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OLTRE IL DOPING…. CARMINE SINNO Fiduciario Medico Regionale FIDAL BASILICATA Matera 13.09.2008

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OLTRE IL DOPING….

CARMINE SINNOFiduciario Medico RegionaleFIDAL BASILICATA

Matera 13.09.2008

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OBIETTIVI

Definire il doping Analizzare le cause del

miglioramento dei record Analizzare perché si fa ricorso

all’uso dell’eritropoietina Analizzare metodiche di

allenamento che possano stimolare in modo naturale la produzione di eritropietina

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DOPING

Somministrazione o l’uso di qualsiasi sostanza estranea all’organismo o di qualsiasi sostanza fisiologica assunta in quantità anormale o introdotta nell’organismo per una via anomala, con la sola intenzione di aumentare, in maniera artificiale e SLEALE, la prestazione durante la gara.

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METODI di DOPING

DOPING EMATICO (Autotrasfusione-Eterotrasfusione, Eritropoietina)

MANIPOLAZIONE FARMACOLOGICA, CHIMICA,FISICA

CLASSI DI SOSTANZE SOTTOPOSTE A CERTE RESTRIZIONI

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MIGLIORAMENTO DEI RECORD

FATTORI ESTERNI ALL’ATLETA (impianti, abbigliamento, regolamenti e così via)

PROGRESSI DELLE TECNICHE ESECUTIVE

EFFETTIVI MIGLIORAMENTI DELLA QUALITA’DEGLI ATLETI DA UN PUNTO DI VISTA FISICO ED ESECUTIVO

DOPING?!?!?!

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PERCHE’ GLI ATLETI DI OGGI SONO FISICAMENTE MIGLIORI?

Condizioni igienico sanitarie migliorate

Aumentata selezione Maggior tempo dedicato

all’allenamento Maggiori conoscenze per ciò che

riguarda l’alimentazione Metodiche di allenamento migliorate

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ALLENAMENTO

PRESTAZIONESPORTIVA

FATTORI INTERNI-età-stato di salute-sesso

FATTORI ESTERNI-stato sociale-stato ambientale-ass.sanitaria

FATTORI PSICOLOGICI

FUNZIONE NEUROMUSCOLARE-Forza-Tecnica

ALIMENTAZIONE

PRODUZIONE ENERGETICA-Processo Aerobico-Processo Anaerobico

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ALTERNATIVE FISIOLOGICHE

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L’ALLENAMENTO IN ALTITUDINE

Dagli inizi degli anni 90 l’allenamento in altitudine rappresenta una componente fissa dei piani d’allenamento di molti atleti di resistenza per aumentare le capacità di resistenza e ristabilire la parità con atleti africani e latino-americani che vivono e si allenano in altitudine

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L’allenamento in altitudine rappresenta una riserva di prestazione, in quanto offre la possibilità di applicare stimoli che vanno al di là di quelli possibili con le normali metodologie di allenamento a livello del mare;in poche parole offre la possibilità di offrire stimoli supplementari

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IL RAZIONALE

L’eritropoiesi(produzioni di GR),il passaggio da cellule staminali multipotenti a cellule staminali impegnate è mediato da diverse citochine tra cui l’eritropoietina. La quantità di epo immessa in circolo è inversamente correllata con la pressione parziale di O2 nel sangue arterioso

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ADATTAMENTI

Quantità degli eritrociti, concentrazione dell’Hb,e della mioglobina

Fc,volume respiratorio, consumo d’ossigeno Capillarizzazione, quantità dei mitocondri Corredo enzimatico dei vari metabolismi Migliore tolleranza all’acido lattico

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ADATTAMENTI

Miglioramento della velocità in condizioni aerobiche

Migliore economia dei processi aerobici – anaerobici

Aumento della spinta propulsiva Sensazione soggettiva di migliore

tollerabilità del carico

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Si concretizzano a livello del mare in:

Aumento e stabilizzazione della resistenza di base e della resistenza al velocità

Migliore tolleranza ai carichi specifici di gara

Migliore capacità dei processi di recupero in periodi di gare molto frequenti

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RISULTATI NON UNIVOCI

55% ottenne risultati buoni o molto buoni

45% la prepazione alle gare non dette risultati soddisfacenti.

Un’analisi della preparazione evidenziò che solo nel 10% vi erano stati problemi infettivi che avevano inficiato i risultati nei restanti casi si evidenziarono carenze dell’allenamento

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PRESUPPOSTI INDIVIDUALI

Stato di salute Livello di sviluppo della resistenza di

base Periodo di freschezza psicofisica

prima dell’inizio dell’allenamento in altitudine

Livello di allenamento raggiunto prima dell’allenamento in altitudine

Grado di esperienza

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DURATA e PERMANENZA in QUOTA

La costruzione dell’allenamento e del carico ottimale deve essere protratto per almeno più di 3 settimane a quote superiori ai 2000 metri. Il ruolo più significativo viene comunque svolto dalla durata quotidiana di un carico efficace (da 2 a 5 ore)

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PIANIFICAZIONE DELL’ALLENAMENTO IN ALTURA

Va struttura e differenziata se si tratta di:

1) Migliorare la prestazione in pianura2) Prepararsi alle gare in altitudine

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PIANIFICAZIONE DELL’ALLENAMENTO IN ALTURA

Fase di preparazione(analisi dello stato di salute e di del livello di capacità aerobica). Vanno evitati carichi di allenamento e di gara elevati

Fase di acclimatazione(3-5gg; allenamento prevalentemente aerobico) Vanno evitati carichi con elevata produzione di Lattato

Fase principale del carico(16-18gg con due giorni di scarico aerobico dopo 10gg) Allenamento prevalentemente aerobico

Fase della riacclimatizzazione( 5-10 giorni;fase di instabilità psico-fisica). Carico di volume medio

Fase dell’utilizzazione mirata (inizia 10 giorni dal ritorno e dura fino a 30 giorni)

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PIANIFICAZIONE DELL’ALLENAMENTO IN ALTURA

Acclimatizzazione 4-6 giorni. Attivazione e stabilizzazione del

livello raggiunto 8-10 giorni. Carichi di resistenza di base. Resistenza alla rapidità. Non superare i valori di lattato previsti

Preparazione individuale finalizzata alla gara 4-6 giorni

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PUNTI CHIAVE

Nell’allenamento basato sul carico prolungato e su quello ad intervalli non è necessaria alcuna riduzione della lunghezza delle distanze e della frequenza delle ripetizioni. Va invece ridotta la velocità

Poiché l’allenamento in altura va inteso come una riserva di prestazione dovrebbe essere limitato agli atleti di alto livello e con maggiori anni di esperienza

Età tra i 23-35 anni

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Errori dell’allenamento in altura

Iniziare l’allenamento con uno stato di salute instabile e con un livello di resistenza aerobico basso

Impiego troppo frequente di un allenamento intensivo lattacido

Mancato rispetto delle necessità di acclimatazione e riacclimatizzazione

Recupero insufficiente Alimentazione inadeguata a carichi di

lavoro in ipossia

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Errori dell’allenamento in altura

Possono produrre effetti negativi fisici e psichici maggiore rispetto ad errori di programmazione svolti in pianura che possono persistere per molto tempo in cui l’atleta si sente “completamente fuori fase”

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CONTROLLO DEL CARICO D’ALLENAMENTO IN ALTURA

Controllo quotidiano della FC a riposo e del peso corporeo

Controllo della FC nei diversi tipi di lavoro Controllo dei livelli di lattato per restare

nelle zone efficaci di carico Controllo quotidiano dei valori di azotemia

e CPK Controllo dell’alimentazione dell’apporto

di ferro e vitamina C

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CONTROLLO DEL CARICO D’ALLENAMENTO IN ALTURA

Non fidarsi delle “sensazioni dell’atleta” e “l’occhio dell’allenatore” poiché in molti casi,soprattutto gli atleti inesperti , percepiscono i carichi minori a quelle che sono poi le modificazioni evidenziate dalle variazioni di lattato e CPK

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CONCLUSIONI

Il successo o l’insuccesso sportivo è determinato in primo piano dall’allenamento e dalla sua impostazione

L’allenamento in altura non è un metodo miracoloso ma una riserva di prestazione naturale se i i principi metodologici vengono rispettati

L’allenamento in altura è sensato solo se viene considerato un elemento di un programma diretto al raggiungimento di elevate prestazioni

Lo stato di salute sia ottimale