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CIPUR notizie Periodico di informazione dibattito e proposta sulla didattica e la ricerca universitaria Direttore responsabile: Paolo Manzini Direttore Editoriale: Alberto Incoronato Numero 46 14 luglio 2005 Il nostro collega Francesco Sorrentino non è più con noi Il Consiglio Centrale del C.I.P.U.R., Coordinamento Intersedi Professori Universitari di Ruolo, partecipa al lutto della famiglia per la scomparsa del caro Collega, Ch.mo Prof. Francesco Sorrentino, Presidente della Sede dell’Ateneo di Catania, Direttore della redazione di Università Oggi, componente della Giunta Nazionale e grandissimo amico. N el difficile mestie- re di vivere si deve mettere in conto anche la scomparsa di un amico. E pur con questa consapevolezza quando l’evento si verifi- ca il colpo é difficile da incassare. Ho conosciuto Francesco Sorrentino nell’ambito della nostra associazione e con lui ed altri, del CIPUR, si è condiviso un impegno per un’univer- sità migliore e capace di competere alla pari con quella dei paesi indu- striali avanzati. Università Oggi ha avuto in Francesco un eccellen- te Direttore Editoriale che è riuscito a fare del nostro periodico uno strumento importante di discussione, elaborazio- ne e confronto nel pano- rama della stampa di set- tore. Nei numerosi incontri che in questi anni il Presidente Nazionale ed io abbiamo avuto con i politici di maggioranza e opposizione abbiamo riscontrato sempre un positivo apprezzamento per Università Oggi. L’impegno di Francesco nella direzione del nostro periodico è stato anche efficace nel porta- re nuove adesioni al CIPUR: è capitato di essere contattati telefoni- camente da chi avendo letto il nostro periodico informava di aver deciso di iscriversi al CIPUR. Per la famiglia del CIPUR si apre un diffici- le periodo di transizio- ne: dobbiamo imparare a fare a meno di Francesco. Per chi scrive, che su mandato della Giunta assume la Direzione Editoriale pro tempore fino al prossimo Consiglio Centrale, la difficoltà è ancora mag- giore ma, come amava dire Francesco, il giorna- le è anche dei lettori e, pertanto, conto anche sulla vostra collaborazio- ne per portare a termine questo impegno cercan- do di mantenere il livello a cui lo aveva portato Francesco. Alberto Incoronato Ci ha lasciato un grande direttore e un grande amico Grazie Direttore N on è facile dare l’estremo saluto al proprio Maestro, quando Egli, presentando un tuo libro, ti ha defini- to non allievo, bensì “un amico più giovane col quale si sono trascorsi tanti anni in stretta comunione spiri- tuale”. Queste brevi parole scritte nel settembre del 1998, da sole, delineano il tratto principale di Francesco Sorrentino, la pro- fonda nobiltà d’animo. Dopo anni di consumata esperienza comunicativa spesa tra lezioni, conferenze, congressi e dibattiti, Francesco Sorrentino è tutt’oggi l’unica persona, la cui presenza nell’aula dove mi accingo a parlare, in grado di suscitare in me l’ansia di non essere all’altezza dei suoi desi- derata, di far brutta figura! Un modello, certamente, per me, per tanti; i suoi ragazzi degli anni ’70, cui seguirono quelli degli ‘80, ‘90 e così via sino ad oggi. Un modello di uomo, innanzi tutto! Rispettoso delle idee non condivise, pronto ad ascoltare tutti, aperto al dialogo, sempre disponibile, garante della libertà di tutti; solo la malafede lo irritava e lo addolorava! Di grande apertura d’animo, solare, ricercava sempre le medesime qualità negli amici; tantissimi, di antica data e profondi valori, coi quali ha condiviso momenti lieti e meno lieti. Allegro, amante della vita, intellettualmente esuberante sì da apparire talvolta eccessivamente caustico e pungente nelle affermazioni, era profondamente riservato nei senti- menti, tanto da sembrare schivo. In effetti era soltanto pro- fondamente geloso dei propri sentimenti e timido nel mani- festarli. Tuttavia, quando decideva che ciò accadesse si approdava ad una profonda comunione spirituale, assoluta, totale. Con la moglie e i figli, con gli amici, con colleghi e allievi, con me. Un modello di medico! Ha vissuto l’epoca delle grandi innovazioni della tecnologia biomedica, le ha governate, le ha utilizzate, opponendosi strenuamente, però, alla possibilità che la Medicina divenis- se mero tecnicismo; per questo talvolta non fu compreso! Dobbiamo curare i malati, soleva ripetere, non i risultati delle loro analisi. Un modello di didatta! Credeva nel magistero dell’arte medica fino all’inverosimile; quotidianamente riempiva di contenuti reali l’aforisma (spesso vuoto) “nel superiore interesse degli studi”. Per lui significava “nel superiore interesse degli studenti!Di questo molte generazioni di studenti gli sono e gli saran- no grati. I pregi, se mai ve ne sono, del mio essere medico sono merito suo. I tanti difetti sono dovuti al mio non aver- lo capito a fondo… ciao Maestro! Giuseppe Maria Andreozzi Antonio Sorrentino durante la cerimonia funebre ha ricordato il padre con questi versi. Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. (Eugenio Montale, Satura, Xenia II) È per me una cosa difficile trovarmi a scrivere di Francesco Sorrentino, io, il più tecnico e letterariamente meno dotato dei collaboratori di Università oggi, quello per cui una tabella di dati ed un diagramma sono letteratura. Ma sarà il collega, il collabora- tore e l’amico a scrivere brevi parole, non mi sento all’altezza dell’eulogia che ci si aspette- rebbe dal Presidente Nazionale del CIPUR. Mi pare strano che mi manchi il suo appoggio, il suo suggeri- mento, il suo cortese chieder- mi, dopo che gli avevo inviato un articolo, se ero veramente sicuro che volevo scrivere una certa cosa: sempre cortese, tranquillo, riusciva a mediare fra l’alto livello che aveva sapu- to imporre al giornale del CIPUR e le modeste cose che riuscivo, spesso tardi, a inviar- gli e poi magari a modificarle dopo che ne aveva ideato già l’impaginazione. Non ricordo di averlo visto mai adirato con me, talvolta è rima- sto, forse, deluso da qualche mia presa di posizione che lui non condivideva, anche per la diversità di area ideologica, diversità che però non ha mai intaccato né i nostri rapporti personali, né la sincera ed effi- cace collaborazione che ha accompagnato gli anni che ci hanno visto insieme, direttore editoriale lui, direttore respon- sabile io, con il fortunato record di non aver mai dovuto chiede- re modifiche di un numero del giornale. Eppure Francesco era riuscito nell’impresa di trasfor- mare quello che era essenzial- mente il battagliero foglio di agitazione del nostro predeces- sore in un periodico di informa- zione e riflessione sui temi dell’Università, diffuso ed apprezzato anche fuori della nostra Associazione. Spesso abbiamo scherzato su come lui, siciliano totale, doves- se tenere a freno in me quell’ot- tavo di sangue catanese che mi faceva ribollire nel progettare qualche scritto, ma dopo una breve telefonata mi riconduce- va nelle linee di quella che con- sidero una delle sue massime qualità, la signorilità: nessuno mi può contraddire nell’affer- mazione che Ciccio era un grande signore. Non era certo un debole, anche se preferiva la mediazione alla opposizione, ma quando serviva aveva la forza che gli derivava dalla sicurezza delle proprie idee e dalla certezza che si stava muo- vendo nel giusto. C’è chi si è stupito che nella partecipazione al lutto che ho fatto pubblicare a nome del CIPUR avessi scelto di usare per il nostro caro amico il titolo formale di Chiarissimo Professore: ebbene, debbo con- fessare di averlo fatto non con l’idea di portare lustro alla sua figura, che certo non ne aveva bisogno, ma forse perché fossi- mo noi, sui colleghi, a ricevere lustro essendogli associati nel- l’immagine di professori uni- versitari. Anche per questo, grazie, Ciccio. Paolo Manzini Ciao Maestro! Spedizione in abbonamento postale Art. 2 co 20 lett. C) L. 662/96.-DCB Umbria

Numero 46 14 luglio 2005 Il nostro collega Francesco Sorrentino …E0Oggi/UNIVERSITA%20OGGI%20n46.pdf · 2010-11-22 · famiglia per la scomparsa del caro Collega, Ch.mo Prof. Francesco

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CIPUR notizie

Periodico di informazione dibattito e proposta sulla didattica e la ricerca universitaria

Direttore responsabile: Paolo ManziniDirettore Editoriale: Alberto Incoronato

Numero 46 14 luglio 2005

Il nostro collega Francesco Sorrentino non è più con noiIl Consiglio Centrale del C.I.P.U.R., Coordinamento Intersedi Professori Universitari di Ruolo, partecipa al lutto dellafamiglia per la scomparsa del caro Collega, Ch.mo Prof. Francesco Sorrentino, Presidente della Sede dell’Ateneo diCatania, Direttore della redazione di Università Oggi, componente della Giunta Nazionale e grandissimo amico.

Nel difficile mestie-re di vivere sideve mettere in

conto anche la scomparsadi un amico. E pur conquesta consapevolezzaquando l’evento si verifi-ca il colpo é difficile daincassare. Ho conosciuto FrancescoSorrentino nell’ambitodella nostra associazionee con lui ed altri, delCIPUR, si è condiviso unimpegno per un’univer-sità migliore e capace dicompetere alla pari conquella dei paesi indu-striali avanzati.Università Oggi ha avutoin Francesco un eccellen-te Direttore Editorialeche è riuscito a fare delnostro periodico unostrumento importante didiscussione, elaborazio-ne e confronto nel pano-rama della stampa di set-tore. Nei numerosi incontri

che in questi anni ilPresidente Nazionale edio abbiamo avuto con ipolitici di maggioranza eopposizione abbiamoriscontrato sempre unpositivo apprezzamentoper Università Oggi.L’impegno di Francesconella direzione delnostro periodico è statoanche efficace nel porta-re nuove adesioni alCIPUR: è capitato diessere contattati telefoni-camente da chi avendoletto il nostro periodicoinformava di aver decisodi iscriversi al CIPUR.Per la famiglia delCIPUR si apre un diffici-le periodo di transizio-ne: dobbiamo impararea fare a meno diFrancesco. Per chi scrive, che sumandato della Giuntaassume la DirezioneEditoriale pro temporefino al prossimo

Consiglio Centrale, ladifficoltà è ancora mag-giore ma, come amavadire Francesco, il giorna-le è anche dei lettori e,pertanto, conto anchesulla vostra collaborazio-

ne per portare a terminequesto impegno cercan-do di mantenere il livelloa cui lo aveva portatoFrancesco.

Alberto Incoronato

Ci ha lasciato un grande direttore e un grande amico

Grazie Direttore

Non è facile dare l’estremo saluto al proprio Maestro,quando Egli, presentando un tuo libro, ti ha defini-to non allievo, bensì “un amico più giovane col

quale si sono trascorsi tanti anni in stretta comunione spiri-tuale”.Queste brevi parole scritte nel settembre del 1998, da sole,delineano il tratto principale di Francesco Sorrentino, la pro-fonda nobiltà d’animo. Dopo anni di consumata esperienzacomunicativa spesa tra lezioni, conferenze, congressi edibattiti, Francesco Sorrentino è tutt’oggi l’unica persona, lacui presenza nell’aula dove mi accingo a parlare, in grado disuscitare in me l’ansia di non essere all’altezza dei suoi desi-derata, di far brutta figura!Un modello, certamente, per me, per tanti; i suoi ragazzi deglianni ’70, cui seguirono quelli degli ‘80, ‘90 e così via sino adoggi.

Un modello di uomo, innanzi tutto!Rispettoso delle idee non condivise, pronto ad ascoltaretutti, aperto al dialogo, sempre disponibile, garante dellalibertà di tutti; solo la malafede lo irritava e lo addolorava!Di grande apertura d’animo, solare, ricercava sempre lemedesime qualità negli amici; tantissimi, di antica data eprofondi valori, coi quali ha condiviso momenti lieti e menolieti.Allegro, amante della vita, intellettualmente esuberante sìda apparire talvolta eccessivamente caustico e pungentenelle affermazioni, era profondamente riservato nei senti-

menti, tanto da sembrare schivo. In effetti era soltanto pro-fondamente geloso dei propri sentimenti e timido nel mani-festarli. Tuttavia, quando decideva che ciò accadesse siapprodava ad una profonda comunione spirituale, assoluta,totale. Con la moglie e i figli, con gli amici, con colleghi eallievi, con me.

Un modello di medico!Ha vissuto l’epoca delle grandi innovazioni della tecnologiabiomedica, le ha governate, le ha utilizzate, opponendosistrenuamente, però, alla possibilità che la Medicina divenis-se mero tecnicismo; per questo talvolta non fu compreso!Dobbiamo curare i malati, soleva ripetere, non i risultatidelle loro analisi.

Un modello di didatta!Credeva nel magistero dell’arte medica fino all’inverosimile;quotidianamente riempiva di contenuti reali l’aforisma(spesso vuoto) “nel superiore interesse degli studi”. Per luisignificava “nel superiore interesse degli studenti!”

Di questo molte generazioni di studenti gli sono e gli saran-no grati. I pregi, se mai ve ne sono, del mio essere medicosono merito suo. I tanti difetti sono dovuti al mio non aver-lo capito a fondo…

ciao Maestro!Giuseppe Maria Andreozzi

Antonio Sorrentino durante la cerimonia funebreha ricordato il padre con questi versi.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr’occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.

(Eugenio Montale, Satura, Xenia II)

Èper me una cosa difficiletrovarmi a scrivere diFrancesco Sorrentino, io,

il più tecnico e letterariamentemeno dotato dei collaboratoridi Università oggi, quello percui una tabella di dati ed undiagramma sono letteratura.Ma sarà il collega, il collabora-tore e l’amico a scrivere breviparole, non mi sento all’altezzadell’eulogia che ci si aspette-rebbe dal Presidente Nazionaledel CIPUR.Mi pare strano che mi manchiil suo appoggio, il suo suggeri-mento, il suo cortese chieder-mi, dopo che gli avevo inviatoun articolo, se ero veramentesicuro che volevo scrivere unacerta cosa: sempre cortese,tranquillo, riusciva a mediarefra l’alto livello che aveva sapu-to imporre al giornale delCIPUR e le modeste cose cheriuscivo, spesso tardi, a inviar-gli e poi magari a modificarledopo che ne aveva ideato giàl’impaginazione. Non ricordo di averlo visto maiadirato con me, talvolta è rima-sto, forse, deluso da qualchemia presa di posizione che luinon condivideva, anche per ladiversità di area ideologica,diversità che però non ha maiintaccato né i nostri rapportipersonali, né la sincera ed effi-cace collaborazione che haaccompagnato gli anni che cihanno visto insieme, direttoreeditoriale lui, direttore respon-sabile io, con il fortunato recorddi non aver mai dovuto chiede-re modifiche di un numero delgiornale. Eppure Francesco era

riuscito nell’impresa di trasfor-mare quello che era essenzial-mente il battagliero foglio diagitazione del nostro predeces-sore in un periodico di informa-zione e riflessione sui temidell’Università, diffuso edapprezzato anche fuori dellanostra Associazione.Spesso abbiamo scherzato sucome lui, siciliano totale, doves-se tenere a freno in me quell’ot-tavo di sangue catanese che mifaceva ribollire nel progettarequalche scritto, ma dopo unabreve telefonata mi riconduce-va nelle linee di quella che con-sidero una delle sue massimequalità, la signorilità: nessunomi può contraddire nell’affer-mazione che Ciccio era ungrande signore. Non era certoun debole, anche se preferiva lamediazione alla opposizione,ma quando serviva aveva laforza che gli derivava dallasicurezza delle proprie idee edalla certezza che si stava muo-vendo nel giusto.C’è chi si è stupito che nellapartecipazione al lutto che hofatto pubblicare a nome delCIPUR avessi scelto di usareper il nostro caro amico il titoloformale di ChiarissimoProfessore: ebbene, debbo con-fessare di averlo fatto non conl’idea di portare lustro alla suafigura, che certo non ne avevabisogno, ma forse perché fossi-mo noi, sui colleghi, a riceverelustro essendogli associati nel-l’immagine di professori uni-versitari. Anche per questo,grazie, Ciccio.

Paolo Manzini

Ciao Maestro!

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N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 2

Per Francesco Sorrentino

Caro Francesco

E’ molto difficile ricordare ame stesso ed ai tanti soci lafigura del nostro Presidentedi sede con il senso di vuotoche la scomparsa diFrancesco Sorrentino halasciato nel mio animo. Machi come me ha avuto l’onoredi poter collaborare con luiper decenni in un rapporto difraterna amicizia non puònon accusare tutta la durezzadell’evento, per quanto noninatteso. Certo il coraggio e laforza interiore con cui haaffrontato il male inesorabileche negli ultimi anni lo avevacolpito continuando conimmutata dedizione la suasplendida attività scientifica,didattica ed organizzativa ciaveva illuso di potere godereancora della sua guida illu-minata. Perché è proprioquesta, guida illuminata, laqualificazione più idonea chesi può attribuire all’attivitàche Francesco ha svolto intutti i campi in cui si è impe-gnato.E’ così che lo ricordano gene-razioni di allievi, sia afferma-ti professionisti sia giovani infase di formazione; ed è cosìche lo ricordiamo i soci delCIPUR. Per noi è stato moltopiù che un burocratico presi-dente: con la estrema signori-lità del carattere, ma con laforza di una profonda cultu-ra a tutto campo ha avutosempre un ruolo fondamen-tale nel diffondere e, quandoè stato possibile, nell’affer-mare le idee e i principi por-tati avanti dalla nostra asso-

ciazione. Per tutto va in parti-colare ricordato il suo fonda-mentale contributo, qualemembro del S.A.I.., allo statu-to della università di Catania,uno dei più avanzati incampo nazionale, per nonparlare del generale apprez-zamento al nostro organo distampa da lui diretto e cui siè dedicato fino agli ultimigiorni di salute che la vita gliha concesso. Temo che sconfinerei nellaretorica se tentassi di dareespressione verbale ai mieisentimenti di stima e di affet-to per Francesco Sorrentino,né credo farei cosa a lui gra-dita, schivo e riservatocom’era, se mi dilungassi inannotazioni biografiche chealtro non potrebbero essereche ammirato ricordo dellasua grande statura di uomo,di scienziato e di medico; misembra quasi di sentire i suoiaffettuosi rimbrotti per laprolissità dei miei interventiin assemblea e credo che nonaggiungerei nulla alla natu-rale stima, ammirazione edamicizia da lui suscitata inquanti hanno avuto modo diconoscerlo personalmente.Lontano dai clamori di unmondo la cui decadenza eraper te causa di sofferenza e didelusione, riposa nella pacedei giusti accompagnato dalnostro ricordo di Maestro divita e di scienza ormai fuoridal tempo, ma sempre vivonella nostra stima ed amici-zia, caro Francesco!

Giuseppe Burrafato

...come tuoi allievi, come tuoicarissimi allievi, siamo tuttiqui riuniti per salutarti, perringraziarti e per dirti che tiporteremo sempre nei nostricuori.D’altronde non è possibilescordarsi di chi, nel nostrodifficile mondo, ci ha inse-gnato, prima ancora che adessere buoni meddici, adessere uomini corretti, degliuomini giusti e misericordio-si proprio nel momento in cui“penetriamo” nel difficilemondo dell’ammalato ilquale , proprio perché tale, ciapre tutte le sue “porte” ed ètotalmente indifeso.In questo difficile momento cihai fatto capire che noi pos-siamo curare,o dare aiuto, siacon le regole e i protocollidella Medicina sia, e soprat-tutto, con le leggi non scrittedel nostro cuore. Ed è impor-tante vedere come il viso diun ammalato, in uno dei suoimomenti più difficili, spessosi “illumina” quando glistringiamo la mano, gli acca-rezziamo la fronte, lo guar-diamo con un sorriso.Ecco questo è l’aspetto, il

primo aspetto, che ha colpitotutti noi quando, anni addie-tro, iniziammo a frequentareil tuo reparto e a vedertiall’opera. Ci è rimastaimpressa questa figura diuomo così signorile, che par-lava con l’ammalato stringen-dogli la mano. Non lo abbia-mo più visto fare a nessuno.Riteniamo essere stata unafortuna per noi avere incon-trato, proprio mentre inizia-vamo a muovere i nostriprimi ed incerti passi nelmondo della Medicina, unuomo, il ProfessoreSorrentino, che ci invitava edinsegnava a vedere con gran-de rispetto il dolore dell’ani-ma prima ancora che le pia-ghe del corpo. Con grandeamore, dedizione e pazienzaè riuscito a farci capire cheanche noi potevamo tirarefuori dal nostro cuore tantocoraggio e tanto amore datrasmettere a chi soffre, senti-menti senza i quali, l’eserciziodella Medicina diventa mec-canico e sterile.In questo impossibile nonpensare a Socrate che conl’esercizio della Maieutica

tirava fuori e metteva in risal-to le doti migliori dei suoiallievi.Noi non sappiamo se siamoriusciti o riusciremo nel tuointento, se sapremo tirarefuori il “cuore” nei momentipiù difficili e drammaticidella nostra professione, masappiamo di certo che se nonti avessimo incontrato nonavremmo saputo nemmenodove cercarlo.Proprio per questo per noi seistato, sei e sarai la figura delProfessore , del Maestro e ,perché no,…del Padre affet-tuoso.Ecco perché noi possiamoringraziarti per gli insegna-menti di Medicina che ci haitrasmesso, e tutti riconoscia-mo in te la figura di un gran-de Maestro, ma non ci sonoparole che possono renderel’idea di quanto Ti siamograti per aver tentato di faredi noi dei “buoni uomini”prima che dei ”buoni medi-ci”.Caro Professore, noi allievi tisalutiamo allora con unadelle tue poesie preferite,nella quale si rispecchia la

filosofia di vita dell’uomolibero e giusto che sei stato.

E ognuno possa cantareSpero che sboccino fiori rossipurpurei, che ci sia molto ventod’estate, poca pioggia in invernoSpero che l’amore non vengaderiso e chi cade venga aiutato arialzarsiSpero che esista la compassionenei cuori e chi si sente triste nonvenga umiliato con rimproverima possa ricevere qualche consolazione.Spero che chi vuole attingereacqua dal vasto mare del sapere

non trovi ostacoliSpero che ognuno possa cantareliberamente e nessuno gliimponga la sua canzone, la suaregola e le sue scelte

Un bacio affettuoso dai tuoiallievi caro Professore eMaestro di vita FrancescoSorrentino.

Catania, chiesa di Cristo Re, 23. 04. 2005

Dr A. De Luca

Caro Professore Sorrentino... …. E ogni desiderio è cieco se manca la conoscenza, E ogni conoscenza è vana se manca il lavoro,E ogni lavoro è vuoto se manca l’amore;E quando lavorate con amore voi vincolate voi stessi a voi stessi,e l’uno all’altro, e a Dio.Che cosa è lavorare con amore?E’ tessere un panno con fili del vostro cuore come se quel pannofosse per chi voi amate.E’ costruire con affetto una casa, come se ad abitarvi dovesseesserci chi voi amate.E’ spargere i semi con tenerezza e poi raccogliere nella gioia, comese a mangiare di quei frutti dovesse essere chi voi amate. E’ impregnare tutto ciò che voi fate con un alito del vostro spirito….

[K. Gibran]

Caro Professore, con queste parole vorremo ricordaLa perquello che Lei ha fatto e per quanto ci ha lasciato.Con affetto,

Cristina e Marta Segreteria Nazionale Cipur

La condizione umana obbliga, specie con il fisiologicoaccorciarsi dell’orizzonte temporale che il vivere conducesempre più a constatare, a numerosi addii; sempre più fre-quenti e delle tipologie più varie. Molti non li registriamo,tanto sono lontani da noi o del tutto, e sono la maggioran-za, a noi non noti. Alcuni, quelli che riguardano i compo-nenti della propria famiglia, ti cambiano, obbligano a con-vivere con un dolore lancinante e inesauribile oltre che conun crescente senso di vuoto che il tempo può sopire ma noneliminare.Pochi altri, quelli che riguardano cari amici o persone danoi conosciute ed estremamente stimate, segnano profon-damente e non sono meno dolorosi dei precedenti.E’ quanto provo, e desidero esternare, per l’addio diFrancesco.Ci siamo conosciuti nell’Associazione, dibattendo diUniversità per l’Università in modo limpido, appassionatoe, forse esageratamente, disinteressato. Il sentire era lo stes-so; identici la disponibilità al servizio, l’impegno, la lealtà ela coerenza con i principi conclamati e sempre raccordaticon il divenire spesso sconfortante del sistema universita-rio.Le sue grandi capacità ci hanno dato un Foglio ben fatto,rispettato, spesso illuminante e che se qualche carenzaaveva, dipendeva dal non continuativo apporto di noi tutti,spesso tamponato con acume dai suoi scritti.Con Francesco se ne è andata un’altra parte della mia vita,gradevole per il piacere intellettuale che la sua amicizia miha dato e per il privilegio di avere potuto collaborare conlui.

Vittorio Mangione

Cari Colleghi,la scomparsa di Francesco toglie molto a tutticoloro che hanno avuto la fortuna di cono-scerlo ed apprezzarlo. Gli affetti ovviamente, per primi, ne soffrono,ma non solo quelli. La nostra Associazioneperde un collaboratore fra i più attivi e perdeun punto di riferimento per ciò che concerneun modello di serenità e compostezza intel-lettuale e professionale. Francesco era l’espressione del professoreuniversitario illuminato, coscente del signifi-

cato del ruolo chiamato ad interpretare,devoto alla sua professione, attento al rispet-to di tutti coloro che a qualsiasi titolo doveva-no o potevano intrattenere un rapporto conlui. La grande umanità di Francesco era la misu-ra della sua intelligenza così come la sua fie-rezza era la misura della sua lontananza dallostereotipo del professore universitario italia-no. Abbiamo perso un amico della cui onestàintellettuale faremo fatica a dover rinunciare.

Marcello Scalzo

Un piccolo pensiero per Francesco Sorrentino

Presentiamo sul nostro gior-nale, con sommo piacere, iltesto dell’avviso a pagamen-

to pubblicato a tutta pagina su “IlGiornale” di mercoledì 1 Giugno2005; autore: Prof. Edoardo BertiRiboli, Ordinario di Chirurgia pres-so l’Univrsità di Genova.I tempi sono evidentemente matu-ri: non è più questione di carrierema una questione di onestà moraleed intellettuale. Chi riveste unruolo nell’Università ha dei diritti,che non devono essere fraintesi con

privilegi, e soprattutto dei doveri divario tipo: in particolare, doveriprofessionali di fronte agli allievi(cultura di eccellenza da cercare dipossedere in primo luogo e,quindi,da comunicare e non tenere per sestessi), doveri morali (osservanzadelle leggi, reale e non formale)rispetto allo Stato e rispetto allapropria coscenza (e, per chi crede,di fronte a Dio). Belle parole a dirsi:ma quanto tempo abbiamo dovutoaspettare perché qualcuno (nonsuddito ma Commissario e per di

più Presidente di commissione giu-dicatrice) infine si sia ribellato almalcostume universitario imperan-te? So bene quanto è costato al Prof.Berti Riboli, materialmente e psio-cologicamente, la sua ribellioneall’arroganza del sistema!Non vorrei che si trattasse solo diun caso isolato. Una situazione di singolare ed assairara onestà professionale potrebbeoscurare il male profondo, con leinfinite magagne, che attanaglial’Università. Pertanto subito dopo

l’avviso del Prof.Berti Riboli pre-sento, come Tribuna sui concorsiuniversitari; la “Tempesta giudi-ziaria sull’Otorinolaringoiatriadell’Università di Cagliari”.Cercate di leggere fino in fondoanche se ciò comporterà un grossosforzo (ahimé, il CIPUR non puòfornire digestivi e calmanti).Buona lettura e, comunque, grazieper l’attenzione che vorrete presta-re.

Leonardo Bosi

L’Italia attualmente sta cercando inmaniera strenua di difendere lapropria economia dal vertiginosoincremento delle importazioni dapaesi extracomunitari che metteormai a repentaglio l’industrianazionale; la Cina, tuttavia, difficil-mente potrà mettere in crisi il siste-ma accademico otorinolaringoiatri-co in quanto le nostre Universitànon hanno necessità di importarepersonale docente contraffatto inquanto “sfornano” (ormai autono-mamente) falsi ProfessoriUniversitari, che – a loro volta – ten-dono a “replicarsi” come i virusinformatici.Tali “Docenti”, infatti, devono esse-re tanto simili agli originali che né ilMinistro (On. Letizia MORATTI),né il Direttore Generale (Dott.Antonello MASIA) dell’URST, né iMagnifici Rettori, che hanno ancoraattualmente in forza i “vincitori”del concorso (ormai annullato dallaCassazione Penale e dal Consigliodi Stato) a cattedre di prima fasciadi otorinolaringoiatria del 1988,hanno mai avuto la capacità néforse l’intenzione di distinguerlidagli “originali” (quelli che hannovinto concorsi regolari) prendendol’iniziativa di sospenderli dal servi-zio dal punto di vista didattico,scientifico e, soprattutto, da quelloassistenziale. Quest’ultimo aspetto,infatti, sarebbe anche di competen-za del Ministro della Salute (On.Francesco STORACE), consideratoche è attualmente e stupefacente-mente in servizio, con funzione pri-mariale, perfino il Prof. GaetanoMOTTA (II Università di Napoli), ilcui concorso sarebbe stato (il condi-zionale non sarebbe stato usato inun paese civile!) “annullato” dallaCorte di Cassazione Penale e dalConsiglio di Stato per essere statogiudicato favorevolmente da“papà” (Cfr. “Università Oggi” n°35 del 18/9/2002, n° 37 del13/3/2003, n° 38 del 24/6/2003, n°44 del 25/10/2004).Fra le varie Università italiane quel-la di Cagliari merita un’attenzionedel tutto particolare e ciò in quantol’Ateneo di tale ridente cittadina(perché la nota vicenda desta note-vole ilarità nella popolazione) tieneattualmente ancora in servizio sia ilProf. Paolo PUXEDDU (mai sospe-so dal Rettore nonostante la con-danna penale passata in giudicato)che il figlio Roberto (“vincitore” diun concorso annullato a ProfessoreAssociato).“Università Oggi” (cfr. n° 39 del10/10/2003 e n° 45 del 12/1/2005),nelle puntate precedenti (un temponelle “soap opera” di durata tem-porale limitata si faceva un breveriassunto della trama), segnalavache il Consiglio di Stato (presiedutodal Dott. Giorgio GIOVANNINI),con sentenza n° 7797/2004, avevaconfermato pienamente e definiti-vamente l’annullamento del con-

corso al posto di ProfessoreAssociato di Otorinolaringoiatria,bandito dall’Università di Cagliarie, conseguentemente, del decretodel Rettore (Prof. Ing. PasqualeMISTRETTA) del 7/8/2001, con ilquale era stato nominato il Dott.Roberto PUXEDDU; ciò facevaseguito all’esemplare sentenza (n°1068/2003) con la quale il TARSardegna (Presieduto dal Dott.Paolo TURCO) aveva dato ampia-mente ragione al Dott. Carlo COR-RADINI di Roma, Presidente disede del CIPUR per l’UniversitàCattolica del S. Cuore, che avevapresentato e sostenuto il ricorso inoggetto, difeso dagli Avv.tiSeverino D’AMORE di Roma eFrancesco FRONGIA di Cagliari.Il Magnifico Rettore dell’Universitàdi Cagliari (Prof. Ing. PasqualeMISTRETTA) è certamente personadi buon cuore, difatti oltre a nonaver mai sospeso dal servizio ilProf. Paolo PUXEDDU nonostantela sentenza penale passata in giudi-cato, ha anche evitato perfino dicensurarlo per aver, con affettopaterno, “votato” (verbale del29/1/2003) il figlio Roberto qualeDirettore della Scuola diSpecializzazione inOtorinolaringoiatria (carica tuttoraricoperta nonostante quest’ultimosia stato dichiarato decaduto dalConsiglio di Stato e l’Università diCagliari abbia in servizio il Prof.Ernesto Biagio PROTO qualeProfessore Ordinario diOtorinolaringoiatria).Sempre nell’orbita di una sanaamministrazione, la Dott. MariaBonaria PUDDU, responsabile delprocedimento del concorso di pro-fessore associato di otorinolaringo-iatria dell’Università di Cagliari,escludeva la Dott. Grazia SALER-NO (dell’Università Federico II diNapoli) dal concorso in oggettoritenendo erroneamente che la stes-sa avesse presentato troppe pubbli-cazioni in quanto il bando ne con-sentiva di acquisirne soltanto venti.La solerte funzionaria, infatti, omet-teva di leggere la domanda di par-tecipazione al concorso nella qualela candidata indicava esplicitamen-te le venti pubblicazioni delle qualichiedeva il giudizio della commis-sione ed estrometteva dalla valuta-zione comparativa la specialistapartenopea.Quest’ultima, a sua volta, chiedevaal Magnifico Rettore di parteciparealla valutazione comparativa e sivedeva rispondere dal Prof. Ing.Pasquale MISTRETTA con unosconcertante decreto (n° 1470/2003del 17/7/2003) di esclusione dalconcorso per aver presentato uneccessivo numero di pubblicazioniad un concorso peraltro ormai giàespletato ed i cui atti erano stati giàapprovati (con D.R. n° 2345 del7/8/2001). La candidata, quindi, sirivolgeva all’Avv. Francesco

FRONGIA di Cagliari e, conse-guentemente, al TAR per laSardegna che (al ricorso n°1411/2003 con sentenza n°427/2005 del 2/3/2005, depositatain cancelleria il 17/3/2005) senten-ziava in maniera favorevole allaricorrente accogliendo il ricorso edannullando il decreto rettorale (n°1470/2003 del 17/7/2003); tale can-didata, pertanto, con la citata sen-tenza veniva riammessa dalTribunale Amministrativo alla pro-cedura comparativa annullata, chedeve essere ripetuta (a meno cheeventi successivi, quali ad esempio,una “auspicata” idoneità di primafascia di un precedente vincitorenon renda “superfluo” il rifacimen-to del concorso). Ben conoscendo ilsenso della legalità che pervade ilMagnifico Rettore dell’Università(Prof. Ing. Pasquale MISTRETTA)siamo convinti che avrà provvedu-to tempestivamente ad informare ilProcuratore Capo della Repubblica(S.E. Dott. Carlo PIANA) di quantosta accadendo nell’Otorinolaringoiatria dell’Ateneo diCagliari, in maniera da far pienaluce sulla tormentata vicenda. Il Dott. Carlo CORRADINI, inoltre,in data 6/5/2005, sempre attraver-so gli Avv.ti Frongia e D’Amore, haadito un ricorso al TAR Sardegnaper l’ottemperanza della citata sen-tenza del Consiglio di Stato chedispone l’annullamento del concor-so a Professore Associato in base alquale sono entrati nel ruolo i Dott.riRoberto PUXEDDU (figlio del Prof.Paolo, Presidente dellaCommissione del Concorso“annullato” a 16 Cattedre diOtorinolaringoiatria del 1988) eAndrea GALLO (fratello delProfessore Ordinario di AnatomiaPatologica dell’Università “LaSapienza” di Roma).Attualmente tali “vincitori”, nellaloro qualità di “ProfessoriAssociati” sono entrambi candidati

a concorsi a Professore di ruolo diPrima Fascia diOtorinolaringoiatria, in itinere pres-so varie Università Italiane, dellecui commissioni fanno parte alcunicommissari “vincitori” del concor-so a cattedre del 1988 e, perfino, ilProf. Salvatore CONTICELLO(dell’Università di Torino), che èstato condannato in via definitivadalla Corte di Cassazione Penale(per abuso d’ufficio e falso ideologi-co) quale commissario del concorsodel 1988, e che è membro della com-missione per concorso a Cattedra diOtorinolaringoiatria all’Universitàdi Catanzaro; evidentemente ilMinistero competente avrà ricevutoalmeno una “lettera di pentimento”da parte di tale docente, atteso chele Sue pregresse responsabilità nonsiano più giuridicamente opinabili.La Corte Penale d’Appello diRoma, infatti, ha constatato come”…. la Commissione del concorso88, in persona dei tre commissariPezzarossa (Segretario), Puxeddu(Presidente) e Conticello ...impron-tò il suo operare a criteri del tuttoabnormi, strumentalizzando plate-almente il pubblico ufficio per con-seguire fini illeciti di soddisfazionedi interessi sfacciatamente nepoti-stici….”.Il MURST, infatti, lungi dal metteremano all’esplosiva situazionedell’Otorinolaringoiatria nazionaleha varato, nell’exploit di concorsi acattedre del mese di Maggio 2005(le ultime con “due idonei”) unavalutazione comparativa aProfessore di ruolo di prima fascia(Varese) e due di seconda fascia(Bari e Modena); manco a farloapposta Professori condannatipenalmente in Cassazione e “vinci-tori” del concorso del 1988 sonopronti – come sempre – a “votare”ed anche ad “essere votati” qualimembri di commissione, in unintreccio perverso che il Ministro(On. Letizia MORATTI) ed il

Direttore (Dott. Antonello MASIA)dell’URST continuano inconscia-mente ad alimentare (anche per lesedi che hanno chiamato concorsi aProfessore di ruolo di prima fascianella precedente tornata, diAudiologia (Messina) e diOtorinolaringoiatria (MilanoBicocca e Perugia) restando sordialle richieste del Prof. AdrianoMAZZONE (II Università diNapoli), che inutilmente chiede diessere riammesso a sostenere il con-corso a cattedre di otorinolaringoia-tria del 1988, laddove i Giudici delTAR Sardegna (sentenza n°1068/2003) fotografano la situazio-ne con un ”…vista la oggettivasituazione ambientale – ancoraoggi caratterizzata da un atteggia-mento di lassismo da parte delleautorità competenti a dar corso aipronunciati penali ed al pareredella suprema magistratura ammi-nistrativa…”.D’altronde l’1/6/2005 il Prof.Edoardo BERTI RIBOLI, Ordinariodi Chirurgia dell’Università diGenova, ha acquistato una paginaintera (pag. 18) de “Il Giornale” perdenunziare quanto avrebbe subitoin occasione di un concorso a catte-dra di chirurgia del quale avrebbefatto parte quale Presidente dellaCommissione Giudicatrice. In unarticolo del giorno successivo (apag.18) de “Il Corriere della Sera”

veniva riferito che tale docente erastato messo in pensione al compi-mento del sessantasettesimo annodi età; ciò appare sconcertante lad-dove si constati che il benemeritoProf. Paolo PUXEDDU sia ancoraattualmente in servizio avendonecompiuti l’anno scorso addiritturasettantuno. Ciò dipende dal fattoche il cattedratico genovese si com-porta “male” nelle commissioniconcorsuali? Dalla “colpa” di nonessere mai stato condannato in viadefinitiva per abuso d’ufficio e falsoideologico commessi quale com-missario di pubblico concorso? Se il Dott. Bruno VESPA “a porta aporta” si rendesse disponibile a fareuna seduta spiritica per conoscerel’opinione del Ministro dell’URST(On. Letizia MORATTI) e/o diquello della Salute (On. FrancescoSTORACE), anche al fine di dareuna risposta definitiva alle varieinterrogazioni parlamentari pre-sentate (De Notaris ed altri, Senato28/9/1995; Baiamonte ed altri,Camera 17/11/1997; Figurelli edaltri, Senato 25/11/1997 e15/6/1999; Marino e Pagano,Senato 28/11/2001; Colasio,Camera 5/11/2002), il CIPURpotrebbe stanziare i fondi per l’ac-quisto del necessario tavolino a tregambe!

Leonardo BOSI

luglio 2005Pagina 3

Tribuna sui concorsi universitari

Al ministro dell’Istruzione Università e Ricerca.Al ministro della Salute Ai cittadini onesti e silen-ziosi.Pochi mesi fa sono stato nominato presidente di commis-sione di un concorso universitario e contemporaneamentesono stato oggetto di forti pressioni da parte di un perso-naggio molto potente: voleva vincesse un suo candidato.Non avendo assecondato tale volontà da allora sono vitti-ma di gravi ritorsioni. Malgrado l’episodio sia conosciuto da moltissimi delnostro ambiente, anche persone che ricoprono ruoli dinotevole importanza, la solidarietà nei miei confronti èstata diffusa ma solo verbale: la maggioranza ha espressoil proprio sdegno e ha apprezzato il mio comportamentoma pochi, pochissimi, hanno mostrato di volersi battereper cambiare le cose, di essere liberi, di non avere paura edi non sentire quella forte dipendenza dal potere cheinvece ha caratterizzato tutti gli altri.Mi domando:era più opportuno cedere alla prevaricazione e rinun-ciare a correttezza e onestà?è questa una sorta di “mafiosità” alla quale è pericolo-so ed inutile ribellarsi?esiste in tanti settori della vita sociale e lavorativa delnostro paese?Mi hanno detto che sono un Don Chisciotte, ma pensoche se i Don Chisciotte fossero tanti qualche volta vin-cerebbero.Genova, 1° Giugno 2005

Edoardo Berti RiboliOrdinario di Chirurgia Università di [email protected]

Testo dell’avviso a pagamento pubblicato a tutta pagi-na su “Il Giornale”, pag. 18, mercoledì 1 giugno 2005

Tempesta giudiziaria sull’Otorinolaringoiatriadell’Università degli studi di Cagliari

Ulteriore sentenza di annullamento del Concorso a Professore Associato e ricorso con richiesta di giudizio di ottemperanza

SCUOLE DISPECIALIZZAZIONE

La proposta di riassetto dellescuole di specializzazione diarea sanitaria, dopo l'ultimopassaggio al ConsiglioSuperiore di Sanita', e' torna-ta sul tavolo del MinistroMoratti. Manca soltanto lasua firma, che si prevedeavvenga quanto prima e intempo per poterla applicaregia' dal prossimo anno acca-demico. Per quanto riguardala Direzione della scuola iltesto recita <Nel caso di mul-tipli settori scientifico-disci-plinari di riferimento la dire-zione della scuola e' affidataad un Professore di ruolo ofuori ruolo di uno dei settoricompresi nell'ambito delleattivita' formative caratte-riozzanti, specifico dellascuola. Per esigenze partico-lari e in via transitoria laDirezione della scuola e' affi-data ad un Professore diruolo o fuori ruolo di settorescientifico-disciplinare iden-tificato come affine, secondoquanto previsto dall'allegato"D" del D.M. 4 ottobre 2000pubblicato sulla G.U. n. 249del 24 ottobre 2000-supple-mento 175>.

LA "PARTE" MEDICADEL D.L. MORATTI

Pur rilevando la mancanza dirisorse, iI Docenti delleFacolta' di Medicina non pos-sono non apprezzare quantoviene riportato a loro riguar-do nel D.L. sul riordino dellostato giuridico dei Professoriuniversitari e dei Ricercatori,attualmente in esame nellaCommissione del Senato,dopo essere stato ampiamen-te modificato dalla Cameradei Deputati. Il motivo dellanostra soddisfazione riguar-da disposizioni legislativeche non sono state fatteoggetto di modifiche o varia-zioni come invece e' avvenu-to, nei vari passaggi parla-mentari, per la gran parte deltesto e che riguardano laretribuzione aggiuntiva, l'eta'pensionabile portata a 70anni ( come per i Docenti ditutte le Facolta') con la possi-bilita' di manenere inalteratele nostre funzioni assistenzia-li. Questa e' una grande con-quista del Cipumedicina cheda sempre ha proposto talesoluzione per by-passare leben note disposioni punitivepreviste a riguardo dalD.L.517/99. Ulteriore soddi-sfazione riguarda l'elimina-zione dei tanti e ripetutistraodinariati e l'abolizionedel fuori ruolo. Questi aspettisono trattati nell'art.3 ed inparticolare nei comma 8,9 e

10, che vengono riportati diseguito, evidenziando ingrassetto quelli che interes-sano i Docenti della Facolta'di Medicina:

Art. 38. Resta fermo, secondo l'attualestruttura retributiva, il trattamen-to economico dei professori uni-versitari articolato secondo il regi-me prescelto a tempo pieno ovve-ro a tempo definito. Tale tratta-mento è correlato all'espletamentodelle attività scientifiche e all'im-pegno per le altre attività, fissatoper il rapporto a tempo pieno innon meno di 350 ore annue dididattica, di cui 120 di didatticafrontale, e per il rapporto a tempodefinito non meno di 250 oreannue di didattica, di cui 80 dididattica frontale. Le ore di didat-tica frontale possono variare sullabase dell'organizzazione didatticae della specificità e della diversitàdei settori scientifico-disciplinari edel rapporto docenti-studenti,sulla base di parametri definiticon decreto del Ministro dell'istru-zione, dell'università e della ricer-ca. Ai professori a tempo pieno èattribuita una eventuale retribu-zione aggiuntiva nei limiti delledisponibilità di bilancio, in rela-zione agli impegni ulteriori di atti-vità di ricerca, didattica e gestio-nale, oggetto di specifico incarico,nonché in relazione ai risultaticonseguiti, secondo i criteri e lemodalità definiti con decreto delMinistro dell'istruzione, dell'uni-versità e della ricerca, sentiti ilMinistro dell'economia e dellefinanze e il Ministro per la funzio-ne pubblica. Per il personalemedico universitario resta fermolo speciale trattamento aggiunti-vo previsto per lo svolgimentodelle attività assistenziali perconto del Servizio sanitarionazionale (S.S.N.)9. Per i professori ordinari e asso-ciati nominati secondo le disposi-zioni della presente legge il limitemassimo di età per il collocamen-to a riposo è determinato al termi-ne dell'anno accademico nel qualesi è compiuto il settantesimo annodi età, ivi compreso il biennio dicui all'articolo 16 del decreto legi-slativo 30 dicembre 1992, n. 503, esuccessive modificazioni, ed èabolito il collocamento fuori ruoloper limiti di età. 10. I professori di materie clini-che attualmente in servizio man-tengono le proprie funzioni assi-stenziali e primariali, inscindibi-li da quelle di insegnamento ericerca, e ad esse complementarifino al termine dell'anno accade-mico nel quale si è compiuto ilsettantesimo anno di età, fermarestando l'applicazione dell'arti-colo 16 del decreto legislativo 30dicembre 1992, n. 503.

D.L. 503/992 Art. 16 - Prosecuzione del

rapporto di lavoro1. E' in facoltà dei dipenden-ti civili dello Stato e deglienti pubblici non economicidi permanere in servizio,con effetto dalla data dientrata in vigore della legge23 ottobre 1992, n. 421, perun periodo massimo di un

biennio oltre i limiti di etàper il collocamento a riposoper essi previsti.

DEVOLUTION NAZIONALE

NELL'APPLICAZIONEDEL D.L. 517/99

Questo aspetto negativo cideve far riflettere. Prima ditutto nel fare un'autocriticanoi, rappresentanti sindacalidella categoria, che nonsiamo riusciti a coordinarcivalidamente e concretamentee quindi a farci valere. Unpensiero va fatto anche pertutta la Docenza universitariache risulta essere solo parzial-mente disponibile a collabo-rare con la rappresentanzasindacale: ieri questo potevaanche essere giustificato,oggi, con i tempi che corrono,cio' trova sempre piu' scarsemotivazioni. Inoltre il parti-colare momento di congiun-tura economico-finanziariarende particolarmente diffici-le tutto il quadro generale.Come abbiamo piu' voltedetto e scritto ogni regione edanche ogni azienda in base apersonali interpretazionidella legge si comporta inmodo del tutto autonomo, ilpiu' delle volte soltanto inbase alle proprie risorsefinanziarie e quindi in modofacilmente immaginabile. Siva dalla Sardegna dove anco-ra impera la De Maria,all'Emilia e all'Umbria dovela legge Bindi e' quasi deltutto applicata. Come e' notoda tempo il Cipurmedicinasta cercando di "mappare"questa anomala situazionenazionale con l'impegno delProf. Vincenzo Suraci, mem-bro della Giunta delCipurmedicina viaMontebello 71 (60122)Ancona tel: osp. 071.5964427,fax 071.883911, cell3398820285. e- mail:[email protected] Qualche risultato l'abbiamoottenuto. Abbiamo bisognodella collaborazione di tuttitenendo presente che sonocoinvolti interessi anche eco-nomici. E' molto semplicebasta telefonare a Suraci omettersi in contatto con luiper E-mail o per fax dando leinformazione della propiasede e possibilmente invian-do copia anonima della bustapaga. Al Consiglio Centraledel Cipur che si terra' alla finedi settembre, il Prof. Suracipresentera' i risultati del suolavoro.

ACCORDO AZIENDALE"PILOTA" A FIRENZE

Il D.L. 517/99 prevede all'ar-ticolo 6 comma 1 per iDocenti della Facolta' diMedicina l'erogazione di untrattamento aggiuntivo allostipendio universitario perl'attivita' assistenziale svolta.Questo e' risultato essere pur-troppo solo un'apparentenostro successo legislativo,perche' la stessa Legge preve-de al comma 2 " i trattamentiaggiuntivi sono erogati neilimiti delle risorse da attribui-re ai sensi dell'art.102 delDPR 382/80", in parole pove-re al monte finanziario dellaDe Maria, che non e' suffi-ciente per tale scopo ed in

particolare penalizza sopra-tutto i piu giovaniRicercatori, proprio la catego-ria peggio retribuita.Conseguenza logica e' chegran parte delle regioni edelle aziende, appellandosi aquesto fatto, non hannoattuato questa disposizionelegislativa, rifiutando lerichieste formulate dallevarie organizzazioni sindaca-li universitarie. In Toscana sie' creato un coordinamentosindacale tra le tre sedi uni-versitarie che non e' riuscitoad ottenere alcunche' ne'dall'Universita' ne' dallaRegione, pur avendo fattomettere in mora i tre Rettoriper interrompere la prescri-zione quinquennale - laquota aggiuntiva dovevaessere corrisposta dal genna-io 2000 !! - ed avendo pro-mosso un'importante azionedi lotta: "Le sottoscritteOrganizzazioni Sindacali,rappresentative dellaDocenza universitaria delletre Facolta' di Medicina eChirurgia della Toscana, conriguardo alle problematichedei Docenti che svolgonoattività assistenziale presso leAziende Ospedaliero-Universitarie di Firenze, Pisae Siena RIBADISCONO l’as-soluta necessità della tuteladello Stato Giuridico di taliDocenti nella regolamenta-zione attuativa degli AttiAziendali, che consenta lorodi adempiere agli istituziona-li obblighi scientifici e didatti-ci, oltre che a quelli assisten-ziali RILEVANO l’assenza diriscontri concreti da parted e l l ’ A m m i n i s t r a z i o n eUniversitaria e di quellaRegionale sia alle richieste eagli incontri formali ripetutida due anni, sia agli impegnipresi dai tre Rettori delleUniversita' toscane, nell'in-contro del 4 Ottobre 2004,riguardo alla mancata appli-cazione dell’articolo 6 delD.L. 517/99 e dell’allegato A(Art. 8) del protocollo d’inte-sa tra Regione e Universitàdella Toscana, approvato il 29Ottobre 2001, che prevede tral'altro la corresponsione diindennità economicheaggiuntive alla retribuzioneuniversitaria in relazioneall’attività assistenziale svoltadai Docenti, a decorrere addi-rittura dal 1/1/2000 PRO-CLAMANO a partire dal6/02/2005 una sospensionedell’attività didattica, in tuttele sue articolate espressioniPROGRAMMANO per iprimi di Marzo del 2005 unasospensione dell’attività assi-stenziale, qualora non vi siastata nel frattempo una con-creta risposta".L'azienda ospedaliero-uni-versitaria Careggi di Firenze[n.b. non la Regione Toscana]ha iniziato una trattativa contutti i sindacati universitarifiorentini (Cipur, Uspur, Cnu,Cisl-Univ, Cgil-univ) chedopo un ampio confronto sie' conclusa con un accordo,sotto certi aspetti compro-missorio, che difronte al"nulla" rettorale e regionale,puo' rappresentare un discre-to risultato. Il testo completo viene ripor-tato a pagina 6, inoltre e' pub-

blicato nel sito del Cipur,nella sezione medicina:http://www.cipur.it/cipurMedicina/cipurmedicina.htmIn estrema sintesi, i punti piu'rilevanti dell'accordo sono:1) il riconoscimento cheun'attivita', quella assisten-ziale. sotto certi aspettiaggiuntiva, venga retribuitain aggiunta allo stipendiouniversitario (indennita' diposizione - definita in seguitoindennita' derivante dallaLegge 517/99);2) l'abbattimento delle 38 oresettimanali che ci "livellava"su posizioni ospedaliere ;3) il superamento del limite,per il pagamento della inden-nita' di posizione, rappresen-tato dal monte finanziariodella De Maria (risultatoinsufficiente), come purtrop-po previsto dalla Legge517/99 e il riconoscimento diun’indennità assistenzialeaziendale aggiuntiva per chipercepisce o andrebbe a per-cepire una cifra inferiore alpari ruolo ospedalieroaumentando ulteriormente ildebito orario (vedi i giovaniricercatori che andranno araddoppiare il loro stipen-dio);4) riduzione dell’orario mini-mo di presenza settimanalecomplessiva, fino ad oggi 38ore settimanali “globalmenteconsiderate”, comprendenteora solo assistenza e didattica(ricerca per ore valutata surisultati, ma con possibilita'di reinserimento alla primaverifica dell'accordo), perso-nalizzato in base a diverseopzioni di tipo stipendiale(vedi di seguito);- calcolo su base annua del-l’orario complessivo; - rilevamento informatizzato,sempre riferito all'ammini-strazione universitaria;- autorizzazione assenze permotivi istituzionali (didatti-ca, ricerca, congressi, comitatiscientifici, ecc.) in accordo aregolamenti universitari;5) verifiche annuali per lavalutazione degli effetti del-l'accordo6) la corresponsione dell'in-dennita' ex Legge517/99,pari all'85%, a partire dal gen-naio 2004, data di costituzio-ne della nuova aziendaCareggi [la Legge 517/99 farisalire al gennaio 2000 l'ini-zio del pagamento dell'in-ddennita'!] e la possibilita' diottenere il 100% dell'indenni-ta' aumentando di qualcheora il debito orario. Rimaneintera e a parte l'erogazionedell'indennita' di rapportoesclusivo. Per gli arretrati sipotra' richiedere e sollecitareuna trattativa ad hocUniversita'-Regione Toscanaoppure ricorrere alla via giu-diziaria tramite il tribunaledel Lavoro o il TAR (veditabella a pag. 5). Come e' stato accennato inprecedenza si e' trattato di uncompromesso, che rilevaessenzialmente due aspetticriticabili. Il primo la man-canza della ricerca nella valu-tazione dell'impegno orario.Il secondo il debito orarioassistenziale un po' elevato.Questi rilievi critici sono statiformulati prima di tutto daicolleghi e amici sindacalisti

di Siena ( dove per l'impegnodel Rettore Tosi dal gennaio2004 viene erogata la quotaaggiuntiva difronte ad unimpegno complessivo di 38ore settimanali) e di Pisa(dove la situazione retributi-va risulta essere la peggioretanto che l'indennita' di eslu-sivita' e' stata erogata per laprima volta all'inizio del 2005e non s'intravedono per ilmomento possibilita' di ero-gazione dell'indennita'aggiuntiva di posizionedifronte ad un impegno di 38ore settimanali). Le stesseosservazioni sono stateespresse da alcuni colleghifiorentini e di comune accor-do e' stata creata una com-missione di Facolta' per fareproposte correttive. Una chemolto verosimilmente verra'fatta e' l'aggiunta della parola"scientifica" dopo attivita'didattica, leggendosi quindi<attivita' didattico-scientificae assistenziale> oppure inmodo piu' articolato il puntorelativo alla ricerca recitera'cosi "L’attività di ricerca svol-ta dal personale universita-rio, istituzionalmente inscin-dibile da assistenza e didatti-ca, non è quantificata nel con-teggio del debito orario e puòessere svolta sia all’internoche fuori dal debito orario,senza dar luogo a compensistraordinari; tuttavia al finedi consentire una valutazioneforfettaria dell’impegnomedio di ciascun ricercatoreattivo, se sarà ritenuto utile, sipuò ipotizzare un impegnoorario che parta da una valu-tazione storica". Per quantoriguarda l'onere assistenzialetroppo gravoso, dopo la pub-blicazione del D.L. Morattisullo Stato Giuridico, verra'rianalizzato nel suo insieme.E' doveroso a tale propositofare due rilievi a difesa diquanto e' stato stipulato aFirenze: Leggi, Sentenzedella Corte Costituzionale, ilProtocllo d'intesa regionaletoscano, il nostro Statutoaziendale riportano piu' volteil principio dell'inscindibilita'delle tre funzioni istituzionalidei Docenti universitari delleFacolta' di Medicina eChrurgia, ricerca, didattica eassistenza e certamente unregolamento non puo' infi-ciare piu' di tanto questoprincipio. Inoltre risulta tut-tora arduo quantizzare l'im-pegno scientifico e sopratut-to non sarebbe opportunoche un Direttore generale siarrogasse anche il diritto dicontrollare e conteggiare lanostra ricerca.

NUOVO CONTRATTODEGLI OSPEDALIERI

E' stato firmato il nuovocontratto dei dirigenti ospe-dalieri o per meglio dire unapreintesa, [ il testo e' dispo-

N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 4

• D.M. SULRIORDINO DELLE SCUOLE DI SPECIA-LIZZAZIONE AL TRAGUARDO FINALE

• LA PARTE “MEDICA” DEL D.L. MORATTI.

• COMPLETA “DEVOLUTION” NAZIONALE NEL-L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE BINDI.

• ACCORDO AZIENDALE “PILOTA” A FIRENZE.

• NUOVO CONTRATTO DEGLI OSPEDALIERI

• PROBLEMI PENSIONISTICI

• ELEZIONI PER IL RINNOVO DEL CUN (area sanitaria)

MEDICINA UNIVERSITARIA a cura di Clemente Crisci

luglio 2005Pagina 5

nibile nel sito del Cipur(Cipurmedicina)] che preve-de un cospicuo aumento sti-pendiale. Poiche questo nontocca nessuna delle due voci(posizione e indennità diesclusiva) che ci vengonoriconosciute, secondo quantoprevisto dalla Legge Bindicome compenso per l'assi-stenza, noi non dovremmoavere alcun aumento di sti-pendio. E' un problemaimportante che assoluta-mente dobbiamo risolvere.Al fine di trasmettere ulte-riori informazioni si riportadi seguito il testo di un dia-logo epistolare svoltosi traVincenzo Suraci di Ancona eDaniele Scevola di Pavia edanche un contributo diAurelio Vittoria di Siena

Vincenzo Suraci "QUAL-CHE CONSIDERAZIONE SULNUOVO CONTRATTO OSPE-DALIERO (2002-2003)". Al 31.12.2003 : lo stipendiobase mensile, conglobato, com-presa l'indennità medico-spe-cialistica (645,57), èper i dirigenti ospedalieri dieuro 3.583,88, a cui si deveaggiungere circa 1.000 euro perla R.I.A. (retribuzione indivi-duale di anzianità che noi nonabbiamo), per un totale di circa4.583,88. Un ricercatore nonraggiungeva mai, sempre al31.12.2003, tale somma (qua-lunque l'anzianità raggiunta !).Un associato la raggiungevaalla 10 classe. Uno straordinariogià alla 3 classe. Da questopunto di vista, la situazione ègravemente peggiorata per noiuniversitari ! Inoltre, gli ospe-dalieri hanno ottenuto di con-globare nello stipendio l'I.I.S.,ottenendone la completa inclu-sione nel calcolo della buonu-scita (per noi resta al 48 %).Inoltre hanno conglobato,all'anno, euro 3.620,24 dellaposizione e 1.245,24 del risulta-to.Con due risultati: uno, diveder conteggiato nella quotaA della pensione e nella buonu-scita, la quota relativa allaquota del risultato conglobata(1.245,24), prima escluso e, l'al-tro, questo a nostro danno, disottrarre agli universitari untotale di 4.865,48 annue (pari a405,46 mensili), dal totale delleindennità di funzione e di risul-tato previste per effetto dell'art.6 del D.L. 517/99 (già applicatoin moltissime sedi). Ciò ci dan-neggia, enormemente, dalmomento che non è previsto ilconglobamento delle stesse cifrenei nostri emolumenti universi-tari ! Per lasciare la situazione,

come sta adesso, è necessarioche venga riconosciuto nellacontrattazione aziendale, congli universitari, rispetto ai parilivello ospedalieri, UNA MAG-GIORAZIONE DELLAINDENNITA' dI POSIZIONEPER EURO 3.620,24 annue eDELLA INDENNITA' DIRISULTATO PER EURO1.245,24 annue (in considerazio-ne del mancato conglobamentodlle due quote nello stipendiouniversitario) ! Ciò ci compli-cherà la vita, anche per la riven-dicazione degli arretrati, dal27.1.2000 (come sono già statipercepiti, interamente - al 100 %- in Umbria ed Emilia Romagna!) Forse è, ormai, il caso di rive-dere tutto l'impianto della517/99 ed, anche, la strutturadello stipendio universitario,con particolare riferimento allaensionabilità.

Teniamo conto che l'assegnoaggiuntivo di tempo pieno nonè pensionabile nella quota A (lapiù importante), che la basepensionabile è dell'80 % (mag-giorata del 18 %, ma solo per lostipendio e non per la I.I.S., perl'indennità di funzione, previstadalla 517/99 e per quella diesclusività del rapporto).Mentre la base dei dipendentiospedalieri è del 100 %. Ricordoche in alcune sedi, oltre all'in-dennità di funzione (posizione),hanno riconosciuto anche l'in-dennita medico-specialistica(645.57) o quella primariale(786,00).In particolare le voci (3.820,24ex posizione) e 1245,24 (ex risul-tato), conglobate nello stipendiodegli ospedalieri, non solo:dobbiamo mantenerle (già civengono, tra l'altro, corrispostee non penso che dovremo resti-tuire le quote dal 1.1.2004), pos-sibilmente come indennità adpersonam (equiparabili a sti-pendio) ma anche: le due sud-dette quote devono diventare,come per gli ospedalieri,entrambe fruibili nel trattamen-to pensionistico e di buonuscito(come fossero stipendio) ! Pensoche dobbiamo chiedere un chia-rimento al Ministro Storace (edalla Moratti ?)

Daniele Scevola: quesito.Caro Suraci, non riesco a capirealcuni punti del tuo ragiona-mento.La 517 ha abolito la DeMariaequiparativa sostituendola conun emolumento retributivo chepermette finalmente di somma-re allo stipendio universitarioquello ospedaliero rapportatoal monte ore: in pratica metàstipendio ospedaliero. Lasomma supera chiaramente lostipendio del pari grado ospe-daliero essendo la remunera-

zione di due lavori. Da tempola DeMaria era pensionabile intutte le sue voci non doppiatesul versante stipendio universi-tario. Il nuovo contratto ospe-daliero è comunque vantaggio-so perchè segna un aumento, aldi là di quanto esso sia e ciò sirifletterà anche sulla nostraquota. Il problema è far appli-care la 517 cosa che non avvie-ne.Vincenzo Suraci: risposta.Caro Daniele, la 517/99 vaapplicata, dal 27.1.2000 oppuredalla data di costituzionedell'Azienda ospedaliero-uni-versitaria oppure dalla data diperfezionamento dell'accordosul trattamento aggiuntivo (congli arretrati, diversi a secondadella decorrenza). Con ladecorrenza del 27.1.2000, perora, è stata applicata solo daEmilia-Romagna e Umbria!L'emolumento "aggiuntivo",rapportato alle funzioni assi-stenziali svolte, di solito è statoconcordato, nelle varie sedi, inmisura pari all'indennità diposizione ospedaliera (fissa,variabile contrattuale e variabi-le aziendale):vedasi Emilia-Romagna, Umbria, Catania(policlinico) e Siena. NelPiemonte prendono in conside-razione, anche, l'indennitàmedico-specialistica e quella diDirettore di StrutturaComplessa. Riducendosi l'in-dennità di posizione e di risul-tato (- 4.865 euro/annui), siriducono l'indennità di funzio-ne e quella di risultato per noiuniversitari: a meno che, per olfatto che esse pescano su unfondo diverso rispetto a quelloospedaliero (e finanziato aparte dalla Regione), non siottenga di farsi corrispondere ledue indennità comprensiveanche delle quote che per gliospedalieri sono conglobate nelloro stipendio (non potendo,ovviamente, essere conglobatenel nostro stipendio universita-rio). Non è affatto vero, in gene-re, al contrario di quello chedici, che si somma allo stipen-dio universitario una quotadello stipendio ospedaliero(rapportata al monte-ore): ciòsarebbe logico ed auspicabile.In pratica, si è parlato di un taleaccordo solo per TRIESTE ! (manon so se sia già applicato). Inaltre sedi, la quota, proporzio-nata all'orario di servizio assi-stenziale, avviene solo rispettoal trattamento aggiuntivo difunzione (in questo caso, limi-tato all'indennità di posizioneospedaliera), come, appunto,accade a Firenze ed a Modena.Il tuo dubbio nasce dalla diffe-renza sostanziale che esiste trail modello Trieste e quello delleRegioni D.S. (Emilia-Romagna,

Umbria, Toscana e Marche).Nelle Marche l'Azienda è natail 1.1.2004. Il protocollo d'intesaè stato firmato a settembre 2004e l'Atto aziendale è stato defini-to a marzo 2005. Le trattativeper l'emolumento aggiuntivodi funzione non sono ancorainiziate. La novità del contrattoospedaliero ci creerà sicura-mente danno, specie per la defi-nizione degli eventuali arretra-ti. A proposito, nelle Regionidove hanno riconosciuto, cometrattamento aggiuntivo, solol'indennità di posizione, chesuccederà (col nuovo contrattoospedaliero): verranno a perce-pire un emolumento più basso(e così per il risultato) e dovran-no anche rimborsare quantopercepito in più a decorrere dal1.1.2004 ? E' fondamentale,anche per questo motivo, che lanostra quota (di posizione e dirisultato) non subisca la decur-tazione (prevista, per gli ospe-dalieri, a seguito del congloba-mento nello stipendio) ! Sperodi averti chiarito alcuni dubbi.Restano i problemi pensionisti-ci. Aspetto un tuo commento edi conoscere la situazione sia diPavia, che delle altre universitàdella Lombardia (che mi man-cano) ! AurelioVittoria: ecco le mieconsiderazioni relativamente alnuovo contratto degli ospeda-lieri. Si conferma che gli incre-menti, notevoli, ottenuti daisindacati medici ospedalierisono andati solo sul tabellare(aumento da 25.000 Euro a38.000 annue) per i primi dueanni e un pò meno (circa il 2,9%negli altri due anni) con incre-mento previsto per le indennitàaggiuntive di circa l'1% medioal lordo). Visti questi numeri amio parere è necessario riferirsia quanto segue.Dal momentoche l'articolo 6 comma 1 preve-de "un trattamento aggiuntivograduato in relazione alleresponsabilità connesse aidiversi tipi di incarico e chetutti i trattamenti aggiuntivisono adeguati in base agliincrementi previsti dai contri-buti collettivi nazionali per ilpersonale sanitario del SSN" siritiene che il trattamentoaggiuntivo deve essere riferitoai parametri economici chedelineano la figura professiona-le ovvero il ruolo professionalenel suo complesso, cioè lasomma di tabellare + posizione.Ovviamente la parte tra virgo-lette è esattamente quello chedice la Legge, mentre quelloche ne deriva suppongo che siaun buon argomento da porre inun tatvolo di tattaive con laparte ospedaliera.

PROBLEMIPENSIONISTICI

Dal 1 Luglio le competenzepensionistiche e contributivedelle Universita' passerannoall'INPDAP, dopo un perio-do di sperimentazione.Questo passaggio secondoalcuni potrebbe rappresenta-re un problema , altri colle-ghi pensano il contrario. Unaltro aspetto che riguarda iDocenti di tutte le Facolta' enon solo quelli della Facolta'di Medicina: per tutti e'necessario richiedere conforza l’inclusione nello sti-pendio dell’assegno aggiun-tivo di tempo pieno (per ren-derlo pensionabile -nellaquota A- e compreso nellabuonuscita). Inoltre, comeper gli ospedalieri, gli altridirigenti statali ed anchetutti gli impiegati statali, noidobbiamo richiedere chel’indennita' integrativa spe-ciale (I.I.S.), venga congloba-ta nello stipendio per ren-derla inclusa nella buonu-scita all’ 80 % (invece che al

48 %, come avviene attual-mente). Sempre su questocomplesso argomento vieneriportato un contatto episto-lare tra i due colleghi mag-giormente competenti inquesto campo il Prof.Vincenzo Suraci del Cipured il Prof. Alberto Pagliairinidel Cnu.

Vincenzo Suraci Ho letto l'arti-colo del 10.3.2002 sugli stipen-di, relativamente alle trattenuteprevidenziali sulla maggiora-zione figurativa del 18 %. Ilproblema che avevo già, ripetu-tamente, segnalato ai rappre-sentanti di sede del CIPUR èche la pensionabilità peggiore-rà con il passaggio all'INPDAPdal 1.7.2005 (o 1.10.2005 ?, nesai qualcosa). Infatti, noi abbiamo un tettodell' 80 %, rispetto a quello del100 % degli ospedalieri.Peròsubiremo gli stessi abbattimen-ti dell'INPDAP (nelle quote B 1e B2), che sono maggiori diquelli INPS (attualmente, anco-ra, a noi applicati), su una basedell'80 % (invece che il 100 %).Inoltre, la maggiorazione figu-rativa del 18 % copre, come haisottolineato, solo in parte il dif-ferenziale (94,4 rispetto al 100%). In più la maggior parte del-l'assegno aggiuntivo di tempopieno (su cui paghiamo, perintero, i contributi) non vieneincluso nella quota A (ma solola parte eccedente, appunto, il18 % dello stipendio). Questoproblema, va risolto mediantecontatti con l'INPDAP e senecessario con interpretazioniautentiche e/o modifiche legi-slative. La CorteCostituzionale, in questo casonon servirebbe a nulla, perchèle sentenze non sono retroattivee l'assegno aggiuntivo di tempopieno (per 12 mensilità) non erapensionabile al 31.12.1992.Inoltre, è escluso, completa-mente, dalla buonuscita. Nelcontratto ospedaliero, per ilbiennio 2002-2003, gli ospeda-lieri hanno ottenuto di conglo-bare nello stipendio (con van-taggio pensionistico e nellabuonuscita) l'I.I.S. ed una quotadell'indennità di posizione (dioltre 5.000 ) già pensionabile,anche nella quota A, ed unaquota (di 1.250 , circa) dell'in-dennità di risultato, preceden-temente non pensionabile nellaquota A. Per noi medici univer-sitari al danno precedente, siaggiunge quello del passaggioall'INPDAP ed ora, oltre aldanno, anche la beffa del con-tratto ospedaliero. Da notareche, non so in che modo questequote, che già venivano corri-sposte, in base all'art. 6 delD.L.vo 517/99 (decorrenza27.1.2000) potranno esserciancora corrisposte (dovremorestituire quanto già percepito?). Personalmente ritengo chedovranno essere trasformate inuna nuova indennità aggiunti-va, assimilata allo stipendio eresa pensionabile anche nellaquota A. Questo dipende,ovviamente, anche dalla tratta-tiva "locale" con le Aziendeospedaliero universitarie.Infatti non abbiamo più un trat-tamento equiparativo sullo sti-pendio, mentre il congloba-mento delle quote delle suddet-te indennità nello stipendiodegli ospedalieri, va (ovvia-mente) a ridurre, nella stessamisura il nostro trattamentoaggiuntivo di funzione (posi-zione) e di risultato ! Tornandosulla pensionabilità dell'asse-gno aggiuntivo di tempo pienouniversitario, in Ancona, poi,non viene inclusa, nella quotaA, neppure la parte eccedente il18 % dello stipendio ! Quindil'assegno aggiuntivo non vieneconsiderato per niente ! Undocente con 40 anni di anziani-tà al 31.12.1992 paga i contribu-

ti per intero (da noi si pagano icontributi pensionistici, sull'in-tero importo dell'assegnoaggiuntivo e non solo sullaparte eccedente il 18 % dello sti-pendio), ma non ne ricava nep-pure un cent ! Probabilmenteciò avviene anche in altre Sedi(ti risulta ?).

Alberto Pagliarini: non c'èalcun problema per le pensionie le liquidazioni dei docentiuniversitari calcolatedall'INPDAP. Vi ricordo che dalgiugno 2004 l'INPDAP è suben-trata , in via sperimentale sullecompetenze pensionistiche econtributive, alle 11 universitàdi Bologna, Cagliari, Catania,Ferrara, Firenze, Palermo,Pavia, Perugia, Pisa, Roma "LaSapienza" e Udine.L'esperimento che dovrebbeterminare al 1° luglio 2005, èben riuscito. La sperimentazio-ne su pensioni e liquidazioni,calcolate direttamentedall'INPDAP sui dati fornitidalle Università, è risultatapositiva. I trattamenti pensioni-stici e di buonuscita non hannosubito alcuna modifica rispettoa quelli effettuati direttamentedalle sedi. Io stesso ho avutomodo di controllare pensioni eliquidazioni di colleghi didiverse sedi che avevano avutouna liquidazione sbagliata.L'errore riscontrato era dovutoa dati errati forniti dall'univer-sità. La stessa università, riesa-minata la pratica e rilevato l'er-rore ha trasmesso all'INPDAPun nuovo decreto rettorale el'INPDAP ha provveduto allariliquidazione della buonuscita,nella misura da me già indicataallìinteressato. Per cui nienteallarmismi inutili su fantomati-ci abbattimenti rispettoall'INPS. Peraltro da molti annil'Ente erogatore delle pensioni èstato l'INPDAP su decreti retto-rali che ne stabilivano l'impor-to. Ripeto non è cambiato e noncambia nulla con il trasferimen-to defintivo di tutte le compe-tenze in materiadall'UNiversità all'INPDAP. uncaro saluto.

ELEZIONI DEL CUNSulla G.U. del 1° luglio 2005è stato pubblicato il D.M. n.115 concernente, tra l'altro,la proroga del ConsiglioUniversitario Nazionalesino al 30 ottobre 2005.Questa sara' l'ultima proro-gra che verra' concessa. IlD.L.relativo alla riforma delCUN e' nella fase finale e trapochissimo "vedra' la lucedella G.U." Le elezioni per ilCUN avverranno quindi nelprossimo autunno. Il Cipurha da tempo creato unacommissione per valutare leproposte di candidature.Queste possono essere fatteinterpellando preliminar-mente di Presidente di Sedeoppure direttamente ilPresidente nazionale. Le 14aree rimarranno e quindiper l'area delle scienzemediche Il Cipur ritiene dipoter riuscire a portare alCUN un professore associa-to, continuando nella tradi-zione degli ultimi 15 anni. Atal fine il Cipurmedicinaproporra' al Presidentenazionale, alla commissioneelettorale interna e alConsiglio Centrale (al qualespettera' l'ultima parola perle candidature) due nomi traquelli che si sono maggior-mente distinti per impegnoe capacita'.

Firenze 3 luglio 2005Clemente Crisci

DEFINIZIONE DEL DEBITO ORARIO MINIMO INDIVIDUALE E SETTIMANALE

PROFESSORI ORDINARI E ASSOCIATI23 assist. + 8 *didatt. = 31 ore 85% indennita’ Legge 517/9927 assist. + 8 didatt. = 35 ore 100% “ “ “ 20 assist. + 8 didatt. = 28 ore 50% “ “ “* +1 h, se funzioni apicaliRICERCATORI ante 2002 27 assist. + 5 didatt. = 32 ore 100% indennita’ Legge 517/99

100% della differenza con l’attuale DeMaria23 assist. + 5 didatt. = 28 ore 85% indennita’ Legge 517/99

50% della differenza con l’attuale De Maria20 assist. + 5 didatt. = 25 ore 90% indennita’ Legge 517/99PROFESSORI ASSOCIATI NON CONFERMATI CHE PERCEPISCONO LA DE MARIA27 assist. + 8 didatt. = 35 ore 100% indennita’ Legge 517/99

100% della differenza con l’attuale DeMaria23 assist. + 8 didatt. = 31 ore 85% indennita’ Legge 517/99

50% della differenza con l’attuale De Maria20 assist. + 8 didatt. = 28 ore 90% indennita’ Legge 517/99RICERCATORI “NUOVI” - post 2002 -24 assist. + 5 didatt. = 29 ore 85% indennita’ Legge 517/99

50% della differenza con la De maria25 assist. + 5 didatt. = 30 ore 100% indennita’ Legge 517/99

50% della differenza con la De Maria28 assist. + 5 didatt. = 33 ore 100% della indennita’ Legge 517/99

100% della differenza con la De Maria

I ParteProtocollo d'intesa "Dalla determinazione delleregole alla motivazione dellepersone"

A diciotto mesi dalla approva-zione dell’atto aziendale diCareggi appare opportunoesplicitare alcune riflessioniche, condivise, rappresentanoun indispensabile supporto sucui costruire gli ulteriori svi-luppi applicativi:

- L’atto aziendale di Careggirappresenta tuttora lo stru-mento innovativo e adeguatoper affrontare i problemi diriorganizzazione e di sviluppodell’azienda, per questa ragio-ne, ogni persona di Careggi,ognuna per la propria respon-sabilità, è bene sia messa nellamiglior condizione per sentir-si impegnata alla piena e com-pleta realizzazione dei conte-nuti dell’atto approvato.- Le regole definite con l’attoaziendale sono un presuppo-sto indispensabile per il fun-zionamento dell’azienda e deiservizi, ma è oggi altrettantoevidente che sono le persone,se adeguatamente informate,formate e motivate, a determi-nare il successo o l’insuccessodell’azienda.- La costruzione di una azien-da progettata per svilupparsiin dipartimenti integrati puòessere realizzata solo con l’atti-vo e convinto contributo ditutte le componenti principalicoinvolte quotidianamentenel processo di integrazione,vale a dire:. direzione aziendale. istituzione universitaria. organizzazioni sindacali epersonale ospedaliero. organizzazioni sindacali epersonale universitario- è quindi condizione assolu-tamente indispensabile che,nel rispetto dei vari ruoli edelle reciproche missioniaziendali, si realizzino occa-sioni strutturate di dialogo edi assunzione di impegniaffinché tutte le componentisiano orientate costantementealla ricerca di soluzioni equili-brate e comuni.- Dopo 18 mesi è altrettantoevidente come il successosociale, economico e formati-vo di una azienda comeCareggi, si realizzi solo se siriesce a far sì che la piena inte-grazione non si esaurisca inuna forte collaborazione traistituzioni, o nel coinvolgi-mento dell’alta dirigenza, madiventi occasione diffusa eattivi un processo soprattuttoculturale e di atteggiamento làdove si realizza la produzionedei servizi, in sintesi si riesca acoinvolgere nel processo “lagente di Careggi” - A partire da queste sintetichema significative riflessioniappare indispensabile assu-mere alcuni impegni vinco-lanti al fine di definire il qua-dro in cui tutte le componentitrovano punti di riferimentosu cui costruire il proprioimpegno, su cui ricercare lapropria motivazione o il pro-prio interesse, in un quadro diimpegni e di garanzie definito

a livello aziendale, in cui lamediazione è valore aggiuntoin quanto punto di equilibrio eil buon senso è il vero propul-sore. In sintesi si può afferma-re che è indispensabile assu-mere alcuni impegni vinco-lanti che consentano alle per-sone, “di Careggi” di essere edi sentirsi protagonisti attivi epropositivi.

IMPEGNI VINCOLANTI

IMPEGNI NEL GOVERNOE NELLE RELAZIONI

SINDACALI1) L’azienda deve garantire ungoverno coerente in tutte lefasi, progettuali e attuative,degli impegni assunti ancherealizzando una più ampia eomogenea “squadra di gover-no”2) L’azienda è impegnata agarantire un adeguato gover-no del “sistema della concerta-zione e dell’informazione” tradirezione e OO.SS. ospedalie-re e universitarie, strutturan-do e programmando a tal fineappositi incontri che vedanopresenti e attivi i soggettidirettamente coinvolti com-presi alcuni capi dipartimentocon l’obiettivo di realizzareaccordi condivisi su tutte lamaterie oggetto di contenzio-so3) L’azienda orienta il propriostile di governo al decentra-mento delle responsabilità ealla partecipazione degli ope-ratori, a tal fine è impegnatanella rapida attuazione evalorizzazione dei comitati didipartimento e di tutti gliimpegni previsti dall’attoaziendale

IMPEGNI NELLAAPPLICAZIONE DI

CONTRATTI E LEGGI a) Per gli ospedalieri pienaapplicazione dei contrattinazionali e completamentodella contrattazione aziendaleper le parti non ancora conclu-se.b) Per il personale universita-rio definizione delle indennitàpreviste dalla legge 517 art. 6,prevedendo una fase azienda-le e una fase di auspicabileadeguamento a regole o indi-cazioni regionali o nazionali.La fase aziendale si atterrà aiseguenti vincoli:∑ Calcolo ed erogazione delleindennità avendo come riferi-mento e vincolo il fondo giàutilizzato per il pagamentodella “ex De Maria” nell’anno2000∑ Definizione del debito assi-stenziale minimo e delladidattica, forme di rilevazionee di programmazione del-l’orario coerenti con quellepreviste per il personale ospe-daliero∑ Previsione di opportunitàindividuali flessibili e differen-ziate che prevedano ancheimpegni orari diversificati conattribuzioni delle indennitàcalcolate in modo proporzio-nale, purché preventivamentedefinite e quindi programma-bili∑ Le parti convengono che ilproblema della decorrenzadelle indennità, a livello azien-

dale, non può che essere fissa-to nel 1° Gennaio 2004, data dicostituzione della nuovaazienda. Ulteriori rivendica-zioni di diversa decorrenza,devono essere rivolte e coin-volgere soggetti esterniall’azienda, resta inteso chel’azienda ospedaliero - univer-sitaria Careggi si adeguerà adiverse indicazioni regionali onazionali che dovessero essereadottate in materia.c) L’azienda è impegnata, con-temporaneamente alla defini-zione dei debiti assistenziali, aprevedere forme di compen-sazione per i ricercatori uni-versitari con risorse derivantidalla produzione di prestazio-ni aggiuntive e nel contempo,constatato l’impegno diffusoin attività formative del perso-nale ospedaliero, l’aziendaprovvederà con risorse deri-vanti da finanziamenti perattività formative, nelle formee nei modi che saranno con-cordate con le OO.SS. azienda-li, a riconoscere economica-mente tale tipo di impegno aimedici ospedalieri.d) Ricerca di un accordo con-giunto per la messa a punto diun efficace sistema dei fattoridi assorbimento, di un sistemadi valutazione adeguato eomogeneo per la parte assi-stenziale e di criteri per lo svi-luppo delle attribuzioni disalario di posizione aziendale

IMPEGNI NELLACOSTRUZIONE DELLE REGOLE

- Il calcolo del debito orariodeve essere svolto su baseannua. Il debito assistenzialeminimo, per il personale uni-versitario, è da considerarsicome individuale ed è anchefinalizzato alla programma-zione degli obiettivi ed al cal-colo degli organici di S.O.D.;- La rilevazione delle presenzeè informatizzata, uniforme, ecertifica la presenza in serviziosia per il personale ospedalie-ro che universitario.- Per tutto il personale, siaospedaliero che universitario,eventuali assenze per motividi servizio a carattere istituzio-nale (attività di ricerca fuorisede, congressi, partecipazio-ne a commissioni concorsualiecc.). dovranno essere pro-grammate e autorizzatesecondo la regolamentazionedei rispettivi ordinamenti estati giuridici.- Per tutti medici delle S.O.D.,indipendentemente dal lorostato giuridico, dovrannoessere favorite tutte le oppor-tunità che accompagnano orendono possibile un adegua-to sviluppo di carriera.- Per il personale universitarioil debito di presenza comples-sivo comprende assistenza +didattica, “globalmente consi-derate”, e definisce anche ildebito assistenziale minimo;peraltro la didattica è ulterior-mente certificata su registroapposito in dotazione a tutti idocenti universitari;- Per il personale universitariol’attività di ricerca non è inclu-sa nel conteggio del debitoorario in quanto non misura-bile in termini orari, tuttavia al

fine di consentire una valuta-zione forfettaria dell’impegnomedio di ciascuno, se sarà rite-nuto utile, si può ipotizzare unimpegno orario che parta dauna valutazione storica. - In ogni S.O.D. le componentiospedaliera e universitariasono tenute a partecipare, inmodo equilibrato, alla coper-tura degli orari compreseguardie e reperibilità, la quan-tità sarà commisurata all’im-pegno assistenziale.Stipulato e Firmato il 22Febbraio 2005

II ParteACCORDO SINDACALEIn data odierna (9 marzo 2005)l’Azienda ospedaliero-univer-sitaria Careggi e le OO.SS.mediche universitarie hannoaffrontato in sede trattante leproblematiche applicative deicontenuti definiti con il proto-collo d’intesa sottoscritto indata 22 febbraio 2005 relativa-mente alla definizione delvalore della indennità da attri-buire al personale universita-rio ai sensi della Legge 517 edelle ricadute economicheconseguenti; hanno altresìaffrontato le problematicheconnesse alla definizione deidebiti orari minimi individua-li relativi a funzioni di didatti-ca e assistenza.A seguito di ampio confrontosi conviene quanto segue:

a) In prima applicazione ilriferimento su cui calcolareaziendalmente l’indennitàprevista dalla legge 517 sonole voci contrattuali, già attri-buite agli ospedalieri e defini-te “Posizione fissa e posizionevariabile definita nazional-mente dalle specifiche tabel-le”; si tratta di puro riferimen-to che una volta utilizzatoverrà sostituito dalla defini-zione di apposita indennitàdenominata “indennità deri-vante dalla Legge 517”.b) Valutata l’entità del fondo“ex De Maria” e il criterioesplicitato al punto “a”,l’Azienda garantisce sind’ora la corresponsione diun’indennità pari all’85% apartire dal 01/01/04 a condi-zione della definizione diadeguata regolamentazionedel debito orario minimoindividuale;c) Definizione del debito ora-rio minimo individuale setti-manale secondo il seguenteschema:Professori ordinari, associati ericercatori con incarico diresponsabilità di strutturacomplessa 23 h di assistenza + 8 h di atti-vità didattica = 31 h (orariobase per la corresponsionedell’85% delle indennità)1° opzione alternativa27 h di assistenza + 8 h di atti-vità didattica = 35 h (orarioper la corresponsione del100% delle indennità)nella prima e nella secondaopzione va prevista un’oraaggiuntiva destinata all’assi-stenza per chi detiene un inca-rico di responsabilità di strut-tura complessa2° opzione alternativa (esclusii responsabili di struttura

complessa)20 h di assistenza + 8 h di atti-vità didattica = 28 h (orarioper la corresponsione del 50%delle indennità)Ricercatori senza incarico diresponsabilità di strutturacomplessa 20 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica = 25 h (orarioper la corresponsione del 90%delle indennità)Ricercatori presenti inAzienda ai quali sono tuttoraapplicati i contenuti economi-ci della legge De Maria:27 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica, pari a 32 h com-plessive con corresponsionedel 100% dell’indennità e del100% della differenza con l’at-tuale retribuzione De MariaPossibile opzione alternativa23 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica, pari a 28 h com-plessive con corresponsionedell’85% della indennità e del50% della differenza con l’at-tuale retribuzione De MariaRicercatori presenti inAzienda ai quali non sonoapplicati i contenuti economi-ci della legge De Maria:1° possibile opzione alternati-va24 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica, pari a 29 h com-plessive con corresponsionedell’85% della indennità e del50% della differenza con l’at-tuale retribuzione De Maria2° possibile opzione alternati-va25 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica, pari a 30 h com-plessive con corresponsionedel 100% della indennità e del50% della differenza con l’at-tuale retribuzione De Maria3° possibile opzione alternati-va28 h di assistenza + 5 h di atti-vità didattica, pari a 33 h com-plessive con corresponsionedel 100% della indennità e del100% della differenza con l’at-tuale retribuzione De Maria

La presente intesa regolamen-ta aspetti significativi di quan-to previsto dal protocollod’intesa del 22.2.2005, le particontinueranno il confronto alfine di regolamentare anchegli altri aspetti, compresi icontenuti del sistema pre-miante.La presente intesa è validasino a sottoscrizione di unnuovo accordo, ferma restan-do la necessità di sottoporre averifiche annuali gli effetticoncreti della medesima. Stipulato e Firmato il 9 marzo2005

III ParteREGOLAMENTO ATTUATIVO

In data odierna, l’AziendaOspedaliero-UniversitariaCareggi e le OO.SS. universi-tarie, dopo ampio confrontodi merito, sottoscrivono ilseguente documento al finedi rendere applicabile quantogià definito con l’accordo9\3\2005.

La mensilità prevista perl’adeguamento delle quotestipendiali, a quanto definitocon l’accordo sottoscritto, è laprima mensilità utile dopo la

scadenza del termine fissatoper le opzioni, termine fissatonel 30 Giugno (salvo verificadelle condizioni tecniche conl’università).Le opzioni, in sede di primaapplicazione, hanno validitàtriennale con decorrenza1\1\2004 e saranno rese effi-caci con la sottoscrizione diapposito modulo predispostodall’azienda; superata la fasedi prima applicazione, la vali-dità temporale dell’opzionesarà oggetto di specifica inte-sa e prevista orientativamen-te con cadenza biennale;Cambiamenti di ruolo acca-demico e\o di incarico assi-stenziale, che modifichino iprofili assistenziali proposti,daranno adito all’esercizio diuna nuova opzione.La corresponsione degli arre-trati, previsti dagli accordiaziendali, avverrà previadichiarazione degli organiuniversitari all’azienda dellasussistenza delle condizionirichieste e, orientativamente,entro tre mesi dalla formaliz-zazione della opzione.Coerentemente con la volon-tà espressa di garantire a tuttila possibilità di mantenerealmeno i livelli retributivi inessere alla data di passaggiodalla legge De Maria al Dgl.517, verranno applicate, senecessarie e richieste, ancheai professori associati leopportunità già garantite dal-l’accordo ai ricercatori.Il terzo comma della terzapagina del documento sotto-scritto in data 22\2\2005 reci-ta “per tutto il personale, siaospedaliero che universitario,eventuali assenze per motividi servizio a carattere istitu-zionale (attività di ricercafuori sede, congressi, parteci-pazione a commissioni con-corsuali ecc.) dovranno essereprogrammate e autorizzatesecondo la regolamentazionedei rispettivi ordinamenti estati giuridici”; tale commaper il personale universitariocomprende sia materie ricon-ducibili all’incarico didatti-co\assistenziale inscindibileche a materie di interesse ecompetenza esclusivamenteuniversitaria o connesse adattività di ricerca. Per una corretta applicazionedel comma si stabilisce che ildiritto ad un riconoscimentodi ore standard giornaliere(come da allegata tabella) dadecurtare dal debito orariocomplessivo, debba avvenirese i motivi dell’assenza sonoattinenti con le attività didat-tico\assistenziali medesime,tale criterio è applicabileanche per convegni o attivitàistituzionali. I riconoscimenti orari saran-no proporzionali ai contenutidell’opzione; la richiesta el’attestazione avverrà conautocertificazione siglata perratifica dal responsabile diS.O.D.Il calcolo delle unità equiva-lenti per programmare l’atti-vità assistenziale di S.O.D.avverrà all’inizio di ognianno sulla base dei profiliassistenziali effettivamentescelti.

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TESTO INTEGRALE DELL'ACCORDO (tre parti)

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DISEGNO DI LEGGEArt. 1. (Diritti e doveri deiprofessori universitari)1. I professori universitarihanno il diritto e il dovere disvolgere funzioni di ricercae di didattica, con pienalibertà di scelta dei temi edei metodi delle ricerchenonchè, nel rispetto dellaprogrammazione universi-taria di cui all’articolo 1-terdel decreto-legge 31 genna-io 2005, n. 7, convertito, conmodificazioni, dalla legge31 marzo 2005, n. 43, deicontenuti e dell’impostazio-ne culturale dei propri corsidi insegnamento; i professo-ri di materie cliniche eserci-tano altresì funzioni assi-stenziali inscindibili daquelle di insegnamento ericerca; i professori esercita-no infine liberamente attivi-tà di diffusione culturalemediante conferenze, semi-nari, attività pubblicisticheed editoriali nel rispetto delmantenimento dei propriobblighi istituzionali.2. Ai professori universitaricompete la partecipazioneagli organi accademici e agliorgani collegiali ufficialiriguardanti la didattica, l’or-ganizzazione e il coordina-mento delle strutture didat-tiche e di ricerca esistentinella sede universitaria diappartenenza.3. Il professore, a qualunquelivello appartenga, nelperiodo dell’anno sabbaticoè abilitato senza restrizionealcuna alla presentazione dirichieste e all’utilizzo deifondi per lo svolgimentodelle attività.Art. 2. (Sistema di valuta-

zione)1. L’attività didattica e diricerca è soggetta a valuta-zione nell’ambito del relati-vo sistema nazionale sullabase dei seguenti princìpi,tenendo anche conto dellevalutazioni che le singoleuniversità effettuano neiconfronti dei propri profes-sori:a) per quanto riguarda laricerca, sono valutate l’inno-vazione scientifica e cultura-le e la qualità, l’intensità e lacontinuità della produzionescientifica e della sua diffu-sione a livello nazionale einternazionale;b) per quanto riguarda ladidattica, sono valutati laqualità, la capacità comuni-cativa, l’impegno e la dedi-zione dell’attività di inse-gnamento condotta nei corsidi studio universitari adogni livello, nelle iniziativedi orientamento e tutoratodegli studenti, in particolareper la preparazione delletesi di laurea magistrale e didottorato di ricerca, e nel-l’avviamento dei giovanialla ricerca;c) per quanto riguarda lagestione, è valutata l’effica-cia di azione nei compiti diresponsabilità assunti per ladirezione o il coordinamen-to di strutture universitarie,permanenti o temporanee,afferenti al proprio ateneo oal sistema universitarionazionale o internazionale;d) la valutazione è effettuata

su richiesta degli interessatied è affidata a professoriuniversitari esperti del set-tore scientifico-disciplinaree alle autorità accademiche,secondo procedure stabilitecon decreto del Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca;e) nel caso di valutazionenegativa o di mancatarichiesta di valutazione neitermini definiti ai sensi dellalettera d), la progressioneeconomica del professoreinteressato rimane sospesafino al successivo giudiziovalutativo. Nel caso di man-cata richiesta di valutazioneper un periodo di otto anni,il professore interessato èsospeso dall’impiego ovve-ro, ove possibile, collocato ariposo;f) sono esclusi dalla valuta-zione, durante il relativomandato, i professori chia-mati a far parte delConsiglio universitarionazionale (CUN), delComitato nazionale per lavalutazione del sistema uni-versitario o del Comitato diindirizzo per la valutazionedella ricerca e i professoriche ricoprano le cariche direttore, preside o direttore didipartimento, nonchè i pro-fessori collocati in aspettati-va ai sensi delle disposizionivigenti, per la durata del-l’aspettativa stessa.Art. 3. (Norme di delega peril riordino del reclutamentodei professori universitari)1. Allo scopo di procedere alriordino della disciplinaconcernente il reclutamentodei professori universitarigarantendo una selezioneadeguata alla qualità dellefunzioni da svolgere, ilGoverno è delegato ad adot-tare, entro sei mesi dalladata di entrata in vigoredella presente legge, nelrispetto dell’autonomiadelle istituzioni universita-rie, uno o più decreti legisla-tivi attenendosi ai seguentiprincìpi e criteri direttivi:a) il Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca bandisce, con propriodecreto, per settori scientifi-co-disciplinari, procedurefinalizzate al conseguimen-to della idoneità scientificanazionale, entro il 30 giugnodi ciascun anno, distinta-mente per le fasce dei pro-fessori ordinari e dei profes-sori associati, stabilendo inparticolare:

1) le modalità per definire ilnumero massimo di sogget-ti che possono conseguirel’idoneità scientifica per cia-scuna fascia e per settoridisciplinari, pari al fabbiso-gno, indicato dalle universi-tà, per cui è garantita la rela-tiva copertura finanziaria,incrementato di una quotaulteriore non superiore al 20per cento, nonchè le proce-dure e i termini per l’indi-zione, l’espletamento e laconclusione dei giudizi ido-neativi, da svolgere pressole università, assicurando lapubblicità degli atti e deigiudizi formulati dalle com-missioni giudicatrici; perciascun settore disciplinaredeve comunque essere ban-dito non meno di un postoper quinquennio per ciascu-na fascia;2) l’eleggibilità, ogni dueanni, da parte di ciascun set-tore scientifico-disciplinare,di una lista di commissarinazionali, con opportuneregole di non immediata rie-leggibilità;3) la formazione della com-missione di ciascuna valuta-zione comparativa median-te sorteggio di cinque com-missari nazionali, con esclu-sione dei docenti dell’ateneoche ha bandito la proceduraconcorsuale;4) il mantenimento, in quan-to compatibili, delle disposi-zioni di cui alla legge 3luglio 1998, n. 210, e succes-sive modificazioni;5) la durata dell’idoneitàscientifica, non superiore aquattro anni, e il limite diammissibilità ai giudizi percoloro che, avendovi parte-cipato, non conseguonol’idoneità;b) i settori scientifico-disci-plinari di cui alla lettera a)sono suscettibili di ridefini-zione per riduzione e accor-pamento, salvo che per lediscipline più marcatamen-te specialistiche;c) sono stabiliti i criteri e lemodalità per riservare, neigiudizi di idoneità per lafascia dei professori ordina-ri, una quota pari al 25 percento aggiuntiva rispetto alcontingente di cui alla lette-ra a), numero 1), ai professo-ri associati con un’anzianitàdi servizio non inferiore a 15anni, compreso il servizioprestato come professoreassociato non confermato,maturata nell’insegnamentodi materie ricomprese nel

settore scientifico-discipli-nare oggetto del bando diconcorso o in settori affini;d) nelle prime quattro tor-nate dei giudizi di idoneitàper la fascia dei professoriassociati è riservata unaquota del 15 per centoaggiuntiva rispetto al con-tingente di cui alla lettera a),numero 1), ai professoriincaricati stabilizzati e airicercatori confermati cheabbiano svolto almeno treanni di insegnamento neicorsi di studio universitari.Una ulteriore quota dell’1per cento è riservata ai tecni-ci laureati già ammessi conriserva alla terza tornata deigiudizi di idoneità per l’ac-cesso al ruolo dei professoriassociati bandita ai sensi deldecreto del Presidente dellaRepubblica 11 luglio 1980, n.382, e non valutati dallecommissioni esaminatrici;e) nelle prime quattro torna-te dei giudizi di idoneità perla fascia dei professori asso-ciati di cui alla lettera a),numero 1), l’incremento delnumero massimo di sogget-ti che possono conseguirel’idoneità scientifica rispettoal fabbisogno indicato dalleuniversità è pari al 100 percento del medesimo fabbi-sogno. Ai fini della chiama-ta degli idonei da parte delleuniversità, una quota pari al30 per cento delle risorsedisponibili nei bilanci delleuniversità stesse per le ces-sazioni dai rispettivi ruolidei professori e dei ricerca-tori universitari è destinata,per un quadriennio a decor-rere dalla data di entrata invigore del decreto legislati-vo adottato in attuazionedelle disposizioni di cui alpresente comma, al finan-ziamento dei differenzialistipendiali tra il trattamentoretributivo medio dei ricer-catori confermati e quellodei professori associati.2. A decorrere dalla data dientrata in vigore della pre-sente legge sono banditeesclusivamente le procedu-re di cui al comma 1, letteraa). Sono fatte salve le proce-dure di valutazione compa-rativa per posti di professo-re e ricercatore già banditealla medesima data. I candi-dati giudicati idonei, e nonchiamati a seguito di proce-dure già espletate, ovvero icui atti sono approvati, con-servano l’idoneità per unperiodo di cinque anni dalsuo conseguimento.

Art. 4. (Norme concernentilo stato giuridico dei pro-fessori e dei ricercatori uni-versitari)1. Le università procedonoalla copertura dei posti diprofessore ordinario e asso-ciato a conclusione di pro-cedure, disciplinate conpropri regolamenti, cheassicurino la valutazionecomparativa dei candidati ela pubblicità degli atti, riser-vate ai possessori della ido-neità di cui all’articolo 3,comma 1, lettera a). La deli-bera di chiamata definiscele fondamentali condizionidel rapporto, tenuto contodi quanto disposto dalcomma 8, prevedendo iltrattamento economico ini-ziale attribuito ai professoridi ruolo a tempo pienoovvero a tempo definitodella corrispondente fascia,anche a carico totale o par-ziale di altri soggetti pubbli-ci o privati, mediante la sti-pula di apposite convenzio-ni pluriennali di durataalmeno pari alla durata delrapporto.2. Le università possonoprocedere alla copertura diuna percentuale non supe-riore al 10 per cento deiposti di professore ordina-rio e associato mediantechiamata diretta di studiosistranieri, o italiani impe-gnati all’estero, che abbianoconseguito all’estero unaidoneità accademica di parilivello ovvero che, sullabase dei medesimi requisiti,abbiano già svolto per chia-mata diretta autorizzata dalMinistero dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca un periodo di docenzanelle università italiane, epossono altresì procederealla copertura dei posti diprofessore ordinariomediante chiamata direttadi studiosi di chiara fama,cui è attribuito il livelloretributivo più alto spettan-te ai professori ordinari. Atale fine le università for-mulano specifiche proposteal Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca che, previo parere delCUN, concede o rifiuta ilnulla osta alla nomina.

3. Sulla base delle pro-prie esigenze didattiche enell’ambito delle relativedisponibilità di bilancio,previo espletamento di pro-cedure, disciplinate conpropri regolamenti, cheassicurino la valutazione

comparativa dei candidati ela pubblicità degli atti, leuniversità possono conferi-re incarichi di insegnamen-to, anche pluriennali, neicorsi di studio di cui all’arti-colo 3 del regolamento dicui al decreto del Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca 22 ottobre2004, n. 270, a soggetti ita-liani e stranieri, ad esclusio-ne del personale tecnicoamministrativo delle uni-versità, in possesso di ade-guati requisiti scientifici eprofessionali, sulla base dicriteri e modalità definitidal Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca con proprio decreto, sen-titi la Conferenza dei rettoridelle università italiane(CRUI) e il CUN. Il relativotrattamento economico èdeterminato da ciascunauniversità nei limiti dellecompatibilità di bilanciosulla base di parametri sta-biliti con decreto delMinistro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca, di concerto con ilMinistro dell’economia edelle finanze, sentito ilMinistro per la funzionepubblica. Ai titolari degliincarichi di cui al presentecomma che non siano pro-fessori ordinari o associati èattribuito, per il periodo didurata dell’incarico, il titolodi professore aggregato,secondo quanto previsto alcomma 11.4. Le università possonorealizzare specifici pro-grammi di ricerca sulla basedi convenzioni con impreseo fondazioni, o con altrisoggetti pubblici o privati,che prevedano anche l’isti-tuzione temporanea, perperiodi non superiori a seianni, con oneri finanziari acarico dei medesimi sogget-ti, di posti di professorestraordinario da copriremediante conferimento diincarichi della durata mas-sima di tre anni, rinnovabilisulla base di una nuovaconvenzione, a coloro chehanno conseguito l’idoneitàper la fascia dei professoriordinari, ovvero a soggettiin possesso di elevata quali-ficazione scientifica e pro-fessionale. Ai titolari degliincarichi è riconosciuto, peril periodo di durata del rap-porto, il trattamento giuri-dico ed economico dei pro-fessori ordinari con even-tuali integrazioni economi-che, ove previste dalla con-venzione. I soggetti nonpossessori dell’idoneitànazionale non possono par-tecipare al processo di for-mazione delle commissionidi cui all’articolo 3, comma1, lettera a), numero 3), nèfarne parte, e sono esclusidall’elettorato attivo e pas-sivo per l’accesso alle cari-che di preside di facoltà e direttore. Le convenzioni defi-niscono il programma diricerca, le relative risorse ela destinazione degli even-tuali utili netti anche a titolodi compenso dei soggettiche hanno partecipato alprogramma.

segue a pag. 8

Riportiamo il testo licenziato dalla Camera dei Deputati e trasmesso al Senato per l’avvio delladiscussione nella VII Commissione Cultura di Palazzo Madama. Sulla base degli orientamentiespressi, la VII Commissione del Senato si accinge ad approvare una serie di emendamenti cherenderanno, quindi, necessario un ulteriore esame del testo da parte della Camera dei Deputati.

Il DdL va al Senato

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 3497DISEGNO DI LEGGE presentato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca

(MORATTI) di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze(TREMONTI) e col Ministro per la funzione pubblica

(MAZZELLA) (V. Stampato Camera n. 4735)approvato dalla Camera dei deputati il 15 giugno 2005

Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 16 giugno 2005Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega

al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari

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segue da pag. 7

5. Le università possonostipulare convenzioni conimprese o fondazioni, o conaltri soggetti pubblici o pri-vati, con oneri finanziariposti a carico dei medesimi,per realizzare programmi diricerca affidati a professoriuniversitari, con definizionedel loro compenso aggiunti-vo a valere sulle medesimerisorse finanziarie e senzapregiudizio per il loro statusgiuridico ed economico, nelrispetto degli impegni diistituto.6. Per svolgere attività diricerca e di didattica integra-tiva le università, previoespletamento di proceduredisciplinate con propri rego-lamenti che assicurino lavalutazione comparativadei candidati e la pubblicitàdegli atti, possono instaura-re rapporti di lavoro subor-dinato tramite la stipula dicontratti di diritto privato atempo determinato con sog-getti in possesso del titolo didottore di ricerca o equiva-lente, conseguito in Italia oall’estero, o, per le facoltà dimedicina e chirurgia, deldiploma di scuola di specia-lizzazione, ovvero con pos-sessori di laurea specialisti-ca e magistrale o altri stu-diosi, che abbiano comun-que una elevata qualifica-zione scientifica, valutatasecondo procedure stabilitedalle università. I contrattihanno durata massimatriennale e possono essererinnovati. Il trattamentoeconomico di tali contratti,rapportato di norma alme-no a quello degli attualiricercatori confermati, èdeterminato da ciascunauniversità nei limiti dellecompatibilità di bilancio etenuto conto dei criteri

generali definiti con decretodel Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca, di concerto con ilMinistro dell’economia edelle finanze, sentito ilMinistro per la funzionepubblica. Il possesso deltitolo di dottore di ricerca odel diploma di specializza-zione, ovvero l’espletamen-to di un insegnamento uni-versitario mediante contrat-to stipulato ai sensi delledisposizioni vigenti alladata di entrata in vigoredella presente legge, costi-tuisce titolo preferenziale.L’attività svolta dai soggettidi cui al presente commacostituisce titolo preferen-ziale da valutare obbligato-riamente nei concorsi cheprevedano la valutazionedei titoli.7. Il conseguimento del-l’idoneità scientifica di cuiall’articolo 3, comma 1, let-tera a), costituisce titololegittimante la partecipazio-ne ai concorsi per l’accessoalla dirigenza pubblicasecondo i criteri e le modali-tà stabiliti con decreto delMinistro per la funzionepubblica, sentito il Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, ed è tito-lo valutabile nei concorsipubblici che prevedano lavalutazione dei titoli.8. Resta fermo, secondo l’at-tuale struttura retributiva, iltrattamento economico deiprofessori universitari arti-colato secondo il regimeprescelto a tempo pienoovvero a tempo definito.Tale trattamento è correlatoall’espletamento delle attivi-tà scientifiche e all’impegnoper le altre attività, fissatoper il rapporto a tempopieno in non meno di 350ore annue di didattica, di cui120 di didattica frontale, eper il rapporto a tempo defi-

nito in non meno di 250 oreannue di didattica, di cui 80di didattica frontale. Le oredi didattica frontale posso-no variare sulla base dell’or-ganizzazione didattica edella specificità e delladiversità dei settori scientifi-co-disciplinari e del rappor-to docenti-studenti, sullabase di parametri definiticon decreto del Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca. Ai pro-fessori a tempo pieno è attri-buita una eventuale retribu-zione aggiuntiva nei limitidelle disponibilità di bilan-cio, in relazione agli impe-gni ulteriori di attività diricerca, didattica e gestiona-le, oggetto di specifico inca-rico, nonchè in relazione airisultati conseguiti, secondoi criteri e le modalità definiticon decreto del Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, sentiti ilMinistro dell’economia edelle finanze e il Ministroper la funzione pubblica.Per il personale medico uni-versitario resta fermo lo spe-ciale trattamento aggiuntivoprevisto per lo svolgimentodelle attività assistenzialiper conto del Servizio sani-tario nazionale.9. Per i professori ordinari eassociati nominati secondole disposizioni della presen-te legge il limite massimo dietà per il collocamento ariposo è determinato al ter-mine dell’anno accademiconel quale si è compiuto ilsettantesimo anno di età, ivicompreso il biennio di cuiall’articolo 16 del decretolegislativo 30 dicembre1992, n. 503, e successivemodificazioni, ed è abolito ilcollocamento fuori ruoloper limiti di età.10. I professori di materiecliniche in servizio alla data

di entrata in vigore dellapresente legge mantengonole proprie funzioni assisten-ziali e primariali, inscindibi-li da quelle di insegnamentoe ricerca e ad esse comple-mentari, fino al termine del-l’anno accademico nel qualesi è compiuto il settantesimoanno di età, ferma restandol’applicazione dell’articolo16 del decreto legislativo 30dicembre 1992, n. 503, esuccessive modificazioni.11. Ai ricercatori, agli assi-stenti del ruolo ad esauri-mento e ai tecnici laureati,nonchè ai professori incari-cati stabilizzati, è attribuito,a domanda, senza nuovi omaggiori oneri per la finan-za pubblica, il titolo di pro-fessore aggregato qualeterzo livello di docenza. Aisoggetti in possesso dellaqualifica di «elevata profes-sionalità» e ai laureati del-l’area tecnico-scientifica esocio-assistenziale in servi-zio alla data di entrata invigore della presente legge èattribuito, a domanda,senza nuovi o maggiorioneri per la finanza pubbli-ca, lo stesso titolo, previapositiva valutazione, daparte di una apposita com-missione presieduta da unmembro esterno e compostapariteticamente da membriinterni ed esterni, secondoquanto deciso dalla facoltàdi appartenenza, dell’attivi-tà scientifica o didatticasvolta opportunamentedocumentata. I professoriaggregati hanno la respon-sabilità di corsi e modulicurriculari loro affidati,compatibilmente con la pro-grammazione didatticadefinita dai competentiorgani accademici e sonoaltresì tenuti ad assolvere icompiti di tutorato e dididattica integrativa. Il titolodi professore aggregato è

attribuito per il periodo didurata dell’incarico ai titola-ri di incarichi di insegna-mento conferiti ai sensi delregolamento di cui al decre-to del Ministro dell’univer-sità e della ricerca scientificae tecnologica 21 maggio1998, n. 242, nonchè ai sensidell’articolo 12 della legge19 novembre 1990, n. 341, esuccessive modificazioni.12. I professori, i ricercatoriuniversitari e gli assistentiordinari del ruolo ad esauri-mento in servizio alla datadi entrata in vigore dellapresente legge conservanolo stato giuridico e il tratta-mento economico in godi-mento, ivi compreso l’asse-gno aggiuntivo di tempopieno, con possibilità diopzione per il regime di cuial presente articolo e consalvaguardia dell’anzianitàacquisita.13. Per tutto il periodo didurata dei contratti di dirit-to privato di cui al presentearticolo, i dipendenti delleamministrazioni statalisono collocati in aspettativasenza assegni nè contribu-zioni previdenziali, ovveroin posizione di fuori ruolonei casi in cui tale posizioneè prevista dagli ordinamentidi appartenenza, parimentisenza assegni nè contributiprevidenziali.14. Con decreto del Ministrodell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, adottatodi concerto con i Ministridell’interno, degli affariesteri e del lavoro e dellepolitiche sociali, sono defi-nite specifiche modalità perfavorire l’ingresso in Italiadei cittadini stranieri nonappartenenti all’Unioneeuropea chiamati a ricoprireposti di professore ordinarioe associato ai sensi deicommi 1 e 2, ovvero cui

siano attribuiti gli incarichidi cui ai commi 3 e 4.15. A decorrere dalla data dientrata in vigore dei decretilegislativi di cui all’articolo3, comma 1, sono abrogatigli articoli 1 e 2 della legge 3luglio 1998, n. 210, e l’arti-colo 12 della legge 19novembre 1990, n. 341.Art. 5. (Norme procedurali)1. I decreti legislativi di cuiall’articolo 3, comma 1, sonoadottati su proposta delMinistro dell’istruzione,dell’università e della ricer-ca, di concerto con ilMinistro dell’economia edelle finanze e con ilMinistro per la funzionepubblica, sentiti la CRUI e ilCUN e previo parere delleCommissioni parlamentaricompetenti per materia eper le conseguenze di carat-tere finanziario, da rendereentro trenta giorni dalladata di trasmissione deirelativi schemi. Decorso taletermine, i decreti legislativipossono essere comunqueemanati. Ciascuno deglischemi di decreto legislativodeve essere corredato darelazione tecnica ai sensidell’articolo 11-ter, comma2, della legge 5 agosto 1978,n. 468, e successive modifi-cazioni.2. Ulteriori disposizioni cor-rettive ed integrative deidecreti legislativi di cuiall’articolo 3, comma 1, pos-sono essere adottate, con ilrispetto degli stessi princìpie criteri direttivi e con lestesse procedure, entrodiciotto mesi dalla datadella loro entrata in vigore.Art. 6. (Disposizionefinanziaria)1. Dall’attuazione delledisposizioni della presentelegge non devono derivarenuovi o maggiori oneri perla finanza pubblica.

Nel momento in cui scrivo è notoil testo definitivo del DdL sulloStato Giuridico dei docenti

Universitari, il DdL 4735C è diventatoil 3497S e lo riportiamo in questonumero di Università oggi: ogni lettorepuò prenderne comodamente visione,fare le sue considerazioni e valutazioni,farsi un proprio giudizio. Ora il provve-dimento è all’esame dell’altro ramo delParlamento e si sa che ci sarà una tratta-zione del DdL in sede referente inCommissione Cultura con tempi accele-rati, ci sono state e sono in corso audi-zioni, la nostra compresa, e poi ci sarà latrattazione in Aula del Senato. Un’impressione in generale: questotesto richiama alla mente la Incompiutadi Schubert; leggendo gli atti parlamen-tari non si capisce bene, ma resta lanetta sensazione che siano prevalsi,forse necessariamente, forse ancheopportunamente, interessi di naturapolitica di non alto livello su quelli cheavrebbero dovuto accompagnare undisegno di legge di così alto impatto, siaa breve sia a lungo termine, su tutto ilPaese. Mi riferisco ad un senso profon-do dello Stato e dell’interesse della col-lettività, fondanti per un provvedimen-to che avrebbe dovuto essere pensato eseguito con uno spirito che definirebipartisan sarebbe limitante, al di soprae al di là delle parti forse sarebbe ade-guato: perché una riformadell’Università, per adattarla ai tempi,alle mutate esigenze della società, alla

concorrenza sovranazionale, alla situa-zione mondiale dello stato della ricercae delle sue ricadute, una riforma,insomma, era necessaria.Un sistema universitario che vedeun’età media di conseguimento del tito-lo finale in netto ritardo sul restod’Europa, un rapporto studenti/docen-te nelle ultime posizioni di una “classi-fica” europea, investimenti in ricerca eistruzione superiore su scala frazionariadel necessario per mantenere un livelloaccettabile, una ripartizione territorialeincongrua, un assurdo proliferare dinumerose e strane sedi, come se il prin-cipio di una facoltà all’ombra di ognicampanile fosse valido; di più un’etàmedia del corpo docente avanzata, fun-zioni non chiare, diritti e doveri nonben definiti, con enormi difformità fra ivari Atenei, difformità generate da unmal interpretato concetto di autonomia.Su questo giornale tempo fa avevoriportato, a titolo di esempio, che neglistatuti di 58 Atenei Statali vi erano 21soluzioni diverse del problema dellapresenza dei Ricercatori nel Consigliodi Facoltà: italica fantasia va bene, madirei che qui si era esagerato!Dopo un florilegio di ballons d’essai edi testi “apocrifi” fatti girare e subito

sconfessati, il testo di cui cominciammoad occuparci nel gennaio del 2003 haconcluso l’esame del primo ramo delParlamento; si dovrebbe concludere“matematicamente” che se si sono usatiquasi trenta mesi (di cui quasi 15 divero e proprio iter parlamentare) per ilprimo ramo, altrettanti mesi si dovreb-bero logicamente attendere al secondo.Ma tutti conosciamo il detto attribuito aOtto von Bismarck: “Die Politik istkeine Wissenschaft, sondern eineKunst” (la politica non è una scienzaesatta, ma un’arte), quindi forse iltempo potrebbe anche esserci, anche seautorevoli esperti parlano di una dispo-nibilità di giornate lavorative parla-mentari sino alla fine della legislaturanell’ordine ormai delle poche decine. In più forse sarebbe improvvido che unEsecutivo spingesse per l’approvazionedi una norma delegante, senza esseresicuro di avere il tempo di gestire anchel’emissione dei decreti legislativi. Aquesto si aggiunge il fatto che da piùparti si afferma che il testo così com’ènon potrebbe avere una lettura alSenato senza l’introduzione almeno dimodifiche che eliminino disomogeneitàed incertezze interpretative, diano com-piutezza a singole norme incomplete e

così via. Si ritiene, pertanto, che unsecondo passaggio alla Camera sia ine-vitabile, traendone la conseguenza che,visti i limitatissimi tempi residui, unacomparsa di questo provvedimento inGazzetta Ufficiale non sia molto proba-bile.Quindi, e adesso? Non ho dubbi che iprossimi giorni potranno essere ricchidi notizie molto più certe delle voci cheho riportato più sopra. Quello che come CIPUR dovevamo diree potevamo fare è stato fatto, scritto edetto. Forse è comodo e ipocrita, ma incoscienza non vedo, oggi come oggi,alternative al “chi vivrà, vedrà”.

Paolo Manzini

Otto von Bismarck:

“Die Politik ist keine Wissenschaft,

sondern eine Kunst”

(la politica non è una scienza esatta, ma un’arte)E adesso?

Il CIPUR ritiene che la duratadel periodo di formazione allaricerca ed alla didattica, suc-

cessivo al conseguimento deldottorato di ricerca, obbligatorioper conseguire contratti, nondebba eccedere i due anni, rinno-vabili una sola volta. In tale perio-do è possibile valutare corretta-mente il giovane aspirante alladocenza che, alla fine, se la valu-tazione fosse non positiva, sareb-be ancora in grado di trovarealtre adeguate posizioni lavorati-ve. Va inoltre esplicitata la previ-sione che i contratti di formazio-ne alla ricerca ed alla didatticadebbano essere adeguatamenteremunerati ed assorbire borsepost doc ed assegni di ricerca, eche queste forme di rapporto ces-sino.Il CIPUR ritiene che l’ingresso nelruolo dei professori universitaridebba avvenire attraverso il con-seguimento di una unica idonei-tà nazionale, visto che hanno malfunzionato i concorsi e gli attualigiudizi comparativi; ritiene, inol-tre, che la natura stessa della ido-neità, la quale costituisce il requi-sito (ma non il diritto) per l’otte-nimento del contratto a tempodeterminato nella seconda fascia,implichi che il numero debbaessere aperto.Il CIPUR ritiene necessario chesia esplicitato il diritto, dopo averconseguito l’idoneità ed ottenutoun contratto a tempo determina-

to, di veder concludere il proprioperiodo di contratto con un giu-dizio, positivo o negativo, noncon la mera possibilità di vederepassare o no il proprio contratto atempo indefinito. Inoltre sidichiara convinto che il rinnovodel contratto triennale può essereprevisto solo in caso di giudizioinsufficiente del primo periodo.Il CIPUR ribadisce la necessitàdella cadenza annuale dei giudi-zi di idoneità. Questo si rendenecessario per coniugare il rigorecon l’esigenza di copertura deicorsi a seguito dell’imminente,massiccio pensionamento.Il CIPUR riafferma la propriaposizione di netta distinzione frareclutamento e progressione dicarriera constatando, con soddi-sfazione, che su questa posizionesono convenute in tempi recentianche altre organizzazioni. Ilmeccanismo delineato nel DdL,con i minori aggiustamenti quisuggeriti, è adeguato per l’entra-ta di nuovo personale nelladocenza universitaria, di normanella seconda fascia. La progres-sione dalla seconda fascia allaprima dovrebbe invece avvenireper giudizio individuale discipli-nato dalle singole università nel-l’esercizio della loro autonomia.Tale passaggio, non può compor-tare una penalizzazione retributi-va come attualmente accade conlo straordinariato. In particolare,deve essere prevista una esplicita

nuova norma sulla ricostruzionedi carriera al passaggio di fascia oruolo, anche nel transitorio.Il CIPUR ritiene comunque che ilpassaggio alla prima fasciadebba essere limitato ai professo-ri di seconda fascia e che l’acces-so alla prima fascia dall’esternodebba avvenire solo per un mec-canismo di chiamate per chiarafama, con trattamento economi-co studiato ad hoc.Il CIPUR ritiene erronea sia laprevisione dell’innalzamentodell’età massima di pensiona-mento solo per chi passa alnuovo sistema (il che non dilui-rebbe abbastanza nel tempo lecifre spaventose dell’esodo perpensionamento), sia, per lo stessomotivo, il diniego del diritto ditutti i docenti ai due anni opzio-nali di servizio pieno.Il CIPUR ritiene erronea la man-canza di un richiamo esplicitoche le due previsioni del puntoprecedente si debbano applicarein toto ai docenti della Facoltà diMedicina e Chirurgia anche nelleloro attività assistenziali svolte afavore del SSN.Il CIPUR ritiene preoccupante lamancanza di previsione di mec-canismi di verifica periodica del-l’attività didattica e scientifica deiprofessori, meccanismi che eviti-no, sanzionandoli, dannosi rista-gni di attività e consentano sti-moli anche economici per i pro-fessori più attivi.

RETRIBUZIONE, ATTIVITA’ DI RICERCA EDIDATTICAIl CIPUR non si oppone ad unastruttura della retribuzione arti-colata in una parte fissa ed in unavariabile. Tuttavia il CIPUR ritie-ne irrinunciabili i seguenti duepunti: l’entità massima dellaparte variabile deve essere defini-ta in termini percentuali rispettoa quella fissa; l’erogazione dellaparte variabile deve essere legataalla valutazione delle sole attivitàdi ricerca e di didattica.In merito alla proposta elimina-zione della distinzione fra tempopieno e tempo definito, il CIPURnon ne ravvisa né la necessità, néla opportunità. Il CIPUR esprimela propria preoccupazione cheagendo in tale direzione si distol-gano forze dalla ricerca e didatti-ca verso meccanismi di autofi-nanziamento individuale.Ritiene anzi che la differenzaremunerativa originale vadamantenuta e del tutto esaltata.Essendo l’attività di ricerca neces-saria ad una reale didattica uni-versitaria, il CIPUR esprime lapropria preoccupazione per l’ec-cessiva dimensione che il DdLprevede per la didattica dei pro-fessori esterni (senza idoneità) acontratto; tale didattica, utilecome apporto di esperienzeesterne all’Università, non può enon deve essere svilita, dilatan-done eccessivamente il numero;

il CIPUR pertanto confermal’opinione già espressa che ilnumero dei professori “esterni” acontratto debba aggirarsi attornoal 20-30 per cento del numerocomplessivo dei professori. Inmerito ai contratti di docenza atempo definito derivanti da con-venzioni con enti esterni, ilCIPUR ritiene che l’Universitàdebba scegliere liberamente, frachi ha conseguito la idoneità, lapersona di alta qualificazioneadatta per coprire tali posti.NORME TRANSITORIE,Ricercatori ed AssistentiIl CIPUR ritiene possibile e dove-roso sanare il contenzioso traStato e Docenza Universitariache si protrae dal 1980, derivantedal mancato rispetto delle sca-denze concorsuali (solo 3 invecedi 9 per il periodo di vigenza delDPR 382/80) per professoreassociato e per professore ordina-rio. In tale contesto appare possibilela messa ad esaurimento delruolo dei ricercatori, purché con-temporaneamente siano previsteadeguate disposizioni sia a regi-me e sia transitorie per i ricercato-ri, così come per gli assistenti, cheabbiano il requisito di 5 anni d’in-segnamento, oppure, come per iprofessori associati, che abbianomaturato almeno 15 anni nelruolo.Ritiene inoltre che i numeri dipotenziali candidati ed i tempi di

attuazione deducibili sulla basedelle attuali previsioni del DdLnon siano compatibili con l’im-minente esodo per raggiuntilimiti d’età e vadano quindi rivi-sti.Il CIPUR segnala la necessità diuna esplicita previsione che ogni-qualvolta in un provvedimentonormativo appaia la dizione“ricercatori universitari” si debbanecessariamente intendere ladizione “ricercatori universitaried assistenti ordinari”.Il CIPUR ritiene che nelle normetransitorie la durata delle idonei-tà debba essere indefinita per chisia già in servizio nell’Università,poiché continua ad esercitarecomunque le stesse attività didat-tiche e di ricerca.Il CIPUR ritiene che il diritto diopzione fra vecchio e nuovo statogiuridico debba essere esercitabi-le senza restrizioni, sia al fine dievitare aberranti possibili situa-zioni discriminatorie, sia perincentivare la riduzione della ple-tora di figure docenti originatesia seguito di successivi interventilegislativi. Il CIPUR segnala la necessità diuna esplicita norma che esoneridalla ripetizione dello straordina-riato gli attuali professori univer-sitari di ruolo che optino per ilnuovo stato giuridico.

R. Andreoli V. Mangione

A. Incoronato P. Manzini

luglio 2005Pagina 9

Alcune osservazioni di merito sul DdLIl documento che segue, steso su mandato conferito ad alcuni componenti della Giunta nazionale, costituisce una puntualizzazione ed un approfondimento delle idee del CIPUR, comeerano emerse nel Consiglio Centrale del febbraio 2004. Benché sia passato oltre un anno, coloro che allora lo stesero ritengono che sia pienamente valido anche oggi, soprattutto come

punto di riferimento rispetto a cui misurare i provvedimenti legislativi in discussione in Parlamento.

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PREMESSACome l’istituzione dei dipartimenti,che esplicitamente nel DPR 382/1980rientrava nel Titolo III,Sperimentazione organizzativa edidattica, e di cui si prevedeva all’art.93 la verifica “entro quattro anni dal-l’inizio della sperimentazione”,anche il ruolo dei ricercatori dovevaessere sperimentale. Infatti la leggedelegante, legge 21 febbraio 1980, n.28, da cui derivò il DPR 382/1980 chela richiamava cripticamente nell’art.34, nell'ultimo comma dell'art. 7 pre-vedeva: “Dopo quattro anni dall'en-trata in vigore della presente legge, ilMinistro della pubblica istruzione,sentito il Consiglio universitarionazionale, presenta al Parlamento undisegno di legge per definire il carat-tere permanente o ad esaurimentodella fascia dei ricercatori confermatie nella prima ipotesi il relativo statogiuridico.”. Benché la non osservan-za della legge sia in sé un male, inquesto caso l’aver esteso la “speri-mentazione” sino ad oggi ha portato,a mio avviso, ad un bene: si è chiari-to di quale figura l’Università avevabisogno. Oggi, oltre all’attività diricerca, quali sono i compiti di molti,anche se non tutti, i ricercatori attua-li? Sulla base dell’articolo 12 dellalegge 19 novembre 1990, n. 341 edelle disposizioni successive, essipossono essere responsabili di corsiuniversitari, relatori di tesi, parteci-pano a commissione d’esami di pro-fitto (anche come presidenti) e di lau-rea; le Facoltà, per norma pacifica-mente accettata quasi ovunque,ritengono che la responsabilità di uncorso, con le connesse altre attivitàsopra descritte, assorba gli obblighididattici previsti dal DPR 382/1980..Considerando le attività svolte,ovviamente funzionali all’istituzioneuniversitaria, c’è da chiedersi se lafigura descritta, che si adatta ad una

grandissima parte dei ricercatori edassistenti attuali, oggi assomigli dipiù a quella di un professore oppurea quella di un ricercatore descrittaventicinque anni fa dalla legge 28 edal DPR 382. La risposta è che asso-miglia molto – ma molto – di più alprofessore universitario piuttosto chead un ricercatore universitario “d’an-tan” e, pertanto, ne consegue chel’università italiana ha bisogno dimolti professori in più rispetto aiquasi 38.000 suoi attuali professori diruolo. Vogliamo prenderne atto? IlCIPUR lo ha fatto, e da tempo: infattidue anni fa, il 23 luglio 2003, una let-tera del Presidente Nazionale alCapo di Gabinetto del MIUR riporta-va: “in merito alla proposta dell’abo-lizione del ruolo dei ricercatori, di cuisi è trattato durante i lavori del tavo-lo tecnico del 9 luglio u.s., tengo aprecisare che la nostra associazione èfavorevole, purché contemporanea-mente siano previste le disposizionitransitorie per i ricercatori e i profes-sori associati sedicennalisti. In man-canza di tale contestualità, il CIPURnon potrebbe essere favorevole.”PROPOSTE1. Si devono assolutamente mettere adisposizione con certezza le risorseeconomiche per gli scatti di anzianità(che hanno comportato circa 104 Mper il 2004!) e l’adeguamento annuo(circa 52 M per l’1,38% del 2004!),che sono previsti per legge.Rifiutiamo di credere che un paio dicentinaia di milioni di euro sianoimpossibili!!! Non si possono fare lenozze con i fichi secchi. 2. Inoltre occorrono fondi per la ricer-ca (il che comporta un vantaggio alsistema economico del Paese), altri-menti le valutazioni, che ormai si èunanimemente convenuto esserenecessarie, sono falsate in partenza:come può essere correttamente valu-tato sulla sua ricerca chi non ha i

mezzi per svolgerla?3. Con la premessa di cui al punto 1valgono le tabelle che il CIPUR hapresentato in 7^ Commissione dellaCamera il 28 aprile 2004 e poi ha pub-

blicato su Università Oggi; dato chela entrata in vigore del provvedimen-to slitterà quantomeno a non primadell’inizio dell’AA 2005/2006, i datisono ancora migliori, visto che il 2004e 2005 hanno visto relativamentepochi pensionamenti. Quindi anchead essere MOLTO prudenti, ci sono eci saranno le risorse economiche(ricavate dai pensionamenti) potreb-bero permettere il passaggio, se valu-tati positivamente, a professori (veri)

di seconda fascia TUTTI i ricercatorianziani ed assistenti in quattro annidi applicazione della nuova normati-va, per TUTTI i ricercatori attualmen-te già confermati entro cinque anni, e

per TUTTI i non confermati in seianni. Inoltre man mano, se valutatipositivamente, almeno 15.300 attualiassegnisti ed assimilati (cioè, a quan-to ci risulta, praticamente TUTTI!)entro il settimo annuo di attuazione.Poi saremo a regime, con i pensiona-menti e le assunzioni dei nuovi con-trattisti che si manterranno sull’ordi-ne di grandezza, per diversi anni, di3000 posti all’anno. 4. Questo si puòrealizzare del tutto senza pregiudica-

re un congruo (alto) numero di pas-saggi dalla seconda alla prima fascia,che non incide sulla consistenza tota-le della docenza e costa nulla o pocoe mantenendo poco più che costanteil numero attuale della docenza tota-le. Il problema è come procedere inmaniera equa e attuabile. La soluzio-ne che proponiamo è qui riassunta: Ilpassaggio a professore degli attualiricercatori e assistenti va scaglionatonel tempo: lo sarà automaticamentesulla base delle disponibilità (econo-miche) di chiamata delle singolestrutture universitarie. A livello nor-mativo occorre prevedere un passag-gio equo: le Facoltà sono in grado didistinguere il grano dal loglio, datoche le persone ne fanno parte daanni. Si può attuare un meccanismoidoneativo locale per Facoltà (o,volendo, per Settori ScientificoDisciplinari) riservato agli attualiricercatori ed equiparati che abbiano,ad esempio, i requisiti (conseguibilial momento della richiesta di giudi-zio idoneativo) di almeno 5 anni dianzianità di servizio e tre anni diinsegnamento ufficiale anche nonconsecutivi. Inizialmente le idoneitàvanno riservate a chi abbia requisitimaggiori, ad es. 15 e 5 anni rispettiva-mente. Questo diluisce un poco neltempo il lavoro delle commissionilocali. Le chiamate restano effettuabi-li solo con i requisiti di disponibilitàdel posto e del budget e devono esse-re automatiche, se effettuate sulposto già coperto dall’interessato.- Gli assegni di ricerca attuali (e simi-li figure) vanno prorogati come rego-lari contratti a termine per il temponecessario a partecipare almeno adue tornate annuali nazionali di ido-neità alla docenza successive all’at-tuale scadenza.- Si potrà attuare il dettato del DdLper i nuovi contratti di avviamentoalla ricerca ma riservandoli ai dottori

di ricerca. Entro la fine del contratto imigliori (non tutti, ovviamente)hanno più che buone chances (vedi lecifre più sopra). Eventuali prorogheulteriori del contratto vanno vietateesplicitamente per non facilitareeventuale malcostume; ma per col-mare eventuali “ritardi” burocraticied attendere l’idoneità e/o la chia-mata si potrà usufruire dell’istitutodel professore a contratto.- Le idoneità, per loro natura, devonoessere a numero aperto, dato chesono un requisito, ma non un dirittoindividuale alla chiamata; e, solo perchi è già in servizio e svolge conti-nuativamente le stesse funzioni, siapure ad un gradino minore, non pos-sono essere con decadenza a tempo.- La progressione di carriera dallaseconda alla prima fascia deve avve-nire o sul proprio posto, a domandae previo successivo parere positivolocale, o con normale chiamata inprima fascia di un professore diseconda fascia della propria o di altrauniversità, o liberamente, ma soloper chiara fama; sempre però con ilvincolo della disponibilità del bud-get.- È opportuno, infine, che il limite dietà in servizio (con attenzione ancheal problema dei compiti assistenzialie dirigenziali per la Facoltà diMedicina e Chirurgia) per tutti siaportato a 70 anni, e che il biennioopzionale di servizio aggiuntivo siariconosciuto a tutti per interpretazio-ne autentica della norma. Questo,senza creare danno reale né per iricercatori attuali, né per i giovaninon strutturati, diluisce un poco lapressione derivante del dover alme-no mantenere la consistenza delladocenza, già molto scarsa se parago-nata con le simili istituzioni europee,di fronte all’imminente esodo.

Paolo Manzini

Durante l’audizione davanti alla Commissione Cultura del Senatodel 28 giugno 2005, CIPUR ed USPUR hanno esposto il punto divista delle Associazioni sul DdL 3497 sullo stato giuridico deidocenti universitari.A fronte del favorevole riscontro avuto sui suggerimenti di emen-damenti esposti alla Commissione e confidando quindi nel relati-vo accoglimento, il Segretario Nazionale dell’USPUR ed ilPresidente Nazionale del CIPUR esprimono la propria soddisfa-zione per il provvedimento che, integrato con gli emendamentiproposti alla Commissione, apparirà in grado di risolvere quei pro-blemi dell’Università italiana, che sono affrontati dal DdL.Chiedono che Governo e Parlamento adottino le misure necessarieper giungere rapidamente alla approvazione definitiva del provve-dimento, nell’interesse dell’università. Chiedono che Governo eParlamento si impegnino inoltre, nell’interesse della competitivitàdel Paese, ad incrementare le risorse destinate agli atenei, con leprossime leggi finanziarie, attraverso opportuni stanziamentiaggiuntivi in tabella C, come è stato già fatto per l’anno in corsocon la legge finanziaria del 2005.Roma, 28 giugno 2005

Il Segretario Nazionale dell’USPUR Prof. Antonino Liberatore

Il Presidente Nazionale del CIPURProf. Paolo Manzini

(*) Coordinamento Intersedi Professori Universitari di Ruolo – Unione Sindacale deiProfessori Universitari di Ruolo

Comunicato congiunto CIPUR – USPUR (*)

E se ci provassimo sul serio? Proposte sul DdL 3497 S

N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 10

La lettera del SocioAlla luce delle prese diposizione da parte delCIPUR, sindacato a cuisono iscritto fin dalla isti-tuzione, in merito al DDLsullo stato giuridico deidocenti universitari, nonposso non prendere inconsiderazione il ritirodella mia adesione allaorganizzazione sindacale.Tale scelta è profondamen-te motivata dallo sconcertonel leggere che l'unicaorganizzazione in camponazionale che ha manife-stato una totale adesione alsuddetto DDL sia ilCIPUR, unica nota stonatanel contesto accademicoitaliano che considera iltesto del DDL devastanteper l'Università statale egravemente dannoso per ilPaese. Pertanto, anche secon rammarico per lalunga militanza, non con-dividendo assolutamentele prese di posizione delsindacato ritiro la mia ade-sione.Cordiali saluti (lettera fir-mata)

La risposta del PresidenteCaro collega,ho ricevuto dalla segrete-ria nazionale CIPUR copiadella tua e-mail con laquale dichiari di ritirare latua adesione dall’associa-zione. In qualità diPresidente Nazionaleritengo di dover risponde-re alla tua e-mail.Dalle numerose segnala-zioni che ho ricevutodebbo concludere che nehai fatto una sorta di lette-ra circolare e, pertanto, miadeguerò a questa tua scel-ta.Tu affermi che "l'unicaorganizzazione in camponazionale che ha manife-stato una totale adesione alsuddetto DDL sia ilCIPUR, unica nota stonatanel contesto accademicoitaliano". En passant sotto-lineo il reiterato usoimproprio del primoaggettivo indefinito, comerisulta dall’analisi dellevarie prese di posizione;non mi capacito dell’uso di“unico” riferito al CIPUR,“unico” significherebbeche il CIPUR è solo, men-tre concordano con noialmeno due altre sigle sin-dacali, una della quali dinotevole rappresentativi-tà, benché un poco minoredella nostra: come forsesai, prima delle tue dimis-sioni il CIPUR aveva dele-ga di oltre il 24% deidocenti universitari iscrittiad una associazione sinda-cale. Penso che ti sia anchenoto che delle 15 sigle chesi autodefiniscono “leOrganizzazioni sindacali e

le Associazioni rappresen-tative della docenza”, ilnumero complessivo diiscritti di una (il dato ècomparso su una lista didiscussione) è di un soloiscritto, di almeno tre nonsupera complessivamentele dita di due mani, unasola ha individualmenteun numero di iscritti para-gonabile al CIPUR ed unanon ne è molto lontana.Passo ora ad un brevecommento a quella che tuchiami "totale adesione al(…) DDL". Il comunicatodel CIPUR, che immaginotu abbia letto, dopo il pre-ambolo di due righe ini-ziali esordisce, in politi-chese come è necessario inquesti frangenti: "A frontedel favorevole riscontroavuto sui suggerimenti diemendamenti esposti allaCommissione e confidan-do quindi nel relativoaccoglimento". Come vedinon c’è "totale adesione"rispetto al testo del DdLlicenziato dalla Camera etrasmesso alla VIICommissione Cultura delSenato (anzi su questotesto c’è un comunicatomolto critico!), ma si fa,invece, riferimento alletrasformazioni che in que-sta Commissione il DdLsubirà a seguito dell’acco-glimento di emendamentisuggeriti.Richiamo alla tua attenzio-ne altre "stonature" chehanno caratterizzatol’azione del CIPUR."Stonavamo" quando par-lavamo di violazione deidiritti civili nelleUniversità. Molti di noidel CIPUR si impegnarononei SAI e riuscirono a eli-minare parte dell’apar-theid. Voglio qui ricordaredue casi. L’impegno deicolleghi iscritti napoletanidella Federico II (tra i qualioperò attivamente un col-lega del tuo stessoDipartimento) che agironoin qualche modo da apri-pista riuscendo ad ottene-re che il diritto all’elettora-to passivo alla carica diDirettore di Dipartimentofosse esteso a tutti i profes-sori di ruolo. Questa muta-zione genetica è stata cosìirreversibilmente inscrittanello Statuto del tuoAteneo che, grazie all’au-tonomia, una successivalegge che si preoccupavadi ripristinare lo statusquo ante non ha avutoalcun effetto nemmeno insede di recente revisionedello Statuto stesso. Sullascia di questo risultato aCatania, grazie all’azionefra gli altri del collegaFrancesco Sorrentino,eccelso direttore responsa-bile del nostro periodico,

venuto a mancare direcente, fu possibile esten-dere, sia pure sotto parti-colari condizioni, il dirittoall’elettorato passivo allacarica di Preside di Facoltàanche ai ProfessoriAssociati. Potrei citareulteriori miglioramentiche, a partire dalle conqui-ste appena ricordate, sonostati introdotti successiva-mente negli statuti di altriatenei italiani, ma su que-sto tema c’è ancora moltoda lavorare: non siamo piùisolati ma siamo ancoratroppo pochi a "stonare"."Stonavamo" quando par-lavamo di valutazione ealtri che dapprima si guar-davano bene dal farlo ora"stonano" addirittura piùdi noi."Stonavamo" quandocominciammo a fare iconti sui veri costi nelleprogressioni di carriera.Queste "stonature" hannoreso possibile dare rispo-sta alle legittime aspettati-ve di progressione di car-riera di molti colleghiRicercatori ed Associati, inparticolare i colleghi chia-mati a seguito delle dero-ghe al blocco delle assun-zioni degli scorsi anni (e,sulla base dei conti appenaricontrollati, sarà possibilecontinuare a farlo anche infuturo!!!). Su questo argo-mento non siamo stati piùsoli, anche se molti deisuccessivi compagni diviaggio, autentici appren-disti stregoni, si sono pro-dotti in clamorose steccheche hanno richiesto l’inter-vento correttivo del MIUR.E proprio partendo daquesti conti abbiamo "sto-nato" a proposito dellagiusta retribuzione neipassaggi di carriera – leggiassegno ad personam – edora la stonatura è corale.Per quanto possa appariresorprendente, per "stona-re" su queste questioni civuole conoscenza dellanormativa e competenzanel fare i conti – finalmen-te fatti bene come poihanno riconosciuto ilMIUR e vari esponentipolitici."Stonavamo" quando pro-testammo per lo “scippo”tentato dalla CRUI nel nonvolerci erogare gli incre-menti stipendiali ISTAT didue anni fa; e anche inquesto caso, anche se c’èvoluto un bel po’ di tempoa dire il vero, alla fine glialtri si sono allineati. "Stonavamo" quando par-lavamo di differenziare imeccanismi di accesso allacarriera universitaria daquelli della progressionedi carriera: ora il coro èassordante. "Stonavamo" quando

avanzammo la richiesta dicostituzione di parte civiledel CIPUR a seguito del-l’azione intrapresa da uncollega della Facoltà diMedicina e Chirurgia delII Ateneo di Napoli,davanti alla magistraturapenale, avverso alle con-clusioni di un concorsouniversitario a cui parteci-pava. Avanzammo talerichiesta nel silenzio piùassordante delle altreorganizzazioni e anche sela nostra richiesta fu riget-tata abbiamo registratoche in tutti i gradi di giudi-zio il collega ha visto pre-valere le proprie ragioni didenuncia nei confronti diuna pratica concorsualeche aveva privilegiato gliinteressi familiari e non lacapacità scientifica.Abbiamo "stonato” quan-do abbiamo posto il pro-blema dell’attivazione edell’ammissione ai dotto-rati di ricerca – primopasso che caratterizza ilpercorso nella carriera uni-versitaria nella maggio-ranza dei casi - per sottrar-li al porto delle nebbiedelle Università, deiDipartimenti e dei gruppiscientifico-disciplinari.Siamo onorati del fatto cheil Prof. Alessandro FigàTalamanca, prestigiosocollega matematicodell’Università degli Studidi Roma La Sapienza,alcuni mesi or sono abbiadeciso di "stonare" anchelui! Riproponiamo, ogniqualvolta ci è possibile, laquestione certi che ilnumero degli "stonati"aumenterà.E mi fermo qui con le "sto-nature".L’istituzione universitaria,alla quale tanti di noi sidedicano in maniera esclu-siva, ha subito attacchidevastanti a partire dalDecreto 3 novembre 1999,n° 509, della XIIILegislatura, pubblicatonella Gazzetta Ufficiale n°2 del 4 gennaio 2000. Cisiamo impegnati molto, inparticolare è doverosoricordare l’insostituibilecontributo dei colleghiCIPUR eletti al CUN, percercare di rimediare allosfascio. E qui è successauna cosa singolare; moltiinfaticabili difensori e pro-pagandisti di quel testogovernativo come puremolti silenziosi colleghi,sono improvvisamentediventati molto criticiquando la maggioranza ècambiata pur facendo – lanuova maggioranza - lestesse cose della preceden-te su questo specifico argo-mento!!Dobbiamo ricordare - tuttinoi - che è a partire da

quella legislatura che pren-dono avvio i devastantidiscorsi di differenziazionetra università di serie A equelle di serie B, e i centridi (auto)eccellenza.Ci siamo opposti alla deva-stazione di quel formidabi-le patrimonio di professio-nalità universitarie scienti-fiche e didattiche rappre-sentato dai colleghi ricerca-tori per i quali inizialmenteera semplicemente previ-sta la messa ad esaurimen-to. Preso atto della volontàdell’esecutivo di non volerpiù procedere a nuovibandi per ricercatori,abbiamo chiesto che a que-sti colleghi fosse offerta lapossibilità di potere esserevalutati per l’idoneità aprofessore associato. Cisiamo anche opposti al ten-tativo di mortificazione deicolleghi professori associa-ti – tentativo che semprepiù spesso ci troviamo dasoli a dover contrastare – aiquali, nonostante essisiano già parte del ruolodei professori universitari,non si voleva offrire la stes-sa possibilità di esserevalutati, in questo caso, perl’idoneità a professori ordi-nari. Avrai notato, ne sonocerto, che su quest’ultimopunto il silenzio delle altreorganizzazioni è stato dav-vero assordante, quandonon si sia dovuta registrareaddirittura contrarietà! Perle categorie appena ricor-date l’acquisizione dellaidoneità, secondo il testo indiscussione in parlamento,è un titolo e non dà alcundiritto. È un requisito chedebbono avere tutti coloroche intendono parteciparealle valutazioni comparati-ve per le chiamate, che leuniversità bandiranno. Horicordato in precedenzache i conti del CIPURdimostrano che in unragionevole lasso di temposarà possibile alle universi-tà bandire procedure divalutazione compartivaper consentire a questi ido-nei di poter svolgere lafunzione per la qualehanno conseguito l’idonei-tà.C’è da chiedersi se il testoche verosimilmente verràlicenziato dal Parlamentoci soddisfi. Che cosa debbaessere l’università nelnostro Paese secondo il

CIPUR è chiaramenteespresso nel "DeUniversit@te: L'istituzioneuniversitaria nel terzo mil-lennio. Il caso Italia" pub-blicato nel 2001, come n° 2della collana dei Quadernodel CIPUR (vedi “studie pubblicazioni” suwww.cipur.it).Il Quaderno è stato discus-so in diverse città italiane,in sedi pubbliche o istitu-zionali, con esponenti isti-tuzionali, politici, universi-tari ed imprenditoriali, e inqualità di socio CIPURdebbo assumere che tu loabbia sicuramente ricevu-to. Nel caso non fosse cosìo non l’avessi più disponi-bile posso fartene perveni-re copia (ovviamente sonoanche disponibile a inviar-ne copia a chiunque tra idestinatari di questa e-mailne faccia richiesta). Questoquaderno mantiene adistanza di quasi cinqueanni dalla sua pubblicazio-ne ancora la propria validi-tà e rispetto alle cose detteallora (ci sono in questoquaderno molte delle "sto-nature" ricordate) non cisono ripensamenti.Da anni il CIPUR interagi-sce, salvaguardando lapropria apartiticità – checome sai non è sinonimo diapoliticità (tutti facciamopolitica!) - con il governo ele forze politiche, di mag-gioranza e di opposizione,per illustrare il propriopunto di vista. Pertanto ilCIPUR si confronta con itesti dei DdL e con l’agen-da dei lavori parlamentariche altri soggetti fissanonell’ambito delle loro com-petenze. Nel corso delleultime settimane abbiamodovuto fare i conti con ten-tativi di penalizzazione diparte del corpo docenteche siamo riusciti a neutra-lizzare. Comunque vigile-remo seguendo con atten-zione il corso degli eventi evaluteremo il da farsi.Quanto sopra, natural-mente, non per farti ricre-dere sulle tue dimissioni,che, come mi pare di capi-re dal tuo messaggio e-mail, sono meditate e sof-ferte, ma per puro amoredi verità.CordialmentePerugia, ….

Paolo ManziniPresidente Nazionale

CARO COLLEGA...Un socio del CIPUR ha inviato una e-mail nella quale con rammarico annuncia

di ritirare la propria adesione all’associazione. Il Presidente Nazionale risponde.

luglio 2005Pagina 11

In queste ultime settimaneabbiamo assistito al cresce-re di un dibattito pubblico

sulla condizionedell’Università in Italia.Catalizzatori della discussionesono stati, da un lato, il tor-mentato iter parlamentaredella Riforma dello stato giuri-dico dei docenti e, dall’altro,l’appello ormai noto lanciatodalla fondazione Magna Carta.Ebbene, c’è un tema dal qualeil dibattito in questione nonpuò prescindere, se non sivuole che assuma un’intona-zione velleitaria. Il tema è quel-lo della docenza precaria (o “acontratto”), senza la qualel’Università – specie dopo lacrescita della domanda dididattica legata alla introdu-zione dei due livelli di laurea, edopo l’incremento del 20% diimmatricolazioni che ne èseguito – non potrebbe in nes-sun modo sopravvivere. Ora,mentre è diffusa la consapevo-lezza che attualmente la mag-gior parte dei corsi di laureasia triennali sia specialistici èsostenuta in misura rilevanteda docenti a contratto, nonaltrettanto noto è che tra i tito-lari di contratto vi sono anchemolti “professori idonei nonstrutturati” (PINS), cioè stu-diosi – sono attualmente circa500 - che, pur non essendo giàcompresi nell’organico del per-sonale docente, hanno conse-guito l’idoneità nei concorsi aprofessore universitario diruolo di I e di II fascia (il loroelenco completo è disponibilea l l ’ i n d i r i z z o :http://copins.humnet.unipi.it/).Il CNVSU nel suo ultimoRapporto sullo Stato delSistema Universitario ci infor-ma che nel 2003 nell’Universitàitaliana insegnavano 17.957ordinari, 18.095 associati e20.423 ricercatori; d’altra parte,per lo stesso anno, il MIURafferma che i contrattisti titola-ri di insegnamenti ufficiali e/odi attività didattiche integrati-ve erano ben 32.971, il che liconfigura ormai come la cate-goria docente di gran lungapiù numerosa. Questa paleseanomalia sta venendo oradrammaticamente in luce, dalmomento che il Ministero hainiziato a porre agli Ateneialcuni vincoli per l’attivazionedei corsi di laurea: i cosiddetti“requisiti minimi”. I corsipotranno essere avviati o man-tenuti solo se sostenuti da undeterminato numero di docen-ti di ruolo a tempo pieno, esolo se le Facoltà interessateavranno coperto con docenti diruolo una percentuale presta-bilita dei settori scientifico-disciplinari afferenti al corso dilaurea in questione. Ebbene, la“chiamata” di PINS è la risorsada subito disponibile perottemperare, anzitutto, airequisiti minimi.Aprendo lo sguardo a conside-razioni di carattere più genera-le, è opportuno rilevare che larecentissima Comunicazionedella Commissione Europea

sulla Mobilitazione del poten-ziale intellettuale dell’Europa èinteramente dedicata all’ur-genza di incrementare – attra-verso “procedure aperte, tra-sparenti e competitive” – lapercentuale, rispetto alla popo-lazione complessiva, di profes-sionisti stabilmente impegnatinella ricerca e nell’insegna-mento. La Commissione osser-va che nell’UE ogni 1000 abi-tanti attivi nel lavoro, solo 5,5sono “ricercatori”, contro i 9degli USA e i 9,7 del Giappone.Stando al Centro Studi dellaConfindustria, l’Italia sarebbemolto più indietro: precisa-mente a quota 2 su 1000.In realtà, l’attuale sistema difinanziamento degli Atenei ita-liani favorisce nettamente,rispetto ai nuovi ingressi didocenti – di cui beneficerebbe-ro anzitutto gli studenti –, leprogressioni di carriera degliinterni. Al riguardo, invece difacilitare massicce idoneazioniai gradi superiori della docen-za da parte di chi è già in ruolo– come si è prospettato nel

dibattito preparatorio allaRiforma dello stato giuridico -,sarebbe invece doveroso evita-re che vengano a decadere(durano infatti solo tre anni) leidoneità a tutt’oggi conseguite;almeno per quei soggetti chegli Atenei abbiano chiamato inintenzione o la cui assunzionesia da questi in qualche modoprogrammata. Sarebbe un attodi equità, tale da garantire paridiritti a chi è stato fino ad oradiscriminato per il suo mag-gior costo rispetto a quello deicolleghi già inseriti nei ruoli:infatti, mentre per i docenti giàstrutturati si tratta semplice-mente di integrare uno stipen-dio già erogato, per i PINSoccorre istituire uno stipendioex novo.Per l’istituzione di queste sti-pendialità il Ministero preve-de, a dire il vero, degli incenti-vi che però vengono erogatisolo agli atenei “virtuosi” dalpunto di vista del rapporto traspese per il personale e finan-ziamento ordinario (che nondeve superare il 90%). Può

insomma accadere – e sta acca-dendo – che dei docenti sianoincaricati da una Facoltà diinsegnare “a contratto” ladisciplina per la quale avevanoconseguito l’idoneità, e, nel-l’attesa della chiamata in ruoloin quella stessa sede, essi si tro-vino nella condizione alquantoscomoda e vagamente para-dossale di dover attendere unrientro dell’Ateneo all’internodei suddetti parametri “virtuo-si”: rientro che, però, nullavieta possa avvenire un giornoo un anno dopo il decaderedell’idoneità da loro possedu-ta.Al riguardo, va ricordato che laRaccomandazione dellaCommissione di Bruxellesdell’11 marzo 2005 impegna gliStati membri a non discrimina-re l’accesso alle carriere intel-lettuali e a facilitare l’accessoper i “gruppi svantaggiati”, trai quali essa menziona gli inse-gnanti di ogni livello che opti-no per una carriera di ricerca -ed è il caso di molti PINS.È urgente mettere questi

docenti – i cui meriti sono giàstati testati dalla comunitàscientifica mediante un concor-so pubblico - nelle stesse con-dizioni economiche di assumi-bilità rispetto ai colleghi strut-turati, attraverso una forma diincentivazione che sia erogata,non più in forma occasionale efarraginosa, bensì stabile efacilmente fruibile. Del resto,questo è il modo migliore pergarantire un graduale e qualifi-cato ricambio nei ruoli delladocenza per i prossimi anni. Diquesto non potrà non tenerconto il già citato progetto diriforma, che – nel suo attualeart. 1 - si propone appunto di“favorire l’accesso dei giovanialla docenza universitaria inmodo da garantire un qualifi-cato ricambio generazionale”.In proposito, il rapporto delCNVSU comunica che, tra il2004 e il 2019, è prevista inItalia la cessazione di servizioper “raggiungimento dei limitid’età” da parte del 65,3% degliattuali ordinari e del 44,4%degli attuali associati. Occorre

poi tener conto che il raggiun-gimento dei limiti d’età è solouna delle cause della cessazio-ne di servizio, accanto ad altre– ad esempio le dimissionivolontarie. Ora, se si considerache negli ultimi anni (2000-2003) solo il 59,4% degli ordi-nari e il 51,7% degli associati èuscito dall’università perragioni d’anzianità, e se siprova a proiettare questa ten-denza sul periodo precedente-mente considerato (2004-2019),si ottiene che il numero com-plessivo delle cessazioni diservizio nei prossimi 15 annipotrà risultare anche di moltosuperiore alle percentuali, peraltro già molto alte, soprarichiamate, col conseguenteallargamento della distanzagià grave che separa l’Italiadagli standard previsti dagliaccordi del Consiglio Europeotenutosi nel 2000 a Lisbona.L’Università italiana non puòcontinuare a reggersi sulvolontariato. Eppure è proprioquesta la parola che descrive lacondizione dei troppi contrat-tisti che vi lavorano. QuantiPINS hanno dovuto accettare,in attesa di una possibile chia-mata in ruolo, di insegnare acontratto proprio le disciplineper le quali avevano superatoil concorso! Che vi sia bisognodi loro e che l’Università liriconosca degni di professare èimplicito nel fatto che sia loroproposto e di solito rinnovatol’insegnamento; che poi si con-tinui a tenerli a contratto senza“chiamarli” – magari lascian-do decadere la loro idoneità –,è qualcosa che si configuraoggettivamente come unaforma di sfruttamento.Tra loro, c’è anche chi halasciato l’insegnamento diruolo nei licei, oppure harinunciato all’insegnamento instrutture accademiche stranie-re; e da anni si trova a lavorareprecariamente in qualcheAteneo italiano, che magaridista centinaia di chilometri dacasa sua. Il tutto, con l’esigenzadi “mantenersi all’insegna-mento”, in quanto i 2 o 3.000euro lordi annui che un con-tratto normalmente prevede, avolte non costituiscono neppu-re il completo rimborso dellespese sostenute da un docentefuori-sede. Senza contare chenon di rado – specie nelleFacoltà umanistiche – si ècostretti ad accettare ancheincarichi gratuiti, pur di poter-si legare al luogo in cui siavrebbe titolo ad insegnare sta-bilmente. Dunque, è ormai fre-quente vedere negli Atenei verie propri “professori-lavorato-ri”, che nonostante tutto cerca-no testardamente di produrrestudi e didattica di qualità.Se il Ministro e le autorità acca-demiche sono alla ricerca diinterlocutori capaci di unosguardo sull’Università chevada al di là di un immediatotornaconto, crediamo che –volendo – alcuni li abbiano giàtrovati.Paolo Pagani – docente a contrat-to presso l’Università di Venezia.

Ma quanto spetta, adesso, airicercatori in attesa di confer-ma? Sarà sempre poco, ma

almeno vediamo che almeno sia tuttoquello che spetta secondo le normeattuali, fra le quali, la principale innova-zione viene data dalla legge 31 marzo2005, n.43 (conversione in legge deldecreto legge 31 gennaio 2005, n.7…). Un attimo di cronistoria; la normativaprecedente riteneva che il ricercatorenon confermato non potesse optare fratempo pieno e tempo definito, quindi,pur essendo ovviamente a tempopieno, non godeva del relativo assegnoaggiuntivo, e la sua retribuzione eracostituita solo dallo stipendio tabellaree dalla indennità integrativa speciale;dopo un biennio e sino alla conferma lasola voce stipendio aveva uno scattodel 2,5%. Poca cosa, ma meglio cheniente.Ora, la legge di conversione del decre-to, il quale nella versione primitiva sta-biliva che il periodo prima della confer-ma era ridotto ad un solo anno, invecedell’abbreviamento del periodo di con-ferma ha stabilito, al comma 2 dell’arti-colo1, che:“2. Dopo il primo anno di effettivo ser-vizio e fino al giudizio di conferma, iltrattamento economico dei ricercatoriuniversitari e' pari al 70 per cento diquello previsto per il professore univer-sitario di seconda fascia a tempo pienodi pari anzianità.”Questa (apparentemente) semplicefrase ha già fatto nascere discussioni, suvari punti.Un punto fermo ed assodato sembraessere che per i primi dodici mesi di ser-vizio al ricercatore appena entrato inservizio spetta una retribuzione lorda(costituita solo dallo stipendio tabellaree dalla indennità integrativa speciale)che per quest’anno 2005, appena sarà inGazzetta Ufficiale il decreto che sanci-sce i calcoli “ISTAT” per la docenza uni-versitaria, e gli uffici stipendi degliAtenei avranno provveduto ad appli-carlo, sarà di 1.599,63 e, con effetto dal1° gennaio 2005 (e quindi con dirittoagli arretrati); attenzione, è lorda,

vanno detratte tutte le ritenute fiscali,previdenziali ed assicurative edaggiunti eventuali benefici di famiglia.Per chi non ha carichi di famiglia esenza contare le tasse addizionali locali(comunali e regionali) sul reddito,dovrebbero essere 1171,71 e netti. Ilcondizionale è d’obbligo, anche se lecifre che cito vengono dalle precisissi-me tabelle stipendiali che il Prof.Alberto Pagliarini, del CNU di Bari, checolgo l’occasione di ringraziare a nomedi tutti i Colleghi, mette a disposizionesul suo sito. È d’obbligo perché discre-panze nelle varie sedi possono sempreesserci, anche se non mi è affatto chiarocome è perché possano nascere, cresce-re e riprodursi.Ora al clou di questo scritto: dopo chesono passati i primi dodici mesi di ser-vizio, quanto spetta (e perché) al prota-gonista della nostra storia?Sembrerebbe facile, il 70 % di quantopercepisce il professore associato con-fermato in classe iniziale. Qui nascono idubbi. Una prima interpretazione: datoche il professore associato di cui si trat-ta percepisce 3.035,99 e mensili lordi, eche il relativo 70 % è 2125,19 e, questasarebbe la cifra che spetta al ricercatore,a partire dal tredicesimo mese di servi-zio. A questa interpretazione si opponechi afferma che la indennità integrativaspeciale ha una sua particolare natura,distinta per carriere come importo, eche quindi non è lecito computare per ilricercatore il 70 % della IIS del professo-re associato, anche perché, ottenendosiun importo più basso, si svilirebbe lanatura originaria di adeguamento dellaretribuzione del dipendente al costodella vita. Ed in tal senso sono di sup-porto, fra l’altro, la normativa del 1987(Legge 22 aprile 1987 n 158,Conversione in legge, con modificazio-ni, del decreto-legge 2 marzo 1987, n.57), che, con un testo praticamenteidentico, attribuì al ricercatore confer-mato una retribuzione pari al 70% diquella del professore associato, edanche la decisione 7 del 2002 del consi-glio di stato, che, purtroppo in sensonegativo per molti di noi, concluse un

ricorso collettivo asuo tempo organiz-zato dal CIPUR.Se ne dedurrebbequindi una retribuzione lorda mensiledi 2.282,49 e, cioè più alta di oltre 150 e,e francamente, per quanto più soprarichiamato, più logica.Ora, con la premessa che è ovvio che loscatto del 2,5% alla fine del secondoanno di servizio è implicitamente abro-gato, nasce il secondo, anche se minore,problema: fino a quando spetta questaretribuzione? E di nuovo le ipotesi sonodue; secondo una la legge recita solo:“fino al giudizio di conferma”, mentrel’altra, facendo riferimento al professo-re universitario di seconda fascia atempo pieno di pari anzianità” conl’inizio del terzo anno si dovrebbe averecome riferimento il professore associatoin classe 1,e non in classe 0, vista la“pari anzianità”. In tal caso la frase:“fino al giudizio di conferma” porrebbesolo il limite finale della disposizione,mentre la scansione temporale dipendedall’altra frase.Siamo pronti a concedere, per quest’ul-tima interpretazione, due fatti forseincongrui: la previsione di spesa del-l’articolo 8 della legge per gli anni 2005-2007 sembrerebbe non sostenerla, e siarriverebbe per l’ultimo anno primadella conferma, ad una retribuzione di2.388,37 e, che è superiore alla retribu-zione del ricercatore confermato(2.334,34 e). Il secondo elemento che,per scrupolo, ho citato ha, forse, unqualche peso, ma il primo, visto che lestesse identiche coperture finanziarieper gli anni 2005-2006 erano previstenel decreto legge originario per ipotesilegislative, e con conseguenze economi-che, diverse, non direi proprio chepossa essere seriamente considerato.Sarebbe troppo chiedere che il MIURfornisca agli Atenei, nei limiti della suacompetenza e senza invadere l’autono-mia degli Atenei stessi, delle chiarelinee guida?

Paolo Manzini

Ma quanto spetta...

MANTENERSI ALLA DOCENZA?La condizione paradossale del professore-lavoratore

Ritengo interessante studia-re come sia cambiata lacomposizione della

Docenza Universitaria in un annoe mezzo cominciando, Tabella 1,con la situazione al 1° gennaio2004.Con la ragionevole supposizioneche il numero degli Assistentiattuali, che oggi sono 837 e nonerano compresi nella statisticaMIUR, sia grosso modo rimastocostante, possiamo affermare cheun anno e mezzo fa il personaledocente di ruolo era poco più di57.300 persone.

Oggi, 1 luglio 2005, mentre scrivo,ho appena finito di verificarequanti siano i docenti universitaridi ruolo e i risultati analitici sonoriportati in Tabella 2.Se in Tabella 3 si confrontano idati di Tabella 2 in maniera omo-genea con i dati di Tabella 1 siconstata un totale di 37.970 fraProfessori Associati e Ordinari edi 23.069 fra Ricercatori edAssistenti.Se dai totali di ciascuna categoriaelencati in Tabella 3 si scorpora-no i dati dei docenti non confer-mati (cioè Ricercatori nonConfermati, Professori Associatinon Confermati, ProfessoriStraordinari) e se ne calcolano lepercentuali su ciascun totale,Tabella 4, si constata il granderinnovamento che c’è stato nelladocenza, visto che quasi un terzodi essa occupa l’attuale posizio-ne da meno di tre anni.Passiamo ora a considerare neldettaglio l’"enorme precariato",sulla base non dei vari miti in cir-colazione, ma esaminando i datiufficiali, certi, del Servizio diStatistica del MIUR; purtroppoessi si riferiscono all’AA.2002/2003, ma, come vedremo,la cosa non è grave.I Professori a contratto titolari diinsegnamenti ufficiali per tuttigli atenei statali sono stati 22.195(Cfr. Modello B). Supponiamopure di dover applicare anche aloro l’incremento della docenzache c’è stato nel passato AA, cioèil 6,59%, ipotizzando che taleincremento sia stato creato daesigenze didattiche, non sia laconseguenza di due anni di bloc-co sostanziale di concorsi e presedi servizio: otterremo di averneoggi in servizio 23.660.Si tenga conto che il contratto diinsegnamento dovrebbe esserstato loro proposto sulla basedella normativa vigente, DPR

382/1980 - Art. 1 "Possono esserechiamati a cooperare alle attivitàdi docenza professori a contrat-to, ai sensi del successivo art. 25"e Art. 25 "La sua (del professore

a contratto N.d.a.) alta qualifica-zione scientifica o professionalesarà comprovata da pubblicazio-ni scientifiche o dalle posizioniricoperte nella vita professionaleeconomica ed amministrativa"-,DPR 162/1982 per le Scuole diSpecialità e Legge 341/1990. Ameno di aberrazioni dellanorma, che possono benissimoesserci state, ma immagino in un

numero limitato di casi, nondovrebbero avere nella vita posi-zioni tali che permettano di par-lare di “precariato.” Magari di“desiderio di molti di diventareipso facto professore universita-rio di ruolo”, questo si.E quelli che ci mancano per arri-vare ai 32.971 tanto sbandierati,che compaiono nella tabella A(Professori a contratto titolari diinsegnamenti ufficiali e/o attivi-tà didattiche integrative per tuttigli atenei statali)? Si tratta del“Personale a contratto impegna-to in attività di tutorato e/o inattività didattico-integrative,propedeutiche e di recupero”della Tabella C; non sembra divedere la qualifica di professore:ci sono, è ovvio, ma pretendereper queste 10.700 persone, chesenza dubbio svolgono attivitàdi para docenza, il passaggio inruolo come professori, sia pureaggiunti, non pare eccessivo?Accenno solo all’esistenza di1879 Collaboratori linguistici, dicui quasi 1500 con contratti atempo indeterminato: mi per-metto però di affermare che lasoluzione del problema esula daquesto contesto, e necessita di unprovvedimento legislativo adhoc, che tenga adeguatamenteconto dei vari pronunciamentidella Corte di Giustizia(Strasburgo), del Dispositivodella Commissione europea del4 febbraio 2004 e del costo perl’Italia delle relative sanzionieconomiche per inadempienza.E veniamo alle categorie per lequali senza dubbio, a mio mododi vedere, si applica la dizione diprecari, la dizione di personalein formazione, quelle categorie,insomma, verso le quali esistonorapporti di debiti morali,dell’Università verso di loro, e direciproco interesse, loro edell’Università nel suo insieme,

alla soluzione del problema. Quii dati certi disponibili nel solitosito del Servizio di Statistica delMIUR si riferiscono al 1° genna-io 2004; in coscienza, con i chiaridi luna dei bilanci degli atenei, ela situazione economica generaleche ha fatto rarefare gli interven-ti su fondi di contratti dell’indu-stria, ho i miei riveriti dubbi chesia stato possibile un aumentodei numeri. Ringrazio en passantAugusto Palombini, dell’Adi cheper primo mi ha segnalato comeaccedere a questo quadretto sulsito del MIUR che, in passato, mi

era sfuggito.Qui abbiamo 16.500 personecirca, in attesa di regolarizzazio-ne o stabilizzazione della loroposizione. Al MIUR risultano:8.892 Assegnisti di ricerca, 5.840Collaboratori per attività diricerca, 984 Borsisti postdoc e783 che lo stesso MIUR classifica“Altro” (sic!); per questi ultimimi pare che il termine più esattosarebbe emersione, più che rego-larizzazione.Ed eccoci (Finalmente!) a quelloche noi Veneti chiamiamo “lostrucco” della questione, credoche in lingua italiana si potrebbedire l’essenza della questione, ilnocciolo del problema, ma la miaespressione mi piace di più. Ci

sono oggi i mezzi per procedereo tutto deve restare come prima,sfruttamento e precariato,modello Charles Dickens opadroni delle ferriere?Riassumo in breve i motivi disperanza che come CIPURabbiamo calcolato ed esposto giàil 28 aprile 2004 durante un’au-dizione davanti allaCommissione Cultura dellacamera dei Deputati. Dal docu-mento presentato ai Deputati (eal MIUR ed al CUN) è stato rica-vato un articolo, leggibile a pagi-na 2 di Università Oggi n. 43 del30 giugno 2004, reperibile anchein rete all’indirizzo www.cipur.itnella sezione Cipur Informa.Curioso, l’aver studiato il pro-blema, e seriamente, mi ha pro-curato, da parte di una certa per-

sona, l’appellativo di“Ragioniere”. Ora, a parte il fattoche i presunti insulti di qualcunosono per me un certificato d’ono-re, mi sento orgoglioso di esserstato accostato nientemeno che aVittorio Valletta, a cui, in FIAT efuori, fu attribuito tale sopranno-me.In breve: nei prossimi 7 anni,sino al 2012, i pensionamenti perraggiunti limiti di età, quindiassolutamente inevitabili e certi,libereranno risorse finanziarie

che permetterebbero il passaggio(scaglionati nell’arco di 5 anni almassimo) di tutti gli attuali ricer-catori ed assistenti, non pensio-nati nel frattempo, al ruolo diprofessore associato; inoltre cisaranno risorse pari a 15.800ulteriori nuovi posti di professo-re associato. Questo mette untappo alle nuove generazioni,affermeranno senza dubbio leCassandre. Ma se si considerache nel triennio 2001-2003 a fron-te di 1682 pensionamenti perraggiunti limiti di età si sonoavute 3294 cessazioni dal servi-zio, cioè un 95,9% in più, è ovvioche dai pensionamenti comples-sivi si avranno disponibili risor-se, e ampie, per provvedere adun adeguata entrata di giovani,questi ed altri, oltre alle risorseper tutte le normali progressionidi ruolo e fascia. È vero che ipensionamenti sono una iattura,ma sono anche una risorsa.Iattura perché si perdono com-petenze difficilmente e faticosa-mente acquisite, ma se il pensio-nando ha fatto appieno il suodovere, avrà tirato su una scuola(di almeno una testa) a cui hatrasmesso il suo sapere e nullaandrà perduto, perché "indegnol'allievo che non supera il mae-stro!".Come lo assumiamo l'allievo,più qualche altro, dato che con61.039 docenti (da me contati,

come detto, al 1° luglio 2005)siamo cresciuti rispetto ai menodi 58.000 del 1° gennaio 2004, maresteremmo sempre all'ultimoposto (e con grave distaccorispetto al plotone) rispetto allatabella 3 di: The scientific impactof nations, D.A. King, Nature,430, 311-316 (2004)? Ho appenarisposto: le somme rese libere daipensionamenti potrebberobastare per fare il gioco, ovvia-mente destinandole a questa esi-genza, e non ad altro.

Se solo si riflettesse su certi pianifaraonici di acquisti e ristruttura-zioni edili di qualche sede uni-versitaria, se solo si riflettesse suquanto costa l'aprire (o anchesolo mantenere) una nuova sedeuniversitaria, e se solo lo Statofacesse la sua parte, anche solomettendo in tabella C delBilancio quanto si è impegnato afare secondo la dichiarazione diBerlino durante la Conference ofEuropean Ministers responsiblefor Higher Education, delSettembre 2003, che ribadisce ilprincipio che “ l’istruzione supe-riore è un bene pubblico ed unaresponsabilità pubblica”. Cioè seanche solo lo Stato ripianasse peri bilanci degli atenei ogni annogli scatti biennali d’anzianità el'adeguamento "ISTAT" (chesono imposti per legge). Chiaroche di più sarebbe preferibile,chiaro che di più ci porterebbenella direzione del famoso obiet-tivo del 3% del PIL, chiarissimo!Ma almeno almeno il minimo....Se poi si stendesse un chiaropiano pluriennale di investimen-ti, da cui si potesse dedurre inquanto tempo si intende arrivarea livelli europei di dimensioni epossibilità del nostro sistemauniversitario, sia pur progressi-vamente e compatibilmente conle risorse del Paese, se si facesseuna legge che mette alla pubbli-ca gogna chi propone tagli di

FFO, di fondo edilizia etc., assie-me a chi propone blocchi delleassunzioni nel settore università,potrei forse anche invocare:"Nunc dimittis servum tuum,Domine..." (Lc 2, 29).

Paolo Manzini

NB: ASS = Assistenti; PA =Professori Associati; PO =Professori Ordinari; PS =Professori Straordinari; RIC =Ricercatori; nc = non confermati.

N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 12

TABELLA 1 (*) PA PO RIC Totale generale

1° gennaio 2004 18.096 17.958 20.426 56.480

(*) Fonte: Ufficio III, Servizio statistico del MIUR (http://www.MIUR.it/ustat/)

TABELLA 2 (*)

1° luglio 2005 11.925 6.887 15.102 4.056 837 14.975 7.257 61.039

PA PA (nc) PO PS ASS RIC RIC (nc) Totale generale

(*) Fonte: Cineca (http://sito.cineca.it/murst-daus/docenti/docenti.html)

TABELLA 3

1° luglio 2005

Variazione dal 1° gennaio 2004

Variazione % dal 1° gennaio 2004

PA

18.812

716

3,96 6,68 8,84 6,59

1.200 1.806 3.722

19.158 22.232 60.202

PO RIC Totale generale

TABELLA 41° luglio 2005

% della categoria 36,61 21,17 31,46 29,82

% PA (nc)su Professori

Associati

% PSsu Professori

Ordinari

% RIC (nc)su Ricercatoried Assistenti

% generale didocenti di ruolonon confermati

Cominciamo a vedere

Il Prof. Tristano Sapigni scrive su UNILEX indata 7 luglio 2005 una e-mail dal titolo“anche il Cipur non è granitico”

Anche in seno al CIPUR vi sono dei dissiden-ti di spessore non trascurabile:http://cnu.cineca.it/notizie05/collega-disso-cia.htm http://www.cipur.bo.it/stato.htm#INTER-VENTOCordiali saluti T.Sapigni

RISPOSTA DI PAOLO MANZINICaro Sapigni,sono un po’ troppo poco ingenuo per nonsapere benissimo che nel mondo politico-sin-dacale la competizione non è decoubertiniana;il principio sembra proprio essere: vinca ilmigliore purché sia io.Vengo al dunque: è un Tuo sacrosanto dirittoservirti delle informazioni che ottieni e pubbli-carle, specie se vanno nella direzione dei tuoidesideri o di quelli dalla Tua associazione. Però la grammatica - “dei dissidenti”, plurale- imporrebbe di essere cauti e precisi: tu citidue siti, uno dei quali sembrerebbe essere delCIPUR, per la precisione un sedicente

cipur.bo.it. Parliamome per primo, se permetti; peccatoche il relativo curatore:a) non faccia da tempo più parte del CIPURb) risulti essere presidente di un “sindacato”che partecipa ad audizioni, firma comunicatietc. assieme al CNU, quindi Tu dovresti saper-lo per tua ammissione “(faccio parte dellaGiunta Naz.le)” c) sia in moto una causa sulla “liceità” dell’usoda parte di altri del nome del sito, che comun-que NON è il sito ufficiale CIPUR, che èwww.cipur.itQuindi le esternazioni della persona NONriguardano il CIPUR, che in nessuna manieralo incoraggia, a differenza di altri, a scrivere aruota libera, tacciando un parlamentare di“Traditore” ed un’altra di “Eternamente con-fusa”. E’ in buona compagnia (si fa per dire)nell’accusare il Ministro di “Incompetente”,ma, ripeto sono fatti suoi. La definizione “dis-sidente” è Tua e, benchè mi sembri eccessivarispetto ad un Aleksandr Solzenicyn, chi sonoio per contestarla?L’altra Tua citazione: mi stupisce un poco cheinteressanti, benchè non condivise da me per-sonalmente, opinioni di un Presidente di Sede

del CIPUR finiscano fra le comunicazionidella “concorrenza” (in senso amichevole edecoubertiniano) anzichè essere usate per par-tecipare al dibattito sul sito CIPUR, essereinviate alla redazione di Università Oggi (cuimi premuro io stesso di farle pervenire) e cosìvia. Forse si è sparsa la voce che i sociCIPUR che non condividono il mio pensiero onon sono abbastanza ocolinguevoli nelbispensiero del Grande Fratello Manzini, io limando nelle miniere d’uranio delle Siberia, edil collega cercava di evitare di cadere sotto l’oc-chio della mia NKVD o forse solo non gli èvenuto in mente...Quindi tu citi una voce che diverge dal pensie-ro democraticamente definito dal ConsiglioCentrale, e allora? Dovrei far fondare l’ABC(Accademici Beatamente Consenzienti), laBCD (Beato Chi Concorda), la FU (ForzaUniversità) e altre 13 sigle sino a poter dire chela maggioranza del mondo accademico lapensa come me? Ma siamo seri!!Cordiali saluti

Paolo Manzini

Botta e risposta

luglio 2005Pagina 13

Come cappello alla ripub-blicazione aggiornata ditabelle e dati sull’età

pensionabile, già apparsi annior sono su queste pagine epresenti sul sito del CIPURhttp://www2.cipur.it/leggi/ETPENSI2.htm,vorrei aggiun-gere alcuni brevi considera-zioni su importo della pensione edella liquidazione (rectius: inden-nita’ di buonuscita), e altre.L’importo esatto della pensione edella liquidazione è, per usare unbritish understatement, di non

semplice calcolo. I nostri studentiuserebbero un termine riferito adun luogo reso illegale dalla LeggeMerlin e non esagererebbero.Persino un vero esperto, come ilProf. Alberto Pagliarini del CNUdi Bari, nel suo sito http://xoo-mer.virgilio.it/alpagli/calcolo-pensione.htm riporta: “Questometodo di calcolo è valido soloper i docenti che al 31/12/92hanno maturato 40 anni di servi-zio, compresi quelli riscattati, e ilcui rapporto di lavoro sia statocontinuativamente a tempopieno. Per tutti gli altri la proce-dura di calcolo della pensione èmolto più complessa di quella quiillustrata.” Per personale cono-scenza, posso assicurare che laprocedura che il Collega classificacome “molto più complessa” lo èdavvero. Lasciamola perdere,quindi.Affronto, invece, il problema cheassilla molti colleghi, sul destinodella liquidazione: c’è, ci sarà,sparisce, dobbiamo optare?Premetto che oggi, in buonaapprossimazione, gli anni di ser-vizio dopo il 40°, compresi quelli

riscattati, non comportano piùaumenti della pensione, trannequelli dovuti all’importo di basedel calcolo, ma praticamentequasi solo aumenti della liquida-zione. Quindi non siamo in gradodi fornire elementi precisi pervalutare quando sia il momentopiù ideale, dal punto di vista eco-nomico, per decidere di cessarevolontariamente dal servizio. E’ovvio che entrano anche elementiquali la possibilità di avere adisposizione un adeguato investi-mento per l’importo della liqui-

dazione (tenerlo semplicementesotto il materasso non direi sia lacosa migliore), il grado di soddi-sfazione del proprio lavoro, pos-sibilità di ulteriori gratificazionidi vario genere, problemi di salu-te, considerazioni di famiglia. Su un solo punto vorrei esserepreciso: in questo momento nondobbiamo (e non possiamo anco-ra) fare alcuna opzione fra TFR efondi pensione, e non vale ancorala norma del silenzio-assenso, sin-ché non avremo in GazzettaUfficiale il testo del DecretoLegislativo, da leggere e medita-re, e sinché non saranno costituitii fondi della previdenza integrati-va per i dipendenti dello Stato.Da “Repubblica” del 27 giugnou.s. riporto: “Dal 6 gennaio scattail silenzio assenso….La novità principale che emergedalla bozza di riforma del Tfr edella previdenza integrativa con-siste nella norma secondo laquale anche gli statali potrannoaderire ai fondi pensione. I dipen-denti pubblici potranno optareper la previdenza integrativamediante “accordi tra i dipenden-

ti stessi promossi dalle loro asso-ciazioni”. Le forme pensionisti-che complementari possono esse-re istituite così attraverso “con-tratti collettivi”. E il comunicato stampa relativo alConsiglio dei Ministri n.12 del 1°luglio 2005, riporta che ilConsiglio ha approvato: “su proposta del Ministro dellavoro e delle politiche sociali,Maroni:- uno schema di decreto legislati-vo che riordina la disciplina delleforme di previdenza per l’eroga-

zione di trattamenti pensionisticicomplementari del sistema obbli-gatorio e dà attuazione alla dele-ga contenuta nell’articolo 1 dellalegge n.243 del 2004 al fine di assi-curare i più elevati livelli di coper-tura previdenziale; il testo recadisposizioni tese ad incrementarel’entità di flussi di finanziamentoalle forme pensionistiche comple-mentari, a garantire l’omogeneitàdel sistema di vigilanza sul setto-re, a ridefinirne la disciplina fisca-le, a monitorare la gestione dellerisorse finanziarie derivanti dallecontribuzioni degli iscritti; il testo,sul quale si svolgerà un confrontocon le organizzazioni sindacali edei datori di lavoro, verrà tra-smesso al parere delleCommissioni parlamentari.”Quindi, cari Colleghi, per usareuna frase poco accademica, calmae gesso.Età pensionabile e fuori ruoloDalla complessità della legislazio-ne e da alcune interpretazionidell’Amministrazione sembranoemergere le seguenti possibilitàper le varie categorie (vedi tabel-le).

Per quanto riguarda i RicercatoriUniversitari e gli AssistentiOrdinari di Ruolo ad esaurimen-to, la loro normativa di base(DPR. 382/80 art. 34) prevede lapermanenza in ruolo sino al 65°anno di età (collocamento a ripo-so dall’inizio dell’AA successivoal compimento del 65° di età); essipossono rimanere in servizio unulteriore biennio a domanda, cioèsino all’inizio dell’AA successivoal compimento del 67° anno di età(Decreto legisl. 30.12.1992 n. 503.,Art. 6). Oppure possono chiedere

di avvalersi del disposto dell’Art.1-quater della Legge 27 luglio2004, n. 186 e ottenere di restare inservizio sino al compimento del70° anno di età. Ma mentre i dueanni del D.Lgs. 503 sono automa-ticamente concessi a domanda,nel caso della legge 186 èl’Amministrazione che valutasecondo le proprie esigenze adautorizzare il prolungamento.Inoltre i periodi della legge 186non comportano il pagamentodei contributi pensionistici e nonrilevano ai fini della misura deltrattamento pensionistico.In linea di principio anche iProfessori di prima e secondafascia potrebbero usufruire dellalegge 186, ma un parere datato 22ottobre 2004 dell’AvvocaturaDistrettuale dello Stato su quesitodell’Università di Verona tende-rebbe, in pratica, ad escluderlo.

ETÀ PENSIONABILE EFUORI RUOLO:

RICHIAMI DI NORME

DPR 11 luglio 1980, n. 382,Art. 110.

“Ai professori ordinari in servizioalla data dell’11.3.1980. e a quellinominati in ruolo a seguito diconcorsi già banditi alla medesi-ma data si applicano le norme giàvigenti per il collocamento fuoriruolo e per il collocamento a ripo-so…(omissis)…”(n.d.r.: fuori ruolo a decorreredall’A.A. successivo al compi-mento del 70° anno di età e a ripo-so 5 (ora 3, cfr. legge 549/95, art.1comma30) anni dopo).DPR 11 luglio 1980, n. 382,Art. 19.“I professori ordinari sono collo-cati fuori ruolo a decorrere dal-l’inizio dell’A.A. successivo alcompimento del 65° anno di età ea riposo 5 (ora 3, cfr. legge 549/95,art.1 comma30) anni dopo.”DPR 11 luglio 1980, n. 382,Art. 24.“I professori associati sono collo-cati a riposo dall’inizio dell’A.A.successivo al compimento dei 65°anno di età. Nei primi cinqueanni accademici successivi all’en-trata in vigore della presentelegge, i professori incaricati stabi-lizzati conservano il diritto arimanere in servizio, anche sedivenuti professori di ruolo, sinoal termine dell’A.A. in cui com-piono il 70° anno di età.” (modifi-cato dall’art. 6 della Legge705/85, vedi sotto) DPR 11 luglio 1980, n. 382,Art. 34.“,…(omissis)… I ricercatori con-fermati permangono nel ruolofino al compimento del sessanta-cinquesimo anno di età. Essi sonocollocati a riposo a decorrere dal-l’inizio dell’anno accademico suc-cessivo alla data di compimentodel predetto limite di età,…(omissis)…”Legge 9 dicembre 1985 n 705Art. 6.(Interpretazione, modificazionied integrazioni al D.P.R. 11 luglio1980, n. 382, …..)L’art. 24 (del D.P.R. 382/80 n.d.r.)è sostituito dal seguente: “Art. 24. - (Collocamento a ripo-so). - I professori associati sonocollocati a riposo dall’inizio del-l’anno accademico successivo alcompimento del sessantacinque-simo anno di età. I professori incaricati stabilizzatidivenuti associati a seguito digiudizio di idoneità conservano ildiritto a rimanere in servizio sinoal termine dell’anno accademicoin cui compiono il settantesimoanno di età”. (in seguito nuova-mente modificato, vedi altrove).Legge 7.8.1990, n. 239 -Art. 1.“Il collocamento fuori ruolo deiprofessori ordinari cui all’art.19del DPR 382/80 è opzionalefermo restando il collocamento ariposo dall’inizio dell’A.A. suc-cessivo al compimento del 70°anno di età,…(omissis)…”Legge 7.8.1990, n. 239 - Art.2.“I professori associati, fatte salvele disposizioni più favorevoli .....(cfr. DPR 382/80, ART. 24,n.d.r.),…. sono collocati fuoriruolo a decorrere dall’iniziodell’A.A. successivo al compi-mento del 65° anno di età, e ariposo 5 (ora 3, cfr. legge 549/95,art.1 comma 30, n.d.r.) annidopo.”Decreto legislativo30.12.1992, n.503. Art. 6.“E’ data facoltà ai dipendenti civi-li dello Stato e degli enti pubblicinon economici di permanere inservizio, con effetto dalla data dientrata in vigore della legge23.10.92, n. 421, per un periodo

massimo di un biennio oltre ilimiti di età per il collocamento ariposo per essi previsti”. 1)Il C.d.S. ha precisato che per iprofessori il momento di esercita-re la facoltà di scegliere è quellonel quale l’interessato è in procin-to di essere collocato fuori ruolo.2) Il C.d.S. con sentenza 7015 del2000, cui diversi atenei si sonoadeguati, ha escluso la possibilitàdel servizio oltre i 70 anni per gliex stabilizzati.Legge 28 dicembre 1995, n. 549Misure di razionalizzazione dellafinanza pubblica. (Finanziaria ’96,n.d.r.) Art. 1 comma 30.“30. La durata del collocamentofuori ruolo dei professori univer-sitari di prima e seconda fascia,che precede il loro collocamento ariposo, prevista dagli articoli 19 e110 del decreto del Presidentedella Repubblica 11 luglio 1980, n.382, e successive modificazioni, e’ridotta a treanni…(omissis)…Sono esclusi idocenti che necessitano del perio-do di cinque anni fuori ruolo perraggiungere l’età di pensiona-mento prevista dai regimi vigen-ti.”Legge 27 luglio 2004, n. 186.Conversione in legge, con modifi-cazioni, del decreto-legge 28 mag-gio 2004, n. 136, recante disposi-zioni urgenti per garantire la fun-zionalità di taluni settori dellap u b b l i c aamministrazione….(omissis).Art. 1-quater. Integrazione delledisposizioni sulla prosecuzionedel rapporto di lavoro dei dipen-denti pubblici oltre i limiti di etàper il collocamento a riposo. 1. Al comma 1 dell’articolo 16 deldecreto legislativo 30 dicembre1992, n. 503, sono aggiunti, in fine,i seguenti periodi: “è inoltre datafacoltà ai dipendenti delle ammi-nistrazioni pubbliche di cui all’ar-ticolo 1, comma 2, del decretolegislativo 30 marzo 2001, n. 165,e successive modificazioni, conesclusione degli appartenenti allacarriera diplomatica e prefettizia,del personale delle Forze armatee delle Forze di polizia ad ordina-mento militare e ad ordinamentocivile, del personale del Corponazionale dei vigili del fuoco, dirichiedere il trattenimento in ser-vizio fino al compimento del set-tantesimo anno d’età. In tal caso èdata facoltà all’amministrazione,in base alle proprie esigenze, diaccogliere la richiesta in relazionealla particolare esperienza profes-sionale acquisita dal richiedentein determinati o specifici ambiti,in funzione dell’efficiente anda-mento dei servizi e tenuto contodelle disposizioni in materia diriduzione programmata del per-sonale di cui all’articolo 39,comma 2, della legge 27 dicembre1997, n. 449, e successive modifi-cazioni, nonché all’articolo 34,comma 22, della legge 27 dicem-bre 2002, n. 289, ed all’articolo 3,commi 53 e 69, della legge 24dicembre 2003, n. 350. Le ammini-strazioni, inoltre, possono desti-nare il dipendente trattenuto inservizio a compiti diversi da quel-li svolti. I periodi di lavoro deri-vanti dall’esercizio della facoltà dicui al secondo, terzo e quartoperiodo del presente comma nondanno luogo alla corresponsionedi alcuna ulteriore tipologia diincentivi al posticipo del pensio-namento né al pagamento deicontributi pensionistici e non rile-vano ai fini della misura del trat-tamento pensionistico”.

Professori universitari di seconda fascia di cui alla Legge 7.8.1990, n. 239 - Art.2 (tutti gli altri, esclusi gli ex stabilizzati)

Insegnamento pieno fino all’anno di età 67 66 65

+ anni di fuori ruolo 3 3 3

Anno di pensionamento (dall’inizio dell’AA 70 69 78successivo al compimento dell’anno di età)

N.B.: alcuni Atenei non ritengono applicabile l’ipotesi 66+3

TABELLA D

Professori universitari di seconda fascia di cui al DPR. 382/80 Art. 24 (ex stabilizzati)

Insegnamento pieno fino all’anno di età 72 71 70 69 68 67 66 65

+ anni di fuori ruolo 0 1 2 3 3 3 3 3

Anno di pensionamento (dall’inizio dell’AA 72 72 72 72 71 70 69 68successivo al compimento dell’anno di età)

N.B.: una sentenza del Consiglio di Stato (7015 del 2000), cui diversi atenei si sono adeguati, ha escluso la possibilità delservizio oltre i 70 anni per gli ex stabilizzati; alcuni Atenei non ritengono applicabili tutte le ipotesi

TABELLA C

Professori universitari di prima fascia di cui al DPR. 382/80 Art. 110 (già in servizio all’11 marzo 1980 o nominati a seguito di bandi anteriori all’11 marzo 1980)

Insegnamento pieno fino all’anno di età 72 71 70

+ anni di fuori ruolo 3 3 3

Anno di pensionamento 75 74 73(dall’inizio dell’AA successivo al compimento dell’anno di età)

n.b.: la norma è la colonna terza, cioè a 70 anni in FR, a riposo a 73 anni di età.Le altre due colonne derivano dall’opzione di cui al Decreto legislativo n. 503, del 30.12.1992, Art. 6; analogamente perle altre tabelle qui sotto; alcuni Atenei non ritengono applicabile l’ipotesi 71+3.

TABELLA A

Professori universitari di prima fascia di cui al DPR. 382/80 Art. 19 (tutti gli altri)

Insegnamento pieno fino all’anno di età 72 71 70 69 68 67 66 65

+ anni di fuori ruolo 0 1 2 3 3 3 3 3

Anno di pensionamento (dall’inizio dell’AA 72 72 72 72 71 70 69 68successivo al compimento dell’anno di età)

N.B.: Alcuni Atenei non ritengono applicabili tutte le ipotesi

TABELLA B

ETA’ PENSIONABILE E FUORI RUOLO

Riassunto del verbale del C.C. (A cura di Paolo Manzini)

(Il testo integrale del Verbale è riporta-to sul sito ufficiale del C.I.P.U.R.,www.cipur.it)Il 15 febbraio 2005 presso l’HotelAlbani in Roma, si è riunito ilConsiglio Centrale del C.I.P.U.R.;sono presenti: 19 Presidenti diSede, 3 Vice Presidenti con dirittodi voto, alcuni soci con funzionidelegate, ma senza diritto di voto; ilPresidente alle ore 15,15 dichiaravalida la costituzione del ConsiglioCentrale e apre i lavori. Sul seguen-te O.d.G.:1) Nomina di Moderatore e segre-tario della riunione;2) Approvazione del verbale dellaseduta precedente;3) Relazione del PresidenteNazionale;4) Dimissioni del PresidenteNazionale e azioni conseguenti;5) Variazioni di regolamento;6) Mozione del PresidenteNazionale e della GiuntaNazionale su decadenza di unSocio e azioni conseguenti;7) Relazioni dei Vice PresidentiNazionali e dei Delegati Nazionali;8) Stato Giuridico della Docenza:esame dei provvedimenti in itine-re, valutazione, azioni conseguenti;9) Variazione della quota sociale;10) Varie ed eventuali.Viene nominato Moderatore il prof.Vittorio Mangione e Segretario ilprof. Carlo Pellegrino.Il Moderatore passa al secondo

punto all’O.d.G., approvazione delverbale del Consiglio Centrale del23-25/9/2004. Il verbale, dopodiscussione, viene approvatoall’unanimità.Il Moderatore passa al terzo puntoall’O.d.G.: Relazione del PresidenteNazionale. Dopo lettura da partedel Presidente, a seguito delladiscussione cui intervengonodiversi consiglieri, la relazione(riportata in queste pagine), postaai voti per alzata di mano, vieneapprovata alla unanimità.Il Moderatore passa al quartopunto all’O.d.G.: dimissioni delPresidente Nazionale. IlModeratore legge la lettera presen-tata dal Presidente Nazionale eapre la discussione. Viene presenta-ta una Mozione di fiducia alPresidente, a firma di 15Consiglieri. Dopo vari interventi, lamozione viene posta ai voti a scru-tinio segreto e per appello nomina-le; in virtù dell’art. 9, punto 11 delloStatuto non sono ammesse dele-ghe. Il seggio elettorale comprende:Andreoli, Genovese ed ilPresidente Ingrassia. Lo scrutiniodà il seguente risultato: Votanti 22,Sì: 19, No: 2, Bianche: 1. IlModeratore dichiara pertantorespinte le dimissioni delPresidente Nazionale.Il Moderatore passa al quintopunto dell’O.d.G., che prevedeaggiornamenti regolamentari. Indata 31.01.05 la Giunta ha delibera-to, ai sensi dell’art. 16 dello Statutoe come risulta dal verbale della

Giunta, variazioni al Regolamentorelative all’art. 2; ha poi introdottoun nuovo articolo 16, facendo dive-nire il precedente articolo 16,nuovo art. 17. Le variazioni regola-mentari sono attualmente già invigore, come da art. 9, punto 9dello Statuto e art. 7, punto 7 delRegolamento. Viene fatto rilevareche le modalità adottate dallaGiunta sono di tipo sostitutivo enon di integrazione mediante“novellazione”. Pertanto, formal-mente, è l’intero Regolamento così

variato che viene sottoposto alparere del Consiglio Centrale.Dopo lettura del nuovoRegolamento, si apre la discussionecon 14 interventi. Nessun emenda-mento viene presentato. IlModeratore pone ai voti ilRegolamento con le variazioni. Ilnuovo Regolamento è approvatocon quattro astensioni su 22 votan-ti.I lavori riprendono alle ore 18,10.Intervengono altri 3.Il Moderatore passa quindi alpunto 6 dell’O.d.G.. Relaziona gliastanti sugli eventi intervenuti e liaggiorna sulla delibera di annulla-mento da parte del Collegio dei

Probiviri della determinazione delConsiglio Centrale relativa alladecadenza del socio Luciani dalCIPUR. Osserva che da parte diPresidente e Giunta, si è ritenutoopportuno rinnovare l’intera pro-cedura anche alla luce del nuovo epiù garantista Regolamento eriproporre all’O.d.G. la questionedella decadenza del Prof. Lucianida socio del CIPUR. Il Moderatoredà lettura: della lettera di comuni-cazione degli addebiti inviata alProf. Luciani; delle sue contro

deduzioni, inviate a tutti i membridel Consiglio Centrale; di una con-trodeduzione agli addebiti ufficia-le, inviata tramite legale. Comunicache, come risulta dall’O.d.G., esisteuna Mozione presentata dalPresidente Nazionale e dallaGiunta con riferimento a tale que-stione. Data lettura della Mozione,alla discussione intervengono seiconsiglieri. Il Moderatore ricorda leprocedure di votazione, secondol’art. 15 del Regolamento. Ricorda,inoltre, che anche le mozioniriguardanti questo punto, avendoin ogni caso come oggetto fiducia osfiducia di persone, saranno votatea scrutinio segreto e per appello

nominale, senza deleghe.Il seggio elettorale comprende:Andreoli, Genovese ed Ingrassia,Presidente. Lo scrutinio dà ilseguente risultato: Votanti 24, n. 19si, n. 3 no, n. 2 bianche.Pertanto il prof. Nino Luciani vienedichiarato decaduto da socio delCIPUR. Il Moderatore comunica larichiesta di anticipare il punto 7 conil punto 9 . Il Consiglio approva.Si passa pertanto al punto 9.Prende la parola il PresidenteNazionale che illustra il punto: por-tare a 6,00 dalle attuali 5,16 laquota sociale. Posto ai voti, ilConsiglio Centrale approva a parti-re dal primo luglio, con il voto con-trario del socio Lenzi. Il Moderatore Prof. VittorioMangione chiede di essere sostitui-to nelle sue funzioni; il Consigliounanime concorda e nominaModeratore il Prof. RobertoAndreoli.Arriva il primo invitato, On. Prof.Beniamino Brocca, cui viene imme-diatamente ceduta la parola.L’Onorevole saluta i presenti eespone alcune considerazionisull’Università e sul D.d.L. di rifor-ma, che sono riportate in allegato.La seduta viene quindi aggiornataper la cena. Si conviene che ripren-derà l’indomani, alle 9.30 del gior-no 16 febbraio 2005.Riprendendo i lavori alle 9.30 del16 febbraio, il Moderatore ricordache nella giornata odierna sarannotrattati i punti 8 e 10 dell’O.d.G,pertanto cede la parola al

Presidente Nazionale.Il Presidente Nazionale iniziafacendo riferimento al D.d.L. 4735e al Decreto Legge n. 7 e del D.D.L.sulla riforma del CUN.Entra il Prof. Alberico Benedicenti.In merito al suddetto puntodell’O.d.G. si hanno 16 interventidurante la discussione.Arriva il Senatore Prof. Modica, alquale il Presidente Nazionale pre-senta l’associazione e l’attività delC.I.P.U.R.. Il Senatore Modica,dopo aver ringraziato dell’invito,illustra le linee del gruppo DS inmerito alla riforma della docenzauniversitaria. L’intervento è ripor-tato in allegato. Il PresidenteNazionale, alla ripresa della riunio-ne, riprendendo il precedentedocumento del C.I.P.U.R. intitolato”Accesso alla docenza e sviluppodi carriera”, ne riafferma i principicontenuti. Quindi si apre un brevedibattito in merito e conseguente-mente si tracciano le linee del docu-mento programmatico del CIPURper intervenire, tramite emenda-menti, al Disegno di Legge. IlPresidente Nazionale viene incari-cato di stendere, con l’assistenzadella Giunta, tale documento e diproporre ai Parlamentari gli emen-damenti.Il verbale, viene letto ed approvatoseduta stante alle ore 16,15 del 16-02-05.Firmato:Mangione AndreoliPellegrino

N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 14

Cari Colleghi, uno dei grandi van-taggi di essere PresidenteNazionale del CIPUR è quello dinon dover ascoltare il PresidenteNazionale stesso mentre leggeuna lunga e, di solito, noiosa rela-zione all’inizio di ogni ConsiglioCentrale.Mosso quindi da spirito di amici-zia nei vostri confronti, dato chela vostra cortesia vi spinge adascoltare quanto leggo, farò inmodo di ridurre al minimo ladurata della mia relazione e delvostro incomodo.Il CIPUR attraversa un momentodi crisi ed un momento di splen-dore.Crisi di numero di iscritti, falci-diato dai pensionamenti; crisi diinsoddisfazione, visti i risultaticonseguiti; crisi di distinzione fra

modi diversi di intendere l’attivi-tà di un sindacato.Splendore dovuto al fatto di costi-tuire un raro esempio di concre-tezza e coerenza nel non semplicemomento politico attualedell’Università italiana.Ci riuniamo a rappresentare solo2765 soci iscritti, come risulta daimandati di pagamento delle trat-tenute effettuate dai vari atenei;dico solo, perché abbiamo avutomomenti in cui superavamo i3500 soci. Di questo problemadovremo, al momento opportunodell’OdG, trarre le deduzionianche economiche. Ma per ora,ricordiamoci che continuiamo adessere la maggior forza sindacaledella docenza italiana. Per nume-ro, per valore delle idee, per pesodella azione portata avanti. Siamo

presenti in 60 sedi universitarie,di queste 31 esprimono un presi-dente che, rappresentando un’as-semblea di sede di almeno 10 soci,ha pieno diritto di voto in questariunione, ad altre 9 sedi sono rap-presentate da un presidente senzatale diritto, per l’esiguo numerodei soci in quell’ateneo.Purtroppo oggi non tutti sonopresenti. Alcune sedi non piccolenon hanno, al momento, un presi-dente in carica, per lutto, o percessazione dal servizio o dimis-sioni del presidente di sede.Inoltre 6 sedi hanno numeri talida poter essere rappresentate inquesto Consiglio anche dal VicePresidente Vicario di sede. Sonostati anche invitati alcuni altriSoci, la cui presenza è stata ritenu-ta utile dal Presidente Nazionale e

dalla Giunta. Più avanti il Consiglio tratteràdelle azioni politico-sindacali,dando un chiaro incarico all’ese-cutivo CIPUR di portarle avanti;le raggrupperei in questi 5 punti:Iter del ddl 4735 sulla riformadello stato giuridicoDecreto legge del 31 gennaio e cir-colare relativaAltri “minori” provvedimenti dilegge o amministrativiPosizione da assumere nei con-fronti di MIUR, forze politiche,CRUI, CUN, altri sindacatiImminenti elezioni dei rappresen-tanti al CUN.Conto di dare per scontata laconoscenza di queste problemati-che da parte dei Consiglieri.Eventualmente, in fase di dibatti-to, ci sarà senz’altro chi potrà for-

nire chiarimenti, serichiesti.Come si evince dall’OdG,ci sono anche importanti

questioni interne al CIPUR di cuiil Consiglio dovrà occuparsi: la mia restituzione del mandato diPresidente Nazionale al ConsiglioCentrale, le revisioni e introduzioni di rego-lamenti, problemi economici e, cito perultima la questione per la scarsarilevanza che dovrebbe avere, le azioni da intraprendere a segui-to della mozione del PN e dellaGiunta Nazionale sulla decaden-za di un Socio.Anche di queste problematicheinterne sono sicuro che iConsiglieri sono a conoscenza.Quindi, non volendo sottrarreminuti preziosi al poco tempo cheabbiamo a disposizione, unpomeriggio, una serata, una mat-

tina ed una limitata parte delprossimo pomeriggio, ritengoconclusa la mia relazione e invitopertanto il moderatore a passareal punto seguente dell’ordine delgiorno.

Paolo Manzini

Ricambio i saluti, congratitudine, ed espri-mo tre semplici pensie-

ri.Il primo pensiero è di com-piacimento, rivolto a tutti voie in particolare ai dirigenti, acui mi lega una sincera amici-zia che ho il piacere di verifi-care nei diversi incontri. Micompiaccio, soprattutto, per illavoro di studio, di elabora-

zione e di proposta, positivamente compiuto neimomenti cruciali quale è questo che viviamo. Nonho mai sentito solo delle critiche nei vostri discorsi,ma delle osservazioni argomentate, accompagnateda progetti e da indicazioni meritevoli di una seriavalutazione.Il secondo pensiero è di orientamento: attraversiamouna fase concitata e nello stesso tempo poco produt-tiva, nel campo dell’istruzione e della formazione. Èstata varata la legge di riforma della scuola e sono incorso di promulgazione le decretazioni delegate,mentre non si vede ancora nulla di interessante e diimportante che riguardi il comparto dell’università.Voi conoscete benissimo quello che sta accadendo alSenato in ordine al decreto-legge, e quello che, inve-ce, accade alla Camera sul disegno di legge. Mi sem-bra che, soprattutto questo secondo, sosti, da moltimesi, nel porto delle nebbie. Non voglio fare previ-sioni catastrofiche, è facile però rendersi conto che,se questo è il ritmo, si può anche prevedere un falli-mento dell’operazione. È vero che il ministro si èimpegnato a far approvare alla Camera quel disegno

di legge per poi blindarlo al Senato, non accettandomodifiche. Tuttavia non so se questo proposito verràpoi rispettato dai senatori, i quali vorranno anchevederci dentro, come è giusto che sia. Se questo acca-drà, da un punto di vista tecnico, non si possononutrire molte speranze. Non intendo creare allarmi-smi. Mi sembra però che questa sia un’ipotesi proba-bile dato il poco tempo che rimane a disposizione.L’anno prossimo saremo al centro di una campagnaelettorale. L’ultimo semestre del 2005 pare insuffi-ciente: a febbraio o marzo si chiuderanno i battenti.Ritengo, invece, che uno sforzo debba essere fatto e,per quanto mi compete, insisterò con il ministroMoratti perché si accelerino i dibattiti, si sciolgano leriserve, si prenda una posizione coerente e tendenteverso una mediazione.Mi rendo conto che le pressioni sono di varia natura,che ogni deputato o senatore è portatore di istanzecontrastanti, le quali si eliminano a vicenda. Pensoanche alle difficoltà che incontra lo stesso relatore eal suo ruolo difficile. Occorre pertanto, dare seguitoagli incontri convocati per scrivere un testo cheandrà compilato tenendo in evidenza le istanze chevengono dagli atenei. Purtroppo da un punto divista del metodo, manca una cultura del confrontonei settori che riguardano l’istruzione, la formazio-ne, l’università e la ricerca. Sarò giudicato un nostal-gico del passato, ma non posso ignorare che nellaprima Repubblica c’era la capacità di coinvolgeretutte le correnti di pensiero, di ascoltarle e di render-le partecipi delle scelte; e qualche risultato è statoottenuto. In questi ultimi anni sono state fatte delleforzature, sono stati prodotti dei cambiamenti, sonostate avviate delle riforme, ma con scarso coinvolgi-

mento del “mondo” interessato. Quando ci sono deiconflitti e delle proposte contrapposte, è dovere delpolitico discernere, dopo aver ascoltato tutti. Iovengo da esperienze in cui ho notato che quando esi-ste l’onestà intellettuale, si trovano sempre punti altidi incontro, rispettosi delle esigenze e delle attese diuna preziosa qualità culturale.La politica dovrebbe possedere delle caratteristicheprecise; dovrebbe essere orientata al miglioramentodel sistema universitario, cercando e fissando i valo-ri fondanti del medesimo. Dovrebbe non marcareuna discontinuità con il passato, ma valorizzare leesperienze migliori; non recidere le proprie radici ela propria tradizione. Negare le buone pratiche rea-lizzate e le esperienze positive segnalate, mi sembraun errore.Sono convinto che il cambiamento debba far rimacon avanzamento, con miglioramento, con rafforza-mento. Quando si creano elementi di turbamento,soprattutto nei protagonisti (dirigenti, docenti, alun-ni) non credo che l’innovazione sia quella più oppor-tuna. Scopro che questa attitudine e questa mentali-tà sono raramente presenti negli incontri che sifanno anche all’interno della maggioranza. Nonposso dimenticare il periodo in cui si costituivanodelle apposite commissioni, di esperti di varia rap-presentanza, incaricate di formulare ipotesi diverseche permettevano al ministro di operare una sintesi;oggi si fa il contrario: si inventa un progetto e poi sitenta di ottenere il consenso. Credo che il fine dellademocrazia sia la ricerca del consenso attraverso laproposizione di soluzioni condivise sottoposte alvaglio della comunità. Spesso si capovolge questaprocedura e si adattano le scelte per carpire comun-

que il consenso. Questa strada sbagliata reca la fineanche della democrazia. So bene quali sono i puntifermi per voi, in relazione alla riforma dello statogiuridico, soprattutto con riguardo al disegno dilegge che è in discussione alla Camera. Ho parlatopiù volte con i vostri dirigenti nazionali e, in partico-lare, dell’aspetto dirimente che riguarda il problemadei ricercatori. Le posizioni che voi avete esposto,non solo per iscritto nei vostri documenti e nei vostrigiornali, che avete avuto l’amabilità di inviarmi, maanche a voce, sono “chiare e distinte”. Vi posso direche ho informato l’altro ieri, (scusatemi se faccio unriferimento politico, d’altronde io sono qui in questaveste) il mio segretario nazionale, On. Follini, e gliho illustrato questo tema serio e bisognevole di unacongrua decisione. Ci siamo presi un tempo adegua-to per poterlo approfondire. Comunque, gli hoaccennato l’urgenza che egli, pur essendo vicepresi-dente del consiglio dei ministri, debba essere avver-tito ed edotto nella materia e attivo nella determina-zione di nuove regole. Sottoporrò le vostre tesi allasua attenzione. Ci sono altri amici che hanno pro-pensioni e linee diverse, tutte giustificate. Alla finetuttavia bisogna fare una scelta, e voi sapete già inquale senso essa verrà collocata. Il terzo pensiero è di augurio. Vi auguro un buonlavoro per l’oggi della vostra iniziativa. Vi auguro,inoltre, un successo pieno nella vostra attività e unaumento del consenso intorno ai vostri programmifuturi che si prefiggono lo sviluppo del compitoscientifico e formativo del sistema universitario ita-liano.

INTERVENTO DELL’ONOREVOLE BROCCA

Relazione del Presidente Nazionale

Il 15 e il 16 febbraio 2005 si è svoltoa Roma il Consiglio Centrale del CIPUR

“Credo che il fine della democrazia sia la ricerca del consenso attraverso la proposizione di soluzioni condivise sottoposte al vagliodella comunità. Spesso si capovolge questa procedura e si adattano le scelte per carpire comunque il consenso.”

luglio 2005Pagina 15

Grazie dell’invito che moltovolentieri ho accettato. Tentoper mestiere lungo, maanche per il mio mestierepiù recente di senatore, diseguire un po’ quello che simuove nel grande mondodel sapere, dell’università,della ricerca e della scuola,ed il CIPUR, e non dico que-

sto per ingraziarmi la vostra associazione, sia per ledimensioni che ho visto sulla tabella, sia per la presenzainformativa e mediatica; è una delle sigle, delle associa-zioni, che come parlamentari seguiamo di più per capi-re cosa si muove, quali sono le aspirazioni, le idee, lesperanze, le proposte che vengono da questo mondo. Ionon ho sentito il dibattito, però Manzini ha, credo, rias-sunto un po’ la linea del Cipur, quindi mi viene facileprovare, non dico a rispondere, perché non sono qui perrispondere, ma a descrivervi qual’è la mia posizione, laposizione dei DS nel cui gruppo milito, e penso di poterdire anche la posizione di un’opposizione che va benoltre i DS, e che si avvia a diventare, almeno per il com-parto del sapere, molto unitaria, fino ai livelli di quellache da poco si chiama Unione e che comprende, perintenderci, da Di Pietro a Rifondazione; la banalizzocosì, ma i giornali ci costringono un po’ a questo tipo disemplificazione. In questo campo stiamo trovando unnotevolissimo accordo sulle linee. Quali sono questelinee? Non è che le vengo a raccontare a voi e poi cam-bieranno domani; per quanto mi riguarda le ho anchescritte in un lungo articolo che ho pubblicato l’annoscorso, il 3 febbraio 2004, che s’intitola “Per un program-ma di governo organico e complessivo sull’università”.E questo è un po’ il senso dell’intervento, e proverò aparlarne adesso con voi sui temi di cui state parlando, inparticolare cioè, quelli che riguardano la struttura delladocenza: la struttura giuridica, economica ed organizza-tiva della docenza. Io penso che le riforme di sistema,alcune migliori, altre peggiori, sono avvenute, e perònon possiamo lasciare indietro quello che poi è il nucleodella questione e, cioè, come lavorano, come devonolavorare, i docenti nelle università. La 382 è stata unalegge importantissima, la chiamo legge per semplicitàanche se, in realtà, era una legge delega con provvedi-mento di attuazione, una legge ben fatta che ha avutodei meriti notevoli, ha traghettato l’università deipochissimi professori a quella dei molti professori.Naturalmente è invecchiata, come tutte le leggi.Figuriamoci se non invecchia una legge che riguarda unsistema così mutevole, cangiante, come quello dellaconoscenza, dell’università. È invecchiata, alcuni suoiistituti non rispondono più alle esigenze di oggi. Quantecose sono cambiate nel nostro mondo universitario pernon poter pensare che è il momento di cambiare questalegge, sebbene la si sia apprezzata. Io provo a dire qualisono i punti che mancano nell’attuale proposta governa-tiva, chiaramente io parlo dal punto di vista dell’oppo-sizione, mi assumo la responsabilità, non pretendo difare un discorso che sia tecnico e basta, c’è anche unacomponente politica, ma ritengo che sia questo il dibat-tito. Sono convinto che serva intervenire sullo stato giu-ridico dei docenti universitari. Se lunedì prossimo, e cimetto un se davanti, se lunedì prossimo si andrà in aula,questo vuol dire che oggi o domani si dovrà votare ilmandato del relatore, ancora non è avvenuto, e dovràdare un parere la commissione bilancio, che ancora nonè avvenuto, se lunedì prossimo si andrà in aula, comun-que si andrà in aula sul testo di luglio del 2004, tutto ilresto sono interessanti precisazioni del ministro, di col-laboratori del ministro, di organi istituzionali, o dellaCRUI, o del CUN, o di chiunque altro, ma non sono testiche i parlamentari vedranno. Che cos’è che manca allafine dei conti, quali sono i temi su cui uno si aspettereb-be e sarebbe necessario un forte intervento? Primo temaè il tema dei giovani. La nostra università ha un fardel-lo sulle spalle, il fardello della nostra età, nostra, se mipermettete ci mettiamo tutti insieme perché grossomodo siamo tutti dello stesso decennio, il decennio piùvicino alla pensione. Fardello ben noto. Vi ricordo cheAntonio Ruberti nello scrivere il piano triennale 1991-93,parlo ormai di 12 anni fa, prevedeva già che nel 2010 lafamosa gobba, dovuta alla grande immissione di ruolodi metà anni ’70, avrebbe provocato una fuoriuscitaimprovvisa di una quantità enorme di persone e chebisognava porvi rimedio; non l’abbiamo mai fatto, equesta gobba si sposta inevitabilmente di un anno ognianno e siamo vicinissimi ormai al momento in cui que-sta gobba si svuoterà per ragioni anagrafiche. Noi nonsappiamo come rimediare, la legge Moratti non sa inrealtà come rimediare a questo problema, non se neoccupa, non si occupa del problema di come organizza-re un ordinato, e se possibile anche ben congeniato,nuovo grande ingresso, che non sia, ma non vorreisognar troppo, la prossima grande gobba. Non vorreiche tra 25 anni qualcuno ci dirà: “dove eravate in queglianni là? Non vi accorgevate che stavate creando il secon-do problema? ” Ma il nostro paese non può diventareun paese in cui la curva dell’anzianità sia la classica essee non questo fenomeno ad onde, a tsunami periodiciche arrivano? Di questo problema la legge non si occu-pa. È un problema difficile, banalizzarlo non è intelli-gente. È difficile, ma va affrontato, perché è il problema.

O noi inseriamo nei prossimi 10 anni, voglio allungareun po’ i tempi, ma in realtà nei prossimi 7-6, ordinata-mente i migliori talenti tra i nostri giovani, o noi stiamobuttando a mare il nostro paese, perché l’immissione diruolo degli anni ‘70 aveva quanto meno dietro una sortadi grande polmone di persone che già in qualche modoerano inserite nell’università, adesso rischiamo conun’altra grande immissione di andare oltre questo livel-lo, è un pericolo, è un problema di cui però la legge nonsi occupa. Secondo problema ormai maturo, maturoanche nell’opinione pubblica che non ci capisce più, è ilproblema della carriera. Siamo rimasti l’unico settoredella pubblica e privata amministrazione in cui non sipercorra una carriera. La visione tradizionale per cui ilprofessore universitario, acquisito questo titolo, nonavanza più in carriera perché è già al culmine, è unavisione invecchiata, non si può confrontare con la realtà.Forse poteva valere quando i professori universitarierano 2.000-1.500, ma non quando sono 50.000-55.000 o,come io mi auguro, 60.000 in un tempo non brevissimo.Non regge il sistema. Dall’esterno ci guardano conmeraviglia. Ma cos’è quella strana cosa per cui potetediventare anche professori ordinari, cioè il massimodella carriera, molto giovani, se siete molto bravi o spes-so molto fortunati, e poi nessuno vi controlla più; lavostra carriera non si muove tranne che per gli scattiautomatici. È una cosa che non regge nei valori cultura-li, non regge nei valori sociali di una società che fa dellasana e non selvaggia competizione, del confronto, dellenormali scelte competitive, la propria natura. Non è piùtempo, quindi, di pensare ad un ruolo unico, ruolounico che sembra quasi nascondere l’idea di un elencoin cui si entra e non si esce, ma ad una carriera unica sì.Sono due cose diverse: il ruolo unico era il modo con cuitanti entravano in ruolo e vi rimanevano, la carrieraunica è quella che tutti percorrono, ma non tutti allostesso modo, non tutti allo stesso livello, non tutti con lastessa velocità, non c’è niente di male, come in tutte lecarriere che l’organizzazione lavoro porta. Se c’è unacarriera, c’è un unico esame di ingresso, un reclutamen-to, e poi tanti esami valutativi. Stabilire quanti esaminon è un problema, ho sentito parlare di una, due, trefasce, dieci fasce. Il problema non è questo. Il problemaè che periodicamente la persona è obbligata a sottopor-si ad un esame valutativo che può essere a numero chiu-so, ma discuteremo i particolari poi. Una carriera si per-corre, ripeto, in tempi diversi, con modalità diverse,anche con punti di arrivo diversi. Non si può pensareche tutti arrivino al massimo della carriera, dov’è unmondo lavorativo in cui tutti arrivano al massimo dellacarriera? Però dobbiamo affrontare e studiare separata-mente il modo migliore per avere un buon esame direclutamento e dei buoni esami valutativi o giudizivalutativi. Non mi appassiono al tema delle idoneitàaperte o chiuse, dei concorsi nazionali o locali, perché secambiamo il sistema è inutile che noi ci esercitiamo asapere quale è il modo migliore per far funzionare il vec-chio sistema dei 3 o 2 ruoli, dobbiamo cambiare menta-lità, cambiare sistema, cambiare coordinate intellettualiper affrontare il problema. Io ho scritto delle proposte,non dico che siano le risposte. E sia ben chiaro che nonsono proposte che tendono ad unire il transitorio con ildefinitivo; il transitorio è un altro aspetto, il definitivo è,finalmente dopo 140 anni, un’altra struttura dell’univer-sità da parte dei docenti.Terzo punto: dobbiamo fare una scelta di talento, occor-re che il talento torni al centro della nostra attenzione.Noi soffriamo, forse anche eccessivamente ed ingiusta-mente da tanti punti di vista, di un’opinione pubblicache ci ritiene nepotisti, pasticcioni o imbroglioni nei con-corsi. Nelle cifre che avete visto ieri a Ballarò, e secondome, ognuno spara le cifre che gli vengono in mente, ioho sentito che è il 2% allora dico il 20 % così boom, emagari è il 2%. Il fattore 10 nel giornalismo diventa ilmodo per attirare l’attenzione. Se questo è vero dobbia-mo trovare un sistema per cui i talenti ritrovino il lorospazio nell’università. Non sono utopista al punto taleda pensare che tutto funzionerà in modo talmente per-fetto che conti solo il merito, ma mi auguro che sia total-mente così. Anche gli altri sistemi universitari soffrono;in Francia , in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti,non è che non esistono le scuole, le lobbies, i papà e lemamme, quasi come in Italia, ma ci sono sistemi che, inmedia, garantiscono e selezionano i talenti meglio dinoi, con tutto il rispetto per quei settori, quei gruppi cheriescono a fare ancora oggi bene e sono tanti. Però nonpossiamo non accorgerci che chi ci guarda dall’esternonon ritiene che noi siamo questo. Dobbiamo fare unosforzo per convincere l’opinione pubblica a vederci inmodo diverso, ci vorranno degli anni e, fra l’altro, non vinascondo che sono tra coloro che pensano che il vecchioproblema della carenza delle risorse che c’è, è pesantis-simo e sta soffocando l’università, ha anche una ragioneche spesso viene dimenticata: noi non godiamo del con-senso sociale che è necessario per garantire spostamentidi risorse. Lo so bene che non sono i cittadini a votare lafinanziaria, ma da neo-parlamentare ho imparato unacosa: non sottovalutiamo mai il fatto che i parlamentari,i parlamenti, i partiti hanno un forte legame con l’opi-nione pubblica, la sentono nei modi tradizionali o nontradizionali, con i mezzi di comunicazione o con i son-daggi, in tanti modi insomma, e non troverete mai unparlamento che si muove in modo da far pensare

all’opinione pubblica che è stato fatto qualcosa di diver-so, in senso lato, da quello che si aspettava. Se l’opinio-ne pubblica non dà consenso è difficile spostare risorse.Una battuta che ho coniato: io sono il primo con voi adire mai più riforme senza risorse, però non fermatevi amai più risorse senza riforme, perché noi non possiamochiedere risorse senza dare in cambio la capacità didimostrarci pronti a cambiare, a riformarci ed a riforma-re, là dove è necessario, le istituzioni in cui viviamo.Quindi talento, giovani, carriera, e poi diciamoci la veri-tà, c’è un problema, quello che è il problema dello statogiuridico, e cioè, ci vuole un certo equilibro salarialenella valutazione del nostro lavoro. Noi viviamo in unmondo in cui la quantità e la qualità del lavoro svoltonon ha quasi mai un legame diretto con lo stipendio enemmeno con il riconoscimento. L’errore politico cla-moroso di Letizia Moratti è di eliminare tempo pieno etempo definito, e credo di poter individuare l’origine:avranno detto alla Letizia Moratti, che è una personamolto intelligente, “ma sa quante sono le persone atempo definito? Il 4%”. Ma allora per il 4% teniamo que-sta categoria, ma togliamola! Va detto che quel 4% giàdimostra che la normativa, lo dico da ex rettore, si deveessere nel tempo resa generosa, ma non è una questionedel numero, poteva essere anche 1%. Il problema è chenon ci si è accorti che si andava a toccare un argomentodelicatissimo, l’argomento di coloro che svolgono, oltreal lavoro universitario, anche altri lavori e sono, e devo-no essere, i benvenuti, senza nessuna limitazione, nem-meno dei diritti. Ma non si può dimenticare che coloroche dedicano per intero la loro vita accademica, lavora-tiva, professionale all’università, hanno diritto ad unriconoscimento salariale e normativo diverso dagli altri.Non c’è niente di strano, non si esclude nessuno; manon si può, non escludendo nessuno, pareggiare tutti,mettere tutti a tempo definito, perché questo è il verocontenuto della legge Moratti, perché è un’ingiustizianei confronti di quelli che dedicano la loro vita all’uni-versità. Ma c’è di più. Nell’ambito dei professori chededicano tutta la loro vita all’università, e siamo tantis-simi, c’è una disparità di compiti, di impegni, spavento-sa. Ci sono alcuni di noi che non fanno nulla e ci sonomoltissimi di noi che senza dir nulla fanno troppo, sonooberati dal lavoro didattico, dal lavoro organizzativo,perfino dal lavoro di ricerca, di programmazione e dipreparazione. Non è pensabile che ci sia un sistemalavorativo in cui a parità di salario ci siano queste diffe-renze fenomenali di carico didattico, di impegno, non ègiusto, lo stato giuridico è per definizione l’elenco, lanormativa che riguarda i diritti e i doveri o, se volete, idoveri ed i diritti dei professori. Come si può pensare difare una legge sullo stato giuridico che non parla né deidoveri, né dei diritti dei professori. Questa non è unalegge sullo stato giuridico, è un’altra cosa, è un simpati-co elenco di forme contrattuali più o meno liberistiche onon liberistiche, ma non tocca il nodo, non tocca la vitadell’università, non tocca ciò che i professori devonofare, ciò che i professori possono fare, il loro contratto dilavoro. Cos’è lo stato giuridico, se non il contratto dilavoro del dipendente pubblico, è sempre stato questo.Questa legge è insufficiente da quattro punti di vista,punti che sono fondamentali e non marginali, ecco per-ché noi ci opponiamo, aldilà della posizione politica.Nel tecnico questa legge non è soddisfacente: saremmopronti a riconoscere qualcosa di soddisfacente se cifosse, ma non c’è. Aggiungo altre due osservazioni.L’università è malata di disorganicità. Viviamo da trop-po tempo di provvedimenti tampone, di provvedimen-ti fatti sul momento. Il 31 gennaio il Ministro si sveglia eriduce da 3 anni ad 1 anno il periodo di conferma deiricercatori. Scelta curiosa, non perché non fosse necessa-rio, urgente addirittura, un provvedimento che innalzilo stipendio dei ricercatori, ed io aggiungerei che innal-zi anche lo stipendio del nostro personale tecnico ammi-nistrativo, l’ultimo in assoluto dei comparti della pub-blica amministrazione in termini di livelli salariali com-plessivi. Sennò ci lamentiamo noi professori ordinari oassociati, che abbiamo stipendi nel comparto del pubbli-co impiego non dei più piccoli, e non ci accorgiamo chei ricercatori ed il personale tecnico amministrativo godo-no di stipendi che sono tra i più bassi del pubblicoimpiego. Giusto intervenire su questo. Ma perché inter-venire togliendo l’unica finzione valutativa, rendiamo lafinzione una realtà, ma non togliamo la finzione valuta-tiva sennò ci indeboliamo. E cosa risponderemo agliordinari o associati che sono costretti a fare tre anni distraordinariato e magari vengono da anni di lavoroall’università, sarà pronto il provvedimento che dirà diridurre anche quello, ma se interveniamo così noi conti-nuiamo a confondere normativamente l’università. Sidovrebbe pensare all’università in modo complessivo,che non vuol dire scrivere una legge da 150 articoli chenessuno sarà mai in grado di fare, ma avere una linea,un quadro dentro cui muoversi e poi fare i provvedi-menti che servono, fra l’altro dando più spazio all’auto-nomia ed a tante cose di cui adesso non parlo. Quindi,primo punto, non è una legge con provvedimenti orga-nici, ma anzi con provvedimenti fortemente disorganicie, secondo punto un po’ cruciale dell’attuale quadro,non siamo nemmeno in presenza di una vera attenzio-ne al problema che riguarda l’esterno dell’università. Mispiego. La nostra università funziona da certi punti divista anche bene, stiamo migliorando molto: come voi

sapete, i tempi di laurea si stanno accorciando, il nume-ro degli abbandoni sta diminuendo fortemente; perquanto riguarda la ricerca, tutti i dati mostrano che, aparità di risorse ed a parità di persone dedicate, nonsiamo il top, ma nemmeno gli ultimi di Europa.L’università, quindi, non è un sistema, come spesso sidescrive, abbandonato a se stesso, in declino, però èanche vero che gli strumenti di interazione tra universi-tà e mondo esterno sono diventati deboli. Non c’è nullache parli dei rapporti tra università e gli enti locali terri-toriali regionali, del loro legame, in un sistema italianoche per costituzione in questo momento è federale, per-ché la legge 3, insomma la riforma dell’articolo 117, nonè che sarà approvata, è già costituzione attuale. Il vec-chio sistema in cui le università vivevano da sole dentroun sistema statale, come se il territorio non esistesse,come se fosse un unico sistema nazionale che aveva piùsedi, non ha più modo di esistere, di essere, forse nem-meno di essere sostenuto, nulla di ciò si sente dire, nes-suno parla di questo e, da un altro punto di vista, il rap-porto dell’università ed il sistema produttivo, quindiinnovazione, soddisfacimento tecnologico, è un altrogrande aspetto su cui c’è un grande buco normativo. Lalegge dei 100 giorni che Tremonti ha convinto ilParlamento ad approvare con questa novità straordina-ria che ciascuno è diventato proprietario dei suoi brevet-ti, come chiunque conoscesse un minimo la situazionenazionale poteva prevedere, non ha avuto nessun risul-tato, se non negativo, rendendo i brevetti molto piùcostosi, diminuendo la capacità brevettuale dei profes-sori, che molto spesso non hanno i soldi per brevettare,o non hanno la voglia, o non hanno il tempo. Interventiche mal pensati, non organici, hanno creato addiritturaun danno al sistema, è un tema che stenta ad appariresul panorama dell’università. A questo punto vogliodire un’altra cosa che riguarda un po’ di tecnica parla-mentare; voi siete espertissimi, lo dico perché possa arri-vare anche altrove, un punto di vista parlamentare chespesso non è noto. Sento le preoccupazioni, e sono io ilprimo a vivere tali preoccupazioni, che questo disegnodi delega Moratti possa vedere la luce talmente prestoda creare scompensi immediati. Anche questo è un po’illusorio, non può essere una legge così rapida. Per cari-tà, tutto è possibile: se domani il governo si svegliadicendo: “questa è la prima priorità del nostro program-ma”, si approva in 10 giorni, ma io non ce lo vedo.Pertanto perché non usiamo questi mesi che passerannoprima che la legge veda la luce, per mettere appunto,come universitari, come gente che si occupa di politicauniversitaria, idee, strumenti, proposte, non dico di unaparte o dell’altra, che aiutino nel futuro un dibattito unpo’ meno episodico di quello a cui siamo abituati. Dicoquesto perché, per esempio, questo non ha del transito-rio. Ho sentito negli ultimi interventi, e lo so anch’io, chec’è una serie enorme di problemi transitori, di ingiusti-zie passate che andrebbero risolte. Ma ogni qualvoltanoi impostiamo il problema mescolando transitorio edefinitivo, noi ci tagliamo le gambe. Allora perché nonpensare a dei provvedimenti diversi. Ora dico una cosache vi sembrerà forse anche sbagliata mediaticamente:mettiamo ad esaurimento tutti, lo so è una vecchia pro-posta di tanti, anche vostra, e su questi ruoli di esauri-mento facciamo i lavori che servono per sanare ingiusti-zie, perché è giusto, non bisogna lasciare ingiustizie soloper pigrizia, ma sapendo che stiamo intervenendo su uncorpo sociale che è chiuso, dove non si entra, dove sipossono fare i lavori che servono, e che durerà ancora daqui a 30 anni, perché non si può eliminare in un momen-to, sarebbe impensabile. Ed accanto a questo creiamouna struttura in cui si può passare, ma che non abbiaquell’obbligatorietà di passaggio che fa ereditare i pro-blemi del transitorio nel definitivo, guastando il defini-tivo, perché si comincerebbe ad introdurre fin dal primomomento nello schema futuro che a me piacerebbe, deifattori di instabilità dovuti al dover sistemare situazionepregresse, spesso complicate, piccole, singole e così via.Se affrontassimo così il problema, in questo come in altricampi dell’università, forse la legislazione diventerebbepiù saggia, perché separerebbe finalmente la quota chederiva dalle sanatorie, che non vuol dire per forza innegativo, lo dico anche in positivo, e la quota che derivada una scommessa politica, da una scommessa di fun-zionamento diverso, da un futuro che vogliamo legger-mente diverso dal passato, e non lo vogliamo in conti-nuità, perché il nostro paese soffre delle riforme che nonsi realizzano per eccesso di continuità, abbiamo pauradella discontinuità, ma in questa continuità assoluta fati-chiamo moltissimo a riformare. Questa è una riflessioneche forse vale per questo problema e per tanti altri. Noiuniversitari, il nostro paese, abbiamo strettamente biso-gno che questi mesi di dibattito sulla Moratti siano mesiche facciano percepire alla società quello che noi effetti-vamente vogliamo per il futuro, e non solo quello chenon vogliamo per il presente, e che possano servire permettere a punto strumenti intellettuali, conoscitivi, pro-positivi, che servano per mettere a punto una proposta,un programma complessivo e organico sull’universitàitaliana. Noi non facciamo un buon servizio al nostropaese, se non affrontiamo da universitari il problema didare gli strumenti per riformare la nostra stessa univer-sità.

[Testo non riletto dall’autore]

INTERVENTO DEL SENATORE MODICA “Noi universitari, il nostro Paese, abbiamo strettamente bisogno che questi mesi di dibattito sulla Moratti siano mesi che facciano percepire alla società quello che noi effettivamente vogliamo per il futuro, e non solo quello che non vogliamo per il presente…”

N. 46 - 14 luglio 2005Pagina 16

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