32
dossier Bimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione ANNO I - NUMERO 0 - FEBBRAIO/MARZO 2011 www.oipamagazine.eu PIANETA CREDITO Tra prospettive del settore in Italia e mancanza di una norma comunitaria di riferimento EUROSERVICE: prevenzione e caring la strategia vincente Ma è davvero strategico il credit manager? Ritardi nei pagamenti: intervento Sen. Maria Leddi Intervista a On. Cosimo Ventucci Le imprese non sono sudditi

OipaMagazine Dossier

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Bimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione - Numero 0 - www.oipamagazine.eu

Citation preview

Page 1: OipaMagazine Dossier

dossierBimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione

ANNO I - NUMERO 0 - FEBBRAIO/MARZO 2011

www.oipamagazine.eu

PIANETA CREDITOTra prospettive del settore in Italia

e mancanza di una norma comunitaria di riferimento

EUROSERVICE:prevenzione e caringla strategia vincente

Ma è davvero strategico ilcredit manager?

Ritardi nei pagamenti:intervento Sen. Maria Leddi

Intervista aOn. Cosimo Ventucci“Le imprese nonsono sudditi”

Page 2: OipaMagazine Dossier
Page 3: OipaMagazine Dossier

Editoriale

Pianeta CreditoArianna Fioravanti

Direttore responsabile

ianeta Credito. È con questo titolo che abbiamo voluto aprire il primo dei nu-meri della nuova collana di approfondimento bimestrale di OIPA (Osservato-rio Imprese e Pubblica amministrazione).

Una rivista che vuole essere un vero e proprio dossier tematico con l’obiettivodi approfondire con articoli, interviste e contributi di esperti di volta in volta un argo-mento caro al mondo produttivo, in particolare a quello delle Piccole e Medie Imprese.

E per il primo numero abbiamo scelto di parlare proprio della gestione e tuteladei crediti. Tema caro alle imprese, ma soprattutto tema caro al nostro Osservatorio,che ha iniziato la sua attività proprio parlando della questione dei crediti che molteaziende fornitrici hanno nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Un fenomeno, questo, che vede l’Italia ancora fanalino di coda in Europa e cheha visto OIPA impegnato in prima linea, con tutti gli strumenti possibili, per sensibi-lizzare la stampa e le istituzioni nazionali ed europee su quello che è un malcostumeormai diffuso e che frena, di fatto, lo sviluppo e l’occupazione di molti territori.

In questa direzione qualche cosa di concreto è stato fatto in Europa con la nuovaDirettiva che fissa a 30 giorni il limite massimo di pagamento ad eccezione del settoresanità, dove il limite è di 60 giorni. Speriamo adesso solo che l’Italia sia da esempioper gli altri paesi, acceleri il recepimento della Direttiva senza far passare i due anniprevisti e dia così un chiaro segnale di civiltà.

Con l’esperienza del magazine online ( www.oipamagazine.eu ) abbiamo poi ini-ziato ad occuparci di questioni tra Piccole e Medie Imprese e Pubblica Amministra-zione a 360 gradi. Dalle agevolazioni fiscali, alla pubblicazione di bandi europei alleiniziative del Governo per le imprese.

Ed è proprio dall’esperienza online che è nata anche la necessità di costruire lepagine che seguono. Con OIPA MAGAZINE DOSSIER, abbiamo fatto un altro piccolopasso in avanti. Abbiamo voluto staccarci dalla frenesia del web e prenderci del tempo.Tempo per approfondire, elaborare e confrontarci su alcune di queste tematiche chein molti casi possono trovare uno spazio più adatto nella forma editorial “tradizionale”piuttosto che in poche battute sul web.

Per questo primo numero mi sembra doveroso ringraziare tutti coloro chehanno collaborato e che hanno reso possibile l’inizio di questa nuova avventura.

Grazie e buona lettura

P

3dossier

Page 4: OipaMagazine Dossier
Page 5: OipaMagazine Dossier

SommarioEDITORIALE

Pianeta Credito pagdi Arianna Fioravanti

Chiuso per Crediti pag di Antonio Persici

L’AZIENDA

Euro Service Group “Prevenzione e caring sono la strategia vincente” pag

PIANETA CREDITO

Recupero crediti in Europa tra curiosità e mancanza di una normacomunitaria di riferimento .........pag di Marco Recchi – VicepresidenteFENCA

Ma è davvero strategico il Credit Manager? pag Intervista a Federica SilvestriPresidente ACMI

Il mercato italiano del creditoal consumo pag di Valentino Ghelli - Presidente Assofin

Tutela del credito, il futuro è giàpresente pag di Oreste Vidoli – UNICREDIT

Novità e prospettive alla luce dellaCircolare del Ministero dell’internodi riordino dell’attività pag di Marco Recchi – segr UNIREC

L’OSSERVATORIO

Ritardo nei pagamenti a chepunto siamo ..... pag di Maurizio Pezzuco

Il Parlamento europeo ha appro-vato la nuova direttiva sui ritardinei pagamenti pag

Ritardo nei pagamenti nell’edilizia: Sondaggio Oipa per il Sole 24 Ore pagdi Francesco Ruoppolo

Intervista On. Cosimo Ventucci“Le imprese non sono dei sudditi” pag di Arianna Fioravanti

Ritardo nei pagamenti: la patologia si supera con l’annozero del ritardo pagdi Sen. Maria Leddi

L’ESPERTO

Diritti delle imprese creditriciancora una volta in secondopiano pag di Avv. Mario Italiano

EBITEC

L’Ente bilaterale, uno strumentodi solidarietà e di qualificazionedel settore pag di Pietro Giordano – Segr. Adiconsum

Formazione e certificazione:la missione di EBITEC pag di Antonello Maria Somma

IN BREVE paga cura di Martina Fusco

OIPA MAGAZINE DOSSIERAutorizzazione Tribunale di Roma N. 483 DEL 31/12/2010

DIRETTORE EDITORIALEAntonio Persici [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEArianna [email protected]

SEGRETARIA DI REDAZIONEAdriana Dimo [email protected]

REDAZIONEVia Francesco Gentile 135 – 00173Roma 06 [email protected]

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEA&G Grafica s.r.l.

GRUPPO DI REDAZIONEMaurizio Pezzuco, Francesco Ruoppolo,Martina Fusco

HANNO COLLABORATOMarco Alborghetti, Valentino Ghelli,Mario Giordano , Avv. Mario Italiano,

Sen. Maria Leddi, Avv. Marco Recchi,Francesco Russano, Paolo Moretti, Oreste Vidoli

PUBBLICITA’[email protected]

STAMPAA&G Grafica s.r.l.V.le B. Rizzieri, 226 - [email protected]

pag. 27

pag. 14

pag. 8

pag. 9

3

6

8

12

14

16

18

20

21

21

22

23

24

25

27

29

30

5dossier

Page 6: OipaMagazine Dossier

Editoriale

CHIUSO PER CREDITIAntonio Persici

Direttore editoriale

6

ormai assodato che gli italiani hanno una scarsa sensibilità nel rispetto deipagamenti, un fenomeno che si manifesta specialmente in alcuni settori oin determinate aree geografiche.

Lo Stato, ovvero la P.A., rappresenta in questo il massimo esempio negativo, conun ritardo dei pagamenti che va da qualche mese a qualche anno e un debito nei con-fronti delle imprese fornitrici calcolato tra i 60 e gli 80 miliardi di euro. Ne deriva una mancata liquidità nelle casse delle aziende, che a loro volta hannodifficoltà a pagare i propri fornitori. Considerando poi che il debito dei 27 paesi comunitari ammonta a circa 280 mi-liardi di euro, i nostri 80, poco meno di un terzo del totale, assegnano all’Italia la maglianera, se escludiamo Portogallo e Grecia. Queste dinamiche determinano uno stato di asfissia finanziaria che comportaeffetti come disoccupazione, mancanza di investimenti, meno gettito fiscale nonchéminore competitività. Le imprese che non hanno forte capacità finanziaria sono co-strette ad abbandonare il lavoro con le PP.AA.. Tutto ciò contribuisce inoltre a scoraggiare gli investitori esteri che infatti nonscommettono più nel nostro paese per fare impresa.

La speranza di recuperare i crediti, in particolare nei confronti della PubblicaAmministrazione attraverso le vie legali, diventa un sentiero poco percorribile vistal’enorme lentezza della giustizia e alcuni incredibili schermature a difesa delle PP.AA.locali, come trattato all’interno di questo dossier dall’Avv Italiano, a pagina 20. Per fortuna oggi sono molto diffuse ed evolute nel nostro paese, così comeanche in Europa, le attività di servizi per la tutela dei crediti, delle quali si avvalgonoormai tutte le aziende del mondo finanziario e commerciale, utilities comprese. Sonoproprio queste a contribuire alla prevenzione e al recupero di molti miliardi di euro,con un business stimato in circa 20 miliardi annui di affidato.

Più volte abbiamo sottolineato come la questione può essere affrontata su duelinee parallele: una tendente a organizzare il rientro del pregresso ed una, ancor piùimportante, che tende ad evitare la reiterazione del problema. Nella prima, dove sievidenzia una distanza tra le esigenze del debitore e le possibilità del creditore, gliunici strumenti che possono intervenire sono quelli finanziari. Nell’altra, un semplicissimo principio: bisogna che chi amministra il denaro pub-blico si metta in testa di prevedere la spesa secondo quelle che saranno le reali pos-sibilità di entrata e non con fantasiose previsioni che poi puntualmente mancano,facendo diventare le aziende fornitrici una sorta di banca forzata.

dossier

È

Page 7: OipaMagazine Dossier

7

Purtroppo però l’impresa non è una banca e finisce per essere l’ammortizzatoredi una scellerata abitudine che immancabilmente contribuisce a distruggere il tessutoeconomico-produttivo del nostro Paese. Sicuramente, un ben congegnato federalismo potrà e dovrà responsabilizzarele singole amministrazioni locali, pena la sconfitta elettorale successiva da parte deicittadini delusi: per questo mi corre l’obbligo di esortare la politica ad occuparsi dimeno di problemi che non riguardano l’interesse della collettività e di far convergerel’attenzione, se non anche la collaborazione tra maggioranza e minoranza - che nonmi piace chiamare opposizione - su quelli che sono i problemi veri e gravi del paese.

La nostra testata on-line, come avranno notato i nostri lettori, è forse l’unica anon essersi occupata del bunga-bunga: è anche una responsabilità degli organi di in-formazione non faziosi quella di occuparsi prima e prevalentemente dei problemi seriche riguardano la vita ed il destino della nazione e dei cittadini. Maggioranza, minoranza e organi di informazione, in un momento così grave, anzichésprecare gran parte del tempo e dello spazio, dovrebbero occuparsi delle priorità.

Mi auguro quindi che un giorno, quando il Paese ritroverà sé stesso nei valoridi servizio rivolti a tutti i cittadini e non agli interessi di parte, si potrà togliere il car-tello “chiuso per crediti”.

Antonio Persici, oltre ad essere Direttore Editoriale di Oipa Magazine, riveste ancheruoli istituzionali nel settore di gestione e tutela del credito: dal 2009 è Presidente diUnirec (Unione Nazionale delle Imprese a tutela del Credito) e dal 2010 è Presidentedi Ebitec, il primo Ente bilaterale tra Adiconsum, una delle più importanti associa-zioni di consumatori e la stessa Unirec.

Da più di dieci anni è alla guida di una delle principali imprese che si occupano digestione del credito.

Editoriale

dossier

Page 8: OipaMagazine Dossier

L’azienda

“Prevenzione e caring sono la strategia vincente”

Paolo Moretti

Incontro con Antonio Persici, Presidente Euro Service Group Spa.

La gestione dei crediti è una professione che nelcorso dell’ultimo decennio si è ampiamente diffusa(quasi 20 miliardi di affidato ogni anno) ed ha as-sunto molteplici significati: oggi, le aziende che cer-cano un partner cui affidare i propri crediti, ovvero

quasi tutte le aziende del mondo finanziario e com-merciale, utilities comprese, sono sempre alla ricercadi outsourcer che siano in grado non solamente digarantire l’incasso in tempi brevi ma anche di fornirealla propria customer base una buona rappresenta-zione dell’immagine dell’azienda committente.

Antonio Persici, Presidente di Euro Service GroupS.p.A., una delle più importanti aziende del settore,è convinto che la strada da percorrere sia una sola:“Se un Committente mi affida i suoi clienti con ilcompito di sollecitare il pagamento delle fatture, ilmio primo pensiero è capire cosa farebbe al mio

posto il titolare di quella stessa azienda per ognisuo cliente. Sono certo che lo ascolterebbe, cerche-rebbe di capire le ragioni per cui non ha saldatoquella fattura e, insieme a lui, risolvere il problema,approfittando magari del contatto per migliorare iservizi offerti al cliente stesso o informarlo di novitàcommerciali. Consulenza a tutto tondo, non solo sol-lecito”.

Quali sono i servizi che offre Euro Service?

“Siamo un’azienda di servizi per la tutela delcredito, attività che svolgiamo con la massima os-servanza del Codice Deontologico di Unirec(Unione Nazionale delle Imprese a tutela del cre-dito) cui siamo associati. I nostri servizi garantiscono incassi in tempibrevi ma anche il rilancio dell’immagine del nostroCommittente presso la propria clientela per giun-gere alla piena soddisfazione della customer base,senza la quale un’azienda è destinata al declino.Per questo, nei processi che mettiamo in atto per inostri partner, cerchiamo sempre di intervenire neldialogo con i clienti quando il credito è ancora gio-vane, se possibile anche prima delle scadenzestesse. Con i clienti è importante comunicare sem-pre, non solo quando c’è un interesse alla riscos-sione, ritengo sia l’unico modo per l’azienda dievitare il cosiddetto “tradimento commerciale”dell’utente che, attratto dalle proposte di un com-petitor, non ha alcuna fidelizzazione con chi gli

CASE STUDY

8 dossier

Page 9: OipaMagazine Dossier

L’aziendaeroga il servizio e quindi cambia il fornitore. EuroService offre qualsiasi tipo di processo operativo,dal front-end al back-office, abbiamo più di 500consulenti telefonici specializzati su 5 sedi opera-tive, una competenza che è maturata in oltre un de-cennio di attività e vantiamo infrastrutturetecnologiche al top”.

Cosa differenzia la sua azienda dai competitor?

“I valori in cui crediamo e che sono la linea guidadel nostro operare: la prevenzione, lo spirito di cu-stomer care, il rispetto della deontologia professio-nale, il dialogo continuo con l’utenza e la volontà diproporre una corretta cultura al pagamento, che puòdiventare un modello vincente per le aziende comeper gli utenti. I dati statistici dicono che la propen-sione degli italiani al rispetto dei tempi di pagamentoè molto scarsa, credo che sia anche nostro compitoconvincere i clienti a correggere questa cattiva abi-tudine informando, motivando e, laddove la proble-matica è di natura economica, aiutandoli a sceglieregli strumenti finanziari migliori, ovviamente con lacollaborazione e la verifica delle nostre mandanti”.

Da quali esperienze nasce Euro Service?

“Euro Service nasce dopo molte esperienze im-prenditoriali e che mi hanno fatto maturare la con-sapevolezza dell’importanza, nel gestire un’impresa,che i crediti assumono. Nel 1998 siamo stati tra iprimi a credere che il Contact Center potesse esserelo strumento giusto per raggiungere, in tempi brevie con buoni risultati, migliaia di clienti. Anni fa lasoluzione tipica per recuperare i crediti era ancoral’esattore che si recava personalmente dai debitori.Euro Service ha scommesso invece sulla forza che è

nel comunicare e sull’idea di creare un Call CenterAmministrativo che, con professionalità e garbo,contatta il cliente in prossimità della scadenza,senza attendere mesi e mesi prima di indagare sullemotivazioni del mancato pagamento. Oggi sembrala cosa più ovvia, ma allora c’era chi ci diceva chesolo con gli esattori porta-a-porta era possibile ga-rantire l’incasso”.

Come viene impostato il rapporto con le vostreCommittenti?

“Le rispondo dicendo che noi non abbiamo Com-mittenti, ma solo partner. Questo è un principioprimo per me e per tutti i miei collaboratori. Troppospesso, il modello del Call Center, nato come stru-mento immediato di contatto tra azienda e cliente, èdiventato un boomerang: il cliente capisce che,dall’altra parte del telefono, non c’è l’”azienda” masolo un interlocutore che deve fare in fretta e che,diciamo, si preoccupa poco del livello di soddisfa-zione del cliente stesso. Diverso è se un outsourcer,già in fase di progettazione, apre un tavolo di lavorocon il partner che dovrà in tutto e per tutto rappre-sentare, soprattutto agli occhi della customer base.Ci si conosce, si individuano soluzioni comuni, ci siappassiona all’obiettivo. Così, quando i nostri con-sulenti telefonici parlano con i clienti, sentono il“valore della rappresentanza” e si comportano

come se, permettetemi l’espressione, quell’aziendafosse anche un po’ loro. Oltre a questo siamo sempreattenti allo scambio reciproco e costante di informa-zioni tra noi ed il partner, soprattutto perché l’atti-vità di contatto svolta da Euro Service permette aquest’ultimo di sondare l’umore dei clienti, rilevarela customer satisfaction, prevedere nuove azioni cor-rettive o migliorative”.

9dossier

Page 10: OipaMagazine Dossier

L’azienda Quali sono i vostri partner oggi?

“Lavoriamo con le principali società di telecomu-nicazione, le utilities, le società finanziarie, le banche,senza dimenticare poi la Pubblica Amministrazione.Oltre allo staff dei consulenti telefonici, disponiamodi una rete di Credit Manager che operano propriopresso la P.A., su tutto il territorio nazionale. Ovvia-mente, oltre alle attività amministrative, svolgiamotutti i servizi di crm, spesso per lo stesso partner; adesempio lo supportiamo nella gestione dei crediti e,contemporaneamente, progettiamo e realizziamo perlui attività outbound o di help desk, cerchiamo in-somma di intervenire laddove c’è la necessità. Esserepartner di un’azienda significa abbandonare il mo-dello del lavoro “a scomparto” ma aprirsi versonuove prospettive: da alcuni mesi ad esempio, ab-biamo attivato un nuovo progetto,che abbiamo chiamato “Laborato-rio” proprio per sottolinearnel’aspetto di sperimentazione. Il no-stro intento è fare esperienza sulcampo, a contatto con i clienti, lapossibilità di ampliare l’area dicompetenza di un contatto di solle-cito amministrativo. Il nostro consu-lente è stato formato sia sutematiche di credito che sulle novitàcommerciali, per cui al telefono puòeffettuare il sollecito e consigliare ilcliente su un nuovo servizio che ma-gari serve ad ottimizzare il suo pro-filo. In questo modo, il nostrointervento diventa esaustivo e fapercepire al cliente che ci preoccu-piamo davvero di lui e ne vogliamomassimizzare il livello di soddisfa-zione”.

Quali sono i prossimi obiettivi?

“Proseguire il percorso già intrapreso consoli-dando i risultati e continuando a sperimentare. Perfarlo, vogliamo sempre di più investire nella forma-zione continua dei nostri collaboratori, nella moti-vazione personale ed anche nelle componentitecnologiche, che fanno la differenza in termini diqualità ed ottimizzazione dei tempi. Vogliamo garan-tire ai nostri partner incassi in tempi sempre più ra-pidi, migliorare il livello di soddisfazione dei clienti,trovare nuove occasioni di sviluppo commerciale. Inpiù, siamo attenti alle esigenze dei consumatori epartecipiamo ai tavoli di confronto con questi e leprincipali associazioni del settore della tutela del

credito. Se tutte queste componenti dialogano, ilvantaggio sarà davvero per tutti. Un altro progettoche mi sta molto a cuore è, ad esempio, lo sviluppodi un nuovo modello pensato per aiutare i cittadininel pagamento delle sanzioni amministrative, pro-getto che stiamo attuando in fase test in alcuni co-muni. Con questo nuovo modello vorremmo portarenella relazione cittadino-P.A. il meglio dell’espe-rienza dei processi di CRM, consentendogli adesempio di avere a disposizione un servizio telefo-nico H24, che il cittadino potrà chiamare anche dinotte, ad esempio per sapere come pagare una multaoppure per avere informazioni. Zero file agli spor-telli, nessun lavoratore costretto a prendere per-messi dal lavoro per recarsi presso i vari uffici,finalmente una Pubblica Amministrazione efficace evicina al cittadino”.

Concludendo, perché oggi un’ azienda dovrebbescegliere Euro Service?

“Perché il modello che da sempre abbiamo messoin atto è di dialogo continuo con i debitori e promuoveuna sana cultura di rieducazione al pagamento, utileanche a tutto il nostro paese. Perchè i nostri servizigarantiscono incassi in tempi brevi e, facendo leva sulcaring, migliorano la soddisfazione dei clienti.

Euro Service è prima di tutto la forza di un’idea,quella di fornire soluzioni strategiche e servizi per svi-luppare e gestire la relazione con il cliente finale at-traverso un rapporto di partnership con ilCommittente”..

10 dossier

Page 11: OipaMagazine Dossier

11dossier

Page 12: OipaMagazine Dossier

Pianetacredito

l recupero stragiudiziale deicrediti in Italia è ancoratoalle norme contenute nel

TULPS del 1931; ed in Europa?Purtroppo a questa domanda oc-corre rispondere come non vi sia alivello comunitario una disciplinauniforme. Ogni paese fa per conto suo, congrave danno all’economia e con dif-ficoltà enormi per gli operatori diquesto mondo. Anche quando cisono leggi che impattano sul settore,ogni paese della EU preferisce, in-vece che armonizzare, adottare re-gole differenti. Ad esempio la Direttiva Europeasulla privacy dava la possibilità ditutelare la riservatezza sia delle per-sone giuridiche che delle persone fi-siche. Il nostro paese tutelaentrambe in altri ciò non accade. Perquesto motivo sarebbero da verifi-care le modalità di contatto con leaziende debitrici effettuate dalleaziende di settore estere quandooperano in Italia. Verificando se peresempio e con quali modalità rispet-tano la norma sulla privacy italiana. Non solo, anche le modalità direcupero sono diverse da paese apaese. Nel nostro ad esempio èpossibile rintracciare il debitorepersona fisica, sul suo posto di la-voro (certo, nel rispetto dellanorma sulla riservatezza) mentre inalcuni stati, il Regno Unito adesempio, questa pratica è espressa-mente vietata. In alcuni paesi poi,l’attività viene svolta in modo as-solutamente illegale per le leggiitaliane. Ad esempio in Spagna

dove va per la maggiore ancoraoggi il “cobrador do frac” In-somma “paese che vai, usanza chetrovi” sembra il motto da adottareper il recupero crediti a livello eu-ropeo. Tuttavia qualcosa si muove. A livello comunitario si tenta diarmonizzare le procedure ad esem-pio sui crediti di piccolo importo.

Essendo queste le transazioni com-merciali che hanno un volumemaggiore, quindi un maggiore im-patto sui cittadini, sarebbe impor-tante avere una procedura unica epossibilmente facile da attivare. Sene gioverebbero i consumatori, glioperatori del settore e soprattuttol’economia della UE.

Capitolo a parte è invece quellorelativo alle autorizzazioni o li-cenze. Anche in questo settore in-fatti regna l’anarchia. In Italia, inGermania e nel regno Unito peresercitare l’attività di recupero stra-giudiziale dei crediti occorre una li-cenza (rilasciata dal Questore – inItalia; dalla Corte di Appello – in

Germania; e dall’Office of FairTrading in Inghilterra), ma in moltipaesi non vi è alcuna licenza ne al-cuna disciplina. Ciò contribuisce, aparere di chi scrive, a rendere insi-cura l’economia ed impedisce losviluppo per le attività “cross boar-der” che, invece, darebbero grandeimpulso alla crescita.

Recupero crediti in Europa tra curiosità e mancanza di una norma comunitaria di riferimentoLe vie europee del recupero stragiudiziale: ogni paese fa per conto suo, con grave dannoall’economia e con difficoltà enormi per gli operatori di questo mondo.

Marco Recchivice Presidente FENCA

I

12 dossier

Page 13: OipaMagazine Dossier
Page 14: OipaMagazine Dossier

Pianetacredito

Il ruolo del Credit Manager nell’economia di un’azienda e il suo contributo rispetto alla realizzazione dell’obiettivo principe delle aziende di produrre profitto e valore.

Federica SilvestriPresidente ACMI

a Strategia è un piano diazioni a lungo termine, fi-nalizzato ad impostare e

coordinare le azioni tese al rag-giungimento di un determinatoobiettivo e si parla di strategiaogni qual volta per raggiungere unobiettivo siano necessarie unaserie di operazioni distinte la cuiscelta non è univoca e il cui esitoè incerto. Su un diverso piano si pone in-vece la tattica che tende a pianifi-care al meglio ciascuna azionetenendo conto di tutti i vincoli pra-tici e contingenti per consentire direalizzare nel lungo periodo gliobiettivi strategici. Partendo da questi assunti fonda-mentali, teorizzati per la prima voltanel VI secolo A.C. da Sun Tsunell’Arte della guerra, mi sonospesso domandata che ruolo avesse,e dovesse avere, il Credit Managernell’economia di un’azienda e comeil suo contributo si ponesse, e do-vesse porsi, rispetto alla realizza-zione dell’obiettivo principe delleaziende di produrre profitto e valore. Credo sia indiscussa la funzionetattica del Credit Manager che, ca-lato nella realtà aziendale e dati lavisione e gli obiettivi aziendali, or-ganizzi le proprie risorse e le pro-prie attività in conformità a talicardini cercando di ottimizzare iprocessi, mantenendo sotto con-trollo i KPI (principali indicatori)del credito (scaduto, % di perditesu crediti, DSO). Ma il valore scaturisce dal contri-buto del Credit Manager alla defi-nizione della visione di lungoperiodo e alla diffusione all’interno

dell’azienda di una cultura del cre-dito che si basi, non solo sui KPIsopra menzionati, ma piuttostosulla ricerca delle marginalità ag-giuntive derivanti da una gestioneproattiva ed efficace del creditocommerciale, inteso come uno deiprincipali e più onerosi investi-menti del capitale degli azionisti eche quindi richiede un ritorno intermini di profitto e di valore. Ecco allora che il Credit Managercon la sua capacità di valutazione egestione del rischio diviene un ele-mento chiave della definizione edeclinazione della strategia azien-dale di creazione di valore per tuttigli stakeholders, siano essi i clienti,i fornitori o gli azionisti. La capacità di individuare iclienti meritevoli di credito, maanche di trovare le soluzioni finan-ziarie, o il giusto mix di condizionicontrattuali che consentano di svi-luppare le vendite, diventano il va-lore aggiunto che, solo il CreditManager con le sue competenze atutto tondo, dagli aspetti finanziaria quelli legali per arrivare alla sen-sibilità di business, è in grado difornire alle aziende. Non è certo un caso che le prin-cipali compagnie assicuratricipongano alla base della defini-zione delle polizze di assicura-zione del credito l’esistenza dipolicies and procedures sul creditoampie, definite, condivise e appli-cate a tutti i livelli aziendali, attri-buendo uno score positivoall’esistenza nell’organizzazioneaziendale di un professionista re-sponsabile di gestire in modocompleto e complesso tutte le atti-

vità di credit management. Ma perché strategico e non solotattico? Strategico perché la defini-

zione del mercato di riferimento ela classificazione della clientela pergradi di rischiosità, in base ai qualiconcedere un diverso mix di condi-zioni contrattuali finalizzate a miti-gare il rischio, rappresenta senzadubbio una scelta di lungo periodoche incide sulla profittabilità azien-dale, sulla sua continuità nel tempoma anche sul suo posizionamentosul mercato. La collaborazione con tutte lefunzioni aziendali e la diffusionedella cultura del credito a tutti i li-velli hanno una valenza enorme nelcontribuire a disegnare la visione ead orientare le attività quotidiana alraggiungimento di obiettivi dibreve, medio e lungo periodo. La capacità di interpretare le ope-razioni commerciali, al di là del fat-

Ma è davvero strategico il Credit Manager?

L

14 dossier

Page 15: OipaMagazine Dossier

turato, per determinarne tutte lecomponenti che creano o assor-bono valore andando ad incidere egestire ciascuna di esse, fa della ge-stione del credito un elemento fon-damentale della politica aziendale. Non dimentichiamo, infatti, chela strategia senza un processo diimplementazione e di definizionedelle azioni, e quindi delle tatticheche portano alla sua realizzazione,non ha alcun significato e alcunapossibilità di successo. Definire il livello di marginalitàche consente di creare valore è stra-tegico ma è attraverso la defini-zione delle condizioni di vendita ela ricerca della soluzione che, casoper caso, consente al mix contrat-tuale di raggiungere quel valore cheè possibile incidere sulle margina-lità e portare i KPI aziendali ai li-velli attesi. Si pensi all’importanza strategicache assume la decisione di trasfe-rire a terzi una porzione del rischiodi credito, attraverso l’assicura-zione del credito piuttosto che ilfactoring o ancora i finanziamenti,ed è immediato comprendere chel’implementazione di ciascuna so-luzione può contribuire in modo di-verso e attraverso leve diverse acreare valore, ma anche ad assor-birne, qualora i relativi contrattinon siano definiti e gestiti in fun-zione dell’ottenimento delle mi-gliori condizioni in relazione alproprio mercato di riferimento. Anche la scelta delle modalità dipagamento, siano esse assegno,contante, riba, rid, cambiale o bo-nifico bancario deve avvenire conla consapevolezza della creazioneo distruzione di valore ad esse con-nesse attraverso la maggior o minorprobabilità che da essi si generi unritardo di pagamento e pertanto an-dando a recuperare la marginalitàattraverso forme di garanzie e attra-verso una maggior marginalità al-l’origine. Si pensi alla gestione del recu-pero crediti ed alla decisone di

esternalizzazione parziale o totaledella stessa, solo attraverso unascelta accurata del services e delleattività da esternalizzare nonchél’ottimizzazione dei relativi pro-cessi, in base agli obiettivi perse-guiti e alle specializzazionirichieste, è possibile raggiungere li-velli di efficienza ed efficacia cheliberino risorse in termini econo-mici e umani da investire in cre-scita di fatturato.Le stesse politiche di gestione delloscaduto devono essere armonizzateal raggiungimento della crescita e

della creazione del valore, attra-verso la definizione di processichiari e che medino tra la necessitàdi recuperare il valore iniziale e iltempo necessario, tenuto contodell’onere finanziario connessoall’incaglio di denaro in un’attivitànon più produttiva. È chiaro quindi che le variabilisotto il controllo del Credit Mana-ger sono molto e dalla gestionecontestuale e coordinata dellestesse si determina un mix che,nella sua variabilità nel tempo,trova efficacia ed efficienza lad-dove il complesso delle decisioni edei piani di implementazione portinel suo complesso al contenimentodell’investimento in crediti com-merciali e al recupero di margina-lità dalla gestione stessa. La strategicità complessiva del

Credit Manager trova quindi lamassima espressione laddove allecapacità e conoscenze tecniche (fi-nanziarie, contabili, legali e di bu-siness) si associano capacitàmanageriali di leadership e di par-tnership con tutte le funzioniaziendali e con tutti gli interlocu-tori interni ed esterni all’aziendache portano a vedere nel CreditManager un elemento chiave per ilsuccesso dell’azienda coinvolgen-dolo in tutte le decisioni ed in tuttii processi per poterne sfruttare lanaturale interdisciplinarità e orien-

tamento al business. Tutto ciò, e molto più, è trattatonel testo Il Credit Manager strate-gico: l’evoluzione dei contesti,degli strumenti e della professionein un’ottica strategica, nato dal-l’esperienza sul campo fatta dagliautori e inteso a definire, sia gliaspetti strategici, sia quelli tecnicie tattici la cui gestione ottimale rap-presenta l’elemento chiave ed im-prescindibile del successo dellastrategia.

Federica SilvestriPresidente ACMI (associazionecredit managers italiani) e co-autrice del testo IL CREDITMANAGER STRATEGICO:l’evoluzione dei contesti deglistrumenti e della professione inun’ottica strategica

Pianetacredito

15dossier

Page 16: OipaMagazine Dossier

Pianetacredito

Ruolo, normativa e prospettive di un fenomeno di rilievo dal punto di vista economico e sociale

Valentino GhelliPresidente ASSOFIN

Il mercato italiano del credito al consumo

Il ruolo del credito al consumo L’evoluzione del mercato del cre-dito al consumo rappresenta unodei fenomeni di maggior rilievodell’ultimo decennio, sia dal puntodi vista economico che sociale. La dimensione che il mercato haraggiunto in Italia (1) è la seguente:• le consistenze (impieghi in essere)

hanno raggiunto i 113 miliardi diEuro al 31 Dicembre 2010;

• nel trascorso esercizio sono statistipulati circa 6 milioni di nuovicontratti di finanziamento, perun valore di 52 miliardi di Euro

Milioni di famiglie hanno avuto inquesti anni la possibilità di acquisirebeni di consumo; l’opportunità perle famiglie italiane di poter ricorrereal credito, di pianificare i propribudget famigliari, analogamente aquanto fanno le aziende, ha impattidecisamente positivi sui consumi esull’economia in generale. Il settore, oltre a contribuire indi-rettamente attraverso i consumiall’occupazione, impiega più di 15mila dipendenti. La correlazione fra credito al

consumo e consumi emerge dalledinamiche dei flussi di finanzia-mento erogati e del valore dellespese delle famiglie, che mostranoun’evoluzione analoga: in partico-lare, il credito al consumo si rivelauna variabile di sostegno per lespese delle famiglie in termini dibeni durevoli. Nel 2010 sono stati finanziati conprestiti finalizzati:• 1,2 milioni di autoveicoli/motocicli;• 1,1 milioni di elettrodomestici;• 469 mila pezzi di arredamento;• 1,2 milioni di altri beni e servizi. L’importante ruolo di sostegnol’economia svolto dal credito alconsumo emerge anche dai risultatidelle più recenti ricerche di mer-cato condotte annualmente dal-l’istituto indipendente Gfk Euriskoper Assofin; le indagini di mercatosvolte presso un campione rappre-sentativo della popolazione italiana(2) e presso i commercianti con-venzionati (3) rivelano come i fi-nanziamenti svolgano una funzioneessenziale nella vendita:• in mancanza di ricorso al credito

al consumo il 28% dei consuma-tori avrebbe rinunciato all’acqui-sto, mentre il 30% avrebberimandato; in totale un 58% diacquisti che non si sarebberoperfezionati.

• i concessionari automobilisticiaffermano che in assenza del ser-vizio vi sarebbe una riduzionedel 53% del volume d’affari; taleriduzione risulterebbe del 25%per i punti vendita di alti beni(quali elettrodomestici, elettro-nica, arredamento) .

Il credito al consumo è diventatoquindi un servizio sempre più co-nosciuto: il 97% degli intervistati

conosce infatti almeno una delleforme tecniche di finanziamentodisponibili per i consumatori, equasi la metà di essi (47%) ha uti-lizzato almeno una volta personal-mente il credito al consumo. Ilprofilo che emerge dalla ricercaevidenzia un utilizzatore prevalen-temente maschio di età fra i 35 e 54anni. Il ricorso risulta relativamenteequilibrato al livello geografico conun utilizzo più marcato nel CentroItalia. Inoltre, l’analisi mostra chela maggior parte degli utilizzatoriappartiene alla classe socio-econo-mico media (43%). Tra gli utilizzatori, inoltre, il livellodi soddisfazione generale, relativo atutte le tipologie di finanziamento, èparticolarmente elevato: il 66% si èdichiarato molto soddisfatto e il 25%ha affermato di essere abbastanzasoddisfatto. (2)

Il credito al consumo in Italia edin Europa Dopo una fase di espansione du-rata un decennio, la crisi economico/finanziaria ha provocato un decisoarresto nella domanda. A fine 2010il credito al consumo registra in Italiaun decremento del 5,3% (dopo un –11,3% nel 2009) in termini di flussierogati ed un modesto incrementodello 0,4% (era un + 3,1% nel 2009)nelle consistenze. L’atteggiamento estremamentecauto delle famiglie italiane smenti-sce le ipotesi di utilizzo “emergen-ziale” del credito che, diversamenteda quanto talora si sente affermare,difficilmente viene impiegato percolmare un deficit permanente nelreddito ma, più facilmente, serve adanticipare investimenti utili al benes-sere della famiglia.

16 dossier

Page 17: OipaMagazine Dossier

In Italia comunque il settore risultaancora sottodimensionato rispettoagli altri paesi industrializzati. Con-frontando i dati relativi al 2009 del-l’Italia rispetto all’Europa dei 15 sirileva ad esempio che l’incidenza delcredito al consumo: • sul PIL è pari al 7,4 % in Italia

contro il 9,4% EU-15• sul reddito disponibile è pari al

9,7% in Italia contro il 13,8 EU-15 (dato 2008);

• sul totale dei consumi è del 12,4%in Italia contro il 16,1% EU-15

Va inoltre messo in luce un buongrado di robustezza finanziariadello “stato patrimoniale” dei nu-clei familiari: le attività finanziarieal netto delle passività finanziarierisultano in Italia a Settembre 2009pari a 2,6 volte il reddito disponi-bile, valore superiore alla mediadell’area dell’euro pari a 1,9 volte. I principali fattori che hanno con-tribuito alla diffusione anche in Ita-lia del mercato del credito alconsumo nell’ultimo decennio,salvo appunto la pausa congiuntu-rale degli ultimi due anni, sono ri-conducibili soprattutto a variabili ditipo strutturale, tra le quali vannoricordati cambiamenti nella strut-tura delle famiglie, intesa comemaggiore mobilità sul territorio eminore numerosità dei nuclei fami-liari; questi aspetti fanno “emer-gere” una domanda di credito chetradizionalmente veniva soddisfattaall’interno dei nuclei parentali. Si èinoltre modificata la cultura finan-ziaria e lo strumento del credito èdiventato uno delle modalità di ge-stione flessibile del budget fami-liare, analogamente all’utilizzo chene fanno le aziende. Inoltre intempi recenti si è manifestata unadomanda proveniente da gruppi so-ciali che pur privi di risorse patri-moniali accumulate in precedenzaperseguono attivamente un per-corso di integrazione e di costru-zione di nuclei familiari stabili; sitratta di lavoratori stranieri, ma

anche di giovani e giovani coppiespesso con contratti di lavoro ati-pici e a tempo determinato. Dal latodell’offerta, determinanti perl’espansione del mercato sono ri-sultati non solo l’aumento dellaconcorrenza che ha migliorato leperformance degli operatori ed haabbassato il livello dei tassi appli-cati alla clientela, ma anche l’inno-vazione di prodotto e le politiche diofferta degli operatori, sempre piùmirate a soddisfare le diverse esi-genze dei clienti.

La nuova normativa sul creditoal consumo e le prospettive delmercato L’analisi della composizione del-l’indebitamento delle famiglie ita-liane ed il raffronto con gli altripaesi europei, come emerge da tuttii dati sopra citati, confermano chein Italia ci sono ancora spazi inte-ressanti per uno sviluppo del cre-dito al consumo. La ripresa del mercato del creditoalle famiglie dovrà però essere so-stenuta da una ripresa stabile deiconsumi delle famiglie italiane,condizionata dalla formazione edalla distribuzione del reddito e dauna ripresa del clima di fiducia deiconsumatori. In una situazione difragilità come quella attuale èquindi prevedibile che, anche per ilcorrente esercizio, si potrà regi-strare una espansione modesta. Inoltre l’attività di credito al con-sumo, già da tempo assoggettata adun numero rilevante di norme, checompongono un quadro estrema-mente pervasivo, sarà a partire dalcorrente esercizio profondamenteriorganizzata dall’avvenuta emana-zione del D.L. 141 del 13 Agosto2010, che modificherà profonda-mente il mercato sia sul fronte delladomanda che sul fronte dell’offerta. Sul fronte della domanda le prin-cipali innovazioni derivano dal re-cepimento col D.L. 141 dellaDirettiva in materia di credito aiconsumatori n. 2008/48/CE; le

nuove regole, che troveranno pra-tica attuazione a partire dal 1 Giu-gno 2011, contengono una serie dinuove norme principalmente a tu-tela dei consumatori, tra le quali siricorda: l’introduzione di un pe-riodo di 14 giorni entro il quale ilconsumatore potrà recedere dalcontratto senza fornire spiegazionie senza spese, un principio di re-sponsabilità sussidiaria del finan-ziatore per eventuali inadempimentidel fornitore di beni e servizi, l’ob-bligo di fornire al cliente in faseprecontrattuale informazioni se-condo un modello standardizzato alivello europeo, accompagnato da“adeguati chiarimenti”, la modificadelle regole di calcolo del TAEG,nuove disposizioni di trasparenzaed altro ancora. Sul fronte dell’offerta, il D.L.141, ha inoltre attuato la nuova Di-sciplina in materia di agenzia in at-tività finanziaria e di mediazionecreditizia, con nuove e più strin-genti regole per svolgere l’attivitàdi agenzia finanziaria e di media-zione creditizia, ma anche con re-gole diverse per le organizzazionicommerciali, i cosiddetti dealers,tutti operatori che rappresentanocanali distributivi importanti per gliintermediari bancari e finanziariche operano nel credito al con-sumo.

L’adozione delle nuove normerappresenta quindi una ulteriore op-portunità per un mercato che man-tiene un potenziale elevato. Unamaggiore professionalità di tutti glioperatori, maggiore trasparenza, re-gole chiare e tutele per i consuma-tori sono le basi su cui potràfondarsi un ulteriore ciclo di svi-luppo, sano e sostenibile, del cre-dito al consumo in Italia.

(1) Osservatorio Assofin sul credito al con-sumo – Dicembre 2010(2) GfK Eurisko “Il credito al consumo inItalia, clienti, ex clienti, non clienti”, 2010(3) GfK Eurisko “Il credito al consumo in Ita-lia: I convenzionati” , 2010.

Pianetacredito

17dossier

Page 18: OipaMagazine Dossier

Pianetacredito

Un settore che ha visto una forte evoluzione ma che rimane ancorato ad una normativa obsoleta

Oreste Vidoli

Tutela del credito, il futuro è già presente

nnovazione, semplifica-zione, responsabilità azien-dale e sociale.

Sono concetti ormai all’ordine delgiorno nel mondo del Risk Manage-ment dove regole sempre più traspa-renti e stringenti hanno portato ilsettore del Recupero Crediti a tra-sformarsi, nel giro di pochi anni, inun comparto di assoluta rilevanza,gestito da professionisti qualificatiorientati alla “Tutela del Credito”,alla salvaguardia dei rischi reputa-zionali, nel rispetto del cliente e delbrand di Banche e Finanziarie. Si tratta di un profondo cambia-mento, in sintonia con le esigenzeeconomiche e sociali del paese. Solodieci anni fa un “esattore di recuperocrediti” faticava a spiegare in fami-glia quale fosse il suo lavoro, era adisagio, ad esempio, nel palesare lasua professione alle riunioni scola-stiche dei propri figli. Oggi esistono le parole giuste,perché dietro un Negoziatore di Cre-diti Problematici lavora un mondodi imprese che contribuiscono allosviluppo economico attraverso la tu-tela dei crediti delle aziende, inve-stendo nella formazione dei propriaddetti e cercando di interpretare ilruolo di “assistenza e servizio” alcliente in difficoltà con il pagamentodei debiti. Oggi esiste, ed è radicata, la con-sapevolezza che solo una forte par-tnership tra Azienda titolare deicrediti e fornitore di servizi di recu-pero possa garantire risultati soddi-sfacenti e qualità nell’esecuzionedelle attività richieste. Fiducia, at-tenzione, ascolto, condivisione pro-attiva delle problematiche e delledifficoltà del settore sono elementi

fondamentali nelle dinamiche deirapporti tra chi deve limitare l’im-patto negativo di maggiori accanto-namenti a fondo rischi di bilancio ele Aziende di Tutela del Credito, cheaffrontano ogni giorno il rischio diimpresa e devono necessariamenterispettare gli standard di perfor-mance per poter stare sul mercato. Non si può poi, alla luce di quantoaffermato, sottovalutare il peso delle

strategie e dei processi. Un processostrutturato e un modello efficace edefficiente di gestione del credito,crea valore non solo alle aziendecreditrici che lo applicano, ma atutta la filiera e di conseguenza al-l’economia del paese. Le più importanti finanziarie, ban-che ed “utilities” lo hanno ormai ca-pito e stanno concentrando sforzi edinvestimenti nella Credit Collection,che negli ultimi anni, ha avuto unimpulso ed uno sviluppo straordina-rio. Molte fra Banche e Finanziarie, sisono dotate di strutture interne,poche possono prescindere dal sup-

porto di specialisti esterni, per farfronte ai picchi di lavoro o per allo-care su costi variabili alcuni settoridi business. A ricorrere massicciamente al-l’outsurcing sono principalmente leSocietà Finanziarie “monopro-dotto”, per le quali l’attività di Tu-tela del Credito è essenziale. Per le Banche lo scenario è di-verso, più complesso, sicuramentepiù delicato; la tutela del Cliente, so-prattutto nelle fasi di lieve morosità,è decisamente prioritaria rispettoalla mera azione di recupero del cre-dito, per cui l’approccio diventa piùelaborato e incentrato sulla comuni-cazione e relazione con il cliente,spesso a supporto delle reti commer-ciali presenti sul territorio. Portare acasa buone performance di recuperodiventa frutto di un percorso in con-tinuo equilibrio fra comunicazione,reputazione e tutela del credito. Il re-cupero del credito si focalizza in-nanzitutto sul recupero dellarelazione con il Cliente. Nel corso degli anni, anche inconseguenza delle regole di Basileasull’assorbimento di capitale, l’atti-vità di Tutela del Credito è diventatacruciale per le Aziende che operanonel settore dei finanziamenti. Il RiskManager o il Credit Collector Ma-nager è diventato ruolo strategicoche partecipa ai più importanti tavolidecisionali in materia di Crediti enon solo; si tratta di una figura pro-fessionale di alto livello, semprepreparata ed equilibrata nelle scelte,che inevitabilmente avranno riper-cussioni anche in ambito di politichecommerciali e di marketing. Le strategie di tutela del credito at-tivate dai Risk Manager non possonopoi prescindere dalla valorizzazione

I

18 dossier

Page 19: OipaMagazine Dossier

delle Persone che operano nel set-tore, internamente e in outsourcing.Si sta facendo sempre più strada,anche in Italia, la cultura di utiliz-zare la leva di Campagne Incenti-vate ovvero della componente“variabile” dello stipendio, in otticadi Gestione per Obiettivi.

In questi anni, il settore è cresciutomolto in professionalità e visibilitàanche grazie alla Formazione Pro-fessionale che ha avuto un impulsoformidabile. In Italia sono molte leAziende che si avvicinano alle “bestpractice” mondiali, con oltre 10giorni di formazione all’anno perAddetto. A fronte di tutto questo sembra in-credibile registrare come, in uno sce-nario così avanzato ed in positivofermento, l’attività di Tutela del Cre-dito sia ancora normata dal TestoUnico di Pubblica Sicurezza, ovve-rosia da un Regio Decreto del 1931. In quel tempo l’Italia non era nep-

pure una Democrazia e forse ancheper questo il tema del recupero cre-diti era ricondotto ad un fatto di Pub-blica Sicurezza. L’obbiettivo direalizzazione di una normativa orga-nica di settore che consenta un ade-guamento dell’evoluzione e deglistimoli di effervescenza del mercatorappresenta una fra le principali mis-sion dell’Associazione di categoriadelle Aziende di Tutela del Credito(UNIREC), che sta avanzando nellesedi competenti un Disegno diLegge volto a superare i limiti impo-sti dal Regio Decreto del 1931. Servono norme più vicine e perti-nenti alle esigenze degli attori dioggi, i Clienti in difficoltà tempora-nea coi pagamenti, devono potersirelazionare con fiducia e serenità,non con professionisti di PubblicaSicurezza ma con qualificati Nego-ziatori di Crediti Problematici chevedano riconosciuto il loro ruoloprofessionale in ambito creditizio eperfino sociale. È ormai urgente aprire la controver-sia nei ritardati pagamenti ad unmondo di “conciliazione extragiudi-ziale” che procuri vantaggi a tutto ilpaese: alleggerendo i carichi di la-voro della Giustizia Civile, ridu-

cendo i tempi di pagamento, contri-buendo a rimettere in moto l’econo-mia. Si potrebbero così tutelare letante piccole imprese che seppursane e operose, soffrono a causa dimancati flussi di cassa regolari. Le esigenze sono forti, i segnalisembrano buoni, forse il futuro, ungiorno non troppo lontano, diven-terà presente.

Pianetacredito

Oreste Vidoli, è laureato indiscipline della comunicazioneall’Università di Bologna.Dai primi anni 90’ si occupa di Ge-stione e Recupero Crediti, ha parte-cipato, in qualità di relatore, adiversi convegni, workshop e semi-nari del settore, ha contribuito allarealizzazione di progetti di innova-zione dei processi ed informatizza-zione dell’attività di monitoraggio erecupero dei crediti. È iscritto all’Albo dei GiornalistiPubblicisti della Regione EmiliaRomagna.È dirigente presso il Gruppo Ban-cario UniCredit, ove è responsabiledi un Dipartimento dedicato allagestione andamentale ed alla creditcollection che opera con circa 500Persone in multipolarità nelle cittàdi Milano, Roma e Palermo.

Priorità credito e burocrazia.Arriva in Italia Mr PMI

L'Italia, il paese con il 99% di piccole e medie imprese, è la prima in Europaad avere il suo Mister Pmi. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Ro-mani, ha nominato Giuseppe Tripoli “tutor” italiano per le piccole e medie im-prese. La figura voluta dall'Unione Europea farà da portavoce delle istanzedelle piccole e medie imprese in sede Ue. Mister Pmi lavorerà a stretto contatto con il responsabile europeo, Daniel Calleja Crespo, con priorità sucredito e burocrazia. Il compito principale sarà salvaguardare gli interessi delle piccole e medie imprese,favorendone il rapporto con le istituzioni e vigilando sull'applicazione delle normative nazionali ed eu-ropee, come lo Small Business Act.

Giuseppe Tripoli da maggio 2009 è capo del Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione del ministerodello Sviluppo economico. È stato segretario generale dell'Unioncamere dal 2001 al 2009 e in qualità di compo-nente di Eurochambres (l'Organizzazione europea delle camere di commercio), si e' a lungo occupato di inter-nazionalizzazione. Tra il 1999 ed il 2001 ha ricoperto l'incarico di vice segretario generale della Confcommercio.

19dossier

Page 20: OipaMagazine Dossier

Pianetacredito

Novità e prospettive alla luce della Circolare del Ministero dell’ Internodi riordino dell’attivitàUn provvedimento fa chiarezza sulle corrette modalità del recupero credito

Marco RecchiSegretario UNIREC

ecentemente il Ministero dell’Interno, organopreposto al controllo dell’attività di tutela del cre-dito, ha emanato una Circolare di riordino per

questo settore. Il testo del provvedimento ed un com-mento dell’associazione di categoria del comparto Uni-

rec, che aderisce a Confindustria SIT, sono scaricabilidal sito della stessa associazione (www.unirec.it). Conquesta Circolare il Ministero interviene in via regola-mentare a rinnovare un assetto normativo del 1931. Sisono volute ammodernare le regole di un’attività dalforte impatto sui cittadini e sull’economia in generale.L’attività di tutela del credito, svolta dalle associate diUnirec, infatti, supera gli oltre 30 milioni di contatti coni debitori l’anno ed il settore impiega decine di migliaiadi persone.Questi numeri testimoniano al meglio anche la crescitaprofessionale del settore rappresentato da Unirec. Svi-luppo che si riscontra, ad esempio, nei rapporti tra Uni-rec ed il mondo delle associazioni dei consumatori. Nona caso è dello scorso anno la nascita del primo Ente Bi-laterale (EBITEC) del settore costituito dalla nostra as-sociazione con Adiconsum che avrà, a detta dellaCircolare, funzione di ausilio all’Autorità di controllo.Ed infatti i Questori potranno avvalersi delle certifica-zioni rilasciate dagli Enti Bilaterali per le loro attivitàdi controllo. La Circolare del Ministero dell’Interno fa chiarezza,finalmente, sulle corrette modalità di recupero cre-dito, chiarendo ad esempio come sia legittima l’atti-vità di contatto dei terzi ai fini di rintraccio deldebitore (ovviamente in conformità a quanto dispostodalla legge sulla privacy) effettuata dalle agenzie e

dagli addetti alla tutela dei crediti. Ma il vero puntochiarificatore è quello relativo al perimetro delle at-tività. Ed infatti per la prima volta ed oltre ogni ra-gionevole dubbio, viene chiarito in cosa costano iservizi per la tutela del credito mediante operazionidi recupero stragiudiziale. Detta così pare una cosa da poco, ma le aziende del set-tore da sempre lamentavano la presenza sul loro mercatodi operatori diversi, che, in assenza di licenza e requisiti,si proponevano alla clientela comportando problemi ecreando dumping (cfr offerte di eccessivo ribasso).Siamo molto contenti come associazione del contenutodi questa circolare ed infatti oltre a ben definire il pe-rimetro delle attività la stessa, tutelando quindi megliole aziende aderenti ad Unirec, riconosce la qualità dellavoro svolto dalle aziende del comparto. Un ricono-scimento che risulta addirittura tangibile, ad esempio,nel principio relativo all’utilizzo delle relazioni nega-tive anche a fini di deducibilità fiscale dei crediti.Circa le modalità di corretta compilazione, l’associa-zione di categoria sta cercando di avere chiarimentidal Ministero dell’Economia e Finanze, tuttavia perquesti motivi riteniamo di fare un sentito plauso al-

l’Amministrazione del Ministero dell’Interno ed agliuffici che hanno lavorato a questo provvedimento,che,ripeto, chiarisce e semplifica gli adempimenti per leAziende, facilita i controlli ed è un esempio di inter-vento normativo realizzato nell’interesse di tutti i pro-tagonisti di questo importante mercato: committenza,imprese e lavoratori del comparto, destinatari del ser-vizio e Organi di controllo.

R

20 dossier

Page 21: OipaMagazine Dossier

L’osservatorio

Ritardi nei pagamenti: a che punto siamo?Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione continua apesare in misura considerevole sulle piccole e medie imprese italiane.

Maurizio Pezzuco

Il fenomeno dei ritardi nei paga-menti da parte della Pubblica am-ministrazione continua a pesare in

misura considerevole sulle piccole emedie imprese italiane. Il nostro Paesecontinua a ballare, inesorabilmente, sulfondo della classifica europea della pun-tualità.Questo malcostume oltre ad ostacolare losviluppo delle aziende è all'origine delfallimento di imprese altrimenti sane, so-prattutto se di imprese di ridotte dimen-sioni. I ritardi nei pagamenti su tutto ilterritorio Ue ammontano mediamente a65 giorni.

I

Il Parlamento europeo ha approvato la nuovadirettiva sui ritardi nei pagamentiFissato a trenta giorni il limite massimo di pagamento da parte della pubblica amministra-zione alle imprese fornitrici. In caso di mancato rispetto delle scadenze, fissati gli interessi dimora all'8% più il tasso BCE

l Parlamento europeo riuni-tosi in seduta plenaria a Stra-sburgo ha approvato, lo

scorso ottobre, con 612 voti a fa-vore, 12 contrari e 21 astenuti lanuova direttiva contro il ritardo deipagamenti della pubblica ammini-strazione. In base alla nuova normativa, illimite massimo di tempo per il pa-gamento delle forniture, alleaziende private, da parte degli entipubblici sarà di 30 giorni, proroga-bile a 60 giorni per il settore sani-tario o in casi eccezionali. Se le scadenze non saranno ri-spettate, gli interessi di mora chedovranno essere pagati sarannodell'8% più il tasso BCE. Il credi-tore avrà anche il diritto di ottenere

dal debitore una somma di almeno40 euro per coprire i costi di recu-pero del debito. Il vicepresidentedella Commissione europea Anto-nio Tajani, responsabile per Indu-stria e Imprenditoria, non hanascosto la propria soddisfazione:“Chi lavora dev’essere pagato tem-pestivamente. Questo è un princi-pio fondamentale di correttezza, edè decisivo per la solidità di un’im-presa, delle sue disponibilità finan-ziarie. Questa direttiva aiuteràl’intera economia europea e quindimi felicito dell’esito positivo delvoto al parlamento europeo”. Una delle problematiche mag-giormente discusse al Parlamentoeuropeo ha riguardato la differenzia-zione effettuata dalla proposta tra

debitore privato e debitore pubblico.La Commissione europea ha, infatti,ritenuto opportuno differenziare idue soggetti, sanzionando, in modopiù severo i ritardi di pagamentodelle amministrazioni pubbliche ri-spetto a quelli delle imprese.

Ecco i nuovi termini di pagamento:

Per i contratti pubblici, la regolagenerale è di 30 giorni, ma le ecce-zioni sono regolate in maniera se-vera: qualsiasi estensione deltermine di pagamento deve esserenon solo espressamente prevista,ma anche "oggettivamente giustifi-cata". Nessuna deroga, nel settorepubblico, può comunque andareoltre i 60 giorni.

I

21dossier

Page 22: OipaMagazine Dossier

L’osservatorio

La norma conferma che gli StatiMembri devono assicurare chenelle transazioni in cui la pubblicaamministrazione sia parte debitrice,la controparte creditrice (impresaprivata) abbia diritto a un interesseobbligatorio (come definito dal-l'art.2.6), senza necessità di unaspecifica richiesta in tal senso. Gli Stati membri saranno liberidi determinare un termine di paga-mento di massimo 60 giorni per glienti pubblici che offrono servizi disanità pubblica. Tale eccezione e'giustificata dalla natura particolaredi entità come gli ospedali pubblici,che sono finanziati, in larga misura,da rimborsi ottenuti attraverso il si-stema sanitario nazionale Nelle relazioni “business to bu-siness”, sarà possibile estendere il

limite previsto di 30 giorni a 60solo se le parti sono d'accordo e seprevisto espressamente dal con-tratto. L'estensione è possibileanche oltre i 60 giorni se "espres-samente concordata" col creditorenel contratto di vendita e se non ri-sulta essere "fortemente ingiusta"nei confronti dello stesso creditore. "La nuova direttiva - ha spiegatoRoberta Angelilli vicepresidentedel Parlamento europeo - ha l'obiet-tivo di scoraggiare i debitori dal pa-gare in ritardo e prevede anchemisure che consentano ai creditoridi esercitare pienamente ed effica-cemente i propri diritti in caso di ri-tardi di pagamenti. D'ora in poigrazie alla nuova normativa comu-nitaria le imprese potranno contaresu un pagamento puntuale e ciò si-

gnifica assicurare stabilità', cre-scita, creazione di posti di lavoro einvestimenti. Un'altra importanterisposta data dal Parlamento euro-peo alla difficile congiuntura eco-nomica e finanziaria".

Il 24 gennaio scorso il Consigliodell’Unione europea ha definitiva-mente approvato il testo della diret-tiva. Il provvedimento è stato varatocon 24 voti favorevoli e tre asten-sioni (tra cui l’Italia, ndr). Tutti iPaesi hanno ora due anni di tempoper recepire la direttiva comunitaria. L'auspicio è che le nuove regolegarantiscano le piccole e medie im-prese dai ritardi nei pagamenti favo-rendo così possibilità di sviluppo,innovazione e creazione di posti dilavoro.

Francesco Ruoppolo

Ritardi nei pagamenti nell’edilizia: sondaggio Oipa per Il Sole 24 Ore

e imprese edili in Italia fannoun'enorme fatica a riscuoterei crediti vantati nei confronti

della pubblica amministrazione peri servizi e le forniture prestati. Leloro storie sono state tradotte in nu-meri da un sondaggio effettuato dalnostro Osservatorio su Imprese ePubblica Amministrazione (Oipa),nato da un'iniziativa dell'imprendi-tore Antonio Persici. I risultati dellaricerca sono stati ripresi dal perio-dico specializzato del Sole 24 Ore,"Edilizia e Territorio". Ciò che emerge dal sondaggio,realizzato su un campione nazio-nale di 575 aziende del compartoedile fornitrici della Pa, è la ripro-duzione fedele delle dinamiche so-cioeconomiche del nostro Paese.Soprattutto nelle differenze traNord e Sud. Le regioni virtuose,nelle quali il ritardo medio dei pa-gamenti è compreso tra 1 e 3 mesi,

sono neanche a farlo apposta quelledel Nord-Est (Friuli, Trentino e Ve-neto), con l'aggiunta dell'Emilia-Romagna. Di tutt'altro tenore lasituazione nel Mezzogiorno, con unritardo medio che supera i 6 mesiin Campania e Sicilia. Ma soprat-tutto in Calabria e Basilicata, dovela percentuale delle aziende co-strette ad attendere oltre questa sca-

denza è pari al 41%. Prendendo in considerazione ilritardo massimo, c'è sicuramente dasottolineare il dato superiore ai 12mesi dell'Abruzzo, una situazioneche riguarda il 60% delle aziende in-tervistate. Stessa musica per Campa-nia, Puglia e Sicilia. Fuori categoriala Calabria, dove è stato toccato unpicco superiore ai 18 mesi.

L

22 dossier

Page 23: OipaMagazine Dossier

L’osservatorio

“LE IMPRESE NON SONO DEI SUDDITI”Intervista all’On. Cosimo Ventucci (PDL)

Arianna Fioravanti

mprenditore, vicepresi-dente della commissioneFinanze, in politica prima

con Forza Italia e ora con il PDL,sempre pronto a dare voce alleistanze provenienti dal mondo im-prenditoriale, l’On. Cosimo Ven-tucci è primo firmatario di unarisoluzione sul ritardo nei paga-menti da parte della pubblica am-ministrazione.

Qual è la portata del fenomenodei ritardi dei pagamenti dellapubblica amministrazione inItalia?

R: Inizierei subito da alcuni datiche definirei scioccanti. Undebito delle pubbliche ammi-nistrazioni nei confronti dimolte imprese private stimatotra i 60 e gli 80 miliardi dieuro e tempi medi di paga-mento di 200 giorni controuna media europea di 60giorni che in alcuni paesi

come ad esempio la Germa-nia scende a 36 giorni.

Cosa deve cambiare nel rap-porto tra pubblica amministra-zione e imprese?

R: Dobbiamo partire dal presup-posto che le imprese nonsono dei sudditi. Che sonoposte su un piano di ugua-glianza con la pubblica am-ministrazione nel momentoin cui la Pa si rivolge al mer-cato esterno per avere beni eservizi. È un fenomeno cheviaggia di pari passo conquello degli obblighi fiscalidelle imprese. Le imprese in-fatti, ricevendo con notevoleritardo il pagamento dellefatture emesse, a loro voltaper una questione di soprav-vivenza tendono a non ver-sare quanto dovuto all'erario,ovvero a porre in essere frodio a ricorrere a strumenti elu-sivi soprattutto nel settoredell'IVA.

Come pensa si debba procedere alivello legislativo per cercare diarginare questo fenomeno?

R: I tentativi fatti fino ad ora dallegislatore si sono rivelatinon risolutivi. Per cercare dispezzare questo circolo vi-zioso e' necessario affrontarela questione in termini piùincisivi, soprattutto nell'ot-tica di un riequilibrio deirapporti tra fisco e contri-buenti. Nel rispetto dei principi dibuona fede e collaborazione

sanciti dallo statuto dei di-ritti del contribuente.

Quali sono le sue proposte al ri-guardo?

R: Secondo me è necessarioagire in due direzioni.La prima è dare la possibi-lità, alle imprese che van-tano crediti nei confrontidelle amministrazioni sta-tali, di avvalersi della possi-bilità di compensare i crediticon i debiti gravanti a lorocarico, relativi a obbliga-zioni tributarie. In secondo luogo quella diconsentire al creditore di ef-fettuare la cessione pro so-luto di tali crediti a favore dibanche o intermediari finan-ziari.

Come ha accolto l’approva-zione definitiva da parte dell’UE della nuova direttiva suiritardi nei pagamenti, chefissa a 30/60 giorni il termineultimo per i pagamenti alleimprese?

R: Si tratta senza dubbio di unsegnale positivo quellogiunto da Bruxelles. Final-mente le imprese creditricipotranno riscuotere quantodovuto in tempi certi. Ciòconsentirà alle numerose Pmidi sopravvivere ma anche dipoter programmare investi-menti con maggior serenità esolidità economica. Mi au-guro che il nostro Paese rece-pisca quanto prima la nuovadirettiva.

I

23dossier

Page 24: OipaMagazine Dossier

Ritardo nei pagamenti: la patologia si supera con l’anno zero del ritardoNecessaria una demarcazione netta, che tagli alla radice la formazione del ritardo e ne impedisca la riformazione

Sen. Maria LeddiMembro gruppo PD

Senato della Repubblica

ecentemente i tardati paga-menti della pubblica ammi-nistrazione, coniugati alla

difficoltà di ottenere credito, in que-sta fase di lenta fuoriuscita dalla crisifinanziaria ed economica ormai alsuo terzo anno, sono tra gli elementiche più appesantiscono la ripresadelle PMI italiane.In Italia si stima che si stia avvicinando al miliardo di eurolo stock di ritardo nei pagamenti delle pubbliche ammini-strazioni, ritardi che hanno ora una media di 185 giorni , iltriplo della media europea.Un primato negativo che seppur segnalato e monitorato co-stantemente da associazioni che si sono costituite ad hoc pernon abbassare la guardia, ha ad oggi ricevuto prevalente-mente sostegni “morali” e pochissimi iniziative concrete.Le stesse innovazioni contenute nel Dl 78/10, pur positivenelle intenzioni perché novellano finalmente il principiodella compensazione di crediti vantati con somme dovuteallo Stato a seguito di iscrizione a ruolo, mancano di realeapplicazione.Il legislatore sta procedendo a passo di gambero: fa un passoavanti con l’introduzione di una norma che pare dare respiroe uno indietro non disponendo gli atti necessari perché possadispiegare la propria efficacia.Purtroppo ho raggiunto la consapevolezza che sarà arduogiungere ad un reale superamento di questa patologia che,ne sono consapevole, non è solo italiana, ma che, per i datiche ho fornito prima, vede il nostro paese detenere un pri-mato di cui faremmo volentieri a meno.Ciò che aggrava la condizione dei ritardi in Italia è altresì laconsapevolezza della carenza di strumenti per “ottenere giu-stizia” l’esercizio dell’azione giudiziaria ha più deterrenti: lalentezza nell’esito del giudizio, i costi, la preoccupazione, noninfondata, che all’instaurarsi di un giudizio segua la rottura delrapporto col cliente moroso, sia questo pubblico o privato.A questo quadro, che procede da anni senza soluzione dicontinuità, né cenni di rallentamento, si aggiunga che il ri-tardo nel pagamento della PA ha contagiato, per evidenti ra-gioni, non sempre di natura tecnica, il rapporto tra aziendeprivate, rapporto in cui la piccola e media impresa è indub-biamente “ soggetto più debole”. In sostanza, lo Stato e di conseguenza anche il sistema dellegrandi imprese, ha trovato un’anomala, nuova modalità diaccesso al credito ad interessi 0: col dovuto cinismo temo di

dover constatare che è un sistema troppo comodo perchépossa essere facilmente abbandonato.Devo anche dare atto che spesso l’approccio al problema èerrato e porta a proposte di soluzione, di conseguenza, im-praticabili.L’accumulo di ritardi nella pubblica amministrazione non ha lastessa genesi: vi sono ritardi dovuti a cattiva amministrazione,ritardi dovuti a note “ottusità” contenute nel patto di stabilità, aritardi nel trasferimento di risorse da una istituzione all’altra, afurberie che mirano a far slittare i debiti di alcune amministra-zioni pubbliche in avanti per superare vincoli di bilancio.Per questo non può esistere un solo provvedimento che “ curi”una patologia uguale nei sintomi, diversa nelle genesi.Ho proposto in Senato, ogni volta che in Aula o in Commis-sione se n’è presentata l’occasione ed in particolare in Com-missione Semplificazione col Ministro Renato Brunetta, dicostruire uno strumento per “decodificare” i ritardi della Pub-blica amministrazione, leggendo il problema dall’internodelle strutture pubbliche e provocando quindi non la solu-zione ma “le” soluzioni” necessarie.Mi è parso un ragionevole approccio senza costi, seppur ri-chiedente uno sforzo organizzativo imponente, indispensabileperché della questione si smetta di discutere e possa comin-ciare ad avere una soluzione.Perché è mio contestuale convincimento che la spirale per-versa del ritardo possa essere fermata, una volta che la si è“classificata”, proprio arrivando ad un convenzionale ANNOZERO del ritardo.Intendo dire che se si definisce all’interno della pubblica am-ministrazione, con la procedura che ho suggerito, la dimen-sione del fenomeno nelle sue diverse origini, si può introdurreil meccanismo che ne blocchi la riproduzione per il futuro, in-troducendo norme che ne impediscano da quel momento il for-marsi, e si tratta in modo separato con soluzioni diverse lo stockdi ritardo sino a quel momento accumulato.Se non si crea una demarcazione netta, che tagli alla radicela formazione del ritardo e ne impedisca la riformazione, nonvedo alcuna modalità per poter superare la situazione.Diversamente, poco aiuterà, anche se gli stimoli non fannocerto male, l’ invito della Commissione europea a garantireche tutte le pubbliche amministrazioni dei paesi membri pa-ghino i fornitori entro un mese. Riproporrò al più presto all’aula del Senato l’attenzione suquesta questione, proprio con l’approccio che ho delineato,sperando di trovare almeno una risposta di avvio del pro-cedimento.

R

L’osservatorio

24 dossier

Page 25: OipaMagazine Dossier

L’espertoAvv. Mario Italiano

Diritti delle imprese creditrici ancora una volta in secondo pianoIn base alla Legge 13 dicembre 2010 N. 220, art. 1, comma 51 sarebbe inutile la possibilità,riconosciuta ai creditori delle aziende sanitarie ed ospedaliere delle Regioni soggette a commissariamento, di agire giudizialmente

Da circa un decennio,l’aumento a dir poco espo-nenziale dei ritardi di pa-

gamento nel settore sanitario, hadeterminato l’insorgenza di proble-matiche di grande portata, tali daporre in serio pericolo il vasto set-tore delle aziende specializzate nelsettore.

Lo Stato centrale è stato cosìcostretto ad intervenire con la do-vuta urgenza, anche in considera-zione dei danni che siffattepolitiche locali avrebbero provo-cato per il rispetto dei parametri diindebitamento ai quali l’Italia è te-nuta ad attenersi nel rispetto deiTrattati Europei. Purtroppo, i rimedi previsti dalLegislatore non hanno sempre te-nuto conto delle esigenze rappre-sentate dalle aziende creditrici,rimaste per lo più vittime di un si-stema che, di fatto, ha agito nelsenso di garantire, sempre e co-munque, le prerogative delle Am-ministrazioni debitrici, sebbeneciò avvenisse in danno di diritti

costituzionalmente garantiti. In tal senso si richiama la Legge13 dicembre 2010 N. 220, art. 1,comma 51, in G.U. del 21.12.2010,Suppl. Ord. N. 281, della quale chiscrive ha richiesto, innanzi ai Tri-bunali competenti, la disapplica-zione, ovvero la sospensione delprocedimento esecutivo con il rin-

vio degli atti allaCorte Costituzio-nale.

L’entrata in vigoredella citata disposi-zione di legge, hadi fatto reso inutilela possibilità, rico-nosciuta ai creditoridelle Aziende sani-tarie ed Ospeda-liere delle Regionisoggette a commis-sariamento, di agiregiudizialmente perottenere il soddisfa-

cimento delle obbligazioni da essivantate nei confronti di pubblicheamministrazioni che, per anni, im-motivatamente e reiteratamente,erano state e sono tutt’ora, inadem-pienti. Infatti, con Legge 23 dicembre2009 N. 191 (Legge finanziaria2010), per il conseguimento degliobiettivi dei piani di rientro dai di-savanzi sanitari, anche mediante ilregolare svolgimento dei paga-menti dei debiti accertati, ai cre-ditori delle ASL veniva impedito,per un periodo di dodici mesi, de-correnti dalla data di entrata in vi-gore della legge (1° gennaio2010), di intraprendere o prose-guire azioni esecutive nei con-

fronti delle aziende sanitarie edospedaliere delle regioni che ave-vano sottoscritto i piani di rientroai sensi dell’art. 1, comma 180 L.30.12.2004, N. 311. Veniva inoltre stabilito che, ipignoramenti eventualmente ese-guiti, non avrebbero vincolato gliEnti debitori ed i Tesorieri, i qualiavrebbero potuto disporre dellesomme per le loro finalità istitu-zionali. Tacciata di illegittimità costitu-zionale e di essere in contrastocon la normativa comunitaria, ladisposizione della legge finanzia-ria 2010 veniva, quasi immediata-mente, modificata, attraverso ilDecreto Legge 30 dicembre 2009,N. 194 (c.d. Milleproproghe), me-diante il quale, l’efficacia tempo-rale del blocco delle azioniesecutive, era ridotta da 12 a 2mesi. Cosicchè, già a partire dal 1°marzo 2010, ai creditori veniva re-stituito il diritto di poter agire ese-cutivamente nei confronti delledebitrici aziende sanitarie ed ospe-daliere . Ma, la situazione di deficit delsistema sanitario e le difficoltà diripristino per le Asl, dell’equili-brio economico-finanziario, evi-dentemente, determinavano unrepentino ripensamento nel Go-verno, che interveniva nuova-mente sulla materia, ancora unavolta, però, a scapito dei fornitori,con il Decreto Legge del 25 mag-gio 2010, N. 78, art. 11, comma 2,convertito senza modificazioni, inLegge 122/2010. In realtà, il decreto legge conte-

D

25dossier

Page 26: OipaMagazine Dossier

neva una sostanziale modifica,visto con esso, contrariamente aquanto contemplato nella prece-dente disposizione, veniva elimi-nato il cosiddetto “svincolo dellesomme”, ovvero quell’infausto edillegittimo meccanismo per cui,con effetto retroattivo, tutti i pigno-ramenti eseguiti in data antecedentel’entrata in vigore della legge,erano totalmente privati di legitti-mità, Ma, tant’è, il Legislatore, conLegge del 13 dicembre 2010, N.220, art. 1, comma 51, non solo hariproposto la precedente disposi-zione nella sua interezza, ma, viep-più, ha ritenuto di reinserire ilprincipio del cosiddetto “svincolodelle somme pignorate”. La norma si pone, con ineludi-bile evidenza, in contrasto con gliarticoli 3, primo comma, 24, 25 e97 della Costituzione, vista l’im-possibilità per il creditore di agirenei confronti della P.A. debitriceper il soddisfacimento di una obbli-gazione pecuniaria. Infatti, la disciplina di cui all’art.1, comma 51 della Legge220/2010, impedisce al cittadinocreditore – persona fisica o giuri-dica che sia – l’esercizio di un di-ritto soggettivo, individuabile inuna posizione giuridica di vantag-gio, che consiste nel potere di agirenei confronti di altri soggetti, tracui la Pubblica Amministrazione,per il soddisfacimento di interessiespressamente riconosciuti dall’Or-dinamento (art. 24, comma 1°Cost.). Dimostra, altresì, di non tenerein alcun conto del valore dei titoliesecutivi, specie di quelli fondati susentenza o su decreto ingiuntivonon opposto. È come se il controllo di legitti-mità e di merito, al quale i creditorisi sono già sottoposti attraversol’esperimento dell’azione giudi-ziale, con la domanda rivolta alGiudice naturale, non abbia più ilpotere di esercitare alcun effetto.

Da qui, la palese violazionedell’articolo 25 Costituzione, che,appunto, al primo comma recita“nessuno può essere distolto dalgiudice naturale precostituito perlegge”. La disciplina impugnata inibi-sce l’esperimento dell’azione giu-diziaria, in particolare della faseesecutiva, che viene, invece, su-bordinata ad una procedura ammi-nistrativa di accertamento deidebiti affidata, appunto, ad altraAmministrazione. In essa si dice che, fino alladata del 31.12.2011, il regolaresvolgimento nel pagamento deidebiti delle Aziende sanitarie edospedaliere, resta esclusivamenteaffidato alle determinazioni delCommissario ad acta ed al pianodi ricognizione ad egli affidato. Da quanto appena affermato siricava un ulteriore motivo di ille-gittimità costituzionale, in consi-derazione della lesione del dirittodi difesa per il creditore proce-dente. Di fronte all’eccepita improsegui-bilità dell’azione esecutiva, il di-ritto di credito vantato in ragionedi un titolo esecutivo è subordi-nato all’adozione di atti ammini-strativi aventi natura meramenteprevisionale e programmatica ecome tali di contenuto generico.

Viene poi da chiedersi a qualiconclusioni in punto di diritto per-venire considerato che, ad oggi,per la maggior parte delle Regionicommissariate, a distanza di di-versi mesi dall’adozione del D.L.78/2010, i Commissari ad actanon hanno provveduto a redigeree presentare nelle sedi deputate lapiù volte declamata procedura diricognizione dei debiti. La norma dovrebbe, altresì, es-sere annullata per contrasto conl’art. 97 Cost. perchè, in assenzadi termini perentori o comunquedi vincoli temporali, finirebbecon l’agevolare condotte della

Pubblica Amministrazione con-trarie ai principi di imparzialità ebuon andamento. Ed ecco che, come per l’ArabaFenice, dall’esame della leggeimpugnata riemerge, se possibilein modo ancor più pregiudizie-vole per il cittadino creditore, nonfoss’altro che per il tempo tra-scorso, il meccanismo dello“svincolo delle somme pigno-rate”. Una regola questa alla qualenon è possibile attribuire alcunaragione giuridica stante il divietogenerale di retroattività dellalegge, da interpretarsi quale prin-cipio generale dell’Ordinamento,nonché come fondamentale valoredi civiltà giuridica a cui il Legisla-tore deve, in linea di principio, at-tenersi.

Da ultimo la Legge richiamataè totalmente inconciliabile con iprincipi affermati negli articoli 3e 41 della Costituzione. Ciò, in rapporto all’impossibilitàper il creditore di realizzare libera-mente la propria attività econo-mica, con lo scopo di ottenerne unprofitto, con particolare riferimentoal territorio delle Regioni Commis-sariate. L’impossibilità di agire in viaesecutiva in quanto vigente solonelle regioni soggette a proceduradi commissariamento, determina,infatti, in danno per i creditori cheoperano solo o anche in quei terri-tori, con una conseguente ed evi-dente forma di discriminazionerispetto ai creditori di quelleaziende sanitarie ed ospedaliereche, invece, risultano ubicate inaltre regioni dove l’impedimentoinvece non è previsto. Ne deriva una devastante formadi concorrenza sleale, peraltro au-torizzata dalla legge, la quale, difatto, colpisce alle fondamental’unità nazionale, acuendo in talmodo le più evidenti forme di di-visione dello Stato

L’esperto

26 dossier

Page 27: OipaMagazine Dossier

EBITEC

L’Ente bilaterale, uno strumento di solidarietà edi qualificazione del settoreEBITEC rappresenta una svolta nelle relazioni tra le associazioni dei consumatori e il mondo delle associazioni imprenditoriali

Pietro GiordanoSegretario ADICONSUM

a costituzione di Ebitec, ente bi-laterale voluto da Adiconsum eUnirec rappresenta un evento

storico per l’intero movimento consu-meristico italiano e che, se compresonegli assunti culturali dai quali nasce,può determinare una svolta epocalenelle relazioni tra le Associazioni deiconsumatori ed il mondo delle Associa-zioni imprenditoriali di tutti i settori pro-duttivi della nostra economia, conindubbi benefici per i rappresentati dientrambe le parti: i cittadini e le aziende. Un Ente, Ebitec, che ha come basetre valori strettamente connessi l’unoall’altro: la sussidiarietà, la concerta-zione e la mutualità.

Sussidiarietà Il principio di sussidiarietà fu inse-rito dai padri costituenti, nella nostraCostituzione ed è di diretta provenienzadalla Dottrina Sociale della Chiesa. In particolare il principio di sussidia-rietà afferma che le diverse istituzioni,nazionali come sovranazionali, debbanotendere a creare le condizioni che per-mettono alla persona e alle aggregazionisociali (i cosiddetti corpi intermedi: fa-miglia, associazioni, partiti) di agire li-beramente senza sostituirsi ad essi nellosvolgimento delle loro attività: un'entitàdi livello superiore non deve agire in si-tuazioni nelle quali l'entità di livello in-feriore (e, da ultimo, il cittadino) è ingrado di agire per proprio conto. Ma il principio di sussidiarietà è,prima ancora che un principio organizza-tivo del potere, un principio antropolo-gico che esprime una concezione globaledell'uomo e della società, in virtù delquale fulcro dell'ordinamento giuridico èla persona umana, intesa sia come indi-viduo, che come legame relazionale.

La Sussidiarietà, ci ricorda la Caritasin Veritate, è prima di tutto un aiuto allapersona, attraverso l’autonomia dei corpiintermedi. Tale aiuto viene offerto, come

stiamo facendo noi con il Fondo di soli-darietà contenuto nell’Ente Bilaterale,quando la persona o le famiglie sono ingrave stato di bisogno. Ma lo facciamoresponsabilizzando ed aiutando le per-sone e le famiglie a pagare i propri de-biti, senza scadere in un assistenzialismopaternalista deresponsabilizzante.

Concertazione È la logica dell’incontro, non delloscontro tra le parti. Incontro, nella piena autonomia e nelladifesa degli interessi che rappresentaogni parte sociale, Unirec e Adicon-sum, incontro che riesce a cogliere eportare avanti congiuntamente queipunti di contatto, capaci di far avanzaresia gli interessi delle aziende, che le tu-tele dei consumatori.In questo senso, sarà possibile dialo-gare per concordare anche Avvisi Co-muni, cioè documenti elaboraticongiuntamente, da presentare al po-tere legislativo per modifiche di nor-mative di legge vigenti sul settore dellariscossione dei crediti; modifiche aduna legislazione risalente agli anni ’30che va migliorata sia per le tutele dei

consumatori, che per il ruolo delleAziende aderenti ad Unirec, proiet-tando il tutto verso una qualificazionedel comparto economico e verso unaselezione delle aziende che premi leimprese sane e corrette eticamente, chetroppo spesso subiscono la concor-renza sleale di quelle aziende spregiu-dicate e prive di etica imprenditoriale.

Mutualità Solidarietà e sussidiarietà, nella rea-lizzazione dell’Ente Bilaterale, non pos-sono non coniugarsi con la mutualità. Con la creazione del Fondo di so-lidarietà, il principio mutualistico vieneaffermato e trova una concretizzazionetangibile. Con esso si crea mutualità tra le aziende,tra le aziende e i consumatori, e tra glistessi consumatori, in una logica di con-divisione degli obiettivi e degli interessilegittimi di ognuna delle due parti. È un segno tangibile che, nella suaconcretizzazione, il Fondo, mira ad unnuovo modello di intervento capace direalizzare una regolamentazione, nelfuturo anche legislativa, per la la tuteladel credito, la concorrenza leale tra leaziende del settore e al contempo, senon prioritariamente, a tutelare i sog-getti più deboli della società. Adiconsum, sperimenta ormai daanni, la realtà di un Fondo antiusura, fi-nanziato con soldi pubblici e che hadato sollievo, a tante famiglie ed al con-tempo ha garantito la tutela del credito. Con oggi, con la logica mutuali-stica, le parti sociali, Adiconsum e Uni-rec, danno vita ad un Fondo che oltread essere alimentato da risorse private,realizzano anche un ammortizzatoresociale, importantissimo per la vita deipiù deboli, ma che anche qualifica

L

27dossier

Page 28: OipaMagazine Dossier

l’azione di tante aziende di riscossionedel credito, troppo spesso non vistebene dai cittadini e dalla società e que-sto lo facciamo insieme in una fasedell’economia con forte rischio di im-poverimento della società stessa.L’Ente Bilaterale però non è solo unostrumento atto a operare unicamentesul piano economico, ma è anche ca-pace di una nuova pedagogia finaliz-zata sia al consumo responsabile, cheal ruolo sociale delle aziende.

Bisogna lavorare, anche congiunta-mente, affinché le persone, le famiglie,comprendano che acquistare è sempreun atto morale, oltre che economico. C’è dunque una precisa responsabilitàsociale del consumatore, che si accom-pagna sempre alla responsabilità socialedell’impresa. I consumatori vanno continuamenteeducati al ruolo che quotidianamenteesercitano e che essi possono svolgerenel rispetto dei principi morali, senzasminuire la razionalità economica in-trinseca all’atto dell’acquistare. Mutualismo e ruolo pedagogicodelle parti, vanno rafforzati e messi apunto, soprattutto in questi momentidove i problemi finanziari possono di-ventare drammatici per molti segmentipiù vulnerabili della popolazione, chevanno tutelati dai rischi di usura odalla disperazione. I soggetti più deboli vanno educati adifendersi dall’usura, anche attraversoqueste forme di sostegno, che certo nonannullano il debito contratto, ma riesconoad intervenire con forme di diluizione deldebito stesso, in una logica di rotazionemutualistica capace di responsabilizzareil consumatore ed al contempo capace didare sollievo ad altri soggetti deboli che,grazie, alla solidarietà del Fondo po-tranno alleviare i problemi derivanti daconsumi non responsabili.

Se questa è, come lo è, la logica eil fondamento dell’Ente Bilaterale, isuoi strumenti ne sono la diretta con-cretizzazione per la realizzazione deifini che ci siamo dati, di seguito ne de-scriverò i più importanti.• Realizzazione di un Osservatorio

Bilaterale Paritetico Nazionale peril rilevamento ed il monitoraggiodel settore, anche per ciò che ri-guarda le morosità dei cittadini edelle famiglie. Al suo interno saràgestito uno sportello di ascolto delleproblematiche relative ai mancatipagamenti dei cittadini e delle fami-glie. Tra i suoi compiti, è stata inse-rita anche la predisposizione diprogetti formativi sia per le aziendecome per i consumatori;

• Istituzione al suo interno una com-missione per la conciliazione extra-giudiziale paritetica, capace di darerisposte immediate sia ai consumatoricome ai creditori ed al contempo ca-pace di portare sollievo ad un sistemagiudiziario pubblico intasato e concosti consistenti per entrambi le parti.

• Studio e proposta alle Parti di unprotocollo che garantisca standarddi qualità al settore.

• Incentivazione e promozione distudi e ricerche sul settore, con par-ticolare riguardo all’analisi dei fab-bisogni formativi.

• Attivazione di un numero verde fi-nalizzato alla corretta informazionesui diritti e sui doveri dei consuma-tori in ordine alle obbligazioni dicarattere giuridico-economico, siaquelle principali che quelle acces-sorie. In tal senso dovremo elabo-rare congiuntamente una carta deidiritti e dei doveri del consumatore,per questo specifico settore.

• Studio e proposta alle parti socialidi percorsi formativi condivisi tra lesigle firmatarie dell’Accordo sia peri lavoratori che si occupano di tute-lare i crediti mediante operazioni digestione e recupero degli stessi (ipercorsi formativi saranno finaliz-zati ad accrescerne e testarne inmodo oggettivo la professionalità)che per i cittadini in genere: stu-denti, pensionati, consumatori e la-voratori. In particolar modo, per glistudenti ed i minori di anni 18 sirealizzerà del materiale didattico di-vulgativo (lezioni multimediali,corsi con esperti, DVD, sito web te-matico, pagina sui principali socialnetwork di internet) che verrà som-

ministrato anche nelle scuole, perrendere edotti efficientemente i gio-vani - potenzialmente futuri debitori- sulle conseguenze giuridico-eco-nomiche dell’inadempimento.

• Studio e proposta alle parti socialiper l’implementazione dell’accordoin essere sulle regole deontologicherelative al recupero domiciliare deicrediti.

• Gestione del Fondo di Solidarietàcitato, per tutelare il diritto di cre-dito, finalizzato a supplire, in un ot-tica di sussidiarietà, all’insolvenzadei lavoratori causata da licenzia-mento o dal ricorso dell’azienda allostrumento della Cassa Integrazione,con conseguente contrazione dellacapacità patrimoniale dei lavoratori.Il Fondo di Garanzia, aperto a tutti isoggetti che vorranno parteciparvi,tenterà di dare concreta attuazione,senza impegno di spesa per la PA,all’art. 38 della Carta Costituzionaleche recita: “i lavoratori hanno di-ritto che siano preveduti ed assicu-rati mezzi adeguati alle loroesigenze di vita in caso di infortunio,malattia, invalidità e vecchiaia, di-soccupazione involontaria”.

Ebitec è un luogo dove è possibileconcertare insieme per il bene dei proprirappresentati, dare risposte concrete edelaborazioni comuni, anche legislative,per l’avanzamento e la qualificazione delsettore.

Adiconsum, Associazione pro-mossa dalla Cisl, ha firmato l’accordocon Unirec nella speranza e nella con-vinzione che a noi si uniscano altri sog-getti del mondo delle imprese e deiconsumatori, rappresentative e checondivideranno gli scopi e gli stru-menti che ci siamo dati.

È una splendida avventura da vi-vere insieme e sono certo che ognuno,in essa, metterà cuore e cervello.

Grazie. Il Segretario Nazionale Pietro Giordano

EBITEC

28 dossier

Page 29: OipaMagazine Dossier

EBITEC

Formazione e certificazione: la missione di EBITEC

Antonello Maria Somma

BITEC, l’Ente BilateraleNazionale per la tutela delcredito, rappresenta un mo-

dello unico fondato sull’accordo,sul dialogo e sulla trasparenza, chefa della formazione e della certifi-cazione delle aziende e degli ad-detti il suo fiore all’occhiello.

I rappresentanti di UNIREC edi ADICONSUM, hanno dato vitaallo studio, e conseguente svi-luppo, di programmi condivisi frale parti sociali attraverso i quali siconcretizza l’attività formativa diEBITEC. Lo scopo è quello di at-tuare e garantire una continua cre-scita professionale ed una diffusainformazione specifica sui dirittidei consumatori-obbligati. Tuttoquesto permetterà di valutare inmodo concreto e oggettivo sia laprofessionalità degli operatori delsettore tutela del credito sia dicreare, un’educazione a particolariproblematiche quali sovra indebi-tamento e corretto accesso al cre-dito ed ai finanziamenti persoggetti quali pensionati, consu-matori, lavoratori e studenti.Un’ottica quindi che mira ad argi-nare ex ante situazioni di creditonon ragionato.

Una innovazione assoluta è,dunque, rappresentata dal per-corso di formazione per il rilasciodella qualifica di “Operatore Tu-tela del Credito”: figura che saràprotagonista del comparto e cheidentificherà colui che farà dellatrasparenza, della conoscenzadelle norme e delle buone praticheuna filosofia di vita.

L’Ente Bilaterale promuovealtresì adeguati standard di presta-zione e qualificazione professio-nale per le aziende di tutela delcredito, rilasciando una certifica-zione alle aziende che aderisconoad un percorso di qualificazione edi trasparenza a tutela del buonnome dell’intero comparto e deiconsumatori.

Certificazione che potrà es-sere, secondo la scelta volontariadi ogni azienda, globale o degliaddetti: il marchio “EBITEC oro”e il marchio “EBITEC argento” ri-lasciati alle aziende (per la certi-ficazione globale il primo e per lacertificazione degli addetti il se-

condo) comproveranno l’elevatogrado di professionalità acquisitodalle stesse.

Il prestigioso Rapporto Italia –redatto dall’Eurispes – riporta trale eccellenze Italiane per l’anno2011 la Bilateralità ed i protocollie gli Enti che ne derivano, eccoperché i percorsi di formazione ecertificazione, frutto del continuoconfronto tra UNIREC ed ADI-CONSUM, rappresenteranno, perle imprese che mirano ad una cre-scita professionale continua e aduna informazione specifica, unobiettivo verso il quale è obbliga-torio tenere il passo.

L’attività di formazione e cer-tificazione sviluppata dagli or-gani EBITEC sulla base dellelinee guida dettate dalla Circo-lare del Ministero dell’Interno n.557/PAS/6909/12015 (1) rappre-senta la dimostrazione concretaed il risultato evidente che la Bi-lateralità, e quindi EBITEC, deli-nea la svolta decisiva nellerelazioni tra le Associazioni deiConsumatori ed il Mondo delleAssociazioni imprenditoriali na-zionali, soprattutto se vista in unalogica di Mercato Unico Euro-peo.

Concertazione e condivisionedegli obiettivi, che in un mo-mento di grave crisi economicacome quello attualmente vissutoa livello globale e mondiale, da-ranno al settore della tutela deicrediti nuova professionalità etrasparenza.

E

29dossier

UNIREC e ADICONSUM insieme per attuare e garantire una continua crescita professionale

Page 30: OipaMagazine Dossier

A cura di Martina Fusco

MORATORIA PMISiglato dal Governo il 16 febbraio l'accordo post-moratoria dei debiti delle Pmi. Quattro i punti fondamentali: proroga di sei mesi(fino al 31 luglio 2011) della moratoria per le Pmiche non ne abbiano già beneficiato; possibilità perle aziende in stato di salute di ottenere una ulterioreproroga di due o tre anni sui mutui già oggetto dimoratoria; eventuale possibilità di utilizzare stru-menti per gestire il rischio di tasso per i mutui inte-ressati all’allungamento; appositi finanziamenti perle imprese che avviano processi di rafforzamento pa-trimoniale.

AIUTI PER LE RETI D'IMPRESALa Commissione europea ha ritenuto ammissibile ilregime di agevolazioni fiscali, introdotte dall'Italiacon la legge 122 del 30 luglio, per incentivare la co-stituzione di reti d'imprese. La norma è stata giudi-cata una misura di carattere generale e non un aiutodi Stato. Il provvedimento, dal valore di 48 milioni di euro,non prevede alcuna esenzione fiscale, ma una so-spensione d'imposta che verrà semplicemente ver-sata alla fine del contratto di rete di durata triennale.

NASCE RIPRESA ITALIASostenere le Piccole e medie imprese nella fase dirilancio economico. E' questo l'obiettivo di “RipresaItalia”, l'accordo firmato a febbraio da Unicredit eRete imprese Italia.L'intesa prevede un plafond da un miliardo di euro

e una serie di interventi finanziari innovativi svilup-pati attraverso il dialogo e il confronto con le asso-ciazioni.

SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITÀDal primo aprile l’unico modo per dare il via aun’attività, che non richieda autorizzazioni da sog-getti terzi, sarà quello telematico. Sarà sufficiente laSegnalazione certificata di inizio attività (Scia) chesostituisce la Dichiarazione di inizio attività (Dia).Entro il 31 marzo i comuni sono tenuti a farsi accre-ditare dal Ministero dello Sviluppo economico nellalista degli Sportelli unici per le attività produttive(Suap). In mancanza di tale accredito gli Sportelliunici verranno provvisoriamente sostituiti dalle Ca-

mere di commercio nella funzione di ricevimento esmistamento delle pratiche ai comuni.

UNICREDIT: MUSTIER AL CIBIl Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha no-minato all’unanimità Jean Pierre Mustier a Vice Di-rettore Generale e Responsabiledella Divisione Corporate &Investment Banking, con de-correnza dal 14 marzo. L’excapo dell'Investment Ban-king di Société Générale,sostituisce Sergio Ermotti.Si completa così il nuovo as-setto di management a seguitodell'uscita a metà settembre 2010dell'ex amministratore delegato Alessandro Profumo.

INPS: VISITA FISCALE TELEMATICADopo i certificati medici trasmessi per via telema-tica, l'Inps attiverà anche la visita fiscale online.L'azienda potrà comunicare all'istante la richiestadi visita dicontrollo per ilproprio dipen-dente e l'Inpsgirerà la segna-lazione al me-dico più vicinoche si recheràdal paziente. L'introduzionedelle tecnolo-gie Ict nel set-tore sanitariopotrà far risparmiare ogni anno 12,4 miliardi dieuro, pari all'11,7% dell'intera spesa del ServizioSanitari Nazionale.

SPESOMETROIl fisco italiano dal primo maggio affianca al Reddito-metro una nuova arma contro gli evasori fiscali: lo Spe-sometro. Per qualsiasispesa superiore a 3.000euro con fattura o3.600 senza fattura ilvenditore/negoziante èobbligato per legge aregistrare il codice fi-scale dell'acquirente e acomunicare i dati dell'acquisto all'Agenzia delle en-trate.

In breve

30 dossier

Page 31: OipaMagazine Dossier
Page 32: OipaMagazine Dossier