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Organizzare l’alternanza in un percorso di attività per l’acquisizione di competenze Stresa, 20 marzo 2012 Aldo Tropea

Organizzare l’alternanza in un percorso di attività per l ... · Arduino Salatin ricorda che esistono in Europa tre tipologie fondamentali ... un’altra idea di formazione . Aldo

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Organizzare l’alternanza in un percorso di attività

per l’acquisizione di competenze

Stresa, 20 marzo 2012

Aldo Tropea

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La logica della proposta di lavoro

L’anno scorso abbiamo provato a progettare percorsi di alternanza scuola-lavoro identificando alcune competenze di profilo e mettendole in relazione con i processi di lavoro, costruendo unità formative con la logica della progettazione a ritroso

Quest’anno invece, visto che le competenze ci sono – con alcune cautele - fornite dalla norma, vorremmo disegnare un percorso annuale completo di attività, entro cui collocare l’alternanza (eventualmente anche quella già progettata lo scorso anno)

Senza dimenticare quel che abbiamo imparato sui criteri di costruzione e di valutazione delle prove

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Il rapporto tra contenuti e competenze: una questione europea

Arduino Salatin ricorda che esistono in Europa tre tipologie fondamentali di relazioni tra contenuti disciplinari e competenze nei curricoli

Quella italiana prevalente è stata fino ad ora la prima, la seconda e la terza sono quelle che si sta tentando di far passare con le “indicazioni per il curricolo”

della scuola di base, in parte con le “Indicazioni nazionali per i licei” e, più marcatamente, nelle Linee-Guida per l’istruzione tecnica e professionale

( Schede per il biennio 30.04 e 12.5, 2010, per il secondo biennio e il Quinto anno 16.1.2012)

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1. Quella tradizionale che mette al centro i contenuti descritti sotto forma di saperi 2. Quella che mette al centro lo studente in una prospettiva costruttivista, che vede come essenziale il processo metodologico di assunzione degli apprendimenti, più che i contenuti 3. Quella che vede al centro gli obiettivi di apprendimento descritti in termini di competenze, generalmente fissate da istanze esterne (es. il mondo del lavoro)

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C’è una stretta relazione tra modello curricolare e

organizzazione della didattica

La forza dell’impianto gentiliano stava (sta?) proprio nella coerenza tra contenuti e modalità di organizzazione del tempo-scuola, degli ambiti di progettazione e valutazione, del modo di concepire la collegialità come veste giuridico-formale delle decisioni e non come corresponsabilità educativa Era, insomma, costruito a misura del singolo docente e della sua capacità di insegnare la sua disciplina nella sua aula, in quella che Piero Romei chiamava “l’organizzazione a pettine”: tanti individui e un responsabile della legittimità delle procedure, il Preside

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Il modello gentiliano della sequenza segmento disciplinare più segmento disciplinare riproduce quello dell’ “ordo studiorum” dei Gesuiti (anche se il loro Ginnasio aveva – e non lo nascondeva -

una robusta finalità professionalizzante)

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"Alla scuola, molti ragazzi sono disposti a dare il corpo, non l'anima. In pochi anni, ad iniziare dalla scuola media, quasi tutti imparano i trucchi del mestiere: i tempi morti per rilassarsi, le finte e le strategie per non essere notati ("gli imboscati"), le infinite tattiche di evasione ed elusione dei cosiddetti "doveri.. (Rosario Drago).

Ma quella organizzazione presupponeva un tipo di studente che non esiste più

Non esiste più un monopolio dell’agenzia formativa scuola

Ed anche come agenzia educativa, come riferimento valoriale, il gruppo dei pari, reale o virtuale, è sempre più determinante

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Marc Prensky , l’informatico che ha inventato il termine “nativi digitali”, ha svolto un’indagine rivolta a studenti di tutti i ceti sociali, di tutte le età, di tutte le nazionalità. In un recente convegno. Norberto Bottani ha così sintetizzato le loro risposte: • non tollerano più lezioni cattedratiche; • vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro; • vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si apprezzi; • vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi; • vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo; • vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti; • vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell'esecuzione; • vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola; • vogliono cooperare e competere con altri; • vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà.

Che scuola vorrebbero gli studenti?

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Aldo Tropea 2012

un’altra idea di formazione

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La prospettiva lineare

Nell'Annunciazione di Fra Angelico, affrescata nel convento di S. Marco a Firenze, la prospettiva lineare è curata con precisione geometrica fino nei minimi dettagli architettonici. Lo spazio così creato dona ai personaggi un' aurea di calma e armonia, limitandoli però a un ambiente ben definito. Il punto di fuga, posizionato in coincidenza della finestrella, attira in modo irresistibile l'attenzione dello spettatore: egli deve "entrare" nel dipinto per partecipare della bellezza dell'avvenimento La presente slide e le tre che seguono sono tratte dalla

comunicazione di Silvano Tagliagambe alla LIUC di Castellanza del 22 gennaio 2010

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La prospettiva rovesciata La prospettiva rovesciata situa invece il punto di fuga in avanti, all’esterno della rappresentazione e verso lo spettatore, con l’effetto di creare uno spazio intermedio tra il quadro e lo spettatore. La presenza di questa autentica interfaccia tra l’icona e chi la guarda produce un totale coinvolgimento dell’osservatore nella scena rappresentata. Viene così erosa la tradizionale linea di demarcazione tra osservatore e osservato e lo spettatore si sente pienamente partecipe dello scenario che gli propone l’artista.

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L’importanza del punto di vista

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La didattica rovesciata

• Per non essere una semplice formula retorica lo spostamento del baricentro dai processi d’insegnamento a quelli d’apprendimento dovrebbe produrre lo stesso effetto.

• Esso comporta una didattica rovesciata rispetto a quella tradizionale, il cui centro d’attenzione andrebbe collocato in tutto ciò che lo studente impara a fare e negli strumenti di cui si deve servire per farlo, sviluppando e controllando “in situazione” le diverse competenze e i vari saperi che vanno messi in gioco e intrecciati per affrontare e risolvere i problemi proposti.

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Come cambiare: una missione impossibile?

• E’ chiaro che il passaggio da un modo all’altro di costruzione del curricolo non può non implicare una trasformazione profonda della struttura organizzativa

• La vera scommessa del riordino si gioca perciò sulla capacità di reiventare l’impianto della nostra scuola

• … e la relazione tra gli attori

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L’alternanza scuola-lavoro è uno degli strumenti – oggi forse il principale - per attuare questo capovolgimento di prospettiva

Perché esso possa realizzarsi, occorre che il percorso in alternanza sia situato con chiarezza all’interno di un curricolo strutturato per l’acquisizione di competenze

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le competenze nel riordino

a. Una competenza sia generale, sia di studio, sia di lavoro si sviluppa in un contesto nel quale lo studente è coinvolto nell’affrontare situazioni e nel portare a termine compiti, nel realizzare prodotti, nel risolvere problemi, che implicano il coordinamento operativo di quanto sa, sa fare, sa essere o sa collaborare con gli altri.

b. La progettazione di un’attività formativa diretta allo sviluppo di competenze dunque deve tener conto della necessità che le conoscenze fondamentali da questa implicate siano acquisite in maniera significativa, cioè comprese e padroneggiate in modo da metterle in condizione di assolvere compiti di realtà o vicini alla realtà

c. Tutti gli insegnanti devono avere consapevolezza del ruolo degli apporti delle loro discipline allo sviluppo delle competenze.

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In termini più chiari nel settore dei Tecnici e dei professionali, in termini meno chiari e “grammaticalmente corretti” nei licei,

Regolamenti, Linee-Guida e Indicazioni Nazionali indicano i Profili in uscita in termini di competenza

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d. L’ambiente nel quale si svolgono i percorsi dovrebbe assumere sempre più le caratteristiche di un laboratorio nel quale si opera individualmente o in gruppo al fine di acquisire e controllare la qualità delle conoscenze e abilità progressivamente acquisite

e. Nella promozione delle varie competenze previste, anche a livello di biennio iniziale, va curata con particolare attenzione l’integrazione tra quanto sviluppato nell’area generale, comune a tutti gli indirizzi, e quanto oggetto di insegnamento nell’area specifica di ciascun indirizzo.

f. Ciò è possibile principalmente attraverso la convergenze dell’area generale e dell’area di indirizzo nella costruzione di progetti non periferici rispetto alla didattica ordinaria

g. Anche la valutazione deve riferirsi alle competenza. Di questo abbiamo discusso molto lo negli anni scorsi e dobbiamo non dimenticarci ciò che abbiamo imparato, anche se non lo esplicitiamo sempre circa la modalità di costruzione delle prove e la necessità di una pluralità di fonti informative e di strumenti rilevativi.

Aldo Tropea

e ancora…

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Lo sviluppo della “didattica laboratoriale” Secondo il club dei 15, tale espressione viene usata per

indicare qualsiasi attività tesa a raggiungere un risultato di apprendimento definito e concreto, attraverso una serie di

procedure e di attività operative progettate e verificabili dall’insegnante. Per esempio:

Attività che si svolgono in classe o in un’aula attrezzata Progettazione e attuazione di attività in stretta interconnessione con strutture esterne alla scuola quali musei, parchi naturali, officine, laboratori scientifici, ecc. Azioni finalizzate alla costruzione di manufatti, o all’esecuzione di misure, o di verifiche di particolari assunti teorici Discussioni per progettare, realizzare, interpretare esperienze ed esperimenti nelle quali gli alunni elaborano e condividono idee e ipotesi, analizzano dati sperimentali, li confrontano li collegano alle conoscenze di vita quotidiana, ad altri ambiti sperimentali o teorici; Realizzazione di esperimenti ( qualitativi e quantitativi) svolti e a volte progettati dagli allievi, singolarmente o in gruppo, con l’utilizzo sia di “materiale povero di uso comune” sia di apparati e strumenti di laboratorio; Osservazioni e manipolazioni effettuate in ambienti naturali o su microambienti ricostruiti o virtuali o su campioni di materiali;

“Competenze didattiche e laboratorio” – Una ricerca condotta tra gli istituti dell’innovazione didattica - Confindustria e LIUC

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Le “regole” di questa relazione didattica sono “potenti” nell’innescare il cambiamento

LA PROGETTAZIONE DI ATTIVITA’ ESIGE DI ESSERE CONDIVISA E PRESUPPONE QUINDI COOPERAZIONE

• tra le discipline • tra gli adulti esperti • tra gli esperti e gli allievi

IMPLICA UN PATTO DI LEALTA’

ESIGE UNA PREVISIONE: • delle risorse materiali e

professionali • dei tempi, delle scadenze

e delle verifiche

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La leadership “trasformazionale” come riferimento possibile

“Trasformazionale” viene definita quel tipo di leadership che sviluppa un processo nel corso del quale cambiano tutti i soggetti coinvolti, incluso lo stesso leader, facendo evolvere i loro interessi e le loro motivazioni, coinvolgendoli e portandoli a raggiungere obiettivi che vanno al di là di quanto ci si potrebbe aspettare da loro.

Questo riguarda i rapporti del Dirigente con i docenti, ma anche dei docenti tra di loro e nei rapporti con gli studenti

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Non tutta la didattica però si può svolgere in questo modo

a) Prima di tutto per ragioni di tempo. E’ evidente che la lezione frontale è molto più “economica”, anche se meno efficace e meno coinvolgente

b) Poi perché occorrono comunque momenti di sistemazione e consolidamento delle esperienze, rispetto ai quali le discipline costituiscono indispensabili principi e strumenti organizzativi

c) Per questo agli insegnanti che lavorano in maniera

laboratoriale occorre più competenza disciplinare, non meno: perché debbono padroneggiare (conoscere e utilizzare in maniera appropriata) la specificità del proprio approccio, di quelli che si chiamavano infatti “nuclei fondanti”

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E’ allora possibile flessibilizzare l’organizzazione della didattica?

Ciò si può fare, ad esempio, riducendo l'unità oraria a 45' e utilizzando quello che resta per le

attività scelte. Questo è possibile sulla base dell’art.4 del DPR 275

Poichè la didattica per competenze si esercita prima di tutto nella proposizione di compiti, si potrebbe pensare (e in alcune situazioni si è sperimentato) di organizzare il tempo scuola in due parti: una razionalizzando la struttura tradizionale, un’altra come budget di tempo da investire su base settimanale o annua per attività di recupero/potenziamento, alternanza scuola-lavoro, aree di progetto

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Superare la rigidità del binomio classi-orario

Si deve prevedere la possibilità di costituire gruppi di studenti in modo funzionale a seconda delle diverse attività previste dal piano formativo alcune di queste (potenziamento, recupero, gruppi di ricerca, uscite sul territorio, svolgimento di compiti di realtà ecc.) hanno bisogno di piccoli gruppi; altri, come lezioni frontali, conferenze, alcune esperienze multimediali, possono invece avere platee più ampie del normale gruppo-classe La realizzazione di esperienze di classi aperte è possibile e responsabilizza sia gli insegnanti, sia gli studenti

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1. Compattare alcune discipline organizzando - almeno per alcune materie - la programmazione per competenze attraverso la definizione di moduli disciplinari o interdisciplinari su tempi diversi da quelli settimanali (per esempio su scansioni quadrimestrali)

1. Superare la programmazione per anno scolastico e organizzarla su cicli

biennali: la riorganizzazione del secondo ciclo consente tempi di apprendimento più distesi, soprattutto nel primo biennio, e una valutazione più attenta agli aspetti formativi

2. Variare i tempi di apprendimento, uscire dall'aula e aprire la scuola al "territorio“, estraendo alcune attività dall'orario del mattino e spostarle in tempi luoghi e situazioni non necessariamente "scolastici“

Altre possibilità

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Gli ambiti della progettazione: il Dipartimento

• Il Dipartimento fortunatamente non è stato, almeno in questa fase, formalmente definito come nuovo “organo collegiale” dalla composizione pre-definita burocraticamente.

• E’ un bene, poiché la struttura organizzativa di un qualunque ente deve sempre essere considerata come una risorsa finalizzata al raggiungimento di un obiettivo, non può esistere un unico modello organizzativo: ogni scuola autonoma deve articolare la propria struttura su se stessa e sulle proprie peculiarità, secondo diverse variabili:

1. di contesto,

2. di struttura

3. di storia

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Ma di certo è la sede in cui…

• Determinare un numero dominabile di competenze conseguibili attraverso l’individuazione di compiti concreti, ossia di quelle aree di progetto che chiamano in causa più discipline • Individuare le conoscenze disciplinari indispensabili legate ad un saper fare specifico • Costruire prove valide e attendibili che testano il conseguimento delle competenze e/o di segmenti di competenza a diversi livelli

• Condividere criteri di costruzione e valutazione delle prove, modelli di certificazione

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Quel che simuleremo…

È dunque un contesto di lavoro che assomiglia molto ad un Dipartimento in cui le risorse provenienti dai vari gruppi di materia si integrano per definire i compiti di realtà e i contributi disciplinari, intervenendo sulla scansione dei tempi di lavoro

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La domanda di partenza

Poste (per ragioni di tempo e per rispetto della norma) le competenze presentate, quali sono le attività attraverso cui possono essere conseguite, fermo restando che il rapporto non può essere mai di uno a uno?

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Trasparenza maggiore attenzione ai nuclei fondanti delle discipline

precisione nella definizione di standard

modelli di certificazione diversi dal tradizionale esito espresso da un voto o da un giudizio di personalità.

Il valore di questa impostazione

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Che ci azzecca tutto ciò con i percorsi di alternanza ? Consente di:

• Organizzare per “attività” tutto il curricolo

• Integrare i periodi di alternanza con quelli di aula

• Individuare quali competenze possono meglio essere acquisite con periodi di permanenza in azienda e costituiscono il perno del patto formativo

• Mettere in evidenza, di converso, quali attività d’aula nelle loro diverse forme sono comunque indispensabili per rendere proficui i periodi di permanenza in azienda

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Prova Meccanica Testo

Data allo studente una descrizione dettagliata del manufatto da realizzare, si richiede: 1. il disegno esecutivo 2. il ciclo di lavorazione 3. la realizzazione del manufatto 4. la determinazione dell’accettabilità del manufatto 5. la relazione tecnica descrittiva del lavoro svolto 6. Utilizzo della terminologia inglese funzionale alla descrizione delle macchine impiegate

Caratteristiche del manufatto richiesto: da definire in riferimento alla tipologia di azienda coinvolta Strumentazione tecnica/materiali necessari all’esecuzione della prova

- Disegno meccanico, realizzato nella prima fase - Manuale di meccanica - Strumenti di misura idonei - Manuale della macchina - Format per l’elaborazione del ciclo di lavorazione - Computer e software dedicati

Contesti di attuazione della prova

- officina meccanica interna all’istituto scolastico/azienda - laboratorio di informatica e di tecnologia meccanica

PROVA DI MECCANICA

Dove eravamo rimasti?

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GRIGLIA DI CORREZIONE 1 Competenze Abilità Indicatori di prestazione Item

prova Criterio Pti

Organizzare il processo produttivo contribuendo a definire le modalità di realizzazione, di controllo e collaudo del prodotto (dal Regolamento nuovi tecnici, all. C1 – indirizzo “Meccanica, Meccatronica ed Energia”)

Individuare materiali, strumenti, attrezzature, macchinari per le diverse fasi di lavorazione sulla base delle indicazioni di appoggio (schemi, disegni, procedure, distinte materiali, ecc.)

Redigere il Cartellino delle fasi di lavorazione 2 Correttezza 0-10 Completezza 0-10

20

Scegliere gli utensili e le attrezzature 2 Coerenza 5

Scegliere il materiale di partenza 2 Adeguatezza 5

Applicare tecniche di lavorazione di pezzi meccanici e complessivi su macchine utensili

Impostare sulla macchina i parametri di lavorazione.

3 Correttezza 0-4 Completezza

0-3

7

Effettuare montaggio e smontaggio degli utensili e del pezzo

3 Destrezza 0-3

Precisione 0-4

7

Eseguire le lavorazioni previste 3 Destrezza 3

Controllare le quote del prodotto durante le lavorazioni con gli strumenti idonei

3 Precisione

3

Applicare modalità di pianificazione e organizzazione delle lavorazioni nel rispetto delle norme di sicurezza, igiene e salvaguardia ambientale specifiche di settore

Curare l’ordine e la pulizia 3 Completezza

5

Rispettare le norme di sicurezza 3 Adeguatezza 5

Applicare metodi per il monitoraggio continuo della conformità e dell’efficienza del processo di lavorazione

Rilevare le quote dimensionali e di forma 4 Precisione 0-5 Funzionalità 0-5

10

Individuare e segnalare non conformità 4 Pertinenza 5

Utilizzare le tecniche di rappresentazione, la lettura, il rilievo e l'analisi nelle varie modalità di rappresentazione.

Utilizzare tecniche di rappresentazione 1 Correttezza 5

Applicare le norme di rappresentazione 1 Adeguatezza 3

Rispettare le specifiche 1 Coerenza 3

Quotare 1 Correttezza 3

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Competenze Abilità Indicatori di prestazione

Item prova

Criterio Pt

utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici (regolamento nuovi tecnici linee guida) (regolamento nuovi professionali linee guida)

Applicare tecniche di redazione di testi pragmatici professionali (relazione tecnica in L1)

Descrivere le fasi di lavorazione

5 Correttezza 3

Utilizzare linguaggio tecnico

5 Correttezza 4

GRIGLIA DI CORREZIONE 2

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padroneggiare la lingua inglese, per scopi comunicativi e utilizzare i linguaggi settoriali relativi ai percorsi di studio (regolamento nuovi tecnici linee guida) (regolamento nuovi professionali linee guida)

Applicare tecniche di redazione di testi pragmatici professionali ( in L2)

Tradurre in inglese i termini specifici descrittivi delle macchine utilizzate

6 Correttezza 4

Competenze Abilità Indicatori di prestazione Item prova

Criterio Pt

GRIGLIA DI CORREZIONE 3

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Sviluppo dell’unità formativa

N

Abilità

Prestazioni richieste agli

studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile

(indicare disciplina)

Caso: IT nuovo ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni (per int. indicare

disciplina) Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore (attività

formative)

n. ore prova

Sede e strumenti (contesto:

aula, laboratorio,

azienda, ecc. )

Applicare modalità di pianificazione e organizzazione delle lavorazioni nel rispetto delle norme di sicurezza, igiene e salvaguardia ambientale specifiche di settore

Rispettare le norme di sicurezza Curare dell’ordine e della pulizia

Lezione frontale Visita aziendale Informazione e formazione ai sensi della 81/08

Docente preposto RSPP Tutor aziendale Tutor aziendale

Diritto Docente di laboratorio Docente preposto Responsabile sicurezza azienda

12

4

2

1

Laboratorio (questionario INAIL) Azienda Aula azienda

Abilità 1

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Sviluppo dell’unità formativa

N

Abilità

Prestazioni richieste agli

studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile

(indicare disciplina)

Caso: IT nuovo ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni (per int. indicare

disciplina) Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore attività

formative

n. ore prova

Sede e strumenti (contesto:

aula, laboratorioazienda,

ecc. )

Individuare materiali, strumenti, attrezzature, macchinari per le diverse fasi di lavorazione sulla base delle indicazioni di appoggio (schemi, disegni, procedure, distinte materiali, ecc.)

Scegliere gli utensili e le attrezzature

Lezione frontale ed esercitazione

Tecnologia meccanica

Doc. teorico e ITP

2

6

Aula e laboratorio macchine utensili

Redigere il Cartellino delle fasi di lavorazione

Lezione frontale ed esercitazione

Tecnologia meccanica

Doc. teorico e ITP

3 Aula e laboratorio macchine utensili/ Informatica

Scegliere il materiale di partenza

Lezione frontale

Tecnologia meccanica/disegno

Doc. teorico e ITP

2 Aula

Abilità 2

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Sviluppo dell’unità formativa

N

Abilità

Prestazioni richieste agli studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile

(indicare disciplina)

Caso: IT nuovo ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni (per int. indicare

disciplina) Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore (attività

formative)

n. ore prova

Sede e strumenti

(contesto: aula, laboratorio,

azienda, ecc. )

Applicare tecniche di lavorazione di pezzi meccanici e complessivi su macchine utensili

Impostare sulla macchina i parametri di lavorazione

Tutor aziendale/ scolastico

38

Azienda

Effettuare montaggio e smontaggio degli utensili e del pezzo

Tutor aziendale/ scolastico

Azienda

Eseguire le lavorazioni previste

Tutor aziendale/ scolastico

Azienda

Controllare le quote del prodotto durante le lavorazioni con gli strumenti idonei

Tutor aziendale/scolastico

Azienda

Abilità 3

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Abilità

Prestazioni richieste agli studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile

(indicare disciplina)

Caso: IT nuovo ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni (per int. indicare

disciplina) Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore (attività

formative)

n. ore prova

Sede e strumenti (contesto: aula,

laboratorio, azienda, ecc. )

Applicare metodi per il monitoraggio continuo della conformità e dell’efficienza del processo di lavorazione

Rilevare le quote dimensionali e di forma

Tutor aziendale/scolastico

Doc. disegno 1 Azienda

Individuare e segnalare non conformità

Tutor aziendale/scolastico

Doc. disegno 1 Azienda

Abilità 4

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Sviluppo dell’unità formativa Abilità

Prestazioni richieste agli studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile

(indicare disciplina)

Caso: IT nuovo ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni (per int. indicare

disciplina) Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore (attività

formative)

n. ore prova

Sede e strumenti

(contesto: aula, laboratorio,

azienda, ecc. )

Utilizzare le tecniche di rappresentazione, la lettura, il rilievo e l'analisi nelle varie modalità di rappresentazione

Utilizzare tecniche di rappresentazione

Lezione frontale esercitazione

Tutor scolastico

Doc. disegno

4 2

Laboratorio di disegno

Applicare le norme di rappresentazione

Laboratorio di disegno

Rispettare le specifiche

IDEM

Quotare IDEM

Abilità 5

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Sviluppo dell’unità formativa Abilità

Prestazioni richieste agli studenti (vedi prova)

Attività formative

Doc. Responsabile Caso: IT nuovo

ordinamento

Apporti professionali

interni e esterni Caso: IT nuovo

ordinamento

N. ore (attività

formative)

n. ore prova

Sede e strumenti

(contesto: aula, laboratorio,

azienda, ecc. )

Applicare tecniche di redazione di testi pragmatici professionali (relazione tecnica in L1)

Descrivere le fasi di lavorazione

Lezione frontale esercitazione

Tutor scolastico

italiano

10 2

aula

Utilizzare linguaggio tecnico

aula

Applicare tecniche di redazione di testi pragmatici professionali in L2

Tradurre in inglese i termini specifici descrittivi delle macchine utilizzate

Lezione frontale esercitazione

Tutor scolastico

inglese

5 1

aula

Ore totali 46

Durata prova 12

Abilità 6-7

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Possiamo perciò partire da attività simili a quelle che avevamo progettato lo scorso anno – che sono quelle attinenti all’alternanza – per ricostruire il quadro di un anno cruciale come la quarta classe

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27/03/2012 41

• tener d’occhio le risorse e il fattore tempo

prevedere i punti critici e i rischi

quando possibile, anticipare i problemi

Una pre-condizione: negoziare all’interno del team coinvolto nell’attività

Individuare con precisione i docenti coinvolti

definire con precisione i ruoli e i compiti

verificare l’accordo sulle finalità e le risorse disponibili

permettere a tutti di esprimersi sulle attività da realizzare

adottare il criterio “io buono, tu buono”

assicurarsi che gli impegni presi da ciascuno siano chiari e condivisi

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Aldo Tropea

Ma va ripensata la “collegialità”: in cosa consiste il lavoro dei docenti?

• Nell’orario di lezione; • nell’orario di “preparazione delle lezioni” e di verifica degli

apprendimenti (non quantificato ma attribuito alla “funzione”) • nell’orario dedicato alla programmazione collegiale. Ma la questione è: la progettazione delle attività didattiche rientra nella terza parte o nella seconda? Fino ad ora, nella coscienza generale, è rientrata nella nella terza, con conseguenze letali per lo sviluppo di una nuova professionalità docente

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Aldo Tropea

Se la progettazione delle attività didattiche viene assunta solo nella “programmazione collegiale”

• viene vissuta (dagli operatori ma anche dal Ministero e dalla pubblica opinione) come “aggiuntiva” rispetto al “vero” lavoro del docente, che rimane quello della preparazione e dello svolgimento delle lezioni in una logica disciplinare e individuale

• impegna sempre tutto il team che lavora con lo stesso gruppo di studenti (ai diversi livelli Consiglio di Classe; Gruppo di materia; Dipartimento; Collegio Docenti) dilatando da un lato in maniera inaccettabile i carichi temporali di lavoro e dall’altro facendo intendere che sia davvero possibile svolgere nelle riunioni collegiali tutta la progettazione, senza alcun lavoro a monte e a valle

• costringe perciò a incontri in presenza interminabili e inconcludenti e a dispute sindacali senza fine

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Aldo Tropea

L’innovazione reale ci dice che le cose non stanno proprio così

• La riunione formale, giuridicamente “collegiale”, di un organo è necessaria per assumere decisioni, ma non può e non deve avere compiti di progettazione

• Essa deve quindi essere preceduta e seguita dal lavoro di preparazione, ossia di analisi delle competenze richieste, degli esiti attesi, di documentazione, di preparazione delle prove, di validazione e verifica del progetto

• Questo lavoro non si fa “sempre tutti insieme”, ma, sulla base di orientamenti comuni, spesso individualmente e nell’ambito dei gruppi che insistono sullo stesso compito formativo

• “Preparare le lezioni” oggi significa questo e non esige necessariamente la presenza fisica: gran parte già oggi si svolge “on line”

• Se non si assume almeno parzialmente questo modo di lavorare è impossibile sviluppare una didattica per l’acquisizione di competenze

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Aldo Tropea

Non lavoro “in più”, ma “diverso”

Che ha però necessariamente bisogno di figure di coordinamento forti e riconosciute

Verso l’esterno: nel nostro caso, essenziale il tutor

Verso l’interno: il coordinatore dei CdC e di Dipartimento, inteso come stimolo, memoria e raccordo tra i diversi team che operano sui gruppi-classe

Sul piano del controllo, lo svolgimento del lavoro viene garantito non dalla firma di partecipazione a una riunione, ma dall’effettiva realizzazione del compito

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Aldo Tropea 2012