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GIUGNO 2015 Numero 4 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Il generale Claudio Vincelli nuovo comandante dei Carabinieri NAS a pagina 20 Pitruzzella (Agcm): “Liberalizzazioni, sui farmaci bisogna accelerare” a pagina 11 Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70% Roma – DCB Roma Nuova Edizione a pagina 6 Nuove norme al via dal 1° luglio Entrano in vigore le norme del decreto n.17/2014 che, recependo una direttiva Ue, rende possibile acquistare farmaci sul web in siti aperti da operatori già autorizzati alla vendita al pubblico di medicinali. Le e–pharmacy dovranno esibire un apposito logo anti–falsificazione. Il "bollino di garanzia", obbligatorio, sarà assegnato dal ministero della Salute, con procedure che saranno presto rese disponibili sul portale del dicastero SOP E OTC, UN CLIC basta Roma, dal convegno al Gonfalone sul Pht la richiesta di una nuova governance a pagina 14 Alla Camera, le posizioni delle sigle di settore sul ddl Concorrenza a pagina 11

Nuove norme al via dal 1° luglio SOP E OTC, basta UN … · sarà assegnato dal ministero della Salute, con procedure che saranno presto rese disponibili sul portale del dicastero

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GIUGNO2015

Numero 4

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Il generale Claudio Vincelli nuovo comandante dei Carabinieri NAS

a pagina 20

Pitruzzella (Agcm): “Liberalizzazioni, sui farmaci bisogna accelerare”a pagina 11

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Italiane

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a pagina 6

Nuove norme al via dal 1° luglio

Entrano in vigore le norme del decreton.17/2014 che, recependo una direttiva Ue,rende possibile acquistare farmaci sul web in siti aperti da operatori già autorizzati alla vendita al pubblico di medicinali. Le e–pharmacy dovranno esibire un apposito logo anti–falsificazione. Il "bollino di garanzia", obbligatorio,sarà assegnato dal ministero della Salute,con procedure che saranno presto resedisponibili sul portale del dicastero

SOP E OTC,UN CLICbasta

Roma, dal convegno al Gonfalone sul Pht la richiesta di una nuova governance a pagina 14

Alla Camera, le posizioni delle sigle di settore sul ddl Concorrenza

a pagina 11

Messaggio pubblicitario

LA FORMAZIONE SECONDO UNICO:CONCRETEZZA E PRATICITÀ

Esercitarsi, provare, percepire i propri errori e individuare le possibilità di miglioramento, confrontarsi con gli altri, applicarein farmacia gli strumenti operativi ricevuti in aula e....modificare i propri comportamenti sia a livello personale che di gestionedella farmacia. Sono fondamentalmente questi i pilastri su cui si basa la formazione progettata da UNICO: pratica e favorenteil cambiamento.

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... serve altro?A questi si aggiungono incontri di aggiornamento sulla professione di farmacista, che non sono necessariamente legatiall’ambito scientifico ma abbracciano tutte quelle conoscenze che sono richieste da un cambio di ruolo della professione.

Per ulteriori informazioni:UFFICIO FORMAZIONE UNICO

[email protected]; www.unicospa.itDr.ssa Valentina Tomasi – Responsabile – 051–3176320 347–5306902

Dr.ssa Federica Previdi – Coordinatore – 051–3176321

Unico S.p.A. La farmacia dei farmacisti

Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XLI N.4 – Giugno 2015

EditoreOrdine dei Farmacisti della Provincia di Roma

DirezioneVia A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampa

Art Director Design Strategy srl

immagine di copertina:ADDS

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

StampaCimer snc

Spedizioneabb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareGiugno 2015

IN QUESTO NUMEROPrimo piano Farmacie online, via libera dal 1° luglio 6

Fatti & personePitruzzella: “Liberalizzazioni, sui farmaci bisogna accelerare” 11

Audizioni alla Camera sul ddl Concorrenza, queste le posizioni delle sigle di settore 11

Roma, dal convegno sul prontuario la richiesta di una nuova governance 14

Rinnovo Convenzione, macchine indietro tutta: si ricomincia daccapo 16

Farma Lavoro, dalla Fofi un portale per contrastare l’emergenza occupazione 18

Appropriatezza, serve più monitoraggio,firmato un protocollo tra Aifa e farmacie 19

È il generale Vincelli il nuovo comandante dei Carabinieri del NAS 20

Credifarma, è il campano Michele Di Iorio il nuovo presidente 21

Accadrà domaniDi corsa, ma anche camminando: basta far andare lontano la solidarietà 22

FocusMedicina complementare e alternativa nei bambini, occhio agli effetti avversi 24

Ancora conferme dalla scienza, il regimealimentare migliore è la dieta mediterranea 25

Codici e codicilliConcorso, nessuno ancora sa se e cometroverà soluzione il nodo degli interpelli 26

Concorso, i veri termini della sospensione disposta dal Tar Liguria 30

Ordine per te31

APRILE – MAGGIO 20154 RIF

Qualcuno ha già dato fiato alle trombe,archiviando la vittoria, ma la sensazio-ne è che la partita della “farmacia deiservizi” non dato fiato a

* Co

Primo Piano

Far

Dacdi

agevole capienza il compenso do

in fondo8 segue da pag. 5

Anche in questo numero, il nostro giornale torna necessariamente a occuparsi (all’interno della rubrica Codicie codicilli, con un articolo dell’avv. Gustavo Bacigalupo) della neverending story del concorso straordinario,indetto con tutta l’urgenza del mondo dal governo Monti nel 2012 nell’asserita convinzione di “potenziare” ilservizio farmaceutico e al contempo offrire opportunità professionali e di lavoro ai farmacisti. A poco valsero le perplessità e le osservazioni che, fin da subito, si levarono da più parti per dire che quelconcorso (previsto, come si ricorderà, dal famoso – ma per qualcuno famigerato – decreto legge Cresci Italia)così come congegnato non sarebbe arrivato da nessuna parte. Osservazioni subito liquidate, con un punta disprezzante fastidio, come il riflesso conservativo dei “soliti noti”, coloro cioè che – molto semplicemente –avevano tutto l’interesse a lasciare le cose così come erano, talché le vigenti farraginose norme concorsualicontinuassero a produrre i ben noti ritardi (soprattutto nelle Regioni del Sud) nell’istituzione e assegnazione dinuove farmacie.In realtà, non erano stati in pochi a comprendere – fin da subito – che gli ingranaggi del concorso straordinarioerano stati assemblati perlomeno con un eccesso di fretta, a essere generosi. E, come si dice a Roma, “lagatta presciolosa fa i gattini ciechi”.Anziché smuovere la “palude” dei concorsi per assegnare nuove farmacie – che, si favoleggiava tre anni emezzo fa, sarebbero state almeno tre–quattromila, cifra poi usata dal 2012 a oggi, sia pure ritoccandolaprogressivamente verso il basso come espediente dialettico per polemiche di vario ordine, grado e livello,il “concorsone” voluto dal Governo Monti ha inevitabilmente finito per trasformarla in una sorta di morta goradove tutto è fermo, per effetto di ricorsi e contenziosi pendenti tra Tar e Consiglio di Stato. E c’è chi giàpreconizza che, se per effetto di questa o quella sentenza l’acqua finirà per muoversi, lo farà solo per darevita ai cerchi concentrici di altri ricorsi e contenziosi, in una sorta di giostra che – alla fine – rischia di bloccaretutto ancora per anni. Il tutto con buona pace delle circa 26 mila domande di partecipazione (per un numerosignificativamente maggiore di farmacisti, atteso che come è noto si poteva concorrere in forma associata)pervenute per concorrere alle poco meno di 2300 sedi farmaceutiche poi messe a concorso dalle Regioni. Alla fine – e bisognerà pur dirlo – le vittime (oltre alle più elementari norme del diritto) saranno loro, le migliaiadi colleghi che hanno creduto che quello del concorso straordinario fosse il treno della vita, quello da nonmancare, quello su cui salire con tutto il carico delle proprie legittime aspettative in un nuovo e piùsoddisfacente futuro professionale.Quel treno, partito trionfalmente, è fermo in mezzo alla campagna e, a tre anni e mezzo da un concorsostraordinario che, in quattro e quattro otto, avrebbe dovuto aprire almeno 2500 nuove farmacie nel Paese, difarmacie non ne è stata aperta ancora mezza. E c’è chi comincia a temere che – se qualcuna aprirà – iltitolare (o i titolari) si troverà probabilmente costretto a vivere in uno stato di preoccupata precarietà per iltimore di possibili, ulteriori contenziosi.Insomma, un autentico disastro, che fa strame non solo della logica e dei principi basilari della civiltà giuridica,ma anche di concetti fondamentali come il merito. Si veda, al riguardo, il bislacco meccanismo degli interpellicontenuto nella clocwork orange del concorso (lo spiega bene Bacigalupo a pag. 26): i concorrenti vincitoridel concorso hanno l’obbligo di indicare un numero di sedi pari alla collocazione in graduatoria. A ognivincitore viene quindi assegnata la prima sede da lui indicata in ordine di preferenza che non risulti assegnataa un candidato meglio collocato in graduatoria. Entro quindici giorni dall’assegnazione, il vincitore delconcorso deve dichiarare se accetta o meno la sede assegnatagli. Se il termine dei 15 giorni trascorre senzala prescritta comunicazione, il concorrente si trova di fatto fuori dal concorso e la “sua” sede, come tutte lealtre eventualmente “non accettate”, sono offerte ad altrettanti candidati che seguono in graduatoria, finoall’esaurimento delle sedi messe a concorso o all’interpello di tutti i candidati in graduatoria. Per esemplificare: se il vincitore della prima farmacia messa a concorso nel Lazio decide di rinunciare, persceglierne un’altra in Toscana (le norme, come è noto, prevedevano la possibilità di concorrere in due diverseRegioni), la farmacia cui ha rinunciato nel Lazio va al primo dei non assegnatari, senza rientrare neppure distriscio nelle possibilità di scelta degli altri vincitori che seguono in graduatoria. Ergo, può verificarsi che unconcorrente non arrivato nei posti utili della graduatoria, ma subito dopo, si veda piovere dal cielo una sedefarmaceutica (magari anche inserita nel novero delle più ambite) gratis et amore Dei. Con tanti saluti a ognicriterio di merito e, invece, una robusta e ripetuta strizzata d’occhio al “Gratta e vinci”.

La palude dell'incertezza

in fondo

di Emilio Croce

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Primo Piano

Con ogni probabilità, quando questonumero del nostro giornale raggiunge-rà i lettori, ci sarà tra loro chi già haaggiunto alla liste degli impegni quoti-diani quello della gestione di una “far-macia virtuale” legittimamente apertasu internet per estendere l’attività dellasua farmacia (o parafarmacia) “fisica”,offrendo anche sul web farmaci (limita-tamente a quelli senza obbligo di ricet-ta) e altri prodotti di salute.Dal 1° luglio, infatti, per effetto dellenorme contenute nel decreto legislati-vo n. 17/14, che recepisce la diretti-va europea 2011/62/Ue, anche nelnostro Paese è consentita la vendita

via internet di farmaci senza obbligodi prescrizione. Un’evenienza ritenutafantascientifica fino a qualche annofa, e poi decisamente avversata dalarga parte del mondo farmaceutico,non appena è stato chiaro che la per-vasività, la velocità e le oggettive dif-ficoltà di controllo del web ne faceva-no una specie di Far West per tutticoloro che, nel mercato dei farmacihanno subito visto una specie di Eldo-rado dove andare a caccia di affari,legittimi e soprattutto illegittimi (noto-riamente più lucrosi).Proprio internet è stato infatti il lievitoche ha fatto nascere e crescere il fe-

nomeno criminale (prima sostanzial-mente sconosciuto) della contraffa-zione farmaceutica: è stata infatti lapossibilità di trovare un immediatosbocco commerciale a prodotti falsie/o di provenienza illegale, assicuran-dosi guadagni miliardari, la molla cheha portato anche la criminalità orga-nizzata a occuparsi di un crimine adaltissimo rendimento e a bassissimorischio.L’entrata a gamba tesa del traffico ille-gale di farmaci su internet risale ormaiai primi anni ‘90: da allora, sono pas-sati circa vent’anni, spesi a individuarele giuste contrarie per contrastare con

Anche in Italia sarà possibile comprare sul web i farmaci senza ricetta

Farmacie online, via libera dal 1° luglio

Le evidenti contraddizioni del concorso straordinario sono state fin da subito e a più riprese denunciate da tutte leorganizzazioni dei farmacisti e della farmacia, ma ciò non è bastato a impedire che il concorso iniziasse la sua problematicacorsa che, inevitabilmente, sembra destinata a bloccarsi in un magma di incertezze. E questo proprio quando tutti i colleghi chevi hanno partecipato – dipendenti di farmacia privata, farmacisti Asl e ospedalieri, titolari e dipendenti di parafarmacia,dipendenti dell’industria del farmaco, docenti e quant’altro – avrebbero invece un assoluto bisogno di sapere con certezza qualesarà (quale che sia) esito il suo, e si vedono invece costretti ad annaspare nell’acqua alta degli interrogativi giuridici eamministrativi ancora senza risposta.Con un’aggravante: il fastidioso pensiero che tutto quel che è accaduto e sta accadendo non sia solo il frutto di provvedimentolegislativo frettoloso, poco meditato e alla fine improvvido, ma obbedisca al calcolo gattopardesco di chi, al solito, fa finta dicambiare tutto per far sì che niente cambi. Un pensiero “dietrologico” al quale, personalmente, sono portato a non dare né credito né peso. Che – invece – attribuisco aun’altra considerazione, quella di chi osserva che il fallimento al quale sembra inevitabilmente destinato il concorsone portafiumi di acqua al mulino di chi punta l’indice sul meccanismo dei concorsi, sostenendo che – girala come vuoi – si tratta di unmeccanismo che non funziona in sé: a questo punto, quindi, tanto vale liberalizzare, e non se ne parli più.Un pensiero maligno degli immancabili apocalittici che non possono fare a meno di profetizzare sventura? Può essere. Ma intempi in cui a Montecitorio si prepara, sulla base di un copione scritto dal Governo, lo sbarco del capitale in farmacia e in cuisoggetti istituzionali importanti (il ministro dello Sviluppo economico e il presidente dell’Antitrust, ad esempio) insistono sullanecessità di maggiori liberalizzazioni su pianta organica e fascia C, può anche essere che si tratti di un pensiero tutt’altro cheperegrino.Aiuterebbero a cacciarlo, e non poco, indicazioni e chiarimenti dall’alto sul concorsone, in grado di levare ossigeno e argomentia chi ricorre e di creare le condizioni per arrivare fino in fondo. Soltanto così si smuoverebbe la palude ferma e limacciosadell’incertezza. Almeno al momento, però, i chiarimenti e le indicazioni non arrivano, per quanto ci si ostini a chiederli (anche seforse, di ostinazione, ne sarebbe servita di più...). Con il risultato che il tempo passa e si continua a navigare a vista, scrutandol’orizzonte per vedere cosa spunterà sulla sua linea. Basterà incrociare le dita, per sperare che sia qualcosa di buono?

in fondo8 segue da pag. 5

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dell’Agenzia italiana delfarmaco, uno dei massi-mi esperti internazionaliin materia di counterfei-ting farmaceutico e crimi-ni legati al traffico di far-maci. Che fa parlare i nu-meri del monitoraggiocondotto in permanenza sull’offertaweb di farmaci: “I risultati sono piùche eloquenti: solo lo 0,6% delle far-macie online è legale” spiega Di Gior-gio. “Su 331.430 siti monitorati,35.610 dei quali internet pharmaciesattive, solo 212 sono legali: menodell’1%, come ho appena detto. Altri1.819 sono ‘borderl ine’ (5,1%) e33.579 sono illegali (94,3%). Dati chebastano e avanzano per dare un’ideadi quanto sia alto il rischio di imbat-tersi in prodotti fasulli per coloro chenavigano incautamente su internetper acquistare farmaci.”Il decreto legislativo che entra in vigo-re il 1° luglio interviene appunto a met-tere ordine, fissando il quadro di nor-me che è tenuto a osservare ogni sitoche voglia vendere farmaci sul web.La prima e fondamentale regola è chele e–pharmacy devono già essere inpossesso di un’autorizzazione alla ven-dita di medicinali. In pratica, dunque,possono essere aperte soltanto dai ti-tolari degli esercizi già abilitati (farma-cie e parafarmacie) e possono in ognicaso vendere solo ed esclusivamentefarmaci senza obbligo di ricetta. Per farlo, dovranno prima ottenereun’apposita autorizzazione, concessadalle Regioni di appartenenza (o dauna diversa autorità locale comunqueindividuata dalle Regioni) e dovrannoobbligatoriamente “esporre” sulla ho-me page il logo comune europeo, unasorta di “bollino di garanzia”, che ri-manda con un collegamento iperte-stuale al sito internet del ministero del-la Salute, contenente l’elenco di tutti isoggetti accreditati alla vendita di far-maci sul web. Per il rilascio dell’autorizzazione occor-re comunicare denominazione, partitaIva e indirizzo completo del sito logisti-co; data dell’inizio dell’attività di vendi-ta online; indirizzo del sito internet uti-

lizzato allo sco-po e ogni infor-mazione ne-cessaria per lasua identifica-zione. L’obbl igo dicontrassegna-re le e–phar-macy con il lo-go comune eu-ropeo, oltre arappresentareuna sorta di“patente di le-gitt imità” im-mediatamenter iconoscib i ledagl i utenti,serve a rende-re più sicuri isiti che vendo-no farmacicontro le con-traf fazioni. I lsimbolo, infatti(che deve r i -portare la ban-diera del Pae-se in cui è registrato il venditore), deverispettare una serie di caratteristichetecniche per prevenire le falsificazioni. La normativa prevede pene severe peri trasgressori: tutti i soggetti che ven-dano farmaci online senza essere abili-tati a farlo e privi della necessaria au-torizzazione rischiano l’arresto da 6mesi a 2 anni e una multa da 3 a 18mila euro. Ma sono previste sanzionianche per i titolari di farmacia e para-farmacia regolarmente autorizzati che,“allargandosi”, vendano online farmacisoggetti a prescrizione: saranno puniticon l’arresto fino a un anno e multa da2 mila a 10 mila euro. Pene maggiori sono poi previste perchi commerci o venda su internet8

il fenomeno. Le organizzazioni dei far-macisti furono ovviamente tra le primea rendersi conto del pericolo e a de-nunciarlo: la prima presa di posizione“strutturata” risale al 1998, quando ilPgue, il Raggruppamento farmaceuti-co dell’Unione europea, organismo cherappresenta le associazioni professio-nali dei farmacisti a Bruxelles, all’epo-ca presieduto dall’allora presidentedella Fofi Giacomo Leopardi, inviò alParlamento europeo un preoccupatodocumento sul commercio elettronicodi farmaci. Si trattava, in buona sostanza, di un’ar-ticolata denuncia su come i siti che,sempre più numerosi, vendevano far-maci on-line violassero tutte le direttivecomunitarie sul commercio di speciali-tà medicinali, con gravi rischi per lasalute dei cittadini, vista la sistematicae completa elusione dell’intervento edella consulenza professionali del me-dico e del farmacista. Fu subito chiaro, fin da allora, che perindividuare soluzioni al problema biso-gnava inevitabilmente operare in unalogica di stretta cooperazione interna-zionale: internet non ha notoriamenteconfini, come ben dimostrano i siti cheoperano illegalmente nei cinque conti-nenti commerciando medicine di ognitipo, vendute soprattutto (quando nonesclusivamente) in Paesi diversi daquello di residenza del sito, per aggira-re le leggi locali ed essere difficilmen-te perseguibili da quelle dei Paesi–ber-saglio. Al termine di un processo lungo, moltolaborioso e tutt’altro che facile, in ognicaso, le autorità europee sono riuscitea mettere insieme un quadro coerentedi norme per disciplinare l’attività dellee–pharmacy, fondamentale per com-battere in modo efficace – grazie an-che alla serie di iniziative congiunte po-ste in essere a livello internazionaleper monitorare, individuare, colpire ereprimere i “siti canaglia” – il fenome-no del commercio illegale di farmacisul web.Un fenomeno minaccioso come pochialtri, come ricorda Domenico DiGiorgio, responsabile dell ’UfficioQualità dei prodotti e Contraffazione

A lato: la versione italiana del logo comune europeo.In basso: Giacomo Leopardi, ex presidente Fofi.

Sotto: Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio Qualità dei prodotti e Contraffazione dell’Aifa.

Primo Piano

medicinali contraffatti: potrà esserecondannato da 1 a 3 anni di carcere eal pagamento da 2600 a 15600 eurodi sanzione. Sempre sul fronte dell’attività repressi-va, le nuove disposizioni attribuisconoal ministero della Salute il potere dioscurare i siti che vendano illegalmen-te online, facoltà che finora era riser-vata alla sola Autorità garante dellaconcorrenza e del mercato. In questo quadro, l’Agenzia italiana delfarmaco avrà il compito di identificarele violazioni della norme in materia, av-valendosi nel caso della facoltà di con-vocare l’apposita Conferenza dei servi-zi (ne fanno parte la stessa Aifa, il mi-nistero della Salute, i Nas, l’Istituto su-periore di sanità, il ministero dello Svi-luppo economico e, in qualità di osser-vatori, l’Antitrust e Cnr–Registro.it) perla valutazione dei casi di irregolarità.Spetterà poi al ministero della Salute,a seguito del parere dell’Aifa, disporrela cessazione delle pratiche commer-ciali illegali.Secondo Di Giorgio, la nuova normati-va rappresenterà una trincea di fonda-mentale importanza contro il commer-cio illegale. “Cliccando sul logo euro-peo che le e–pharmacy debbono obbli-gatoriamente riportare, si accede al si-to web dell’autorità competente dello

Stato nel quale il rivenditore ha stabili-to la propria sede e alla lista dettaglia-ta di tutti i rivenditori online legali”chiarisce il dirigente Aifa. “L’utente po-trà dunque agevolmente verificare sequel sito – che deve anche riportare irecapiti e i riferimenti dell’autorità cheha rilasciato l’autorizzazione per lavendita di farmaci e alla quale è statonotificato l’avvio dell’attività di venditaonline – sia legittimo o meno. Rispettoalla sostanziale anarchia degli annipassati, è un fondamentale passo inavanti.”Anche perché, spiega ancora Di Gior-gio, il logo è stato depositato ed è in-disponibile per ogni altra utilizzazioneche non sia quella disposta dalle auto-rità: “Se una farmacia illegale lo falsifi-ca e ne usa uno civetta, collegato afinte pagine di convalida” spiegal’esperto “violerà norme che consento-no un intervento tempestivo per bloc-care la farmacia. Al riguardo, nei pros-simi mesi il monitoraggio sarà attentis-simo, anche operatori e associazionidi pazienti possono segnalare sospettie abusi.”Ma Di Giorgio chiarisce che per favori-re un accesso sicuro all’acquisto deifarmaci online le nuove norme, perquanto importanti, potrebbero rivelarsiinsufficienti se non accompagnate daun’adeguata attività di informazione esensibilizzazione degli utenti. “Proprioper questo, nei prossimi mesi verrà av-viata, naturalmente via web, una gran-de campagna informativa in contempo-ranea in Italia, Spagna, Portogallo eGran Bretagna. L’informazione è lachiave per la sicurezza.” Il primo e più urgente obiettivo dellenuove norme, in ogni caso, è quello diridurre ai minimi termini lo spazio per icommerci illeciti sul web. “Il canale ille-gale è attualmente preponderante” ri-corda ancora una volta Di Giorgio. “Alweb, purtroppo, molti utenti si rivolgo-no proprio per acquistare prodotti sog-getti a prescrizione che non potrebbe-ro essere venduti e, come detto, nonoffrono alcuna garanzia. Il web rappre-

senta una scor-ciatoia, illusoriae pericolosa,

per chi vuole by–passare il medico e leregole giustamente penetranti che vi-gono in materia di farmaci. Ma è certoche la presenza su internet di e–phar-macy legittime e certificate renderàpiù evidente, esemplificando al massi-mo, la separazione tra i buoni e i catti-vi. E gli utenti potranno regolarsi diconseguenza. Detto questo, è più cheragionevole attendersi che il mercatoon line dei farmaci senza ricetta nonsarà enorme. Si potrà valutare megliodopo l’ assestamento che si registrerànei prossimi mesi.”Una previsione, quest’ultima, che tro-va del tutto d’accordo i presidenti diFarmindustria e Federfarma, Massi-mo Scaccabarozzi e AnnarosaRacca. Per il primo, le e–pharmacy“saranno una possibile alternativa alrecarsi in farmacia, ma non credoporteranno a un aumento dell’uso deimedicinali.” “In effetti, è abbastanza prevedibileche l’acquisto di farmaci senza ricettaon line sarà contenuto” conferma daparte sua Racca “perché in Italia le far-macie sono presenti in modo capillaresu tutto il territorio, fin nei più piccolicomuni, e il cittadino apprezza il collo-quio con il farmacista quando deve ri-solvere un problema di salute” spiegala presidente dei titolari. Che ritieneche a scoraggiare il ricorso all’acqui-sto on line potrebbero essere ancheconsiderazioni di ordine pratico edeconomico: “I medicinali senza ricettain Italia hanno mediamente un prezzodi 8 euro” osserva infatti Racca “equindi con l’acquisto on line il consu-matore spenderà di più visto che al co-sto del farmaco, per quanto scontatopossa essere, vanno comunque ag-giunte le spese di spedizione. Esistepoi il problema urgenza: chi ha un maldi testa o un’altra piccola patologiavuole il farmaco subito e non è certodisposto ad attendere i tempi dell’inviopostale” .La presidente di Federfarma, in ognicaso, valuta positivamente le nuovenorme sulle e–pharmacy, definendole“un passo avanti contro la contraffazio-ne e la garanzia al cittadino di poteracquistare on line farmaci sicuri per-

Annarosa Racca, presidente di Federfarma.

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ché provenienti da siti che fanno capoa farmacie realmente esistenti”.Racca non manca però di lanciare unpreciso avvertimento sui rischi ai qua-li si espone chi si rivolge al web incerca di farmaci: “Coloro che ricorro-no a internet per ottenere farmaci peri quali non hanno la ricetta, magari dautilizzare a scopo di doping sportivoo nella speranza di dimagrire rapida-mente” ricorda la presidente di Feder-farma “devono sapere che il 90% deifarmaci acquistati on line da canalinon autorizzati è contraffatto, cioènon contiene il principio attivo, lo con-tiene in dosaggio diverso da quello in-dicato, non è conservato alle giustetemperature, come prevede la legge.L’acquisto on line da siti illegali rima-ne una pratica molto pericolosa perla salute.” Le preoccupazioni della presidente diFederfarma hanno trovato eco nell’in-terrogazione urgente che Luigi D’Am-brosio Lettieri, vicepresidente di Fofie membro della Commissione Igiene esanità del Senato, ha rivolto il 23 giu-gno al ministro della Salute BeatriceLorenzin proprio in relazione alla ven-dita di farmaci su internet, dove – scri-ve il senatore – “nonostante i controllie il sistema nazionale antifalsificazio-nea oggi esistono realtà – ascrivibili adiverse autorità nazionali preposte allatenuta del registro dei domini (cd “regi-star”) presenti a Panama, Honk Hongo Singapore – che con i loro portali on-line tradotti in italiano, vendono farma-ci a prezzi competitivi, anche con ob-bligo di ricetta ai cittadini residenti sulterritorio italiano. Tale pratica, oltrerappresentare un grave rischio per latutela della salute, potrebbe costituireanche un danno alle attività presenti suterritorio nazionale.”Al riguardo, D’Ambrosio Lettieri espri-me la preoccupazione che “il link alportale del Ministero della Salute, con-tenente l’elenco dei soggetti accredita-ti al commercio sul web, potrebbe noncostituire un’efficace protezione con-tro le falsificazioni o la vendita di pro-dotti online non autorizzati o contraf-fatti, dal momento che sarà possibileeffettuare siti–copia con la stessa gra-

fica, ma con vendite operate dalla cri-minalità organizzata.”Sulla questione, e i particolare sullapossibilità che anche nel settore far-maceutico possano affermarsi feno-meni come il cosiddetto cybersquat-ting (copia dell’immagine di una attivi-tà già avviata, sfruttandone il mar-chio) o di phishing (raccolta dei datiin forma non autorizzata riproducen-do un sito–copia), il senatore delGruppo Conservatori e r iformistichiede le valutazioni del ministro del-la Salute, al quale sottopone anchela richiesta di “potenziare il sistemanazionale antifalsificazione gestitodall’Aifa”, attraverso la costituzionedi un dominio unico per tutti i siti in-ternet delle farmacie che chiederan-no l’autorizzazione alla vendita onlinedei farmaci e la costituzione di un ap-posito ufficio presso il ministero dellaSalute “per il controllo e il monitorag-gio del rilascio delle autorizzazioni daparte delle Regioni, al fine di garanti-re una uniforme interpretazione e ap-plicazione, anche temporale, delle di-sposizioni in materia.” Al momento in cui scriviamo, il ministe-ro non ha ancora risposto agli interro-gativi e alle proposte di D’AmbrosioLettieri, anche se – nell’immediata vigi-lia del 1° luglio – ha diramato una notaufficiale per rassicurare sul fatto che“il decreto con il quale verrà definito illogo identificativo nazionale delle far-macie e degli esercizi commerciali” sa-rà emanato a breve e che “successiva-mente sarà possibile mettere in piedile procedure”.La nota del dicastero si preoccupa diricordare ancora una volta che le nor-me sulle farmacie on line prevedonoche ”l’autorizzazione dovrà essere ri-lasciata dalla Regione o Provincia au-tonoma – ovvero dalle altre autoritàcompetenti, individuate dalla legisla-zione locale – sulla base di una speci-fica richiesta contenente gli elementiidentificativi della farmacia o eserci-zio commerciale e, ovviamente, l’indi-rizzo del sito web utilizzato per lavendita on line. Una volta ottenutal’autorizzazione, l’interessato potrà ri-volgersi al ministero per ottenere l’as-

segnazione del logo in questione at-traverso la procedura che sarà pre-sto disponibile sul portale del ministe-ro stesso.”Ora si tratterà di vedere quanti saran-no gli esercizi, tra farmacie e parafar-macie, che si adopereranno per aprireuna “filiale” virtuale sul web, richieden-do le relative autorizzazioni: il mercatosul quale le nuove “farmacie virtuali”andranno a insistere, quello degli Otce dei Sop, comprende circa 1700 pro-dotti e nel 2013 ha prodotto un girod’affari di quasi 2 miliardi e 300 milio-ni, su un totale di spesa farmaceuticaa carico dei cittadini (che comprende imedicinali con ricetta bianca e il ticketsu quelli con ricetta rossa) di 7 miliardie 800 milioni. Il principio attivo più acquistato tra iprodotti che sbarcheranno nelle e–pharmacy è il diclofenac, un anti–in-fiammatorio declinato in decine di ver-sioni e nomi commerciali. Seguono gliantipiretici e antidolorifici, come i su-per diffusi ibuprofene e paracetamolo.Farmaci, insomma, con i quali i consu-matori italiani hanno una grande dime-stichezza e usano comunemente. Ma,ciò nonostante, nessuno addetto ai la-vori, neppure tra quanti oppongono leresistenze più strenue a ogni innova-zione potenzialmente in grado di au-mentare i consumi di medicine, scom-mette un solo euro sulla possibilità chel’acquisto dei farmaci online si traducain una crescita dei consumi. E va dettoche, se così fosse davvero, sarebbe(almeno a nostro giudizio) tutt’altro cheun cattivo segno.

A lato: Beatrice Lorenzin, ministro della salute.

Nessuna sorpresa, dall’audizione resail 24 giugno da Giovanni Pitruzzella,presidente dell’Antritrust, davanti ai de-putati delle Commissioni riunite VI e Xdella Camera dei Deputati, nell’ambitodell’esame del disegno di legge C.3012 (il cosiddetto ddl Concorrenza). In assoluta coerenza con le posizionisempre sostenute dall’Agcm, Pitruz-zella ha infatti ribadito le sue ben no-te posizioni, insistendo sulla necessi-tà di spingere in avanti, accelerando-lo, il processo delle liberalizzazioninel nostro Paese. “Non siamo più al-l’anno zero e anzi è stata già fatta pa-recchia strada, ma bisogna continua-re” ha detto il garante, facendo unospecifico riferimento ai servizi profes-sionali, dove “si rendono necessarinuovi interventi.”Proprio nel corso di questo passaggio,Pitruzzella ha ancora una volta chiama-to in causa le farmacie, ribadendo unaposizione già più volte sostenuta e deltutto coincidente, peraltro, con quellaespressa al riguardo dal ministro dello

Sviluppo economico Federica Guidi:“C’è da chiedersi quale sia la ragioneper la quale un farmaco con ricetta di-spensato dal farmacista che opera infarmacia non possa essere dispensatodal farmacista che opera in una para-farmacia” ha infatti ripetuto il presiden-te dell’Antitrust, sottolineando la ne-cessità di integrare, a questo riguardo,il testo del ddl Concorrenza all’esamedi Montecitorio.“Parlando di liberalizzazione delle far-macie” ha aggiunto Pitruzzella “ci si ri-ferisce in sostanza a tre aspetti: la li-beralizzazione del numero di farmacie,quella della proprietà delle stesse equella della vendita dei medicinali. InItalia, negli ultimi anni, sono stati fattipassi in avanti nel settore delle distri-buzione farmaceutica, ad esempioadottando disposizioni che incrementa-no il rapporto tra il numero di farmacieautorizzabili e il numero di abitanti. Sitratta però di disposizioni che non sitraducono necessariamente e diretta-mente in un incremento della concor-renza di prezzo o di qualità.”Da qui la necessità, sottolineata da Pi-truzzella, di rimuovere “tutte le restri-zioni all’apertura di nuove farmacie” edi superare “gli attuali limiti concernen-ti la possibilità per un unico soggettodi assumere la titolarità di più licenze.”“Il disegno di legge va nella giusta dire-zione – ha riconosciuto il presidentedell’Agcm – prevedendo la possibilitàche anche società di capitali possanoessere proprietarie delle farmacie el’abolizione del tetto massimo di quat-tro esercizi di cui un soggetto può es-sere titolare”. Ma c’è ancora molto dafare in ordine all’eliminazione dei vinco-li residuali allo svolgimento dell’attività:“Restano ancora inascoltate le propo-

ste dell’Autoritàsull’esigenza disuperare l’attua-

le sistema di contingentamento del nu-mero di farmacie presenti sul territorionazionale attraverso la trasformazionedell’attuale numero massimo in nume-ro minimo, così da eliminare un vincoloallo svolgimento dell’attività economi-ca, continuando a garantire la copertu-ra del territorio.”Sempre nell’ottica di aumentare la con-correnza, Pitruzzella ha poi auspicato“che il processo di liberalizzazione del-la distribuzione dei medicinali possaproseguire non solo attraverso un am-pliamento del numero degli esercizi eun loro rafforzamento, ma anche con-sentendo la vendita al di fuori della far-macia, e sempre alla presenza di unfarmacista, dei medicinali di fascia Cche sono soggetti a prescrizione medi-ca, ma il cui costo è a carico del pa-ziente.”La misura, ha ribadito Pitruzzella,“consentirebbe un incremento delle di-namiche concorrenziali nella fase di-stributiva di tali prodotti, con indubbibenefici per i consumatori anche in ter-mini di ampliamento della copertura di-stributiva, non più rappresentata dallesole farmacie, ma arricchita dai puntivendita della grande distribuzione odalle parafarmacie presenti nel territo-rio. Infatti, laddove venga in ogni casoprevista la presenza di un farmacistanel punto vendita, la tutela della salutenon verrebbe in alcun modo intaccata.La liberalizzazione dei farmaci di fa-scia C è quindi un tema sul quale sa-rebbe opportuno uno specifico inter-vento in sede di esame del disegno dilegge.”Alla sortita di Pitruzzella ha subito re-plicato sul giornale di Federfarma lapresidente del sindacato dei titolariAnnarosa Racca. Premettendo chele posizioni del garante erano già bennote, Racca ha ribadito che il ddl Con-correnza nasce con la precisa finalità

Fatti & persone

Giovanni Pitruzzella,presidente dell’Antritrust

GIUGNO 201510 RIF

Ddl Concorrenza, il presidente Agcm chiede di eliminare i vincoli su PO e fascia C

Pitruzzella: “Liberalizzazioni, sui farmaci bisogna accelerare”

GIUGNO 2015 11RIF

di dare nuovo impulso alla crescita delPaese. Un obiettivo che l’eventuale de-regulation della fascia C non aiutereb-be in alcun modo a centrare, almenosecondo la presidente di Federfarma.“La farmacia è una concessione delloStato, smantellarla non dà vantaggi alconsumatore ma anzi lo penalizza” ar-gomenta Racca, invitando a ricordarecosa è accaduto in altri comparti, do-ve il piccolo commercio di prossimitàha finito per soccombere “quando so-no arrivati i category killer dei grandigruppi.”

“Continuiamo quindi a condividere esostenere la posizione del ministro del-la Salute, Beatrice Lorenzin, chepreferisce mantenere i farmaci con ri-cetta all’interno delle farmacie per tu-telare i cittadini e la loro salute” affer-ma Racca, che conclude ricordandocome su questa stessa linea, non acaso, “si è schierato in questi mesi tut-to il mondo della Sanità, dai medici difamiglia alle società medico–scientifi-che, dalle associazioni dei pazienti aquelle dei malati.”

Fofi, Federfarma, Assofarm, Mnlf e Fnpi sentiti a Montecitorio sull’art. 32

Audizioni alla Camera sul ddl Concorrenza, queste le posizioni delle sigle di settore Prima del presidente dell’Antitrust, del-le cui dichiarazioni si riferisce nell’arti-colo precedente, le Commissioni con-giunte Finanze e Attività produttive ave-vano audito sui contenuti del ddl Con-correnza le sigle professionali e sinda-cali dei farmacisti, sentite a Montecito-rio lo scorso 12 giugno. Un’occasione preziosa per i rappresen-tanti di categoria, per esporre le pro-prie posizioni e considerazioni, tutte ri-ferite all’art. 32 del provvedimento,l’unico a essere specificamente dedi-cato a farmacie e farmacisti.

La posizione della Fofi

Ad aprire le danze è stata la delega-zione Fofi, guidata dal segretarioMaurizio Pace, che – pur premet-tendo l’assenza di opposizioni pregiu-d iz ia l i a l la separazione traproprietà/titolarità e gestione del-l’esercizio farmaceutico perseguitadal provvedimento – ha voluto ribadi-re il valore della riserva di titolarità aifarmacisti (ritenuto una garanzia delservizio) e invitare a “mantenere l’as-setto ordinamentale attuale, esten-dendolo, caso mai, al numero di far-macie detenibili da ciascuna societàdi persona”, per sottolineare poi co-

me le innovazioni riferite a un servizioche si riflette in via diretta sul dirittoalla salute non possono essere intro-dotte considerando come unica varia-bile l’economia e, in ogni caso, abbi-sognano di gradualità.La Fofi ha fatto un espresso riferi-mento alle catene di farmacie, soste-nendo che ricerche condotte a livellointernazionale avrebbero dimostratocome “la nascita di grandi aggrega-zioni e il sorgere di posizioni domi-nanti non hanno giovato alla qualitàdel servizio universalistico, in partico-lare per quanto riguarda l’uniformitàdell’accesso al farmaco su tutto il ter-ritorio nazionale”.Laddove si volesse comunque proce-dere nella direzione indicata dal ddlConcorrenza, secondo Pace non sipuò prescindere da alcuni correttivi altesto attuale, intervenendo in primoluogo su incompatibilità, integrazioneverticale e conflitto di interessi, ma an-che sull’integrazione orizzontale per-ché, una volta costituite le catene, po-trebbe manifestarsi il rischio di posi-zioni dominanti potenzialmente in gra-do di minare l’indipendenza professio-nale e il rapporto fiduciario farmaci-sta–paziente. Per la Fofi, va quindi pre-visto un tetto alla partecipazione del

socio di capitale, con l’ipotesi di limi-tarla a un terzo delle quote, sull’esem-pio di quanto avviene nelle società traprofessionisti di altri settori, e va con-templato l’obbligo di iscrizione in un al-bo delle società.“Andrebbe poi normata con attenzio-

ne una divisione di responsabilità pro-fessionali da quelle del socio di capita-li” ha precisato Pace, che è anche tor-nato sulla necessità di acquisire, nelcaso dell’ingresso dei capitali, anche ilparere dell’Antimafia.

Federfarma: “Farmacistaüber alles, il capitale deve restare in minoranza”

Anche per Federfarma, il sindacatodei titolari, è assolutamente necessa-rio inserire nel ddl Concorrenza alcuni“paletti”: in primo luogo, va riservataal farmacista la maggioranza dell’as-setto societario, ovvero almeno il51%; debbono poi essere mantenutele incompatibilità in materia di proprie-tà delle farmacie già oggi previste dal-le leggi e va infine fissato un limite(geografico o percentuale) al numerodi punti vendita acquisibili in catena,oltre a norme che garantiscano la ne-cessaria trasparenza.

A lato: Federica Guidi, ministro dello Sviluppo Economico.Sotto: Maurizio Pace, segretario Fofi.

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Fatti & persone

La presidente Annarosa Racca e ilsegretario Alfonso Misasi hanno spie-gato ai deputati delle due Commissionicome il sistema delle farmacie sia datempo “sotto botta”, anche per effettodei cambiamenti normativi intervenutinegli ultimi anni. Da qui la richiesta diprocedere “cum grano salis” con la leg-ge sulla concorrenza, che – se pur de-ve perseguire l’obiettivo di rilanciarel’economia – non può dimenticare che“la farmacia è un’impresa, ma ancheuna concessione dello Stato, un patri-monio pubblico” e, per questa ragione,“l’ingresso del capitale deve garantiretrasparenza e tenere in considerazionegli aspetti professionali e non solo com-merciali del nostro lavoro.”Racca e Misasi hanno poi ribadito connettezza che la ricetta medica “non de-ve uscire dalle farmacie”, per stopparesul nascere le istanze di chi continua in-vece a reclamare un’impronta più libera-lizzatrice del ddl Concorrenza, consen-tendo anche a parafarmacie e cornerGdo di vendere tutti i farmaci della fa-scia C a carico del cittadino, compresiquelli soggetti a prescrizione.

Assofarm (farmacie pubbliche): “Servono paletti di tipoquantitativo e qualitativo”

Anche a giudizio di Assofarm, la sigladelle farmacie pubbliche, l’art. 32 delddl Concorrenza ha bisogno di una “ri-visitazione”, In audizione, il presidenteVenanzio Gizzi ha chiaramente fattoriferimento alla necessità di introdurrelimiti sia di tipo quantitativo, “per evita-re il rischio di abuso di posizione domi-nante”, sia di tipo qualitativo, “in mododa prevenire i conflitti di interesse chesi innescano nei casi di integrazioneverticale tra produzione, distribuzioneintermedia e farmacie.”Assofarm guarda con preoccupazione,in particolare, ai rischi che potrebberoconseguire al sistema dall’eventualeaffermazione di colossi del retail far-maceutico. Nel “position paper” illu-strato nel corso dell’audizione, Asso-farm osserva infatti che “nuovi investi-tori di rilevante capacità economica,piuttosto che contrattare l’acquisizionedi singole farmacie, potrebbero prefe-rire acquistare all’ingrosso le catene difarmacie comunali, per realizzare inmodo più semplice le economie di sca-la necessarie a una rapida remunera-zione dell’investimento.” “A fronte di simili pressioni” continuaAssofarm “diverse amministrazioni co-munali potrebbero optare per la di-smissione della titolarità e non dellasola gestione, delle proprie farmacie; ilche aggraverebbe il divario, già sensi-bile, tra farmacie pubbliche e private epotrebbe incidere, in negativo, anchesui livelli occupazionali.”

La sigla delle farmacie comunalisottolinea anche la necessità diconsiderare il ddl Concorrenzaalla luce di quanto accade nelcomparto farmaceutico, richia-mando in particolare la riformadella remunerazione delle farma-cie, rimasta al palo, il percorsoancora incompiuto della farma-

cia dei servizi, l’avvio (non lontano) delletrattative per la nuova convenzione e lasituazione ancora molto controversa re-lativa agli esiti del concorso straordina-rio per l’apertura delle nuove farmacie. Tutte situazioni (l’ultima in particolare)che hanno suggerito ad Assofarm dichiedere ai deputati delle Commissionifinanze e Attività produttive “di prende-re in considerazioni due possibili inizia-tive”. La prima è quella di intervenireaffinché i due ministeri interessati, Giu-stizia e Salute, “tentino di coordinare icomportamenti delle Regioni per ga-rantire una contemporanea e omoge-nea conclusione dei concorsi, ancheattraverso il coinvolgimento della Con-ferenza delle Regioni.”La seconda, in-vece, è quella di valutare “la possibilitàdi prevedere l’eventuale entrata in vi-gore della nuova normativa sulla con-correnza, ovviamente per quanto attie-ne alle farmacie, solo subito dopo l’as-segnazione delle nuove sedi farmaceu-tiche, a conclusione delle procedureconcorsuali in corso, per evitare l’inter-secarsi di due diverse normative.”

Mnlf, sì ad aumento della concorrenza,ma serve un sistema duale

I rappresentanti del Movimento nazio-nale dei liberi farmacisti hanno inveceribadito il loro sì convinto “all’aumentodel livello di concorrenza nel settoredella distribuzione del farmaco”, mahanno anche espresso la propria deci-sa opposizione all’entrata nel settoredelle società di capitale e alla rimozio-ne del limite delle quattro licenze, oggivigente. “Questo non per un pregiudi-zio intellettuale” ha spiegato Mnlf maperché “far entrare le società di capita-le in un monopolio significa trasformar-lo inevitabilmente in un oligopolio e in-gessare ancor più il mercato.”“Le liberalizzazioni – hanno aggiunto irappresentanti dell’associazione – sonouna necessità ineludibile rispetto a unasituazione economica nazionale che ri-mane difficile e stenta ad entrare in unafase di crescita stabile e robusta.”Mnlf ha ribadito al riguardo la necessi-tà di accentuare il livello di concor-

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In alto: Alfonso Misasi, segretario nazionale di Federfarma. A lato: Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm. 8

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Fatti & persone

renza, attraverso il rafforzamento di“un sistema duale: da un lato le farma-cie, dall’altro parafarmacie e GDO”,che – secondo Mnlf – si tradurrebbe inun vantaggio per i consumatori. “Lostesso meccanismo funziona per i far-maci generici: dove c’è concorrenza,Fascia A, il loro uso e i risparmi connes-si aumentano, dove non c’è concorren-za, Fascia C, non c’è crescita” hannospiegato i rappresentanti dei liberi far-macisti, che proprio sui farmaci di fa-scia C hanno concentrato molte delleloro attenzioni. “È necessario anche inquesto settore introdurre un sistemaduale di confronto della concorrenza avantaggio dei cittadini dando la possibi-lità agli esercizi in cui è presente un far-macista di dispensare anche questi far-maci” sostiene Mnlf. “È necessario libe-ralizzare. Nulla osta ad un provvedimen-to di questo tipo, la sicurezza per i cit-tadini sarebbe la stessa delle farmacieessendo presente lo stesso laureato edabilitato che ivi opera, i controlli diuguale portata e periodicità, le specifi-che tecniche medesime.”

Parafarmacie: “Testo del ddlda migliorare, a partire dallaliberalizzazione della fascia C”

Alla Federazione italiana delle parafar-macie presieduta da Davide Gullottail ddl Concorrenza, così com’è, nonpiace davvero e i suoi rappresentantisi sono preoccupati di dirlo a chiarelettere nel corso dell’audizione. A lorogiudizio, l’attuale testo del provvedi-mento produce un duplice effetto: “Daun lato nega al farmacista titolare di

parafarmaciadi dispensare ilfarmaco di fa-scia C, umilian-dolo professio-nalmente, men-tre dall’altro la-to permette alnon farmaci -sta, che pos-

siede i capitali, di diventare titolare difarmacia.”Le parafarmacie non hanno alcuna con-trarietà pregiudiziale nei confronti del-l’art. 32 del ddl, ma non possono nonessere evidenziati tre punti: il permane-re dell’ereditarietà di una concessionestatale vinta per concorso, per cui vie-ne trasferito da padre in figlio l’accessoalla professione: il contingentamentodel numero di farmacie, legato alla pre-visione di un massimo di farmacie perabitanti, anziché al più congruo criteriodi stabilire, al contrario, il numero mini-mo di farmacie che debbono operare inpresenza di un certo numero di abitanti;la possibilità di assumere un farmacistadipendente in farmacia “con un contrat-to assimilabile a quello del commercio(7,2 euro all’ora) e non con la qualificadi operatore sanitario.”In presenza di queste condizioni, evi-denzia la Fnpi, “la possibilità di acce-dere alla proprietà delle farmacie daparte dei non farmacisti non è una libe-ralizzazione, ma anzi è la strada cheporta alla creazione di nuovi oligopoli.”In un tale sistema, poi, “per avere unafarmacia non servirebbe una laurea odei titoli di studio, ma basterebbe es-sere figli di farmacisti titolari o averedisponibilità economiche.”Secondo Fnpi, aprire alla liberalizzazio-ne della vendita di tutti i farmaci a cari-co del cittadino anche all’interno delleparafarmacie di proprietà di un farma-cista “porterebbe ad avviare la concor-renza,... migliorare l’organizzazione di-stributiva, rafforzare il dimostrato van-

taggio economico dalla legge Bersanitutto a favore dei cittadini.“ Tutto questo senza alcun costo a cari-co dello Stato italiano o del Ssn, se-condo Fnpi, con un buon ritorno fisca-le “per i nuovi impulsi economici deri-vanti” e, soprattutto, senza “nessunpericolo per la salute pubblica o diabuso di farmaci, in quanto i farmacidi fascia C vengono prescritti dal medi-co e dispensati dal farmacista.”Il Parlamento, secondo la sigla delle pa-rafarmacie, deve quindi intervenire e mi-gliorare il provvedimento, “riportando alcentro del sistema farmaceutico il pa-ziente/consumatore, vero ed unico mo-tivo dell’esistenza della farmacia, aven-do cura di coniugare la maggiore capil-larità delle farmacie con la professiona-lità di farmacisti esperti e con strutturelogistiche idonee e controllate. Bisognaquindi pensare di trasformare le para-farmacie esistenti, proprietà di farmaci-sti, in presidi sanitari che, armonica-mente inseriti nell’ambito di un sistemasanitario nazionale, siano in grado dierogare sul territorio, con professionali-tà, quei servizi di assistenza che il citta-dino/paziente sempre più richiederà aun sistema di welfare evoluto.”L’unico vincolo assoluto che il Parla-mento deve mantenere, concludono leparafarmacie, “è quello della presenzadi farmacista abilitato, e anzi rafforza-re tale concetto, il solo che, in scienzae coscienza, è titolato a ricevere i i pa-zienti/clienti e a distribuire il farmacoal pubblico.”

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Confronto tra farmacisti di comunità, industria e farmacisti ospedalieri sul Pht ma non solo: sotto accusa il sistema dei tetti di spesa

Roma, dal convegno sul prontuario la richiesta di una nuova governance

Davide Gullotta, presidente Fnpi.

La vera iattura del comparto farmaceu-tico? Il permanere di una governanceche resta ancorata al meccanismo per-verso dei tetti di spesa, inevitabilmentesottostimati, e che finisce per guardareal farmaco unicamente come a una vo-

ce di spesa e non come a un irrinuncia-bile strumento di salute e (anche) di ri-sparmio. Il tutto complicato dalla falli-mentare frammentazione delle compe-tenze gestionali seguita alla modificadel Titolo V della Costituzione del

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2001, che ha consentito alle Regioni di“interpretare” e piegare strumenti natiper tutt’altre finalità, come il Pht (chedoveva essere uno strumento per ga-rantire l’appropriatezza), in armi di sbar-ramento per abbattere la spesa.Questo, in sintesi estrema ma fedele, il“distilllato” del seminario Ecm di forma-zione interattiva sui Nuovi modelli orga-nizzativi per la continuità terapeuticaospedale–territorio tenutosi il 16 giun-go a Roma nel suggestivo Oratorio delGonfalone, gioiello purtroppo miscono-sciuto del Manierismo romano.All’appuntamento, organizzato da Ar-turo Cavaliere, referente nazionaleSifo per i rapporti con Fofi e Federfar-ma e presidente del Collegio dei revi-sori dei conti dell’Ordine di Roma, e daGerardo Miceli Sopo, coordinatoredell’Area del farmaco dell’Asl RmB,hanno partecipato i principali protago-nisti del settore del farmaco, per unconfronto che ha consentito di eviden-ziare il concorde giudizio negativodell’intera filiera su quello che, fino aoggi, è stato il governo della spesafarmaceutica.Sostanzialmente univoche anche le ri-chieste emerse dai lavori e, in partico-lare, dalla tavola rotonda coordinatadalla presidente Sifo Laura Fabrizio,con gli interventi dei senatori AndreaMandelli e Luigi D’Ambrosio Lettie-ri, del presidente Farmindustria Mas-simo Scaccabarozzi, della responsa-bile dell’Area Politiche del farmaco del-la Regione Lazio Lorella Lombardoz-zi e del presidente di FederfarmaCampania Michele Di Iorio.Al netto delle inevitabili differenze diaccento, più ancora che di posizione,l’indicazione unanime è quella di ab-bandonare fin da subito la politica deitetti di spesa prefissati e di ripensarela governance, procedendo in primoluogo alla sua “ricentralizzazione”: bi-sogna impedire – e su questo i vari in-tervenuti hanno espresso valutazionidel tutto unanimi – che l’accesso alfarmaco dei cittadini italiani continui aessere segnato dalle sperequazioni de-terminate dalle decisioni assunte, qua-si sempre per esclusive ragioni di ordi-ne economico, da ciascuna Regione.

Fondamentale, al riguardo, èuscire dalla “trappola” del tet-to: è ormai evidente che la dif-ferenza tra il finanziamento assegnato(sempre sottostimato) e la spesa realeè così alta da generare problemi insor-montabili sia alle Regioni che alle azien-de e agli operatori, a partire dagli oneridel payback, rendendo di fatto impossi-bile l’accesso all’innovazione e la stessasostenibilità del sistema.La soluzione? Far uscire la farmaceuticadal silos in cui è confinata (il copyright èdi Scaccabarozzi), quasi fosse una sor-ta di monade a se stante, e adottaremodelli che siano invece capaci di met-terla in interrelazione e di considerarlaper i suoi effetti di contesto e di siste-ma, valutando ad esempio se e quantol’introduzione di un nuovo farmaco è ingrado di ridurre la spesa per una pato-logia e arrivando anche a quantificare(cosa possibile, soprattutto nel caso dicerte malattie come l’epatite C) i rispar-mi e le eventuali compensazioni tra iprocessi di uno stesso costo assisten-ziale basato sulla patologia.A dirla in altri termini, si tratta di “go-vernare” il farmaco guardando in pri-mo luogo alle ricadute virtuose cheproduce, anziché solo ed esclusiva-mente a quanto costa. E ciò anche perrispettarne e magari amplificarne glieffetti virtuosi sull’intera economia na-zionale: come hanno ricordato, tra glialtri D’Ambrosio Lettieri e lo stessoScaccabarozzi, si deve proprio al set-tore farmaceutico (e a quello dell’auto)se l’Italia, dopo anni di recessione, hafinalmente manifestato i primi, anchese ancora timidissimi, segnali di ripre-sa, assicurando un formidabile contri-buto all’export nazionale.La necessità di “cambiare verso” allapolitica del farmaco ha ovvie e imme-diate ricadute sul Pht, che era poi il te-ma “vero” del riuscito convegno conparticolare riferimento agli esiti del ta-volo tecnico Sifo–Federfarma istituitolo scorso anno per un confronto sullemodalità di distribuzione più corrette eadeguate dei farmaci.Il lavoro delle due sigle è stato proficuoe ha permesso di elaborare e fornireall’Agenzia del farmaco proposte circo-

stanziate e concre-te. Che l’Aifa, comeha sostenuto Di Io-rio nel suo interven-to, “probabilmenteneppure si aspetta-va, convinta co-m’era che Sifo e Fe-derfarma, sedute al-lo stesso tavolo,avrebbero finito perbeccarsi tra loro co-me i capponi di Ren-zo, senza conclude-re nulla”.I criteri messi a pun-to dal tavolo parto-no dal paziente equindi dai percorsiassistenziali e – haaffermato ancora DiIorio – possono rivo-luzionare gli elenchidel Pht. In pratica, èstata messa a pun-to una sorta di griglia basata sulla clas-sificazione ATC per categoria terapeuti-ca: messa a disposizione delle Regioni,è in grado di fornire un chiaro indirizzoche, se uniformemente seguito, garanti-rà una maggiore uniformità di accessoalla cura per i cittadini in ogni angolodel Paese, estremamente preziosa pergli aspetti gestionali e non priva di van-taggi anche sul versante economico.Resta ora da vedere se e quanto le in-dicazioni del tavolo Sifo–Federfarma(già trasmesse all’Aifa) saranno recepi-te e utilizzate dall’agenzia regolatoria.E bisognerà anche mettere in conto lepiù che probabili resistenze che Regio-ni e Asl potrebbero opporre alla nuova“griglia” di definizione del Pht.Le sigle di ospedalieri e titolari, al mo-mento, sono ancora in attesa di una ri-sposta da parte dell’Agenzia del farma-co, con la quale confidano di avviare alpiù presto uno stringente confronto su-gli esiti del tavolo. Esiti che sia la Sifosia la Federfarma non sono davvero di-sponibili a vedere ignorati.

A lato: Arturo Cavaliere, revisore dei conti dell’Ordine di Roma.Sotto: il sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente Fofi.

In basso: Massimo Scaccabarozzi, presidente Farmindustria.

Fatti & persone

I nuovi assetti in conferenza Regioni, insieme alle ancora irrisolte riserve di MEF e Ragioneria, riportano al punto di partenza le trattative

Rinnovo Convenzione, macchineindietro tutta: si ricomincia daccapo Anche se è il ddl concorrenza a calami-tare tutte le attenzioni, per i farmacisti,non mancano davvero altri e importantiproblemi, ancora tutti in piedi. Il primo ècertamente il rinnovo della convenzio-ne, al quale si accompagna la riformadella remunerazione, questioni da lungotempo in cima alla lista dei problemi darisolvere da parte delle sigle di catego-ria, Federfarma in testa.Proprio il sindacato dei titolari, negli ul-timi mesi, ha speso molto del suo im-pegno per smuovere “la morta gora”della convenzione: l’ultimo rinnovo risa-le al 1998 e l’accordo, scaduto nel2001, è da allora in regime di proroga-tio. In pratica, il “contratto di lavoro”tra farmacie e sistema sanitario pubbli-co è lo stesso che regolava i rapportitra le parti quasi vent’anni fa, e questononostante negli ultimi 15 anni sia ac-caduto di tutto e di più, a partire da ri-forma del Titolo V e legge 405, en-trambe del 2001. Inevitabile, dunque, che Federfarma, nelcorso dell’ultimo anno, abbia intensifica-to gli sforzi per uscire dalla palude.Sforzi che, peraltro, hanno certamenteavuto il merito di concorrere a riportarela questione all’ordine del giorno del-

l’agenda delle Regioni (primo interlocu-tore sulla materia) e a conseguire i pri-mi, importanti risultati, culminati nellapredisposizione e trasmissione al go-verno, nel febbraio scorso, dello sche-ma di atto di indirizzo, ovvero la piatta-forma di base per le trattative per il rin-novo dell’accordo convenzionale tra Si-sac, la struttura delle Regioni che si oc-cupa dei rinnovi contrattuali del perso-nale convenzionato, e sindacati dellefarmacie pubbliche e private.Un passaggio fondamentale, che tene-va nel debito conto anche i nodi delladistribuzione per conto e della riformadella remunerazione (opportunamentecompresi nell’atto di indirizzo) e cheaveva autorizzato un ottimismo diffu-so, anche alla luce della grande deter-minazione manifestata al riguardo daClaudio Montaldo, presidente uscen-te del Comitato di settore Sanità Re-gioni, il quale contava di avviare intempi brevi le trattative per il rinnovodell’accordo in sede Sisac. Lo stesso Montaldo aveva dichiarato,già nello scorso marzo, di essere mol-to fiducioso: “Registro una sintonia suicontenuti dell’atto di indirizzo e confi-do che Sisac e sindacati possano co-minciare a sedere al tavolo nel giro diqualche settimana. C’è – è vero – qual-che perplessità in ordine alla farmaciadei servizi, in particolare riguardo al-l’assenza di norme precise relative acome sostenerla in termini di finanzia-menti, ma niente che non possa esse-re superato in tempi brevi, magari conuna norma legislativa ad hoc da ag-giungere a un qualche provvedimentoin corso di approvazione.”Una posizione ribadita con convinzioneda Montaldo più di un mese dopo, ainizio maggio, a elezioni regionali e

scadenza del suo mandato ormai mol-to prossimi: “Completate le ultime for-malità invieremo il testo alla Sisac e aisindacati” aveva infatti confermato l’al-lora assessore ligure, dicendosi con-vinto che le riserve nel frattempoavanzate dal MEF sull’atto di indirizzofossero state recepite dal Comitato disettore nella piattaforma convenziona-le, e dunque superate.Purtroppo, però, la determinazione el’impegno di Montaldo, non hanno pro-dotto gli esiti sperati. Perché, in real-tà, le riserve espresse da MEF e Ra-gioneria dello Stato sull’atto di indiriz-zo (e in particolare sulla farmacia deiservizi) restano al momento ancoratutte in piedi, almeno secondo quantoil nostro giornale è riuscito ad appura-re in ambienti istituzionali.Il nodo è nella formulazione delle nor-me, che attualmente (a giudizio di MEFe Ragioneria) sono imprecise e lacuno-se: la farmacia dei servizi potrà partiresoltanto quando la sua sostenibilità fi-nanziaria, che dovrà venire dai risparmiche essa sarà capace di produrre, saràdebitamente comprovata. Ma è eviden-te che, se la farmacia dei servizi nonparte, non c’è alcuna possibilità di com-provarne i risparmi. Si tratta, in pratica,del classico gatto che si morde la an-cora più classica coda. Di fatto, il permanere delle riserve diMEF e Ragioneria (e dell’assenza diuna iniziativa legislativa che sia in gra-do di superarle), insieme agli esiti del-le consultazioni regionali e agli effettiche ne conseguiranno in termini di as-setti della conferenza delle Regioni,produce in pratica una specie di effet-to “gioco dell’oca”: si sta fermi un giroe si riparte dal via, ricominciando aimbastire un nuovo confronto con ilcoordinatore Comitato di settore Re-gioni– Sanità di prossima nomina (pre-vista per luglio).Secondo quanto appreso dal nostrogiornale da fonti molto attendibili delmilieu istituzionale, la prospettiva di unaripartenza da zero appare ormai inelut-tabile. Due sono, a giudizio delle nostrefonti, le opzioni aperte: la prima è quel-la di “aggredire” la questione farmaciadei servizi, per ottenere le specifica-

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Claudio Montaldo, presidente uscente del Comitato di settore Sanità Regioni 8

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zioni legislative necessarie a render-ne possibile l’inserimento organico nelprossimo accordo convenzionale, equindi sedere al tavolo del rinnovo con-venzionale. L’altra è invece quella diriavviare fin da subito le trattative, limi-tandole però alla parte “tradizionale”della convenzione (modalità di regola-zione del servizio in regime Ssn, paga-menti, commissioni, eccetera), lascian-do fuori la “farmacia dei servizi”, alme-no fino alla soluzione del nodo legislati-vo, dopo la quale si potrà procedere ainserirla con un apposito addendum.Quel che rileva, in ogni caso, è che laquestione convenzione, per ora, restatristemente al palo, lo stesso al qualeè attaccata ormai da più di tre lustri. Bisognerà che le sigle di categoria de-cidano al più presto la strategia miglio-

re, nel futuro immediato, per riavviaree condurre finalmente in porto le trat-tative per un rinnovo che ha una rile-vanza strategica, in termini di forma ein termini di sostanza, per il futuro del-le farmacie di comunità e per il servi-zio farmaceutico del nostro Paese. La variabile tempo, a questo punto,giocherà infatti un ruolo sempre piùdecisivo, anche alla luce del ddl Con-correnza che “balla” in Parlamento:non servono particolari doti di divina-zione per immaginare che le sortidell’accordo nazionale tra Ssn e farma-cie potrebbero non essere le stesse,nel momento in cui la previsione dell’in-gresso del capitale nelle farmacie e lacreazione di catene dovesse diventareuna realtà.

L’iniziativa, presentata a Palazzo Madama, vuole essere uno strumentoper facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro dei farmacisti

Farma Lavoro, dalla Fofi un portale per contrastare l’emergenza occupazioneUn luogo, ancorché virtuale, per far in-contrare la domanda (in crescita co-stante) e l’offerta (purtroppo da anni in

calo significativo)di lavoro dei lau-reati in farmaciae CTF, giovani emeno giovani,

dei laureati in farmacia. I dati Almalau-rea 2014 relativi al settore chimico–farmaceutico sono al riguardo più cheeloquenti: è vero che dopo cinque annidalla laurea l’84% dei farmacisti haun’occupazione, ma tra i neolaureatisolo il 25,9% è stabile. E ben l’86,5%dei farmacisti under 45 ritiene che visia un problema di collocazione pro-fessionale, circa il doppio rispetto aun’indagine Censis–Fofi svolta nel2006.A “dare i numeri” e fotografare la si-tuazione è stata ancora una volta unarilevazione del Censis condotta su 500farmacisti under 45 non titolari o socidi farmacia, presentata da Ketty Vac-caro, responsabile Welfare dell’isitutodi ricerca: le maggiori difficoltà sonoricondotte al la crisi economica(67,1%), a dinamiche della professione(50,3%) e a problemi connessi alla lau-rea in farmacia (32,9%). E aumentano ipentiti di essersi iscritti alla facoltà difarmacia, che hanno raggiunto i l37,4% (contro il 25% registrato nel2006).Il 61% degli intervistati lavora in farma-cia e parafarmacia, il 13,8% è dipen-dente di pubblica amministrazione e in-dustria farmaceutica, ma precariato edisoccupazione affliggono il 23,5%,raggiungendo il 41% al Sud. Da Nord aSud si riducono i contratti a tempo in-determinato (Nord 71%, Centro65,4%, Sud e Isole 51%).Dalla laurea al primo lavoro trascorro-no in media sei mesi, ma solo il 33,4%indica che l’occupazione svolta coinci-de col primo lavoro e solo il 32,1% èpienamente soddisfatto della sua posi-zione. Il 45,5% (il 37,9% tra coloro chegià lavorano) dichiara che gli è capita-to di cercare un lavoro nell’ultimo an-no. “Un ruolo fondamentale è assuntoda Internet, utilizzato dal 62,8%” haspiegato Vaccaro, evidenziando chedue intervistati su tre pensano possaessere utile la piattaforma FarmaLavo-ro della Fofi.Il sottosegretario al Lavoro e alle Politi-che sociali Luigi Bobba, intervenutoai lavori, ha messo l’accento sui prov-vedimenti del governo per aumentarel’occupazione spiegando anche che bi-

amplificando ma soprattutto (più reali-sticamente) rendendo più semplice aricerca di possibilità occupazionali nelsettore. Questo l’obiettivo di Farma Lavoro, ilportale realizzato dalla FondazioneCannavò su mandato della Fofi, dove(all’indirizzo www.farmalavoro.it) i tito-lari di farmacia, previa registrazione,possono creare una propria pagina ri-servata dove pubblicare eventuali of-ferte di lavoro e gestire il databasecon le relative candidature.L’iniziativa, patrocinata dal ministerodel Lavoro e avviata con la collabora-zione di Federfarma, Farmindustria,Assogenerici, Sifo, Conasfa, Sifap eFenagifar, è stata presentata 16 giu-gno, a Roma, nella Sala Nassirya diPalazzo Madama, nel corso di un con-vegno dedicato al tema I farmacisti ita-liani e la crisi occupazionale delle pro-fessioni sanitarie. Al centro dell’incontro, la situazione(difficile) delle dinamiche occupazionali

A lato: Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Sotto: Ketty Vaccaro, responsabile del settore Welfare e sanità del Censis.

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sogna “dire no ai derby del passato:ministero contro Regioni, pubblico con-tro privato”, mentre il presidente dellaFofi, Andrea Mandelli ha evidenziatoquell’81% del campione che ritieneche vi sia uno svilimento della profes-sione legata all’equiparazione tra far-macista e commerciante. “L’argomen-to è stato il motore di tutte le iniziativefederali, volte a costruire un ruolosempre più attivo del farmacista nelprocesso di cura” ha spiegato Mandel-li. “Dall’impegno per la legge sulla far-macia dei servizi fino alla sperimenta-zione I–Mur sulla revisione dell’uso deimedicinali a supporto dell’aderenza al-la terapia, la Federazione ha semprepraticato una strategia finalizzata aperseguire un ruolo centrale per laprofessione farmaceutica. E anche ilportale FarmaLavoro va in questa dire-zione.”

Il portale attivato dalla Fofi, nato anchegrazie al contributo non condizionatodi Angelini, Boiron e Pfizer, si proponedi agevolare un flusso costante di co-municazione tra la domanda e l’offertadi lavoro per i farmacisti in cerca di oc-cupazione. Si tratta, in buona sostan-za, di una piattaforma che da una par-te consente agli operatori del settoreche hanno necessità di personale (in-dustrie, farmacie e quant’altro) di co-noscere il profilo dei laureati in farma-cia e Ctf, e a questi ultimi di disporredi uno strumento in grado di offrireuna panoramica della situazione occu-pazionale, incluse le occasioni di for-mazione post–laurea, e di permetterela gestione diretta e in tempo reale deipropri dati, per avanzare tempestiva-mente la propria candidatura nel casodi offerte ritenute interessanti.

Ampliare l’ambito di collaborazione sullafornitura dei dati relativi ai medicinalierogati a carico del Servizio sanitarionazionale e dispensati attraverso le far-macie pubbliche e private, per attuareun più completo e puntuale monitorag-gio in favore dell’uso appropriato deimedicinali: questo l’obiettivo dichiaratodel protocollo d’intesa firmato il 19 giu-gno da Aifa, Federfarma, Assofarm ePromofarma, il “braccio” tecnico–opera-tivo del sindacato dei titolari.Con il protocollo, spiega l’Aifa, ‘’Feder-farma e Assofarm si impegnano, ancheper il tramite di Promofarma, a integra-re il flusso mensile dei dati già forniti,sin dal 1999, con il dettaglio sui ticketdei farmaci, nonché gli importi delletrattenute a carico delle farmacie e del-la scontistica a favore di queste ultime,dell’industria farmaceutica e della distri-buzione intermedia. Inoltre sarà avviatala raccolta dei dati delle Distinte conta-

bili riepilogative (DCR) consegnate men-silmente dalle farmacie associate a Fe-derfarma e ad Assofarm al Servizio sa-nitario nazionale’’.Viene inoltre costituito un gruppo di la-voro tecnico congiunto tra le parti, conl’obiettivo di accrescere il livello di ga-ranzia fornito dalle farmacie agli utenti,verificando le possibilità, in accordocon il ministero della Salute, di renderedisponibili alla filiera informazioni relati-ve all’abbinamento tra singola “targa”del medicinale e numero di lotto e datadi scadenza del medicinale. Nell’ambitodel protocollo, l’Agenzia, da parte sua,rinnova il proprio impegno al periodicoaggiornamento dell’elenco del Prontua-rio Ospedale–Territorio per la continuitàassistenziale (Pht).“L’Aifa, così come le Associazioni dicategoria, attribuiscono grande impor-tanza allo sviluppo della sanità digitale– afferma il direttore generale Luca

L’accordo prevede l’impegno ad ampliare il flusso mensile di dati sul consumo dei farmaci già forniti dalle farmacie pubbliche e private

Appropriatezza, serve più monitoraggio,firmato un protocollo tra Aifa e farmacie

Pani – e per questo è fondamentale lacondivisione dei dati in ambito farma-ceutico. Il Protocollo siglato oggi costi-tuisce un’ulteriore passo in avanti al fi-ne di creare strumenti sempre più affi-dabili e precisi nel monitoraggio delladispensazione dei farmaci e del lorouso appropriato”.“Questo accordo amplia una collabora-zione ormai consolidata e conferma ilruolo attivo delle farmacie nel monito-raggio della spesa farmaceutica e deiconsumi” commenta la presidente diFederfarma Annarosa Racca, preci-sando che – grazie al tramite di Pro-mofarma – l’intesa non comporterà ul-teriori aggravi di adempimenti a caricodelle farmacie di comunità. “In particolare, in aggiunta ai dati fornitioggi” spiega Racca “ le farmacie garan-tiranno mensilmente dati concernenti gliimporti dei ticket e delle quote di com-partecipazione corrisposte dai cittadiniper i farmaci inseriti nelle liste di traspa-renza; le varie trattenute in favore delSsn; dati relativi ai dispensari e alle far-macie succursali separatamente rispet-to alle farmacie di riferimento.” In questo modo, chiarisce ancora lapresidente dei titolari, “saranno imple-mentati i dati delle ricette che, fornitialla parte pubblica con continuità egratuitamente da anni, hanno fatto del-la spesa farmaceutica convenzionatauna delle poste più trasparenti e con-trollate del bilancio pubblico.” Racca non manca di sottolineare il “ri-torno” positivo per il servizio farma-ceutico e le farmacie rappresentatodall’impegno dell’Aifa a rivedere perio-dicamente il Pht, “per far sì che i citta-dini possano trovare agevolmente nel-la farmacia più vicina tutti i farmaci peri quali non sia necessario un controllodiretto da parte della struttura sanita-ria pubblica.” 8

Luca Pani, direttore generale Aifa.

Dopo la scomparsa di Piccinno, che ha suscitato il cordoglio unanime del mondo della sanità, già nominato chi ne raccoglierà l’eredità

È il generale Vincelli il nuovocomandante dei Carabinieri del NASSenza davvero voler fare alcun torto achi è già stato nominato per sostituirlo(ìl generale di brigata Claudio Vincelli,negli ultimi tre anni comandante dellaLegione Puglia), non possiamo che co-minciare questo articolo riferendo il va-sto cordoglio e unanime cordoglio su-scitato nel mondo sanitario, agricolo e

dell’industria ali-mentare, dallascomparsa delgenerale Cosi-mo Piccinno,comandan tedei carabinieridei Nas, avve-nuta a Milano il12 giugno, altermine di unamalattia.

Nato a Somma Vesuviana il 24 giugno1950, il generale di divisione Piccinnoera entrato nell’Arma dei Carabinieri nel1973 ed era al comando dei Nuclei perla tutela della salute dal 1° ottobre2008. Nel corso della sua carriera ave-va ricevuto numerosi riconoscimenti epremi per l’attività svolta, culminati nel2010 nell’assegnazione della Medagliad’oro al Merito della Sanità Pubblica. Moltissime le espressioni di cordoglioseguite alla scomparsa di Piccinno daparte delle massime autorità istituzio-nali. Valgano, per tutte, quella del mini-stro della Salute Beatrice Lorenzin“Un motivo di grande dolore, per me”ha detto la titolare del dicastero. “Conlui scompare una persona che ho im-parato presto a conoscere, a stimareprofondamente per la qualità del suoinstancabile lavoro al comando delNas, per il suo essere sempre disponi-bile nell’interesse del ministero dellaSalute e al fianco dei cittadini’’.

Molte e addolorate anche le reazionidel comparto farmaceutico, dove l’Ai-fa, con il suo direttore generale LucaPani ha subito annunciato l’intendi-mento di istituire a una borsa di studioAifa dedicata allo studio e alla lottadella contraffazione dei medicinali, inti-tolata alla memoria di Piccinno.Annarosa Racca, presidente di Fe-derfarma, ha espresso il cordoglio deititolari di farmacia, ricordando Piccin-no come “una figura esemplare che,con i suoi uomini, ha sempre operatoinstancabilmente per il rispetto dellalegalità e contro ogni tipo di contraffa-zione nel settore della salute e dei far-maci.” Le farmacie, prosegue la nota,“perdono un grande difensore delleistituzioni e della legalità.” Anche il presidente della Fofi, AndreaMandelli, ha voluto sottolineare il vuo-to lasciato dalla scomparsa di Piccin-no, “un uomo eccezionale, che ha sa-puto unire all’intelligenza e alla deter-minazione un tratto di umanità straor-dinaria, così come straordinari sono irisultati raggiunti come comandantedei Nas, ruolo svolto con encomiabilepassione e incessante impegno in fa-vore dei cittadini.”Identico compianto viene manifestatoda Farmindustria, con il presidenteMassimo Scaccabarozzi, che ha ri-cordato come l’impegno intelligente edeterminato di Piccinno contro la con-traffazione dei farmaci “ha consentitodi ridurre al minimo il fenomeno in Ita-lia, Paese tra i più efficaci nel contra-starlo nell’Unione europea. Battagliaanaloga è stata affrontata con ener-gia contro il crescente numero deifurti di medicinali. E tutto questo al fi-ne di proteggere, con grande perso-nalità e dedizione, la salute dei citta-dini italiani”.Anche il presidente Emilio Croce e ilConsiglio direttivo dell’Ordine dei far-macisti di Roma, a nome di tutti i far-macisti romani, hanno voluto parteci-pare al dolore per la scomparsa delgenerale Piccinno, che ha sempre ma-nifestato una straordinaria e molto ap-prezzata disponibilità nei confronti deifarmacisti romani, fino a diventare unimmancabile protagonista – grazie alla

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“Il protocollo sottoscritto con Aifaè una conferma della proficua colla-borazione prestata dalle farmacie adAifa” spiega Gianni Petrosillo, ammi-nistratore delegato di Promofarma,esprimendo soddisfazione per l’ulte-riore livello di cooperazione sancitodalla costituzione del gruppo tecnicocongiunto: “In collaborazione con ilministero della Salute, accrescerà il li-vello di sicurezza fornito dalle farma-cie – spiega l’AD della società di ser-vizi di Federfarma – favorendo il pro-cesso che rende disponibili gli abbina-menti tra singola targa del medicina-le, il relativo lotto e la data di scaden-za del prodotto.”“L’intesa sulla trasmissione dei datiall’Aifa da parte delle farmacie pubbli-che e private costituisce una ulterioreconferma della collaborazione offerta

dalle farmacie alle Istituzioni perché i li-velli di trasparenza siano sempre di piùelevati e tutelati, oltre a rafforzare ilruolo delle farmacie sul monitoraggiodei farmaci” commenta da parte suaVenanzio Gizzi, presidente di Asso-farm, evidenziando l’importanza del-l’accordo sottoscritto insieme a Feder-farma e Promofarma anche dalla sigladelle farmacie comunali.“La volontà prevista, tra l’altro, nell’ac-cordo di istituire un gruppo di lavorotecnico congiunto con l’obiettivo di ac-crescere il livello di garanzia fornitodalle Farmacie agli utenti – spiega Giz-zi – è l’ulteriore dimostrazione dell’im-portanza del sistema farmacia nel no-stro Paese che deve operare soprat-tutto e prima di tutto nell’interesse del-le popolazioni servite”.

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Il gen. Claudio Vincelli, nuovo comandante dei Nas

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sua conclamata competenza, ma an-che alle sue riconosciute doti umane,caratterizzate da una grande capacitàcomunicativa fondata su un’innegabilecarica di simpatia di stampo pretta-mente partenopeo – dei corsi ECM an-nuali organizzati dall’Ordine di Roma.“Ci mancherà molto” ha commentatoCroce “così come mancherà a tutta lasanità italiana, di cui era un irrinuncia-bile punto di riferimento”. A raccogliere l’eredità di Piccinno. co-me anticipato in premessa, è il genera-le di brigata Claudio Vincelli, già ine-diatosi a fine giugno nel nuovo incari-co. Di origini campane, Vincelli è lau-reato in Giurisprudenza, Scienze politi-che e Scienze della Sicurezza e ha an-che conseguito il titolo di Alta Forma-zione presso la Scuola di perfeziona-mento per le Forze di Polizia. Ha inizia-to la carriera frequentando la Scuolamilitare Nunziatella di Napoli e nel bien-nio 1975–1977 l’Accademia militare diModena, dove ha conseguito il gradodi sottotenente.Al Comando dei Nas, il generale Vin-celli arriva dopo aver guidato per qua-si tre anni la Legione Puglia, dove dal2012 a oggi ha conseguito risultatimolto lusinghieri. Sotto la sua guida,l’Arma ha infatti intensificato l’attivitàdi contrasto sia alla criminalità or-ganizzata, con l’arresto di 756 perso-ne, sia della della criminalità comune e

predatoria, con un bilancio di 16.024arresti e 68.048 denunce a piede libe-ro. Numerose anche le iniziative volteall’aggressione dei patrimoni illeciti,che nell’ultimo triennio ha prodotto ilsequestro di beni per 301 milioni dieuro complessivi.Prima del comando in Puglia, Vincelliaveva ricoperto l’incarico di Capo delIV Reparto e Ispettore logistico. Nelcorso della sua lunga carriera ha rico-perto incarichi nell’organizzazione ad-destrativa, ha poi comandato unacompagnia in Calabria e una a Roma, iComandi provinciali di Udine e Trapanie ha diretto gli Uffici Infrastrutture eLogistico del Comando generale del-l’Arma. È ufficiale dell’Ordine al Merito dellaRepubblica Italiana ed è insignito dellaMedaglia Mauriziana al merito militaredi dieci lustri di carriera militare e dellaMedaglia d’Argento al merito di lungocomando.Al nuovo comandante, il presidentedell’ordine di Roma Croce ha subitofatto pervenire le felicitazioni dell’interacomunità dei farmacisti romani, dasempre legata a vincoli di stretta eproficua collaborazione con i Carabi-nieri dei Nuclei per la tutela della salu-te, ribadendo al neo–comandante lapiù ampia e convinta disponibilità a svi-lupparli e rafforzarli ulteriormente.

L’assemblea dei soci di Credifarma, lasocietà finanziaria dei farmacisti diproprietà di Federfarma (con il 66% diquote) Bnl Paribas e Unicredit (che sidividono paritariamente le quote re-stanti) ha definitivamente ratificato lanomina del nuovo consiglio di ammini-strazione.Nuovo presidente è Michele Di Iorio,presidente di Federfarma Campania e

membro del consiglio di presidenzaFederfarma, designato dal consiglio dipresidenza del sindacato insieme aiconsiglieri (in ordine alfabetico) DanteBaldini, Rossano Brescia, VincenzoDefilippo, Claudio Miceli, AlfredoProcaccini e Giancarlo Visini. Sempre Federfarma aveva indicatoSilvio Tirdi alla presidenza del colle-gio sindacale e Giorgio Congiu come

I nuovi vertici attesi dal difficile rilancio della finanziaria di categoria, ancora in attesa del placet di Bankitalia al nuovo business plan

Credifarma, è il campano Michele Di Iorio il nuovo presidente

componente supplente dello stessocollegio. Tutte le nomine del consiglio di presi-denza erano poi passate al vaglio delConsiglio delle Regioni del sindacato,che il 5 giugno ha dato il suo via liberaa maggioranza, in una seduta caratte-rizzata da molte assenze (17 su 42) eastensioni (9 su 25 votanti). Qualche giorno dopo, le nomine sonostate quindi definitivamente approvatedall’assemblea dei soci, che ha ancheprovveduto al rinnovo del manage-ment: al posto di Claudio Ciampi,amministratore delegato di Credifarmafin dai suoi esordi, è stato nominatoMarco Alessandrini, dirigente di lun-go corso di Bnl Paribas, dove lavoradal 1980. Romano, 57 anni, Alessan-drini ha ricoperto numerosi incarichi di-rettivi presso la rete distributiva, finoad assumere la responsabilità dell’inte-ra rete delle agenzie. Un curriculum ditutto rispetto che gli è valso la nominaai vertici gestionali di Credifarma, do-ve è atteso dalla sfida impegnativa diconcretizzare il piano di riassetto (pe-raltro ancora in attesa del placet dellaBanca d’Italia) che dovrà rilanciare la fi-nanziaria di settore.Di Iorio, al riguardo, dopo la nomina hagarantito il massimo impegno dei nuo-vi vertici. “So che mi è stato affidatoun incarico impegnativo, frutto di unastaffetta con il mio predecessore Car-lo Ghiani all’interno della stessa squa-dra” ha dichiarato il neo–presidente “eringrazio i colleghi per aver accolto laproposta della presidente Racca. Sitratterà ora di sviluppare un program-ma che riporti Credifarma al centrodelle attenzioni del mondo finanziario,grazie anche al business plan sviluppa-to in questi mesi. Ritengo che la socie-tà potrà giocare un ruolo decisivo nelsostenere la categoria davanti alle sfi-de che il mercato le lancerà nel prossi-mo futuro.”

Michele Di Iorio, neopresidente di Credifarma.

fino in fondo. Ma, appunto, ci saràqualcosa in più: i patiti del fitness, adesempio (ecco una delle novità di que-sta edizione) potranno divertirsi e fareun po’ di sano movimento conun’istruttrice qualificata.Gli irriducibili sedentari, invece, potran-no comunque gustarsi le bellezze el’aria salubre di Villa Pamphili, adden-tando magari uno dei prodotti da forno(pizzetti, pane e biscotti) che sarannodistribuiti dall’Associazione Panificatoridi Roma e provincia. I più generosi esolidali, poi, avranno occasione anchequest’anno di donare il sangue graziealla presenza di un punto raccolta or-ganizzato dalla onlus Gruppo donatorisangue Francesco Olgiati. “L’auspicio è che la partecipazioneall’edizione 2015 della corsa sia anco-ra più massiccia che l’anno scorso” di-ce Giuliani “dando modo all’Ordine e al-l’Amaca Onlus di raccogliere un contri-buto il più sostanzioso possibile peracquistare farmaci per i bambini di Isi-ro, in Congo, una delle zone più pove-re del mondo e con i tassi di mortalità

infantile più alti. Fu proprio laloro situazione disperata a in-durre il compianto collegaGiustino Di Salvo, molti annifa, ad attivarsi per aiutarli inqualche modo.”

Segnatevi fin d’ora la data, 13 settem-bre 2015, l’ora (ritrovo alle 8.30, par-tenza alle 10) e il luogo (Villa Pamphili,in prossimità del centro anziani di fron-te al vivibistrot). Sono le coordinatedella terza edizione de “La corsa con-tro il tempo – Farmaci per i bambini diIsiro in memoria di Giustino Di Salvo”,che l’Ordine dei farmacisti di Roma el’associazione L’amaca Onlus, confor-tati dal successo delle due precedentiedizioni, hanno organizzato anche que-st’anno.Formula che vince non si cambia, masemmai si arricchisce: l’iniziativa bene-fica, coordinata dal tesoriere dell’Ordi-ne Marcello Giuliani, si svolgerà in-fatti con la consueta formula della cor-sa e/o camminata non competitive,che si snoderanno per 5 km nello sce-nario bucolico della splendida villa del-la Capitale. Se poi qualcuno meno atle-tico e allenato di altri si fermasse pri-ma del fatidico filo di lana dei 5000metri, poco male: le uniche sanzionisaranno, al più, gli eventuali sfottò de-gli amici e colleghi riusciti ad arrivare

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Accadrà domani

La corsa contro il tempo, spiega an-cora Giuliani, “è nata appunto per rac-cogliere, come in un’ideale staffetta, iltestimone della generosità lasciatocida Di Salvo con il suo esempio. Sonosicuro che il prossimo 13 settembresaranno moltissimi i farmacisti di Ro-ma, insieme a tutti i parenti ed amiciche vorranno coinvolgere e portare,che afferreranno quel testimone perdare un concreto contributo di speran-za a chi ne ha un bisogno infinito.”La manifestazione sarà conclusa, co-me negli anni scorsi, dalla cerimonia dipremiazione dei partecipanti con pre-mi, trofei e gadget offerti dagli spon-sor, che quest’anno sono meritoria-mente aumentati di numero: il loroelenco è riportato in calce alla locandi-na della manifestazione, pubblicatanella pagina seguente.A testimoniare il crescente rilievo eapprezzamento che la manifestazioneregistra di anno in anno è anche l’inte-resse delle istituzioni cittadine: il Mu-nicipio XII di Roma Capitale, con ilpresidente Cristina Maltese e l’as-sessore alle politiche educative escolastiche, sportive, culturali e inter-culturali, sportive e del benessere,Tiziana Capriotti, ha infatti conces-so il suo patrocinio alla “Corsa controil tempo”: un segno di attenzione cheè un ulteriore viatico per il successodi un’iniziativa solidale che cammina ecorre sulle gambe dei farmacisti ro-mani. Che, c’è da scommetterci, an-che quest’anno faranno di tutto perfarle quanta più strada possibile.Per maggiori informazioni basterà col-legarsi ai siti www.ordinefarmacistiro-ma.it o www.amacaonlus.org oppurecontattare direttamente Marcello Giulia-ni al numero 339.7565936 o all’indiriz-zo e–mail [email protected]

Già tutto pronto per la terza edizione dell’iniziativa solidale promossa da Ordine di Roma e l’Amaca Onlus per i bambini di Isiro

Di corsa, ma anche camminando: basta far andare lontano la solidarietà

A lato: Marcello Giuliani,tesoriere dell’Ordine.Sotto: Cristina Maltese, presidente del XII Municipio.

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Focus Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n. 165 del 15 Maggio 2015 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

Il National Institute of Health definiscela medicina complementare e alternati-va (Complementary and alternative me-dicine, in acronimo Cam) come un in-sieme di pratiche che non ricadononell’alveo della medicina scientificaconvenzionale. La medicina complementare si associaspesso alla medicina tradizionale e un

esempio di ciò è rappresentato dall’asso-ciazione di agopuntura con farmaci antin-fiammatori. La medicina alternativa vieneimpiegata al posto della medicina con-venzionale e ne è esempio l’utilizzo di far-maci omeopatici nel trattamento delle al-lergie. L’utilizzo della Cam è molto diffu-so nella popolazione pediatrica (circa nel40% dei bambini sani ed in più del 75%dei bambini con patologie croniche), inquanto si ritiene che essa sia più “natura-le” e di conseguenza associata ad unaminore incidenza di eventi avversi secomparata alla medicina convenzionale. Nonostante l’ampio util izzo, circal’80% dei genitori non informa il pedia-tra dell’uso di Cam in associazione allamedicina convenzionale. Attualmentesono pochissimi gli studi che eviden-ziano eventi avversi associati alla Camed è difficile distinguere i casi gravi daquelli non gravi.

Scopo dello studio di seguito presen-tato è stato quello di identificare glieventi avversi gravi associati all’utilizzodi Cam nei pazienti pediatrici, median-te un monitoraggio attivo condotto inCanada, nell’ambito del Canadian Pe-diatric Surveillance Program (CPSP).Sono stati, pertanto, coinvolti pediatricanadesi che hanno arruolato pazienti

di età inferiore a18 anni nell’ambitodel ProgrammaCPSP, iniziativa na-ta dalla collabora-zione tra la Socie-tà pediatrica cana-dese e la PublicHealth Agency ofCanada. Il CPSP è un pro-gramma di sorve-glianza che racco-glie mensilmentedati di un campio-ne rappresentativoa livello nazionale

di 2500 pediatri, al fine di monitorarepatologie o altre condizioni rare che simanifestano nei bambini. Il suddettoprogramma ha valutato con successooltre 50 disturbi dell’infanzia negli ulti-mi 18 anni. Tuttavia, il periodo preso inconsiderazione nello studio è stato disoli due anni, dal 1 gennaio 2009 al31 dicembre 2010.Durante il periodo considerato, i pedia-tri del CPSP hanno ricevuto mensil-mente un questionario relativo allapossibilità di comparsa di un eventoavverso grave correlato all’uso di Camin pazienti pediatrici e, solo in caso dirisposta positiva, il CPSP ha inviato aipediatri una scheda più lunga per laraccolta dati. Il processo di valutazio-ne è stato finalizzato a stabilire se ilcaso segnalato fosse grave. Un evento avverso è stato definito gra-ve, secondo la classificazione del Na-

tional Institutes of Health, nel casoavesse determinato ricovero del pa-ziente, disabilità permanente o deces-so. È stato valutato, peraltro, sel’evento avverso fosse indiretto, ossiase avesse determinato un ritardo nelladiagnosi/trattamento e/o una predi-sposizione inappropriata per una gravecondizione medica. Le schede comple-te raccolte dal CPSP sono state poi in-viate al coordinatore dello studio, cheha analizzato in maniera riassuntivaogni caso clinico in base alle informa-zioni fornite dai pediatri.Al fine di una valutazione indipendentee attendibile, il coordinatore dello stu-dio ha, inoltre, inviato l’analisi riassunti-va dei singoli casi e le schede raccoltadati lunghe a due giudici esterni. Glistrumenti per la valutazione di un sin-golo evento sono stati:l’algoritmo di Naranjo, considerato il“gold standard” per la valutazionedel nesso di causalità tra l’assunzio-ne di un farmaco e l’insorgenza di unevento;

quando appropriato, la scala Hornper la valutazione delle interazionitra farmaci;

l’algoritmo WHO.In seguito all’applicazione degli stru-menti di valutazione menzionati, è sta-to assegnato un punteggio di causalità(improbabile, possibile, probabile ocerta).Durante i due anni di studio, i pediatricanadesi hanno evidenziato e segnala-to 12 eventi avversi associati all’uso diCam; degli eventi analizzati (N=9), 8(67% del totale) sono risultati gravi; inparticolare, gli eventi avversi segnalatihanno incluso: progressione della pa-tologia di base, anafilassi, dolore e de-bolezza muscolare, perdita di peso, al-lucinazioni e delirio, morbo di Crohn,vomito, irritabilità e disidratazione,ipertensione e riduzione dei valori dell’ormone paratiroideo ed ipervitaminosi

Nonostante l’ampio utilizzo, l’80% dei genitori non informa il pediatra dell’uso di Cam

Medicina complementare e alternativa nei bambini, occhio agli effetti avversia cura di Liberata Sportiello*

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D, dolori muscolari e paralisi. Il restan-te caso, risultato non grave, ha inte-ressato un paziente di 2 anni che haprobabilmente presentato una manca-ta efficacia in seguito all’assunzione diun Cam per il trattamento di una lesio-ne cutanea infetta.Dall’applicazione dell’algoritmo di Na-ranjo/scala Horn/algoritmo Who, il nes-so causale è risultato “probabile” in seicasi e “possibile” nei restanti due casi.In conclusione lo studio ha identificato8 casi gravi di eventi avversi correlatiall’assunzione di un CAM; relativamen-te alla valutazione del nesso di causali-tà, sei casi sono risultati probabili edue possibili.Lo studio è uno dei pochi ad aver valu-tato gli eventi avversi gravi correlatiall’uso di Cam in ambito pediatrico,coinvolgendo circa 2500 pediatri e ol-tre 7 milioni di pazienti pediatrici. Unsimile lavoro, condotto da Lim A epubblicato nel 2011 su Arch Dis Child,aveva identificato gli eventi avversigravi correlati al trattamento con Camnella popolazione pediatrica.Vi sono stati, tuttavia, una serie di bias(potential response bias, non–respon-se bias, recall bias e attrition bias) cheoccorre tenere in considerazione.Dall’analisi dei risultati dello studio,emerge infatti una sotto–segnalazionedei casi di eventi avverso correlati al-l’uso di Cam. Al fine di facilitare la segnalazione dieventi avversi da Cam e incoraggiare ilpaziente nell’informare il medico curan-te circa un eventuale trattamento incorso con Cam, è stato distribuito ma-teriale informativo negli studi medici. La non conoscenza da parte del medi-co dell’eventuale terapia Cam a cui èsottoposto il paziente, soprattutto pe-diatrico, può compromettere la salutedel paziente stesso.

*Sezione di Farmacologia “L. Donatelli”,Seconda Università di Napoli

Riferimenti bibliograficiL. Zorzelaa, H, Boonb, S. Miorc, J. Yagere, A. Grossf, S. Vohraa Serious adverse events associated with pediatric complementaryand alternative medicine. European Journal of Integrative Medicine Volume 6, Issue 4, August 2014, pagg. 467–472.

Contenuti di sicuro interesse e livello,quelli scaturiti dal XVI Symposium in-ternazionale di Vitaminologia tenutosia Roma nella sede dell’Accademia diStoria dell’arte sanitaria alla fine dimaggio.I lavori dell’ormai tradizionale eventoscientifico – dedicato quest’anno al te-ma della dieta mediterranea, il più sa-lutare dei regimi alimentari, e in parti-colare ai profili dell’integrazione vitami-nica per il benessere – hanno ruotatointorno alla prolusione introduttiva delprof. Alberto Fidanza, deus ex ma-china del convegno ma anche (e so-prattutto) padre nobile della vitamino-logia e della stessa dieta mediterra-nea, temi sui quali il docente (65 annidi attività didattica e scientifica allespalle, tutti condotti all’interno dellaSapienza di Roma, di cui è stato an-che pro-Rettore) ha al suo attivo unavastissima produzione di pubblicazioniche rappresentano un sicuro punto diriferimento per la comunità scientificainternazionale.Fidanza, nel suo intervento iniziale,ha voluto porre l’accento proprio sul“primato” della dieta mediterranea, dicui è stato uno dei principali sosteni-tori, anche in ragione dell’intensa atti-vità di ricerca condotta sull’alimenta-zione dei popoli che si affacciano sulMare Nostrum, che gli ha consentitonel tempo di mettere a punto unasua variante del regime alimentareche si è subito guadagnata ampi ri-conoscimenti scientifici e un vastoseguito nel pubblico.Alla “variante Fidanza” ha fatto ap-punto riferimento Giovanni Gasbar-

rini, emerito di Gastroenterologiadell’Università Cattolica del SacroCuore, illustrandone i benefici sulla fi-siologia dell’apparato digerente, che– ha ricordato – produce più ormonidi molte ghiandole endocrine. Ga-sbarrini ha tenuto a spiegare, in parti-colare, il ruolo “virtuoso” della dietamediterranea nell’impedire l’accumu-lo dei grassi soprattutto laddove èmolto pericoloso che i grassi si accu-mulino, con precisi riferimenti al cir-colo ematico e fegato.A Gasbarrini ha fatto seguito il prof.Alessandro Ciammaichella, prima-rio emerito del S. Giovanni di Roma,con un focus sulle relazioni tra ali-mentazione e cardiopatie ischemi-che, con particolare riferimento ai li-velli di colesterolemia. Irma Di Ses-sa, biologa nutrizionista, si è inveceoccupata più in dettaglio degli aspet-ti nutrizionali, approfondendo in parti-colare l’incidenza dei diversi tipi dicottura ed evidenziando la necessitàdi incoraggiare quei metodi come lacottura a pressione o a vapore, checonsentono una minore distruzione divitamine.Non meno interessanti gli interventi,tra gli altri, di Lucia Martinoli, delDipartimento di Fisiologia e Farma-cologia della Sapienza, sempre suivantaggi della “variante Fidanza”della dieta mediterranea, e di Gian-carlo Signore, presidente emeritodel Nobile collegio chimico farma-ceutico, che ha proposto una inte-ressante carrellata storica dell’ali-mentazione.

Vitaminologia, simposio internazionale a Roma

Ancora conferme dalla scienza, il regimealimentare migliore è la dieta mediterranea

Nel testo di una lettera aperta in-viata ai senatori Mandelli e D’Am-brosio Lettieri da una partecipanteal concorso emiliano, pubblicatasu un giornale di settore, l’autriceritiene erroneo oltre che ingiusto ilmetodo adottato dalla Liguria diinterpellare contemporaneamentetutti i primi 85 concorrenti, cioètanti quante sono le sedi.In effetti, condivido anch’io l’osser-vazione che molte sedi saranno“bruciate” da risposte all’interpelloinviate da vincitori anche quandocostoro non abbiano nessuna seriaintenzione di accettare la sedeche sarà loro assegnata.Come ha scritto anche lei, chi arri-va ultimo rischia di ridere molto dipiù di chi arriva primo. Ma non sa-rebbe molto più corretto procede-re per blocchi, considerato ancheche in fondo questo non sembre-rebbe vietato dall’art. 2 della leg-ge 389/99? (lettera firmata)

Per rispondere, bisogna necessaria-mente fare prima un po’ d’ordine, ri-portando il testo delle disposizioni ap-plicabili nelle fasi successive alla pub-blicazione della graduatoria.

I Sacri Testi

L’art. 2 della l. 389/99 così recita:“Per l’assegnazione delle farmacie neiconcorsi a sedi farmaceutiche, anchese banditi anteriormente all’entrata invigore della presente legge, i candidatirisultati idonei, entro sessanta giorni,sono contemporaneamente interpellatisecondo l’ordine di graduatoria. L’indi-cazione espressa da ciascun candida-to non può essere modificata. Il candi-dato che non indica, entro il quintogiorno successivo a quello dell’inter-pello,la farmacia prescelta, è esclusodall’assegnazione. L’assegnazione del-le sedi avviene secondo l’ordine previ-

sto dalla graduatoria. Le sedi farma-ceutiche eventualmente resesi disponi-bili sono assegnate secondo l’ordine digraduatoria agli altri candidati cui noné stata assegnata una delle farmaciemesse a concorso”.Questo, invece, il comma 6 dell’art. 11del dl. Cresci Italia: “A seguito dell’ap-provazione della graduatoria, ad ognivincitore sarà assegnata la prima sededa lui indicata in ordine di preferenzache non risulti assegnata a un candida-to meglio collocato in graduatoria. En-tro quindici giorni dall’assegnazione, ivincitori del concorso devono dichiara-re se accettano o meno la sede asse-gnata. L’inutile decorso del termineconcesso per la dichiarazione equivalea una non accettazione. Dopo la sca-denza del termine previsto per l’accet-tazione, le sedi non accettate sono of-ferte ad altrettanti candidati che se-guono in graduatoria, secondo la pro-cedura indicata nei periodi precedenti,fino all’esaurimento delle sedi messe aconcorso o all’interpello di tutti i candi-dati in graduatoria. Successivamente,la graduatoria, valida per due anni dal-la data della sua pubblicazione, deveessere utilizzata con il criterio delloscorrimento per la copertura delle se-di farmaceutiche eventualmente resesivacanti a seguito delle scelte effettua-te dai vincitori di concorso, con le mo-dalità indicate nei precedenti periodidel presente comma”.Così, infine, il bando emiliano (e in pra-tica tutti i bandi): Art. 10, primo comma – “La RegioneEmilia–Romagna, interpella i candidativincitori, i quali entro il quinto giornosuccessivo a quello in cui hanno rice-vuto l’interpello devono indicare, a pe-na di esclusione dalla graduatoria, inordine di preferenza, un numero di se-di messe a concorso pari al numerodella propria posizione in graduatoria.”Art. 11 – “Le sedi messe a concorso so-no assegnate con le seguenti modalità:

a) ad ogni vincitore è assegnata la pri-ma sede da lui indicata in ordine dipreferenza, che non risulti assegna-ta ad un candidato meglio collocatoin graduatoria;

b) entro quindici giorni dall’assegnazio-ne il vincitore del concorso deve di-chiarare se accetta o meno la sedeassegnata;

c) l’inutile decorso del termine conces-so per la dichiarazione equivale auna non accettazione;

d) durante il periodo di validità dellagraduatoria, le sedi non accettatedopo la scadenza del termine di cuialla lett. b), quelle non aperte entro180 (centottanta) giorni dalla datadi notifica dell’avvenuta assegnazio-ne della sede, nonché quelle resesivacanti a seguito delle scelte effet-tuate dai vincitori di concorso ver-ranno assegnate scorrendo la gra-duatoria con le medesime modalitàdei punti precedenti.

La graduatoria rimane valida per dueanni dalla data della sua pubblicazione,così come prevosto al comma 6, del-l’art. 11 del D.L. 24 gennaio 2012 n.1 convertito con modificazioni nellalegge 24 marzo 2012 n. 27.”

Il confronto

Come è facile rilevare dal confronto,dunque, il comma 6 dell’art. 11 del de-creto Cresci Italia (che è stato aggiun-to interamente soltanto in sede di con-versione dell’originario decreto leggeche, prevedendo concorsi straordinarianch’essi per titoli ed esami, non ave-va infatti ritenuto necessario fare cennispecifici alle fasi post graduatoria) siconforma alla legge. 389/99, introdu-cendo bensì qualche altro particolaretermine acceleratorio, ma recependo-ne sostanzialmente il congegno spieta-to in esso contemplato che pertanto,così com’è, non può offrire purtroppoletture e/o prospettive migliori o diver-

Codici e codicilli In collaborazione e per gentile concessione di Studio Associato Bacigalupo–Lucidi e Sediva

Concorso, nessuno ancora sa se e cometroverà soluzione il nodo degli interpelli di Gustavo Bacigalupo

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se da quelle lamentate nella “letteraaperta” pubblicata su Farmacista33 (lacui autrice per la verità sembra esser-ne perfettamente consapevole al pun-to da richiedere l’intervento (?) dei se-natori Mandelli e D’Ambrosio Lettieri).È quindi sicuro, almeno al momento,che il concorrente utilmente graduato,ricevuto l’interpello e reso noto entro 5giorni l’ordine delle sue preferenze circale sedi a concorso, può accettare o nonaccettare quella offertagli (quale chesia, la prima o l’ultima tra quelle indica-te), ma, nell’una come nell’altra ipotesi,esce definitivamente e irrimediabilmen-te dal concorso senza neppure la mini-ma possibilità – nel caso di rinuncia daparte di un concorrente meglio gradua-to a un’altra sede che egli abbia richie-sto prioritariamente rispetto a quella as-segnatagli – di essere reinterpellato nelcorso del secondo (del terzo, del quar-to, ecc…) interpello che seguirà.Come abbiamo osservato in altre occa-sioni, questa opzione del legislatore1999 può anche non essere la miglioredelle soluzioni, e magari suscitare persi-no qualche sospetto di incostituzionali-tà, pur se in proposito il giudice ammini-strativo si è già espresso negativamen-te ritenendo questa scelta legislativapienamente rispondente al principio dibuon andamento dell’azione amministra-tiva perché ispirata alle esigenze di as-sicurare l’attuazione della procedura diassegnazione delle sedi con modalità ditempismo e di celerità.Del resto ricorderete tutti quanto si di-lungassero le procedure concorsualinel sistema previgente e come la ra-gione stesse proprio nel diritto di ogniconcorrente utilmente graduato (tenu-to allora ad esprimere le sue preferen-ze, se del caso anche con riguardo auna sola sede, all’atto stesso della pre-sentazione della domanda di parteci-pazione) di essere reinterpellato anchepiù volte nel caso di “liberazione”, perrinuncia o decadenza dall’assegnazio-

ne di chi lo precedesse in graduatoria,di sedi da lui indicate con priorità ri-spetto a quella assegnatagli in primabattuta.È chiaro allora che nei concorsi straor-dinari in più di qualche circostanza po-trebbe rivelarsi preferibile per un con-corrente: a) esprimere le sue preferen-ze soltanto in ordine alle sedi di suostretto gradimento; e/o b) essere addi-rittura collocato in graduatoria in posi-zione tale da risultare nella prima fasedi assegnazione come “primo dei noneletti” piuttosto che come “ultimo deglieletti”, potendo in ambedue tali even-tualità aspirare a rientrare in gioco (oentrarvi per la prima volta) nella secon-da tornata, che soprattutto riguarderàevidentemente proprio le sedi resesi di-sponibili per i “secondi interpellati” a se-guito di mancate o incomplete risposteal primo interpello, o per effetto di man-cate e/o intempestive accettazioni daparte dei “primi interpellati” delle sediloro assegnate.Se non che, nei concorsi straordinari lavia d’uscita indicata sub a) è sicuramen-te impercorribile perché, come noto, aivincitori è imposto dai bandi (da tutti ibandi) di indicare nel rispettivo ordinedelle preferenze “un numero di sedi in-feriore al numero della propria posizio-ne in graduatoria”, pena l’esclusione“dalla graduatoria e dalla sede a loroassegnata”, impedendo così nei fatti dicircoscrivere le scelte personali alle so-le sedi ritenute davvero meritevoli diun’opzione (quel che invece continueràad essere lecito nei futuri concorsi ordi-nari dato che su questo punto taccionosia l’art. 2 della legge 389/99 che l’art.11 del decreto legge Cresci Italia).E d’altronde, nonostante i dubbi avan-zati originariamente al riguardo ancheda chi scrive, può anche darsi chequesta specifica prescrizione dei bandifinisca in sede giurisdizionale per es-sere considerata legittima, sia appuntoper il silenzio delle due disposizioni ap-

pena citate, e anche perché manifesta-mente funzionale alle esigenze di ultracelerità dell’intera procedura ripetuta-mente espresse nel Cresci Italia.Tornando ora al quesito, anche il letto-re– come ancor più accoratamente lastessa autrice della “lettera aperta” –giudica quindi “erroneo oltre che ingiu-sto il metodo adottato dalla Liguria diinterpellare contemporaneamente tuttii primi 85 concorrenti, cioè tanti quan-te sono le sedi”, ritenendo “più corret-to procedere per blocchi, consideratoanche che in fondo questo non sem-brerebbe vietato dall’art. 2 della legge389/99”.

L’ineludibile contemporaneitàdegli interpelli e delle assegnazioni

Ma, come abbiamo visto, nella l.389/99, come negli altri due testi so-pra riportati, non c’è alternativa all’in-terpello contemporaneo – nel primo,come nel secondo, nel terzo, ecc. in-terpello – di un numero di concorrenticorrispondente, nel primo interpello, aquello di tutte le sedi a concorso e, ne-gli eventuali successivi interpelli, aquello delle sedi volta a volta in quelmomento ancora da assegnare; manon c’è neppure alternativa, se non sivuole svuotare di significato il ruolo –contraddicendone anche la ratio – del-la contemporaneità degli interpelli im-posta dalla legge, all’assegnazionedelle sedi (in tutti gli interpelli) in un’uni-ca soluzione.Ben diversamente, procedere adun’assegnazione “per blocchi” si tra-durrebbe sotto spoglie diverse in un ri-pristino del sistema precedente allalegge 389/99, che quest’ultima per lasua indiscutibile macchinosità ha inte-so invece, per le ragioni già accenna-te, modificare radicalmente.Senza contare che nessuno saprebberagionevolmente individuare una8

Codici e codicilli

“giusta” consistenza dei vari “bloc-chi” o “lotti” di sedi da assegnare inpiù o meno rapida successione tra lo-ro: sarebbero cioè preferibili e meglioadeguati “lotti” da 5, o da 10, o da 20ecc. sedi? Finiremmo, ci pare, per sci-volare nell’assegnazione delle sedi“una alla volta” e tornare quindi a fascidi procedure concorsuali sia pure svol-te congiuntamente, come in praticaera stato fino al 1999.

Le criticità per i primi interpellati

Certo, sappiamo bene che chi rispon-derà positivamente ed esaustivamenteal primo interpello, non per questo ac-cetterà senz’altro la sede assegnataperché – come accadrà anzi in parec-chie circostanze – egli potrà far decor-rere inutilmente il termine di quindicigiorni, con la conseguente sua esclu-sione dalla graduatoria; e questo potràdipendere tanto da “scelte di vita” suc-cessive di qualche componente lacompagine assegnataria (si pensi aiconcorrenti che attualmente occupanoposizioni apicali in strutture o in farma-cie pubbliche), quanto dalla prospetti-va diventata nel frattempo concreta divedersi assegnare una sede “migliore”in un altro concorso anch’esso giuntoalle sue battute conclusive (e nel timo-re per di più che finisca per prevalerenella giurisprudenza del Consiglio diStato – non perché sia fondata la tesiministeriale della contitolarità, ma perle altre considerazioni da noi espresseripetutamente – un orientamento con-trario all’assegnazione di due sedi informa associata in due diversi concor-si straordinari).In tutti questi casi, perciò, le sedi nonaccettate resteranno definitivamenteinassegnate all’esito del primo interpel-lo, per rientrare però nel secondo, uni-tamente – per “scorrimento delle sedi”– a un numero di sedi (di quelle origi-nariamente messe a concorso) pari alnumero dei vincitori che non abbianorisposto al primo e unitamente sia allesedi “non aperte entro 180 (centottan-ta) giorni dalla data di notifica dell’av-venuta assegnazione” (così, ad esem-

pio, il bando toscano) e sia a quelleeventualmente resesi disponibili a se-guito dell’accettazione da parte di con-correnti titolari di farmacia rurale sus-sidiata o soprannumeraria che abbianoaccettato in forma individuale o asso-ciata la sede assegnata.Questo è esattamente il sistema che siricava dal “bando unico”, ma non, selo rileggiamo, dal comma 6 dell’art.11 del dl. Cresci Italia, per il quale in-vece il secondo interpello – comel’eventuale terzo, quarto, ecc. – do-vrebbe riguardare le sole sedi inasse-gnate perché “inaccettate” e, al più,quelle diventate disponibili e assegna-bili per effetto di mancate o carenti ri-sposte al primo, ma non quelle “even-tualmente resesi vacanti a seguitoecc.”, alla cui assegnazione infatti laregione potrebbe/dovrebbe provvede-re soltanto “successivamente”.Non escludendo comunque propriosotto tale profilo eventuali impugnativeda parte dei concorrenti (anche semettere in coda l’assegnazione dellesedi “eventualmente resesi vacanti aseguito ecc.” potrebbe voler dire priva-re troppo a lungo dell’assistenza far-maceutica le aree coperte dalle farma-cie lasciate “vacanti” dall’accettazionedi nuove sedi da parte dei loro prece-denti titolari), dobbiamo dare al mo-mento per assodato il diverso iter pre-visto nei bandi.Perciò potrà davvero verificarsi, comepaventa la “lettera aperta” a propositodel concorso ligure, che “se, per esem-pio, il primo classificato non accettassela sede che gli è stata assegnata, per-ché magari ha deciso di accettare quel-la che gli hanno assegnato nell’altra Re-gione in cui ha concorso, quella stessasede farmaceutica rifiutata, ma sicura-mente una delle più ambite e delle piùredditizie, verrà offerta in seconda bat-tuta all’86° classificato!”.Questo tuttavia, giusto o ingiusto chesia, è uno degli esiti derivanti dallo“scorrimento delle sedi” contemplatocon qualche diversità in tutti e tre i te-sti, pur se in realtà è in virtù dello“scorrimento della graduatoria” che sicreerà una platea di “secondi interpel-lati” i quali a loro volta, grazie proprio

allo “scorrimento delle sedi”, potrannodunque trarne quel troppo cospicuovantaggio evocato anche nel quesito.

L’ordinanza del Tar Toscana

Come se non bastasse, si aggiunge atutto questo, e sciaguratamente pro-prio nella stessa direzione, anche l’or-dinanza n. 345 del 15/5/2015 dei giu-dici fiorentini che ha rigettato l’istanzadi sospensione del decreto toscanoche ha escluso dal primo interpello,sottraendole quindi ai primi “interpel-landi”, tutte le sedi la cui istituzione siastata oggetto di ricorsi al Tar ancoranon decisi, e riducendo così a 116 –dalle originarie 131 – le sedi disponibi-li in questa prima fase (che in extremispotrebbero persino scendere ulterior-mente perché parrebbe sia stata impu-gnata l’istituzione anche di altre seditoscane…), favorendo pertanto, e intermini ancor più massicci, quelli chesaranno i “secondi interpellati” (qual-che giorno fa abbiamo ricordato chese non altro l’Emilia Romagna non havoluto seguire l’esempio della Toscanache però é ora verosimile, specie se ilCdS non deciderà diversamente, troviproseliti in altre regioni). Il provvedimento del Tar, francamentealmeno per noi inatteso pur conoscen-do le sue tendenze filo–amministrative,non convince in nessuna delle sue affer-mazioni: né quando ritiene “sostanzial-mente condivisibile” la decisione regio-nale perché “basata sull’esigenza diprevenire le complesse problematicheche potrebbero derivare dalla coperturadi sedi la cui istituzione è ancora conte-stata in sede giurisdizionale”, sembran-do molto più “complesse” – ammessoche sia consentito al giudice invadere lasfera del puro merito di un provvedi-mento amministrativo – le “problemati-che” inerenti all’esclusione arbitraria dialcune sedi a concorso dal novero diquelle disponibili per i concorrenti me-glio graduati; né quando considera “checomunque non risultano ancora effet-tuati gli interpelli per la copertura dellesedi farmaceutiche rimaste da assegna-re”; né, infine, quando minimizza il pre-giudizio per i primi vincitori ai quali in-

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Codici e codicilli

Concorso, i veri termini della sospensione disposta dal Tar LiguriaAbbiamo letto il commento di unesperto sulla sentenza del Tar Li-guria che recentemente ha sospe-so il concorso, rilevando nella mo-tivazione anche il criterio anti me-ritocratico del sistema di assegna-zione previsto nel bando perché,grazie al gioco delle possibili ri-nunce, può consentire in praticaad un concorrente di vedersi asse-gnare nel secondo interpello unasede migliore di quella assegnatanel primo ad un altro concorrentemeglio graduato. (lettera firmata)

Se non ci è sfuggito qualche altro prov-vedimento dei giudici genovesi, il quesitosi riferisce certamente all’ordinanza (nonsentenza) n. 114 del 21 maggio 2015del Tar Liguria. Ma, se si tratta proprio diquesto provvedimento, le cose stanno al-meno in parte diversamente. Nel ricorso presentato da una concor-rente avverso la delibera che ha appro-vato la graduatoria definitiva, infatti, ilTar – “non risultando allo stato delibera-ta l’esclusione dalla graduatoria” dellaricorrente – ha ritenuto in realtà di nondecidere sull’istanza di sospensione del-l’efficacia della graduatoria (che inastratto è quindi tuttora esecutiva), mafissando direttamente al 17/09/2015la discussione del merito.I giudici genovesi hanno però ordinatonel frattempo l’integrazione del con-

traddittorio sulla scorta di quanto deci-so tempo fa dal Tar Toscana e dal TarLazio, ma qui disponendo per i primicinque graduati (quelli cioè che prece-dono in graduatoria la ricorrente) la no-tifica individuale e per tutti gli altri lapubblicazione del ricorso sulla piatta-forma tecnologica regionale, adottan-do in sostanza un sistema misto anchese in questo caso condivisibile.L’integrazione del contraddittorio è sta-ta disposta perché alcuni dei motivi diricorso, se accolti, sono suscettibili –secondo il Tar – di “travolgere l’interagraduatoria”, e in particolare quello “sul-l’incompetenza della giunta regionale adapprovare la graduatoria” e quello “sullapredisposizione dei criteri di valutazionesuccessivamente alla conoscibilità delledomande presentate”.Per la verità, non convince appienonessuna delle due notazioni, ma tant’è:il concorso ligure è stato nel concretosospeso, dato che verosimilmente laRegione non darà corso ulteriore allaprocedura (pur essendo state perfezio-nate – ci pare – tutte le 85 assegna-zioni, tante cioè quante sono le sediancora a concorso) se non all’avvenutadefinizione del ricorso, e dunque se-gna in pratica il passo anche il concor-so straordinario sinora rivelatosi il piùsollecito…Almeno in questa ordinanza ligure, in-vece, non c’è nessun cenno alla meri-

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tocraticità o meno del meccanismodelle assegnazioni (contestato infattianch’esso dalla ricorrente, ma non af-fatto esaminato dal Tar), un tema sulquale ci siamo in ogni caso soffermatiripetutamente.Abbiamo d’altra parte anche già ricor-dato che l’art. 2 della legge 389/99 èstato a suo tempo oggetto di un’ampiaanalisi – anche sotto il profilo della co-stituzionalità di questo meccanismo –da altri giudici amministrativi, che han-no però considerato tale scelta legisla-tiva pienamente rispondente al princi-pio di buon andamento dell’azione am-ministrativa perché ispirata alle esigen-ze di assicurare l’attuazione della pro-cedura di assegnazione delle sedi conmodalità di tempismo e di celerità.Certo, non possiamo escludere del tut-to che qualche Tar possa pensarla oggidiversamente, convincendosi di doverdevolvere la questione alla Corte Costi-tuzionale, che magari potrebbe ancheaccogliere (ma non ci sembra probabi-le) eventuali eccezioni di incostituzionali-tà della norma, la quale però – per co-me è formulata – non sembra al mo-mento autorizzare, ripetiamo, interpre-tazioni diverse da quella che conduce ainterpelli contemporanei dei primi (85nel caso ligure) graduati e ad assegna-zioni delle sedi in un’unica soluzione(con tutte le conseguenze, anche “anti-meritocratiche”, che ormai sappiamobene), e men che meno un ritorno…all’antica consentendo ai primi interpel-lati, che non abbiano risposto all’inter-pello o rifiutato la sede loro assegnatain prima battuta, di rientrare in gioco incaso di “liberazione” di sedi indicateprioritariamente nel rispettivo ordinedelle preferenze.Una volta tanto, persino la Toscanasembrerebbe aver preannunciato un in-tervento ad adiuvandum dell’azione in-trapresa in Liguria (?) nel caso in cui ilTar genovese accogliesse nel merito ilricorso appunto per le censure dedot-te al meccanismo concorsuale delinea-to nella legge 389/99 e fatto proprioda tutti i bandi.

Gustavo Bacigalupo

fatti potrebbero “essere comunque as-segnate… sedi di agevole raggiungi-mento” (sic!).

Conclusioni

Questo, in definitiva, lo scenario sof-ferto e controverso con cui devono fa-re i conti i concorrenti utilmente gra-duati, ai quali comunque non sarà faci-le possano dare una mano gli invocatiMandelli e D’Ambrosio Lettieri che d’al-tra parte, per quanto accorti e illumi-

nati, non saprebbero probabilmenteneppure loro come porre rimedio auna vicenda che – a questo punto saràchiaro a tutti – è caratterizzata da infi-nite criticità che persino il legislatoreavrebbe scarso agio di districare age-volmente, perché è un puzzle compo-sto ormai di troppe tessere e con pa-dri tutti diversi.Una volta di più, quindi, sarà il Consi-glio di Stato a risolvere tutto, ma quan-do e come nessuno può dirlo.

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