Non Nel Mio Cortile

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  • 8/6/2019 Non Nel Mio Cortile

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    piazza grande n133 04.07 5

    Non nelmiocortileIl rapporto tra le istituzioni, i servizi

    sociali e il tema della residenza.

    Intervista allAvvocato AntonioMumolo, Presidente

    dell'Associazione Nazionale

    Avvocato di strada, unesperienza

    nata a Bologna da Piazza Grande, e

    che in pochi anni si diffusa in tutta

    Italia

    Antonio Mumolo il Presidente

    dell'Associazione Avvocato di Strada,

    (www.avvocatodistrada.it) e da anni si

    occupa delle problematiche legali incon-

    trate da chi una casa non ce l'ha.

    Avvocato di strada un progetto nato

    all'interno dell'Associazione Amici di

    Piazza Grande Onlus, la stessa che pub-

    blica questo giornale, che dal 2001 assi-

    ste gratuitamente tutti i senza tetto che

    hanno problemi legali, e si batte per il

    riconoscimento di diritti sanciti dalla

    Costituzione ma che nel caso dei senza

    tetto vengono calpestati quotidianamen-

    te. Una delle battaglie portate avanti con

    pi incisivit dagli avvocati volontari

    quella per il riconoscimento della resi-

    denza anagrafica.

    Avvocato Mumolo, perch la residen-

    za anagrafica tanto importante per

    i senza tetto?

    La residenza anagrafica un requisito

    fondamentale per tutti, non solo per i

    senza tetto, perch se non la si ha

    come se non si esistesse. La gente

    comune riflette poco su questo proble-

    ma, perch tutti hanno una casa, o un

    luogo dove fissare la propria residenza,

    ed difficile per i pi capire che se la si

    perde si entra in una spirale da cui dif-

    ficile uscire. Senza residenza infatti non

    si pu lavorare, non si pu aprire una

    partita iva, non si ha diritto allassistenza

    del servizio sanitario nazionale, fatta

    eccezione per le prestazioni di pronto

    soccorso, non si pu partecipare ad unbando per ottenere una casa , non si pu

    votare. Come fa una persona che vive in

    strada a tornare a vivere una vita nor-

    male in queste condizioni?

    Come si fa a perdere la residenza?

    Pu accadere di perdere la residenza in

    varie maniere. Se si esce dallo stato di

    famiglia, l'anagrafe cancella il tuo nome

    dalle liste. Questo uno dei casi pi fre-

    quenti, perch sono moltissime le perso-

    ne che finiscono in strada in seguito a

    una separazione. Poi pu capitare quan-

    do si lascia una casa dove si era in affit-

    to. Quando arrivano i nuovi affittuari e

    viene fatta l'opportuna comunicazione i

    vecchi inquilini vengono cancellati dalle

    liste anagrafiche. Inoltre pu capitare

    che un Comune faccia un censimento. Se

    non risulti essere pi nel luogo dove

    avevi la residenza automaticamente

    vieni cancellato dalle liste anagrafiche.

    La cosa grave che spesso le persone,

    che non possono essere avvertite perch

    non se ne conosce il nuovo domicilio,

    non sanno nemmeno di aver perso la

    residenza, e quando lo scoprono, magari

    dopo tanti anni, sempre una brutta

    sorpresa.

    Cosa si deve fare per ottenere una

    nuova residenza?

    Se si perde la residenza bisogna recarsi

    presso l'ufficio anagrafe della citt dove

    si vive, e fornire un domicilio che verr

    verificato dai vigili urbani. La residenza

    anagrafica, per l'importanza capitale che

    ha per la vita di ogni individuo, pu

    essere concessa anche presso una rou-

    lottes, o in una grotta, non fa differenza.

    Noi siamo riusciti a far ottenere la resi-

    denza ad una persona che viveva in

    macchina, con moglie e figlia minore.

    Senza la residenza, tra laltro, la minore

    non avrebbe potuto iscriversi a scuola.

    Cosa succede nel caso delle persone

    che vivono in strada, si spostano di

    continuo e non hanno nessun domi-

    cilio?

    In quel caso si pu chiedere la residenza

    anche in una via inesistente. Anche se

    una cosa che sanno in pochi, la legge

    dice che ogni citt deve dotarsi di una

    via fittizia, dove poter fissare la residen-

    za a tutti quelli che vivono in citt.

    A Bologna questa via si chiama via

    Senzatetto, a Verona Via dell'ospitalit.

    A Roma la via inesistente intitolata a

    Modesta Valenti, una donna senzatetto

    morta alla stazione Termini perch non

    era stata soccorsa in quanto sporca e

    mal vestita.

    In alcune citt, come Foggia e Taranto,

    la via fittizia stata inaugurata dopo l'a-

    pertura in queste stesse citt di uno

    sportello di Avvocato di strada e su

    nostra richiesta, e questo per noi un

    motivo di grande orgoglio.

    Nel 2001 Avvocato di strada ha fatto

    causa al Comune di Bologna per far

    ottenere la residenza a una persona.

    Cos'era successo?

    Si era rivolto a noi una persona che vive-

    va in un dormitorio comunale, e che

    aveva chiesto la residenza presso lo

    stesso dormitorio dove abitava da diversi

    anni. Il Comune sapeva bene che quella

    persona era realmente presente in quel

    luogo, perch ogni dormitorio deve

    comunicare al Comune i nominativi delle

    persone ospitate. Ci nonostante, il

    Comune si rifiutava di concedere la resi-

    denza richiesta. Abbiamo intentato una

    causa d'urgenza ed il Comune ha dovuto

    concedere la residenza e quella persona.

    Dopo questa causa vinta, per i sen-

    zatetto diventato pi facile ottene-

    re la residenza a Bologna?

    Dovrei dire di si, anche se nonostante

    quella importante vittoria ancora oggi c

    chi negli uffici amministrativi interpreta

    la norma nazionale in senso restrittivo e

    costringe i senza tetto a lunghe attese.

    Proprio in questi ultimi mesi sono acca-

    duti due episodi (due persone che, pur

    dormendo in dormitori pubblici, hanno

    dovuto aspettare mesi prima di vedersi

    riconoscere la residenza) che ci hanno

    spinto a prendere dei provvedimenti.

    Come consigliere comunale, ho chiesto

    che vengano convocate due commissioni

    apposite proprio per discutere il proble-

    ma delle modalit di concessione della

    residenza. Lo scopo quello di fare in

    modo che chi vive in strada non debba

    aspettare mesi per avere la carta diden-

    tit con la via di residenza, per avere un

    medico e per poter avere gli stessi diritti

    di chi ha la casa.

    Quali motivi possono spingere le

    istituzioni comunali ad essere restie

    nel concedere la residenza anagrafi-

    ca?

    Credo che i Comuni temano che dalla

    concessione di una residenza possano

    venire oneri supplementari e imprevisti.

    Questa, a mio parere, un'analisi par-

    ziale e fondamentalmente sbagliata. Non

    dare la residenza significa infatti alimen-

    tare un circuito vizioso, perch se a una

    persona non viene concessa la residenza

    significa condannarla a rimanere nelle

    maglie dell'assistenzialismo. Significa di

    fatto negargli il primo lasciapassare

    verso un percorso di recupero.

    In pratica un Comune che non da la resi-

    denza a una persona ha come unica spe-

    ranza che questa persona a un certo

    punto vada a disturbare in unaltracitt. Ricorda da vicino quella che in

    ambito ambientalista si chiama sindrome

    Nimby, acronimo di Not in my Back

    Yard, che vuol dire "Non nel mio cortile.

    Si riconosce come necessario, o comun-

    que possibile, l'oggetto del contendere

    ma, contemporaneamente, non lo si

    vuole nel proprio territorio per via delle

    eventuali controindicazioni. Le istituzioni

    vorrebbero, giustamente, che tutte le

    persone fossero autonome ed indipen-

    denti, e che potessero realizzarsi come

    individui. Ma la concessione della resi-

    denza anagrafica il primo passo verso

    questa strada, e non concederla, come

    pu capire chiunque, non un modo di

    risolvere i problemi.

    di Jacopo Fiorentino

    [email protected]

    A sinistra Antonio Mumolo davanti alla Cassa del Riposo Notturno Massimo Zaccarelli