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16 Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori...... FLAI CGIL: OdG Congresso CGIL su baraccopoli di San Ferdinando. pag. 7 FP CGIL: FP CGIL RC-Locri su baraccopoli di San Ferdinando………..pag. 7 SUNIA: Iniziativa Sunia Puglia su emergenza abitativa …………….....pag. 8 Dai territori: Lazio: progetto di riqualificazione del polo urbanistico del Corviale; Lombardia: audizione dei sidacati regionali sul regolamento degli accessi alle case popolari; Sardegna: progetto di reddito energetico del Comune di Porto Torres sviluppato insieme al Gse; Sicilia: Cgil e Sunia, assemblea su disagio abitativo; Toscana: campagna di ascolto SUNIA agli inquilini delle case popolari…..………………………………………......pag. 9/10 Studi e ricerche......…...…........ Il Sole 24 Ore scatta una foto delle città italiane, scegliendo di inquadrare la questione della vivibilità urbana tramite 42 parametri per ciascuna delle 107 province. La provincia più vivibile d’Italia è Milano, che si posiziona 7 volte su 42 nei primi tre posti per le performance negli indicatori del benessere. Al secondo e al terzo posto Bolzano, in risalita dalla quarta posizione del 2017, e Aosta, in discesa di una posizione. (Il Sole 24Ore, Qualità della vita nelle città italiane….….pag.4 Il potenziale economico di una campagna di rigenerazione urbana sul territorio italiano, vale circa 328 miliardi di euro, il 17% del PIL. E’ importante superare le politiche urbanistiche passate che hanno permesso uno sviluppo sregolato, ed è necessario un quadro normativo chiaro per attrarre investimenti privati, vitali per mettere in piedi un ampio ventaglio di politiche di riqualificazione (Sogeea, “Primo rapporto sulla rigenerazione urbana in Italia”) ………………..pag. 5 L’attuale patrimonio di edilizia pubblica non riesce a soddisfare le esigenze di chi vive in situazioni di disagio e “lascia fuori” oltre 1 milione di nuclei familiari. Ci confrontiamo con una progressiva erosione di tale stock, una domanda che si allarga a nuove tipologie di utenti, la necessità di importanti interventi di riqualificazione (Nomisma- Federcasa: “Il ruolo dell’ERP negli interventi di rigenerazione delle periferie”....................pag. 6 Notizie....................................................................……....…... Nella Legge di Bilancio 2019 non vengono individuate adeguate misure indirizzate alle politiche abitative, che continuano ad assumere un carattere marginale nelle scelte di Governo. Esiste, al contrario, una forte emergenza da affrontare. Ricordiamo le 600.000 famiglie di aventi diritto in attesa di una casa popolare, i 300.000 provvedimenti di sfratto per morosità emessi negli ultimi 5 anni, i 3 milioni di famiglie hanno un'incidenza della spesa per la casa oltre il 40% del reddito. Gli affitti nei contratti registrati all'Agenzia delle entrate nel 2017...........…pag. 1 Da circa trent’anni l’Unione europea si occupa di politiche per le città. Se, all’inizio, negli anni ‘80 del secolo scorso, la politica urbana dell’UE nasce come priorità della politica ambientale, nella nuova agenda urbana dell’UE, sono le “aree metropolitane” i motori dell’economia europea e i catalizzatori di creatività e innovazione, anche se ciò non significa che le stesse aree non rappresentino ancora i luoghi in cui sono più accentuati i fenomeni della disoccupazione, della esclusione sociale e della povertà. il nuovo bando URBACT per 23 Action Planning Networks………..........pag. 2 L'Italia urbana è fatta da 120 Comuni capoluogo e 14 aree metropolitane. I 120 Comuni capoluogo coprono il 7% della superficie nazionale e ospitano 31% della popolazione. Le 14 aree metropolitane coprono il 15% del territorio e ospitano il 35% della popolazione. Una fetta importante d'Italia in cui si concentrano alcuni dei principali problemi ambientali: consumo di suolo, inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, qualità delle acque, rifiuti, effetti dei cambiamenti climatici. ■ Il Piano del MiBAC “Cultura Futuro Urbano” …………...…….………....pag. 3 Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale Febbraio 2 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE Febbraio 2 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE

Notizie Studi e ricerche - CGIL...demografiche, sociali. Per affrontarle, la programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei ha destinato, fino al 2020, il 5% delle

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Notizie dalle categorie, dalle associazioni, dai territori......

FLAI CGIL: OdG Congresso CGIL su baraccopoli di San Ferdinando. pag. 7

FP CGIL: FP CGIL RC-Locri su baraccopoli di San Ferdinando………..pag. 7

SUNIA: Iniziativa Sunia Puglia su emergenza abitativa …………….....pag. 8

Dai territori: Lazio: progetto di riqualificazione del polo urbanistico delCorviale; Lombardia: audizione dei sidacati regionali sul regolamento degliaccessi alle case popolari; Sardegna: progetto di reddito energetico delComune di Porto Torres sviluppato insieme al Gse; Sicilia: Cgil e Sunia,assemblea su disagio abitativo; Toscana: campagna di ascolto SUNIA agliinquilini delle case popolari…..………………………………………......pag. 9/10

Studi e ricerche......…...…........

Il Sole 24 Ore scatta una foto delle cittàitaliane, scegliendo di inquadrare laquestione della vivibilità urbana tramite42 parametri per ciascuna delle 107province. La provincia più vivibile d’Italiaè Milano, che si posiziona 7 volte su 42nei primi tre posti per le performancenegli indicatori del benessere. Alsecondo e al terzo posto Bolzano, inrisalita dalla quarta posizione del 2017, eAosta, in discesa di una posizione. (Il Sole24Ore, Qualità della vita nelle città italiane….….pag.4

Il potenziale economico di unacampagna di rigenerazione urbana sulterritorio italiano, vale circa 328 miliardidi euro, il 17% del PIL. E’ importantesuperare le politiche urbanistichepassate che hanno permesso unosviluppo sregolato, ed è necessario unquadro normativo chiaro per attrarreinvestimenti privati, vitali per mettere inpiedi un ampio ventaglio di politiche diriqualificazione (Sogeea, “Primo rapporto sullarigenerazione urbana in Italia”) ………………..pag. 5

L’attuale patrimonio di edilizia pubblicanon riesce a soddisfare le esigenze di chivive in situazioni di disagio e “lasciafuori” oltre 1 milione di nuclei familiari. Ciconfrontiamo con una progressivaerosione di tale stock, una domanda che

si allarga a nuovetipologie di utenti, lanecessità di importantiinterventi diriqualificazione (Nomisma-Federcasa: “Il ruolo dell’ERPnegli interventi di rigenerazionedelle periferie”....................pag. 6

Notizie....................................................................……....…...

Nella Legge di Bilancio 2019 non vengono individuate adeguatemisure indirizzate alle politiche abitative, che continuano adassumere un carattere marginale nelle scelte di Governo.Esiste, al contrario, una forte emergenza da affrontare.Ricordiamo le 600.000 famiglie di aventi diritto in attesa di unacasa popolare, i 300.000 provvedimenti di sfratto per morositàemessi negli ultimi 5 anni, i 3 milioni di famiglie hannoun'incidenza della spesa per la casa oltre il 40% del reddito.■ Gli affitti nei contratti registrati all'Agenzia delle entrate nel 2017...........…pag. 1

Da circa trent’anni l’Unione europea si occupa di politiche perle città. Se, all’inizio, negli anni ‘80 del secolo scorso, la politicaurbana dell’UE nasce come priorità della politica ambientale, nellanuova agenda urbana dell’UE, sono le “aree metropolitane” i motoridell’economia europea e i catalizzatori di creatività e innovazione,anche se ciò non significa che le stesse aree non rappresentinoancora i luoghi in cui sono più accentuati i fenomeni delladisoccupazione, della esclusione sociale e della povertà.■ il nuovo bando URBACT per 23 Action Planning Networks………..........pag. 2

L'Italia urbana è fatta da 120 Comuni capoluogo e 14 areemetropolitane. I 120 Comuni capoluogo coprono il 7% dellasuperficie nazionale e ospitano 31% della popolazione. Le 14 areemetropolitane coprono il 15% del territorio e ospitano il 35% dellapopolazione. Una fetta importante d'Italia in cui si concentranoalcuni dei principali problemi ambientali: consumo di suolo,inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico, qualitàdelle acque, rifiuti, effetti dei cambiamenti climatici.■ Il Piano del MiBAC “Cultura Futuro Urbano” …………...…….………....pag. 3

Periodico mensile a cura di Laura Mariani - Area Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

Febbraio 2 – Newsletter POLITICHE ABITATIVEFebbraio 2 – Newsletter POLITICHE ABITATIVE

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1 Notizie

Emergenza abitativa e politiche per la casa

misure nella Legge di Bilancio 2019

Nella Legge di Bilancio 2019non viene afrontatal'emergenza abitativa:600.000 famiglie in attesa di una casa popolare, 300.00 sfratti per morosità emessi negli ultimi 5 anni, 3 milioni di famiglie con incidenze insostenibili.

Una parziale risposta al disagioabitativo è stata nel tempo individuatanegli incentivi fiscali rivolti al canaleconcordato con canoni calmierati: la ce-dolare secca, per questa tipologia con-trattuale al 10%. Una misura che, tut-tavia, necessita di una stabilizzazioneper fornire certezza al mercato e diven-tare concreto strumento di politica abi-tativa. Al contrario, nella legge di Bilan-cio dello scorso anno, è stata prorogatadi soli due anni, scadendo, di conse-guenza, il 31 dicembre 2019.Le politiche abitative devono veder unmaggiore impegno dello Stato. La spe-sa sociale per la casa, tra le più bassed'Europa, deve diventare un capitolo dibilancio certo e continuativo così da po-ter finanziare edilizia popolare e, comegià proposto dalla CGIL, l'edilizia socia-le, rivolta a fasce deboli economica-mente per affrontare i valori di mercato. Di tali priorità, non c'è traccia.

Tuttavia, nella legge di Bilancio, fondivengono stanziati, secondo stime al-meno 200 milioni, per i proprietari dilocali commerciali, con la possibilità dioptare per l’applicazione della cedola-re secca al 21%.Infine, permanendo la mancanza di unincremento dell'offerta rapportata alladomanda reale, si rileva anchel'assenza di misure di sostegno ai red-diti della domanda non solvibile. Il fon-do di sostegno all'affitto previsto dallaLegge 431/98 indirizzato alle famigliecon redditi medio bassi e un'elevataincidenza del canone sul reddito, az-zerato dopo il 2015, ha visto solo 10milioni di euro finanziati dalla scorsalegge di Bilancio, per ciascuno deglianni 2019 e 2010. Permane il fondo,già stanziato, per la morosità incol-pevole, che dovrebbe essere accorpa-to al primo, consentendo interventi exante e non ex post.

Sicuramente non sarà il solo reddito dicittadinanza ad affrontare l'incompatibili-tà dei canoni per le famiglie in affitto conredditi bassi, prevedendo innanzitutto uncontributo di 280 euro per famiglia,indifferenziato sul territorio, che nontiene conto della variabilità di canoni tracittà metropolitane e piccoli centri.Inoltre la platea cui è destinato escludealtre fasce di vulnerabilità, considerateinvece nella definizione del Fondosociale per l'affitto, e cioè quelle famiglieche, pur collocandosi in fasce di redditosuperiori a quelle previste per il redditodi cittadinanza, ma comunque con limitidi reddito, hanno un''incidenza del cano-ne sul reddito stesso che supera la so-glia di sostenibilità.In nessun caso, quindi, il contributo so-ciale per l'affitto previsto dalla 431/98può essere interamente sostituito daquello previsto dal reddito di cittadinan-za, che esclude troppe vulnerabilità.

Gli affitti nei contratti registrati nel 2017. Comuni ATA (Alta Tensione Abitativa), Comuni non ATA e alcune città metropolitane.

Nel 2017 sono stati registratipresso l’Agenzia delle Entra-te, 1.373.091 unità a usoabitativo, oggetto di nuovocontratto di locazione.Nel mercato ordinario di lun-go periodo (55% delle abita-zioni locate), alla media di370,0 euro di canone mensilein comuni minori, corrispon-dono valori medi mensili paria 807,3 euro a Roma, 851,3a Milano, 786,1 a Firenze.Anche per il canale concor-dato si rilevano differenze: da422,4 euro/mese a Torino,fino a 708,0 a Firenze e808,4 a Roma.

Abitazioni locate nel 2017Mercato ordinario di lungo periodo Mercato a canone concordato

Sup. media in mq.

Canone/annoal mq.

Canone/mesein euro

Sup. media in mq.

Canone/annoal mq.

Canone/mesein euro

Media Italia 86,7 63,5 458,8 87,4 66,4 483,6Comuni ATA 82,5 76,6 526,6 Il canone concordato è applicabile solo

nei Comuni ad Alta Tensione AbitativaComuni non ATA 92,1 48,3 370,7

Roma 79,8 121,4 807,3 83,7 115,9 808,4Milano 69,4 147,2 851,3 76,4 91,1 580,0Napoli 78,1 74,9 487,5 93,1 79,1 613,7Torino 67,6 82,1 462,5 75,1 67,5 422,4Palermo 93,0 55,2 427,8 100,3 53,7 448,8Genova 79,0 89,2 587,2 82,5 69,1 475,1Bologna 71,2 108,2 642,0 80,4 87,0 582,9Firenze 79,6 118,5 786,1 86,6 98,1 708,0

(elaborazione CGIL dal Rapporto immobiliare 2018, Agenzia delle Entrate i collaborazione con ABI)I d

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2 Notizie

Finanziamenti europei per le città

programmi di cooperazione Interregionale

E’ da circa trent’anni che l’Unione europea si occupa di politiche per le città. Il motivo è semplice: il 75% della popolazione dell’UEvive nelle aree urbane e nelle aree urbane si produce circa il 70% del PIL europeo.

Se, all’inizio, negli anni ‘80 del secoloscorso, la politica urbana dell’UE nascee si sviluppa come una priorità della po-litica ambientale, poiché i centri urbanisono aree di degrado ambientale e neicentri urbani ci sono periferie industrialiin declino economico, questa imposta-zione cambia già all’inizio degli anni ‘90.Quando, nel 1992, a Rio de Janeiro, sitenne la Conferenza ONU su “Ambientee Sviluppo” (il primo Summit sulla Terra)e si iniziò a parlare di “sviluppo sosteni-bile”, la politica urbana europea si alli-neò e iniziò a parlare di “sviluppo urbanosostenibile”: da allora le città non signifi-cano più solo degrado ambientale edeconomico, ma luoghi in cui ci sono lecondizioni e le risorse per creare cresci-ta e occupazione.

Oggi, nell’agenda urbana dell’UE, sonole “aree metropolitane” i motori dell’eco-nomia europea e catalizzatori di creativi-tà e innovazione, anche se ciò non si-gnifica che le stesse aree non rappre-sentino i luoghi in cui sono più accentua-ti i fenomeni della disoccupazione, dellaesclusione sociale e della povertà.Cinque sfide accomunano le aree urba-ne: economiche, ambientali, climatiche,demografiche, sociali. Per affrontarle, laprogrammazione dei Fondi strutturali edi investimento europei ha destinato,fino al 2020, il 5% delle risorse delFondo Europeo di Sviluppo Regionale:in Italia, i programmi operativi, nazionalie regionali, hanno stanziato circa 21miliardi di euro per progetti nelle 14 cittàmetropolitane e nelle 105 città medie.

Nel programma di cooperazione interre-gionale Urbact sostiene lo scambio diesperienze tra centri urbani sull’indivi-duazione, trasferimento e diffusione dibuone prassi, in relazione allo sviluppourbano sostenibile, finanziando la crea-zione di tre tipologie di reti, finalizzatealla creazione di piani d’azione locali(Action Planning Network), all’implemen-tazione di strategie integrate urbane (Im-plementation Network) e al trasferimentodi buone pratiche (Transfer Network).Inoltre, l'iniziativa “Azioni innovative inambito urbano” finanzia progetti innova-tivi, anche di carattere infrastrutturale ededilizio, nei comuni europei, anche as-sociati, classificati come zone urbanedall’Eurostat con una popolazione di al-meno 50.000 abitanti,

E' stato pubblicato il nuovo bando URBACT per 23 Action Planning Networksreti finalizzate alla creazione di piani d’azione locale su temi di comuni interesse per un gruppo di 7-10 città.

Le Action Planning Networks sono reti transnazionali costituite da città checondividono problematiche comuni a livello urbano e che mirano aelaborare piani d’azione integrati al fine di superare le problematicheindividuate. Queste reti dovrebbero sostenere un processo organizzato discambio e apprendimento fra pari con l'obiettivo di migliorare le politichelocali attraverso un processo di pianificazione condiviso. Il bando punta a sostenere 23 reti di questo tipo e rappresenta l’ultima opportunità per partecipare a URBACT III.Capofila del Network - quindi proponente di progetto - deve essere una città. Il partenariato della rete deve esserecostituito da minimo 7 e massimo 10 città stabilite negli Stati membri Ue e nei Paesi partner. Esso può comprendere almassimo 2 non-city partner e deve includere un numero minimo di città di regioni meno sviluppate variabile (da 3 a 5città) a seconda della dimensione del partenariato. I progetti per Action Planning Networks avranno una duratamassima di 30 mesi, articolati in due fasi: una prima fase (6 mesi) dedicata allo sviluppo delle attività della rete e unaseconda fase (24 mesi) dedicata all’implementazione delle attività della rete. Il passaggio dalla fase 1 alla fase 2 non èautomatico. Ciascuna fase ha una propria procedura di valutazione e approvazione. Le reti approvate per la Fase 1dovranno comunque presentare una nuova proposta per il passaggio alla Fase 2.Il bando sosterrà la creazione di 23 reti. Il budget massimo ammissibile per una rete è pari a 750mila euro; per la fase1 il budget non può superare i 150mila euro. Per ciascuna rete selezionata la percentuale di cofinanziamento delFESR varia a seconda della localizzazione delle città partner: per le città provenienti da regioni più sviluppate è del70%, per le città provenienti da regioni meno sviluppate e in transizione è l’85%.La scadenza per la presentazione delle candidature per la fase 1 è il 17 aprile 2019, ore 15 .

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3 Notizie

Centri urbani e rigenerazione

gli aspetti legati alla crescita delle città

Bisogna ricercare negli esempi di rigenerazione,la chiave di lettura dei vari livelli di pianifcazione, dei nuovi modelli di sostenibilità economica, di come coinvolgere enti gestorimisti tra imprese e associazioni,di come coinvolgere le PA.

L'Italia urbana è fatta da 120 Comunicapoluogo e 14 aree metropolitane. I120 Comuni capoluogo coprono il 7%della superficie nazionale e ospitano31% della popolazione. Le 14 areemetropolitane coprono il 15% del terri-torio italiano e ospitano il 35% dellapopolazione. Una parte importante d'Italia in cui siconcentrano alcuni dei principali proble-mi ambientali: consumo di suolo, inqui-namento atmosferico, acustico e elettro-magnetico, qualità delle acque, rifiuti.

Nelle città tendono poi a farsi sentirein modo drammatico gli effetti deicambiamenti climatici quali frane,alluvioni, bombe d'acqua, siccità, conle loro conseguenze.La popolazione in Italia continua a di-minuire: fra il 2016 e il 2017 meno105.000 persone. Un dato che collocal'Italia in testa alle classifiche didenatalità, con conseguenze semprepiù gravi sulla struttura dei redditi,crescita, pensioni, costi dei servizisanitari, capacità di innovazione.

Un tema poco considerato ma cheprobabilmente rappresenta l'ostacolomaggiore alla ripresa economica.L’esigenza di riconsiderare in modonuovo gli aspetti legati alla crescitadelle città deve essere letta come unaopportunità per declinare il tema dellaqualità urbana nel modo più ampio edefficace possibile. In questo senso larigerazione urbana rapprenta la chiavedi lettura dei vari livelli legislativi dipianificazione e dei nuovi modelli disostenibilità economica.

Il MiBAC promuove la cultura come fattore abilitante dello sviluppo sostenibile finanziando un nuovo piano con 25 milioni di euro fono al 2021per la rigenerazione urbana di territori in difficoltà. Previsto il potenziamento delle attività culturali e ricreative.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha annunciato la partenza di “Cultura Futuro Urbano” il piano per rigenerareperiferie degradate, diversificando e potenziando le opportunità per accedere ad attività culturali e creative.In linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e quelli dell’Agenda Urbana europea, il MiBAC ha deciso dipromuovere la cultura come fattore abilitante dello sviluppo sostenibile. Per il piano sono stati stanziaticomplessivamente 25 milioni di euro fino al 2021 per: incrementare, innovare, migliorare, servizi e funzioni culturalinelle scuole e nelle biblioteche dei quartieri periferici, anche recuperando opere pubbliche rimaste incompiute.Il Piano, promosso dalla Direzione Generale Arte, Architettura contemporanee e Periferie urbane in collaborazione conle istituzioni interessate, sarà articolato su tre azioni strategiche: “scuola attiva la cultura”, “biblioteca casa diquartiere”, “completati per la cultura”.Su tutto il territorio nazionale saranno oltre 100 i progetti finanziati. Si comincianel prossimo mese di marzo con la pubblicazione di una serie di bandi rivolti ad Enti pubblici, privati e terzo settore perselezionare i progetti che si distinguono per originalità e qualità delle proposte culturali.

Programmi e i finanziamenti recentemente stanziati per il recupero delle periferie.Nel 2015 è stato lanciato il “Bando per le aree urbane degradate” da 200 milioni di euro, successivamente ridotti di circala metà, che ha coinvolto 219 Comuni. Con il “Bando Periferie” nel 2016 sono stati stanziati 500 milioni di euro, per progetti di riqualificazione in 24 città; nel2017 la somma è stata incrementata a 2,1 miliardi per finanziare tutti i 120 progetti presentati. Con il decreto Millepro-roghe è stata spostata al 2020 l’efficacia di 96 delle 120 convenzioni del Bando Periferie firmate dai sindaci con il Go -verno, bloccando di fatto i fondi destinati ai progetti vincitori. Dopo una lunga trattativa, con la richiesta di spiegazioniformali avanzata dai Comuni, e la rottura tra Anci e Governo, la Legge di Bilancio 2019 ha ripristinato le risorse.Nel 2016 è stato istituito il Fondo “Sport e Periferie” per la realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi localizzatinelle aree svantaggiate, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro. Grazie al Fondo vengono finanziati 183interventi. Nel 2018 il fondo “Sport e Periferie” viene reso strutturale con una dotazione di 10 milioni di euro annui apartire dal 2018. Il bando 2018 si è recentemente concluso e si attende la pubblicazione della graduatoria.Infine, il Ministero dei Beni Culturali e il Consiglio Nazionale Architetti hanno promosso due edizioni del concorsod’idee per progettisti under 35 per la riqualificazione di 10 aree periferiche degradate di Comuni italiani.

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4 Studi e ricerche

Il Sole 24Ore: Qualità della vita nelle città italianeCome ogni annol’indagine del Sole 24 Orescatta una fotografiadelle città italiane,scegliendo di inquadrarela questione della vivibilità urbanatramite 42 parametriper ciascuna delle 107 province.

I 42 parametri sono suddivisi in 6 macroaree tematiche: Ricchezza e consumi,Affari e lavoro, Ambiente e servizi,Giustizia e sicurezza, Demografia esocietà, Cultura e tempo libero riferitiall’ultimo anno appena trascorso.

LA CLASSIFICALa provincia più vivibile d’Italia è Milano.Svetta negli indicatori reddituali (primaper depositi in banca pro capite e consu-mi medi delle famiglie in beni durevoli),di lavoro (è al terzo posto per tasso dioccupazione tra i 15 e i 64 anni, il69,5%), per servizi, depositi in bancapro capite; per la cultura, con la spesamedia al botteghino. Vince l’iCityrate delForum Pa come migliore smart city: E’seconda per prezzo medio di venditadelle case, ma ultima per il costo mediodegli affitti. Tra i punti deboli la sicurezza(scippi, borseggi e rapine) e l’indice di li-tigiosità nei tribunali.

Nella top ten si confermano le provincedell’arco alpino: al secondo e terzo po-sto Bolzano, in risalita dalla quarta posi-zione del 2017, e Aosta, in discesa diuna posizione. Il Triveneto popola le pri-me trenta posizioni. Solo Venezia e Ro-vigo si piazzano poco dopo, rispettiva-mente al 34° e al 58° postoIn coda Vibo Valentia, penalizzata sugiustizia, servizi e variabili reddituali. Ul-tima per durata media dei processi ependenze ultra-triennali nei tribunali, re-gistra una delle più basse spese mediedegli enti locali per minori, disabili, an-ziani. In controtendenza i risultati sul tu-rismo, con una permanenza media nellestrutture ricettive tra le più lunghe e unmercato accessibile per l’affitto di case.Resta stabile Roma, al 21° posto (24°nel 2017). La ricchezza viene conferma-ta dal dato medio dei prezzi delle case, ilpiù elevato d’Italia, dalla maggiore pro-pensione ad investimenti rilevatadall’alta percentuale di impieghi sui de-positi. Pesano il numero dei protesti procapite, l’indice di litigiosità nei tribunali,le denunce per reati legati agli stupefa-centi.Tra le altre grandi città, più a sud spiccala risalita di Napoli che conquista 13 po-sizioni: nonostante continuino a peggio-rare le performance legate a Giustizia esicurezza e Affari e lavoro, la città fe-steggia il miglioramento sul fronte dellaricchezza e dei consumi, grazie ai prezzidi vendita delle case. Migliorano ancheVenezia, Torino, Catania, Bari, Bologna,in controtendenza solo Genova e Firen-ze che perdono otto e dieci posizioni.

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5 Studi e ricerche

Sogeea: Rapporto sulla rigenerazione urbanail potenziale indotto economico di una estesa e capillare campagna di interventi di rigenerazione urbana sul territorio italiano, che contribuiscono ad arrestare il consumo di suolo, ammonta a circa 328 miliardi di euro,tra valore delle opere da realizzare e oneri concessori da corrispondere alla pubblica amministrazione, quasi il 17% del Prodotto Interno lordo dello Stato.

A stimarlo è il Centro Studi Sogeea nel“Primo rapporto sulla rigenerazione ur-bana in Italia”, recentemente presenta-to, che contiene gli indicatori economicipiù importanti che i processi di rigene-razione possono attivare in termini dioneri per opere pubbliche, investimentied indotto, oltre alla valutazione dellevalorizzazioni innescate da un migliofunzionamento infrastrutturale e deiservizi. Lo studio pone attenzionesull’identità dei territori quale motoredelle trasformazioni e valore imprescin-dibile per attivare i cambiamenti dellacittà condivisi a tutti i livelli. Ne scaturisce uno spaccato rappresen-tativo delle criticità sociali, del valoreeconomico della rigenerazione urbanae delle proposte di evoluzione normati-va a livello nazionale (rispetto alle leggiregionali) per una migliore applicabilitàdella materia.Per determinare i valori economici, glianalisti hanno considerato "scopi eobiettivi" della rigenerazione urbana: sututti "il contenimento del consumo disuolo e l’intervento sul patrimonio edili-zio esistente in regime di trasformazio-ne, compresa demolizione e costruzio-ne con premialità di cubatura secondole prescrizioni di legge, recupero e ri-qualificazione di aree dismesse, di edi-fici abbandonati o inutilizzati, efficaceriutilizzo dei vuoti urbani". Si è cercato "di tenere conto il piùfedelmente possibile delle specificitàterritoriali e delle normative dellesingole realtà di cui si è stimata laportata degli interventi".

I NUMERI DELLA RIGENERAZIONE URBANA.Nel Rapporto si stima che “il potenzialeindotto economico di una estesa e ca-pillare campagna di rigenerazione ur-bana sul territorio italiano sia327.986.751.765 euro; somma delvalore delle opere da realizzare, pari a310.537.447.415 euro, e degli onericoncessori da corrispondere alla pub-blica amministrazione, quantificabili in17.449.304.350 euro. Lo studio chiari-sce ancora che il dato rappresentapoco meno del 17% del Prodotto Inter-no Lordo dello Stato. Il dettaglio relativo ai capoluoghi di pro-vincia consegna un quadro di potenzia-le indotto di assoluta rilevanza: in parti-colare a Roma (15,6 miliardi di euro),Milano (7,3 mld), Napoli (5,3 mld), Tori-no (4,8 mld), Palermo (3,7 mld), Geno-va (3,2 mld), Bologna e Firenze (2,1mld per ciascuna).

RIGENERAZIONE URBANA: UNA SCELTA OBBLIGATANel Rapporto, Sogeea evidenzia comesia di vitale importanza superare lepolitiche urbanistiche passate chehanno permesso alle città di svilupparsiverso l’esterno, creando periferie e fra-zioni prive di servizi primari e dei ne-cessari requisiti di sicurezza, che tutta-via non sono esterne alle città, ma fan-no parte delle città, e non devono esse-re considerate solo come criticità, “po-chi territori sono stati sfruttati, mano-messi e sfregiati come quello italiano innome di una cementificazione sregola-ta. Per questo quando parliamo di rige-nerare un fabbricato parliamo anche dirigenerare l'intero quartiere su cui insi-ste perchè, magari, quel fabbricatocontiene degli elementi funzionaliall'intera popolazione locale. Secondo Sogeea è necessario “un qua-dro normativo chiaro e uniforme per at-trarre investimenti privati, vitali per met-tere in piedi un ampio ventaglio di poli-tiche di riqualificazione in una fase didifficoltà per le casse pubbliche, ma èimprescindibile anche per evitare diincappare negli errori del passato”.

Sogeea sottolinea anche come "l'Italiaha città storiche che, in quanto tali, pur-troppo hanno avuto un'evoluzione con-tinua. Nei vari secoli le città storiche sisono aggregate, evolute e costruite inmaniera diversa a seconda di comel'evoluzione sociologica cresceva inquel momento storico. Questa è la no-stra criticità e per questo oggi abbiamoimmobili che anni e anni fa erano pre-ziosi ma ora sono invece totalmenteinutilizzati e quindi da rigenerare. Le grandi città, ma anche realtà abitati-ve di dimensioni assai più contenute,non hanno perseguito serie politiche diriqualificazione, ma hanno teso senzasosta a svilupparsi verso l’esterno,creando periferie e frazioni prive diservizi primari e dei necessari requisitidi sicurezza. Una prima inversione di tendenza perfortuna si intravede, anche se troppospesso si lascia mano libera agli entilocali, che in nome della rigenerazioneurbana si spingono a varare provvedi-menti e norme che, seppur nati con lemigliori intenzioni, rischiano di assume-re i connotati di condoni edilizi masche-rati o strumenti in mano a speculatori".Sogeea sottolinea quanto, sia i profes-sionisti e gli specialisti delle politicheurbanistiche, sia i cittadini siano sem-pre più attenti a questo tema, orientan-dosi a scegliere realtà abitative qualita-tivamente migliori.

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6 Studi e ricerche

Nomisma- Federcasa: Rigenerazione periferieL’attuale patrimonio di edilizia residenziale pubblica non è sufficiente a soddisfare le esigenze di chi vive in disagio e “lascia fuori” oltre 1 milione di nuclei familiari.

È quanto emerge dalla ricerca “Il ruolodell’ERP negli interventi di rigenerazio-ne delle periferie - Stato di fatto e pro-spettive future”, che Federcasa hacommissionato a Nomisma e che hapresentato a fine anno. Dallo studio si nota che, in Italia, sonopresenti oltre 900mila alloggi di proprie-tà pubblica, dei quali 700mila gestitidalle Azienda casa. Nell’insieme si trat-ta di una componente che rappresentail 4% dello stock abitativo complessivodel Paese, con punte che superano il10% a Napoli (11,2%) e Trieste(11,1%). Tale patrimonio dimostra oggila sua completa insufficienza, nel darerisposta ad una richiesta di case socialiin continuo aumento. Si stima infatti che siano 1,2 milioni inuclei familiari in affitto, al di fuori delsistema di edilizia residenziale pubbli-ca, che vivono in condizione di “disagioeconomico acuto” e necessitano, quin-di, di una casa popolare.

I QUARTIERI ERP NEI CONTESTI URBANILo studio ha permesso di mappare ilpatrimonio edilizio pubblico residenzia-le presente in alcune città italiane, dacui emerge che i quartieri di ERP, perdisegno e struttura, costituiscono unaparte rilevante e morfologicamente ri-conoscibile dei contesti urbani contem-poranei.Riconoscere l’importanza strategicadella risorsa ERP significa prendereatto che è terminata la stagione deigrandi interventi, che ci confrontiamocon una progressiva erosione di talestock abitativo, a fronte di una doman-da che si allarga a nuove tipologie diutenti e che la dotazione esistente ne-cessita di importanti interventi di riquali-ficazione edilizia.

Questo per far fronte alle criticità dalpunto di vista qualitativo, sia degli spaziprivati quanto di quelli comuni, e allecarenze prestazionali dal punto di vistaenergetico e sismico.I quartieri di edilizia pubblica, inoltre,sono stati perlopiù edificati in zone del-la città marginali, isolate, con scarsitàdi servizi e collegamenti, precarietà de-gli assetti infrastrutturali e ambientali.Oggi questi quartieri sono collocati inposizioni significative per accessibilitàe vicinanza a risorse paesaggistiche, aimportanti attrezzature urbane e danuovi luoghi centrali e attrattori di ser-vizi, commercio e leisure.Per questo motivo il tema della rigene-razione urbana, intesa come strategiavolta a contrastare processi di degradosociale ed economico, interessa inevi-tabilmente l’ERP.

L'ANALISI DI CASIAttraverso l’analisi di casi, raccolti conla collaborazione delle Aziende Casaterritoriali, è stato possibile identificarele ricorrenze in termini di fattori di suc-cesso, criticità e impatto sul territorio.

IMPATTO: ALCUNE CASISTICHE- La progettualità degli spazi pubblici hamigliorato la vivibilità e la socialità dellezone oggetto di intervento.- Il recupero del quartiere ERP ha ri-consegnato alla città una porzione diterritorio urbano centrale, prima abban-donato e ghettizzato. I servizi realizzatihanno conferito una nuova centralitànon solo a servizio degli abitanti delquartiere ma dell’intera città.- Oltre al Laboratorio di progettazionepartecipata sono stati avviati percorsi dicollaborazione con le diverse realtàpresenti nel territorio che hanno gene-rato un gruppo di lavoro stabile finaliz-zato alla gestione e alla progettazione/programmazione delle attività dianimazione e di cura del territorio,adottando una modalità di lavoropartecipata dagli abitanti del quartiere.- Dopo il primo investimento si sono in-sidiate nuove attività economiche.

- Si è successivamente risposto ad unadomanda di affitto a canone calmierato;si sono insediati servizi precedente-mente assenti nel quartiere ed alcuniprivati hanno scelto di investire ristrut-turando le proprie attività commerciali.- La funzione residenziale funge dapresidio dell’area, riqualificata per ac-cogliere un’attività commerciale.- L’intervento di edilizia convenzionatain un centro storico ha consentito a gio-vani coppie di “vivere” il centro della cit-tà (tipologia di residenti generalmenteesclusa dai centri per gli elevati costidell’abitare).- Il recupero di un immobile di valorestorico artistico ha fatto da volano perulteriori interventi da parte di privati edassociazioni, su immobili e locali di loroproprietà, in un’ottica di riqualificazionedell’area.

Secondo i commenti di Federcasa “Lostudio evidenzia la grande potenzialitàche hanno gli Enti gestori delle casepopolari, ovvero quella di ricoprire unruolo che non sia solo quello di gestireil patrimonio esistente, ma utilizzare ilbackground di esperienze, per farsi at-tori principali della rigenerazione urba-na complessiva. Una trasformazioneche in alcune città stiamo già toccandocon mano e la prossima sfida delleAziende Casa”.

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ll Congresso Nazionale della CGIL accogliendo l’ordine del giorno della Cgil Calabria e Flai si pronuncia sulle morti nella baraccopoli di San Ferdinando:c’è violazione dei diritti umani.

Le istituzioni nazionali e regionali dovranno darne conto alla Commissione Europea dei diritti umani a Strasburgo.Di seguito l’ordine del giorno approvato dal Congresso nazionale CGIL.Le istituzioni nazionali e regionali dovranno darne conto alla Commissione Europea dei diritti umani a Strasburgo.Lo sfruttamento del lavoro nel Paese, le condizioni di vita di migliaia di lavoratori migranti, braccianti impegnati nellediverse campagne in tutto il territorio nazionale, che vivono al limite dei diritti umani, con condizioni igienico-sanitarie inesistenti nelle diverse baraccopoli e tendopoli, impone assunzioni di responsabilità straordinarie perindividuare soluzioni dignitose che mettano in sicurezza la loro vita.Negli ultimi mesi, diversi sono stati gli incidenti e le morti nella baraccopoli di San Ferdinando. Le morti di BeckyMoses, Sumaila Sacko, Suruwa Jaiteh, non possono essere derubricate a un fatto accidentale. Ci sono preciseresponsabilità politiche dei Governi nazionali e regionali che si sono succeduti che, dopo i fatti di Rosarno del 2010,nulla hanno fatto o continuano a fare, per superare le baraccopoli della vergogna in tutto il Paese.Le politiche sull’immigrazione devono essere integrate con una battaglia contro il caporalato, contro le mafie, controlo sfruttamento del lavoro e per il lavoro dignitoso, con progetti di accoglienza diffusa, con l’utilizzo di immobiliconfiscati ed edilizia pubblica, ma nel frattempo occorre individuare subito, soluzioni immediate per mettere insicurezza la vita dei lavoratori, con strumenti e moduli abitativi sicuri e dignitosi.Per queste ragioni, il Congresso nazionale della Cgil, impegna le proprie strutture a denunciare nelle sedicompetenti e fino alla Corte Europea di Strasburgo, le responsabilità istituzionali per le morti richiamate e per lasistematica violazione dei diritti umani ai sensi della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.Il Congresso nazionale della Cgil sostiene inoltre la candidatura di Riace a premio Nobel per la Pace.teria ditrasporto pubblico dei lavoratori, accoglienza abitativa, messa a disposizione di un Mediatore Culturale.

La Funzione Pubblica Cgil Reggio Calabria – Locri, dopo aver più volte denunciato le condizioni inaccettabili della baraccopoli di San Ferdinando, pone l’accento su un altro gravissimo episodio

Questo provocherà, se ancora possibile, un ulteriore arretramento in relazione alle condizioni di sicurezza. Di seguito la dichiarazione della FP CGIL RC-Locri.A partire dal gennaio 2018 presso la tendopoli è stato istituito un presidio-vigilanza antincendio, con la dislocazionein loco di una squadra composta da 5 elementi VVF ed una APS, che garantiscono 24 ore al giorno, 365 giornil’anno, la sicurezza dei migranti e degli addetti ai lavori. L’ultimo intervento, datato notte tra il 31.12.2018 e l’1.01.2019, che ha visto la distruzione per incendio di almeno una decina di baracche con relative suppellettilicontenute, ha consentito di circoscrivere l’incendio stesso ed evitare che anche questa volta ci “scappasse” ilmorto, il tutto con notevole rischio personale dei Vigili del Fuoco intervenuti, perché con le condizioni attualidell’accampamento il rischio risulta essere elevato anche per gli operatori del soccorso. Tale presidio è stato sinorarealizzato con il carattere della volontarietà della partecipazione del personale VVF del Comando di ReggioCalabria e con il pagamento per straordinario da parte del Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Apprendiamo con perplessità che con una nota ufficiale del Capo del Corpo VVF del Dicembre 2018 si stabilisceche non è più possibile mantenere il presidio in oggetto a carico esclusivamente del C.N.VV.F., stantel’indisponibilità delle risorse, e viene data delega al Direttore Regionale di assumere tutte le iniziative utili ad unadefinizione positiva. Al momento non vi è alcun accordo istituzionale per la risoluzione della problematica checonsenta il mantenimento del presidio. Nelle scorse settimane alla presenza delle OO.SS., più volte, tramite l’operadi mediazione della Prefettura di Reggio Calabria, si è cercata una soluzione alla quale, ancora oggi, non si èaddivenuti. Ciò comporterà, molto probabilmente, la sospensione del presidio antincendio presso la baraccopoli diSan Ferdinando a partire dal 1 Febbraio o la sua rimodulazione secondo criteri tutti da verificare. Inutile ribadire che ciò comporterebbe un inammissibile aggravio di rischio e limitazione di sicurezza all’interno di unaccampamento già di per sé in condizioni disastrose. La FP CGIL Reggio Calabria – Locri chiede a voce alta chesia garantita presso la “baraccopoli” di San Ferdinando la presenza del presidio dei vigili del fuoco, “professionistidel soccorso”, con le medesime modalità attualmente adottate, in quanto risultano le più confacenti alla tipologia diservizio espletato, demandando a chi di competenza il reperimento delle risorse necessarie in tempi celeri, al fine discongiurare l’interruzione del servizio".

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Regione Puglia non investe nell’edilizia pubblica e non ha un Piano Regionale casa. La Regione promuova gli Stati generali sulle politiche abitative attraverso la 2° conferenza regionale sulla casa

Per illustrare le proposte in merito alla emergenza abitativa, agli investimenti possibili per l’incremento e l’urgentemessa in sicurezza del patrimonio pubblico il SUNIA ha organizzato una conferenza stampa il 21 gennaio.In Puglia vi sono oltre 60.000 alloggi di edilizia pubblica gestiti dalle ARCA Puglia (ex IACP riformati) inoltre vi sonooltre 10.000 alloggi di edilizia pubblica di proprietà dei comuni. Le Agenzie Regionali per la Casa e l’Abitare (exIACP) amministrano il patrimonio secondo la sensibilità dell’amministratore o del dirigente e spesso non tengonoconto della funzione sociale che devono svolgere che devono svolgere come previsto dalle leggi regionali.La Regione, con il proprio bilancio, non investe nella messa in sicurezza del patrimonio che necessità di interventistrutturali, di efficientamento energetico e di inclusione sociale. Occorre ricordare che il 60% del patrimonio è statorealizzato prima degli anni ‘80 e il 70% degli inquilini è composto da pensionati.Nel corso della conferenza sono stati anche illustrati i dati degli sfratti in Puglia.

Provvedimenti di sfratto Regione Puglia 2016 - 20172016 2017

Finitalocazione Morosità Totale

Richieste diesecuzione Eseguiti

Finitalocazione Morosità Totale

Richieste diesecuzione Eseguiti

Bari np np np 1292 651 642 1460 2102 2174 509

Brindisi 39 214 253 676 86 16 191 207 590 91

Fogglia 46 557 603 1033 287 46 562 608 933 267

Lecce 43 315 358 2081 388 26 312 338 1809 346

Taranto 67 799 866 0 0 15 606 621 1104 242

BAT 81 712 793 1319 232 75 770 845 998 439

Puglia 276 2597 2873 6401 1644 820 3901 4761 7608 1894

Le proposte del SUNIA. Il Sunia ritiene opportuno e doveroso che la Regione promuova una convocaziomne degliStati Generali sulle Politiche Abitative attraverso la 2 Conferenza Regionale sulla Casa, coinvolgendo i sindaci, lecentrali cooperative, i sindacati degli inquilini e dei lavoratori, gli amministratori dei 5 ARCA regionali, i dirigenti disettore comunali. Un percorso condiviso e partecipato per redigere un bilancio di ciò che è stato fatto: le esperienzefattive che ci testimonia il territorio, lo stato attuale di bisogno del territorio, nonché sulla gestione dei 5 ARCA regionalia seguito dell’adozione delle leggi regionali n. 22 e n. 10 del 2014, i punti di forza e criticità.Il Sunia ritiene opportuno e doveroso sollecitare il governo regionale su tali argomenti mettendo all’ordine del giorno:• la parzile modifica della legge regionale n. 10/2014 che presenta punti di debolezza nella sua prima pratica cui il

SUNIA ha le sue osservazioni;• rilanciale l’housing sociale per sostenere il ceto medio;• rendere realizzabili le Agenzie Comunali per la Casa previste dalla legge regionale n. 22/2014;• costituire gli uffici Casa nella pianta organica comunale con adeguato personale e corsi di formazione per gli stessi;• inserire nei Piani Sociali di Zona fondi adeguati per affrontare il disagio abitatico: istituzione di fondo sociale a

sostegno dell’affitto anche per gli assegnatari di alloggi ERP dove cresce sempre più la morosità per canoni dilocazione con famiglie a reddito zero; sostegno a persone o famiglie senza fissa dimora;

• destinare fondi ai 5 ARCA per l’abbattimento delle barriere architettoniche: il patrimonio pubblico si presenta conun congruo agglomerato di immobili vecchi che necessitano di impianti di ascensore o servo scala;

• adoottare una nova normativa per limitare il consumo di suolo sostenendo il recupero del patrimonio edilizioesistente prima del rilascio di nuove concessioni edificatorie;

• cambiare la destinazione d’uso e riqualificare a fini abitativi aree, per destinarle anche ad interventi in emergenzaper senzatettu, migranti, richiedenti asilo;mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pubblico e privato per preservarlo dagli eventi sismici e/o idrogeologici;

• promuovere nella conferenza Stato/Regioni, con le altre Regioni, una battaglia giusta per far si che gli IACP/ARCAnon siano più sottoposti ad una tassazione irragionevole vista la loro finalità sociale con risorse sottratte allaprogrammazione (nuova cotruzione e manutenzione);

• verificare l’attuazione del “Piano Casa regionale”, dei PIRP e PRUACS;• verificare la gesione degli amministratori unici: un bilancio sull’attività posta in essere;• adottare una normativa regionale innovativa in campo edilizio che avvii un percorso ambizioso, già in atto in alti

Paesi europei, che possiamo definire “rigenerazione urbana e affitto sostenibile”;• reffettuare una icognizione fondi ex Gescal disponibili;• destinare l’1% del bilancio regionale alle politiche abitative nel suo complesso.

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Lazio: progetto di riqualificazione polo urbanistico del CorvialeE’ partito ufficialmente il 21 gennaio, il progetto di riqualificazionedel polo del Corviale. I progetti, banditi e coordinati da Ater Romae per i quali è previsto un investimento di 22,7 milioni di euro, ri-guardano due principali interventi: la ristrutturazione del quarto pia-no della struttura, che dovrebbe essere completata entro i prossimi5 anni e la rigenerazione urbana con l'obiettivo di migliorare acces-sibilità, vivibilità e sicurezza di percorsi e spazi comuni.Il nuovo progetto prevede l'abbattimento dell'esistente e la ricostru-zione di 103 nuovi appartamenti. I lavori sono ripartiti in 10 fasi perla durata di 5 anni. Si partirà con la ristrutturazione di 9 apparta-menti che verranno consegnati in 6 mesi. Il costo è di 10,5 milionidi euro (9 milioni messi a disposizione dalla Regione Lazio e 1,5milioni dal Mit), cui si aggiungono oltre 500 mila euro per ilconcorso di progettazione che la Regione Lazio ha bandito e finan-ziato nel 2015. In tutto saranno spesi 11 milioni di euro. L'altro progetto, complementare, ha come obiettivo quello di modifi-care le aree comuni dell’edificio per ottenere migliore qualità deglispazi pubblici, vivibilità e sicurezza all'interno dell'edificio. Simodificheranno gli ingressi dal piano strada, portandoli dagli attuali5 a 27, verranno creati una nuova piazza e spazi pubblici, sarannorisistemati locali, destinandoli a laboratori artigiani e atelier artistici,e saranno riqualificati gli spazi verdi. Il progetto è interamentefinanziato dalla Regione Lazio con 11,7 milioni di euro. L'interventoentrerà nella sua fase operativa entro il 2019.Finiti i lavori le nuove case saranno restituite a coloro che avranno ititoli necessari. Come spiegato dal direttore generale Ater Roma“per gli occupanti senza titolo bisogna fare una distinzione fra colo-ro che non hanno i requisiti per stare in una casa Erp e quelli chehanno i requisiti ma sono senza titolo e in forza di una legge regio-nale, la 9 del 2017, è permesso il loro trasferimento per esigenze dicantiere. Questa categoria non avrà i nuovi alloggi al Corviale.

Lombardia: Audizione sul regolamento degli accessi alle case popolari.Il 31 gennaio si è svolta l’audizione delle Organizzazioni Sindacali Regionali Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat, UnioneInquilini, Conia, da parte della V Commissione del Consiglio Regionale, sul nuovo regolamento per gli accessi e leassegnazioni, che nelle prossime settimane verrà discusso in Giunta Regionale per l’approvazione definitiva. I Sindacati hanno ribadito il loro giudizio fortemente negativo , in particolare gli aspetti più controversi e fra questi:– il trattamento discriminatorio dei nuclei indigenti, che contravviene le finalità dell’edilizia residenziale pubblica:limitando al 20% le assegnazioni a questa categoria; richiedendo una attestazione preventiva di indigenza perpresentare la domanda; rendendo impossibile la presentazione della domanda fuori dal Comune di residenza;– una modalità di presentazione della domanda assolutamente complessa, attraverso una piattaforma informatica, cherichiede una capacità tecnica poco diffusa tra le persone in condizione di disagio abitativo;– l’impossibilità da parte dei Comuni di gestire l’emergenza abitativa, in particolare gli sfratti eseguiti o in esecuzione;– un sistema dei punteggi totalmente squilibrato, che privilegia le condizioni soggettive (esempio la durata dellaresidenza in Regione e nel Comune incide per quasi il 40% del punteggio), anziché le condizioni oggettive di bisogno.– la complicazione della gestione amministrativa interna agli Enti Gestori, come Aler, su alcuni aspetti(subentro,ampliamento del nucleo,……) con gravi ricadute sulle procedure e su mi migliaia di assegnatari.Inoltre, le sue evidenti contraddizioni logiche e amministrative, nonché l’impostazione fortemente discriminatoria diquesto regolamento genererà un elevato contenzioso nei diversi ambiti giurisdizionali (amministrativo, civile ecostituzionale). Peraltro, il nuovo regolamento dovrà tenere conto dell’impatto che avrà l’introduzione del reddito dicittadinanza. Anche, e non solo, per questo sarebbe necessaria una sospensione dell’entrata in vigore delregolamento o, almeno, un periodo lungo di sperimentazione al fine di valutare gli effetti e le ricadute delle nuovenorme sulle famiglie.Del resto questo regolamento discende direttamente da una normativa, la legge regionale16/2016, iniqua nel suo impianto, sbagliata negli obiettivi, inefficacie a risolvere il problema dell’offerta, e che va nelladirezione opposta alla necessità di gestione della domanda abitativa e sociale. Una legge che, pertanto, necessita diuna riflessione approfondita da parte del Consiglio Regionale e di un cambiamento radicale. Durante l’iter di approvazione, i Sindacati organizzeranno iniziative di informazione e mobilitazione, coinvolgendo, oltrealle famiglie, anche ai Comuni.

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Sardegna: progetto reddito energetico di Porto Torres e del GseIl Comune di Porto Torres ha inaugurato il 12 gennaio il primoprogetto di reddito energetico in Italia, sviluppato insieme al Gse, ilGestore dei servizi energetici. Il progetto si basa su un fondorotativo pubblico, che serve per finanziare l’installazione di impiantifotovoltaici domestici (<20 kW di potenza). sulle case dei cittadini,a partire da quelli con redditi più bassi ma destinato a tutti,gratuitamente. Le procedure prevedono l'assegnazione degliimpianti tramite un affidamento pubblico. Il primo bando si è chiusonel 2017: oltre all'affidamento dell'appalto è stata redatta lagraduatoria di famiglie e privati che hanno partecipato al bando.L’impianto produce energia che viene usata dalla famiglia, consentendo risparmi sulla bolletta. Le stime valutano unrisparmio medio a famiglia di circa 150-200 euro sulla bolletta elettrica, abbastanza da convincere il Comune adampliare ulteriormente il progetto. Il fondo rotativo, infatti, si autoalimenterà con la vendita dei surplus di produzioneper raggiungere nel futuro un numero maggiore di cittadini. Il pannello fotovoltaico produce energia anche quandoquesta non viene utilizzata. Tutta l’energia in più viene ceduta alla rete. Il surplus andrà ad alimentare il fondo che, asua volta, servirà ad acquistare nuovi impianti. L'obiettivo è creare un circolo virtuoso per far aumentare il numero di"tetti" fotovoltaici, crescere la sensibilità ambientale, ridurre spese per le bollette, diffondere la cultura delle rinnovabili.

Sicilia: Cgil e Sunia, assemblea su disagio abitativoNumeri preoccupanti e risposte «insufficienti e inadeguate» da parte della Pubblica Amministrazione. Così il segretariodel Sunia Palermo Zaher Darwish ha sintentizzato l'emergenza abitativa a Palermo, nel corso dell'assemblea cittadinadel 7 gennaio, evidenziando come il tema del disagio abitativo sempre più assuma caratteri emergenziali, sommandosialla questione del lavoro. I numeri delle persone che vivono questo tipi di disagio sono in crescita: le persone iscritte nellagraduatoria dell'emergenza abitativa sono passate da 800 prima della crisi a 2000; i senza tetto da 100 a 400.Per questo motivo, secondo il Sunia, “bisognerebbe ripensare meglio le soluzioni che devono essere offerte non soloda parte delle P.A., ma da parte di tutti i soggetti coinvolti. i temi della casa devono coniugarsi con i temi del lavoro. IFondi comunali, regionali, ed europei devono essere messi tutti insieme così come tutti i proventi dalla vendita edell'affitto di immobili comunali e devono concorrere a dare una risposta al tema del disagio abitativo”. Inoltre arriva dalSunia la richiesta di intervento dell'amministrazione comunale affinché metta a disposizione dei luoghi pubbliciinutilizzati come l'edificio degli ex Monopoli di Stato o l'ospedale militare, con gli adeguamenti opportuni.Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo, ha spiegato come “a Palermo si viva una condizione di crisi del lavoroche non si è mai risolta. Sono stati presi degli impegni che non si sono trasformati in atti concreti. Una città che puòpermettersi di usufruire delle iniziative culturali, ma è un mondo che sempre più si restringe. In questo contestorischiamo di non essere credibili. Basta il primo che parla alla pancia, che punta sulle paure delle persone, perschizzare nel consenso».Nel corso dell'assemblea è stata annunciata l'istituzione di un premio alla memoria Aid Abdellah (Aldo ndr), l'ottavavittima tra i clochard a Palermo, il 56enne di origini francesi ucciso sotto i portici di piazzale Ungheria. La borsa distudio sarà rivolta a giovani artisti. La giuria che lo assegnerà sarà composta da personaggi del mondo della cultura edell'arte, padrini di questo premio. Un riconoscimento che servirà “non solo per tenere viva la sua memoria ma è unimpegno che ci assumiamo nei confronti della città costante nel tempo, per trovare soluzioni a esigenze pressanti”.

Toscana: campagna di ascolto SUNIA inquilini case popolariCon gli abitanti della ex circoscrizione 4 di Livorno è iniziata la campagna d’ascolto del Sunia rivolta agli inquilini dellecase popolari. L’incontro è stato organizzato con lo Spi-Cgil Lega 4, una presenza riconosciuta nei quartieri.Patrizia Villa, segretaria provinciale Sunia, ha dichiarato: “Vogliamo essereancora più vicini ai cittadini delle case popolari per capire meglio i loroproblemi e collocarli con precisione. Essere più efficaci nella difesa delleloro rivendicazioni. Dobbiamo portare ai tavoli dove si discuteranno lenuove regole scaturite dalla legge la voce di chi ogni giorno vive neglialloggi pubblici. A causa della mancanza di lavoro o dei salari bassi laquestione dell’abitare è diventata un vero e proprio problema esistenziale:progettarsi un futuro è diventato sempre più difficile”.Aldo Del Conte, segretario Spi-Cgil Lega 4 Livorno, ha spiegato: “Questa èla prima uscita che facciamo; prossimamente organizzeremo un incontrosimile nei quartieri nord della città. Altre iniziative verranno poi organizzateanche nel resto della provincia”. Importante informare gli abitanti deglialloggi Erp sui cambiamenti in atto”.

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Fonti e utilizzate per questo numero:Associazione Bancaria Italiana, Adnkronos, Agenzia delle Entrate, ANSA, Federcasa, Huffington Post Italia, Il Sole24 Ore, ISTAT, SOGEEA.

Siti internet: casa e clima, edilizia e urbanistica, edilizia e territorio, Governo, Regioni.

Contributi di:FLAI CGIL, Funzione Pubblica CGIL, SUNIA.

Febbraio 2019 - 2 - Newsletter - POLITICHE ABITATIVEPeriodico mensile di informazione e approfondimento Area delle Politiche per lo Sviluppo - CGIL nazionale

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