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r o p P o s t a “La Chiesa Casa e Scuola della Comunione” DIOCESI DI PITIGLIANO-SOVANA-ORBETELLO ANNO PASTORALE 2013/2014 Quaresima 2014

ÒLa Chiesa Casa e Scuola della ComunioneÓ - Orbetello · Bruno Ferrero, 40 storie del deserto RIFLESSIONE SUL VANGELO Gesù mostra la sua identità di figlio di Dio: il suo corpo

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“ L a C h ie s a C a s a e S c u o l a de l l a C o m u n i o n e”

DIOCESI

DI

PITIGLIANO-SOVANA-ORBETELLO

ANNO PASTORALE 2013/2014

Quaresima 2014

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CAPITOLO 1

La Chiesa Casa E Scuola Della Comunione

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Il concorso diocesano 2014 vuole soffermarsi sulla riflessione intrapresa dal nostro Vescovo Guglielmo Borghetti nel Programma Pastora-le 2013-2014.

La proposta fatta ai nostri ragazzi è quella di esprimere - attraverso un video, un cortome-traggio, una presentazione ppt o delle succes-sioni di foto – come la propria comunità sia “l’attuazione concreta, storica, visibile di que-sta comunione, fatta di parole, di gesti, di strutture, di iniziative pastorali, di relazioni personali che rivelano la vitalità e l’importan-za della comunione stessa in tutti i settori del-la vita umana” (Programma Pastorale 2013-1 4 ) . Ogni elaborato deve avere come introduzione delle interviste o delle ricerche o ciò che la fan-tasia dei bambini e ragazzi con le loro catechi-ste/educatori/animatori produrrà, che dimo-

strino l’aver analizzato luoghi o persone che ricalchino il disegno di “una comunità di fra-telli, una comunità orante, apostolica, missio-naria, in cui si possa crescere nell’amore di Dio e dei fratelli, in cui si possa fare esperien-za di salvezza e di santità, in cui si riscopra la centralità delle relazioni tra tutti i membri del-l a c o m u n i t à s t e s s a ” . Naturalmente gli educatori dovranno accom-pagnare i propri ragazzi (in veste di piccoli re-porter) nella riflessione e aiutarli nel focalizza-re la loro attenzione su quei luoghi dove vi è realizzazione di questo progetto di amore pro-postoci da Gesù; tutto deve essere impostato al fine di rappresentare una vera e propria scuola di comunione in cui ognuno possa im-parare a respirare l’amore di Dio per lui e a ri-donarlo per la realizzazione del Regno di Dio fin da questa terra.

Concorso per bambini e ragazziDagli Atti degli Apostoli (4,32) “Quelli che erano venuti alla fede vivevano insieme, cioè non solo nello stesso luogo, ma in comunione, erano cioè un cuor solo e un’anima sola”.

Dal Programma Pastorale di Mons.Borghetti “Questa descrizione può e deve rappresentare l’orizzonte assoluto verso il quale muoversi, il punto di riferimento importante a cui guardare quando pensiamo e progettiamo le nostre comunità parrocchiali”.

A cura di Azione Cattolica

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Regolamento

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La partecipazione è gratuita. Gli elaborati vanno consegnati su chiavetta usb entro e non oltre il 15 Aprile 2013 e non verran-no restituiti. Il caso di elaborati video sono ammessi solo se con durata non superiore ai 3 minuti. La presidenza diocesana e i membri di equipe di Ac si impegnano a ve-nirli a ritirare in qualsiasi parrocchia della diocesi previa comunicazione per mail a [email protected].

L’elaborato deve essere accompagnato dai fogli di liberatoria per l’utilizzo delle imma-gini e di informativa per la privacy (vedi al-legato di seguito) compilati in ogni parte pe-na l’esclusione dal concorso. Gli elaborati saranno giudicati in parte da una giuria pubblica (ci sarà una sezione dedicata sul sito diocesano e sul profilo facebook del-l’Azione Cattolica Diocesana) e in parte dal-la presidenza Ac.

Il concorso avrà premiazione il primo mag-gio alla festa diocesana degli incontri. Si vince una “targa” da poter tenere in parroc-chia.

Allegato

! Azione Cattolica Diocesi di Pitigliano – Sovana - Orbetello

LIBERATORIA PER L’UTILIZZO DI IMMAGINI

Il/la sottoscritto/a:_______________________________________

nato/a a _________________________________ il _________

e residente in _____________________ Via ________________________________

n._____________ codice fiscale ____________________________________

in proprio o in qualità di genitore o persona esercente la potestà sul mino-re______________________________

autorizza la pubblicazione della propria immagine o dell’immagine del minore sopra indi-catopresentata dalla parrocchia_____________________________

per la partecipazione al concorso “LA CHIESA CASA E SCUOLA DELLA COMUNIONE” organizzato dall’Azione Cattolica Diocesana

Il/la sottoscritto/a ne vieta altresì l’uso in contesti che ne pregiudichino la dignità perso-nale e il decoro.La posa e l’utilizzo delle immagini sono da considerarsi effettuate in forma gratuita.

Luogo e data __________________________

Firma leggibile___________________________

INFORMATIVA SULLA PRIVACYAi sensi dell'art. 13 del D.Lgs 196/2003, i dati personali che la riguardano saranno tratta-ti da Azione Cattolica Diocesi di Pitigliano – Sovana - Orbetello per lo svolgimento del concorso e non saranno comunicati a terzi.

Il titolare del trattamento dei Dati è il Sig. Stefano Renzi amministratore di Azione Catto-lica Diocesi di Pitigliano Sovana Orbetello, p.za Gregorio VII , 58017 Pitigliano (GR)

Luogo e data ______________________________

Firma leggibile _____________________________

Quaresima

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A cura diCaritas Diocesana

Ufficio per la CatechesiUfficio per le cooperazioni missionarie fra le Chiese

CAPITOLO 2

I Domenica Di QuaresimaQUERESIMA

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RACCONTO: “Sorpresa tra le dune”Un uomo si era perduto nel deserto e si tra-scinava da due giorni sulla sabbia infuoca-ta. Era ormai giunto allo stremo delle for-ze. Improvvisamente vide davanti a sé un mercante di cravatte. Non aveva con sé nient'altro: solo cravatte. E cercò subito di venderne una al pover'uomo, che stava mo-rendo di sete.Con la lingua impastoiata e la gola riarsa, l'uomo gli diede del pazzo: si vende una

cravatta a uno che muore di sete? Il mer-cante alzò le spalle e continuò il suo cam-mino nel deserto.Alla sera, il viaggiatore assetato, che stri-sciava ormai sulla sabbia, alzò la testa e ri-mase allibito: era nel piazzale di un lussuo-so ristorante, con il parcheggio pieno d'au-tomobili! Una costruzione grandiosa, asso-lutamente solitaria, in pieno deserto. L'uo-mo si arrampicò a fatica fino alla porta e, sul punto di svenire, gemette:«Da bere, per pietà! ».

“Gesù digiuna per quaranta giorni ed è tentato” (Mt, 1-11)

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«Desolato, signore», rispose il compitissi-mo portiere, «qui non si può entrare sen-za cravatta».

Ci sono persone che attraversano il deser-to di questo mondo, con una sete smodata di esperienze piacevoli e bramosie di ogni tipo. Trattando da poveri pazzi quelli che cercano di presentare il Vangelo. È un messaggio così stupido nel loro deserto! Ma quando vorranno entrare nell'«Hotel del Signore», verrà loro detto: «Desolato, qui non si può entrare senza un cuore rin-novato».

Bruno Ferrero – Tante storie per parlare di Dio

RIFLESSONE SUL VANGELO Gesù volta le spalle alla ricchezza e alla po-tenza. Prende la direzione dell’amore di Dio e del prossimo.

PROPOSITO PER LA SETTIMANAScelgo di camminare con Gesù, ascoltan-do e mettendo in pratica la sua Parola.

ATTIVITA’Scrivi un tuo proposito personale sul peta-lo di cartoncino colorato che ti daranno i catechisti e attaccalo sul FIORE DELLA QUARESIMA (In allegato alla fine del ca-pitolo).

– Quanti Paesi compongono il continente asiatico?– Quante religioni vi vengono professate?– Qual è la differenza tra l’elefante asiati-co e l’elefante africano?– Cos’è il sushi?

LO SAPEVI CHE?• Karnataka-INDIA: sono vietati i cellulari ai minori di 16 anni• PAKISTAN: le bambine sono costrette a sposarsi• AFGHANISTAN: i bambini vengono usa-ti come kamikaze

Prega per il continente asiatico per-ché nessuno sia obbligato a fare di-giuno di libertà.

Analisi del contesto (Osservazione e Ascolto) - C’è una Caritas nella tua parrocchia? - Ci sono altre associazioni di volontariato nel tuo paese? - Quali sono i loro compiti?Raccogliamo informazioni per conoscere meglio il nostro territorio.

II Domenica Di QuaresimaQUERESIMA

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“Il suo volto brillò come il sole” (Mt 17,1-9)

RACCONTO:

“La lampada del minatore” Un uomo scendeva ogni giorno nelle viscere della terra a scavare sale. Portava con sé il piccone e una lampada. Una sera, mentre tornava verso la superficie, in una galleria tor-tuosa e scomoda, la lampada gli cadde di mano e si infranse sul suolo. A tutta prima, il mi-natore ne fu quasi contento: «Finalmente! Non ne potevo più di questa lampada. Dovevo portarla sempre con me, fare attenzione a dove la mettevo, pensare a lei anche durante il lavoro. Adesso ho un ingombro di meno. Mi sento molto più libero! E poi... Faccio questa strada da anni, non posso certo perdermi!». Ma la strada ben presto lo tradì. Al buio era tutta un'altra cosa. Fece alcuni passi, ma urtò contro una parete. Si meravigliò: non era quella la galleria giusta? Come aveva fatto a sbagliarsi così presto? Tentò di tornare indie-tro, ma finì sulla riva del laghetto che raccoglieva le acque di scolo. «Non è molto profondo», pensò, «ma se ci fi-nisco dentro, così al buio, annegherò di certo». Si gettò a terra e cominciò a camminare carponi. Si ferì le mani e le ginocchia. Gli vennero le lacrime agli occhi quando si accorse che in realtà era riuscito a fare solo pochi metri e si ritrovava sempre al punto di partenza. E gli venne un'infinita no-stalgia della sua lampada. Attese umi-liato che qualcuno scendesse per veni-re a cercarlo e lo portasse su facen-

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dogli strada con qualche mozzicone di can-dela.

Bruno Ferrero, 40 storie del deserto

RIFLESSIONE SUL VANGELOGesù mostra la sua identità di figlio di Dio: il suo corpo risplende come il sole.

PROPOSITO PER LA SETTIMANAMi impegno a sostare almeno un minuto al giorno in silenzio, ringraziando Gesù per avermi amato.

ATTIVITA’Scrivi un tuo proposito personale sul peta-lo di cartoncino colorato che ti daranno i catechisti e attaccalo sul FIORE DELLA QUARESIMA.

– Perché quando muore un anziano si fa festa per tre giorni?– Qual è la differenza tra Bongos e Djem-bé?– Cosa vi viene in mente se sentite dire “Cous Cous?”

LO SAPEVI CHE?• SUDAN: i ragazzi sono chiamati alle ar-mi molto giovani• REPUBBLICA CENTRAFRICANA: è il 12° produttore mondiale di diamanti• REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: molti bambini vengono chiamati “stregoni”

Prega per il continente africano per-ché la luce di Gesù illumini il cuore dei governanti come il sole illumina e riscalda quelle terre.

Individuazione destinatari (Osserva-zione e Ascolto)- Chi sono le persone che chiedono aiuto? - Quali aiuti chiedono alla Caritas parroc-chiale?Raccogliamo informazioni per conoscere meglio il nostro territorio.

III Domenica Di QuaresimaQUERESIMA

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“L’acqua che io darò… diventerà sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 13-15)

RACCONTO

“Dio nel pozzo”Una comitiva di zingari si fermò al pozzo di un cascinale. Un bambino di circa cinque an-ni uscì nel cortile, osservandoli ad occhi sgranati. Uno zingaro in particolare lo affascina-va, un pezzo d'uomo che aveva attinto un secchio d'acqua dal pozzo e stava lì, a gambe lar-ghe, bevendo. Un filo d'acqua gli scorreva giù per la barba di fuoco, corta e folta, e con le mani forti si reggeva il grosso secchio di legno alle labbra come se fosse stata una tazza.Finito che ebbe, si tolse la fusciacca multicolore e con quella si asciugò la faccia. Poi si chi-nò e scrutò in fondo al pozzo. Incuriosito, il bambino si alzò in punta di piedi per cercare

di vedere oltre l'orlo del pozzo che cosa stesse guar-d a n d o l o z i n g a r o .Il gigante si accorse del bambino e sorridendo lo sollevò da terra tra le brac-c i a ."Sai chi ci sta laggiù?", chie-se. Il bambino scosse il ca-p o ." C i s t a D i o " , d i s s e ."Guarda!", aggiunse lo zin-garo e tenne il bambino sul-l'orlo del pozzo. Là, nell'ac-qua ferma come uno spec-

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chio, il bambino vide riflessa la propria im-m a g i n e . " M a q u e l l o s o n o i o ! " ."Ah!", esclamò lo zingaro, rimettendolo con dolcezza a terra. "Ora sai dove sta Dio”.

Aquino

RIFLESSIONE SUL VANGELOGesù ci dona l’acqua della vita eterna.

PROPOSITO PER LA SETTIMANA Prego il Signore così: ”Ciò che ci dici, Si-gnore, è come l’acqua fresca e pura”.

ATTIVITA’ Scrivi un tuo proposito personale sul peta-lo di cartoncino colorato che ti daranno i catechisti e attaccalo sul FIORE DELLA QUARESIMA.

– Quali Paesi attuali formavano la vecchia Jugoslavia?– E conosci la storia dell’area russa?

LO SAPEVI CHE?• DANIMARCA: è la Nazione che sfrutta maggiormente l'energia del vento

• ITALIA: numerosi bambini e ragazzi sof-frono di solitudine• ISLANDA: non esistono veri e propri co-gnomi, ma ogni persona si chiama con il nome del padre, seguito da *son* se è ma-schio e da *dottir* se è femmina

Prega per il continente europeo per-ché sia sempre terra di unione e ac-coglienza e mai di divisione.

Definizione obiettivi (Riflessione)- Cosa possiamo fare noi per aiutare chi è bisognoso nella nostra parrocchia, nel pae-se vicino a noi o nel mondo, lontano da noi? Progettiamo.

IV Domenica Di QuaresimaQUERESIMA

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“Andò, si lavò e tornò che ci vedeva” (Gv 9,1-41)

RACCONTO: “Il semaforo”La nonna entrò in Chiesa tenendo per mano il nipotino. Cercò con lo sguardo il lumino rosso che segnalava il tabernacolo del Santissimo. Si inginocchiò e cominciò a pregare. Il bambino girava gli occhi dalla nonna al lumino rosso, dal lumino rosso alla nonna. Ad un certo punto sbottò: “Ehi, nonna! Quando viene verde usciamo?”.   Quel lumino non diventerà mai verde. Continua a ripetere senza posa: “Fermati!”. Que-sta è la roccia. L’unica roccia vera a cui gli esseri umani possono ancorarsi. L’unica sosta che dà un vero riposo: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi e io vi ristorerò”. L’unica predica di Gesù: “Convertitevi perché il Regno di Dio è arrivato in mezzo a voi”. E’ in mezzo a noi. Ma quanti se ne accorgono?

Bruno Ferrero

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RIFLESSIONE SUL VANGELOGesù ci illumina come il sole, rischiara le nostre tenebre.

PROPOSITO PER LA SETTIMANA“Signore, apri i miei occhi e il mio cuore, per vedere e comprendere meglio chi sof-fre e chi è triste”.

ATTIVITA’Scrivi un tuo proposito personale sul peta-lo di cartoncino colorato che ti daranno i catechisti e attaccalo sul FIORE DELLA QUARESIMA.

– Come si chiamano gli abitanti delle Isole Cook?– Cos’è la Linea Internazionale del Cam-biamento di Data?

LO SAPEVI CHE?• PAPUA NUOVA GUINEA: il gioco prefe-rito dei ragazzi è il tiro con l’arco.• AVARUA (Isole Cook): la domenica la cattedrale non riesce a contenere tutti i fe-deli.• AUSTRALIA: ci si saluta dicendo sempli-cemente hi, senza darsi la mano né baciar-si.

Prega per l’Oceania perché ogni per-sona impari a guardare il mondo con gli occhi di Gesù.

Costruzione programma di attività (Azione)Realizziamo il nostro piccolo progetto di servizio di Carità, provando a chiedere la collaborazione della parrocchia, della Cari-tas parrocchiale o alle associazioni di vo-lontariato presenti nel nostro paese. Ad esempio raccogliamo dei fondi per un pro-getto promosso dalla Caritas ai bambini più bisognosi del nostro territorio, o un progetto promosso dalla parrocchia per un adozione a distanza di bambini meno fortunati; facciamo un pacco spesa da por-tare in parrocchia o alla Caritas parroc-chiale per le famiglie che chiedono un so-stegno…

Come proposta di Caritas Diocesana per un azione concreta si suggerisce di ritira-re presso la propria parrocchia il salvada-naio per raccogliere i fondi destinati alla Quaresima di Carità.

V Domenica Di QuaresimaQUERESIMA

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“Io sono la risurrezione e la vita” (Gv 11,1-45)

RACCONTO:

“Chi ci pensa” Due pesci rossi vivevano in un vaso di vetro. Nuotando pigramente in tondo avevano an-che tempo per  filosofare. Un giorno un pesce chiese all'altro: "Tu credi in Dio?" "Certo!" "E come fai a saperlo?" "Chi credi che ci cambi l'acqua, tutti i giorni?"La vita scorre dentro di noi come un fiume tranquillo ed è un miracolo.Ma facciamo l'abitudine anche ai miracoli. Ogni giorno è un dono tutto nuovo, una pagi-na bianca da scrivere. Dio ci cambia l'acqua tutti i giorni. Dio non muore il giorno in cui cessiamo di credere in una divinità personale, ma noi moriamo il giorno in cui la nostra vita cessa di essere illuminata dalla radiosità costante, e rinnovata giorno per giorno, da un miracolo la cui origine è al di là di ogni ragione.

Bruno Ferrero

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RIFLESSIONE SUL VANGELOGesù ci libera dalla morte, è il messaggio della Pasqua!

PROPOSITO PER LA SETTIMANA“Signore, tu mi liberi dal male, tu sei il mio Salvatore”.

ATTIVITA’Scrivi un tuo proposito personale sul peta-lo di cartoncino colorato che ti daranno i catechisti e attaccalo sul FIORE DELLA QUARESIMA.

– Quali popolazioni erano presenti in Ame-rica prima dell’arrivo di Cristoforo Colom-bo?– Come si chiama il dittatore più famoso dell’Isola di Cuba?– Andate a cercare su internet un video del rodeo cileno.

LO SAPEVI CHE?• USA: sono sempre più numerosi i rifor-matori dove vengono rinchiusi baby delin-quenti.• COLOMBIA: è uno dei Paesi più ricchi dell’America Latina per i prodotti dell’agri-coltura e del sottosuolo, ma la maggior par-

te della popolazione vive nella povertà o nella miseria.• AMERICA DEL NORD: 1 bambino su 5 ha seri problemi di obesità

Prega per il continente americano perché la vita abbia la stessa digni-tà per tutti.

Verifica (Ascolto, Osservazione, Ri-flessione)Facciamo una verifica, all’interno del no-stro gruppo, sul lavoro svolto in questo tempo di quaresima: adesso che siamo a conoscenza che nella nostra parrocchia, nel nostro paese e nel mondo ci sono bam-bini e famiglie che hanno bisogno di aiuto e che ci sono persone che tutti i giorni at-traverso la parrocchia o le associazioni le sostengono, anche noi possiamo fare la no-stra parte.Come possiamo fare affinché in questa fa-miglia non ci sia nessuno che soffre per mancanza del necessario? Cosa possiamo fare per continuare a collaborare insieme nel servizio della carità per amare Dio e per amare il prossimo?

Ogni settimana incolla il petalo con il proposito scritto, ogni petalo gigante cor-risponde ad una settimana di Quaresima. Incolla il fiore così ultimato su un cartoncino e ritaglialo. Per ultimo fissa il fiore ad un bastoncino.

FIORE DELLA QUARESIMA

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La Chiesa Casa E Scuola Della ComunioneCAPITOLO 3

A cura di Azione Cattolica

Week-end Di Spiritualità Di QuaresimaPADRE NOSTRO

per i ragazzi dai 12 ai 14 anni

INTRODUZIONELa proposta di spiritualità del tempo di Quaresima, rivolta ai ragazzi dai 12 ai 14 anni si sviluppa su due giorni: può essere una proposta parrocchiale o ove possibi-le, anche vicariale. Attraverso di essa si vuole offrire ai ragazzi un tempo prolun-gato per costruire quel «rapporto perso-nale di amicizia e di fiducia con il Signo-re Gesù1». E’ un tempo in cui la Parola di Dio svela a ciascuno il proprio vero volto. Nel suo essere spezzata non solo per il singolo ma per tutta la comunità cristia-na, essa si mostra quale canale privilegia-to per rendere manifesto il progetto che Dio ha sull’umanità: fare di tutto il gene-re umano il suo unico popolo. Il brano proposto per la riflessione di questi due giorni invita i ragazzi a con-frontarsi con la preghiera che Gesù stes-so insegna ai suoi discepoli: il Padre no-stro.Questa pagina del vangelo di Matteo, è l’immediata continuazione della procla-mazione delle Beatitudini. Matteo ripor-ta il testo del Padre nostro in una sezione che ha lo scopo di correggere le deviazio-

ni di chi pensa di sapere come e perché pregare. Il problema che solleva dunque non è tanto se pregare ma come farlo. Co-me la folla che ascolta la voce del Mae-stro, allo stesso modo si vuole offrire ai ragazzi la possibilità di mettersi in ascol-to della Parola, accompagnandoli a com-prendere la differenza fra “le preghiere”, talvolta scambiate per poesie da recitare a memoria, e “la preghiera” come atto di fiducia, di relazione intima con Dio, di conversione profonda. In questo week-end di spiritualità, le parole del Padre No-stro, che i ragazzi conoscono fin da picco-lissimi e che spesso sono date per sconta-te, assumeranno allora un nuovo signifi-cato per tornare ad essere pronunciate con rinnovata consapevolezza.La riflessione sul brano si articola nelle due giornate del week-end.- Nel primo giorno, dedicato alla prima parte del brano, i ragazzi si interrogano sul loro bisogno di comunicare con Dio e sul modo con il quale si rivolgono a lui. Si soffermano poi sulla gratuità con la quale Dio ci ha eletti suoi figli e ci invita a rivolgerci a lui chiamandolo PADRE.

sul brano Mt 6,9-13

1 ACI, Sentieri di speranza. Linee guida per gli itinerari formativi, Roma 2007, p. 14.

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- - Nel secondo giorno, ci si sofferma in-vece su quel “NOSTRO” che troppo spesso pronunciamo senza percepirne la reale portata. La proposta del week-end è dunque indirizzata a scoprire an-che il valore ecclesiale della preghiera. E’ proprio quel “nostro” che ci richiama al tempo liturgico che viviamo – la Qua-resima - ricordandoci la comune reden-zione che abbiamo trovato nella morte e risurrezione di Cristo (Rm 8,17: figli e coeredi). Come Gesù che dalla croce consegna il suo Spirito nelle braccia del Padre, allo stesso modo siamo invitati, attraverso questa preghiera, a maturare quella fiducia incondizionata in Dio che “sa di cosa abbiamo bisogno prima an-cora che glielo chiediamo” (cfr. Mt 6,8).

- Per aiutare i ragazzi a vivere al meglio questa esperienza, è bene aiutarli a com-prenderne l’importanza fin dal primo invito. E’ bene scongiurare il rischio che il week-end venga scambiato per un campo scuola e che il contatto con la Pa-rola e i momenti di silenzio che lo carat-terizzano, costituiscano una delusione invece che una scoperta. Per questo mo-tivo è consigliabile condividere fin da subito le modalità e i tempi in cui si arti-cola il week-end, consegnando ai ragaz-zi il programma. Il rispetto dei tempi e del tempo è una responsabilità che cia-scuno è chiamato ad assumere per aver cura di sé e dei propri compagni.

Ci sono poi delle disposizioni del corpo e dell’anima che caratterizzano questa esperienza e che è importante impegnar-si a vivere. Consegnate ai ragazzi assieme al programma, fra le indicazioni necessa-rie per trascorrere un week-end davvero indimenticabile, esse possono essere ar-ricchite – in un apposito spazio – dai ra-gazzi stessi con uno o più atteggiamenti ritenuti utili per vivere al meglio il week-end.Si può in tal senso prendere spunto dal testo seguente:- silenzio. Non è facile oggi stare davvero in silenzio. Quello che vi viene proposto è proprio la possibilità di fare silenzio in-torno a voi e dentro il vostro cuore, di mettere in stand-by le tante cose che riempiono la vita di ogni giorno: i pensie-ri, la musica, il telefonino, la TV. - ascolto. Questa esperienza darà uno spazio importante all'ascolto della Parola di Dio e di quello che suggerisce alla vo-stra vita. Impareremo allora non solo ad ascoltare con le orecchie ma anche con l'atteggiamento del corpo e della mente.- condivisione. E’ importante condivide-re con gli altri le scoperte che farete in questi giorni, arrivando così a capire che è possibile parlare con gli amici non solo delle esperienze di tutti i giorni, ma an-che di quelle più profonde, che riguarda-no la vita interiore ed il rapporto con Dio. Scoprirete un volto delle persone

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che vi sono accanto che forse non cono-scevate e con esso tanti aspetti di quel quotidiano assumeranno luce diversa.Per aiutare i ragazzi a vivere il silenzio, si prepara uno spazio in cui ciascuno è invi-tato a riporre il proprio cellulare e gli al-tri dispositivi elettronici che possono cau-sare distrazioni. Tutti insieme, program-mi del week-end alla mano, si concorda-no i momenti in cui è possibile utilizzarli. All’interno della proposta è poi fonda-mentale prevedere un tempo in cui offri-re ai ragazzi la possibilità di vivere dei colloqui spirituali con un sacerdote, un religioso ecc. In questo spazio, non neces-sariamente dedicato alla celebrazione del sacramento della riconciliazione, i ragaz-zi possono scoprire la bellezza del con-fronto con una guida adulta nella fede, che li aiuta a fare verità su sé stessi e a scorgere la presenza del Signore nella lo-ro storia. E’ il primo passo per comincia-re, insieme, a scrivere la propria regola di vita.

ICONA BIBLICA (Mt 6,9-13)

9Voi dunque pregate così:Padre nostro che sei nei cieli,sia santificato il tuo nome,10venga il tuo regno,sia fatta la tua volontà,come in cielo così in terra.11Dacci oggi il nostro pane quotidiano,12e rimetti a noi i nostri debiticome anche noi li rimettiamo ai nostri de-bitori,13e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

!

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PRIMO GIORNO “Padre…” (Mt 6, 9-10)

COSA DICE LA PAROLA

ENTRO NEL CONTESTO - accoglienza e ambientazione“Tu, quando preghi, entra nella tua camera…” (Mt 6,6)

Una delle premesse che Gesù fa al Padre Nostro riguarda il luogo in cui si svolge la pre-ghiera. L’invito a entrare nella propria camera non vuole rappresentare infatti un moti-vo di isolamento, la legittimazione di una preghiera estranea alla vita della comunità. Esso richiama piuttosto a quella dimensione di familiarità che leghiamo a questo am-biente, il posto in cui lasciamo entrare solo le persone a noi care: con la camera si in-tende allora quell’intimità del cuore, quell’interiorità profonda dalla quale scaturisce la sola preghiera autentica. All’inizio del week-end si invitano i ragazzi a “entrare nella propria camera”, richiaman-do il senso di questo versetto. Negli incontri precedenti al week-end, fra le note tecniche dell’iscrizione, con un sms prima di partire o semplicemente ricordandolo a voce, l’educatore ha avuto cura di chiedere ai ragazzi di portare con sé un video o una foto della propria stanza assieme ad un oggetto che custodiscono in essa. Ciascuno raggiunge dunque il luogo in cui si svolge la due giorni portando con sé tale materiale. In questa fase di accoglienza, insie-me alla presentazione degli oggetti, ciascun ragazzo è invitato a presentare se stesso, le proprie motivazioni ed aspettative riguardo all’esperienza. Alcune domande per favori-re questa condivisione possono essere:• nella mia camera c’è uno spazio vuoto in cui aggiungere un oggetto che rappresenta questa esperienza?• Cosa mi aspetto di aggiungere? Cosa dovrebbe rappresentare questo oggetto?Quando i ragazzi hanno terminato la propria presentazione ricevono il programma del week end e gli atteggiamenti essenziali già descritti nell’introduzione di questa propo-sta. Si raggiunge quindi l’ambiente in cui viene proclamata la Parola. La stanza è allesti-ta in modo tale che il libro della Parola sia centrale e visibile a tutti. Una lampada da accendere nel momento della proclamazione, una pianta o dei fiori possono essere usa-ti per abbellire il tutto. La stanza non presenta altri particolari allestimenti. Sono infat-ti proprio i ragazzi, con gli oggetti portati dalle proprie camere, che la allestiscono e la rendono più accogliente, simile alle loro camere ma comunque idonea all’esercizio del-l’interiorità e della ricerca di Dio.

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LEGGOIl momento della proclamazione della Parola av-viene all’interno di una breve celebrazione.

SALUTO DEL CELEBRANTE

Canto di invocazione allo Spirito

Salmo 139Signore, tu mi scruti e mi conosci,tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,intendi da lontano i miei pensieri,osservi il mio cammino e il mio riposo,ti sono note tutte le mie vie.

La mia parola non è ancora sulla linguaed ecco, Signore, già la conosci tutta.Alle spalle e di fronte mi circondie poni su di me la tua mano.Meravigliosa per me la tua conoscenza,troppo alta, per me inaccessibile.

Dove andare lontano dal tuo spirito?Dove fuggire dalla tua presenza?Se salgo in cielo, là tu sei;se scendo negli inferi, eccoti.Se prendo le ali dell'auroraper abitare all'estremità del mare,anche là mi guida la tua manoe mi afferra la tua destra.

Se dico: "Almeno le tenebre mi avvolga-noe la luce intorno a me sia notte",

nemmeno le tenebre per te sono tenebree la notte è luminosa come il giorno;per te le tenebre sono come luce.

Io ti rendo grazie:hai fatto di me una meraviglia stupenda;meravigliose sono le tue opere,le riconosce pienamente l'anima mia.

Non ti erano nascoste le mie ossaquando venivo formato nel segreto,ricamato nelle profondità della terra.

Gloria al Padre.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,9-13)

CAPISCOIn questa fase si può chiedere ai ragazzi riuniti in gruppo se nel riascoltare con at-tenzione una preghiera che conoscono da sempre, abbiano rilevato nei versetti di riferimento della giornata (Mt 6, 9-10) dei passaggi che sono sembrati poco chia-ri. L’attenzione può essere rivolta anche a delle parole che appaiono “nuove”, o che leggono per la prima volta con un si-gnificato nuovo. I passi e le parole indivi-duate vengono cerchiate sul foglio con co-lori diversi a seconda dell’aspetto posto in evidenza:• rosso – parole/versetti che risultano dif-ficili da comprendere;

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• blu - parole/versetti di cui non si erano accorti finora;• verde – parole/versetti a cui pensano di poter attribuire un significato nuovo.In un secondo momento, singolarmente, possono rispondere alle seguenti doman-de:• Chi sono i “personaggi” del brano? (fi-glio/padre)• Cosa fanno?• Cosa dicono?• Che tipo di rapporto c’è fra i due “perso-naggi”?• Come si rivolge l’uno all’altro? (con il TU!)• Quale è il sentimento che anima questo dialogo? Un breve momento di condivisione può quindi essere utile per fare partecipi i compagni di gruppo delle novità scoper-te e dei dubbi suscitati dalla lettura.MEDITAZIONE GUIDATAPer un approfondimento sul brano bibli-co si suggerisce la consultazione di S.Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Matteo, Bologna 2007, pp. 92-96.

Si forniscono, di seguito, alcuni spunti per chi guida la meditazione:

PADRECi sono tantissimi appellativi con cui ci si riferisce a Dio; Gesù sceglie proprio que-

sto perché l’immagine che ci vuole affida-re è quella di un Dio amorevole come un P a d r e . Da questo confronto e dalla scoperta che Dio ci chiede di chiamarlo “padre”, nasce la lode per il suo nome, che chiude il ver-setto 9.Per una meditazione che favorisca l’at-tenzione dei ragazzi e sia al contempo più coinvolgente si possono proiettare (o eventualmente solo elencare nel corso della meditazione) una serie di immagi-ni insieme ad un elenco di appellativi con i quali si rappresenta o ci si riferisce a Dio. Si invitano i ragazzi a esprimersi su questi nomi/immagini e a scegliere quello che maggiormente identifica la propria rappresentazione di Dio.

TUO/TUAIn questa prima parte del brano gli agget-tivi sono tutti alla seconda persona. è im-portante fare un confronto con il nostro modo di pregare, in cui prevale la parola mio (si avverino i miei desideri, sia fatta la mia volontà). Gesù ci chiede di affidar-ci, di abbandonarci completamente nelle mani del Padre: è quello che da piccoli facciamo con i nostri genitori, certi che conoscano il meglio per noi!

REGNO e VOLONTA’Se il Regno è quello di Dio, allora è im-portante chiarirsi le idee su cosa sia. Se

perdiamo di vista questo grande obietti-vo che è di tutti i fedeli, corriamo il ri-schio di non sapere per cosa stiamo pre-gando. «Credo che questo sguardo sulla Gerusa-lemme celeste sia molto importante per ciascuno di noi; quando perdiamo di vi-sta questa pienezza del regno di Dio, lavo-riamo su piccoli segmenti di cui alcuni ci piacciono, altri no. E siamo spesso smar-riti. Invece se si guarda al tempo come a quella realtà della quale si compie il dise-gno di salvezza di Dio sull’umanità, allo-ra si lavora volentieri e si dà volentieri tutto per questo»2.

COSA DICE A ME

MEDITO LA PAROLAViene lasciato a disposizione dei ragazzi uno spazio di silenzio per ripercorrere idealmente quanto ascoltato e lasciarsi provocare da alcuni interrogativi. È im-portante sottolineare che la pista di do-mande loro affidata non è un questiona-rio da compilare pedantemente, ma uno strumento messo a loro disposizione per aiutarli a illuminare la loro vita attraver-so la Parola. Ciascuno è libero di tratte-nersi maggiormente su un versetto, se sente che in quelle parole Dio gli sta par-lando.

La prima indicazione da dare è quella di vivere questo momento “nella propria ca-mera”, cercando cioè un luogo che favori-sca il dialogo con il Signore. Deve essere un luogo silenzioso, privo di distrazioni, in cui si sentano a loro agio. Chi lo deside-ra può trattenersi anche nell’ambiente in cui ha ascoltato la Parola.

Entra nella tua camera. Gesù mi chiede di porre in dialogo con lui la parte più profonda di me, quella parte migliore che lui conosce bene ed ama davvero.- So “mettere il mio cuore” quando prego insieme agli altri, nel gruppo, in chiesa ed in qualsiasi occasione? Oppure indos-so una maschera di circostanza per non scoprirmi troppo, per non mostrare le mie debolezze? Dove mi colloco fra gli estremi “di chi prega per mettersi in mo-stra” e “di chi sminuisce il valore della preghiera per sembrare un duro”?

Padre nostro. Dio mi chiede di chiamar-lo padre. - Che effetto mi fa pensare che Dio mi chiede di rivolgermi a lui in questo modo?- Sento il bisogno di parlare con Dio? Di chiamarlo “Papà”? Di trovare dei momen-ti per stare da solo con lui?- Con quali parole mi rivolgo a lui?- Nella vita di tutti i giorni mi sento suo

2 C. M. MARTINI, Parole per vivere, Milano 2010, p. 20.

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figlio? In che modo cambia il mio rappor-to con gli altri, con i miei fratelli?Che sei nei cieli. - Quando sento Dio lontano? Quando lo sento vicino?

Venga il tuo regno. C’è una promessa di gioia piena che si comincia a costruire qui ed ora.- Il mio sogno assomiglia al sogno di Dio? Quali punti in comune, quali in di-saccordo?- Cosa faccio per aiutare mio Padre a rea-lizzare il suo regno, la sua volontà?

Sia fatta la tua volontà.- Mi fido di lui? Credo che la sua volontà sia rivolta al bene anche quando non s e m b r a c o s ì ?- Gesù parla della volontà del Padre nel Getsemani, alla vigilia della sua passio-ne. Quali sono le “mie” croci? Cosa signi-fica essere disposti ad accettare/abbrac-ciare la croce? Quale atteggiamento ho di fronte alle “croci” che spesso incontro nel mio cammino?

COSA DICO IO

CONDIVIDO

Al termine della meditazione personale ciascun ragazzo descrive sul proprio qua-derno spirituale (cfr. la proposta del riti-ro) la propria immagine di Dio, così co-

me da sempre se lo è figurato. Se si prefe-risce l’immagine può concretizzarsi in un’opera d’arte – concreta o astratta - o in un oggetto particolare che i ragazzi possono poi portare a casa e riporre in ca-mera. La riflessione e le provocazioni contenute in Tutto in regola alla parola cercare, possono essere utili per comple-tare l’immagine descritta. Dove cerco il Dio che ho rappresentato così? Cosa fac-cio per farmi trovare da Lui? Cosa mi im-pegno a fare?Per la verifica dell’esperienza di deserto si utilizzi poi anche la seguente tecnica. Viene fornita ai ragazzi una striscia a fu-metti – da attaccare al proprio quaderno spirituale - che rappresenta il dialogo di due persone, un padre ed un figlio, artico-lata in quattro vignette. Nella prima en-trambi i personaggi parlano, nella secon-da parla solo il figlio, nella terza solo il padre e nell’ultima entrambi: attraverso questo dialogo possono dunque racconta-re e descrivere la loro esperienza di pre-ghiera.Successivamente i ragazzi si ritrovano in gruppo e, guidati dall’educatore, condivi-dono quanto sperimentato nel momento di deserto, riportano se e dove hanno avuto delle difficoltà e se è stata un’espe-rienza piacevole il rimanere un po’ “in di-sparte” con la Parola.

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Nella condivisione possono aiutarsi rac-contando o mostrando agli altri l’immagi-ne di Dio e/o la striscia di fumetti che hanno elaborato. È bene incoraggiare i ragazzi a condividere la propria esperien-za perché in questo modo la loro riflessio-ne si arricchisce in profondità e spessore e può trovare nel dialogo con l’altro un motivo di crescita nella fede.

CELEBRAZIONE SERALELa celebrazione serale chiude idealmen-te la prima giornatla prima giornata del week-end e ne introduce quella suc-cessiva. Dalla consapevolezza di essere figli e di poterci rivolgere a Dio chiaman-dolo «Padre», alla scoperta di essere fra-telli uniti in Cristo, che si nutrono dello stesso pane. E’ per questa ragione che la celebrazione proposta è un’adorazione eucaristica.

«Eredi di Dio, coeredi in Cristo» (Rm 8,17)

CANTO

SALUTO DI CHI PRESIEDE LA LITURGIAP. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.T. Amen

P. Il Dio della speranza che ci riempie di ogni gioia e consolazione sia con tutti voi.T. E con il tuo spirito

ORAZIONEP. Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo,nato da Maria Vergine, crocifisso e risor-to,presente in questo santo sacramentoe fa' che attinga da questa sorgente di ogni graziafrutti di salvezza eterna.Per Cristo nostro Signore. T. Amen.

ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO

BREVE SILENZIO

Dalla Lettera di S. Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,14-17)Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, co-eredi di Cristo, se davvero prendiamo

28 J.H.Newman, Effonda ovunque il tuo profumo.

parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

PREGHIERA DI ADORAZIONE3La preghiera d’adorazione è intervallata da un canto. Si suggerisce di utilizzare un CANONE co-sì da poterlo ripetere più volte senza doverne se-guire il testo.

Gesù, aiutami a diffondere ovunqueil tuo profumo, ovunque io passi.Inonda la mia anima del tuo Spiritoe della tua vita.Invadimi completamente efatti maestro di tutto il mio essereperché la mia vitasia un'emanazione della tua.

CANONE

Illumina servendoti di mee prendi possesso di me a tal puntoche ogni persona che accostopossa sentire la tua presenza in me.Guardandomi, non sia io a essere visto,ma tu in me.

CANONE

Rimani in me.Allora risplenderò del tuo splendoree potrò fare da luce per gli altri.Ma questa luce avrà la sua sorgenteunicamente in te, Gesù,e non ne verrà da meneppure il più piccolo raggio:sarai tu a illuminare gli altriservendoti di me.

CANONE

Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,che illumini gli altri attorno a me:io non predichi a parolema con l'esempio,attraverso lo slancio delle mie azioni,con lo sfolgorare visibile dell'amoreche il mio cuore riceve da te.Amen.

L’adorazione prosegue con le intenzioni di pre-ghiera dei ragazzi, intervallate dal canone.

PADRE NOSTRO

ORAZIONEP. O Padre, che nella morte e risurrezio-ne del tuo Figliohai redento tutti gli uomini,custodisci in noi l'opera della tua miseri-cordia,perché nell'assidua celebrazionedel mistero pasqualericeviamo i frutti della nostra salvezza.Per Cristo nostro Signore.Amen.

BENEDIZIONE EUCARISTICA E REPOSI-ZIONE

GESTO: Prima del congedo, ciascuno recan-dosi davanti all’altare, compie il segno di cro-ce con l’acqua benedetta in memoria del dono del battesimo attraverso il quale abbiamo ri-cevuto la dignità di figli di Dio, fratelli e co-eredi in Cristo Gesù.

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ORAZIONEP. Padre santo, sorgente di ogni benedi-zione,   volgi il tuo sguardo su di noi  redenti dal tuo Figlio  e rinati dall'acqua e dallo Spirito  mediante il Battesimo;  fa' che aspersi con quest'acqua benedet-ta,  ci rinnoviamo nel corpo e nell'anima,  per renderti un servizio puro e santo.A te lode e gloria nei secoli.Per Cristo nostro Signore. Amen.

CANTO

SECONDO GIORNO “…nostro” (Mt 6, 11-13)

PREGHIERA DEL MATTINO

P. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.T. AmenP. Il Dio della speranza che ci riempie di ogni gioia e consolazione sia con tutti voi.T. E con il tuo spirito

CANTO

Salmo 22,23-27Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,ti loderò in mezzo all'assemblea.Lodate il Signore, voi suoi fedeli,gli dia gloria tutta la discendenza di Gia-cobbe,lo tema tutta la discendenza d'Israele;

perché egli non ha disprezzatoné disdegnato l'afflizione del povero,il proprio volto non gli ha nascostoma ha ascoltato il suo grido di aiuto.

Da te la mia lode nella grande assem-blea;scioglierò i miei voti davanti ai suoi fede-li.

I poveri mangeranno e saranno saziati,loderanno il Signore quanti lo cercano;il vostro cuore viva per sempre!

Lettura breve (Gal 3,26-29)26Tutti voi infatti siete figli di Dio me-diante la fede in Cristo Gesù,  27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. 28Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. 29Se appartene-te a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

P. La mia preghiera giunga a te SignoreT. Rendimi saggio con la tua Parola

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COSA DICE LA PAROLA

ENTRO NEL CONTESTO - AmbientazionePrima di entrare nella stanza in cui si svolge la meditazione i ragazzi incrociano un grande cartellone-provocazione dove viene presentata l’immagine di un distributore au-tomatico (inserisci la moneta e si esaudisce la preghiera). Sotto l’immagine è riportata la domanda: “è questa la tua idea di Dio?”. Come ulteriori stimoli alla discussione si tengano poi in considerazione gli aspetti seguenti:- un distributore automatico soddisfa un bisogno strettamente individuale. Le quanti-tà dei prodotti sono pensate per un singolo, non certo per essere condivise;- un distributore automatico soddisfa un bisogno momentaneo, non sostituisce il pa-sto che invece viene solo rimandato;- un distributore automatico risponde alla fame con ciò che tu desideri non con ciò di cui tu hai bisogno.Dopo un breve momento di confronto, i ragazzi scrivono sul cartellone i momenti in cui la loro idea di Dio corrisponde a quella del distributore, quindi si avviano verso il luogo in cui viene proclamata la Parola.

PREGHIAMO INSIEME:All’inizio di questo nuovo giorno, rivolgia-moci con fiducia e speranza alla fonte del-la nostra gioia.Beato chi siede alla mensa del tuo re-gno, Signore.

Signore, che hai creato il cielo e la terra, - insegnaci a chiamarti Padre sentendo-ci pienamente tuoi figli. Cristo, che ti sei fatto pane per la nostra salvezza- aiutaci a offrirci ai nostri fratelli come hai fatto tu.Spirito Santo, che ci riunisci in una sola famiglia

- accompagnaci in questo nuovo giorno e rivelaci il volto di Dio Padre.

Si aggiungono, di seguito, le intenzioni di preghiera dei ragazzi.

PADRE NOSTRO

BENEDIZIONE

CANTO

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LEGGO

SALUTO DI CHI PRESIEDE

PREGHIERA D’INVOCAZIONE ALLO SPIRITO

Spirito che aleggi sulle acque,calma in noi le dissonanze,i flutti inquieti, il rumore delle parole,i turbini di vanità,e fa sorgere nel silenzio la Parola che ci ricrea.Spirito che in un sospiro sussurrial nostro spirito il Nome del Padre,vieni a radunare tutti i nostri desideri,falli crescere in fascio di luce che sia risposta alla tua luce,la Parola del Giorno nuovo.Spirito di Dio, linfa d'amore dell'albero immenso su cui ci innesti,che tutti i nostri fratelli ci appaiano come un dononel grande Corpo in cui maturala Parola di comunione.

(Frère Pierre-Yves di Taizé)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 6,9-13)

CAPISCOAnalogamente a quanto già compiuto sul-la prima parte del brano nel giorno prece-dente, si chiede ai ragazzi se nei versetti di riferimento della giornata (Mt 6, 11-

13) abbiano riscontrato dei passaggi po-co chiari. L’attenzione può essere rivolta anche a delle parole che appaiono “nuo-ve”, o che leggono per la prima volta con un significato nuovo. I passi e le parole individuate vengono cerchiate sul foglio con colori diversi a seconda dell’aspetto posto in evidenza:• rosso – parole/versetti che risultano dif-ficili da comprendere;• blu - parole/versetti di cui non si erano accorti finora;• verde – parole/versetti a cui pensano di poter attribuire un significato nuovo.I ragazzi vengono poi invitati a sottolinea-re tutti i pronomi personali e possessivi alla prima persona plurale (rispettiva-mente noi, nostro) e a riflettere sulle se-guenti domande:• Che tipo di richieste vengono fatte attra-verso di essi? • Quali soggetti sono chiamati in causa in queste richieste? In che modo?

MEDITAZIONE GUIDATAPer un approfondimento sul brano bibli-co si suggerisce la consultazione di S.Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Matteo, EDB, Bologna 2007, pp. 92-96

Se il confronto che precede questo mo-mento è stato ricco, è importante partire proprio dalle considerazioni dei ragazzi

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per tenere alta l’attenzione sul brano. In questo modo possono percepire che la meditazione guidata è un momento che li aiuta a scoprire cosa il Signore ha da di-re loro e non un’analisi testuale pretta-mente scolastica. Alcuni spunti per chi guida la meditazio-ne:

LE DIVERSE VERSIONI DEL PADRE NOSTROLa nuova traduzione dei vangeli ci sugge-risce una versione del Padre Nostro leg-germente ma sostanzialmente diversa da come l’abbiamo memorizzata. Può essere utile partire dal confronto fra le due ver-sioni, video-proiettandole o presentando-le su un cartellone, per soffermarsi su queste differenze e sul loro significato.

NOI, NOSTRI…Se nel primo giorno i ragazzi hanno sco-perto l’importanza della parola “tuo” in-vece che “mio”, in questa seconda giorna-ta si scopre il senso profondo della paro-la “noi”. Si interrogano quindi sul signifi-cato che avrebbe la preghiera – e la stes-sa vita di fede – se al posto della prima persona plurale si usasse il singolare: Pa-dre mio, dammi oggi il mio pane ecc.Il valore del noi non è circoscritto alle persone conosciute. La preghiera del Pa-dre nostro ci invita a guardare al popolo di Dio senza operare distinzioni secondo

le nostre logiche. In questo noi sono com-presi tutti, cattivi e buoni come sottoli-nea anche l’icona biblica dell’anno (Mt 22,1-14). E noi, chi ricordiamo nelle no-stre preghiere?

COSA CHIEDIAMO?Le richieste della preghiera sono tre: il pane, ovvero ciò che è essenziale; il per-dono per noi e per i nostri fratelli; la com-pagnia del Signore nei momenti della prova. In questo tempo di Quaresima ci siamo proprio impegnati lungo queste direttri-ci: il digiuno per riconoscere ciò che dav-vero è essenziale, la carità per uscire da noi stessi ed andare con cuore rinnovato incontro ai fratelli, la preghiera per ri-mettere la nostra vita nelle mani del Si-gnore di fronte alla croce che quotidiana-mente siamo chiamati ad accogliere.

CHIEDERE, MA PRIMA AFFIDARSIVedendo la preghiera nel suo insieme, si può notare che l’affidamento totale al Si-gnore, scoperto nel primo giorno, è la premessa necessaria alla richiesta.

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COSA DICE A ME

MEDITAZIONE PERSONALE Viene consegnato a ciascun ragazzo uno schema del genere:

In che modo siamo chiamati in causa dal Padre nostro? Qual è la soglia fra ciò che dipende da Dio e ciò che invece mette in gioco anche me? Per ciascuna delle richie-ste presenti nel Padre nostro, il ragazzo prova ad interrogarsi e a stabilire una percentuale simbolica delle rispettive re-sponsabilità, colorando in base ad essa la casella deputata. (ad es. rimetti a noi i no-stri debiti: per il 50% credo dipenda da me, coloro per metà la casella). Compila-to lo schema il ragazzo può quindi soffer-marsi sulle seguenti provocazioni:

Dacci oggi il nostro pane quotidiano.Nella richiesta del pane c’è il senso di una comunità che guarda ai bisogni di tutti (nostro) e che sa riconoscere nell’es-senzialità (quotidiano) un criterio per la costruzione del bene comune. - Cosa chiedo nelle mie preghiere? Per chi lo chiedo?

- Mi sento responsabile delle necessità dei miei fratelli?

Come anche noi…- Come mi comporto con chi mi ha fatto un torto? - Metto su una bilancia la mia capacità di perdonare e il perdono che mi viene dal Signore. Da che parte pende?

E non abbandonarci alla tentazione.- Mi rivolgo al Signore anche nei momen-ti della prova? - Quando gli altri sono nella prova e nella difficoltà, so farmi loro compagno?- Come interpreto le preghiere che mi sembrano “non ascoltate”?

CONDIVIDOI ragazzi si ritrovano in gruppo o in picco-li gruppi per condividere con gli altri il frutto della loro meditazione. Inizialmen-

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te si chiede com’è andato il momento in generale, se ci sono state delle variazioni rispetto al primo giorno e si fa notare co-me l’esercizio spirituale sia simile a quel-lo fisico: quanto più ci si allena, tanto più diventa semplice entrare in contatto con la Parola. Il confronto si apre con i risultati della ta-bella. Il Padre nostro è la preghiera dei figli di Dio e come tale ci chiama concre-tamente a cooperare per la costruzione del suo Regno. Non c’è chiesto un passi-vo attendismo, non un provvidenziali-smo che ci esonera dalle responsabilità; occorre però riconoscere che la nostra azione non è sufficiente. Affidamento ed azione sono allora i rovesci di una stessa medaglia: affidarsi per agire, agire affi-dandosi. Agire, ma per chi? Le richieste del Padre nostro ci chiama-no direttamente in causa spingendoci ad ampliare attraverso la preghiera l’oriz-zonte del nostro sguardo alla comunità. E’ così che la preghiera assume uno slan-cio trasformante per questo tempo resti-tuendo «la forza di continuare a vivere nell’amore e di ricominciare ogni gior-no4».A conclusione il gruppo può compilare le “Istruzioni per l’uso della preghiera” (fac-simile del bugiardino dei farmaci) per riassumere quanto maturato e darsi uno stile per la preghiera.

Le istruzioni (che nell’intestazione posso-no riportare la preghiera del Padre No-stro) possono seguire il seguente sche-ma:

LA PREGHIERA:• Che cosa è – principio attivo.• Perché si usa.• Quando non deve essere usata – con-troindicazioni.• Precauzioni per l’uso.• Uso: quanto, quando, per quanto tem-po, come, per chi.• Effetti indesiderati.• Effetti desiderati.• in caso di necessità consultare…

TESTIMONIANZAIl Padre nostro può realisticamente esse-re considerato “la sintesi di tutto il Vange-lo5”. Proprio per questo si suggerisce di dedicare un tempo all’incontro con alcu-ni testimoni che abbiano assunto, come caposaldo della propria vita di fede, un passo della preghiera insegnataci da Ge-sù. Nella formula di una tavola rotonda o in quella decisamente più dinamica di un’intervista doppia possono ad esempio intervenire il cappellano di un carcere (ri-metti a noi i nostri debiti), un laico che presti servizio fra gli ultimi o che abbia fatto scelte di sobrietà (dacci oggi il no-stro pane), un consacrato che faccia vita

4 Azione Cattolica Italiana, Perché sia formato Cristo in voi. Progetto formativo, p. 46. 5 Catechismo della Chiesa cattolica, 2761.

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claustrale vivendo così la dimensione di una fraternità ad intra - con i confratelli - e ad extra - con il mondo- (padre no-stro), un giovane che vive con fedeltà un percorso di direzione spirituale (sia fatta la tua volontà) ecc.Ciascuno degli intervenuti può muovere da un passo del Padre nostro per raccon-tare la propria esperienza. Si noterà per-tanto come la stessa preghiera, vera sinte-si di tutto il Vangelo, susciti nella vita di ciascuno prospettive di impegno differen-ti. I ragazzi sono successivamente invita-ti ad intervistare ciascun ospite a partire dagli spunti che tutta la preghiera offre, cercando però di incrociare le risonanze. Per rendere più dinamico il momento si può consegnare all’inizio della testimo-nianza un biglietto a ciascun ragazzo con un passo del Padre nostro. Si chiede poi a ciascuno di scegliere uno fra i testimo-ni per sapere da lui come abbia recepito e recepisca nella propria vita quel passo della preghiera. In alternativa si può chiedere ai ragazzi, una volta ascoltate le testimonianze, di cercare di indovinare per ciascuno dei te-stimoni il passo del Padre nostro scelto come riferimento.

LA REGOLA DI VITAAl termine della testimonianza ciascun ragazzo può scegliere e segnare sul pro-prio quaderno spirituale il versetto che

maggiormente lo colpisce e la prospetti-va di impegno tracciata dallo stesso. Il la-voro può arricchirsi dal confronto con le riflessioni e le provocazioni desunte dal verbo seguire in Tutto in regola.

CELEBRAZIONE EUCARISTICASi segua la liturgia del giorno con le rela-tive letture.Per la preghiera dei fedeli si chiede ai ra-gazzi di nominare semplicemente e in for-ma spontanea le persone, le realtà o le si-tuazioni che hanno a cuore, senza altre aggiunte. È una forma di preghiera che manifesta il nostro totale affidamento da fratelli al Padre di tutti, senza dargli indi-cazioni su cosa fare. Ad ogni invocazione si può rispondere «Padre nostro, sia fat-ta la tua volontà».