26

OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 2: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II OVVERO

PARLANDO E RIPARLANDO DI SCIENZA

GLI ANIMALI SONO INTELLIGENTI? 9 di Danilo Mainardi DALL’INTELLIGENZA ANIMALE A QUELLA UMANA: IL GRANDE BALZO 11 di Luigi Caramiello e Giuseppe Borzacchiello IL COMPORTAMENTO “MATEMATICO” DELLE COZZE 13 di Gionata De Vico L’ETOLOGIA, LA SCIENZA DEL COMPORTAMENTO ANIMALE 15 di Giancarlo Carrada L’IMPERFETTA INTELLIGENZA ANIMALE 17 di Francesco Donadio QUELL'ANIMALE INTELLIGENTE: L'UOMO! 19 di Luciano Gaudio

Page 3: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 4: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

In natura ogni forma di sapienza è valida nella misura in cui concorre alla vita sana ed equilibrata della propria specie,

perché l’unico principio che davvero conta è il perpetuarsi dell’esistenza.

Page 5: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 6: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

Gli articoli degli incontri si trovano all’indirizzo

www.comeallacorte.unina.it

Page 7: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 8: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

Danilo Mainardi

Danilo Mainardi, milanese (1933), è professore

emerito di Ecologia comportamentale nella

Università Ca' Foscari di Venezia e direttore della

scuola internazionale di etologia del Centro Ettore

Majorana di Erice.

È presidente onorario della Lipu e membro di

accademie e società tra cui l'Accademia Nazionale

delle Scienze e l'International Ethological Society

di cui è stato presidente.

Si è occupato di molti aspetti del comportamento sociale, in particolare di scelte

sessuali, aggressività e trasmissione culturale negli animali. Ultimi libri pubblicati sono

i saggi “Nella mente degli animali” (2006), “La bella zoologia” (2008) e “L’intelligenza

degli animali” (2009), pubblicati da Cairo editore, Milano. Collabora con Rai 1

(Superquark e TG1), con il Corriere della Sera e con il Sole 24 Ore.

Page 9: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 10: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

GLI ANIMALI SONO INTELLIGENTI? Danilo Mainardi Professore Emerito di Ecologia comportamentale Università Ca’ Foscari di Venezia

L’intelligenza è un po’ come l’istinto: la

gente comune sa di che si tratta, mentre gli

studiosi non riescono a mettersi d’accordo. Il

motivo è semplice. Gli studiosi vogliono

definizioni precise, che descrivano concetti

inequivocabili e che consentano misurazioni

comparabili. Il che è quasi impossibile,

trattandosi di fenomeni compositi, oltretutto tra

loro interdipendenti. Partiamo allora dalla

sapienza popolare, per cui l’intelligenza è la

capacità di capire, di ragionare, di trarre logiche

conclusioni che servano a risolvere problemi sia

pratici che teorici. Quanto all’istinto, si potrebbe

definire come l’intelligenza della specie,

quell’insieme di risposte prefabbricate che

vengono sparate fuori al momento giusto,

indipendentemente dall’esperienza individuale,

ma che pure servono a risolvere problemi. A

stare al mondo, in definitiva.

Ebbene, non c’è specie animale che, se

ci rifacciamo alle definizioni “popolari” appena

date, non possieda almeno una briciola di

intelligenza o di comportamento istintivo.

Se affrontiamo il problema in un’ottica

evolutiva e adattativa, istinto e intelligenza sono

complementari perché se cresce l’una cala

l’altro, e viceversa. Le specie più ricche di

intelligenza sono povere di istinti, quelle ricche

di istinti hanno minori capacità intellettive, ed il

motivo è facilmente comprensibile. Gli istinti,

essendo risposte prefabbricate, funzionano nelle

specie adattate in un ambiente stabile, perché in

questo caso i problemi sono quasi sempre gli

stessi. Meglio dunque ereditare le soluzioni per

via genetica. Le specie che vivono in ambienti

mutevoli, o che sono colonizzatrici, devono

invece essere preparate a risolvere sempre

problemi nuovi e, in questo caso, gli istinti

servono meno. Il che non significa solo essere

capaci di apprendere, ma anche avere curiosità,

sapere come usare ciò che si è appreso, fare

collegamenti, esperimenti mentali e così via

(l’intelligenza è un fenomeno composito). Per

fare un esempio: al koala, che si nutre solo di

foglie di eucalipti, non serve assaggiare ogni tipo

di foglie per sapere cosa è commestibile, mentre

i ratti, che mangiano un po’ di tutto, non solo

devono assaggiare ogni alimento, ma devono

anche imparare a evitare i veleni.

Sembrerebbe tutto chiaro, ma non è

così. Perché anche il koala ha bisogno di

un’esperienza, che inizia e si conclude già

mentre beve il latte materno, che profuma di

eucaliptolo. È sufficiente ciò a indirizzare il suo

monotono comportamento alimentare. Ma uno

scienziato può ancora definirlo istintivo quel

comportamento? Ecco la difficoltà delle

definizioni. E anche il ratto, pur apparentemente

così libero di comportarsi come vuole, non è

privo di istruzioni genetiche. A parte il fatto che

le sue tendenze esploratorie, le sue capacità di

apprendimento, sono trasmesse geneticamente,

anche la diabolica capacità di riconoscere, a

9

Page 11: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

posteriori, i veleni, segue tragitti comportamen-

tali che sono innati. Dunque perfino le qualità

intellettive si ereditano, anche se poi lo sviluppo

e l’esperienza possono (o meno) fortificarle. Ho

scritto che praticamente ogni animale può

possedere un briciolo di intelligenza. Già certi

protozoi sono in grado di apprendere a evitare

uno stimolo fastidioso. Forse soltanto i parassiti

interni (il verme solitario), vivendo in un

ambiente più d’ogni altro stabile e prevedibile,

sono privi di capacità di apprendimento. Ogni

specie, a ogni modo, ha sviluppato capacità

diverse, a seconda delle necessità che il suo stile

di vita esige.

10

Page 12: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

DALL’INTELLIGENZA ANIMALE A QUELLA UMANA: IL GRANDE BALZO Luigi Caramiello Professore di Sociologia dell’arte e della letteratura Università degli Studi di Napoli Federico II Giuseppe Borzacchiello Professore di Oncologia veterinaria Università degli Studi di Napoli Federico II

Spesso guardando gli animali notiamo

che ci somigliano: ossa, organi interni,

comportamenti, gli manca solo l’intelligenza.

Non è così, essi hanno facoltà intellettive, certo

meno “complesse” delle nostre, ma efficaci e

soprattutto, evolutivamente vincenti, nella loro

“scala”. Già la cellula ha dentro di sé capacità di

percepire informazioni, dall’ambiente interno ed

esterno, e “agire” in rapporto ai mutamenti.

Attraverso la lente dell’evoluzione lo sviluppo

dell’intelligenza, dagli invertebrati fino agli

organismi più complessi, si mostra quale

crescendo di diverse facoltà di adattamento, di

fitness, di capacità di risolvere problemi in forme

innovative fino allo sviluppo di facoltà cognitive

sempre più avanzate. Finanche l’uso di utensili,

non è esclusivamente umano: il polpo utilizza

strumenti per poter meglio ghermire la preda. Il

corvo risolve con successo situazioni impreviste

e il “codice” dei delfini è molto sviluppato, fatto

di suoni e “frasi” che, pare, li aiuta anche a

riconoscersi. Gli elefanti vivono in famiglie,

socializzano “competenze”, sono altruisti e

quindi percepiscono l’altro. I cani imparano

dall’esperienza, riconoscono molti “segnali” e

reagiscono conseguentemente. Ovviamente, la

specie animale dalle facoltà “intellettuali” più

alte è un primate (con cui abbiamo in comune

circa il 99% del DNA): lo scimpanzé Bonobo: è

in grado di “riconoscersi” allo specchio, possiede

“emozioni”, è socievole, impiega attrezzi

elementari. Il branco di Bonobo è una società

complessa, benché “patriarcale”, e, come noi

umani, fa sesso anche per il puro piacere.

Insomma, tra capacità cognitive e posto

occupato nella scala zoologica la relazione è

evidente. Eppure in questo percorso vi è un

salto, un mutamento qualitativo, una

“catastrofe”. Sapiens sviluppa facoltà intellettive

“altre”, radicalmente estranee al mondo

biologico, di cui pure fa parte. Si dice

generalmente che noi possediamo l’esclusiva del

“linguaggio”. È vero solo in parte. Altre specie

hanno codici di comunicazione. Eppure il

linguaggio ha una magia peculiare: la doppia

articolazione. I nostri “segnali” sono in grado di

evocare sia “oggetti” materiali, tangibili,

presenti, concreti, sia “fantasmi” concettuali,

immateriali, simbolici. Da qui non solo la

funzione del “ricordo”, ma anche la possibilità

dell’astrazione. Siamo oltre la sfera della

semplice razionalità: qualsiasi predatore sa

sbranare un bufalo, in questo senso, forse, è

“sapiens” quanto e più di noi. Solo un umano,

però, passerebbe giorni e giorni a dipingerlo

sulla parete di una caverna: azione del tutto

irrazionale: “demens”. Come l’inumazione dei

cadaveri, spreco di risorse alimentari, ma

sublime viatico per l’aldilà, medicina contro la

morte. Insomma, a distinguere originariamente

l’intelligenza umana vi sono due comportamenti

11

Page 13: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

del tutto disfunzionali: l’arte, la sepoltura. Cioè

la religione, che è estranea a tutti gli altri

animali. Ma proprio questa “mentalità”

irrazionale, ci spinge verso forme più alte di una

nuova razionalità: la scrittura, la ruota, lo Stato,

la scienza, la moneta, la fotografia, il computer.

Tutto nasce in quella facoltà intellettuale

specifica, “proprietà emergente al margine del

caos”, che ci permette e ci impone di chiederci,

in ogni istante della nostra vita: che cosa ci

faccio qui?

12

Page 14: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

IL COMPORTAMENTO “MATEMATICO” DELLE COZZE Gionata De Vico Professore di Patologia comparata Università degli Studi di Napoli Federico II

Se qualcuno ci chiedesse: "a chi

associeresti la parola geometria"? La risposta

sarebbe quasi ovvia: "Euclide!". Tutti noi infatti,

conosciamo la figura del grande matematico

greco autore degli "Elementi", non fosse altro

perché a scuola ne studiamo i contenuti (chi di

noi non ricorda i "teoremi di Euclide"?). E quante

volte abbiamo sudato sulle "forme" della

geometria Euclidea: triangoli, quadrati, cerchi,

sfere, cubi, per calcolarne l'area, il perimetro, il

volume... Eppure se volessimo utilizzare quelle

stesse forme, quella stessa "geometria", per

descrivere un semplice oggetto "naturale" (un

albero, il profilo di una montagna, le onde del

mare) avremmo serie difficoltà a farlo! Gli

oggetti euclidei, infatti, sono oggetti “ideali”,

“platonici”, che non trovano (se non raramente)

riscontro in natura. Le forme naturali sono più

spesso “irregolari”, sia nel profilo che nella

superficie, e sono il risultato di fenomeni

dinamici iterativi soggiacenti. Negli anni '70, un

matematico di origini polacche, B. Mandelbrot,

coniò il termine “frattale” per descrivere le

caratteristiche di particolari oggetti matematici

che riproducevano meglio di quelli euclidei le

forme che la Natura incessantemente plasma, e

definì un nuovo genere di geometria più adatta a

descriverne le caratteristiche costitutive: la

“geometria frattale”. Il rapporto che un oggetto

“euclideo” ha con lo spazio, è diverso rispetto a

quello di un oggetto “frattale”; ciò è dovuto

principalmente al fatto che questi ultimi sono

“auto-simili”: una piccola porzione della propria

struttura, riproduce le caratteristiche dell'intero

oggetto (un po' come il ramo di un albero,

riproduce in piccolo la struttura dell'albero

intero). I principi della geometria frattale

trovano applicazione in molti campi della scienza

contemporanea: dall'ingegneria alla medicina,

dalla fisica alla biologia. In ecologia marina, essi

ci aiutano a comprendere le dinamiche che gli

animali utilizzano per colonizzare i fondali. Le

cozze ad esempio, nell'espandere i propri areali,

13

Page 15: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

dimostrano un comportamento diffusivo frattale:

si organizzano in piccoli gruppi, che vengono

circondati da ammassi più grandi, e poi da

ammassi ancora più grandi, iterando questo

fenomeno finché non occupano tutto lo spazio

disponibile nell'ambito della propria fascia di

competenza. Non sono del tutto noti i

meccanismi che soggiacciono a tale fenomeno,

ma poiché ai molluschi sessili si associano flora e

fauna acquatiche specifiche, si può affermare

che in un certo senso essi siano dei veri e propri

“ingegneri” degli ecosistemi bentonici. Detto

questo, non so quali siano i vostri pensieri

davanti ad una bella “impepata di cozze”... Io,

non posso fare a meno di immaginare che

alcune ore prima, qualcuno di quei saporiti

molluschi, forse, era impegnato a risolvere

qualche complicata equazione...

14

Page 16: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

L’ETOLOGIA, LA SCIENZA DEL COMPORTAMENTO ANIMALE Giancarlo Carrada Professore di Biologia marina Università degli Studi di Napoli Federico II

Come nel caso di molti altri campi del

sapere che riguardano il mondo vivente, col

quale l’uomo ha da sempre dovuto confrontarsi,

l’osservazione e lo studio del comportamento

animale hanno origine antichissima. Già gli

uomini che vivevano di caccia, ancor prima

quindi della comparsa dell’agricoltura, dovevano

conoscere il comportamento delle loro prede

perché l’attività venatoria avesse successo.

L’agricoltura e il successivo addomesticamento

di diverse specie animali hanno poi segnato un

ulteriore passo avanti nella conoscenza del

comportamento animale, che assieme alle

conoscenze empiriche che si andavano

accumulando sulla loro biologia, costituiva il

presupposto necessario per il successo delle

attività umane. Campo di interesse antichissimo,

dunque, quello mirato a osservare e interpretare

il comportamento animale e che oggi indichiamo

col termine di etologia, una disciplina scientifica

che, nel secolo appena trascorso, ha avuto uno

sviluppo vigoroso ed ha visto assegnato il Nobel

a diversi suoi rappresentanti.

Il progredire delle conoscenze ha portato

l’etologia a sviluppare branche specialistiche,

aprendola anche allo studio sperimentale su

specie animali particolarmente interessanti. Si

pensi, ad esempio, alle celebri ricerche sul

complesso comportamento sociale delle api, il

cui autore Karl von Frisch è stato insignito del

Nobel nel 1973, assieme a Konrad Lorenz, noto

anche al largo pubblico per i suoi studi sul ruolo

dell’imprinting, cioè sul ruolo formante delle

primissime esperienze dei giovani nati. Ciò che

ha contribuito a spiegare, non solo l’evoluzione

del comportamento individuale e sociale negli

animali, ma anche alcuni aspetti di quello

umano.

L’etologia, col fornirci gli strumenti per

individuare e comprendere i meccanismi che

guidano il comportamento animale, ha avuto un

peso determinante anche per spiegare il

successo evolutivo delle specie, ed ha

contribuito anche, ed efficacemente, ad offrire al

grande pubblico una visione più informata e

partecipe di questo mondo affascinante.

L’etologia è diventata anche nel nostro

Paese un campo di interesse molto popolare. Chi

più di ogni altro ha contribuito a suscitare e

continua ad alimentare questo interesse è uno

scienziato di fama internazionale, il Prof. Danilo

Mainardi, dell’Università Ca' Foscari di Venezia.

Sono tantissimi coloro che seguono le sue brevi

ma incisive presentazioni nell’ambito della

trasmissione televisiva di Piero Angela,

anticipate sempre da uno dei suoi disegni che,

con pochi tratti, ci introduce alla figura e alla

“personalità” dell’animale del quale si appresta a

svelarci aspetti e significato del comportamento;

gli stessi disegni che arricchiscono i suoi libri di

alta divulgazione e di “racconti” che hanno per

protagonisti le specie animali; spesso quelle a

noi più vicine. Una domanda viene sempre alla

mente di chi possiede un animale o vive

15

Page 17: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

comunque vicino al loro mondo: gli animali sono

intelligenti? Una domanda complessa che

comporta implicazioni molteplici, non solo di

natura e d’importanza culturali. Proprio di questo

argomento tratta l’ultimo libro di Danilo Mainardi

“L’intelligenza degli animali” in esso troveremo

risposte e riflessioni che ci porteranno,

fortunatamente, a farci ulteriori domande.

16

Page 18: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

L’IMPERFETTA INTELLIGENZA ANIMALE Francesco Donadio Professore di Storia della filosofia Università degli Studi di Napoli Federico II

È una straordinaria e talvolta divertente

esperienza comune osservare l’immanente

finalismo del comportamento animale ovvero

quel certo grado di intelligenza che guida la sua

condotta. Ma cosa significa propriamente

«intelligenza»? Qui l’inventario delle risposte è

ricco. Da sempre l’intelligenza si configura come

una sorta di «luce» che illumina il cammino del

vivente, i suoi movimenti di adattamento alla

realtà circostante. In tale senso si suole

accostare l’intelligenza alla metafora del

«lampo» che, irrompendo tra le tenebre, lascia

apparire le cose nei loro contorni e articolazioni,

nel loro aspetto di paesaggio variegato. Se ne

può dedurre che intelligenza è capacità di

cogliere l’unità di un insieme, collegando mezzi a

fini e in tal modo districandosi da situazioni

ingarbugliate, caratterizzate cioè da un certo

grado di complessità. Entro certi limiti anche gli

animali sono in grado di fare questo. Anzi, grazie

al loro apparato di abiti operativi congeniti,

strutturato per così dire sin dall’inizio già pronto

per l’uso, essi sono in grado di farlo in forma

immancabile e in tempi persino accelerati

rispetto all’uomo, «un imperfetto non compiuto»

(Nietzsche).

Per ogni condizione, però, ci sono

sempre vantaggi e svantaggi. In effetti, se

l’animale è immediatamente in grado di

rapportarsi al suo mondo-ambiente e così

provvedere alla sua sopravvivenza biologica,

esso rimane anche «chiuso» in tale mondo, in

quanto «di natura è frutto ogni [sua] vaghezza»

(Leopardi). L’animale, per dirla

approssimativamente, resta coscienza-senso,

senza elevarsi a coscienza del senso; nell’uomo,

invece, vissuto e rappresentazione del suo

vissuto divaricano, anche qui con qualche

svantaggio, ma con alcuni vantaggi. Ancora una

volta Leopardi e Nietzsche interpretano

autorevolmente un tale rapporto di

comparazione: l’animale, immerso nel presente,

vive felice, senza noia e dolore; l’uomo, invece,

incapace di dimenticare e spinto a ricercare la

felicità oltre il recinto del suo presente, stempera

la sua esistenza in un crescente affanno. Si

rende necessario correre ai ripari. Una tale

scialuppa di salvataggio è offerta all’uomo dalla

sua «forza plastica», cioè dalla sua capacità di

inventarsi un rapporto «mediato» col mondo

attraverso meccanismi di compensazione quali il

linguaggio, l’agire strumentale, le forme di

produzione simbolica, etc., operazioni nelle quali

è riconoscibile quell’attività dello «spirito» che

costituisce un vero «salto» rispetto alla natura.

L’immagine del «salto» è di Hegel, ma a certe

condizioni si potrebbe utilizzare anche quella

kierkegaardiana del «volo»: «saltare significa

essenzialmente che si appartiene alla terra e che

si riflette la legge di gravità: così il salto non è

che qualcosa di momentaneo; ma volare

significa che ci si è svincolati dai rapporti

terrestri, come qualcosa che è riservato solo alle

creature alate». Accedendo al potere di

astrazione del pensiero, l’uomo vive «aperto» al

mondo. Questa sua «eccentricità» lo rende

17

Page 19: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

capace di non aderire meccanicamente a uno

sfondo dato, ma di dispiegare autonomamente il

suo sfondo, di sovrapporre cioè a uno spazio

fisico uno spazio «virtuale». Abitare nella

«Possibilità» è l’altra e identica faccia del

carattere di ulteriorità e profondità dell’esistenza

umana, è scelta per una qualità di vita nutrita di

avventura e novità. In tale capacità di

trascendere la propria situazione e di proiettarsi

in territori alternativi, di guardare alle cose non

solo in bianco e nero, ma secondo una più ampia

scala cromatica, è da riconoscere l’intelligenza

propriamente umana. L’«uomo di spirito»

trasmette questo senso di levità e libertà. Non a

caso si è osservato che, a differenza degli

animali, propriamente solo l’uomo «piange» e

soprattutto «ride». Il «riso» come innalzamento

all’universale! Quanta esplosione di intelligenza.

18

Page 20: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

QUELL'ANIMALE INTELLIGENTE: L'UOMO! Luciano Gaudio Professore di Genetica Università degli Studi di Napoli Federico II

In una delle ultime pagine de “L’altra

faccia dello specchio” Konrad Lorenz parla

dell’oscillazione dell’opinione pubblica scrivendo

testualmente “...Ho già detto che la ricerca di

argomentazioni pro e contro viene attivizzata da

motivazioni molto forti. Fintantoché queste si

limitano alla semplice ricerca della verità,

l’oscillazione rimane attutita e si ferma al punto

giusto. Non appena entrano in gioco spinte

istintuali più violente, sorge il pericolo che la

diversità di due opinioni porti alla formazione di

due gruppi, ognuno dei quali è convinto della

giustezza della propria opinione, fino a giungere

allo stadio dell’entusiasmo militante e quanto sia

esso pericoloso ho avuto modo di illustrare in

tutti i particolari nel mio libro sull’aggressività…”

e ancora “…e le opinioni contrapposte perdono

con ciò il proprio contenuto di verità. A ciò

contribuisce il fatto che ciascun partito per

aumentare il numero dei propri sostenitori, cerca

di esprimersi mediante formulazioni il più

possibile semplici e comprensibili… Dal momento

che una simile semplificazione rende

effettivamente più sciocche le argomentazioni di

entrambe le parti, esse divengono così anche

sempre meno accettabili dall’avversario…”

“L’altra faccia dello specchio” l’opera nella quale

vi è il compendio del suo pensiero sull’evoluzione

biologica considerando il lato del comportamen-

to. Pensiero e studi che lo hanno portato nel

1973 a vincere il premio Nobel per la Medicina e

la Fisiologia, insieme ai colleghi N. Tinbergen e

K. Von Frisch. Studi sul comportamento innato

degli animali che hanno contribuito alla nascita e

all’affermazione dell’etologia. I suoi studi sulle

oche e sul fenomeno dell’imprinting sono noti

anche ai non addetti ai lavori. È tipica la sua

fotografia con le oche che lo seguono perché

hanno fissato la sua immagine al momento della

schiusa delle uova. Lorenz può essere

considerato il padre della scienza del comporta-

mento. Il suo pensiero vede il comportamento

umano come il risultato di un lungo percorso

evolutivo. Nei suoi scritti assume un ruolo

importante l’aggressività che sarà poi il tema

centrale di altri libri. I suoi scritti aprono il

19

Page 21: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Gli animali sono intelligenti?

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

dibattito, ancora oggi vivo, su cosa sia innato e

cosa sia frutto dell’apprendimento nel

comportamento umano. L’istinto e l’intelligenza.

Il determinismo biologico o il libero arbitrio.

L’istinto: la capacità degli animali di applicare

moduli funzionali ma stereotipati. L’intelligenza:

la capacità di risolvere problemi nuovi in

funzione di un rapporto ottimale con l’ambiente.

Anche se riportate in modo approssimativo, due

delle possibili definizioni di queste “entità”.

Ritornando alla citazione da “L’altra faccia dello

specchio” come non riconoscere in quella

descrizione molti dei comportamenti di oggi.

Allora oggi alla domanda provocatoria di Danilo

Mainardi se gli animali sono intelligenti verrebbe

da porre quella forse ancora più provocatoria se

gli uomini sono intelligenti.

20

Page 22: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 23: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 24: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 25: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione
Page 26: OME ALLA - Universita' degli Studi di Napoli Federico II 14_01... · Già la cellula ha dentro di sé capacità di percepire informazioni, dall’ambiente interno ed ... trovano applicazione