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NEWS NOTIZIARIO RISERVATO AI DONATORI DELL'UNHCR RIFUGIATI Unamicizia senza confini DONA ALL'UNHCR CHIAMANDO IL NUMERO VERDE 800.298000 IL TUO SUPPORTO RESTITUIRÀ A DONNE E BAMBINE LA LORO ROUTINE Il suono della sveglia, il solito caffè del mattino, lavarsi i denti prima di uscire di casa. Per 20 milioni di donne rifugiate, quella che tu chiami routine è quanto di più bello possano desiderare. La violenza della guerra le ha private di tutto. Con il tuo contributo, ci aiuterai a riportare nella loro vita quelle piccole e grandi cose che fanno parte della quotidianità: la colazione, il pranzo e la cena, le medicine, la possibilità di consultare un medico, l’emozione di rientrare in una casa dove ti aspettano le persone più care. Aggiungi un altro gesto alla tua routine: sostienici. www.routineisfantastic.it LA ROUTINE HA UN VALORE IMMENSO PER CHI L’HA PERSA

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NEWSNOTIZIARIO RISERVATO AI DONATORI DELL'UNHCRRIFUGIATI

Un’amicizia senza confini

DONA ALL'UNHCR CHIAMANDO

IL NUMERO VERDE

800.298000

IL TUO SUPPORTO RESTITUIRÀ A DONNE E BAMBINE LA LORO ROUTINE

Il suono della sveglia, il solito caffè del mattino, lavarsi i denti prima di uscire di casa. Per 20 milioni di donne rifugiate, quella che tu chiami routine è quanto di più bello possano desiderare.

La violenza della guerra le ha private di tutto.

Con il tuo contributo, ci aiuterai a riportare nella loro vita quelle piccole e grandi cose che fanno parte della quotidianità: la colazione, il pranzo e la cena, le medicine, la possibilità di consultare

un medico, l’emozione di rientrare in una casa dove ti aspettano le persone più care.

Aggiungi un altro gesto alla tua routine: sostienici. www.routineisfantastic.it

LA ROUTINE HA UN VALOREIMMENSO PER CHI L’HA PERSA

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rappresentano una simile percentuale,in molti sono addirittura soli. La granparte dei detenuti è in carcere da annicon nessuna prospettiva di essererilasciati. L’UNHCR si oppone alladetenzione di persone che necessitanoprotezione internazionale e continueràa fare pressioni sui governi coinvoltiaffinché l’incarcerazione sia regolata e usata come misura estrema e solo se strettamente necessaria.

DA RIFUGIATOA MEMBRO DEL GOVERNO Dopo ben 28 anni dalla fuga della suafamiglia, dovuta allo scoppio dellaguerra in Afghanistan, Seyyed ZiaHosseini ritorna a casa dopo averricevuto un’istruzione che glipermetterà di aiutare a ricostruire ilsuo paese natale.Quando la sua famiglia fu costretta afuggire da Sar-e-Pol, in Afghanistan,Hosseini aveva un anno e sua sorellamaggiore quattro, si stanziarono primain Pakistan e poi nella RepubblicaIslamica dell’Iran. Hosseini è risultatouno studente modello e ha conseguitograndi successi universitari, esperienzache gli ha consentito di diventareconsulente per il Ministerodell’Urbanizzazione afghano.

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indice

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Quando esseredonna diventapericoloso

Routine isfantastic è ritornata

Un barlume di speranza

Un’amiciziasenza confini

Finalmenteinsieme

Mission:possible

Un altroinverno

Nei tuoi panni

Il dono di una vita

Fornelloecologico

PER LE VOSTRE DONAZIONITramite carta di credito: numero verde 800298000o www.unhcr.it

Tramite bonifico bancario:BNL Agenzia 63 viale Parioli 9 Roma IBAN: IT84R0100503231000000211000intestato a UNHCR

Tramite bollettino postale: n. 298000 intestato a UNHCR

CopertinaLydia (destra) hagenerosamenteaccolto nella sua casa,nella RepubblicaDemocratica delCongo, Marie unarifugiata centrafricana

CoordinamentoredazionaleValeria Esposito

Hanno collaborato a questo numero:Alberto BobbioCarla BaccoliniErika CeliFederico ClementiGiorgia Gatta Giovanna Li Perni

Tania GallucciValeria EspositoValeria GalantucciVirginia PelusoVittorio Alonzo

Progetto graficoEnrico Calcagno

Foto © UNHCR© UN

Per proteggere l’identità dei rifugiati, le fotografie nonrappresentanonecessariamente lepersone descritte neitesti, e i nomi vengonomodificati.

UNHCR Via Caroncini,1900197 RomaTel. 800 298000Fax [email protected]

Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003I dati sono trattati da UNHCR - titolare del trattamento - Via A.Caroncini 19, 00197 Roma (RM), per l’invio della newsletter supropri progetti, iniziative ed attività di raccolta fondi, comeespressamente richiesto. I dati sono trattati, con modalitàprevalentemente elettronicamente e telematiche, dalla nostraassociazione e da soggetti terzi che erogano servizi connessi aquanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferitiall’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003, si possono esercitare i relatividiritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati trattati inviolazione di legge e richiedere elenco dei responsabili scrivendoa [email protected]. Per sospendere l’invio della newsletter,inviare una e-mail all’indirizzo: a [email protected], inserendonell’oggetto: “unsubscribe newsletter”.

Benvenuti alla primaedizione della NewsRifugiati di questo 2014.L’inizio di un nuovo anno

è sempre una fase importante, ilmomento in cui guardiamo alfuturo con determinazione erivediamo i mesi appena trascorsicon un occhio critico. Il 2013 èstato decisamente ricco di eventi esoprattutto sfide, un anno segnatodal dolore del popolo siriano e deimilioni di rifugiati costretti afuggire a causa della guerra. Nella Repubblica Centrafricana, il protrarsidel conflitto tra guerriglie nemiche ha continuato a lasciare dietro di séuna scia simile di morte e distruzione, costringendo migliaia di personead abbandonare le proprie case e affrontare un destino incerto. E comese non bastasse, lo scorso novembre, il tifone più potente mairegistrato al mondo ha colpito le Filippine distruggendo le vite dimilioni di persone strappandole via tutto quello che avevano di piùcaro al mondo.

Sono stati questi i momenti in cui sei entrato in gioco tu. Hai portato cibo, alloggio e speranza nelle vite di migliaia di rifugiati.Hai dato a donne vittime di abusi e violenze la forza di ricominciare, hai assistito i più vulnerabili con le cure mediche di cui avevanobisogno. Hai reso gli ultimi 12 mesi un capitolo straordinario.

Il 2013 si è concluso all’insegna della routine. I gesti quotidiani chespesso diamo per scontati e che oltre 20 milioni di donne e bambine al mondo hanno perso a causa di guerre e violenze. Questa edizionedella newsletter è dedicata specialmente a loro. Nelle prossime pagine ti mostreremo come donne e bambine sono al centro del tuo impegno.Tra le più vulnerabili durante un’emergenza, sono le prime a subireviolenze e abusi, ma dati i loro i mezzi, hanno la forza di trasformare il destino di un’intera comunità. Nel 2013 hai dato a donne e bambineaiuto, protezione e i mezzi che consentiranno loro di prendere in manole redini delle proprie vite. Questo nuovo anno darà risultati altrettantostraordinari. Grazie.

Federico ClementiRESPONSABILE RACCOLTA FONDI

UNHCR IN ITALIA

rifugiatiNEl moNdo

L’UNHCR ha ricevuto due premiNobel per la pace, nel 1954 e nel 1981

VUOI ORGA

NIZZARE

LA TUA FES

TA

DI COMPLE

ANNO

CON L'UNHC

R?

CHIAMACI A

L NUMERO

VERDE 800

298 000

E PARLIAMO

NE!

L’ARTE NON VA IN ESILIOIn Somalia, durante due decenni diconflitti armati, Mohammed Ousmanha vissuto nella città di Mogadiscio eha continuato a dipingere, insegnandoanche agli altri rifugiati. Ma dopo l’ennesimo attacco deimilitanti – durante il quale quattro dei suoi figli e suo fratello sono statiuccisi – Mohammed è stato costretto a chiudere la sua scuola. Con l’aiutodell’UNHCR si è spostato con la suafamiglia in un area più protetta nella città di Addis Abeda, dovestanno ricevendo assistenza e doveMohammed spera di poter continuarela sua arte.

SENZA UNA VIA DI FUGACresce il numero di incarcerazioni dirifugiati e richiedenti asilo in manieraallarmante nel sud-est asiatico, dove laprocedura è usata come metodo perregolare le immigrazioni. Dei 14.000 detenuti, il 13% sonodonne, cifra che purtroppo includeanche donne incinte. Non sonoimmuni nemmeno i bambini, che

Mohammed usa spesso i suoi dipinti percommentare sulla situazione politica in Somalia

Il governo iraniano sta dando la possibilità a tanti giovani rifugiati afghani di costruirsiun futuro

di Virginia Peluso

Suor Angélique - vincitrice del premio Nansenper i Rifugiati nel 2013 - abbraccia Rose, un'ex schiava dell'Esercito della Resistenza del Signore, che ha aiutato

EditorialE

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L a voce di Monique risuona forte e chiara dal coro nella chiesadella remota cittadina di Dungu nella RDC. Solo qualche anno fa Monique era un’ex schiava dell’Esercito

della Resistenza del Signore e non aveva niente di cui gioire, anzipensava non vivere a lungo. Nel 2009 diventò una delle migliaia di donne rapite, maltrattate e violentate dal gruppo ribelle, chesemina terrore da oltre un quarto di secolo nella regione dei GrandiLaghi, nel cuore dell’Africa. Fortunatamente, dopo molti mesi diprigionia, Monique fu liberata dall’armata congolese, i soldati lariportarono a Dungu dove ha ritrovato sua madre e suo fratello.Con l’aiuto di Suor Angélique – vincitrice del premio Nansen per i Rifugiati dell’UNHCR – ha ricostruito la sua vita. Suor Angélique le ha insegnato a cucire, attività che le ha permesso diventareindipendente e ricominciare a sorridere.

Rifugiati News www.unhcr.it 4 Rifugiati News www.unhcr.it

di Valeria Esposito

Sono pochi i luoghi al mondodove le differenze tra ruolimaschili e femminili hanno

scarsa rilevanza. Al contrario, talidivergenze permeano ogni aspettodella cultura di una comunità epossono avere effetti devastantiquando la vita quotidiana dellepersone viene sconvolta in manierairreversibile da guerre e violenze. In ogni singolo passaggio della fugaverso un luogo più sicuro donne ebambine sono esposte a pericolimaggiori. I numeri purtroppo lodimostrano: quasi un milione didonne ha subito violenza sessuale eabusi nei cinque paesi nei quali sisono consumate alcune fra le piùgravi crisi umanitarie degli ultimidue decenni. In cima alle classifichedei luoghi più pericolosi dove esseredonna è la Repubblica Democraticadel Congo (RDC), dove le vittimedi stupro – tra le quali figuranoanche degli uomini – sono oltre

400.000. Le aggressioni, gli stupri ele intimidazioni subiti dalle donne,spesso fanno parte di una strategiadi guerra psicologica che mira asconvolgere e minare la resistenzadel resto della comunità.

QUANDO ESSEREDONNADIVENTAPERICOLOSOGuerre, persecuzioni, crisi umanitarie. A farne le spese, come sempre, le più vulnerabili: oltre 20 milioni di donne e bambine

In alcune occasioni tali violenzesono utilizzate esplicitamente come arma di guerra. Al di là del rischio di subireviolenze, la posizione spessosubalterna delle donne nelle lorofamiglie e nella società diappartenenza le rendeparticolarmente vulnerabili.Quando scarseggiano le risorse,sono spesso le ultime a servirsiquando ci si siede a tavola e

quando mancano i soldi, la lorosalute e la loro istruzione sonol’ultima delle priorità. Anche unavolta raggiunto un luogo sicuro,donne e bambine sole possonoavere maggiori difficoltànell’accedere ai beni e ai servizifondamentali di cui hanno bisogno per sopravvivere. Sono oltre 20 milioni a doveraffrontare un simile destino, soloperchè sono donne.

CON IL TUO AIUTO

• Creiamo rifugi sicuri • Sosteniamo le donne e le ragazze che hannosubito violenze

• Facciamo sì che le donne ottengano i servizi e le forniture di cui hanno bisogno

• Puntiamo sull’iscrizione a scuola

• Aiutiamo le donne adavere accesso ad attivitàgeneratrici di reddito

• Lavoriamo con tutti imembri della comunitàper promuovere lasicurezza e l’eguaglianzaper le donne e lebambine

LA TUADONAZIONE

Il costo totale annuale per fornire a una donnaospitata in un campo tutto quello di cui habisogno: articoli sanitari,istruzione primaria, curemediche di base e alloggi,nonché una primaassistenza in caso diviolenza è di 145 EURO

SPECIALE DONNE

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ROUTINEIS FANTASTIC È TORNATAIl rilancio della campagna Routine is Fantastic stupisce e invita alla riflessione sul valore della quotidianità che spesso diamo per scontata

di Valeria Esposito

Sono passati circa tre mesi dalloscorso 8 novembre, giorno incui, alle ore 4.30 del mattino,

il tifone Haiyan si è abbattuto sulle Filippine svegliandodrammaticamente la popolazionelocale. Classificato come unatempesta di categoria 5, ha colpitol’arcipelago con venti dalla velocitàdi 235 km/h e con onde alte cinquemetri che hanno raggiunto anchel’entroterra, lasciando milioni dipersone senza una casa. “Sono contenta di essere viva”,racconta Jane Ilagan, sopravissutaalla tempesta tropicale. Ancora

sconvolta dagli eventi, ci haspiegato di aver intuito chequalcosa non andava dopo essersiaccorta della pioggia stranamentesalata. Nelle prime ore dello scorso8 novembre la sua casa è statasommersa dalla stessa acqua salata,ma per fortuna Jane e la suafamiglia sono riusciti a evacuare intempo e mettersi in salvo. Grazie al tuo supporto siamo statitra le prime agenzie a intervenirenelle Filippine e a soccorrerepersone che come Jane hanno persotutto. I primi aiuti d’emergenza –trasportati in due container di oltre12 metri di lunghezza e 3 aerei,contenenti ciascuno 150 tonnellate

UN BARLUME DI SPERANZAIl popolo filippino è abituato a dover fare i conti con l’ira della natura. Solo nel corsodel 2013 è stato colpito da ben 22 tifoni, ma questa volta gli si è scagliata controuna delle peggiori tempeste della storia

Rifugiati News www.unhcr.it 6

di Alberto Bobbio

Ore 7,00 del mattino.Suona la sveglia, è tempo di

alzarsi. Per molti italiani lapaura di perdere quanto si è costruitoè il primo pensiero con cui fare iconti. Il sondaggio realizzato dallaDOXA per l’UNHCR in occasione

del rilancio di Routine is Fantasticfotografa un’Italia preoccupata deldomani. 1 italiano su 3 ogni mattina si svegliacon il timore di perdere quello cheha. Sono sopratutto le donne atemere di vedere infrante le propriecertezze: oltre 8 milioni dichiarano disentirsi in apprensione per la stabilità

della loro vita. Lo studiomostra chiaramentequanto per le donne sianoimportanti le certezze equanto oggi cresca iltimore di perderle. E sono esattamente lestesse sicurezze quotidiane– la casa, gli affetti,l’istruzione – quello chedonne e bambine rifugiateperdono, e che lacampagna Routine isfantastic vuole restituireloro. Rilanciata lo scorso15 novembre, la campagna di raccoltafondi e sensibilizzazione èstata dedicata allaprotezione dei 20 milionidi donne e bambine

rifugiate nel mondo. Ed è stato proprio il lancio –avvenuto lo scorso 15 novembre – a destare scalpore: un fintobombardamento di un palazzo, nelcuore di Roma, a Trastevere, pertrasmettere come la guerra, in unistante, può cancellare ogni routine ecertezza. Un evento di rara efficaciasimbolica che ha guadagnatol’attenzione dei principali organid’informazione nazionale,sensibilizzando milioni di persone suldramma vissuto dai rifugiati. I fondiraccolti andranno a beneficio didonne e bambine rifugiate in 99paesi e saranno impiegati in progettiche variano dalla tutela della saluteriproduttiva – legati alla cura delleinfezioni legate al ciclo mestruale oalla prevenzione della trasmissionedell’HIV – alla sicurezza, che prevedeil contrasto della pratica di usare la violenza sessuale comearma di guerra o di prevenire isoprusi sul lavoro o nelle attivitàquotidiane.

DONAZIONE

CON 48 EURO PUOI DAREASSISTENZAMEDICA

D'EMERGENZA A 30 PERSONE

PER RIVEDERE IL LANCIO DI ROUTINE IS FANTASTIC

VISITA LA NOSTRA PAGINA YOUTUBE:

youtube.com/UNHCRItalia

Video mapping nella piazza di Santa Maria in Trastevere a Roma per il lancio di Routine is Fantastic

Una giovane filippina sopravvissuta al tifone

di aiuti – comprendevano: tanicheper l'acqua, kit per l'igiene,zanzariere, utensili per cucinare, telidi plastica, tende, lanterne, copertee materassi. Ci vorranno anni per ricostruirequello che è stato spazzato via in unlampo, ma nelle cruciali prime oredell’emergenza, il tuo contributo hafatto la differenza e portatosperanza nelle vite di chi ha persotutto. Grazie.

“Il livello di distruzione è sconcertante. Sebbeneil lavoro dell’UNHCR siageneralmente legato a situazioni di conflitto, la natura eccezionale di questa tragedia rendeogni sforzo necessario.”

Antonio GuteressAlto Commissario per i Rifugiati

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9Rifugiati News www.unhcr.it

di Giorgia Gatta

Fartun è nata nel campo rifugiati di Dadaab, inKenya. Da nove anni vive con la sua famiglia aConcord, negli Stati Uniti.

Lì mamma Batulo e papà Salad insieme ad altri13.000 rifugiati somali hanno ricostruito la loro vita.Hanno affrontato le scritte razziste sul muro di casa ele rigide stagioni invernali. Hanno imparato l’inglese,trovato lavoro, avuto altri figli. Ma la lotta più dura èstata riavere loro figlio Abdi, rimasto per nove lunghianni a Dadaab. Quando Batulo e Salad furonoconvocati per i colloqui con le autorità statunitensiper l’immigrazione, Abdi non c’era. Era con suanonna da un parente malato, lontano dal campo. Le preghiere affinché fosse inserito nella lista deirifugiati autorizzati a partire non servirono a nulla.Ma non partirevoleva direrinunciareall’America. Così Batulo eSalad sisepararono daAbdi e iniziaronola loro battaglia.Non sapevanoche una leggedava loro ildiritto di chiedere il ricongiungimento entro dueanni. Né che di anni ce ne sarebbero poi volutiquattro, per mettere insieme tutti i documenti e isoldi necessari per i test del DNA. E, come se nonbastasse, gli Stati Uniti avevano temporaneamentebloccato i ricongiungimenti familiari con il Kenyaper evitare frodi. Un percorso pieno di ostacoli, chesembrava non finire più. Finalmente, l’anno scorso in un giorno di primavera,Abdi è arrivato. Nella casa decorata a festa, piena diamici in attesa, i genitori e i fratellini hanno potutoriabbracciarlo. E riconoscere il suo viso.

focus DaDaab

FINALMENTE INSIEME“Abdi è mio fratello più grande, ha 13 anni. Non lo vedo da nove anni.Quando vivevo in Africa ero piccola, e non mi ricordo il suo viso, ma so che è mio fratello.”

UN’AMICIZIA SENZACONFINIa cura di Valeria Esposito

Esperienze condivise avvicinano e creano forti legamid’amicizia tra ospiti e rifugiati lungo il fiume Oubanguitra la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e laRepubblica Centrafricana

Yared (nella foto, a destra) sa bene cosa significaessere un rifugiato. Il pescatore quarantacinquennedi Batanga, è stato costretto a scappare dalla

Repubblica Centrafricana ben tre volte. Per questomotivo non ha esistato a ricambiare il favore quandohanno bussato alla sua di porta.

“Quando è scoppiata la guerra siamo staticostretti a scappare dall’altra parte delfiume, dove queste persone ci hanno

accolto, dato un posto dove dormire epermesso di coltivare i loro campi. Non potevamo nonfare lo stesso per loro.” Elisabeth (nella foto, a destra)

Lydia (nella foto, a destra) e Marie in posa nellaforesta di bambù che si trova sul retro della casadi Lydia nella RDC, dove Marie vive ospite.

Quando l’ha accolta nella sua abitazione era appenascappata dalla RDC e non aveva dove andare. I loromariti sono entrambi falegnami e si conoscono, maMarie non ha notizie di suo marito da molto tempo, è stato portato via dai ribelli il giorno cui il suovillaggio fu attaccato.

DONAZIONE

55 EUROCONTRIBUTO

PER UNA TENDA CHE PUÒ

OSPITARE UNAFAMIGLIA

OLTRE I NUMERI

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Rifugiati News www.unhcr.it 610 11Rifugiati News www.unhcr.it

di Alberto Bobbio

Quattro crisi dimenticate in prima serata televisiva su RAI1.

Oltre 280.000 eurofinora raccolti che saranno investitinei progetti dell’UNHCR inGiordania, Mali, Ecuador eRepubblica Democratica del Congo(RDC). Milioni di spettatorisensibilizzati e informati sulla causadei rifugiati. È un bilancio più chepositivo quello del programmaMission. Realizzato da RAI1 con lacollaborazione dell’UNHCR e diIntersos, il programma ha acceso iriflettori su quattro paesi chevivono da anni delle crisiumanitarie devastanti e datofinalmente voce alle drammatichestorie di vita dei rifugiati. Al centro del programma c’è la vitanel campo vista attaverso gli occhi di alcuni personaggi noti alpubblico televisivo – tra cui ilnostro testimonial FrancescoPannofino, protagonista dellamissione in Mali – che hannocollaborato con gli operatoriumanitari UNHCR e Intersos.Usando un linguaggio semplice eaccessibile, Mission ha raggiuntol’obiettivo di aiutare il pubblico acapire meglio le tormentate vicendestoriche e politiche di ciascunpaese, dando modo allo spettatoredi riflettere sulle ragioni cheportano milioni di persone ad

abbandonare le proprie case. Un tema, quello della fuga forzata e dell’accoglienza, che tocca davicino un’Italia ancora segnata dalle tragedie del mare. Informazione,sensibilizzazione ma anche raccoltafondi a beneficio dei quattro paesi

coinvolti. Grazie alla generosità delpubblico di Mission sarà possibilecontinuare a proteggere i rifugiatisiriani garantendo loro alloggid’emergenza, cibo e cure mediche.Potremo assicurare acqua potabile e servizi igienico-sanitari nella RDC e prevenire la violenza sessuale e digenere in Ecuador. I fondi raccolti ci consentiranno,inoltre, di sostenere famiglie dirifugiati in Mali fornendo loro loro acqua, elettricità e sistemazioniadeguate.

MISSION:POSSIBLE

Il campo rifugiati di Za’atari in Giordania

UN ALTRO INVERNOdi Valeria Galantucci

Continua la corsa contro il tempo per aiutare i siriania superare il terzo inverno

dall’inizio del conflitto. I preparativiper affrontare i mesi più freddidell’anno sono in corso dallo scorsoottobre, quando è iniziata ladistribuzione di aiuti specifici

per l'inverno su tutto il territoriosiriano. Articoli come copertetermiche e cerate di plastica sonostate aggiunte ai kit di emergenzaconsegnati alle famiglie.Grazie al tuo generoso supporto,ogni settimana, fino a 250automezzi carichi di aiuti si spostanoall'interno del paese, portando

assistenza a circa 15.000 famiglie,per un totale di 100.000 persone. Il numero di rifugiati e sfollati chehanno bisogno d’aiuto continua adaumentare e le condizioni sul camposono sempre più difficili, ma con iltuo aiuto continueremo a fornireassistenza fin quando sarà necessario. Grazie.

Nuovi arrivi di rifugiati siriani si mettono in coda per essere registrati alla periferia dellacittà libanese di Arsal

IL TUO AIUTO31 EURO PER OTTOCOPERTE

280.000 euro raccolti grazie al programma di RAI1

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di Vittorio Alonzo

Che cosa ti ha spinto a fare unadonazione per i rifugiati?Quando alla televisione vedevotrasmesse immagini di tragedie immaniin quei luoghi di disperazione c’eral’UNHCR. Vedevo le tende e il lavoroche svolgono gli operatori sul campo.Così ho deciso di farne parte e dicontribuire ad assistere e proteggere irifugiati con una donazione regolare.

Come descriveresti l’UNHCR ad un amico?L’UNHCR è un’organizzazione attivacomposta per la gran parte da personeche operano concretamente sul campo.È al fianco dei rifugiati siamaterialmente distribuendo acqua,cibo, tende, coperte e cure mediche sia“immaterialmente” attraversol’assistenza psicologica per chi ha subito

traumi. La dimostrazione di tutto ciòl’ho avuta dopo aver conosciuto unrifugiato. Con sé non aveva nulla.Non aveva un passaporto, non avevanessun tipo di documento perdimostrare chi era. L’unica cosa chemi mostrò fu un tesserino con il qualel’UNHCR gli aveva ridato un’identità.Io mi fido dell’UNHCR.

Come ti fa sentire fare unadonazione?Mi rendo conto di fare qualcosa diconcreto per gli altri. Donare mi fasentire vicino a chi soffre e di nonchiudere un occhio di fronte aiproblemi del mondo.

Se fossi costretta a lasciare tutto persalvarti la vita cosa porteresti con te?Non porterei nulla di materiale, solole persone più care e so chel’UNHCR sarebbe al mio fianco.

Ancora poco informati madesiderosi di saperene di più:questi gli italiani sul tema deilasciti testamentari a favore delle organizzazioni no profit*

I lasciti testamentari sono unostraordinario gesto di solidarietà epossono offrire un contributoprezioso alla causa umanitaria. InItalia, ancora poche persone sannoche è possibile sostenere la propriacausa del cuore lasciando in ereditàuna somma di denaro o un bene a

un’organizzazione di fiducia.Un lascito ereditario all’UNHCR,grande o piccolo che sia, può fare ladifferenza. Si può trasformare, adesempio, in alloggi di emergenza, inacqua potabile, in alimenti per ineonati e cure mediche, in scuole peri bambini e sostegno agli adulti chevogliono avviare una piccola attivitàeconomica. Fare testamento, e includerel’UNHCR tra i propri eredi, è moltopiù semplice di quanto non si pensi:non serve recarsi dal notaio, un

13Rifugiati News www.unhcr.itRifugiati News www.unhcr.it 12

NEI TUOI PANNIGiulia Fantoni, Angelo dei Rifugiati e autrice della toccante poesia Migranti per Mare, ci racconta cosa significa per lei essere a fiancodei rifugiati insieme all’UNHCR

IL DONO DIUNAVITA

Ti piacerebbecondividere

la tua esperienza conl’UNHCR e raccontarci cosa ti ha ispirato a sostenere

i rifugiati? Contatta Valeria Esposito

all’indirizzo [email protected]

Per riceveremaggiori informazioni

su come fare un lascito testamentarioa favore dell’UNHCR

contatta Giovanna Li Perni allo 06-80212327 o invia un’email [email protected]

MIGRANTI PER MARE

Hanno bevuto il marei nostri fratelli migrantisorsi piccoli e poi grandi, sempre più grandi più grandi più grandima il mare era troppo grandeper poterlo finire a sorsi e dopo gli spasimi e itormenti, il respiro si placò

Tra le onde nel buio soli nell’immensità tra speranza e paura, furono lamenti sussurri preghiere rimpiantibestemmie ricordi grida doloree nessuno che viene a salvarti

Infine, quando rimase solo terrore,fratello mare pietoso se liabbracciò uno a uno e se li è portati nella pace e nel silenzio

Ora i sacchi neri di mortetengono corpi lividi senzanomee invano da dove sono venutialtri affetti sperano ancora, là dove tormenti guerra famefanno buchi nella carne evoragini nel cuore

Come ci manchisorella Giustizia…

Giulia Fantoni

Una, nessUna e centomila

di Erika Celi

Dati recenti mostrano unaumento allarmante degli stuprie violenze sulle donne nella

regione del Nord Kivu nella RepubblicaDemocratica del Congo (RDC). Apartire dallo scorso luglio il conflitto hacostretto tra le 6.000 e le 7.000persone a fuggire dalle proprie caseed esposto un numero crescente didonne a violenze di genere. Grazie altuo aiuto, stiamo creando centri dicomunità dove formare personesfollate affinché svolgano un ruolo di

riferimento nel riconoscimento di casi di violenza sessuale e possanoindirizzare le vittime alle cure medichee ai supporti psico-sociali necessari.Inoltre, sono in corso iniziative diprevenzione come la promozionedell’utilizzo di combustibile alternativoalla legna. Durante la raccolta dellalegna le donne si allontanano da soleo in piccoli gruppi in zone boschiveisolate e sono maggiormente esposteal rischio di subire violenze. Con il tuo supporto continueremo aproteggerle e fornirle l’assistenza dicui hanno bisogno.

Due sfollate congolesi condividono un pasto nella tenda dove vivono nell’estdella Repubblica Democratica del Congo

testamento può essere scritto ancheda soli e conservato personalmente o affidato ad una persona di fiducia. È possibile legare anche un singolobene o una somma di denaroall’UNHCR. Non è necessariodover decidere di come disporre delresto del patrimonio, il quale – senon diversamente previsto – verràassegnato sulla base delle norme che regolano le successioniereditarie. Infine, è possibilecambiare idea e revocare la decisionepresa in ogni momento. Tutti noi vorremmo essere ricordatiper la nostra personalità, comepersone umane e generose, chehanno voluto lasciare un’improntapositiva nel mondo. Un lascitoall’UNHCR consente di realizzarequesto desiderio.

*Fonte: Eurisko

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UNHCR e LionsClub Internationaluniscono le forzeper sostenere irifugiatidi Giovanna Li Perni

Attiva nel mondo con più di 1.3 milioni di soci, l’Associazione Internazionale deiLions Club ha stretto un’allenza con

l’UNHCR per promuovere iniziative comunidi sensibilizzazione, volontariato e raccoltafondi per i rifugiati. Dallo scorso ottobre la partnership è operativa anche in Italia, dove il Lions conta44.000 associati. I Lions collaboreranno conl’UNHCR promuovendo sul territorioiniziative di informazione e sensibilizzazionesulla condizione dei rifugiati, e azioni diraccolta fondi a sostegno degli interventi per i rifugiati nei paesi più poveri. Fedeli alla mission di promuovere l’impegnovolontario dei soci, i Lions italiani siconcentreranno in particolare sul frontedell’integrazione economica e sociale deirifugiati e dei richiedenti asilo che vivono nel nostro paese.

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a cura di Carla Baccolini

Un progetto innovativo finalizzatoa introdurre metodi ecologici percucinare trasforma la vita di 200famiglie nel sud-ovest dell’Uganda

L’insediamento di Nakivale,costruito nel 1960, è ad oggiuno dei più grandi e antichi

campi UNHCR in Africa. Per glioltre 56.000 rifugiati, costretti alasciare le proprie case causa delconflitto nella RepubblicaDemocratica del Congo, è più di unrifugio temporaneo.Qui migliaia di donne, ogni giorno,percorrono chilometri per andare araccogliere la legna per cucinare.Caricano i rami sulla testa e liportano a casa. Cucinano fuori dalla loro abitazione, sedute su unosgabello di fronte ad a una pentolasorretta da tre pietre, dove si infila la legna. Tra loro c’è anche Runiza, una donnacongolese di 39 anni che ha deciso di

Ingredienti (per quattro persone)

• 3 bicchieri di riso (messo in ammollo in acqua per 20 minuti e poi asciugato)

• 1 pollo tagliato a pezzi (marinato in sale e pepe)

• Cannella• Cardamomo (metà cucchiaio)• Foglie di alloro• 1 cipolla tagliata a pezzi• 2 melanzane (tagliate a pezzi

e cotte al forno o fritte)• 1 cavolfiore (tagliato a pezzi e cotto

al forno o fritto)• Trito di spezie (curcuma, pepe bianco, pepe

nero, cannella, cumino, noce moscata)• 250g di pinoli e mandorle tostate• Sale e pepe • Olio d’oliva

Procedimento (1 ora e 1/2 circa)

Versare in una padella due cucchiai d’olio,aggiungere il pollo, poi la cipolla. A metàcottura unire sale, alloro, cannella ecardamomo. Coprire la carne con acqua,abbassare il fuoco e cuocere per circamezz’ora. Disporre quindi la carne in unateglia dalle pareti unte, aggiungere leverdure e infine il riso, coprire tutto con ilbrodo di cottura della carne e il trito dispezie. Cuocere per per circa 50 minuti afuoco lento fino a quando il brodo dicottura è completamente assorbito.Completata la cottura, appoggiare un largopiatto da portata sulla pentola dellamaqluba e rovesciarla. Aggiungere i pinoli ele mandorle precedentemente tostate.

Preparate la maqluba e mandate la foto del vostro piatto [email protected], lapubblicheremo sulla paginaFacebook dell’UNHCR Italia!

IL FORNELLO ECOLOGICO

RICETTEDAL CAMPOMAQLUBA (Territori palestinesi occupati)di Erika Celi

sperimentare nuove soluzioni percucinare. Prima era costretta acamminare per cinque ore perraccogliere la legna. Il problema piùgrande non era solo la stanchezzafisica, ma soprattutto la paura diessere violentata, aggredita oderubata durante il percorso. Ed è per questo che Runiza ha deciso di imparare a produrrebricchetti ecologici. Colture coltivate in Uganda – comemais, cereali, radici, zucchero dicanna e caffè – producono residuiadatti alla bricchettatura. I bricchettivengono messi dentro una stufa fattadi una miscela d’acqua, fango, erbasecca e il tronco di un albero dibanane. Si realizza in un paio digiorni, produce poco fumo emantiene il calore per diverse ore. Con tre chili di bricchetti Runiza èin grado di cucinare per quattrogiorni. “Da quando ho imparato afare i bricchetti i chilometri percorsia piedi per portare la legna sono soloun lontano ricordo”, racconta.

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Runiza, una rifugiata congolese, usa la sua nuova stufa fatta di fango e bricchetti ecologici per cucinare

La permanenza media in un campo per un rifugiato è di cinque anni. Quando l’emergenza diventa vita quotidianaun campo diventa una nuova forma di insediamento stabile. Cosa c’è in un campo? Dove vive un rifugiato?

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VITA NEL CAMPO REFUGEES ON MEDIA