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NOTIZIARIO DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PERTINI” di FONTE NUOVA Carissimi genitori, Avete in assoluto il privilegio del conferimento della Vita ai vostri figli. Avete il potere di renderLa per loro forte, ma altrettanto debole. Dipende tutto dall’itinerario che scegliete per loro. Il cieco autoritarismo non dà spazio alla libertà di “capire” la disciplina: esso impone regole, quali che siano, senza spiegare perché. Il cieco permissivismo uccide la libertà della disciplina, privandola della possibilità di osservare le regole in quanto condivise ”per necessità” di ciascuno e di tutti. Attenti, dunque! Poveri figli, se mancate della Mano-ferma dei vostri primi educatori: i Genitori. Poveri alunni, se siete allon- tanati dai principi civici, morali e culturali per i quali lavorano i vostri Insegnanti. Poveri ragazzi, allorché foste spinti ad ispirarvi ai modelli di una società precaria – quella della strada, dei ritrovi giocosi, delle con- clamate discoteche – che vi chiudono gli occhi alla luce del sole… che vi spingono a vedere nel fatuo ap- parente benessere materiale i significati della esistenza degli uomini. Di fronte a tanto male prodotto dalla inarrestabile macchina di un industrialismo che sta diventando, ahimé, solo fallimento e consunzione delle coscienze…quanti genitori potrebbero prendere esempi – anche se paradossalmente – dalle famiglie di animali! Cosa reclama oggi il mondo giovanile e che noi adulti non sempre sappiamo interpretare? Troviamo la risposta nelle domande stesse che un gruppo di alunni di scuola media presentava un giorno alla scriven- te, disponibile ad ascoltarli nel proprio ufficio. Indico le richieste principali espresse dagli studenti con l’invi- to cortese a ogni genitore di riflettere e di ripensare il delicato ruolo del quale è investito nei confronti dei figli: Bisogno di avere in famiglia “un punto di riferimento” chiaro, capace di fermezza limpida nella direzio- ne consapevole della educazione dei figli. Necessità di cooperare, ogni elemento della Famiglia, secondo le individuali possibilità…per andare avanti uniti. Acquisire il senso di “dipendenza” dai familiari adulti, come aiuto allo sviluppo dell’Autonomia e della sicurezza nelle proprie forze. Al dovere dei genitori di “provvedere” alla crescita dei figli, deve corrispondere il dovere di questi ulti- mi di “rispettare” il naturale obbligo di assistere i genitori, se occorre. Il rapporto di PARITA’ tra genitori deve essere inteso come impegno comune, secondo le prerogative proprie di ciascuno, di costruire insieme la ricchezza della educazione dei figli attraverso la forza dei sacrifici reciproci. L’atto di separazione tra due coniugi può non giovare ai figli. Ma ad essi può nuocere di più una unio- ne “subita” o semplicemente “rassegnata” in assenza di dialogo. Quali stati d’animo può vivere un figlio subordinato ai dictat di uno dei genitori? Questi gli interrogativi dei ragazzi. E le risposte si fanno da sé: chiare, inequivocabili, lapidarie. Il minore, in attesa di diventare autonomamente adulto, ha bisogno di “punti di riferimento” certi nel nucleo originario prima ancora che nella scuola. E il nucleo originario è e rimane sempre la famiglia. Con la stima cordiale per Voi e l’affetto smisurato per i vostri figli. Dirigente Scolastico (Prof.ssa Maria Fabrizio) EDITORIALE…. Giugno 2007 Anno 1 Numero 2 ARCOBALENO Notizie di rilievo Gare di Matemati- ca pg. 2 Il Bullismo pg. 12 Facciamo un giro intorno al mondo pg13 Equo e solidale pg14 Arrivederci al prossimo anno !!!

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NOTIZIARIO

DELL’ISTITUTO

COMPRENSIVO

“S. PERTINI”

di FONTE NUOVA

Carissimi genitori, Avete in assoluto il privilegio del conferimento della Vita ai vostri figli. Avete il potere di renderLa per loro forte, ma altrettanto debole. Dipende tutto dall’itinerario che scegliete per loro. Il cieco autoritarismo non dà spazio alla libertà di “capire” la disciplina: esso impone regole, quali che siano, senza spiegare perché. Il cieco permissivismo uccide la libertà della disciplina, privandola della possibilità di osservare le regole in quanto condivise ”per necessità” di ciascuno e di tutti. Attenti, dunque! Poveri figli, se mancate della Mano-ferma dei vostri primi educatori: i Genitori. Poveri alunni, se siete allon-tanati dai principi civici, morali e culturali per i quali lavorano i vostri Insegnanti. Poveri ragazzi, allorché foste spinti ad ispirarvi ai modelli di una società precaria – quella della strada, dei ritrovi giocosi, delle con-clamate discoteche – che vi chiudono gli occhi alla luce del sole… che vi spingono a vedere nel fatuo ap-parente benessere materiale i significati della esistenza degli uomini. Di fronte a tanto male prodotto dalla inarrestabile macchina di un industrialismo che sta diventando, ahimé, solo fallimento e consunzione delle coscienze…quanti genitori potrebbero prendere esempi – anche se paradossalmente – dalle famiglie di animali! Cosa reclama oggi il mondo giovanile e che noi adulti non sempre sappiamo interpretare? Troviamo la risposta nelle domande stesse che un gruppo di alunni di scuola media presentava un giorno alla scriven-te, disponibile ad ascoltarli nel proprio ufficio. Indico le richieste principali espresse dagli studenti con l’invi-to cortese a ogni genitore di riflettere e di ripensare il delicato ruolo del quale è investito nei confronti dei figli:

Bisogno di avere in famiglia “un punto di riferimento” chiaro, capace di fermezza limpida nella direzio-ne consapevole della educazione dei figli.

Necessità di cooperare, ogni elemento della Famiglia, secondo le individuali possibilità…per andare avanti uniti.

Acquisire il senso di “dipendenza” dai familiari adulti, come aiuto allo sviluppo dell’Autonomia e della sicurezza nelle proprie forze.

Al dovere dei genitori di “provvedere” alla crescita dei figli, deve corrispondere il dovere di questi ulti-mi di “rispettare” il naturale obbligo di assistere i genitori, se occorre.

Il rapporto di PARITA’ tra genitori deve essere inteso come impegno comune, secondo le prerogative proprie di ciascuno, di costruire insieme la ricchezza della educazione dei figli attraverso la forza dei sacrifici reciproci.

L’atto di separazione tra due coniugi può non giovare ai figli. Ma ad essi può nuocere di più una unio-ne “subita” o semplicemente “rassegnata” in assenza di dialogo. Quali stati d’animo può vivere un figlio subordinato ai dictat di uno dei genitori?

Questi gli interrogativi dei ragazzi. E le risposte si fanno da sé: chiare, inequivocabili, lapidarie. Il minore, in attesa di diventare autonomamente adulto, ha bisogno di “punti di riferimento” certi nel nucleo originario prima ancora che nella scuola. E il nucleo originario è e rimane sempre la famiglia. Con la stima cordiale per Voi e l’affetto smisurato per i vostri figli.

Dirigente Scolastico (Prof.ssa Maria Fabrizio)

EDITORIALE….

Giugno 2007

Anno 1 Numero 2

ARCOBALENO

Notizie di rilievo ☺ Gare di Matemati-

ca pg. 2

☺ Il Bullismo pg. 12

☺ Facciamo un giro intorno al mondo pg13

☺ Equo e solidale pg14

Arrivederci al prossimo

anno !!!

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Pagina 2 ARCOBALENO

Gare di matematica a scuola e … fuori

Que-sti erano argomenti che noi ave-vamo già affrontato preceden-temente con la nostra profes-soressa di lettere ma, grazie a questo progetto, abbiamo potu-to approfondire le nostre cono-scenze. Le lezioni sono state piacevoli ed interessanti e noi ragazzi abbiamo potuto esprimere i no-stri pensieri, senza aver timore di essere “giudicati” da una per-sona grande! Essendo più o meno nostri coe-tanei, questi ragazzi, hanno soddisfatto le nostre curiosità e le perplessità che manifesta-vamo su alcuni di questi argo-menti. Molti dei temi trattati costitui-scono i problemi che i ragazzi della nostra età affrontano nel periodo dell’adolescenza e il fatto di averne potuto parlare con ragazzi, invece che con a-dulti, che noi sentiamo più di-stanti, ha contribuito a rendere

più esplicito il messaggio. L’ultimo incontro è stato parti-colarmente interessante perchè abbiamo svolto un lavoro di gruppo, durante il quale abbia-mo realizzato un cartellone rie-pilogativo.

Da alcuni anni la nostra scuo-la promuove un progetto in colla-borazione con “l’istituto tecnico -commerciale Minniti” intitolato “i diritti dell’infanzia”. Anche noi, come tutti gli altri ragazzi della nostra scuola, ab-biamo partecipata a questa ini-ziativa che si è svolta in diverse lezioni, durante l’orario scolasti-co. Insieme ai ragazzi del Minniti, durante i primi due incontri, ab-biamo trattato diversi argomen-ti riguardanti i minori, i loro pro-blemi e i loro diritti: la violenza, l’anoressia e la bulimia, il fumo, la pena di morte e lo sfrutta-mento sul posto di lavoro. La pena di morte crediamo che sia stato l’argomento più toccan-te ed i ragazzi del Minniti sono riusciti a renderlo ancora più coinvolgente ed interessante, anche se crediamo che sia stato, per loro, molto difficile.

to 7° su 96 alla finale nazionale disputata ad Ostia!

Quest’anno il nostro istituto, in collabora-zione con l’università Bocconi, ha partecipa-to alle gare di matematica strutturate in varie fasi: la prima, che prevedeva gare lo-cali in istituto da svolgersi in autunno e pri-mavera, e le varie gare internazionali: le se-mifinali regionali a Roma, la finale nazionale a Milano e la finale internazionale a Parigi. Siamo orgogliosi di dire che un alunno del nostro istituto, Marco Colasante della III E, ha superato la selezione e si è classifica-

III E

II A

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Anno 1 Numero 2

Il nostro POF... SCUOLA DELL’INFANZIA...

Pagina 3

In base ai bisogni formativi rilevati attraverso un’attenta osservazione, la scuola dell’infanzia ha privilegiato l’area espressiva e comunicativa , quindi la scelta di organizzare laboratori di drammatizzazione , di manipolazione , di psi-comotricità , laboratori di informatica , di inglese e di teatro avvalendosi per questi ultimi di esperti esterni . E’ proprio attraverso il contatto diretto con materiali diversi , l’uso di strumenti e tecniche diverse , quindi vivendo in prima persona le esperienze , che il bambino ha la possibilità di esprimersi liberamente e costruire il suo percorso formativo , con la certezza infine di SAPER ESSE-RE E SAPER FARE (il “saper essere” , il “ saper Fare “sono parti integranti del processo di sviluppo di ogni bambino ).

Laboratori di manipolazione : materiali diversi che si trasformano...

Laboratori di teatro e drammatizzazione...

Psicomotricità...

Vuoi conoscere la Scuola del-l’Infanzia ancora di più ?

Visita il nostro sito

Www.scuolasandropertini.org

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Noi ragazzi della II B, con la II A, siamo parti-ti da scuola molto presto e come prima cosa le professoresse ci hanno contato in modo a dir poco insistente. Una volta saliti sul pul-lman ecco le solite raccomandazioni: “Mi raccomando, è come se foste a scuola, comportatevi bene ecc.” E noi, cosa abbia-mo fatto? Esattamente il contrario: risate, prese in giro a non finire, scherzi stupidi e distrazione durante le spiegazioni, anche se alla fine, non sappiamo come, abbiamo im-parato tante cose e visto dei posti molto belli. Dopo un viaggio un po’ movimentato, che ci è sembrato brevissimo per quanto ci siamo divertiti, siamo arrivati in un paesetto scono-sciuto (che poi abbiamo saputo essere Ca-prarola) e che a prima vista ci è sembrato un po’ bruttino, ma non ci siamo scoraggiati, anche perché dopo poco ci siamo trovati di fronte ad una villa bellissima: Palazzo Farne-se, appartenuto alla famiglia omonima. Fu fatto costruire tra il 1547 e il 1559 dal cardi-nale Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III, con il contributo probabilmente degli artisti Antonio da Sangallo, Barazzi e Vignola. Dopo aver percorso una lunga scalinata siamo entrati ed abbiamo percorso una serie di stanze tutte affrescate e con enormi cami-ni. Ognuna prendeva il nome dal soggetto rappresentato; le più belle erano sicuramen-te quella dei sogni, con angeli e figure uma-ne, e quella del globo con il ritratto di Ameri-go Vespucci, un enorme planisfero, la rap-presentazione dell’Europa, dell’Italia, dell’A-frica, dell’America del sud e dell’Asia; man-cava l’Australia che ancora non era stata scoperta. Tornati in giardino abbiamo fatto ancora una bella passeggiata e raggiunto una grotta, luogo usato per rinfrescarsi. Poi abbiamo ripreso il pullman in direzione di Bagnaia,la nostra seconda tappa, ribattez-zata da un nostro simpaticissimo compagno “Bagnarola”, fusione delle località di Bagnaia e Caprarola! Bagnaia, ormai per tutti Bagnarola, era una città di origine romana, oggi parte del comu-ne di Viterbo; un tempo appartenuta ai ve-

scovi della città, dalla metà del XVII secolo viene dominata dalla famiglia dei Della Rovere. Conserva un nucleo me-dievale e la famosa Villa Lante che risa-le al 1400 e che viene completata con lavori che dureranno fino alla fine del 1500 su progetto del Vignola. E’ formata da due palazzine gemelle riccamente affrescate e da un tipico e bellissimo giardino all’italiana, uno dei più raffinati dell’epoca, ricco di fontane, cascate artificiali, sentieri che corrono nel bosco vicino e da un laghetto con la statua di Pegaso del Giambologna. Oggi è una frequentata stazione di vil-leggiatura per le sorgenti termali che si trovano nei dintorni. Visto che il caldo non ci dava tregua, abbiamo deciso di fare una sosta, man-giare sotto gli alberi e poi fare una parti-ta a pallone sul prato, IIA contro IIB: purtroppo abbiamo perso per colpa di quell’emerito incapace del nostro portie-re! Risaliti sul pullman più caldo che mai ci siamo avviati verso l’ultima delle nostre tappe: Bomarzo. Il parco “dei mostri” che abbiamo visita-to nasce nella metà del 1500 per un grande amore: il principe Orsini dedicò questo tempio alla memoria della moglie Tina Severi Bettini, anche se qualcuno dice che lo volle dimostrare la propria ricchezza e stupire i propri ospiti con l’originalità e la ricchezza di tutto l’im-pianto, opera dell’architetto Pier Pirlo Ligorio. Tra le sculture e le opere che ci sono rimaste più impresse ricordiamo: Le sfingi, dedicate all’imperatore Augusto che aveva scelto questa bestia favolosa come sigillo privato; Le teste colossali, che rappresentano mostri marini, uno dei quali porta sul capo il globo terrestre sormontato da un castello: è Glauco, il pescatore trasformato in mostro marino per aver mangiato un’erba magica. La lotta fra giganti rappresenta la guerra tra il bene e il male con Ercole in

piedi nell’atto di squarciare Caco che ruba-va ai più poveri e indifesi. La tartaruga, la donna e la balena: sono bellissime sculture che anche il museo francese del Louvre ha voluto tra i suoi capolavori: una donna è tenuta sul dorso di una tartaruga che fissa le fauci spalancate di un animale che spunta dal fossato, pron-to per inghiottire la preda. Pegaso, il cavallo alato, sembra pronto a spiccare il volo per annunciare la vittoria degli dei. Secondo alcuni questa scultura è un omaggio ad Alessandro Farnese poiché Pegaso è l’emblema della sua casata. Divertentissima la casa pendente costruita sopra un masso inclinato. Si trova vicino alla primitiva entrata poiché Vicino Orsini voleva subito dare la prima emozione ai suoi amici che ne uscivano con un forte capogiro! Un altro animale simbolico è l’elefante sormontato da una torre e condotto da una guida mentre si impadronisce di un legio-nario. Secondo Ligorio questo pachiderma è il più saggio degli animali oltre a ricordare uno dei primi giardini di piacere romani appartenuto a Scipione l’Africano. All’improvviso appare una grotta spavento-sa che a guardare bene è l’enorme testa di un uomo pietrificata in un grido di terrore che rappresenta l’ingresso nel mondo dei morti. La chiamano l’orco, parola riferita ad “orcus”, uno dei nomi del re dell’inferno e per analogia con l’orca, il più vorace dei cetacei. All’interno si trova un tavolo ed una panca di pietra che ne fanno una spe-cie di macabra taverna ed all’esterno una scritta inquietante: “ogni pensiero vola”…e così il nostro tempo; ce lo ricordano le professoresse che ci invitano a tornare sui nostri passi e raggiungere il pullman per tornare a Fonte Nuova. Peccato, ci sareb-be piaciuto prolungare la visita, ma la gior-nata è finita. Ci rimarranno tanti bei ricordi di una bellissima giornata! Dalle relazioni della II B

Pagina 4 ARCOBALENO

CAPRAROLA, BAGNAIA,BOMARZO … UNA GIORNATA INDIMENTICABILE

Scuola è anche...

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“Per attirare l'attenzione del lettore, inser ire qui una cit azione o una frase tratta dal test o.”

Sermoneta e il suo Castello...

Verso la metà del XIII secolo gli Annibaldi costruirono una Rocca vera

mente possente, anche se inferiore a quella attuale, ma di importanza

strategica per la vicinanza con la Via Appia ed il Mar Tirreno.

La corte della Rocca era attuale Piazza d’Armi,nel cui centro era stata scavata la cisterna dove l’acqua piovana confluiva dai tetti e dalle terrazze degli edifici. Eleganti bifore ornate di colonnine marmoree davano luce ad ambienti affrescati e delicatamente con pitture in gotico,alcune delle quali (restaurate di recente) si possono ancora ammirare. L’imponente maschio, alto 42 m ed il maschietto o controtorre, sono unici resti ben conservati della primitiva Rocca degli Annibaldi,alla quale risalgono anche le fondamenta della grande Sala dei Baroni. Nella Corte sorse una chiesa,che fu denominata di San Pietro in Corte e che fu rasa al suolo al tempo della signoria dei Borgia nel 1500, senza alcun rispetto per le spoglie funebri dei Caetani che vi erano state tumulate.

di Arianna Bigini , Spuri Francesca, Gnassi Fabrizia

restaurarla per restituirle il suo ma-gnifico aspetto di un tempo.

La “Tecno-Town” All’interno di Villa Torlonia c’è un edificio chiamato “Tecno-Town” (città tecnologi-ca), in cui ci sono dei macchinari partico-lari e modernissimi che hanno diverse funzioni. In una delle sale c’è un computer che, con l’ausilio di occhiali particolari, per-mette di vedere tridimensionalmente. Ci hanno spiegato che ogni occhio vede meglio solo la parte in cui è posizionato, ed è grazie all’altro che il nostro campo visivo è molto ampio. Successivamente abbiamo visto due filmati: uno sullo Tzunami, come si forma e perché avviene tale fenomeno, ed un altro sulla terra, dalla formazione delle terre fino al distaccamento della pangea. E’ stata una cosa molto interessante ed istruttiva. In un’altra stanza c’è una macchina che intaglia il polistirolo ed altri materiali: si tratta di un grosso braccio meccanico con alla fine un lungo punteruolo rotante che, a seconda della potenza, può inta-gliare quasi ogni materiale. Due macchi-ne fotografiche fanno il lavoro prelimina-re, una fa la foto e l’altra segna i linea-menti del viso o dell’oggetto interessato,

poi tutto viene trasferito sul computer che invia i dati al macchinario il quale esegue il lavoro. La sala a seguire è la stanza della musi-ca, allestita con dei macchinari che mi-surano le onde emanate da ogni suono. La guida ci ha illustrato degli strumenti a percussione che funzionano tramite sen-sori e, dopo aver suonato, abbiamo visto le onde che avevamo prodotto. Sono tutti programmi che rivoluzionano il mo-do tradizionale di impostare i brani musi-cali. L’ultima sala da noi visitata è quella delle telecamere: all’interno dei proiettori ri-producono sul pavimento delle immagini, le telecamere inviano ad un computer i segnali che rilevano le nostre posizioni sincronizzando i movimenti in input con dei video già presenti nel programma L’effetto è emozionante e realistico, per esempio, passando una mano sopra l’immagine di un ruscello, si simula lo zampillo o saltando su un fiume virtuale si può osservare lo spostamento dell’ac-qua, come se fosse tutto vero. di Rita Roccamo, I B

La villa fu acquistata dal ban-chiere Giovanni Torlonia alla fine del 1700. Quando morì, il figlio Alessan-dro Torlonia fece costruire una rimes-sa attrezzi in stile svizzero (da qui il primo nome: casina svizzera).

La villa passò di padre in figlio, finchè non arrivò al principe Giovanni Torlonia, che fece ristrutturare la ri-messa attrezzi nello stile dell’epoca, quello Liberty, molto diverso dal resto della villa. La rimessa venne chiamata “casina delle civette” perché al prin-cipe piacevano molto gli animali, in particolare le civette (difatti l’arreda-mento è ispirato soprattutto a questo uccello). Utilizzò la rimessa come abi-tazione e affittò il resto della casa a Benito Mussolini. Dopo poco tempo sia il principe che il dittatore scappa-rono e la casina delle civette fu occu-pata da anglo-americani che rovinaro-no gran parte delle magnifiche opere racchiuse nella casa.

Ora la casa appartiene al co-mune di Roma che ha provveduto a

Anno 1 Numero 2

VILLA TORLONIA e …. non solo !

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Il giorno 17 aprile del 2007 io ed alcuni inse-gnanti e ragazzi della scuola “Aldo Moro” siamo andati all’ Happy ranch della Mezza luna, un ma-neggio che si trova a Mentana. Per raggiungere il luogo abbiamo preso l’autobus. Una volta arrivati il proprietario ci ha fatti salire sui cavalli. Quando il mio ha cominciato a cavalcare ho avuto molta paura, mentre il cavallo di Gianni praticamente non camminava, mangiava solo. Il mio cavallo era bianco e bello e si chiamava Bianchino. Abbiamo fatto una lunga cavalcata in un grande campo di fiori ed io non ho avuto più paura, ero felice di aver imparato ad andare a cavallo Quando siamo tornati siamo andati al bar del ma-neggio a fare merenda. E’ stata una bellissima esperienza.

L’attività di archeologia proposta dalla scuola alle prime medie, ha riscosso un grande successo fra gli studenti . “E’ stato come fare un viaggio nel passa-to” affermano i ragazzi intervistati. Infatti l’arche-ologa nelle sue lezioni è riuscita a farci apprezzare e capire il suo lavoro.

Durante la prima lezione ha spiegato le varie tappe di uno scavo, ha analizzato alcune problematiche legate all’organizzazione di una spedizione, mentre l’ultima lezione è stata dedicata ad una prova prati-ca con l’utilizzo di strumenti da scavo per far pro-vare a noi ragazzi “il brivido” della scoperta: in una grande vasca del giardino della scuola sono stati nascosti “reperti” vari che noi abbiamo dovuto sco-prire secondo un preciso criterio: c’era chi rigirava la terra per trovare i tesori, chi disegnava la mappa del sito, chi catalogava i reperti, chi fotografava. Praticamente abbiamo simulato un vero scavo ar-cheologico.

Alla fine dell’esperienza abbiamo intervistato alcu-ni alunni che hanno avuto la possibilità di partecipa-re a queste lezioni.

Maurizio Pannella della I D ci ha detto: ”E’ stata un’esperienza eccezionale. Mi sono divertito molto e poi credo che abbia ampliato le mie conoscenze.

Azzurra afferma: “Interessante e molto coinvol-gente, mi ha dato la possibilità di approfondire alcu-ni misteri dell’archeologia.”

Pagina 6 ARCOBALENO

di SIMONE DARI

LABORATORIO DI ARCHEOLOGIA

Campo Scuola è bello …. Quest’anno noi della Scuola Media abbiamo potuto partecipare a tre Campi Scuola : due in Toscana e uno sul Delta del Po è stata un’-esperienza indimenticabile!!!

Scuola è anche...

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IERI

Il 15 luglio 1877 viene resa obbligatoria l’istruzione per le prime due classi della scuola elementare. Nel 1904 si ha un riordino della scuola primaria e vengono istituite le “Scuole per i contadini dell’A-gro romano”. Si fa scuola all’aperto o, nel migliore dei casi, in capanne, stalle e fienili e i contadini portavano con sé i figli che non potevano raggiungere le scuole comunali troppo lontane. La prima scuola a Tor Lupara nasce grazie all’iniziativa di Antonio Evangeli-sta, il quale, insediatosi con moglie e ben 12 figli nella tenuta di Monte Gentile, fa richiesta al Governatorato di Roma di una maestra, non essendoci scuole nelle immediate vicinanze. Per ottenere lo scopo mette a disposizione del comune di Roma uno dei tre fabbricati che com-ponevano il complesso agricolo di Fonte di Papa di origine medievale. La scuola sarà attiva dal 1924 al 1934. Una delle prime maestre di Tor Lupara è la signora Ester Carrarelli, nata nel 1899 ed oggi centenaria. E’ lei in persona a raccontare gli inizi della sua carriera: “La prima volta che venni qui fu il 1927. Par-tivo sola da Roma la domenica pomerig-gio con la corriera e mi fermavo tutta la settimana. Stavo tutto il viaggio in piedi perché era

piena di gente ed era l’unico mezzo che arrivasse fin qui. A Fonte di Papa avevo una piccola ca-mera per dormire a fianco dell’aula, una cucinetta e un piccolo bagno…Terminate le lezioni rimanevo da sola, raccoglievo la cicoria e curavo un piccolo orto e poi andavo a dormire. Tutti i bambini veniva-no a piedi e quando pioveva i genitori davano loro un sacco da mettere sopra la testa. Io gli facevo sempre trovare un fuoco acceso per farli scaldare. I più fortunati venivano col somarello… Quando insegnavo qualcosa sulle piante o sugli animali, mi accorgevo che cono-scevano tutto meglio di me che l’avevo imparato sui libri. I miei bambini erano tutti bravi ed educa-ti, anche perché non risparmiavo castighi e ceffoni…Un giorno un alunno era alla lavagna distratto (molti erano deboli per aver preso la malaria) e ad un certo pun-to scappò via dalla classe. Io, che allora avevo le gambe buone, lo rincorsi finché non lo acchiappai e gli diedi uno schiaf-fo. Il giorno dopo venne con la madre e pensai che la donna era venuta a lamen-tarsi con me per il ceffone dato al figlio. Invece mi aveva portato patate e uova. Qualche tempo dopo

mi disse che il figlio era diventato più buono perché ogni volta che stava per combinare qualche marachella, minac-ciava di dirlo alla maestra! Oltre ad insegnare facevo anche l’infer-miera. La scuola era dotata di un piccolo Pronto soccorso e mi capitava di dover medicare delle ferite o di dover fare delle iniezioni. Ben presto vennero da me con le terapie o le prescrizioni mediche. A quei tempi poi scoppiò la malaria perché la zona era paludosa e malsana. Io ave-vo seguito un corso sulla malattia all’o-spedale di Velletri e sul chinino che ser-viva come cura. Sapevo fare anche i prelievi: il sabato veniva il medico da una tenuta vicina e portava i vetrini a Roma dove li analizzavano. Salvai an-che un bambino e ricevetti un encomio dal Ministero della Sanità. L’insegnamento era una missione, non si faceva certo per la paga che era di cento lire al mese (5 centesimi di euro di oggi!) e se facevi un giorno di assenza ti levavano anche l’indennità di presenza!”

La chiesa era stata edificata nel 1983 e sarebbe dovuta essere consacrata da Pa-pa Giovanni Paolo II, ma il 26 ottobre del 1988 è stata distrutta da un incendio doloso. Oggi il comune di Fonte Nuova si sta attivando per il restauro ed è stata già ap-provata la bozza di convenzione con l’ordine religioso proprietario, oltre alla deli-bera per riqualificare anche la zona circostante e sono stati presentati vari pro-getti che prevedono campi sportivi, aree attrezzate e l’allargamento di un tratto di via Due giugno. Sarà il settore Urbanistica del Comune di fonte Nuova a vagliare le ipotesi e realizzare il progetto per il parco. II B

Anno 1 Numero 2

FONTE NUOVA … ieri ...

Pagina 7

La Chiesa bruciata in restauro

TESTIMONIANZE 2 PARTE : La scuola ai tempi dei nonni tratte dal testo M.Dell’Orso D.De Luca “ Il tesoro nascosto di Tor Lupara”

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Pagina 8 ARCOBALENO

CIAO RAGAZZI

Federica Scaffidi, Francesca De Nardis … e tutti noi

Un venerdì come tanti, una cena tra ragazzi, niente alcolici e tanto di-vertimento. Cinque amici in macchina accompagnano il sesto a casa, l’ultima persona ad averli visti come erano: sereni, pieni di voglia di vivere e di sogna-re. Cinque ragazzi sfidano l’impossibile col pensiero di farcela e con l’idea che nul-la può mai fermarli… neanche la morte stessa. Noi possiamo aver perso qual-che stupida notte nella nostra giovane vita, loro hanno perso la vita in una stu-pida notte. I vostri sogni infranti da una fine arrivata di soppiatto, senza avvisare, senza darci il tempo si salutarvi come ognuno di voi meritava. Sono state dette tan-te cose su di voi, alcune anche false, ma noi in questo spazio vogliamo ricor-darvi per quello che eravate: sognatori felici. All’inizio abbiamo pianto pensando al fatto che non ci siete più, ora sorridiamo pensando a quando c’eravate. Il vostro ricordo rimarrà sempre vivo perché noi lo manterremo tale. Fabio, Veronica, Emanuele, Mirko e Simone per sempre nei nostri cuori…ciao ragazzi.

FONTE NUOVA … OGGI

OGGI

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L

Nell’anno scolastico 2006-2007 sono stati allestiti in orario extrascolastico e rappresentati la sera con consistente adesione di pubblico i seguenti lavori, frutto del laboratorio teatrale e di quello di scenografia: Dicembre: “Che cos’è il presepio” di Paolo Capozzi Marzo: “Non tutti i ladri vengono per nuocere” adattamento di un testo di Dario Fo. Maggio: “A me gli occhi” di Feideau Giugno: “Marcolfa” di Dario Fo Giugno: “13 a tavola” adattamento di Paolo Capozzi. I laboratori teatrali sono stati coordinati dai docenti: Paolo Capozzi, Pina Rizzo, Teresa Adduce; quelli di scenografia dai docenti: Vittorina Di Vincenzo e Mauro Camponeschi. Per il primo laboratorio sono stati coinvolti 70 alunni, per il secondo 50, con un’adesione che alla fine si è stabilizzata intorno alle 100 presenze complessive.

Francesca De Nardis, IIB

Anno 1 Numero 2 Pagina 9

CULTURA….

VIENNA è famosa per balli celebri: il ballo dei fiori, il ballo dei filarmonici, il ballo bombon, il ballo dei prestfatari, il ballo dell’opera, il ballo in moschea, il

COPENAGHEN è famosa per la sirenetta che ricorda il titolo

di una delle favole più note del celebre autore H.C.Handersen.

In FINLANDIA l’uso delle saune è molto diffuso. un antico proverbio finlandese dice: “prima si costruisce la sauna, poi la casa”.

II E

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Pagina 10 ARCOBALENO

CULTURA….

de viale del giardino, che si e-stende parallelamente alla facciata del palazzo per circa 200 metri. Alla sinistra di questo affascinante violone abbiamo la Gran Loggia detta anche Cenacolo, perché a volte veniva utilizzata come sala da pranzo. La Loggia ha alle sue spalle uno splendido affaccio sulle cam-pagne tiburtine e uno straordinario pae-saggio. Discendendo dalla Villa, sulla sinistra di un vialetto, sta la Grotta di Diana. Essa è decorata con mosaici di pietre, stucchi ad alto e bassorilievo e decorazioni a smalto. Il pavimento inve-ce è in coloratissime maioliche dai più svarianti motivi ornamentali. Le eleganti e pregevoli statue che adornavano la grotta, raffiguravano due Amazzo-ni,Minerva e Diana, cacciatrice, alla qua-le fu dedicata la grotta che ora le trovia-mo al Museo Capitolino. Nella parte più bassa del giardino vi è la Rotonda dei Cipressi. Essa è un piazzale a forma di edera circolare contrastata da cipressi secolari che si alzano maestosi al cielo.

Cari lettori, anche questa volta, vi propo-niamo una straordinaria gita guidata nella prestigiosa Villa d’ Este. Questa è situata a due passi da Tivoli, voluta dal Cardinale Ippolito II d’Este. Quando egli fu eletto Cardinale, il Papa Giulio III Del Monte lo nominò governatore a vita di Tivoli e del suo territorio. Ippolito era abituato a ben altro, nella sua Ferrara, ma l’aria di Tivoli gli giovava ed in oltre era interessato ai reperti della zona. Egli scoprì che la residenza del governatore era un vecchio convento dei Benedettini e decise di trasformarlo in una Villa. I lavori furono affidati all’architetto Piorro Logorio affiancato da molti artisti e arti-giani. I primi proprietari della Villa furono 3 cardinali d’Este governatori di Tivoli:il fondatore, Ippolito II, Luigi e Alessandro. Quest’ultimo realizzò delle manutenzioni e innovazioni decorative, tra le quali è degno di nota l’apporto di Gian Lorenzo Bernini. In seguito la Villa e i suoi im-pianti, passati agli Asburgo, furono la-sciati deperire. Oggi la Villa si presenta in questo modo: presso la facciata po-steriore della Villa e ingresso del palazzo si estende lo splendido giardino frutto di Piorro Logorio. Scendendo la monumen-tale doppia scala vi è il primo e più gran-

Sotto la Loggia di Pandora vi è la fontana del Bicchierone o anche “del Giglio”. Quest’ultima raffigura il calice dentellato sovrapposto , entrambi sorretti da una grande conchiglia. L’effetto che si crea è di un armonioso e sereno gioco d’acqua. Sul violone possiamo vedere la fontana Europa. Essa ha la forma di una sorta di arco di trionfo formato da due colonne sovrapposte di ordine dorico e corinzio.

“VILLA D’ESTE “

A PARIGI è famoso il quartiere latino, così chiamato, perché nel medioevo i dottori e gli studenti delle università della Sorbone che vi abitavano parlavano sempre la lingua latina.

In INGHILTERRA il the è una bevanda molto diffusa: si beve con l’aggiunta di un po’ di latte e senza zucchero.

ATENE: la capitale della Grecia prende il nome dalla dea Atena alla quale fu dedicato il tempio del partenone.

In PORTOGALLO si svolge la “toirada”, corrida portoghese, in cui si indossano costumi settecenteschi e carri; le corna del toro sono rese inoffensive da una cuffia di cuoio e legno.

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Anno 1 Numero 2

Pensieri e … Parole...

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La morte Sembra così lontana,

poi così vicina e senza avviso

un girono spazza via tutti

i tuoi ricordi,

la tua spensieratezza,

la tua infanzia.

Mano nella mano, liberi di lasciare, liberi di andare,

ma pure restiamo. la dipendenza è ciò

che ci unisce: come il sole e la luna, l’inverno e l’estate,

l’odio e l’amore… Mano nella mano,

forse sempre resteremo, finché un giorno,

ci divideremo

Amicizia L’amicizia è come un fiore Che sboccia dentro il cuore. È una melodia Composta d’allegria!

II D

Indifferente realtà L’indifferente realtà

È quella che ti illude.

Pensi che possa restare così

Per sempre.

Convinzione vana

Che quando improvvisamente muta,

nell’animo colpisce.

Crea ferite che mai

Si rimargineranno,

porta tristezza, ira

per non aver pensato

ad una cosa così ovvia.

Ira Cosa può mai significare?

L’ira. Una calma dentro

Che si ribella Ad un sussulto Dei tuoi occhi.

L’ira. Un animale

Nel tuo animo Che attacca

Quando i tuoi occhi Si tingono di rosso.

L’ira. Incontenibile,

sfuggente, si dissolve con

l’umiltà di chiedere scusa.

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mo e tranquillo, anche se non lo sei, senza arrabbiarti o avere paura, devi cercare di evitare e non pensare a quello che il bullo dice su di te. Puoi an-che raccontare a qualcuno di cui ti fidi quello che ti sta succedendo, perché non c’è nulla di cui vergognarsi. La cosa più importante è non accettare che qualcuno sia aggressivo con te. Non è facile fermarlo, ma neanche impossibi-le. Mi ricordo ancora, perché non è facile dimenticarlo, ciò che un gruppo di bulli ha combinato a quel bambino disabile. Erano in classe, l’insegnante non c’era e ad un certo punto i complici hanno fatto entrare il ragazzo down in classe ed un suo coetaneo ha cominciato a tirargli libri in faccia, insultarlo con parolacce e con gesti razzisti. Tutto questo viene ripreso da un videofonino e mandato su internet sulla sezione “video divertenti“. Insomma siamo caduti veramente in basso. Adesso puoi fare questo test per scopri-re se sei “vittima” di un “bullo”. Rispondi SI o NO. 1. C’è qualcuno che si diverte a tormen-tarti? SI NO 2. Gli piace prenderti in giro o deriderti? SI NO 3. Considera divertente vederti sbagliare o farti male? SI NO 4. Sottrae o danneggia oggetti che ti appartengono? SI NO 5. Si arrabbia spesso con te? SI NO 6. Ti accusa per le cose che gli vanno male? SI NO 7. E’ vendicativo nei tuoi confronti se gli hai fatto qualcosa di spiacevole?

Il termine Bullismo è utilizzato per desi-gnare un insieme di comportamenti in cui qualcuno fa o dice qualcosa per ave-re potere su un'altra persona diversa per religione, lingua, colore o una persona più debole. Il bullismo include sia i com-portamenti “del persecutore” che quelli della vittima ponendo al centro dell’ at-tenzione la relazione nel suo insieme. Il bullismo assume forme diverse; esiste, infatti, il bullismo diretto e il bullismo indi-retto. Il bullismo diretto comprende sia gli attacchi verbali come deridere, insulta-re, ripetutamente in giro, sottolineare aspetti razziali ecc… Sia gli attacchi fisici come colpire con calci e pugni o sottrar-re e rovinare oggetti di proprietà. Il bulli-smo indiretto invece, con il diffondere pettegolezzi fastidiosi o storie offensive, escludere dai gruppi di aggregazione ecc… Per quanto riguarda la manifestazione degli atti di bullismo si può dire che la scuola è senza dubbio il luogo in cui questi si manifestano in maggiore fre-quenza, soprattutto nei momenti di ricre-azione oppure all’uscita di scuola. Pro-prio a causa di ciò le vittime dei bulli spesso si rifiutano di andarci. Le vittime dei bulli sono per lo più sog-getti sensibili ed insicuri alcune vittime manifestano particolari preoccupazioni riguardo il proprio corpo: hanno paura di farsi male, sono spesso incapaci nelle attività di gioco o sportive, non sono abi-tualmente aggressive e hanno molte difficoltà ad inserirsi in un gruppo di coe-tanei. Insomma le vittime hanno sempre diffi-coltà a reagire al bullo. I bulli, invece, non presentano ansia o insicurezza. Sono caratterizzati da un modello reatti-vo-aggressivo associato, se sono ma-schi, alla forza fisica. I bulli hanno gene-ralmente un comportamento positivo verso l’utilizzo dei mezzi violenti. Per me i bulli diventano tali anche perché forse hanno problemi in famiglia, economici o, di altro genere. Se sei vittima del bullismo di uno dei tuoi coetanei devi cercare di farti vedere cal-

SI NO 8. Quando gioca o fa una partita con te vuole essere sempre il vincitore? SI NO 9. Ricorre a minacce o ricatti per ottene-re quello che vuole? SI NO Se hai risposto SI ad almeno 3 domande è molto probabile che tu sia vittima di un bullo!!!

II G

Pagina 12 ARCOBALENO

Attualità : il Bullismo

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Anno 1 Numero 2 Pagina 13

FACCIAMO UN GIRO INTORNO AL MONDO...

Donă popoare pe acelaşi pământ sunt ca doi frati în aceaşi cameră. RUMENO Dų popull nē tē njejten tokē nē fund jan si dų vllēzer nē njē dhomē tē njejt. ALBANESE Ang dalawang tao sa iisang lugar ay para ring dalawang magkapatid sa iisang silid. TAGALOG Two peoples on the same earth are like two brothers in the same room. INGLESE Dwa narody na tej samej ziemi w istocie są jak dwaj bracia w tym samym pokoju POLACCO Dos poblaciones sobre la misma tierra son como dos hermanos en una misma habita-ción .SPAGNOLO

di Veronica, Nico-le, Sara, Giulia

IIC

Riprendiamo il discorso interrotto nel numero precedente che riguardava la fratellanza fra i popoli. Avevamo pro-posto la lettura di un brano letterario . Ora ci fa piacere riportare la prima frase di questo brano tradotta in tut-te le lingue parlate nel paese di origine dei nostri compagni. “Due popoli sulla stessa terra in fondo sono come due fratelli in una stessa cameret-ta.” (dal libro : “Come i pini di ramallah”)

TAILANDIA

BANGLA

MACEDONE

URDU

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Pagina 14 ARCOBALENO

Anche noi pakistani celebriamo la fine del ramadan con una festa che chiamiamo eigulfitr che dura tre giorni: il primo si va alla moschea per pregare. I bam-bini non vanno a scuola e i grandi non vanno al lavoro.

A casa un momento importante è quando siamo tutti a tavola dove leggiamo il corano, diciamo parole di rin-graziamento a dio poi mangiamo un piatto buonissimo: riso con il cocco e spezie di vari colori

I dolci sono una cosa speciale; a noi piace il riso con il cocco, il latte e lo zucchero.

I nostri genitori ci regalano soldi e ci scambiamo visi-te con i vicini a cui portiamo tanti dolci.

a

m

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T

Bajram: una festa musulmana di Azra Pezo, IC Per i musulmani il Bajram è una festa bellissima, una cosa fantastica che arriva dopo il Ramadam, il mese di digiuno. Per coloro che hanno digiunato il Bajram è un grosso premio. Anche noi, che siamo più piccoli, siamo contenti. La parola Bajram viene pronunciata con gioia, dal cuo-re e dal profondo dell’anima. Il Bajram dura tre giorni. Il primo giorno i nostri padri, fratelli e nonni vanno a pregare nella moschea. Dopo si recano al cimitero per dire il “Fatih”, la preghiera per le anime dei morti. Tornati a casa festeg-giano assieme a tutti gli altri, si scambiano gli auguri con le parole “Bajram Serif Mubarek Olsun” Anche le donne si alzano presto per salutare gli uomini quando escono per andare alla moschea. Il Bajram è il giorno in cui si preparano i piatti migliori, quelli più ricchi come pite (sfoglie ripiene) , sar-me (involtini di cavolo ripieni di carne) e arrosti. Il dolce caratteristico in questi giorni è il baklava (un mille foglie con le noci, l’uvetta, lo sciroppo di miele e limone). Il primo giorno del Bajram si festeggia in casa, mentre gli altri giorni sono riservati alle visite ai parenti ed amici per condividere con loro la gioia della festa. Questo periodo è la festa più importante per i musulmani e la fine dei festeggiamenti porta anche un po’ di tristezza.

Da “Un amico al di là del mare”

La festa in PAKISTAN Di Ahmad e Ahmed, III C e II B

In Macedonia, al confine con la Grecia e l’Al-bania c’è un Lago che si chiama Prespa, vicino al mio paese Mala Prespa. Qui il 18 gennaio si celebra una festa tradizionale ortodossa che si chiama: “L’uomo più fortunato dell’anno”. Vi partecipano tutti gli uomini che hanno il co-raggio di affrontare le gelide acque del lago dove un sacerdote lancia una piccola croce dicendo una preghiera. Subito dopo gli uomini si tuffano alla ricerca della croce. Per chi non resiste al freddo c’è una barca pronta ad ac-coglierlo, mentre chi per primo trova la croce è considerato “l’uomo più fortunato dell’anno”. Poco dopo il vincitore va in giro per le case con la croce, le persone, prima la baciano e dicono delle preghiere, poi fanno delle offer-te. Alla fine la croce viene portata in chiesa.

Di Zdrafko Damo, IC

UNA FESTA

O R T O D O S S A

TRADIZIONI E FESTE NELLE CULTURE …..

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Il Natale è la festa religiosa più importante in Polonia. Si festeggia con tutta la famiglia. È la festa più bella di tutte, anche perché si celebra in inverno e ha qualcosa di molto speciale. Quando c’è la neve, e la neve c’è sempre, il Natale sembra una favola. Con la gioia delle feste non si sente il freddo che, vi assicuro, qui è molto forte. In Polonia non c’è la tradizione di fare l’ albero l’ 8 dicembre e disfarlo il 6 gen-naio, alla befana. La simpatica vecchietta da noi non c’è. I regali li porta Babbo Natale, ma il 6 dicembre, il giorno dedicato a San Nicola. L’albero si fa alla vigilia, il 24 dicembre. La vigilia si digiuna tutto il giorno fino alla sera , quando appare la prima stella nel cielo. Allora, dopo la preghiera, tutta la famiglia si divide l’ostia benedetta, si scambia gli auguri e dopo si cena. Sul tavolo è apparecchiato sempre per una per-sona in più, per l’ospite non aspettato. Abbiamo dodici tipi di piatti diversi: i più importanti il pesce, la carpa e l’aringa, il brodo di rape rosse con i tor-tellini, i ravioli di crauti e funghi. Dopo la cena si cantano canti natalizi e si aprono altri regali a mezzanotte si va in chiesa. Il 25 dicembre non si digiuna, non si cucina, si mangiano i cibi preparati in precedenza, come il “bigos” che è uno

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IL NATALE IN POLONIA Anna Czermak II C

Una festa italiana, tipica e molto “sentita” dalle parti del Cilento (Campania) soprattutto in un pic-colo paese di montagna, come Corleto Manforte, è la festa di tutti i Santi, il primo novembre. Tutte le famiglie sono chiamate a prendere parte a questa usanza popolare. Prima di tutto però, bisogna sapere che questo paesino così piccolo racchiude in sé tantissima cultura e religione. La fe-sta dei Santi, rappresenta una sorta di testimonianza della fede di tutto il paese. La festa ha inizio già dalla mattina. Le donne vanno a messa, mentre gli uomini vanno al lavoro nelle loro aziende agricole, anche se è fe-sta. Solo dopo la fine della funzione, quando le donne tornano a casa, ci si può divertire un po’ più. Si in-comincia facendo i fusilli fatti in casa, a mano. Se ne fanno 365. Perché? La risposta è semplice: 365 sono i giorni dell’ anno, e a ogni giorno corrisponde un Santo. Ma la festa non finisce qui. La sera si cena, con tutta la famiglia riunita, si gustano i fusilli, poi si prepara tutto ciò che occorre per il giorno dopo, dedicato alla memoria dei defunti.

Una festa italiana …. Di Nicole Pugliese I C

Testimonianza: … nella moschea si entra senza scarpe perche’ c’e’ un tappeto grande quanto tutta la stanza. Prima di pregare uomini, donne e bambini si lavano: prima la faccia e la bocca per tre volte, poi tocca al naso, alle orecchie, ai gomiti, ai piedi, e alla fine ai capelli ed ogni cosa sempre per tre volte. Dopo aver pregato, si esce dalla moschea e si augura a tutta la famiglia il bajram .

Dario Salijoski, I C

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KOSOVO Kosovo: territorio autonomo situato nel-la Serbia sud occidentale. Superficie: km2 10.887 Territorio: ricco di giacimenti di piombo, zinco, lignite, cromite e magnesi-te,nonostante ciò, il Kosovo è una delle regioni più povere d’Europa. Attività economica: quasi esclusiva-mente agricola. Popolazione: 2.043.000 abitanti (1993), costituita da una forte maggioranza di albanesi (più dell’80%) e da minoranze serbe e montenegrine. I principali centri urbani: sono il capo-luogo Pristina, Prizren e Pec. Religioni:musulmana,ortodossa. Un po’ di storia Il Kosovo è una provincia contesa, con la maggioranza albanese che chiede l’indi-pendenza e il governo di Belgrado che la rifiuta. Da molto tempo nella regione si assiste ad una convivenza difficile tra serbi e albanesi kosovari. Questa difficile convivenza è causata da odi etnici e religiosi, problemi politici e

incomprensioni culturali. Dopo la seconda guerra mondiale,gli albanesi del Kosovo si opposero all’an-nessione alla federazione iugoslava,l ’area invece fu organizzata in regione autonoma della Repubblica di Serbia. La popolazione albanese ottenne il diritto a proprie scuola, all’osservanza del rito musulmano e a propri rappresentanti nelle strutture federali. A partire dal 1980 le varie repubbliche della federazione iugoslava cominciaro-no a chiedere la separazione e l’indipen-denza così anche la maggioranza alba-nese kosovari chiedeva la separazione dalla Serbia. Nel 1989, il presidente serbo Milosè-vic,considerando il Kosovo la “culla” del-la patria e il cuore della religiosità orto-dossa, tolse l’autonomia alla provincia occupandola militarmente, ponendola sotto un regime di severa repressione, abolendo alcuni diritti fondamentali agli albanesi come l’utilizzo della loro lingua nelle scuola. A questo punto esplose lo scontro ar-mato. Ci furono bombardamenti, esodi della popolazione, uccisioni in massa di civili albanesi. Questo conflitto provocò nel 1999 l’intervento militare della Nato che durò

78 giorni. Successivamente le forze dell’Onu en-trarono nel territorio per controllare l’os-servanza del piano di pace e permettere ai profughi kosovari di far ritorno in pa-tria. Ottocentomila albanesi avevano lasciato il Kosovo in più di diecimila erano rimasti uccisi. In seguito le parti si sono inverti-te:duecentomila serbi sono stati cacciati dal Kosovo,sarebbero più di cento le chiese ortodosse distrutte e saccheggia-te,tra cui alcune di inestimabile valore culturale e artistico. Oggi l’Onu ha deciso di rimandare entro il 2007 la decisione sul futuro della pro-vincia. Ci auguriamo che venga presa una deci-sione pacifica per la nascita di una prima società democratica e multietnica.

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Per saperne di più…. della II C

Noi alunni della II C e della II F abbiamo sottoposto un questionario ai ragazzi delle classi seconde e terze per com-prendere il grado di conoscenza dei problemi riguardanti le condizioni precarie dei lavoratori (adulti e bambini) del sud del mondo.

52

70 68 7381

4

60

15

33

0102030405060708090

perc

entu

ali

risposte alle domande 1,2,3,4,5,6,11,12,13

Sfruttamento e lavoro minorile

Commento al grafico: Per quanto riguarda lo sfruttamento ed il lavoro mino-rile la maggior parte degli alunni delle classi terze ne è consapevole, invece gli alunni delle classi seconde lo sono meno.

Meno evidente è la conoscenza del guadagno giorna-liero dei lavoratori nella produzione di palloni (4 %).

• Più importante risulta il fatto che non si sa quanti numerosissimi fili devono essere annodati per realiz-zare un tappeto prezioso in Asia e quindi a quanto lungo e duro lavoro sono sottoposti adulti e bambini piegati al telaio ogni giorno (15%).

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Commento al grafico:

I ragazzi conoscono il marchio MC DONALD’S e sanno che è diffuso

in tutto il mondo (59%) MA

Sanno poco sullo spreco di cibo, sulla qualità degli alimenti che si consuma-no e sulle conseguenze per la salute (21%-33%)

IPOTESI DI SOLUZIONE DEL LA-VORO MINORILE NEL SUD DEL

MONDO

Solo il 25% del campione analizzato conosce il significato del marchio che garantisce l’assenza del lavoro minorile . NO CHILD LABOUR

IIC & II F

moneta. In questi brani manca-vano del-le parole ed il compito d’ogni gruppo era di ricostruire il proprio. Alla fine i singoli brani sono stati uniti e letti secondo un ordine logico. Al termine della lezione, parlando delle varie funzioni, degli scopi e del-l’utilità delle banche, abbiamo affron-tato il discorso e valutato l’utilità delle banche del tempo. Intanto la banca del tempo è un istituto di credito par-ticolare in cui non si deposita denaro, ma solo la propria disponibilità a scambiare prestazioni con altri ade-renti usando il tempo come unità di misura degli scambi. La Banca del tempo valorizza lo scambio di tempo tra le persone e dà valore a ciò che esiste nella comunità ed è quindi una forma di aiuto tra persone. Nel corso del secondo incontro ab-biamo affrontato il discorso della fi-

nanza etica, riguardante particolari banche dette “etiche” che antepongo-no al profitto la solidarietà, rispettano i diritti umani e non cedono e accetta-no soldi provenienti da attività illecite. Un’importante banca di questo tipo è la Grameen Bank. Il fondatore di questa e creatore del microcredito è un economista bengalese di nome Muhammad Yunus. Grazie alla storia di Njieri, una giovane madre del Ken-ya, abbiamo compreso l’importanza dell’iniziativa di Muhammad Yunus che, concedendo piccoli crediti, dava la possibilità ai debitori non solo di creare una propria attività, ma anche di restituire il denaro ricevuto con piccole rate, naturalmente con inte-ressi molto bassi. Grazie a questo laboratorio, che ci ha coinvolti costantemente con attività di gruppo e discussioni sugli argomenti trattati, abbiamo conosciuto nuove realtà, situazioni e storie; storie di mondi diversi dal nostro, mondi che spesso ignoriamo.

L’anno scorso, in seconda media, abbiamo iniziato un’attività sul com-mercio equo e solidale; adesso che siamo in terza, un laboratorio che si collega al primo per gli aspetti umani-tari. Il laboratorio di quest’anno prevede-va due incontri con degli esperti nel settore dell’economia. Durante il pri-mo incontro abbiamo intrapreso un discorso sul valore della moneta nel corso della storia, come mezzo di scambio e di comunicazione fra cul-ture diverse. Abbiamo quindi affron-tato le molteplici funzioni della mone-ta quale mezzo di scambio, utilità di conto e riserva di valore. L’esperto, o meglio, l’esperta in questo caso, ha spiegato alla classe il significato di ognuna delle tre funzioni, parlandoci del baratto, dei valori attribuiti alla moneta nel corso del tempo e infine del risparmio di denaro. Questo di-scorso è stato integrato con un “gioco” che prevedeva la suddivisio-ne in quattro gruppi che disponevano di un brano diverso sulla storia della

Anno 1 Numero 2

UNA BANCA SPECIALE

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21%

33%

59%

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20

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40

50

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entu

ali

1 2 3risposte alle domande 8, 9, 10

Consumo irresponsabile e spreco di risorse alimentari da parte delle multinazionali (MC DONALD'S)

LUDOVICO NINOTTI IIID

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Njeri Figli di Njeri I banca (grande banca) II banca (banca basata sulla fiducia) III banca (greemin bank)

TRAMA Njeri è una donna del Kenya con due figli piccoli ed è senza marito. Si trova in difficoltà economiche e nella necessità di lavorare e siccome sa cucire, le serve un finanziamento per aprire una fabbrica per produrre abiti in quantità superiori rispetto a quelli che fa senza servirsi di molto materiale. Perciò decide di visitare diverse banche affinché qualcuna le conceda un prestito, anche se non ha garanzie da offrire. Si rivolge alla I banca: Dialogo N – Buongiorno. B – Buongiorno, come possiamo esserle utili? N – Mi servirebbe un prestito di 80 Taka B – a che cosa le servono? E soprattut-to, può fornirci garanzie? N – Mi servono per aprire un’attività di sartoria per migliorare le mie condizioni di vita e mantenere dignitosamente i miei bambini, ma purtroppo non ho garanzie da darvi. B – Mi dispiace, ma purtroppo non pos-siamo fare nulla perché siamo una ban-ca che non concede microprestiti, pensi solo che per aprire le pratiche dobbiamo

spendere 90 dollari e quindi il nostro sistema non prevede questo tipo di pre-stito. N – Va bene, arrivederci.

Njeri si rivolge alla II banca Dialogo N – Buongiorno B – Buongiorno N – Avrei bisogno di un prestito di 80 Taka B – Ah, e per che cosa? Si sieda, prego. N – Mi servirebbero per comprare una macchina da cucire per guadagnare di più con un laboratorio di sartoria e met-tere qualcosa da parte in vista delle e-mergenze. Anche perché riesco a mala pena a sfamare i miei figli con quello che guadagno attualmente. B – Ha delle garanzie? N – No, ma posso garantire un minimo “utile” dal ricavato della mia attività. B – Mi dispiace, ma non avendo garan-zie, non possiamo fare niente, anche perché non chiediamo gli interessi ai nostri clienti. N – Ah, ho capito, non potete fare pro-prio nulla? Io gli interessi non li posso pagare, ma potremo risolvere in qualche altro modo! B – Non è possibile, arrivederci. N – Arrivederci Njeri si rivolge alla III banca, prova per l’ultima volta, ancora con un pizzico di

speranza.

Dialogo N – Buongiorno. B – Salve a lei, si accomodi e ci dica tutto. N – Mi servirebbe un prestito di 80 Taka, no ho veramente bisogno, siete la mia unica speranza. B – D’accordo, e a che cosa le servono? N – dovrei comprare una macchina per cucire, per riuscire a lavorare così da riuscire ad allevare i miei figli B – Ha delle garanzie da offrire? N – No, purtroppo. B – Ok, non è un problema, noi la aiute-remo e dopo l’avvio della sua attività ci informeremo personalmente di come sta andando. Lei dovrà darci solo la sicurez-za di avere almeno altre quattro persone che possono garantire per lei ed aiutarla a restituire il prestito in caso sorga qual-che problema. C’è solo l’1% di tasso di interesse che non graverà su di lei. Se le interessa, qualcuno la aiuterà a compila-re il modulo. N – Va bene, grazie! B – Arrivederci e buon lavoro! N – Arrivederci!

Ora Njeri è riuscita ad ottenere un presti-to con il quale migliorerà la sua condizio-ne di vita e quella dei figli a cui da ora potrà garantire un’istruzione, la salute e un po’ di benessere.

III B

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UNA BANCA DAVVERO SPECIALE : Storia di Njeri

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ATLETI PER UN GIORNO ….. Quest’ anno, come era già successo per i due precedenti, la nostra scuola ha partecipato alle gare dei fontanili. I professori di educazione fisica hanno organizzato una gara per selezionare i ragazzi e le ragazze di ogni classe più adatti a parteci-pare alla corsa. Io sono stata sele-zionata insieme ad altri 30 ragazzi di prima, seconda e terza media.

Martedì 8 maggio verso le 9.00, uno dei professori è venuto in clas-se per avvisarci che di lì a poco saremmo dovuti andare in teatro per l’appello. Poco dopo è arrivato un pulmino, messo a disposizione dal nostro istituto comprensivo, e ci ha portati al campo sportivo di Fonte Nuova (la Selva dei Cavalie-ri), un campo da calcio organizzato per questa corsa. Lì si erano già radunati i ragazzi delle altre scuo-le. Dopo un’ora circa è iniziata la corsa. E’ stato emozionante e sul volto di tutti c’era l’entusiasmo di partecipare e la voglia di vincere. Abbiamo corso 60m nel campo dove

di solito i ragazzi giocavano a cal-cio e subito dopo sono stati pre-miati i più veloci, ma tutti per un attimo ci siamo sentiti dei campio-ni, persino io che sono arrivata ul-tima tra le ultime!!!

Agnese II B

dello sport.

Nel corso dell’anno scolastico 2006-2007 si sono svolte le seguenti attività sportive curriculari e non:Corso di nuoto per tutte le classi prime della scuola me-dia: circa 100 ragazzi hanno partecipato a questa attività per la durata di un qua-drimestre ed hanno ricevuto un brevetto alla fine.Torneo F.G.C. CALCIO A 5: la squadra della II e della III E e quella A5 della nostra scuola non solo hanno vinto il torneo di istituto, ma anche la fase provinciale. Ha seguito quella regionale organizzata dalla F.G.C. che si è tenuta nei campi della “Vigor Perconti”. Come sponsor in quell’occasione c’erano la “Gazzetta dello sport”, “Radio 101.5” e uno staff dell’emittente televisiva “Sì Sport Italia” che ha anche intervistato alcuni dei nostri giocatori. I premi per i vincitori sono stati i seguenti: magliette da calcio, pallone del torneo e l’attestato di partecipazione.Corsa dei fontanili a Mentana: molti ragazzi del nostro istituto si sono distinti nelle 2 fasi di gara di 600 e 60 metri. Si sono qualificati per le finali a Roma dove hanno conquistato anche il podio.“Corsa di Miguel” Acqua Acetosa (Roma)Torneo internazionale di palla tamburello Esibizione di pallacanestro-Torneo di Istituto di pallavolo Campiona-to scolastico di staffetta veloce II settimana

La manifestazione sportiva “III corsa dei fon-tanili” si è svolta nei giorni 8 e 9 maggio 2007 preso il campo sportivo i XII Apostoli. L’ufficio ambiente del comune di Fonte Nuova ha affidato l’organizzazione della manifestazio-ne all’Ist. Sandro Pertini, all’Ass. XXV Aprile di fonte Nuova e alla Protezione Civile. Hanno collaborato anche:Il Servizio di Educa-zione fisica e sportiva di RomaIl Comitato Pro-vinciale del C.O.N.I. di RomaIl Comitato Provin-ciale della Federazione Italiana di Atletica Leg-gera di RomaIl Comitato Territoriale UISP di MonterotondoLa Croce Rossa Italiana Gruppo di Fonte NuovaLa Polizia MunicipaleIl G.E.V. guardie Ecologiche Ambientali di Fonte Nuova-L’Ass. Sportiva dilettantistica Azzurra Sporting Club ’97 di Fonte NuovaL’A.S.D. Mentana JenneL’Unicoop Tirreno di Fonte NuovaLa GesepuAutoservizi Cenciotti S.r.l. Sebac S.r.l.

Il Centro Anziani di S.Lucia – Fonte Nuova

Il Comitato Cittadini di Fonte Nuova

Alla manifestazione hanno partecipato le se-guenti scuole coinvolgendo circa 1000 alunni:

L’I.C.S. Sandro Pertini L’I.C.S. Edoardo De Filippo L’I.C.S. L. Pirandello L’Ist. Minniti L’Ist. Petkovich L’Ist. San Giuseppe L’Ist. S, Angelo Romano

Il giorno 8.5.07 gli alunni della Scuola Primaria e Secondaria di I grado hanno partecipato alla corsa di 60 metri. Il giorno 9.5.07 alcuni alunni delle scuole se-condarie di I e II grado hanno partecipato alla corsa di 600 metri nel campo, mentre gli altri hanno preso parte alla Passeggiata di 4 Km con partenza dal campo sportivo S. Margherita e arrivo al campo dei XII apostoli. Le due giornate si sono concluse con le pre-miazioni ed ogni alunno partecipante ha ricevu-to una maglietta e una medaglia, mentre i primi classificati sono stati premiati con una piccola coppa. Inoltre, tutte le scuole presenti hanno avuto per premio una coppa, le Associazioni e le Istitu-zioni che hanno collaborato alla manifestazione una targa ricordo e dall’Ufficio Ambiente un quadro ricordo quale ringraziamento per la stima e la fiducia che ha dimostrato nei nostri confronti. Gli alunni che si sono classificati primi hanno gareggiato allo Stadio “Terme di Caracalla” il giorno 22.5.07. L’insegnante referente Maria Maria Marsico

Anno 1 Numero 2

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Lo sport...

SCUOLA E SPORT…. II E

Terza Corsa dei Fontanili

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Page 20: NOTIZIARIO DELL’ISTITUTO “S. PERTINI” di FONTE NUOVA ... · DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PERTINI” di FONTE NUOVA ... to cortese a ogni genitore di riflettere e di ripensare

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

“SANDRO PERTINI “ Via Cuoco 63

FONTE NUOVA

Siamo su Internet :

Www.scuolasandropertini.org

Un tizio, alto e muscoloso, entra in un bar e dice ad alta voce: - C'è qualcuno più forte di me in questo bar? Si alza un "armadio". - Sì, io sono più forte di te. Il tizio, a voce bassa, umilmente: - Mi darebbe una mano a spingere la mia Uno? Due amici: - Ho sentito che hai fondato un gruppo musicale. - Si, è un quartetto. - Ma quanti siete? - Siamo in tre. - E chi? - Io e mio fratello. - Hai un fratello! - No, perché? Su un ramo stanno dei pipistrelli, tutti appesi tranne uno che sta dritto, in piedi. Due pipistrelli vi-cini commentano: - Scusa, ma che cos'ha questo? - Non lo so, fino a due minuti fa stava bene e dopo è svenuto.

- Mamma, mamma, il limone ha il becco? - No, figlio mio. - Ooopss, allora ho spremuto un canarino.

AUGURI DI BUONE VACANZE !!

Un po’ di risate ….

II E