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OGNI PRESENTAZIONE HA UN - Stella Romagnoli...5 ! tutto questo PROCESSO SEMPRE con un OBIETTIVO in mente (che può anche venire dopo aver radunato le idee… Ma un obiettivo, una morale

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OGNI PRESENTAZIONE HA UN SOLO OBIETTIVO: PERSUASION.

UNDERSTANDING AND AGREEMENT

1° regola: il bravo PRESENTATORE NON SI PERDE MAI L’AUDIENCE Ø Rende FACILE all’audience GRASP THE IDEA WITHOUT HAVING TO WORK

Ø Bisogna portare l’Audence dal PUNTO A (la situazione in cui si trova, disinformata) al PUNTO B, dove vogliamo noi. Ø Si comincia già con l’obiettivo in vista

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Ø Occorre vederci come ci vede l’audience: Ø Cosa sanno di noi? Ø Come ci vedono? Ø Come la pensano? Ø Di cosa hanno BISOGNO? Ø Cosa li INTERESSA?

Ø Avere sempre in mente questa frase: COSA C’E’ PER ME?

Abbiamo un obiettivo NOSTRO Ma dobbiamo CONVINCERE qualcun ALTRO.

Per questo lo dobbiamo INTERESSARE E NON LO DOBBIAMO FAR FATICARE!!!

A cosa potreste essere interessati VOI? Ø  A migliorarvi professionalmente? (presentare è VENDERE, anche solo a parole) Ø  Perché potrei chiedervi una presentazione di qualche vostra idea in futuro? Ø  Perché è un know-how che serve sempre?….

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Ø  tutto questo PROCESSO SEMPRE con un OBIETTIVO in mente (che può anche venire dopo aver radunato le idee… Ma un obiettivo, una morale ci deve essere sempre: non esiste la raccolta di dati senza una finalizzazione)

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Solo le informazioni utili e rilevanti entrano nella presentazione: né una di più né una di meno.

Ø ROMAN COLUMNS: la tecnica del clustering Ogni volta che si esplode un concetto in una serie di “sottoconcetti” correlati, si forma un gruppo di cerchi correlati: Parents and Children L’operazione di clustering consente di ridurre 40-50 idee in 5 o 6 Roman Columns: le IDEE CHIAVE CHE ORGANIZZERANNO IL RESTO

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Gli “spettatori” della presentazione hanno un solo modo di comprendere quello che vogliamo dire: una sequenza LINEARE di informazioni.

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Ø MODULARE: sequenza di parti (unità o componenti) simili in cui l’ordine non è importante Ø CRONOLOGICA: le idee sono clusterizzate intorno una timeline Ø GEOGRAFICA: organizzare le idee raggruppandole secondo la loro location fisica o geografica Ø SPAZIALE: le idee vengono rappresentate concettualmente secondo una metafora o un’analogia fisica (es. la piramide) Ø PROBLEMA/SOLUZIONE: la soluzione sono i benefici offerti dal presenter Ø TEMA/AZIONE: in tutte queste strutture parallele si presenta una issue e si propone un’azione, una soluzione Ø CARATTERISTICA/BENEFICIO: tipica per il lancio di nuovi prodotti

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Ø CASE STUDY: secondo un racconto, una storia Ø CONFRONTO/CONTRASTO: es. quando si vuole comparare un nostro prodotto, un’offerta verso quella dei competitors Ø MATRICE: Ø NUMERICA: Es. ci sono 5 buoni motivi per scegliere…..

Come scegliere una flow structure? Considerare:

Ø Lo stile personale di chi presenta Ø L’interesse primario dell’audience

Ø Fattori innati nella storia (es. cronologico…) Ø Se c’è un’agenda già stabilita Ø L’istinto (o il senso “estetico”)

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Solo le informazioni utili e rilevanti entrano nella presentazione: né una di più né una di meno

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Ø Meglio se animate, con musica e filmati.

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Ø Non si devono leggere le slide in presentazione, è un insulto per l’audience (che siamo venuti a fare? Bastava inviare il documento…): le parole completano le slide. Ø Per gli appunti e per preparare il documento si usano le note (“Visualizza”, “Pagina note”)

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Ø Tutto deve seguire il principio fondamentale: non far pensare l’audience, quindi Ø Niente difficoltà di lettura: caratteri grandi (minimo corpo 24-28), nessuna abbreviazione da interpretare Ø Armonia nel testo (pochi font diversi, stessa struttura grammaticale, scritte parallele e con spaziature proporzionali

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Ø nessuna abbreviazione da interpretare (considerate sempre il target!), NIENTE ACRONIMI

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Ø Armonia nel testo (pochi font diversi, stessa struttura grammaticale, scritte parallele e con spaziature proporzionali

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Ø Armonia nel testo (pochi font diversi, stessa struttura grammaticale, scritte parallele e con spaziature proporzionali

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Ø Non si devono leggere le slide in presentazione, è un insulto per l’audience (che siamo venuti a fare? Bastava inviare il documento…): le parole completano le slide. Ø Per gli appunti e per preparare il documento si usano le note (“Visualizza”, “Pagina note”) Ø Tutto deve seguire il principio fondamentale: non far pensare l’audience, quindi

Ø Niente difficoltà di lettura: caratteri grandi, nessuna abbreviazione da interpretare Ø Armonia nel testo (pochi font diversi, stessa struttura grammaticale, scritte parallele e con spaziature proporzionali

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Ø Lo sguardo degli occidentali va immediatamente IN ALTO A SINISTRA (dove cominciano i testi da leggere). Poi si accorge che ci sono altri elementi visivi e si porta verso DESTRA. Questo è il movimento più importante: SI NOTANO DI PIU’ le cose a DESTRA.. Ø Effetto Hockey stick per i business men. Ø Cercare di non far fare allo sguardo troppi movimenti (di qua e di là, in su e in giù…): è stancante. Anche le legende devono essere orizzontali (non far girare la testa per leggere…) Ø Non leggere quello che è scritto sulle slide: la voce deve fare da COMPLEMENTO a quello che si vede

Il FOCUS dell’audience va IMMEDIATAMENTE E INVOLONTARIAMENTE

AI GRAFICI

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GRAFICO VS. PAROLE

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GRAFICO VS. PAROLE

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Ø  in 90 secondi occorre: Ø  Fare la battuta d’apertura Ø  Sintetizzare con una sola frase (Unique Selling Proposition) la situazione, chi siamo e che facciamo Ø  Dichiarare il Punto di Arrivo (il punto B) Ø  e come li porteremo fin lì

Tell them what you’re gonna tell ‘em

Ø Overview slide Ø Agenda slide

Nei primi 90 secondi

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Ø DOMANDA: una domanda rivolta ai membri dell’audience. Deve essere rilevante. Può anche essere una domanda retorica (se chiedessi a … di dirmi…) Ø FACTOID: un semplice sorprendente dato statistico, naturalmente correlato ai temi principali della presentazione e al punto d’arrivo Ø RETROSPECTIVE/PROSPECTIVE: es. come venivano fatte le cose in passato Ø ANECDOTE: non una barzelletta. Una breve storia (magari dai risvolti unoristici) che crei identità ed empatia con l’audience. Es. un’esperienza personale. Ø QUOTATION: es. citazione di qualche articolo che parla del nostro caso Ø AFORISMO: PROVERBIO, detto popolare, deve essere correlato all’obiettivo della presentazione. Ø  ANALOGY: un paragone tra due situazioni apparentemente scollegate. Es. pensate a noi come registi…

La battuta d’apertura deve portare

ad un aggancio con il punto d’arrivo

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Tell them what you’re gonna tell ‘em

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Tell them what you’re gonna tell ‘em

Ø Overview slide Ø Agenda slide: con i punti che si toccheranno (e in quanto tempo) Ø Si potrebbe anche interpretare con l’executive summary

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Ø  L’introduzione deve essere rapida, venire subito al DUNQUE. Max 90 secondi Ø Nello sviluppo della parte centrale le slide dovrebbero avere lo stesso tempo di esposizione ciascuna (non si lasce l’audience 2 ore di fronte allo stesso visual…) Ø Quindi la parte di commento deve essere equilibrata con la parte che si vede

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Ø  il formato della storia potrebbe essere questo: Ø Apertura in 90 secondi che riassume il punto di partenza, il punto di arrivo e come ci si arriverà (se è il caso anche in quanto tempo) Ø Overview e flow di informazioni Ø Riassunto di quanto si è detto Ø Punto di arrivo

Non necessariamente deve essere tutto eseguito alla lettera. E’ importante la sequenza di pensiero,

Non bisogna insultare l’intelligenza dell’audience…..

SINTESI & LINEARITA’

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Ø  Anche in quest’altra struttura (ispirata alla preparazione delle sceneggiature dei film) rimane costante l’esigenza di avere un’apertura che sintetizzi la situazione, presenti il protagonista (l’audience) e che illustri in una battuta dove si andrà a parare (“balance” e solution…il lieto fine), cercando di inserire un fattore “imbalance” che coinvolga emotivamente l’audience Ø  la parte centrale si divide idealmente in 3 atti, che possono avere differenti gradi di approfondimento (5, 15 e 45 minuti) Ø  In chiusura si riepiloga quello che si è raccontato e si ripete con enfasi il punto di arrivo

Questo approccio aiuta Se abbiamo a disposizione tempi diversi

Per la presentazione: Organizza i temi portanti per priorità e successivi approfondimenti

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Ø  Anche in questo caso cerchiamo di non insultare l’intelligenza dell’audience: struttura e tempi diversi a seconda di chi abbiamo di fronte….

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Ø Con la visualizzazione “sequenza diapositive” Ø Con la visualizzazione “pagina note” Ø In modalità “diapositiva” o “presentazione”

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PREPARARE UNA PRESENTAZIONE: L’UNICO MODO E’ AD ALTA VOCE Ø Entusiasmo quando si presenta: l’illusione che sia “tailor made” per quella specifica audience. Ø Cercare di sapere più che si può dell’audience (anche i nomi… per coinvolgerli) Ø Naturalmente aggiornare nelle slides data, luogo, ecc.

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Questa è pagina 2: la prima della presentazione! Potrebbe essere l’ultimo degli allegati In più ci sono troppe scritte. Da lontano è illeggibile.

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Ø Troppe scritte Ø Caratteri troppo piccoli Ø Troppi movimenti dell’occhio

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Ø Troppe informazioni che non sono ovvie. Ø Troppo affollamento Ø Le note nel format…

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Ø Troppe scritte Ø Caratteri troppo piccoli Ø Troppi movimenti dell’occhio

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