40
Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 7 - Settembre 2003 - Spedizione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 7 ... · Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 7 - Settembre 2003 - Spedizione in a. p. Art. 2 Comma 20/c -

  • Upload
    lynhi

  • View
    213

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 7 - Settembre 2003 - Spedizione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F.Bs.

L ’Angelo - Settembre 2003

2

L’AngeloNotiziario della Comunità parrocchiale

di Chiari (Bs)N. 7 - Settembre 2003 - Anno XIII nuova serie

http://www.parrocchiadichiari.orge-mail: [email protected]

Registrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991Tribunale di Brescia

Edito dalla Parrocchiadei Santi Faustino e Giovita

in Chiarivia Morcelli 7 - Chiari (Brescia)

Direttore responsabileClaudio BaroniRedazioneLuciano Cinquini, don Andrea Ferrari,Enrica GobbiHanno collaborato a questo numeroMons. Rosario Verzeletti, Bruno Mazzotti, Luisa Li-bretti, Maria Marini, Vittorio Iezzi, Roberto Bedo-gna, Emanuele Baroni, Caterina Chioda, FulvioCocciolo, Ida Ambrosiani, Giuseppe Delfrate, donFelice Rizzini, Primo Gandossi, Rosanna Agostini

Fotografia di copertinaVirginio Gilberti, fotografo in Verolanuova (Bs)TipografiaTipolitografia Clarense - di Lussignoli S. & G.

Affidiamo l’inizio dell’anno pastorale alla Ver-gine del Rosario. Volutamente, da tempo, lasettimana che chiama a ricominciare porta il

nome di settimana mariana. L’immagine l’abbiamopresa dallo stendardo dell’Associazione Madri Cri-stiane, che in quest’anno dedicato al Santo Rosariostanno riproponendo l’Associazione alla nostra co-munità. Nelle pagine interne ampio spazio è dedica-to alle attività estive dei ragazzi e dei giovani, ma ilcuore è rappresentato dalla Lettera del Vescovo e dal-la presentazione dell’ultima Enciclica del Papa dedi-cata all’Eucaristia. Speriamo che il peso specificodelle proposte non venga capovolto, leggendo le im-magini, per belle che siano, e sfogliando il resto.Buona lettura.

Ai collaboratori� Il materiale per il numero di ottobre 2003 si consegna

entro lunedì 15 settembre 2003.� L’incontro di redazione per progettare il numero

di novembre 2003 è fissato per lunedì 29 settembre 2003,presso la sede, via Garibaldi 5, ore 20.45.

SommarioLa parola del ParrocoParrocchia, comunità cristiana che affascina 3Settimana pastorale mariana 5Consiglio Pastorale ParrocchialeUn piano parrocchiale per l’iniziazione cristiana 5Cambio sacerdotiIl nostro cuore ti ha voluto bene 6Egli guiderà i nostri passi 7Benvenuto don Alberto 8Monti… Chiari 8La lettera del vescovoFede come fuoco e gioia 9Ecclesia de eucaristiaL’Eucaristia fa la chiesa 10Se la tua parrocchia fa pietà 12Cose sbalorditiveAngelo custode e demonio 13Mondo missionarioLa missione di Hong Kong 14Apostolato della preghiera 15

Sacerdoti del ’900Don Angelo Vicentini 16SantelloneUn grande anniversario 17MondoScoutCampo nazionale 18Io sperimento… e tu? 19Servizio e divertimento 19Centro Giovanile 2000Oratorio, estate 2003 20San BernardinoNotizie 24L’anno del rosario in carcere 24A Bi Bò… 25Olini, poeta della Bassa 26Laboratorio di teatro 27Il bello del calcio… 28Grazie! 28Quelli di San Giovanni 29

Con don Bosco per sempre 30In memoria di Giacomo Vigano 31ClarensitàLezione di ginnastica 32La pagella del 1927 32Mo.I.Ca. informa 32

Lo sfogo di una nonna 33Associazione Pensionati - Chiari 33

SportStraordinario… Importante! 34Emergenza Freddo 35

Calendario liturgico pastorale 36Anagrafe parrocchiale 36Offerte 37In memoria 38Perle e perline... 39

Il prossimo numero de“L’Angelo” sarà disponibile

sabato 4 ottobre 2003.

Carissimi Clarensi,il mese di settembre ci vedetutti impegnati a riprendere il

cammino cristiano per il nuovo annopastorale 2003 - 2004. Il Vescovo nellasua lettera pastorale ci invita a far sìche “la nostra parrocchia diventi unacomunità che affascina e sia attraentenon tanto per le molte iniziative chefa, ma per la presenza di cristiani adul-ti nella fede che vivono con gioia e co-erenza la loro appartenenza a Cristo”.Mi sovviene alla mente il messaggio diSan Paolo agli Efesini: “Dovete rinno-varvi nello spirito della vostra mente erivestire l’uomo nuovo, creato secon-do Dio nella giustizia e nella santitàvera” (Ef. 4,23). L’ideale per un cri-stiano è rivestirsi di Cristo, il cui fasci-no ci invita a seguirlo per la sua parolavera e autentica.La ripresa è spesso accompagnata daentusiasmo per la novità che si ricercanel ritrovarci a programmare in unmutuo riconoscimento che porta allacorresponsabilità e alla gioia di sentiredi appartenere ad una comunità checammina nel tempo e che comunica ilVangelo per rimanere cristiani e perdiffondere la fede a tutti e in specialmodo alle nuove generazioni. Qui puòessere valido ricordare l’impegno pro-posto dal Convegno Ecclesiale Parroc-chiale dell’aprile scorso e di quelloDiocesano celebrato in maggio.Addirittura il Papa Giovanni Paolo IIdescrive così la comunità parrocchiale:“La Parrocchia è la casa della comuni-tà cristiana a cui si appartiene per lagrazia del Battesimo; è la scuola dellasantità per tutti i cristiani, anche percoloro che non aderiscono a determi-nati movimenti ecclesiali o non colti-vano particolari spiritualità; è il labo-ratorio della fede in cui vengono tra-smessi gli elementi basilari della tradi-zione cattolica; è la palestra della for-mazione, dove si viene educati allafede e iniziati alla missione apostoli-ca”. Allora si può certamente dire chela Parrocchia è la comunità cristianache promuove la santità, la fede e laformazione. In questa luce leggo l’invi-to del vescovo a costruire la Parroc-chia attraente che agli inizi del nuovo

millennio vive la nuova evangelizzazio-ne per la formazione di cristiani adulti eil rinnovamento della iniziazione cri-stiana dei fanciulli e dei ragazzi.La nostra Parrocchia nel prossimoanno pastorale cerca di impegnarsi inquesto:

È una comunità protesaverso l’essenziale.Negli anni che hanno portato al 2000la Parrocchia si è impegnata moltissi-mo nella pastorale giovanile, “inve-stendo sui giovani” e giungendo allameravigliosa inaugurazione del nuovoCentro Giovanile 2000. Si è evidenzia-to il cammino vissuto e si è giunti a ri-flettere sul valore e sull’importanzadella catechesi come conoscenza dellaParola di Dio e applicazione nella vitadi ogni fedele, seguendo le istanze del-la nuova evangelizzazione. In questoambito si è data attenzione particolarein uno studio approfondito circa la ini-ziazione cristiana dei fanciulli e deiragazzi, che si cerca ora di avviare se-condo le indicazioni del Consiglio pa-storale e della Commissione di pasto-rale giovanile.Ritengo essenziale questo impegnodella comunità e invito i genitori, glianimatori ed educatori, i catechisti, ivari gruppi e associazioni, le istituzionie pure la scuola ad “accogliere e ac-compagnare il nuovo cammino di ini-ziazione cristiana, cioè di catechesi deifanciulli e dei ragazzi” che verrà vissu-to nell’anno pastorale 2003 - 2004. Sitratta di un cammino che introduce nelmistero di Cristo e della Chiesa, cioè fadiventare cristiani. Questo impegnoresponsabile spetta alla comunità ec-clesiale in quanto tale, che in forma uf-ficiale e autorevole attiva il camminodi iniziazione cristiana per tutti coloroche desiderano diventare cristiani.I punti di riferimento per questo cam-mino di catechesi saranno il documen-to elaborato dal Consiglio pastorale elo strumento di lavoro, voluto dal no-stro Vescovo mons. Giulio Sanguineti,“L’iniziazione cristiana dei fanciulli edei ragazzi”, messi a nostra disposizio-ne e affidati alla buona volontà di tutti.L’obiettivo è di accompagnare la for-

mazione del diventare e rimanere cri-stiani e i Sacramenti della Confessio-ne, della Prima Comunione e dellaCresima sono ricevuti come mezzi spi-rituali che sostengono l’educazionecristiana e non fini a sé stessi, in modoche una volta ricevuti ci si sente arriva-ti, ma viene continuato sempre il cam-mino personale di formazione cristia-na.Nel prossimo settembre l’incontro del-la comunità e dei catechisti con i geni-tori potrà considerare la disponibilitàad avviare questo nuovo modello diiniziazione cristiana con i bambini del-l’ACR e degli Scout e di eventualigruppi del catechismo ordinario.

È una comunitàraccolta nella comunione.Insieme alla catechesi, i sacramenti, lapreghiera e la liturgia favoriscono lacomunione di tutti coloro che intendo-no vivere l’incontro con il Signore nel-la vita cristiana. Durante lo scorsoanno sono state dedicate delle riunionidel Consiglio Pastorale alla riflessionesulla Liturgia che si celebra nella no-stra Parrocchia. Gli obiettivi postisono stati tre: mettere in atto celebra-zioni capaci di generare comunione;realizzare celebrazioni più evangeliz-zanti, più vive e partecipate; esprimerenelle celebrazioni la ricca varietà diministeri (animatori liturgici, cantori,organisti, lettori, ministranti, ministristraordinari dell’Eucaristia).I vescovi nel documento “Comunicareil Vangelo in un mondo che cambia” aln. 47 dicono: “Perché la Parola e l’ope-ra di Dio e la risposta dell’uomo si tra-mandano lungo la storia, è assoluta-

L ’Angelo - Settembre 2003

3

Parrocchia, comunità cristianache affascina

LA PAROLA DEL PARROCO

mente indispensabile che vi siano tem-pi e spazi precisi nella nostra vita dedi-cati all’incontro con il Signore. Ci sem-bra fondamentale ribadire che la co-munità cristiana potrà essere una co-munità dei servi del Signore soltantose custodirà la centralità della domeni-ca come giorno del Signore, Pasquasettimanale con al centro la celebra-zione dell’Eucaristia e se custodirà nelcontempo la parrocchia quale luogo acui la comunità stessa fa riferimento”.Da qui si deduce la centralità dellaparrocchia nella centralità dell’Eucari-stia. Serve allora una liturgia insiemeseria, semplice e bella, che sia veicolodel mistero, rimanendo nel tempostesso intelligibile, capace di narrare laperenne alleanza di Dio con gli uomi-ni. Ad ogni cristiano stanno a cuore trevalori che aiutano la comunione fra-terna e il realizzarsi del Vangelo diCristo nella vita quotidiana: Domeni-ca, Eucaristia, Parrocchia.Il Papa nella esortazione apostolica“Ecclesia in Europa” del 28 giugno2003 al n. 69 ci suggerisce: “Il compito

che attende la Chiesa in Europa è im-pegnativo e insieme esaltante. Essoconsiste nel riscoprire la liturgia, ilsenso del mistero; nel rinnovare le ce-lebrazioni liturgiche perché siano se-gni più eloquenti della presenza di Cri-sto Signore; nell’assicurare nuovi spazial silenzio, alla preghiera e alla con-templazione; nel ritornare ai sacra-menti, specialmente dell’Eucaristia edella Penitenza, quali sorgenti di liber-tà e di nuova speranza. Così nell’enci-clica “Ecclesia de Eucaristia” al n. 35 ilPapa afferma: “Risulta una esigenzaintrinseca all’Eucaristia che essa siacelebrata nella comunione, nell’inte-grità dei suoi vincoli e nel decoro ri-chiesto da così grande mistero di fedee di grazia”.Il lavoro svolto nel Consiglio Pastoraleci accompagnerà al Convegno Liturgi-co Parrocchiale dell’ottobre prossimo.

È una comunità radicata nel territorioe che vive la carità.La nostra comunità parrocchiale tendead essere attraente quando realizza lacatechesi, vive la comunione nella li-turgia e promuove nel territorio la ca-rità di Cristo. Il tema della carità ci ac-compagnerà nel nuovo anno pastorale2003 - 2004. La riflessione ci porteràalla riconsiderazione e alla program-mazione della Caritas nell’ambito par-rocchiale e nella zona, nei vari aspetti edimensioni, nei vari gruppi e associa-zioni presenti sul nostro territorio. Èlodevole l’impegno che viene profusoda tanti volontari che mirano ad essereprecisi, sereni e disponibili, attenti allevarie esigenze e istanze.Il Papa nella esortazione “Ecclesia inEuropa” ai numeri 84 e 85 ci dice cheper servire il Vangelo della speranza,anche alla Chiesa che vive in Europa èchiesto di seguire la strada dell’amore.È strada che passa attraverso la caritàevangelizzante, l’impegno multiformenel servizio, la decisione per una gene-rosità senza soste né confini.Il servizio della carità avviene nella co-munione e nella solidarietà. Segno estrumento dell’intima unione con Dioe dell’unità di tutto il genere umano, laChiesa lo attesta quando le persone, lefamiglie e le comunità vivono intensa-mente il Vangelo della carità. In altritermini, le nostre comunità ecclesialisono chiamate ad essere delle vere pa-lestre di comunione. La testimonianzadella carità deve raggiungere ogni per-sona in modo tale che l’amore per tutti

gli uomini diventi fermento di autenti-ca solidarietà per l’intero vivere socia-le. È necessario far crescere nella co-munità la cultura della solidarietà eriscoprire il senso autentico del volon-tariato cristiano.

Le direttive per un lavoro pastoraleparrocchiale ci porteranno a favorirela catechesi, la liturgia e la carità: sonotre mezzi che porteranno la nostra par-rocchia ad essere “attraente”, secondol’invito del nostro vescovo, che nelprossimo mese di marzo 2004 compiràla Visita Pastorale.

Auguro a tutti un buon impegno co-munitario per il nuovo anno pastoralecon l’intercessione dei Santi Faustinoe Giovita e nella protezione della Ver-gine Maria.

don Rosario

L ’Angelo - Settembre 2003

4

ACLI

L’Associazione Cristiana La-

voratori Italiani a 56 anni

dalla sua fondazione e dopo

ben 48 trascorsi in vicolo To-

nale, da settembre 2003 avrà

la nuova sede in via Rota n.

10, all’interno dell’ex Orato-

rio Santa Maria.

Nella nuova sede, oltre alla

sala per riunioni, troveran-

no spazio la Segreteria, l’uf-

ficio del Patronato e il CAF

per il servizio fiscale, non-

ché le attività ricreative.

Il numero di telefono

dell’Associazione rimane

030.7002797mentre quello

del Patronato è

030.711880

Liturgia ordinaria

Messe Prefestive17.00 San Bernardino18.00 Duomo19.30 Monticelli

Festive6.00 Duomo6.30 San Bernardino7.00 Duomo7.30 San Bernardino8.00 Duomo8.30 San Bernardo9.00 Duomo9.00 Santellone9.00 San Bernardino

10.00 Duomo10.00 Santa Maria10.30 San Giovanni10.30 San Bernardino11.00 Duomo11.00 Santa Maria12.00 Duomo18.00 Duomo

Feriali6.25 San Bernardino7.00 Duomo / Sant’Agape7.30 San Bernardino8.00 Duomo9.00 Duomo

17.00 San Bernardino18.30 Duomo /Sant’Agape

Centro Aiutoalla Vita

Chiari

Segreteria telefonicaTelefono 030.700.16.00

L ’Angelo - Settembre 2003

5

Settimana Pastorale Mariana28 settembre - 5 ottobre 2003

Gesù Cristo vivente nella Chiesa

Comunità attraentie iniziazione cristiana

Domenica 28 settembreGiornata dell’apertura dell’anno catechistico❑ Ore 10.00 - Santa Messa in Duomo e “mandato” alla Comunità Educati-

va dell’oratorio (Catechisti, Animatori, Educatori, Collaboratori)❑ Ore 12.00 e 16.00 - Battesimo comunitario in Duomo❑ Ore 18.00 - Santa Messa di apertura della Settimana Pastorale MarianaLunedì 29 settembreGiornata per gli ammalati e anziani❑ Ore 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)❑ Ore 20.30 - Incontro con i genitori della seconda elementare al Centro

GiovanileMartedì 30 settembreGiornata per la famiglia❑ Ore 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)❑ Ore 20.30 - Incontro con i genitori della seconda e terza media al Centro

GiovanileMercoledì 1 ottobreGiornata della parola di Dio❑ Ore 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)❑ Ore 14.30 e 20.30 - Inizio della Scuola della Parola di Dio

(Casa canonica)Giovedì 2 ottobreGiornata per le vocazioni❑ Ore 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)❑ Ore 20.30 - Incontro con i genitori della terza elementare al Centro Gio-

vanileVenerdì 3 ottobreGiornata della adorazione eucaristicaOre 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)Ore 9.45 - 11.30 e 15.00 - 16.00 Adorazione Eucaristica in DuomoOre 20.30 - Assemblea comunitaria dei collaboratori parrocchiali al CentroGiovanile (Consiglio Pastorale, Consiglio per gli Affari Economici, Consiglidegli Oratori) e aggregazioni ecclesiali (Associazioni, Gruppi, Movimenti)sulla Scelta Pastorale del nuovo anno 2003 - 2004Sabato 4 ottobreGiornata della riconciliazioneOre 9.00 - Santa Messa della comunità (Santa Maria)Ore 15.00 - Ss. Confessioni per tutti in DuomoOre 18.00 - Santa Messa Vespertina in DuomoDomenica 5 ottobreFesta della Beata Vergine Maria del Santo RosarioOre 10.00 - Santa Messa Solenne della comunità in DuomoOre 16.00 - Vespri in Santa Maria e processione marianaOre 18.00 - Santa Messa di conclusione della Settimana Mariana

Consiglio PastoraleParrocchiale

Un piano parrocchialeper l’iniziazione cristiana

La sera del 20 giugno 2003,nel salone dell’Oasi San-t’Angela Merici, si è tenu-

ta una riunione del Consiglio Pa-storale Parrocchiale, l’ultima pri-ma dell’interruzione estiva.All’Ordine del Giorno c’era la ri-flessione per la presentazione diun progetto parrocchiale per l’ini-ziazione cristiana. Infatti, da alcu-ni mesi, il Consiglio si andava in-terrogando su questo tema e, co-me risultato di varie riunioni, frale quali anche un incontro di ap-profondimento con il Parroco, isacerdoti e un membro laico dellaCommissione di Pastorale Giova-nile, è stato redatto un documen-to che sintetizza innanzitutto levarie problematiche e che formu-la alcune proposte operative cheverranno sperimentate prossima-mente. Il progetto è rivolto ai ca-techisti, agli operatori, ai genitori,alle giovani coppie, agli educatorie animatori in genere e si propo-ne di iniziare e accompagnare allafede cristiana i bambini e i ragaz-zi. Non si tratta di catechismo nelsenso tradizionale, che si prefig-geva in modo precipuo di prepa-rare i ragazzi, i fanciulli e i giovaniai Sacramenti: si tratta piuttostodi coinvolgerli nella fede cristia-na, nella mentalità insegnataci daGesù, nell’educazione all’amore,alla carità e alla pace.I Sacramenti pertanto sono delletappe fondamentali in questocammino di fede. È importantefavorire l’educazione alla fede ealla sua trasmissione nella vitaper un impegno cristiano conti-nuo e autentico.Il Consiglio Pastorale si è posto inriflessione anche sui problemidella Liturgia, ma questo argo-mento, dai molti risvolti, verrà ri-preso in seguito.

Ida Ambrosiani

L ’Angelo - Settembre 2003

6

La notizia del nuovo impegno personale e

del trasferimento di don Andrea Gaz-

zoli è ormai presente in tutti. Dal Cen-

tro Giovanile 2000 di Chiari don

Andrea in settembre partirà per Roma,

dove proseguirà gli Studi Teologici

presso l’Università, per alcuni anni.

Egli è rimasto solo tre anni con noi.

Tutto è bastato per stabilire con lui un

legame grande e significativo di amicizia

sacerdotale.

La vocazione a seguire il Signore esige

una completa rottura con ogni piano

programmato, con ogni aspirazione solo

nostra e invita a rivolgere lo sguardo verso l’orizzonte di Dio che porta ad una svolta non facile né semplice. Il

saluto è il momento per te, don Andrea, delle sensazioni ed emozioni indefinite: rimpianto di cose e persone che

si vorrebbero avere vicine. Adesso ti vediamo partire con la speranza e la fiducia che tu possa scoprire il nostro

cuore che ti ha voluto bene.

Ho sempre presente la mattina in cui venni al Centro Giovanile 2000 all’inizio della S. Messa per comu-

nicare la notizia della decisone del vescovo a tuo riguardo: erano presenti tanti bambini e ragazzi, i giovani e nu-

merosi genitori, animatori e catechisti, sacerdoti e suore. I volti di tutti, dopo un attimo di sorpresa, hanno ma-

nifestato tanta emozione e anche qualche lacrima nei loro occhi, anche dei bambini. È stato bello e meraviglioso

anche per me constatare come i bambini e ragazzi, i giovani ti vogliono bene e penso di non essere un debole a dire

che anch’io mi sono commosso veramente.

La tua persona animata dall’amore per il Signore, per gli uomini, per la vita; la tua profonda sensibilità che ti

permette di cogliere ciò che sfugge ai molti e ti rende capace di accogliere tutti; la tua corporatura esile, la sempli-

cità e serenità personali, la tua precisione e una spiccata intelligenza, un grande senso di responsabilità, la buona

volontà, l’andar d’accordo con tutti e una generosa vita sacerdotale hanno affascinato tutti, inducendo alla ri-

flessione e all’impegno della vita cristiana.

È il momento per noi in cui viene da dire: grazie. Poche parole, lucide, senza ricami. Grazie, don Andrea per

tutto quello che per noi sei stato: il padre buono dei bambini e dei ragazzi, l’amico leale di tanti giovani e adole-

scenti, il fratello fedele degli adulti. E il pensiero che sorge ancora dal di dentro, adesso: grazie!

È qui allora che nasce nell’animo un dovere semplice e profondo: la fedeltà e la continuità per la vita del Centro

giovanile stesso. In questi giorni stai preparando il tuo trasloco; a nome di tutti ti chiedo, sì, porta via pure le tue

cose e i tuoi libri, ma non dimenticarti di portar via con te i nostri cuori e il nostro affetto. I volti dei clarensi tra-

ducono amicizia.

Così, per finire, ti auguro a nome dei sacerdoti e di tutti tante cose buone e tanto coraggio per il tuo nuovo e non

facile impegno. Noi ti ricordiamo e preghiamo per te. Quando sarai a Roma, magari ti potrai sentire anche

solo; ebbene, al termine di ogni tua giornata, quando ti raccoglierai davanti al Signore per pregare, lì nel buio si-

lenzioso della sera, prega a lungo anche per noi. Raccogli il tuo volto fra le mani e facci passare davanti a uno a

uno, sono tutte persone care e ti resteranno per sempre amici fedeli nel ricordo gradito e nella preghiera: questo

sono sicuro che ti riuscirà, in quanto Chiari con il suo Centro giovanile è stata finora la tua prima e ancora ri-

mane la tua comunità.

Concludo ringraziando il Signore per quello che don Andrea è stato per la comunità parrocchiale e per il Cen-

tro Giovanile 2000 e per la generosità con cui si è donato.

Tanti auguri e un cordiale saluto.

Il tuo prevosto, don Rosario

L ’Angelo - Settembre 2003

7

Chiari, 15 agosto 2003

Egli guiderà i nostri passiNei giorni scorsi, mentre preparavo le mie cose per la partenza, sfoglia-vo le fotografie e ricordavo volentieri, anche se con un po’ di nostalgia,le belle esperienze vissute in questi tre anni nella Comunità di Chiari.Certamente ogni parrocchia ha la sua storia e un prete che vi si inseri-sce pian piano ha tanto da ricevere e da imparare prima che da dare.Anch’io posso dire di aver ricevuto tanto e sento sempre più vera quellaparola di Gesù che dice: “Voi che avete lasciato tutto per seguirmi… ri-ceverete cento volte tanto…”L’amicizia di tanti ragazzi e giovani e di tante famiglie, insieme a quelladegli altri sacerdoti e delle suore… le esperienze vissute al CentroGiovanile 2000… i momenti belli e quelli più difficili… sono un tesorogrande che mi porto nel cuore: Grazie, Signore! Grazie, amici di Chiari!Nelle settimane passate molti hanno voluto esprimermi la loro stima ela loro simpatia: ringrazio tutti indistintamente per il calore e la vicinan-za che mi avete espresso.Mi piace condividere con voi alcune parole di una lettera, che mi è giuntadopo l’annuncio del mio trasferimento: “… Nessuno ci appartiene e a nes-suno apparteniamo; apparteniamo solo a Colui che ci ha creato e ci poneall’interno del suo Progetto di Amore, a volte incomprensibile per lamentalità umana. Di una cosa però dobbiamo essere certi: Egli guiderà inostri passi, la nostra entrata e la nostra uscita ora e per sempre…”Sono parole che mi hanno dato fiducia: quando cerchiamo di fare la volon-tà di Dio in ogni circostanza della vita e tentiamo di amare e servire laChiesa con cuore libero, non abbiamo nulla da temere… E la Chiesa sie-te voi di Chiari, così come tutte le persone che Dio mi darà di incontrarenei prossimi anni…Ho un ultimo regalo da chiedervi: la vostra preghiera per me e per donAlberto, che muove i suoi primi passi da sacerdote con voi.Assicuro anch’io la mia preghiera, anche per chi non ho conosciuto o hoconosciuto poco.Spero che la Comunità di Chiari sia sempre disposta a scommettere ea investire sulle giovani generazioni e a camminare insieme, in comunione:è quello che Dio desidera di più per noi!

Buon cammino!

Sempre vostro nel Signoredon Andrea Gazzoli

La chiusura del Grest delleelementari era divenutal’opportunità di salutare

don Andrea. Ne riportiamo il te-sto, come tassello prototipo di tuttii nostri “grazie”.

Ogni anno al Grest c’è qual-che novità. Quest’anno lasorpresa più grande per

noi di quarta e quinta elementare èstata di avere don Andrea con noidurante le tre settimane che abbia-mo passato insieme e che si sono ap-pena concluse. È stato importanteper tutti noi imparare a conoscerlomeglio, a non vederlo solo come“don”, ma anche come amico chepercorre con noi un pezzo impor-tante della nostra vita.Il Grest è allegria, movimento, sco-perta, ma è anche a volte stanchezza,rabbia, delusione per tutti noi che vipartecipiamo. Don Andrea è stato, aseconda del momento, allegro, fer-mo nelle sue decisioni, pronto adascoltarci e a spronarci. Abbiamo si-curamente avuto la possibilità di sco-prire il grande cuore di don Andrea egli abbiamo fatto scoprire il grandecuore che batte nei bambini, negliadolescenti e negli adulti dell’Orato-rio di Chiari.Siamo sicuri che nel suo cuore noiavremo sempre un posto importante,perché gli amici si portano semprecon sé, in qualunque posto si vada elui avrà sempre un posto nel nostrocuore e quando ripenseremo alGrest di questa estate 2003 un gran-de sorriso, che parte dal nostro cuo-re, arriverà alle nostre labbra ricor-dando i momenti passati insieme adon Andrea.È per questo che vogliamo dire, ru-bando una poesia scritta da altri che :“L’amore dà la possibilità di cono-scere l’altro, di accoglierlo nella no-stra vita e di far nascere insieme a luiqualcosa di nuovo”.Ciao don Andrea.

L ’Angelo - Settembre 2003

8

Benvenuto

Don Alberto

Asostituire e a continuare l’opera pastorale di donAndrea Gazzoli presso il Centro Giovanile 2000 diChiari è stato mandato dal Vescovo don Alberto

Boscaglia, di fresca consacrazione sacerdotale: è sacerdotedal 14 giugno 2003. Viene da Montichiari. Il giorno 30 ago-sto alle ore 18.00 nella celebrazione eucaristica solenneegli ha iniziato in modo ufficiale il suo compito pastorale dicurato nella nostra comunità parrocchiale, diventando in-sieme a don Piero Marchetti Brevi il punto di riferimentosoprattutto dei ragazzi e giovani.Avrà sicuramente molte cose da dire e da fare insieme contutti noi. Anche se è giovane, tuttavia si è fatto durante il se-minario e presso alcune comunità e in modo precipuo nellagrande comunità di Montichiari una esperienza di tutto ri-spetto. Per il fatto poi di essere giovane, lo vediamo moltovicino ai bambini e ai ragazzi, agli adolescenti e giovani, perfare una buona e lunga strada.L’augurio si formula nel senso che l’esperienza con donAndrea è stata positiva e bella; lo si desidera altrettanto, maancora di più, anche con don Alberto. Direttore del CentroGiovanile 2000 con don Piero, don Alberto si dedicherà allapastorale giovanile coadiuvato pure dalle nostre Suore Do-rotee, da un folto gruppo di genitori e catechisti, animatoried educatori molto disponibili.A nome dell’intera comunità parrocchiale, dei Sacerdoti edelle Suore, porgo a don Alberto il più cordiale benvenuto el’augurio di buon lavoro. Dico pure ai suoi buoni genitori,alla sorella con la famiglia che già li sentiamo parte di noi evolendo bene a don Alberto, lo vogliamo anche a loro.Don Alberto viene con entusiasmo e volentieri a Chiari:questo ci fa piacere, portando a superare qualsiasi trepida-zione; la comunità è grande, perciò occorre un cuore gran-de, avvolto da coraggio e semplice serenità.Tutti gli siamo riconoscenti.Nel benvenuto tanti auguri, don Alberto.

Il prevosto don Rosario

Monti... ChiariNon è facile trovare le parole da rivolgere alla comunitànella quale sto per recarmi. È strano ciò che provo e in-tendo trasmettere con le seguenti righe: sentimento misto asaluto, ringraziamento, esortazione... forse è tutto questoinsieme ad altro che vagamente colgo, alla vigilia del mioprimo “trasloco” presso una nuova comunità parrocchia-le ancora così sconosciuta e distante.Ho fatto mia la Parola di Dio della XVIII domenica deltempo ordinario, che propone l’esperienza dell’uomo incammino: il popolo d’Israele dalla schiavitù alla libertà,la folla sfamata da Gesù dalla ricerca del pane alla ricer-ca del Pane della vita. Tale cammino muove da una spon-da certa per lanciarsi nel mare del mistero, accetta la pre-carietà per essere libero e capace di incontrare la novità,esige di radicarsi nel passato per non perdere la propriaidentità, ma nello stesso tempo lo archivia per tenere sullapropria scrivania volumi immacolati, pronti per esseresporcati dall’inchiostro della sua volontà. Partire nonmi sorprende e, vorrei dire, non mi coglie impreparato:credo, e mia madre lo sa bene, che la mia valigia possa ri-tenersi sempre pronta.Ma stavolta parto da prete e ciò, come ho sperimentato inquesti due mesi, cambia tutto. La mia relazione con Lui siè fatta oggettivamente più intensa, grazie al suo donarsi ame in maniera particolare e, attraverso me, a tutti indi-stintamente, specialmente nella forma sacramentale.Anche l’abito che porto diventa un segno che sento, non unabito che indosso. Di questo Lo ringrazio, e gli chiedo cheesso non diventi mai elemento di distacco o pregiudiziotanto da impedire l’incontro con le persone.Mi sento atteso, voluto; così del resto è anche per me. Portocon me l’acerbo entusiasmo della prima volta, certo cheverrà coltivato nella collaborazione con gli altri confra-telli; intendo calarmi nella realtà giovanile, conscio che èil mio habitat ideale (ne faccio parte!), con prudenza e de-cisione, tanto nell’oratorio che altrove. Tutto questo lo of-fro al Buon Dio, con la certezza che quella che mi attendesia l’esperienza migliore che mi possa capitare in questomomento, perché Lui mi vuole a Chiari: lì desidera chefaccia fruttare quanto ho ricevuto in questi anni e che lospenda a piene mani con la gratuità di chi non tiene nullaper sé perché nulla è suo, ma tutto ha avuto in dono.Un ricordo nella preghiera.Vi raccomando al Signore. Nel mio incontro con voi, ne-gli sguardi e nelle parole, si riveli il Suo volto e si rinvigo-risca il nostro cammino alla Sua sequela.

don Alberto

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,il Convegno Diocesano del mag-

gio scorso ci ha offerto l’esperienza di unacomunità che condivide la fede e sente laresponsabilità nell’affrontare insieme i nuoviproblemi che continuamente si pongonoalla vita ecclesiale.Inoltre esso ha mostrato alle comunità delladiocesi come metodo di incontro, di studio edi progettazione il criterio del discernimentoe lo stile dell’esperienza cristiana.La domanda cruciale che la diocesi si è po-sta era la seguente: perché non riusciamo acomunicare la fede alle nuove generazioni?Dal Convegno sono emersi in merito diversielementi (ad es. la centralità della famiglia,la necessità di puntare maggiormente sulprotagonismo pastorale delle stesse giovanigenerazioni, l’esigenza di celebrazioni piùintense e anche più aperte alla vivacità gio-vanile ecc.) che diventeranno oggetto di ri-flessione pastorale nei prossimi anni. Traquelle molteplici sollecitazioni, due mi sem-brano prioritarie e anche più “sintetiche”,capaci cioè di coagulare attorno a sé i tantiaspetti emersi.Innanzi tutto è apparso chiaro a tutti i gruppidi discernimento che una comunicazione ef-ficace della fede, soprattutto alle nuove ge-nerazioni, esige una comunità cristiana cheaffascini e sia attraente non tanto per lemolte iniziative che fa, ma per la presenzaviva di cristiani adulti nella fede che vivonocon gioia e coerenza la loro appartenenza aCristo. Il primo compito della nostra pasto-rale rimane perciò quello di preparare unacomunità in grado di comunicare la fede inmodo affascinante, quasi “per contagio”, edegli adulti capaci di rendere ragione dellasperanza che li abita.Come è stato detto al Convegno, quando lafede è “fuoco e gioia sul piano personale e

comunitario” è meno difficile comunicarla.Rimane valida pertanto la nostra “Scelta Pa-storale” del 1999-2000 che prende sul se-rio l’esigenza di una nuova evangelizzazio-ne, animata da spirito missionario, e che dàla priorità agli adulti. In questa prospettivaresta inteso che deve continuare l’impegnoper la formazione di cristiani adulti e quindideve proseguire l’iniziativa dei “corsi zonalidi formazione superiore dei catechisti, spe-cialmente degli adulti” (cfr Nota Pastoraledel 2000-2001, nn. 16-23). Lodo quellezone che già si sono attivate per questa im-portante iniziativa e sollecito le altre a farealtrettanto.La seconda priorità riguarda il rinnovamen-to della iniziazione cristiana dei fanciulli edei ragazzi, esigenza che è trapelata in di-versi interventi al Convegno e sulla quale inmodo particolare domando la fattiva atten-zione di tutta la diocesi per il prossimo annopastorale 2003-2004.L’iniziazione cristiana ha un’importanza fon-damentale per la comunicazione della fedealle nuove generazioni, poiché ha come suoobiettivo primario proprio di “iniziare”, cioèintrodurre nella vita cristiana.Tuttavia, purtroppo, oggi assistiamo spessoad una iniziazione cristiana dei fanciulli e ra-gazzi che non raggiunge più il suo scopo.Per cui condivido pienamente quanto è sta-to affermato da mons. F. Lambiasi, presi-dente della “Commissione episcopale per ladottrina della fede, l’annuncio e la cateche-si”: “I Vescovi, e con loro quanti sono diretta-mente impegnati nel compito difficile dell’ini-ziazione cristiana, sentono che non è piùpossibile continuare la prassi ordinaria di ini-ziazione cristiana nei termini con i quali è sta-ta ereditata e continua ad essere applicatanella quasi totalità delle parrocchie italiane”.Sono grato all’Ufficio Catechistico Diocesa-no che, allargando la propria commissioneai vari organi competenti, nel giro di diversianni ha preparato il “Piano di lavoro per l’i-niziazione cristiana dei fanciulli e dei ragaz-zi” (PLIC) , che è stato approvato dal Consi-glio Episcopale e che presenta un modellorinnovato di iniziazione cristiana adatto aitempi e ai documenti magisteriali.Io, convinto portavoce delle risultanze delConvegno, chiamo la diocesi a studiare edapprofondire questo nuovo modello di ini-ziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzicon il metodo e lo stile del discernimentocomunitario che consiste nell’ascolto-rifles-sione, nel silenzio, nella preghiera e nelconfronto.Chiedo che tutta la diocesi nel giro di cinqueanni studi questo nuovo modello, lo assumae lo avvii, pur lasciando alle varie zone pa-

storali la possibilità di decidere quando par-tire, in base al proprio cammino di matura-zione e di preparazione.Espongo il cammino del prossimo anno2003-2004.Innanzitutto sarà l’anno della presentazionedel nuovo modello di iniziazione cristiana: alconsiglio presbiterale, al consiglio pastoralediocesano, ai presbiteri nelle macrozone.Successivamente, sempre nel prossimoanno pastorale, i presbiteri delle varie zone,sotto la guida del vicario zonale e coinvol-gendo i consigli pastorali zonale e parroc-chiali con i rappresentanti dei giovani, sa-ranno chiamati a fare una esperienza di di-scernimento comunitario (riflessione-ascol-to, silenzio, preghiera, confronto) per ap-profondire la conoscenza del nuovo model-lo di iniziazione cristiana dei fanciulli e deiragazzi, per coglierne i motivi ispiratori pro-fondi e per decidere insieme quando sia op-portuno partire, a livello di zona, con la suaattuazione.L’anno 2003-2004 quindi è dedicato allostudio, all’approfondimento (prevalente-mente delle prime due parti) del piano dio-cesano per l’iniziazione cristiana dei fanciul-li e dei ragazzi. Se il contenuto di queste dueparti non sarà, non solo conosciuto, ma as-similato, nasceranno una infinità di proble-mi sulla fattibilità del cammino, e l’eventua-le applicazione sarà già compromessa inpartenza. Ripeto, non è sufficiente una lettu-ra, ma occorre uno studio e un approfondi-mento prima da parte dei sacerdoti e deglioperatori pastorali (soprattutto dei catechi-sti) e poi delle famiglie.Intendo incoraggiare da subito il protagoni-smo pastorale delle giovani generazioni: in-fatti i giovani saranno il frutto del camminodella iniziazione cristiana dei fanciulli e deiragazzi. Perciò, nel prossimo settembre,vorrò incontrare i giovani che hanno parte-cipato al Convegno e fare discernimentoonde trarre con loro delle suggestioni per-ché quanto il Convegno ha suggerito circala trasmissione della fede alle nuove gene-razioni non sia lasciato cadere.Questo percorso pastorale sarà da noi vis-suto dentro l’anno quattro volte centenariodella posa della prima pietra della nostraCattedrale.Vivremo questo primo anno del camminoverso il nuovo piano per l’iniziazione cristia-na come una pietra di un edificio che non siergerà come monumento di arte e di storia,ma come passo decisivo per una pastoraleadatta ai nostri tempi nella quale ha un par-ticolare rilievo l’iniziazione cristiana dei fan-ciulli e dei ragazzi.Chiediamo alla Madonna di regalarci lacertezza che quanto sta avvenendo di nuovonella iniziazione cristiana è quanto lo Spiritoci chiede.

Brescia 4 luglio 2003,Dedicazione della Cattedrale.

† Giulio Sanguineti

L ’Angelo - Settembre 2003

9

Fede come fuoco e gioia

LA LETTERA DEL VESCOVO

IntroduzioneOgni anno, nel giorno di Giovedì San-to, papa Woytila è solito pubblicareuna lettera indirizzata a tutti i presbi-teri della Chiesa cattolica, al fine di so-stenerne la vita e il ministero sacerdo-tale che la sostanzia alla luce del miste-ro eucaristico. Ma nel 25°anniversariodel suo pontificato il messaggio del 17aprile 2003 è divenuto un’Enciclica ri-volta all’intera Chiesa, per additare atutti i credenti la centralità dell’Euca-ristia: Di essa la Chiesa vive. Di questo‘pane vivo’ si nutre. Come non sentire ilbisogno di esortare tutti a farne semprerinnovata esperienza?Il richiamo al Magistero della Chiesasull’Eucaristia, definita nel Concilio diTrento e ribadita nel Concilio Vatica-no II, costituisce la parte dottrinaledell’enciclica, che mira soprattutto acensurare alcune tendenze teologichecontemporanee che negano il caratte-re sacrificale dell’Eucaristia, per ridur-la a banchetto conviviale, al quale sa-rebbero ammessi anche membri di Co-munità ecclesiali non in piena comu-nione con la Chiesa cattolica, bastandofra l’altro un laico a celebrarne la me-moria. L’Eucaristia invece non è unasemplice esperienza quotidiana difede, ma il nucleo centrale del misterodella Chiesa, per il quale essa gioiscein quanto sotto le specie del pane e delvino c’è la presenza viva e vera del cor-po e del sangue di Cristo.La maggior parte del testo, tuttavia,esprime sentimenti di grande e gratostupore, che il Papa vuole trasmettere atutto il popolo cristiano, per farlo me-ditare sul dono dell’Eucaristia, con ilquale Cristo nutre i credenti: sacra-mento insostituibile, fonte e apice ditutta la vita cristiana, mistero di Fede emistero di luce, dal quale il cristianotrae la propria santificazione. L’intro-duzione si conclude con una valutazio-ne che ciascuno di noi dovrebbe verifi-care onestamente sulla base della pro-pria coerenza di cristiano: il Papa, in-fatti, a proposito della riforma liturgi-ca del Concilio Vaticano II, ritiene cheessa abbia portato grandi vantaggi peruna più consapevole, attiva e fruttuosapartecipazione dei fedeli al santo Sacrifi-

cio dell’altare. Ed aggiunge che in tantiluoghi ‘l’adorazione del santissimo sa-cramento’ trova ampio spazio quotidia-no e diventa sorgente inesauribile di san-tità. È così anche a Chiari? O la nostracomunità fa parte di quei luoghi dovenon mancano le ombre? Luoghi dove siregistra un pressoché completo abban-dono del culto di adorazione eucaristi-ca…dove emerge talvolta una compren-sione assai riduttiva del Mistero eucari-stico. Spogliato del suo valore sacrifica-le, viene vissuto come se non oltrepas-sasse il senso e il valore di un incontroconviviale fraterno, ma… l’Eucaristia èun dono troppo grande, per sopportareambiguità e diminuzioni.All’introduzione seguono i sei capitolidei quali è costituita l’Enciclica.

Mistero della FedeNel primo capitolo, come già accenna-to nell’introduzione, il Papa ribadisceche l’Eucaristia non è solo l’evocazione,ma la ri-presentazione sacramentale delsacrificio della Croce, che si perpetuanei secoli, grazie alla quale il fedele chevi prende parte può attingerne i fruttiinesauribilmente. La condizione èperò che il sacrificio di Cristo si realiz-zi in pienezza nell’atto di comunicarsi,ricevendo il corpo e il sangue del Si-gnore, che si offre come nutrimento insenso reale e non metaforico, comuni-candoci anche il suo Spirito. Dobbiamodunque chiederci se quando ci acco-stiamo all’Eucaristia siamo consape-voli di rinnovare un ‘sacrificio in sensoproprio’ e non solo in senso generico,come si trattasse del semplice offrirsi diCristo quale cibo spirituale ai fedeli. Èancora il Papa a ricordarci con le paro-le del Concilio Vaticano II che tutti ifedeli partecipando al sacrificio eucari-stico, fonte e apice di tutta la vita cristia-na, offrono a Dio la vittima divina e sestessi con essa. Soltanto con tale consa-pevolezza l’Eucaristia può dare impul-so al nostro cammino storico, ponendoun seme di speranza nella quotidianadedizione di ciascuno ai propri compi-ti… perché, il Papa lo ribadisce conforza, i cristiani si sentano più che maiimpegnati a non trascurare i doveri dellaloro cittadinanza terrena. È loro compi-

to contribuire con la luce del Vangelo al-l’edificazione di un mondo a misurad’uomo e pienamente rispondente al di-segno di Dio… Lavorare per la pace…porre nei rapporti tra i popoli solide pre-messe di giustizia e di solidarietà… di-fendere la vita umana dal concepimentofino al naturale suo termine. E ancora, aproposito delle mille contraddizioni diquesto nostro mondo globalizzato,dove i più deboli, i più piccoli e i più po-veri sembrano avere ben poco da spera-re, il Papa ci ricorda la necessità che ri-fulga la speranza cristiana e, con l’apo-stolo Paolo, qualifica “indegno” di unacomunità cristiana il partecipare allaCena del Signore, quando ciò avvengain un contesto di divisione e di indiffe-renza verso i poveri.

L’Eucaristia edifica la ChiesaNel secondo capitolo si afferma che lacelebrazione eucaristica è al centro delprocesso di crescita della Chiesa.Dall’Eucaristia infatti è nata e si è con-solidata la Chiesa come nuova comuni-tà messianica…L’incorporazione a Cri-sto, realizzata attraverso il Battesimo, sirinnova e si consolida continuamentecon la partecipazione al Sacrificio euca-ristico… Unendosi a Cristo, il popolodella Nuova Alleanza… diventa ‘sacra-mento’ per l’umanità, segno e strumentodella salvezza operata da Cristo e… traela necessaria forza spirituale per com-piere la sua missione. In tal modo l’Eu-caristia si pone come fonte e insiemecome culmine dell’evangelizzazione. Mafino a che punto siamo consapevoliche l’esperienza di fraternità insita nellacomune partecipazione alla stessa men-sa eucaristica ci proietta a livelli che sipongono ben al di sopra della sempliceesperienza conviviale umana? Quest’ul-tima affermazione dovrebbe farci ri-flettere e condurci ad una sincera veri-fica del nostro percorso di fede, al di làdelle formulazioni dogmatiche.Che l’Enciclica non abbia soltanto uncarattere magisteriale è d’altra parteben visibile in questo capitolo, nel qua-le il Papa si sofferma in una personaletestimonianza sul culto eucaristico an-che al di fuori della Messa, perché inesso si prolungano e si moltiplicano ifrutti della comunione al corpo e al san-gue del Signore. E subito dopo rievocail suo intrattenersi a colloquio col San-tissimo in adorazione: è bello intratte-nersi in sosta adorante davanti a Cristopresente sotto le specie eucaristiche e,chinati sul suo petto come il discepolo

L ’Angelo - Settembre 2003

10

L’Eucaristia fa la Chiesa

ECCLESIA DE EUCARISTIA

Lettera enciclica di Giovanni Paolo II sull’Eucaristia nel suo rapporto con la Chiesa

prediletto, essere toccati dall’amore infi-nito del suo cuore. Se il cristiano deve di-stinguersi, nel nostro tempo, soprattuttoper ‘l’arte della preghiera’, come nonsentire un rinnovato bisogno di tratte-nersi a lungo, in spirituale conversazio-ne, in adorazione silenziosa, in atteggia-mento d’amore, davanti a Cristo presen-te nel Santissimo Sacramento? Quantevolte, miei cari fratelli e sorelle, ho fattoquest’esperienza, e ne ho tratto forza,consolazione e sostegno. E qui il Papacita l’esempio di numerosi santi, tracui in particolare sant’Alfonso Mariade’ Liguori, per il quale fra tutte le de-vozioni, questa di adorare Gesù sacra-mento è la prima dopo i sacramenti, lapiù cara a Dio e la più utile a noi.

L’apostolicità dell’Eucaristiae della ChiesaNel terzo capitolo il Papa riprende adapprofondisce il tema già sottolineatonell’introduzione a proposito del fattoche il sacerdote ministeriale compie ilSacrificio eucaristico in persona di Cri-sto cioè nella specifica sacramentaleidentificazione col sommo ed eterno sa-cerdote, che è l’autore e il principale sog-getto di questo suo proprio sacrificio, nelquale in verità non può essere sostituitoda nessuno... Il ministro ordinato è in-fatti un dono che ‘l’assemblea eucaristi-ca’ riceve attraverso la successione epi-scopale risalente agli Apostoli. È il Ve-scovo che, mediante il sacramentodell’Ordine, costituisce un nuovo presbi-tero, conferendogli il potere di consacra-re l’Eucaristia.Di qui la ferma condanna nei confrontidi quanti pensano di potere sostituire laSanta Messa domenicale con celebra-

zioni ecumeniche della Parola o con in-contri di preghiera in comune con cri-stiani appartenenti a comunità separa-te dalla Chiesa cattolica. La partecipa-zione a servizi liturgici dei fratelli sepa-rati può essere, in circostanze oppor-tune, lodevole in sé, ma non può sosti-tuire in alcun modo la Santa Messa.Soprattutto i cattolici devono astenersidal partecipare alla comunione distri-buita nelle celebrazioni dei fratelli se-parati, in quanto per la mancanza delSacramento dell’Ordine non è conserva-ta la genuina e integra sostanza del Mi-stero eucaristico. Infatti soltanto il sa-cerdote ministeriale compie il sacrificioeucaristico in persona di Cristo e lo offrea Dio a nome di tutto il popolo. Per que-sto nel Messale Romano è prescritto chesia unicamente il sacerdote a recitare lapreghiera eucaristica, mentre il popolo visi associa con fede e in silenzio.Il capitolo si conclude con alcune ri-flessioni rivolte in particolare ai pre-sbiteri: Dalla centralità dell’Eucaristianella vita e nel ministero dei sacerdotideriva anche la sua centralità nella pa-storale a favore delle vocazioni sacerdo-tali; e calda è la perorazione rivolta aisacerdoti di celebrare quotidianamen-te l’Eucaristia, la quale è sempre un attodi Cristo e della sua Chiesa, anchequando non è possibile che vi assistano ifedeli.

L’Eucaristia e la comunione ecclesialeNel quarto capitolo viene sottolineatala condizione necessaria a che la cele-brazione dell’Eucaristia sia legittima ela partecipazione ad essa sia vera. Inaltre parole è necessario che quanti siaccostano al Sacramento eucaristico

siano in piena comunione con Cristo,col Padre e tra i fedeli. Ciò presupponeuna vita di grazia e la pratica quotidia-na delle virtù teologali, la Fede la Spe-ranza e la Carità. Proprio per questo,sottolinea il Papa, è opportuno ‘colti-vare nell’animo il costante desiderio delSacramento eucaristico’. Ma nel con-tempo ci viene ricordato che l’Eucari-stia deve essere celebrata sia nella co-munione visibile nella dottrina degliApostoli, nei Sacramenti e nell’ordinegerarchico, sia nella comunione invisi-bile che, in Cristo, per l’azione dello Spi-rito Santo, ci lega al Padre e tra noi. Equesta comunione invisibile, pur essen-do per sua natura sempre in crescita,suppone la vita di grazia, per mezzo dellaquale si è ‘resi partecipi della natura di-vina’. Perciò chi è consapevole di avercommesso un peccato grave, deve con-fessarsi prima di ricevere la comunio-ne: Desidero, quindi, ribadire che vige evigerà sempre nella Chiesa la norma concui il Concilio di Trento ha concretizza-to la severa ammonizione dell’ApostoloPaolo affermando che, al fine di una de-gna ricezione dell’Eucaristia, ‘si devepremettere la confessione dei peccati,quando uno è conscio di peccato morta-le’. L’Eucaristia e la Penitenza sono duesacramenti strettamente legati… l’itine-rario di penitenza attraverso il sacra-mento della Riconciliazione diventa viaobbligata per accedere alla piena parte-cipazione al Sacrificio eucaristico, cele-brato in unione non solo con il propriovescovo e con il Papa, ma con l’Ordineepiscopale, con tutto il clero e conl’intero popolo, durante la Messa.E a proposito della Messa domenicaleil Papa torna a ricordare che essa è unobbligo, a meno che i fedeli non abbia-no un impedimento grave, sicché ai Pa-stori si impone il corrispettivo dovere dioffrire a tutti l’effettiva possibilità di sod-disfare il precetto.

Il decoro della celebrazione eucaristicaUtili ai ministranti e a quanti si curanoa diverso titolo del buon andamentodelle celebrazioni eucaristiche le ri-flessioni contenute nel capitolo quin-to, nel quale si passa in rassegna l’evo-luzione della prassi liturgica che hacondotto ad una speciale statuto di re-golamentazione della liturgia cristiana,sulla base del quale si è di volta in voltasviluppato un ricco patrimonio d’arte:nell’architettura e nella scultura, nellamusica e nei paramenti, nell’oggettisti-ca e nei rituali. Se queste considerazio-

L ’Angelo - Settembre 2003

11

Basta avere bellissime chiese visitate da numerosi turisti?

ni, da un lato, inducono il Papa ad am-monire quanti, per un malinteso sensodi semplificazione dettato da reazioneal “formalismo”, hanno preteso di rite-nere non obbliganti le “forme” sceltedalla grande tradizione liturgica dellaChiesa e del suo Magistero, fino ad in-trodurre innovazioni non autorizzate eaddirittura sconvenienti, d’altro cantoviene ribadito, contro l’eventualità diqualsivoglia abuso, che la liturgia non èmai proprietà privata di qualcuno, nédel celebrante né della comunità nellaquale si celebrano i Misteri.

Alla scuola di Maria ‘Donna eucaristica’Sulla necessità che la comunità cristia-na sia fedele alla scuola di Maria, nelcapitolo sesto il Papa giunge a direche, in un certo senso, Maria ha eserci-tato la sua ‘fede eucaristica’ prima anco-ra che l’Eucaristia fosse istituita, per ilfatto stesso di ‘aver offerto il suo grembovirginale per l’incarnazione del Verbo diDio’. Maria, primo tabernacolo dellastoria, ha anticipato, nel misterodell’Incarnazione, anche la fede eucari-stica della Chiesa… nel contemplare ilvolto di Cristo appena nato e nello strin-gerlo tra le sue braccia, non è forse l’i-narrivabile modello d’amore a cui deveispirarsi ogni nostra comunione eucari-stica? Dunque l’Eucaristia, mentre rin-via alla Passione e Risurrezione, si poneal tempo stesso in continuità conl’Incarnazione. E poiché l’Eucaristia èinnanzitutto lode e rendimento di grazie,il papa può terminare questo capitoloaffermando che l’Eucaristia ci è dataperché la nostra vita, come quella diMaria, sia tutta un Magnificat!

ConclusioneL’Enciclica ha il suo epilogo nella con-clusione dove, in quattro intensi para-grafi, il papa rende la sua testimonian-za di fede nella santissima Eucaristia:Qui c’è il tesoro della Chiesa, il cuore delmondo, il pegno del traguardo a cui cia-scun uomo, anche inconsapevolmente,anela… Nell’umile segno del pane e delvino… Cristo cammina con noi, qualenostra forza e nostro viatico, e ci rendeper tutti testimoni di speranza.

a cura di Luciano Cinquini

FontiEcclesia de Eucaristia, Libreria Editri-ce Vaticana, Città del Vaticano, 2003.La Chiesa vive dell’Eucaristia, in «LaCiviltà Cattolica» n. 3668.

L ’Angelo - Settembre 2003

12

Se la tua parrocchia fa pietà

Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi conside-rarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi aDio che sia casa di famiglia, fraterna ed accogliente, casa aperta a

tutti e al servizio di tutti. Dà il tuo contributo di azione perché questo si rea-lizzi in pienezza.Collabora, prega e soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede:rispetta il parroco, anche se avesse mille difetti, è il delegato di Cristo per te.Guardalo con l’occhio della fede, non accentuare i suoi difetti, non giudicarecon troppa facilità le sue miserie, perché Dio perdoni a te le tue miserie.Prenditi carico dei suoi bisogni, prega ogni giorno per lui.Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità euca-ristica, che l’Eucaristia sia «radice viva del suo edificarsi», non una radicesecca, senza vita. Partecipa alle Eucaristie con tutte le tue forze. Godi e sot-tolinea con tutti, tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti maila lingua accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia; invece rimboccatile maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolez-zi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vitaparrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, nonavere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di essere messo da parte,se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare lebraccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e nonti salti in mente di fondare un partito di opposizione!Se il parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parroc-chia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualche vecchioparroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le per-sone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parroc-chia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te lapuò togliere, ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualun-que verità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che fermaogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il ri-getto delle migliori iniziative. Quando le cose non vanno, prova a puntare ildito contro te stesso, invece di puntarlo contro il parroco e contro le situazio-ni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio diun'autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti deglialtri.Se la tua parrocchia fa pietà, la colpa è anche tua: basta un pugno di gente vo-lonterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto, adare un volto nuovo ad una parrocchia.E prega incessantemente per la sanità dei tuoi sacerdoti: sono i sacerdotisanti la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i sacerdotisanti la salvezza dei nostri giovani.

Paolo VI

La parrocchia è prima di tutto la vita della Comunità attorno all'Eucaristia.Quanto abbiamo ancora da imparare e quanto devono cambiare

le nostre celebrazioni eucaristiche?

L’Angelo custode è una favola?Il demonioè un deterrente di cattivo gusto?

Queste sono espressioni blasfeme che holetto su un opuscolo di vasta divulgazioneclandestina intitolato “La forza degli Spiriti”.Poveri noi Cristiani se ci lasciamo convince-re da queste diaboliche insinuazioni: Poverinoi! Quei signori che dicono che l’Angelocustode è una favola, vogliono anche affer-mare che tutti gli Angeli sono fiabe da rac-contare ai bimbi e a nessun altro. Mi spiaceper loro, ma devo dire che queste favole leracconta la Bibbia, il libro di Dio, e le rac-conta in molti e molti casi. Basti dire che unAngelo ha annunciato a Maria il misterodella incarnazione, un Angelo è venuto dalcielo a confortare Gesù in agonia nell’Ortodegli ulivi. Un gruppo di Angeli ha cantato ilgloria a Dio sulla grotta di Betlemme. Mol-tissime volte appaiono Angeli nel VecchioTestamento. Ma qualcuno dice: “la Chiesanon ha mai dichiarato che l’esistenza degliAngeli è verità di Fede”. Non è vero. Nelconcilio IV lateranense (anno 1215) si di-chiarava solamente che Dio ha fatto tutte lecose, visibili e invisibili e tale verità è stata ri-petuta dal Concilio Vaticano I (1870) e noila proclamiamo nella nostra professione diFede dicendo: «Credo in Dio, creatore ditutte le cose, visibili e invisibili». Paolo VI nel-la sua solenne professione di Fede, fatta anome di tutta la Chiesa il 30 giugno 1968,afferma che Dio ha fatto dal nulla tutte lecose visibili e invisibili, ha creato quindi ipuri spiriti chiamati Angeli. Ma a noi interes-sano gli Angeli custodi. Dio ha affidato agliAngeli tante mansioni; sono messaggeri,guerrieri difensori dei giusti, vittoriosi neicombattimenti contro Satana, presenticome gli Angeli con Gesù nel deserto nelquale ha fatto penitenza e preghiera per 40giorni. Sono tantissimi gli episodi narratinella Sacra Scrittura a dimostrare l’esistenzadegli Angeli: Dio ha affidato alla schiera de-gli Angeli il compito di custodire e difendere

il genere umano e di vegliare a fianco diogni singolo uomo a sua protezione e dife-sa. Come i genitori scelgono delle guide edei tutori per i figli che si accingono a fareviaggi lunghi e pericolosi, attraverso regioniinsidiose, nelle scalate sugli alti monti (gui-da alpina) così il Padre nostro Celeste, sulcammino verso il Paradiso, ha voluto asse-gnare a ciascuno di noi un Angelo che cifosse accanto nei pericoli, nelle difficoltà, ciguidasse tra le insidie, ci proteggesse negliassalti del male, in modo che non ci perdes-simo tra gli agguati del nemico. Leggete sul-la Bibbia nel libro di Tobia 5,5 e troveretecome Dio abbia mandato un Angelo ad as-sistere Tobia per un viaggio lungo mirato aprendere moglie tra i suoi parenti lontani e apescare un pesce, con il fiele del qualeavrebbe guarito la cecità di suo padre e ve-drete come Dio sia sollecito e attento e vigi-le all’uomo che Egli ha creato. “NessunConcilio ha parlato di Angeli custodi e laChiesa li ignora”. Non è vero, la Chiesa haistituito una festa apposita per gli Angeli cu-stodi e questa si celebra ogni anno il 2 otto-bre. A noi cristiani è sempre stata insegnatafin da piccoli la preghiera al nostro Angelocustode: Angelo di Dio che sei il mio custo-de ecc.... Le mamme hanno sempre racco-mandato i loro figli all’Angelo custode.Chissà quante volte questi Angeli ci hannopreservato da pericoli, disgrazie, incidenti diogni genere. Io sono convintissimo che se lagente pregasse l’Angelo custode prima deiviaggi, prima o durante il lavoro, in momen-ti di particolare difficoltà, succederebberomeno disastri, meno catastrofi, meno inci-denti. Purtroppo oggi non si invoca più, al-meno da parte di tanti, l’Anelo custode e al-lora vediamo cosa succede sulle strade, suicantieri, sulle ferrovie e insomma un po’dappertutto. Padre Pio aveva un Angelo cu-stode speciale, diceva lui, sempre pronto alsuo servizio, svelto più assai del servizio po-stale a recapitargli lettere e messaggi alpunto che un tale che gli aveva scritto peruna cosa urgente, avendo avuto l’occasio-ne di incontrare il Padre Pio il giorno stessoin cui aveva spedito la lettera, e avendo sa-puto da lui tutto quanto ci stava scritto senzaaverla ancora ricevuta, meravigliato glichiese come aveva potuto conoscere il suoproblema prima di ricevere la lettera; e Pa-dre Pio gli rispose: «Eh, caro, il mio portalet-tere è assai più svelto del tuo, tu non lo sai,ma il mio postino, sai chi è? È il mio Angelo,è assai veloce e arriva in un batter d’oc-chio». Scherzando un giorno con PadreIndovino, l’autore di un calendario fornitissi-mo di notizie e di previsioni meteorologiche,gli disse: «Caro Padre Indovino, sei indovino

di che cosa? Come fai a pubblicare certeprevisioni?». E Padre Indovino rispose:«Mah, non lo so. Un po’ mi servo dellascienza degli altri e soprattutto delle ispira-zioni del mio Angelo». «Ma va là, interrom-pe Padre Pio, interroga il mio Angelo che èpiù potente del tuo e vedrai che sarai più in-dovino». «E va bene, se lo dici tu, Padre Pioci credo e farò proprio come mi hai detto,grazie!» Qualcuno ha avuto la Grazia diconvivere e sentire presente il suo Angelo,come per esempio S. Gemma Galgani chegiocava in giardino con il suo Angelo e unavolta ha fatto una gara a chi gridava più for-te “Viva Gesù”, naturalmente vinceva l’An-gelo con grande dispetto di Gemma cheavrebbe voluto, in quel caso, essere più for-te del suo Angelo. Don Bosco quante volte èstato salvato da un cane grigio che era pro-prio il suo Angelo, che al momento del peri-colo di un’aggressione da parte di assassiniguidati da Satana, saltava fuori da un na-scondiglio in forma di cane, azzannava queimaledetti killer e portava Don Bosco a casasano e salvo. Anche noi abbiamo un Angelonostro custode, ma purtroppo non gli si cre-de o quanto meno non lo si ascolta quandoci ispira cose buone, consigli saggi, qualchevolta sotto la veste di una buona persona, diun buon amico, dei genitori ecc.. Ma si fan-no orecchi da mercante. Un bambino, miraccontava un giorno la sua mamma, chie-se a lei che tante volte gli aveva parlatodell’Angelo custode, come mai tanti uomini,pur avendo accanto l’Angelo, si permettonodi fare tanto male: i figli che ammazzano omaltrattano i genitori; fidanzati che uccido-no la loro fidanzata ecc.. Come mai? Cel’hanno o non ce l’hanno costoro l’Angelo?E la mamma prontamente: “Sì, ce l’hannoma non l’ascoltano, lui non li violenta mai,non li obbliga a fare il bene per forza, sonoliberi e allora usando male della libertà,fanno cose orribili, aberranti”. Sì, purtrop-po, anche perché accanto a noi c’è anchel’avversario Satana, il nemico di Dio e degliuomini e tante volte ascoltano di più lui chel’Angelo. Di questo nemico se ne parlapoco perché non è creduto. Tantissimi dico-no che non esiste. I preti ne parlano pocoperché temono di fargli propaganda. Ma iovorrei parlarne e stigmatizzarlo proprio daquesto Angelo, il nostro bollettino parroc-chiale. Sì, uno dei compiti di questo Notizia-rio è proprio quello di combattere Satana econsentire all’Angelo buono un’azione piùvasta, determinata e vincente per tutti noi.Mamme vi prego, insegnate ai vostri bambi-ni la preghiera: «Angelo di Dio che sei il miocustode, illumina, custodisci, reggi, govername che ti fui affidato dalla pietà celeste.Amen». Portateli alcune volte davanti all’al-tare dedicato all’Angelo custode, in SantaMaria e splendidamente restaurato da pocoa cura di alcuni buoni clarensi. Raccoman-date a tutti di ricorrere sovente all’amico in-separabile dell’uomo e di ripetere tante vol-te la preghiera che lo riguarda e ci interessa.

don Davide

L ’Angelo - Settembre 2003

13

Angelo custode e demonio

COSE SBALORDITIVE

Sono Suor Maria Borella e sottosuggerimento di Gabriella e Pri-mo scrivo dalla Missione di

Hong Kong. Mi chiederete stupiti:Hong Kong terra di missione? Comepossiamo chiamare Hong Kong terra

di missione? Hong Kong una forestadi cemento armato con i suoi alti grat-tacieli, con il suo grande commercio(anche se ora stiamo attraversando unperiodo di recessione), con tante in-dustrie con la sua alta tecnica, comepossiamo chiamare Hong Kong mis-sione? Sì, Hong Kong è missione nelvero senso di evangelizzazione, per-ché dietro ad una facciata di benesseresi nasconde la povertà giornaliera mo-rale e materiale di tanti che, perchésenza fede o speranza, ricorrono al su-icidio. I problemi finanziari, di rela-zioni, di matrimonio, di residenza, dipovertà sono così estremi che non tro-vano più una via di uscita.Hong Kong è missione aperta da circa150 anni, quando gli inglesi preseropossesso dell’isola. Le Madri Canos-siane, sei di loro, sotto richiesta delPrefetto Apostolico già residente nelterritorio, lasciarono Venezia permare per arrivare ad Hong Kong il 12Aprile 1860 dove trovarono un livellomolto alto di immoralità, prostituzio-ne e usanze crudeli sempre e da tutti

viste con fredda indifferenza.Ma la provvidenza aveva disegni bendelineati su questa missione. Il Gover-natore di Hong Kong, Sir John Bow-ring, al termine del suo incarico se netornava in Inghilterra, ma la figlia in-

formata dell’arrivo delle suore non havoluto ritornare con il padre. La serastessa dell’arrivo delle suore si è fattaconoscere e dopo poco tempo si è uni-ta al piccolo drappello. Una vera bene-dizione perché già possedeva la lingua

e certificati di studio. Perciò le suorehanno trovato in lei un grande appog-gio ed hanno subito incominciato adinsegnare i primi rudimenti di lingua,musica e matematica e così a poco apoco la chiesa si è sviluppata.Al presente i cattolici contano il 5%della popolazione, da ciò si può capireche H. K. è veramente missione. Lachiesa di Hong Kong ha novelle forzeda offrire: sono in crescente numero icatecumeni adulti, circa un 2000 al-l’anno vengono battezzati, un buonnumero di cristiani impegnati, circa un400 all’anno, completano un corso ditre anni di Catechetica e comunicanopoi la loro fede come catechisti, ed in-fine una vita abbastanza solidale e atti-va nelle parrocchie coadiuvata dai lai-ci. Ed è fra loro che la chiesa cerca dirafforzare le sue radici, cercando diformare gruppi di laici ben preparaticome cellule vitali. Questo in vista an-che del calo dei seminaristi.La nostra azione apostolica di Canossia-ne in Hong Kong comprende ancora 28scuole, 4 scuole materne, 13 scuole ele-mentari a due sessioni, 8 scuole secon-darie superiori, 1 scuola commerciale, 1casa di riposo per anziane ed un ospeda-le privato che abbiamo dovuto passarealla Caritas per mancanza di personale.Si fa pure qualche passo di contattocon la Cina, con forme di carità, conservizi volontari, rispondendo a richie-ste di corsi, raduni, seminari e questevisite all’interno del continente ci dan-no anche un’idea più esatta della situa-zione presente. Questa è la nostra in-tenzione, gettare questi piccoli ponti,aprire le vie, studiare il momento

L ’Angelo - Settembre 2003

14

La Missione di Hong Kong

MONDO MISSIONARIO

Giorno di lauree

Marito e moglie dopo un dramma cinese

quando finalmente si potrà aperta-mente entrare con il messaggio evan-gelico.Io fino a due anni fa (ora sono in pen-sione) ho lavorato in una delle scuolesecondarie dove prepariamo le stu-denti ad entrare all’università, ma erola sola suora con la preside e tutto ilgiorno insegnavo Religione. In questascuola secondaria abbiamo 1400 alun-ne. Perciò per mancanza di personalereligioso cerchiamo al nostro meglio dipreparare le insegnanti cattoliche spe-cialmente con giornate di incontri,corsi e raduni. Hong Kong è abbastan-za ricca in questo campo. Ci sono corsiserali sulla Bibbia, sulla catechesi,gruppi di preghiera e sono abbastanzafrequentati.In scuola abbiamo la preparazione deisacramenti e al Battesimo per le noncattoliche, la Legione di Maria, il grup-po dell’Apostolato delle Preghiera, ilGen, il Club Maddalena di Canossache fa lavoro sociale ed altri gruppi so-ciali non cattolici come la Croce RossaGirl-guides ed altri. Tutti gli anni ab-biamo un bel gruppetto che riceve ilBattesimo.Noi cerchiamo di seminare perché nelcampo educativo non si vedono gene-ralmente risultati immediati.Proprio lo scorso Aprile abbiamo avu-to un raduno delle alunne che hannogià lasciato la scuola da parecchi anni.Una di queste durante la cena ha volu-to condividere con il gruppo la suaesperienza. Da qualche tempo non sta-va bene; dopo accurate visite la dia-gnosi ha classificato un cancro ai pol-moni. Nelle sue parole ‘ero disperata’

non sapeva più che cosa fare. Il medicole aveva dato sei mesi di vita al massi-mo. Un notte, sola in camera, ricor-dando una lezione di Catechismo chesi può ottenere tutto se si prega confede, ha preso il Crocefisso in unamano e la statuetta della Madonnanell’altra, sempre in preghiera, disse ase stessa: il miracolo deve venire.Ed il miracolo è proprio avvenuto.Era presente alla cena completamen-te guarita.Questo è solo un episodio fra i tanti eresta certamente vero che l’educazio-ne ricevuta lascia una grande improntanella nostra vita.

* * *Non posso chiudere questo scritto sen-za ricordare i nostri eroi di Hong Kongche in questi ultimi mesi ci hanno la-sciato grandi esempi di amore e di leal-tà incondizionati.Medici ed infermieri che hanno dato lavita per curare i malati di polmoniteatipica. Fra questi è degna di accennoun dottoressa di soli 35 anni che si è of-ferta di curare questi ammalati.Un poliziotto pure in un giorno di alla-gamento si è buttato nella corrente persalvare un poveretto in pericolo di vita,ma invece la corrente era così furiosache il poliziotto stesso è stato travolto.A loro la nostra ammirazione, ringra-ziamenti e preghiere.

Suor Maria Borella

P. S. Ora sono ormai in pensione perciòaspetto qualcuno che prenda il mio po-sto. Con tante Benedizioni dal cielo.

L ’Angelo - Settembre 2003

15

L’ultimo giorno di scuola

APOSTOLATO

DELLA PREGHIERA

Per i Paesi che soffrono a causa delterrorismo, della guerra e della violen-za, perché ritrovino la via della ricon-ciliazione, della concordia e dellapace.

Ogni giorno, attraverso imedia, ci giungono notiziedi atti terroristici che pro-

vocano la morte di tanti innocenti,di guerre civili che durano moltianni, di delitti e violenze anche frale mura domestiche e ci sembra cheil mondo sia sprofondato in un cli-ma di barbarie, dove contano sol-tanto la sopraffazione, il guadagno,l’orgoglio e la vendetta. Per fortunale comunità cristiane pongono da-vanti agli uomini la Parola e il mo-dello di Gesù Cristo, il quale ci haportato, con il sacrificio di sé, l’a-more per il prossimo, unico mezzoper raggiungere la pace.Dobbiamo quindi pregare affinchécoloro che si incaricano di trovarerisoluzioni pacifiche ai conflitti rie-scano nel loro intento e perché ces-sino gli egoismi e lo sfruttamentodei popoli del sud del mondo, causeprimarie di miserie, disagi e odio.Gesù ha indicato a tutti qual è la viaper la pace fra gli uomini: perdono,carità e amore fraterno. Perché sirealizzi tutto ciò ad ogni livello,dobbiamo pregare.

Ida Ambrosiani

Don Angelo Vicentini

Nel paese dove nacque nessu-no lo ricorda più, ormai.“Sono trascorsi troppi anni”,

mi dice un anziano signore. Provo an-che a telefonare ad alcuni omonimidella zona, ma non c’è nulla da fare!Eppure la ricerca riguarda un piccolopaese, poco più di una frazione, con lasua superficie di 8 chilometri e mezzoe, più o meno, mille abitanti. Il paesein questione è Buffalora d’Adda, inquel di Lodi perché è lì che il 24 agosto1864 nacque don Angelo Vicentini.Nel 1887 venne ordinato sacerdote esuccessivamente incardinato nella dio-cesi di Brescia dove, all’inizio del 1900,prestò servizio come curato di Corti-celle. Fu questa una breve esperienzapoiché nel 1905 gli venne affidato l’in-carico di Cappellano dell’OspedaleMellini.Quando giunse a Chiari la nostra co-munità stava vivendo momenti digrande trasformazione, sia civile siareligiosa. Erano due le grandi opere incantiere: da una parte monsignorLombardi con l’obiettivo della realiz-zazione del nuovo oratorio e, dall’altraparte, la necessità di adeguare la strut-tura ospedaliera. Chiari, come d’al-tronde tutte le zone limitrofe, iniziavail nuovo secolo tra grandi difficoltà edin situazioni sanitarie molto precarie.La pellagra, una malattia causata dacarenze vitaminiche, ad esempio, stavaancora mietendo vittime. Dal 1899 al1901 l’apposita Locanda istituita persoccorrere i pellagrosi aveva accoltoben 175 infetti (63 donne e 112 uomi-ni) dei quali 124 erano clarensi.Anche per l’ospedale, divenuto ormaiinsufficiente, erano anni difficili. Lacostruzione del nuovo incontravaenormi difficoltà tant’è che il trasferi-mento nei nuovi locali avverrà soltantoil 25 aprile del 1910 e la fabbrica conti-nuerà i lavori anche negli anni succes-sivi, fino al 1916.I pareri sull’opera, come sempre, era-no molto discordi.Un cronista di Chiari l’aveva definito

“L’Ospedale dei matti” e successiva-mente aveva scritto “Manicomio! Cosìfu denominato dalla voce popolare ilnuovo ospedale fino dagli inizi dellasua costruzione e pare debba confer-marsi il battesimo popolare”. Di tut-t’altro parere la Cassa di Risparmioche in una relazione datata 22 marzo1911 scriveva che “l’edificio era statocostruito secondo i più moderni siste-mi e quanti ebbero occasione di visi-tarlo riportarono una favorevolissimaimpressione e non ristettero dal di-chiararlo fra i migliori Nosocomi mo-derni d’Italia”.Ma come fece la Provvidenza a far in-contrare la storia di don Angelo conquella dell’ospedale? Ci pensò il consi-glio di amministrazione dell’OspedaleMellini che, essendo morto il 5 febbra-io 1905 il cappellano don GiovanniRota, deliberò, prima di procedere aduna nuova “assunzione”, di stilare unbando con regole ben precise quali:Art. 1: obbligo del Cappellano ed assi-stente spirituale dello Spedale Mellinisi è la quotidiana celebrazione dellaMessa nella Cappella del P.L. e l’assi-stenza spirituale ai ricoverati dellostesso.Art. 4: È in facoltà dell’amministrazio-ne di pretendere che il Cappellanomantenga costante dimora nel P.L.quando abbia la possibilità di fornirgliun congruo alloggio, e, finché non lopossa, il Cappellano potrà alloggiarefuori dell’Ospedale e la Commissionesarà tenuta a corrispondergli una in-dennità di L. 150 annue.Art. 11: Lo stipendio annuo chel’Ospedale retribuisce al Cappellano èfissato in L. 1000, scevre da imposta diR.M. e più sarà reso compartecipe de-gli incerti della Parrocchia, come daaccordi presi col Rev. Capitolo, tradot-ti nel verbale del 17 febbraio 1905.Così arrivò don Angelo Vigentini perstare accanto agli ammalati e condivi-derne le sofferenze. In altre parolecercò di far rivivere il primitivo signifi-cato della parola hospitale che, presso i

romani, indicava la stanza dell’ospite,la stanza di colui che maggiormenteaveva bisogno di attenzione e di cure.Quanto sarebbe bello se si potesse ve-ramente recuperare questo aspetto fa-miliare nei luoghi di cura e quantopossono ancora fare i cappellani degliospedali. E quanta riconoscenza vaalle suore che con dedizione hannodato e stanno ancora spendendo laloro vita al servizio dei sofferenti!Ma don Angelo Vigentini non si limitòal solo servizio di Cappellano.Guardo la sua fotografia, il volto spigo-loso dai tratti forti e lo sguardo dolceche certamente nascondevano l’animosensibile tipico di chi ama la musica.Proprio come l’amava don Angelo chemise il proprio talento a disposizionedella Schola Cantorum di Chiari. Nel1899 un gruppo di appassionati capeg-giati da Giuseppe Rocco, l’organistadel duomo di Chiari, aveva ricostituitola Scuola di Canto. Al maestro Roccoera subentrato, nel 1902, il maestroPietro Orizio che aveva dato nuovoimpulso all’iniziativa.Il tutto grazie alla preziosa collabora-zione di tre persone: Emilio Begni, unclarense cieco dalla nascita e diploma-to in violino e organo, don Battista So-ardi che aveva avviato al canto unaventina di voci bianche e don AngeloVigentini, insegnante di Canto Fermo.

Questo tipo di canto, diffuso nel gre-goriano del periodo medioevale, fu labase delle prime forme di polifonia e lamelodia veniva cantata in note lungheda una voce più bassa (tenore) mentre

L ’Angelo - Settembre 2003

16

le voci superiori si muovevano pernote più brevi.Ho ricordato solo due aspetti per iquali Chiari ha il dovere di essere grataa don Angelo Vigentini che senza dub-bio operò tanto altro bene presentesolo nella mente del Creatore.La lapide presso il nostro camposantocosì ne ricorda la morte, avvenuta il 7maggio 1933:“Curato nell’OspedaleMellini per 28 anni. Sacrò le doti dellasua mente e del suo cuore sacerdotalea sollievo degli ammalati ed a conforto

degli agonizzanti”. E non mi pare fuoriluogo ricordarlo tra i benefattori delnostro ospedale anche se non apparenel lungo elenco dei benemeriti per-ché, come dice la postilla del Rivetti“non sarebbe equo dimenticare chidiede poco mentre poco possedeva perricordare soltanto chi, dotato di largocenso, fu anche più generoso nel bene-ficare”.E don Angelo Vigentini generosamen-te beneficò con le opere di una vita!

Elia Facchetti

L ’Angelo - Settembre 2003

17

SANTELLONE

Un grande anniversario

Benedicendo la nuova chiesadedicata alla Madonna Addo-lorata, il 19 marzo 1953, il ve-

scovo di Brescia monsignor GiacintoTredici aveva ammonito gli abitanti diquella parte di campagna clarense cheera chiamata Santellone a non pensareche quello fosse un traguardo, quantol’inizio di un cammino.“Io - disse - ho aperto una porta, a voinon chiuderla”. Da quel giorno sonopassati cinquant’anni, un periodo cheha segnato tante trasformazioni nellavita religiosa e sociale, ma che non hamai visto la chiesa del Santellone, cu-ore di una comunità, vuota o non ani-mata dalla volontà di fare Chiesa ditanti che hanno guidato spiritualmen-te e materialmente questa porzione diChiesa e di altrettanti che - come po-polo di Dio - hanno fatto crescere ilsenso di comunione e di fraternità,seppure in mezzo alle inevitabili diffi-coltà del vivere quotidiano. Così ilSantellone è cresciuto attorno alla suaChiesa, che è sempre stata fatta og-getto di cure, si è dotato di una strut-tura per accogliere attività educative ecreative. Ora, con i lavori di amplia-mento che completano quelli di risi-stemazione interna compiuti neglianni passati, la struttura nel suo insie-me ha assunto un carattere più organi-co e anche più elegante, ma il cuore ditutta questa fervida attività intornoalla struttura è sempre la Chiesa, cheraccoglie ogni domenica la comunitàdel Santellone e che domenica 14 set-tembre si stringerà attorno al vescovomonsignor Giulio Sanguineti, presen-te per la solenne celebrazione della

Dedicazione dell’altare. È in que-sto modo che si è pensato di festeg-giare i cinquant’anni non solo di unedificio, ma della comunità che es-so rappresenta, cresciuta e amplia-ta come questa stessa struttura e, sispera, in costante miglioramentonel suo vivere cristiano. Nella Chie-sa l’altare è il simbolo di Cristo, se-condo solo alla presenza reale delSignore nel Sacramento dell’Euca-

ristia; per questo la celebrazionedella Dedicazione dell’altare dellachiesa del Santellone è il modo piùdegno per festeggiare questo cin-quantesimo: la porta non è statachiusa, anzi, la si vorrebbe semprepiù aperta, e sempre più viva la co-munità che cresce attorno al suo Si-gnore, sotto la protezione dellaVergine Addolorata.

Parrocchia di Chiari

Santellone

Festa dell’Addolorata2003

Domenica 7 settembre� Ore 9.00: Santa Messa solenne

presieduta da mons. Rosario Ver-zeletti

Lunedì 8 settembre� Ore 20.00: Santa Messa e medita-

zione presieduta da don GaetanoFontana

Martedì 9 settembre� Ore 20.00: Santa Messa e medita-

zione presieduta da don GiovanniAmighetti

Mercoledì 10 settembre� Ore 20.00: Santa Messa e medita-

zione presieduta da don FrancoFontana

Giovedì 11 settembre� Ore 20.30: Concerto del Coro

Sant’AgapeVenerdì 12 settembre� Ore 20.30: Serata in allegria con

Andrea RossiSabato 13 settembre� Ore 21.00: Serata in allegria con il

complesso The Opol River

Domenica 14 settembre

� Ore 9.45: Incontro della Comuni-tà con il vescovo mons. Giulio San-guineti presso l’antica Santella

� Ore 10.00: Santa Messa solennenel 50° della Benedizione dellaChiesa - Dedicazione dell’Altaree Benedizione delle opere di re-stauro e ampliamento

� Ore 18.00: Santa Messa, proces-sione e benedizione

� Ore 21.00: Gran serata finale conil complesso Pegaso

Lunedì 15 settembre� Ore 20.00: Santa Messa per tutti i

benefattori

Da giovedì 11 settembre presso l’O-ratorio don Bosco del Santellonefunzionerà un servizio ristorazione.Il ricavato sarà utilizzato per il resta-uro e l’ampliamento del complesso.Durante le celebrazioni liturgiche lacucina rimarrà chiusa.

Il nuovo campanile del Santellone

Campo Nazionale

La piana di Ruscio a Monteleone diSpoleto ha ospitato, tra il 28 luglioe il 7 agosto, circa 6.000 esplorato-

ri e guide per l’evento dell’anno: il CampoNazionale Esploratori e Guide. Durante ilviaggio di andata già nei paesi vicini si in-contravano pattuglie delle forze dell’ordi-ne e di scout per smistare i pullman in fasedi avvicinamento (circa 300 mezzi nell’ar-co di due giorni) e, giunti nell’area adibitaa parcheggio, veniamo identificati contanto di “badge” personale con codice abarre: siamo pronti per essere messi suibanchi di un supermercato.Come ad ogni campo estivo che si rispetti iprimi due giorni sono dedicati alle costru-zioni: tende, “angoli” di squadriglia com-posti di tavolo e cucina, tutto rigorosamen-te con incastri e legature; inoltre a prende-re confidenza con le nuove squadriglie conle quali si sarebbero vissuti i 10 giorni dicampo.Altre squadriglie? Ma come, non siamotutti insieme? Novità del Campo Naziona-le: il nucleo fondamentale per gli Esplora-tori e le Guide è proprio la squadriglia, ungruppo di circa 5-7 ragazzi/e, con uno diloro nel ruolo di Capo Squadriglia ed unodi Vice: insieme ad altre squadriglie di va-rie regioni d’Italia avrebbero formato unnuovo Reparto. Al nostro arrivo nel Sotto-campo numero 1 “Tramontana”, per sim-boleggiarne la costituzione, ciascun Repar-to ha legato la propria insegna (la “Fiam-ma” di Reparto) alle altre lungo il portaledi ingresso; noi Capi Reparto abbiamo sa-lutato le nostre squadriglie dando loro ilpreciso mandato di farsi onore e di divertir-si in quella nuova avventura.Speravamo di non vederli per dieci giorni?!O loro speravano di non vedere noi Capi?Beh, per quanto il luogo fosse veramentegrande l’accampamento, a pieno regime,assomigliava più a un camping: in caso di“nostalgia” bastava scavalcare tre o quat-tro tende.Comunque, tranne che in pochi casi, i no-stri non hanno avuto bisogno di noi ed han-no approfittato dell’occasione per stringe-re amicizia con le altre squadriglie che con-dividevano la loro stessa sorte.Del resto a noi toccava, comunque, occu-parci a nostra volta delle cinque squadri-glie affidateci con lo stesso metodo: esplo-ratori e guide provenienti da Lombardia,Campania ed Emilia Romagna.

Caldo, caldo torrido nei giorni seguenti;tranne, ovviamente, il giorno delle missioniin giro per l’Umbria!!! Peggio della nuvo-letta di Fantozzi!Alle nostre Pantere e alle Gazzelle è salta-ta la giornata al lago di Piediluco, dove do-vevano svolgere attività e giochi sull’acqua.E dire che era tutto l’anno che aspettavanoquel momento (e probabilmente era il mo-tivo principale della scelta).I Cervi desideravano compiere una missio-ne con accampamento di fortuna nei bo-schi (per loro è come il pane quotidiano)invece hanno confuso “campismo” con“esplorazione” e si sono ritrovati a costrui-re un altro tavolo (dopo non pochi musilunghi).Meglio è toccato alle Linci con la loro mis-sione di artigianato umbro: aspettavamoun loro commento per questo numeroma… ci hanno bidonato: preghiamo gli af-fezionati lettori di attendere il numero diottobre!Ad ogni entrata ed uscita dal campo occor-reva aspettare di essere “sparafleshati” daltremendo lettore ottico del codice a barresul “badge” personale: ovviamente contante persone c’era il rischio che qualcunose ne andasse a zonzo senza motivo e…non era il caso essendo, come da program-ma, già fuori dal campo un migliaio di ra-gazzi al giorno.Bello il colpo d’occhio alla inaugurazione

generale di Campo con orchestra scout cheintratteneva suonando, issabandiera ac-compagnata dalla Banda sulle note dell’In-no Nazionale (a proposito: tutti cantavano asquarciagola, fuori tempo, ma cantavano) espettacolo di un giocoliere: una macchia bluche si estendeva su una arena naturale conai piedi un grande palco.Stesso luogo dove si è celebrata la S. Messadomenica 3 agosto, presieduta dal NunzioApostolico in Italia Card. Romeo, con lapresenza di un nutrito gruppo di Vescovi,tra cui il frizzante Vescovo di Spoleto eNorcia (durante la processione di inizio si èmesso a saltellare sbracciandosi tra i ragaz-zi per salutarli) e concelebrata dagli Assi-stenti Ecclesiastici presenti, tra i quali an-che il nostro don Piero.Aspettavamo il Papa direttamente da Ca-stel Gandolfo: purtroppo gravi problemi disalute gli hanno impedito di intervenire e,da ultimo, ci è stato vicino con un messag-gio datato proprio pochi giorni prima.I giorni di Campo sono stati scanditi dagiornate a tema: il laboratorio delle tecni-che, in cui i Capi delle basi scout del Setto-re Specializzazione hanno aiutato i ragazziin svariate attività: dai nodi, all’espressio-ne, dai giochi, al giornalismo, nautica ecc.La giornata animata dai partecipanti al“Jamboree” (un raduno mondiale che sitiene ogni quattro anni) con attività e gio-chi a tema ed un intero giorno dedicato aigiochi hanno fatto da contorno al piattoforte del Campo: l’incontro con altri Esplo-ratori e Guide che, pur con alcune differen-ze, abbiamo scoperto parlare una “linguacomune” essendo accomunati dagli stessiideali rappresentati dalla Legge e dallaPromessa Scout.Una bella iniezione di entusiasmo per l’an-no che sta per incominciare!

Paolo FerrariReparto Andromeda Chiari 1

L ’Angelo - Settembre 2003

18

Domenica 3 agosto 2003Un momento della Santa Messa celebrata al Campo nazionale

Io sperimento… e tu?

Giornata intensa e fuoco di bivac-co in corso, si aggirano per il sot-tocampo Tramontana volti non

conosciuti: due di questi si soffermano vi-cino al nostro cerchio urlante e danzante;pensando che stessero cercando qualcunoo qualcosa mi avvicino e chiedo di cosaavessero bisogno. «Sono Paolo, capo Re-parto del Chiari» mi presento io; «Ah, pia-cere! io sono Raffaele e questo è don Pe-dro», rispondono loro... espressione di in-credulità nei miei occhi… ma allora esisto-no, non sono persone eteree, “quel-li-che-firmano-gli-articoli” sulla stampascout… Si trattava dell’Incaricato allaBranca Esploratori e Guide e dell’Assi-stente Ecclesiastico Nazionali venuti alCampo Nazionale Umbria in occasionedella Santa Messa di Campo celebrata do-menica 3 agosto.Ma questo fugace incontro era destinato aripetersi l’indomani quando, alla presenzadegli Incaricati Nazionali e del Presidentedell’associazione, alcuni Capi Reparto sisono ritrovati per verificare l’andamentodella sperimentazione del Sentiero E/G.Tutte le avventure, campi, uscite e quelleesperienze che gli esploratori e le guidehanno vissuto al Campo Nazionale e vivo-no in tutte le attività scout (e che a qualche“Viso Pallido” sembrano un po’ strampala-te) sono anche e soprattutto il frutto del-l’impegno personale di ciascun ragazzoche, dal suo ingresso in Reparto, crescegiocando e scoprendo di possedere nuovecompetenze da spendere per essere re-sponsabile di sé e, in taluni casi, anche di al-tri: in una parola egli percorre un “sentie-ro”.Cosa c’era da sperimentare, allora?Semplice: da qualche tempo, ai vari livelli,ci si è accorti che in molti Reparti le tradi-zionali tecniche scout non erano più patri-monio comune, che per lo più gli incontridei ragazzi nelle squadriglie si riducevanoad attività ludico-ricreative perdendo di si-gnificato il pilastro fondamentale delloscoutismo in questa fascia d’età, ossia labanda di ragazzi che vive sempre nuove av-venture all’aria aperta, e che quindi venivameno anche il senso di appartenenza algruppo.Anche a Chiari i ragazzi non erano immunidai problemi segnalati, vuoi per nuovi stilidi vita personali e delle famiglie, vuoi per latendenza a “provare” tante esperienze (l’a-genda di un adolescente è più fitta di quelladi un manager d’azienda) senza viverne an-che una sola come scelta, esperienze che liblandiscono ma non li ascoltano e che li vo-gliono consumatori e non promotori di ini-ziative e… per tanti altri motivi.Così, con la condivisione della ComunitàCapi, circa due anni or sono, più o meno in-

consciamente, gli esploratori e le guide diChiari hanno aderito alla “Sperimentazio-ne del Sentiero E/G”. Si è voluto semplifi-care e puntare su alcune parole-chiave:prendersi un impegno davanti alla comuni-tà, riguardante il proprio specifico ruolonel gruppo, realizzarlo e verificarlo davantialla comunità stessa.Attorno a tutto ciò sta la globalità dellaproposta scout, tendente alla formazionedel carattere, alla scelta di una vita salubre,all’abilità manuale ed al servizio verso ilprossimo tenendo al centro di tutto Gesù, ilsuo messaggio, e la sua testimonianza.Ai ragazzi vengono offerti, poi, degli stru-menti specifici per raggiungere i loro obiet-tivi scanditi in Tappe: le “specialità” chesono molteplici e consentono anche di spa-ziare tra più interessi (ad esempio dallaabilità pionieristica alla fotografia piutto-sto che all’artigianato), ed infine il “brevet-to di competenza” che tende a restringereil campo ad un interesse particolare.Il Campo Nazionale è stato occasione perfare il punto della situazione. Quasi da tuttii Reparti rappresentati (provenienti damolte regioni d’Italia) è stata sottolineatala difficoltà per i ragazzi di portare a termi-ne i loro impegni, quando giungono verso ilbrevetto di competenza, talvolta per l’ec-cessiva complessità degli stessi collegata altempo che i ragazzi hanno a disposizione.E qui è il classico “gatto che si morde lacoda”: il problema è far quadrare il cer-chio, ossia inventarsi imprese affascinanticome una volta, con una scarsa competen-za data dalla mancanza di tempo e quindidi affezione al proprio gruppo. Il rischio è,da un lato, di abbassare il livello della pro-posta, dall’altro di fare passi troppo lunghiper le giovani e malferme gambe.Positivo, invece, è apparso il tentativo di le-gare maggiormente gli impegni di ciascunoal proprio diretto ruolo nel gruppo: ciascu-no diviene per ciò essenziale per la riuscitadelle attività.Diffusa, a livello nazionale e non solo nellegrandi città, è apparsa la scarsa propensio-ne di alcune famiglie a consentire ai proprifigli di partecipare alle uscite ed ai campi,spesso per esigenze legate a ferie od altriinteressi rispettabili, è vero, ma che, oltre acreare forti problemi organizzativi, mal siconciliano con la proposta scout che (pari aquella di altre entità associative) vede ilsuo massimo ed inscindibile dispiego pro-prio in tali occasioni.È stata, comunque, una piacevole occasio-ne per fare sintesi delle varie esperienzevissute in tutta Italia sul tema che sta, delresto, molto a cuore agli educatori scoutche si occupano della fascia di età degliEsploratori e Guide.Ci siamo sentiti “importanti” anche per

avere offerto la nostra disponibilità diret-tamente ai “grandi capi” che a Romaavranno il compito di rielaborare tuttoquanto raccolto.

P. F.

L ’Angelo - Settembre 2003

19

Servizio

e divertimento

“Felici di servire”: questo era il tema delsottocampo dei rover e delle scolte (ra-gazzi dai 16 ai 20 anni) al Campo naziona-le per gli esploratori e le guide che si èsvolto quest’anno dal 27 luglio al 7 agostoin 4 località italiane. Anche noi ragazzi diChiari abbiamo deciso di vivere quest’av-ventura che si è rivelata un’esperienzache non potremo certo dimenticare. Macosa abbiamo fatto? Qual era il nostro ru-olo in un campo organizzato per ragazziun po’ più “piccoli” di noi? Se gli esplora-tori e le guide montavano tende e costru-zioni, si cimentavano nell’accensione deifuochi, si buttavano alla scoperta di nuo-ve tecniche, giocavano insieme e partiva-no per le missioni di squadriglia, i nostricompiti erano diversi ma sicuramente uti-li per fare in modo che il meccanismo delCampo nazionale funzionasse alla perfe-zione (o quasi...). Insieme a noi altri 280ragazzi provenienti da tutta Italia, dallaPuglia alla Valle d’Aosta, erano al campodi Vialfrè (Piemonte) proprio “felici diservire”. Servire a che cosa? Qualcuno sioccupava del vettovagliamento (suddivi-dere e distribuire il cibo per 5800 esplora-tori non è cosa da poco! così come gestirela mensa per noi r/s), qualcun’altro dell’a-nimazione di spettacoli e messe ed altriancora, tra i quali noi del Chiari I, del ser-vizio di sicurezza. Indossata la casaccaarancione di riconoscimento, suddivisi insquadre e muniti di radio ricetrasmittente(ci sentivamo molto professionali!) dove-vamo controllare che tutto fosse in ordinetra gli e/g, che nessuno corresse pericoliinutili e che la “legge del campo” venisserispettata... insomma dovevamo fare gli“antipatici” della situazione. Nella realtàfortunatamente non è andata propriocosì perché la “felicità” del servizio hafatto in modo che ci si divertisse e si sfrut-tasse l’occasione per conoscere ragazzi datutta Italia. I turni di notte per scovare glie/g nottambuli, le docce a mezzanotte, legrigliate serali e i fuochi di bivacco hannoreso il campo ancor più indimenticabile edopo 12 giorni, nonostante la stanchezza,ci sentivamo ancora “felici di servire”come all’inizio!

Il Clan/Fuoco

*Altre due mete sono state felice-mente raggiunte dall’istituto Sa-lesiano San Bernardino in questi

tempi. Tutti quanti gli allievi delle treclassi di 3ª media sono stati ammessiagli esami di licenza ed hanno ottenu-to il diploma relativo. Il PresidenteProf. Raffaele Camisani si è congratu-lato con il corpo dei docenti per l’esitopositivo raggiunto e per il massimodella valutazione conquistato da ben25 allievi. Anche i risultati degli esamidi stato per il Liceo Scientifico sonostati gratificanti sia per gli scritti cheper il colloquio finale. Hanno raggiun-to i 100 punti: Carlo Baronio e France-sca Volontà; oltre i 90 punti: ElisaAndrini, Luca Compagnoni, StefanoRonchi e Chiara Venegoni; oltre gli 80punti: Cristian Andrini, Viola Barisel-li, Lorenzo Bianchetti, Marianna Ca-deo, Roberto Lorini, Alessandro Ma-grinello, Vittorio Gadaleta, DavideIppolito, Laura Pagani, Federica Qua-drini, Edoardo Saleri; oltre i 70 punti:Luca Belotti, Federico Dall’Olio, LisaFesta, Alessandro Mazzotti, MarcoRivetti; oltre i 60 punti: Arianna Bai-telli, Walter Bonassi, Paolo Loschi,Francesca Miragoli, Stefano Pilotti,Stefano Tirloni, Daniele Vezzoli; 60punti: Matteo Bonomelli, AlessandroDonati, Alberto Turra. Il PresidenteProf. Manuel Dallera e i membri dellaCommissione si sono congratulati congli allievi e con la scuola. Soddisfattianche i familiari.Con il nuovo anno scolastico 2003 -2004 si allarga sempre più la nostragrande famiglia con le due classi della

terza elementare. Per introdurre unnuovo indirizzo professionale dellaScuola Media Superiore si è in attesadelle disposizioni ministeriali. Ci si staorientando verso l’Istruzione e la For-mazione Professionale per garantire,secondo la riforma, il doppio binario.* Cogliendo la pausa estiva, si è proce-duto nella ristrutturazione anche edili-zia dell’Opera. In mezzo a tante esi-genze si è data priorità alla residenzadelle Figlie di Maria Ausiliatrice perassicurare loro uno spazio vitale ade-guato. Mancano i servizi indispensabi-li.

*L’ispettore salesiano don Euge-nio Riva comunica che, nell’am-bito del movimento tradizionale

del personale, ha chiamato don Stefa-no Guastalla al compito di viceparro-co a Milano - San Agostino e ha nomi-nato curato di San Bernardino donGianni Pozzi, nativo di Rovato, che èstato economo dell’Istituto San Ber-nardino.

*È ospite a San Bernardino il ve-scovo S. E. Mons. Giovanni Zer-bini, la cui rinunzia al governo

pastorale della diocesi di Guarapuava(Brasile) è stata accettata in data 2 lu-glio 2003. Dietro pressanti richiesteegli pensa di ritornare in diocesi comevescovo emerito.

* In data 7 luglio è stato promul-gato alla presenza di Papa Gio-vanni Paolo II il decreto che ri-

conosce il miracolo operato per inter-cessione del venerabile Servo di DioAlberto Marvelli (1918-1946) ex allie-vo dell’oratorio salesiano di Rimini.Ingegnere del Genio Civile, fu diretto-re dell’Ufficio Alloggi, assessore co-munale, membro dell’Esecutivo dellaD.C., impegnato nella ricostruzionemorale e civile post-bellica. Special-mente durante la guerra si distinse peril suo impegno verso i poveri. Morì in-vestito da un camion, proprio mentrestava svolgendo un servizio caritativo.Con l’approvazione del miracolo èaperto il cammino per la beatificazio-ne: un altro beato della Famiglia Sale-siana.

Il Direttoredon Franco Fontana

L ’Angelo - Settembre 2003

24

L’anno del Rosarioin carcere

L’anno, che il Papa Giovanni PaoloII ha voluto dedicare al Santo Rosa-rio, procede silenziosamente, ma contante iniziative da parte dei singoli fe-deli e delle diverse istituzioni eccle-siali. Fra queste anche quelle pro-mosse dal coadiutore salesiano DanteDossi che si trova a Nave nell’IstitutoPaolo VI. Da anni egli si dedica al vo-lontariato nelle carceri, tanto da me-ritare segnalazioni e onorificenze. Èil suo un apostolato discreto, senzaclamori. Li segue uno ad uno i suoi“amici” nelle loro necessità spiritualie materiali, ne mantiene i rapporticon le famiglie e, una volta scontatala pena, ne cura l’inserimento nelmondo del lavoro e nella società. Ilrapporto di amicizia continua anchequando vengono trasferiti ad altri lu-oghi di pena, e per tutta la vita, attra-verso visite e una nutrita corrispon-denza. Anche con le strutture carce-rarie le relazioni sono positive e dicollaborazione. Da tutti sono apprez-zate la sua dedizione e disponibilità,accompagnate da tanta discrezione eumiltà.Prendendo motivo dall’indizione del-l’anno del Rosario, egli si è rivolto alpapa per avere in dono un centinaiodi corone, da lui benedette, per coin-volgere i suoi assistiti nella recitaquotidiana del Rosario. La domandal’ha inoltrata attraverso il vescovo sa-lesiano S. E. Mons. Tarcisio Bertone,che per il suo ufficio di segretario del-la Congregazione per la dottrina del-la fede aveva allora contatti diretticon Sua Santità. La domanda vennenon solo accolta, ma lodata per la te-stimonianza di fede. Le corone bene-dette arrivarono a Nave, accompa-gnate dalla benedizione particolaredel Papa da estendere ai detenuti,

Dante Dossi, salesiano, da anni si dedicaal volontariato nelle carceri

L ’Angelo - Settembre 2003

25

alle loro famiglie e a quanti lavoranoper loro, segno della sua paterna pre-dilezione per questa porzione del suogregge e stimolo per un’autentica ri-presa nel cammino di fede. Esse ven-nero distribuite personalmente a chisi impegnava in tale devozione ma-riana.Ora, anche da diverse carceri, si levaogni giorno la preghiera di Maria se-condo le intenzioni del Papa, special-mente per la pace.È un piccolo segno, ma fortementesignificativo, sia a livello personale,sia a livello ecclesiale. La devozione aMaria, di cui il Rosario è espressione,trova una sua particolare accoglienzain chi è provato dalla vita. Diventaconforto la certezza di una Mammache segue con attenzione e cura i suoifigli, specie se tribolati. È via per la ri-scoperta di un amore più grande,qual è quello di Gesù.In questo cammino cadono le recri-minazioni, gli odi, le cattiverie; si di-venta buoni dentro ed è più facile laricostruzione morale. L’essere com-presi ed aiutati è incoraggiamento esostegno morale. Il dono della coro-na del Rosario diventa espressione ditale atteggiamento da parte del Papae da parte di colui che fa da tramite aquesta volontà d’amore. Nello stessotempo è un contributo, sia pur picco-lo e limitato, alla riconciliazione, allapace nel mondo, anche da parte di chiha fatto esperienza del male e neespia le conseguenze.

don Felice Rizzini

A Bi Bò… tutto insieme cominciò

… Sai fischiare?

Grande estate 2003 a Samber! Dal 16 giugno al 18 luglio, per cinque settima-ne, il Grest si è insediato nei cortili dell’Oratorio-Centro Giovanile, attrez-zati ad ospitare una vera folla di partecipanti. Don Mino e gli animatori

hanno predisposto le attività ricreative, secondo un calendario di iniziative differen-ziate in base all’età degli iscritti ed un programma diverso per ogni settimana. Le pre-senze giovanili complessivamente hanno raggiunto quota 420, con un’opportuna sud-divisione in tre distinti gruppi: Puffi, bambini di 1a e 2a elementare, Pokemon – 3a, 4a e5a elementare e Ninja, ragazzi delle medie.Il tema conduttore di questa edizione del Grest ha fatto proprio lo slogan estivo dioce-sano “A, Bi, Bò, tutto insieme cominciò”, proposta di un gioco per l’estate che, comeuna filastrocca, coinvolge gli amici in Oratorio per stare insieme in allegria. A Samberl’animazione estiva ha aggiunto la domanda “Sai fischiare?”, per ricordare la richiestaformulata da don Bosco a Bartolomeo Garelli, il primo dei “ragazzi di don Bosco”, inesordio dell’attività oratoriana, caposaldo della pastorale giovanile salesiana.Gli spazi del Centro Giovanile di San Bernardino sono diventati occasione per imbasti-re, tra tornei sportivi, giochi d’acqua, gite collettive, attività manuali e l’immancabilecaccia al tesoro una trama di relazioni che hanno saputo unire l’entusiasmo di bambinie ragazzi all’impegno degli educatori e delle famiglie che hanno collaborato alla riusci-ta delle varie esperienze.Le numerose attività hanno permesso l’integrazione individuale dei ragazzi nella vitadi gruppo attraverso il coinvolgimento responsabile di ciascuno nei momenti di intensapartecipazione collettiva. La formula vincente dell’edizione 2003 del Grest di Sambernon si ravvisa però solo nella varietà della programmazione e nella recettività del Pala-Tenda allestito in cortile. Sicuramente significativo è risultato l’orario prolungato diaccoglienza quotidiana dei ragazzi, dalle 8.00 fino alle 17.00, e la possibilità di accedereal servizio mensa interno all’Istituto ogni lunedì, mercoledì e venerdì, con prenotazio-ne giornaliera o settimanale, a discrezione delle famiglie. L’aspetto maggiormente ri-levabile, con risvolti educativi non secondari, ha riguardato la suddivisione dei giovanipartecipanti nelle squadre di Spazzacamini, Contadini, Acrobati e Muratori per ricor-dare le attività di lavoro dei “ragazzi di don Bosco” nella Torino operaia della metàdell’Ottocento. All’interno di ogni squadra era prevista un’ampia rappresentazionedelle tre categorie di Puffi, Pokemon e Ninja. Si è così concretizzata un’interrelazionetra fasce d’età differenti in attività collettive, per la gara a punteggio tra le squadre, ilche ha permesso di innescare nuove forme di conoscenza tra i ragazzi, spronando lospirito di amicizia e anche una sana competizione tra i vari gruppi.Un tocco di internazionalità per l’ambiente salesiano clarense è stato raggiunto con lapresenza di Suor Susana, proveniente dalla Costa Rica e di due studenti della Facoltàdi Teologia della Pontificia Università Salesiana: Shin, di origine giapponese e, da Ma-nerbio, Giordano Piccinotti.Particolarmente motivata la folta schiera degli animatori: ben 52 i giovani che hanno

coordinato, con impegno e responsabilitàpersonale, le attività ricreative, maturandouno spirito di servizio solidale degno dimenzione. Non possiamo dimenticare ilsupporto decisivo dei collaboratori volon-tari nella gestione del chiosco gastronomi-co in funzione nel boschetto - anche incaso di pioggia - per la ristorazione duran-te le serate musicali.Nel calendario degli impegni settimanali,

si è raggiunto il vertice della partecipazio-ne ogni venerdì sera, con lo spettacolo perle famiglie allestito dai ragazzi che, con illoro entusiasmo, sono riusciti a contagiarei genitori con una presenza irrinunciabile,a conclusione della settimana in Oratorio.Un modo di sentirsi comunità per le fami-glie strette intorno al Centro Giovanile diSan Bernardino, punto di incontro per legiovani generazioni e per i genitori, unitidall’amicizia a don Bosco, in una “casa sa-lesiana”, dopo il Grest di quest’estate in-sieme, ancora più nostra.

Rosanna Agostini

Olini, poeta della Bassa

Incontrarsi con Giacomo Olini èun vero godimento spirituale, da-ta la sua premurosa e cordiale ac-

coglienza. Da tempo ha raccolto la suaproduzione artistica e la mostra soddi-sfatto all’ospite. Sono quadri ad olio,tempere, terrecotte, brani di affreschi,opere cui è particolarmente affeziona-to perché rappresentano alcuni mo-menti del suo lungo cammino artistico.Nato nel 1918 a Brescia, vive e conti-nua a lavorare a Borgo S. Giacomo,nel cuore della Bassa bresciana.Era ancora adolescente e già si distin-gueva per le sue capacità artistiche.Anche da soldato, durante la primaguerra mondiale, sul fronte francese erusso, eseguiva disegni topografici epaesaggistici.Traspirano dal suo parlare tanta sag-gezza e bonomia, come di chi è vissutoa lungo a contatto vivo con la gente econ la natura. Non mancano l’arguziae la battuta in dialetto, proprie di chi sausare tanto la poesia quanto il pennel-lo e lo scalpello. Dà l’impressione ditrovarsi a contatto con uno di quegliartisti che sono riusciti a far sintesi trala vita e l’arte, come capitava nei tempipassati. Il suo mondo è quello dellaquotidianità, dell’amicizia, del cultodella natura, dell’amore agli animali,dell’attenzione alle cose, di rispetto eattenzione agli altri. La sua religiosità,legata alla tradizione, lo aiuta a rivive-re una solida fede, rifacendosi alle an-tiche raffigurazioni degli ex voto e de-gli affreschi, di cui erano ricche le chie-se. La sua produzione è molto vasta einteressante. Il paese gli ha dedicatoun volume ricco di studi critici e di ri-produzioni. Non ama parlare di sestesso. Si affida all’intelligenza ed algusto dell’interlocutore. Pur avendoottenuto numerosi premi fin dal 1971 elavorato in diverse chiese e palazzi, epotendo vantare numerose opere inraccolte pubbliche e private, è restioad ogni forma di propaganda.Di buon grado ha accettato di metterea nostra disposizione parte della suaproduzione per una mostra in occasio-ne del Perdon d’Assisi. La campagnadella Bassa è il motivo che predomina.È il mondo dei nostri padri.Rilevano i critici: «Un impressioni-smo, quello dell’Olini, che non è unfarfaleggiare di colori, ma contatto fi-

sico con le zolle, gli alberi, i cavalli datiro, i buoi aggiogati al carro, la nebbia,il sole, la neve, la primavera. Dipinge amacchie fresche, vivaci, sorprende congioia un’ora di mercato o un borgo infesta, incalza i personaggi dal vivo esullo sfondo si tramano tetti e campa-nili…».Ogni momento della vita contadinatrova in lui il cantore, attraverso la vi-vezza dei colori. Così come le pausedal lavoro, quando all’osteria si gioca acarte o le donne sferruzzano chiac-chierando del più o del meno. Nonmancano quadri che si riferiscono alleferie o in montagna o al mare. Olini visi reca con la tavolozza dei colori e ri-torna con visioni che ne perpetuano isentimenti e le impressioni. Sono ma-rine, porti, vele, trabiccoli di pescatori.Sono dirupi e alberi colti in una vastagamma di colori, secondo il variaredella luce. Sono paesaggi che confina-no con la fantasia e il rimpianto. Inquesta prospettiva anche le cose piùumili della vita quotidiana, immersenella luce, si aprono al colloquio edalla riflessione personale. Anche i fiorientrano nel suo repertorio artistico,perdono quel senso di artefatto e dimanierato per assumere un timbropersonale di gioia o di malinconia perun tempo che passa.

Il suo è un mestiere consumato, cheparla di una lunga consuetudine con lapittura di tanti artisti fra i più grandidella tradizione lombarda, riscopertanella genuinità dei suoi valori, diventa-ta linguaggio personale e strumentodocile alle proprie intuizioni e sensibi-lità. La luce è la protagonista del suorealismo.Un settore completamente a sé è rap-presentato dagli affreschi, di cui Oliniconserva qualche esemplare, quasi aricordare una delle sue fatiche piùdure e amate. Difatti, numerose sonostate le chiese dipinte: Orzinuovi S.Domenico, Ono S. Pietro, Montecchiodi Darfo, Presegno, Vallio, Polaveno...Così come alcuni palazzi. Egli passacon immediatezza dallo stile quattro-centesco degli ex voto alla gentilezzasettecentesca, secondo quello che ri-chiede il contesto. Né meno interes-santi sono le terrecotte, soprattutto disoggetto religioso, di un certo saporepopolare.Così concludeva la presentazione delpittore il critico Luciano Spiazzi: «Inpossesso di buon mestiere, non c’è nul-la di accademico in lui, gustoso comeun cibo genuino, concreto nella resadel vero e insieme capace di lievitarlodi una sostanza lirica non estenuata af-fidata all’aria, alla luce, alle atmosfere,ai tocchi cromatici ubertosi e sapidi».Alberto Morucci mette in rilievo «laincisività che definisce l’Olini come ti-pico artista di casa nostra, cioè senza

L ’Angelo - Settembre 2003

26

incertezze senza mezzi termini, colmodi una genuinità commovente nel libe-ro e vivace modello della tavolozza icui impasti esuberanti ci dimostranouna personalità autonoma che riesce acreare di volta in volta una poeticapropria, con pulsazioni e vibrazionicromatiche che sono stati d’animo im-provvisi, seppur macerati da una com-plessità interiore di vasto interesse».Quello che durante la Mostra a SanBernardino (27 luglio - 3 agosto 2003)ha colpito gli organizzatori è stata lacapacità dell’Olini di entrare in dialo-go con i visitatori, come aveva prean-nunciato il prof. Giovanni Repossi du-rante l’inaugurazione.L’anziano rimpiangeva i tempi antichi,il tecnico scopriva la vivacità dei colorie i giochi della luce, il ragazzo ammira-va la proprietà dei particolari.Per tutti aveva una parola specifica,quella dell’amore alla natura ed allavita.Un messaggio di gioia e di ottimismo.

don Felice Rizzini

L ’Angelo - Settembre 2003

27

Laboratorio di Teatro

Per gli studenti di San Bernardino delle Medie e del Liceo Scientifico, ilPiano dell’Offerta Formativa propone differenti attività complemen-tari nel corso dell’anno scolastico, ad integrazione degli obiettivi didat-

tici della Scuola Pubblica Paritaria. Gli allievi possono aderire a gruppi d’in-teresse facoltativi, orientati secondo le personali attitudini, con una sceltaspaziante da iniziative formative a pratiche d’interesse sportivo e artisti-co-musicale tra le quali il Laboratorio di Teatro.Per gli alunni della Scuola Paritaria Elementare, invece, l’attività di Teatrorientra nella didattica curricolare fin dalla prima classe frequentata.Il gruppo artistico di Teatro del quale tengo le redini, a scadenze fisse, si rendeprotagonista. È ormai tradizionale per noi l’appuntamento del Natalino, du-rante il quale siamo impegnati nella drammatizzazione di fasi salienti della ce-lebrazione liturgica, nella festa natalizia della Scuola. Inoltre, i ragazzi e le ra-gazze tengono la scena anche nel corso dei festeggiamenti per San GiovanniBosco, il 31 gennaio, e il 30 aprile di quest’anno una breve rappresentazioneha allietato la visita del Rettor Maggiore a San Bernardino.Ma è nel corso della festa conclusiva dell’anno scolastico che abbiamo mododi esprimere al meglio il lavoro svolto come gruppo di animazione teatrale.Quest’anno ho coordinato una cinquantina di studenti, dai bambini più picco-li ai ragazzi di Medie e Liceo ed insieme abbiamo realizzato un musical dal ti-tolo Sulle “Sue” orme, presentato anche nella serata del Grest di venerdì 27giugno, dedicata alle famiglie.Il recital è stato liberamente tratto dal testo teatrale “Chiamatemi Padre” sul-la vita di don Bosco composto da don Giacinto Ghioni, già direttore di SanBernardino dal 1983 al 1989 e attualmente economo ispettoriale. Abbiamorievocato alcuni episodi biografici del Fondatore dell’opera salesiana nei qua-li protagonisti sono i “ragazzi di don Bosco”, quelli dell’oratorio volante senzadomicilio, per le strade di Torino alla metà del diciannovesimo secolo.La coreografia del musical si è proposta di unificare la sperimentazione dram-maturgica, distinta secondo l’età dei ragazzi, in uno spettacolo strutturato indifferenti tempi scenici. Le parti recitate sono state alternate con esibizionicanore, danze collettive e accompagnamento di suoni ed effetti luminosi.Alcuni quadri d’insieme hanno ricevuto grande consenso da parte del pubbli-co presente. In particolare, la rievocazione del sogno dei nove anni, profonda-mente impresso nella mente di don Bosco, con l’idea vincente «Non con lepercosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoiamici», l’incubo della guerra e dei mali del mondo che mietono vittime inno-centi fino alla spettacolare coreografia musicale del finale, con il corale cantoa Maria.Gli spunti biografici sono stati reinterpretati, in una trasposizione odierna delmessaggio educativo nello stile di don Bosco, in grado di superare limiti dispazio e di tempo, proponendosi nella sua insuperata attualità pedagogica.I bambini, i ragazzi e i giovani hanno avuto occasione di collaborare con viva-ce spontaneità e il loro impegno costante è stato l’ingrediente essenziale perrendere gradevole al pubblico l’allestimento scenico.

Dalla cabina di regia, aconclusione del lavoroannuale, si apprezza lapersonale propensio-ne di questi studentialla rappresentazioneteatrale come oppor-tunità di manifestarecapacità relazionalisoggettive in una dina-mica di gruppo.

Giorgio Locatelli

Estrazione premi

sottoscrizione

CG2000

“Estate 2003”

1. Televisore n. 692. Consolle Nintendo 64 19163. Cesto frutta 884. Bicicletta bimba 10465. Lampadario 76. Gioco bimbo (Gru) 10367. Tris di pentole 1068. Coppia plafoniere 189. Servizio the mini 103

10. Gioco bimbo (escavatore) 195211. Coppia coprisedili auto 2012. Lampada 193013. Caffettiera grande 7514. 6 bottiglie vino 198815. Tris di pentole 1967

I premi si ritiranoentro fine settembrefacendo riferimento

alla segreteria del CG2000.

Si ringraziano quanti hannocontribuito offrendo materiale

per la buona riuscitadi questa iniziativa.

Il bello del calcio è...che è un giuoco

Per una volta gli ambienti dell’O-ratorio-Centro Giovanile di SanBernardino non sono stati teatro

di accesi duelli calcistici, bensì di una se-rata di sport... parlato. Alla presenza diun foltissimo ed attento pubblico che hagremito il Palatenda allestito in occasio-ne del Grest e teatro nel corso dell’esta-te di numerosi eventi musicali, la P.G.S.Samber 84 ha organizzato, con il patro-cinio dell’Assessorato allo sport dellaProvincia di Brescia, un convegno sultema “L’Educazione allo sport ed ilcalcio giovanile: esperienze e riflessio-ni”. Il dibattito, bene coordinato e sti-molato dal giornalista Ciro Corradinidi Teletutto, che ha ripreso la manife-stazione, ha visto la partecipazionedell’Assessore provinciale allo Sport,Alessandro Sala, del sindaco cittadinoMino Facchetti, di don Franco Fonta-na, direttore dell’Istituto Salesiano diSan Bernardino, di don Mino Gritti,direttore dell’Oratorio e, soprattuttoper la gioia dei tanti giovani presenti,di due autentici fuoriclasse del mondodel calcio, Stefano Bonometti, pertanti anni capitano delle nostre amaterondinelle ed il campione del mondodi Usa 94, nonché recente campioned’Europa con il Milan, Leonardo.Il tema della serata è stato al centro ditutti gli interventi dei presenti, i qualihanno rilevato, in base alle proprieesperienze, quanto sia importante, omeglio determinante, il ruolo dellosport nella crescita educativa dei ra-gazzi, anche se fruito attraverso il con-tributo delle tante associazioni di ca-rattere oratoriano che operano sul ter-ritorio. Lo sport, ed il calcio in partico-

lare, deve rappresentare in primo luo-go un momento di svago e di gioco. Atal proposito è giunto l’invito ai genito-ri presenti, da parte di Stefano Bono-metti, ora allenatore del settore giova-nile dell’Inter, di non caricare i ragazzidi troppe aspettative, ma di lasciarlimaturare, anche calcisticamente, contranquillità.Molto apprezzati sono stati anche gliinterventi di Leonardo, rilevatasi per-sona di straordinario spessore umano,che ha illustrato come lo sport, con lamusica e più in generale con tutte leespressioni culturali, sia un mezzo fon-damentale per l’affrancamento dallapovertà di tanti giovani nel suo Brasile.La serata è stata l’occasione, per laP.G.S. Samber 84 di illustrare i pro-grammi per la prossima stagione spor-tiva 2003 / 2004.Anche il prossimo anno, nel segno del-la continuità con gli ultimi due anni,verrà proposta una Scuola Calcio, per ibambini dei primi anni della scuolaelementare, coordinata da un inse-gnante diplomato ISEF, il sig. ClaudioFalchetti.A questa attività, sia per i bambini siaper le bambine, dai 6 ai 10 anni, verràaffiancata una Scuola di Pallamano, ge-stita sempre da un tecnico qualificato.Per i più grandicelli, il cammino di cre-scita sportiva proporrà tutte le catego-rie del settore del calcio giovanile e lenuove iniziative della pallavolo per lefemmine e del basket per i maschietti.Per il prossimo ventennale di fonda-zione, la P.G.S. Samber 84 vuole dimo-strare con i fatti e non solo con il nomedi essere una vera... polisportiva.

L’interessante sera-ta si è conclusa conl’abbraccio festosodei ragazzi dell’ora-torio ai due campio-ni del calcio (mahanno dimostrato diesserlo anche, e so-prattutto, nella vita)che si sono prestatiper la firma dei librisull’educazione allosport, gentilmentedonati dalla Provin-cia a tutti i parteci-panti.

Giorgio Cavallet

L ’Angelo - Settembre 2003

28

Grazie!

Sono passati tre mesi dal giornodella mia ordinazione sacerdo-tale e della prima messa; tre

mesi in cui l’attività frenetica in cui misono gettato per esigenze di “obbe-dienza” non mi hanno permesso trop-po di soffermarmi su dubbi e paureche accompagnano sempre questi mo-menti importanti della vita di una per-sona... e di questo devo ringraziareDio e un poco anche i miei superiori!Quello che voglio fare ora non è certoandare a scavare nel torbido per faremergere timori, angosce... anche per-ché so per certo che questo articolo loleggeranno i miei genitori e non vogliofar nascere in loro inutili preoccupa-zioni e poi sarebbe, da parte mia, unatto di puro autolesionismo; neppurevoglio inoltrarmi nei meandri delle di-squisizioni teologiche circa la naturadel sacramento dell’Ordine, quindi...Desidero solo continuare quel ringra-ziamento appena accennato alla finedella mia prima messa, quando il caldoe l’emozione avevano quasi strematome e anche molti presenti, tra cui glieroici piccoli cantori del Coro con iloro Maestri... una fatica degna diErcole!Percorrendo, quella mattina di Pente-coste, le strade di Chiari per giungerein Duomo, restavo stupito dai voltidella gente che si assiepava lungo la viaper salutare, anche solo con un sorriso,il sacerdote novello; volti curiosi ac-corsi lì per cercare spiegazioni al suo-no festoso delle 12 campane, volti co-nosciuti di parenti e amici stretti in ac-cogliente preghiera attorno al festeg-

Don Daniele Cucchied il Vescovo ordinante

L ’Angelo - Settembre 2003

29

giato (chiedo scusa al Signore se peruna domenica gli ho sottratto un ango-lo del suo posto d’onore), tanti volti ame ignoti eppure mossi da un unicodesiderio di festa; cercavo di immagi-nare le preghiere che tutte quelle per-sone magari anche solo pensavano:preghiere cariche di “grazie”, di gioia,di affetto... Proprio in questi mesi misono nutrito di queste preghiere, ripeten-do virtualmente quei passi che portanodal CG2000 al Duomo, cercando di ri-cordare il più possibile quei volti e ringra-ziando il Signore per ciascuno di loro.Il mio grazie vuole estendersi a tutti,dai giovani e dagli adulti del Samberche la sera seguente all’ordinazionehanno preparato una calorosa acco-glienza sotto la mano esperta di donMino, a don Franco e alla comunità sa-lesiana prodigatisi per allietare il tuttocon un ricco pranzo con il prezioso au-silio di numerosi volontari che hannosacrificato un giorno di meritato ripo-so e di festa per “sgobbare” in un ac-caldato refettorio, al Piccolo Coro coni Maestri Maurizio e la moglie, il pro-vetto organista che hanno reso “sale-siana” la celebrazione sfidando il cal-do; ringrazio ancora una volta mons.Rosario per la sua disponibilità e per lasua attenzione insieme a tutti i sacer-doti della parrocchia, don Piero Mar-chetti e don Andrea Gazzoli (al qualefaccio anche i miei più sentiti auguriper il nuovo impegno a Roma... io hogià dato, ora tocca a te!), don AndreaFerrari, don Davide, don Giovanni,don Mario, don Benvenuto, don Giu-seppe e tutti gli altri... a loro chiedo an-cora preghiere; i miei ringraziamentivanno anche al signor sindaco che havoluto essere presente dimostrandocome tutta la città sa stringersi in festaattorno ad un proprio concittadinosuperando ogni divisione... Unità nelladiversità: è questa la fonte di veraricchezza per Chiari.Tutti, ma proprio tutti quelli che han-no festeggiato insieme a me, nella so-lennità di Pentecoste, voglio ringrazia-re, quelli presenti nel Duomo, quelliimpossibilitati a venire ma presenti colcuore, quelli che hanno seguito attra-verso Claronda la celebrazione eucari-stica... non voglio dimenticare nessunoe spero di non averlo fatto; a tutti chie-do ancora preghiere perché quell’eu-caristia celebrata insieme si prolunghiper tutta la vita in un’unica azione diGrazie!

don Daniele

Quelli di San Giovanni…

San Giovanni… alla maggior parte di voi questo nome ri-corda una delle tante chiesette sparse nella campagna diChiari; ma per chi ci è nato, ci vive e in questi luoghi ha

trascorso la sua infanzia, ha un significato molto più profondo.Infatti dietro a questa chiesetta fatta di mattoni c’è gente che,spinta dall’amicizia e dal senso di collaborazione, trova la vo-glia di impegnarsi dedicando parte del proprio tempo liberoalla realizzazione di valide iniziative, prestando particolare at-tenzione alle esigenze del mondo giovanile, partendo da ungruppo di ragazzi (elementari e medie) che animano la messa ela domenica pomeriggio svolgono attività ricreative, la più im-pegnativa delle quali è stata la preparazione di un recital.Da non sottovalutare lo spazio dedicato alla preghiera e al gioco.Non manca però un consistente numero di giovani che, impe-gnandosi nella realizzazione di opere manuali e attraverso laloro vendita, contribuisce al sostentamento di una piccola co-munità di bambini; per quanto rigurda la loro formazione per-sonale sono aiutati saltuariamente da una psicologa.Non di meno è l’attenzione riguardo alla conservazione dellachiesa stessa. In quest’ultimo periodo ci si è adoperati per il ri-facimento del tetto e dell’impianto elettrico, il restauro di alcu-ni quadri e la tinteggiatura interna.Cogliamo l’occasione per parlarvi anche di altre realtà che gi-rano attorno alla nostra chiesetta di campagna, tra cui la tra-dizionale “Sagra di S. Giovanni” che impegna un cospicuo nu-mero di persone e che attira parecchia gente; e la nuova propo-sta della “Cena degli ex”. L’idea è nata da una riflessione:“Quanta gente passata da San Giovanni, poi, crescendo, ha pre-so strade diverse? Perché non ritrovarsi tutti insieme per ricor-dare i bei momenti trascorsi in compagnia?”. La proposta è sta-ta accettata da tutti con entusiasmo e le aspettative non sonostate deluse; infatti, alla fine della serata i giudizi erano più chepositivi.Un grazie a tutti.

Il gruppo giovani di San Giovanni

Con Don Bosco per sempre

Colgo l’occasione della mia pro-fessione perpetua per presen-tarmi. Molti mi conoscono

personalmente, altri mi confondonocon don Daniele Cucchi, di recente or-dinato sacerdote e mio carissimo ami-co, oltre che confratello. Mi chiamoEmanuele Cucchi. Sono nato a Chiariil 26 settembre del 1974, mia madre sichiama Federica Baresi e mio PadreGiuseppe. Ho frequentato, fin dall’etàdi sei anni, l’oratorio di San Bernardi-no, dove sono cresciuto, formato edove è maturata la mia vocazione sale-siana. Sono salesiano dal 1996. Nel1995 ho trascorso l’anno di noviziato aPinerolo, in provincia di Torino, du-rante il quale mi sono preparato perdiventare salesiano; ho studiato filo-sofia a Nave, in provincia di Brescia,per due anni; ho trascorso tre anni ditirocinio educativo presso la comunitàsalesiana di Treviglio come animatoredella scuola superiore; da due anni mitrovo nella facoltà di Torino-Crocettaper gli studi teologici. Manco da Chia-ri da più di otto anni, ma la mia appar-tenenza alla città di Chiari si va facen-do sempre più forte.Vorrei rendervi partecipi della mia

gioia nell’annunciare l’evento dellamia professione perpetua che si terràil 14 settembre a Milano presso i sale-siani in Via Copernico 9 alle 15.00.Nella mentalità corrente si guarda alsacerdozio come al traguardo di uncammino di formazione, costellato di

studio e di approfondimento spiritua-le, ed è così. Tuttavia per me, salesia-no, come del resto per tutti i religiosi,la professione religiosa assume un si-gnificato particolare, un arricchimentodella vocazione sacerdotale e una spe-cificazione della futura missione sacer-dotale.Non è che i due appuntamenti sono incontrapposizione, tutt’altro si integra-no meravigliosamente. La consacra-zione religiosa non è altro che la voca-zione ad essere cristiano vissuta più ra-dicalmente, grazie ad un particolaredono del Signore, sulle orme di DonBosco e secondo il suo spirito. Questocomporta degli impegni, quali sono ivoti, la vita comunitaria, una preghierapiù intensa, una missione specifica nel-la Chiesa, che per noi salesiani si espli-cita nell’essere segni e portatori dell’a-more di Dio a tutti, in particolare aigiovani. Durante questi anni ho con-dotto un cammino di verifica e di di-scernimento riguardo alla chiamatache il Signore mi rivolgeva. Ora è giun-to per me il momento di dare un orien-tamento definitivo alla mia vita, acco-gliendo l’invito del Signore che michiama a seguirlo più da vicino. La miagioia si fa più intensa, se penso ai moltieventi vocazionali che hanno toccatola nostra realtà parrocchiale.Il mio pensiero va all’ordinazione didon Daniele Cucchi, alla prima profes-sione di suor Sara Serlini (agosto2002), agli appuntamenti che verran-

no: la prossima ordinazione diaconaledi Mauro Rocco e tanti altri. Vera-mente il Signore guarda alla nostra re-altà di Chiari con grande benevolenza .Il mio ringraziamento più sentito va inprimo luogo al Signore, che mi ha chia-mato e accompagnato con la sua graziadurante tutti questi anni, e ai miei ge-nitori. Vorrei ringraziarli pubblica-mente per quanto hanno fatto e fannoancora per me.Senza la loro prima educazione, senzail loro amore, senza le loro premure, ionon sarei qui nemmeno a scrivere que-sto articolo. In secondo luogo vorreiringraziare la comunità parrocchiale ela comunità di San Bernardino, nellepersone di don Rosario Verzeletti e didon Franco Fontana, direttore dellacomunità salesiana di Chiari.Essi rappresentano le tante personeche mi hanno aiutato nella mia forma-zione e che sono state un punto di rife-rimento per la mia crescita vocaziona-le. Infine, permettetemi di ringraziaretutti voi, amici e conoscenti, che in va-rio modo mi sostenete con l’incorag-giamento e con la preghiera: continua-te a farlo in questo momento di imme-diata preparazione alla professione.Un pensiero particolare va a tutti i

giovani clarensi. Una vocazione, qua-lunque essa sia, cresce nella misura incui da giovani ci si accorge del beneche si riceve.Carissimi giovani, prego per voi per-ché vi accorgiate del bene che la Co-munità parrocchiale di Chiari, a nomedi Gesù Cristo, riversa su di voi; apritegli occhi, aprite il cuore, perché questaè l’unica condizione per crescere comebuoni cristiani e onesti cittadini, comevoleva don Bosco. Così è stato per me,così spero sia anche per voi.

Vi ricordo tuttiEmanuele Cucchi

L ’Angelo - Settembre 2003

30

In memoria di Giacomo Viganò

Un’altra pagina della storia diSan Bernardino si è conclusacon la morte del coadiutore

salesiano Giacomo Viganò (26 giugno2003). Era uno dei Confratelli che piùa lungo è vissuto a San Bernardino:dal 1955, da quando l’Ispettore donCesare Aracri l’aveva trasferito daNave, sempre con l’incarico della cam-pagna, dell’orto e della stalla.Anche quando è stato destinato all’in-fermeria ispettoriale “Don GiuseppeQuadrio” ad Arese, egli ha continuatoad appartenere giuridicamente allacasa di San Bernardino.Questa sua ap-partenenza più che a dati esterni, eraiscritta fortemente nella sua memoria,nella sua vita. Quando lo si andava avisitare e gli si parlava di San Bernardi-no, i suoi occhi diventavano lucidi, lu-cidi, e non mancava qualche lacrima,frammista a tanti ricordi di persone, dicose, di vicende, come fossero di oggi.Amava e viveva per il suo lavoro diagricoltore. Di buon mattino fino asera tarda era tutto preso dai problemidelle colture, delle bestie, dell’irriga-zione, dei raccolti. Unico momento dipausa era quello che dedicava alle pra-tiche religiose, come gli aveva insegna-to don Luigi Borghino, suo direttoredell’oratorio a Sondrio e guida. Pun-tuale e preciso, offriva a Dio ogni suoimpegno e da lui attendeva la ricom-pensa. Dalla famiglia aveva appreso ilsenso del lavoro e del sacrificio e delsuo rapportarsi continuamente al Si-gnore e alla Madonna. La vocazionesalesiana aveva rinsaldato i valori fa-miliari e gli aveva offerto motivazionipiù profonde per una fede semplice eimmediata, per una preghiera fiducio-sa, per un amore generoso al Signore ea Maria SS. Ausiliatrice e per una fe-deltà a tutta prova a Don Bosco.La sua più grande soddisfazione erarappresentata dalla possibilità di por-tare in comunità le primizie dei frutti,le verdure dell’orto, il vino nuovo,qualche pollo, uno stracchino fresco.Ne decantava le qualità e invitava tuttia prenderne, quasi un suo dono perso-nale. Era un vanto, che non mancavadi una certa ingenuità, ma che contri-buiva a rendere più gioiosa e allegra lavita comunitaria. Si prestava volentierialla battuta ed allo scherzo. Quellodella campagna era un buon contribu-

to anche al mantenimento dei nume-rosi aspiranti alla vita salesiana, chestipavano l’antico convento. La rettascolastica era ridotta all’essenziale enon mancava chi ne era dispensato pergravi situazioni familiari. L’ispettoriaassicurava lo stretto necessario. Nondifettava la beneficienza.Quale gioia per il Viganò poter contri-buire a migliorare la situazione econo-mica. Ne sentiva fortemente la respon-sabilità e cercava ogni mezzo per ren-dere attive la campagna e la stalla. Sot-to la sua guida l’ampia ortaglia di S.Bernardino, vanto di Mons. Menna edei Padri Benedettini, si era semprepiù razionalizzata e, nel suo piccolo,rappresentava un modello di condu-zione agricola. Col tempo vi si aggiun-sero, proporzionate, una stalla, unaporcilaia nuove.La campagna, l’orto e la stalla diventa-rono con il Viganò un campo meravi-glioso di amicizia e di collaborazionecon gli agricoltori della zona. La picco-la azienda agricola dei Salesiani vennesponsorizzata dalle aziende più grosse,a gara fra loro.Difficilmente si può calcolare quanto iCoadiutori Salesiani, come GiacomoViganò, abbiano contribuito a renderedi famiglia i Salesiani a S. Bernardino.È stato per lui un colpo duro, quando,invecchiatosi e fatti un po’ di conti, sidecise di chiudere la stalla e di elimina-re l’orto. Ne soffrì fortemente e ci volletutta la sua generosità per superare laprova, si sentiva inutile.Ridottosi infermo su una carrozzella,era per lui una gradita sorpresa quan-do vedeva i campi, già coltivati contanta fatica e amore, trasformarsi incampi da gioco. Riemergeva l’animaoratoriana, instillata in lui da quelgrande educatore don Luigi Borghino.Ne era contento. Fin quando è rimastoa S. Bernardino, ogni domenica gliagricoltori della zona se lo disputava-no fra di loro e lo volevano alla loromensa. Godevano della sua presenza edella sua cordialità. Insieme ricorda-vano i tempi passati, ricordavano per-sone e situazioni, si lamentavano dei li-miti del progresso e delle difficoltà cheincontrava sempre più l’agricoltura.Non mancava mai il ricordo a Don Bo-sco e a Maria SS. Ausiliatrice. Anchenell’infermeria ispettoriale la sua vita

continuò nella semplicità della fede enella cordialità dei rapporti. Il sorrisoilluminava il suo volto.Aveva perso il senso del tempo e dellecose. Sembrava che vivesse già nellagioia di ritrovarsi nel “giardino salesia-no”, assicurato da Don Bosco a chi erafedele fino in fondo alla sua vocazione.

D.R.F.

L ’Angelo - Settembre 2003

31

Il coadiutore salesiano signor Giaco-mo Viganò, morto il 26 giugno 2003

BibliotecaDon Luigi Rivetti

Via Garibaldi 3

Orario d’apertura

Domenica 9.00 - 11.00

Giovedì 9.00 - 11.0015.00 - 17.00

Sabato 9.30 - 11.00

� I libri vengono dati in letturagratuitamente per 30 giorni.

� Le videocassette vengono dategratuitamente in visione per 3giorni.

Lezione di ginnasticaQuando c’era lezione di ginnastica ci simetteva in divisa: calzoncini blu, ma-

glietta gialla, scarpette di tela... e viatutti agli ordini del professor Franzini.Salto in alto, in lungo, corsa veloce,mezzofondo, getto del peso, lancio deldisco: ve le ricordate le pertiche e ilquadro svedese?«Ragazzi, fate attenzione a non mettercitroppa foga, che poi ci scappa la lussa-zione...».La fotografia è probabilmente dei pri-mi anni Sessanta: ventotto allievi, ma-schi, in bella posa sulla scalinata dellavecchia palestra di viale Mazzini, quel-la che si affacciava su un bel cortilesterrato, ottimo per combattute partitedi pallone e di pallavolo, e oggi trasfor-mato in parcheggio. I ragazzi non era-no soltanto clarensi, ma arrivavano datutti i paesi del circondario. E chissàquante storie, quante famiglie, quantimestieri e professioni...Speriamo che siano in molti ad averela gioia di riconoscersi in questa bella einsolita fotografia.

La pagella del 1927Ho ritrovato, fra alcune vecchie carte,la pagella di quinta elementare di miopadre, Agostino Rubagotti, classe1914. Il vecchio documento mi dà lospunto per ricordare Agostino a quan-

ti l’hanno conosciuto e per far cono-scere ai lettori un documento interes-sante.In alto presenta lo stemma sabaudocon il motto FERT e la scritta REGNOD’ITALIA, al centro i dati anagraficidell’allievo, la classe frequentata, l’an-no scolastico: tutto in bella grafia.All’interno i voti, espressi in numeriromani dall’I al IV. In quarta pagina ilprezzo, cinque lire di allora.Tino perse il padre Francesco a ottoanni: dicevano fosse il ritratto della sa-lute, invece una broncopolmonite se loportò via in un momento. La mammaBianca Consolati e le due sorelle Rosae Piera non ebbero dubbi: «Tino al gade finì le scöle!Poi andò a lavorare da Bassi, al mer-cànt, e più tardi da Dall’Olio. E anco-ra, alle dipendenze di Tunì Caravaggi,avanti e indietro dall’Alto Adige, avendere tessuti e stoffe.In Alto Adige conobbe Frida, si inna-morarono e formarono una bella fami-glia.«Eh... com’ela la zènt, là ‘n munta-gna?...».«Buna zènt, buna zènt: tanto che me, gi-öna, ló spuzada...».

Franco Rubagotti

L ’Angelo - Settembre 2003

32

Mo.I.Ca. Informa

L’assemblea nazionale di Viterbo.Nei giorni 29-30-31 maggio 2003 si è svol-ta a Viterbo, nel Lazio, l’assemblea nazio-nale annuale del Mo.I.Ca. che ha avutosoprattutto la partecipazione dei gruppipiù vicini, tra i quali - per la prima volta -quello sardo di Ozieri. Tina Leonzi si èrammaricata che fossero assenti i gruppilontani come il nostro, ma ci rifaremol’anno prossimo, quando l’assemblea sisvolgerà a Torino. È per noi soprattuttouna questione di costi. Erano presenti leautorità civili e religiose locali, nonché ilpresidente della Regione Lazio, on. Fran-cesco Storace. Il testo delle relazioni e idettagli saranno pubblicati sul dossier“Penelope 2000”.

L’incontro del 1° giugno 2003, presso lanostra sede, ha avuto come tema “L’obe-sità e la chirurgia estetica”. Abbiamoascoltato con interesse una prima relazio-ne a cura della dott. Cristina Grande, laquale ci ha esposto in chiave medica i pro-blemi dell’obesità che viene consideratacome una vera e propria malattia. Oltreche sulle cause (disordine alimentare,stress, ereditarietà, ecc.), la dott. Grandesi è soffermata sui possibili rimedi, inmodo da evitare le conseguenze a cui ciporta l’obesità, specialmente alle altera-zioni cardiovascolari.La seconda relazione, a cura della dott.Irene Harari, con l’ausilio di diapositive,ci ha illustrato le differenze tra chirurgiaplastica e chirurgia estetica. La prima ri-guarda essenzialmente la ricostruzione diparti del corpo per ovviare a incidenti, le-sioni, gravi scottature o altro; la secondacopre il campo dei difetti, veri o presuntiche si desidera correggere. A volte servel’intervento di uno psicologo.

Riprende l’attività. Il 15 settembre, con lariapertura delle palestre, potremo inizia-re il nuovo corso di ginnastica presso lapalestra del “Turla”.Assemblea internazionale della F.E.F.A.F.(Federazione Europea delle Casalinghe).Nei giorni 9-10-11-12 ottobre 2003 si svol-gerà a Roma, organizzato dal Mo.I.Ca., ilCongresso Internazionale delle casalin-ghe europee, inserito dal Ministro Maro-ni nel semestre italiano di presidenzadell’Unione Europea. Ci sarà anche un’e-sposizione di creatività femminile.Il programma è disponibile in sede.

L’inaugurazione del nuovo anno socialeverrà segnalata con locandine, dipenden-do quella data dagli impegni della nostraPresidente Nazionale.A tutte un cordiale arrivederci.

Ida Ambrosiani

Lo sfogo di una nonnaEgregio Direttore dell’Angelo,

mi permetta una sfogo, ho nelcuore un magone che non riesco asciogliere. Leggo sempre la pagina del-le Cose sbalorditive su l’Angelo e la tro-vo sempre interessante, divertente eistruttiva. Ora di cose sbalorditive neavrei una anch’io da segnalare. La seradi domenica 22 giugno 2003, festa delCorpus Domini, ho accompagnato inprocessione la mia nipotina vestita conla bella tunica bianca come il giornodella Prima Comunione. C’era anchesua mamma, ma quale amara delusio-ne abbiamo provato quando abbiamovisto che i bambini presenti erano solo12. Dodici su 160 (centosessanta). Eroproprio sgomenta, scandalizzata e an-gosciata. Ma dove siamo andati a fini-re? Il Sig. Prevosto la domenica prece-dente aveva invitato alla processionetutti i bambini della Prima Comunio-ne, ma solo 12 hanno risposto. Avrem-mo dovuto e voluto vedere una bellafila di almeno 100 se non di 150. ACovo, un paese vicino a Romano Lom-bardo, una persona mi ha riferito chein processione c’era una bella fila di 50bambini su 60 di quelli che hanno fattola Prima Comunione. A Castrezzato,dove era presente un mio parente, lafila dei bambini in bianco era lunga estavano tanto bene. Ma qui a Chiari, èincredibile ma è vero e sconcertante edeludente, la presenza dei bambini in-nocenti e tanto cari a Dio, a pochi gior-ni della Prima Comunione, era quasinulla. Di chi sarà la colpa? Per me nonpuò essere che dei genitori. Uno diquesti, al quale avevo chiesto perchénon aveva portato il suo bambino inprocessione, mi rispose: «Ma sai, con ilcaldo che fa, alla sera siamo un po’ tut-ti stanchi, la processione è lunga e contante fermate, insomma non abbiamorischiato». Ma che vergogna cari geni-tori. È proprio colpa nostra se i nostrifigli disertano questi appuntamenti,tanto importanti anche per il ricordoche devono lasciare nella vita. Per an-dare a spasso, al mare e ai monti e ailaghi si fanno viaggi lunghi, estenuanti,asfissianti, in colonne di macchine lun-ghe 10 e anche 20 chilometri sotto ilsolleone, e se vanno in treno devonosopportare ore e ore di ritardo e persi-no giornate di sciopero, in giro, a per-

nottare nelle stazioni assiepate di gen-te arrabbiata e sdegnosa e alla fin finerassegnate al destino... e poi andare aportare il bambino in processione nel-la grande solennità del Corpus Domi-ni, si fanno tante storie. E questo capi-ta a Chiari dove c’è ancora un po’ diFede, dove si fa catechismo tutto l’an-no, nel più bell’Oratorio della Diocesi,nel quale si svolgono una infinità diiniziative a operazioni pastorali, dovesono presenti due sacerdoti giovani ezelanti con un centinaio e più dicollaboratori?!? Mah! Non so più cosadire.

Una nonna

L ’Angelo - Settembre 2003

33

Associazione Pensionati - Chiari

Il tempo passa veloce: giugno, luglio e agosto 2003, con temperature chenoi anziani non ricordiamo, sono alle nostre spalle. Le ferie per noi sonostate gradevoli, tant’è che, nelle domeniche di luglio ed agosto, abbiamo

aperto la nostra sede anche il mattino per dare ai nostri soci quel refrigerio datutti desiderato.Vediamo più in dettaglio le attività svolte in questi mesi.Il 5 giugno abbiamo organizzato una serata a Desenzano del Garda, con cenaa Lonato presso il ristorante La Rosa di Marino Damonti, che ci ha servito pe-sce di lago per buongustai. Il locale, noto per la frequenza di personalità illu-stri e campioni dello sport, si è trasformato nel finale in una platea stupita dauna serie di giochi di prestigio.Il giorno 8 giugno si è svolta l’assemblea annuale dell’Associazione, presenti ilSindaco e numerosi soci. Ha aperto l’incontro, con parole di benvenuto a tuttigli iscritti, la Presidente Signora Antonia Varesi; il nostro Sindaco ha avutoparole di ringraziamento per il volontariato da noi svolto in diversi settori del-la vita cittadina, invitandoci a proseguire per il bene degli anziani. La relazio-ne finanziaria di consuntivo e di previsione è stata accolta col voto unanimedei presenti, che alla fine hanno potuto godere di un piccolo rinfresco.Siamo stati presenti alla mostra in Pinacoteca Repossi per l’esposizione delleopere dedicate alle immagini della festa e successivamente alla mostra perma-nente del nostro compianto e beneamato concittadino, lo scultore VittorioPelati.Nei giorni 16 luglio e 6 agosto alcuni nostri soci hanno potuto assisterenell’Arena di Verona alle opere liriche Aida e Nabucco.Grande successo hanno riscosso i soggiorni a Gatteo Mare e i tre turni di 15giorni a Pesaro per lo squisito trattamento riservato; mentre scrivo sono incorso le iscrizioni per i soggiorni di settembre prima in Sardegna e a Ischia epoi il conclusivo favoloso soggiorno a Sciacca in Sicilia.

Come si può constatare, la nostra vita associativa non ha avuto sosta, cosìcome non è mai mancato un riverente pensiero ai nostri cari con i quali pertanti anni abbiamo camminato e che ora sono nella luce, dove un giorno tuttici ritroveremo nella felicità eterna.Con questi pensieri auguriamo a tutti buona salute e un arrivederci per altreiniziative.

Per la DirezionePietro Ranghetti

La Buona NotiziaSettimanale televisivo

della Diocesi di Brescia

TeletuttoDomenica ore 13.15

TelenordDomenica ore 20.00

SuperTvDomenica ore 20.00

Lunedì ore 11.30

Telepace Via SatelliteVenerdì ore 20.05Sabato ore 18.30

Domenica ore 23.15

Sport

Straordinario…Importante!

Ci eravamo salutati a giugno ab-bastanza soddisfatti dei risul-tati conseguiti dalle nostre

squadre nei tornei di calcio, basket epallavolo. Di straordinario, da un cer-to punto di vista, niente. Di importan-te, da un’altra angolazione, molto. Perqualcuno vale solo lo straordinario equello che è importante non conta.Per molti altri lo straordinario vale

solo se si pone al servizio dell’impor-tante. Lo straordinario e stupefacentesarebbe vedere un formazione claren-se nelle più alte categorie. L’importan-te è che le nostre società continuinofar giocare i nostri ragazzi. Lo straor-dinario sarebbe che il Palio delle Qua-dre fosse disputato da atleti di famamondiale. L’importante è che il nostroentusiasmo, nella fatidica serata, sia diincitamento ai giovani clarensi che sisfidano nella faticosa gara. Lo straor-dinario sarebbe giocare ad alti livelli.L’importante è sapersi impegnare ac-canto ai compagni e divertirsi conloro. Pure è straordinario essere geni-tore di un campioncino già seguito ecoccolato da grandi società, ma è piùimportante consentirgli di giocarespensierato con i suoi amici. Ho l’im-pressione di essere stato ridondante diesempi ma, grazie a quelli, spero di es-sermi spiegato. Non sono, badate, fau-tore di una Chiari sportivamente de-

pressa. Come tutti desidero vedere belgioco e spettacolo e ritengo che sianoda ringraziare tutti coloro che si impe-gnano per potercelo offrire. Solo chie-do che continuino ad ispirarsi alle ge-nuine motivazioni che li hanno mossi:crescere con lo sport, educare con losport, offrire divertimento sereno atutti. Se lo spettacolo e gli stimoli sonoottimi tanto meglio, ma non devono es-sere persi di vista gli obiettivi importan-ti. I contributi di Paolo e Andrea sonouna diretta testimonianza di quanto iomi sono sforzato di esprimere.

Bruno Mazzotti

La stagione agonistica sta periniziare e così anche il BasketChiari si prepara ad affrontare

un nuovo anno di sport. Tornando in-dietro di qualche mese troviamo lasquadra clarense in piena lotta pro-mozione. La stagione regolare si eraconclusa con una serie di 17 vittorieconsecutive su 18 giornate e di conse-guenza con il primo posto nel propriogirone del campionato di Prima Divi-sione. Ma per la promozione mancavaancora un piccolo passo; si dovevanogiocare i playoff contro l’Ospitaletto.Si giocava al meglio delle tre gare e ilChiari aveva il vantaggio di giocarel’eventuale gara-3 in casa. E così è sta-to: la conquista del campionato diPromozione è avvenuta proprio da-vanti al pubblico amico. Grande even-to per i giovani cestisti che hanno po-tuto festeggiare il primo importantesuccesso della loro breve carriera. Lasocietà ha così deciso di premiare igiocatori e l’allenatore Franco Berioladando piena fiducia al gruppo ancheper il prossimo campionato. Non cisono stati nuovi innesti e così la for-mazione che affronterà dal 20 ottobreil torneo di Promozione sarà la stessadell’anno scorso, un gruppo giovanerispetto alle altre partecipanti, ma conun anno di esperienza in più. Le ambi-zioni della società sono quelle di rag-giungere una tranquilla salvezza equindi di mettere le basi per l’anno

L ’Angelo - Settembre 2003

34

È straordinario essere genitore di un campioncino già seguito e coccolatoda grandi società, ma è più importante consentirgli di giocare

spensierato con i suoi amici.

successivo, ma i giocatori fanno sape-re che quest’anno sapranno stupireancora di più e promettono di darebattaglia a qualsiasi squadra affronte-ranno. Sarà un campionato emozio-nante e sarà ancora più importanteavere un pubblico numeroso capace disostenere il Basket Chiari. Ricordia-mo che si giocherà al Palazzetto dellosport di via Lancini il mercoledì sera.Vi aspettiamo numerosi. Per gli ap-passionati ricordiamo anche il sito in-ternet www.basketchiari.it.

Paolo Canesi

La Pallavolo Chiari ha iniziatoil 31 agosto la sua 33a stagionesportiva con rinnovato entu-

siasmo ed energia. La stagione passataè stata non priva di soddisfazioni, conla salvezza raggiunta nella serie C già ametà del girone di ritorno, e con un lu-singhiero ottavo posto finale. Lo stafftecnico e dirigenziale della squadramaggiore è stato confermato, con Ma-rio e Giorgio Facchetti come allenato-re e general manager, rispettivamen-te. Alcune novità invece nel parco gio-catori, con l’inserimento di alcuni gio-vani di belle speranze. La secondasquadra maschile è stata affidata aduno dei cinque nuovi allenatori diplo-matisi lo scorso anno, che rinforzanole file degli allenatori qualificati delChiari. Nel settore femminile sononuovi sia l’allenatore della primasquadra, Mauro Valvassori, sia il diret-tore sportivo di tutto il movimento“rosa”, Adriano Terzi. Queste novitàporteranno certamente una scossanell’ambiente, che l’anno scorso havissuto alcuni momenti di difficoltà.Come al solito, il settore giovanile saràparticolarmente curato, con nuovi alle-natori alla guida delle varie squadre,mentre saranno ripetute le positiveesperienze di due anni fa nel campo del-la collaborazione con le scuole elemen-tari e medie, sia clarensi che dei paesi vi-cini. Iniziative che sfoceranno nel raf-forzamento del C.A.S.-Minivolley, chel’anno scorso ha visto a Chiari, in VillaMazzotti, la tappa finale del circuitoprovinciale. Insomma, la carne al fuocodegli impegni è sicuramente molta,ma tutti i dirigenti societari, con allatesta il presidente Valerio Capelletti ei consiglieri Festa e Betti si sono giàmossi e si impegneranno perché il mo-vimento pallavolistico a Chiari si raf-forzi e si sviluppi sempre più.

Andrea Capelletti

L ’Angelo - Settembre 2003

35

Nel caldo, parliamo di “Emergenza freddo”

In questi giorni di calura oppri-mente pare un controsenso parla-re di “Emergenza Freddo”, ma il

Centro Ascolto della Caritas parroc-chiale ha prodotto in questi tempi ilresoconto dell’esperienza compiutada novembre 2002 a marzo 2003. Sitratta della terza stagione in cui si è at-tivato il servizio di accoglienza nottur-na, tuttavia alcune difficoltà sono sta-te motivo di riflessione sull’opportuni-tà di ripetere l’iniziativa. L’inadegua-tezza dell’impianto di riscaldamentocomportava la sua messa a punto connotevole impegno economico e la ne-cessità di trovare persone volontariedisponibili a coordinare il servizio e vi-gilare sull’ordinata convivenza degliospiti.Il servizio ha potuto avviarsi grazie alladisponibilità della parrocchia ad ade-guare la struttura, ad un congruo con-tributo da parte dell’AmministrazioneComunale, ma ha potuto contare an-che sulla generosità di numerosi giova-ni gravitanti nell’ambito del CentroGiovanile 2000 che insieme ad alcuniadulti e anziani si sono offerti disponi-bili a servizi di volontariato; fra di essi,quattro hanno assunto la responsabili-tà di coordinamento.Il 25 novembre iniziava il servizio chedurava fino al 30 marzo, con una so-spensione dal 20 dicembre al 1 genna-io. In quel periodo tre persone che nontrovavano ospitalità presso amici o pa-renti sono stati accolti presso la strut-tura “MAMRE” in vicolo Tonale.L’ospitalità veniva offerta presso ilcomplesso Rota e come negli anni pre-cedenti veniva preceduta da un collo-quio presso il Centro L’ascolto duran-te il quale venivano precisate le condi-zioni d’accesso e i requisiti previsti inun regolamento appositamente predi-sposto che l’ospite era tenuto a sotto-scrivere.Nel resoconto l’Ascolto offre alcuninumeri che aiutano a capire l’anda-mento del servizio: le richieste di ospi-talità sono state 28 e 26 quelle esaudi-te. Gli ospiti erano 17 tunisini, cinquemarocchini, due albanesi e due italia-ni. A tutti veniva offerta accoglienzanotturna dalle 19.00 alle 7.30, un lettocon lenzuola e coperte, doccia caldacon servizio di salvietta e shampoo; eraanche offerta la possibilità di lavare ipropri indumenti e al risveglio veniva

offerta la colazione a cura dei vo-lontari.Il regolamento prevedeva alcuneclausole tendenti al rispetto reci-proco e ad una convivenza tranquil-la; il mancato rispetto di esse avreb-be potuto comportare l’allontana-mento e purtroppo per quattro de-gli ospiti il comportamento è statocausa di allontanamento. L’uscitaspontanea ha riguardato cinquepersone che hanno trovato un nuo-vo alloggio.Qualche numero anche sui volonta-ri: 23 si sono avvicendati nel servizionotturno, alcuni con cadenza quin-dicinale altri anche settimanale; perle pulizie degli ambienti, delle len-zuola e salviette sono state impe-gnate 10 persone che amano defi-nirsi “le Cenerentole”. A tutti vacertamente un grato applauso.Non mancano nel resoconto i datieconomici che in sintesi vengono in-dicati:EntrateRimborso spese ospiti € 1.755,30Contributo Comune 5.000,00Offerte 100,00Totale delle entrate 6.855,30UsciteColazione, doccia e pulizia 1.204,46Riscaldamento luce ed acqua 1.523,25Spese impianto 8.320,27Totale uscite 11.048,48Disavanzo generale 4.193,18

In conclusione, nel resoconto c’è uncapitoletto “problemi e difficoltà”,che illustra brevemente quali sonostati i problemi riscontrati quest’an-no. Viene rimarcata l’eterogeneitàdegli ospiti per provenienza, per età(alcuni giovanissimi altri meno),per situazioni di precarietà rispettoal lavoro: solo due con contrattostabile, altri sette in fase di regola-rizzazione, ma con lavori saltuari equindi con una condizione econo-mica precaria. Tutto questo non haconsentito una regolare partecipa-zione alle spese da parte di alcuni.Si può concludere che l’EmergenzaFreddo 2002/2203 ha comportatoun impegno e uno sforzo superioreagli anni precedenti, ma ha rispostomaggiormente a situazioni di veraemarginazione sociale.

a cura Vittorio Iezzi

Settembre 2003

1 L S. Egidio2 M S. Elpidio3 M S. Gregorio Magno4 G Primo del mese

Beato Guala, vescovo bresciano5 V Primo del mese

S. Lorenzo Giustiniani, vescovo6 S Primo del mese

S. Umberto7 D 23ª fra l’anno

Is 35,4-7a; Sal 145,7-10; Gc 2,1-5;Mc 7,31-37

8 L Natività B. V. Maria9 M S. Pietro Claver

10 M S. Nicola da Tolentino11 G S. Giacinto12 V SS. Nome di Maria13 S S. Giovanni Crisostomo14 D 24ª fra l’anno

Nm 21,4b-9; Sal 77,1-2.34-38;Fil 2,6-11; Gv 3,13-17Festa al Santellone

15 L B. V. Maria Addolorata16 M Ss. Cornelio e Cipriano17 M S. Roberto Bellarmino18 G S. Giuseppe da Copertino19 V S. Gennaro20 S Ss. Andrea Kim e Compagni21 D 25ª fra l’anno - S. Matteo

Sap 2,12.17-20; Sal 53,3-6.8;Gc 3,16-4,3; Mc 9,30-37

22 L S. Maurizio23 M S. Padre Pio da Pietrelcina24 M S. Pacifico25 G S. Aurelio26 V Ss. Cosma e Damiano27 S S. Vincenzo de’ Paoli28 D 26ª fra l’anno - S. Venceslao

Nm 11,25-29; Sal 18,8.10-14;Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48Inizio settimana pastorale mariana

29 L Ss. Michele, Gabriele, Raffaele Arcangeli30 M S. Girolamo

Ottobre

1 M S. Teresa di Gesù Bambino2 G Ss. Angeli Custodi

Primo del mese3 V S. Gerardo

Primo del mese4 S S. Francesco d’Assisi

Primo del mese

L ’Angelo - Settembre 2003

36

Battesimi51. Marica Corneo52. Federico Maria Noli53. Nicola Fisogni54. Carlotta Segiali55. Stefano Borselli56. Anna Cropelli57. Gloria Facconi58. Martina Lazzaroni59. Elisabetta Mastromatteo60. Federica Messinese61. Gabriele Maria Ottoni62. Andrea Recenti63. Sara Trainini64. Alice Vezzoli65. Federico Baroni66. Giuseppe Belotti67. Marcello Morfeo68. Alessandra Perillo69. Alessia Biasiotto70. Giorgia Porcu71. Ludovico Garosio72. Sofia Ghitti73. Roberto Muratori74. Mattia Trotti75. Alexander Mercandelli76. Alessio Salvetti77. Federico Plebani

Matrimoni21. Andrea Orizio

con Francesca Begnivia22. Giovanni Lorenzi

con Elena Festoni23. Marco Bettoni

con Laura Negri24. Alexandro Ursi

con Maria Luisa Garzetti25. Giancarlo Barbieri

con Simona Festa26. Roberto Segiali

con Marisa Fenaroli27. Franco Ruggeri

con Roberta Piantoni28. Gianluca Giuseppe Iorecon Elisabetta Cominelli29. Pierezio Ariassi

con Elena Baldo30. Savino Giuseppe Bosetti

con Silvia Serlini31. Marco Ciganotto

con Laura Soldi32. Michele Piatti

con Sara Begni33. Alberto Mercandelli

con Elisabetta Mucciarini34. Pietro Venece

con Mirella Baroni35. Davide Betella

con Annarita Bariselli36. Alessandro Abiendi

con Moira Maestrelli37. Domenico Pinelli

con Laura Bazzardi

Defunti64. Pasquale Masserdotti 7065. Diego Libretti 6166. Letizia Faglia 8867. Paolo Viesi 8468. Luigi Festa 7269. Paola Marini – Serra 6670. Lorenzo Marella 7771. Enrico Goffi 6672. Eugenio Rossi 3873. Adelaide Signorelli 8974. Anna Cancelli 6875. Regina Boccardelli 8676. Luciano Sirani 6677. Bambina Glelacca 9278. Lorenzo Parravicini 6479. Iside Rampinelli 8280. Agostino Lorini 7481. Valentina Filippini 8882. Giuseppe Cavalleri 5783. Mario Ravelli 9084. Gioconda Masserdotti 7985. Antonia Cancelli 9586. Elvira Mombelli Serina 8787. Rosaria Sammaciccia 7788. Giulia Zotti 8089. Giuseppe Zerbini 8490. Angela Salvati 9391. Virginia Vigini 9092. Paolina Piatti 9293. Letizia Faglia 8394. Francesco Zanetti 7295. Rosa Verzeletti 6396. Bianca Bertoni 9797. Santina Raguzzi 6698. Mario Zanotti 5499. Alberto Giannone 55

100. Giuditta Repossi 104101. Luigia Martinelli 79102. Luigia Alberghetti 62103. Rachele Vezzoli 81104. Ida Ballarin 92105. Maria Teresa Iore 87106. Renato Boccardelli 74107. Maria Santina Legrenzi 83108. Barbara Ambrosioni 83109. Teresa Vigini 83110. Vilma Burni 70111. Angelo Ranzenigo 84

Giuseppina Facchetti,in memoria del defunto

Daniele Facchetti,ha offerto alla Chiesa

del Camposantoun pianoforte.

Opere parrocchialiG. L. e E. B. € 250,00N. N. 216,60Famiglie di via D. Alighieri 95,00N. N. 20,00Famiglie di via L. Da Vinci 72,00Offerta della Chiesetta dell’Ospedale 100,00N. N. per Cimitero 50,00In memoria di Paolo la moglie Maria 300,00La comunità di S. Giovanniin memoria di don Luigi Funazzi 30,00N. N. in ricordo di Letizia Faglia 250,00N. N. per il SS. Sacramento 25,00Banco di Brescia Filiale Chiari 1 500,00Irma e Pieralberto 50,00Famiglia Traversari 110,00Benedizione delle famiglie 1.600,00Comunione ammalati 470,00

Tegole per Santa Maria

N. N. in memoria dei propri defunti 200,00P. T. in memoria dei propri defunti 25,00F. M. in memoria di Letizia Faglia 50,00N. N. ricordando i genitoriDaniele e Caterina e nipote Roberto 70,00Gruppo rosario 130,00N. N. 50,00Ettore Goffi in memoria del papà Serioe fratello Angelo 50,00N. N. 50,00Le cognate del defunto Lorenzo Marella 100,00La moglie in memoria di Patrizio Festa 20,00N. N. in ricordo dei propri dei propri defunti 50,00N. N. 20,00I coscritti e le coscritte del 1938 25,00N. N. 20,00Classe 1928 100,00N. N. 100,00Le famiglie di via Paolo VI in memoria di Paolo Viesi 125,00I cugini in memoria di Eugenio Rossi 280,00Amabile Lorini 50,00N. N. 50,00M. G. 100,00In ricordo di Martina, Patrizia e Virginia 200,00In ricordo di Agnese Mombelli Serina,fratelli e sorelle 100,00N. N. 2.000,00In memoria di Santo, Maria, Ernesto e Angelo 150,00La mamma e i fratelli in memoria di Enrico Goffi 600,00In memoria di Pietro A. 150,00In ricordo di Lina Piatti 50,00N. N. 25,00N. N. 20,00F. C. 100,00N .N. in memoria della defunta Angela 200,00Cassettina Chiesa 554,00

Centro GiovanileFamiglie di via Paolo VI 108,00In memoria del figlio Ernesto Festa 100,00I coniugi G.T. nel 40° anniversario di matrimonioin memoria di Giacomo Garzetti, Maria Sardini,Santo Terzi e Maria Carrara 200,00I parrocchiani di via Giovanni XXIII 150,00N. N. 50,00Fratelli e sorelle in ricordo di Maria Goffi 150,00Le cognate del defunto Lorenzo Marella 100,00Gruppo Rosario casa Ravizza 196,47Giovanni Facconi in memoria di Paola Marini 50,00N. N. 30,00Club Juventus Chiari in memoria di Giuseppe Mazza 200,00Associazione genitori, tempo libero,ginnastica artistica e aerobicain memoria di Roberto Begni 500,00Busta generosità ultima domenica di maggio 3.191,71N. N. in ricordo di Letizia Faglia 250,00Famiglia Francesco Bosis 200,00Famiglia Gozzini della cascina Manganina 200,00N. N. 250,00F. R. 200,00N. N. 105,00Comunità S. Giovanni ultima domenica di maggio 42,55Associazione Nazionale Bersaglieri - Sez. di Chiari 150,00N. N. 50,00Busta generosità ultima domenica di giugno 2.990,80I parenti Metelliin memoria di Elvira Mombelli Serina 230,00N. N. in memoria di Vittorio Zelaschi 32,06In memoria di Lorenzo Parravicini 90,00Il Gruppo Arcieri di Chiariin memoria dei defunti Antonella e Salvatore 50,00M. N. in ricordo del marito 50,00Le famiglie animatrici della sagra di Monticelliin memoria dei propri defunti 50,00In memoria di Eugenio Rossi, la zia con affetto 350,00Comunità S. Giovanni ultima domenica di luglio 55,13N. N. 500,00I figli nel 40° anniversario di matrimoniodei genitori Marcello e Anna 100,00Dipendenti e maestranze ALU-M.E.C.in memoria della Signora Angela Salvati ved. Goffi 200,00N. N. 20,00In memoria di Rosangela Facchetti 250,00Buste della generosità ultima domenica di luglio 3.452,65R. F. 50,00In ricordo della sorella Elisa 500,00In memoria di Guglielmina Vizzardi 50,00Offerte cassettina centro Chiesa 523,00Saldo al 19 maggio 2003 - 1.237.719,20Totale offerte 16.217,37Uscite dal 19 maggio al 19 agosto 2003 - 13.861,08Saldo al 19 agosto 2003 - 1.235.362,91

ClarondaNonna bis 20,00N. N. 50,00

L ’Angelo - Settembre 2003

37

L ’Angelo - Settembre 2003

38

Ciao nonno

Pepi...

“Abebepa” era l’intercalareche spesso usavi... A volte suo-nava come un rimprovero, al-tre somigliava ad un monito,oppure era un modo eleganteper esprimere un tuo parere,per lo più bonario. Non haimai amato il conflitto (forse tiera bastato quello di Russia),amavi la mediazione, sapevi

vedere nell’animo e nel cuore di chi ti era vicino. Accennan-do un sorriso composto sapevi rassicurare e calmare. Sapevitranquillizzare la mia focosa indole!Amavi la vita più di ogni cosa, al punto che mi dicesti: “Vo-glio essere vivo, in qualunque modo!” Rimasi di pietra poi-ché capivo che la malattia progrediva inesorabilmente. Qu-esta frase mi è girata in testa per un po’ fino a quando si èsciolta nelle lacrime qualche giorno fa. L’ultimo ricordo, unprofumo di uomo sospeso nell’aria... So che avevi nel cuoredei rimpianti, ma la tua forte gioia di vivere era la cura perogni sofferenza. E così hai resistito.Ricordo che difficilmente criticavi; se hai usato il giudizio èstato per prender le distanze da situazioni che ti facevanomale, non certamente per condannare. La tua sensibilità ela tua profonda umanità non te l’avrebbero permesso. Ave-vi idee un po’ fuori moda, “il tempo per me corre troppo”.Aggiunsi: “Ognuno ha i suoi tempi”. Ma hai saputo essere“moderno” con me... In parecchie occasioni le tue conside-razioni, sussurrate all’orecchio di chi ti sapeva ascoltare, misconvolsero, mi stupirono. Si dice che amare significhi nonlitigare mai, andar sempre d’accordo. Sono convinta inveceche amare significhi vedere e accogliere l’altro rispettando-lo per quello che è, così come facevi tu.Io e te non eravamo d’accordo su tutto, ci separavano cin-quant’anni, mezzo secolo... ma su una cosa eravamo solidalie tu lo sai. Una volta, parlando di noi, mi confidasti un se-greto che, come tale, è rimasto e rimarrà nel mio cuore.Compresi che eri andato oltre le mie parole e i miei com-portamenti, mi commossi e non riuscii a replicare. Non mirisparmiavi emozioni, avevi il dono di moltiplicarle, anchese ciò voleva dire farmi arrabbiare. C’eri ed io sentivo la tuapresenza. Amavi i fiori, le rose. Quando stavi bene passaviore ad osservarli e coltivarli. Per anni hai piantato e raccoltoi melograni. A me non piacevano, ma me li regalavi spessopoiché mi confidasti: “Portano fortuna!”Che dire di un uomo, di un nonno che mi ha amato perquello che sono fin dall’inizio, che ha scelto il mio nome, vi-cino a me nei primi passi e nei primi giochi e via via nei mo-menti più importanti della mia vita.Sorridevi il giorno del mio matrimonio, eri gioioso quandoprendesti le mie figlie fra le braccia. Amavi con passione, lastessa che ho visto nei tuoi occhi quando guardavi la nonnao la tenevi per mano passeggiando lungo la strada. Non hopiù parole...“Su ali d’aquila” è stato il mio saluto... L’Eterno riposo ticonceda la pace che tanto amavi...Ciao nonno...

Patrizia

Giuseppe Pedercini7/1/1920 - 20/7/2003

In memoria

di Ivan Pedrocca

Caro Ivan, ti conosco dal1992, anno in cui ti seiiscritto alla Sezione AVIS

di Chiari, seguendo l’esempio dituo fratello Gianmarco. Alla pri-ma donazione, il 14 giugno 1992,hai subito mostrato il tuo caratte-re estroverso e generoso, quel ca-rattere che ci permette di averecon i nostri donatori un rapportospeciale fatto di amicizia e diquell’amore che è condivisionedi un ideale comune.Ricordo il tuo riempire di alle-gria la sala prelievi, la tua gioiaquando ci hai portato i confettidel matrimonio (conserviamoancora il cestino che li conteneva), il tuo prendermi in giroquando ti illustravo i miei problemi idraulici casalinghi.L’ultima volta sei venuto a donare il sangue accompagnatoda tua moglie l’otto marzo di quest’anno dimostrando chel’altruismo è sempre contagioso.Il giorno in cui sono venuta a Brescia a salutarti, di notte, tiho sognato, io che di sogni non ne faccio mai, hai aperto gliocchi, ti sei alzato, mi hai regalato uno dei tuoi bei sorrisi ehai fumato una sigaretta, forse volevi ricordarmi le paroledi Sant’Agostino: “Non ti abbiamo perduto, dimori primadi noi nella luce di DIO”.Tuo padre mi ha detto “ha perso un donatore”: noi tuttioperatori del Servizio Trasfusionale abbiamo perso moltodi più, ma nella memoria del nostro cuore sono custodititutti i donatori ed i pazienti che sono nella beatitudineeterna.Lasci un’eredità come uomo e come donatore e un esempioper tutti quei giovani che hanno paura di un gesto d’amore.Ciao dalla tua dottoressae da tutti gli operatori del Centro Trasfusionale.

Ivan Pedroccaanni 29

Antonio Iore24/4/1910 - 7/3/1987

Aldina Betella ved. Iore23/1/1915 - 29/8/2001

● La giornata di papa Montini avevaun ritmo sfibrante: riceveva inudienza dalle dieci alle due del po-meriggio. «Quando un giorno glipresentai una lista un po’ troppolunga delle udienze per l’indomani- scrive il Prefetto della Casa Ponti-ficia monsignor Jacques Martin -mi disse con un sorriso: manca giu-sto una cosa all’ultima riga: funera-le del Papa». Il pomeriggio subivalo stesso ritmo stressante della mat-tina: incontri, studio di pratiche,preghiera. Di solito riservava allanotte il disbrigo delle lettere privateche scriveva a mano. Impediva chegli sottraessero le lettere degli umilie le loro richieste seguissero la viadegli uffici burocratici. Una nottescriverà un disperato appello alleBrigate Rosse per la liberazione diAldo Moro.

● Diventato arcivescovo di Milano,monsignor Montini non toccò più ildenaro. Quindi non aveva mai ilportafoglio con sé. Accadde che, altermine di una conferenza della SanVincenzo, fu fatta circolare la borsadelle elemosine. Il cardinal Montini,non disponendo di denaro e non

avendo al suo fianco monsignorMacchi, lasciò cadere nella borsa ilsuo anello pastorale. La sera monsi-gnor Macchi si accorse di quanto eraaccaduto. Il giorno successivo ri-scattò l’anello pastorale.

● “Studiate Paolo VI con amore; stu-diate Paolo VI con rigore scientifi-co; studiate Paolo VI con convin-zione; che la verità renderà giusti-zia a quel grande Papa che di veritàe di sapienza inondò per quindicianni il mondo intero”.

● Il cardinale Montini, arcivescovo diMilano, rimase sconcertato e quasisbigottito, quando apprese che il78enne Papa Roncalli il 25 gennaio1959 aveva lanciato in un colpo solotre colossali iniziative: il Sinodo diRoma, il Concilio Ecumenico, ilNuovo Codice di diritto canonico.Per uscire dalla grossa difficoltà eperplessità telefonò al suo consi-gliere, il filippino Giulio Bevilac-qua della Congregazione di SantaMaria della Pace in Brescia e gli dis-se: “Padre, ha sentito che vespaio hasollevato quel santo vecchio? Non socome se la caverà!”. All’altro filo deltelefono la voce calda ed ironica diBevilacqua replicò in tono di ama-bile rimprovero: “Don Battista, fi-dati dello Spirito Santo, che non siaddormenta mai”. Dopo la schiettaconversazione telefonica ed una so-sta in cappella, il cardinale Montinifu uno dei primi a sottoscrivere ilprogetto conciliare, che sarebbetoccato a lui portare a termine.

● Paolo VI il 1° ottobre 1977, quandoricevette un migliaio di rappresen-tanti delle genti bresciane per le fe-licitazioni e i voti augurali per gli ot-tant’anni di età, felice e commossodisse: “Grazie, Brescia carissima,nostra illustre e laboriosa terra na-tale! Noi non abbiamo ripagatoquanto sarebbe stato nostro deside-rio fare... ma nel nostro cuore, nella

nostra preghiera, tu sei rimasta etuttora rimani, spirituale presidioper la fedeltà assoluta che noi ab-biamo al nostro apostolico ufficio; enull’altro noi ti possiamo ora ricam-biare se non l’augurio scolpito sullafronte della tua Loggia, cioè del tuoPalazzo Municipale, affinché ri-manga scolpito anche nel tuo ani-mo e nella tua storia: Brixia, fidelisfidei et iustitiae. Brescia, sii fedelealla tua Fede e alla Giustizia”.

● Papa Montini, in occasione del suoottantesimo anno di età, pressatoanch’egli da suggestioni di abban-dono, aveva confidato a un amico:“Si può scendere da un treno, nonda una croce”. Il colle del Vaticanocome un calvario, il papato comeuna croce, il papa come una figuradella sofferenza umana.

● La contestazione vera, costruttiva,è quella predicata da Gesù con ilcomandamento dell’amore, chebrucia l’egoismo.

● Fu Paolo VI a introdurre cambia-menti radicali nella liturgia: latinosì, latino no... vale di più la parteci-pazione del popolo o la solennitàdei riti e delle vesti preziose? Era ilprincipio pastorale di Sant'Agosti-no: “Preferisco parlare sgrammati-cato e farmi capire dal popolo, cheparlare forbito e non farmi capire”.

● Mentre distribuiva un libro sugliesercizi spirituali predicati a lui inVaticano, Paolo VI disse: “Guarda-te vi do questo libro di Padre Loew:è un libro interessante che si vendebene, perché tutti vogliono saperecome si fa... a convertire il Papa”.

● Questa vita mortale è, nonostante isuoi travagli, i suoi oscuri misteri, lesue sofferenze, la sua caducità, unfatto bellissimo, un prodigio sem-pre originale e commovente, un av-venimento degno di essere cantatoin gaudio e nella gloria.

Paolo VI

● I laici devono avere un apprezza-mento più grande della partecipa-zione cosciente alla santa Messaper vivere in modo coerente il sa-cerdozio che compete al popolo diDio.

Paolo VI

L ’Angelo - Settembre 2003

39

Il nostro ricordo nel quarantesimo anniversario dall’elezione al pontificatoe nel venticinquesimo della morte di Paolo VI, il papa bresciano.