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Operazioni finanziarie di gestione del rischio di … di copertura dei rischi di cambio I contratti di copertura dei rischi di cambio possono raggrupparsi come segue: 1) contratti

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Operazioni finanziarie di gestione del rischio di cambio

Aspetti contabili e fiscali

22 ottobre 2013

Operazioni finanziarie di copertura e speculative

Per poter correttamente analizzare i criteri di contabilizzazione ed il trattamento fiscaledelle operazioni finanziarie di copertura e speculative in valuta, è necessario procedere auna bipartizione delle stesse, che ha quale discrimine la finalità con la quale sono stateimmesse nel patrimonio societario.Esistono, infatti, due tipologie di operazioni: quelle trading effettuate a scopoesclusivamente speculativo, e quelle hedging, che sono contratte a copertura di altreattività.Al paragrafo 5.9 del capitolo 1 del Provvedimento del 30 luglio 2002 della Banca d’Italiavengono puntualmente definite operazioni con finalità di copertura quelle effettuate con loscopo di proteggere dal rischio di avverse variazioni dei tassi di interesse, dei tassi dicambio o dei prezzi di mercato il valore di singole attività o passività in bilancio o «fuoribilancio» o di insiemi si attività o passività in bilancio o «fuori bilancio»Viceversa, le operazioni speculative vengono negoziate al mero scopo di ottenere unguadagno e, quindi, assumendo un rischio che non è controbilanciato da alcun’altra postaposseduta.

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Caratteri distintivi

Operazioni finanziarie di copertura e speculativeAl paragrafo 4.b.i dell’OIC 3 viene, inoltre, precisato che «lo IAS 39…prevede unadistinzione tra derivati utilizzati per operazioni di copertura e derivati utilizzati peroperazioni speculative. I primi sono derivati designati come tali il cui fair value o i cuiflussi finanziari si prevede compensino le variazioni di fair value o di flussi finanziaridell’elemento oggetto di copertura. Per queste operazioni è necessario pertanto valutarel’efficacia della copertura, che rappresenta il livello al quale l’impiego dello strumento dicopertura comporta la compensazione dei cambiamenti di fair value o di flussi finanziariattribuibili ad un rischio coperto.Gli strumenti finanziari speculativi identificano, invece, contratti il cui valore sia legatoalle variazioni nel prezzo dell’attività finanziaria sottostante e della sua capacità di essereoggetto di pronta negoziazione su un mercato, ma non sono tenuti dalla azienda conl’obiettivo di copertura di un rischio»Peraltro, differentemente dagli OIC, nell’ottica dei principi IAS/IFRS tale distinzione nonpoggia tanto sulla finalità per cui viene stipulato il derivato, quanto sul ricorrere dicondizioni obiettive tali da consentire la contabilizzazione di un’operazione come dicopertura (c.d. hedge accounting) ai sensi dello IAS n. 39, mentre laddove non ricorranotali condizioni il derivato è necessariamente da considerarsi speculativo.

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Strumenti di copertura dei rischi di cambio

I contratti di copertura dei rischi di cambio possono raggrupparsi come segue:1) contratti a termine, per il tramite dei quali l'impresa acquista a termine o vende atermine un determinato quantitativo di "valuta estera" ad un cambio predeterminato;2) contratti derivati.

In particolare, i "contratti a termine" di copertura dei rischi di cambio sono disciplinati dalPrincipio contabile italiano n. 26 - "Operazioni e partite in moneta estera"- aggiornatodall’Organismo Italiano di Contabilità in data 30 maggio 2005.N.B.: si osserva come l’OIC 26 sia attualmente in stato di revisione ed è, infatti, diffusonella veste di bozza per la consultazione sino al 31 ottobre 2013I principi contabili internazionali IAS/IFRS disciplinano, invece, sia i "contratti a termine"che i "derivati di copertura" in seno allo IAS 39.

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contratti a termine e contratti derivati

Contratti a termine e relativo trattamento contabile OIC 26

I contratti a termine in moneta estera sono ampiamente trattati al par. 6 dell’OIC 26.Secondo tale Principio contabile per contratto a termine in moneta estera si intende «unaccordo di acquistare o vendere valuta ad una determinata data futura e ad un cambiopredeterminato».Una chiara definizione di tale contratto è ulteriormente rinvenibile nella R.M. n. 83/E del30/03/2009, la quale specifica che le operazioni a termine su valute sono contratti dicompravendita di valuta ad un prezzo a termine, fissato alla data della stipula, che incorporail valore dei tassi di interesse.In altri termini, la compravendita a termine consiste nello scambiare una valuta (ad es.EURO) con un’altra valuta (ad es. DOLLARI) ad una data futura ad a un livello di cambiofissato, pari al cambio corrente (cd. SPOT) alla data di stipula del contratto, aumentato oridotto del differenziale esistente tra l’una e l’altra valuta.

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Le tipologie di contratti a termineIl par. 6.1 dell’OIC 26 specifica che i contratti a termine in moneta estera possono esseresuddivisi nelle seguenti fattispecie:1) contratti a termine a fronte di specifici debiti e/o crediti in moneta estera;2) contratti a termine a fronte di un impegno contrattuale (ordine) di acquisto o di venditadi un bene in moneta estera;3) contratti a termine a fronte di un'esposizione netta in moneta estera, ma non correlatia specifiche operazioni (cioè non a fronte di specifici debiti e crediti od impegnicontrattuali di acquisto o di vendita);4) contratti a termine di natura speculativa o comunque non a copertura di specifici rischidi cambio.Le prime tre fattispecie hanno finalità di copertura; viceversa, la quarta è caratterizzata dauna natura prettamente speculativa.

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Contratti a termine con finalità di coperturaLa fattispecie di cui al precedente n. 1 si verifica, ad esempio, nel caso di copertura di uncredito in moneta estera tramite la stipulazione di un contratto di vendita a termine:

• avente la stessa scadenza del credito,• di un ammontare, nella medesima valuta estera, corrispondente al suddetto credito,• ad un cambio prefissato.

Al par. 6.2 dell’OIC 26 viene in proposito precisato che lo sconto o il premio totale deveessere imputato a conto economico per competenza, cioè lungo tutta la durata del contrattoa termine, come se fosse un interesse.Nel caso in cui il contratto abbia scadenza successiva alla chiusura dell’esercizio, la partedello sconto o del premio di competenza di esercizi successivi deve essere oggetto di unrisconto attivo o passivo.Per quanto attiene alla contropartita del premio o dello sconto, si ritiene che la soluzionepiù corretta sia quella in cui essa è rappresentata, per il premio, da un incremento deldebito (o decremento del credito) oggetto della copertura, e, per lo sconto, da unincremento del credito (o decremento del debito).Se il credito o il debito sono ancora in essere a fine esercizio, gli stessi sono esposti in

bilancio al cambio a termine (così, anche Consob comunicazione n. Dac/28731 del 2000).

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Contratti a termine con finalità di coperturaLa fattispecie di cui al precedente n. 2 ricorre, ad esempio, nella ipotesi in cui si siastipulato un contratto, confermato ed irrevocabile, per l’acquisto in moneta estera di unbene che verrà consegnato e pagato in futuro e, parallelamente, venga stipulato un contrattodi acquisto a termine di moneta estera:

• avente la stessa scadenza di acquisto del bene,• di un ammontare, nella medesima valuta estera, corrispondente al suddetto

impegno,• ad un cambio prefissato.

Al par. 6.3 dell’OIC 26 viene precisato che al momento del trasferimento della proprietàdel bene oggetto dell’impegno coperto il relativo ricavo o costo e il relativo credito odebito devono essere rilevati in contabilità non al cambio storico, ma al cambio a pronti.Per quanto attiene alla rilevazione contabile del premio o dello sconto e della relativacontropartita, vale quanto detto per la fattispecie di cui al n. 1.

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Contratti a termine con finalità di coperturaInfine, per quanto attiene alla fattispecie di cui al n. 3, si tratta pur sempre di contratti atermine con finalità di copertura, ma non a fronte di specifici debiti o crediti, ovvero diimpegni di acquisto o di vendita.In proposito, il par. 6.4 dell’OIC 26 afferma che:

• i crediti e i debiti esistenti al temine dell’esercizio vanno valutati secondo le regolegenerali, anche se presi in considerazione nella determinazione della posizionenetta oggetto di copertura;

• si applicano le regole già citate per la rilevazione per competenza dello sconto odel premio;

• si determina l’utile o la perdita sul contratto a termine, calcolato moltiplicandol’ammontare in moneta estera dello stesso per la differenza tra cambio di fineesercizio e il cambio a pronti.

Per quanto attiene allo sconto o al premio sul contratto a termine, si ritiene che comecontropartita debbano essere rilevati ratei passivi o attivi.Per quanto attiene, invece, alla perdita o all’utile sul contratto, si ritiene che lecontropartite debbano essere una voce di debito o di credito.

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Contratti a termine di natura speculativaCon riguardo alla fattispecie di cui al n. 4, il par. 6.5 dell’OIC 26, precisa che per talicontratti in essere alla data di chiusura dell’esercizio:

• occorre determinare l’utile o la perdita sul contratto a termine moltiplicandol’ammontare in moneta estera del contratto a termine per la differenza tra ilcambio a termine contrattuale e il cambio a termine di un ipotetico analogocontratto rinegoziato alla data di chiusura dell’esercizio, e

• sia le perdite che gli utili sono contabilizzate in conto economico.Al paragrafo 4.9 del Documento della Commissione per i Principi contabile del 2005, èstato, tuttavia, sostenuto che le modalità di contabilizzazione dei contratti a termine dinatura speculativa devono oggi essere coordinate con le nuove disposizione dell’art. 2426,n. 8-bis, c.c., le quali prevedono che il saldo positivo fra utili e perdite su cambi nonrealizzati, derivanti dall’applicazione del cambio a pronti al termine dell’esercizio (cambiocorrente), deve essere accantonato in apposita riserva non disponibile fino al realizzo.In merito alla individuazione della contropartite di tali utili e perdite, nonché la chiusura,nel nuovo esercizio di tali contropartite valgono le regole illustrate con riguardo allafattispecie di cui al n. 3.

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Contratti Derivati

Nel sistema contabile nazionale, la finalità di copertura di un contratto derivato è stataprecisata dal Provvedimento n. 166/1992 della Banca d’Italia, ove si afferma che sono dicopertura le operazioni «effettuate con lo scopo di proteggere dal rischio di avversevariazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato il valore disingole attività o passività in bilancio o ‘fuori bilancio o di insiemi di attività o di passivitàquando:

a) vi sia l’intento dell’ente di porre in essere la copertura;b) sia elevata la correlazione tra le caratteristiche tecnico-finanziarie (scadenza, tassodi interesse eccetera) delle attività/passività coperte e quelle del contratto dicopertura;c) le condizioni sub a) e b) risultino documentate da evidenze interne».

Ne deriva che, per i soggetti non IAS adopter, ampio spazio è lasciato alla discrezionalitàdel redattore del bilancio, ma, come vedremo in sede di analisi degli aspetti fiscali, i criteriindividuati dallo IAS 39 possono tornare utili anche per chi redige il bilancio secondo iprincipi contabili nazionali.

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La nozione di copertura

Contratti Derivati

In ambito IAS, la nozione di copertura presenta caratteri più stringenti.Affinché la relazione sia qualificata come di copertura debbono ricorrere tutti i seguentirequisiti (IAS n. 39, paragrafo 88):

a) in primo luogo, deve sussistere un atto formale dell’impresa con cui uno o piùstrumenti finanziari vengono designati a copertura dei rischi insiti in uno o piùstrumenti coperti: anche se non viene precisato, appare chiaro il riferimento ad unatto dell’organo amministrativo;

b) in secondo luogo, la copertura deve essere altamente efficace sia all’inizio chedurante tutti gli esercizi nel quale è designata (esemplificando e, di norma, per ladurata residua dello strumento coperto), e cioè le variazioni di fair value o deiflussi finanziari dello strumento coperto devono essere quasi completamentecompensati dalle corrispondenti variazioni di fair value o flussi finanziari rilevatiper lo strumento di copertura;

c) da ultimo, anche se si tratta di requisito implicito, l’efficacia della copertura deveessere misurabile in modo attendibile.

SEGUE

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La nozione di copertura

Contratti Derivati

In merito all’efficacia della copertura, dai paragrafi AG105 e AG106 emerge che, almenoad ogni data di bilancio occorre effettuare:i) un test prospettico, volto a dimostrare l’attesa efficacia della copertura negli esercizifuturi;ii) un test retrospettivo, evidenziando il grado di efficacia raggiunto dalla copertura nelperiodo oggetto di informativa: a tal proposito il par. AG105, lettera b) precisa che “irisultati effettivi della copertura sono compresi nella fascia 80-125%”. A tal proposito, loIAS n. 39 non precisa se la variazione di fair value/di flussi finanziari dello strumento dicopertura debba risultare al numeratore ovvero al denominatore ai fini delle citatepercentuali.Il fallimento del test retrospettivo si ha principalmente in caso di efficacia dello strumentodi copertura inferiore all’80%, posto che il caso opposto (efficacia superiore al 125%) puòessere adeguatamente fronteggiato designando come di copertura non l’intero strumento,ma una sua parte, ad esempio una parte del nozionale.

Conclusivamente, in entrambi i sistemi contabili, si giunge ad una definizione negativadegli strumenti derivati speculativi, nel senso che sono tali tutti quelli che non soddisfano irequisiti su menzionati.

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La nozione di copertura

Trattamento contabile dei derivati

Né la normativa codicistica né i Principi contabili nazionali contengono una disciplinaespressa e specifica sulla rilevazione nei conti di bilancio degli strumenti derivati, qualeprincipale categoria del genus operazioni fuori bilancio.In ambito codicistico vi è essenzialmente la novella del D.Lgs. 30 dicembre 2003, n. 394che, con l’art. 1, comma 1, ha introdotto l’art. 2427-bis del codice civile e, con l’art. 3,comma 1, il n. 6-bis all’art. 2428, comma 2, del codice civile, prevedendo specificheinformazioni sui derivati in nota integrativa e sulla gestione dei rischi finanziari nellarelazione sulla gestioneL’unico principio contabile dedicato agli stessi è l’OIC n. 3 che ha ad oggetto le citateinformazioni da fornire in Nota integrativa e Relazione sulla gestione.Vi sono, poi, altri principi che affrontano, seppur in maniera parziale, il tema deglistrumenti derivati e, in particolare, ci stiamo riferendo a: OIC n. 22: conti d’ordine; OIC n.19: fondi per rischi e oneri; OIC n. 26: operazioni e partite in moneta estera.Primo punto fermo è che gli strumenti derivati rappresentano sempre “operazioni fuoribilancio”, in quanto non determinano alcuna manifestazione economica. A dire il vero, incaso di stipula di una option, vi è un’uscita economica data dal pagamento del premio; intal caso, si dovrà procedere alla registrazione del pagamento “sopra riga” e allacorrispondente rilevazione patrimoniale.

SEGUE

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I soggetti non IAS adopter

L’OIC 22, al par. B.III d), richiede che nei conti d'ordine, fra gli impegni, vengano iscritticontratti derivati, speculativi o di copertura, stipulati dall'impresa. Il valore di iscrizionedeve essere pari al valore nominale, desunto dalla relativa documentazione (ossia, alcosiddetto "valore nozionale" del contratto). Per i contratti a termine su merci, valutee titoli, la valutazione deve essere fatta al prezzo forward fissato in contratto.L'iscrizione nei conti d'ordine viene poi eliminata dopo la chiusura delle relativeoperazioni.Con riguardo ai criteri di valutazione, la relazione tecnica di accompagnamento al D.Lgs.N. 6/2003, ha espressamente indicato come applicabile anche al bilancio delle impreseindustriali, mercantili e di servizi la normativa (allora) prevista per gli enti creditizi efinanziari, e cioè il D.Lgs. n. 87/1992, come integrato dalla circ. Banca d’Italia n. 166/1992;nello stesso senso, per le società quotate, ante introduzione dei Principi Ias-Ifrs, anche laComunicazione Consob n. DEM/1026875 dell’11 aprile 2001.A tal proposito, l’OIC n. 19 (par. CVII, nota 18) ritiene applicabili, alle operazioni fuoribilancio relative a contratti derivati, gli artt. 18, comma 3, e 20, comma 3, del D.Lgs. n.87/1992, laddove tale ultima disposizione consente la rivalutazione “al mercato” delleoperazione fuori bilancio, con conseguente imputazione della differenza a contoeconomico, e, per le operazioni fuori bilancio relative a valute estere.Inoltre, l’OIC n. 26 stabilisce l’imputazione a conto economico degli utili o perdite chederivano dalla conversione dei crediti e debiti a breve termine (o della quota corrente diquelli a medio/lungo termine) e cioè delle differenze tra cambio in vigore alla datadell’operazione e cambio a fine esercizio. SEGUE

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Se tali Principi, ed in specie il n. 26 in tema di valute, potevano essere qualificati

come una non condivisibile fuga in avanti, “andando, segnatamente, a cozzare

contro il divieto civilistico di indicare utili non realizzati in via definitiva, alla

luce dell’evoluzione normativa si ritiene che il precetto generale, di cui all’art.

2423-bis, comma 2, c.c, vada letto contemperando altri criteri generali, quali il

criterio di competenza economico-civilistica e di coerente valutazione delle

operazioni collegate.

In tale ottica, dalle disposizioni codicistiche in tema di operazioni in valuta, come

introdotte dal D.Lgs. n. 6/2003 di riforma del diritto societario, emergerebbe la

possibilità di indicare, in conto economico, l’eventuale utile non realizzato su

cambi, accantonando lo stesso in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo

dell’attività/passività in valuta che lo ha generato.SEGUE

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Circa l’imputazione o meno a conto economico del risultato della valutazione di strumentifinanziari derivati, è possibile trarre le seguenti conclusioni:a) per chi interpreta (Aristeia n. 58/06), in via prudenziale, il divieto di indicare utili nonrealizzati per le imprese industriali, mercantili e di servizi, vale comunque quanto dispostodal Principio OIC n. 19, per il quale (paragrafo C.VII.) alle operazioni ‘fuori bilancio’relative a contratti derivati su titoli, valute, tassi d’interesse e indici di borsa devonoapplicarsi i medesimi criteri di valutazione stabiliti per le corrispondenti attività e passivitàin bilancio; conseguentemente le perdite nette maturate in relazione alle operazioni inargomento devono essere stanziate in appositi fondi del passivo di stato patrimoniale;pertanto, dando rilievo solo a tale ultimo periodo, in applicazione del principio di prudenza,ex art. 2423-bis del codice civile, le perdite maturate vanno rilevate a conto economico incontropartita ad apposito fondo rischi, mentre non verranno riconosciuti a conto economicogli utili maturati su operazioni in derivati di tipo speculativo in quanto, per le operazioni dicopertura, il principio di coerente valutazione –di cui a seguito– è ritenuto immanenteanche nel bilancio codicistico;b) per chi, condividendo, invece, integralmente le indicazioni dell’OIC n. 19 e dell’OIC n.26 nonché sulla scorta della prassi (Ris. Ag. En. n. 246/02 e n. 58/03), ritiene applicabili, aisoggetti diversi dagli enti creditizi e finanziari, la previgente normativa di bilancio di questiultimi, sia le perdite che gli utili maturati su operazioni in derivati sono oggetto dirilevazione a conto economico, avuto riguardo al disposto degli artt. 18, comma 3, e 20,comma 3, del D.Lgs. n. 87/1992.

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Trattamento contabile dei derivati

In ogni caso, alle regole generali, basate sul principio della separata valutazione,la normativa pone correttivi specifici con riferimento alle operazioni di coperturaed economicamente connesse per le quali è stabilito il principio della coerentevalutazione.Il principio di coerente valutazione, sancito dall'art. 15, comma 1, lettera c), delD.Lgs. n. 87/1992, prevede che "... le attività e le passività tra loro collegatesono valutate in modo coerente".Sulla base del richiamato principio di valutazione, i proventi o gli oneri relativialle operazioni di copertura sono esposti in bilancio in modo coerente con irisultati economici delle operazioni coperte, tenuto ovviamente conto delprofilo di rischio e della natura di queste ultime.In concreto ciò determina un'estensione all'operazione di copertura delcriterio di valutazione dell'operazione coperta.

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Il principio di coerente valutazione

Valutazione dei derivati di copertura sui rischi di cambio

In particolare, le operazioni di copertura sui rischi di cambio "fuori bilancio"sono valutate (art. 21 del D.Lgs. n. 87/1992):

- al tasso di cambio a pronti corrente alla data di chiusuradell'esercizio, se si tratta di operazioni a pronti non ancora regolate;

- al tasso di cambio a termine corrente alla data suddetta perscadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto di valutazione,se si tratta di operazioni a termine.

Il saldo delle differenze di valore emerse applicando i criteri divalutazione di cui sopra deve essere iscritto nel conto economico tra gliinteressi secondo il principio di competenza (art. 21, comma 3, del D.Lgs.n. 87/1992).

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Trattamento contabile dei derivati

Con riguardo ai soggetti che adottano i principi contabili internazionali, punto diriferimento è lo IAS 39, il quale prevede tre tipologie di relazione di copertura:a) copertura di fair value (c.d. fair value hedge): copre l’esposizione alla variazione del fairvalue di una posta di bilancio attribuibile ad un particolare rischio di mercato (ad esempio:valuta, interesse, prezzo). Con l’operazione di copertura, quindi, si compensa la variazionedel fair value di un elemento coperto con l’opposta variazione del fair value dello strumentodi copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a contoeconomico delle variazioni di valore, riferite sia alla posta coperta (per quanto riguarda levariazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante, rettificando in contropartita il valore ditale posta), sia allo strumento di copertura: in altri termini, il criterio di valutazione dellostrumento di copertura (a fair value con imputazione al conto economico) viene esteso allostrumento coperto (anche se appartenente ad una categoria valutata, ad esempio, al costo, sipensi tipicamente ai crediti, valutati al costo ammortizzato), a differenza di quanto previstodai principi nazionali, per i quali è lo strumento di copertura che viene valutato con ilcriterio dello strumento coperto.

SEGUE

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I soggetti IAS adopter

b) copertura di flussi finanziari (cash flow hedge): copre l’esposizione a variazioni deiflussi finanziari futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste del bilancio. In questocaso, le variazioni di fair value del derivato sono riportate nel patrimonio netto (iscrivendoun’apposita riserva, positiva o negativa, c.d. di cash flow hedge), per la quota efficace dellacopertura, e sono rilevate a conto economico solo quando, con riferimento alla postacoperta, si manifesta la variazione dei cash flow da compensare, mentre, per la parteinefficace, la variazione di fair value dello strumento di copertura va imputata al contoeconomico (IAS n. 39, paragrafo 89): quanto è stato sospeso provvisoriamente a patrimonionetto (parte efficace) affluisce a conto economico coerentemente alla tempistica con cui lostrumento coperto produce i flussi di cassa attesi e, quindi, incide sul risultato economico diperiodo.c) copertura di un investimento netto in un’entità estera (hedge of a net investment): coprel’esposizione a variazione dei tassi di cambio relativi a partecipazioni in società estere,posto che ai sensi dello IAS n. 21 per “investimento netto in un’entità estera” si intende laquota di patrimonio di un’entità estera di pertinenza dell’impresa che redige il bilancio.Queste operazioni di copertura devono essere contabilizzate allo stesso modo del cash flowhedge.

SEGUE

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Peraltro, seppure tecnicamente non possa parlarsi di hedge accounting, lo IAS n. 39contempla, tra le ragioni per le quali è possibile utilizzare la c.d. fair value option - FVO [ecioè includere nel portafoglio degli strumenti valutati al fair value con rilevazione a contoeconomico, per espressa designazione al momento della rilevazione iniziale, qualsiasistrumento finanziario, anche se non detenuto per finalità di negoziazione(IAS n. 39,paragrafo 9)], vi è la circostanza che la designazione al fair value consente di eliminare oridurre significativamente asimmetrie contabili (accounting mismatch) che derivano dallacontabilizzazione non coerente di strumenti finanziari che si compensano naturalmente, mache non sono stati designati come di copertura a causa dei rilevanti oneri di designazione,monitoraggio ed analisi richiesti dalla contabilizzazione di copertura secondo i modelli delfair value hedge e del cash flow hedge, ovvero per le limitazioni ivi previste (ad esempio,come visto retro, paragrafo 3.1, non possono essere designati come strumenti di copertura,fatta eccezione per il rischio di cambio, strumenti finanziari non derivati, per cui l’utilizzoquale strumento di copertura di un’attività/passività diversa da un derivato non soddisfa icriteri per l’hedge accounting di cui ai paragrafi 72 e ss. dello IAS n. 39).In ipotesi del genere, pertanto, appare evidente l’utilizzo della FVO quale semplificatacontabilizzazione di copertura, ulteriore rispetto ai modelli di fair value hedge e cash flowhedge, per operazioni che hanno un’evidente natura economica di copertura, nel senso chele variazioni di fair value/flusso finanziario dello strumento di copertura tendononaturalmente a compensare le opposte variazioni dello strumento coperto (c.d. naturalhedge), pur non essendo rispettati gli onerosi adempimenti e limiti di cui ai paragrafi 72 eseguenti dello IAS n. 39.

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La disciplina fiscale: l’art. 122 del T.u.i.r

La norma di riferimento è l’art. 112 del Tuir rubricato “Operazioni fuori bilancio”.La rilevanza ai fini fiscali dei componenti positivi e negativi derivanti delle operazionispeculative la si ricava dal comma 2 che, nella versione attuale, ha subito alcune modificheimportanti poiché non vi è più il rimando ai criteri valutativi previsti dal D.Lgs. n. 87/1992.In tal modo, si è reso applicabile l’art. 112 anche ai soggetti IAS adopter.Conseguenza diretta della previsione di cui al comma 2 è che i risultati che derivano dallavalutazione degli strumenti derivati posseduti alla chiusura dell’esercizio solare concorronoalla formazione del reddito indipendentemente dai criteri di valutazione adottati.N.B si è evidenziato come la ratio della norma sia non di obbligare a una valorizzazione deiderivati, bensì di dare rilevanza fiscale all’eventuale valutazione civilistica fatta.In caso di componente positivo, alla luce del disposto del secondo comma, il proventoconcorre alla formazione del reddito imponibile e, pertanto, per i soggetti non IAS adoptersarà necessario operare una variazione in aumento del reddito in dichiarazione.Nel caso di rilevazione di un componente negativo, il comma 3, stabilisce che “Icomponenti negativi di cui al comma 2 non possono essere superiori alla differenza tra ilvalore del contratto o della prestazione alla data della stipula o a quella di chiusuradell’esercizio precedente e il corrispondente valore alla data di chiusura dell’esercizio”.

SEGUE

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Le operazioni speculative

Sintetizzando, il componente negativo rilevante fiscalmente è dato dalla differenza tra:a) valore dell’operazione alla data di stipula o a quella di chiusura dell’esercizioprecedente;b) valore dell’operazione al 31 dicembre.

Il valore di cui al punto b) è determinato con modalità differenti a seconda dell’operazioneoggetto di valutazione (comma 3):1. contratti uniformi a termine negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri: l’ultimaquotazione rilevata entro la chiusura dell’esercizio;2. contratti di compravendita titoli: secondo il disposto di cui all’art. 94, comma 4, lettere a)e b), del Tuir e quindi:

a) per i titoli negoziati nei mercati regolamentati: in base ai prezzi rilevati nell’ultimogiorno dell’esercizio o, alternativamente, in base alla media aritmetica dei prezzirilevativi all’ultimo mese, senza applicazione del disposto di cui all’art. 109, comma 4,lettera b), secondo periodo, del Tuir;b) per gli altri titoli: il valore normale di cui all’art. 9, comma 4, lettera c), del Tuir;

3. contratti di compravendita di valute: in caso di operazioni a pronti non ancora regolate, siprende il tasso di cambio a pronti corrente alla data di chiusura dell’esercizio.Diversamente, nel caso di operazioni a termine, si utilizza il tasso di cambio a terminecorrente alla suddetta data per scadenze corrispondenti a quelle delle operazioni oggetto divalutazione;4. nei restanti casi: il valore normale come determinato ai sensi dell’art. 9, comma 4, letterac), del Tuir.

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Il principio di simmetria

I commi 4 e 5 dettano particolari criteri per il concorso alla formazione dell’imponibiledegli elementi positivi e negativi derivanti dalla valutazione o dal realizzo delle operazionicon finalità di copertura.La nozione fiscale di copertura è data dal comma 6, ai sensi del quale operazione dicopertura è quella che ha «lo scopo di proteggere dal rischio di avverse variazioni dei tassid’interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato il valore di singole attività opassività in bilancio o fuori bilancio…». In tal modo operando il legislatore fiscale si è, daun lato, uniformato alla nozione fornita dalla Banca d’Italia e, dall’altro, si è coordinato conle innovazioni introdotte a seguito dell’adozione degli IAS.Ciò premesso, il comma 4 estende, a tutte le operazioni di copertura, il principio disimmetria fiscale stabilendo che “Se le operazioni di cui al comma 1 sono poste in esserecon finalità di copertura di attività o passività, ovvero sono coperte da attività o passività, irelativi componenti positivi e negativi derivanti da valutazione o da realizzo concorrono aformare il reddito secondo le medesime disposizioni che disciplinano i componenti positivie negativi, derivanti da valutazione o da realizzo, delle attività o passività rispettivamentecoperte o di copertura”.

SEGUE

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Le operazioni di copertura

In questo senso, gli eventuali proventi sui derivati dovrebbero concorrere alla formazione del reddito d’impresa secondo le disposizioni applicabili ad ipotetici proventi sulle attività/passività coperte, mentre gli eventuali oneri sui derivati dovrebbero concorrere alla formazione del reddito d’impresa secondo le disposizioni applicabili ad ipotetici oneri relativi sulle attività/passività coperte.In particolare, fatte salve le specifiche deroghe previste dall’art. 110, comma 2, del Tuir(conversione dei saldi contabili in valuta delle stabili organizzazioni estere e delle imprese che adottano la contabilità plurimonetaria), gli utili e le perdite su cambi realizzati assumono sempre rilievo fiscale, mentre quelli derivanti dalla valutazione al cambio di chiusura dell’esercizio assumono rilievo fiscale solo nel caso in cui il rischio di cambio risulti coperto ed i contratti di copertura siano anche essi valutati in maniera coerente secondo il cambio di chiusura dell’esercizio, ai sensi dell’art. 110, comma 3, del Tuir. Ne discende che se fosse realizzato un provento su una vendita a termine di valuta estera, di importo pari e segno opposto rispetto alla perdita su cambi realizzata sul credito in valuta estera coperto, il provento sulla vendita a termine risulterebbe imponibile sulla base delle disposizioni previste per gli utili su cambi, mentre la perdita su cambi risulterebbe deducibile sulla base delle disposizioni previste per le perdite su cambi.In questo caso, alla neutralità economica dell’operazione si accompagnerebbe la neutralità fiscale della stessa, in quanto il provento realizzato sul derivato risulterebbe integralmente imponibile, mentre la perdita su cambi realizzata sul credito in valuta estera risulterebbe integralmente deducibile.

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La disposizione derogatoria in favore degli IAS adopter

Le svalutazioni delle operazioni fuori bilancio effettuate dai soggetti IAS adopter nonincontrano le citate limitazioni di cui al comma 3 dell’art. 112.In tal senso il comma 3-bis dell’art. 112, per il quale “In deroga al comma 3, per i soggettiche redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali … i componentinegativi imputati al conto economico in base alla corretta applicazione di tali principiassumono rilievo anche ai fini fiscali”.In particolare, ratio principale del comma 3-bis in commento è quella di dare rilevanzaanche ai procedimenti di attualizzazione tipicamente connessi ai cambi a termine chealtrimenti non avrebbero riconoscimento fiscale ai sensi dell’art. 112, comma 3, lettera c),del Tuir.Inoltre, l’espresso rinvio ai principi IAS contenuto nel comma 6 quanto alla nozione dioperazione di copertura, assicura anche a fini fiscali un perfetto richiamo alla nozione dioperazione di copertura come definita dallo IAS n. 39.A tal proposito, peraltro, sorge il rilevante dubbio (risolto prevalentemente in manierapositiva) se la fair value option possa essere assimilata, anche ai fini di cui all’art. 112 delTuir, ai modelli di copertura di fair value o di cash flow, configurando la stessa, con ognievidenza, una vera e propria copertura economica, seppure non integrante (ed anzi proprioperché non integrante) tutti gli estremi per la contabilizzazione delle coperture ai sensi deiparagrafi 72 e seguenti dello IAS n. 39, giusta quanto esposto retro.

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Il contratto derivato di Rolling Spot

Le compravendite di valute a pronti sul c.d. “mercato Forex” (Foreign Exchange Market)vengono effettuate attraverso la conclusione on line di contratti cosiddetti “spot e rollingspot”.In genere, tali operazioni sono effettuate per il tramite di intermediari abilitati, con aperturadi un conto corrente presso una banca sul quale viene depositata una somma di denarovincolata a favore dell’intermediario, la quale assume la funzione di cauzione delleoperazioni che quest’ultimo intraprende per ordine e conto del cliente.L’operatività sul mercato Forex prevede il regolamento delle transazioni mediante l’utilizzodi un margine. Pertanto, è espressamente esclusa la possibilità di consegna fisica deicontrovalori della valuta intermediata.Queste operazioni, che – come detto – prescindono dalla consegna fisica dei controvaloridella valuta intermediata, possono essere effettuate nel termine giornaliero (contratti“spot”), ovvero con riapertura per il giorno successivo (contratti “rolling spot”).

SEGUE

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Funzionamento dell’istituto e trattamento contabile

Il contratto derivato di Rolling SpotNormalmente i contratti spot vengono regolati con valuta due giorni. Ad esempio, chi ha venduto una valuta contro un’altra deve consegnarla nel giorno di consegna (delivery date), due giorni dopo. Se, come spesso avviene, l’operatore desidera mantenere aperta la posizione, il broker effettua il cosiddetto rollover: alle 23 del giorno in cui è stata effettuata l’operazione il broker contabilizza la chiusura e la contestuale riapertura della posizione con valuta posticipata di un giorno. Tale procedura è anche detta tom.next ovvero tomorrow and the next day. In questo modo, si sposta (roll) la consegna di giorno in giorno. Ogni volta che viene aperta una posizione in valuta occorre rilevare contemporaneamente una posizione creditoria ed una posizione debitoria. In altri termini, nell’operatività a margine, con il meccanismo del rollover vengono contabilizzati giorno per giorno utili e perdite realizzati e viene accreditata o addebitata sul conto dell'operatore la differenza di tasso di interesse overnight tra le due valute negoziate. Esempio: è lunedì 12 novembre compro 100.000 Euro/USD a 1.3000 (data valuta mercoledì 14 novembre).Alle 23.00 del 12 novembre, il cambio Euro/USD spot è a 1.3050. Il broker accredita 500 USD di utile sul conto e addebita 1.6 USD che sono la differenza del tasso overnight per il controvalore di 100.000 Euro/USD (e sposta la consegna al 15 novembre).

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Funzionamento dell’istituto e trattamento contabile

Il contratto derivato di Rolling Spot

Il trattamento giuridico-tributario delle operazioni di compravendita divalute a pronti sul mercato del Forex, concluse attraverso i cosiddetticontratti spot e rolling spot, è stato definitivamente assimilato a quello deiderivati.A stabilirlo è il nuovo articolo 1 del Testo unico della finanza (Tuf) che,come modificato dal Dlgs 141/2010 (in vigore dal 19 settembre 2010),colloca ora le suddette transazioni tra gli strumenti finanziari.

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Inquadramento giuridico-fiscale

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