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Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale Centro competenze tributarie Novità fiscali L’attualità del diritto tributario svizzero e internazionale www.novitafiscali.supsi.ch Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018 Diritto tributario svizzero La Riforma cantonale fiscale e sociale 3 Lino Ramelli Incentivi fiscali all'innovazione 7 Samuele Vorpe Politica fiscale Un patto tra Stato, cittadini e aziende 8 Michele Foletti Una riforma vitale per un Ticino competitivo 9 Alessandra Gianella Sì ad una riforma equilibrata 10 Marco Passalia Una riforma fiscale inutile e dannosa 11 Fabrizio Sirica Riforma necessaria ed urgente per le famiglie ticinesi 13 Raoul Ghisletta Sgravi fiscali e referendum popolare 14 Paolo Pamini Fiscalità: Questa non è una “Riforma” 15 Usman Baig Riforma fiscale, il grande imbroglio! 16 Matteo Pronzini La giustizia fiscale messa al bando 17 Massimiliano Ay La fiscalità come processo di generazione di ricchezza 18 Franco Marinotti

Novità fiscali - SUPSI...Allo scopo, appunto, di prevenire una fuga di contribuenti particolarmente interessanti per il Cantone, la riforma fiscale e sociale prevede di ridurre l’aliquota

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  • Scuola universitaria professionale della Svizzera italianaDipartimento economia aziendale, sanità e socialeCentro competenze tributarie

    Novità fiscaliL’attualità del diritto tributario svizzero e internazionale

    www.novitafiscali.supsi.ch

    Edizione speciale: votazione cantonale

    del 29 aprile 2018

    Diritto tributario svizzero La Riforma cantonale fiscale e sociale 3Lino Ramelli

    Incentivi fiscali all'innovazione 7Samuele Vorpe

    Politica fiscaleUn patto tra Stato, cittadini e aziende 8Michele Foletti

    Una riforma vitale per un Ticino competitivo 9Alessandra Gianella

    Sì ad una riforma equilibrata 10Marco Passalia

    Una riforma fiscale inutile e dannosa 11Fabrizio Sirica

    Riforma necessaria ed urgente per le famiglie ticinesi 13Raoul Ghisletta

    Sgravi fiscali e referendum popolare 14Paolo Pamini

    Fiscalità: Questa non è una “Riforma” 15Usman Baig

    Riforma fiscale, il grande imbroglio! 16Matteo Pronzini

    La giustizia fiscale messa al bando 17Massimiliano Ay

    La fiscalità come processo di generazione di ricchezza 18Franco Marinotti

  • 2 Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

    Il Popolo ticinese sarà chiamato a votare il prossimo 29 aprile la riforma fiscale approvata dal Gran Consi-glio il 12 dicembre scorso. I referendisti hanno, infatti, raccolto in tempo utile le necessarie firme affinché sia il Popolo a decidere sulle sorti della riforma. Alcune misure, a dire il vero, sono già entrate in vigore il 1° gennaio di quest’anno: si tratta, in particolare, dell’ag-gravio fiscale sui dividendi percepiti dagli azionisti. Tuttavia, come osservato dal Gran Consiglio, anche queste disposizioni sono direttamente legate a quelle oggetto della votazione. Ne consegue che, qualora il Popolo dovesse respingere il pacchetto fiscale, il Gran Consiglio dovrebbe abrogare le disposizioni già in vigore. Stesso dicasi per il pacchetto sociale, pure approvato in data 12 dicembre 2017, la cui entrata in vigore verrà decisa dal Consiglio di Stato. Anche qui, in caso di una bocciatura popolare del pacchetto fiscale, l’esecutivo non ne determinerà l’entrata in vigore, come da accordi presi con il Gran Consiglio. Il presente numero di NF costituisce un’edizione speciale dedi-cata integralmente alla votazione popolare, con lo scopo di presentare i diversi punti di vista dei principali attori politici e dei referendisti che hanno discusso le misure sociali e fiscali e sulle quali saremo appunto chiamati a votare. Dopo una presentazione da parte del Direttore della Divisione delle contribuzioni, Lino Ramelli, sulle principali misure fiscali varate dal Parla-mento, che hanno lo scopo di spostare il Ticino dagli ultimi posti della concorrenza fiscale tra i Cantoni ad una posizione di metà classifica per quanto attiene le imposte patrimoniali, e un contributo del sottoscritto sulle misure fiscali in favore dell'innovazione, questo numero speciale di NF da poi voce ai singoli partiti, senza distinzione tra destra e sinistra, in uno spirito di indipendenza politica che, da sempre, contraddistin-gue la rivista.Buona lettura!

    Samuele Vorpe

    RedazioneSUPSICentro di competenzetributarieStabile SuglioVia Cantonale 186928 MannoT +41 58 666 61 75F +41 58 666 61 [email protected]

    ISSN 2235-4565 (Print)ISSN 2235-4573 (Online)

    Redattore responsabileSamuele Vorpe

    Comitato redazionaleFlavio AmadòElisa AntoniniPaolo ArginelliSacha CattelanRocco FilippiniRoberto FranzèSimona GeniniMarco GreggiGiordano MacchiGiovanni MoloAndrea PedroliSabina RigozziNicola SartoriCurzio ToffoliSamuele Vorpe

    Impaginazione e layoutLaboratorio cultura visiva

    IntroduzioneNovità fiscaliEdizione speciale

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    Diritto tributario svizzero

    Lino RamelliDirettore della Divisione delle contribuzioni del Cantone Ticino

    La Riforma cantonale fiscale e sociale interviene in modo mirato ed equilibrato nell’interesse di varie componenti della società: contribuenti, famiglie, mondo del lavoro. Le misure fiscali proposte costituiscono una prima tappa di un percorso di rinnovamento del sistema tributario cantonale, necessario per migliorare la competitività del Ticino nel raffronto intercantonale

    La Riforma cantonale fiscale e sociale

    presentando una serie di proposte[1] volte a correggere gli aspetti più critici dell’ordinamento tributario. Nella specie, si tratta di quelli che non saranno necessariamente oggetto delle misure che il Consiglio federale e il Parlamento nazionale dovranno comunque prendere nei prossimi mesi a seguito dell’ormai inevitabile abolizione degli statuti fiscali privilegiati per le società holding, di amministrazione e ausiliarie.

    Il Governo cantonale ha, poi, presentato nel mese di settembre 2017 un messaggio equilibrato denominato “Progetto fiscale e sociale” che considera non solo gli aspetti fiscali, ma mira anche a rafforzare la politica di sostegno alle famiglie. Approvato con una confortevole maggioranza dal Gran Consiglio nel corso delle sedute del 7 novembre e del 12 dicembre scorso, contro alcune misure fiscali è stato promosso un referendum sul quale il Popolo sarà chiamato ad esprimersi il prossimo 29 aprile.

    Il presente articolo, che si rifà ampiamente alla documenta-zione elaborata a supporto del predetto Messaggio[2], vuole riassumere in modo semplice ed accessibile le proposte di natura fiscale, che possono essere distinte in quattro temi:

    ◆ la riduzione dell’onere fiscale sulla sostanza delle persone fisiche;

    ◆ la riduzione dell’onere fiscale sul capitale delle persone giuridiche;

    ◆ gli incentivi a favore dell’investimento nelle aziende inno-vative “start-up”;

    ◆ le misure di compensazione finanziaria.

    [1] In questo contesto, va citata anche la pubblicazione da parte della Divi-sione delle contribuzioni della Circolare n. 29/2017, Passaggio da tassazione quale società Holding, di Amministrazione o Ausiliaria a tassazione ordinaria, Bellinzona, maggio 2017, in: https://www4.ti.ch/fileadmin/DFE/DC/DOC-CIRC/circ_2017_01.pdf (consultato il 12.03.2018).[2] Si veda il Messaggio del Consiglio di Stato n. 7417, del 15 settembre 2017, Riforma cantonale fiscale e sociale, in: https://m4.ti.ch/poteri/gc/messaggi-e-atti/ricerca/risultati/dettaglio/?user_gcparlamento_pi8%5Battid%5D=94693 (consultato il 12.03.2018).

    I. Introduzione .......................................................................... 3II. La riduzione dell’onere fiscale sulla sostanza delle persone fisiche ............................................................... 4A. La riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sulla sostanza .................................................................4B. Introduzione del freno all’imposta sulla sostanza ...............4III. La riduzione dell’onere fiscale sul capitale delle persone giuridiche ......................................................... 4A. Introduzione del computo parziale dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale ....................................................5B. Introduzione della riduzione per partecipazione ai fini dell’imposta sul capitale ..........................................................5C. La riduzione dell’aliquota ordinaria sull’utile per gli investimenti collettivi in capitale con possesso fondiario diretto ......................................................................................5IV. Le misure riguardanti le start-up ................................... 5A. La riduzione dell’aliquota dell’imposta sul capitale dellesocietà di capitali o cooperative innovative (start-up) ...........5B. L’esenzione dall’imposta di donazione per le società dicapitali o cooperative innovative (start-up) ................................6C. La defiscalizzazione degli investimenti effettuatida persone fisiche nelle società di capitali ocooperative innovative (start-up) ....................................................6V. Le misure di compensazione finanziaria ........................ 6VI. Conclusioni ......................................................................... 6

    I. IntroduzioneGià all’indomani della bocciatura da parte del Popolo svizzero della Riforma III dell’imposizione delle imprese e forte del risultato a livello cantonale, il Dipartimento delle finanze e dell’economia del Cantone Ticino (DFE) si è attivato allo scopo di rispondere alle preoccupazioni del mondo economico

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

    https://www4.ti.ch/fileadmin/DFE/DC/DOC-CIRC/circ_2017_01.pdfhttps://www4.ti.ch/fileadmin/DFE/DC/DOC-CIRC/circ_2017_01.pdfhttps://m4.ti.ch/poteri/gc/messaggi-e-atti/ricerca/risultati/dettaglio/?user_gcparlamento_pi8%5Battid%5D=94693https://m4.ti.ch/poteri/gc/messaggi-e-atti/ricerca/risultati/dettaglio/?user_gcparlamento_pi8%5Battid%5D=94693

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    Diritto tributario svizzero

    A differenza di altri Cantoni (quali Argovia, Basilea-Città, Berna, Ginevra, Lucerna, Vallese e Vaud), la legislazione tri-butaria ticinese non contempla alcuna norma finalizzata ad evitare che il patrimonio di un contribuente venga decurtato dall’imposta sulla sostanza. Per evitare tali effetti distorsivi, la riforma propone d’introdurre anche in Ticino il cd. “freno” all’imposta sulla sostanza. La soluzione ipotizzata rappre-senta una sintesi dei modelli in vigore nei Cantoni Argovia e Ginevra e prevede che, su richiesta del contribuente, il cumulo dell’imposta cantonale e comunale sulla sostanza e sul reddito sia ridotto al 60% del reddito imponibile complessivo, ritenuta una redditività minima della sostanza pari, almeno, all’1% della sostanza netta del contribuente. In caso di rendimento insufficiente della sostanza, la differenza tra il provento netto effettivo e il suo rendimento minimo deve essere aggiunta al reddito imponibile. Questo importo rappresenta la base di riferimento per stabilire il 60% del reddito imponibile com-plessivo del contribuente.

    Tenuto conto di quanto precede, possono, quindi, presentarsi i seguenti tre scenari:

    Tabella 1: Possibili scenari con l’introduzione del “freno” all’imposta sulla sostanza

    III. La riduzione dell’onere fiscale sul capitale delle per-sone giuridicheAttualmente tutte le società sono obbligate a corrispondere un’imposta cantonale sul capitale dell’1,5‰, alla quale deve essere aggiunta la relativa imposta comunale. Il capitale imponibile è composto dal capitale sociale liberato, l’aggio, gli apporti dei soci, le riserve palesi e quelle latenti costituite tramite utili imposti. A questo principio fanno eccezione unicamente le società che beneficiano di una tassazione privilegiata. Quest’ultime pagano, sul capitale imponibile determinato come in precedenza, un’imposta cantonale spe-ciale dello 0,15‰, ritenuta un’imposta minima di 500 franchi, a cui si deve aggiungere la relativa imposta comunale.

    II. La riduzione dell’onere fiscale sulla sostanza delle per-sone fisicheA. La riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sulla sostanzaL’1% delle persone più facoltose generano in Ticino il 57,5% del gettito cantonale dell’imposta sulla sostanza, ossia circa 60 milioni di franchi. Questa categoria di contribuenti è spesso composta da persone non più attive professionalmente sul territorio e, di conseguenza, estremamente mobili. Se a que-sto aggiungiamo che il Ticino figura attualmente al 22° rango nella classifica intercantonale dell’onere fiscale massimo sulla sostanza, la criticità della situazione e la neccessità d’inter-vento risultano palesi.

    Allo scopo, appunto, di prevenire una fuga di contribuenti particolarmente interessanti per il Cantone, la riforma fiscale e sociale prevede di ridurre l’aliquota massima dell’imposta sulla sostanza dall’attuale 3,5‰ al 2,5‰. Tale riduzione è ope-rata mediante l’interruzione della progressione dell’aliquota a partire da una sostanza imponibile superiore a 1,38 milioni di franchi, applicando – oltre questa soglia – un’aliquota pro-porzionale del 2,5‰. Quest’obiettivo sarà, tuttavia, raggiunto dopo un periodo transitorio di 2 anni (2018 e 2019) durante il quale sarà applicata un’aliquota massima del 3,0‰ (con una riduzione di 0,5 punti rispetto alla vigente aliquota massima del 3,5‰) a partire da sostanze imponibili maggiori di 3,48 milioni di franchi.

    Il seguente grafico illustra in modo chiaro l’impatto delle modifiche legislative scaglionate nel tempo, le quali per-metteranno al nostro Cantone di ridurre considerevolmente il proprio onere fiscale massimo ai fini dell’imposta sulla sostanza (cantonale e comunale), passando dall’attuale 6,8‰ al 4,9‰, allineandosi così alla media nazionale (4,7‰) e gua-dagnando sei posizioni (dal 22° rango al 16°) nell’ambito della concorrenza fiscale intercantonale.

    Figura 1: Evoluzione dell’onere fiscale (quota cantonale e comunale) in base alla sostanza imponibile

    B. Introduzione del freno all’imposta sulla sostanzaLa presenza nell’ordinamento tributario svizzero dell’imposta sulla sostanza (imposta poco diffusa in Europa) può condurre a delle situazioni fortemente penalizzanti per i contribuenti con ingenti patrimoni. Può, infatti, accadere che, per pagare l’impo-sta sulla sostanza, i contribuenti si vedano costretti ad erodere tutti i proventi che traggono da questa sostanza o addirittura si ritrovino costretti ad intaccare il proprio patrimonio.

    Scenari Applicazione della nuova disposizione

    Se totale imposta reddito e sostanza (Cantone + Comuni) < 60% reddito imponibile

    Nessun’applicazione possibile deldisposto.

    Se totale imposta reddito e sostanza (Cantone + Comuni) > 60% reddito imponibile e provento netto sostanza ≥ 1% sostanza netta

    La disposizione può essere applicata e il contribuente che ne fa richiesta ottiene, ai fini cantonali e comunali, uno sgravio d’imposta che riduce il suo onere fiscale al 60% del proprio reddito imponibile.

    Se totale imposta reddito e sostanza (Cantone + Comuni) > 60% reddito imponibile e provento netto sostanza < 1% sostanza netta

    La disposizione può esser applicata su richiesta del contribuente, ma il redditoimponibile ai fini del calcolo dello sgraviosarà maggiorato della differenza esistente tra il rendimento effettivo della sostanza e il rendimento minimo legale dell’1%.

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Diritto tributario svizzero

    dell’imposta sull’utile – anche all’imposta sul capitale. Questa forma particolare di sgravio – già conosciuta in forme diverse nei Cantoni di Argovia, Appenzello Esterno, Lucerna, San Gallo e Sciaffusa – permetterà, quindi, di ridurre il capitale imponi-bile nella proporzione esistente tra il valore contabile fiscale delle partecipazioni qualificate e il valore contabile fiscale degli attivi complessivi, contribuendo, così, ad accrescere la concorrenzialità fiscale del Cantone in quest’ambito specifico.

    Al fine di tutelare il gettito fiscale cantonale e comunale, mitigando gli effetti della tripla imposizione economica anche ai fini dell’imposta sul capitale, la concessione della riduzione per partecipazioni sarà limitata unicamente alle società tassate ordinariamente il cui scopo statutario è la detenzione di partecipazioni (requisito formale) e le cui partecipazioni qualificate rappresentano almeno 2/3 degli attivi o dei ricavi complessivi (requisito materiale).

    C. La riduzione dell’aliquota ordinaria sull’utile per gli inve-stimenti collettivi in capitale con possesso fondiario direttoSi tratta di una misura che in realtà tocca l’imposta sull’utile e non quella sul capitale e che mira a incoraggiare l’insedia-mento di dette strutture nel Cantone.

    Attualmente, in Ticino, i fondi d’investimento con possesso fondiario diretto sono imposti con l’aliquota ordinaria del 9%, mentre a livello federale gli stessi sono imposti con un’ali-quota dimezzata. Al fine di attuare un’armonizzazione fiscale verticale e allinearsi al diritto federale, si propone di abbassare l’aliquota sull’utile al 4%, in analogia con quanto previsto per le associazioni e fondazioni.

    IV. Le misure riguardanti le start-upIn linea con la nuova strategia del Consiglio di Stato volta a favorire gli investimenti nelle società start-up innovative sono state formulate tre proposte riguardanti questa categoria di aziende:

    ◆ riduzione dell’aliquota dell’imposta sul capitale per le start-up;

    ◆ introduzione dell’esenzione dall’imposta di donazione per le start-up;

    ◆ defiscalizzazione degli investimenti effettuati dalle per-sone fisiche nelle start-up.

    L’applicazione di tali disposizioni è circoscritta unicamente alle società che si sono distinte nell’ambito dell’innovazione e saranno limitate a tre periodi fiscali. Gli aspetti procedurali saranno regolati dal Consiglio di Stato tramite uno specifico regolamento.

    A. La riduzione dell’aliquota dell’imposta sul capitale delle società di capitali o cooperative innovative (start-up)Per le società che adempiranno i requisiti, l’aliquota dell’impo-sta sul capitale sarà ridotta dall’attuale 1,5‰ allo 0,01‰. Per evitare abusi, analogamente al recupero d’imposta previsto per le aziende che hanno ricevuto un esonero fiscale ai sensi dell’art. 11 della Legge per l’innovazione economica (LInn), è prevista, anche in questo caso, l’applicazione delle norme

    Considerando l’inevitabile abbandono degli statuti speciali, tutte le società a regime privilegiato dovranno sopportare la decuplicazione dell’imposta sul capitale. Tenuto conto che il futuro “Progetto fiscale 17” non prevede interventi in quest’ambito specifico (l’imposta sul capitale non è, infatti, prelevata ai fini dell’imposta federale) e considerata la precaria posizione del nostro Cantone nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale (18° rango, con un onere fiscale mas-simo del 2,9‰ contro una media nazionale del 2,3‰), al fine di mitigare il rischio di delocalizzazione delle società a statuto speciale fortemente capitalizzate si è proposto di introdurre nella Legge tributaria del Cantone Ticino (LT) due specifiche misure volte ad alleggerire l’onere fiscale sul capitale.

    A. Introduzione del computo parziale dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitaleA partire dal 1° gennaio 2009, a seguito dell’entrata in vigore sul piano federale delle modifiche legislative legate alla Riforma II dell’imposizione delle imprese, la Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni (LAID) dà facoltà ai Cantoni di introdurre nella propria legislazione cantonale la possibilità di computare l’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale (art. 30 cpv. 2 LAID). Allo stato attuale, sono solo 12 i Cantoni che hanno deciso di introdurre nel proprio ordinamento tributario questa nuova possibilità di sgravio: Argovia, Appenzello Interno, Basilea-Campagna, Berna, Ginevra, Glarona, Neuchâtel, San Gallo, Soletta, Svitto, Turgovia e Vaud.

    Essendo una norma potestativa, nel 2009 il Consiglio di Stato decise di non adeguare la propria legislazione, anche in ragione delle ripercussioni finanziarie che ne sarebbero derivate. A distanza di quasi un decennio, considerate le imminenti riforme sul piano federale e la precaria posizione del nostro Cantone nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale, si è ritenuto opportuno rivedere questa deci-sione introducendo anche in Ticino tale possibilità, seppur in misura parziale.

    Infatti, al fine di attenuare l’impatto di questa misura sui conti pubblici, la riforma prevede che unicamente il 10% dell’im-posta sull’utile sarà computabile nell’imposta sul capitale. In altri termini, le società che realizzeranno degli utili potranno beneficiare di un’esenzione totale o parziale dall’imposta sul capitale fino a concorrenza del 10% dell’imposta sull’utile.

    B. Introduzione della riduzione per partecipazione ai fini dell’imposta sul capitaleL’introduzione del computo (parziale) dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale avrà un effetto pratico limitato sulle società che beneficiano del regime fiscale “Holding”, potendo queste ultime beneficiare, nel contesto della tassazione ordina-ria, della riduzione su partecipazione ai fini dell’imposta sull’utile.

    Per contenere l’aggravio fiscale sul capitale a seguito del passaggio a tassazione ordinaria delle società la cui attività è prettamente legata alla detenzione di partecipazioni, la riforma propone di estendere il meccanismo della riduzione per partecipazioni – attualmente presente unicamente ai fini

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Diritto tributario svizzero

    ◆ l’innalzamento della quota imponibile dei dividendi dall’at-tuale 50% (se appartenenti alla sostanza commerciale) e 60% (se appartenenti a quella privata) al 70%. Da tale inasprimento, il Cantone dovrebbe conseguire maggiori introiti valutati in 7 milioni di franchi;

    ◆ la proroga, per un ulteriore quadriennio dal 2020 al 2023, del supplemento dell’imposta immobiliare cantonale delle persone giuridiche. Tale modifica legislativa permetterà di assicurare gli introiti attuali (valutati in circa 13,5 milioni di franchi) anche per il quadriennio successivo al periodo fiscale 2019.

    I primi due provvedimenti sono stati adottati con un messag-gio separato al fine di salvaguardare l’eventuale termine di referendum e permetttere la loro eventuale entrata in vigore il 1° gennaio 2018. Il Consiglio di Stato ha comunque legato la loro entrata in vigore all’insieme del pachetto per cui se quet’ultimo dovesse essere rifiutato dal Popolo anche queste modifiche cadrebbero.

    VI. ConclusioniIl Progetto fiscale e sociale persegue il duplice obiettivo di adattare il quadro legislativo fiscale cantonale all’evoluzione in atto a livello federale e internazionale e di rafforzare la poli-tica di sostegno alle famiglie. Esso è trasversale alle differenti componenti della società e a varie categorie di contribuenti. Le proposte in materia fiscale sono ponderate e sostenibili dal punto di vista finanziario.

    La ricerca di tale equilibrio sarà una condizione per portare a termine anche le prossime riforme previste dal Progetto fiscale 17 il cui Messaggio federale è stato pubblicato il 21 marzo 2018.

    per il recupero d’imposta se, nei cinque anni seguenti la tassazione del capitale della start-up con l’aliquota agevolata, questa abbandona il territorio cantonale.

    B. L’esenzione dall’imposta di donazione per le società di capitali o cooperative innovative (start-up)Si tratta di introdurre un nuovo caso di esenzione dall’imposta di donazione per i versamenti a fondo perso a favore delle start-up. Quest’ultimi non saranno più oggetto d’imposta di donazione unicamente se corrisposto da un terzo indi-pendente. Per gli importi versati dal detentore di diritti di partecipazione direttamente alla start-up è invece prevista una normativa speciale, di cui si dirà meglio al punto successivo.

    C. La defiscalizzazione degli investimenti effettuati da per-sone fisiche nelle società di capitali o cooperative innovative (start-up)L’ultima misura d’incentivazione prevede la possibilità di defiscalizzare gli investimenti di persone fisiche assogget-tate nel Cantone Ticino a favore di start-up che hanno sede o amministrazione effettiva nel nostro Cantone. Secondo la proposta, i redditi equivalenti per importo agli investimenti effettuati nelle suddette start-up sono tassati con un’imposta annua intera dell’1%. Sono considerati investimenti, ai sensi di questa nuova normativa, la liberazione dei diritti di partecipa-zione, gli apporti, gli aggi, i doni e i versamenti a fondo perso effettuati da una persona fisica che detiene già, o acquista in questo modo, diritti di partecipazione nella start-up.

    La tassazione separata, applicabile per periodo fiscale, sarà concessa solo a partire da un investimento minimo di 50’000 franchi e sino ad un investimento massimo pari all’80% del reddito imponibile dell’investitore nel Cantone, al netto di tutte le deduzioni. Sempre per evitare eccessive perdite di gettito, si propone di dare facoltà al Consiglio di Stato di stabilire un importo complessivo massimo (indipendente dal periodo fiscale di riferimento) oltre il quale la tassazione separata non possa più essere concessa al singolo investitore. La differenza tra il reddito imponibile nel Cantone e l’importo dell’investimento passibile di tassazione separata viene impo-sta ordinariamente con l’aliquota corrispondente alla totalità dei redditi.

    V. Le misure di compensazione finanziariaLe minori entrate per il Cantone legate alle misure presentate nei capitoli prececednti ammontano a circa 21,7 milioni di franchi, di cui 12,3 milioni riconducibili al computo dell’im-posta sull’utile nell’imposta sul capitale e 5,4 milioni alla riduzione dell’aliquota dell’imposta sulla sostanza.

    Allo scopo di compensare, almeno parzialmente, il minor get-tito fiscale il Consiglio di Stato ha previsto le seguenti misure di aggravio fiscale:

    ◆ la revisione delle condizioni di esonero dall’imposta minima, che in futuro non sarà più al beneficio di tutte le società di nuova costituzione, ma sarà riservata alle sole aziende innovative. Il maggior gettito associato a tale intervento è stimato in circa 1 milione di franchi;

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Diritto tributario svizzero

    Samuele VorpeResponsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI

    Nel pacchetto fiscale oggetto della votazione popolare del 29 aprile prossimo vi sono degli interessanti incentivi fiscali per le società start-up “innovative” e per i loro investitori

    Incentivi fiscali all’innovazione

    Lugano, che soddisfa i criteri per essere considerata “innova-tiva” da un profilo fiscale. In primo luogo, va osservato che l’investimento del signor Pallino beneficerà dei vantaggi fiscali solo ai fini dell’imposta cantonale ticinese e di quella comu-nale. Per contro, ai fini dell’imposta federale diretta, non sono previste disposizioni analoghe a quella cantonale. Ora, se il pacchetto fiscale dovesse essere approvato, il signor Pallino pagherà le imposte cantonale e comunale ordinarie nel modo seguente: su un reddito imponibile di fr. 100'000 all’aliquota corrispondente a fr. 150'000 (ovvero del 10,4638%) e su fr. 50'000 (l’investimento) all’aliquota dell’1%. Ai fini delle imposte sul reddito, Pallino pagherà, quindi, fr. 10'964 (=10'464+500) di imposta cantonale, fr. 8'771 di imposta comunale e fr. 7'534 di imposta federale, per un complessivo di fr. 27'269. Se il pac-chetto dovesse, invece, essere respinto, si manterrà lo status quo. Quindi, l’imposta cantonale ammonterebbe a fr. 15'696, quella comunale a fr. 12'557 e quella federale sarebbe sempre uguale, per un complessivo di fr. 35'787. Il risparmio di imposta con l’introduzione della defiscalizzazione dell’investimento, pari a circa il 25% in questo caso, è dunque considerevole e dovrebbe spingere molte persone ad investire il proprio patri-monio in società innovative.

    Questo modello, oggi in uso nei Cantoni di Ginevra e Giura, pone tuttavia alcuni dubbi quanto alla sua compatibilità con la Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni (LAID). È vero che, da un lato, i Cantoni sono sovrani per quanto concerne la determinazione delle aliquote, dall’altro, però, la LAID non consente di equiparare, almeno da un profilo fiscale, un investimento ad un reddito imponibile. Oltretutto, l’art. 11 cpv. 3 LAID definisce in modo esclusivo quali sono le prestazioni oggetto di una tassazione annua intera. Per tali motivi, è bene sottolinearlo, la norma-tiva ticinese non è al riparo da possibili ricorsi alle autorità giudiziarie.

    Va, comunque, premiato il coraggio del Gran Consiglio ticinese che ha voluto approvare una norma comunque interessante che, dopo Ginevra e Giura e forse Ticino, potrebbe far scuola anche in altri Cantoni!

    Articolo pubblicato il 27.03.2018 sul Giornale del Popolo

    Il prossimo 29 aprile il Popolo ticinese sarà chiamato ad espri-mersi sulla riforma fisco-sociale. Il pacchetto fiscale prevede diverse misure: tra queste vi sono gli incentivi fiscali in favore delle società start-up “innovative”. Quest’ultime sono delle società di capitali o cooperative che sono state selezionate o premiate nell’ambito di determinati programmi o concorsi cantonali, nazionali o internazionali nei quali hanno presen-tato le loro idee innovative ritenute meritevoli.

    Il Gran Consiglio ha deciso di concedere loro un’attenuazione dell’aliquota dell’imposta sul capitale per le società start-up (che passerà dall’1.5‰ allo 0.01‰); di esentarle dall’imposta di donazione e, infine, di defiscalizzare gli investimenti effettuati in questa società da parte di persone fisiche assoggettate alle imposte nel Canton Ticino. In questo modo, il legislatore ha deciso di utilizzare la leva fiscale per raggiungere un obiettivo extra-fiscale, ovvero premiare l’innovazione, al fine di agevo-lare la creazione e la crescita di società di nuova generazione, le cui idee, per poter essere sviluppate e concretizzate, neces-sitano di capitali. La misura più interessante è senz’altro la defiscalizzazione degli investimenti, poiché è proprio quella che potrebbe, più delle altre, stimolare le persone fisiche a trasformarsi in potenziali investitori. Infatti, il legislatore ha deciso di equiparare, da un profilo fiscale, gli investimenti effettuati nelle società “innovative” ad un reddito, che sarà a sua volta tassato con un’imposta annua intera dell’1%, rite-nuto un investimento minimo di fr. 50'000 e un investimento massimo pari all’80% del reddito imponibile del contribuente. Sono considerati investimenti, ai sensi di questa nuova nor-mativa, la liberazione dei diritti di partecipazione, gli apporti, gli aggi, i doni e i versamenti a fondo perso effettuati da una persona fisica che detiene già, o acquista in questo modo, diritti di partecipazione nelle società start-up.

    Per meglio comprendere i vantaggi fiscali della misura, si presenta il seguente esempio: il signor Pinco Pallino, celibe, domiciliato a Lugano, dichiara nell’anno 2018 un reddito imponibile di fr. 150'000 ed una sostanza imponibile di fr. 300'000. Egli decide di investire una parte del suo patrimonio, supponiamo fr. 50'000 in una neonata società, con sede a

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Michele FolettiDeputato in Gran Consiglio per la Lega dei ticinesiMunicipale della Città di Lugano

    Un primo passo verso un Ticino più moderno e competitivo

    Un patto tra Stato, cittadini e aziende

    Oggi, in un mondo che cambia a velocità siderale, uscire dal mondo del lavoro per più mesi, significa perdere competenze e capacità competitiva.

    La maggioranza delle aziende ha capito il valore che i propri collaboratori rappresentano per loro. E appoggiano questa riforma, anche se in futuro inciderà sul loro costo del lavoro.

    In cambio diamo loro dei vantaggi fiscali, con una serie di misure che sgraverà le aziende, ma che aggraverà i loro proprietari facendo pagare più imposte sui dividendi che distribuiscono.

    È un primo passo per tornare ad essere competitivi e moderni in un mondo che cambia. Questa riforma – equilibrata – permetterà al nostro Cantone di mantenere una minima competitività a livello nazionale ed internazionale.

    Sono stati introdotti regimi fiscali particolarmente favore-voli per gli stranieri in numerosi Paesi europei come l’Italia, il Portogallo o la Spagna: Paesi dove un cittadino facoltoso pagherebbe molte meno imposte che in Ticino.

    E di contribuenti facoltosi con una sostanza importante ne abbiamo persi parecchi negli ultimi anni: tra il 2011 e il 2015, su 100 principali contribuenti per sostanza imponibile si è assistito a 24 partenze, per un importo complessivo di circa 1,4 miliardi di franchi di sostanza corrispondente a circa 7,6 milioni di franchi di gettito fiscale complessivo. Da notare che 2/3 delle partenze riguardano cittadini svizzeri e ticinesi, persone che avevano forti radici con il nostro territorio e la sua società.

    Questa riforma rappresenta un patto in cui sono coinvolti Stato, cittadini ed economia. Per evitare che la riforma proposta entri in vigore solo parzialmente, il Parlamento ha delegato al Consiglio di Stato il compito di fissare l’entrata in vigore delle norme proposte a dipendenza dell’esito del refe-rendum. Evidentemente se non potranno entrare in vigore le misure fiscali o quelle sociali votate dal Parlamento, il Governo dovrà presentare un messaggio per abrogare le misure fiscali già votate nel novembre 2017.

    La riforma sociale e fiscale sembrava non piacere a nessuno: c’era chi voleva di più dal lato fiscale per diventare maggior-mente competitivi, c’era chi voleva di più dal lato sociale per agevolare maggiormente la compatibilità tra lavoro e famiglia.In Gran Consiglio abbiamo trovato un buon compromesso. E in effetti il Parlamento ha approvato la proposta con 69 voti favorevoli su 80 presenti.

    Abbiamo sempre detto che questa è la prima tappa di un percorso più articolato; un primo passo per modernizzare le nostre leggi e adeguarle alle necessità della nostra società.

    Dobbiamo cambiare le regole di questo Cantone per ade-guarle alle necessità delle persone e delle aziende, per cercare di mantenerle adeguate ad una società e ad un’economia che non aspettano la politica, ma che hanno una dinamica globale.

    L’area sindacale vorrebbe fare in modo che i genitori pos-sano stare a casa più a lungo possibile con i propri figli, gli imprenditori vorrebbero aiutare i propri collaboratori per fare in modo che possano rientrare in azienda il prima possibile.

    Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha com-missionato uno studio che è sembrato oggettivo, adeguato e coerente: dopo aver interrogato 10’000 economie domestiche con bambini da 0 a 4 anni si conclude che: “un fattore emerso con forza dall’analisi del sondaggio è la necessità di un maggiore coinvolgimento dei datori di lavoro e delle aziende, per la promozione e lo sviluppo ulteriore delle condizioni quadro del rapporto di lavoro, con particolare riferimento alla flessibilità degli orari di lavoro e al lavoro a tempo parziale. Anche il congedo per i padri e il congedo non remunerato prolungato, così come la maggiore offerta di servizi extra-familiari e il lavoro da casa, sono citati dalle famiglie come misure da incrementare”.

    Il compromesso scaturito dalla proposta commissionale appare, quindi, equilibrato: un po’ di aiuto diretto alle persone, un po’ di aiuto per le strutture di sostegno. Come dice il Governo “sostenere chi sostiene”.

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Alessandra GianellaDeputata in Gran Consiglio per il Partito Liberale Radicale Ticinese (PLRT)

    Per un Cantone più competitivo dal punto di vista fiscale e più solidale dal punto di vista sociale

    Una riforma vitale per un Ticino competitivo

    sostanza, mentre l’1% delle persone giuridiche genera il 62,5% (circa 5,8 milioni di franchi) del gettito cantonale dell’imposta sul capitale. Un correttivo alla fiscalità è, dunque, necessario per garantire il finanziamento delle prestazioni pubbliche nel medio-lungo termine, diminuendo il rischio di partenze di aziende e di contribuenti che da molti anni risiedono nel nostro Cantone.

    Ci tengo a ricordare che, in caso di approvazione della riforma fiscale e sociale, nel 2019 entrerà in vigore il pacchetto di misure in ambito sociale, interamente finanziato dalle aziende. Tra i vari interventi sono previsti: un assegno parentale di 3’000 franchi per molti genitori in caso di nascita o di ado-zione di un figlio, aiuti finanziari e riduzione delle rette per le famiglie che collocano i figli presso un nido dell’infanzia, dopo-scuola, famiglie diurne, nonché aiuti ai familiari curanti. Le misure previste permetteranno di sostenere concretamente le famiglie, favorendo la conciliabilità tra impegni familiari e attività lavorativa e permettendo quindi di creare le condizioni affinché ogni famiglia con figli decida in modo autonomo la propria organizzazione.

    In concreto, sostegno alle spese di collocamento significa aumento dell’aiuto soggettivo (fino ad un terzo della retta) a favore delle famiglie meno abbienti e del ceto medio che affidano a terzi il proprio figlio. Per quanto riguarda, invece, i servizi e le strutture di accoglienza, le nuove risorse disponibili permetteranno un notevole miglioramento delle condizioni quadro che garantiscono sicurezza e qualità delle prestazioni nell’ambito dell’accoglienza dei bambini (numero degli edu-catori, condizioni contrattuali, formazione, spazi disponibili). Sono previsti l’aumento quantitativo dei posti di accoglienza in generale e in particolare per i nidi dell’infanzia, per i centri extrascolastici e per lo sviluppo dei micro nidi o nidi famiglia, in risposta alle esigenze espresse da tutte le regioni del Cantone, comprese quelle più discoste.

    I rapidi cambiamenti fiscali a livello internazionale e federale, nonché il posizionamento poco competitivo del Ticino nel confronto intercantonale, impongono un rinnovamento della fiscalità nel nostro Cantone. Prendendo spunto dall’esem-pio positivo del Canton Vaud, anche in Ticino si è deciso di proporre un pacchetto fisco-sociale, che è stato definito un “patto sociale” a favore delle famiglie, dei contribuenti e delle aziende, poiché prevede un insieme equilibrato di misure di natura fiscale e sociale. Su questo pacchetto saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 29 aprile. È importante, quindi, ricordare – in considerazione della chiara volontà espressa dal Parlamento – che se una delle due componenti (fiscale o sociale) dovesse venire a mancare, anche l’altra non potrà essere messa in vigore.

    Si è sentito parlare di molte cifre e occorre, quindi, fare chiarezza per sgomberare il campo da timori ingiustificati. Il pacchetto di misure è finanziariamente sostenibile: le modifi-che legislative interverranno in modo scaglionato nel tempo, con un impatto finanziario sostenibile per l’ente pubblico (sti-mato in 22,1 milioni di franchi per il Cantone e in 16,2 milioni per i Comuni) e compatibile con il riequilibrio delle finanze cantonali.

    Non si tratta, pertanto, di regali indigesti, come sostenuto dai fautori del referendum, che allo stesso tempo dimenticano di sottolineare che le misure di sgravio sarebbero in parte compensate dalle misure di aggravio fiscale (aumento dell’im-posizione dei dividendi e proroga del supplemento dell’imposta immobiliare cantonale delle imprese).

    Con i cambiamenti in atto a livello internazionale, il nostro Cantone non può semplicemente stare alla finestra a guar-dare, poiché senza alcun intervento le perdite finanziarie per l’ente pubblico potrebbero essere decisamente maggiori. È, quindi, fondamentale consolidare il nostro substrato fiscale per garantire il finanziamento delle prestazioni pubbliche. Infatti, in Ticino il gettito fiscale è fortemente concentrato in pochi contribuenti: l’1% delle persone fisiche genera il 57,5% (oltre 56 milioni di franchi) del gettito cantonale dell’imposta sulla

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Marco PassaliaDeputato in Gran Consiglio per il Partito Popolare Democratico (PPD)

    Misure sociali e fiscali frutto di un accordo tra cittadini ed economia

    Sì ad una riforma equilibrata

    rango) e del capitale (oggi al 18° rango). Se è vero che il Ticino risulta essere uno dei Cantoni più onerosi nell’imposizione della sostanza e del capitale, è altrettanto vero che il gettito fiscale è concentrato in pochi contribuenti di peso: l’1% delle persone fisiche genera il 57,5% (oltre 56 milioni di franchi) del gettito cantonale dell’imposta sulla sostanza, mentre l’1% delle persone giuridiche genera il 62,5% (circa 5,8 milioni di franchi) del gettito cantonale dell’imposta sul capitale. Va inoltre ricordato che nel periodo 2011-15 l’erario cantonale ha perso contribuenti abbienti portando ad una perdita di gettito fiscale per circa 5,8 milioni di franchi. Dati e tendenze preoccu-panti che giustificano una modifica tributaria anche alla luce della riforma federale in fieri.

    Il pregio di questa riforma è anche la volontà di sostenere concretamente le aziende innovative (start-up), in particolare, incentivando chi vuole investire in esse. L’obiettivo a medio e lungo termine è semplicemente: creare nuovi posti di lavoro e nuove competenze qualificate.

    Se sul fronte fiscale il Dipartimento delle finanze e dell’e-conomia (DFE) ha voluto normalizzare l’imposizione dei contribuenti più abbienti e sostenere le start-up, sul fronte della socialità, il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha riportato le famiglie al centro dell’attenzione politica.

    A proposito di conciliabilità famiglia-lavoro non solo verranno sostenute finanziariamente le strutture di appoggio per le famiglie e il loro personale, ma incrementeranno anche i posti a disposizione per i bambini e diminuiranno i costi delle rette negli asili nido. Inoltre, verrà introdotto un assegno parentale come una sorta di perdita di guadagno per il primo anno di vita del figlio. Infine, è importante ricordare che sono previsti pure sostegni finanziari per i familiari curanti.

    Insomma una nuova socialità legata a doppio filo con l’eco-nomia. Una soluzione di compromesso che non grava sulle risorse dello Stato e che lega direttamente l’entrata in vigore delle misure sociali alla riforma fiscale.

    La guerra delle aliquote fiscali è cominciata, ma non tutti l’hanno capito. Peccato perché a perderci sarà sia chi vuole posti di lavoro qualificati sia chi chiede più socialità. Volenti o nolenti questo è il federalismo fiscale voluto e confermato recentemente dal Popolo svizzero.

    In questo contesto, il caso Pioneer DuPont è emblematico su quanto potrebbero decidere anche altre multinazionali ticinesi di peso, ovvero spostare la sede decisionale e operativa della propria azienda in un Cantone più attrattivo dal punto di vista fiscale. Certo non basandosi sui privilegi fiscali ancora in vigore ed equiparabili a livello svizzero, ma facendo riferimento alle dichiarazioni pubbliche dei vari Cantoni sulla futura possi-bile aliquota d’imposta. Basti pensare al Consiglio di Stato ginevrino che nel corso del 2017 ha dichiarato di ambire ad un’aliquota d’imposta per le persone giuridiche attorno al 13%, confermata proprio lo scorso 23 gennaio 2018 dalla Commissione tributaria ginevrina pronunciatasi a favore di un’aliquota del 13,49%.

    Se come cittadino spostandomi da Biasca a Bioggio risparmio circa il 15% di imposte, è così strano se un’azienda dovesse optare per un Cantone fiscalmente più attrattivo come Lucerna o Zugo? Non mi riferisco esclusivamente ad imprese insediatesi un paio di anni fa, ma anche a realtà multinazionali ben radi-cate da decenni sul territorio cantonale che per continuare ad essere competitivi sul mercato sono costretti ad ottimizzare la propria posizione fiscale. Attenzione, dunque, ai prossimi passi allorquando saranno noti i dettagli del Progetto fiscale 17.

    Spostandomi verso l’anticamera del Progetto fiscale 17, ovvero la riforma fiscale-sociale ticinese, mi piace ricordare che que-sta riforma ticinese è stata voluta dalla maggioranza del Gran Consiglio. Accanto alle modifiche tributarie viene introdotta in Ticino una socialità nuova ed intelligente (per iniziare all’incirca 20 milioni di franchi per i cittadini ed in particolare le famiglie) finanziata grazie ad un patto tra mondo economico e cittadini.

    Una riforma equilibrata che mira a riportare il Ticino nella media nazionale nell’imposizione della sostanza (oggi al 22°

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Fabrizio SiricaVicepresidentedel Partito Socialista (PS)

    Due motivi per respingere la riforma fiscale

    Una riforma fiscale inutile e dannosa

    imponibile superiore a 1 milione di franchi nel 2003 erano 4’951, nel 2014 sono passati a 8’090. Ancora più marcata è l’evoluzione per le persone fisiche con patrimoni superiori a 5 milioni. Sono raddoppiati in undici anni! Nel 2003 erano 538, 1’080 nel 2014, in crescita del 100%.

    Da questi dati sono esclusi i cd. “globalisti”. Rispondendo ad un’interrogazione del 5 luglio 2013, il Consiglio di Stato rilevò che erano 550 nel 2005, 995 nel 2014. Anch’essi quasi rad-doppiati.

    E le aziende? Fra il 2008 e il 2015 i dati forniti dall’Ufficio di statistica del Cantone Ticino (USTAT) relativi all’imposta cantonale delle persone giuridiche mostrano che da 20’000, il numero di aziende in Ticino è quasi raddoppiato, passando a 38’000.

    Le aziende che erano e continuano a essere molto mobili, senza alcun legame con il territorio, continueranno a fuggire anche con questa riforma fiscale: è quindi completamente irresponsabile rincorrerle con il rischio di svuotare le casse dello Stato. Gli sgravi indiscriminati e questo tipo di politica economica (fatta per aziende rondine interessate unicamente alla variabile fiscale) ha fatto il suo tempo, occorre puntare sul valore aggiunto e su imprese stabili, ma per farlo lo Stato deve avere le risorse per investire.

    II. Con mancati introiti per lo Stato peggiorano le condi-zioni quadro. Una riforma dannosaLa fiscalità attrattiva è soltanto uno dei criteri che porta un’a-zienda a decidere di insediarsi in un determinato territorio. Ci sono altri criteri, altrettanto se non più importanti della fiscalità: la qualità dell’Amministrazione pubblica, della for-mazione, la stabilità politica ed economica, la qualità di vita, i collegamenti infrastrutturali, la mobilità, la lingua e la vici-nanza geografica. Ebbene, quando uno Stato dispone di meno risorse, le condizioni quadro non possono che peggiorare.

    In questi ultimi anni, mentre in Ticino raddoppiavano i multimilionari, raddoppiavano pure le persone costrette

    Il prossimo 29 aprile saremo chiamati a votare su alcune modifiche della Legge tributaria, la cd. “Riforma fiscale”. Una riforma che noi referendisti contestiamo soprattutto per quanto riguarda due delle undici misure: la prima è quella che prevede una riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sulla sostanza per le persone fisiche (un vero e proprio regalo fiscale ai milionari), la seconda misura è uno sgravio fiscale per le persone giuridiche che prevede l’introduzione del computo parziale dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale, di fatto un regalo fiscale soprattutto alle holding che conseguono utili.

    La riforma è dannosa per la collettività perché costerebbe alle casse dello Stato almeno 52,5 milioni di franchi di mancate entrate (30,1 peseranno sul Cantone e 22,4 sui Comuni). Il presunto obiettivo a cui questa riforma mira è rendere più competitivo il nostro Cantone ed evitare così la fuga di contribuenti facoltosi e aziende. Di seguito svilupperò due argomentazioni che evidenzieranno come questa riforma sia tanto inutile per il perseguimento di questi obiettivi quanto dannosa per le conseguenze che implica.

    I. I contribuenti sostanziosi e le aziende scappano? No, raddoppiano! Una riforma inutileUna delle più importanti argomentazioni alla base di que-sta riforma è “evitare la fuga di contribuenti facoltosi”. In Parlamento, nei dibattiti televisivi e sui media, per sottoline-are questa tesi, alcuni favorevoli alla riforma portano delle presunte confidenze, rivelate loro da “conoscenti facoltosi”, oppure citano dati non pubblici che non possiamo verificare.

    L’unica verità comprovabile è quella che emerge dai dati relativi all’imposta cantonale sulla sostanza delle persone fisiche domiciliate in Ticino: i contribuenti con una sostanza

    I. I contribuenti sostanziosi e le aziende scappano? No, raddoppiano! Una riforma inutile ............................... 11II. Con mancati introiti per lo Stato peggiorano le condizioni quadro. Una riforma dannosa ..................... 11

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    all’assistenza sociale. Chi ha un occhio di riguardo alle con-dizioni quadro non può non preoccuparsi per la progressiva rottura della coesione sociale. Non scordiamoci che minori entrate significa sempre tagli alla spesa pubblica.

    Se passerà questa riforma fiscale vi sarà un’ulteriore crescita delle disuguaglianze che porterà inevitabilmente a minor stabilità politica ed economica.

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    Politica fiscale

    Raoul GhislettaDeputato in Gran Consiglio per il Partito socialista (PS)Segretario Sindacato VPOD Ticino

    Le ragioni dell'ampia convergenza in Governo e in Parlamento

    Riforma necessaria ed urgente per le famiglieticinesi

    rinunciare alla parte che non piace: si può unicamente accet-tare o respingere il tutto.

    III. Una via diversa dal passatoContrariamente ai pacchetti di sgravi fiscali II-III-IV varati all’epoca di Marina Masoni, nella recente riforma fiscale-sociale pattuita tra destra e sinistra sono state raggiunte buone contropartite sociali: misure che sostengono gli asili nido, i servizi extrascolastici, le famiglie diurne, i consultori per la parità dei sessi, le famiglie con invalidi a carico e le famiglie monoparentali/biparentali con redditi medio-bassi nel primo anno di vita del figlio.

    IV. Colmare il ritardo del Ticino nella paritàI mezzi destinati dalla riforma fiscale-sociale agli asili nido e alle strutture extrascolastiche porteranno il Ticino ai primi posti in Svizzera per quanto riguarda l’accessibilità di queste strutture per le famiglie. Questo grande passo in avanti è assolutamente necessario, perché, purtroppo, il Ticino si trova all’ultimo posto in Svizzera per il tasso d’occupazione delle madri[1].

    Questo grande passo è anche atteso da tempo: il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino ha presentato nel 2008 una petizione al Parlamento (oggetto di un rapporto parlamentare favorevole votato nel 2010) e ha reiterato nel 2013 con l’iniziativa popolare “Asili nido di qualità per le famiglie” (sostenuta da 9’000 firme e pendente in Parlamento), con lo scopo di debellare il dumping salariale nel settore, garantire sufficienti posti e fare in modo che le famiglie paghino al massimo 1/3 dei costi di nidi e strutture extrascolastiche (standard internazionale consigliato).

    Dopo 10 anni di battaglia finalmente questi obiettivi potranno diventare realtà nel 2019, se la riforma fiscale-sociale sarà accolta. Dire no alla riforma significa andare alle calende greche.

    [1] Tasso d’occupazione delle madri in coppia e con un figlio di meno di 3 anni nel 2014: 53% Ticino, 64% Svizzera (Francesco Giudici/Reto Schuhmacher, Fattori individuali e differenze cantonali nella partecipazione delle madri al mondo del lavoro, Dati-Statistiche e società, USTAT, ottobre 2017).

    I. Il patto politico fiscale-socialeLa riforma fiscale-sociale è frutto di un patto politico: da un lato il centro-destra ottiene un miglioramento della compe-titività fiscale, portando in media svizzera la fiscalità ticinese sulle imprese e sulla sostanza; dall’altro lato il centro-sinistra ottiene passi avanti notevoli per migliorare la conciliazione famiglia-lavoro e la parità dei sessi. In un sistema politico con-sociativo tali accordi sono necessari per risolvere, con solide maggioranze, problemi importanti e da tempo sul tappeto.

    II. Legge tributaria e leggi sociali congiunteI referendisti hanno indicato che la parte fiscale e la parte sociale sarebbero disgiunte, ma non è vero. Come si evince dal Messaggio governativo n. 7417 (adottato all’unanimità dal Consiglio di Stato) e dal relativo rapporto parlamentare (firmato dai commissari di tutti i Partiti di Governo), la riforma fiscale-sociale comprende quattro diverse leggi congiunte: legge tributaria, legge assegni famiglia, legge assistenza e cura a domicilio, legge per le famiglie.

    Al termine delle modifiche di ognuna delle quattro leggi vi è la frase: “Il Consiglio di Stato ne determina l’entrata in vigore”. Se non passerà la parte fiscale in votazione popolare il 29 aprile, le modifiche delle tre leggi “sociali” rimarranno in sospeso: ovviamente il Governo non farà entrare in vigore la parte sociale, affermando che, non essendo stati concessi gli sgravi alle aziende, non si può chiedere loro di finanziarla.

    Infatti, secondo il patto politico (votato dalla stragrande maggioranza del Gran Consiglio e da 2/3 dei parlamentari socialisti), le aziende finanziano interamente le nuove presta-zioni introdotte nelle tre leggi sociali. È chiaro che in qualsiasi tipo di accordo non si può tenere solo la parte che piace e

    I. Il patto politico fiscale-sociale ......................................... 13II. Legge tributaria e leggi sociali congiunte .................... 13III. Una via diversa dal passato ........................................... 13IV. Colmare il ritardo del Ticino nella parità ..................... 13

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Paolo PaminiDeputato in Gran Consiglio per AreaLiberale – La DestraDr. oec., esperto fiscale diplomato

    Un timidissimo passo nella giusta direzione

    Sgravi fiscali e referendum popolare

    società holding abbandonino il Cantone (a Zugo pagavano grossomodo un decimo delle imposte ticinesi sul capitale, mentre con la riforma saranno praticamente esentate), o peggio ancora che i quartier generali se ne vadano in altri Cantoni (nel Canton Lucerna si supera di poco l’11% di aliquota effettiva ordinaria federale-cantonale-comunale sull’utile, a fronte di un 18,5% a Cadempino). Ecco perché l’ostinazione dei referendisti, che ci portano al voto contro le misure di sgravio, fa a pugni con la realtà nazionale ed internazionale che ci circonda.

    Chi scrive, in dicembre ha voluto misurare il polso ai colleghi deputati con sette emendamenti del pacchetto fisco-sociale che miravano ad introdurre misure di sgravio contro il valore locativo, a ridurre a passetti su 8 anni le aliquote massime sul reddito dall’attuale 15% all’11%, a ridurre la tassazione degli utili di liqui-dazione degli artigiani a fine carriera, o ancora a decidere già oggi una diminuzione dell’aliquota sull’utile con entrata in vigore al momento della riforma federale dell’imposizione delle imprese. Benché in osservanza dei patti partitici gli emendamenti siano stati tutti bocciati, ben 42 deputate e deputati hanno sostenuto o si sono astenuti in almeno uno di essi e hanno già sottoscritto 8 iniziative parlamentari elaborate (ossia testi di legge fatti e finiti) che a breve depositerò in Gran Consiglio.

    In conclusione, questa è davvero una piccola e modestissima riforma, piena zeppa di brutti compromessi, quali l’aumento di prelievo sui dividendi e l’aumento delle spese sociali a costo delle imprese, ma le cui misure di sgravio (oggetto di referen-dum popolare) vanno nella buona direzione. Fortunatamente, la pressione esterna ci obbliga a fare di più, e con tutti i distin-guo del caso molti deputati con i fatti si sono dichiarati aperti al dialogo su molte proposte concrete. Se la smettessimo di sprecare e spendere soldi pubblici in mille ambiti, ci sarebbe spazio per sgravi ben più incisivi, che comunque andranno fatti se non vogliamo esser tagliati fuori dai giochi. La concor-renza fiscale non guarda in faccia a nessuno, e questa a lungo termine è una gran fortuna.

    Lo scorso mese di dicembre (ed in parte già in novembre) il Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino ha accettato la riforma cantonale fiscale e sociale, nella variante modificata dai lavori autunnali della Commissione speciale tributaria. Si è accettato un compromesso fatto di sgravi fiscali mirati, di aggravi fiscali puntuali, e di aumento della spesa statale in materia sociale a costo delle aziende. Gli sgravi toccano sia le persone fisiche (in particolare la tassazione della sostanza con la riduzione delle ali-quote e l’introduzione di ulteriori meccanismi di freno) sia quelle giuridiche (in particolare nell’ambito della tassazione del capitale sociale, più qualche norma ancora da precisare in materia di start-up). Gli aggravi colpiscono la tassazione dei dividendi da partecipazioni qualificate (quando l’azionista detiene almeno il 10% del capitale) e rinnovano il supplemento provvisorio dell’im-posta immobiliare cantonale (1‰ aggiuntivo).

    Oggettivamente, questa riforma è estremamente timida. A pieno regime infatti, nel 2020 le misure di sgravio dovrebbero lasciare ai contribuenti 28,1 milioni di franchi in imposte can-tonali e 20,9 milioni di franchi in imposte comunali. Allo stesso tempo, le misure di aggravio dovrebbero tuttavia depauperare i contribuenti di 6 milioni di franchi in imposte cantonali e 4,6 milioni di franchi in imposte comunali. Pertanto, a pieno regime la riforma concede sgravi fiscali cantonali netti pari a ca. 22 milioni di franchi a fronte di ca. 1,3 miliardi di entrate annue in imposte cantonali dirette su reddito, sostanza, utile, capitale ed imposte immobiliari. Qualcuno l’ha chiamata “riformicchia”, in effetti pesa solo l’1,7% del gettito fiscale cantonale.

    Si può fare di più? Eccome, e si deve farlo alla svelta nel conte-sto di concorrenza fiscale cantonale e internazionale in cui si inserisce il Ticino. Va in ogni caso riconosciuto che le misure di sgravio sono state ben pensate e che sicuramente vanno nella giusta direzione. Poiché le finanze del Cantone sono in una situazione disastrata, si è optato per le misure di sgravio più urgenti e puntuali che non causassero gravi perdite di gettito.La paura concreta è che gli imprenditori abbandonino il Ticino (basta spostare il proprio domicilio a St. Moritz o ad Andermatt, e con un po’ di azzardo si potrebbe addirittura tentare il nuovo regime fiscale forfettario italiano), che le

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

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    Politica fiscale

    Usman BaigCo-coordinatore dei Verdi del Ticino

    Occorre sviluppare una nuova visione del sistema economico garante di sostenibilità territoriale e sociale

    Fiscalità: Questa non è una “Riforma”

    A fronte di queste cifre da capogiro si constata che negli scorsi anni sono state approvate misure di risparmio per 50 milioni di franchi per sanare le finanze. In particolare sono state ridotte le soglie per accedere ai sussidi per i premi di casse malati, gli assegni di prima infanzia e quelli famigliari. Queste misure hanno toccato numerose famiglie, che di punto in bianco si sono ritrovate senza quest’aiuto. È inoltre stato ridotto l’accesso alle borse di studio, mettendo in difficoltà le famiglie del ceto medio.

    Questa Riforma non favorisce il welfare finalizzato a ridurre le disuguaglianze: difficilmente potrà generare e creare nuovi posti di lavoro, con il processo di digitalizzazione nelle fasi produttive e con l’innovazione di processo verranno a man-care altri posti di lavoro. Alla fine lo Stato si troverà più povero di fronte a una massa crescente di persone in difficoltà.

    Con questa Riforma, le imprese verseranno un terzo in meno di imposte, ma in compenso non si chiede niente in cambio: nessun contributo supplementare, nessun criterio legato alla sostenibilità ambientale, nessun impegno verso lo Stato, neppure quello di versare salari decenti, tantomeno norme per il rispetto del territorio e dell’ambiente. Il risultato sarà di ritrovarci con tante altre società che consumano il territorio, intasano le strade e sfruttano la manodopera causando dumping e costi sociali molto elevati per tutta la società e le istituzioni.

    I Verdi del Ticino sono a favore di una politica fiscale equa e sostenibile. Occorre però sviluppare una visione più a lungo termine della società e un nuovo paradigma di riferimento per trovare nuove vie di pensiero, nuovi criteri di analisi, nuove soluzioni ai complessi e globali problemi contemporanei.

    La disuguaglianza dell’epoca è senza precedenti e secondo l’accademico Noam Chomsky essa è scaturito dal concen-trarsi della ricchezza in una cerchia ristrettissima. Ci sono stati altri momenti della storia americana, come l'Età d’oro degli anni Venti e i ruggenti anni Novanta, in cui è accaduto qualcosa di simile, ma in quest’epoca raggiungiamo punte estreme perché la disparità è addebitabile agli ultraricchi: in questa fascia rientra un risicatissimo 0,1% della popolazione. Non è solo una profonda ingiustizia, ma corrode la democra-zia e il progetto di una società dignitosa[1]. Politiche come la fiscalità, la deregolamentazione e a volte anche le norme sulla gestione aziendale agevolano l’aumento della ricchezza e del potere. La presente Riforma cantonale fiscale che va proprio in questa direzione “socialismo per i ricchi e capitalismo per i poveri” direbbe Chomsky.

    La Riforma prevede una riduzione dell'aliquota fiscale per chi possiede una sostanza imponibile di oltre 2,8 milioni di franchi e dal 2020 una riduzione anche per le persone fisi-che con imponibile dai 1,38 milioni. Sono previste riduzioni dell’imposta sul capitale per le start-up, esonero dell’imposta immobiliare minima, esenzione dell’imposta di donazione e degli investimenti fatti da persone fisiche in una start-up; per le persone giuridiche che conseguono utili l’esenzione parziale o totale dell’imposta sul capitale. L’ammanco totale per Cantone e Comuni sarà di 52,5 milioni di franchi: 30,1 per il Cantone e 22,4 per i Comuni.

    Il Consiglio di Stato per mitigare queste perdite ha stabilito di modificare le condizioni per l’esonero dell’imposta minima e l’aumento dell’imposizione parziale dei dividendi al 70%. Con queste misure l’impatto finale annuo dal 2020 è stimato a 22,1 milioni di franchi per il Cantone e 16,2 milioni di franchi per i Comuni.

    [1] Noam Chomsky, Ottimismo (malgrado tutto), Capitalismo, impero e cam-biamento sociale, Ed. Ponte Alle Grazie, 2017.

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

  • 16

    Politica fiscale

    Matteo PronziniDeputato in Gran Consiglio del Movimento per il Socialismo (MPS)

    In Ticino si sta creando una pericolosa frattura sociale e gli sgravi e le presunte misure “sociali” proposte dal Governo e dal Parlamento non faranno che peggiorare la situazione

    Riforma fiscale, il grande imbroglio!

    alla volta, nella speranza che la cittadinanza non si accorga dell’impatto globale.

    È lo stesso Consiglio di Stato a definire la riforma una “prima tappa di un percorso di rinnovamento del sistema fiscale cantonale che tiene conto dell’evoluzione della realtà fiscale internazionale e federale”. Facile, quindi, immaginare che questo “rinnova-mento” porterà ad una ripartizione della ricchezza ancora più iniqua. Quale sarà la fattura finale che peserà sulle casse pubbliche: 100 milioni di franchi? Di più?

    Vista la situazione sociale in cui si trova il Ticino, dove disoc-cupazione, sottoccupazione e precariato sono in continuo aumento e dove sempre più famiglie faticano ad arrivare a fine mese, definire la tassazione delle imprese e dei ricchi “gli ambiti più critici e prioritari” è davvero un affronto alla mag-gioranza della popolazione!

    In Ticino il tasso di povertà ha raggiunto il 17,3%, contro il 7% in media nazionale e quasi una persona su tre è a rischio di povertà. Se il 24% delle economie domestiche non paga imposte è perché non guadagna abbastanza per pagarle! È su questo fronte che si dovrebbe agire invece di procedere a ulteriori sgravi per i ricchi e le grandi aziende.

    La fiscalità che ci descrivono come “sociale” non ha ridotto le disuguaglianze, anzi. In Ticino si sta creando una perico-losa frattura sociale e gli sgravi e le presunte misure “sociali” proposte dal governo e dal parlamento non faranno che peggiorare la situazione.

    La Riforma cantonale sociale e fiscale presentata dal Consiglio di Stato il 18 settembre scorso non è altro che una serie di sgravi fiscali per le imprese e i contribuenti più ricchi. L’effetto sarà una mancata entrata nelle casse pubbli-che di 52,5 milioni di franchi (30,1 per il Cantone e 22,4 per i Comuni). Per le cd. misure “sociali” contenute nella riforma né il Cantone, né i datori di lavoro verseranno un franco in più. Il Messaggio del Consiglio di Stato è chiaro: la riforma è “neutrale” sia per le casse cantonali che per le aziende.

    Negli ultimi anni, Governo e Parlamento hanno tagliato 50 milioni di franchi di aiuti per gli assegni di prima infanzia e integrativi e di sussidi ai premi di cassa malati. Dietro ai sacrifici imposti alla maggioranza della popolazione c’era un disegno preciso: risparmiare per poi concedere sgravi ai milionari e alle grandi imprese.

    Non è un caso che proprio nell’anno in cui i conti del Cantone tornano in equilibrio e il debito pubblico segnerà una diminu-zione, il Governo avanzi un importante progetto di sgravi fiscali.

    È a questo obiettivo che si lavorava da anni, da quando il pareggio dei conti è diventato l’obiettivo politico della legisla-tura. Avanzato già da Laura Sadis, seppur con un più ampio orizzonte di realizzazione, è poi stato ripreso da Christian Vitta e con lui da tutto il Governo e dai Partiti che ne fanno parte.

    I progetti per raggiungere questo obiettivo avrebbero dovuto far parte della “road map” della quale a lungo si è discusso. Poi hanno preso una dinamica autonoma: ma nessuno ha mai rimesso in discussione, né lo fa ora, questo obiettivo del pareggio dei conti e di un contenimento del debito pubblico.

    E questo è solo l’inizio: il Consiglio di Stato ha già in cantiere altre due riforme fiscali per i prossimi anni. I 50 milioni di franchi sono, quindi, solo la prima tappa di una serie di regali fiscali destinati sempre e solo ai soliti pochi.

    Governo e Parlamento cantonali adottano la tradizionale “tattica del salame”: sgravi dopo sgravi, introdotti poco

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

  • 17

    Politica fiscale

    Massimiliano AyDeputato in Gran Consiglio per il Partito Comunista

    All’ipotesi di diminuire l’aliquota sull’imposta per il patrimonio, il Partito Comunista risponde con la “Tassa dei Milionari”

    La giustizia fiscale messa al bando

    abbiamo dovuto prendere atto della diminuzione dell’aliquota sull’imposta sulla sostanza: esattamente l’opposto del “cavallo di battaglia” del Partito Comunista, ossia la cosiddetta “Tassa dei Milionari”, una legge patrimoniale che, in modo progres-sivo, chiami a dare un contributo quella minima parte della popolazione residente che dispone di patrimoni superiori al milione di franchi.

    Senza contare lo “scudo fiscale” che comporta una perdita di due milioni per il Cantone e tramite il quale le imposte su sostanza e reddito non potranno superare il 60% dei redditi della persona: una distorsione bella e buona della progressività naturale, che nei casi limite può essere oltretutto già risolta dai tribunali. Proprio sulla progressività, peraltro, torneremo prossimamente con due proposte in Gran Consiglio: si tratta di un principio base – liberale ben prima che marxista – ma che ormai risulta un ostacolo a chi ragiona solo in termini di profitto privato.

    E in tutto questo contesto ben si comprende che il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) rilanci sulla necessità di investire negli aiuti allo studio. Dopo aver tagliato sulle borse di studio non sono effettivamente tollerabili “regali” fiscali a chi non ne ha bisogno. In un periodo in cui si parla di equilibrio dei conti e di pareggio di bilancio è del tutto inopportuno avanzare tali riforme, poiché la storia recente del nostro Cantone mostra come i buchi finanziari portano inevitabilmente a tagli nel sociale e nella scuola pubblica. E prima del ceto medio, a soffrirne saranno le classi sociali ben più modeste, poiché prima dell’aumento del moltiplicatore, i partiti di centro e centro-destra promuoveranno con grande probabilità tagli alle prestazioni sociali.

    Nella discussione interna al Partito Comunista relativa alla riforma cantonale fiscale e sociale abbiamo ampiamente analizzato la questione. Non vi sono stati dubbi sulla necessità del referendum, ma abbiamo seriamente tentato di indivi-duare nella proposta approvata dal parlamento gli aspetti tendenzialmente positivi.

    Ad esempio, si è tenuto conto del fatto che le misure previste per le start-up potessero sottendere un certo orientamento strategico allo sviluppo economico del Cantone, potenzial-mente quindi interessante anche dal nostro punto di vista atto allo sviluppo delle forze produttive. Tuttavia, in questo caso, la riduzione dell’imposta sul capitale dall’1,5‰ allo 0,01‰, che va di pari passo con la defiscalizzazione di chi vi investe, ci è subito apparsa esagerata, anche perché start-up non significa sempre innovazione ed eccellenza: ai comunisti interessa l’economia reale e traduciamo il concetto di “alto valore aggiunto” con la produzione destandardizzata di un bene che possa rappresentare un unicum, strategicamente competitivo all’interno della nuova configurazione globalizzata del mer-cato mondiale. Non si può però dire che tutte le start-up che sorgono in Ticino corrispondano automaticamente a ciò. Anzi non siamo così ingenui da non capire che le aziende più ricche trovano metodi per approfittarne, ad esempio creando esse stesse delle start-up a loro sottoposte. Rimaniamo, comun-que, convinti che la promozione economica non possa ridursi agli incentivi fiscali, ma debba estendersi a una strategia di sviluppo economico cantonale, che comprenda ad esempio la creazione di cluster industriali con standard sociali e innovativi elevati.

    Per le persone giuridiche, pur riconoscendo come positivo l’inasprimento dell’imposizione sui dividendi (la cui imposi-zione parziale andrebbe però soppressa completamente), abbiamo ritenuto centrale la misura che computa nell’im-posta sull’utile anche quella sul capitale: le aziende saranno così assoggettate soltanto alla più elevata delle due. Si tratta insomma di uno sgravio fiscale importante, che porterà a una diminuzione di 12 milioni di franchi al Cantone e di 9 milioni di franchi ai Comuni. Per quanto concerne le persone fisiche

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

  • 18

    Politica fiscale

    Franco MarinottiPresidente dei Verdi liberali del Ticino

    Misure per una società avanzata

    La fiscalità come processo di generazionedi ricchezza

    cultura, ed il tutto come al solito farcito da una serie di sta-tistiche a supporto, estrapolate ad hoc, che si contraddicono puntualmente dall’oggi al domani le une con le altre senza dare una visibilità completa del problema per poter aiutare a formulare un indirizzo decisionale agli elettori ed una chiave di svolta alle problematiche in questione per chi deve poi dare il suo consenso in una direzione o l’altra.

    Non ho riscontrato nessuna parvenza di fiscalità moderna ed incentivante che non utilizzi le proprie leve ed i progressi che raggiunti in questa dottrina economica in via sanzionatoria ovvero per trasferire da un ceto all’altro una ricchezza che, poi, non sempre c’è in termini reali e duraturi come si vor-rebbe far credere.

    Proposte, invece, tipiche di una società sussidiata, senza crite-rio e pensate solo ai fini di sanare i buchi di una gestione fuori controllo dell’affare pubblico e di una scontentezza sociale che rasenta l’impossibile, ma che dovrebbe, invece, essere l’ingranaggio moderno ed efficiente per conferire a lungo ter-mine gli strumenti di responsabilità ad una società avanzata e complessa che deve affrontare i grossi cambiamenti epocali.

    Il prelievo fiscale in quanto tale non dovrebbe essere solo uno strumento di “tesoreria” e, di per sé, di ridistribuzione puntuale, ma il mezzo per facilitare la strutturazione di un sistema economico sano nel quale i processi redistributivi si inneschino automaticamente senza la necessità di interventi puntuali e che possa creare occupazione in quei rami d’attività utili alla collettività, lo predichiamo da anni noi verdi liberali.

    Sanando solo le lacune, e non bonificando la struttura, le lacune torneranno a manifestarsi di lì a poco, minando il con-cetto ridistributivo della proposta: intanto, però, si è prelevato o concesso creando inutili storture del sistema.

    È l’economia che deve ripartire, che deve poter generare reddito disponibile alla spesa, e per farlo necessitiamo di riforme serie che reindirizzino e incentivino l’occupazione verso le nuove forme di produzione: ci vuole formazione,

    Il ruolo della fiscalità in una società avanzata costituisce tema molto caro ai verdi liberali che, a mio avviso, non deve per forza di cose essere indirizzato alla ricerca della competitività fiscale locale rispetto al resto del Paese, bensì deve riuscire a facilitare o reindirizzare quei processi che permettono la creazione di aree economiche di eccellenza fortemente strutturate, efficienti ed attrattive per lo sviluppo futuro di nuove attività basate sull’efficienza produttiva di qualità e sulla creazione di valore aggiunto. Questo non solo per gli azionisti, ma anche, e soprattutto, per il territorio, in grado di generare ricchezza locale costante nel tempo ed innescare poi tutti quei processi redistributivi che vengono da sé in una società matura che mira al benessere collettivo ed in esso si integra.

    L’attrattività territoriale in termini fiscali non si guadagna né viene misurata sulla base di poche percentuali di sconti fiscali concessi a chi, per lo più, non opera nell’interesse della collettività che lo ospita: la si perde in assenza di una certezza politica generalizzata, di solidità legislativa che dia le necessa-rie sicurezze e di visioni certe sulle capacità di una comunità di sostenere mediante misure adeguate e coerenti, lo sviluppo futuro in termini di gestione del territorio, di mobilità, di ambiente, di infrastrutture.

    Per far questo occorrono dialogo, concertazione, condivisione di idee e metodologie applicative, aperture e confronti a tutto tondo, ma vedo solo compartimenti stagni, volo a vista e senza un’idea di dove si voglia arrivare.

    Ho potuto leggere, di converso, una serie di articoli con-tenenti posizioni provenienti da tutte le aeree politiche, e, nuovamente, mi sono imbattuto in una serie di teorie e di scontri ideologici/partitici che vanno nella mera direzione di ottenere un sì o un no dal Popolo, proponendo ricette “tam-pone” disorientanti ed a breve termine, prive di reali visioni, di serie e fattibili misure accompagnatorie nel lungo periodo, che non vogliano tentare di rimediare a decisioni affrettate e senza pianificazione prese poco prima, di piani industriali e di impiego rispettosi del territorio e della sua gente e della sua

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

  • 19

    Politica fiscale

    scuola, questo può fare la fiscalità, non rimpinguare le casse delle aziende tanto per dare contentini qua e là a scapito di chi fatica.

    Questa in prossima votazione – ahimè – più che di riforma, sa di pura accondiscendenza a quei centri di interesse e di potere finanziario, economico ed imprenditoriale, ora sempre più lontani dall’economia reale, che dalla politica non accettano più regole, anche perché al momento non è in grado di darle in quanto in cerca di consensi, ma dettano loro le condizioni e impongono le loro soluzioni, che non danneggiano solo le classi meno abbienti e più a rischio, prive ormai di accesso ad una socialità che garantisca i minimi di dignitosa sopravvi-venza, ma anche il potere economico stesso, mettendo così a repentaglio quel motore di generazione economica basilare per far ripartire il benessere sociale allontanando lo spettro di una continua erosione dei redditi disponibili in tasca ai citta-dini, che blocca la predisposizione ai consumi.

    In Ticino, rischiamo seriamente di perdere il treno che, di conseguenza, finirà per far perdere di attrattività anche quel tanto decantato nostro sistema svizzero che ha così forte-mente contribuito al benessere di tutti sino ad oggi, ma che senza una seria presa di coscienza farà scegliere alternative di residenza a molta gente, ma questo non di certo a causa delle aliquote in più o in meno o regalie varie per calmare le acque distribuite a seconda delle esigenze.

    Scrivo ciò da liberale convinto e, purtroppo, questa situazione di stallo mi rattrista e mi inquieta di continuo, indipendente-mente da che vinca il sì o il no nelle urne.

    Edizione speciale: votazione cantonale del 29 aprile 2018

    I. IntroduzioneII. La riduzione dell’onere fiscale sulla sostanza delle persone fisicheA. La riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sulla sostanzaB. Introduzione del freno all’imposta sulla sostanza

    III. La riduzione dell’onere fiscale sul capitale delle persone giuridicheA. Introduzione del computo parziale dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitaleB. Introduzione della riduzione per partecipazione ai fini dell’imposta sul capitaleC. La riduzione dell’aliquota ordinaria sull’utile per gli investimenti collettivi in capitale con possesso fondiario diretto

    IV. Le misure riguardanti le start-upA. La riduzione dell’aliquota dell’imposta sul capitale delle società di capitali o cooperative innovative (start-up)B. L’esenzione dall’imposta di donazione per le società di capitali o cooperative innovative (start-up)C. La defiscalizzazione degli investimenti effettuati da persone fisiche nelle società di capitali o cooperative innovative (start-up)

    V. Le misure di compensazione finanziariaVI. ConclusioniI. I contribuenti sostanziosi e le aziende scappano? No, raddoppiano! Una riforma inutileII. Con mancati introiti per lo Stato peggiorano le condizioni quadro. Una riforma dannosaI. Il patto politico fiscale-socialeII. Legge tributaria e leggi sociali congiunteIII.Una via diversa dal passatoIV. Colmare il ritardo del Ticino nella parità