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NNeewwss ddaall MMaaiirroonnii
numero
maggio 2019
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EDITORIALE di Maria Giovanna Fantoli, Paola Arnoldi, Alessia Arzuffi e Greta Carrara
Il logo della rivista on line creato da uno studente di terza liceo scienze applicate è un
mondo raccolto in un abbraccio. Ebbene, il corposo numero “Unico” che è pubblicato oggi
13 maggio 2019, contenente articoli, servizi e dossier di diversi argomenti, vuole essere
proprio un gesto di affetto verso la realtà intera, a partire da quella più vicina fino alla più
lontana nello spazio e nel tempo.
Durante questi mesi di scuola gli studenti hanno lavorato a tale progetto mettendosi
pienamente in gioco e utilizzando risorse e capacità in vista del fine comune e per
rappresentare al meglio lo spirito della nostra scuola.
Il pregio più grande del loro lavoro e del risultato che ne è conseguito è, secondo noi
docenti che li abbiamo seguiti e che li abbiamo coordinati nei loro sforzi ideativi, il fatto di
avere scritto di loro pugno tutti gli articoli senza il fastidioso ‘copia e incolla’ che sta alla
base di tante ricerche. Certo, si è trattato di viaggiare anche in Internet, ma per raccogliere,
valutare, confrontare, selezionare e poi rielaborare le informazioni, lette sempre con un
taglio di approfondimento culturale per andare al cuore dei problemi.
I temi trattati spaziano tra tutte le materie, che vengono presentate attraverso gli occhi
attenti degli studenti in relazione alle loro conoscenze personali e al loro insaziabile
desiderio di sapere. Particolare attenzione è rivolta alle materie filosofiche e letterarie che
accompagnano lo studio giorno per giorno nel percorso scolastico e, soprattutto, nella vita.
Con orgoglio e soddisfazione presentiamo oggi il risultato di tanto impegno sperando di
incominciare un cammino e non di chiudere il numero di una rivista e basta.
Speriamo infatti che questo primo volume non rimanga solo e che sia Unico per qualità e
valore, ma non isolato e estemporaneo. Vorremmo fosse sia il prototipo di una lunga serie.
Tuttavia perché ciò accada abbiamo bisogno del contributo di tutti. Per ora gli articoli sono
stati scritti quasi esclusivamente dai redattori, ma, se ci sarà il prosieguo di tale lavoro, sarà
nostra cura coinvolgere tanti studenti nell’impresa editoriale che inizia oggi.
Ogni articolo della rivista ha richiesto riflessione e uso della ragione per capire e valutare ciò
che accade dentro di noi e attorno a noi, e anche molta fede, come capacità di avere fiducia
nelle forze positive che agiscono nel cuore di ogni persona e soprattutto nei giovani.
Speriamo di coinvolgere un numero maggiore di studenti e, perché no, di adulti, genitori,
docenti, bidelli e personale ausiliario di ogni tipo, affinché queste pagine diventino uno
spazio di incontro e di maturazione nel valorizzare tutto ciò che di buono si agita attorno a
noi.
Troppo spesso si mette l’accento solo su ciò che non va; occorre invece cambiare
prospettiva e mettere in luce gli elementi migliori di noi stessi e degli altri, senza rinunciare
alla nostra capacità di giudizio per chiamare le cose con il loro nome e così incominciare a
cambiare noi stessi e il piccolo angolo di mondo che noi abitiamo.
Abbracciandolo con il nostro affetto e la nostra simpatia.
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Sommario
Ci scrivono..................................................................................................................................................................... 5
Viaggio tra le menti del Maironi ................................................................................................................................... 7
Grandi domande ........................................................................................................................................................... 9
Esperienze significative. .............................................................................................................................................. 13
Attualità ...................................................................................................................................................................... 15
Sport, che passione! ................................................................................................................................................... 17
Salute e benessere ...................................................................................................................................................... 19
Tempo di sport: i benefici della pratica sportiva nell’adolescenza.................................................................... 20
Curiosità tecnico-scientifiche ..................................................................................................................................... 24
Speaker’s corner ......................................................................................................................................................... 26
Ottimi risultati degli studenti del “Maironi” nelle certificazioni di Inglese ................................................................ 29
Intervista a… .............................................................................................................................................................. 31
Segnalazione di eventi ................................................................................................................................................ 33
Recensioni ................................................................................................................................................................... 35
Comitato scientifico: professori Consonni Fulvio e Fantoli Maria Giovanna.
Responsabili grafica ed editing: prof.ssa Gallizioli Fernanda e gli studenti: Bolis Matteo,
Cremaschini Davide, Gerenzani Luca, Medolago Eleonora,
Vegini Daniele.
‘Ci scrivono’: Arnoldi Paola, Arzuffi Alessia e Carrara Greta;
‘Viaggio tra le menti del Maironi: Boschini Arianna, Mirabella Martina e Regazzi Cristina;
Le grandi domande della vita: Facheris Luca, Grandi Filippo, Micheli Marta, Nicolò Andrea e
Panzeri Francesco;
Esperienze significative: Locatelli Simone, Maffeis Emmanuele, Regazzoni Martina e
Verzeni Andrea;
Attualità: Cassin Lucia, Cederna Gabriele e Mandelli Chiara;
Sport Becherini Marco, Seck Abdou e Viel Andrea;
Mens sana in corpore sano: Carissimi Giulia, Ghisalberti Omar e Valsecchi Veronica;
Curiosità tecnico-scientifico: Garbagnati Marco, Gerenzani Luca, Gerosa Giovanni e Pizzi
Lizzardo;
Approfondimenti culturali
Ottimi risultati degli studenti del “Maironi” nelle certificazioni di Inglese: prof.ssa G. Gavazzeni;
L’intervista a… Arzuffi Alessia e Regazzi Cristina;
Speakers’ corner: Moraschini Benedetta e Rota Gaia;
Segnalazioni di eventi: Bonalumi Anna, Ceresoli Silvia, Gotti Daniele e Rantuccio
Denise.
Recensione: Besana Chiara e Roncoroni Dario.
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Ci scrivono di Paola Arnoldi, Alessia Arzuffi, Greta Carrara
Questa sezione è interamente dedicata a voi, ad ogni studente, a ogni ragazzo che intende
porre domande di qualsiasi genere per cui ci
impegneremo a rispondere in modo esaustivo e con
un pizzico di ironia. Se la vostra intenzione è quella
di soddisfare curiosità in ogni campo, allora siete nel
posto giusto! Incominciamo con le prime domande
che abbiamo ricevuto.
Diversi studenti, fra i quali ci sono anch’io, si
sono pentiti si sono pentiti della scelta di questa scuola. Che cosa ne pensate voi
della redazione?
Probabilmente l’idea che ci viene proposta durante l’open day non rispecchia ciò che in
realtà viene svolto nel corso dell’anno. Come in ogni pubblicità, anche in questo caso, viene
mostrato solamente il meglio e non sempre le attività di laboratorio sono tante quante ci si
aspetterebbe. Nel momento in cui crederete di riesumare resti di dinosauri preistorici vi
ritroverete ad analizzare l’acqua dell’Adda, ma niente paura, si può solo migliorare.
Un altro motivo sono le grandi aspettative che il ‘Maironi’ suscita in ogni studente; questo
spesso provoca situazioni stressanti che portano i ragazzi a prendere la decisione di
cambiare scuola, ma non arrendetevi e restate con noi fino alla fine!
Infine ci sono coloro che capiscono più tardi i loro reali interessi e progetti per il futuro.
La rivista è realizzata da due classi terze. Ebbene, mi interessa sapere come avete
vissuto il passaggio dal biennio al triennio?
Il passaggio è in realtà meno drastico di quanto ci facciano credere, ovviamente ognuno lo
vive a modo proprio ma l’importante è avere delle solide basi costruite durante l’arco del
biennio. Si presentano novità che, a primo impatto, possono spaventare come l’aggiunta di
una nuova materia ma soprattutto il cambio dei professori che ci accompagneranno fino alla
quinta, quindi mettete la maschera da bravi studenti per le prime settimane e sbrigatevi ad
entrare nelle loro grazie. Le ore di studio aumentano ma questo dovreste aspettarvelo
dunque non soffermiamoci troppo sulle banalità e proseguiamo con la prossima domanda.
Come dovrei affrontare il fatto di non trovarmi bene con i compagni?
Partiamo dal presupposto che durante questa età i ragazzi prendono tutto alla leggera e le
ragazze si sentono parte di una “élite” pressoché inesistente, per la maggior parte, sia
chiaro, non generalizziamo. Per questo e tanti altri motivi può risultare difficile instaurare
solidi legami con i propri compagni ma troverai sempre una persona a te affine con la quale
condividere i tuoi interessi e grazie alla quale supererai gli anni del liceo o dell’Ite senza
esaurimenti nervosi o crolli psicologici. Sapersi approcciare non deve necessariamente
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essere un problema, se due persone condividono gli stessi valori troveranno senza dubbio
un punto di incontro.
A volte mi sento discriminato da alcuni professori. Come affrontare questo disagio?
Prima di prendere qualsiasi decisione affrettata confrontati con i compagni e assicurati che
non sia solo una tua personale impressione. Una volta eliminato il dubbio, la prima cosa che
ti consigliamo di fare è quella di parlare in modo diretto con il professore interessato
cercando di instaurare un discorso civile e, se possibile, privo di insulti e imprecazioni. Se la
discriminazione coinvolge tutta la classe sarà allora utile organizzare un’assemblea e
assegnare al rappresentante il compito di mediatore. Nel caso in cui il dialogo non porti a
nulla di concreto rivolgiti al coordinatore di classe, nella speranza che il problema non sia
proprio lui/lei. L’ultima “spiaggia” è rivolgersi al dirigente scolastico, ma attenzione a non
iniziare una campagna per i diritti degli studenti senza solide base e altrettante prove, anche
se farebbe comodo una Greta Thunberg per i diritti studenteschi.
Credete sia opportuno instaurare una relazione con un compagno/a di classe?
Partiamo dal fatto certo che un rapporto oltre l’amicizia con un compagno di studi è un’idea
da valutare con discrezione. Siamo assolutamente certi della prima posizione che occupa lo
studio nella vostra gerarchia delle priorità, veniamo perciò al dunque e analizziamo con
attenzione che cosa potrebbe comportare. Punto primo: ragazze, siete certe che un
ragazzo della vostra età possa soddisfarvi psicologicamente e comprendere gli intrighi della
vostra mente? E, ragazzi, credete seriamente di poter reggere l’ostile presenza femminile
ogni mattina? Siamo convinti di avervi tenuti occupati per almeno un paio di minuti con la
riflessione sui precedenti quesiti ma è ora di procedere. Punto secondo: ragazzi e ragazze,
come credete di poter affrontare “l’amato/a” all’alba delle 7:55 dopo un intenso litigio sul
perché lui non abbia ancora comprato una borsa di Hermès dopo ben tre settimane di
relazione. Pressoché estenuante, oltre che inaccettabile. Lo sappiamo, vi aspettate un terzo
sarcastico punto, ma questa volta nessuno scherzo: scappate finché potete!
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Viaggio tra le menti del Maironi Regazzi Cristina, Mirabella Martina e Boschini Arianna
Per poesia si intende l’arte di esprimere, con parole disposte in versi, un'immagine, un fatto, una fantasia, che traducono un'esperienza significativa. Per questo motivo per scrivere poesia bisogna “nuotarci” dentro, conoscere autori diversi e da loro apprendere nuovi modi espressivi che potranno arricchire il nostro bagaglio artistico. Abbiamo quindi deciso di proporvi delle poesie scritte da alcuni ragazzi della classe seconda ITE.
ME STESSA Quando sono sola, Rifletto su me stessa, Sugli errori commessi, penso a cosa avrei potuto cambiare, a cosa avrei potuto migliorare. Quando sono sola, riesco a rilassarmi pensando solo a te. Tranquillità, spensieratezza, calma, come un girasole in piena estate.
PICCOLEZZA In silenzio Osservi il mondo Nella sua nullità Ti accorgi che la Terra È una fogliolina In una lieta immensità.
TI HO PENSATO Cade la pioggia, mi ritrovo nella stanza buia, ti immagino accanto a me che mi abbracci e mi sto chiedendo in quale dei tuoi mille silenzi tu sia perso. Vorrei tanto fosse uno di quelli in cui per un istante il mio ricordo ti accarezza e tu, ingenuamente sorridi.
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BLUE SKY
Scorrono i ricordi, Oscuri, pieni di tristezza. La solitudine insegna a vivere, Impari a combattere da sola. Tutti prima o poi voltano le spalle agli amici, Un momento per dimenticare, Dimenticare chi non ha tempo per te. Iniziare una vita nuova. Nessuno che dimentichi questa volta, Esattamente come dovrebbe essere.
NOI Nasciamo insicuri Con aspettative Sopra noi stessi
TU Per vederti, andrei da solo tra le nuvole come fossi in un deserto. Rimani, ti prego! L’unica cosa che conta è Averti qui vicino.
MASCHERE Nessuno si accorge di questi occhi pieni di lacrime delle urla represse che si nascondono dietro sorrisi, delle parole false che segretamente preferiamo, e che stanno costruendo la nostra realtà.
FIDUCIA La fiducia è fragile Come il silenzio Durante una notte profonda. Perderla è così facile Che basta dire Una sola parola.
Oggi, la poesia potrebbe apparire distante dai giovani, interessati sempre meno alla lettura. Come ragazzi di seconda sono riusciti a comporre queste opere d’arte, ognuno di noi dovrebbe sentirsi ispirato dalla natura, dalle persone con le quali si condivide la quotidianità, per lasciarsi trasportare dalle emozioni e provare a cimentarsi in questo tipo di scrittura.
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Grandi domande di Facheris Luca, Grandi Filippo, Micheli Marta, Nicolò Andrea e Panzeri Francesco
Come è nato il mondo? Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Qual è lo scopo della
mia vita? Cosa c’è dopo la morte? Chi è Dio?
Questi sono esempi di domande che l’uomo si pone da sempre e che costituiscono il cuore
della sua umanità. Se anche tu senti il bisogno di cercare una soluzione ai tuoi interrogativi
sei nel posto giusto, questa è la sezione che fa per te. Qui trovi i pensieri di alcuni ragazzi
che prendono seriamente l’urgenza di queste domande e a cui noi vogliamo dare spazio.
Inoltre puoi dire la tua facendo click sul link sottostante.
https://forms.gle/bpAyQ5jdPikhGNSTA
di Facheris Luca
Risposte “orizzontali”: L’uomo è solo una specie vivente?
La nostra curiosità ci porta a interrogarci e a rispondere ai nostri bisogni di vita, ma spesso le risposte trovate non sono sufficientemente appaganti ed anzi spesso ci spingono a nuovi e più alti interrogativi. Queste domande sono i quesiti fondamentali della vita le cui risposte non possono essere uguali per tutti. Per questo non cercheremo di dare la solita interpretazione da professoroni, ma di rispondere come faremmo in un’intervista.
Ho selezionato alcune domande che per alcuni versi possono essere insolite ma a mio parere molto interessanti:
Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
A mio parere la risposta è affermativa. Mi spiego meglio: anche se appena nasciamo nessuno di noi sa che cosa farà “da grande”, a meno che siamo dei predestinati (come per esempio un erede al trono), per tutti gli altri comuni mortali questo progetto è estremamente peculiare e dovrebbe formarsi e consolidarsi gradualmente di pari passo con la propria crescita. D’altra parte, prima o poi ciascuno di noi si porrà la domanda: «Qual è lo scopo della mia vita»? Da sempre, l’uomo ha cercato di comprendere il significato e il progetto della propria esistenza. Questo tema è ricorrente in filosofia, letteratura, poesia e arte, ma i modi e i tempi di tale scoperta sono differenti per ciascuno di noi ed è fondamentale che il progetto scelto possa rivelarsi appagante e tale da portare alla realizzazione della propria identità.
Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Bene o male, giusto o sbagliato: non esiste una cosa razionalmente giusta e buona e una cattiva e sbagliata. Ognuno di noi, in base al proprio modus operandi, al proprio intelletto, alla propria filosofia di vita giudica ciò che vede o sente in diverso modo, così come tale scelta è strettamente legata al tempo: una cosa sbagliata cinquant’anni fa, oggi potrebbe essere tranquillamente considerata giusta mentre allo stesso modo potrebbe essere considerata diversamente nel futuro. Inoltre, una scelta giusta presa fuori tempo potrebbe non essere più tale, quindi bene o male lo decide spesso il tempo. Qualcuno sostiene che nella natura non c’è il male ed è l’uomo che lo introduce in quanto libero. Sembra quindi che la libertà stessa sia il male. Conseguentemente come regolarsi in questa difficile scelta? La
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migliore risposta mi pare venire dall’insegnamento di Gesù Cristo che diceva: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro “.
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Questi interrogativi, oltre ad essere il titolo di un famoso dipinto del pittore francese Paul Gauguin realizzato nel 1897, rappresentano i quesiti che da sempre non solo artisti, pensatori e filosofi hanno cercato di rispondere, ma anche per l’uomo comune hanno significato una continua ricerca di risposte.
Chi siamo?
Siamo sicuramente una fra le milioni di specie animali e vegetali cha abitano o hanno abitato la Terra, ma abbiamo la poco invidiabile prerogativa di aver sopraffatto tutte le altre forme di vita, tanto da aver contribuito a parecchie estinzioni di specie e al depauperamento in modo sconsiderato delle risorse (non illimitate) del nostro Pianeta. Insomma siamo l’unica specie che è stata in grado di modificare le condizioni di vita tanto da mettere a serio rischio il futuro stesso del Pianeta e di tutte le forme di vita presenti.
Da dove veniamo?
Pare sempre più probabile che la vita sia arrivata sulla Terra miliardi di anni fa provenendo dallo spazio sotto forma di molecola aliena che poi si è evoluta in varie forme. È quindi possibile che siamo figli delle stelle.
Dove andiamo?
A causa dei disastri ambientali provocati al Pianeta dall’uomo, sembra che il futuro dell’umanità sia rivolto verso qualche altra galassia. Per questo, molti scienziati sono alla ricerca di pianeti gemelli della Terra per future colonizzazioni umane. Al momento la strada maggiormente percorribile è una sensibilizzazione e presa di coscienza dell’umanità sugli immediati cambiamenti degli stili di vita e delle politiche ambientali come recentemente ribadito dall’ iniziativa di protesta della giovane attivista svedese Greta Thunberg.
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di una studentessa di 2 ITE
Tante domande agli adulti
Come giovane ho molte cose da dire che non sono ancora riuscita ad esprimere e tante
domande da porre alle quali non so se riceverò mai risposta. In quest’ epoca, la vita è
cambiata molto. Non è più tutto come prima, come nel Medioevo, per esempio. È vero, a
quei tempi la vita era difficile ma lo avrei preferito mille volte di più all’oggi, oppure avrei
preferito vivere dal 1500 al 1800 che sono i miei secoli preferiti.
Gli adulti pensano spesso che i giovani non abbiano niente di cui preoccuparsi ma non è
così. Tutti hanno delle preoccupazioni o dei problemi. Un adolescente può passare sempre
inosservato per quanto sia calmo e può sembrare spensierato ma proprio quell’ adolescente
sta sperando nel profondo del cuore che qualcuno lo salvi. Sì, proprio così, sta sperando di
essere salvato. Tutti vogliono essere salvati e nessuno vuole morire. Ma non sempre gli
adulti lo capiscono. Gli adolescenti si uccidono in massa proprio per questo motivo, perché
voi adulti non capite mai che dentro di loro stanno morendo. Molto tempo fa, Dante scrisse
nella Divina Commedia che Dio ha in serbo un destino crudele per coloro che hanno osato
togliersi la vita che egli ha donato loro. Ma a questo punto l’unica domanda che ci si può
fare è perché Dio ci ha donato la vita se il nostro destino è soffrire? Lo fa forse per metterci
alla prova e vedere come reagiremo?
Tuttavia credo proprio che questo faccia parte della lista delle domande alle quali non avrò
mai una risposta soddisfacente Torniamo al discorso di prima. Stavo parlando del fatto che
spesso gli adolescenti non vengono capiti. Si alzano dal letto con una maschera solida
come un diamante, che gli adulti difficilmente riescono a spezzare. Ma voi dovete insistere
prendete in mano un martello più solido della maschera e colpirla con tutta la forza che
avete. Perché solo a quel punto vedrete la vera faccia dei vostri figli. Abbiate la pazienza di
ascoltare i giovani quando parlano e non arrendetevi neppure se sono loro a respingervi,
perché ne vale la pena. Se ci riuscirete loro vi saranno grati per sempre. Perché nel
profondo sperano che voi lo facciate. Forse è questo quello che vuole Dio. Non so neanche
se Lui esiste, ma spesso crediamo in Lui perché abbiamo bisogno di credere in qualcosa.
Ma se esisti rispondi a queste domande: perché hai creato un mondo dove c’è così tanto
odio? Qual è lo scopo della nostra vita se siamo destinati a morire? Perché hai creato la
razza umana se essa si annienterà da sola? E perché hai creato dei sentimenti negativi
come l’odio, la rabbia, la sofferenza di noi adolescenti, la vendetta...?
Le persone credono proprio per questo perché vogliono ricevere delle risposte.
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di Besana Chiara 3BL
La ricerca della felicità
Non c'è dubbio: la ricerca della felicità è il motore senza il quale un uomo finirebbe col
fossilizzarsi e smettere di vivere. Ma mano a mano che ci evolviamo, paradossalmente, la
serenità tanto agognata diventa sempre più lontana. Perché? Semplice: nel momento in cui
la felicità è costante, smette di essere speciale. Cose che fino a qualche decennio fa erano
grandi conquiste oggi sono scontate. E più il tempo passa, più il progresso va veloce. Lo
dico per esperienza, nulla fa più male del vedere il giallo acceso ingrigirsi, per la gloria dei
nostri demoni. I demoni! Coloro che ci bloccano, impedendoci di perseguire i nostri scopi. Di
chi sono figli? Nessuno lo sa, sono sempre esistiti. Ma da cosa sono alimentati? Esatto,
proprio dal progresso, o meglio dall'ansia e dalla crescita del numero di scelte possibili che
esso porta con sé. Non si capisce più dove si deve andare, e i mass media non fanno altro
che bombardarci di modelli da seguire. Sarebbe sciocco, nel 2019, parlare solo di
apparenza fisica: su internet vediamo persone con l'acne, sovrappeso, amputate che
appaiono felici e sono considerate eroi, modelli da seguire. «Vorrei essere come lui, ok, ma
come caspita faccio»? Dopo esserci posti questa domanda, arriva il momento di accettare
la dura realtà: non tutti ce la fanno. L'orizzonte si allontana sempre più, i mostri crescono e
ci schiacciano. Anzi, nessuno ce la fa davvero! La felicità assoluta non si può raggiungere,
altrimenti che senso avrebbe vivere? La verità è che ci si può arrivare molto, molto vicino. I
nostri “modelli” hanno praticamente finito il quadro della loro vita, per fare un parallelo con
l'arte. Ma quelli che non realizzano loro stessi non hanno più i pennelli, li hanno sequestrati i
mostri. Ora, la mia idea è che nessun demone sarà mai più forte di un essere umano, a
meno che quest'ultimo non glielo permetta. E poi sì, è vero, raggiungere il traguardo
sembra spesso impossibile, ma mentre si lotta per raggiungerlo si può sostare su piccole
isole gialle (il giallo è il colore della felicità), fino a quando non si sente il bisogno di un giallo
più intenso, di una luce più brillante. “Tentare l'impossibile” è la chiave della realizzazione,
ma è solo frapponendo dei mini-traguardi fra noi e la meta finale che possiamo rendere i
nostri demoni più piccoli ed avere una vita quanto meno sana. La vita è una lotta fra noi e la
coalizione fra un mondo che, progredendo chiede sempre di più e un'ambizione tossica,
che è quella di un orizzonte che nessuno ha mai davvero raggiunto. Non possiamo
sconfiggere questi due nemici di cui, del resto, siamo anche un po' figli, ma si può vincere
qualche battaglia per un pezzo di felicità.
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Esperienze significative. di Locatelli Simone, Maffeis Emmanuele, Regazzoni Martina e Verzeni Andrea
In questa sezione della rivista online l’obiettivo primario è raccontare e illustrare esperienze significative di noi studenti, che hanno segnato la nostra vita. Ognuno di questi episodi è stato fondamentale per la crescita di ciascuno di noi. Alla base di questo lavoro c’è il significato di esperienza, visto come incontro con la realtà e valutazione di essa attraverso la riflessione e la ragione per arrivare a una conclusione importante per la nostra formazione.
Un aiuto al prossimo: La storia di Davide
In questo articolo abbiamo deciso di raccontarvi una storia che secondo noi merita di essere
citata in questa sezione.
Davide fino a qualche anno fa è stato uno studente
del nostro istituto presso il liceo scientifico e proprio
in questa scuola ha incontrato coloro che gli hanno
dato la possibilità di dare una svolta alla sua vita. I
ragazzi che un giorno sono apparsi nella sua
classe parlandogli di senso dell’esistenza e di
donare la propria vita hanno evidentemente mosso
qualcosa in lui. Infatti, si è subito appassionato al
cammino dell’operazione iniziando ad andare a
lavorare insieme a coloro che lo avevano invitato e
donando il proprio tempo, ovvero ciò che di più
prezioso un uomo abbia, per aiutare gli altri e formando così il gruppo dell’OMG
(Operazione Mato Grosso) di Calusco. Questa organizzazione è un movimento di giovani
diffuso in tutta Italia che lavorano per raccogliere soldi destinati alle missioni in Sud
America. Non
soltanto si mise in gioco ma riuscì anche a coinvolgere altri compagni di scuola a
collaborare, alcuni dei quali danno ancora una grande mano con il lavoro e l’organizzazione
come fa anche Davide. Ad un certo punto, però dopo qualche anno di gruppo
evidentemente deve aver sentito il bisogno di andare oltre il lavoro che stava facendo, deve
aver sentito la necessità di dare di più, così una volta finita l’università decide di partire in
missione per il Sud America. Come ogni ragazzo dell’OMG che decide di partire, non è lui a
scegliere la sua destinazione, ma gli viene assegnata la Bolivia. In particolare, partirà per la
cittadina di montagna di Ambanà dove resterà un anno vivendo insieme ad altri ragazzi
italiani alla gente del posto e a Padre Valentino: un prete che ha deciso di vivere in
missione. Qui i suoi compiti saranno di carattere strettamente lavorativo come l’aiuto nella
costruzione di case, nell’agricoltura e nell’allevamento; ma anche di altri tipi. Infatti, Davide
seguirà i ragazzi del taller, ovvero della scuola professionale di falegnameria, e dell’oratorio
seguendo la filosofia dell’OMG che è del tutto centrata sull’educazione dei giovani per poter
risolvere i gravissimi problemi sociali dei paesi in cui opera.
Ho deciso di raccontare questa esperienza in particolare perché è successa ad una
persona che conosco, ma avrei potuto parlare di quella di qualsiasi altro ragazzo dell’OMG
14
partito in missione. Vedendo molto spesso Davide ho avuto modo di farmi raccontare quella
che è stata la sua esperienza. Le azioni di questo ragazzo mi trasmettono una sorta di
avvertimento che mi impedisce di sentirmi realizzato appieno, mi ricordano continuamente
che posso e quindi devo fare di più. Di fronte a questi ragazzi che donano un anno della
propria vita cosa sono pochi minuti per dare una mano ad un nostro compagno di classe?
Eppure molte volte non riesco nemmeno a dare il minimo per aiutare qualcun altro, quindi
ho deciso di prendere ciò che questi ragazzi hanno scelto di compiere e farne un esempio
per la mia vita così che io stesso possa trasmettere ad altri ciò che loro hanno trasmesso a
me.
15
Attualità di Cassin Lucia, Cederna Gabriele e Mandelli Chiara
SEI PRONTO A COMBATTERE?
È importante ampliare la propria cultura, al fine di combattere l’ignoranza per oggi e per il
futuro.
Durante questo periodo di collaborazione produttiva abbiamo cercato di rielaborare
informazioni dal mondo dell’attualità provando a dare una nostra personale opinione in
modo che semplici informazioni possano diventare parte integrante della nostra personalità.
Maturità: un incubo per molti, una gioia per pochi
Nell’ordinamento scolastico italiano viene definito come l’esame che un tempo si sosteneva
dopo la quarta elementare, mentre oggi viene svolto al termine del corso degli studi
superiori di secondo grado. Quest’anno, però, è stata attuata una serie di drastici
cambiamenti. Ma che cosa ne pensano i nostri maturandi?
Per comprendere al meglio la situazione abbiamo
sottoposto un questionario ai ragazzi di quinta
superiore dell’I.S.I.S.S. Maironi da Ponte e ci siamo
confrontati con la professoressa Rubini, referente
dell’area didattica, per avere una visione più
completa.
Tra i cambiamenti più rilevanti introdotti troviamo la
modalità di ammissione: sarà infatti richiesta la
sufficienza in tutte le discipline, compresa la
condotta. Nel momento in cui l’alunno dovesse per
qualche motivo presentare delle lacune il consiglio
potrebbe ugualmente decidere l’ammissione con
adeguata motivazione.
Per quanto riguarda la prima prova, la professoressa afferma che le tracce che saranno
assegnate saranno presumibilmente ampie, facilmente accessibili ed esaustive. In questo
modo lo studente può svolgere la prova tranquillamente. Questa sua posizione però
contrasta con il 70% degli studenti, che in questi anni si sono sempre esercitati sullo
svolgimento del saggio breve e ora si trovano ad affrontare richieste differenti.
Per quanto concerne la seconda prova, invece, referente e alunni si trovano sulla stessa
lunghezza d’onda. Entrambi sono infatti per la maggioranza concordi nel dire che la prova
dovrebbe essere meno nozionistica in quanto le capacità teoriche richieste sono troppo
elevate. Fra le ragioni sostenute dagli studenti troviamo il fatto che all’esame di maturità
sarebbe più corretto valutare le capacità, piuttosto che le conoscenze date dal semplice
studio. Detto questo, però abbiamo notato che una piccola minoranza afferma essere più
giusto ampliare la quantità di argomenti richiesti perché, da un lato, “prepara all’università”;
dall’altro ritengono corretto esaminare il livello raggiunto alla fine del ciclo di studi nelle
materie d'indirizzo. A conciliare questi due pareri contrastanti la professoressa ci ha
16
assicurato che, seppur la prova implichi più materie, esse sono organizzate in
“compartimenti stagni” ben distinti, in modo da facilitare la loro comprensione.
I ragazzi hanno anche riferito il loro parere in merito alla terza prova e i vari cambiamenti a
cui è andata in contro (estrazione dell'argomento da trattare, l'assenza della tesina,
domande relative a cittadinanza e costituzione). La valutazione complessiva che i maturandi
hanno assegnato a questa prova è gravemente insufficiente. Infatti s’aggira intorno a 3,6 su
un valore massimo di 10. La referente invece attribuisce alla prova un 6 (o almeno questo è
ciò che noi abbiamo dedotto dopo averla intervistata).
Infatti, nonostante ritenga semplice e fattibile la parte di cittadinanza e d’ alternanza scuola-
lavoro, ciò che fa abbassare notevolmente il voto finale riguarda la parte più consistente
della prova: la trattazione di un argomento scelto al momento. Quest’ultimo, infatti richiede
all’alunno capacità critico-argomentativo approfondite, che sono difficili da dimostrare
partendo da un argomento non a piacere.
Infine è noto anche che il giudizio finale resterà in centesimi ma verrà attribuito un maggior
peso all’andamento scolastico durante gli ultimi tre anni di superiori: i crediti scolastici che
gli studenti possono accumulare passano infatti dai precedenti 25 agli attuali 40. La
referente li definisce “sacrosanti” perché, come detto precedentemente, vanno proprio a
valorizzare tutto il cammino percorso.
Come atto di chiusura, prima di lasciarci, la professoressa ci ha invitato a riflettere su un
argomento che, a nostro parere, è molto istruttivo. Lei stessa afferma quanto sia importante
dare sempre il massimo e conoscere i propri limiti in modo da non avere ripensamenti futuri.
Questo costituisce la differenza tra un alunno che esce dal liceo con 8o ma che avrebbe
potuto dare di più, e uno che invece esce con 75 ma ogni suo punto lo ha sudato e
guadagnato a pieno.
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Sport, che passione! di Becherini Marco, Seck Abdou e Viel Andrea
Un’indagine interessante
Per questo volume unico del giornalino scolastico, la sezione “Sport, che passione!” si è
dedicata a stilare un sondaggio riguardante l’attività sportiva all’interno dell’istituto ‘Maironi
da Ponte’. L’obiettivo prefissato era quello di determinare il rapporto degli studenti con il
meraviglioso mondo dello Sport.
Dopo un attento studio del caso, la sezione ha preparato un sondaggio da presentare
classe per classe nel quale è stato esplicitamente chiesto di compilare un modulo, che ci ha
permesso di conoscere la percentuale di studenti praticanti sport all’interno del numero
totale e lo sport esercitato dal singolo studente.
Per motivi di sicurezza e privacy dell’alunno, si è badato bene di rendere il tutto anonimo,
poiché come detto, l’obiettivo era solo comprendere la partecipazione al mondo sportivo
all’interno dell’istituto.
Grazie alla libertà concessa dai vari professori, dimostratosi favorevoli all’iniziativa, è stato
possibile informare e consegnare in ogni classe il modulo per il sondaggio. Poi, nei giorni
seguenti sono stati raccolti e analizzati i risultati a cura della redazione sportiva.
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Appare chiaro che all’interno dell’istituto ci sia una buona partecipazione allo Sport, pari a
circa il 64% del totale1.
Di questi, la maggioranza si dedica al calcio che può contare la partecipazione del 28% sul
totale (138 persone), seguono pallavolo e palestra al 12% (entrambi 59 persone), nuoto
(51) al 10%, basket (41) al 8% e arti marziali (32) e danza (31) al 6%.
Più lontani, con una partecipazione minore ma comunque importante troviamo tennis (17),
ginnastica (13) ed atletica (13) al 3%; equitazione (11) al 2% e al 1% troviamo ciclismo (6),
pattinaggio (6), arrampicata (5) e sci (4). Infine all’interno della categoria “altri” (7 persone)
sono raccolti vari sport come rugby, tiro con l’arco, scherma e bocce, che impiegano 1 o 2
persone per sport.
1 In realtà non corrisponde al numero totali degli studenti del Maironi, poiché in alcune classi, per difficoltà di vario tipo,
non è stato possibile eseguire in maniera corretta il sondaggio. Tuttavia, poiché il sondaggio interessa più del 75% degli
alunni totali può essere ritenuto valido.
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Salute e benessere di Carissimi Giulia, Ghisalberti Omar e Valsecchi Veronica
MENS SANA IN CORPORE SANO
Salute e benessere
Sentirsi bene, mentalmente e fisicamente, è molto importante. Dobbiamo avere un’attenzione particolare soprattutto durante l’adolescenza, che è il periodo in cui ci sviluppiamo e ci prepariamo a diventare adulti. Durante questa fase tendiamo a trascurare la nostra salute, sia dal punto di vista dell’alimentazione, sia per quanto riguarda lo svago e lo sport, fondamentali per il benessere della nostra mente.
Adolescenti e cibo
Inutile negarlo: ai giovani piacciono le patatine fritte, i panini caldi, gli snack, le bevande dolci gassate, gli hamburger, i wurstel, i fritti in genere, i gelati. Varie motivazioni spingono a consumarne: sono gustosi e appetitosi, economici, sempre pronti e disponibili, sono venduti in contesti che ci permettono di stare in mezzo alla gente e socializzare. Ma il cibo dei ragazzi ha un elevato indice calorico perché ricco di grassi, zuccheri e glucidi raffinati, sale, ha inoltre uno scarso valore nutrizionale Le abitudini degli adolescenti italiani a tavola variano a seconda della famiglia, del vivere in città o meno, a seconda della scuola, ecc…
Mangiare fuori casa con gli amici, prediligere il fast food e il take away oppure isolarsi davanti al computer o alla TV rappresentano per gli adolescenti il loro grado di libertà. Il desiderio di indipendenza porta gli adolescenti ad agire di testa propria. Nello stesso tempo i ragazzi sono sensibili agli esempi in famiglia: il modo in cui gli adulti si alimentano, soprattutto i genitori, le
regole familiari sane, la differenza tra cibi abituali e occasionali, la scelta e la preparazione dei piatti a casa possono aiutare gli adolescenti a scegliere consapevolmente. Il rapporto presentato da “Save the children” sugli stili di vita dei ragazzi italiani in 10 grandi città riporta che essi mangiano male, tendono ad ingrassare, fanno poca attività fisica. A volte saltano la colazione, mangiano poca frutta e verdura, poco pesce, pochi legumi, molti salumi e dolci, prevalentemente pane e pasta a pranzo e a cena. Seguono spesso il “fai da te” e la loro dieta è poco variata. Da ricerche risulta chiaro che i ragazzi italiani abbiano consapevolezza e conoscenza riguardo l’alimentazione, ma nel quotidiano buona parte degli adolescenti italiani dichiara di mangiare ciò che piace di più e sempre gli stessi alimenti. I ragazzi mangerebbero più uova, legumi e pesce, ma non trovandoli nel piatto, non li consumano abbastanza. E le famiglie non se ne preoccupano troppo.
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Anche la scuola non aiuta gli adolescenti proponendo quasi esclusivamente nei bar cibi grassi e non sani come pizzette focacce e patatine. Anche nelle macchinette ad esempio è presente quasi esclusivamente cibo spazzatura. Tra il 2009 e il 2011è stato ideato un progetto, “EAT”, tra diverse scuole medie dell’hinterland milanese in cui erano presenti macchinette con snack e bevande ad alto contenuto di zuccheri, grassi e sale. Il progetto aveva lo scopo di intervenire sui fattori obesogeni sostituendo le tradizionali macchinette con nuovi distributori “Alimenta la tua salute” di sola frutta e verdura fresca, frutta essiccata, succhi di frutta, smoothies senza zuccheri aggiunti e yogurt da bere. Alla fine dei due anni i risultati dello studio pilota sono stati incoraggianti: i ragazzi hanno mostrato una riduzione dell’indice di massa corporea e della circonferenza vita rispetto agli studenti delle scuole di controllo, soprattutto tra gli studenti considerati in sovrappeso all’inizio del progetto e tra le ragazze. In più gli studenti delle scuole di intervento hanno mostrato un aumento dell’attività fisica, certificata dai contapassi, un maggiore consumo settimanale di frutta, verdura e acqua. Per aiutare i ragazzi a mangiare meno junk food bisogna intervenire sulla conoscenza. I ragazzi molto spesso non hanno la più pallida idea di quali siano gli alimenti sani e quelli meno. Non conoscere ciò che può nuocere alla salute o al peso corporeo porta a scegliere alimenti senza preoccuparsi delle conseguenze.
Sport e gli adolescenti
Lo sport rappresenta per noi ragazzi un momento di svago, ma allo stesso tempo è un momento importante per la nostra crescita. Grazie allo sport possiamo relazionarci con i nostri coetanei, condividere un obiettivo comune, imparare a rispettare le regole, gioire dei successi ed accettare le sconfitte.
Praticare uno sport significa sottoporsi ad allenamenti costanti e quindi a sviluppare lo spirito di sacrificio e la fortificazione del carattere di ognuno. Gli sport si dividono in sport di squadra e individuali. I primi si caratterizzano per la ricerca di un risultato unico per tutti e a cui tutti devono partecipare per renderlo possibile attivando comportamenti collaborativi e di rispetto dei ruoli. Negli sport individuali invece, ognuno gareggia per sé stesso e ognuno può rendersi conto delle proprie possibilità e dei propri limiti su cui riflettere. In questo tipo di sport
si crea un rapporto molto forte con l'allenatore che diventa un punto di riferimento, mentre negli sport di squadra ha un ruolo di coordinatore di unione del gruppo. Spesso lo sport, è anche il modo per esprimere le proprie emozioni, per sentirsi liberi e anche per scaricare le tensioni.
Tempo di sport: i benefici della pratica sportiva nell’adolescenza
L’attività fisica regolare dovrebbe essere una parte importante nella vita di ogni adolescente. Questo perché porta diversi benefici sullo sviluppo fisico, sulla salute e sul benessere oltre che in età adolescenziale anche in età adulta. Ma siamo sicuri che gli
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adolescenti siano consapevoli di ciò? Un concetto che si può definire “universalmente noto”, tuttavia in pochi sanno quali possano essere gli effettivi benefici dello sport per l’adolescente. Di seguito, elenchiamo i principali vantaggi che un’attività fisica regolare può introdurre nello sviluppo dei ragazzi:
Peso – Lo sport praticato regolarmente aiuta a mantenere il peso corporeo sotto controllo, riducendo la massa grassa.
Tessuto osseo – L’attività fisica sportiva contribuisce, nell’adolescente come nell’adulto, ad aumentare la mineralizzazione del tessuto osseo e, dunque, la densità delle ossa.
Tessuto muscolare – La pratica sportiva, come tutti sanno, influisce su forza e resistenza muscolare, agendo sulla dimensione delle fibre e degli enzimi che compongono il tessuto del muscolo.
Abilità motoria, forza e resistenza – Grazie agli allenamenti, l’adolescente acquisisce velocemente forza muscolare, resistenza allo sforzo, velocità e agilità. Lo sport influisce sul miglioramento della risposta neuromuscolare.
Prestanza aerobica – A seconda del tipo di sport praticato, l’adolescente potrà giovare di diversi gradi di aumento della potenza aerobica, vale a dire: il massimo volume di ossigeno che il nostro corpo può assumere e utilizzare attraverso l’apparato cardio-circolatorio per la creazione di energia a livello periferico (muscoli).
Pressione sanguigna – Il grado di fitness del giovane influisce sulla limitazione della pressione arteriosa: fondamentale per prevenire le patologie del sistema cardio-circolatorio.
Tecniche di rilassamento
Training autogeno: Il training autogeno in generale è una tecnica utile al rilassamento. Ci sono tecniche di rilassamento muscolare che possono essere molto utili per il benessere generale. Gli esercizi vanno eseguiti a occhi chiusi e alla fine sarebbe opportuno praticare della ginnastica tradizionale per sciogliere i muscoli o per riprendere un tono muscolare adeguato. Non c'è una durata specifica, ma sarebbe bene eseguirli senza fretta, potendo. Il tempo minimo consigliato è 15 minuti e ci si dovrebbe dedicare a questa attività tutti i giorni, e circa due o tre volte nel corso della giornata. Come ottimo "effetto collaterale" queste tecniche sono anche piuttosto utili per dormire.
Respirazione controllata: Si può eseguire un esercizio di yoga che mira a raggiungere una respirazione controllata. Si devono chiudere gli occhi, si fa un respiro profondo contando fino a 3. Si alternano poi delle fasi di espirazione e inspirazione, a bocca aperta nel primo caso, chiusa nel secondo. Il respiro va mantenuto fluido e regolare. L'obiettivo è che le preoccupazioni escano dal nostro corpo come l'aria che espiriamo. Il tutto va ripetuto per dieci minuti.
Rilassamento muscolare progressivo: Si basa sull'alternanza della contrazione e del rilascio di alcuni gruppi muscolari. Le braccia vanno stese lungo il corpo e le gambe vanno leggermente divaricate, via via si fanno dei piccoli piegamenti che si basano sulla contrazione di alcuni muscoli: le dita dei piedi, le gambe, i glutei, il bacino, gli addominali, le braccia, le mani. Si alternano fasi di contrazione e di rilassamento, volta a volta sui vari gruppi muscolari, partendo dal basso e arrivando anche alla fronte, agli occhi e alle labbra.
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Meditazione: Probabilmente è la tecnica di rilassamento più conosciuta. Ma si fa presto a dire meditazione. Per capire di che si tratta esemplifichiamo: un esercizio consigliato è infatti quello del "fiore di ciliegio". Seduti, rilassare i muscoli e le articolazioni. Concentrare l'attenzione sul cuore, ascoltandone il battito con attenzione, mentre si espira e inspira, contando fino a 7.
La musicoterapia: Quando la musica, i suoni e la voce diventano vero e proprio strumento di cura: questa è la musicoterapia. Contro lo stress, come tecnica di rilassamento, la musicoterapia propone esercizi di respirazione abbinati all'uso della voce, con la libera espressione della vocalità per sfogare e contrastare l'ansia e le tensioni.
Concediti una passeggiata di 10 minuti: Passeggiare di per sé aiuta a schiarire i pensieri e aiuta l'endorfina (che a sua volta riduce gli ormoni dello stress). Se poi si può farlo in un parco e in uno spazio verde si può ottenere l'effetto dell'"attenzione involontaria" un meccanismo durante il quale qualcosa cattura la nostra attenzione permettendoci però allo stesso tempo di riflettere.
Respira profondamente: Chi pratica lo yoga lo sa bene, respirare non è semplice come appare. Gli esercizi del respiro possono ridurre la tensione e alleviare lo stress, grazie al surplus di ossigeno. Se infatti respirare velocemente stimola il sistema nervoso simpatico, il respiro regolare fa proprio l'opposto: stimola il sistema parasimpatico, cosa che ci aiuta a calmarci. Secondo un ricercatore di Harvard, Herbert Benson, il respiro influisce direttamente sui sistemi danneggiati dallo stress, riducendo ad esempio la pressione sanguigna.
Visualizza: Focalizzare, ovvero chiudere gli occhi e concentrarsi, come insegna la pratica della visualizzazione. Basta mettersi comodi e poi immaginarsi una scena che ci rilassi: una vacanza imminente, la propria spiaggia preferita. O si può anche provare con delle azioni: si può ad esempio visualizzare sé stessi nell'atto di raggiungere un obiettivo.
Mangia uno snack: È probabilmente uno degli effetti dello stress più abusati come scusa e anche più odiati... ma non è necessariamente sbagliato. "Il legame fra lo stomaco e il cervello è fortissimo e molti dati interessanti supportano la tesi che lo stomaco è un grande mediatore di stress", dice un professore di Psichiatria della Columbia University. Mangiare o bere qualcosa di dolce è un sollievo perché contiene la produzione dell'ormone dello stress. Certo, tutto sta nella moderazione ma un cioccolatino o un frullato dolce in un momento di stress possono essere un toccasana.
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Regalati una pianta: Secondo i ricercatori, la sola vicinanza alle piante ci può indurre a rilassarci. Uno studio dell'Università di Washington ha scoperto che facendo entrare un certo numero di persone stressate in una stanza piena di piante si otteneva una diminuzione della pressione di 4 punti, come riporta il magazine Prevention.
Allontanati dallo schermo: L'uso ininterrotto del computer e dello smartphone è associato allo stress, alla perdita del sonno e alla depressione nelle donne, secondo uno studio dell'Università di Gothenburg, in Svezia. Assicurati di fare delle pause e cerca di spegnere il computer almeno un'ora prima di coricarti.
Usa quelle labbra: Baciare è un potente rimedio contro lo stress perché aiuta il cervello a rilasciare endorfina. Una ricercatrice della Northwestern University, Laura Berman, ha scoperto che su 2mila coppie, quelle che si concedevano baci solo durante i rapporti sessuali erano 8 volte più predisposte a soffrire lo stress o cadere in depressione.
Metti su della bella musica: La classica è certamente la migliore: rallenta il battito, diminuisce la pressione e perfino la quantità di ormoni dello stress, ma va bene qualunque melodia. Purché ci risulti piacevole infonderà il cervello di neurochimici del buon umore come la dopamina.
Connettersi ad Internet può anche aiutare: Gli schermi sono fonte di stress ma se si usa il web nel modo giusto, può essere un amico in questo senso. Uno studio di una clinica di Cleveland, negli States, rivela che alcuni programmi online contro lo stress, come la meditazione guidata, possono ridurre i livelli di stress e aumentare il benessere emotivo.
Mastica una gomma: Masticare può alleviare l'ansia, migliorare la ricettività e ridurre lo stress in momenti in cui si è multitasking, secondo uno studio del 2008.
Ridi: Non c'è niente di meglio di una buona risata per combattere l'ansia. Il meccanismo che si innesca, ridendo, è particolare: prima si attiva una risposta simile allo stress e poi la si elimina, una sorta di boomerang che produce un effetto rilassante.
Fatti aiutare dal migliore amico/a
Come dimostra uno studio sui bambini, che si è rivelato valido anche per gli adulti, passare del tempo con gli amici più cari può ridurre la produzione di cortisolo. Crea qualcosa: I gesti ripetitivi - come quelli per cucire o per fare un vaso di ceramica o per creare gioielli- sono buoni rimedi contro l'ansia, secondo il Dr. Perri Klass. In generale la ripetizione può avere effetti magici sullo stress: "La ripetizione di una parola, una frase, un movimento, un suono, una preghiera, fanno mettere da parte i pensieri superflui facendoci concentrare sulla ripetizione stessa", sostiene un altro esperto, il Dr. Herbert Benson.
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Curiosità tecnico-scientifiche Garbagnati Marco, Gerenzani Luca, Gerosa Giovanni e Pizzi Lizzardo
Come riempire 5 di hard disk
Il buco nero M87, che ha una massa di 6,5 miliardi di volte rispetto a quella del sole, è distante 53 milioni di anni luce dalla terra. L’immagine di questa singolarità è stata ottenuta da 8 radiotelescopi, la cui precisione é tale da poter leggere un giornale a New York seduti a Parigi, e raffigura la zona in ombra del buco nero. Inoltre per immagazzinare la grande quantità di informazioni sono stati utilizzati 5 di hard disk!
Parker: non scaldarti!
La sonda solare Parker si trova in orbita intorno al sole da circa 6 mesi e ha stabilito il
record di massimo avvicinamento alla nostra stella. Dovrà compiere in totale 7 orbite intorno
al sole per studiare la sua superficie esterna. Per resistere alle alte temperature utilizza uno
scudo termico che raggiungerà una temperatura perfino superiore ai 1200 °C mantenendo
la strumentazione interna intono ai 30 °C!
Ghiaccio istantaneo?
Grazie a questo esperimento lo potrai realizzare!
Le uniche cose che ti servono sono una bottiglietta di acqua distillata ed un congelatore.
Metti la bottiglietta nel congelatore a -20° dopo 1 ora noterai che è ancora liquida! A quel
punto per farla congelare puoi utilizzare diversi metodi: puoi versare l’acqua su un piatto
pieno di ghiaccio o scuotere la bottiglia o ancora inserire un cubetto di ghiaccio nella
bottiglietta. Ora potrai osservare in pochi secondi ciò che normalmente accade in diverse
ore, e creare castelli di ghiaccio!
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È nato prima l’uovo o la gallina? Il T-Rex!
Gli esperti hanno scoperto una cosa molto particolare. La struttura molecolare di una
proteina contenuta nelle ossa del T-Rex risulta analoga a quella di un'identica proteina
presente nei polli, mentre è totalmente assente dalle contemporanee lucertole, ritenute i
discendenti dei dinosauri.
Quanto stupidi sono i koala?
I koala sono uno degli animali con uno dei cervelli più piccoli rispetto al corpo e questo li
rende incapaci di adattarsi alle situazioni. Infatti se provassi a mettere delle foglie di
eucalipto (l’unica cosa che mangiano) su un tavolo non lo riconoscerebbero come cibo e
morirebbero di fame.
Può una monetina che cade da un’altezza considerevole uccidere una persona?
No, ma perché?
Se non consideriamo la resistenza dell’aria la monetina acquisirebbe una velocità
considerevole (305 km/h) ma non abbastanza da uccidere una persona, certo farebbe dei
danni considerevoli ma la persona sopravvivrebbe.
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Speaker’s corner Moraschini Benedetta e Rota Gaia
Lo Speakers’ corner nasce nel 1855 come punto di ritrovo per manifestanti che
protestavano contro una legge appena emanata, che proibiva l’apertura domenicale delle
attività commerciali. Nonostante ne siano poi nati diversi in più parti del mondo, l’originale si
trovava nella più famosa zona verde di Londra, Hyde Park, e tuttora chiunque ha la
possibilità di recarvisi per esprimere la propria opinione riguardo a temi di natura politica,
ecologica, etica e sociale.
Allo stesso modo questa sezione è dedicata alla libera espressione delle proprie idee,
soprattutto rispetto ad argomenti trasversali e di pubblico interesse.
Moraschini Benedetta
Perché tante controversie sul body positivity?
Se anche tu sei almeno vagamente attivo in rete non potrai aver fatto a meno di notare che
negli ultimi mesi ha preso piede un interessante quanto dibattuto movimento, noto con il
nome di body positivity. Questa corrente, nata dalla parte femminile del web ma che ha
finalmente raggiunto anche l’universo maschile, è secondo alcuni una manna dal cielo
mentre secondo altri la causa della nostra probabile quanto imminente estinzione.
Ma iniziamo con il fare chiarezza. Innanzitutto è doveroso sapere che questo hashtag vuole
spingerci, come dice il nome stesso, ad amare il nostro corpo nonostante i difetti che tutti
abbiamo e, più in generale, esso vuole sostenere che tutti i corpi sono degni di rispetto ed
inclusione.
Non sembra poi un’idea così orripilante, o sbaglio? Ci voleva proprio un bel messaggio
d’amore verso se stessi, specie se consideriamo che questo potrebbe dare una mano a
risolvere problemi quali autostima bassa ed insicurezza che purtroppo riguardano i
giovanissimi e non solo.
Eppure, dopo ogni campagna
pubblicitaria che rimanda a questo
movimento, di polemiche ce ne sono
in quantità. Basta dare un’occhiata a
qualche commento per averne la
conferma. Interessante è notare
come persone di ogni età,
improvvisandosi medici esperti,
riescano a fornire rapide diagnosi
basandosi su una semplice
immagine, permettendo al
malcapitato in fotografia di saltare
lunghe liste d’attesa, prenotazioni e visite specialistiche. Una bella comodità. Su ciò che
spinga qualcuno a sentirsi in diritto di riversare parole d’odio sul profilo di uno sconosciuto,
non ho intenzione di soffermarmi perché la risposta, come ben sappiamo, richiede uno
studio più approfondito. Quello che vorrei invece sottolineare è come la mentalità sia ancora
chiusa in maniera addirittura ridicola su determinati argomenti. È vero che non tutti i corpi
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immortalati in campagne del movimento sono corpi sani. Ma, se stai annuendo perché
anche tu ritieni che questo comporti una diffusione di ideali di bellezza non salutari, allora mi
tocca dirti con chiarezza che sei proprio fuori strada, perché non è questo il punto. Evitando
di sottolineare che nemmeno i modelli magrissimi e ritoccati proposti fino ad oggi fossero
poi così sani, bisogna invece chiarire che il body positivity non vuole lanciare future
supermodelle. Né tantomeno far sì che essere obesi diventi la nuova moda. Non ho
intenzione di entrare nei meriti del perché una persona sia sovrappeso, che come tutti
sappiamo possono essere più di uno e non sono sempre collegati all’alimentazione. Voglio
semplicemente dire che, indipendentemente da come sia il tuo aspetto fisico, il tuo corpo ha
dignità e merita rispetto.
Quindi, la prossima vota che vedrai la foto di qualcuno che, nonostante i mille difetti, trova il
coraggio di mostrarsi per come è di fronte a una macchina fotografica, aspetta un attimo
prima di commentare. Ricordati che ognuno sta combattendo battaglie di cui non sappiamo
l’esistenza. Che la salute non si misura in chilogrammi. Che non sta a te giudicare. E poi
sorridi, perché tutto ciò che quella persona sta chiedendo è un po’ di rispetto, e sono sicura
che tu riuscirai a darglielo.
Gaia Rota
Un’eroina che ci è di esempio
Malala Yousafzai è nata il 12 luglio 1997 a Mingora in Pakistan. Nel suo nome c’era già il
suo destino. Questo infatti è stato scelto dal padre e deriva da Malai, la giovane figlia di un
contadino di Maiwand, che è ricordata per aver soccorso i feriti sul campo e per aver
sostituito il portabandiera ucciso mettendosi alla testa delle truppe afgane durante
l’occupazione inglese. Non è difficile comprendere da chi la ragazza abbia appreso quei
valori e la tenacia che l’hanno resa una paladina del diritto all’istruzione.
La sua storia è esemplare. Figlia di un padre preside e una madre analfabeta, aveva solo
dieci anni nel 2007 quando i talebani imposero il loro regime nella Swat Valley nel Pakistan
nord-occidentale. Malala iniziò il suo impegno come attivista all’età di undici anni curando
un blog per la BBC sulle condizioni di vita della popolazione sotto il regime dei talebani che
non permette alle donne di accedere all’istruzione, firmandosi con lo pseudonimo di Gul
Mukai. Grazie a questo blog ottenne popolarità ma anche l’ostilità dei talebani che culminò
con un attentato verso la sua persona il 9 ottobre 2012 mentre la ragazza, appena uscita da
scuola, si trovava sul pullman con cui era solita tornare a casa. Fu ferita da tre colpi di arma
da fuoco al collo e alla testa e anche altre due sue amiche furono colpite. Malala, allora solo
quattordicenne, fu trasferita, mentre era ancora in coma, nel Regno Unito. Dopo un delicato
intervento al cervello, la giovane è guarita e ha continuato gli studi di economia, filosofia e
scienze politiche all’Università di Oxford. Il 10 ottobre 2014, a soli diciassette anni, è stata
insignita del premio Nobel per la pace insieme a Kailash Satyarthi, un attivista indiano,
diventando così la più giovane vincitrice di un premio Nobel. Non è potuta tornare per anni
nel suo Paese a causa delle minacce dei talebani, che l’hanno descritta come «il simbolo
degli infedeli e dell’oscenità», e di altri circoli islamici radicali contrari all’emancipazione
femminile. Nel 2018 l’attivista ha finalmente potuto visitare la sua città natale, Mingora, dalla
quale era mancata per ben sei anni.
«Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è
istruzione. E non ho paura di nessuno». Questo è il messaggio di Malala, la quale non ha
smesso di lottare per il diritto all’istruzione delle donne, ma più in generale, di tutti. Oggi in
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Occidente la formazione scolastica è alla base della vita dei bambini e dei ragazzi e sembra
scontata. In molti altri Paesi del mondo la maggior parte dei bambini non ha accesso a
un’istruzione valida. Lottare per la loro istruzione è il primo passo verso uno sviluppo
sostenibile e duraturo dei loro Paesi. Nelson Mandela non stava esagerando quando disse
che “l’istruzione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo”. La
conoscenza è potere ed aiuta a sfuggire ai soprusi che vengono facilmente perpetrati a
svantaggio degli ignoranti. Questo è noto anche ai talebani che hanno sparato a Malala e
che hanno ucciso molte insegnanti donne per paura del cambiamento e dell’uguaglianza
che porterebbero nella loro società.
Un personaggio che è spesso messo in secondo piano quando si racconta la storia di
Malala, ma che in realtà è stato decisivo nel suo percorso di crescita, è il padre della
ragazza, il quale sapeva del blog della figlia e le è sempre stato accanto supportandola
nella sua lotta. Il padre viveva in una condizione privilegiata rispetto alla figlia perché,
essendo uomo, non subiva le stesse discriminazioni; eppure, invece di impedirle di scrivere
il blog per paura delle possibili ripercussioni su di lui e sulla sua famiglia, è stato il primo a
credere in lei. In un mondo in cui ormai tutti preferiscono lottare per sé stessi e non per dei
giusti ideali comuni, il gesto del padre di Malala, che in quanto uomo era privilegiato e
quindi avrebbe potuto disinteressarsi della condizione di sua figlia e delle altre ragazze
afgane, è rivoluzionario. Ha usato la sua fortuna, cioè il suo essere uomo, per battersi per i
diritti delle donne.
Chiunque si trovi in una posizione di privilegio dovrebbe
sentire il dovere morale e la responsabilità di lottare per
gli altri: gli eterosessuali per i diritti di coloro che non lo
sono, i bianchi per i diritti dei neri, le donne occidentali
per le donne che vivono in Paesi nei quali non godono di
diritti, le persone istruite per il diritto all’istruzione di
coloro che non sono così fortunati, ecc… Tutti possiamo
e dobbiamo fare qualcosa per qualcun altro,
ricordandoci che le fortune che abbiamo non sono state
meritate. La storia di Malala ci insegna inoltre che,
anche se siamo vittime di una discriminazione,
possiamo sempre aiutare qualcuno che è meno fortunato di noi o che è discriminato per altri
motivi, senza che ciò sminuisca le nostre battaglie personali.
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Ottimi risultati degli studenti del “Maironi” nelle certificazioni di Inglese
Prof.ssa Giuseppina Gavazzeni
La serie storica dei risultati ottenuti dagli studenti del ‘Maironi’ da quindici anni a questa
parte è senz’altro di ottimo livello come si può capire dalla tabella sottostante, ma
quest’anno ci sono numerosi motivi per esserne ancora più fieri. In primo luogo, la
percentuale assoluta di successi in tutte le certificazioni è la più alta di sempre
avvicinandosi al 99% (98,6). Sono il 94,4% gli studenti del Liceo che possiedono o il PET o
il FCE o il CAE, mentre i compagni dell’Ite raggiungono il 76,4%, percentuale di tutto
rispetto.
Inoltre, è cresciuto il numero di studenti che si iscrivono al Cae e ottengono risultati che, sommando il livello A con il livello B, arrivano al 56%.
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Infine, un altro elemento che fa onore agli studenti – e ai docenti che li preparano – è il
numero in aumento pressoché costante degli studenti che ottengono la certificazione PET.
Tale dato può essere interpretato come il segno di una consapevolezza maggiore che
ragazzi e famiglie hanno della necessità di possedere la certificazione nella Lingua Inglese
vero passe-partout per andare ovunque nel mondo e non solo in senso geografico.
Tornando ai dati della tabella A e in particolare al possesso della lingua inglese ai livelli più
alti è evidente il considerevole divario esistente fra le percentuali ottenute dagli studenti del
Liceo e quelle ben più basse degli studenti dell’Ite. Ovviamente ciò non significa che gli uni
sono più bravi degli altri, ma che sono diverse le condizioni di studio.
Innanzitutto gli studenti dell’Ite, a partire dalla classe quarta si dedicano soprattutto alla
lingua settoriale del commercio, cosa che è senz’altro utile per la loro professione futura,
ma non permette loro di utilizzare una lingua a 360 gradi come è richiesto dalle
certificazioni.
Un altro elemento importante da considerare è il carico orario più pesante nell’istituto
tecnico economico rispetto al liceo che tiene gli studenti in classe fino alle 14, di
conseguenza nel pomeriggio hanno a disposizione poco tempo per studiare.
Inoltre, gli studenti dell’Ite, nel loro piano di studi hanno due/tre lingue. Si comprende
dunque come sia più difficile per loro passare da una lingua all’altra.
Con tutto questo senz’altro l’impegno dei ragazzi del liceo e dell’Ite è stato significativo
nell’acquisizione di competenze linguistiche che li faranno di certo andare lontano.
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Intervista a … di Arzuffi Alessia e Regazzi Cristina
Martina Pugliese è stata la ragazza che ha
fatto il progresso maggiore rispetto al livello di
partenza ed è stata una cosa straordinaria
vederla maturare, crescere e diventare
sempre più fluente.
Ha raggiunto una fluency notevole ed un
linguaggio molto vero. Non si tratta solamente
dell’inglese che c’è nei libri di scuola, ma di un
inglese molto autentico non costruito sui libri di
testo.
Come ti sei preparata all’esame?
L’esame si divide in più parti: listening, writing,
reading e speaking. Mi sono preparata alla
listening, che generalmente crea più difficoltà agli studenti, guardando serie tv e film in
lingua originale mentre per quanto riguarda writing e reading, oltre agli esercizi in classe, ho
effettuato molte prove scritte con la madre lingua.
Come pensi di utilizzare l’inglese nel tuo futuro?
Mi piacerebbe lavorare all’estero e ottenere disponibilità lavorative con multinazionali e
aziende che commerciano con diversi paesi nel mondo. Ho già avuto un’esperienza simile
facendo alternanza all’estero dove ho potuto scrivere e tradurre molte e-mail in inglese.
Da dove è nato l’amore per l’inglese?
In terza media avevo 7 in inglese. A Natale mio zio regalò a me e a mia cugina un biglietto
per andare a Londra dalla durata di 3 giorni, lo stesso anno avevo il ket e grazie alla
combinazione di queste esperienze mi sono appassionata molto all’inglese. Inizialmente
nemmeno al liceo avevo voti brillanti in inglese tuttavia si parte dal basso per poi arrivare in
alto.
Leggi romanzi in inglese?
Sono una persona che inizia i libri e non li finisce mai. Sto leggendo: “the manifesto on how
to be interesting” di Holly Bourne; “Flatland” di Hedwin Abbott Abbott, 1884; “The secret
window” di Stephen King.
Qual è la tua materia preferita?
Fisica, nonostante i voti non siano dei migliori, sono sempre stata affascinata da scienze e
fisica sin dalle medie.
Ti piacerebbe studiare all’estero?
È un’opzione che ho ampliamente discusso con i miei genitori i quali sarebbe disponibili a
farmi studiare all’estero. Sarebbe una bella opportunità perché finché stai in Italia non
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sviluppi l’accento inglese, relazionarsi con persone di altre nazionalità è una grande
occasione.
Hai mai trascorso vacanze in Inghilterra?
Ho fatto una vacanza studio a Broadstairs in terza liceo organizzata dalla scuola. Sono
stata in una casa famiglia, erano molto accoglienti e sono stata fortunata rispetto ad altri
compagni che hanno mangiato cereali a cena.
Hai consigli per migliorare il proprio inglese?
Sicuramente guardare serie tv e film in inglese, anche se con i sottotitoli, e leggere molto.
Insomma, fare quello che ti piace ma in inglese.
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Segnalazione di eventi
Bonalumi Anna, Ceresoli Silvia, Gotti Daniele e Rantuccio Denise
LA RUBRICA NON RUBRICA.
Ciao Maironiani, qui è Segnalazione Eventi, un gruppo sventurato di ragazzi a cui servono
crediti e che, con questo compito vano, cercheranno di proporvi tutti gli eventi a cui
probabilmente avrete già partecipato, in quanto, e ora capirete il perché della nostra
“sfigataggine” (si può chiamare con il suo nome la sfiga cronica che pende come una spada
di Damocle (link) su tutti i poveri studenti liceali?), all’uscita del giornalino le attività da noi
proposte saranno già avvenute.
-Il ragazzo che disse infinito
Lunedì 8 aprile 2019 alcune classi si sono recate
all’Auditorium di Bergamo per assistere a una
rappresentazione teatrale, un monologo,
incentrato sulla poesia L’Infinito di Giacomo
Leopardi, intervallato da momenti di danza. Il
poeta Davide Rondoni ha commentato la poesia
e la ballerina Agnese ha eseguito balli di danza
contemporanea inerenti al tema trattato. La
ballerina è stata in grado di dimostrarci che
esiste parallelismo tra l’arte poetica e l’arte del
movimento: il suo corpo, le sue membra, ogni
centimetro della sua pelle trasformavano in
movimento i versi di Leopardi; la sua espressività ha magnetizzato la nostra attenzione
anche perché si esibiva sul palco che quasi riuscivamo a toccare. Entrambi gli artisti sono
stati capaci di coinvolgerci fortemente: Rondoni non si è limitato a parafrasare la poesia, ma
ha direttamene rivolto gli interrogativi di Leopardi a noi spettatori moderni, dimostrando
l’attualità dei dubbi e del messaggio contenuti nell’Infinito. Come ha spiegato Davide
Rondoni la poesia, così come ogni opera d’arte, ha il potere di mettere al centro la nostra
vita e di farci riflettere su di essa. In particolare ci ha colpito l’effetto che la poesia ha avuto
su di noi.
-Il fu Mattia Pascal
Mercoledì 27 marzo 2019 abbiamo avuto l’opportunità di assistere a uno spettacolo teatrale
tratto dal libro di Pirandello, con l’omonimo titolo, Il fu Mattia Pascal. L’opera si è aperta con
un gioco di ombre molto suggestivo per riassumere brevemente l’incipit del romanzo.
L'intera opera è stata recitata con un linguaggio elevato coerente con l’epoca in cui è
ambientato il romanzo. Lo spettacolo ci è piaciuto, in particolare per l'attenzione ai dettagli e
per l'intensità con cui gli attori recitavano, infatti, nonostante la scenografia fosse basilare,
siamo riusciti a immedesimarsi perfettamente nella storia.
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-Donato Doneda dona
Il 4 aprile tre classi del liceo hanno portato in scena nell’Auditorium del Maironi uno
spettacolo in cui i costumi della società attuale vengono messi in discussione ironicamente.
L'attore Enzo Valeri Peruta ha aiutato i ragazzi a costruire lo spettacolo autonomamente,
facendo costruire loro il proprio personaggio. Ciò ha riscosso grande successo perché in
ogni personaggio era presente qualche caratteristica dello studente. Ci ha colpito inoltre la
bravura dei nostri coetanei nell'immedesimarsi in attori veri.
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Recensioni Besana Chiara e Roncoroni Dario
In questa sezione troverete recensioni di ogni tipo, da album musicali a film, da spettacoli a
libri. Si occupano di questo settore Dario Roncoroni e Chiara Besana della 3BL. Se volete
raccontarci le vostre opinioni oppure chiarire alcune nostre o vostre convinzioni potete farlo
scrivendoci una email all’indirizzo [email protected].
-City of Lies
Uscito a dicembre 2018, City of Lies vorrebbe far luce su una vicenda mai chiarita: gli
omicidi irrisolti dei rapper Tupac Shakur e
Christopher Wallace, in arte 2Pac e
Notorious BIG. Con Brad Furman alla regia,
il film racconta la storia del detective
Russell Poole (Johnny Depp) e del
giornalista Jack Jackson (Forest Whitaker),
due sconosciuti con una sola cosa in
comune: l’ossessione di scoprire cos’è
successo realmente a Christopher Wallace.
Presentato come il film che avrebbe
finalmente svelato cos’è successo quel
tragico 9 marzo 1997, City of Lies è in
realtà una delusione per tutti i fan del
rapper newyorkese: tra dialoghi che
sembrano essere piazzati a caso e
personaggi privi di spessore, il film è un
enorme flop. La presenza di Forest
Whitaker è uno dei pochi punti a favore di
questo lavoro, mentre Johny Depp spinge
ancora più verso il basso la qualità della
pellicola, sarà anche per la complessa
situazione familiare che lo coinvolge.
Per chi non conosce bene l’argomento, il film non è altro che una matassa impossibile da
sbrogliare: si cerca di spiegare una vicenda così intricata senza neanche dedicare del
tempo a una breve spiegazione della faida east coast-west coast degli anni ’90, o anche
solo della rivalità tra Biggie e 2Pac. Forse il fatto solo di inserire alcune tra le loro canzoni
più famose, come Long Kiss Goodnight e Hit ‘Em Up, avrebbe migliorato la situazione. E
invece neanche questa gioia è stata data ai fan di tutto il mondo.
Quello che ho trovato più imbarazzante è la superficialità con la quale Russell Poole è stato
rappresentato. Proprio sul suo libro Labyrinth si basa il film e per questo la figura del
detective avrebbe meritato uno spessore maggiore. Ciò che invece ci viene comunicato dal
film sull’ l’ex-poliziotto non è altro che l’immagine di un uomo paranoico convinto
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dell’esistenza di un complotto del LAPD (Los Angeles Police Department) che non viene
approfondito più di tanto.
Invito chiunque voglia approfondire questa storia a cercare la verità altrove.
-No Comment, Nitro
A più di un anno dalla sua uscita, l'ultimo album di Nitro, a mio parere, non è ancora
invecchiato.
Beat di qualità (quasi tutti firmati Low Kidd) e testi decisamente all'altezza del rapper
vicentino si sposano alla perfezione in ognuna delle 13 tracce, diversissime tra loro ma in
qualche modo intimamente collegate, come se volessero farsi ascoltare una dopo l'altra.
Si passa dalla critica demolitrice alla vita di oggi filtrata dai social, contenuta in Infamity
Show, che tra l'altro vanta Salmo come producer, all'introspezione psicologica di Horror
Vacui, dove Nicola (vero nome di Nitro) ci porta a fare un giro nella sua mente
perennemente in bilico con un testo fatto di figure retoriche che lo rendono senza dubbio il
più poetico dell'album.
Dal punto di vista tecnico, Nitro dà filo da torcere ad altri personaggi del panorama attuale,
con un ritmo quasi sempre serrato e parole nitide anche quando la velocità sfiora i suoi
impressionanti apici, in particolare in Passepartout, dove sentiamo anche la voce distorta
dall'autotune di Lazza, e in Ok Corral, una vera e propria sparatoria in cui anche la strofa di
Madman lascia a bocca aperta.
Non manca la nota romantica alla Pleasantville in San Junipero I e San Junipero II,
nonostante qui più che il rosso della passione prevalga la luce soffusa di un'alba invernale.
Nel complesso, No Comment è un ottimo album, tinteggiato con colori più tenui da quelli di
Suicidol, il suo lavoro precedente, ma altrettanto efficaci.