12
Anno XXI, n. 2 febbraio 2007 Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 1070 R.S. del 5/11/1991 DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Ellero Mensile edito dal Comune di Venezia Ufficio Attività Cinematografiche REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Palazzo Mocenigo, San Stae 1991 30125 Venezia tel. 0415241320, fax 0415241342 http://www.comune.venezia.it/cinema/ [email protected] DIRETTORE Roberto Ellero REDAZIONE Norma Dalla Chiara (capo), Noemi Battistuzzo HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Michele Gottardi, Roberto Pugliese, Roberto Zemignan GRAFICA Tapiro STAMPA Grafiche Biesse Scorzè febbraio 2007 (r.e.) Due autentici ed inconfutabili maestri giganteggiano nel programma di febbraio del Circuito Cinema Comunale: il regista francese Alain Resnais, in personale pressoché completa alla Videoteca Pasinetti, ed il compositore Nino Rota, cui va il variegato omaggio del Centro Culturale Candiani dal titolo Nel Gran Circo del Cinema, comprendente la proiezio- ne di una decina di film da lui musicati per vari registi (non solo Fellini…), due concerti jazz d’après, una giornata di studi e di riflessioni. Un prolungato doppio sguardo retrospettivo (anche se con Resnais siamo fortunatamente ancora ben dentro la contemporaneità: vedasi il recente Cuori, Leone d’argento alla Mostra) per segnalare una volta di più la necessità di non dimenticare le lezioni del passato, optando magari inconsapevolmente – più spesso, in realtà, ideologi- camente – per la presunta immanenza del presente. Nel caso di Resnais, l’ostinata ricerca linguistica intorno alle forme del cinema e della narrazione (e chi le bazzica più?); nel caso di Rota, la complessità di apporti musicali che, per usare le parole di Roberto Pugliese, restano testimonianza di una “ribollente, incessante e felice contraddittorietà creativa” (e chi tresca più con le contraddizioni?). Diciamolo: insieme a molte altre, sono “lezioni” che rischiano di questi tempi la riser- va indiana degli studi universitari, patrimonio di memorie destinate inesorabilmente ad invecchiare con le generazioni che le sono state coeve, senza più la forza – e qui sta il problema – di passare il testimone. Per Rocky Balboa, il cinema americano ha escogitato la più improbabile delle resurrezioni estreme, sfruttando – narrativamente – l’espediente e la sug- gestione di un gioco simulato al videogame; per il James Bond di Casino Royale ha cercato un po’ maldestramente di aggiornare ai tempi nostri scenari spionistici certamente più pregnanti e convincenti mezzo secolo fa, ai tempi della guer- ra fredda: non è, insomma, che il cinema sia proprio smemorato, il problema è che ricorda (e rievoca, rivisita, rielabora) soltanto ciò che gli pare. Che gli pare sensato in termini di box-office o di quel che di esso ancora rimane. Per gli auto- ri, più spesso, l’oblio. Non il nostro, naturalmente. Nino Rota, al cinema con (finto) candore DI Roberto Pugliese A quasi trent’anni dalla sua scomparsa, Nino Rota (Milano 1911 – Roma 1979) appare come una figura sempre più problematica nel Novecento musicale europeo, in ciò conflig- gendo con lo stereotipo del “Candido” che l’ha accompagnata per anni e che comunque pro- prio un attento studio sulla sua opera ha sapu- to svelare per quello che è: un filtro, una “maschera” dietro la quale Rota celava sofistica- zioni, astuzie, ribaltamenti e travisamenti da autentico illusionista della musica. Sono carat- teristiche che hanno avuto modo di emergere soprattutto nella più popolare e amata fra le attività praticate dal compositore, quella di autore di musica cinematografica, in primis per Federico Fellini, di cui Rota è stato a tutti gli effetti la “voce” primaria e più suggestiva. (…). Da sempre è mia opinione che il capitolo felli- niano non costituisca che una parte, e non necessariamente la più importante né artistica- mente decisiva, di questa produzione: sempli- cemente perché il monolitismo poetico dell’u- niverso felliniano si frantumava, musicalmente, in una serie di richieste pulviscolari, parcellizza- te, volutamente dispersive, che condussero Rota a prodursi in quella straordinaria – ma sti- listicamente univoca – galleria di “situazioni” che vanno dal celeberrimo Tema di Gelsomina (mutuato da una Serenata di Dvorak) per La strada fino alla fanfaretta della passerella finale di Otto e mezzo («grossa occasione di assem- blaggio musicale del dèjà entendu», per usare la felice definizione di Ermanno Comuzio): que- st’ultima in realtà gravida di un sottinteso, stri- sciante e delirante demonismo. Il grande Rota del cinema è, piuttosto, quello viscontiano di Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo : il primo una inesorabile perlustrazione nei sentieri del tragico e del melò(dramma) con un uso sapien- tissimo delle procedure leitmotiviche e la capa- cità, finalmente (con)”testuale” di mescolare fonti diverse (jazz, canzone, sinfonico) in chia- ve significante e profilmica; il secondo immen- so affresco che regola una volta per tutti i conti di Rota con la tradizione operistica e in partico- lare con Verdi, citato ad ogni battuta ma mai palesemente esibito (valzer inedito a parte…). Un rapporto quello con Visconti (si ricordi anche Le notti bianche ) che permise al musici- sta di ripercorrere a fondo il proprio rapporto con il passato, elemento cruciale della sua poe- tica. Ed è anche il Rota cinematografico meno conosciuto quello che rivela altre sorprese, come Il maestro di Vigevano di Petri o L’isola di Arturo di Damiani: partiture spesso rarefatte, sardoniche, stilizzate, ben lontane sia dalla ridondanza neoromantica viscontiana che dalle smorfie marionettistiche felliniane. Illuminanti anche certe collaborazioni straniere o in copro- duzione, come il pochissimo noto La monta - gna di cristallo (di Henry Cass e Edoardo Anton), vero tripudio di reminiscenze rachma- ninoviane, o il Waterloo di Bondarciuk, sapien- te esercizio kolossal, o partiture più sofisticata- mente sommesse come Delitto in pieno sole di René Clement e il drammatico La rinuncia di Anthony Harvey, o infine la capacità di trasfor- mare in occasioni di radioso kitsch sinfonico e autocitazionistico film spettacolari ma riprove- volmente convenzionali come Assassinio sul Nilo (John Guillermin) o Uragano (1979, Jan Troell: la sua ultima fatica). La felicità d’ispirazione (che Rota viveva con gioia, e non come un “superiority complex”, in ciò dimostrandosi l’erede più moderno e diret- to del genio assoluto di Giacomo Puccini) si tra- sfonde anche nelle collaborazioni zeffirelliane, soprattutto in Romeo e Giulietta , che non solo annovera il love theme forse più struggente di tutta la storia della musica da film ma interioriz- za e per così dire “desatura” anche i riferimenti alla musica rinascimentale, e nella saga del Padrino di Coppola: qui tutto è rielaborato e rivissuto in una specie di ritorno alle radici, dalla tradizione operistica agli studi classici, dal- l’amatissimo Sud (il milanese Rota era di fatto pugliese-partenopeo d’adozione) alle canzoni degli emigranti, dalla musica “d’ambiente” al più toccante e nostalgico lirismo. Non c’era posto, in Rota, per elaborazioni intel- lettualistiche o sovrastrutture teoriche; d’al- tronde egli non era affatto un musicista “istinti- vo” ma lucidamente artigianale e costruttivo, quasi l’alfiere di uno strutturalismo alla rove- scia, dove la molteplicità infinita degli elementi che costituiscono “l’insieme” della sua poetica si scambiano e s’intrecciano continuamente di ruolo, rifiutando una unitarietà ed un’omoge- neità impoverenti, monotematiche in favore di una ribollente, incessante e felice contradditto- rietà creativa. Alain Resnais: il laboratorio delle immagini DI Roberto Zemignan Per quanto riguarda gli omaggi istituzionali al cinema d’autore, finalmente l’inverno 2006- 2007 ha onorato l’opera di Alain Resnais. Vincitore con Cuori (2006) di un ulteriore Leone a Venezia per la regia (il primo quello d’oro, per L’anno scorso a Marienbad , risale al 1961), l’infaticabile regista francese (classe 1922) è stato celebrato con diverse retrospetti- ve presentate in varie città e con un convegno internazionale di studi all’interno del ciclo dedi- cato a “Lo sguardo dei maestri”. In effetti l’inte- resse per il suo cinema (una ventina di lungo- metraggi e una decina fra corto e mediome- traggi, tutti – o quasi – considerati altrettanti capolavori) nasce dalla cifra autoriale che lo contraddistingue: la sperimentazione del lin- guaggio cinematografico, condotta attraverso l’esplorazione di generi diversi al fine di creare forme sempre nuove di racconto (motivo che lo fa essere, tra i realizzatori francesi, un autore inclassificabile, un regista sui generis). La completezza della retrospettiva veneziana permette quindi di cogliere, con estrema effica- cia, l’imporsi di una ricerca formale relativa alle strutture narrative, il costituirsi di una acuta riflessione – dopo quella di Ejzenstejn – sull’ar- te del montaggio, l’attenzione particolare rivol- ta al ruolo giocato dallo spettatore, tutti ele- menti di quel cinema moderno di cui egli è considerato, a ragione, il padre europeo (l’al- tro, americano, è Orson Welles). Già i cortometraggi, nati su commissione, in occasione di commemorazioni o per volontà di associazioni culturali, dimostrano tutti, anche se in misura diversa, l’interesse manifestato immediatamente da Resnais nell’usare il lin- guaggio cinematografico per investigare gli altri linguaggi artistici, mettendo in evidenza alcune costanti tematiche. Una di queste, quella che l’ha reso immediatamente celebre e l’ha porta- to ad occupare un posto nell’olimpo cinemato- grafico è la riflessione sul tempo, nella dimen- sione della memoria. Il suo cinema ha sondato le tracce memoriali che si sedimentano nelle pieghe del vissuto, sia che si tratti delle onde sismiche propagate dagli eventi bellici che hanno squarciato il secolo appena trascorso - Guernica (1950), Auschwitz (Notte e nebbia , 1955), Hiroshima (Hiroshima mon amour , 1959), la guerra d’Algeria (Muriel il tempo d’un ritorno , 1963), la guerra civile spagnola (La guerra è finita , 1966) - sia che si tratti dei som- movimenti creativi provenienti dall’immagina- rio umano, imprigionati nei corridoi della Biblioteca Nazionale (Tutta la memoria del mondo , 1956), nei labirinti dell’albergo de L’anno scorso a Marienbad (1961), o nelle stanze della villa dell’anziano scrittore di Providence (1976). L’altra costante, anch’essa presente da subito nel suo cinema, è la predilezione per l’universo fantastico, un misto di immaginario “spinto” e realtà consueta, una sorta di realismo magico tutto iconografico (basti pensare a La vita è un romanzo , 1983, in cui la storia si articola a tre livelli: passato, presente e una favola di ambien- tazione medievale) che l’ha portato a creare capolavori quali Voglio tornare a casa! (1989), dove il cinema dialoga con il mondo dei fumet- ti o Parole, parole, parole... (1997), rivisitazio- ne della commedia musicale attraverso il princi- pio – tutto moderno – della contaminazione dei linguaggi. E il penultimo film, Non sulla bocca (2003) arriva a mettere in scena un’ope- retta del 1925 in cui la recitazione dei protago- nisti, così come alcune soluzioni di regia, non solo li fa essere dei revenants, spettri usciti direttamente dalla memoria tutta personale del regista, ma obbliga il presente del linguaggio cinematografico a confrontarsi con il passato teatrale che essi riportano in vita. Quindi se da un lato questa retrospettiva permette di sotto- lineare la complessità e la varietà dell’universo di Resnais, evidenziando il lavoro che il regista ha intrapreso sui diversi codici cinematografici, d’altro lato essa ricompone la sua visione del mondo che sembra assumere la forma di un puzzle, fatto di elementi eterogenei che atte- stano la complessità dell’uomo moderno e della sua storia.

Nino Rota, al cinema con (finto) candore

  • Upload
    others

  • View
    16

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

Anno XXI, n. 2 febbraio 2007Autorizzazione Tribunale di Venezia

n. 1070 R.S. del 5/11/1991DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Ellero

Mensile edito dal Comune di VeneziaUfficio Attività Cinematografiche

REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE

Palazzo Mocenigo, San Stae 199130125 Venezia

tel. 0415241320, fax 0415241342http://www.comune.venezia.it/cinema/

[email protected]

DIRETTORE Roberto ElleroREDAZIONE Norma Dalla Chiara (capo),

Noemi BattistuzzoHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

Michele Gottardi, Roberto Pugliese,Roberto Zemignan

GRAFICA TapiroSTAMPA Grafiche Biesse Scorzè

febbraio2007

(r.e.) Due autentici ed inconfutabili maestri giganteggiano nel programma di febbraio del Circuito Cinema Comunale: ilregista francese Alain Resnais, in personale pressoché completa alla Videoteca Pasinetti, ed il compositore Nino Rota, cuiva il variegato omaggio del Centro Culturale Candiani dal titolo Nel Gran Circo del Cinema, comprendente la proiezio-ne di una decina di film da lui musicati per vari registi (non solo Fellini…), due concerti jazz d’après, una giornata distudi e di riflessioni. Un prolungato doppio sguardo retrospettivo (anche se con Resnais siamo fortunatamente ancoraben dentro la contemporaneità: vedasi il recente Cuori, Leone d’argento alla Mostra) per segnalare una volta di più lanecessità di non dimenticare le lezioni del passato, optando magari inconsapevolmente – più spesso, in realtà, ideologi-camente – per la presunta immanenza del presente. Nel caso di Resnais, l’ostinata ricerca linguistica intorno alle formedel cinema e della narrazione (e chi le bazzica più?); nel caso di Rota, la complessità di apporti musicali che, per usare leparole di Roberto Pugliese, restano testimonianza di una “ribollente, incessante e felice contraddittorietà creativa” (e chitresca più con le contraddizioni?). Diciamolo: insieme a molte altre, sono “lezioni” che rischiano di questi tempi la riser-va indiana degli studi universitari, patrimonio di memorie destinate inesorabilmente ad invecchiare con le generazioniche le sono state coeve, senza più la forza – e qui sta il problema – di passare il testimone. Per Rocky Balboa, il cinemaamericano ha escogitato la più improbabile delle resurrezioni estreme, sfruttando – narrativamente – l’espediente e la sug-gestione di un gioco simulato al videogame; per il James Bond di Casino Royale ha cercato un po’ maldestramente diaggiornare ai tempi nostri scenari spionistici certamente più pregnanti e convincenti mezzo secolo fa, ai tempi della guer-ra fredda: non è, insomma, che il cinema sia proprio smemorato, il problema è che ricorda (e rievoca, rivisita, rielabora)soltanto ciò che gli pare. Che gli pare sensato in termini di box-office o di quel che di esso ancora rimane. Per gli auto-ri, più spesso, l’oblio. Non il nostro, naturalmente.

Nino Rota, al cinema con (finto) candoreDI Roberto Pugliese

A quasi trent’anni dalla sua scomparsa, NinoRota (Milano 1911 – Roma 1979) appare comeuna figura sempre più problematica nelNovecento musicale europeo, in ciò conflig-gendo con lo stereotipo del “Candido” che l’haaccompagnata per anni e che comunque pro-prio un attento studio sulla sua opera ha sapu-to svelare per quello che è: un filtro, una“maschera” dietro la quale Rota celava sofistica-zioni, astuzie, ribaltamenti e travisamenti daautentico illusionista della musica. Sono carat-teristiche che hanno avuto modo di emergeresoprattutto nella più popolare e amata fra leattività praticate dal compositore, quella diautore di musica cinematografica, in primis perFederico Fellini, di cui Rota è stato a tutti glieffetti la “voce” primaria e più suggestiva. (…).Da sempre è mia opinione che il capitolo felli-niano non costituisca che una parte, e nonnecessariamente la più importante né artistica-mente decisiva, di questa produzione: sempli-cemente perché il monolitismo poetico dell’u-niverso felliniano si frantumava, musicalmente,in una serie di richieste pulviscolari, parcellizza-te, volutamente dispersive, che condusseroRota a prodursi in quella straordinaria – ma sti-listicamente univoca – galleria di “situazioni”che vanno dal celeberrimo Tema di Gelsomina(mutuato da una Serenata di Dvorak) per Lastrada fino alla fanfaretta della passerella finaledi Otto e mezzo («grossa occasione di assem-blaggio musicale del dèjà entendu», per usarela felice definizione di Ermanno Comuzio): que-st’ultima in realtà gravida di un sottinteso, stri-

sciante e delirante demonismo. Il grande Rotadel cinema è, piuttosto, quello viscontiano diRocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo: il primouna inesorabile perlustrazione nei sentieri deltragico e del melò(dramma) con un uso sapien-tissimo delle procedure leitmotiviche e la capa-cità, finalmente (con)”testuale” di mescolarefonti diverse (jazz, canzone, sinfonico) in chia-ve significante e profilmica; il secondo immen-so affresco che regola una volta per tutti i contidi Rota con la tradizione operistica e in partico-lare con Verdi, citato ad ogni battuta ma maipalesemente esibito (valzer inedito a parte…).Un rapporto quello con Visconti (si ricordianche Le notti bianche) che permise al musici-sta di ripercorrere a fondo il proprio rapportocon il passato, elemento cruciale della sua poe-tica. Ed è anche il Rota cinematografico menoconosciuto quello che rivela altre sorprese,come Il maestro di Vigevano di Petri o L’isoladi Arturo di Damiani: partiture spesso rarefatte,sardoniche, stilizzate, ben lontane sia dallaridondanza neoromantica viscontiana che dallesmorfie marionettistiche felliniane. Illuminantianche certe collaborazioni straniere o in copro-duzione, come il pochissimo noto La monta-gna di cristallo (di Henry Cass e EdoardoAnton), vero tripudio di reminiscenze rachma-ninoviane, o il Waterloo di Bondarciuk, sapien-te esercizio kolossal, o partiture più sofisticata-mente sommesse come Delitto in pieno sole diRené Clement e il drammatico La rinuncia diAnthony Harvey, o infine la capacità di trasfor-mare in occasioni di radioso kitsch sinfonico e

autocitazionistico film spettacolari ma riprove-volmente convenzionali come Assassinio sulNilo (John Guillermin) o Uragano (1979, JanTroell: la sua ultima fatica).La felicità d’ispirazione (che Rota viveva con

gioia, e non come un “superiority complex”, inciò dimostrandosi l’erede più moderno e diret-to del genio assoluto di Giacomo Puccini) si tra-sfonde anche nelle collaborazioni zeffirelliane,soprattutto in Romeo e Giulietta, che non soloannovera il love theme forse più struggente ditutta la storia della musica da film ma interioriz-za e per così dire “desatura” anche i riferimentialla musica rinascimentale, e nella saga delPadrino di Coppola: qui tutto è rielaborato erivissuto in una specie di ritorno alle radici,dalla tradizione operistica agli studi classici, dal-l’amatissimo Sud (il milanese Rota era di fattopugliese-partenopeo d’adozione) alle canzonidegli emigranti, dalla musica “d’ambiente” alpiù toccante e nostalgico lirismo.Non c’era posto, in Rota, per elaborazioni intel-lettualistiche o sovrastrutture teoriche; d’al-tronde egli non era affatto un musicista “istinti-vo” ma lucidamente artigianale e costruttivo,quasi l’alfiere di uno strutturalismo alla rove-scia, dove la molteplicità infinita degli elementiche costituiscono “l’insieme” della sua poeticasi scambiano e s’intrecciano continuamente diruolo, rifiutando una unitarietà ed un’omoge-neità impoverenti, monotematiche in favore diuna ribollente, incessante e felice contradditto-rietà creativa.

Alain Resnais: il laboratorio delle immaginiDI Roberto Zemignan

Per quanto riguarda gli omaggi istituzionali alcinema d’autore, finalmente l’inverno 2006-2007 ha onorato l’opera di Alain Resnais.Vincitore con Cuori (2006) di un ulterioreLeone a Venezia per la regia (il primo quellod’oro, per L’anno scorso a Marienbad, risale al1961), l’infaticabile regista francese (classe1922) è stato celebrato con diverse retrospetti-ve presentate in varie città e con un convegnointernazionale di studi all’interno del ciclo dedi-cato a “Lo sguardo dei maestri”. In effetti l’inte-resse per il suo cinema (una ventina di lungo-metraggi e una decina fra corto e mediome-traggi, tutti – o quasi – considerati altrettanticapolavori) nasce dalla cifra autoriale che locontraddistingue: la sperimentazione del lin-guaggio cinematografico, condotta attraversol’esplorazione di generi diversi al fine di creareforme sempre nuove di racconto (motivo chelo fa essere, tra i realizzatori francesi, un autoreinclassificabile, un regista sui generis).La completezza della retrospettiva venezianapermette quindi di cogliere, con estrema effica-cia, l’imporsi di una ricerca formale relativa allestrutture narrative, il costituirsi di una acutariflessione – dopo quella di Ejzenstejn – sull’ar-te del montaggio, l’attenzione particolare rivol-ta al ruolo giocato dallo spettatore, tutti ele-menti di quel cinema moderno di cui egli èconsiderato, a ragione, il padre europeo (l’al-

tro, americano, è Orson Welles). Già i cortometraggi, nati su commissione, inoccasione di commemorazioni o per volontà diassociazioni culturali, dimostrano tutti, anchese in misura diversa, l’interesse manifestatoimmediatamente da Resnais nell’usare il lin-guaggio cinematografico per investigare gli altrilinguaggi artistici, mettendo in evidenza alcunecostanti tematiche. Una di queste, quella chel’ha reso immediatamente celebre e l’ha porta-to ad occupare un posto nell’olimpo cinemato-grafico è la riflessione sul tempo, nella dimen-sione della memoria. Il suo cinema ha sondatole tracce memoriali che si sedimentano nellepieghe del vissuto, sia che si tratti delle ondesismiche propagate dagli eventi bellici chehanno squarciato il secolo appena trascorso -Guernica (1950), Auschwitz (Notte e nebbia,1955), Hiroshima (Hiroshima mon amour,1959), la guerra d’Algeria (Muriel il tempo d’unritorno, 1963), la guerra civile spagnola (Laguerra è finita, 1966) - sia che si tratti dei som-movimenti creativi provenienti dall’immagina-rio umano, imprigionati nei corridoi dellaBiblioteca Nazionale (Tutta la memoria delmondo, 1956), nei labirinti dell’albergo deL’anno scorso a Marienbad (1961), o nellestanze della villa dell’anziano scrittore diProvidence (1976). L’altra costante, anch’essa presente da subito

nel suo cinema, è la predilezione per l’universofantastico, un misto di immaginario “spinto” erealtà consueta, una sorta di realismo magicotutto iconografico (basti pensare a La vita è unromanzo, 1983, in cui la storia si articola a trelivelli: passato, presente e una favola di ambien-tazione medievale) che l’ha portato a crearecapolavori quali Voglio tornare a casa! (1989),dove il cinema dialoga con il mondo dei fumet-ti o Parole, parole, parole... (1997), rivisitazio-ne della commedia musicale attraverso il princi-pio – tutto moderno – della contaminazionedei linguaggi. E il penultimo film, Non sullabocca (2003) arriva a mettere in scena un’ope-retta del 1925 in cui la recitazione dei protago-nisti, così come alcune soluzioni di regia, nonsolo li fa essere dei revenants, spettri uscitidirettamente dalla memoria tutta personale delregista, ma obbliga il presente del linguaggiocinematografico a confrontarsi con il passatoteatrale che essi riportano in vita. Quindi se daun lato questa retrospettiva permette di sotto-lineare la complessità e la varietà dell’universodi Resnais, evidenziando il lavoro che il registaha intrapreso sui diversi codici cinematografici,d’altro lato essa ricompone la sua visione delmondo che sembra assumere la forma di unpuzzle, fatto di elementi eterogenei che atte-stano la complessità dell’uomo moderno edella sua storia.

Page 2: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

L’aria salata REGIA E SCN. Alessandro Angelini FOT. Arnaldo CatinariMUS. Luca TozziMONT. Massimo FiocchiINT. Giorgio Pasotti, Giorgio Colangeli,Michela Cescon, Katy Louise Saunders,Sergio SolliPROD. RAI CinemaOR. Italia, 2006DUR. 87’

L’aria salata si apre sulla conversazione compli-ce fra un uomo e un bambino sul ponte di un tra-ghetto, in mare aperto. Quando la macchina dapresa allarga l’inquadratura, vediamo che l’uomoha le manette ai polsi e capiamo che quella è lasua boccata d’aria prima di rientrare nello spaziochiuso della nave e poi del nuovo penitenziariodove sta per essere trasferito. Nella scena finale,di nuovo al mare, l’uomo è con il figlio, ormaiadulto ma ancora segnato dalle sofferenze di bam-bino, entrambi consapevoli di qualcosa che è irri-mediabilmente perduto. Fra queste due scene,piene di sole e di aria salata, un percorso di cono-scenza e di dolore, immerso in una luce plumbeache fa apparire chiusi anche gli spazi aperti dellacittà. Alessandro Angelini che viene dal documen-tario, sceglie coerentemente con le sue preceden-ti esperienze un modo di raccontare secco e reali-stico, ma mai freddo, che per la capacità di tratta-re argomenti drammatici senza mai cadere nelmelodramma avvicina L’aria salata ai miglioriesempi di cinema del nord Europa…(Barbara Corsi in Vivilcinema,novembre/dicembre 2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date da definire, or. spett.: 17.30/19.30/21.30 prime visioni

Arthur e il popolo deiMinimei TIT. OR. Arthur and the Minimoys REGIA, SOGG E SCN. Luc Besson FOT. Thierry Arbogast MUS. Eric Serra INT. Freddie Highmore, Penny Balfour, MiaFarrow, Ron CrowfordPROD. Europa Corp.OR. Francia, 2006DUR. 102’

Esordio del regista francese in un film che mesco-la attori in carne ed ossa e animazione in 3D.Il protagonista della storia è un bimbo di 10 anni,Arthur (Highmore), che, per salvare la casa dellanonna dalla speculazione, si mette sulle tracce deltesoro che il nonno ha nascosto in un’altradimensione nel paese dei Minimei, gentili creatu-re di tre millimetri. Cinque anni di lavoro, budgetda 65milioni di euro, è la sfida europea all’anima-zione nippo-americana(Il Venerdì di Repubblica, Cinema, 15 dicembre2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

Black Book TIT. OR. ZwartboekREGIA Paul Verhoeven SCN. Gerard SoetemanFOT. Karl Walter Lindenlaub MUS. Anne Dudley MONT. Job ter Burg INT. Candice Van Houten, Sebastian Koch,Thom Hoffman, Waldemar Kobus PROD. Fu Works OR. Usa, 2006DUR. 135’

Tornato in patria dopo vent’anni trascorsi adHollywood tra grandi successi, a cominciare daBasic Instinct, Paul Verhoeven rivisita in manieraprovocatoria la storia della resistenza olandese alnazismo. Al centro del racconto, la bellissima edesuberante cantante ebrea Rachel Steinn, che persfuggire alle persecuzioni, si rifugia in Olanda. Maquando i nazisti invadono il paese, la sua famigliaè massacrata sotto i suoi occhi dai soldati agliordini del comandante Franken. Rachel decide divendicarsi con l’aiuto di Kuipers, un leader dellaresistenza, ma ogni suo piano fallirà… La Storiatrasformata in un romanzesco e avventurosomélo, fra orge e scene di scontri atroci, con i par-tigiani che si comportano come i nazisti. Unpunto di vista revisionistico che alla Mostra diVenezia, dove era in concorso, non ha mancato disuscitare polemiche. (La Repubblica, gennaio2007)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2Date da definire, or. spett.: 16/18.45/21.30CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire,or. spett.: 16.40/19.20/22 prime visioni

Bobby REGIA, SOGG. E SCN. Emilio Estevez FOT. Michael BarrettMUS. Mark Isham MONT. Richard ChewINT. Anthony Hopkins, Demi Moore, ElijahWood, Nick Cannon, Freddy Rodriguez,Emilio EstevezPROD. Bold FilmsOR. Usa, 2006DUR 120’Presentato in concorso a Venezia 63°

Una ricostruzione dal basso della tragica notte del4 giugno 1968 all’Hotel Ambassador di LosAngeles, quando, reduce da una schiacciante vit-toria elettorale per la conquista della nominationalla Presidenza degli Usa, Robert Kennedy fu ucci-so a colpi di pistola. Con una struttura corale cherimanda al Nashville di Altman, il film racconta leconseguenze di quella tragedia sull’America,metaforicamente riassunta in ventidue personag-gi, casuali testimoni dell’assassinio. Kennedy sivede poco, ripreso in immagini di repertorio einterpretato da un attore nella sequenza del delit-to; in primo piano ci sono invece il personale e iclienti dell’Ambassador ai quali dà volto un casteccezionale. Gente comune, ognuno con i propriproblemi e le frustrazioni di una vita grigia, alleprese con tradimenti e rivendicazioni salariali erazziali. (Il Venerdì di Repubblica, Cinema, 15dicembre 2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 17.20/19.40/22prime visioni

BoratTIT. OR. Borat: Cultural Learnings ofAmerica for Make Benefit Glorious Nationof KazakhstanREGIA Larry CharlesSOGG. E SCN. Sacha Baron Cohen FOT. Luke GeissbuhlerMUS. Erran Baron CohenMONT. Craig AlpertINT. Sacha Baron Cohen, Ken Davitian,Pamela AndersonPROD. Gold/Miller prod.OR. Usa, 2006DUR. 82’ Film evento speciale alla 1° edi-zione della Festa del Cinema di Roma

Racconta il viaggio assurdo e ultracomico di un(finto) giornalista kazako che parte dalla sua terra- in realtà le riprese estere si sono svolte inRomania - per realizzare un documentariosull’America. Una volta negli Usa, dopo aver vistouna puntata di “Baywatch”, s’innamora delleforme di Pamela Anderson e parte alla sua ricer-ca. Tutte le interviste del film sono state realizzatefacendo credere agli intervistati che Borat stessedavvero realizzando un documentario per la tvkazaka (è in questo modo che sono state ottenutecon facilità le liberatorie). Il presidente del

Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, si è detto ini-zialmente offeso dalla pellicole e pronto a ricorre-re a vie legali contro Baron Cohen, poi però ilturismo nel suo paese è aumentato, grazie allapellicola, e si è dichiarato soddisfatto. ( L.B. inCiak, gennaio 2007)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

Bordertown REGIA, SOGG. E SCN. Gregory Nava FOT. Reynaldo Villalobos MUS. Grame Revell MONT. Padraic McKinleyINT. Jennifer Lopez, Antonio Banderas,Sonia Braga, Maya Zapata, Martin SheenPROD. Mobius EntertainmentOR. G.B/Usa, 2006DUR. 115’

Una giovane cronista del Chicago Sentinel LaurenAdrian, viene spedita in Messico, per seguire ilcaso di centinaia di ragazze uccise o misteriosa-mente scomparse, nonostante ambisca a diventa-re corrispondente dall’estero e magari inviata diguerra in Iraq. Arrivata sul posto, Lauren entra incontatto con Eva, l’unica ragazza sopravvissuta aquelle drammatiche vicende perché ritenutamorta dagli assassini. Ora lei chiede a Lauren discoprire la verità.(Il Venerdì di La Repubblica, Cinema, 15 dicem-bre 2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 17.40/19.50/22 prime visioni

Breakfast on Pluto REGIA E SCN. Neil Jordan SOGG. Pat McCabeFOT. Declen QuinnMONT. Toy Lawson INT. Cillian Murphy, Liam Neeson, StephenRea, Brendan Gleason, Ruth Negga PROD. Pathè Pictures International OR. Irlanda, 2005DUR. 122’

Patrick “Kitten” Braden è un giovane gay che neglianni ’70 si trasferisce dall’Irlanda a Londra” cittàche tutto inghiotte”, alla ricerca della madre chelo ha abbandonato ancora bebè davanti alla chiesadi padre Liam (Neeson). Infuria il terrorismodell’IRA, ma Kitten non perde ottimismo e senseof humour neanche davanti al maniaco BryanFerry. Cillian Murphy, magnetico e inquietante, èstrepitoso in versione sweet trans.GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2CINEMA DANTE D’ESSAI date e orari da definire prime visioni

Cambio di indirizzo TIT. OR. Changement d’adresse REGIA E SCN. Emmanuel MouretFOT. Laurent Desmet MUS. Franck Sforza MONT. Martial SalomonINT. E. Mouret, Frédérique Bel, FannyValette, Dany Brillan, Ariane Ascaride PROD. Tom DercourtOR. Francia, 2006DUR. 85’

La leggerezza del tocco che ammorbidisce imomenti drammatici e affina quelli comici. E’ unacaratteristica peculiare del cinema che la Franciadedica ai suoi figli più giovani, sin dai tempi diTruffaut e Rohmer. Infatti per questo lungome-traggio, il suo terzo che Mouret si cuce addosso, i

2

L’aria salataArthur e il popolo dei MinimeiBlack BookBobbyBoratBordertownBreakfast On PlutoCambio di indirizzoLa cena per farli conoscereComplicità e sospettiCuoriDelitti -Tracce allusiveDiario di uno scandaloEcce BomboEdmondFlags of Our FathersGiardini in autunnoGiù per il tuboThe Good ShepherdIl grande capoThe GuardianLa guerra dei fiori rossiHollywoodlandInland EmpireIn memoria di me

Intramontabile effervescenzaIntrigo a Berlino -The Good GermanLettere dal SaharaLetters From Jwo JimaLove+HateLe luci della seraMiss PotterUna notte al museoNotte prima degli esamiNotte prima degli esami oggiUn’ottima annataThe PrestigeThe Queen -La reginaRequiemLe rose del desertoSaturno controIl segreto di Esma -GrbavicaShortbus -Dove tutto è permessoStill LifeVero come la finzioneLa voltapagineWater

Tutti i film dalla A alla Z

Page 3: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

paragoni con l’autore di Baci rubati, si sono spre-cati, anche a Cannes dove Mouret ha risposto allelodi con garbato imbarazzo. Proprio come il suopersonaggio, il musicista David che ha appenaaccettato di dividere un appartamento con labionda e appena conosciuta Anne, cade in rapino-sa infatuazione per la silenziosa e apparentementeremissiva allieva Julia. Siamo nel pieno della bellaetà dei trasporti amorosi totalizzanti, ma David ètroppo educato per contrastare il veemente attac-co dell’invasore Julien. Equivoci, atti mancati, bal-bettii, autoanalisi di verità: come in un minuetto iquattro vivificano la quasi impalpabilità della sto-ria con la simpatia e la pulizia dei loro volti /corpi.(M.L. in Ciak, dicembre 2006)CINEMA DANTE D’ESSAI giovedì 1 febbraio, or. spett.: 18/20/22GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA Bgiovedì 22 febbraio, or. spett.: 17.30/19.30/21.30spazio cineclub

La cena per farliconoscere REGIA E SCN. Pupi Avati FOT. Pasquale Rachini MONT. Amedeo SalfaINT. Diego Abatantuono, Inés Sastre,Vanessa Incontrada, Violante Placido,Marcello CocchiPROD. Duea Film OR. Italia, 2006

Pupi Avati torna a raccontare i rapporti familiari,con la storia di un padre deresponsabilizzatoSandro Lanza/Diego Abatantuono, attore sessan-tenne che ha conosciuto tempi migliori, ed orasta vivendo il periodo più complicato della suaesistenza, e delle sue tre figlie avute da donnediverse, che vivono sparse per l’Europa e si cono-scono appena tra loro e con il padre. Sono Ines,Clara e Betty riunite per un evento straordinariooltre che comico, ad abbozzare il senso di unaritrovata famiglia che offrirà spazio anche ad unanuova donna capace forse di ridare serenità aSandro. (da Il Venerdì di Repubblica, Cinema,15 dicembre 2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date e orari da definireprime visioni

Complicità e sospetti -Breaking and Entering TIT. OR. Breaking and Entering REGIA E SCN. Anthony Minghella FOT. Benol̂ t Delhomme MUS. Karl Hyde MONT. Lisa Gunning INT. Juliette Binoche, Jude Law, RobinWright Penn, Martin Freeman, RayWinstone, Vera Farmiga PROD. Miramax Films OR. Usa, 2006DUR. 120’

Nel quartiere di King’s Cross, un urbanista londi-nese di successo, si scontra con il ladruncolo,autore dei numerosi furti nel suo studio. Si trattadi un ragazzo bosniaco di origine musulmana chevive con la madre vedova. Le contigenze spingonol’uomo ad incontrare la madre del ragazzo sco-prendo così quel loro mondo che vive paralleloall’universo bene londinese, ma in case di quartie-ri di periferia che ospitano la popolazione immi-grata più spesso illegalmente. Esistenza e luoghitutti da indagare per il ricco professionista debili-tato dalla crisi coniugale e più facilmente aggredi-bile da nuove esperienze inopportune per la suaclasse sociale. Minghella uso alle grandi produzio-ni (Il paziente inglese, Ritorno a Cold Mountain)qui è regista e autore della sceneggiatura di unthriller che occhieggia a nuovi sentimenti di soli-darietà sociale.GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 17.20/19.40/22prime visioni

CuoriTIT. OR. CoeursREGIA E SCN. Alain ResnaisSOGG. Alan Ayckbourn FOT. Eric Gautier MUS. Mark Snow MONT. Hervè de LuzeINT. Sabiné Azéma, Lambert Wilson, AndréDussollier, Pierre Arditi, Laura MorantePROD. Arena Films OR. Francia/Italia, 2006DUR 123’

Leone d’argento per la migliore regia e premioFrancesco Pasinetti a Laura Morante per la miglio-re interpretazione femminile. Nicole sta cercandoun appartamento per un futuro matrimonio conDan, il quale è stato di recente radiato dall’eserci-to ed è senza lavoro.L’agente immobiliare è l’anziano Thierry che èsegretamente innamorato della religiosissima col-lega Charlotte la quale gli presta cassette di pro-grammi cattolici che terminano con lunghe ripre-se di lei che si spoglia. Charlotte di sera fa labadante al vecchio genitore di Lionel che fa ilbarista in un locale di cui Dan è un assiduo fre-quentatore e in cui dà un appuntamento al buio aGaëlle, sorella di Thierry. Ancora una volta il maestro Resnais affronta con iltocco che gli è proprio un nuovo modo di farecinema. Si tratta del teatro di un grande autorecome Alan Ayckbourn… “Le relazioni tra i prota-gonisti mi fanno pensare alla tela di un ragnodrappeggiata tra due cespugli di ginestra spinosae ricoperta dalla rugiada della notte…I protagonisti sono come insetti che lottano persfuggire alla trappola. Ogni volta che uno di lorosi muove lo spostamento si fa sentire anche altro-ve sulla tela su qualcuno che tuttavia può nonavere nessun legame con chi si è mosso perprimo” Alain Resnais MULTISALA ASTRA 2giovedì 15 febbraio, or. spett.: 17/19.15/21.30spazio cineclub

Delitti -Tracce allusive TIT. OR. Skenbart – En film om tag REGIA, SOGG. E SCN Peter Dalle FOT. Goran HallbergMUS. Adam Norden MONT. Thomas LagermanINT. Magnus Roosmann, Anna Bjork,Cristina Tornqvist, Robert Gustafsson,Peter DallePROD. Buena Vista InternationalOR. Svezia , 2004DUR. 100’

Nel dicembre del 1945, un treno condotto da unmacchinista perennemente arrabbiato, lascia lastazione centrale di Stoccolma diretto a Berlino.All’arrivo, non è rimasto molto né del treno nédi alcuni passeggeri…Si tratta della “black comedy” diretta da PeterDalle, recitata come si usava recitare negli anni’40 e fotografata (in b/n) come si faceva allora.Gli attori devono essersi divertiti molto.I personaggi che incontriamo sul treno fannoparte di un assortimento del tutto casuale-il sol-dato sfortunato che ha preso il treno sbagliato,un gay che odia uomini e donne, una donnamisteriosa, due suore con dubbi mistici, il medi-co che chiede all’amante di lanciare la mogliedal treno - non sono numerosi ma la storia èdavvero ben condotta e i vari interpreti bencoordinati.Un film decisamente nero e decisamente diver-tente. Va visto soprattutto se si è convinti cheagli Svedesi manchi il sensodell’umorismo.(ndc)CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

Diario di uno scandaloTIT. OR. Notes on a ScandalREGIA Richard Eyre SOGG. Zoe Heller SCN. Patrick MarberFOT. Chris Menges INT. Cate Blanchett, Judi Dench, BillNighy, Andrei Simpson PROD. DNA Films OR. G.B., 2006

Sheba Hart è la nuova professoressa di materie arti-stiche alla scuola St. Gorge. Tra i suoi colleghi c’èl’anziana Barbara Covett, una donna con cui Shebaintesse un forte legame di amicizia. Barbara inoltrediventa depositaria di un tobido segreto che Shebaaveva fino ad ora tenuto per sè. Tuttavia la giovaneinsegnante non si rende conto che i sentimenti del-l’amica vanno oltre la semplice amicizia e le sueconfidenze possono diventare un’arma pericolosacon cui Barbara può sfogare la propria gelosia …(da La Rivista del Cinematografo on line)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date e orari da definire prime visioni

Ecce BomboREGIA, SOGG. E SCN. Nanni MorettiFOT. Giuseppe PinoriMUS. Franco PiersantiMONT. Enzo MeniconiINT. Nanni Moretti, Luisa Rossi, GlaucoMauri, Lorenza Ralli, Fabio Traversa PROD. Filalpa OR. Italia, 1978 riedizione DUR. 100’

Un robivecchi pedala sull’alto di un terrapieno adOstia con la sua raccolta di cianfrusaglie gridando“Ecce Bombo!”. Lo osservano immobili, come pie-trificati, quattro amici che hanno organizzato unagrottesca veglia notturna per poter osservare il sor-gere del sole (che spunta tuttavia inaspettatamentealle loro spalle). La scena è di una comicitàamara…Una comicità sulla quale si può anchepiangere. Moretti dichiarò infatti che, nelle sueintenzioni si trattava di fare un film drammatico…Gli amici sono un quartetto di giovani “reduci” del‘68 (residuati come la paccottiglia del robivecchi?)che nel corso di tutto il film impersonano ciò che èavvenuto delle speranze di quei giorni: dalla rivolu-zione sognata dal movimento studentesco al reflus-so in cui nessuno sa più cosa volere. Il 24enneNanni Moretti è Michele, protagonista assoluto delfilm, analisi spietata del mondo dei giovani che pre-sentato a Roma l’8 marzo del ’78 fu immediatamen-te un successo di critica e pubblico… Il film è unaspecie di telenovela su una patetica generazioneche annaspa; Roma Nord (una Roma anonima etotalmente priva dei luoghi deputati sempre pre-senti per esempio nella commedia all’italiana) è ilpalcoscenico per la rappresentazione della desola-zione giovanile , e per la descrizione di una totaleassenza di alternative che il racconto denuncia…(da Flavio De Bernardinis in Nanni Moretti,L’Unità, Il Castoro) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B mercoledì 7 e giovedì 8 febbraio, or. spett.:17.30/19.30/21.30MULTISALA ASTRA 2giovedì 22 febbraio, or. spett.: 17.30/19.30/21.30 spazio cineclub

Edmond REGIA Stuart Gordon SOGG E SCN. David Mamet FOT. Denis MaloneyMUS. Bobby JohnstonMONT. Andy HorvitchINT. William H. Macy, Juilia Stiles, JoeMantegna, Rebecca Pidgeon PROD. Code EntertainmentOR. Usa, 2005DUR. 76’

La commedia di David Mamet diventa film per laregia di Stuart Gordon (artefice di horror comeRe-animator ma anche regista della stessa piécesul palcoscenico) con una splendida prova d’atto-re per William H. Macy (Fargo), qui nelle vesti alui congeniali di un omino frustrato dal lavoro edal ménage coniugale, che, dopo aver consultatouna cartomante (“you don’t belong your place” “tisenti estraneo al tuo mondo” è il lapidarioresponso) avvertendo il fascino voluttuoso dellalibertà da assaporare, pianta in asso la moglie evive “tutto in una notte”… E’ una vera e propriadiscesa agli inferi quella cui assistiamo nel corsodella “notte bianca “ del protagonista , folle corsaverso il nulla di una personalità il cui deragliaredai binari dell’ordinario non consente di tornareindietro, tra delirio di onnipotenza, paure chegenerano intolleranza e l’incapacità di calibrare leproprie reazioni…. Film caustico e beffardo(Mario Mazzetti in Vivilcinema,novembre/dicembre 2006) CINEMA DANTE D’ESSAIdate da definire, or. spett.: 18.30/20.15/22prime visioni

Flags of Our FathersREGIA Clint EastwoodSOGG. James BradleySCN. William Broyles Jr.FOT. Tom SternMONT. Joel CoxINT. Ryan Philippe, Adam Beach, JesseBradford, Jamie Bell, Joseph CrossPROD. Malpaso prod.OR. Usa, 2006

L’ambiguità di una foto famosa divenuta simbolodi tutta la Seconda Guerra Mondiale che ritrae seimarines laceri ed esausti issanti la bandiera ame-ricana sulla sommità del monte Suribachi a IwoJima ha ispirato Eastwood nella realizzazione didue film. Uno raccontato dalla parte degli ameri-cani vincitori, l’altro narrato per bocca dei giap-ponesi vinti. Il primo film è tratto dal libro “Flagsof our fathers”, scritto da James Bradley, il figliodi uno dei sei marine ritratti nella celeberrimafoto,. Il film giapponese è ispirato dalle letterespedite ai familiari dal generale TadamichiKuribayashi, il capo delle forze giapponesi sull’i-sola, che preferì il suicidio alla resa. Il film ameri-cano è il primo ad arrivare sugli schermi e vuolemostrare la brutalità della guerra: in sei settimanedi incessanti bombardamenti rasero al suolo unatollo lussureggiante trasformandolo in un gironeinfernale. Flags of Our Fathers si annuncia unfilm destinato a suscitare dibattiti e polemiche.(Il Venerdì di Repubblica, Cinema, 1° settembre2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAImartedì 20 febbraio, or. spett.: 17/19.30/22original sound

Giardini in autunno TIT. OR. Jardins en automneREGIA, E SCN. Otar Iosseliani FOT. William LubtchanskyMUS. Nicolas ZourabichviliMONT. Ewa LenkiewiczINT. Michel Piccoli, Severin Blanchet,Muriel Motte, Pascal Vincent, Lily LavinaPROD. CinemaundiciOR. Francia/Italia/Russia, 2006DUR. 121’

Con i modi sarcastici e scanzonati che gli cono-sciamo, Iosseliani regista ma anche attore che rita-glia su di sé un ruolo di un artista di strada/ giar-diniere/ bevitore/ filosofo, mette in scena la farsadi un ministro francese potente e corteggiato chedall’oggi al domani perde potere, corteggiamentie amante. Ma tutti i mali non vengono per nuoce-re perché l’ex ministro recupera grazie all’esclu-sione dal potere, il vero sapore della vita: il cion-dolare, perder tempo, tirare tardi, chiacchierare ebere con gli amici ritrovati e squinternati. La pre-carietà di una vita libera insomma, fino alle estre-me conseguenze del cartone sotto i ponti.

3

Page 4: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

Quadretti sparsi più o meno simpatici, intelligenti,sferzanti. Una favola antipolitica, un po’ velleitaria,un po’ qualunquista. La perla del film, fine a sestessa, ma gustosa….è la partecipazione diMichel Piccoli, “eroicamente” e letteralmentenascosto sotto i panni femminili di un’anzianasignora puntuta e maligna, madre del ministro.(p.d’a., in La Repubblica, 3 novembre 2006) MULTISALA ASTRA 2giovedì 8 febbraio , or. spett.: 17./19.15/21.30spazio cineclub

Giù per il tuboTIT. OR. Flushed Away REGIA David BowersSCN. Dick ClementFOT. Brad BlackbournMUS. Harry Gregson-WilliamsMONT. John Venzon PROD. Aardman Animations OR. G.B./Usa, 2006DUR. 100’

Topo elegantone a Kensington, Roddy finisce giùper gli impianti igienici e si ritrova nel mondo sot-terraneo, abitato dai suoi consimili proletari.Apprezzato dai cultori dell’animazione per leStorie di Wallace & Groomit, lo studio ingleseAardman si è associato con la DreamWorks daitempi del memorabile Galline in fuga. Ora parte-cipa all’epico duello di questa contro la concor-rente Pixar realizzando un film tecnicamenteinnovativo, che negozia un’allenza tra la plastilina– materia prima tradizionale della casa – e l’ani-mazione tridimensionale. Gli animatori dellaAardman sono infatti riusciti a realizzare al com-puter una simulazione della pasta per modellareriproducendone grana, volumi e addiritturaimperfezioni con una precisione sorprendente.L’autentica plastilina, del resto, avrebbe resoimpossibili certe cose a partire dalla resa dell’ac-qua, essenziale nel film…(r.n. in La Repubblica, 29 dicembre 2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI martedì 27 febbraio, or. spett. 18/20/22 original sound

The Good ShepherdREGIA Robert De Niro SOGG. E SCN. Eric Roth FOT. Robert RichardsonMUS. Marcello ZarvosMONT. Tariq Anwar INT. George Clooney, Cate Blanchett, TobeyMaguirePROD. American ZoetropeOR. Usa, 2006DUR. 167’

Vi è narrata la storia della CIA, dalla sua fondazio-ne nel 1947 agli anni della Guerra Fredda attraver-so la ricostruzione dei 40anni di carriera di unadei suoi innumerevoli agenti segreti che rispondeal nome di James Wilson interpretato da un erme-tico Matt Damon GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date e orari da definire prime visioni

Il grande capo TIT. OR. Direktøren for det hele REGIA, SOGG. E SCN. Lars Von Trier MONT. Molly Marlene Stensgård INT. Fridrik Thor Fridriksson, Jens Albinus,Jean-Marc Barr, Peter GantzlerPROD. Zentropa ProductionsOR. Danimarca/Svezia, 2006DUR. 99’

Il grande capo sembra possedere gli ingredientitipici della satira sociale applicata al mondo del-l’alta finanza e delle multinazionali. Il protagonista

della storia è il signor Ravn proprietario di un’a-zienda informatica, deciso a vendere la sua impre-sa. Ma c’è un problema: da quando ha creato lasocietà, Rvn si è sempre spacciato per un dipen-dente e si è inventato un capo fittizio, dietro ilquale nascondersi per sfuggire alle proprieresponsabilità, soprattutto se si trattava di prende-re decisioni impopolari. Ora i compratori interes-sati all’acquisto dell’azienda insistono nel volernegoziare l’affare con il capo in persona e cosìRavn decide di ingaggiare Kristoffer, un modestis-simo attore, per affidargli la parte del capo.Le cose si complicano quando Kristoffer si rendeconto di essere la pedina fondamentale nella trat-tativa e si ribella alle indicazioni.(Il Venerdì di Repubblica, Cinema, 15 dicembre2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date da definire, or. spett.: 17.30/19.30/21.30 CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

The Guardian REGIA Andrew DavisSCN. Ron BrinkerhoffFOT. Steven St. JohnMUS. Trevor RabinMONT. Thomas J. NordbergINT. Kevin Costner, Ashton Kutcher, SelaWard, Derek Adams, Joe Arquette, GregoryJ. Barnett PROD. Beacon PicturesOR. Usa, 2006DUR. 136’

Ken Randall/Kevin Costner è un vero asso neisoccorsi in mare. La sua carriera nei guardacosteè costellata di record e decorazioni, ma quandodurante un grave incidente perde il suo miglioreamico, invece di tornare in servizio comincia unanuova attività di addestramento di giovani reclute.Tra queste incontrerà Jack Fisher/Ashton Kutcherun ragazzo dallo straordinario talento per i salva-taggi, con il quale avrà nuovamente l’occasione divivere e superare una missione impossibile. Duegenerazioni di attori a confronto per un film adalto tasso adrenalinico, girato per lo più in acqua.Impressionanti le scene di salvataggio nel mareaperto e in tempesta.La produzione è stata inseguita dai numerosi ura-gani che hanno colpito il Sud degli Stati Uniti nel2005. Sono state inoltre utilizzate scene di inci-denti veri occorsi durante la fase di addestramen-to precedente le riprese del film.(da Ciak, gennaio 2007) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 16.30/19.15/22prime visioni

La guerra dei fiorirossi TIT. OR. Kan shang qu hen meiREGIA E SCN. Zhang Yuan SOGG. Wang Shuo FOT. Yang GaoMUS. Carlo CrivelliMONT. Jacopo QuadriINT. Dong Bowen, Ning Yuanyuan, ChenManyuan, Zhao RuiPROD. Downtown Pictures (Marco Müller)OR. Cina /Italia, 2006 DUR. 92’ Presentato al Sundance FilmFestival di Park City nello Utah

Tratto da un romanzo di Wang Shuo, che visse l’e-sperienza dell’asilo nei primi tempi dopo la rivolu-zione, La guerra dei fiori rossi è il “bildungsro-man” di un bambino costretto a confrontarsi conuna educazione militaresca. Sulle prime Quiangsembra subire passivamente la dittatura dellemaestre e aspira ai fiori di carta riservati e asse-gnati ai migliori.Poi però nel fanciullo monta irrefrenabile la ribel-lione per cui suscita un putiferio inventando chela direttrice è un mostro e mangia i bambini: e lo

lasciamo che è fuggito in un ospedale, convintoche per non obbedire è meglio darsi malato.La figura metaforica di questo che Brecht avrebbedefinito un “Neinsager” (chi dice di no) è delinea-ta con tanta forza da suscitare forse nelle altesfere del suo paese gli stessi malumori che da noiindussero il sottosegretario Andreotti a indirizzarela famigerata reprimenda a De Sica. Aveva ragio-ne chi ha scritto che i bambini fanno paura aigrandi perché sono i soli capaci di inventare unarivoluzione al minuto.(Tullio Kezich in Corriere della Sera, 16 febbraio2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA Bgiovedì 15 febbraio, or. spett.: 17.30/19.30/21.30CINEMA DANTE D’ESSAI giovedì 22 febbraio , or. spett.:18/20/22 spazio cineclubConsigliato per le scuole elementari e medie inferiori

Hollywoodland REGIA Allen Coulter SCN. Paul BernbaumFOT. Jonathan Freeman MUS. Marcelo ZarvosMONT. Michael Berenbaum INT. Adrien Brody, Ben Affleck, Diane Lane,Bob HoskinsPROD. Back Lot prod.OR. Usa, 2006DUR. 125’

Coppa Volpi a Ben Affleck per la migliore inter-pretazione maschile a Venezia 2006Chi ha ucciso Superman? Nel 1959 GeorgeReeves, eroe in calzamaglia nella serie tv piùamata dai bambini americani, viene trovato cada-vere. E’ suicidio? La mamma non ci crede , e si faavanti uno scalcinato investigatore privato(Brody). Esordiente sul grande schermo, Coultersi è fatto le ossa dirigendo episodi di X Files, TheSopranos e Sex and The City. E racconta i retro-scena di Hollywood, con un occhio a Chinatowndi Polanski e uno ai romanzi di James Ellroy.Il suo asso nella manica è Ben Affleck, premiatoa Venezia…che rende credibile un personaggiopiù complesso di quello che sembra: un ingenuoforse di scarso talento, ma non stupido, e vittimadi un sistema che pensa solo al profitto.(Ciak, gennaio 2007) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 17.20/19.40/22prime visioni

Inland Empire TIT. OR. INLAND EMPIREREGIA E SCN. David Lynch MUS. Angelo BadalamentiMONT. D. Lynch INT. Laura Dern, Jeremy Irons, Harry DeanStanton, Julia Ormond PROD. Studio Canal OR. Francia/Polonia/Usa, 2006DUR. 168’

L’ultimo Lynch è un’esperienza unica: e se si èmaldisposti, meglio rinunciare in anticipo.Un’attrice chiamata a recitare in un film maledet-to non capisce più qual’ è la realtà: ma lo spetta-tore deve fare i conti anche con una sit-cominterpretata da coniglioni e vicende agghiacciantidi prostitute polacche e losangeline.Come in Mulholland Drive, Lynch racconta illato oscuro della fabbrica dei sogni.E scombina ancora più le carte. D’altronde haimprovvisato la sceneggiatura giorno per giorno,e usato per la prima volta il digitale. Risultato:portare il suo cinema verso regioni finora scono-sciute: quell’” impero interno “che è un quartie-re di Los Angeles e soprattutto uno stato menta-le, dove emergono i peggiori incubi. Fino ad unfinale liberatorio, al ritmo di “Sinner Man” diNina Simone: la stessa canzone che chiudeNuovomondo di Crialese GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date da definire, or. spett.: 18/21.30 prime visioni

In memoria di me REGIA E SCN. Saverio CostanzoSOGG. Furio MonicelliFOT. Mariuo Amura MONT. Francesca Calvelli INT. Hristo Jikov, Stefano Antonucci, BenPace, Fausto Russo AlesiPROD. OffsideOR. Italia, 2006DUR. 105’

Un giovane privo di vocazione decide di entrarenella Compagnia di Gesù convinto che le rigideregole che governano il seminario lo aiuteranno asfuggire ai desideri torbidi e contradditori cheassillano la sua mente. Dopo l’iniziale insofferenzaper l’estrema disciplina della vita di clausura, ilragazzo mette da parte ogni senso critico e ognidubbio di carattere religioso e si trasforma nel“Gesuita perfetto”… Dall’autore di Private(La Rivista del Cinematografo on line)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date e orari da definire prime visioni

Intramontabileeffervescenza TIT. OR. Elsa y FredREGIA E SCN. Marcos Carnevale FOT. Juan Carlos Gómez MUS. Lito VitaleMONT. Nacho Ruiz CapillasINT. Manuel Alexandre, China Zorilla,Blanca Portillo, Robero Carnaghi, JoséAngel Egido PROD. Tesela Producciones Cinematograficas OR. Argentina/Spagna, 2006DUR. 106’

Elsa e Fred non sono certo giovani: lei ha ottan-tadue anni, lui qualcuno di meno. Lei non è maistata sposata attendendo per ben sessant’annil’uomo che le facesse rivivere l’emozione provataal cinema davanti all’incomparabile scena del filmLa dolce vita in cui Mastroianni accarezza la tra-sgressiva sensualità di Anita Ekberg, accompa-gnandola a prendere un bagno vestita, nell’ac-qua della Fontana di Trevi a Roma. Fred o Alfredovive con tale tristezza la recente vedovanza che lafiglia è costretta a convincerlo ad andare a viverein un nuovo appartamento che fatalmente si trovadirimpetto a quello di Elsa. La vitalità della donna,la sua gioia di vivere nonostante l’età avanzata,contagia Fred e fa breccia nel suo cuore che infi-ne recupera la voglia di tornare a battere per unrinnovato sentimento d’amore. Chiaro omaggio almaestro Federico Fellini, sia per la citazione daLa dolce vita che per l’assonanza nel titolo e nel-l’anagrafe dei personaggi con Ginger e Fred, chedescrive gli effetti dell’ amour agé capace di muta-re la vocazione di “vecchio” in quella di “diversa-mente giovane”. (ndc) CINEMA DANTE D’ESSAI giovedì 8 febbraio, or. spett.: 17.30/19.45/22spazio cineclub

Intrigo a BerlinoTIT. OR. The Good German REGIA Steven Soderbergh SCN. Paul AttanasioSOGG. Joseph Kanon FOT. Peter Andrews alias S. Soderbergh MUS. Thomas Newman MONT. S. SoderberghINT. George Clooney, Cate Blanchett,TobeyMaguirePROD. Sunset - Gowers Studios OR. Usa, 2006DUR. 105’

Un spy story noir d’autore che rimanda alle atmo-

4

Page 5: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

sfere del mitico Casablanca, girata in bianco enero (la fotografia è dello stesso Soderbergh,nascostosi sotto lo pseudonimo di PeterAndrews). La vicenda tratta dal romanzo “Il buonpatriota” di Joseph Kanon è ambientata nellaBerlino distrutta dell’immediato dopoguerra, inte-ramente ricostruita in studio a Los Angeles. JackGeismer (Clooney) è un corrispondente di guerraincaricato di seguire la conferenza di pace diPotsdam, in cui stanno rapidamente emergendo iprimi duri contrasti fra gli ex alleati che hannocombattuto il nazismo… In un clima di sospetti emisteri (l’omicidio di un soldato americano, lascomparsa di un famoso scienziato tedesco) fratraditori e doppiogiochisti, Jake inizia ad indagare.(Il Venerdì di La Repubblica, Cinema, 15 dicem-bre 2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 18/20/22 prime visioni

Lettere dal Sahara REGIA E SCN Vittorio De SetaFOT. Antonio GramboneMUS. Mario TroncoMONT. Marzia MeteINT. Djibril Kébé, Paola Aimone RondoPROD. A.S.P.OR. Italia, 2006DUR. 123’

Il protagonista, Assan, un universitario senegale-se costretto a lasciare il suo paese per cercarelavoro, sbarca in Italia da clandestino.Dopo un approdo di fortuna a Lampedusa com-pie un avventuroso viaggio in Italia, da Sud aNord. Si ferma a Firenze, poi a Torino.Si scontra con varie situazioni ma trova anchepersone brave che lo aiutano.Quando sembra che tutto vada per il meglio,viene picchiato all’uscita da una discoteca. Inseguito a questo trauma, torna al suo paese. Inpatria sta male è inquieto, vive lo sradicamento,quei problemi veri che hanno gli immigrati.Va a cercare un vecchio professore universitarioche si è ritirato lungo un fiume e aiuta le persone.Nel vedere l’allievo in crisi il professore si fa rac-contare la sua storia. Dopo un lungo percorso, ilragazzo recupera la sua identità culturale e reli-giosa. Un film non troppo crudo che vuole offri-re l’immagine dell’Italia, vista dai musulmani econfermare la possibilità che rivedendolo tra 30anni si possa dire: ecco più o meno era cosìl’immigrazione.(da L’Unità, 27 agosto 2006)CINEMA DANTE D’ESSAIlunedì 5 febbraio, or. spett.: 16/18.30/21cinemascuola

Lettere da Jwo Jima TIT. OR. Letters From Jwo Jima REGIA Clint EastwoodSOGG. Tadamichi KuribayashiSCN. Iris YamashitaFOT. Tom Stern MUS. C. Eastwood INT. Ken Watanabe, Kazunari Nimomyia, RyoKase, Shido Nakamura, Hiroshi WatanabePROD. Amblin Entertainment.OR. Usa, 2006DUR. 140’

Concepito all’insegna della libertà totale e dellavisione limpida che caratterizza il recente cinemadi Clint Eastwood, quello composto da Flags ofOur Fathers e Letters From Jwo Jima è il primodittico “ufficiale” della sua filmografia. Ma JwoJima sta a Flags come Million Dollar Baby aMystic River: è un film più “raccolto”, di straordi-naria intensità emotiva.Anche qui i colori sono denaturati al limite delbianco e nero totale, con l’eccezione del rosso(che è sangue ma anche il vessillo dell’imperodel sole). La battaglia su cui è incentrato, è lastessa, il punto di vista giapponese, come la lin-gua in cui si parla.E lo scarto di prospettiva sta tutto in un’inqua-

dratura magistrale, con la bandiera Usa (soggettointero di Flags ridotta ad un puntino nel vento.Ma per Eastwood, non importa da dove la siguardi, la guerra è una sola. I giapponesi piango-no leggendo la lettera della madre di un soldatoamericano e il magnifico generale TadimichiKuribayashi, che sa di non poter evitare il massa-cro dei suoi 20.000 uomini, sembra uscire da unfilm di John Ford.(Ciak, gennaio 2007) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 16.30/19.15/21 prime visioni

Love+Hate REGIA, SOGG. E SCN. Dominic SavageFOT. Barry Ackroyd MUS. Rupert Gregson - Williams MONT. Nicolas Gaster INT. Miriam Ali, Aliya Batti, Samina Awan,Tom Hudson, Ryan Leslie PROD. BBC FilmsOR. G.B./Irlanda, 2005DUR. 86’

Un amore impossibile tra un bianco e una ragaz-za musulmana, nell’ambiente operaiodell’Inghilterra del Nord, tra casermoni dicemento e periferie in cui bianchi e asiatici nonsi mescolano mai. L’emergente Dominic Savage(tanta pubblicità e qualche film per la tv allespalle) porta sullo schermo una serie di fattirealmente accaduti, che ha raccolto e studiatonegli ultimi anni, e realizza una storia d’amoreche sta tra Romeo e Giulietta, e il Bacio appas-sionato di Ken Loach.Il cast è composto perlopiù da attori non pro-fessionisti.(Ciak, gennaio 2007) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2Date da definire, or. spett.: 17.30/19.30/21.30CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire,or. spett.: 18/20/22 prime visioni

Le luci della sera TIT. OR. Laitakaupungin valot REGIA, SOGG E SCN. Aki KaurismäkiFOT. Timo SalminenMONT. Aki KaurismäkiINT. Janne Hyyiäinen, Maria Heiskanen,Maria Jäevenhelmi, Ikka Koivula, TommiKorpelaPROD. Sputnik OyOR. Finlandia, 2006 DUR. 80’

Vedere un film del finlandese Aki Kaurismäki èun piacere vero: la semplicità classica e profonda;lo stile pulito tutto condensato sui protagonisti esulla storia, senza distrazioni; l’ espressività degliattori ;il deserto irreale delle città, simbolicamen-te così realistico.Questo e altro fanno di Kaurismäki un maestro.Le luci della sera è l’ultimo film - dopo Nuvole inviaggio e L’uomo senza passato di una trilogiaproletaria dedicata ai perdenti: se il soggetto deiprimi due film era la mancanza di lavoro e lamancanza di casa, il tema di questo è la solitudi-ne. Il protagonista arranca alla ricerca di un pic-colo posto nel mondo. Non conosce nessu-no…Concentrato su se stesso, non si accorge diquanto gli altri siano soli quanto lui.Fa la guardia notturna. Una bionda lo corteggiasolo per incarico di certi delinquenti che glifanno scontare da innocente due anni di galera.“Tutto è finito”. Perde la libertà. Il lavoro, le spe-ranze. Ma all’uscita del carcere una ragazza l’haaspettato e forse…(Lietta Tornabuoni in La Stampa, 23 maggio2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2date da definire, or. spett.: 17.30/19.30/21.30prime visioni

Miss Potter REGIA Chris NoonanSCN. M. ChildsFOT. A. DunnMUS. R. Portman, N.WestlakeMONT. R. SalesINT. Renée Zellweger, Ewan McGregor,Emily WatsonOR. G.B./Usa, 2006DUR. 92’

Notissima nei paesi di lingua inglese e dimenticatada noi, Beatrix Potter creò all’inizio del secoloscorso un’incantevole genia di animaletti, prota-gonisti di favole da lei raccontate e soprattuttoillustrate con grazia vittoriana.L’australiano Chris Noonan (Babe, maialinocoraggioso) sa fare buon uso in Miss Potter delcrepuscolo emotivo e dei profumi di un’epocache la grande guerra avrebbe oscurato e raccontacon pudore la vita di una donna che non vollecedere ai dettami della puritana Inghilterra, inca-pace di comprendere il suo irreprimibile deside-rio di indipendenza.Sino almeno all’incontro con un affascinante edi-tore… ma quel sentimento non era destinato adessere scritto. Beatrix è Renée Zellweger, combat-tuta fra timidezza e limpida determinazione, lastessa che diede impulso al movimento per laprotezione della campagna inglese.(Ciak, gennaio 2007)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

Una notte al museoTIT. OR. Night at the Museum REGIA Shawn Levy SOGG. Milan TrencSCN. Ben Garant FOT. Guillermo NavarroMUS. Alan SilvestriMONT. Don ZimmermanINT. Ben Stiller, Carla Gugino, Dick VanDyke, Mickey Rooney, Bill CobbsPROD. 20th Century Fox Film CorporationOR. Usa, 2006DUR. 108’

Tratto dal libro illustrato per bambini “Night atthe Museum” di Milan Trenc, Una notte almuseo vede Ben Stiller nei panni di Larry” unpadre divorziato, e male in arnese che non riescepiù ad avere un dialogo con il figlio e che daigrandi sogni di gloria è costretto a ripiegare sul-l’impiego di guardiano notturno al museo distoria naturale”. Quel che Larry non sa è che dinotte il museo si anima: leoni e scimmie inizianoa scorazzare per le sale, Attila esce dalla suavetrina, ed altro di peggio succede ancora…Ad aiutare Larry a salvare pelle e posto di lavoro

ci penserà l’ottimista Teddy Roosvelt (ex presi-dente americano e infaticabile cacciatore d’orsi)che infonde a Larry l’autostima di cui ha biso-gno... Il film è una giostra di trucchi digitali rea-lizzati da Rhythm & Hues e risate grasse, in cui siinserisce la performance di due caratteristi d’ec-cezione: Mickey Rooney e Dick Van Dyke, più ilnostro Pierfrancesco Favino nei panni diColombo.(da Ciak, gennaio 2007)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 18/20/22prime visioni

Notte prima degliesami REGIA E SCN. Fausto BrizziSOGG. Giannandrea Pecorelli FOT. Marcello Montarsi MUS. Bruno Zambrini MONT. Luciana Pandolfelli INT. Giorgio Faletti, Cristiana Capotondi,Nicolas Vaporidis, Sarah Maestri, ValeriaFabrizi PROD. I.I.F. Italian International FilmOR. Italia, 2006DUR. 100’ Vincitore del David di Donatellocome migliore regista esordiente

Nell’estate del 1989 un gruppo di amici si pre-para a sostenere l’esame di maturità.Una sera ad una festa, Luca incontra Claudia ese ne innamora perdutamente, inconsapevoledel fatto che la ragazza è nientemeno che lafiglia del suo professore di letteratura, al qualein un momento di insolito coraggio rovesciaaddosso un’incredibile valanga di insulti e accu-se. Alla vicenda di Luca si intrecciano quelle di altrisuoi compagni coetanei…” Partenza a razzoper questo effervescente, brillante film genera-zional-corale che ammicca da tutte le parti pos-sibili, dalla canzone di Venditti che gli dà il tito-lo fino ad ogni immaginabile stereotipo cinema-tografico anche se li sa servire con manieraaggraziata… Il pezzo forte è la Carogna, affidata a GiorgioFaletti che disegna finemente una figura emer-gente: quella di chi aveva vent’anni e moltisogni nel ’68 e, a dispetto di ogni illusione sulcambiare per sempre le relazioni intergenera-zionali, dopo i quaranta gli è toccato vestire ipanni antagonisti dell’autorità repressiva…”(Paolo D’Agostini in La Repubblica, 17 feb-braio 2006) CINEMA DANTE D’ESSAIlunedì 26 febbraio, or. spett. : 16/18.30/21cinemascuola

Un’ottima annata -A Good Year TIT. OR. A Good Year REGIA Ridley ScottSOGG. Mayle Peter SCN. Marc Klein FOT. Philippe Le Sourd MUS. Marc Streitenfeld MONT. Dody Dorn INT. Russell Crowe, Albert Finney, FreddieHighmore, Rafe Spall, Archie PanjabiPROD. Scott Free Productions OR. Usa, 2006 DUR. 118’

Un inglese eredita una villa in Provenza. Mentresta per arrivare alla sua nuova proprietà incontrauna donna americana che rivendica la proprietàdel terreno.“E’ una commedia romantica, sì”-dice del filmRussell Crowe attore protagonista - ma è soprat-tutto un film che pone delle domande.La vita è un grande punto esclamativo che riguar-da tutti, non ha importanza di quanti soldi tuabbia in banca. Per Max/Crowe i soldi non voglio-no dire niente in fondo.E’ un uomo egoista, avido, isolato, concentrato suse stesso. Ha raggiunto l’apice del successo manon prova gioia.Così fa un viaggio interiore e scopre delle coseche aveva messo da parte”. A proposito della sceneggiatura, alla quale Croweha dato un contributo, l’attore racconta “Quandoabbiamo iniziato le riprese avevamo 45 pagine giàpronte, per Il Gladiatore solo 21; Ridley mi hadetto che non potevo lamentarmi, che stavamomigliorando…”(Cinemazero, dicembre 2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI martedì 13 febbraio, or. spett. 17.20/19.40/22 original sound

5

Page 6: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

Notte prima degliesami oggiREGIA E SCN. Fausto BrizziINT. Nicolas Vaporidis, Carolina Crescentini,Giorgio Panariello, Sarah Maestri OR. Italia, 2006

Il solito sequel del film di successo? Niente affatto.Questo secondo capitolo di Notte prima degliesami inaugura un nuovo sottogenere: “il new-quel”. La definizione è di Fausto Brizzi e in pocheparole si tratta di trasferire la storia e i protagonistidel primo film dagli anni ottanta ai giorni nostri.Dunque niente più nostalgia, Duran Duran e appo-stamenti amorosi sotto casa dell’amata, ma attualitàcon i mondiali di Germania e il trionfo degli azzur-ri, colonna sonora con Luca Carboni e i Take That,corteggiamenti via sms. Ma sottosotto, ancora unavicenda di amicizia e amori, protagonista un grup-po di ragazzi alle prese con la maturità.(La Repubblica, dicembre 2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date e orari da definire prime visioni

The Prestige REGIA E SCN. Christopher NolanSOGG. Christopher Priest FOT. Wally PfisterMUS. David Julyan MONT. Lee SmithINT. Hugh Jackman, Christian Bale,Michael Caine, Scarlett Johanson, DavidBowie PROD. Newmarket Productions OR. G.B./Usa, 2006DUR. 138’

Allo scorcio del XIX secolo negli stessi annidella nascita del cinema, il pubblico londinese èipnotizzato da un altro genere di spettacolo: ilteatro di illusionismo. Sui palcoscenici si sfidanodue maghi un tempo amici ed ora resi nemiciacerrimi dalla rivalità per il cuore del pubblico edi una donna. L’uno, Borden, è un tecnicosuperdotato; l’altro, Angier, un brillante uomo dispettacolo. Spinto da un rancore feroce Angierchiede l’aiuto dell’inventore Tesla per sfidare leleggi dell’elettricità. Il duello professionale assu-me tinte dark allorché uno dei contendentimuore durante una rappresentazione; il rivale èarrestato e rischia la pena capitale.(Roberto Nepoti in La Repubblica, 29 dicembre2006) GIORGIONE MOVIE D’ESSAI martedì 6 febbraio, or. spett.: 17/19.30/22original sound

The Queen - La regina TIT. OR. The QueenREGIA Stephen Frears SCN. Peter MorganFOT. Alfonso BeatoMONT. Lucia ZucchettiINT. Helen Mirren, Michael Sheen, JamesCromwell, Helen McCroyPROD. Pathé int.OR. G.B., 2006DUR. 97’

La regina Elisabetta II è interpretata dalla meravi-gliosa Helen Mirren (meritata Coppa Volpi alLido), raccontata nella sua incapacità a compren-dere il significato della morte di Lady Diana per isuoi sudditi, fino a che spinta da Blair, cederà. Ilfilm viaggia sul filo senza mai cadere e in questoc’è la bravura del regista inglese. Per un film chesi regge sulle sfumature, ogni accento nel dop-piaggio è determinante. (d.z.in L’Unità,) CINEMA DANTE D’ESSAIlunedì 12 febbraio, or. spett. : 16/18.30/21cinemascuola

Requiem REGIA Hans - Christian Schmid SCN. Bernd Lange FOT. Bogumil GodfrejowMONT. Bernd SchlegelPROD. Sandra Huller, Burghart Klaussner,Imogen Kogge, Anna BlomeierOR. Germania, 2006DUR. 93’ Orso d’argento per la miglioreattrice (Sandra Huller) a Berlino 2006

I fatti narrati nel film - storia di Michaela e deisuoi disturbi psichici che turbano la sua giovanevita - sono realmente accaduti e il pregio di Hans-Christian Schmid sta nel portarli sullo schermosenza falsi pregiudizi ma con la compassione pro-fonda nei confronti di un “caso” che poteva esse-re curato. Infatti non è la chiesa ad essere messain discussione ma una sua lettura del disturbopsichico. Non è secondario infatti che sia il giova-ne sacerdote e non l’anziano ad insistere per l’e-sorcismo. Sostenuto da una notevole interpreta-zione offerta dalla giovane protagonista SandraHuller il film fa propria la lezione del Loach diFamily Life ma senza omaggi cinefili. Cerca cioèdi raccontare un disagio profondo facendo levasulle difficoltà (per chi sta intorno al malato psi-chico) di individuare talvolta la giusta terapiaanche a causa di pregiudizi difficili da sradicare(Giancarlo Zappoli, Mymovies.it) CINEMA DANTE D’ESSAI giovedì 15 , or. spett.: 18/20/22spazio cineclub

Le rose del deserto REGIA Mario MonicelliSOGG. Mario TobinoSCN. Suso Cecchi D’Amico, M. MonicelliFOT. Saverio GuarnaINT. Michela Placido, Alessandro Haber,Giorgio PasottiPROD. Luna rossa cinematograficaOR. Italia, 2006DUR. 102’

Quarantasette anni dopo quel capolavoro che fuLa grande guerra, Mario Monicelli torna a rac-contare di soldati straccioni, di generali imbelli, dicoraggio e di viltà. Lo fa ispirandosi al libro e allevicissitudini di Mario Tobino e alle sue personaliesperienze belliche. Libia 1940, la trentunesimaSezione Sanità è accampata nel deserto in attesadegli eventi, la guerra sembra lontana.Il comandante, maggiore Stefano Strucchi(Haber), è un intellettuale che passa il suo temposcrivendo lettere d’amore alla moglie.Il tenente Marcello Salvi (Pasotti) è un fascistaconvinto amante dell’avventura. Simeone(Placido) è un frate burbero che convince gli altria intervenire umanitariamente verso la popolazio-ne locale. Ma la guerra arriva: prima sono i soldatiin fuga dopo la disfatta contro gli inglesi, infine iferiti.(Ciak, agosto 2006) CINEMA DANTE D’ESSAI lunedì 19 febbraio, or. spett.: 16/18.30/21 cinemascuola

Saturno contro REGIA Ferzan OzpetekSOGG. E SCN. Gianni Romoli, F. Ozpetek FOT. Gianfilippo Corticelli MONT. Patrizio MaroneINT. Stefano Accorsi, Margherita Buy,Pierfrancesco Favino, Milena Vukotic,Serra Yilmaz PROD. R&C Produzioni OR. Italia, 2006

Lo scorso agosto sono iniziate le riprese del nuovofilm di Ozpetek : Saturno contro, nel cui castcompaiono oltre alla coppia Buy-Accorsi (Le fate

ignoranti) nel ruolo di due coniugi quarantenni,Pierfrancesco Favino (il “libanese” di Romanzocriminale di Michele Placido), Lunetta Savino (laCettina del serial tv “Un medico in famiglia”. Edue “novità”: Ambra Angiolini nei panni di Robertagiovane trentenne, e Giorgio Faletti. Ozpetek parladel senso di questo suo nuovo film:”L’astrologiacentra poco con la trama. Ne è forse uno sfondo.Anche se è vero che ogni anno mi faccio fare lemie personali previsioni astrali e quando torno aIstanbul mi diverto a interpretare i fondi caffè.Saturno contro è più che altro un film sull’incon-tro di due generazioni, quella dei trentenni e deiquarantenni, due fasce d’età che oggi, rispetto alpassato hanno moltissimo in comune. Vivono cioèappieno la nostra epoca. Ma entrambe si trovanoin questo momento ad un bivio delle loro vite.Hanno pressocchè realizzato i loro obiettivi. Maora che succede? Si chiedono i personaggi diSaturno contro” (da La Repubblica)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date e orari da definire prime visioni

Il segreto di Esma -Grbavica REGIA E SCN. Jasmila Zbanic SOGG. Barbara AlbertFOT. Christine A. MaierMUS. Enes Zlatar MONT. Niki Mossbock INT. Mirjana Karanovic, Luna Mijovic, LeonLucev, Kenan Catic, Bogdan DiklicPROD. COOP 99 FilmproduktionOR. Austria, Croazia, 2005DUR. 90’ Orso d’oro a Jasmila Zbanic aBerlino 2006

Sopravvivere alle ferite di una guerra civile insanae crudele. E’ quel che molti cercano di fare nellacittadina di Grbavica, vicino a Sarajevo. Con l’im-magine sporca cara a tanto cinema mitteleuropeoe un’attenzione femminile alle psicologie dei per-sonaggi (onore alla debuttante regista JasmilaZbanic), il film pedina lo “scontro” tra la madreEsma (l’attrice “ kusturicana” Mirjana Karanovic)-troppe cose che non può scordare e un lavorocome cameriera in un infimo night e Sara la figlia,ragazzaccia tutta energia e bugie, ansiosa di sape-re chi sia suo padre. Tra litigi, affettuosità e unaviolenza slava sempre sottopelle, qui non si per-dono mai di vista rispetto del vero e umana com-partecipazione. (da Ciak, novembre 2006)MULTISALA ASTRA 2giovedì 1 febbraio, or. spett.: 17.30/19.30/21.30spazio cineclub

Shortbus -Dove tutto è permessoTIT. OR. ShortbusREGIA E SCN. John Cameron MitchellFOT. Frank G. DeMarcoMUS. Michael HillMONT. Brian A. Kates INT. Raphael Barker, Lindsay Beamish,Justin Bond, Jay BrannanPROD. Process prod. OR. Usa, 2006 DUR. 102’ V.M.18 anni

Sesso autentico, senza dissolvenze e auto-censure,magari con l’aiuto di un po’ di Viagra; è il fioreall’occhiello di Shortbus di John Cameron Mitchell,autore dichiaratamente gay scoperto dall’ormaiautorevolissimo Sundance Film Festival... Il registaha spiegato di aver cercato gli interpreti fuori daicircuiti professionali, consapevole che nessun atto-

re professionista americano avrebbe accettato dirovinarsi la carriera per girare delle vere scenehard: “tramite Internet abbiamo chiesto di man-darci un video di dieci minuti in cui si raccontavaun’esperienza sessuale particolarmente emozio-nante. Abbiamo ricevuto 500 cassette e contattato40 persone. Di queste ne abbiamo scelte noveche hanno lavorato con noi per due anni e mezzoscrivendo i propri personaggi attraverso un gran-de lavoro di improvvisazione.... Il film passatofuori concorso a Cannes con un certo clamore, èaltamente godibile… Il regista si sbizzarriscesuperando vari tabù: non mostra solo orge,masturbazioni femminili e rapporti orali, mamolte cose buffissime come un’auto-fellatio inposizione yoga, un uovo-vibratore telecomandatononchè un’eiaculazione record che finisce a deco-rare un prezioso dipinto(Cristiana Paternò in Vivilcinema,novembre/dicembre 2006)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B giovedì 1 febbraio, or. spett.: 17.30/19.30/21.30spazio cineclubGIORGIONE MOVIE D’ESSAI martedì 30 gennaio, or. spett.: 18/20/22original sound

Still Life TIT. OR. Sanxia haorenREGIA E SCN. Jia Zhang-KeFOT. Yu LikwaiMUS. Lim GiongMONT. Kong Jinglei PROD. Xsream Pictures OR. Cina, 2006DUR. 108’ Film a sorpresa premiato con ilLeone d’oro a Venezia 2006

Il villaggio di Fenjie vecchio di 2000 anni di storiaverrà invaso dalle acque a seguito della costruzio-ne della diga delle Tre Gole e demolito. Tra gliabitanti evacuati in un nuovo quartiere ancora incostruzione, alcuni tornano alle vecchie abitazioniper cercare qualcuno o qualcosa dimenticati.Dalle note di regia: “Una volta sono entrato percaso in una stanza e ho visto degli oggetti copertidi polvere sul tavolo.All’improvviso mi si sono rivelati i segreti dellanatura morta (…) La natura morta, rappresentauna realtà che abbiamo trascurato. Anche se iltempo vi ha lasciato profonde impronte, resta insilenzio e trattiene i segreti della vita (…) Sonoentrato con la mia camera in questa città condan-nata e sono stato testimone di demolizioni edesplosioni. Tra il rumore assordante e la polvereho gradualmente sentito che la vita può rivelarsinei suoi colori anche in mezzo a tanta disperazio-ne”.GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2Date da definire, or. spett.: 17/19.15/21.30CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire,or. spett.: 17.30/19.45/22 prime visioni

Vero come la finzione TIT. OR. Stranger Than FictionREGIA Marc ForsterSOGG. E SCN. Zach HelmFOT. Roberto Schaefer MONT. Matt Chesse INT. Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, DustinHoffman, Queen Latifah, Emma Thopson PROD. Crick Pictures LLC OR. Usa, 2006DUR. 113’

L’universo di Harold Crick, agente del fisco,viene sconvolto, quando inizia a sentire unamisteriosa voce narrante che fa la cronaca indiretta della sua vita e che solo lui è in grado disentire.La misteriosa narratrice è Kay Eiffel, una scrittri-ce in declino che sta scrivendo il suo ultimolibro che, per puro paradosso è proprio la fede-le descrizione della vita di Harold, ormai com-pletamente guidata dalle parole dell’autrice.Ad aggiungere disagio al povero Harold è ancheil tragico destino che Kay ha in mente per l’eroe

6

Page 7: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

del suo libro. Il “protagonista” a questo puntocerca conforto presso l’eccentrico dottor JulesHilbert e tra le braccia di Ana Pascalo, una delle“vittime” dei suoi controlli fiscali… Le cose simettono anche peggio quando Harold cerca diribellarsi al testo del romanzo…(da La Rivista del cinematografo on line)GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA AMULTISALA ASTRA 1date da definire, or. spett.: 17.40/19.50/22prime visioni

La voltapagineTIT. OR. La tourneuse de pages REGIA Denis DercourtFOT. Jérome PeyrebruneMUS. Jérome Lemonnier INT. Catherine Frot, Deborah François,Pascal Greggory, Clotilde MolletPROD. Diaphana OR. Francia, 2005DUR. 85’

Una ragazzina viene eliminata per arroganza adun concorso per pianoforte.La ritroviamo giovane donna pronta ad insinuarsinella casa di chi inconsapevole le ha segnato ildestino, per compiere la sua crudele vendetta.Denis Dercourt è violoncellista, oltre che regista,e ha costruito il suo racconto come una partituramusicale. Sono le dissonanze, i crescendoimprovvisi che scatenano emozioni intense.Il disagio è tutto nella tensione, nella cattiveriadissimulata dal sorriso di Déborah François.GIORGIONE MOVIE D’ESSAI SALA B MULTISALA ASTRA 2Date da definire, or. spett.: 17.30/19.30/21.30CINEMA DANTE D’ESSAI date da definire, or. spett.: 18/20/22 prime visioni

Water REGIA E SCN. Deepa MehtaFOT. Giles NuttgensMUS. Mychael DannaMONT. Colin MonieINT. Seema Biswas, Lisa Raye, JohnAbraham, Sarala, Khulbhushan Kharbanda PROD. Deepa Mehta FilmsOR. Canada/India, 2005DUR. 117’

India, 1938: la bambina Chuyia rimane vedovae per la tradizione indù ha tre scelte: bruciaresulla pira col cadavere del marito; sposare, sela famiglia altrui lo consente, il cognato mino-re; chiudersi in una casa per vedove, chieden-do l’elemosina.La regista Deepa Metha stempera forse un po’troppo nella prima parte l’aspetto straziantedella vicenda, configurando toni da commediae canzoni bollywoodiane (ma la festa dei coloriè una bella pagina). Ne fa le spese così la veraemozione che fortunatamente arriva nella partefinale, dal suicidio di una delle vedove, culmi-nando nella scena del treno… carica anche digrande speranza, che non si esaurisce solo nel-l’aspetto personale, ma diventa desiderio di unpopolo intero, con la presenza di Gandhi.Metha, che ha subito minacce durante la lavo-razione dagli integralisti, concorrerà per ilCanada alle nominations per l’Oscar.(adriano de grandis in Il Gazzettino, 17 otto-bre 2006)CINEMA DANTE D’ESSAI lunedì 5 marzo, or. spett.: 16/18.30/21cinemascuola

Uomini contro REGIA Francesco RosiSOGG. Tratto dal libro “Un anno sull’altipia-no” di Emilio Lussu SCN. F. Rosi, Raffaele La Capria, AntonioGuerraFOT. Pasqualino De SantisMUS. Piero PiccioniMONT. Ruggero Mastroianni INT. Mark Frechette, Alain Cuny, Gianmaria Volonté, Giampiero Albertini, PierPaolo CapponiPROD. Francesco Rosi e Luciano Perugiaper Prima Cinematografica S.p.a. (Roma) –Jadran Film (Zagabria)OR. Italia/Jugoslavia, 1970DUR. 96’

È il film che Francesco Rosi ha tratto da Un annosull’altipiano di Emilio Lussu. Il romanzorievocava, a vent’anni di distanza, i tredicidurissimi mesi di guerra che l’autore avevacombattuto dal giugno 1916 al luglio 1917sull’altipiano di Asiago. Il libro era un diario inprima persona, costruito su ricordi; il film, invece,trasforma i ricordi, soggettivi, in un raccontooggettivo, e senza fare più interpretare i fatti danessuno in particolare, li propone via via con laloro cruda realtà, come se fossimo noi adassistervi. Il libro, inoltre, registrando fatti veri,non seguiva ovviamente un filone narrativodrammaticamente conseguente; il film, alcontrario, sintetizza parecchie azioni, cucendoletutte attorno ad un unico canovaccio e alla finelascia che il protagonista, non più narratore,muoia, e muoia fucilato per aver sottratto deisoldati ad una di quelle decimazioni che reseroanche più impietosa la guerra degli anni diCadorna. (Gian Luigi Rondi in Il Tempo, 18settembre 1970)VIDEOTECA DI MESTREMartedì 6 febbraio Ore 21

Orizzonti di gloria TIT.OR. Paths of GloryREGIA Stanley Kubrick SOGG. Tratto dall’omonimo romanzo diHumphrey Cobb SCN. S. Kubrick, Jim Thompson,Calder WillinghamFOT. George KrauseMUS. Gerald FriedMONT. Eva KrollINT. Kirk Douglas, Adolphe Menjou,Ralph Meeker, George Macready,Wayne MorrisPROD. Harris-Kubrick Productions, BrynaProductionsOR. USA, 1957DUR. 83’ B/N

Orizzonti di gloria è la costruzione della guerra edel suo funzionare. Lo è proprio perché ne ripete iriti glaciali, non perché mostri il nascere e lo svilup-parsi del fenomeno. Esso è infatti già dato nellascritta iniziale (“1916”) e nella voce fuoricampo chebrevemente puntualizza la situazione del conflitto,e le cui ultime parole sottolineano la posizione distallo della guerra di trincea, nella quale «gli attac-chi riusciti si misuravano in guadagni di qualchecentinaio di metri, pagati con centinaia di migliaiadi vite». In seguito la voce tace, e resta solo la situa-zione di guerra, una guerra storicamente determi-nata e con tutti i particolari al posto giusto(Churchill dixit), eppure guerra che pare astratta,guerra in cui non si vede un nemico, in cui non èmai questione di un nemico “aggressore” o ideolo-gicamente “diverso”. Kubrick stesso lo dice: scegliela Prima Guerra Mondiale perché è l’esempioimmane di un conflitto gratuito, «una guerra scop-piata per caso», il cui senso non è comunque mag-giore di quello della guerra dei Sette Anni. (EnricoGhezzi in Stanley Kubrick, Il castoro cinema,Milano, luglio 1995)VIDEOTECA DI MESTREGiovedì 8 febbraio Ore 21

La grande illusione TIT.OR. La grande illusionREGIA E SOGG. Jean RenoirSCN. J. Renoir, Charles SpaakFOT. Christian MatrasMUS. Joseph KosmaMONT. Marthe Huguet, Marguerite Renoir,Renee LichtigINT. Jean Gabin, Dita Parlo, Pierre Fresnay,Erich von Stroheim, Marcel DalioPROD. R.C.A. (Realisations d’ArtCinematografique)OR. Francia, 1937DUR. 101’ B/N

In La grande illusione Renoir e il suo sceneggia-tore Charles Spaak si ricordano che la loro gene-razione – «la classe del 1914» – è stata duramentesegnata dalla guerra, dalla prigionia, dalle differen-ze di casta e di cultura. Essi cercano di esprimerela loro «profonda fiducia nell’uguaglianza e nellafraternità» al di sopra delle differenze sociali edelle lotte fratricide, e di dimostrare nel contem-po che «anche in tempo di guerra, i combattentipossono rimanere degli uomini». Le frontieresono un’assurda astrazione, il nazionalismo unaillusione; ma lo è anche la speranza di una paceduratura. Quanto all’amore, esso non è che unbreve momento di sosta nella tormenta. Questa èper Renoir la «regola del gioco» sociale e indivi-duale. (Claude Beylie in I capolavori del cinema,Vallardi, Milano, 1990)VIDEOTECA DI MESTREMartedì 13 febbraio Ore 21

I recuperanti REGIA, FOT., MONT. Ermanno OlmiSOGG., SCN. E. Olmi, Mario Rigoni Stern,Tullio KezichMUS. Gianni Ferrio INT. Pietro Tolin, Mario Strazzabosco,Marilena Rossi, Andreino Carli, AntonioLunardiPROD. Rai – Radiotelevisione Italiana /Produzione Palumbo (Milano)OR. Italia, 1970DUR. 94’

Un uomo torna nel suo paese dopo la guerra,dove lo aspetta la fidanzata, ma l’unico lavoro cheriesce a trovare è quello, pericoloso, di recupera-re ordigni bellici insieme al vecchio Du.Sceneggiato dal regista con Tullio Kezich e MarioRigoni Stern, il film è «un omaggio all’altopiano diAsiago»; più descrittivo che introspettivo, raccontain maniera lineare e senza manicheismi unmondo rurale che sta scomparendo, in cui l’esi-genza di un lavoro sicuro vince sull’aspirazionealla vita libera. (Paolo Mereghetti in Il Mereghetti.Dizionario dei film 2000, Baldini&Castaldi)VIDEOTECA DI MESTREGiovedì 15 febbraio Ore 21

7

Schermi di guerra, aneliti di paceSCHEDE A CURA DI NOEMI BATTISTUZZO

Messaggi di paceDI Michele Gottardi

La Grande guerra suscita da subito grandeinteresse al cinema: dapprima nei cinegiorna-li che, nati nel 1908, vedono un’impennata diaudience durante il periodo bellico, quindinei film che ripresentano negli anni, conintenti diversi, le situazioni epiche, emotive estoriche del conflitto, non senza un’ironiaagrodolce, come in Charlot soldato. Maaltrettanto presto si fissa sullo schermo lavolontà dei cineasti di trasmettere un profon-do segnale antimilitarista. Il primo, per certiversi ineguagliato nella forza del suo messag-gio pacifista, fu Lewis Milestone con All’Ovestniente di nuovo, adattamento del celebreromanzo di Erich Maria Remarque in un filmdi grande impatto visivo ed emotivo per lecrude descrizioni delle battaglie e delle mortiinutili e banali, come quella del protagonista,nel finale, cercando una farfalla.In seguito Jean Renoir con La grande illusio-

ne rende omaggio a un ideale di guerra supe-rato e, insieme, dà voce alla speranza pacifistadi molti, nell’Europa di nuovo in armi: sor-passato appariva il modello di un conflittointeso come scontro tra aristocratici, propriodegli alti gradi, e contestato invece dalla trup-pa e dagli ufficiali, come i protagonisti cheattuano la loro fuga anche grazie alla compli-cità di due soldati nemici che rinunciano asparare, mentre riparano in Svizzera. Nelsecondo dopoguerra si intensificano i film didenuncia. Orizzonti di gloria di Kubrick dàcorpo all’indignazione e alle polemiche sull’i-nutilità della guerra di posizione e sulleimprese suicide, dove il prezzo in viteumane, per obiettivi insignificanti (il formi-caio) fu altissimo, per la gloria degli alticomandi. Un tema ripreso da Francesco Rosicon Uomini contro, tratto da «Un annosull’Altipiano» dove Emilio Lussu racconta il

conflitto attorno ad Asiago, e dopo cheMonicelli con La grande guerra aveva datoun’immagine attendibile del fronte italiano,dove, in trincee ricche di dialetti e delle cul-ture della penisola, crebbe quel senso dicoesione nazionale che il Risorgimento nonera riuscito a saldare. Nella storia dei dueimboscati che alla fine accettano le proprieresponsabilità e muoiono da eroi, c’è infondo la sintesi delle classi popolari italiane,in bilico tra eroismo e fuga, tra rivoluzione eadattamento. Un tema e una vocazione anti-militarista che Monicelli riprenderà nelrecentissimo Le rose del deserto. E poi cisono le storie dei reduci o di chi è obbligatoa lavorare tra i resti dei soldati o delle bombe,come nei Recuperanti di Olmi o nella Vita enient’altro di Tavernier, non secondi – quan-to a valore pacifista – ai film di guerra.

Centro CulturaleCandiani

Giovedì 1 febbraioore 21

Lampi di guerra. Immagini della

prima guerra mondialedel fronte italiano

conferenza di Gian Piero Brunettacon proiezione di filmati rari d’epoca

ingresso libero

Page 8: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

La vita e nient’altro TIT.OR. La vie et rien d’autreREGIA Bertrand TavernierSOGG., SCN. Jean Cosmos, B. TavernierFOT. Bruno de KeyzerMUS. Oswald D’AndreaMONT. Armand PsennyINT. Philippe Noiret, Sabine Azéma,Pascale Vignal, Maurice Barrier,François PerrotPROD. Hachette Première, CIE AB FILMS,Little Bear, Films A2OR. Francia, 1989DUR. 134’

A due anni dalla pace, nel 1920, nella piana diVerdun, dopo che la guerra ha mietuto un milio-ne e mezzo di vittime nella sola Francia, il mag-gior Dellaplane - Philippe Noiret mai così bravo,mai così pudico - cerca di dare un’identità aimorti dispersi: un esercito di trecentocinquanta-mila cadaveri, senza nome, concentrati qua e là inquelli che il gergo burocratico, con una semplifi-cazione che tradisce le molte speculazioni sullafaccenda, chiama “gisement”, i giacimenti. E chepossono essere, come nel film, un treno fantasmabloccato con tutti i viaggiatori sotto una galleriache da un momento all’altro può crollare e farealtri cadaveri tra i ricercatori di cadaveri. Tavernierfirma con La vita e niente altro un film duro enobile che si butta con coraggio nella disperazio-ne e nello squallore di questo “day after”. La suapagina di microstoria ha il merito di dimostrarecome le guerre non finiscano mai. (Irene Bignardiin La Repubblica, 8 febbraio 1990)VIDEOTECA DI MESTRE Martedì 20 febbraio Ore 21

All’Ovest niente dinuovoTIT.OR. All Quiet on the Western FrontREGIA Lewis MilestoneSOGG. Tratto dal romanzo omonimo di ErichMaria RemarqueSCN. Maxwell Anderson, George Abbott,Del AndrewsFOT. Arthur EdesonMUS. David BroekmanMONT. Milton Carruth, Edgar AdamsONT. Louis Wolheim, Lewis Ayres,John Wray, Arnold Lucy, Ben AlexanderPROD. Carl Laemmle Jr. per UniversalPicturesOR. USA, 1930DUR. 128’ B/N

Considerato universalmente come un classico del-l’antimilitarismo, All Quiet on the Western Front èuna spettacolare denuncia delle atrocità dellaguerra che si colloca, innovandone gli schemi, nelgià ricco filone del cinema d’argomento bellico.Libera trascrizione di un romanzo di E.M.Remarque, il film fu uno dei primi kolossal delcinema sonoro: per la sua realizzazione, che costòla vita ad un uomo, vennero allestiti trentacinqueset ed impiegate dieci tonnellate di dinamite eseimila bombe. Valorizzando in egual misura ilrealismo della messa in scena ed il lirismo dei dia-loghi, Milestone rese con aspra evidenza l’assurdi-tà della guerra attraverso alcune sequenze divenu-te famose (come gli assalti visti in soggettiva dalla“camera-mitragliatrice” o l’uccisione di Paul cheprotende la mano nel tentativo di afferrare unafarfalla, nel finale). (Orio Caldiron, Elio Ghirlanda,Pietro Pisarra in Nuovo dizionario universale delcinema, a cura di Fernaldo Di Giammatteo)VIDEOTECA DI MESTREGiovedì 22 febbraio Ore 21

Il delitto di GiovanniEpiscopoREGIA Alberto LattuadaSOGG. Tratto dal romanzo “GiovanniEpiscopo” di Gabriele D’Annunzio SCN. Suso Cecchi d’Amico, A. Lattuada,Piero Tellini, Federico Fellini, Aldo FabriziFOT. Aldo TontiMUS. Nino Rota, Felice LattuadaMONT. Giuliana AttenniINT. A. Fabrizi, Roldano Lupi, YvonneSanson, Ave Ninchi, Amedeo FabriziPROD. Marcello D’Amico per Lux Pao FilmOR. Italia, 1947DUR. 85’

Questo commento musicale è di Rota soltantoper metà: infatti è firmato assieme a FeliceLattuada, il padre del regista, valoroso composi-tore attivo per i primi film del figlio. Rota eLattuada impostano un fondo sonoro di tonicupi, sfocianti in un tema doloroso segnato daaccordi cadenzati ripetuti con monotonia, inelut-tabili come il destino di Episcopo. Un’impennatadecisamente drammatica muove il tono lamento-so del commento – illeggiadrito soltanto da alcu-ni squarci descrittivi della Roma umbertina –quando il protagonista, ribellatosi all’ennesimaprepotenza del suo aguzzino, amante dellamoglie, lo uccide: ecco allora in orchestra unaserie di concitati accordi, cui seguono accentigravi (ottoni) e infine un tema (sviluppo delmotivo principale, quello della degradazione)esposto dai tromboni. Una fatica interessante.(138 ? I film di Nino Rota a cura di ErmannoComuzio e Paolo Vecchi, Comune di ReggioEmilia Assessorato alla Cultura, 1986 – 1987)VIDEOTECA DI MESTRELunedì 5 febbraio, ore 18 (orario speciale)

Filumena MarturanoREGIA Eduardo De FilippoSOGG. Tratto dalla commedia omonima diEduardo De FilippoSCN. E. De Filippo, Piero TelliniFOT. Leonida BarboniMUS. Nino RotaMONT. Gisa Radicchi LeviINT. Titina De Filippo, E. De Filippo, TinaPica, Tamara Lees, Aldo GiuffrèPROD. Luigi De Laurentiis per Arco FilmOR. Italia, 1951DUR. 98’

Traducendo sullo schermo questa sua applaudi-tissima opera teatrale, Eduardo De Filippo hasaputo intelligentemente mantenere il robustovigore drammatico che la pervadeva fino allospasimo, lasciando alle fisionomie dei due perso-naggi principali le stesse profondità, le stessesfumature, le stesse acutissime lacerazioniumane del testo originale.Rota riprende, con poche varianti, i dati più este-riori della sua “maniera meridionalista”, basata suschemi folcloristici e popolareschi: strumenticaratteristici (quattro mandolini in orchestra),ritmi partenopei, cantabilità espansa, accelerazio-ni buffe e così via. In particolare, a parte l’accen-nato aspetto pittoresco, questo commento è tipi-co del Rota sentimentale.(138? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREMercoledì 7 febbraio ore 21

Le notti biancheREGIA Luchino ViscontiSOGG. Tratto dal racconto omonimo “Belyenoci” di Fëdor Dostoevskij SCN. Suso Cecchi d’Amico, L. ViscontiFOT. Giuseppe RotunnoMUS. Nino RotaMONT. Mario SerandreiINT. Marcello Mastroianni, Maria Schell, JeanMarais, Marcella Rovena, Clara CalamaiPROD. Franco Cristaldi per VidesCinematografica (Roma), Jean Paul Guilbertper CI.AS. S.r.l. / Intermondial (Parigi) OR. Italia/Francia, 1956DUR. 107’

Forse non è importante stabilire in quale film ita-liano si ascoltarono per la prima volta le note e iritmi del rock’n’roll, ma è certo che Le notti bian-che è stato uno dei primi. Dunque lo stile dellamusica popolare più dirompente del ventesimosecolo, nei confronti della tradizione, compare frale colonne sonore di Rota in occasione di un film“colto” (tratto da un racconto di Dostoevskij).Rota compose brani orchestrali che sottolineanole atmosfere ovattate e sognanti del film, ma a untratto fra queste si sprigionano il caratteristicobeat e le sonorità aspre di un rock’n’roll originale,eseguito da uno dei pionieri del nuovo stile: lostesso Bill Haley. (L’undicesima musica – NinoRota e i suoi media di Veniero Rizzardi, 2001CIDIM, Rai Radiotelevisione Italiana)VIDEOTECA DI MESTREVenerdì 9 febbraio ore 21

La grande guerraREGIA Mario MonicelliSOGG. Tratto da “Due eroi” di L. VicenzoniSCN. Age (Agenore Incrocci), (Furio)Scarpelli, Luciano Vincenzoni, M. MonicelliFOT. Giuseppe RotunnoMUS. Nino RotaMONT. Adriana NovelliINT. Alberto Sordi, Vittorio Gassman, SilvanaMangano, Folco Lulli, Bernard BlierPROD. Dino De Laurentiis CinematograficaS.p.a. (Roma), Gray-Film (Parigi)OR. Italia/Francia, 1959DUR. 139’

La colonna sonora è basata su una scelta rigorosa

di canti popolari, ed esattamente di canti alpinidell’epoca, tutti ben conosciuti.Ciascuno di essi viene utilizzato come didascaliasonora, a sottolineare l’inizio di ciascun episodioin cui si suddivide la narrazione.Ogni episodio infatti è introdotto, a mo’ di “tito-lo”, da un canto appropriato in sottofondo e daun’inquadratura che ne riporta i primi versi deltesto in sovrimpressione. Ne risulta una sorta dichanson de geste sulle “guerre di popolo”, cioèquelle che il popolo ha dovuto subire nel vente-simo secolo, la cui trama si sviluppa a partiredalle note dei canti militari.(L’undicesima musica - Nino Rota e i suoimedia cit.)VIDEOTECA DI MESTRELunedì 12 febbraio ore 21

Il maestro di VigevanoREGIA Elio PetriSOGG. Tratto dal romanzo omonimo di LucioMastronardiSCN. Age (Agenore Incrocci), (Furio)Scarpelli, Elio PetriFOT. Otello MartelliMUS. Nino RotaMONT. Ruggero MastroianniINT. Alberto Sordi, Claire Bloom, Vito DeTaranto, Ya Doucheskaya, Guido SpadeaPROD. Dino De Laurentiis Cinematografica S.p.a.OR. Italia, 1963DUR. 100’

Per soddisfare la moglie ambiziosa, un maestroelementare dà le dimissioni e investe la liquidazio-ne in una piccola impresa artigianale.Presto gli affari vanno a rotoli e, per giunta, sco-pre che la moglie lo tradisce.Le idee musicali si concretano in due momenti:un intervento trillante e leggero, su ritmo di foxtrot con successivo risvolto sentimentale, anzideamicisiano; e il ritmo appena accennato di untango, volutamente sbracato.Il primo dei due elementi musicali dovrebbeesprimere il ridicolo e la compassione suscitati dalpersonaggio di Sordi, povero e succube in unambiente di arricchiti e di furbi, e il secondo isuoi sogni di rivincita nei confronti del direttorescolastico carogna.Il merito del regista è di aver saputo tratteggiareefficacemente e modernamente una cittadina diprovincia, di aver saputo dare al suo personaggioun retroterra ben individuato.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREMercoledì 14 febbraio ore 21

8 Nel Gran Circo del Cinema. Omaggio a Nino Rota.SCHEDE A CURA DI Noemi Battistuzzo

Page 9: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

Il gattopardoREGIA Luchino ViscontiSOGG. Tratto dal romanzo omonimo diGiuseppe Tomasi Di LampedusaSCN. L. Visconti, Suso Cecchi d’Amico,Pasquale Festa Campanile, MassimoFranciosa, Enrico MedioliFOT. Giuseppe RotunnoMUS. Nino RotaMONT. Mario SerandreiINT. Burt Lancaster, Claudia Cardinale,Alain Delon, Paolo Stoppa, GiulianoGemmaPROD. Titanus, S.N. Pathé Cinema, S.C.GOR. Francia/Italia, 1963DUR. 205’

Colonna sonora “risorgimentale”, risonante dimarce militari, di balli salottieri, di richiami fol-cloristici, di citazioni operistiche. Il nucleo dellamusica originale è basato su una sinfonia com-posta da Rota negli anni di guerra: il sapore èquello della musica romantica ottocentesca, conforti perorazioni sinfoniche, mentre un secondonucleo si imparenta al melodramma.Serpeggiano entro questi moduli principali,motivi diversi come quello della battaglia e unamarcetta paesana, di tipo burlesco, per situazio-ni viste con ironia. Non si tratta comunque – inquesta complessa e felice partitura, che si com-penetra perfettamente con le immagini – soltan-to di un’artigianale applicazione di modelli stori-ci e d’ambiente; a parte la puntualità delle defi-nizioni non mancano momenti in cui la musicanon si limita a fare da illustrazione e intervieneespressivamente, con intensità ed autenticacommozione.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREVenerdì 16 febbraio ore 21

Romeo e Giulietta TIT. OR. Romeo and Juliet REGIA Franco ZeffirelliSOGG. Tratto dall’omonimo lavoro teatrale diWilliam ShakespeareSCN. F. Zeffirelli, Franco Brusati, Masolinod’AmicoFOT. Pasqualino De SantisMUS. Nino RotaMONT. Reginald MillsINT. Leonard Whiting, Olivia Hussey, JohnMcEnery, Michael York, Milo O’SheaPROD. Verona Produzione s.r.l., Dino DeLaurentis Cinematografica (Roma), B.H.E.Film, F. Zeffirelli Production (Londra)OR. G.B./Italia, 1968DUR. 132’

Nastro d’argento per la miglior musica della pro-duzione 1968. Si tratta ancora una volta di unapartitura mimetica, molto abile nel rifarsi a stilemi

di musica quattro-cinquecentesca, sia per l’usodi determinati strumenti (liuto e fiati, per esem-pio, come per l’apparizione di Giulietta) sia perle caratteristiche modali del periodare.Gli elementi musicali principali sono due: iltema d’amore, che rielabora un autentico “cantod’amore” rinascimentale, esposto durante ilballo in casa Capuleti e poi ripreso in tutte letappe della passione fra i due protagonisti; e il“Salve Regina” liturgico, brillantemente orche-strato e variato. Non manca l’uso di un’autenticamusica antica, come la “Moresca”, la danza ese-guita dagli invitati (con i sonagli ai polsi) in casaCapuleti.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTRELunedì 19 febbraio ore 21

AmarcordREGIA Federico FelliniSOGG., SCN. F. Fellini, Tonino GuerraFOT. Giuseppe RotunnoMUS. Nino RotaMONT. Ruggero MastroianniINT. Pupella Maggio, Armando Brancia,Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Nando OrfeiPROD. Franco Cristaldi per F.C. Produzioni(Roma), P.E.C.F. (Parigi)OR. Francia/Italia, 1973DUR. 125’

Basato sui ricordi di tempi passati, il film costi-tuisce un’occasione d’oro per Rota, che si trovaperfettamente a suo agio nell’evocare - attraver-so il rifacimento di canzoni americane, sinuosicromatismi esotici, marcette da circo e compa-gnia bella - i diversi aspetti di una Romagna rivi-sitata con una memoria mitizzante e deformanteal tempo stesso. Affollamento di suoni e ripetiti-vità dominano la partitura, che si irradia comun-que da un motivetto portante originale, un val-zer lento di poche note, dal nucleo tematicosemplicissimo, che Fellini ha voluto riprenderecontinuamente, anzi moltiplicare, come se risuo-nasse costantemente di un’eco arcana, ripercos-sa dalle onde concentriche della memoria.Suoni e immagini fanno più che unirsi efficace-mente insieme, sono la stessa cosa.(138? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREMercoledì 21 febbraio ore 21

Il padrino – Parte IITIT. OR. The Godfather: Part IIREGIA Francis Ford CoppolaSOGG. Tratto dall’omonimo romanzo diMario PuzoSCN. F. F. Coppola, Mario PuzoFOT. Gordon WillisMUS. Nino RotaMONT. Barry Malkin, Richard Marks,Peter ZinnerINT. Al Pacino, Robert De Niro, DianeKeaton, Robert Duvall, John CazalePROD. Francis Ford Coppola, GrayFrederickson, Fred Roos per ParamountPictures, The Coppola CompanyOR. USA, 1974DUR. 200’ V.M. 14

Rota compone una musica che prende le distanzedalle svolte sanguinose e violente del “plot”, allaricerca di due motivazioni distinte: offrire uncostante riferimento alla matrice siciliana dellagrande famiglia del protagonista (e di tutti gli altrimafiosi del film) e mettere in contrasto le gestaferoci dei gangsters con uno sfondo sonoro pae-sano, dolce e triste.Questa volta Rota però si fa più “americano”(anche perché accetta di lavorare a Hollywood),sfrutta naturalmente tutto il materiale utilizzatoper il primo Padrino, vi aggiunge pagine nuove(specie per il personaggio di De Niro) ed ottienel’Oscar per la migliore musica dell’anno.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREVenerdì 23 febbraio ore 21

Il Casanovadi Federico FelliniREGIA Federico FelliniSOGG. Liberamente tratto da “Storie dellamia vita” di Giacomo Casanova SCN. F. Fellini, Bernardino ZapponiFOT. Giuseppe RotunnoMUS. Nino RotaMONT. Ruggero MastroianniINT. Donald Sutherland, Tina Aumont,Cicely Browne, Carmen Scarpitta,Clara AlgrantiPROD. Alberto Grimaldi per P.E.A.OR. Italia, 1976DUR. 170’ V.M. 14

Risultato importante e impegnativo nella sua com-plessità. I riferimenti a Venezia e al Settecentosono assai labili, c’è più la dimensione fantasticache quella storica e di costume.Di gusto settecentesco è semmai la deliziosaopera-cammeo (quattro minuti) eseguita dai nobi-li dilettanti; il resto è più che altro al di fuori deltempo, Venezia e la balena, Londra e la Germania,i teatri e le monache, il fasto e l’eros.Interessante il fatto che Fellini ha chiesto a Rotaalcuni interventi precisi prima di girare: oltre lapredetta operina, una canzone militare tedesca ela mostruosa toccata per due organi alla corte delduca di Würtenberg, e soprattutto il valzerino aci-dulo, anzi sulfureo, che scatta dall’uccello mecca-nico ogni volta che Casanova lo mette in moto,ossia ogni volta che si produce in un amplesso:un tintinnare di note sempre uguali che ritmanocome un metronomo, meccanicamente.Da rilevare anche che molti interventi sono affida-ti alle voci, con esiti felicemente grotteschi.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTRELunedì 26 febbraio ore 21

Assassinio sul NiloTIT. OR. Death on the NileREGIA John GuillerminSOGG. Tratto dal romanzo omonimo diAgatha ChristieSCN. Anthony ShafferFOT. Jack CardiffMUS. Nino RotaMONT. Malcolm CookeINT. Peter Ustinov, Jane Birkin, Lois Chiles,Bette Davis, Mia FarrowPROD. John Brabourne e Richard Goodwinper la EMI Films Ltd.OR. G.B./USA, 1978DUR. 140’

Musica patinata, di evasiva eleganza, per il paesag-gio egiziano che fa da sfondo a questo “giallo”.Il tema principale ricorda l’attacco del “tema diLara” del film Il Dottor Zivago. Un secondonucleo tematico, con un inciso orientaleggiante,si alterna al primo per lo sviluppo dialettico del“mistero”: ma le pagine più tese del raccontosono intelligentemente senza musica, dominatedal silenzio e dagli effetti sonori (il vento, i passi),come nella sequenza del tempio egizio in cui siprepara il tentativo di uccidere una ereditiera allapresenza di tutti i personaggi della storia, nascostidietro le colonne.Una partitura di prim’ordine, tesissima, ricca diarmonici come da Rota non si era mai vista.Un vero e proprio testamento d’autore.(138 ? I film di Nino Rota cit.)VIDEOTECA DI MESTREMercoledì 28 febbraio ore 21

9

Comune di Venezia Circuito Cinema Comunale Centro Culturale Candiani

Fondazione Giorgio Cini onlus

Istituto per la Musica

Università Ca’ Foscari di Venezia

Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazionedei Beni Artistici “G. Mazzariol”

Corso di laurea in Tecniche Artistiche e delloSpettacolo

Caligola Circolo Culturale

Nel Gran Circo delCinema

Omaggio a Nino RotaCentro Culturale Candiani

Jazz Groove around RotaFellini Jazz – Pieranunzi & Giuliani Duo

Lunedì 5 febbraio ore 21

Tribute to Nino Rota – Gap Bandmartedì 13 febbraio ore 21

Considerazioni intorno adun compositore

«Qualcosa di arcaico e di modernissimo altempo stesso».

Frammenti sonori (a cura di Nino Rota) peril Fellini-Satyricon

seminario a cura di Emilio SalaL’universo musicale di Nino Rotacon interventi di Fabrizio Borin,

Francesco Lombardi, Giovanni Morelli, Roberto Pugliese

martedì 27 febbraio ore 10-13 / 15-18CFU studenti Tars

Informazioni

Centro Culturale [email protected]

tel. 041.2386111

Page 10: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

Van GoghREGIA, MONT. Alain Resnais SOGG., SCEN. Gaston Diehl, Robert HessensFOT. Henry FerrandMUS. Jacques BesseVOCE Claude DauphinPROD. Panthéon (Pierre Braunberger) OR. Francia, 1948 DUR. 20’ v.o.

Paul GauguinREGIA, MONT. Alain Resnais SOGG., SCEN. Gaston DiehlFOT. Henry FerrandMUS. Darius MilhaudVOCE DI GAUGUIN Jean Servais PROD. Panthéon (Pierre Braunberger)OR. Francia, 1950DUR. 12’ 20’’ v.o.

GuernicaREGIA, MONT. Alain Resnais TESTO Paul EluardSCEN. Robert HessensFOT. Henry FerrandMUS. Guy BernardVOCI Maria Casares, Jacques Pruvost PROD. Panthéon (Pierre Braunberger)OR. Francia, 1950DUR. 13’ v.o.

Les statues meurentaussiTRAD. Anche le statue muoionoSOGG., SCEN. Alain Resnais, Chris Marker SOGG. Chris MarkerFOT. Ghislain CloquetMUS. Guy BernardMONT. Alain ResnaisVOCE Jean Négroni PROD. Tadié-Cinéma-Production e La revuePrésence AfricaineOR. Francia, 1950-1953DUR. 30’ v.o.

Le chant du Styrène TRAD. Il canto dello stireneREGIA, MONT. Alain Resnais TESTO Raymond QueneauFOT. Sacha ViernyMUS. Pierre BarbaudVOCE Pierre DuxPROD. Pierre Braunberger per la societàPéchineyOR. Francia, 1958DUR. 13’ v.o.

E’ all’acutezza di Jean-Luc Godard critico che ci sideve rivolgere per trovare un filo conduttore aicorto e mediometraggi di Resnais (Gershwin

compreso, anche se realizzato in tempi più recen-ti): “Se il cortometraggio non esistesse, AlainResnais l’avrebbe sicuramente inventato. Soltanto,egli dà l’impressione che si tratti per lui di qualco-sa di diverso da un film di metraggio corto. Dallepanoramiche cieche e tremanti del Van Gogh aicarrelli maestosi dello Styrène, che cosa vediamoin effetti? Una ricerca della possibilità della tecnicacinematografica, di un tale rigore che finisce persuperare il proprio intento e per costruire un fon-damento essenziale per il giovane cinema moder-no. Perché Alain Resnais, più di chiunque altro, dàl’impressione di essere partito da zero. Un movi-mento di macchina, in Van Gogh, dà l’impressio-ne di non essere soltanto un movimento di mac-china, ma la ricerca del segreto di questo movi-mento.” (Cahiers du Cinéma, n.92, février 1959).Al di là della diversità tematica l’interesse che con-duce Resnais a lasciare la carriera di montatore giàavviata per prendere posto dietro alla macchinada presa è, innanzitutto, sperimentare in primapersona il linguaggio cinematografico. E se a dar-gli una mano nella concezione dei cortometraggid’arte (Van Gogh, Gauguin, Guernica) sono statiRacconto da un affresco (1938), Paradiso terre-stre (1940), La leggenda di Sant’Orsola (1948) diLuciano Emmer (“Mi insegnò che i dipinti sonogià cinema”, Resnais 2004), le collaborazioni conautori quali Chris Marker per Les statues meurentaussi (acuta denuncia del colonialismo francesein Africa e della degenerazione inflitta all’artenegra), Jean Cayrol per Nuit et brouillard eRaymond Queneau per Le chant du Styrène (innoall’astrazione, attraverso il gioco di colori dellamateria plastica e gli alessandrini inventati adhoc), gli permettono di dar vita a nuove strategievisive da associare a testi letterari di indubbio ele-vato spessore. VIDEOTECA PASINETTIVenerdì 2 febbraio ore 18

Toute la memoiredu monde TRAD. Tutta la memoria del mondoREGIA, MONT. Alain Resnais SCEN. Remo ForlaniFOT. Ghislain CloquetMUS. Maurice JarreVOCE Jacques DumesnilPROD. Pierre Braunberger (Les Films de laPléiade)OR. Francia, 1956DUR. 20’ 54’’ v.o.

GershwinREGIA Alain Resnais TESTO Edward JablonskiFOT. Ned BurgessVOCI Pierre Arditi, Sabine Azéma, LambertWilsonINT. Philippe Baudouin, Betty Comden,Adolph GreenPROD. Antenne 2-Télémax-Eidoscope-Impala con il concorso di RAI 2-TelepoolChannel FourOR. Francia, 1992DUR. 52’ v.o.

Toute la mémoire du monde, documentario sullaBiblioteca Nazionale di Parigi, dà l’avvio a quellastruttura a labirinto - qui rappresentata dai percor-si che un libro deve intraprendere dal suo ingres-so fino al tavolo del futuro lettore - che troveràmodo di decantarsi a partire dal primo lungome-traggio, Hiroshima mon amour, per non esseremai più veramente abbandonata (seppur declinatain forme alquanto diverse).Gershwin, commissionato da Antenne 2 (oggiFrance 2), uno dei due canali di stato della televi-sione francese, fa parte di una serie televisiva daltitolo L’Encyclopédie audiovisuelle. Usandocome fondale un affresco di dieci metri per tre diGuy Peellaert (mai mostrato interamente),

Resnais si libera nello spazio-tempo della vita delcompositore americano, ricostruendo con raffina-ta maestria l’intreccio del percorso esistenziale,creativo e sociale nella Broadway degli anni tren-ta. VIDEOTECA PASINETTIVenerdì 2 febbraio ore 21

Notte e nebbiaTIT. OR. Nuit et brouillardREGIA, MONT. Alain Resnais TESTO Jean CayrolFOT. Ghislain Cloquet, Sacha ViernyMUS. Hanns EislerVOCE Michel BouquetPROD. S. Halfion (Como-Films), A. Daumane Ph. Lifchitz (Argos-Films)OR. Francia, 1955DUR. 30’ 27’’ v.o., sott. it.

Il film, con il contrappunto assolutamente nuovodel colore, disteso a tinte nitide e accese sullostesso paesaggio di morte che, dieci anni dopola fine del conflitto e dell’orrore, si presenta alpasseggero, assume a poco a poco la cadenza diun nóstos pietoso e costernato sui luoghi deldolore e del raccapriccio.Il raccapriccio è tutto nelle immagini inbianco/nero degli archivi, è tutto in quei foschibrandelli di passato che riemergono dagli archivicon un’invadenza che fa male; la pietas è tuttanelle immagini a colori del presente che tiepida-mente, come il sole luminosissimo e l’erbariscresciuta sulle rovine di Auschwitz, tornano aposarsi su quei “musei dell’orrore” e quasi - ma èimpossibile - riescono a ingentilirne l’aspetto tut-tora irrimediabilmente truce, torvamente defini-tivo. Ma, appunto, è impossibile.(Sergio Arecco, Alain Resnais o la persistenzadella memoria, Le mani, Genova 1997)VIDEOTECA PASINETTILunedì 5 febbraio ore 18 e ore 21

Hiroshima Mon AmourREGIA Alain Resnais SCEN., DIALOGHI Marguerite DurasFOT. Sacha Vierny (Francia), TakahashiMichio (Giappone)MUS. Giovanni Fusco, Georges Delerue MONT. Henry Colpi, Jasmine Chasney, AnneSarrauteINT. Emmanuelle Riva, Eiji Okada, StellaDassas, Pierre Barbaud, Bernard FressonPROD. Argos Films, Como Films, DaieiMotion Picture Company Ltd., PathéOverseas Productions OR. Francia-Giappone 1959DUR. 91’

Hiroshima mon amour è il film della resistenzaalla disintegrazione, poiché la disintegrazione,tomba od oblio, è l’orrore moderno.Disintegrazione materiale: Resnais continua adenunciare la possibile polverizzazione delmondo, questo fragore dipinto da Picasso inGuernica e di cui Resnais ci aveva obbligati avedere le schegge mortifere.Disintegrazione psicologica: l’incontro delGiapponese ha fatto esplodere, nel cuore e nellamente della Francese, come una bomba; ugualedevastazione; un colpo di piedi nel formicaio; el’infelice, o la felice (sempre l’ambiguità), cerca diincollare nuovemente i frammenti del suo picco-lo universo tentando attraverso il confronto delpassato – Nevers, il Tedesco – con il presente –Hiroshima, il Giapponese – e forse, con un po’ difortuna, per mezzo della loro sintesi, di ricostrui-re un “io” di dubbia unità.Ed ecco l’amore a sua volta disintegrato dalTempo. E poi verrà la Morte, in cui si ritrova ladisintegrazione materiale.(Jean-Louis Bory, Artsept, n.1, janvier-mars 1963)VIDEOTECA PASINETTILunedì 5 febbraio ore 18 e ore 21

L’anno scorso aMarienbadTIT. OR. L’année dernière à MarienbadREGIA Alain Resnais SCEN., DIALOGHI Alain Robbe-Grillet FOT. Sacha ViernyMUS. Francis Seyrig MONT. Henry Colpi, Jasmine ChasneyINT. Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig,Sacha PitoëffPROD. Terra-Film, Cormoran, Précitel, ComoFilms, Argos Films, Les Films Tamara,Cinetel, Silver Films, Cineriz (Roma)OR. Fancia/Italia, 1961DUR. 93’

Uno sconosciuto vaga di sala in sala - di volta involta piene di una folla agghindata, o deserte -,supera porte, si pone di fronte a specchi, percorreinterminabili corridoi. Le sue orecchie registranopezzi di frasi qua e là. Il suo occhio passa da un visosenza nome a un altro anonimo. Ma ritorna conti-nuamente a quello di una giovane donna, prigionie-ra in questa gabbia d’oro. Ed ecco che le offre l’im-possibile, ciò che sembrerebbe essere la cosa piùimpossibile in questo labirinto in cui il tempo ècome abolito: le offre un passato, un avvenire e lalibertà. (...) L’anno scorso a Marienbad, a causa delsuo titolo, a causa anche delle opere di cui Resnaisera stato prima regista, è stato interpretato subitocome una di quelle variazioni psicologiche sull’amo-re perduto, l’oblio, il ricordo. Le domande che ci siponeva più volentieri erano: quest’uomo e questadonna si sono veramente incontrati, amati, l’annoscorso a Marienbad? Ricorda davvero la giovanedonna e fa soltanto finta di non riconoscere il bellostraniero? Oppure ha dimenticato veramente tuttoquello che è accaduto fra di loro? Ecc. Si devonodire le cose chiaramente: questi interrogativi nonhanno senso. L’universo in cui si svolge il film è,tipicamente, quello di un presente costante cherende impossibile ogni ricorso alla memoria. E’ unmondo senza passato, che è autosufficiente in ogniistante e che scompare un po’ alla volta.(Alain Robbe-Grillet, Il nouveau roman, Sugar,Milano 1965)VIDEOTECA PASINETTIMercoledì 7 febbraio ore 18 e ore 21

Muriel, il tempo d’unritornoTIT. OR. Muriel ou le temps d’un retour REGIA Alain Resnais SCEN., DIALOGHI Jean Cayrol FOT. Sacha ViernyMUS. Hans Werner HenzeMONT. Kenout Peltier, Eric PluetINT. Delphine Seyrig, Jean-Pierre Kérien,Nita Klein, Jean-Baptiste ThierréePROD. Argos Films, Alpha Production, Éclair,Les Films de la Pléiade, Dear Films (Roma)OR. Francia, 1963DUR. 116’

(...) I personaggi di Muriel vogliono la verità nelsenso che vogliono interpretare, decifrare, tradurre,trovare il senso dei segni che stanno attorno, edinsieme vogliono determinare una verità nuova, for-mando segni esistenziali diversi, che materializzinoquesta nuova verità. (...) E’ dunque un processoindotto dalle contraddizioni, dalla precarietà dell’e-sistere sociale, e reso più urgente e drammaticodall’emergere violento di sollecitazioni particolari.L’incontro tra Alphonse ed Hélène, il ricordo dellatortura di Muriel sono le strutture eccezionali dellacostrizione e i fondamenti della ricerca-produzionedi verità. Allo stesso modo l’improvvisa partenza diAlphonse da Parigi provoca la ricerca di verità daparte di Ernest e di Simone, mentre l’arrivo diAlphonse a Boulogne pone De Smoke e, in formadiversa, Françoise di fronte a un loro problema diverità, proprio come il comportamento inconsuetoe problematico di Bernard pone un problema diverità a tutti i personaggi che stabiliscono un rap-porto con lui. E il film non propone alla fine nessu-na verità e nessuna soluzione.(Paolo Bertetto in Il Castoro Cinema, gennaio1981)VIDEOTECA PASINETTIVenerdì 9 febbraio ore 18 e ore 21

10 La vita è un film. Il cinema di Alain ResnaisSCHEDE A CURA DI ROBERTO ZEMIGNAN

Page 11: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

La guerra è finitaTIT. OR. La guerre est finieREGIA Alain Resnais SCEN. Jorge SemprunFOT. Sacha ViernyMUS. Giovanni FuscoMONT. Eric Pluet, INT. Yves Montand, Ingrid Thulin,Geneviève Bujold, Jean DastéPROD. Cocinor, Sofracima (Parigi), EuropaFilm (Stoccolma)OR. Francia, 1966DUR. 121’ v.o. sott. ingl.

La guerre est finie è il primo film d’azione giratoda Resnais, anche se pure la speculazione trova ilsuo posto. Diego pensa al gruppo, e secondoalcuni suoi amici lo pensa troppo. Ma agisce. Etutti qui, comprese Marianne e Nadine (una peramore e l’altra, in fondo, accidentalmente), agi-scono. I tre grandi movimenti del film sono: avvi-sare Juan, salvare Nadine, e avvertire Diego.Perciò, questo flm straight che non conosce l’esi-tazione, anche se comprende l’incertezza, il cuisviluppo è veloce, dall’express al bolide decappot-tabile di André Sarlat, è l’unico film di Resnaiscompletamente cronologico: nessun flash-back.(Robert Benayoun, Alain Resnais arpenteur del’imaginaire, Stock, Paris 1980)VIDEOTECA PASINETTILunedì 12 febbraio ore 18 e ore 21

Je t’aime, je t’aime /Anatomia di un suicidioTIT. OR. Je t’aime je t’aime REGIA Alain Resnais SCEN. Jacques SternbergFOT. Jean BoffetyMUS. Krzysztof PendereckiMONT. Albert Jurgenson, Colette LeloupINT. Claude Rich, Olga Georges-Picot,Anouk Ferjac, Van Doude, Alain Mac MoyPROD. Parc Film, Fox EuropaANNO Francia, 1968DUR. 91’ v.o.

La dimensione science-fiction appare a Resnaiscome la possibilità di proiettare il discorso sultempo al di là dell’interelazione passato-presen-te-futuro, in un quadro di totale dissolvimentodelle strutture dell’ordine cronologico. Inseritoin una sfera che permette al soggetto di tornareindietro nel tempo, Claude Ridder è proiettatoin una vertigine temporale, in una caduta liberache raccoglie senza alcuna razionalità immagini,parole, frantumi di esistenza, in un unico movi-mento dissennato. La macchina del Centre deRecherche dissolve l’ordine esistenziale e ricon-duce la vita e il tempo a una dimensione caoti-ca, priva di ordine. (...) Quest’ambiguità con-traddittoria delle componenti strutturali segnaanche i rapporti tra Ridder e Catrine, che sem-brano di volta in volta dominati dall’affetto edall’incomprensione, dalla felicità e dalla paura,da una gestualità positiva e da bisogni materiali,ambiguamente trattati (il freddo, il sonno, ecc.)(...) In questo senso Je t’aime je t’aime restauna esperienza aperta, che presenta allo spetta-tore varie esperienze strutturali, senza risolver-ne coerentemente alcuna.(Paolo Bertetto in Il Castoro Cinema, cit.)VIDEOTECA PASINETTIMercoledì 14 febbraio ore 18 e ore 21

Staviskyil grande truffatoreTIT. OR. Stavisky…REGIA Alain Resnais SCEN., DIALOGHI Jorge Semprun FOT. Sacha ViernyMUS. Stephen SonheimMONT. Albert JurgensonINT. Jean-Paul Belmondo, François Périer,Anny Duperey, Michel LonsdalePROD. Cérito Films, Films Ariane (Paris),Euro International Films (Roma)OR. Francia, 1974DUR. 115’

Il « grande truffatore » della Francia 1933-34 è inrealtà un « grande impostore », che mette nelsacco amici, nemici, mogli, amanti, politici, ban-chieri, poliziotti e anche se stesso, ostentandouna ricchezza fasulla e un potere economicoeffimero. Mette nel sacco persino la Storia, tra-scinando nella propria caduta anche il governodelle sinistre, col quale è in affari, e con la Storiaanche Trotskij, esule in Francia grazie alla prote-zione di quel governo e costretto a emigrareverso la morte in Messico. (...) Resnais si senteprobabilmente attratto, come sempre gli è acca-duto, da questo processo di implementazionevirtuale delle esistenze, dall’improvviso rivelarsidi segrete corrispondenze, inaccessibili alle stra-tegie del visibile ma non del tutto refrattarie allestrategie dell’invisibile. (Sergio Arecco, Alain Resnais o la persistenzadella memoria, cit.)VIDEOTECA PASINETTIVenerdì 16 febbraio ore 18 e ore 21

ProvidenceREGIA Alain Resnais SCEN., DIALOGHI David MercerFOT. Ricardo ArnovitchMUS. Miklos RozsaMONT. Albert Jurgenson, Jean-PierreBesnardINT. Dirk Bogarde, Ellen Burstyn, JohnGielgud, David Warner, Elaine Stritch PROD. Action Films, Société française deproduction, FR3 (Paris), Citel Films(Genève)OR. Francia, 1976DUR. 110’

Il vecchio scrittore protagonista, Clive Langham,nello sforzo di costruire il proprio ultimo roman-zo, reinventa il proprio passato, mescola i luoghiche ha conosciuto, utilizza come eroi della finzio-ne immaginata figlio, nuora, figlio illegittimo eamici più vicini.Come il vecchio professore di Ilposto delle fragole, il protagonista di Providenceripercorre le tappe della sua esistenza e si fa ilprocesso. La struttura di Providence è infatti quel-la del processo, con le testimonianze, gli atti d’ac-cusa, le difese e, dopo il dibattimento angoscioso,ecco una sentenza (il family-party) che è ancorauna volta ambigua. Sta di fatto che la vita dovreb-be essere riscritta. Dice il protagonista: “Dovròriscrivere tutto... e c’è così poco tempo!”(...) Providence è impossibile da raccontare,pieno com’è di lampi, di squarci, di intrusioni, diimmagini brevi, di cambi di luoghi, di sovrapposi-zioni di personaggi. Com’è impossibile raccontarei sogni. (Ermanno Comuzio in Cineforum, n.165-166, maggio-giugno 1977)VIDEOTECA PASINETTILunedì 19 febbraio ore 18 e ore 21

Mon oncle d’AmèriqueTRAD. Mio zio d’America REGIA Alain Resnais SOGG., SCN. Jean GruaultFOT. Sacha ViernyMUS. Arié DzierlatkaMONT. Albert JurgensonINT. Gérard Depardieu, Nicole Garcia,Roger-Pierre, Nelly Boreaud, Pierre ArditiPROD. Philippe Dussart, Andrea Films, TF1OR. Francia, 1980DUR. 125’

In breve, Mon oncle d’Amérique propone un rac-conto quadruplo. Narra la vita di tre protagonistisino ad un punto determinato della loro evoluzio-ne : Jean Le Gall, dirigente dell’ORTF, RenéRagueneau, direttore di un’industria tessile eJanine Garnier, attrice. E insieme, ma in un altromodo, quella di un outsider, lo scienziato HenriLaborit, che inserisce nel film non i suoi commen-ti, ma le sue riflessioni sui meccanismi dell’aggres-sione nei comportamenti umani. Le teorie delprofessore esposte all’interno delle biografie com-parate di Jean, René e Janine non sempre servonoa chiarirle. Si può anche dubitare che le possanodeterminare in qualche modo o che Resnais levoglia confermare, anche se le rispetta e le ammi-ra. Esse si appoggiano generalmente all’entomolo-gia e fanno intervenire di continuo degli animalinel racconto: granchi, tartarughe, rane, pesci ocinghiali giocano qui lo stesso ruolo determinantedella fauna delle Galapagos ne L’evoluzione dellaspecie di Darwin, ma anche, diciamolo, quello piùsimbolico dello squalo, del rinoceronte, delpidocchio, delle oche selvagge ne Les Chants deMaldoror.(Robert Benayoun in Positif, n.231, juin 1980)VIDEOTECA PASINETTIMercoledì 21 febbraio ore 18 e ore 21

La vita è un romanzoTIT. OR. La vie est un roman REGIA Alain Resnais SOGG., SCN. Jean GruaultFOT. Bruno NuyttenMUS. M. Philippe-GérardMONT. Albert JurgensonINT. Vittorio Gassman, Ruggero Raimondi,Geraldine Chaplin, Fanny Ardant, PierreArditi, , Sabine Azéma, André DussollierPROD. Philippe Dussart, Soprofilms, FilmsA2, Fidéline Films, Les Films Ariane,FilmedisANNO Francia, 1983DUR. 111’

Forbek e il suo sogno. Un colloquio sull’educazio-ne, sessanta anni più tardi. Una leggenda immagi-nata da tre ragazzi e messa in scena dagli adulti.Tre storie o forse una storia unica a tre teste. Sipuò realizzare a un tempo la propria felicità equella degli altri, senza imporre loro i proprimodelli, i propri sogni, i propri gusti? Posto daResnais, già in Mon oncle d’Amerique, commediascientifica della vita e ricerca dell’armonia attra-verso la filosofia esistenziale dei biologo HenriLaborit, il problema resta insolubile anche in Lavita è un romanzo. D’altra parte non è qui quelloche più interessa all’autore: il quale, invece, nonvolendo nulla dimostrare, porta avanti la sua inge-gnosissima struttura narrativa e formale (tre stilicompletamente diversi armonicamente montati efusi senza sobbalzi psicologici) senza prenderetroppo sul serio i problemi che agitano i suoi per-sonaggi. E con impareggiabile humour e noncha-lance, senza calcolo né saccenteria, correndo sulfilo dell’ironia e del grottesco secondo la più puratradizione della comicità (ci sono battute esilaran-ti), Resnais si diverte, con variazioni sul tema, asottolineare con gag, musica e situazioni ora tragi-che ora ridicole, la mitologia quotidiana, il grandaffare, il bla-bla inconcludente, la chiacchierapseudoscientifica, il mondo intellettuale odierno.(Vittorio Spiga in Il Resto del Carlino,18 settem-bre 1983)VIDEOTECA PASINETTIVenerdì 23 febbraio ore 18 e ore 21

L’amour à mortREGIA Alain Resnais SOGG., SCN. Jean GruaultFOT. Sacha ViernyMUS. Hans Werner HenzeMONT. Albert JurgensonINT. Sabine Azéma, Fanny Ardant, PierreArditi, André DussollierPROD. Philippe Dussart s.a.r.l., Les FilmsAriane, Films A2ANNO Francia, 1984DUR. 92’ v.o., sott. ingl.

In L’amour à mort Resnais prende un tema tipi-camente romantico, l’amore che dura oltre lamorte, e lo svolge nei termini laici di un razionali-smo materialistico che non esclude la pietà né l’u-topia. Il film comincia con un uomo che resuscitao, meglio, che torna a vivere dopo qualchemomento di morte apparente. E’ un archeologo -mestiere funerario come pochi - che da qualchemese sta vivendo con Elisabeth un amore roman-ticamente totale, assorbente. Fin da ragazzo,Simon è ossessionato dalla morte, e di quest’os-sessione contagia chi lo ama, anche Elisabeth che,quando Simon muore veramente, gli promette diraggiungerlo. “La mia sola fede è Simon... nonrifiuto la vita, ma senza il suo amore la vita non hasenso” dice agli amici Judith e Jerome, una coppiadi pastori protestanti che a questa vicenda di“amour fou” danno una sorta di controcanto teo-logico.(Morando Morandini in Il Giorno, 25 marzo1985)VIDEOTECA PASINETTILunedì 26 febbraio ore 18 e ore 21

MelòTIT. OR. MéloREGIA Alain Resnais SCEN. Dalla pièce omonima di HenryBernsteinFOT. Charlie Van DammeMUS. M. Philippe-GerardMONT. Albert JurgensonINT. Sabine Azéma, Fanny Ardant, PierreArditi, André DussollierPROD. Marin Karmitz (MK2 productions),Films A2ANNO Francia, 1986DUR. 112’

Valendosi degli stessi attori magnifici di cui già siservì per La vita è un romanzo e L’amore amorte, rispettando alla lettera le battute diBernstein, (...) Resnais rende modernissimi gliaccordi e gli stridori di quel presunto fotoroman-zo sui temi perenni delle fedeltà e della bugia.(...) Cadono le braccia ricordando che nello scor-so settembre, quando il film fu presentato fuoriconcorso alla Mostra di Venezia, si ebbe chirespinse come inutile e vecchia un’opera di cosìsquisita fattura, insieme ironica e trepida, fra i cuiinterpreti spicca Sabine Azéma, senza meno pro-digiosa nella sua civetteria e nella sua angoscia,alla quale si affiancano con misura ammirevolePierre Arditi (il marito che si tormenta), AndréDussollier (il dongiovanni perdente), e FannyArdant che generosamente ha accettato di restarein penombra nella parte della seconda moglie diPierre.(Giovanni Grazzini in Il Corriere della Sera, 9aprile1987)VIDEOTECA PASINETTIMercoledì 28 febbraio ore 18 e ore 21

La rassegna proseguirà in marzo

11

Page 12: Nino Rota, al cinema con (finto) candore

In coll. con Centro Culturale Candiani, Fondazione Giorgio Cini onlus- Archivio Nino Rota, Università Ca’ Foscari di Venezia / Dipartimentodi Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici / Corso di Laureain Tecniche Artistiche e dello Spettacolo, Caligola Circolo Culturale.

Lunedì 5 febbraio Ore 18 (orario speciale)Il delitto di Giovanni Episcopo(1947) di Alberto Lattuada

Mercoledì 7 febbraio Ore 21Filumena Maturano (1951) di E. De Filippo

Venerdì 9 febbraio Ore 21Le notti bianche (1956) di Luchino Visconti

Lunedì 12 febbraio Ore 21La grande guerra (1959) di Mario Monicelli

Mercoledì 14 febbraio Ore 21Il maestro di Vigevano (1963) di Elio Petri

Venerdì 16 febbraio Ore 21Il gattopardo (1963) di Luchino Visconti

Lunedì 19 febbraio Ore 21Romeo e Giulietta(Romeo and Juliet, 1968) di Franco Zeffirelli

Mercoledì 21 febbraio Ore 21Amarcord (1973) di Federico Fellini

Venerdì 23 febbraio Ore 21Il padrino - Parte II(The Godfather Part II, 1974) di F. F. Coppola

Lunedì 26 febbraio Ore 21Il Casanova di Federico Fellini(1976) di Federico Fellini

Martedì 27 febbraioConsiderazioni intorno ad un compositoreOre 10-13: «Qualcosa di arcaico e di modernissimoal tempo stesso». Frammenti sonori (a cura di NinoRota) per il Fellini-Satyricon. Seminario a cura di Emilio Sala.Ore 15-18: L’universo musicale di Nino Rota con interventi di Fabrizio Borin, Francesco Lombardi, GiovanniMorelli, Roberto Pugliese. Ingresso libero / CFU studenti Tars

Mercoledì 28 febbraio Ore 21Assassinio sul Nilo(Death on the Nile, 1978) di John Guillermin

Giovedì 1 febbraio Ore 21: Lampi di guerra.Immagini della prima guerra mondiale del fron-te italiano, conferenza di Gian Piero Brunetta con proiezione difilmati rari d’epoca.

Martedì 6 febbraio Ore 21Uomini contro (1970) di Francesco Rosi

Giovedì 8 febbraio Ore 21Orizzonti di gloria(Paths of Glory, 1957) di Stanley Kubrick

Martedì 13 febbraio Ore 21La grande illusione(La grande illusion, 1937) di Jean Renoir

Giovedì 15 febbraio Ore 21

I recuperanti (1970) di Ermanno Olmi

Martedì 20 febbraio Ore 21

La vita e nient’altro(La vie et rien d’autre, 1989) di Bertrand Tavernier

Giovedì 22 febbraio Ore 21

All’Ovest niente di nuovo(All Quiet on the Western Front, 1930) di L. Milestone

febbraio2007

Ore 18 / 20 / 22Una notte al museo(Night at the Museum, 2006) di Shawn Levy

Orari da definireLa cena per farli conoscere(2007) di Pupi Avati

Orari 16.30 / 19.15 / 22The Guardian(2006) di Andrew Davis

Ore 17.20 / 19.40 / 22Bobby (2006) di Emilio Estevez

Ore 18 / 20 / 22Intrigo a Berlino - The Good German(The Good German, 2006) di Steven Soderbergh

Ore 16.30 / 19.15 / 22The Good Shepherd(2006) di Robert De Niro

Orari da definireLetters from Jwo Jima(2006) di Clint Eastwood

Ore 18 / 20 / 22Borat (2006) di Larry Charles

Ore 17.20/19.40/22Hollywoodland(2006) di Allen Coulter

Ore 18/20/22Arthur e il popolo dei Minimei(Arthur et les Minimoys, 2006) di Luc Besson

Ore 17.20 / 19.40 / 22Complicità e sospetti(Breaking and Entering, 2006) di A. Minghella

Ore 18 / 20 / 22Miss Potter(2006) di Chris Noonan

Orari da definireNotte prima degli esami oggi(2007) di Fausto Brizzi

Ore 17.40 / 19.50 / 22Bordertown(2006) di Gregory Nava

Orari da definireSaturno contro(2007) di Ferzan Ozpetek

Ore 17.40 / 19.50 / 22Vero come la finzione(Stranger than Fiction, 2006) di Marc Foster

In tenitura libera - date da definire

Giorgione Movie d’Essai - sala A Multisala Astra - sala 1

GRAF

ICA

Tapi

ro•

STAM

PAGr

afic

he B

iess

e , M

arte

llago

[Ve

]

Ore 17.30 / 19.30 / 21-30Il grande capo(Direktøren for det hele, 2006) di Lars von Trier

Ore 18 / 21.30Inland Empire (2006) di David Lynch

Ore 17.30 / 19.30 / 21.30L’aria salata (2006) di Alessandro Angelini

Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Le luci della sera (Laitakapungin valot, 2006) di Aki Kaurismäki

Ore 16 / 18.45 / 21.30Black Book (Zwartboek, 2006) di Paul Verhoeven

Ore 17 / 19.15 / 21.30Still Life (Sanxia haoren, 2006) di Jia Zhang Ke

Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Love + Hate (Love & Hate, 2006) di D. Savage

Ore 17.30 / 19.30 / 21.30La voltapagine(La tourneuse de pages, 2006) di Denis Decourt

Orari da definireBreakfast on Pluto (2006) di Neil Jordan

Orari da definireIn memoria di me (2007) di Saverio Costanzo

Orari da definireDiario di uno scandalo(Notes on a Scandal, 2006) di Richard Eyre

Martedì 30 gennaio Ore 18 / 20 / 22Shortbus - Dove tutto è permesso(Shortbus, 2006) di John Cameron Mitchell

Martedì 6 febbraio Ore 17 / 19.30 / 22The Prestige (2006) di Christopher Nolan

Martedì 13 febbraio Ore 17.20 / 19.40 / 22Un’ottima annata(A Good Year, 2006) di Ridley Scott

Martedì 20 febbraio Ore 17 / 19.30 / 22Flags of Our Fathers (2006) di C. Eastwood

Martedì 27 febbraio Ore 18 / 20 / 22Giù per il tubo(Flushed Away, 2006) di David Bowers e Sam FellLa rassegna proseguirà in marzo e aprile

Giorgione Movie d’essai – sala BGiovedì 1 febbraio Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Shortbus – Dove tutto è permesso(Shortbus, 2006) di John C. Mitchell, VM 18

Multisala Astra – sala 2Giovedì 1 febbraio Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Il segreto di Esma - Grbavica(Grbavica, 2006) di Jasmila Zbanic

Giorgione Movie d’essai – sala BMercoledì 7 e giovedì 8 febbraioOre 17.30 / 19.30 / 21.30Ecce Bombo (1978) di Nanni Moretti - riedizione

Multisala Astra – sala 2Giovedì 8 febbraio Ore 17 / 19.15 / 21.30Giardini in autunno(Jardins en automne, 2006) di Otar Iosseliani

Giorgione Movie d’essai – sala BGiovedì 15 febbraio Ore 17.30 / 19.30 / 21.30La guerra dei fiori rossi(Kanshangqu hennei, 2006) di Zhang Yuan

Multisala Astra – sala 2Giovedì 15 febbraio Ore 17 / 19.15 / 21.30Cuori (Coeurs, 2006) di Alain Resnais

Giorgione Movie d’essai – sala BGiovedì 22 febbraio Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Cambio di indirizzo(Changement d’adresse, 2006) di Emmanuel Mouret

Multisala Astra – sala 2Giovedì 22 febbraio Ore 17.30 / 19.30 / 21.30Ecce Bombo (1978) di Nanni Moretti - riedizione

Venerdì 2 febbraioOre 18 : Van Gogh (1948) v.o.; Paul Gauguin(1950) v.o.; Guernica (1950) v.o.; Les statuesmeurent aussi (1953) v.o.; Le chant du Styrène(1958) v.o.; Ore 21.00 : Toute la mémoire dumonde (1956) v.o.; Gershwin (1992) v.o.Lunedì 5 febbraio Ore 18 e ore 21Notte e nebbia(Nuit et brouillard, 1956) di A. Resnais, v.o. sott. it.Hiroshima mon amour (1959) di A. Resnais

Giorgione Movie d'Essai - sala A

Giorgione Movie d'Essai (sala da definire)

In tenitura libera - date da definire

Giorgione Movie d’Essai - sala B Multisala Astra - sala 2

InformazioniGiorgione Movie d’essai e Multisala Astraintero 7 euro, ridotto 6 euro studenti 5 euro

Videoteca PasinettiIngresso riservato ai soci CinemaPiù, su prenotazioneTessera ordinaria 25 euro, studenti 20 euroValidità annua (sino al 30 giugno 2007)

Cinema Dante d’essaiintero 7 euro, ridotto 5,50 euro, anziani e studenti 4,50 europroiezioni per le scuole unico 4 euroCinemascuola unico 4 euro

Videoteca di MestreIngresso riservato ai soci CinemaPiù, su prenotazioneTessera ordinaria 25 euro, studenti 20 euroValidità annua (sino al 30 giugno 2007)

Riduzioni ammesseCinemaPiù, studenti, giovani (under 18), anziani (over 60), Carta Ateneo,Agis, Rolling Venice, Carta Giovani, Soci Coop, Amici dei Musei, Amici dellaQuerini Stampalia, di legge, previa esibizione di documento giustificativo.

ModalitàProiezioni in tutte le sale ad orari fissi. A spettacolo iniziato non è consentito l’accesso in sala.

Prime visioni in date da definirePer le prime visioni in date da definire consultare i quotidiani locali.Programmi settimanalmente aggiornati ai siti:www.comune.venezia.it/cinema/Per i soci Cinemapiù invio degli aggiornamenti di programmazione ognilunedi per posta elettronica (Circuito Cinema News)

Il programma può subire variazioni.Collaborazioni Le rassegne sono realizzate in collaborazione con:Dopolavoro Ferroviario di Venezia (Dante d’essai - Mestre);Centro Culturale Candiani.

Ufficio Attività Cinematografichedel Comune di VeneziaDirettore Roberto ElleroPalazzo Mocenigo, San Stae 1991 - 30125 Veneziatelefono 0415241320 fax [email protected]/cinema/ - www.veneziacultura.it

Venezia, Cannaregio 4612 - telefono 0415226298Il Giorgione Movie d’essai è membro del CircuitoMEDIA / EUROPA CINEMAS (programma dell’Unione Europea).È aderente alla FICE e all’Agis-Fac

Multisala AstraVenezia-Lido, Via Corfù 9, tel. 041.5265736fax 041.5262396 E’ aderente alla FICE e all’Agis-FacRiposo settimanale nei lunedì non festivi

Stam

pa: G

rafic

he B

iess

e -

Scor

zè V

e

Mercoledì 7 febbraio Ore 18 e ore 21L’anno scorso a Marienbad(L’année dernière à Marienbad, 1961) di A. Resnais

Venerdì 9 febbraio Ore 18 e ore 21Muriel, il tempo di un ritorno(Muriel ou le temps d’un retour, 1963) di A. Resnais

Lunedì 12 febbraio Ore 18 e ore 21La guerra è finita(La guerre est finie, 1966) di A. Resnais, v.o. sott. ingl.

Mercoledì 14 febbraio Ore 18 e ore 21Je t’aime, je t’aime -Anatomia di un suicidio(Je t’aime, je t’aime, 1968) di A. Resnais, v.o.

Venerdì 16 febbraio Ore 18 e ore 21Stavisky il grande truffatore(Stavisky…, 1974) di Alain Resnais

Lunedì 19 febbraio Ore 18 e ore 21Providence (1976) di Alain Resnais

Mercoledì 21 febbraio Ore 18 e ore 21Mon oncle d’Amérique (1980) di A. Resnais

Venerdì 23 febbraio Ore 18 e ore 21La vita è un romanzo(La vie est un roman, 1983) di Alain Resnais

Lunedì 26 febbraio Ore 18 e ore 21L’amour à mort(1984) di A. Resnais, v.o. sott. ingl.

Mercoledì 28 febbraio Ore 18 e ore 21Mélo (1986) di Alain Resnais

Venerdì 2 marzo Ore 18 e ore 21Voglio tornare a casa!(I Want to Go Home, 1989) di Alain Resnais

Lunedì 5 marzoOre 18 No Smoking (1993) di A. ResnaisOre 21 Smoking (1993) di A. Resnais

Mercoledì 7 marzoOre 18 Smoking; ore 21 No SmokingVenerdì 9 marzo Ore 18 e ore 21Parole, parole, parole(On connaît la chanson, 1997) di Alain Resnais

Lunedì 12 marzo Ore 18 e ore 21Non sulla bocca(Pas sur la bouche, 2004) di A. Resnais, v.o. sott. ingl.

Ore 16. 40 / 19.20 / 22Black Book (Zwartboek, 2006) di P. Verhoeven

Ore 17.30 / 19.45 / 22Still Life (Sanxia haoren, 2006) di Jia Zhang Ke

Ore 18 / 20 / 22Love + Hate (Love & Hate, 2006) di D. Savage

Ore 18 / 20 / 22La voltapagine(La tourneuse de pages, 2006) di Denis Decourt

Orari da definireBreakfast on Pluto (2006) di Neil Jordan

Ore 18 / 20 / 22Il grande capo(Direktøren for det hele, 2006) di Lars von Trier

Ore 18 / 20 / 22Delitti - Tracce allusive(Skenbart - En film om Tag, 2005) di Peter Dalle

Ore 18.30 / 20.15 / 22Edmond (2005) di Stuart Gordon

Giovedì 1 febbraio Ore 18 / 20 / 22Cambio di indirizzo(Changement d’adresse, 2006) di Emmanuel Mouret

Giovedì 8 febbraio Ore 17.30 / 19.45 / 22Intramontabile effervescenza(Elsa y Fred, 2006) di Marcos Carnevale

Giovedì 15 febbraio Ore 18 / 20 / 22Requiem (2006) di Hans-Christian Schmid

Giovedì 22 febbraio Ore 18 / 20 / 22La guerra dei fiori rossi(Kanshangqu hennei, 2006) di Zhang Yuan

Lunedì 5 febbraio Ore 16 / 18.30 / 21

Lettere dal Sahara (2006) di Vittorio De Seta

Lunedì 12 febbraio Ore 16 / 18.30 / 21

The Queen - La regina(The Queen, 2006) di Stephen Frears

Lunedì 19 febbraio Ore 16 / 18.30 / 21

Le rose del deserto (2006) di Mario Monicelli

Lunedì 26 febbraio Ore 16 / 18.30 / 21

Notte prima degli esami (2005) di F. Brizzi

Lunedì 5 marzo Ore 16 / 18.30 / 21Water (2006) di Deepa Mehta

In tenitura libera - date da definire

Venezia, palazzo Carminati, San Stae 1882telefono 0415241320 Aderente all’AVI (AssociazioneVideoteche-mediateche Italiane)

La vita è un film.Il cinema di Alain Resnais

Nel Gran Circo del Cinema.Omaggio a Nino Rota

Schermi di guerra, aneliti di pace.Rassegna realizzata in occasione della mostrafotografica di Ippolita Paolucci Paesaggi di guerra.Sguardi dal fronte alpino del ’15-18.

Biglietto unico 4,00 €