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Dopo un po’ di tempo, riprendiamo il cammino interrotto. È la ripresa di un sogno. Un sogno che accomuna tanti ragazzi e giovani dell’oratorio di Molfetta. Un sogno perché siamo figli di un sognatore. Un sogno perché i giovani hanno bisogno di sognare. Un sogno in comune perché abbiamo bisogno di sognare insieme. Ma non sono sogni che si fanno la notte. Non sono utopie. Sono i sogni che muovono il cammino. Senza sogni non si vive. Ecco allora che un gruppo di giovani che sognano si sono messi all’opera per COMUNICARE, per condividere i propri sogni e il proprio modo di realizzarli, consapevoli che le cose belle vanno diffuse, per dire a tutti che essere felici è possibile e non c’è bisogno di imprese eccezionali. Per dire che la vita che ci propone don Bosco è fatta di piccole cose: di convivialità, di condivisione, di amicizia, di servizio, di preghiera. Questo foglio è uno strumento per comunicarci i nostri sogni, le nostre speranze, le cose belle che viviamo e che vogliamo condividere, i nostri progetti, le nostre realizzazioni, per comunicare a tutti che una vita bella e felice è possibile, senza andare troppo lontano, senza fare sogni che siano illusioni. Faccio i migliori auguri a questi ragazzi che si sono buttati generosamente in questo impegno, a tutti di coltivare e realizzare i propri sogni. Don Dino Perulli sdb

Oratorionoi_Gennaio 2012

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Oratorionoi nà di Gennaio 2012 per info: [email protected] web site: molfetta.donboscoalsud.it www.oratorionoi.altervista.org

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Page 1: Oratorionoi_Gennaio 2012

Dopo un po’ di tempo,

riprendiamo il cammino interrotto.

È la ripresa di un sogno. Un sogno

che accomuna tanti ragazzi

e giovani dell’oratorio di Molfetta.

Un sogno perché siamo figli di un

sognatore. Un sogno perché i

giovani hanno bisogno di sognare.

Un sogno in comune perché

abbiamo bisogno di sognare

insieme.

Ma non sono sogni che si fanno

la notte. Non sono utopie. Sono

i sogni che muovono

il cammino. Senza sogni non si

vive. Ecco allora che un gruppo

di giovani che sognano si sono

messi all’opera per

COMUNICARE, per

condividere i propri sogni e il

proprio modo di realizzarli,

consapevoli che le cose belle

vanno diffuse,

per dire a tutti che essere felici

è possibile e non c’è bisogno di

imprese eccezionali.

Per dire che la vita che ci propone

don Bosco è fatta di piccole cose:

di convivialità, di condivisione,

di amicizia, di servizio, di preghiera.

Questo foglio è uno strumento per

comunicarci i nostri sogni, le nostre

speranze, le cose belle che viviamo

e che vogliamo condividere, i nostri

progetti, le nostre realizzazioni, per

comunicare a tutti che una vita bella

e felice è possibile, senza andare

troppo lontano, senza fare sogni che

siano illusioni.

Faccio i migliori auguri a questi

ragazzi che si sono buttati

generosamente in questo impegno,

a tutti di coltivare e realizzare i propri

sogni.

Don Dino Perulli sdb

Page 2: Oratorionoi_Gennaio 2012

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Cari amici,

il 2012 è un anno in cui tutta

la Famiglia Salesiana inizia

un cammino di preparazione

che dura tre anni. Infatti ci porterà

al 2015 in cui festeggeremo

il “Bicentenario della nascita

di don Bosco”. Il Rettor Maggiore,

don Pasqual Chavez, a guida dei

Salesiani di don Bosco

ha preparato un cammino

di formazione sulla vita del Santo

e sulla sua relazione intensiva con i

giovani emarginati. In questo

primo anno il Rettor Maggiore

centra la strenna ad una

conoscenza più approfondita della

storia di don Bosco ed è per questo

che voglio raccontarvi uno dei

sogni profetici di don Bosco

“ Il sogno dei nove anni ” il sogno

da dove trae origine il progetto che

Dio stesso ha scelto per lui.

Nel sogno gli parve di essere in un

cortile molto spazioso vicino casa

sua dove c’ era un gruppo di ragazzi

che si divertivano in malo modo.

All’ udire quelle bestemmie

Giovannino gli andò in contro

utilizzando la violenza per farli

tacere. In quel momento gli apparve

un uomo vestito di bianco con viso

luminoso e gli ordinò di non

utilizzare la violenza ma

mansuetudine e carità.

Successivamente i ragazzi si

riunirono intorno a Gesù e lo

ascoltarono. Accanto a quest’ultimo

apparve una donna che prese per

mano Giovannino e gli indicò il

campo dove doveva lavorare.

Giovanni voltando lo sguardo si

accorse che al posto di animali

feroci c’erano dolci agnelli che felici

facevano festa.

Scritto da Porziana Caiati & Ivana de Ceglie

I Sogni di noi giovani i cui risultati vengono conseguiti da pochi

fortunati, come ad esempio nel mondo dello

spettacolo, della musica, dell’arte, delle

pubbliche relazioni; c’è anche chi invece

ha ancora oggi aspirazioni

“semplici” come i ragazzi

dell’epoca di don Bosco:

realizzarsi, avere una vita serena,

una famiglia. Insomma, tutti

vogliono la felicità.

Don Bosco con il suo amore

e il suo metodo ‘preventivo’

è riuscito a dare una possibilità

a questi ragazzi di essere

compresi, di farsi conoscere

e conoscersi, di riscattarsi

così da rifarsi una vera vita.

Capiamo, quindi, perché

il sistema utilizzato

da don Bosco abbia avuto successo per un

così ampio arco di tempo e anche oltre,

e continua tutt’ora: il fatto è che riusciva a

far parlare apertamente i giovani e farli

ragionare nel modo

giusto, aiutandoli

anche, perché no,

a risolvere le loro

problematiche

adolescenziali.

Scritto da Marianna de Santis

Molto spesso i giovani e gli adolescenti hanno

qualche problema di “lunaticità”, ovvero

sbalzi d’umore provocati da situazioni difficili

legate alla sfera della vita privata ma anche

pubblica e sociale; quindi vogliono essere

capiti da chi li sta intorno e sovente trovano

sostegno nei coetanei.

Interessante sarebbe un confronto tra i sogni

dei giovani d’oggi e quelli dei ragazzi

dell’epoca di don Bosco. Questi ultimi

avevano desideri molto semplici: c’era chi

voleva lavorare, chi si voleva divertire

assistendo ai frequenti spettacoli dei

saltimbanchi o chi preferiva studiare come

Giovannino Bosco. Al contrario noi ragazzi

“moderni” abbiamo ambizioni ben diverse:

chi si vuole affermare nello sport e avviare

una carriera agonistica; chi vuole

intraprendere un percorso pieno di ostacoli,

A quel punto Giovannino iniziò a

piangere e a pregare perché non

capiva il significato del sogno

appena fatto. La Madonna, allora gli

pose la mano sul capo dicendogli:

“A suo tempo tutto comprenderai”.

All’udire queste parole un rumore lo

svegliò. Sappiamo, infatti, che al suo

risveglio Giovannino raccontò il suo

sogno a tutti i suoi famigliari

suscitandone la diffidenza. Soltanto

sua madre Margherita incoraggiò

Giovannino a serbare il sogno nel

proprio cuore.

Un sogno tracciò la sua vita

Page 3: Oratorionoi_Gennaio 2012

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Scritto da Valentina de Tullio

Quando in oratorio si parla di gruppo

AM VIS (Animazione Missionaria), al di là

dell’impegno nelle singole attività

(che anche quest’anno si avrà modo di

conoscere a partire proprio da

febbraio,mese missionario salesiano), c’è

un aspetto che non si conosce molto, e più

di una volta se ne parla in termini non

totalmente corretti.

Mi riferisco ai week-end di animazione

missionaria che l’IME propone e coordina

attraverso la guida del delegato di AM,

don Paolo Misciagna. Sono incontri di

formazione della durata appunto di un

week-end ciascuno, tenuti una volta al mese

in diversi oratori di tutta l’ispettoria.

Spiegare cosa sia un week-end missionario

non è cosa semplice, non tanto per le

modalità con cui si articolano queste due

metà giornate, ma perché ogni parola

risulterebbe vana e vuota, e non basterebbe

ad esprimere l’intensità forte e piena di

un’ esperienza se pure brevissima!

Partiamo con una premessa: la dimensione

missionaria è un tratto caratteristico di don

Bosco che vede la missione salesiana in

continuità con il mandato di Gesù di

evangelizzare tutti i popoli, in particolare la

gioventù povera e

abbandonata di

tutti i paesi del

mondo. Ma allora

cosa si

ripropongono

questi week-end di

AM? Sono forse la

strategia per

reclutare le giuste

persone da

mandare dove c’è carenza di missionari?

O una scuola dove registrare la propria

presenza per essere ammessi poi all’esame

finale di un’esperienza estiva missionaria?

Non esattamente! Per molti versi di scuola

si tratta: è un momento di formazione a

tutti gli effetti e c’è tanto da imparare.

Ma anziché un prof di storia o di

matematica, chi parla è gente che ogni

giorno vive la sua missione nelle proprie

scelte di vita.

Quest’anno tema generale del cammino di

formazione missionaria sono i Diritti Umani

e la violazione di essi. I momenti

‘in-formativi’ sono incentrati sulla

conoscenza di quali siano questi diritti,

le date e le tappe della loro storia, la loro

effettiva validità oggi. Le testimonianze sono

soprattutto di episodi in cui questi diritti

vengono negati nelle diverse vicissitudini

della società odierna, nei più svariati campi.

Si è passati, allora, dalla testimonianza

del preside di un istituto professionale di

Corigliano Calabro che spiega quali

opportunità una scuola può offrire ai giovani

per venire incontro alle loro difficoltà, a don

Francesco Gobbin, responsabile della Casa

Famiglia “Il timone” sempre a Corigliano C.

Ci si è incontrati con Amnesty International

che agisce per prevenire e porre fine a gravi

abusi che violano i diritti all'integrità (fisica

e mentale), alla libertà di coscienza e di

espressione . A Locri ha condiviso la sua

testimonianza il referente in Calabria di

Libera, l’associazione che sollecita la società

civile nella lotta alle

mafie e promuove

legalità e giustizia.

Qualsiasi stratagemma

io usi per riportare ogni

singola parola di

ciascuno, non sarà mai

significativo come

l’ascolto dal vivo, non

saprò mai

commuovervi come ha

saputo fare Stefania Grasso, figlia di una

delle tante vittime della ‘ndrangheta

calabrese, ucciso perché aveva detto ‘no’ al

pizzo.

Potrei raccontarvi della visita al campo rom

di Lecce, o del servizio alla mensa dei poveri

di Corigliano. Ma lo sguardo di ogni singolo

uomo o bambino non saprei riproporvelo.

Potrei dirvi che Riace è famosa per

i conosciutissimi bronzi, ma la sua vera

peculiarità sta nell’incredibile progetto

d’accoglienza per gli immigrati: sono stati

ospitati nelle stesse case che i riacesi hanno

lasciato vuote dopo l’emigrazione italiana

del primo Novecento. Sì, potrei farlo.

Ma girare per le strade del paese e vedere

con i proprio occhi le tante botteghe e

laboratori in cui oggi cooperano fianco a

fianco un riacese e un immigrato, ha

sicuramente una valenza e un sapore tutto

nuovo.

Ecco cosa fa questa scuola: coltiva una

sensibilità alla mondialità. E

lo fa servendosi di un’esperienza fortemente

umana e cristiana, di impegno, di servizio e

di condivisione. L’ impronta di stile

salesiano c’è sempre e la si vive a pelle:

spirito gioioso, spirito di famiglia,

condivisione del pranzo e della cena,

momenti di formazione e di preghiera ( il

sabato sera nella piazza di città ,dopo un

momento allegro di festa, con la curiosità

e a volte anche le risatine dei passanti

increduli: chi mai penserebbe di recitare

le tre Ave Maria della buonanotte di

don Bosco in un luogo chiassoso come

quello?!). I week-end di animazione,

quindi , sono un’esperienza molto intensa a

dispetto della durata (poco meno di 24 ore) ;

e di sicuro non sono finalizzati

all’esperienza estiva. Anzi, riprendendo le

parole dello stesso don Paolo: “L’esperienza

estiva non deve essere il fine di questo

cammino, ma il mezzo”. Sì, il mezzo per

ottenere la consapevolezza di un cammino

personale e di una scelta di vita ben precisa:

la scelta del dono di sé verso i ragazzi, verso

gli sfortunati e verso Dio. Solo che questo

cammino verso Dio passa e attraversa tutte

le strade del mondo, quelle strade in cui i

diritti per noi anche più scontati, per altri

sono una lunga e dura conquista.

A scuola di diritti umani

Page 4: Oratorionoi_Gennaio 2012

Responsabile :Vito Pasculli

E-mail: [email protected]

Grafica: Alessandro Capurso

Donato A. Facchini

REDAZIONE

Don Dino Perulli

Donato A. Facchini

Marianna de Santis

Porziana Caiati

Ivana de Ceglie

Annalisa de Robertis

Valentina de Tullio

Lunedì 30 gennaio

Ore 17.00: incontro con i genitori della

catechesi

Ore 18.30: Celebrazione Eucaristi-

ca con promessa dei

Salesiani Cooperatori

Ore 20.00: Presentazione Strenna del

Rettor Maggiore dei Salesiani

Martedì 31 gennaio Ore 19.00: Celebrazione Solenne in ono-

re di San Giovanni Bosco

Sabato 4 febbraio

Ore 19.30: gli Ex Allievi di don Bosco

presentano il convegno annuale presso la

sala azzurra

Domenica 5 febbraio

Apertura mese Missionario Salesiano

Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica

A seguire: momento di festa in teatro

con musica e tanto divertimento

Lunedì 6 febbraio Ore 20.00: Consiglio Educativo

Pastorale

Domenica 12 febbraio Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica

Ore 11.00: giochi in cortile organizzati

dal gruppo AM - Vis

Sabato 18 febbraio Veglioncini di carnevale

Ore 18:00-20:30: bambini catechismo;

ore 21:00-24:00: ragazzi OCG

19 - 20 febbraio Ore 19:30: spettacolo della catechesi

intitolato "c'era una volta... carnevale"

Martedì 21 febbraio Serata in allegria con la presentazione

del “Toma”

Mercoledì 22 febbraio Sacre Ceneri

Ore 18.30: Celebrazione Eucaristica

Domenica 26 febbraio

DoMiSal (Domenica Missionaria Salesiana)

Ore 10.00: Celebrazione Eucaristica

A seguire: vendita dei dolci pro missioni

Ore 18.30: Celebrazione Eucaristica

A seguire: don Bosco day