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I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Che cosa sono e quali azioni bisogna intraprendere
Piove di Sacco, 13 gennaio 2014
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
Le disposizioni di Legge più recenti (dal 2010
in poi), che richiamano la necessità di una
specifica ed esplicita definizione delle azioni
attuate dalle scuola per soddisfare i bisogni
formativi degli alunni, COMPRENDONO
L’INCLUSIONE SCOLASTICA nel quadro
FONDAMENTALE DEL DIRITTO ALLO STUDIO e
trovano i presupposti normativi e culturali in:
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
1a PARTE: LA SCUOLA INCLUSIVA: PRESUPPOSTI
NORMATIVI
1a PARTE: LA SCUOLA INCLUSIVA: PRESUPPOSTI NORMATIVI
nella Costituzione Italiana (art.3 “E’ compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale che…. impediscono il pieno sviluppo della persona
umana”);
nelle disposizioni di legge che sollecitano
una didattica personalizzata e individualizzata (Legge 517/77; Legge 104/92; Legge 53/2003);
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
1a PARTE: LA SCUOLA INCLUSIVA: PRESUPPOSTI NORMATIVI
nella ricerca pedagogica e didattica, che fonda le basi di una cultura inclusiva
(contributi sugli stili di insegnamento e apprendimento, sulle pari opportunità, sulle
diverse “intelligenze”…..);
nelle “Indicazioni Nazionali (D.Lgs.n.59 del 2004) e
nelle “Indicazioni per il curricolo”
(D.M. 31 luglio 2007), ampliate e potenziate nelle
“Indicazioni” del 2012.Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico”;
Decreto attuativo n. 5669 del 12 luglio 2011 (con Linee guida);
Accordo in Conferenza Stato-Regioni su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione
dei Disturbi Specifici di Apprendimento” del 25 luglio 2012;
Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”;Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
2a PARTE LA SCUOLA INCLUSIVA: LA NORMATIVA SPECIFICA PIU’
RECENTE
2a PARTE: LA SCUOLA INCLUSIVA: LA NORMATIVA SPECIFICA PIU’ RECENTE
Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica- INDICAZIONI OPERATIVE;
Decreto Interministeriale MIUR- Ministero della Salute, con il quale si adottano le “Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precise dei casi sospetti di DSA” del
17 aprile 2013;
Nota Ministeriale del 27 giugno 2013 sul “Piano Annuale per l’inclusività”;
Nota Ministeriale del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali
a.s. 2013-2014- Chiarimenti”
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
La Legge n. 170/2010 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di
Apprendimento (DSA).
Le scuole devono:
Attivare interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA;
Adottare una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico;
Introdurre strumenti compensativi e misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini
della qualità dei concetti da apprendere.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
3a PARTE: DALLA NORMATIVA ALLE AZIONI DELLA SCUOLA
INCLUSIVA
3a PARTE: DALLA NORMATIVA ALLE AZIONI DELLA SCUOLA INCLUSIVA
Il Decreto attuativo del 12 luglio 2011 specifica ulteriormente le azioni da attuare, da parte delle
scuole, per individuare gli alunni con DSA:
Segnalazione alle famiglie di difficoltà riscontrate nell’alunno, nonostante le attività di recupero
mirato, per l’avvio di un percorso per la diagnosi;
Attuazione dei necessari interventi pedagogico- didattici, con percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e ricorso a strumenti compensativi e
a misure dispensative, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato;
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
3a PARTE: DALLA NORMATIVA ALLE AZIONI DELLA SCUOLA INCLUSIVA
Il Decreto attuativo del 12 luglio 2011 specifica ulteriormente le azioni da attuare, da parte delle
scuole, per individuare gli alunni con DSA:
Adozione di modalità valutative coerenti con gli interventi pedagogico- didattici, che consentano
all’alunno di dimostrare il livello di apprendimento raggiunto (attenzione ai
contenuti piuttosto che alla forma, tempi più lunghi anche nelle prove di esame, ecc).
Viene inoltre istituito il “Gruppo di lavoro nazionale sui DSA”.
Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
3a PARTE: DALLA NORMATIVA ALLE AZIONI DELLA SCUOLA INCLUSIVA
La Direttiva del 27/12/2012: è la disposizione che introduce precisazioni riguardanti gli alunni con
“Bisogni Educativi Speciali”.
L’esigenza di tali precisazioni è rimarcata dallo stesso Ministero: la Legge 170/2010 riconosce come
disturbi specifici di apprendimento, su cui porre l’attenzione, solamente la dislessia, la disortografia e la discalculia, mentre il panorama dei disturbi che possono comportare disagi negi alunni è molto più
ampio. Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
La Direttiva del 27/12/2012 recita:
“L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di
deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni:
1. svantaggio sociale e culturale,
2. disturbi specifici di apprendimento e/o
3. disturbi evolutivi specifici,
4. difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché
appartenenti a culture diverse”.Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI
SPECIALI”
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI”La Direttiva del 27/12/2012
I BES possono essere individuati a livello diagnostico con il modello I.C.F. (International Classification of
Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una
prospettiva bio- psico-sociale.
I BES possono presentarsi con continuità, oppure per periodi circoscritti della vita dell’alunno, in quanto le cause
che li generano possono anche avere origine fisica, biologica, fisiologica,
psicologica e sociale.Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI”La Direttiva del 27/12/2012
L’area dei Bisogni Educativi Speciali, conosciuta in Europa come “Special
Educational Needs”, rappresenta quell’area dello svantaggio scolastico
che comprende tre grandi sotto-categorie:
quella della disabilità;
quella dei disturbi evolutivi specifici;
quella dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI”La Direttiva del 27/12/2012
All’interno dei Disturbi Evolutivi Specifici rientrano:
i DSA;
i deficit del linguaggio;
i deficit delle abilità non verbali;
i deficit dell’attenzione e dell’iperattività.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI”La Direttiva del 27/12/2012
I DSA, i deficit del linguaggio, i deficit delle abilità non verbali, i deficit dell’attenzione e
dell’iperattività…
Queste problematiche non possono essere tutte certificate ai sensi della
Legge 104/92 (perché non rappresentano patologie invalidanti):
di conseguenza si è resa necessaria una normativa di riferimento che
garantisse a questi alunni di ricevere la giusta attenzione in ambito
scolastico. Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
4a PARTE: QUALI SONO I “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI”La Direttiva del 27/12/2012
COME INTERVENIRE?
La Direttiva specifica che è necessario elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, anche
attraverso la redazione di un
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP),
individuale o riferito a tutta la classe,
articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per insegnanti
ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di
intervento programmate.
Possono essere individuati opportuni strumenti compensativi e misure dispensative.
Vengono istituiti e/o potenziati i CTS (Centri Territoriali di supporto).
:Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
Afferma che è compito doveroso dei Consigli di classe e dei team dei docenti indicare in
quali altri casi (oltre a quelli certificati come disabilità o DSA) sia opportuna o necessaria
l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure
compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed
inclusiva di tutti gli alunni.
Indica nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) lo strumento privilegiato per definire,
monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
5a PARTE: IL MINISTERO INDICA ALLA SCUOLA LE AZIONI:La Circolare Ministeriale n.8 del 6/3/2013
5a PARTE: IL MINISTERO INDICA ALLA SCUOLA LE AZIONI:La Circolare Ministeriale n.8 del 6/3/2013
Il PDP non può essere inteso come “mera esplicitazione di strumenti compensativi e
dispensativi per gli alunni co DSA”, ma come lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico- educative
calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita.
L’adozione del PDP deve essere deliberata in sede di Consiglio di classe/team docente,
specialmente nei casi in cui non sia presente una certificazione chiara o una diagnosi
(necessario verbalizzare la motivazione). Il documento deve essere firmato dai docenti,
dalla famiglia, dal dirigente scolastico.Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
5a PARTE: IL MINISTERO INDICA ALLA SCUOLA LE AZIONI:La Circolare Ministeriale n.8 del 6/3/2013
L’area dei BES interessa anche lo svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni
Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici e sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Tali tipologie devono essere individuate sulla base di elementi oggettivi (es. segnalazione
Servizi Sociali) ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
5a PARTE: IL MINISTERO INDICA ALLA SCUOLA LE AZIONI:La Circolare Ministeriale n.8 del 6/3/2013
Nel POF è necessario inserire un concreto impegno programmatico per l’inclusione.
I compiti del G.L.H. (previsto dall’art. 15 della Legge 104/92) si estendono a tutti i BES.
Il Gruppo così esteso assume la denominazione di “Gruppo di lavoro per l’inclusione” (GLI) e svolge le
funzioni di rilevazione degli alunni BES, di raccolta e documentazione degli interventi didattici, di
elaborazione del “Piano Annuale per l’inclusività” da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il
mese di giugno).
A livello territoriale vengono istituiti i Centri Territoriali per l’Inclusione (C.T.I.) che si collegano o
assorbono i preesistenti CTI.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
Il corrente anno scolastico (2013-2014) viene utilizzato per sperimentare e migliorare procedure e metodologie di intervento;
Va operata una distinzione tra difficoltà di apprendimento (più o meno durature) e disturbi di apprendimento (a carattere
permanente). La rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe
indurre all’attivazione di un percorso specifico, con conseguente PDP (cioè l’adozione non è
obbligatoria, ma deve essere valutata e decisa dal Consiglio di classe/team docente);
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
6a PARTE: IL MINISTERO TORNA AD OCCUPARSI DEI BES
La Nota Ministeriale del 22 novembre 2013
6a PARTE: IL MINISTERO TORNA AD OCCUPARSI DEI BES La Nota Ministeriale del 22 novembre 2013
Analogamente, il Consiglio di classe/team docente è autonomo nel decidere se
formulare o non formulare un PDP, anche in presenza di richieste di genitori, che
non siano accompagnate da certificazioni di disabilità o DSA.
Per gli alunni stranieri solo eccezionalmente si procederà alla
formalizzazione degli interventi didattici specifici in un PDP;
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
6a PARTE: IL MINISTERO TORNA AD OCCUPARSI DEI BES La Nota Ministeriale del 22 novembre 2013
Tutte le iniziative hanno lo scopo di offrire maggiori opportunità, attraverso la
flessibilità dei percorsi, non quello di abbassare i livelli di apprendimento
Il Piano annuale per l’inclusività è un momento di riflessione sulla cultura
dell’inclusione e rappresenta un’integrazione del POF (strumento per la progettazione della propria offerta formativa in senso
esclusivo)Le indicazioni fornite sul “ Gruppo di lavoro
sull’inclusività” sono “suggerimenti operativi”, in quanto vengono rimandate le
decisioni all’autodeterminazione delle scuole.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
A prescindere dalla specificità dei contenuti, tutte le disposizioni finora
citate contengono indicazioni e strategie, che sono proprie della
scuola italiana, in un’ottica inclusiva, tese a consentire a tutti gli alunni,
qualunque siano le loro difficoltà, il pieno accesso all’apprendimento.
Niccoletta Cipolli,
Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
CONCLUSIONI
CONCLUSIONI
“Il concetto di inclusione scolastica comporta non solo l’affermazione del diritto della
persona ad essere presente in ogni contesto scolare, ma anche che tale presenza sia
dotata di significato e di senso e consenta il massimo sviluppo possibile delle capacità,
delle abilità, delle potenzialità di ciascuno …..Il concetto di inclusione annulla l’idea che
l’essere più o meno adatti sia una condizione che appartiene alle persone, considerandola
invece come una qualità dei contesti, che possono essere strutturati in modo più o
meno duttile e plurale e, quindi, essere fruibili o non fruibili a diversi livelli di competenze, di
conoscenze, di capacità, di possibilità …
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
CONCLUSIONI
Prendendo pienamente coscienza dei problemi di ciascuno, diveniamo capaci di
costruire contesti in cui le persone possano muoversi, relazionarsi, crescere, motivarsi a
prescindere da ciò che a loro manca e in virtù di ciò che sono, sanno e possono imparare e delle condizioni – adatte o adattabili – che possono incontrare …
(Circolare dell’USR dell’Emilia Romagna del 29/5/2013).
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
CONCLUSIONI
Il termine “Bisogni Educativi Speciali”, utilizzato nelle indicazioni ministeriali, va correttamente
inteso nell’ottica della SCUOLA INCLUSIVA.
Non implica alcuna forma di “categorizzazione” degli alunni in quanto
persone, ma ci spinge a “prenderli in carico”
TUTTI, sforzandoci di trovare strategie e
metodologie di intervento efficaci, per garantire il diritto all’istruzione e favorire
il successo scolastico.
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA
Grazie per la vostra attenzione
Niccoletta Cipolli,Dirigente Scolastico 6° I.C. PADOVA