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Oratorionoi nà di Gennaio 2012 per info: [email protected] web site: molfetta.donboscoalsud.it www.oratorionoi.altervista.org
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Dopo un po’ di tempo,
riprendiamo il cammino interrotto.
È la ripresa di un sogno. Un sogno
che accomuna tanti ragazzi
e giovani dell’oratorio di Molfetta.
Un sogno perché siamo figli di un
sognatore. Un sogno perché i
giovani hanno bisogno di sognare.
Un sogno in comune perché
abbiamo bisogno di sognare
insieme.
Ma non sono sogni che si fanno
la notte. Non sono utopie. Sono
i sogni che muovono
il cammino. Senza sogni non si
vive. Ecco allora che un gruppo
di giovani che sognano si sono
messi all’opera per
COMUNICARE, per
condividere i propri sogni e il
proprio modo di realizzarli,
consapevoli che le cose belle
vanno diffuse,
per dire a tutti che essere felici
è possibile e non c’è bisogno di
imprese eccezionali.
Per dire che la vita che ci propone
don Bosco è fatta di piccole cose:
di convivialità, di condivisione,
di amicizia, di servizio, di preghiera.
Questo foglio è uno strumento per
comunicarci i nostri sogni, le nostre
speranze, le cose belle che viviamo
e che vogliamo condividere, i nostri
progetti, le nostre realizzazioni, per
comunicare a tutti che una vita bella
e felice è possibile, senza andare
troppo lontano, senza fare sogni che
siano illusioni.
Faccio i migliori auguri a questi
ragazzi che si sono buttati
generosamente in questo impegno,
a tutti di coltivare e realizzare i propri
sogni.
Don Dino Perulli sdb
2
Cari amici,
il 2012 è un anno in cui tutta
la Famiglia Salesiana inizia
un cammino di preparazione
che dura tre anni. Infatti ci porterà
al 2015 in cui festeggeremo
il “Bicentenario della nascita
di don Bosco”. Il Rettor Maggiore,
don Pasqual Chavez, a guida dei
Salesiani di don Bosco
ha preparato un cammino
di formazione sulla vita del Santo
e sulla sua relazione intensiva con i
giovani emarginati. In questo
primo anno il Rettor Maggiore
centra la strenna ad una
conoscenza più approfondita della
storia di don Bosco ed è per questo
che voglio raccontarvi uno dei
sogni profetici di don Bosco
“ Il sogno dei nove anni ” il sogno
da dove trae origine il progetto che
Dio stesso ha scelto per lui.
Nel sogno gli parve di essere in un
cortile molto spazioso vicino casa
sua dove c’ era un gruppo di ragazzi
che si divertivano in malo modo.
All’ udire quelle bestemmie
Giovannino gli andò in contro
utilizzando la violenza per farli
tacere. In quel momento gli apparve
un uomo vestito di bianco con viso
luminoso e gli ordinò di non
utilizzare la violenza ma
mansuetudine e carità.
Successivamente i ragazzi si
riunirono intorno a Gesù e lo
ascoltarono. Accanto a quest’ultimo
apparve una donna che prese per
mano Giovannino e gli indicò il
campo dove doveva lavorare.
Giovanni voltando lo sguardo si
accorse che al posto di animali
feroci c’erano dolci agnelli che felici
facevano festa.
Scritto da Porziana Caiati & Ivana de Ceglie
I Sogni di noi giovani i cui risultati vengono conseguiti da pochi
fortunati, come ad esempio nel mondo dello
spettacolo, della musica, dell’arte, delle
pubbliche relazioni; c’è anche chi invece
ha ancora oggi aspirazioni
“semplici” come i ragazzi
dell’epoca di don Bosco:
realizzarsi, avere una vita serena,
una famiglia. Insomma, tutti
vogliono la felicità.
Don Bosco con il suo amore
e il suo metodo ‘preventivo’
è riuscito a dare una possibilità
a questi ragazzi di essere
compresi, di farsi conoscere
e conoscersi, di riscattarsi
così da rifarsi una vera vita.
Capiamo, quindi, perché
il sistema utilizzato
da don Bosco abbia avuto successo per un
così ampio arco di tempo e anche oltre,
e continua tutt’ora: il fatto è che riusciva a
far parlare apertamente i giovani e farli
ragionare nel modo
giusto, aiutandoli
anche, perché no,
a risolvere le loro
problematiche
adolescenziali.
Scritto da Marianna de Santis
Molto spesso i giovani e gli adolescenti hanno
qualche problema di “lunaticità”, ovvero
sbalzi d’umore provocati da situazioni difficili
legate alla sfera della vita privata ma anche
pubblica e sociale; quindi vogliono essere
capiti da chi li sta intorno e sovente trovano
sostegno nei coetanei.
Interessante sarebbe un confronto tra i sogni
dei giovani d’oggi e quelli dei ragazzi
dell’epoca di don Bosco. Questi ultimi
avevano desideri molto semplici: c’era chi
voleva lavorare, chi si voleva divertire
assistendo ai frequenti spettacoli dei
saltimbanchi o chi preferiva studiare come
Giovannino Bosco. Al contrario noi ragazzi
“moderni” abbiamo ambizioni ben diverse:
chi si vuole affermare nello sport e avviare
una carriera agonistica; chi vuole
intraprendere un percorso pieno di ostacoli,
A quel punto Giovannino iniziò a
piangere e a pregare perché non
capiva il significato del sogno
appena fatto. La Madonna, allora gli
pose la mano sul capo dicendogli:
“A suo tempo tutto comprenderai”.
All’udire queste parole un rumore lo
svegliò. Sappiamo, infatti, che al suo
risveglio Giovannino raccontò il suo
sogno a tutti i suoi famigliari
suscitandone la diffidenza. Soltanto
sua madre Margherita incoraggiò
Giovannino a serbare il sogno nel
proprio cuore.
Un sogno tracciò la sua vita
3
Scritto da Valentina de Tullio
Quando in oratorio si parla di gruppo
AM VIS (Animazione Missionaria), al di là
dell’impegno nelle singole attività
(che anche quest’anno si avrà modo di
conoscere a partire proprio da
febbraio,mese missionario salesiano), c’è
un aspetto che non si conosce molto, e più
di una volta se ne parla in termini non
totalmente corretti.
Mi riferisco ai week-end di animazione
missionaria che l’IME propone e coordina
attraverso la guida del delegato di AM,
don Paolo Misciagna. Sono incontri di
formazione della durata appunto di un
week-end ciascuno, tenuti una volta al mese
in diversi oratori di tutta l’ispettoria.
Spiegare cosa sia un week-end missionario
non è cosa semplice, non tanto per le
modalità con cui si articolano queste due
metà giornate, ma perché ogni parola
risulterebbe vana e vuota, e non basterebbe
ad esprimere l’intensità forte e piena di
un’ esperienza se pure brevissima!
Partiamo con una premessa: la dimensione
missionaria è un tratto caratteristico di don
Bosco che vede la missione salesiana in
continuità con il mandato di Gesù di
evangelizzare tutti i popoli, in particolare la
gioventù povera e
abbandonata di
tutti i paesi del
mondo. Ma allora
cosa si
ripropongono
questi week-end di
AM? Sono forse la
strategia per
reclutare le giuste
persone da
mandare dove c’è carenza di missionari?
O una scuola dove registrare la propria
presenza per essere ammessi poi all’esame
finale di un’esperienza estiva missionaria?
Non esattamente! Per molti versi di scuola
si tratta: è un momento di formazione a
tutti gli effetti e c’è tanto da imparare.
Ma anziché un prof di storia o di
matematica, chi parla è gente che ogni
giorno vive la sua missione nelle proprie
scelte di vita.
Quest’anno tema generale del cammino di
formazione missionaria sono i Diritti Umani
e la violazione di essi. I momenti
‘in-formativi’ sono incentrati sulla
conoscenza di quali siano questi diritti,
le date e le tappe della loro storia, la loro
effettiva validità oggi. Le testimonianze sono
soprattutto di episodi in cui questi diritti
vengono negati nelle diverse vicissitudini
della società odierna, nei più svariati campi.
Si è passati, allora, dalla testimonianza
del preside di un istituto professionale di
Corigliano Calabro che spiega quali
opportunità una scuola può offrire ai giovani
per venire incontro alle loro difficoltà, a don
Francesco Gobbin, responsabile della Casa
Famiglia “Il timone” sempre a Corigliano C.
Ci si è incontrati con Amnesty International
che agisce per prevenire e porre fine a gravi
abusi che violano i diritti all'integrità (fisica
e mentale), alla libertà di coscienza e di
espressione . A Locri ha condiviso la sua
testimonianza il referente in Calabria di
Libera, l’associazione che sollecita la società
civile nella lotta alle
mafie e promuove
legalità e giustizia.
Qualsiasi stratagemma
io usi per riportare ogni
singola parola di
ciascuno, non sarà mai
significativo come
l’ascolto dal vivo, non
saprò mai
commuovervi come ha
saputo fare Stefania Grasso, figlia di una
delle tante vittime della ‘ndrangheta
calabrese, ucciso perché aveva detto ‘no’ al
pizzo.
Potrei raccontarvi della visita al campo rom
di Lecce, o del servizio alla mensa dei poveri
di Corigliano. Ma lo sguardo di ogni singolo
uomo o bambino non saprei riproporvelo.
Potrei dirvi che Riace è famosa per
i conosciutissimi bronzi, ma la sua vera
peculiarità sta nell’incredibile progetto
d’accoglienza per gli immigrati: sono stati
ospitati nelle stesse case che i riacesi hanno
lasciato vuote dopo l’emigrazione italiana
del primo Novecento. Sì, potrei farlo.
Ma girare per le strade del paese e vedere
con i proprio occhi le tante botteghe e
laboratori in cui oggi cooperano fianco a
fianco un riacese e un immigrato, ha
sicuramente una valenza e un sapore tutto
nuovo.
Ecco cosa fa questa scuola: coltiva una
sensibilità alla mondialità. E
lo fa servendosi di un’esperienza fortemente
umana e cristiana, di impegno, di servizio e
di condivisione. L’ impronta di stile
salesiano c’è sempre e la si vive a pelle:
spirito gioioso, spirito di famiglia,
condivisione del pranzo e della cena,
momenti di formazione e di preghiera ( il
sabato sera nella piazza di città ,dopo un
momento allegro di festa, con la curiosità
e a volte anche le risatine dei passanti
increduli: chi mai penserebbe di recitare
le tre Ave Maria della buonanotte di
don Bosco in un luogo chiassoso come
quello?!). I week-end di animazione,
quindi , sono un’esperienza molto intensa a
dispetto della durata (poco meno di 24 ore) ;
e di sicuro non sono finalizzati
all’esperienza estiva. Anzi, riprendendo le
parole dello stesso don Paolo: “L’esperienza
estiva non deve essere il fine di questo
cammino, ma il mezzo”. Sì, il mezzo per
ottenere la consapevolezza di un cammino
personale e di una scelta di vita ben precisa:
la scelta del dono di sé verso i ragazzi, verso
gli sfortunati e verso Dio. Solo che questo
cammino verso Dio passa e attraversa tutte
le strade del mondo, quelle strade in cui i
diritti per noi anche più scontati, per altri
sono una lunga e dura conquista.
A scuola di diritti umani
Responsabile :Vito Pasculli
E-mail: [email protected]
Grafica: Alessandro Capurso
Donato A. Facchini
REDAZIONE
Don Dino Perulli
Donato A. Facchini
Marianna de Santis
Porziana Caiati
Ivana de Ceglie
Annalisa de Robertis
Valentina de Tullio
Lunedì 30 gennaio
Ore 17.00: incontro con i genitori della
catechesi
Ore 18.30: Celebrazione Eucaristi-
ca con promessa dei
Salesiani Cooperatori
Ore 20.00: Presentazione Strenna del
Rettor Maggiore dei Salesiani
Martedì 31 gennaio Ore 19.00: Celebrazione Solenne in ono-
re di San Giovanni Bosco
Sabato 4 febbraio
Ore 19.30: gli Ex Allievi di don Bosco
presentano il convegno annuale presso la
sala azzurra
Domenica 5 febbraio
Apertura mese Missionario Salesiano
Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica
A seguire: momento di festa in teatro
con musica e tanto divertimento
Lunedì 6 febbraio Ore 20.00: Consiglio Educativo
Pastorale
Domenica 12 febbraio Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica
Ore 11.00: giochi in cortile organizzati
dal gruppo AM - Vis
Sabato 18 febbraio Veglioncini di carnevale
Ore 18:00-20:30: bambini catechismo;
ore 21:00-24:00: ragazzi OCG
19 - 20 febbraio Ore 19:30: spettacolo della catechesi
intitolato "c'era una volta... carnevale"
Martedì 21 febbraio Serata in allegria con la presentazione
del “Toma”
Mercoledì 22 febbraio Sacre Ceneri
Ore 18.30: Celebrazione Eucaristica
Domenica 26 febbraio
DoMiSal (Domenica Missionaria Salesiana)
Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica
A seguire: vendita dei dolci pro missioni
Ore 18.30: Celebrazione Eucaristica
A seguire: don Bosco day