”).

Ma cosa accadrà nell’interregno tra il 3G e il4G, che arriverà non prima del 2015? Poiché“Natura non facit saltum”, ecco il 3,5G … .

Nel caso dell’UMTS, infatti, lo standard ha rila-sciato inizialmente la Release 99, in grado di for-nire teoricamente 2 Mbps, ma praticamente 384kbps, con la quale gli Operatori hanno sviluppatole ret i per i serv iz i d i terza generaz ione.Successivamente, si è avuta la diffusione dellesoluzioni HSDPA (High Speed Downlink PacketAccess), inizialmente a 1,8 Mbps, poi a 3,6 Mbps,per arrivare, nella seconda metà del 2007, a 14,4Mbps. Parallelamente si è affiancato al migliora-mento delle prestazioni in downlink un’evoluzionedell’uplink (Enhanced Uplink, conosciuto anchecome HSUPA), che permette velocità fino a oltre 5Mbps (figura 1).

Ora il 3GPP sta finalizzando nella Release 7 lesoluzioni HSPA evolute3 che, utilizzando tecnicheMIMO e modulazioni di ordine superiore al la16QAM, sono in grado di erogare 28 Mbps indownlink e 11 Mbps in uplink, nella stessa bandadi 5 MHz dell’UMTS/HSPA.

L’attività in 3GPP è in continuo progresso ed èora in corso anche la specifica della soluzioneindicata come Long Term Evolution (LTE), la cuifinalizzazione è prevista per la Release 8 e la cuipubblicazione è prevista per fine 2007. Questanuova interfaccia radio, basata sulla tecnica diaccesso OFDMA (Orthogonal Frequency DivisionMultiple Access), sarà in grado di offrire velocitàdi trasmissione maggiori di 100 Mbps in downlinke 50 Mbps in uplink, in una banda di 20 MHz,garantendo nel contempo una latenza dei pac-chetti dati molto bassa (inferiore a 20 ms), cheabilita quindi servizi conversazionali e real time apacchetto (si veda il riquadro di approfondimento“La tecnica OFDMA e LTE”).

3. La situazione dello spettro radio

Sul fronte della tecnologia c’è quindi molto fer-mento sia per l’evoluzione degli attuali sistemi, siaper la definizione del nuovo IMT-Advanced, ma unodei punti chiave per lo sviluppo del wireless broad-band è la disponibilità di spettro radio.

La propagazione delle onde elettromagnetiche èsfavorita all’aumentare della gamma di frequenzenella quale opera il sistema. Purtroppo, però, lospettro al di sotto dei 2 GHz (circa) è già molto uti-lizzato (GSM 900/1800 MHz e UMTS a 2 GHz) equindi è difficile trovare abbastanza banda per l’e-voluzione dei servizi mobili. In Europa la banda dimaggiore interesse per questa evoluzione è stataindividuata nei 2,5 GHz. Più precisamente nelleporzioni 2500-2570 MHz accoppiata con la 2620-2690 MHz per i sistemi FDD (Frequency DivisionDuplexing) e nella 2570-2620 MHz per quelli TDD(Time Division Duplexing).

Nella maggior parte delle nazioni europee cisono quattro Operatori UMTS e quindi questa allo-cazione, che prevede un totale di 70+70 MHz FDDe 50 MHz TDD, può portare ciascuno di essi adavere 17,5 MHz FDD e 12,5 MHz TDD, che risul-tano un po’ “stretti” per l’obiettivo dei 100 Mbps (lalarghezza di banda obiettivo per questa velocità èinfatti 20+20 MHz). Una soluzione alternativa deviadal criterio salomonico della divisione, per consen-tire un utilizzo della banda finalizzato al broadbandwireless, portando ad esempio tre Operatori suFDD e un Operatore sul TDD.

(1)

Le velocità di trasmissione sono sempre riferite al downlink(verso di trasmissione dalla stazione radio al terminale mobi-le) a meno di esplicito riferimento.

(2)

I sistemi di terza generazione, come UMTS, appartengonoinvece alla famiglia di sistemi IMT-2000 e sono raccolti nellaraccomandazione ITU-R M.1457.

2006 2007

3GPP GSM EDGE Radio Access Network Evolution

3GPP UMTS Radio Access Network Evolution

3GPP Long Term Evolution

2008

EDGEDL:474 KbpsUL: 474 Kbps

in 200 kHz

HSDPADL:14,4 MbpsUL: 384 Kbps

in 5 MHz

HSDPA/HSUPADL:14,4 MbpsUL: 5,76 Mbps

in 5 MHz

HSPA EvolutionDL:28 Mbps

UL: 11,5 Mbpsin 5 MHz

LTEDL:100 MbpsUL: 50 Mbpsin 20 MHz

EnhancedEDGE

DL:1,3 KbpsUL: 653 Kbps

in 200 kHz

2009 2010

EDGEHSDPAHSUPA

LTE

====

Enhanced Data for GSM EvolutionHigh Speed Downlink Packet AccessHigh Speed Uplink Packet AccessLong Term Evolution

FIGURA 1› Evoluzione dei principali sistemi mobili.

(3)

Nella terminologia standard la presenza contemporanea diHSDPA e HSUPA è indicata dalla contrazione HSPA.

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D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 49

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La r isposta s i aspetta che arr iv i dal laConferenza Mondiale per la Radio (WRC - WorldRadio Conference), in cui l’ITU-R definisce l’alloca-zione dello spettro radio a livello mondiale. Infatti,per fornire velocità di trasmissione così elevatecome quelle citate, si rende necessario identificareulteriori porzioni dello spettro radio da assegnare aisistemi IMT2000 e IMT-Advanced. L’appuntamentoè a Ginevra per il prossimo novembre per la WRC2007: se durante questa conferenza non si riusci-ranno a definire porzioni adeguate di spettro, losviluppo dei servizi mobili a larga banda potrebbeessere ritardato, poiché la successiva WRC sarànel 2011.

4. Backhauling, ROF & NGN2

Gli Operatori radiomobili stanno valutando leevoluzioni delle reti verso il broadband wireless, siaper gli aspetti legati all’interfaccia radio, che influi-scono direttamente sul throughput offribile alcliente, sia per i requisiti di trasporto sul backhau-ling, che collega i siti d’antenna con il resto dellarete. Sarà infatti di vitale importanza poter disporredi una rete di trasporto capace di soddisfare la cre-

scente necessità di banda informativa richiesta dalbroadband wireless.

Si potrebbe sintetizzare il tutto, dicendo chefino a ieri i servizi mobili a larga banda trovavanoun collo di bottiglia nell’interfaccia radio, mentre daoggi in poi si deve evitare il collo di bottiglia nellarete di raccolta.

In questo scenario, il percorso di rinnovamentodi tutta la rete di trasporto e di accesso, che haintrapreso Telecom Italia e che va sotto il nome diNext Generation Network 2 (NGN2), garantiràanche un dispiegamento delle reti mobili a largabanda economicamente sostenibile. Un estesoinserimento di fibra ottica nelle configurazioniFTTCab (Fiber To The Cabinet), FTTB (Fiber To TheBuilding) e FTTH (Fiber To The Home) consentirà didisporre delle necessarie velocità di trasporto per ilbackhauling dei siti di antenna che realizzano ilbroadband wireless.

La pervasività della fibra è anche un decisivoabilitante per lo sviluppo di tecnologie basate sultrasporto del segnale radio digitalizzato sulla fibra(RoF - Radio over Fiber), che consentono di remo-tizzare le funzioni di ricetrasmissione a radiofre-quenza in apparati (detti Remote Unit o RadioHead), che possano essere installati direttamente

LA TECNICA

MIMO

Nell’accezione più ampia, si indicanocon il termine MIMO (Multiple InputMultiple Output)* tutte le tecniche ditrasmissione che prevedono l’utilizzodi M (M>1) antenne lato trasmissionee N (N>1) antenne in ricezione; le Mantenne lato Nodo B possono tra-smettere in linea di principio:• uno stesso segnale (conseguendo

la diversità nello spazio);• lo stesso segnale, ma in intervalli

temporali diversi (diversità neltempo e nello spazio);

• segnali diversi (multiplazione spa-ziale) , r iut i l izzando gl i stessicodici nella stessa banda.

L’ultima modalità è quella che con-sente di aumentare il throughput ed èstata storicamente il primo impiegostudiato per i sistemi MIMO. Nellamultiplazione spaziale il flusso infor-mativo può essere codificato e suddi-viso, per essere trasmesso daantenne diverse contemporanea-mente nella stessa banda. In questasituazione le antenne r iceventi

vedono un campo risultante, che è lasovrapposizione di tutti i segnali intrasmissione, che avranno tipica-mente percorso cammini differenti esaranno stati soggetti a riflessionimultiple differenti. Si può dimostrareche se i vari cammini sono indipen-denti, è possibile ricostruire tutte leinformazioni trasmesse, a partire datutti i segnali presenti sulle antennericeventi. La multiplazione spazialepermette, su canali trasmissivi ad altorapporto segnale/rumore e molto ric-chi di oggetti rif lettenti sparsi, diaumentare notevolmente la velocità ditrasmissione. Questa tecnica è realiz-

zabile a patto di avere, in ricezione,un numero di antenne maggiore ouguale al numero di flussi di informa-zione trasmessi in parallelo.A titolo di esempio, nella figura A èmostrato uno schema generale di unsistema MIMO con N antenne in tra-smissione e N in ricezione.

* Per approfondimenti sul la tecnicaMIMO si veda l ’art icolo “Dietro lequinte del ... MIMO”, Notiziario Tecnico,n° 1, 2006, pp. 123-126.

[email protected]

TX 1

TX 2

RX 1

TX NDistribuzione

datiDecodificadatiRX N

RX 2

FIGURA A› Schema di un sistema MIMO.

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D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

50 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

vicino alle antenne; le funzioni di banda base e dicontrollo sono affidate ad un modulo principale(detto Main Unit o Baseband Unit). La Main Unit(MU) è collegata alla Radio Unit (RU) via fibra otticae può essere installata nello stesso edificio dellaRemote Unit (RoF locale), oppure in centrale (RoFgeografico). Un’ulteriore estensione di quest’ultimoconcetto è l’architettura DAS (Distributed AntennaSystem), nella quale una MU è connessa a nume-rose RU che coprono un’area assegnata.

Il RoF locale, confrontato con un sito radio tra-dizionale, offre il vantaggio di collocare il ricetra-smettitore prossimo all’antenna, minimizzando cosìle perdite di potenza sui cavi coassiali, aumen-tando l’efficienza di trasmissione e il livello delsegnale in ricezione.

Il RoF geografico, oltre a questi vantaggi, per-mette di installare la Main Unit in edifici sociali, conevidenti risparmi in termini di Capex (allestimentosala, condizionamento, alimentazione, ...) e diOpex (affitto locali, manutenzione, ...).

Bisogna considerare che per lo sviluppo di unatradizionale rete di accesso radio, buona parte degliinvestimenti è dedicata alla preparazione del sito diantenna (ricerca, acquisizione e opere civili), mentreper quel che riguarda i costi di esercizio, questi sonoprevalentemente dovuti ai canoni di locazione e aiconsumi energetici. Inoltre, la competizione e le eco-nomie di scala hanno consentito un abbattimento deiprezzi degli apparati, che rende difficile un ulteriore

calo nel prossimo futuro. Di conseguenza l’auspicatariduzione dei Capex e degli Opex potrà essere otte-nuta soltanto attraverso un forte calo dei costi asso-ciati all’allestimento dei siti di antenna, ai canoni dilocazione e ai consumi energetici. Il livello di flessibi-lità di installazione, raggiungibile grazie alla tecnicaRoF e la forte riduzione dei consumi energetici, con-sente di ottenere già nel breve periodo il risultatoatteso, a fronte tuttavia di un dispiegamento massivodi fibra ottica (almeno in ambito urbano), così comeprevisto dal progetto NGN2.

L’architettura generale della rete di accessomobile in ottica NGN2 è descritta in figura 2.

Il RoF digitale e i sistemi di antenne distribuitepotranno vedere un estensivo sviluppo, se si deter-mineranno delle compatibilità con le tecnologie ditrasporto tipiche della fibra ottica come la GbE(Gigabit Ethernet) o la GPON (Gigabit PON). Leattuali interfacce RoF sono proprietarie (CommonPublic Radio Interface -CPRI, e Open Base StationArchitecture Iniziative -OBSAI), dipendono dall’im-plementazione specifica del singolo costruttore enecessitano di una relativamente elevata capacitàdi trasporto, senza peraltro fare uso di nessuna tec-nica di compressione. Eventuali implementazioni ditecniche di compressione sull’interfaccia RoF ren-derebbero più agevole l’inserimento del flusso datisu tecnologie di trasporto GbE o GPON, abilitandoulteriori ottimizzazioni infrastrutturali con conse-guenti risparmi di Capex e di Opex.

LA TECNICA

OFDMA(ORTHOGONAL FREQUENCY

DIVISION MULTIPLE ACCESS)E

LTE (LONG TERM EVOLUTION)

La tecnica OFDMA (OrthogonalFrequency Division Multiple Access)si basa sul seguente principio.Il flusso ad alta velocità dei dati datrasmettitore viene suddiviso in nume-rosi sottoflussi a bassa velocità chemodulano differenti sottoportanti cia-scuna “ortogonale” alle altre (figuraA). Poiché ciascuna sottoportantegenera uno spettro a banda stretta, ledistorsioni lineari della risposta in fre-quenza del canale che si manifestanoa causa dei cammini multipli possonoessere “approssimate” nell’intornodella sottoportante come attenuazionipiatte in frequenza: ciò rende agevolel’equalizzazione al ricevitore.

La tecnica OFDM può essere vistacome una tecnica FDM, ma con mag-giore efficienza spettrale: in tal caso,infatt i , è ammessa una parzialesovrapposizione degli spettri asso-ciati alle sottoportanti. Tale tecnica èimpiegata nei sistemi di quarta gene-

razione come l ’LTE (Long TermEvolution).

[email protected]

N = Numbers of Sub-Carriers

NTS

FFT

Time

Frequency

Guard Intervals

Sub-carriers

Symbols

NTS

TS

5 MHz Bandwidth

FFT = Fast Fourier Transform

FIGURA A› Schema di principio della tecnica OFDMA.

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D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

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2Questo approccio costituisce un importanteabilitatore tecnologico per la NGN2 e differentiscenari per la rete mobile potranno essere valutatiin funzione delle scelte di dispiegamento dellafibra. La soluzione FTTC faciliterà in particolarel’introduzione di soluzioni di tipo microcellulare,sfruttando in modo ottimale l’infrastruttura di rete.Il cabinet NGN2 rappresenta, da un punto di vistainfrastrutturale, un punto di locazione ideale peruna microcella in tecnologia RoF per la disponibi-lità di fibra e soprattutto dell’alimentazione (localeo da centrale). La RU potrebbe essere agevol-mente installata sul cabinet NGN2, sfruttandoeventuali supporti esistenti (facciate di edifici) o,meglio, sistemando un palo di altezza opportuna (3– 5 m) nei pressi del cabinet. In questo modo ver-rebbero abbattuti i costi di installazione e soprat-tutto i canoni di locazione. D’altra parte questasoluzione dovrà essere valutata caso per caso infunzione della compatibilità tra il posizionamentogeografico degli armadi e le esigenze di coperturaradio, tenuto conto che, in particolare, l’uso delleantenne distribuite microcellulari potrà abilitare unamigliore qualità del servizio offerto soprattutto pertraffico dati ad elevato bit-rate, essendo la coper-tura geografica radio garantita da soluzioni macro-cellulari.

Come già accennato, la tecnica RoF digitaleabilita l’implementazione di architetture DAS conallocazione dinamica delle risorse radio. In partico-lare Telecom Italia detiene alcuni IPR che descri-vono le architetture hardware e software, a cui talisistemi devono richiamarsi per potere operare in

diversi scenari di integrazione tra reti macro tradi-zionali e micro RoF. Più nel dettaglio queste imple-mentazioni consentirebbero di gestire dinamica-mente le risorse radio, passando da una distribu-zione microcellulare tradizionale, dove ad ogni RUviene assegnata una cella UMTS, ad una distribu-zione di RU allocate su una o più celle UMTS,oppure a distribuzioni più evolute e che richiedonol’ implementazione di opportuni a lgor i tmi digestione, peraltro anch’essi ben presidiati da IPRdi Telecom Italia con celle definite su più livelligerarchici.

La tecnica RoF consente di utilizzare ricetra-smettitori ottici digitali, sia in ottica “grigia” (unasola lunghezza d’onda), sia in ottica colorata (piùlunghezze d’onda in mul t ip lex ing, WDM -Wawelength Division Multiplexing), che, congiun-tamente a tecniche di multiplazione del segnaleelettrico, consentono comunque una buona effi-cienza di occupazione di banda sulla fibra ottica.Ad esempio la specifica di interfaccia OBSAI pre-vede velocità di trasmissione comprese tra 768Mbits/sec e 3072 Mbit/sec, consentendo la multi-plazione elettrica di segnali radio con allocazionestatica di risorse radio equivalenti ad un numerodi RU da 4 a 16. Nel caso che questa interfacciautilizzi anche tecniche di multiplazione ottica -come i l CWDM (Coarse Walength Div is ionMultiplexing) a 8 lunghezze d’onda - il numero diRU collegabili con un’unica coppia di fibre puòsalire fino a 128. Tenuto conto di queste caratte-ristiche, le RU possono anche evolvere in sistemidi antenna intelligenti con funzionalità di riconfi-

gurabilità o di adattativitàdel diagramma di antenna,o costituire gli elementi diantenna di sistemi MIMO.In particolare, la moltepli-cità di elementi radianti diun s is tema MIMO puòessere ottenuta attraversoun s is tema d i antennedistribuite, con la possibi-lità di ottimizzare le caratte-ristiche di diversità spazialedei canali di propagazionein funzione del posiziona-mento dei r ispett iv i e le-menti di antenna.

Ovviamente gli scenari ditecniche RoF e DASdescritti sono estendibili atutti i sistemi radio-mobili. Inparticolare i sistemi basatisu OFDMA, come il WiMax eLTE, faranno uso di tecnolo-gie di antenna avanzatebasate su MIMO, chepotranno essere dispiegatecon costi e prestazioni com-patibili con le prospettive dimercato grazie alle tecnolo-gie del RoF digitale e delleantenne distribuite.

Backhauling infibra per capacità

FTTB

FTTH

RoF locale permacrosito

RoF geografico utilizzo fibra perremotizzazione modulo RF dellestazioni radio micro.Portata: 10-15 km

Main Unit pooldi risorse di Banda Base

DAS 1

DAS 2

Cabinet Cabinet Cabinet

FTTCVDSL2modem

GW AGW A

GbE

SedeSL

Sedi SGU (aree urbane)

Antenne per Macrosito

Remote Unit per microcella

ONU

DASFTTBFTTCFTTH

GW

=====

Distributed Antenna SystemFiber To The BuildingFiber To The CabinetFiber To The HomeGateway

ONURoFSGU

VDSL2

====

Optical Network UnitRadio over FiberStadio di Gruppo UrbanoVery high bitrate Digital Subsriber Line 2

FIGURA 2› Architettura NGN2 per l’accesso mobile.

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D’ANTONIO › GIANOLA › ROMANO• Evoluzioni delle reti mobili verso la larga banda

52 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

5. Conclusioni

I sistemi radiomobili, che dal momento dellaloro introduzione e successiva diffusione di massahanno rappresentato una rivoluzione nel modo dicomunicare, si apprestano ora ad affrontare unulteriore cambiamento, quello del passaggio allalarga banda in mobilità. L’intero settore delle tele-comunicazioni si è attivato da tempo per arrivarepreparati a questo passaggio e Telecom Italia con ilprogetto NGN2 è come sempre tra i pionieri nellaprogettazione e nello sviluppo delle reti innovative.

luca.d’[email protected]@[email protected]

Gli autori ringraziano Paolo Semenzato e MaurizioMarcelli per le preziose indicazioni date alla stesuradell’articolo.

Luca D’Antonio si è laureato nel 1995in Ingegneria Elettronica presso l’Universitàdegli Studi di Roma “Tor Vergata”. Nel gennaio1996 è entrato in TIM, nel settore Tecnologiee Industr ia l izzazione del la l inea Svi luppoSistemi Radio. Nella sua attività si è occupatodi analisi dei prodotti BSS GSM e UMTS,della loro evoluzione e dello scouting di nuovetecnologie. Ha partecipato come delegato TIMal comitato tecnico RAN (Radio Access

Network) del consorzio 3GPP, per lo sviluppo delle specificheradio dell’UMTS, ed è stato il coordinatore delle sperimentazioniUMTS di TIM. Attualmente lavora nella struttura Wireless AccessEngineering, dove si occupa di evoluzione della rete radiomobiledi terza generazione e dell’integrazione con NGN2.

Paolo Gianola, ingegnere elettronico,dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso ilcent ro r icerche de l Gruppo, dove s i èoccupato de l la proget taz ione e de l laqualificazione di antenne e di sistemi radio perapplicazioni satellitari e per le reti di accessomobile. Nel 1995 ha vinto il Premio MarconiYoung Scientist. Tra il 1992 ed il 1998 hacontr ibu i to in numeros i proget t i a l larealizzazione di sistemi di antenna per stazioni

di terra in consorzi europei patrocinati dall’ESA (European SpaceAgency), mentre tra il 1997 ed il 2002 è stato responsabile delleattività di qualificazione tecnica dei sistemi radianti per le reti diaccesso mobili GSM/UMTS. Dal 2000 è responsabile dellosv i luppo d i s t rument i sof tware per la proget taz ioneelettromagnetica dei siti di antenna, inoltre è stato ideatore eresponsabile dello sviluppo e dell’analisi tecnica ed economica ditecnologie avanzate per sistemi di antenna come il Radio overFiber e le Reconfigurable Antennas.

Giovanni Romano, ingegnere elettronico,dal 1992 lavora in Telecom Italia, presso ilcentro ricerche del Gruppo, dove si è occupatodell’analisi delle prestazioni delle tecniche diaccesso radio per sistemi radio mobili. Inparticolare, tra i l 1999 ed il 2001 è statoresponsabile tecnico della sperimentazioneUMTS effettuata a Tor ino da TIM incollaborazione con Ericsson. Fino al 2005 èstato responsabile di numerosi progetti su

UMTS, focalizzati alla valutazione delle prestazioni del sistema,alla standardizzazione, alla sperimentazione in campo ed altesting. A partire dal 1996 ha iniziato a seguire i gruppi distandardizzazione internazionale ( ITU-R, ETSI e 3GPP) eattualmente è delegato Telecom Italia in 3GPP RAN, che sioccupa della definizione dell’accesso radio di UMTS e delle sueevoluzioni (HSPA ed LTE). Dal novembre 2005 fa parte delgruppo Technology Plan, Standards & IPR che per TILab sioccupa del coordinamento delle attività di standardizzazione.

BWA Brodband Wireless AccessCPRI Common Public Radio InterfaceCWDM Coarse Wavelenght Division MultiplexingDAS Distributed Antenna SystemEDGE Enhanced Data for GSM EvolutionFDD Frequency Division DuplexingFDM Frequency Division MultiplexingFFT Fast Fourier TransformFTTB Fiber To The BuildingFTTC Fiber To The CabinetFTTH Fiber To The HomeGbE Gigabit EthernetGPON Gigabit Passive Optical NetworkGW GatewayHSDPA High Speed Downlink Packet AccessHSUPA High Speed Uplink Packet AccessLTE Long Term EvolutionMIMO Multiple Input Multiple OutputMU Main UnitNGN2 Next Generation Network 2OBSAI Open Base Station Architecture InitiativeOFDMA Orthogonal Frequency Division Multiple AccessONU Optical Network UnitRoF Radio over FiberRU Remote UnitSGU Stadio di Gruppo UrbanoTDD Time Division DuplexingVDSL2 Very high bitrate Digital Subscriber LineWDM Wavelenght Division MultiplexingWRC World Radio Conference

— ACRONIMI

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I presupposti per uncambiamento della Rete

ROBERTO SARACCO La tecnologia costituisce un fattore abilitante all’evoluzione di sistemi com-plessi, quali una rete di telecomunicazione, ma anche un elemento trai-nante, considerando non la tecnolgia nella rete, ma quella che va a collo-carsi ai bordi, negli apparati che a questa si collegano. Questa secondaarea può, in qualche modo, essere associata alla domanda potenziale,anche se in realtà ne è un semplice presupposto.In questo articolo si considerano entrambi questi aspetti, ovvero evoluzio-ne complessiva della tecnologia e della relativa domanda, visti proprio intermini di abilitazione allo sviluppo della NGN2.

1. Introduzione

Alcuni macro analisti ritengono che oggi si siaall’inizio di una nuova fase dell’evoluzione dellaconoscenza in termini di fattori abilitanti nellaSocietà dell’Informazione. La prima fase è in generecaratterizzata dai computer e dalla loro diffusione,prima in nicchie e poi nel mass market. La secondafase è stata caratterizzata dalla connessione deicomputer attraverso le reti di telecomunicazioni (adaprile 2007 si stima che vi siano oltre 1 miliardo dicomputer connessi ad Internet). La terza fase,ancora iniziale, è caratterizzata dalla connessionetra persone.

A fine aprile 2007 Internet World Stats stimasiano connessi ad Internet 1.114.274.426 persone(notare la precisione!) ed è da queste connessioni, ein particolare dal modo in cui operano le personeconnesse, che deriva una caratterizzazione nuovadel valore nella Società della Conoscenza.

Se, infatti, nella prima fase il valore primariostava nell’efficienza (i computer aggregano le infor-mazioni e le rendono elaborabili e quindi fruibili inmodo variegato) e nella seconda fase le informa-zioni sono rese effettivamente accessibili in ognimomento, grazie alla connettività che permette a

ciascuno, potenzialmente in qualunque situazione,di richiedere un’informazione e trovarsela disponi-bile sul terminale in poco tempo, in questa terzafase le informazioni derivano dalla connessione trale persone che diventano al tempo stesso fruitori,produttori e certificatori delle informazioni stesse.Questo porta immediatamente all’emergere di flussiinformativi centripeti che mettono in crisi l’attualeofferta asimmetr ica del la rete. I 380 kbps in“upstream”, cioè dalla periferia alla rete, diventanoun collo di bottiglia, come molti hanno già toccatocon mano, banalmente, quando provano a mandarei 100 MB delle foto scattate in un week end (equiva-lenti a una cinquantina di foto prese con una mac-china digitale da 5 Mpixel) e scoprono che occorreben più di un’ora per effettuare il trasferimento.

Se le foto fossero quelle di una vacanza, e scat-tate con le nuove macchine fotografiche da 10Mpixel i tempi necessari diventerebbero di qualchegiorno.

Social Communit ies, Wiki, Blog, Podcast,Second Life: nomi che fanno parte di questa terzafase e che portano immediatamente alla necessitàdi ripensare la rete, che diventa sempre più un’in-frastruttura di connessione tra persone, non più traterminali.

SCENARI

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Nei paragrafi seguenti vedremo alcune delleevoluzioni tecnologiche che stanno rendendo pos-sibile questa nuova fase e come queste stesseevoluzioni permettano di disegnare una retenuova, non solo in termini di connettività fisica, maanche logica.

2. La crescita delle informazioni

L’università di Berkeley, nel 2000 e nel 2003, hapubblicato due studi sulla quantità di informazionicreate. La metodologia utilizzata misurava le infor-mazioni in bit equivalenti, sulla base di una con-versione virtuale in bit di tutte le informazioni con-siderate, da quelle pubblicate sui giornali, allefotografie, dai film, alle radiografie. I dati indica-vano una crescita vertiginosa delle informazioninei periodi considerati, arrivando, nel 2003, a rag-giungere i 5 EB (miliardi di GB) di informazionicreate e 17 EB trasmesse. Lo studio concludevacon la previsione di un raddoppio nelle informa-zioni prodotte ogni anno.

Questo significherebbe essere arrivati ad averprodotto 40 EB nel 2006.

La recente pubblicazione dello studio realizzatoda IDC sulle informazioni create, memorizzate etrasmesse nel 2006 conferma in modo sorpren-dente quella previsione. Secondo IDC nel 2006 leinformazioni prodotte hanno raggiunto l’equiva-lente di 41 EB e quelle trasmesse un volume di 161EB (il che significa un incremento leggermentesuperiore ad un raddoppio per ogni anno).

Le previsioni per il 2010, come mostrato infigura 1, indicano una prosecuzione di questo trendper raggiungere i 700 EB di informazioni create e i988 EB di informazioni trasmesse (questo dato pre-sume un rallentamento nel ritmo di crescita, unraddoppio ogni 17 mesi anziché ogni 12).

Vi sono tre elmenti interessanti, dal nostropunto di vista, collegati a questi studi e tendenze.

Il primo è che, mentre nello studio sull’anno2000 una buona parte delle informazioni era con-vertita in modo fittizio in bit, essendo in realtà codi-ficata in carta, inchiostro, pellicola …, nel 2003 si èvista una marcata diminuzione, proseguita fino al2006, in cui in molte aree si è avuto uno sposta-mento da atomi a bit; ad esempio le foto digitali(stampate) hanno superato quelle su pellicola, lamusica scaricata via rete (legalmente o meno) hasuperato quella venduta attraverso atomi, i filmprodotti in digitale si sono avvicinati a quelli pro-dotti su pellicola. Per il 2010 la previsione è di uncapovolgimento tra bit e atomi rispetto al 2003 conuna fortissima prevalenza dei bit.

Il secondo elemento è, per così dire, l’infor-mazione “amatoriale”. Questa già nel 2003 equi-valeva a quella prodotta dai professionisti del-l’informazione; (si escludono da questa analisi ibit legati alla telefonia voce); nel 2006 l’informa-zione amatoriale superava di 10 volte quella pro-dotta dai professionisti e nel 2010 il rapporto siavvicinerà a 100:1.

Il terzo elemento è la quantità di memoria.

Questa, pur continuando a aumentare, sarà infe-riore alla quantità di informazioni prodotte e tra-smesse. Nel valutare la quantità di memoria, tutta-via, occorre distinguere tra quella presente on-line,cioè accessibile tramite la rete, quella presente on-processing, cioè accessibile a computer per un’e-laborazione locale, e quella off -line. Lo stesso filmpuò essere memorizzato in un video server delcontent provider, in centinaia di server nella rete, inmilioni di computer e in milioni di DVD. Le architet-ture di rete sono fortemente influenzate dalla distri-buzione delle informazioni e delle applicazioni.Questa distribuzione è influenzata da fattori tecno-logici (costo delle memorie in continua discesa). Lacapacità di banda sulle grandi direttrici influenza learchitetture di duplicazione dei dati. Ad oggi sem-bra che la crescita del traffico peer to peer (difficileda ottimizzare con funzionalità multicasting anchese approcci alla Vid-Torrent sembrano promettereottimizzazioni per chi gestisce le reti) sia tale darendere comunque convenienti le duplicazioni dimemoria in rete.

A questi fattori tecnologici si affiancano fattoriregolatori, che possono influenzare la localizza-zione dei dati, fattori di protezione dei diritti d’au-tore (DRM, Digital Rights Management) che, spin-gendo al controllo dei dati, portano alla duplica-zione in locale delle informazioni come modo peraggirare i problemi. Vid-Torrent nasce proprio inrisposta ai tentativi di bloccare lo scambio di infor-mazioni protette (figura 2). Con questo sistemanon esiste un server da cui si scaricano le infor-mazioni ma migliaia di computer che pur posse-dendo tutte le informazioni ne trasmettono solouna piccola parte. Il traffico, in un certo senso, dapeer to peer diventa multipeer to peer.

Rimane, infine, da non sottovalutare il fattore psi-cologico, che porta un numero di persone a voler“possedere” i bit in forma di supporto di memorizza-zione. La quantità enorme di dati, creati e poi tra-smessi, da sola sembrerebbe giustificare un pro-getto di incremento significativo della capacità dellainfrastruttura di comunicazione in una spirale vir-tuosa, in cui la domanda cresce di pari passo con lacrescita dell’offerta (in realtà anche questa sarebbeuna approssimazione visto che l’aumento dell’of-

196161161

1717

988 Trasmitted

41

5

700 Created

670 Storage

2003 2006 2010

EB EB = Miliardi di GByte

Fonte:Berkley (2003);IDC (2006-2010)

FIGURA 1› Crescita delle informazioni. I dati sono stati omogeneizzatiper rappresentare le tendenze. Le fonti, infatti, hanno utilizzato metriche diverse.

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ferta ha un andamento discreto mentre quello delladomanda è in qualche modo continuo).

Tuttavia, se introduciamo la dimensione econo-mica, abbiamo un elemento certo, il costo per rin-novare l’infrastruttura ed uno molto incerto, i ritornieconomici generati dall’incremento di traffico e deiservizi.

Cruciale a questo riguardo è la comprensione diquale sia il fattore stimolante la crescita di sistema: lepersone oggi fotografano molto più di ieri, in quantohanno più voglia di fotografare e sono disposte aspendere di più per soddisfare questo loro bisogno,o fotografano di più perché costa molto meno foto-grafare? Se si guardano i numeri complessivi, larisposta è più nel senso di un minor costo che ha sti-molato i click, piuttosto che il contrario.

Diverso il caso del telefonino. Le persone com-plessivamente oggi spendono di più di quantospendessero ieri. Il telefonino ha occupato unospazio economico a svantaggio di altri settori… .

Ma cosa si può dire per le informazioni chevediamo crescere? La stragrande maggioranza diqueste, siano di tipo multimediale/televisivo, sianotestuale o voce (su IP) sembrano caratterizzarsi piùper una diminuzione dei costi, che non per unadisponibilità (o interesse) ad una maggiore spesa.

Certo che se le cose stessero proprio così,diventa difficile proporre, per finalità di business,un rinnovamento della rete motivato dalla crescitadella domanda di trasporto.

3. Spostamento del valore legato alle informazioni

Occorre tuttavia tenere presenti altri fattori delladomanda che si accompagnano a un maggioreintroito e che quindi possono “far quadrare i conti”.

Un primo fattore è direttamente legato alla cre-scita delle informazioni prodotte, trasmesse ememorizzate. Il valore non risiede più nell’informa-zione stessa, ma deriva dalla sua localizzazione(Storage), dalla possibiità di elaborarla (Processing)per trasformarla in qualcosa che si adatta al conte-

sto specifico e dal significato (Semantica) del-l’informazione. Questo è un aspetto cruciale. Unastessa informazione può significare cose diverse apersone diverse ed anche assumere significatidiversi per una stessa persona in momenti diversi.

Questo spostamento del valore è di forte impor-tanza per il business di un’azienda di telecomuni-cazioni, che, conoscendo il proprio cliente edessendo in grado di seguirlo ovunque si trovi, è ingrado di mediare tra cliente e informazioni.

Un secondo elemento è legato indirettamentealle informazioni e precisamente alla possibilità dicollegare informazioni tra loro per fornire da un latoservizi a reale valore aggiunto e dall’altro permet-tere il loro sviluppo nell’ambito di un ecosistema.

E questo è il momento opportuno per chiarirecosa intendo con servizi a valore aggiunto: quelliper cui si chiede al cliente di pagare di più e a cui ilcliente acconsente, perché ne percepisce il valore.In questo senso non è valore aggiunto proporre unbundle di servizi, in cui la somma dei prezzi singoliè maggiore del prezzo che viene richiesto. Il tripleplay offerto, come si vedono le pubblicità in USA,in termini di “prendi il servizio da me e paghi 110dol lar i anziché i 160 che dovrest i pagare sepagassi separatamente la connessione a Internet,telefono cavo e televisione” non è un servizio avalore aggiunto, è in effetti un distruttore comples-sivo di valore (utile magari per acquisire marketshare o bloccare la concorrenza ...).

Il collegamento tra informazioni è un qualcosache si sta sviluppando tumultosamente, in granparte situandosi fuori della rete. Un esempio sono imash ups, punti del web a cui un cliente accedeper trovare informazioni aggregate in modo visivo,facile da percepire e capire, in cui diversi attori,indipendentemente l’uno dall’altro, offrono dati chesi vanno ad aggregare in modo variabile a seguitodelle interazioni con il navigatore. Lo strato di baseper molti mash ups è costituito dalle mappe dellaterra rese disponibili da Google Earth.

Su questo strato si vanno ad aggregare fotogra-fie (Planet, Flickr), informazioni sui voli (BritishAairways), sugli alberghi (Marriott), su informazionicollegate a quel luogo (CNN, Times) … .

Questo collegamento può essere visto in modoprospettico come fonte di nuovi introiti per unasocietà di telecomunicazioni. In un certo senso siviene a creare, per una varietà di catene del valore,la figura dell’aggregatore, che non necessaria-mente deve concordare cosa si deve aggregarecon i vari attori, (quanto succede con il sistemaiMode di DoCoMo in cui l’aggregazione avvienecontrollando interfaccia e billing), ma che invecemette a disposizione piattaforme e servizi su cuialtri costruiscono una offerta. Questo è quanto faoggi ad esempio Google, che “regala” le suemappe a chiunque, mantenendosi il diritto di veico-larvi sopra la pubblicità. Un operatore di telecomu-nicazioni può certamente entrare in questo modellodi business, ma può svilupparne altri che sono inqualche modo più consoni alla sua “tradizione”. Adesempio un Operatore conosce molto del suocliente (in senso tecnico) e della sua posizione.

FIGURA 2› Grafico di distribuzione del traffico in una situazioneVidTorrent, in cui il contenuto è scaricato in contemporanea da molticomputer (in verde) su richiesta di un utilizzatore (in giallo).Situazione in tempo reale nel campus del MIT.

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Inoltre conosce la distribuzione dei clienti e questopuò essere messo a valore per l’offerta di servizi daparte di terzi. Il punto qui è di spostare a valle la per-cezione del valore e a monte il ritorno economico!

Si pensi, ad esempio, all’IPTV (Internet ProtocolTelevision), vista non come fruizione di contenuti apagamento (in cui l’Operatore si fa pagare dalcliente finale, ma poi rigira una buona parte delricavo al proprietario dei contenuti), ma piuttostoall’IPTV vista come piattaforma.

Il concetto di piattaforma è importante e neces-sita di alcuni approfondimenti. Qui il termine è uti-lizzato in senso economico, non informatico. Unapiattaforma è un insieme di oggetti, caratteristiche,regole che possono dare origine allo sviluppo di undato business.

Un esempio è l’iPod che è diventato, grazie alsuo successo di massa, una piattaforma e che,essendo diventato una piattaforma, a sua volta hamoltiplicato il valore per Apple. Attorno all’iPod sisono sviluppate una varietà di oggetti, che sfrut-tano la sua penetrazione e al contempo ne aumen-tano l’appetibilità. Esistono oltre 3000 oggettiagganciati alla piattaforma iPod, che ne hannoaumentato l’appetibilità, andando a stimolarne l’a-dozione in nicchie che, magari, hanno acquistatoun unico gadget, ma che comunque hanno fattovendere un iPod in più alla Apple.

Tutti questi gadget costituiscono l’ecosistemaiPod, al quale si può far anche corrispondere lacomunità degli iPodiani. A questo ecosistemaappartengono anche i nuovi modi di comunicare, iPodcast e VideoCast, le fotografie pensate perl’iPod, le animazioni, i libri.

Ma torniamo all’IPTV. La differenza tra unadistribuzione di contenuti video effettuata tramitebroadcast e l’IPTV si può sintetizzare nella possibi-lità di conoscere, in modo specifico, il “cliente” (sinoti come questo non sia scontato in molte IPTV incui viene forzato il paradigma della fruizione televi-siva per cui si conosce il televisore ma non chi cista davanti) e la sua localizzazione. Questo per-mette di personalizzare il flusso dei contenuti afavore di terz i in un’architettura mash ups.Possono, ad esempio, essere rese disponibili infor-mazioni sovrapposte alle immagini che via viascorrono in un film, sovrapposizioni che proven-gono da diversi produttori, che, in qualche modo,ricevono l’accesso tramite la mediazione del distri-butore dell’IPTV. In pratica il valore sta nella possi-bilità del controllo flessibile delle informazioni chescorrono, piuttosto che nell’informazione stessa. AlMedia Lab stanno lavorando per creare un sistemache permetta di sostituire oggetti presenti in un fil-mato, ad esempio in funzione del cliente che staguardando il film appare la lattina di Coca Colapiuttosto che una bottiglia di Gin... .

4. Spostamento del valore legato alla fruizionedelle informazioni

I sistemi di visualizzazione continuano ad evol-vere sia sotto il profilo tecnico, sia dal punto di

vista produttivo (con le ovvie ricadute economi-che). Quello che oggi sta avendo il maggioreimpatto è proprio l’evoluzione del processo produt-tivo, diventato molto complesso anche in termini diattori coinvolti. La Samsung acquista alcuni com-ponenti base per i nuovi schermi piatti da alcuneaziende statunitensi, assembla gli schermi nei suoistabilimenti in Corea, mentre la costruzione deltelevisore viene completata altrove (in Messico peril mercato statunitense).

Queste ottimizzazioni continuano a far scendereil costo/prezzo degli schermi, a tal punto da avercreato enormi problemi nel retail.

Gli schermi, poi, diventano sempre più grandie nella prossima decade aumenteranno ulterior-mente la loro definizione e questo non perché ilsegnale televisivo richieda definizioni maggiori,ma perché su quegli schermi si andranno a veico-lare informazioni a definizione molto più alta dellatelevisione (figura 3).

Se avete appena acquistato una macchina foto-grafica digitale è praticamente certo che questa hauna definizione almeno doppia rispetto all’HDTV.Nella prossima decade avremo una “piattaforma”costituita da macchine fotografiche digitali, ingrado di fornire immagini 10 volte più definiterispetto al segnale televisivo (figura 4).

Queste immagini saranno fruite internamentealla casa, ma anche condivise con amici e parentie visualizzate su nuovi schermi, quasi come se fos-sero dei dipinti. Pensate a quanti quadri avete incasa. Certamente di più che televisori, ma in futuromolti quadri non saranno più su tela, ma su silicio.Iniziamo già oggi a vedere i primi esempi: le cornicidigitali erano una rarità lo scorso anno, ora stannodiventando comuni sugli scaffali dei supermercati.

Un ulteriore elemento di spostamento di valoreè lo spostamento degli eye-balls, come viene defi-ni to dal le persone del market ing ( f igura 5) .L’attenzione (gli occhi) sta abbandonando semprepiù il televisore “tradizionale” per portarsi su altre

FIGURA 3› Micro schermi in grado di comunicare o di essere inseritiovunque. Il loro costo è di qualche euro.

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cose, non necessariamente il PC. Pensiamo al cre-scente ruolo delle game station (che oggi si sonodiffuse a tal punto da far venire voglia a Microsoft ea Sony di utilizzarle come hub per il controllo dellacasa), ai giocattoli (sempre più sono connessi a“una rete”), alle comunità sociali legate dalla pre-senza di un’interattività sincrona e asincrona. Maproviamo anche ad immaginare che qualunqueoggetto può diventare un punto di attrazione del-l’attenzione, su cui (ed è qui la novità) diventa pos-sibile veicolare informazioni e servizi.

L’evoluzione della visualizzazione si muove sudue direttrici di primario interesse per il businessdelle telecomunicazioni. L’aumento della defini-zione e la pervasività della visualizzazione. Non èlontano il momento in cui le etichette del barattolodi conserva diventeranno schermi in grado di inte-ragire tramite immagini diverse a seconda di chiprende in mano il barattolo! Alcuni studi stannoimmaginando di creare dei grandi schermi conbarattoli di pomodori, in modo che, quando sipassa di fianco allo scaffale, si vede l’immagine del

campo da cui sono stati raccolti,mentre quando lo si prende inmano, quel barattolo in iz ia amostrare informazioni specifiche,come la data di scadenza.

L’attenzione è un elemento divalore fondamentale e questa puòessere reinterpretata tramite laconnettività. Una rete, in cui nonvi siano limiti di banda, in cui siapossibile l’accesso mediato adinformazioni legate ad una comu-nità, (nel senso in cui ogni singoloappartiene a molte comunità ed inun particolare istante a quella cheha la prevalenza) diventa un ele-mento fondamentale per il busi-ness complessivo, una piat-taforma a cui il Business , con la“B” maiuscola, si aggrega in modospontaneo.

L’aumento della definizione ha un impatto per-cettivo importante. Sappiamo, infatti, che al supe-ramento di una certa soglia i nostri occhi non sonopiù in grado di distinguere l’immagine elettronicadalla realtà. Si noti che l’immagine elettronica puòavere una profondità che non è raggiungibile dallacarta (stanno in effetti apparendo i primi schermicon superfici lenticolari o a separazione di imma-gine che danno un senso di profondità anche note-vole all’immagine).

Queste immagini raddoppiano la richiesta dibanda, ma questo aumento è trascurabile rispettoal la numerosità di oggett i che r ichiederannobanda e che la richiederanno nella misura in cuiquesta sarà percepita come gratis (anche se nonlo è: pensiamo all’uso che facciamo dell’energiaelettrica; ogni nuovo elettrodomestico che acqui-stiamo “consuma” ma questo consumo non èaffatto percepito e, in genere, non condiziona l’ac-quisto). La gratuità della banda, credo, sia un ele-mento di cui occorra tenere conto, perlomeno inprospettiva. La banda costa, ma se è gratis per ilcliente finale, chi paga?

Nuovi modelli di business sono essenziali peruscire fuori da questo paradosso.

Torniamo all’impatto percettivo dell’altissimadefinizione. Studi recenti hanno dimostrato cheaumenta l’interesse ad interagire con le immagini, edove c’è interattività c’è un elemento a vantaggiodelle infrastrutture di telecomunicazioni.

Vi sono interessanti lavori “ in corso” al laCarnegie Mel lon Univers i ty e a l Media Lab(figura 6). Ad esempio il gruppo del Media Lab,che si occupa delle frontiere del cinema, oggilavora esclusivamente sui telefonini come stru-menti su cui sperimentare le frontiere del cinema… e cer tamente non per i l loro schermo!L’interesse deriva dal fatto che il telefonino ha“interiorizzato” le tre caratteristiche su cui si stalavorando per il cinema del futuro: identificazionedi chi guarda per adattare la modalità rappresen-tativa, localizzazione per contestualizzare il “rac-conto” e interazione. Attenzione, nessuno imma-

16 Mpx100 Mbps

2 Mpx15 Mbps

NED

WQXGA

2010 2015 2020

Digital Cameras

Home BandwidthTV - HDTV - TrueLifeTV

Screens

av. Bandwidth per home

Mega...

HDTVNED

WQXGA

===

High Definition TVNano Emissive DisplayWide Quad Extended Graphics Array

FIGURA 4› Previsione di crescita della definizione delle Digital camera rispetto a quella dell’HDTV.

FIGURA 5› Sistema automatico di misura dell’attenzione e dellostato emotivo realizzato al Media Lab per monitorare la reazione aspettacoli televisivi.

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gina che il cinema del futuro sia una sostituzionedel cinema di oggi. Tutt’altro. Si tratta di unanuova modalità espressiva, che fa leva su nuovedisponibilità tecnologiche e porta a nuovi modellidi fruizione e, anche, di business.

Il cinema, nato per essere visto in sale, insiemea tante altre persone (che permettessero la riparti-zione dei costi degli apparati di proiezione) e da fargirare in circuiti molto ampi (per ripartire i costi diproduzione) con una durata intorno alle due ore,domani può sfruttare anche altre tecnologie erispondere a modalità di utilizzo diverse, ad esem-pio creando mini filmati da fruire nell’arco di qual-che minuto.

Inoltre, l’abbattimento dei costi di produzionepermette a molti di cimentarsi nel ruolo del regista,i costi distributivi praticamente azzzerati (YouTube)permettono di raggiungere nicchie geografica-mente distribuite (la long tail) che di per sé nongenerano un business significativo. Tuttavia chi sipone nella funzione di aggregatore può sfruttare ilfattore moltiplicativo di un mercato, che comuqueconta miliardi di fruitori potenziali e quindi ricavarenotevoli rendite.

Il cinema ha subito una trasformazione dalpunto di vista di modelli di business nel corso degliultimi 15 anni: da un contenuto che trovava in sestesso il valore remunerativo, ad un contenuto allaricerca di sponsorizzazione, al film che diventa trai-ler pubblicitario per la vendita di gadget (vedi WaltDisney) con un cambiamento della catena delvalore, in cui il ricavato dai pop corn diventa l’ele-mento fondamentale per i gestori delle sale cine-matografiche.

La catena del valore, orientata a proteggere ladistribuzione cinematografica, è nel tempo cambiataper massimizzare il valore delle catene distributive,con film che si vedono in prima visione e di cui siacquista il DVD due settimane dopo perché con-tiene alcuni spezzoni tagliati nell’edizione cinemato-grafica o perché è da tenere in casa. Questo ha por-tato a vincolare i diritti sulla specifica catena distri-

butiva; i diritti non stanno più sul contenuto, ma sucome lo si distribuisce. Questo mondo del packa-ging va potenzialmente a favore degli Operatori,anche se viene richiesto una revisitazione di tutta lacomplicatissima matassa dei diritti d’autore. (chepoi siano in effetti dell’autore è tutto da discutere).

Qui conviene fare una riflessione sul DRM.Questo è nato in un contesto in cui una volta che ilcontenuto era rilasciato diventava impossibile con-trollarne l’uso successivo. Da qui lo sviluppo ditecnologia mirata a bloccarne l’uso. Tu compriquesto film su questo DVD e io faccio in modo direnderti impossibile la copia. Lasciando perderel’ovvia constatazione che per ogni persona dedi-cata a inventare sistemi per bloccare la copia ve nesono migliaia ingegnose che si dedicano con pas-sione a aggirare il blocco con le conseguenze visi-bili a tutti, conviene prendere un punto di vista ditipo economico.

Ha senso cercare di bloccare la diffusione nonautorizzata del contenuto o non sarebbe meglio, sesi potesse, regolarla favorendola. Se scarichi unacanzone da iTunes non puoi usarla per sonorizzarela tua proiezione casalinga di slide via computer.Non sarebbe meglio avere un bottone su iTunesche ti stimola a usare la canzone che hai acqui-stato anche per dare emozione alle foto e che persoli 10 cent in più ti adatta la codifica in modo daottimizzarla per quello scopo? Io pagherei volen-tieri i 10 cent aggiuntivi invece di subire l’umilia-zione di andare a chiedere al figlio di craccare lacanzone (che ho pagato) in modo da poterla usare(e sentendomi dire: vedi, l’avessi scaricata gratiscon eMule non avresti questi problemi!).

Ma si può? Certo. Ora con telecomunicazionipervasive è possibile accompagnare il contenutonei suoi spostamenti, adattarlo, utilizzarlo per farepubblicità trasformare una vendita in una continuaopportunità di interazione con il cliente.

5. Da prodotti a servizi

Il tracciamento continuo permette di trasfor-mare potenzialmente ogni prodotto in un servizio.Mentre il primo esaurisce l’interazione tra fornitoree cliente nel momento della vendita, nel secondol’interazione continua ed è potenzialmente pre-sente ogni volta che viene utilizzato il servizio.

L’ubiquità delle telecomunicazioni diventa unfattore abilitante, così come la percepita gratuitàdella connessione. Un tema, questo della gratuitàdella connessione, che ritorna e che deve spingerea considerare altr i modell i di business. Nellamisura, infatti, in cui la gratuità (anche solo perce-pita) stimola ad un utilizzo di servizi, che, indiretta-mente, creano maggior valore alla connettività e achi la fornisce, i conti quadrano.

Il passaggio da prodotto a servizio, inoltre, puòessere gestito, tramite piattaforme (informatiche edi relazioni), in modo tale che ad un prodotto sipossano associare più servizi erogabili da attoridiversi, formando un ecosistema che aumenta ilvalore percepito e stimola l’innovazione.

FIGURA 6› Banco di sperimentazione per il cinema olografico. Siamoancora molto distanti da un prodotto fruibile in questo campo ma laricerca continua ad esplorare nuove direzioni per la visualizzazione,assumendo che la banda richiesta non sia un problema.

NGN2 SARACCO 20-06-2007 17:26 Pagina 58

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SARACCO• I presupposti per un cambiamento della Rete

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 59

SP

EC

IAL

E N

GN

2La diffusione dei sistemi di identificazione, comele tag RFID (Radio Frequency IDentification) o quelleottiche, apre enormi spazi di business ai servizi. Unesempio per tutti. L’export di vini piemontesi inGiappone ha subito un forte declino nel 2006. Laragione? I viticoltori australiani hanno iniziato a met-tere su ogni bottiglia di vino esportata in Giapponeun’etichetta RFID che può essere letta dal telefonino(in Giappone i telefonini in grado di leggere le taghanno superato, ad inizio 2007, i 7,5 milioni). Comemostra la figura 7, quando l’acquirente ha in manola bottiglia può appoggiarvi sopra il telefonino, chelegge la tag, e fa apparire sullo schermo un menù,tramite cui il cliente può scegliere di vedere un videoclip del vigneto che ha prodotto i grappoli con cui èstato fatto il vino in quella bottiglia, seguire il pro-cesso di vinificazione e imbottigliamento, riceveresuggerimenti sulla decantazione, sugli abbinamenticon cibi giapponesi … .

Si noti come queste informazioni non sianopresenti nella tag della bottiglia. Questa è un sem-plice indirizzo internet a cui il telefonino vienemandato per reperire il menù e le successive infor-mazioni. Si noti, inoltre, come queste informazionipossano essere personalizzate al richiedente inquanto al sito arriva sia la richiesta identificante labottiglia sia le informazioni del richiedente (nellamisura in cui questo è disponibile a rilasciarle) percui diventa possibile, ad esempio, paragonare ilvino della bottiglia a quello di un’altra bottiglia chequel cliente aveva comprato (e si suppone bevuto)precedentemente. Ma ancora. Queste informazioninon necessariamente devono essere tutte pro-dotte e gestite dalla casa che vende il vino. Inparte potranno essere fornite dal punto di vendita,che ha interesse a fidelizzare il cliente proponen-dogli altre cose, ad esempio ingaggiandolo in unavalutazione organolettica on line sul vino che hacomprato per capire i suoi gusti, e meglio indiriz-zarlo infuturo, in parte potranno essere fornite daristoranti, da aziende, che vendono bicchieri e cheavranno interesse a far versare il vino, nei filmatipropost i , o anche da aziende tur ist iche chepotrebbero proporre di andare a bere il vino…sulposto.

Come si vede una varietà di attori, che si tro-vano casualmente agganciati in un ecosistemagenerato dalla bottiglia e reso possibile dalle tele-comunicazioni.

6. Mass Market o Business?

Fino a questo punto sembra che la NGN2 sia diprimario interesse per il mercato mass market. Infondo tutte le innovazioni citate e il loro utilizzosono riferite a quel mercato. Tuttavia se si osser-vano i modelli economici sottesi, si nota come ingran parte dei casi questi poggino solo in parte sulmass market. Il grosso del flusso di revenue non èarrivato dal cliente finale, che fruisce della connet-tività, ma deriva da chi spinge informazioni (o leeroga su richiesta o le complementa) e quindi ingenerale dal mondo business.

La NGN2, proprio per questo motivo, è unmotore di innovazione per il sistema produttivo inquanto mette a disposizione dell’impresa, grande epiccola, un’enorme capacità di efficienza nel con-tatto con il cliente finale, per l’erogazione di servizie per la costruzione di servizi in un modello di busi-ness a rete lasca (che non richiede quindi una seriedi contratti tra i diversi attori).

Dal punto di vista dell’evoluzione complessiva edella domanda la figura 8 si spezza sostanzial-mente in due parti, che sono anche concettual-mente due livelli. Da un lato, la parte (a sinistradella figura) delle terminazioni di rete, pervasive,che portano alla fruizione di una banda che vieneassunta/erogata in quantità tale da poter essereconsiderata illimitata e dall’altra, un costo, cherispetto ai singoli servizi, è sotto la soglia di perce-zione in quanto costo di connettività.

In questo senso la NGN2 è veramente un’infra-struttura di base a favore di tutto il Sistema Paese,un po’ come l’infrastruttura stradale.

Questa parte, ovviamente, non ha capacità illi-mitata. La banda effettivamente fruibile per i clientisarà compresa tra i 2 e i 50 Mbps. La soluzioneGPON (Gigabit Passive Optical Network) prevedeuna banda in partenza di 2,5 Gbps (downlink), cheviene suddivisa tramite splitter su 32-64 clienti. Daun lato, però, nei prossimi anni si avrà un passag-gio dai 2,5 a 10Gbps, moltiplicando quindi labanda al cliente finale per 4 e, dall’altro, in pre-senza di richieste ulteriori di banda ,si potrà dimi-nuire il rapporto di splitting, moltiplicando quindi labanda fruibile singolarmente.

In questo senso si può sostenere che la bandafornita è illimitata, rispetto alla domanda.

Inoltre la struttura stessa della rete si presta adintegrare soluzioni tecnologiche per l’ultima partedella connessione di tipo diverso, aggiungendoulteriore flessibilità e rendendo possibile lo sfrutta-mento delle evoluzioni tecnologiche in sintonia conle richieste del mercato.

Dall’altro lato della figura, i sistemi e piat-taforme informatiche, che si possono anche consi-derare come appartenenti ad uno strato diverso.

FIGURA 7› Tappo con RFID utilizzato in bottiglie di vino pregiato italiano. A destra bottiglie con etichette RFID che possono essere letteda cellulari con tecnologia NFC (Near Field Communications).

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Page 36: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

SARACCO• I presupposti per un cambiamento della Rete

60 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

È qui che abbiamo il cambiamento radicale diprospettiva, anche se i grandi investimenti sononecessariamente legati alla parte precedente. Infatti,i sistemi infomativi non sono una novità, ma nellarete di oggi sono stati pensati come sistemi per otti-mizzare le diverse procedure di Operation andMaintenance (incluso ovviamente Provisioning eCustomer Care): sistemi, quindi, importantissimi perefficacia e efficienza, ma costruiti per l’interno.

Questa architettura, invece, è pensata per piat-taforme aperte all’esterno, per consentire l’aggrega-zione di business, per permettere, cioè, a terzi dicreare e proporre servizi, sfruttando la rete, non soloin termini di connettività.

7. Conclusioni

La NGN2 comporta un passaggio importante, cheindirizza un riposizionamento dell’Azienda: da purofornitore di TLC a intermediatore di business, spo-stando, quindi, il suo mercato dai 40 miliardi di euro(valore del settore TLC in Italia) corrispondente a circail 2,8% del PIL, ad un’area stimabile in circa il 40% delPIL, in cui le TLC possono giocare un ruolo impor-tante. Se anche si riesce a convogliare nel settore TLCsolo una piccola percentuale di quest’area, questosignificherebbe aumentare le revenues in modo moltosignificativo! Lo spazio di crescita delle telecomunica-zioni viene stimato da alcuni, con questo ingresso neisettori verticali, anche al 100% di quello attuale. Unospazio, quindi, enorme, che non può che renderci otti-misti e impegnarci al massimo per il futuro.

[email protected]

Roberto Saracco si è diplomato inInformatica e ha una laurea in matematica conun perfezionamento in fisica delle particelleelementari. Negli oltre trent’anni in TelecomItalia ha partecipato a molti progetti di ricerca,in commutazione, reti dati, gestione della rete,occupando varie posizioni di responsabilità.Negli ultimi dieci anni i suoi interessi si sonospostat i verso g l i aspett i economicidell’innovazione. Attualmente è responsabileper Trend e Scientif ic Communications in

TILab. Dal 2001 al 2003 ha formato e condotto un gruppo diricerca sulle implicazioni economiche dell’evoluzione tecnologica alFuture Centre a Venezia; ha guidato un progetto della WorldBank/Infodev in America Latina che ha portato ad identificare oltre100 proposte di innovazione applicata. È Senior Member dell’IEEEed ha collaborato e diretto vari comitati tecnici. Nel 2002-2003 èstato eletto VP per i Membership Services della CommunicationsSociety e dal 2005 è responsabile per i rapporti verso le SocietàAssociate a questa (oltre venti in tutto il mondo). Ha partecipato amolti settori di standardizzazione nelle telecomunicazioni eattualmente conduce un team di ricerca composto da ricercatoridi una dozzina di centri di Foresight europei, giapponesi eamericani nell’ambito del progetto FISTERA per identif icaretraiettorie tecnologiche nei prossimi quindici anni. È autore di moltepubblicazioni e libri.

CRM Customer Relationship ManagementDRM Digital Rights ManagementDSLAM Digital Subscriber Line Access MultiplexerERP Enterprise Resource PlanningFTTB Fiber To The BuildingFTTC Fiber To The CabinetGPON Gigabit Passive Optical NetworkIPTV Internet Protocol TelevisionNFC Near Field CommunicationsNGN Next Generation NetworkRFID Radio Frequency IDentification

— ACRONIMI

Aree a Larga Banda

GPON

OPTICALPACKETMETRO

OPTICALPACKET

BACKBONE

MULTISERVICEEDGE NODE

(PoP)

IT-PLATFORM PERSONAL COMMUNICATIONPLATFORM

CENTRI DI SERVIZI(DATA & APPLICATION CENTER)

ICTSERVICES PLATFORM

MULTIMEDIA PLATFORM

CRM

VOIP

P2P

B2B+C

C2P

WEB

MUSIC

MANAGEDSERVICES

MessageStore

VIDEO GAMES

IPTV DVB-H

VIDEOOVER IP

CRM

CONTENT ENGINE/DRM

SQRUTILITY COMPUTING

MSG

HSS DIRECTORY MSG

CUSTOMERDATA BASE

NETWORKDATA BASE

DATAWAREHOUSE

SERVICEDELIVERY

SERVICEASSURANCE

TRAFFIC &USAGE

WORF FORCEMANAGEMENT

NETWORKNEUTRAL EM

NETWORKMANAGEMENT

BILLING ERP

Aree a Larghissima Banda

CPE

CPE

FTTB

FTTB/B(100 Mbit/s)

FTTCVDSL2

(50 Mbit/s)

ADSL2+(10 Mbit/s)

IP-MSN(ONU)

IP-DSLAM(4.000)

storage

BBAM-CN

RAM-CN

Messagingcollaboration Applications

Disasterrecovery

Storageon demand

B2BC2PCPE

CRM

====

Business to BusinessCircuit to PacketCustomer Premises EquipmentCustomer Reletionship Management

GPONHSSP2PPoP

====

Gigabit Passive Optical NetworkHigh Speed SwitchPeer to PeerPoint of Presence

DSLAMERP

FTTBFTTC

====

Digital Subscriber Line Access MultiplexerEnterprise Resource PlanningFiber To The BuildingFiber To The Cabinet

FIGURA 8› NGN2: il modello di business.

NGN2 SARACCO 20-06-2007 17:26 Pagina 60

Page 37: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 61

TIM Brasil:storia e prospettive

GIORGIO ROMANIN

SIMONE TOPAZZI

Una popolazione di oltre 180 milioni di abitanti, una superficie (divisa in 26 Statied un distretto federale) grande quasi 30 volte l’Italia: il Brasile è una nazioneestremamente complessa sotto molteplici aspetti: culturale, etnico, ambienta-le ed economico. Un Paese che se da un lato continua a soffrire di disparitàmolto spiccate, d’altra parte vive una fase di crescita economica non indiffe-rente con prospettive future molto interessanti. Telecom Italia è presente dal1996 con TIM Brasil. Una realtà che è riuscita a concretizzare un modello dibusiness consolidato all’interno di un mercato, quello della telefonia mobile, incostante crescita. Il boom della telefonia mobile, comune un po’ in tutto ilmondo, qui diventa ancora più evidente proprio per le grandi estensioni ed ete-rogeneità geografiche, che rendono più complicata la copertura del territoriocon linee fisse. Senza contare che, grazie anche all’assenza di costi fissi, il ser-vizio prepagato mobile ha giocato un ruolo fondamentale nell’universalizzazionedei servizi di telefonia. TIM Brasil è pertanto riuscita ad acquisire una posizionedi rilievo nel panorama della telefonia mobile brasiliana in termini di soddisfazio-ne e preferenza del cliente, nel posizionamento del brand, (sia nel mercato retailche in quello corporate), come nell’acquisizione di quote di mercato.L’articolo presenta un quadro aggiornato della realtà di TIM Brasil, ripercorren-do la storia dell’impegno di Telecom Italia in Brasile, fino all’attuale struttura. Inparticolare vengono descritte le specificità del mercato e della regolamentazio-ne brasiliana, congiuntamente con le soluzioni tecnologiche sviluppate da TIMBrasil in un mercato altamente competitivo e molto differenziato da un punto divista delle tecnologie presenti e delle offerte verso la clientela. Viene fornito infi-ne uno spaccato sulle possibili evoluzioni tecnologiche verso UMTS/HSPA eWiMAX, di prossima regolamentazione nel mercato brasiliano.

1. Introduzione

TIM cominciò a fornire servizio come Operatoreradiomobile in Brasile nel 1996, acquisendo duelicenze AMPS/TDMA1 (operanti nella banda 850MHz)negli Stati di Bahia e Minas Gerais. Dopo la privatiz-zazione di Telebras (holding composta da tutti gliOperatori pubblici di telefonia) ha visto Telecom Italia

acquisire le Società operanti in ulteriori nove Stati,nelle regioni Sul, Sudeste e Nordeste2, costituendocosì le cosiddette società Overlay (OVLY).

Prima di tale data, infatti, i l mercato delleTelecomunicazioni brasiliano era gestito da unasola Compagnia statale - Telebras - che controllavaOperatori regionali, presenti in ogni Stato (circa 25),e da un Operatore di Lunga Distanza - Embratel.

INTERNAZIONALE

(1)

AMPS (Advanced Mobile Phone System) sistema cellulareanalogico (equivalente al TACS) poi sviluppatosi in Digital-AMPS o TDMA (Time Division Multiple Access), tecnologia dicomunicazione radiomobile digitale che utilizza portanti di 30KHz su cui vengono multiplati su base tempo 3 utenti.

(2)

Il Brasile ha un ordinamento federale, organizzato con 26Stati regionali più la capitale federale (Brasilia): ognuno degliStati ha una capitale amministrativa, solitamente rappresen-tata dalla città più popolosa della regione.

TIM BRASIL 18-06-2007 12:39 Pagina 61

Page 38: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

ROMANIN › TOPAZZI• TIM Brasil: storia e prospettive

62 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Il processo di liberalizzazione del mercatodelle Telecomunicazioni della fine degli anni’90 (si veda il riquadro di approfondimento:“Tipologie di licenze per servizi di TLC inBrasile”), ha portato, alla suddivisione delBrasile in tre regioni per i servizi di TelefoniaFissa3, una regione per i servizi di LungaDistanza e otto regioni per le attività diTelefonia Mobile (nella banda A) gestite dalleSocietà nate dalla suddivisione di Telebras eda Embratel. Il settore mobile è stato poiaperto alla concorrenza con l’assegnazionedelle licenze per servizi cellulari. nella bandaB in 10 regioni in competizione con gl iOperatori nella banda A.

Nell’aprile ’99, poi, sono state introdottele Compagnie “mirror” con l’obiettivo dicompetere nel la telefonia f issa in ogniregione con le quattro Società già presenti.In ta l modo sono entrat i nel mercatoBrasiliano quattro nuovi Operatori privati; e,più tardi, sono state avviate dalla localeAutorità per le Telecomunicazioni (Anatel)ulteriori licitazioni locali per far nascere pic-coli Operatori in specifiche nicchie di mer-cato.

Negli ultimi anni il mercato mobile si èulteriormente articolato con la presenza diquattro bande di frequenza (A, B, D ed E)assegnate in concessione ai vari Operatoriin ognuna delle dieci aree.

TIM Brasil ha acquisito nel 2001 le licenze PCS(nelle bande 900 e 1800 MHz) necessarie per ope-rare sull’intero territorio nazionale e in Ottobre2002 ha lanciato il servizio GSM4: TIM è stato ilprimoOperatore a lanciare il servizio GSM nellacapitale federale e in tutta l’area Centro-Ovest delBrasile. L’organizzazione territoriale di TIM Brasil èriportata in figura 1.

TIM Brasil, unico Operatore brasiliano presentein tutti gli stati del Paese, ha una base clienti dicirca 26 milioni (dato di fine 2006), arrivando adessere il secondo Operatore di telefonia mobile inBrasile con una quota di mercato del 25% dopoVivo (i cui azionisti di riferimento sono TelefónicaMóviles e Portugal Telecom) e davanti a Claro dellamessicana América Móvil.

TIM offre copertura radiomobile in più di 2450municipi (quasi tutti i municipi superiori a 20milaabitanti), pari alla quasi totalità della popolazioneurbana del Brasile. TIM Brasil è stato inoltre ilprimo Operatore a lanciare nel 2004 servizi datibasati su tecnologia EDGE, che oggi viene offertosulle 459 principali città del Paese.

Dal primo febbraio 2006, le Società regionaliche costituiscono TIM Brasil sono riunite nella hol-ding TIM Participações, società quotata presso laborsa di São Paulo e ADR (American DepositReceipt) nella borsa di New York (figura 2).

Roraima Amapá

Paraná

Ceará

Goiás

Parába

Rio GrandedoNortePernambuco

AlagoasSergipe

Espirito Santo

Rio de Janeiro

Santa Catarina

Rio Grandedo Sul

Rondônia

Distrito Federal

Maranhão

ParáAmazonas

MatoGrosso

Tocantin

MinasGerais

Bahia

Piau

MatoGrossodo Sul São

Paulo

Acre

TIM GSM operations (PCS): Tim São Paulo (TSP) Tim Rio (TRJ) Tim Norte (TNO) Tim Centro Oeste (TCO)

TIM GSM & TDMAOperations (OVLY): Tim leste (TLE) Tim Sul (TSU) Tim Nordeste (TNE)

FIGURA 1› Organizzazione di TIM Brasil.

(3)

Le tre holding nate dalla suddivisione di Telebras sono: TeleCentro Sul, Tele Norte Leste e Telecomunicações de SãoPaulo.

(4)

Da notare che la scelta del governo brasiliano di assegnare lebande 900 e 1800 per servizi radiomobili è in accordo con lasituazione europea, ma differente dalla maggioranza deglialtri Stati sudamericani dove per i servizi GSM viene utilizza-ta la banda PCS1900. In generale, la regolamentazione dellospettro è “duale”, nel senso che vengono seguite ora le rac-comandazioni del CITEL (Comisión Interamericana deTelecomunicaciones), ora quelle della Comunità Europea:questa gestione dello spettro fa in modo che il Brasile sia unodei pochi Paesi del mondo con allocazione simultanea dispettro GSM850/900/1800 e, forse, nel futuro prossimoanche di GSM1900.

Tim SãoPaulo (TSP)

Tim Norte(TNO)

Tim Rio(TRJ)

TIM PCS

TIM OVLY

Holding

Tim Leste(TLE)

Tim CentroOeste (TCO)

Tim Nordeste(TNE)

Tim Sul(TSU)

FIGURA 2› Struttura societaria di TIM Brasil.

TIM BRASIL 18-06-2007 12:39 Pagina 62

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ROMANIN › TOPAZZI• TIM Brasil: storia e prospettive

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 63

2. Descrizione della rete attuale ed evoluzione.

2.1 Accesso e Backhauling

2.1.1 Quadro regolatorio e bande di frequenza

Il quadro regolatorio brasiliano è abbastanzaarticolato ed evidenzia una notevole disomogeneitàdelle condizioni operative delle varie reti regionali,in quanto, a livello di accesso radio, la disponibilitàdella banda di frequenza è differente da regione aregione, così come sono differenti i competitorslocali e le tecnologie di accesso da essi utilizzati;del resto TIM è l’unico operatore radiomobile adavere licenza nazionale.

Per esempio, nello stato di São Paulo, TIMBrasil compete con Vivo, che utilizza tecnologiaCDMA (Code Division Multiplexing Access), econ Claro, che utilizza tec-nologia GSM, ma non conOi , che non poss iede lalicenza in quest’area. Tales i tuazione è abbastanzat ip ica de l la leg is laz ionesud-amer icana , dove d isolito le Autorità di regola-mentazione del le teleco-mun icaz ion i assegnanoagli Operatori una bandad i f requenza , l asc iandolibertà sulla tecnologia daut i l izzare su ta le banda:questo approccio (cono-sciuto come “technologyneutral”) ha il vantaggio dispingere la concorrenzafra i var i Operator i e , inteoria, di “selezionare” latecnologia migliore e, con-seguentemente, di fornireun serv iz io mig l iore agl iutenti.

Nel la tabel la 1 sonoriportate le bande di fre-quenza attualmente dispo-nibi l i , art icolate su baseregionale.

Con l’evoluzione tecnologica in corso, la bandadi frequenza a 850MHz verrà progressivamenteliberata per consentire l’introduzione di nuove tec-nologie: la relativamente bassa frequenza è diindubbio vantaggio per la propagazione radioelet-trica, rendendo questa banda molto attrattiva pergli Operatori, in quanto il numero di SRB (StazioneRadio Base) necessarie a fornire, con qualità, i ser-vizi voce e dati si riduce significativamente rispettoa bande di frequenza nella fascia dei 2 GHz (tipica-mente utilizzata per le reti di terza generazione inEuropa).

Attualmente l’allocazione delle bande di fre-quenza in Brasile è in corso di profonda revisione,vista la procedura di assegnazione delle nuovebande 1900/2100 e la razionalizzazione in corsodelle altre bande di frequenza.

TIM Brasil è coinvolta in questo processo direvisione, con i seguenti obiettivi principali:

Tipologie di licenzeper servizi di TLCin Brasile

La regolamentazione Brasiliana relati-vamente ai servizi di telecomunica-zione è basata sulle seguenti licenzeprincipali, assegnate e gestite daAnatel:• SMP (Serviço Móvel Pessoal);• STFC (Serviço de Telefonico Fixo

Comultado);• SCM (Serviço de comunicação

Multimedia);• SME (Serviço Móvel Especializado);• SLMP (Serviço Limitado Móvel

Privativo).

Associati a ciascuna licenza esistonodegli obblighi regolatori che devonoessere rispettati dall’assegnatariodella l icenza stessa. TIM Brasi ldispone del la l icenza SMP per latelefonia cellulare e SCM per servizimultimediali generali (attualmente nonutil izzata). In questo periodo è incorso l’acquisizione della l icenzaSTFC per servizi fissi.

Regionale

TSP

TRJ

TNO

TCO

TRS*

TNE

TLE

TSU

* TRS è stato recentemente incorporato in TSU

Banda 850MHz

_

_

_

_

_

12.5 + 12.5 MHz

12.5 + 12.5 MHz

12.5 + 12.5 MHz

Banda 900MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

2.5 + 2.5 MHz

Banda 1800MHz

15.0 + 15.0 MHz

15.0 + 15.0 MHz

15.0 + 15.0 MHz

15.0 + 15.0 MHz

15.0 + 15.0 MHz

10.0 + 10.0 MHz

10.0 + 10.0 MHz

10.0 + 10.0 MHz

Note

900 & 1800: Banda D

900 & 1800: Banda E

900 & 1800: Banda E

900 & 1800: Banda D

900 & 1800: Banda D

850: Banda A e A’900: estensione1800: Banda C (estensione)

850: Banda B e B’900: Regione A4 nuova estensione,regione A9 estensione1800: Banda C (estensione)

850: Banda A e A’900: estensione1800: Banda C (estensione)

TABELLA 1› Bande di frequenza utilizzate da TIM Brasil.

TIM BRASIL 18-06-2007 12:39 Pagina 63

Page 40: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

ROMANIN › TOPAZZI• TIM Brasil: storia e prospettive

64 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

• incrementare la disponibilità dibanda a 900 MHz sul GSM, conl ’obiett ivo di raggiungerealmeno i 5+5 MHz, per potere,in futuro, ut i l izzare questabanda anche per la tecnologiaUMTS900;

• utilizzare la banda a 850 MHzper il lancio dei servizi UMTS;

• acquisire un minimo di 10+10MHz nella banda a 2100 MHz;

• incrementare la banda a 1800MHz (almeno 5+5 MHz), perconsentire una pianificazioneott imizzata del la tecnologiaEDGE e non precludere lastrada allo sviluppo della tec-nologia UMTS1800.L’Autor i tà per le

Telecomunicazioni in Brasile ponediversi vincoli per l’assegnazionedelle bande di frequenza, tenendoconto della situazione pregressa edelle effettive possibilità di aprire ilmercato a nuovi soggetti / nuovetecnologie.

Sul la questione del l ’ut i l izzodella banda, le concorrenti di TIMBrasil si stanno muovendo per uti-lizzare al massimo lo spettro 850 in loro possesso:ad esempio Vivo sta sviluppando una coperturaGSM850 (coesistendo con CDMA e, in alcune aree,con TDMA), mentre Claro sta sviluppando una reteUMTS850 (coesistendo con il TDMA).

2.1.2 Struttura della rete di accesso

TIM Brasil ha sviluppato la rete di accesso, for-nendo coperturaGSM/GPRS/EDGE a livello nazio-nale: tale copertura è raggiuntaattraverso l’installazione di quasi9000 SRB (corrispondenti ad oltre25000 celle o settori) e oltre 130BSC (Base Station Controller) conparticolare concentrazione a SãoPaulo, dove viene smaltito circa il30% del traffico totale della rete.

In figura 3 viene riportata ladistribuzione delle stazioni radiobase all’interno del territorio brasi-l iano: è evidente come le SRBsiano concentrate nelle aree piùpopolate del Paese, visto che unacopertura estensiva del territoriobrasiliano è praticamente impossi-bile (oltre a non essere economica-mente conveniente), considerandole dimensioni del Paese: superficiedi circa 8.500.000 di Km2 (circatrenta volte quella italiana!).

La rete TDMA è tuttora in servi-zio, con circa 2300 SRB e circa 2milioni di clienti, in fase di migra-

zione verso il GSM. In figura 4 viene riportata l’evo-luzione del traffico GSM e TDMA, per l’anno 2006 ei primi mesi 2007. Risulta evidente il forte trend dicrescita del traffico GSM e la progressiva migra-zione degli utenti TDMA verso il GSM.

La rete di raccolta in accesso è costituita sia dalinee in affitto, sia da trasporto proprietario realizzatotramite ponti radio PDH/SDH (Plesiochronus DigitalHierarchy/ Synchronous Digital Hierarchy) e, in

AMAPA

MARANHAO

CEARA

RIO GRANDEDO NORTEPARAIBA

PERNAMBUCOALAGOAS

SERGIPE

BAHIA

ESPIRITO SANTO

RIO DE JANEIROSAO PAULO

PARANA

SANTA CATARINA

RIO GRANDE DO SUL

FERNANDO DE NOROHNA

AMAZONIA

RONDONIA

MATO GROSSO

DISTRITO FEDERAL

MINAS GERAGOIA

TOCANTINS

MATO GROSSO DO SUL

ACRE

PARA

PIAUI

RORAIMA

FIGURA 3› Distribuzione delle Stazioni Radio Base sul territorio brasiliano.

5000

4500

4000

3500

3000

2500

2000

1500

1000

500

0

54%

Traffico per tecnologia

Min

x 1

06

- 45,39%

La flessionedi febbraio èrelativa al calofisiologicodel periodo estivo locale

GSM-2006/07

TDMA-2006/07

GSM-2005/06

TDMA-2005/06

abr

2810

213

1973

499

mai

3185

207

2018

559

jun

3327

197

2112

477

jul

3714

194

2268

411

ago

4282

190

2772

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set

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177

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out

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172

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nov

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153

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dez

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352

jan

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fev

3902

121

2634

221

mar

4656

127

3029

233

GSMTDMA

==

Global System for Mobile communicationsTime Division Multiple Access

FIGURA 4› Evoluzione del traffico TDMA/GSM nel periodo 2006-07.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 65

minima parte, dorsali in fibra ottica. La maggiorparte della rete di raccolta (e anche di lungadistanza) resta tuttavia costituita da linee in affittoa bassa capacità.

Lo sviluppo della telefonia mobile nel mercatobrasiliano crea delle notevoli sfide per gli Operatoriattualmente presenti in termini di sempre maggiorecompetizione e pressione sui margini. Queste sfidesi riflettono su parametri quali l’ARPU (AverageRevenue Per User) ed il turnover dei clienti (churn).

Per migliorare questi parametri ed incrementaresia il margine sul profitto, sia la propria posizionecompetitiva, TIM Brasil sta rivolgendo sempre dipiù la propria attenzione alla riduzione dei costi.per poter offrire i propri prodotti e servizi in modopiù profittevole e competitivo perseguendo semprepiù politiche di efficienza. La riduzione dei costipermette inoltre di liberare capitali da investirenello sviluppo di nuovi prodotti e servizi che costi-tuiscono l’innovazione e la sfida per il futuro (siveda i l r iquadro di approfondimento: “HomeZone”).

TIM Brasil ha orientato la propria strategia versoil potenziamento della Rete di Trasporto, riducendola componente degli OpEx. Questa attività siorienta in due direzioni. Da un lato è stato datoavvio al progetto di sviluppo della Rete di Accessoproprietaria mediante Ponti Radio PDH/SDH, ingrado di raccogliere il traffico in accesso e di tra-sportarlo all’interno della Core Network. La Reteverrà realizzata mediante circa 700 Ponti Radio dinuova generazione flessibili in capacità, in mododa rendere facilmente scalabile la soluzione in vistadelle possibili richieste di banda futura. Tale strate-gia consente da un lato di ridurre i costi per la ces-sazione di collegamenti realizzati con leased lines edall’altro di finanziare, tramite infrastruttura pro-prietaria, le necessità future di capacità correlatealla richiesta dei nuovi servizi BroadBand (evitandoparimenti di acquisire tale capacità incrementaleancora in modalità leased). Dall’altro lato (in parti-colare per il Backbone) TIM Brasil sta valutando lapossibilità di acquisire capacità di trasporto in fibraottica, in modo da possedere una dorsale in grado

di fornire la capacità trasmissiva a larga bandanecessaria per le future esigenze.

Una particolarità del Brasile è la mancanza diinfrastrutture di trasporto in alcune regioni remotedell ’Amazzonia. Pertanto, i l trasporto, in tal iregioni, viene effettuato attraverso link satellitariaffittati.

2.2 Core Network Mobile

TIM Brasil ha evoluto costantemente l’architet-tura della core network a circuito, per fare fronte alprogressivo incremento del la base cl ient i .Ovviamente l’architettura iniziale a circuito sibasava sul concetto classico di MSC/VLR (MobileSwitching Center/Visitor Location Register) monoli-tico, responsabile sia della gestione della segnala-zione (si veda il riquadro di approfondimento:“Soluzioni evolute in Core Network”), sia del pianoutente: questa tipologia di apparati ed architetturaè tuttora presente e diffusa largamente nei variOperatori regionali. Tuttavia l’evoluzione in corso sibasa sul concetto di architettura “split”, dove ven-gono introdotti MSC-Server (responsabili dellagestione della segnalazione) e Media Gateway(responsabili della gestione del piano utente).

Per rispettare i vincoli posti dall’autorità delletelecomunicazioni brasiliana (Anatel), ogni centraledi TIM Brasil è interconnessa con almeno una dellecentrali dei maggiori Operatori di rete fissa emobile che operano nella stessa area di registro.

La base utenti è gestita da Home Local Registerfisici distribuiti su tutte le aree regionali ed inter-connessi attraverso soluzioni specif iche digestione della segnalazione e delle transazioni.

Inoltre l’architettura MSC-S e Media Gateway èmolto utile per la gestione ottimizzata della com-mutazione locale e per questo motivo si integrabene con l’architettura NGN (Next GenerationNetwork) utilizzata nella struttura di rete di TIMBrasil.

Per quanto riguarda la Core Network a pacchetto,si basa sulla classica struttura SGSN/GGSN (ServingGPRS Support Node/Gateway GPRS Support Node)

Home Zone

Con i l concetto di Home Zone siintende la possibilità da parte di unOperatore di telefonia mobile,mediante la conoscenza della posi-zione del cliente, di applicare delletariffe agevolate alle chiamate effet-

tuate all’interno di un selezionato clu-ster di celle. Tale servizio permetteagli Operatori mobili di fare concor-renza a quelli di rete fissa, permet-tendo di effettuare telefonate con ilterminale mobile da casa a tariffeconcorrenziali con il telefono fisso.In particolare nel mercato Brasiliano èfrequente da parte degli Operatori direte f issa praticare un canone aiclienti che accordi un bonus per chia-mate da casa verso i soli numeri fissi.Per r ispondere a questo t ipo diofferte, TIM Brasil il 24 settembre2006 ha lanciato l’offerta “TIM Casa”,che consiste nella possibilità, per tuttii clienti che la sottoscrivono, di:

• corrispondere un canone mensile(pre o post pagato);

• benef ic iare ogni mese di unbonus per le chiamate verso inumeri fissi.

Le chiamate devono essere effet-tuate all’interno della propria HomeZone: il territorio è stato suddiviso inun cluster di celle, per cui il clientepuò chiamare da casa e muoversientro un raggio di qualche centinaiodi metri. Questa opzione, che ha l’o-biet t ivo d i rendere la te lefoniamobile i l pr incipale strumento dicomunicazione in Brasile, è anchel’unico prodotto di questo generecommercializzato nel Paese.

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66 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

2.3 Rete Multiservizio

La Rete Multiservizio (NGN) di TIM Brasil è natainizialmente all’insegna del trasporto del traffico dilunga distanza all’interno del quadro normativobrasiliano (si veda il riquadro di approfondimento:“Chiamate locali e di lunga distanza”) definito dalla

locale Autorità delle Telecomunicazioni, contem-plando le varie tipologie di chiamata. Da allora si èevoluta fino a diventare la struttura portante dell’at-tuale Core Network, con l’obiettivo di permettere:• trasporto dati IP (gestione del traffico IP e X.25

generato dalla rete GSM/GPRS);• trasporto del traffico voce tramite VOIP;

Soluzioni evolute inCore Network

Per fare fronte a specificità dellasituazione locale e rendere più effi-ciente la gestione della segnalazionein una rete con forte distribuzionegeografica a livello di accesso, mafortemente concentrata per quantoriguarda gli apparati di core network,TIM Brasil ha adottato alcune solu-zioni peculiari.

• Gestione Number Portability daTDMA (IS41) a GSM

Con questa funzionalità viene intro-dotta una piattaforma di segnalazioneche intercetta le query verso HLRgenerate dagli MSC TDMA e, verifi-candole con un database fornito daTIM Brasil, è in grado di controllare sel’utente è migrato o meno verso ilGSM e, conseguentemente, può ridiri-gere la chiamata verso MSC GSM,riducendo il carico sugli HLR. Il flussodi segnalazione è rappresentato nellafigura A.La stessa proceduraviene applicata per lequery HLR provenientida MSC GSM. La solu-zione i l lustrata ha i lvantaggio di aumen-tare la flessibilità nellagestione della segnala-zione e di conseguenzala gestione degli utentisu due tecnologie dif-ferenti.

• Gestione HLR eSIM

Frequentemente lerisorse degli HLR nonvengono sfruttate inmodo ottimizzato, inquesto gli utenti ven-gono def in i t i per“blocchi d i IMSI”:

attraverso un nodo dedicato chegestisce la segnalazione come front-end verso gli HLR, è possibile utiliz-zare pienamente le risorse degli HLR,assegnando utenti / IMSI a qualsiasiHLR, senza nessun cambio sui nodiin servizio. Una rappresentazioneschematica della soluzione è ripor-tata nella figura B.

• Online Billing and First DeliveryAttempt

Un’altra soluzione adottata da TIM

Brasil per ottimizzare le prestazionidi rete a livello di core network egest ione SMS è r ipor ta ta ne l lafigura C.La soluzione rende effettivamenteonline la tassazione degli SMS (cheprecedentemente erano tassati innear real-time, con rischio di poten-ziali frodi), nonché la loro consegnadiretta (first delivery attempt) in primabattuta e memorizzandoli nel nodoSMS-C solo nel caso di fallimentodella consegna diretta.

5. SRI(MSISDN)

1. LocReq(MDN) 2. LocReq - RR

(Prefix+MDN)

3. ISUP IAM (DN)

4. SRI(MSISDN)

GSMHLR

Database

SIGNALLINGPLATFORM

GSMMSC

GSMMSC

FIGURA A› Gestione della number portability.

IMSI / MINMCC-MNC-01234 HLR 1MCC-MNC-01345 HLR 2MCC-MNC-11234 HLR 1MCC-MNC-10000 toMCC-MNC-19999 HLR 2

MSISDN / MDNCC-NDC-460022 HLR 1CC-NDC-470022 HLR 2CC-NDC-470033 HLR n

HLR 1

SignallingHunter

DB

MSC

HLR 2 HLR n

DBHLRMSC

===

Data BaseHome Location RegisterMobile Switching Center

FIGURA B› Gestione ottimizzata HLR/SIM.

1. Originates SMS

2. Signalling Hunter performs GTT and sends MO to Media-Node

4. (prepaid) Media-Node gets authorization

3. Media-Node verifies if sub is prepaid

6. If FDA is not successful, Media-Node delivers the short message to the SMSC

5. Media-Node performs the first delivery attempt

7. Terminates SMS

MSC

EMA

EMM

Rating

Media-NodeMSC

MSC

SMSCEMAEMMMSC

SMSC

====

Ericsson Multi ActivationEricsson Multi MediationMobile Switching CenterShort Message Service Center

Signallinghunter

FIGURA C› Gestione ottimizzata SMS.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 67

• trasporto del traffico di segnalazione attraversoil Backbone;

• trasporto del traffico di interconnessione versoaltri Operatori licenziatari - OLO - (Fissi, Mobilie Lunga Distanza).Nella figura 5 è rappresentata la struttura della

Rete Multiservizio.

Nei progetti evolutivi di TIM Brasil è prevista l’e-spansione della Rete Multiservizio per arrivare acoprire tutto il territorio Brasiliano. ciò comporterà lariduzione dei costi di interconnessione e di trasmis-sione mediante compressione della voce e ottimizza-zione della topologia di Rete, e mediante l’integra-zione di Voce e Dati su una sola infrastruttura IP.

Chiamate locali e dilunga distanza

In Brasile, diversamente dalla situa-zione europea, il piano di numera-zione della Rete Mobile è integrato inquello della Rete Fissa, cosicché ilnumero di telefono di ogni clientemobile è composto dalla stessa strut-tura di quello fisso. Al momento, èpossibile identificare 67 aree di regi-stro (figura A), chiamate ANF (Área deNumeração Fechada), concentrate in9 Regioni di Numerazione. I codicidelle ANF nella stessa Regione diNumerazione hanno la medesimaprima cifra (ad es. i codici di areanella Regione di Numerazione di SãoPaulo hanno tutti la prima cifra pari a1). Dal luglio 1999 nelle chiamate dilunga distanza deve essere inserito uncodice a due cifre CSP (Código deSeleção de Prestadora) per selezio-nare l’Operatore di Long Distance,che viene utilizzato per il trasportodella chiamata. Tale scelta deveessere fatta dal cliente per ogni chia-mata tra diverse ANF.TIM Brasi l , oltre al la l icenza diOperatore radiomobile nazionale,possiede anche la licenza di opera-tore di trasporto di chiamate di lungadistanza (servizio LD41).Il trasporto delle chiamate di lungadistanza è espressamente regolatodall ’Autorità Brasi l iana per leTelecomunicazioni (Anatel) e rendepossibi le per l ’utente sceglierel’Operatore per il trasporto delle chia-mate di lunga distanza, indipendente-mente dall’Operatore radiomobile uti-lizzato: in questo modo si tenta di ren-dere un servizio migliore all’utenza,anche in termini di offerte commer-ciali, e si crea uno spazio di businesssul trasporto di lunga distanza,aumentando la concorrenza. Valgono iseguenti scenari di chiamata, con TIMBrasil assegnataria del prefisso 41:• Chiamata locale: chiamata effet-

tuata all’interno della regione in cuisi trova il cliente verso un numerodella stessa regione, ogni regione

ha un codice specifico. Per i lmobile esistono 67 codici diversi.Quindi un utente di São Paulo(codice 11) che chiama un numerodi São Paulo (stesso codice) effet-tua una chiamata locale. Per lechiamate locali, l’utente può chia-mare direttamente il numero didestinazione, senza util izzareespressamente il prefisso 41.

• Chiamata di lunga distanza(Longa Distância Nacional): chia-mata effettuata verso un numeroappartenente ad una regionediversa dal la regione in cui sitrova il cliente. Se un utente di Riode Janeiro (codice 21) chiama unnumero di Sao Paulo (codice 11),sta facendo una chiamata di lungadistanza (0 + 41 + codice città +numero chiamato).

• Chiamata di lunga distanza inter-nazionale: per effettuare chiamateinternazionali è necessario digitare00 + 41 + codice paese + codicecittà + numero chiamato.

Per quanto detto sopra, anche utentidi altri Operatori radiomobili, qualora

lo ritengano conveniente, possonoutilizzare il codice 41 per trasportarele chiamate di lunga distanza, utiliz-zando in questo modo la rete TIM peril trasporto. Lo stesso vale per i clientiTIM, che possono usare all’occor-renza altri Operatori per il trasporto dilunga distanza. Onde evitare il prolife-rare di bollette provenienti dai diversiOperatori che potrebbero esserecoinvolti nelle chiamate, la fattura-zione al cliente finale viene effettuatadall’Operatore radiomobile, che si facarico di correlare ed aggregare lebollette delle eventuali tratte di lungadistanza, effettuate con carrier diffe-renti.Questo sistema di trasporto dellechiamate di lunga distanza è peculiaredella regolamentazione brasiliana eha comportato un adeguamentosoftware delle centrali di TIM Brasilper gestire l’instradamento nel modocorretto.

FIGURA A› Le 67 aree di registro (ANF) brasiliane.

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68 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

2.4 Servizi a Valore Aggiunto

TIM Brasil si è distinta sul mercato brasilianoper una serie di servizi a valore aggiunto, chehanno rappresentato una continua ricerca di inno-vazione, per migliorare costantemente la soddisfa-zione del cliente.

Le principali piattaforme VAS operanti in TIMBrasil (e relativi servizi offerti) sono:• SMS-C; • TIM WAP, per la navigare su portali WAP e sca-

ricare suonerie, immagini, giochi;• TIM CONNECT, per connettersi a internet;• Voice mail;• Rete intelligente, con la quale vengono forniti i

seguenti servizi principali:- roaming nazionale;- controllo del credito residuo - gestione del servizio TIM Casa- gestione servizi specifici per clienti business,

tipo numerazioni brevi con tariffe differen-ziate, restrizione chiamate originate / termi-nate.

• MMS;• TIM Box;• “Te ligou/Ligue agora” (equivalente a “Lo sai di

TIM”).

3. Progetti evolutivi

3.1 Broadband

La strategia di TIM Brasilnei prossimi anni è quelladello svi luppo della Reteverso i s istemi di terzagenerazione e verso i serviziconvergent i t ra te lefoniafissa e mobile, sulla scia diquella che è l ’evoluzionenaturale della Rete GSM. Lastrategia consiste nello svi-luppo soprattutto di Servizia Valore Aggiunto.

La crescente domanda diservizi multimediali ad ele-vato bit-rate in “mobilità”spinge, infatti, all’evoluzionedel la rete GSM verso lasoluzione UMTS/HSPA.

In quest’ott ica, i lGoverno Brasi l iano, pervenire incontro alle richiestedel mercato, ha previsto dir iservare una parte del lospettro radio alle comunica-zioni mobili di terza genera-zione. Pertanto alla fine del2007 sono previste le licita-zioni della licenza di telefo-nia mobile 3G nella banda2,1 GHz e del la l icenza

WiMax5 nella banda 3,5 GHz6. L’interesse di TIMBrasil nell’acquisire la licenza 3G si basa inoltresulla possibilità di estendere la banda disponibile(da 50 MHz a 80 MHz) principalmente nelle princi-pal i città. Nel panorama attuale del mercatoBroadband brasiliano, l’offerta di connessioni ADSLè piuttosto limitata (a fine 2006 la penetrazione èdell’ordine del 3% della popolazione) a causaanche di collegamenti con prestazioni limitate. Ciòè dovuto ad una topologia “long network”, in cui iDSLAM (Digital Subscriber Line AsynchronousMultiplexer) sono distanti dall’utente finale, e aduna scarsa qualità della Rete di Accesso.

Inoltre l’Umbundling Local Loop ancora nonregolamentato limita la competizione nel mercatodelle connessioni fisse.

In tale contesto, la strategia di TIM Brasil di for-nire connettività broadband wireless mediante tec-nologie HSPA e WiMax appare una soluzione per-corribile per rispondere alla richiesta di servizibroadband da parte dei clienti.

RecifeBrasilia

Rio de Janeiro

Belo HorizonteCuritibaSão Paulo

MS

MS

MG

MG

MG

MG

ITP

ITPITP

ITP ITP

MGMGMGMG

MG

MS

VoIP

SS7

POIPoint ofInterconnection

PPIPresence Point ofInterconnection

PST

MS

MS

PST

PST

MS

VoIP Transit Network

Interconnection AccessNetwork

M-MGwM-

MGw

ITPMGPOIPPIPSTVoIPSS7

=======

IP Transfer PointMegia GatewayPoint of InterconnectionPresence Point of InterconnectionPublic Switch TelephoneVoice over IPSignalling System 7

FIGURA 5› Architettura della Rete Multiservizio di TIM Brasil.

(5)

Si fa riferimento alla famiglia di Standard IEEE 802.16.

(6)

In realtà esistono due possibilità a livello di banda di fre-quenza, 3.5GHz e 2.5GHz. Quest’ultima , attualmente, èoccupata per servizi MMDS (Serviço de Distribuição de SinaisMultiponto Multicanal). In questo secondo caso, TIM Brasildovrebbe acquisire una Società che possieda già questabanda, in quanto non ci sono previsioni di licitazione per que-sta banda.

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ROMANIN › TOPAZZI• TIM Brasil: storia e prospettive

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 69

3.2 Convergenza fisso - mobile

Nei piani di TIM Brasil c’è l’acquisizione nel2007 della licenza di telefonia fissa per fornireservizi di Rete fissa mediante la Rete GSM, inparticolare non solo verso coloro che già possie-dono un terminale GSM,ma anche per nuovi utenti“solo fissi”.

I l serviz io di te lefoniafissa ha come premessa laprestazione in un’area defi-nita con mobilità ristretta, ele chiamate al di fuori di talearea non possono essere néoriginate, né terminate inlogica di fisso.

La concessione consi-dera l’area locale come l’a-rea di tar i ffazione, la cuiestensione è inferiore adun’area di registro (ANF), e,diversamente dalla licenzadi te le fon ia mobi le , unachiamata è locale a l l ’ in-terno della stessa area ditariffazione e non all’internodella stessa ANF.

Tutte le chiamate tra areedi tariffazione diverse sonoconsiderate chiamate di lunga distanza (con lanecessità del codice CSP7) anche se all’internodella stessa ANF.

L’utilizzo della licenza di telefonia fissa è unkey factor per l’integrazione delle offerte orientatesia al mercato consumer (TIM Casa), che a quellobusiness (IP PABX).

Le soluzioni tecnologiche sono ancora in corsodi valutazione. Analogamente Tim Brasil vuoleestendere il concetto di Home Zone (TIM Casa) inambito fisso. Il cliente avrà la possibilità di averedue numeri sullo stesso terminale: con il numeromobile l’utente utilizzerà il telefono all’internodella Rete GSM, con il numero fisso l’utente potràchiamare ed essere chiamato solo all’interno dellapropria Home Zone.

Per quanto riguarda il mercato business, con lalicenza di telefonia fissa, sarà possibile integrareofferte di tipo IP PABX con nuovi servizi sulla basedell’architettura rappresentata in figura 6 e dell’uti-lizzo del Backbone IP con soluzioni Class 5 per lagestione della chiamata VOIP end to end.

In tal modo sarà possibile migliorare le presta-zioni di servizi personalizzati in funzione dellespecifiche esigenze del cliente, in particolare:• schemi di tariffazione ad hoc per chiamate on-

net;• migliore mobilità e raggiungibilità dei dipen-

denti;• switching locale delle chiamate interne (fisso-

mobile, mobile-mobile);• integrazione del piano di numerazione privato

fisso-mobile;• numerazione privata.

4. Conclusioni

L’articolo descrive un quadro completo edaggiornato dello stato di TIM Brasil, secondo ope-ratore mobile del mercato e unico operatore conlicenza nazionale. Sono evidenziate le peculiaritàdel mercato e della regolamentazione brasiliana ele conseguenti soluzioni tecnologiche messe incampo da TIM Brasil per competere in una realtàmolto aggressiva e variegata da un punto di vistatecnologico. In particolare vale la pena sottolinearela rete di trasporto multiservizio di lunga distanzaper il trasporto di voce e dati su IP e la previstaevoluzione verso la fornitura di servizi broadband,basata su tecnologie di accesso UMTS/HSPA eWiMAX.

[email protected]@telecomitalia.it

V

Branches

PABX GatewayVoIP Access

Gateway

IP Access

TIM mobilenetwork

SMPcommunication

STFCcommunication

Backbone IPTIM

PSTN

PABXPSTNSMPSTFCVoIP

=====

Private Automatic Branch ExchangePublic Switched Telephon NetworkServizio Mobile PersonaleServizio di Telefonia Fissa ComuneVoice over IP

FIGURA 6› Architettura della soluzione business.

(7)

CSP (Código de Seleção de Prestadora), ovvero (CarrierSelection Code).

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Page 46: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

ROMANIN › TOPAZZI• TIM Brasil: storia e prospettive

70 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

AMPS Advanced Mobile Phone SystemARPU Average Revenue Per UserCDMA Code Division Multiplexing AccessDSLAM Digital Subscriber Line Asynchronous MultiplexerEDGE Enhanced Data for GSM AccessEMA Ericsson Multi ActivationEMM Ericsson Multi MediationGGSN Gateway GPRS Support NodeHLR Home Location RegisterITP IP Transfer PointMSC Mobile Switching CenterNGN Next Generation NetworkPDH Plesiochronus Digital HierarchyPOI Point Of InterconectionPPI Presence Point of InterconectionPST Public Switch TelephoneSDH Synchronous Digital HierarchySGSN Serving GPRS Support NodeSMP Servizio Mobile PersonaleSMSC Short Message Service CenterSRB Stazione Radio BaseSS7 Signalling System 7STFC Servizio di Telefonia Fissa ComuneTDMA Time Division Multiple AccessVLR Visitor Location RegisterVoIP Voice over IP

— ACRONIMI Giorg io Romanin s i è laureato inIngegneria Elettronica nel 1996 presso i lPolitecnico di Torino. Nel 1998 ha iniziato alavorare nel campo delle Telecomunicazioniper l’Alenia Spazio s.p.a., partecipando alproget to d i te le fon ia mobi le sate l l i ta reGlobalstar. Nel 2001 è stato assunto in TIMdove s i è occupato in iz ia lmente de l laprogettazione della rete di accesso radio edat tua lmente lavora in Global Network,

occupandosi delle attività della rete mobile nell’ambito dellepartecipate estere.

Simone Topazzi laureato in Ingegneriadelle Telecomunicazioni presso l’Università diPisa nel 1998, lo stesso anno inizia la suaattività lavorativa in Azienda, occupandosiprincipalmente di supporto consulenzialeverso le Consociate del Gruppo Telecom Italiae per l ’acquis iz ione d i nuove l icenzeradiomobili all’estero. Successivamente hacontinuato a lavorare in ambito internazionalea supporto degli start-up di rete (in particolare

in Turchia) e alla stesura dei piani di evoluzione tecnologia dellarete (NeTEP), per le Consociate mobili del Gruppo. Attualmenteopera presso la funzione Testing Labs di TILab, occupandosiprincipalmente di nuove modalità di testing su rete mobile e disupporto per i trial su tecnologie innovative.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 71

Push-to-X:evoluzione del Push-to-Talk

MAURO ROSSOTTO

STEFANO SPELTA

Pensiamo di voler inviare immagini scattate con il telefono cellulare o docu-menti presenti su uno smart phone ad un corrispondente remoto senzadisporre di un PC ed una connessione di rete. Ad oggi si può pensare diusare la tecnologia degli MMS, con pesanti limitazioni di dimensioni deglioggetti trasferiti e con modalità di delivery non in tempo reale.Immaginiamo poi di voler condividere con un gruppo di amici, che dispon-gono di terminali prodotti da diverse manifatturiere, un video, che stiamoregistrando in tempo reale. Esistono soluzioni proprietarie che soddisfanoquesta esigenza, ma sono legate ad uno specifico tipo di terminale e/o appli-cazione e quindi non utilizzabili, se i membri del gruppo dispongono di uninsieme di terminali disomogeneo.Immaginiamo, infine, di voler comunicare contemporaneamente con ungruppo di amici, parlando e scambiando immagini e video. Ad oggi esiste ilPush-to-Talk over Cellular (PoC), un sistema di comunicazione half-duplex,che prevede la pressione di un pulsante sul terminale o un sistema di sele-zione analogo, per richiedere il diritto di parlare agli altri partecipanti alla ses-sione. Il rilascio del pulsante permette di ascoltare i messaggi degli altri par-tecipanti, che avranno, a loro volta, ottenuto il diritto di parola. Il PoC per-mette di comunicare con un gruppo di amici, ma solo scambiandosi mes-saggi audio in stile walkie-talkie.Nonostante a prima vista si possa pensare ad una serie di servizi mobili delfuturo completamente differenti e distanti tra loro, in realtà essi potrebberoessere tutti abilitati da una nuova tecnologia che sta per uscire dal processodi standardizzazione per entrare nella disponibilità commerciale.Si tratta del Push-to-X (PtX), termine con cui è comunemente identificato l’e-nabler OMA PoC v2.0, cioè l’evoluzione dello standard del PoC. Di questotratterà l’articolo.

1. Introduzione

Il Push-to-X è, fondamentalmente, l’evoluzionemultimediale del PoC. Oltre alla conversazioneaudio offerta dal PoC in modalità streaming, ilPush-to-X include, quindi, anche il supporto delflusso audio/video in modalità streaming e delloscambio di tutti quei media, come immagini, testo,clip video e audio, che si traducono nel trasferi-mento di un file di formato opportuno.

Del suo predecessore PoC, il Push-to-X man-tiene lo stesso concetto di floor-control per lagestione del diritto trasferimento dei media inmodalità streaming. Quindi come nel PoC era

necessario premere l’apposito pulsante per richie-dere ed, eventualmente, ottenere il diritto a parlare,così nel Push-to-X è necessario ottenere dal serverl’autorizzazione a trasmettere, prima di inviareflussi audio o video dal proprio terminale.

Il Push-to-X, come il PoC, è un servizio che sifonda sul l ’ infrastruttura IMS ( IP Mult imediaSubsystem), sfruttandone le funzionalità di basecome autenticazione, billing, provisioning.

Di fondamentale importanza è la standardizza-zione del servizio da parte di un ente come OMA(Open Mobile Alliance), il principale ente di stan-dardizzazione internazionale per quanto riguarda letecnologie abilitanti per i servizi di telefonia mobile.

MOBILE

PTX 18-06-2007 12:42 Pagina 71

Page 48: NGN2: il prossimo futuro per Telecom Italia

ROSSOTTO › SPELTA• Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk

72 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

La definizione di uno standard da parte di un enteautorevole come OMA, al quale partecipano attiva-mente costruttori di apparati e terminali, Operatorie attori del mondo IT, fa sì che la relativa tecnolo-gia sia implementata in modo interoperabile indi-pendentemente dal tipo di terminale e di server uti-lizzato, garantendo la disponibilità del servizio aipossessori di terminali mobili di diversi produttori.

L’enabler OMA PoC v2.0 sta per raggiungere lafase di OMA Candidate Enabler, nella quale le spe-cifiche sono congelate, affinché i costruttori pos-sano implementare i prototipi da sottoporre ai testdi interoperabilità. Al termine di questa fase ditesting, apportate le opportune eventuali correzionialle specifiche, lo standard sarà rilasciato al pub-bl ico in formato def in i t ivo nel lo stato OMAApproved Enabler.

2. Push-to-talk over Cellular: stato dell’arte

2.1 Un po’ di storia

La prima implementazione di successo delPush-to-Talk vede la luce nel 2001, quandol’Operatore statunitense Nextel (ora incorporato inSpr int ) lanc ia su l mercato i l serv iz io Di rectConnect, utilizzando la tecnologia proprietariaMotorola denominata iDEN. Tale servizio offre lapossibilità di utilizzare i terminali Nextel in moda-lità walkie-talkie con tutti gli altri utenti Nextel econ la copertura geografica di tutti gli Stati Uniti.Per Nextel il servizio Push-to-Talk diventa il prin-cipale punto di forza con ingenti ritorni in terminidi ricavi e profitti.

Negli anni successivi nasce l’esigenza di farevolverle la tecnologia Push-to-Talk verso reti diaccesso e tecnologie non proprietarie, al fine digarantire la possibilità di interconnessione trautenti di diversi Operatori e l’utilizzo di terminali didiversi produttori.

A tal fine viene creato l’Industry Consortium,composto da Nokia, Ericsson, Motorola e Siemens,che, a settembre del 2003, annunciano il completa-mento dello sviluppo congiunto delle specificheper un nuovo servizio di chiamata diretta sullo stilewalkie-talkie tramite terminali GPRS.

Da questo momento la tecnologia Push-to-Talkprende il nome di Push-to-Talk over Cellular (PoC)ed in iz ia la sua sce l ta de l l ' IP Mul t imediaSubsystem (IMS), definito dal 3GPP come tecno-logia abilitante per la realizzazione di connessioniIP con i terminali mobili.

Alla fine del 2003 le specifiche del PoC svi-luppate da l l ’ Indust ry Consor t ium, r icevutoanche il supporto di AT&T Wireless Services,Cingular, Sonim Technologies e Sony Ericsson,sono sot toposte a l la Open Mobi le A l l iance(OMA), con l'obiettivo di definire uno standardglobale per il PoC.

2.2 Il PoC in OMA

L'obiettivo dichiarato è quello di condividere

tali specifiche con tutti gli attori dell’industriadella telefonia mobile e di sfruttarle come puntodi partenza per lo svi luppo di uno standardbasato su IMS. La speranza è di evitare la fram-mentazione del mercato GPRS, rendendo dispo-nibili funzionalità unificate del servizio Push-to-Talk, in modo da realizzare quelle stesse econo-mie di scala che sono state alla base del suc-cesso del GSM.

La specifica OMA PoC si configura come unostandard aperto, come il punto di partenza per rea-lizzare uno standard per il PoC indipendente nel-l'accesso e globalmente interoperabile.

L'adozione di uno standard condiviso garanti-sce l'interoperabilità, permettendo agli utenti discambiarsi messaggi in maniera trasparente.Inoltre lo standard aperto offre a tutti i costruttori diterminali l'opportunità di implementare le funziona-lità Push-to-Talk sui loro terminali, lasciando agliutenti finali piena di libertà di scelta in sede diacquisto.

A giugno 2006 la versione 1.0 dell’enabler OMAPoC raggiunge lo stato di Approved EnablerRelease. Si tratta dell’ultimo passo del processo distandardizzazione in OMA, raggiunto dopo avereffettuato una serie di test di interoperabilità diprodotti basati sulle specifiche dell’enabler in statoCandidate.

Le specifiche sono a questo punto congelate erese pubbliche. Esse possono essere utilizzate perl’implementazione dei prodotti commerciali edeventuali minime modifiche sono apportate solo inseguito ad evidenti carenze nella specifica.

L’enabler OMA POC v1.0 supporta le seguentifunzionalità di comunicazione di base:• comunicazione voce tra due soli utenti (1-to-1

PoC Session);• comunicazione voce con una molteplicità di

utenti (1-to-many PoC Session) in modalità adhoc o pre-definita;

• richiesta ad un utente di stabilire una 1-to-1PoC Session quando per lui più conveniente(Instant Personal Alert).L’enabler PoC v1.0 fornisce poi funzionalità di

creazione e di gestione di gruppi di utenti ed inte-gra eventuali informazioni di presence nel processodi set up della sessione.

2.3 L’architettura

L’architettura di riferimento dell’Enabler OMAPoC v1.0 si fonda su un Application Server all’in-terno di una SIP/IP Core Network, che è solita-mente identificata con il dominio IMS, così comespecificato da 3GPP/3GPP2.

Alla piattaforma IMS sono demandate tutte lefunzionalità di autenticazione, billing e gestionedelle sessioni basate sul protocollo SIP.

Il server PoC gestisce le operazioni specifichedel Push-to-Talk come la gestione del floor control,l ’ interazione con l ’enabler di Group and ListManagement per la gestione dei gruppi predefinitie l ’ interoperabi l i tà con i PoC server di a l t r iOperatori.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 73

L’architettura generaledell’Enabler OMA POC v1.0è rappresentata in figura 1.

Gli elementi funzionalispecifici dell’Enabler OMAPoC, e quindi standardizzatidalla specifica sono:• il PoC Client, che risiede

sul terminale mobile epermette a questo l’ac-cesso al servizio PoC;

• l ’XML DocumentManagement Client, uncl ient XCAP che per-mette la gest ione didocumenti XML memo-rizzati in rete e destinatialla rappresentazione deigruppi predef in i t i d iutenti;

• il PoC Server, che imple-menta le funzional i tàapplicative del servizioPoC;

• i l PoC XML DocumentManagement Server, unserver XCAP che gesti-sce documenti XML spe-cif ici del servizio PoCdestinati a rappresentarei gruppi di utenti prede-finti.Oltre alla già citata piat-

taforma IMS, la specificaOMA PoC v1.0 prevede anche l’interazione deglielementi funzionali specifici con un serie di entitàesterne che forniscono all’enabler funzionalità spe-cifiche. I principali sono:• lo Shared XML Document Management Server,

un server XCAP che gestisce documenti XMLutilizzati dal PoC e condivisibili con altri enablercome quello di Presence. Tipicamente si trattadella lista dei contatti dell’utente.

• l’Aggregation Proxy, che agisce come singolopunto di contatto tra l ’XML DocumentManagement Cl ient ed i d i fferent i XMLDocument Management Server presenti in rete;

• il Presence Server, l’entità che accetta, memo-rizza e distribuisce le informazioni di presencerelative ai client PoC;

• il Presence Source, l’entità che pubblica leinformazioni di presence del client presso unPresence Server.L’interazione tra gli elementi funzionali prece-

dentemente descritti avviene attraverso le inter-facce secondo protocolli standard:• SIP per il controllo delle sessioni e la segnala-

zione tra client e server;• RTP/RTCP per la gestione dello streaming del

media;• XCAP per l’interazione con i documenti XML.

L’Enabler OMA PoC v1.0 specifica solamente ilprotocollo TBCP (Talk Burst Control Protocol),basato sull’utilizzo dei messaggi RTCP/APP ed

utilizzato per le operazioni di richiesta, conces-sione e diniego del floor control durante una ses-sione PoC.

2.4 I servizi abilitati

Il PoC è un servizio che si adatta bene alle esi-genze comunicative delle utenze business, soprat-tutto in quei contesti nei quali sia utile/necessariopoter comunicare contemporaneamente congruppi di persone distribuite sul territorio (comuni-cazioni di gruppo).

Alcuni esempi di applicazioni corporate verticali,in cui l ’uso del PoC rappresenta unvantaggio/valore per l’utenza sono:• Gestione flotte (corrieri, taxi, ...):

- taxisti e corrieri possono ricevere istruzionidalla centrale in modo personale (comunica-zione 1-to-1) o in forma generalizzata (1-to-many); a loro volta gli autisti possono intera-gire con singoli colleghi o trasmettere a tuttiinformazioni di tipo generale (problemi ditraffico, informazioni di emergenza);

- possono essere implementati modelli dicomunicazione di tipo 1-to-many-to-1 dovegli autisti possono interagire solo con l’u-tente centralizzato e non tra di loro;

- si possono integrare informazioni di localiz-zazione;

• Gestione operativa del personale (alberghi,

DMClient

DM-1

PRS-1

PRS-2PRS-5

PRS-3

PoC-1

PoC-6

POC-7

POC-8

PoC-4

POC-3

IP-1

PoC-2PoC-3

XDM-0

XDM-3

XDM-4

XDM-2

XDM-3

ACC

ESS

NET

WO

RK

Rem

ote

PoC

Net

wor

k

SIP

/ IP

Cod

e

Watcher

XDMC

UE

PreferenceSource

PocClient Poc

Server

PresenceServer

PocXDMS

SharedXDMS

XDMC

Bold boxes identityPoC functional entities

AggregationProxy

DMPoCUE

XDMXDMCXDMS

======

Device ManagementPush-to-talk over CellularUser EquipmentXLM Document ManagementXDM ClientXDM Server

DMServer

FIGURA 1› Architettura OMA PoC v.1.0.

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74 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

supermercati, magazzini, ...):- i supervisori possono impartire istruzioni e

ricevere notifiche in tempo reale sull’esecu-zione dei compiti assegnati (preparazionedelle camere, disposizione delle merci sugliespositori, ricevimento ed immagazzina-mento colli);

• Coordinamento di progetti (cantieri, produzioniindustriali a ciclo continuo, ...):- è possibile comunicare in tempo reale cam-

biamenti di progetto, imprevisti, arrestiimprovvisi e decidere le azioni da intrapren-dere, in modo coordinato con tutti i respon-sabili delle diverse fasi del processo.

• Security:- la frequenza di comunicazione per segnalare

la propria posizione e la situazione nei varipunti ha costi notevoli che possono essereridotti con l’uso del PoC;

- comunicazione contemporanea a tutto ilgruppo, e aggiornamenti continui ed intempo reale.

L’adozione dello standard OMA PoC v1.0 puòessere un mezzo per abilitare altri servizi, sia nelmondo business, che in quel lo consumer, inquanto la disponibilità del client OMA PoC sui ter-minali commerciali potrebbe rendere interessantel’uso di questo client, anche per servizi non tipica-mente associati al PoC. Un esempio è la possibilitàdi utilizzare l’infrastruttura PoC per fornire in temporeale dei contenuti audio di valore, come il goal diuna partita di calcio, senza dover attendere i tempidi consegna di un MMS.

Inoltre la presenza di uno standard noto, puòfavor i re la creazione di c l ient ut i l izzabi l i sudispositivi diversi dai terminali mobili. Il primoesempio è il PC, che all’interno di una configura-z ione d i work- force management pot rebbeessere dotato di un client PoC. Il manager, a cuiè assegnata tale console, può comunicare contutte le sue risorse direttamente dal suo ufficio,magari arricchendo le informa-z ion i d i p resence fo r n i te da lPresence Server con quel le diloca l i zzaz ione fo r n i tedall’Operatore. Un altro esempioè la possibilità di dotare alcunimezzi di trasporto (pubblico eprivato) di client PoC sulle unitàdi bordo, in modo da permettereuna comunicazione tra la cen-trale e i var i mezzi, def inendouna modalità di fruizione ade-guata per l ’att iv i tà svolta (es.auricolari per ricevere comunica-z ion i da l la centra le e un so lotasto per dire “ricevuto” durantela guida).

3. Push-to-X: evoluzione del PoC

In parallelo all’attività di chiu-sura dello standard dell’Enabler

OMA PoC in versione 1.0, all’interno di OMA èsorta l’esigenza di apportare dei miglioramentiall’enabler, al fine di soddisfare nuovi use casesemersi dall’analisi delle esigenze degli Operatori.

Nasce così il nuovo work item destinato a dareorigine all’Enabler OMA PoC v2.0, comunementedenominato anche Push-to-X.

L’Enabler OMA PoC v2.0 si propone di inte-grare la versione precedente con l’aggiunta dellapossibilità di trasferire nuovi media oltre alla voce(video, immagini, testo), di nuove modalità dicomunicazione di gruppo (per supportare lamodalità 1-to-Many-to-1 tipica dei taxi), di nuovemodalità di definizione dei gruppi (possibilità dicreare gruppi in base a parametri di contesto, adesempio localizzazione), dell’integrazione con altrienabler e sistemi di comunicazione non-PoC.

Oltre all’interworking con altri sistemi PTT/PoCnon OMA, si prevede naturalmente la backwardcompatibility con OMA PoC v.1.0 e un migliora-mento delle performance.

Viste le pressioni ed i tempi ridotti richiesti dal-l’industria della telefonia mobile per la redazionedel nuovo standard, è stato deciso un rilascio indue fasi dell’enabler:• OMA PoC v.2.0: primo rilascio dell’Enabler

OMA PoC v2.0 all’interno del quale è standar-dizzato un sottoinsieme delle funzionalità pre-viste dal documento dei requisiti originaria-mente prev ist i per la seconda vers ionedell’Enabler OMA PoC;

• OMA PoC v.2.1: previsto in fase Candidate 9mesi dopo il rilascio dell’Enabler OMA PoCv2.0, è costituito da tutte le funzionalità residuepresenti nel documento dei requisiti. Per que-sto secondo rilascio dell’enabler è stato decisodi non aggiungere a lcun requis i to nuovorispetto a quelli già previsti per la secondarelease dell’enabler e di non includere nessunodei requisiti già destinati alle release succes-sive alla seconda (figura 2).

Q1

Req.Specification

Specification

SpecificationReq.

Interoperabilty Test

Interoperabilty Test

Q2

OMAPoC 2.0

Candidate Enabler

OMAPoC 2.1

PostOMA

PoC 2.1

Q3

2006 2007

C

C

CApproved EnablerA

A

A

2008 2009

Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2

OMAPoC

==

Open Mobile AlliancePush-to-talk over Cellular

FIGURA 2› Time line delle attività di specifiche OMA PoC 2.0 e seguenti.

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Le funzionalità da includere nella release OMAPoC 2.0 sono state selezionate dai partecipanti algruppo di standardizzazione in base al risultato diuna serie di sondaggi condotti durante la redazionedel documento dei requisiti.

Le principali funzionalità incluse nella primafase del rilascio dell’enabler sono le seguenti:• Supporto di nuovi media:

- affiancamento di nuovi media in aggiuntaalla voce (video, immagini, testo) che tra-sformano il servizio Push-to-Talk nei corri-spettivi Push-to-Watch, Push-to-Show, ... opiù genericamente Push-to-X;

• Gestione evoluta dei gruppi:- possibilità di inserire un gruppo tra gli invitati

ad un gruppo ad hoc;- gruppi moderati;- attivare gruppi i cui membri sono selezionati

in base al soddisfacimento di una regoladata;

- estensione delle funzionalità di comunica-zione secondo il modello 1-many-1;

• PoC Box:- Corrispettivo POC della funzionalità voice

mail;• Evoluzione della fase di creazione della ses-

sione:- associazione di media alla richiesta di aper-

tura sessione o invito ad un gruppo;- associazione all’invito ad un gruppo dell’e-

lenco di tutti i partecipanti invitati;• Evoluzione della gestione della sessione:

- indicazione all’utentedel tempo di trasmis-sione residuo nel talk-burst;

- possibilità di sospen-dere una o più ses-sioni PoC quando unasessione con prioritàmaggiore r ichiederisorse aggiuntive peressere instaurata conla QoE richiesta;

• Interazioni con altre piat-taforme:- trasformazione della

sessione PoC in unachiamata full duplex;

- interoperabi l i tà t raenabler PoC e ret iP2T esterne (Legacy);

- possibilità di attiva-zione di una sessionePoC a partire da unbrowser grazie ad unopportuno PoCSession Invocator;

- accesso al serviz ioPoc da parte dell’u-tente non connessoalla rete PoC e/o nonattraverso un clientPoC;

- messaggio testuale libero inviato dal serveral client per trasmettere informazioni varie.

Alla seconda fase dell’enabler (OMA PoC v2.1)sono rimandate altre funzionalità presenti neldocumento dei requisiti che vanno ad aggiungersia quelle sopra descritte.

L’architettura prevista dal nuovo enabler(figura 3) ricalca quella della versione precedentecon l’aggiunta, tra gli elementi funzionali speci-fici dell’Enabler OMA PoC e quindi standardizzatidalla specifica, di nuovi elementi finalizzati alsupporto della funzionalità di PoC BoX (Voicemail per il PoC).

L’interazione tra gli elementi funzionali avvieneattraverso protocolli standard:• SIP per il controllo delle sessioni e la segnala-

zione tra client e server; • RTP/RTCP per la gestione dello streaming del

media;• MSRP per il trasferimento dei media discreti

all’interno di una sessione PoC;• XCAP per l’interazione con i documenti XML.

L’Enabler OMA PoC v2.0 aggiunge alla releaseprecedente della specifica il protocollo MBCP(Media Burst Control Protocol), naturale evoluzionedel protocollo TBCP specificato nella prima releasedell’enabler, per supportare lo streaming videooltre a quello audio. Anche il MBCP sfrutta i mes-saggi RTCP/APP per gestire le operazioni di richie-sta, concessione e diniego del floor control per latrasmissione di media in modalità streamingdurante una sessione PoC.

PtX Client

PtX Client

Wireless Network

Public Internet

Segnalazione di sessione e di gestione Floor-Control;Flusso dati per streaming e scambio file discreti

SIP/IPCore

(o IMS)

PtX Client

PtX Client

PtXServer

PresenceServer XDM

Server

IMSIP

PtXSIP

XDM

=====

IP Multimedia SubsystemInternet ProtocolPush-to-XSession Initiation ProtocolXML Document Management

FIGURA 3› Architettura logica di OMA PoC v.2.0 (Push-to-Talk).

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76 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

Il Push-to-X rappresentainnanzitutto la naturale evo-luzione del PoC, per cui iservizi e i contesti nei qualila comunicazione PoC trovaapplicazione, sono anchequelli nei quali l’evoluzionemultimediale del Push-to-Xpuò portare ulteriore valore.Si parla quindi delle appli-cazioni corporate verticalia l le qual i s i aggiunge lacapacità di comunicazionedi gruppo basata su strea-ming video.

Gl i scenar i di ut i l izzosono analoghi, nel sensoche l’uso del floor controlpermette la comunicazionedi gruppo, dove chi ottiene ild i r i t to di parola, potràinviare il proprio flusso (asua scelta se audio/video osolo video) in streaming, mentre gli altri potrannosolo ricevere. Una volta rilasciato il diritto di parola(o video…), un altro utente potrà richiederlo e ini-ziare lui stesso a fornire il nuovo flusso in strea-ming (audio o audio/video).

Un nuovo concetto che è introdotto nel Push-to-X è legato alla possibilità di inviare file discreti(immagini, clip audio o audio/video, testo, o filegenerici…). Questa funzionalità non è legata alfloor control, e quindi in uno specifico momentoun client potrà inviare e ricevere dei contenutidiscreti. Inoltre, la creazione iniziale della ses-s ione Push-to-X è una procedura t ip ica delmondo IMS su protocollo SIP, per cui in fase diSession Set-Up si definiscono i media supportatida tutti i partecipanti alla sessione. Non vi sonoindicazioni che impediscano di attivare sessionifinalizzate solo allo scambio di file discreti, comein uno scenar io t ip icamente Appl icat ion-to-Person-to-Application.

Questo significa che l’enabler Push-to-X forni-sce tutte le potenzialità e strumenti per realizzaredei servizi che possono essere significativamentedistanti dal PoC originario.

4. Push-to-X: servizi abilitati

I servizi abilitati dal Push-to-X si possono divi-dere in due grandi categorie:• servizi Person-to-Person (P2P);• servizi Application-to-Person-to-Application

(A2P2A).

4.1 I servizi Person-to-PersonLa prima categoria riguarda la comunicazione

Person-to-Person (P2P), che rappresenta l’evolu-zione naturale del servizio PoC. Si adatta allacomunicazione di gruppo e personale, ma utiliz-zando il concetto di floor control per l’assegna-zione del diritto di parola/video.

Anche lo scambio di file discreti viene vistocome un’aggiunta finalizzata alla comunicazionepersonale (es. stiamo parlando, ti invio questa fotoe la commentiamo insieme oppure vediamoinsieme uno streaming di un server esterno).

I service concept presentati nella tabella 1 pos-sono essere realizzati singolarmente o possonoessere delle componenti di un servizio unificante,che abilita la comunicazione interpersonale evoluta.

La User Experience (figura 4) di questi servizi ètutta da ideare, e deve tenere conto delle limita-zioni intrinseche dei terminali mobili (display didimensione limitata, tastiera ridotta, …). Una pos-sibile direzione è quella che vede il Push-to-Xcome evoluzione del PoC e dell’IM, e che quindiabilita uno storyboard di sessione.

4.2 I servizi Application-to-Person-to-Application

L’altra categoria di servizi è quella che vuolesfruttare l’enabler Push-to-X per realizzare dellecomunicazioni che non sono solo tra persone, mache sono incentrate sul contenuto scambiato.

Nella tabella 2 vengono elencati alcuni primiesempi di service concept e relativi use cases chesi basano sulla creazione di una sessione, in cui lacomunicazione PoC (audio o audio/video in strea-ming) non è l’elemento fondamentale (come nelcaso P2P), o addirittura non è presente.

I primi service concept (Push-to-Content estreaming Server-to-Client) abilitano la fornitura dicontenuti pregiati in tempo reale agli utenti (il goal,le informazioni del traffico, gli aggiornamenti dellenotizie), che devono essere forniti in Push (azionescatenata dal server) e nel minor tempo possibile.Il formato del media può essere lo streamingaudio/video o il clip audio/video a seconda dellaspecifica di servizio. L’utilizzo del Push-to-X assi-cura ampia diffusione e tempi di consegna near-real-time e senza limiti di dimensioni (aspetti diffe-renzianti rispetto agli MMS).

ServiceConcept

Push-to-View

Push-to-Show

Push-to-Watch

Push-to-Browse

Push-to-Paint

Push-to-Game

Descrizione

Scambio di immagini durante una sessione PoC

Scambio di streaming audio/video durante una sessione PoC

Visione di uno stesso streaming (es. TV) escambio di commenti usando il PoC

Condivisione della navigazione Web duranteuna sessione PoC audio

Condivisione di un’area di lavoro duranteuna sessione PoC audio

Giochi di gruppo/di ruolo con scambio dicommenti tramite sessione PoC audio

Principaliuse cases

Condivisione di foto/immaginiin tempo reale

PoC Audio e Video

Mobile TV condivisaVideo Sorveglianza

Help-desk browsing

Push-to-Find “guidato”

Giochi a turno interattivi

PoC = Push-to-talk over Cellular

TABELLA 1› Service Concept di tipo Person-to-Person supportati dal Push-to X.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 77

Gli altri service conceptpermettono lo scambio dimedia tra utenti e/o versoapplicazioni nell’ottica diportare i protocolli di tra-sporto stile FTP o Peer-to-Peer su rete mobile e abili-tare tutti i servizi annessi. Lapresenza del server Push-to-X nel la retedell’Operatore è però garan-zia di correttezza, legalità econtrollo di questa tipologiadi servizi, assicurando alcontempo agli utenti la rea-l izzabi l i tà e la UserExperience nota nel mondoPC e all’Operatore la possi-bi l i tà di creare serviz i digrande attrazione per il mer-cato di massa e non soloper il mondo business.

5. Conclusioni

Il Push-to-X è una tecno-logia nata in un settore/con-testo (PoC) di di ffusioneridotta, in quanto finalizzataal mercato Business.

Però, come moltospesso avviene, è in conte-st i part icolar i che puònascere un’opportunità chel ’Operatore deve sapercogliere.

Il Push-to-X sarà il primoserviz io mult imediale,basato su IMS e standardiz-zato in OMA che supportaservizi di t ipo Person-to-Person e Application-to-Person-to-Application.

Questa concetto racchiude molti messaggiimportanti:• multimediale: risponde ai requisiti degli utenti di

poter creare, ricevere contenuti video sia instreaming che come file discreti;

• basato su IMS: r isponde ai requisit i degl iOperatori di creare valore dagli investimentieffettuati su questa tecnologia fondamentaleper i prossimi anni;

• standardizzato in OMA: risponde ai requisitidelle manifatturiere dei terminali mobili che pos-sono disporre di un’applicazione interoperanteinter-Operatore e tra terminali di produttoridiversi;

• Person-to-Person: risponde alle esigenze deiclienti di comunicazione di gruppo e personalein evoluzione al PoC;

• Application-to-Person-to-Application: rispondealle esigenze dei clienti di scambio/ricezione dicontenuti di valore e/o autoprodotti.Lo standard a livello di Candidate Release è

ormai chiuso: spetta a chi progetta servizi spingeresulle manifatturiere e sui software vendor, affinchéla realizzazione di questo enabler (soprattutto latoclient su terminale mobile) non sia chiusa in unasemplice evoluzione del PoC, ma abiliti tutti i pos-sibili utilizzi, configurando il Push-to-X come unenabler a disposizione di diversi servizi.

Telecom Italia vede nel Push-to-X un’interes-sante opportunità per sviluppare nuovi servizi per ilcliente; a tale scopo oltre a partecipare diretta-mente alla definizione di questo standard, cerca distudiarne e guidarne la sua “applicazione” in solu-zioni commerciali, che potranno essere testate neisuoi laboratori.

[email protected]@telecomitalia.it

Unica sessione di comunicazioneper tutti i media (può essere 1to1o 1toMany). Storia completa dellacomunicazione. Accesso in ognimomento ai media scambiati.

Conversazione PoC (se abilitatoil PoC Box in rete è possibile

risentire il messaggio).

Push-to-Show Video (seabilitato il PoC Box in rete è

possibile rivedere il messaggio).

Push-to-View Immagine (salvatoin locale e fruibile anche fuori

dalla sessione).

Push-to-View Video clip (salvatoin locale e fruibile anche fuori

dalla sessione).

Instant Messagging a standardSIP - Simple Session-Based.

Area dedicata alla fruizione deimedia in steaming (video) o allapresentazione dei media discretiforniti (immagini, Clip audio/video).Informazioni legate all’utente durante la ricezione di una conversazione PoC. Per screen didimensione limitata appare solo per la fruizione effettiva del media.

SIPPoC

==

Session Initiation ProtocolPush-to-talk over Cellular

FIGURA 4› Esempio di user experience per un servizio Push-to-X di comunicazione person-to-person.

Service Concept

Push-to-ContentMultimediale

StreamingServer-to-Client

File TransferServer-to-Client

File TransferClient-to-Server

File TransferClient-to-Client

Descrizione

Distribuzione in tempo reale di contenutiinformativi audio/video

Distribuzione in tempo reale di streaming audio/video programmati

Distribuzione/Condivisione di file disponibili su un server

Pubblicazione/Condivisione di un contenuto multimediale autoprodotto

Scambio di file peer-to-peer (mediata dal server)

Principali use cases

Push-to-Goal

Mobile Radio/Web Radio

PodCasting

Buyer’s Guide, Push-to Mail Multimediale, Push-to-Share/Push-to-Publish

Mobile FTP Transfer

TABELLA 2› Service Concept di tipo Application-to-Person-to-Application supportati dal Push-to-X.

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ROSSOTTO › SPELTA• Push-to-X: evoluzione del Push-to-Talk

78 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

• Specifiche OMA PoC Approved release 1.0.1www.openmobilealliance.org/release_program/poc-v1_0_1.html

• Specifiche OMA PoC Work in progress 2.0 www.openmobilealliance.org/tech/wg_committees/poc.html

• Documento di Progetto TILAB DPC 2006.02215“Survey mercato Push-to-Talk, OMA PoC e PtX”

• Documento di Progetto TILAB DPC 2006.01320“Attività standardizzazione POC in OMA e impatti suiservizi Push-to-X innovativi”

• Documento di Progetto TILAB DPC 2006.00975 “Push-to-X: nuovi service concept e use case”

— BIBLIOGRAFIA

A2P2A Application-to-Person-to-ApplicationDM Device ManagementIMS IP Multimedia SubsystemMBCP Media Burst Control ProtocolOMA Open Mobile AllianceP2P Person-to-PersonPoC Push-to-talk over CellularPtX Push-to-XSIP Session initiation ProtocolTBCP Talk Burst Control ProtocolUE User EquipmentXDM XML Document ManagementXDMC XDM ClientXDMS XDM Server

— ACRONIMI

Mauro Rossotto dal 1995 in TelecomItalia dove si è inizialmente occupato degliaspet t i d i ana l is i dat i a scopo CRM eAntifrode. Dal 2002 è entrato nell’area che sioccupa de l lo sv i luppo d i serv iz i mobi l icollaborando e studiando diverse tecnologiedi rete come il DVB-H e ambienti di svilupposu terminale mobile come Symbian e J2ME.Ha collaborato a diversi progetti europei legatiai servizi mobili. Da due anni è il responsabile

del progetto di ricerca “Sviluppo servizi PoC ed evoluzione alPush-to-X” dell’area Service Creation&Application e all’interno delquale sono progettati, prototipati e realizzati (anche per lacommercializzazione) alcuni service concept legati al Push-to-talkOver Cellular. All’interno di questo progetto viene dedicato unforte impegno allo sviluppo del Push-to-X sia per gli aspettitecnologici e di standardizzazione sia quelli legati all’ideazione dinuovi servizi basati sul Push-to-X.

Stefano Spelta dal 2001 in TelecomItalia dove ha iniziato l'attività su progetti didatawarehousing a scopo antifrode e di analisiprestazionali di apparati di rete. Dal 2002 èentrato nell’area che si occupa dello sviluppodi servizi mobili iniziando a partecipare alprocesso d i s tandard izzaz ione de l letecnologie di Mobi le Broadcasting comedelegato Telecom Italia nella Open MobileAlliance (OMA). Dalla fine del 2005 ha iniziato

a collaborare al progetto di ricerca “Sviluppo servizi PoC edevoluzione al Push-to-X” indirizzando parallelamente la suapartecipazione in OMA verso il gruppo Push-to-Talk Over Cellular(POC) che si occupa della standardizzazione del servizio Push-to-Talk e delle sue evoluzioni verso il Push-to-X. All'interno delprogetto coordina il task relativo all'analisi funzionale di prodotti eprototipi compatibili con la prima versione dello standard OMAPoC ed il task relativo allo sviluppo di nuovi servizi basati sullatecnologia Push-to-X.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 79

“Made-for-Mobile”Search&Advertising

PIERO CENA

BARBARA RINERO

VALENTINA RIVOIRA

Search&Advertising sono al momento le keyword più “calde” nel mondomobile, in quanto stanno diventando possibili quei modelli di businessche, qualche anno fa, hanno rivoluzionato il mondo web. La pubblicitàha permesso di rendere gratuito l’accesso a Internet da rete fissa e laricerca ha trasformato Google e i suoi pari nella porta di ingresso aicontenuti del web … accadrà lo stesso per l’Internet da mobile?

1. Introduzione

È da tempo che l’industry si muove per offrireservizi Internet-like da cellulare. Ora le tecnologieabilitanti sembrerebbero giunte a maturazione: lacapacità delle reti broadband raggiunge l’ordine deiMbps, i cellulari top gamma sono quasi dei piccolicomputer, le modalità di comunicazione si sonoarricchite, da SMS e WAP-push, a PoC, Idle-screen, video e web-browsing, le piattaforme diservizio si stanno adeguando per fornire non soloservizi telco, ma applicazioni nate nel mondoInternet, anche di terze parti. Così è possibile inse-rire pubblicità all’interno di video o giochi, linksponsorizzati come risultati della ricerca. L’utentepuò inviare una foto invece di codici in risposta aduna promozione, ricevere messaggi pubblicitariquando si trova vicino al punto vendita, cliccare unPOI (Point Of Interest) sulla mappa per chiamare lapizzeria più vicina.

Advertiser e content provider dal canto loro nonvedono l’ora di sfruttare un canale che rende con-creto il sogno del one2one marketing, magarianche localizzato, e verso un target che si avvicina

ai tre miliardi di persone … ma chi terrà in mano leredini di questo nuovo mercato? Riuscirà l’opera-tore mobile a mantenere l’ownership dei clienti e ilcontrollo del mezzo? E soprattutto … come reagiràil cliente?

3. I Trend

3.1 Le sfide in corso

Innanzitutto occorre tener presenti le peculiaritàdell’accesso a Internet da mobile, legate al form-factor del terminale e alla banda disponibile, maanche alle occasioni d’uso. Peculiarità che rendonoinadeguate molte delle soluzioni pensate per il PCe fanno preferire applicazioni ‘made for mobile’,ovvero ottimizzate per l’utilizzo in mobilità.

I terminali infatti sono sempre più simili a piccoliPC, ma non lo sono ancora del tutto: intanto sologl i smartphone abi l i tano serviz i evolut i , e almomento sono ancora una percentuale piccola,seppur crescente, dei cellulari venduti, soprattuttoa causa di un prezzo relativamente elevato. Inoltre

MOBILE

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80 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007

buona parte dei terminali top gamma non consen-tono l’installazione di applicazioni di terze parti(diverse dalla manifatturiera stessa), e anchequando questo è possibile c’è una ‘download-bar-rier’, ovvero la comprensibile resistenza da partedegli utenti a scaricarsi il client e a seguire la pro-cedura di installazione. Ancora: le dimensioni deldisplay e della tastiera non agevolano interazionicomplesse e prolungate, tanto più che tipicamenteil cellulare si utilizza con una mano sola e facendoaltro. Infine è fondamentale ricordare che il telefo-nino deve prima di tutto permettere di telefonare:questo significa che le funzionalità aggiuntive nondevono rendere meno agevole l’utilizzo base, epossibilmente nemmeno scaricare la batteria!

La banda disponibile è di fatto sempre mag-giore: le tecnologie HSPA già oggi offrono diversiMbps e l’evoluzione è molto promettente. Tuttaviaresta il fatto che lo spettro radio è limitato, e quindicaro, non solo per gli utenti, ma anche per gliOperatori. Anche tecnologie wireless come WiFi oWiMAX, pur permettendo l’ingresso di nuovi player,difficilmente rivoluzioneranno la situazione: finoranon si sono dimostrate capaci di produrre ritornisignificativi, e comunque per garantire livelli ade-guati di qualità, in termini di copertura, mobilità econtinuità del servizio, richiedono investimentitutt’altro che trascurabili.

Questo quindi il contesto in cui si sviluppano lesfide in corso, sia di business sia tecnologiche.

Sul piano del business l’importanza del tema èdovuta a ciò che si nasconde dietro la Search:controllare la porta di accesso alle informazionisignifica controllare il mercato pubblicitario, mapotenzialmente anche l’m-commerce, i servizievoluti, i contenuti premium e user-generated …ovvero un piatto ancora da riempire ma ben caldo,conteso da operatori mobili, player Internet ecostruttori di terminali. Ad oggi il mercato dell’on-line advertising è particolarmente concentrato:Google detiene più del 50% del search advertising(il 65% in USA)1, in crescita, e con l’acquisizione diDoubleClick sarebbe il primo anche nel displayadvertising ... sarà lo stesso per il mobile adverti-sing?

Abbiamo detto che le tecnologie per abilitare ilMobile Internet stanno maturando velocemente.Una delle sfide in corso riguarda la ricerca di con-tenuti multimediali, al momento basata per lo piùsui tag, ovvero descr iz ioni testual i , ma chepotrebbe trarre grandi vantaggi dal riconoscimentodei pattern, ovvero della ‘forma’ di suoni, immaginie sequenze. Un altro punto cruciale è la capacità diintegrare risultati provenienti da fonti diverse (web,

TV, desktop, …) e di clusterizzarli, ovvero raggrup-parli in categorie significative. È poi fondamentalefornire strumenti di input più adeguati al contestod’uso dei servizi in mobilità, come la voce o lascrittura manuale. Anche il modo di presentare leinformazioni potrebbe prescindere dalla strutturaad albero tipica dei PC per assumere forme visiva-mente esplicative, capaci di sfruttare anche il 3Dper dare una dimensione spaziale e creare quadridi immediata percezione. Ad esempio le informa-zioni potrebbero essere organizzate in stanze … .

Che cosa si aspetta l’utente? La ricerca idealeproduce solo risultati rilevanti, li raccoglie da ognifonte possibile, e ha bisogno di input minimo. Dovesiamo adesso? Troppi click, troppo da scrivere,troppe domande, troppo tempo, risultati poco per-tinenti.

La risposta sta nella personalizzazione: cono-scere l’utente per prevedere che cosa sta cer-cando, e quindi fornirgli solo ciò che gli serve. Seso che ti piace il calcio, quando cerchi Manchesterti do il calendario delle partite; se negli ultimi tregiorni hai cercato televisori HD, quando cerchi unfilm ti propongo per prime le offerte ad alta defini-zione; se so che ti trovi in aeroporto, perché ti holocalizzato, ti propongo il numero per chiamare iltaxi e l’albergo più vicino. Naturalmente informa-zioni così mirate sono pagate profumatamentedagli advertiser … finché l’utente sopporta la sen-sazione di essere spiato, e, nel caso del cellulare,potrebbe essere meno condiscendente.

È proprio il timore di infastidire l’utente cheporta a cercare soluzioni meno invasive per l’ad-vertising, ovvero soluzioni pull invece di push. Adesempio usare le immagini pubblicitarie in strada osulle riviste come hyperlink verso contenuti multi-mediali e informazioni, come permettono di fare letecnologie di image recognition. Oppure far pagarela telefonata all’azienda chiamata in click2call,dalla mappa o dalla pagina web, secondo unmodello pay-per-call, mutuato dal pay-per-clickdell’Internet da PC. Ancora, offrire servizi gratuiti oscontati in cambio della pubblicità inserita in chia-mate, SMS, video e giochi.

Proprio i video sono l’oggetto del desiderio inquesto momento per gli online advertiser: mentre iltasso di click-through sui banner è sceso allo0,18% in Europa, rispetto allo 0,33% di tre anni fa,sui video è cresciuto al 4.6% 2. La ragione sta-rebbe nell’effetto novità: gli utenti non fanno piùcaso ai banner, ma si fanno catturare dai clipvideo, anche se interrotti dagli spot.

3.2 Il mercato

Informa Telecoms&Media prevede che il mer-cato globale del mobile advertising varrà circa$11.35bn al 2011 (per il 2006 il mercato valeva$871m). Negli Stati Uniti secondo una stima dellostesso infoprovider gli investimenti in mobile

(1)

Secondo Hitwise (online market research company), sul mer-cato statunitense Google conta il 65.3% delle ricerche diaprile 2007, in crescita dal 58.6% di un anno fa. La marketshare di Yahoo! e’ del 20.7%, in calo dal 22.2% dell’aprile2006. La MSN Search di Microsoft detiene l’8.5%, in calo dal12.6%, mentre Ask.com conta il 3.7%, in calo dal 4.2%. Glialtri 47 motori di ricerca monitorati coprono l’1,9% dellericerche in US [Total Content + Media, 10 maggio 2007].

(2)

Dati Adtech, provider di ad server technology [Total Content+ Media, 10 maggio 2007].

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advertising saliranno dai $421m del 2006 ai $4.8bnnel 2011, con un balzo dal 2.6% al 12% dellaspesa pubblicitaria statunitense.

Come termine di paragone, si consideri che ilfatturato complessivo di tutto l’online advertising,in crescita del 34% annuo, è st imato par i a$16.8bn nel 2006 (IAB-ProcewaterhouseCoopers)ed è previsto raggiunga i $51.6bn nel 2010, rappre-sentando quasi il 10% del mercato pubblicitariocomplessivo.

La Online Publishers Association ha recente-mente pubblicato una ricerca condotta su oltre6.000 interviste in USA, UK, Francia, Italia, Spagnae Germania, da cui emerge che il 34% dei “mobileweb users” è disposto a ricevere pubblicità in cam-bio di contenuti gratuiti. Quasi un quarto deirispondenti ha dichiarato di aver visitato siti websollecitati da un annuncio pubblicitario, mentre il13% ha richiesto informazioni aggiuntive riguar-danti un prodotto o un servizio, e l’11% si è recatoin un negozio per verificare direttamente il pro-dotto. Infine quasi il 10% dei consumatori ha effet-tuato un acquisto sulla base di un annuncio pubbli-citario su terminale mobile.

La relazione tra mobile advertising e mobilesearch è confermata da alcuni dati piuttosto elo-quenti sull’e-commerce: Jupiter stima che il 55%delle transazioni online siano originate a partire daricerche tramite search engines. In particolare, nelsettore dei trasporti quasi il 75% degli acquirenti uti-lizza i motori di ricerca prima di effettuare l’acquisto.

Il crescente interesse per il ‘search advertising’è testimoniato anche da alcune cifre riportate in unrecente studio della banca di investimento Jefferies& Co., che oltre a pronosticare un mercato dell’ad-vertising online di oltre $60bn al 2010 prevede sutale valore una quota del 40% destinata al la‘keyword search advertising’, Dato questo in lineacon le rilevazioni IAB per gli ultimi consuntivi delsettore ‘internet advertising’, evidenziati in figura 1.

Spostando l’attenzione dallo scenario globale almercato italiano, si osserva una dimensione ancoraesigua della quota di fatturato attribuibile al canaleinternet (2% in Italia contro il 4% mondiale), ma ildivario è destinato a venire colmato in tempi brevivisti i tassi di crescita ben più elevati.

Dai dati Nielsen (tabella 1) si rileva la forte cre-scita del canale Internet nel nostro paese (+ 44%var. 2006/2005) e si osserva come le aziende cheusano il web a scopo pubblicitario abbiano supe-rato in numero quelle che si rivolgono alla TV, seb-bene con un investimento medio di gran lunga infe-riore, paragonabile al canale periodici (figura 2).

Le prime stime della stessa fonte per il 2007prevedono un lieve rallentamento della crescita perl’internet advertising (+ 31%), che comunquerimane di un ordine di grandezza superiore rispettoagli altri canali.

Una previsione per il mobile advertising in Italia(tabella 2): da 19m di euro nel 2006 a 27m di euronel 2007 (+ 38%) secondo la Dada Ad. Il mobileadvertising si posizionerebbe quindi intorno al 10%sul totale dell’online advertising, ma con una cre-scita prevista superiore alla media.

3.3 Il posizionamento dei player principali

È naturale che un bacino di utenza che siavvicina ai tre miliardi attragga l’attenzione … .Per i l Search&Adver t i s ing , zona hot de lmomento, i player coinvolti sono molteplici: ope-ratori mobili che puntano ad incrementare l’uti-lizzo dei VAS e sfruttare nuove fonti di revenues,player Internet che puntano a conquistare unnuovo cana le , cost ru t to r i d i te rmina l i chevogliono controllare il mercato dei servizi, media

Displays Ads 21%

Sponsorship4%

Classifieds20%

Search40%

Rich Media 6%

Referrals/Lead Generation 7%

E-mail 2%

Total - $4.1 Billion

% of 2006 Second-Quarter revenues

Total - $12.5 Billion

% of 2004 Full-Year Revenues

Total - $9.6 Billion

% of 2005 Full-Year Revenues

Referrals/Lead Generation6% Displays Related

34%

Classifieds17%

E-mail 2%

Search41%

Displays Ads38%

Search39%

Classifieds 18%

E-mail 2%

Referrals/Lead Generation3%

FIGURA 1› Fatturato dell’on line advertising per format (IAB Internet

Advertising Revenue Report, 2006 second quarter - 2005 Full Year).

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companies che cercano unquarto schermo, serv iceprov ider specia l izzat i insoluzioni verticali, e infineMVNO, operatori mobili vir-tuali che tentano la via del-l ’accesso gratuito f inan-ziato dalla pubblicità.

Gli operatori mobili con-trollano l’accesso e deci-dono le tariffe dati: finchénon si abbassano e non siappiattiscono sul modelloflat, i dati da mobile reste-ranno un vezzo per pochi.Schiacciare le tariffe peròsignifica aprire il campo aip layer In ternet , Google ,Microsoft e Yahoo! in pri-mis , che non aspet tanoaltro per sfruttare brand ,know-how e base clienti inun mercato nuovo. Tantopiù che i grandi del web

siglano accordi con gli handset makerper farsi trovare già pronti sul termi-nale, cortocircuitando gli Operatori: tragli ultimi annunciati, quello di Yahoo!,Flickr e Myspace con Nokia per con-sent ire l ’upload dei contenut i user-generated dal cel lu lare, o quel lo diGoogle con LG per la sui te GoogleMobile.

È un fatto che il modello walled gar-den, ovvero l’accesso limitato ai conte-nuti preparati dall’Operatore, appaiadef in i t ivamente superato dal l ’OpenInternet: il browser evoluto per la ‘FullInternet Experience in your pocket’ pro-posto sul nuovo Nokia N95 non lasciaspazio a dubbi. Anche il gPhone annun-ciato da Google, un telefono gratis otti-mizzato per i l mobile web, mostra i lsegno dei tempi che corrono … .

Tuttavia l’operatore mobile ha ancoraqualche carta da giocare, per evitare la

posizione di bitpiper : sfruttare i l brand degliInternet player e nel frattempo sviluppare solu-zioni proprie o white-labeled ‘made for mobile’,per controllare non solo Search e Advertising, maanche nuovi servizi per le Community, come l’u-pload di contenuti in mobilità, o l’accesso da cel-lulare ai Virtual Worlds come SecondLife. Il con-trollo sulle tariffe inoltre permette di promuovere iservizi propri e dei partner, magari su siti ottimiz-zati per la visione da mobile come quell i neidomini .mobi, che devono seguire le linee guidafornite dal consorzio3.

2006

8.712

4.705

3.096

1.800

1.296

441

197

76

198

2005

8.488

4.676

2.992

1.767

1.225

401

199

83

137

2004

8.242

4.551

2.892

1.720

1.172

400

192

91

116

Milioni di Euro

Fatturato totale

TV

STAMPA

Quotidiani

Periodici

RADIO

AFFISSIONI

CINEMA

INTERNET

54%

TV

RADIO

CINEMA

STAMPA

AFFISSIONI

INTERNET

2%1%2%5%

36%

TABELLA 1› Il mercato italiano della publicità (Nielsen Media Research).

Periodici

Quotidiani

Internet

Tv

Radio

Affissioni

Cinema

76

111

72

2.535

298

150

207

N° Advertisers Inv. MedioEuro ’000

10.273

5.380

1.553

1.190

934

813

187

FIGURA 2› Gli advertiser in Italia per canale (Nielsen Media Research).

TOTALE

QUOTIDIANI

PERIODICI

TELEVISIONE

RADIO

AFFISSIONI

CINEMA

INTERNET

Var. % 2006/2005

2,5%

3,2%

5,9%

0,8%

3,2%

-3,9%

-9,2%

44,4%

Var. % 2007/2006

2,0%

2,0%

2,2%

0,8%

2,5%

0,0%

2,5%

31,4%

TOTALE 2,5% 2,0%

TABELLA 2› Previsioni di spesa per canale 2007

(Nielsen Media Research).

(3)

.mobi è una joint venture cui Telecom Italia partecipa insiemea Ericsson, Nokia, Samsung, Google, Microsoft, GSMA,Vodafone, Hutchinson, Orascom, Telefonica, T-Mobile,Syniverse.

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Oltre alle proposte dei big player è ricchissimo ilpanorama di soluzioni di ASP specializzati. Sonosvariate anche le proposte di intermediazione tral’Operatore e le terze parti per servizi, contenuti eadvertising (Bango e Io, spin-off di BT, tra gli altri).

Un modello ancora da testare è quello propostoda Blyk, che si è annunciato come MVNO cheoffrirà servizi telefonici gratuiti in cambio di pubbli-cità, come messaggi aggiunti in coda agli SMSoppure annunci vocali prima di una telefonata. Ilvantaggio è quello di risparmiare sui sistemi di bil-ling; lo svantaggio di non avere il ricco profilo deiclienti che fa gola agli advertiser.

4. Le Tecnologie

4.1 L’architettura: service layer e piattaforme applica-tive

Le piattaforme applicative sono i software cheabilitano i servizi VAS (Value Added Services) perl’utente finale, utilizzando gli enabler presenti neilivelli inferiori della rete di telecomunicazioni.Tipicamente si tratta di applicazioni client-server,dove l’application server dialoga con un client sulterminale. Gli application server sfruttano le risorsedi rete (service enabler) rese disponibili dal servicelayer, tramite interfacce ‘convenzionali’ sempre piùder ivate dal mondo IT, come ad esempio iWebServices esposti con metodi standard SOA.

Infatti la tendenza evolutiva prevede un’architet-tura aperta che permetta l’esposizione dei servizi direte anche verso terze parti, nonché l’utilizzo dienabler di altri provider, per costruire applicazionicomplesse senza ricorrere a soluzioni verticali, limi-tando così la replicazione degli elementi funzionali.

Alcuni degli enabler telco utilizzati per le appli-cazioni di tipo Mobile Search & Advertising sono:SMS, MMS, WAP Gateway, Content Push,Click2call, Push2X, Location, … .

4.2 I client sul terminale

Abbiamo detto che i VAS sono tipicamenteapplicazioni client-server, che quindi hanno biso-gno di un software specifico sul terminale. In qual-che caso sfruttano client già presenti, come ilbrowser o l’SMS. I servizi più ricchi però tipica-mente hanno bisogno di interfacciarsi direttamentecon le funzionalità offerte dal sistema operativo,oppure di agganciarsi ad un livello intermedio,come quello fornito da un ambiente Java.

I sistemi operativi aperti sono quelli che per-mettono a terze parti di sviluppare applicazioni, inquanto rendono note le interfacce per utilizzare lefunzionalità del terminale (API). Attualmente ilsistema operativo aperto più diffuso è Symbian,promosso da Nokia ma recentemente adottatoanche da Samsung e LG, che nel febbraio 2007hanno lanciato i primi terminali Symbian serie 603rd edition non-Nokia. Subito dopo viene Microsoft,con il Windows Mobile, che, nella versione 6, pro-pone look e funzionalità Vista-like. Infine Linux,ancora marginale, ma considerato in crescita,

soprattutto dopo l’accordo con manifatturierecome Motorola e NEC e Operatori del calibro diVodafone e NTT, per lo sviluppo di una piattaformacomune (LiMo).

Più ampio è il parco terminali che supportaapplicazioni Java, e molti service provider scel-gono questa strada, nonostante ponga limiti piùstretti.

Molto interessante per il futuro è il supporto suibrowser più evoluti dell’Adobe Flash Lite, la piat-taforma che ha arricchito il web di grafica animatae che offre funzionalità sempre più ricche.

L’ultima moda in fatto di client per servizi diS&A (più avanti ne sono descritti alcuni) è l’On-device Portal: un punto di accesso unificato a con-tenuti di varia provenienza, con percorsi di naviga-zione studiati e opzioni che semplificano la ricerca.

4.3 Alcune tecnologie abilitanti

Tra le tecnologie più caratterizzanti per i servizidi Mobile S&A ci sono ovviamente i motori diricerca e, per le applicazioni più nuove, i sistemi diriconoscimento delle immagini: diamo nel seguitoqualche cenno su questi elementi e sugli enabler dilocalizzazione, che, identificando la posizione del-l’utente, permettono un arricchimento significativodei servizi.

4.3.1 Search engines

I “motori di ricerca” costituiscono senz’altro ilcuore delle applicazioni di Search, fornendo unsistema di ricerca delle informazioni presenti inambito Internet, rete privata locale o su terminalelocale (PC o mobile che sia).

Un motore di r icerca tradiz ionale espletasostanzialmente tre funzioni:1) Web crawl ing/spider ing: programma che

esplora con una frequenza prestabilita il web (ol’ambito di ricerca che interessa) e analizza ilcontenuto delle pagine visitate, acquisendoalcuni dati ritenuti rilevanti ai fini della succes-siva indicizzazione (es. testo contenuto nellapagina, titolo, keywords nell’HTML, …). Lo spi-der segue gli hyperlink a partire da un set di sitiweb iniziale (seeds).

2) Indexing: stabilisce le modalità di raccolta delleinformazioni acquisite dal web spider, di elabo-razione (parsing, per ricavare i dati utili ai finidella ricerca) di indicizzazione e classificazione,di organizzazione all’ interno del database.L’obiettivo è ottimizzare la velocità e le perfor-mance nella ricerca di documenti rilevanti. Letecniche di indicizzazione fanno uso oltre che ditecniche prettamente informatiche nel campodella gestione dei database, anche di cono-scenze di psicologia cognitiva, l inguistica,matematica, … .

3) Searching: la funzione di ricerca vera e propria,che offre la possibilità di interrogare il database,tipicamente mediante keyword, e che fornisceuna lista di pagine i cui contenuti siano coerenticon il criterio di ricerca impostato.

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Chiaramente la bontà di un motore di ricerca èvalutata in termini di rilevanza del set di risultatiforniti, specialmente i primi item riportati. A tal finei search engines adottano metodologie di rankingdei siti memorizzati, in modo da fornire per primi imigliori risultati.

Tali metodologie variano da motore a motore,ad esempio, nel caso di Google, il metodo inven-tato da Brin e Page e chiamato PageRank valutal’importanza di una pagina in base al numero dipagine web che sono linkate ad essa. Tali mecca-nismi poi possono essere adattati per introdurre inmodo opportuno link sponsorizzati e/o pubblicitàcontestuale (search advertising).

Con le tecnologie Web 2.0 sono emersi i ‘3rd

generation search services’, o Search 2.0, che uti-lizzano tagging e geotagging (organizzazione deicontenuti per parole chiave, come in flickr), cluste-ring (raggruppamento in categorie), recommenda-tion (selezione dei risultati in base a profilo utente,ricerche precedenti, contenuto delle mail, come nelcaso di Google per gli utenti Gmail), personalisa-tion (per comporre la propria home page di tool einformazioni, come in Google e Yahoo!), e ancheuna lunga serie di funzionalità particolari (comeRollyo, che permette di selezionare i siti su cui farela ricerca).

4.3.2 Image recognition

Il riconoscimento automatico di immagini è unafamiglia di tecniche adottate per riconoscere seun’immagine contiene specifici oggetti, caratteristi-che o attività.

Si parla di recognition, quando la tecnica èvolta a riconoscere uno o più oggetti predefiniti,compresa la posizione 2D o 3D nell’immagine.

Le tecniche di ident i f icat ion consentono,invece, di identificare specifiche istanze di unaclasse di oggetti riconoscibili. Ad esempio, l’identi-ficazione di uno specifico volto o di un’improntadigitale.

Con il termine detection ci si riferisce a funzio-nalità di rapida scansione delle immagini in base aspecifiche condizioni od azioni; la scansione forni-sce informazioni preliminari per successive elabo-razioni o approfondimenti di indagine. Esempi diapplicazioni sono la detection di cellule anomale inmedicina, o di veicoli all’ingresso di una barrierastradale.

Le più semplici applicazioni di recognition sonola Bar Code Recognition e la Optical CharacterRecognition (OCR), ossia il riconoscimento otticodi codici a barre o di testo stampato, attraversol’analisi delle immagini scansionate.

Applicazioni più complesse di image analysissono volte a estrarre significative informazioni dalleimmagini, mediante applicazione di logiche di pat-tern recognition.

Tali sistemi si basano su sensori che raccolgonoosservazioni, quindi su un meccanismo di estra-zione delle caratteristiche volto a elaborare infor-mazioni simboliche/numeriche dalle precedentiosservazioni ed uno schema di classificazione che

espleta il compito di classificare e descrivere leosservazioni, basandosi sul le caratterist icheestratte. Lo schema di classificazione si basa ingenere su un insieme di patterns predefiniti e giàdescritti.

L’applicazione del pattern recognit ion nelcampo delle immagini consente lo sviluppo di fun-zionalità di identification come il riconoscimentodel volto di una persona o del testo scritto a manoICR (Intelligent Character Recognition).

4.3.3 Localizzazione

L’offerta di servizi di Mobile Local Search daparte di ASP specializzati ed anche dei tradizionalisearch engines, pone le sue basi su tecnologie dilocalizzazione del terminale mobile. È infatti grazieall’individuazione più accurata possibile della posi-zione dell’utente mobile che, in genere, risultano dimaggior valore ed interesse tali servizi di ricerca‘map-based’.

La localizzazione del terminale può essere rea-lizzata attraverso alcune delle tecniche seguenti:• GSM cell identification: si basa sul fatto che i

cellulari nel sistema GSM misurano costante-mente l’intensità del segnale dalle 6 stazioniradio base più vicine e si collegano a quella conil segnale più forte. Con opportuni algoritmi larete è in grado di stimare la posizione del cellu-lare con accuratezza che varia dalle poche cen-tinaia di metri delle aree urbane (dove le sta-zioni radio base sono installate con elevatadensità) ad alcuni chilometri nelle zone rurali.

• Time of arrival: adotta un algoritmo basato sulcalcolo della differenza temporale di arrivoTDoA (Time Difference of Arrival) del segnaleemesso dal terminale verso tre o più stazioniriceventi. Tale tecnica può essere applicata alivello della rete oppure implementata diretta-mente dal telefono mobile.

• Assisted-GPS: è la versione del GPS adattataad un uso integrato con la rete radiomobile.Permette di sfruttare in pieno la tecnologia GPS(basata su triangolazione satellitare) utilizzandole informazioni disponibili nella rete cellulare perassistere il ricevitore GPS rendendolo più sensi-bile e veloce specialmente negli scenari opera-tivi “difficili” (es. canyon urbani) tipici dell'uti-lizzo della rete radiomobile.

5. Qualche soluzione di interesse

Analizziamo ora alcune delle soluzioni più inte-ressant i per la Mobi le Search e i l Mobi leAdvertising: Mobile Local Search di M-spatial,Yahoo! GO, Google Mobile/ Maps/ Gmail, Search esmart2go di Nokia, nonché le soluzioni per i lmobile marketing di Amobee e Daem Interactive.

L’offerta di M-spatial propone una soluzionespecializzata in mobile local search, consentendol’accesso ‘on the move’ a tutte le informazioni dirilievo con pochi click. I risultati di ricerca aggre-gano dinamicamente contenuti provenienti dalle

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directory commerciali (in Italia Pagine Gialle) e infor-mazioni “live”, come le notizie sul traffico. L’offertaprevede anche la possibilità di ‘contextual adverti-sing’ per mezzo di banner, link sponsorizzati, iconecustomizzate. Un’evoluzione della soluzione base diM-spatial è la cosiddetta Converged Local Search,in cui le stesse informazioni disponibili per la MobileLocal Search sono rese disponibili anche via web evia SMS, in questo caso associate ai servizi didirectory (es. 1254). Interessante è la possibilità diaggiungere Point Of Interest (POI) e altre indicazionipersonali, che saranno visibili su ogni canale.

Yahoo! GO è un applicativo all-in-one che inte-gra una serie di servizi informativi, di community email e un nuovo paradigma di ricerca, che aggregauna serie di contenuti web su di un’unica pagina,pensato per la fruizione da terminale mobile.

Google offre quella che appare la soluzione piùsemplice ed efficace per la search da browsermobile e la local search (Google Maps Mobile), chealle mappe aggiunge le fotografie satellitari giànote sul web.

Nokia propone smart2go, soluzione di mappingconcorrente dei tradizionali sistemi di navigazionesatellitare, come il Tom Tom: permette di scaricaregratuitamente e navigare offline le mappe di tutto ilmondo, con relativi Point Of Interest, e di utilizzarea pagamento, anche per brevi periodi, un serviziodi navigazione vocale riservato ai cellulari dotati diGPS, interno o esterno. Inoltre offre Nokia Search,un applicativo che permette l’accesso integratoalla search di terze parti (Yahoo! e Windows Live),ma anche local search basata su contenuti delledirectory local i (Pagine Gial le in I ta l ia ) eMyContent, ricerca all’interno del cellulare.

Amobee Media System si colloca nel contestodel mobile advertising e propone una soluzione, incui la pubblicità può essere veicolata in temporeale, dinamicamente ed in modo interattivo sututti i servizi dati mobili tra cui video, musica, TV,giochi, messaggistica (SMS/MMS e IM), WAP,applicazioni varie.

La breve panoramica si chiude con l’offerta diDaem Interactive, azienda che sviluppa tecnologiedi image recognition per terminali mobili dotati di

fotocamera, capaci di trasformare gli annunci pub-blicitari in hyperlink verso contenuti multimediali.

5.1 M-spatial

M-spatial è una società inglese fondata nel2001 che propone soluzioni di Local Search &Discovery e di Maps & Directions specifiche per ilmondo mobile. ‘Mobile Local Search’ è già utiliz-zata da Vodafone, Orange e O2 in UK, mentre lanuova ‘Converged Local Search’ è stata acquisitada Orange UK e da Seat Pagine Gialle in Italia, chela offre agli utenti mobili di Wind.

La soluzione di Mobile Local Search permette diricercare in mobilità, attraverso una user expe-rience semplice e intuitiva (made for mobile), con-tenuti e servizi e di localizzarli su mappe geografi-che. La funzionalità di ricerca risulta ‘localizzata’(place-centric) e personalizzata.

L’obiettivo è fornire l’accesso ‘on the move’ atutte le informazioni di rilievo con pochi click; inoltremolteplici fonti sono aggregate dinamicamente dalmotore di ricerca per fornire contenuti strutturati.L’aggregazione dei contenuti avviene attingendoalle directory commerciali (es. Pagine Gialle) e adinformazioni “live” (es. InfoTraffic). Inoltre provvedeun collegamento ai contenuti (on e off portal) offertida siti wap di terze parti. La localizzazione del ter-minale può essere basata su Cell-ID oppure su A-GPS e offre varie possibilità di ‘contextual adverti-sing’ (banner, link sponsorizzati, icone customiz-zate). La soluzione di M-spatial è disponibile in ver-sione WAP browser o con client Java.

Un’evoluzione della soluzione di ‘Mobile LocalSearch’ è la cosiddetta ‘Converged Local Search’,in cui le stesse informazioni disponibili per laMobile Local Search sono rese disponibili anchevia web e via SMS: l’utente può effettuare laricerca attraverso più canali, ad esempio, inviandoun SMS con la categoria di ricerca oppure chia-mando il servizio di informazioni (1254…), per rice-vere un SMS con i risultati e anche il link allepagine web o WAP, ove disponibili.

In figura 3 l’applicazione (l’interfaccia utente èquella del Java midlet) permette di ricercare, all’in-

FIGURA 3› M-Spatial: esempio di ricerca di un punto di interesse all’interno di una mappa.

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terno di una mappa, un punto di interesse apparte-nente ad una determinata categoria. Nell’esempiovengono ricercati i musei all’interno della mappa e,selezionato il museo, ne vengono visualizzati i det-tagli.

5.2 Yahoo! Go 2.0

Da pochi mesi sul mercato, la soluzione ‘Go 2.0gamma’ di Yahoo! risulta particolarmente interes-sante. Si tratta di un applicativo all-in-one che inte-gra vari servizi (servizi informativi e di community:dalle news locali al mapping, per arrivare allo sporte alle previsioni del tempo ed altro ancora) e unsistema di ricerca online (OneSearch) più efficacerispetto a quello tradizionale. Yahoo! con GO vuoleoffrire agli utenti mobili una soluzione made-for-mobile, espressamente sviluppata per le esigenzedi mobile internet.

Yahoo! Go 2.0 gamma è un servizio totalmentegratuito, scaricabile da web e compatibile ad oggicon un gran numero di terminali mobili (più di uncentinaio). Il client è preinstallato su alcuni termi-nali Motorola, Samsung, RIM, Nokia (il nuovissimoN95, ad esempio) e, grazie ad un accordo siglato afine marzo, sarà installato a breve su quasi tutti iterminali HTC.

I servizi sono presentati sotto forma di widgetche scorrono sul fondo della pagina: OneSearch,Local & Maps, News, Sport , F inance,Entertainment, Weather, Flickr, Mail.

Il servizio nasce nella versione statunitense, maalcuni contenuti cominciano ad essere disponibilianche in italiano. Analizziamo ora nel dettaglio isingoli servizi che compongono l’applicativo.

Il sistema di ricerca online OneSearch si com-pone di tre funzionalità:• Campo di ricerca libera. Il campo viene atti-

vato automaticamente ogni qual volta vengadigitata una parola da ricercare. La ricercaavviene aggregando diversi contenuti sul web,in modo da min imizzare i l c l ick through.Inserendo ad esempio il nome di un cantantesono visualizzati: link a film di cui è stato pro-tagonista, immagini web, articoli, siti internet alui dedicati.

• Today in My City: immagini, notizie, appunta-menti, siti web della località che si definiscecome propria città.

• Popular searches: elenco di approfondimenti sudi un particolare film,prodotto, azienda, città,sport, notizia, attore, cantante, sportivo, new-smaker.Il servizio Local & Maps offre quattro opzioni:

• Campo di ricerca libera: restituisce informazionisu mappe, percorsi, weather, articoli, luoghi diinteresse ed altre opzioni di ricerca di dettagliosu di un particolare luogo.

• City guide: appuntamenti in città, fotografie,luoghi dove mangiare, dormire, divertirsi, luoghida visitare, musei, luoghi dove fare shopping. Iltutto può essere condiviso con altri attraversola rubrica centralizzata.

• Map: mappe dettagliate mondiali navigabili.

• Getting around: condizioni del traffico, ricercapercorsi stradali (solo USA).I se rv i z i News, Spor t , F inance e

Entertainment presantano, già oggi, contenuti inlingua italiana.

È possibile personalizzare le fonti di inte-resse per vedere visualizzate per prime le newsprovenienti dalle fonti preferite.

Weather: situazione e previsioni del tempo nellemaggiori città in Italia e nel mondo.

Flickr: consente di utilizzare il servizio Flickr dacellulare, per visualizzare fotografie, pubblicarle sulsito Flickr attraverso il proprio Yahoo ID (inserito infase di installazione), condividerle con gli amiciattraverso la rubrica centralizzata.

Mail: per gestire la propria casella di posta e larelativa rubrica centralizzata. In fase di installazioneè sufficiente inserire il proprio Yahoo! ID con larelativa password ed ogni volta che sarà apertol’applicativo Yahoo! GO sarà disponibile al suointerno anche il client di posta.

5.3 Google Mobile

Dalla seconda metà del 2006 Google offrealcuni dei propri servizi gratuiti anche per terminalemobile. Accedendo al sito http://mobile.google.it èinfatti possibile utilizzare i servizi di Search e Newse scaricare ed installare sul proprio terminale gliapplicativi Gmail e Google Maps per usufruire,attraverso i due client, del servizio di mail e diquello di visualizzazione mappe ed immagini satel-litari, ricerca attività commerciali, visualizzazioneitinerari automobilistici.

Il servizio di Search permette diverse tipologiedi ricerca: la classica ricerca web, la ricerca speci-fica di immagini, il servizio di ricerca locale (locallisting) del “cosa” e del “dove” sul modello PagineGialle, (ad esempio: pub, ristoranti, attività com-merciali, ...), il servizio di driving directions per laricerca e la visualizzazione di itinerari automobili-stici, la ricerca “mobile web” (beta version) per lavisualizzazione di contenuti su siti ottimizzati perterminali mobili.

Il servizio di News permette di ricercare newsinerenti agli argomenti di interesse.

Il servizio di Gmail permette, invece, di gestirela propria posta e visualizzare gli allegati con un'in-terfaccia realizzata appositamente per il dispositivoportatile.

Un ulteriore servizio offerto da Google mobile èquello di iGoogle, che permette di avere la propriahomepage personalizzata di Google accessibileattraverso username e password.

TIM, come si vede nella figura 4, offre dall’homepage del proprio sito WAP (che prevede un costodi connessione di euro 0,28/0,20 per clienti pri-vati/azienda e la navigazione gratuita), l’accessoalla ricerca di Google e più in generale l’utilizzo deiservizi Google ad un prezzo agevolato4.

Alla pagina http://mobile.google.it è possibilescaricare ed installare sul proprio terminale l’ap-pl icat ivo Google Maps per trovare percorsi ,immagini satellitari, informazioni in tempo reale

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sul traffico sulle mappe trascinabili, per indivi-duare luoghi di interesse, locali e attività com-merciali. Attraverso un’interfaccia semplice, l’ap-plicativo dà accesso a diverse funzionalità illu-strate qui di seguito.• Find Business permette di effettuare una ricerca

localizzata rispetto all’area visualizzata nelloschermo del terminale. Basta indicare un busi-ness specifico, una categoria (ad esempio piz-zerie) oppure scegliere tra le ricerche recenti.

• Find Location permette di visualizzare sullamappa un luogo specifico, indicando un indi-rizzo, il nome di una città, un codice di avvia-mento postale o scegliendo un luogo già visua-lizzato.

• Directions crea itinerari automobilistici tra dueluoghi o la strada da/per un punto di interesse(risultato di una ricerca).

• Show Traffic permette di visualizzare problemidi traffico sulle principali vie di comunicazione.

5.4 Nokia Mobile

Nokia propone due soluzioni di mobile search emapping: Search e smart2go.

Nokia Search, supportato dai terminali dellaserie S60, aggrega servizi di ricerca di terze parti:al momento fornisce la ricerca mobile di Yahoo! eWindows Live, la ricerca localizzata (contenuti for-niti da directory locali, Pagine Gialle in Italia), laricerca per immagini di Yahoo! e “My Content”, laricerca locale di contenuti sul proprio terminale.

Nokia smart2go è la nuova soluzione di map-ping satellitare di Nokia, diretta concorrente deisistemi tradizionali di navigazione satel l i tare(TomTom in primis). È un applicativo per terminalemobile (Symbian Serie 60 e Windows Mobile 5)

scaricabile gratuitamente (www.smart2go.com),che rende disponibile un servizio di mappatura enavigazione con la più completa copertura stradalead oggi disponibile su un di telefono cellulare.

L'intenzione di Nokia è quella di estendere ilsupporto alle maggiori piattaforme mobili, oltre allaS60, come S40, PocketPC, Linux.

Una volta installata l’applicazione sarà possibilescaricare le mappe (dati di Navteq e TeleAtlas) dioltre 150 Paesi, con 15 milioni di POI (Point OfInterest) incorporati (luoghi storici, monumenti,ristoranti o alberghi, …).

Il download delle mappe potrà avvenire diretta-mente dalla rete wireless (EDGE, UMTS, HSDPA oWiFi) oppure, per evitare i costi di connessione, nelcaso non si disponga di un abbonamento mobilef lat , attraverso un appl icat ivo per PC: i lMapLoader. È sufficiente selezionare le regionidesiderate, scaricare le mappe e trasferirle su unascheda di memoria o nel dispositivo mobile5.

Con smart2go sarà possibile visualizzare unalocalità, inserendone l’indirizzo o ricercandola,attraverso la funzione di zoom, direttamente dallamappa mondiale.

Il servizio permette poi di pianificare un itinera-rio automobilistico o pedonale in maniera classica,scegliendo punto di partenza e punto di arrivo (traGPS posit ion, landmark, recent, f rom map,address, from guide), visualizzare l’itinerario con ipunti di interesse e le relative mappe (figura 5).

Attraverso l’acquisto di una licenza di naviga-zione (requisito: ricevitore GPS interno o esterno)sarà possibile passare dalla pianificazione di un iti-nerario (determinazione e visualizzazione di un per-corso che unisce due località) ad una funzione dinavigazione satellitare (Turn-by-turn navigation) cheguida l’utente verso l'obiettivo mediante indicazioni

vocali (ad esempio: “Gira asinistra dopo 300 metri”).

La funzione di naviga-zione vocale è disponibilead oggi in più di trenta Paesiin oltre 15 lingue.

Un altro servizio opzio-nale a pagamento è Guidetur ist iche elettroniche(Berl i tz Travel Guide eWCities Guide) di diversecittà e regioni del mondo, incui trovare informazioni suluoghi di interesse, comecaffè, negozi di dischi o diabbigliamento, musei, hot-spot WLAN, . . . . È suff i-ciente scegliere una guida,

scaricarla ed attivarla, direttamente dal terminaleattraverso due modalità di pagamento, bollettatelefonica o carta di credito. La guida elettronicadella città di Torino, ad esempio, costa 7,99 euro.

(4)

Per i clienti prepagati, con credito residuo di almeno 2 euro,fino al 30 giugno 2007: navigazione ad 1 euro al giorno (dal-l’attivazione sino alle ore 24), fino a 5 MB. Lattivazione avvie-ne automaticamente al primo accesso all’area esterna delportale Tim. Il traffico eccedente ha un costo di 0.04 euro perKB scaricato. Per i clienti con abbonamento privati ed azien-de il costo per la navigazione fuori portale è di 0.04 euro perKB scaricato.

FIGURA 4› Google Mobile per TIM.

(5)

Requisiti di sistema: Microsoft Windows XP, Risoluzioneschermo: min. 800x600, la scheda di memoria utilizzata deveessere stata usata almeno una volta con smart2go.

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5.5 Amobee

Amobee Media System, start-up californiana,offre una soluzione rivolta agli operatori mobili perl’introduzione di sistemi di “ad-funding” di conte-nuti e servizi. Con tale soluzione la pubblicità puòessere veicolata in tempo reale, dinamicamente edin modo interattivo su tutti i servizi dati mobiliinclusi video, musica, TV, giochi, messaggistica(SMS/MMS e IM), WAP, applicazioni varie, … .L’infrastruttura in questione permette agli adverti-ser di inserire “ad content” in applicazioni e servizidi terze parti.

Il contenuto del messaggio pubblicitario (adver-tisement) può essere in un qualsiasi formato, testo,immagini, immagini animate, audio/video, … .Inoltre a ciascun advertisement è possibile asso-ciare un set opzionale di azioni: browser, call, send,form/sms, textual info, coupon, download. Questeultime dipendono dai requisiti della campagna pro-mozionale e dal contesto.

In-Browsing (WAP) Advertising permette di vei-colare la pubblicità su WAP, aggiungendo un ban-ner ai contenuti della pagina.

In-Applications Advertising, invece, integra lapubblicità nell’applicazione, attraverso un SDK latoclient, il quale supporta attualmente i sistemi ope-rativi J2ME, Symbian, e Brew (altri OS previsti inroadmap). Gli sviluppatori hanno pertanto pienocontrollo su dove inserire i messaggi pubblicitari ecome gestire la user experience. Ad esempio èpossibile incorporare pubblicità di tipo “full screen”o posizionarla variamente sul display (figura 6).

In-Messaging Advertising consiste nell’inseri-mento contestuale e mirato di messaggi pubblici-tari all’interno degli SMS/MMS inviati dagli utenti(non si tratta di SPAM-SMS inviati automatica-mente agli utenti). La soluzione supporta l’inseri-mento pubblicitario sia nei messaggi uscenti che inquelli entranti.

L’integrazione può avvenire a livello di terminaleattraverso l’installazione di un opportuno clientoppure a livello di rete. Nel primo caso si disponedel pieno control lo del la messaggist icaentrante/uscente dell’utente sottoscrittore. I lsecondo caso delega alla rete l’inserimento dellapubblicità sui messaggi uscenti e/o su quell ientranti.

Nel caso dell’Instant Messaging l’integrazione èresa più semplice dal fatto che tutta la messaggi-stica transita sull’IM Server.

In-Streaming Advertising integra messaggi pro-mozionali durante la fruizione di contenuti in moda-lità streaming, attraverso un client sul terminale,oppure mediante integrazione a livello di rete.

In-TV Advertising supporta sia la modalitàbroadcast su DVBH, sia l’invio di contenuti videoon-demand.

In-IdleScreen Advertising sfrutta lo screensaverper veicolare messaggi pubblicitari.

Infine, In-Search Advertising permette di inse-rire pubblicità nei risultati della ricerca: consape-

FIGURA 5› Nokia smart2go: Route Planner e navigazione.

FIGURA 6› Amobee In-Applications Advertising.

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vole che questa modalità promozionale richiedauna propria expertise, Amobee può interfacciarsiagevolmente con terze parti specializzate.

5.6 Daem Interactive

Nel panorama del mobile marketing un’iniziativainteressante è quella di Daem Interactive, aziendastart-up spagnola, che ricerca, sviluppa e commer-cializza tecnologie brevettate per il riconoscimentodelle immagini; il tutto finalizzato alla pubblicitàdinamica. Daem è partner dei maggiori operatorimobili spagnoli (Movistar, Amena e Vodafone) e lasua tecnologia è stata recentemente utilizzataanche da Vodafone Italia per la campagna sKattami(figura 7).

La tecnologia Daem permette di trasformare imessaggi pubblicitari in hyperlink verso contenutimultimediali, sfruttando i cameraphone: l’utenteindividua un’immagine pubblicitaria o un logo, nescatta una fotografia e la invia tramite MMS ad unoshort code o ad un indirizzo e-mail.

Il MIRA Engine è in grado di riconoscere diversetipologie di immagini pubblicitarie, loghi e codici2D per mobile couponing: comunicazioni grafichesu cartelloni, poster, giornali e riviste, ma anchedisplay e pannelli luminosi, etichette sul packagingdi prodotti e merchandising. Il MIRA Engine esponevia WebService le funzionalità di ricezione imma-gini e consultazione dei dati sulle trasmissioni, cosìda sempl i f icarne l ’aggancio con i s istemidell’Operatore.

Dal punto di vista degli advertiser si tratta di uncanale di comunicazione semplice e soprattuttobidirezionale, capace di fornire dati geolocalizzatisulla domanda e di raggiungere nuovi target. Perl’operatore mobile è un modo per generare più traf-fico e incrementare l’utilizzo di MMS e altri VAS.

Anche l’utente dovrebbe accogliere positivamentequesto genere di advertising: non è intrusivo (èpull, non push), semplifica il meccanismo delle pro-mozioni, evitando di digitare codici, e permette diavere subito informazioni più dettagliate sui pro-dotti di interesse.

6. Conclusioni

Search&Advertising ‘made-for-mobile’ sonoun’ottima occasione per l’Operatore: favorendol’accesso a Internet da mobile e portando nuovefonti di revenues, permetterebbero di compensarele tariffe flat necessarie per promuovere l’utilizzodei servizi dati. L’operatore mobile potrebbe custo-mizzare gli strumenti di ricerca per guidare i risul-tati e quindi valorizzare le proprie partnership,sfruttare il profilo degli utenti e la context-aware-ness per personalizzare i risultati, e promuoverel’approccio integrato (mobile, web, local, tv) permigliorare la user-experience. La ricchezza delmercato potenziale tuttavia attira l’interesse diplayer Internet e manifatturiere: sarà coopetition?

[email protected]@[email protected]

FIGURA 7› Esempio di campagna pubblicitaria con tecnologia Daem

Interactive.

API Application Programming InterfaceHSDPA High Speed Downlink Packet AccessHSPA High Speed Packet AccessHSUPA High Speed Uplink Packet AccessMVNO Mobile Virtual Network OperatorPDA Personal Digital AssistantPOI Point Of InterestS&A Search&AdvertisingSIP Session Initiation ProtocolSOA Service Oriented ArchitectureUMTS Universal Mobile Telecommunication SystemVAS Value Added ServicesVoIP Voice over IPWiFi Wireless FidelityWiMAX Worldwide Interoperability for Microwave Access

— ACRONIMI

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• http://www.iab.net

• IAB Internet Advertising Revenue Report, 2006Second-Quarter, set 2006

• IAB Internet Advertising Revenue Report, 2005 FullYear, apr 2006

• http://www.nielsenmedia.it/

• Paolo Duranti, Managing Director Nielsen MediaResearch: “Internet: quando la realtà supera le attese!”,IAB Forum 2006, 8-9 novembre 2006

• Matteo Giovanelli, Responsabile Marketing Dada Ad:“Mobile Advertising: ora si fa sul serio”, IAB Forum2006, 8-9 novembre 2006

• http://www.jupitermedia.com/

• http://www.informatm.com

• http://www.bizreport.com

• http://m-spatial.com/

• http://it.mobile.yahoo.com/go

• http://www.tomshw.it/business.php?guide=200701091

• http://mobile.google.it

• http://www.google.it/mobile/

• www.smart2go.com

• http://www.telefonino.net/Nokia/Notizie/n15637/nokia-smart2go.html

• http://amobee.com/

• http://www.daeminteractive.com/

— BIBLIOGRAFIA Piero Cena laureato in Economia eCommercio, nel 1995 entra in TILab, peroccuparsi inizialmente di metodi e modelli perla valutazione tecnico-economica di progetti diinnovazione della rete di TLC. In seguito hapartecipato ad attività rivolte alla realizzazionedi model l i per la valutazione dei cost i difornitura dei servizi di telecomunicazione siaper finalità di controllo di gestione, che perfinalità regolatorie. Recentemente si occupa

dell’analisi, ideazione e prototipazione di servizi Person2Person,come PushToTalk e Mobile Internet.

Barbara Rinero, laureata in Economiae Commercio, in possesso del master delPo l i tecn ico d i Mi lano in Management,Economia e Diritto delle Reti, è stata assuntain Az ienda ne l 2001. S i è in iz ia lmenteoccupata d i Economics de l laRegolamentaz ione e Regolamentaz ioneTecnica, in part icolare di metodologie esoluzioni di Accounting Regolatorio, per poipassare alla tematica dell’ Innovazione nei

Servizi di Comunicazione Person2Person. Ha svolto in questocampo attività di ricerca applicata e consulenza alle funzioni diMarketing fisso e mobile sull’innovazione dei servizi broadband, inparticolare Instant Messaging, Push2Talk, VoIP. Attualmente sioccupa dell’ideazione di service concept innovativi e di attività dispecifica tecnica, consulenza e analisi di fattibilità di servizibroadband fissi e mobili Person2Person.

Valentina Rivoira laureata in Scienzedella Comunicazione, è entrata in TILab nel1999. È oggi responsabile di progetto inTelecom Italia Lab, dove si occupa dei nuoviservizi e degli scenari di business abilitati dalleinnovazioni tecnologiche. Durante la suaesperienza professionale ha condotto diverseattività per la prototipazione di nuovi serviceconcept e la definizione di nuove opportunitàdi business, a partire da analisi tecniche e di

mercato, sempre in stretto contatto con le funzioni di Mkt diTelecom Italia e TIM. Ha guidato ‘Communicating Innovation’,creazioni multimediali per veicolare le idee di servizio dai laboratoridi ricerca al mercato. È stata anche docente di Marketing in varicentri di formazione.

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Global Certification Forum:prospettive per la

certificazione dei terminali

LUCA PICCINELLI Fin dalla nascita della telefonia mobile, gli Operatori hanno percepitol’esigenza di richiedere garanzie di qualità, universalmente condivise,per assicurare il corretto funzionamento dei terminali nell’interlavoro conle reti. Tale necessità è stata ancor più manifesta a seguito della stan-dardizzazione e dello sviluppo della tecnologia GSM, nata con l’inten-zione di garantire interoperabilità tra le diverse reti.L’articolo si propone di individuare i vantaggi della certificazione inter-nazionale dei terminali per il business degli Operatori di TLC, attraversol’esperienza ed i risultati raggiunti da Telecom Italia, che dal 2004 pre-siede il gruppo tecnico del GCF (Global Certification Forum).

1. Introduzione

Gli Operatori di TLC europei sono stati, findalla nascita della tecnologia GSM, concordi nel-l’individuazione di un insieme base di test cui sot-toporre i terminali mobili, al fine di ottenere ilcosiddetto type approval, quale condicio sine quanon per permetterne l’ingresso sul mercato. Lemanifatturiere di terminali, che nel frattempoerano rapidamente cresciute a seguito del suc-cesso dell’industrializzazione e successiva velocepenetrazione della nuova tecnologia, chiesero nel1999 alla Comunità Europea l’abolizione del typeapproval, in quanto ritenuto una limitazione dellalibera concorrenza all’interno del neonato mercatocomune. Sulle ceneri del type approval nacque ilforum GCF, con l’obiettivo di garantire una certifi-cazione volontaria dei prodotti delle manifatturieredi terminali mobili sulla base di criteri e requisiticondivisi tra Operatori di TLC e manifatturiere.

Tutti i grandi Operatori, tra cui Telecom Italia,hanno un proprio processo di omologazione ecertificazione dei terminali, prima che essi sianoacquisiti e successivamente commercializzati,spesso partecipando al processo di ingegnerizza-zione dei requisiti e delle funzionalità assieme allamanifatturiera del prodotto.

Un’affidabile certificazione internazionale qualequella del GCF, se ben integrata nei processi azien-dali, può, quindi, contribuire in maniera determinanteal contenimento dei costi di collaudo dei terminali.Gli Operatori che acquisiscono ed ingegnerizzano unterminale mobile, certificato GCF, possono rispar-miare su un insieme cospicuo di test, solitamentenecessario alla sua omologazione, poiché sono certidella conformità alle specifiche internazionali e delcorretto interlavoro dello stesso con le tecnologie diaccesso di rete utilizzate. Un tale saving dei costi,pertanto, ha un positivo impatto sugli economicsdegli operatori di telecomunicazione.

STANDARD

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PICCINELLI • Global Certification Forum: prospettive per la certificazione dei terminali

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2. Obiettivi del GCF

Il GCF è un forum di cui fanno parte, in qualitàdi membri effettivi, Operatori di telecomunica-zione e manifatturiere di terminali mobili e, comeosservatori, manifatturiere di strumentazione percollaudo e Test House. È finanziato direttamentedalle manifatturiere di terminali e dagli Observere, indirettamente, dagli Operatori di TLC, tramitela GSM Association (l’associazione di tutti gliOperatori GSM). La certificazione GCF dei pro-dotti da parte delle manifatturiere è volontaria e,pur non trattandosi quindi di un type approval conimpatti regolatori, è richiesta da un sempre mag-gior numero di Operatori, come requisito per l’ac-quisizione dei terminali mobili e successiva ven-dita ai propri clienti. Le manifatturiere, per otte-nere la certificazione GCF dei propri terminali,devono collaudare gli stessi util izzando i dueinsiemi di test del GCF, quelli relativi alla confor-mità alle specifiche emesse dagli Organismi diStandardizzazione SDO riconosciuti (3GPP, OMA,ETSI, IEC, ...) e quelli relativi alle prove di intero-perabilità tra terminali e reti reali (Field Trial). I testdi conformità, usualmente indicati come confor-mance testing, sono eseguiti su partico-lar i s t rument i not i come SystemSimulator, la cui funzionalità è quella diriprodurre il comportamento di una Retedi Telecomunicazione che rispetti inte-gralmente le specifiche tecniche emessedagli SDO (Standardization Organism),simulando i relativi messaggi input/out-put di segnalazione e radio per i diversiLayers protocollari coinvolti. Le piat-taforme di simulazione presenti sul mer-cato, come pure i singoli test, ivi imple-mentati, vengono validate dal GCF, cheprovvede altresì al loro aggiornamento emaintenance, validandone di volta involta l’allineamento ai diversi rilasci dellespeci f iche da par te degl i SDO.Annualmente sono inoltre definiti dagliOperatori e Manifatturiere del GCF, diconcerto con il gruppo Terminali dellaGSMA Device Group, i Field Trial piùappropriati. Questi sono eseguiti dallemanifatturiere di terminali nelle reti realidei diversi Operatori GCF che, protettida opportuni Non Disclosure Agreement(NDA), forniscono ai vendor alcune infor-mazioni tecniche e parametrizzazioninecessarie per la loro effettuazione. Irisultati di tali test, prodotti in un ver-bale, vengono comunicati al GCF che neconstata il superamento, propedeuticoalla certificazione del prodotto.

I Field Trial sono eseguiti dalle mani-fat tur iere mediante l ’aus i l io degl iOperatori, ciascuno provvisto di un GCFfield trial officer, con la responsabilità diassicurarne il supporto durante lo svol-gimento. Sovente i feedback provenientidalle manifatturiere di terminali, durante

l’esecuzione dei Field Trial per l’acquisizione dellacertificazione GCF dei loro prodotti, sono moltoutili agli Operatori per la messa a punto dellaRete.

3. Il processo di certificazione internazionale deiterminali mobili

Il processo di certificazione GCF, schematiz-zato in figura 1, prevede l’esecuzione, da partedelle manifatturiere di terminali, dei test di confor-mità e dei field test (paragrafo 2). La lista dei testviene aggiornata trimestralmente per essere alpasso con l’evoluzione tecnologica. Ogni nuovotest e gruppo di test di conformance, che vieneintrodotto, entra a far parte dei criteri di collaudoGCF, noti con il nome di Certification Criteria (CC).Per ciascuna nuova funzionalità introdotta, siaessa relativa al trasporto (bearer functionality), oalle tecnologie abilitanti i servizi (ApplicationEnabler), l’ insieme di nuovi test entrano a farparte di un Work Item che, per essere approvato,ha bisogno di almeno quattro membri GCF che losupportano (tra Operatori e Manifatturiere).

How does GCF work (in a nutshell)?Four keywords: VERIFICATION, PRIORITISATION, VALIDATION

AND CERTIFICATION

Step 1: Industry develops Conformance and IOTTest specification (eg OMA, 3GPP, GSMA DG) (Verification)

Step 2: Operators and manufacturers agree list of tests to be executedin both conformance and IOT area for specific topic (Prioritisation)

Step 3: Test industry develops the test platforms/test toolsand implements the conformance test cases

Step 4: GCF validates conformance test cases via test houses (Validation)

Step 5: Terminal Manufacturer tests against and subsequentlyCertifies (Certification)

3GPPIOT

GCFGSMA DG

OMA

=====

3rd Generation Partnership ProjectInterOperability TestingGlobal Certification ForumGSM Association Device GroupOpen Mobile Alliance

FIGURA 1› Sintesi del processo di certificazione GCF dei terminali mobili.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA › Anno 16 n. 2 - Luglio 2007 93

La proposta d i WorkItem (figura 2), preventiva-mente discussa e approvatanel gruppo pol i t ico (GCFSteering Group), viene suc-cessivamente, sottoforma diWork Item Description (WID)discussa tecnicamente eapprovata nei dettagli nelgruppo tecnico GCF CAG(Combined AgreementGroup, che si occupa di cer-tificazione di conformità peri bearer di seconda, terza,quarta Generazione GSM,EDGE, UMTS, LTE e tecno-logie di Broadcast TV) e dalGCF AEAG (Appl icat ionEnabler Agreement Groupper le tecnologie abilitanti iservizi, per esempio, video-chiamata, applicazioni JavaMachine, streaming enablere OMA-BCAST, ...).

I gruppi GCF CAG e GCF AEAG sioccupano altresì di esaminare la prioritàdei Test, scritti ed ottenuti come input daigruppi 3GPP RAN5, ETSI, OMA.., valu-tarne la validità e validarne lo svilupposulle piattaforme di Simulazione (para-grafo 1). La validazione dei test e dellepiattaforme di simulazione, che consistein una vera e propria prova di funziona-mento, può essere effettuata da membried osservatori GCF, ma sovente è pro-dotta dalle manifatturiere di strumenti(Rhode&Schwarz, Anite, Anritsu, Spirent,...), di terminali (Nokia, Motorola, NEC, ...)o test house per conto terzi, nei labora-tor i accreditat i GCF. Raramente gl iOperatori si occupano della validazionedei test e/o Piattaforme di simulazione,contribuendo invece in maniera determi-nante alla prioritizzazione dei test, sullabase delle priorità di business. I WorkItem attualmente in corso di analisi, svi-luppo e/o mantenimento da parte delGCF CAG sono riportati nella tabella 1.

4. Organizzazione del GCF e ruolo diTelecom Italia

Il GCF è organizzato in tre WorkingGroup, uno Steering Group che si occupadel coordinamento delle attività e degliaspetti politici e da un board, di recentecostituzione ed investito dei compiti dimarketing e della attività operativo-finan-ziarie, di supporto sia al GCF SG che alGCF CAG, FTAG e AEAG. I l pr imoWorking Group, presente fin dalla costitu-zione del GCF è il GCF CAG (CombinedAgreement Group), che si occupa degli

Proposta diWork Item

Approvazionenuove

funzionalitàdei Wi

Risultativalidazione dei test

GCFCC

Preparazionedei WI

Description

Responsabilità delGFC CAG

DraftWI Description

Approvazione deiWI Description

Responsabilitàdel GCF SG

Mantenimentodei WI

Description

Accettazionedei WI inprincipio

Accettazionedelle

validazioni

AccettazioneWI per la

certificazione

CAGCC

GCFSGWI

=====

Comnuned Agreement GroupCertification CriteriaGlobal Certification ForumSteering GroupWork Idem

FIGURA 2› Diagramma di flusso relativo alle attività GCF sui Work Item.

Identificativo Work Item

WI - 010, 12, 13

WI - 014

WI - 015 e 16

WI - 017

WI - 024

WI - 025

WI - 030

WI - 031

WI - 035

WI - 038

WI - 041, 43

WI - 044

WI - 047, 51, 52, 53

WI - 050

WI - 55

WI - 49

Descrizione Work Item

FDD R99, Enhancements e Rel-4

FDD HSDPA Rel-5

A-GPS (WCDMA) R99 e (GSM) R98

DTM

FDD Rel-6 Enhancements

FDD Enhanced Uplink Rel-6

A-GPS Minimum Performance (Rel-6)

3GPP IMS Call Control Rel-5 and Rel-6

USAT

UMTS 900 MHz (FDD Band VIII)

A5/2 removal e A5/3

GEA3

FDD Inter-band Conformance Testing (I-V), (I-VI), (I-VIII), (I-IX)

GEA2

DVB-H

MBMS

3GPPA-GPS

DTMDVB-H

FDDGEA

HSDPAMBMSUMTSUSAT

==========

3rd Generation Partnership ProjectAssisted Global Positioning SystemDual Transfer ModeDigital Video Broadcasting - HandheldFrequency Division DuplexGPRS Encryption AlgorithmHigh Speed Downlink Packet AccessMultimedia Broadcast Multicast ServiceUniversal Mobile Telecommunication SystemUSIM Application Toolkit

TABELLA 1› Work Item attualmente in corso di analisi, sviluppo e/o mantenimento da

parte del GCF CAG.

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aspetti relativi alle tecnologie di trasportoGSM/EDGE, UMTS, HSDPA, 4G-LTE e,ultimamente, anche delle tecnologie dibroadcast. Vi sono poi altri due gruppi direcente costituzione GCF FTAG (FieldTrial Agreement Group) e GCF AEAG(Application Enabler Agreement Group),che si occupano rispettivamente di testdi interoperabilità in campo e di tecnolo-gie abilitanti. Telecom Italia presiede ilgruppo tecnico GCF CAG ed ora èresponsabile dei Work Item relativi alletecnologie di broadcast oltre ad essere“rapporteur” della certificazione dellefunzionalità DVB-H sui terminali mobili.La segreteria del GCF è affidata a PeterCollins (Vodafone) (figura 3).

5. Il GCF in un mercato TLC sempre piùglobale

Il GCF (figura 4) certifica i terminalimobili sulla base di specifiche tecniche e di testricevute dagli Organismi Internazionali di standardquali il 3GPP, ETSI, OMA. È stata raggiunta un’ar-monizzazione tecnica tra i data base di test utiliz-zati dal GCF e quelli in uso dal PTCRB, l’organismodi certificazione di alcuni Operatori del Nord e SudAmerica. I contatti tecnici GCF-PTCRB sono statisempre condotti da Telecom Italia, che, già in pas-sato, ha sostenuto l’esigenza di certificare in GCFfunzionalità a cuore del PTCRB, quali quelle rela-t ive ad EDGE ed ora l ’UMTS a 900 MHz.Importante è stato l’ingresso attivo nel GCF di TIMBrasil, raggiunto lo scorso 2005. Sono in corsocolloqui con gli organismi di certificazioni interni

alla Cina ed è da registrare l’ingresso in GCF diNTTDoCoMo, attualmente Vice Chairman del GCFSG e di molte manifatturiere di test asiatiche.

6. Aspettative degli Operatori sulla qualità delservizio: l’esperienza di Telefonica

La certificazione internazionale dei terminali,oltre ad avere un impatto positivo sugli economicsdi impresa, diminuendo i costi interni per la certifi-cazione di conformità alle specifiche internazionali,apporta un significativo miglioramento della qualitàdel servizio, come dimostrano alcune indaginisvolte all’inizio di questo anno da diversi OperatoriMobili tra cui Vodafone e Telefonica Moviles.

L’analisi mostrata di seguito offre, infatti, unareale informazione proveniente da TelefonicaMoviles Espana (TME), riguardo alle buone oppor-tunità offerte dall’utilizzo della certificazione GCFrelativamente alla qualità percepita ed al saving deicosti nel collaudo dei terminali mobili. TME tienetraccia dei dati reali di traffico, la cui analisi puòaiutare a correlare le cadute di chiamata permodello (dropped calls) con i terminali certificatiGCF e non. In generale è possibile individuare unaconnessione diretta tra certificazione GCF e qualitàpercepita (figura 5). L’indagine, effettuata sui 66modelli di terminali più utilizzati in Spagna (oltre 15milioni di chiamate effettuate in 15 giorni), mostracome, nel 2005, i terminali non certificati GCFhanno avuto il 25% di caduta di chiamate (solodovute ai terminali) in più rispetto a quelli certificatie nel 2006 tale percentuale è salita ad oltre il 30%.Telefonica Moviles traccia inoltre, in un data baseinterno, le anomalie dei terminali nel processo dicertificazione interno all’azienda. Per i terminaliGSM ed EDGE (2G), quelli senza certificazioneGCF risultano avere un numero di anomalie mag-giore del 48% e quelli 3G del 65%. L’esperienzamostra infatti come la risoluzione delle anomalie

Segreteria P. Collins,Vodafone

BOARD ChairL.Gudbrandsson,

Nokia

GCF CAG Chair L.Piccinelli,Telecom Italia

GCF AEAG ChairTommy Kokkola, Nokia

GCF FTAG Chair Colin Hamling, O2

GCF SG Chair J.Meyer, RIM

GCF = Global Certification Forum

FIGURA 3› Organizzazione e struttura del GCF.

GCF versus3GPP, ETSI, OMA, GSMA and...

GSMA EMC GSMA DG

GCF

ETSI

3 GPP

Other SDO, DEVICE FORUMS(OMTP etc...)

OMA

3GPPETSIGCF

GSMA DGGSMA EMC

OMAOMTPSDO

========

3rd Generation Partnership ProjectEuropean Telecommunication Standard InstituteGlobal Certification ForumGSM Association Device GroupGSM Association Executive Management CommiteeOpen Mobile AllianceOpen Mobile Telecommunication SystemStandard Organization

FIGURA 4› Il GCF, gli organismi di standard e i forum.

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costi moltissimo agli Operatori. Nel 2006 Vodafoneha ridotto costi di collaudo interno, per i terminalicertificati GCF, di oltre il 50%. L’opportunità deitest in campo di interoperabilità, effettuati dal GCF,mostra altresì un assorbimento dei costi latoOperatori per rendere le funzionalità più stabili(figura 6).

7. Conclusioni

In questo articolo si è cercato di evidenziarel’importanza di una certificazione internazionaledei terminali mobili che sia più globale possibile epossa con eff ic ienza r icevere input dagl i

Organismi di Standard e dal mercato delle TLC,traducendoli in test semplici e determinanti per unincremento della qualità del servizio ed una ridu-zione dei costi per gli Operatori. Il costo dei testcresce, infatti, linearmente con la crescita dellefunzionalità dei terminali e solo una “certificazionedi scala”, come quella internazionale, può garan-tire interoperabilità degli handset nelle diverse retie impatti positivi sugli economics di impresa diOperatori e Manifatturiere. Gli Operatori rispar-miano, infatt i , sul costo del la cert i f icazioneinterna, off rendo un mig l ior serv iz io ; leManifatturiere di terminali, all’interno della catenadel valore, possono ricevere input chiari e condi-visi dagli Operatori per un’ottimizzazione dellerisorse dedicate al collaudo delle funzionalità deiterminali. Nel corso degli ultimi anni, all’internodel GCF, Telecom Italia ha contribuito in manieradeterminante alla riduzione del tempo impiegatoprecedentemente tra i rilasci degli Standard e laproduzione di test funzionanti, per anticipare cosìl’arrivo sul mercato di terminali dotati di nuovefunzionalità. Le sfide che aspettano il GCF neiprossimi mesi riguardano i bearer della TV mobile(DVB-H e MBMS) e le evoluzioni delle tecnologiedi accesso HSUPA e LTE. Nell’ottica della conver-genza tra tecnologie di reti mobili e fisse è di rile-vante importanza la percezione del GCF di un rin-novato interesse per UMA/GAN ed i protocolliIMS, all’interno del mercato europeo, americanoed asiatico.

[email protected]

Not GCF Certified

GCF Certified

2005-01

2005-02

2005-03

2005-04

2005-05

2005-06

2005-07

2005-08

2005-09

2005-10

2005-11

2005-12

2006-01

2006-02

2006-03

2006-04

2006-05

2006-06

2006-07

Media2005

Avg.2005

Avg.2006

Avg.20052005:

+24.9%

2006:+30.1%

Avg.2006

Media2006

%

Month

GCF = Global Certification Forum

Nel 2005 i terminali non certificati GCF hanno avuto il 25% di caduta di chiamate (solo dovute ai terminali) in più rispetto a quelli certificatie nel 2006 tale percentuale è salita ad oltre il 30%.

FIGURA 5› Percentuale media delle cadute di chiamate nei terminali 2G certificati e non dal GCF.

Costo

Features

Test Effort

t

FIGURA 6› Assorbimento dei costi lato operatori per rendere nel tempo

le funzionalità più stabili.

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Luca Piccinelli laureato con 110/110in Ingegneria delle Telecomunicazioni, halavorato prima in Space Engineering e poi inAlenia. Dal 2001 lavora in Telecom Ital ia,dove si occupa di tecnologie di accessoRadio e terminali, sia per l’ingegneria che ilcollaudo. Fino al 2004 ha contribuito, comedelegato Telecom Italia, all’attività di diversiWork ing Group de l 3GPP per lastandardizzazione dei test relativi ai terminali

mobili. Dal 2002 partecipa al GCF, il forum internazionale dicertif icazione dei terminali mobili, di cui presiede il gruppotecnico GCF CAG. Dal 2006 lavora nella funzione “AccessoMobile e Terminali” di Technology, in cui segue l’implementazionedei requis i t i tecnic i e l ’ ingegner izzaz ione dei terminal i d iconvergenza.

3GPP 3rd Generation Partnership ProjectA-GPS Assisted Global Positioning SystemCC (GCF) Certification CriteriaDG (GSM Association) Device GroupDTM Dual Transfer ModeDVB-H Digital Video Broadcasting – HandheldEMC (GSM Association) Executive Management

CommitteeETSI European Telecommunication Standard InstituteFDD Frequency Division DuplexGAN Generic Access NetworkGEA GPRS Encryption AlgorithmGCF Global Certification ForumGCF CAG GCF Combined Agreement GroupGCF AEAG GCF Application Enabler Agreement GroupGCF FTAG GCF Field Trial Agreement GroupGSM Global System for Mobile communicationGSMA GSM AssociationGPRS General Packet Radio ServiceGPS Global Positioning SystemHSDPA High Speed Downlink Packet AccessIEC International Electrotechnical CommissionIOT InterOperability TestingIMS IP Multimedia SubSystemIP Internet ProtocolLTE Long Term EvolutionMBMS Multimedia Broadcast Multicast ServiceNDA Non Disclosure AgreementOMA Open Mobile AllianceOMTP Open Mobile Terminal PlatformPCS Personal Communication ServicesPTCRB PCS Type certification Review BoardSDO Standard OrganizationUMA Unlicensed Mobile AccessUMTS Universal Mobile Telecommunication SystemUSAT USIM Application ToolkitTME Telefonica Moviles EspanaWI Work ItemWID Work Item Description

— ACRONIMI

• GCF PRD documentazione GCF-OP-v3_24_3-CF_Organisation_Procedure_v3_24_3

• Telefonica e Vodafone, S-06-237-GCF_Certification_Advantages_and_improvements

• EMC news, intervista a Luca Piccinelli (TelecomItalia)- GSMA newsletter 29/01/07

• EMC news, intervista a Colin Hamling (O2)- GSMAnewsletter 29/01/07

• EMC news, intervista a Tommy Kokkola (Nokia)-GSMA newsletter 29/01/07

— BIBLIOGRAFIA

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