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• Una definizione
• Divisione del lavoro e coordinamento
• Le regole nella progettazione
• Gli ambiti della progettazione organizzativa
• Modelli di organizzazione
• I sistemi operativi
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Organizzazione
• Significa occuparsi del “comportamento delle persone nelle organizzazioni”: – le persone (le variabili individuali), – i gruppi di persone (le variabili sociali), – le regole di funzionamento (l’assetto organizzativo).
• Assetto organizzativo insieme delle variabili
che configurano l’organismo personale di un’organizzazione e che definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che lo compongono
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Che cosa vuol dire progettare l’assetto organizzativo?
1. Quante persone, e con quali caratteristiche, sono
necessarie per svolgere le attività dell’organizzazione; 2. Quali insiemi di compiti deve svolgere ciascuna persona, 3. Con quali obiettivi, 4. Secondo quali modalità, 5. Con quali risorse; 6. Come e quanto ciascuna persona deve essere retribuita; 7. Quali sono i percorsi professionali (percorsi di formazione
e di carriera) previsti per le persone e coerenti con le dinamiche delle attività svolte.
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A che cosa si deve tendere quando si progetta un assetto organizzativo?
• Che le persone siano motivate a lavorare con intensità e in modo contributivo,
• Che i compiti siano svolti secondo efficienza ed efficacia,
• Con il massimi livelli di coordinamento e di integrazione possibili,
• Con grande flessibilità e capacità di fronteggiare il dinamismo ambientale.
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Perché non è facile progettare, mettere in atto e fare evolvere assetti organizzativi efficaci?
• Incertezza, conoscenze incomplete, razionalità limitata;
• I comportamenti non sono facilmente osservabili e controllabili;
• I risultati dei singoli spesso non sono valutabili e sono sempre influenzati dai contributi di altre persone;
• Le persone e i gruppi si presentano con insiemi di valori e di bisogni e con schemi cognitivi disomogenei;
• Tutti i punti sopra ricordati aprono ampi spazi a comportamenti opportunistici.
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Variabili dell’assetto organizzativo
• La struttura organizzativa: – Struttura organizzativa di base (elementare, funzionale, etc.), – Struttura delle singole unità organizzative (per fasi, per unità
autonome); – La distribuzione del potere (accentramento, decentramento;
stile di direzione);
• I sistemi operativi:
– I sistemi di pianificazione strategica; – I sistemi di programmazione e controllo; – I sistemi di gestione del personale (dimensionamento organici,
ricerca, selezione, retribuzione, carriera, formazione); – I sistemi informativi.
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Divisione del lavoro e coordinamento
• Progettazione organizzativa = insieme di scelte secondo le quali è effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e, quindi, è realizzato il coordinamento fra tali compiti
• Progettazione organizzativa è il risultato di scelte di: – Divisione del lavoro
– Coordinamento
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Divisione del lavoro
• Genesi della progettazione organizzativa, nonché elemento specifico delle sue origini scientifiche
• Taylor e Weber
• Una maggior specializzazione consente risultati maggiori e più alti livelli di efficienza, a seguito di meccanismi di apprendimento più veloci, di meccanismi di retroazione più rapidi e di uno sviluppo di modelli di azione sempre più perfezionati
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Coordinamento
• Tutte quelle azioni che consentono ai singoli attori/elementi di un sistema di interagire e realizzare un risultato coerente
• “Chiave” del corretto funzionamento delle organizzazioni
• Più è grande la divisione del lavoro, tanto maggiore è il fabbisogno di coordinamento
• Le scelte di divisione del lavoro e coordinamento sono influenzate da: l'ambiente, la tecnologia, le conoscenze e le persone, i modelli di relazione sociale, la cultura, etc.
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Regole
• Attività di progettazione organizzativa fissare delle regole, dei principi, un metodo.
• Organizzare significa connettere tra loro azioni interdipendenti all’interno di sequenze che generano risultati coerenti
• L’introduzione di regole comporta risparmi di: – attenzione e ricerca di soluzioni; – legittimazione e comunicazione; – coordinamento
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La progettazione definisce …
• Il dominio organizzativo, ovvero quella parte di ambiente che l'organizzazione intende gestire in termini di attività e processi svolti
• Le scelte di aggregazione delle attività che appartengono al dominio organizzativo:
– a livello micro
– a livello macro
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Le leve di progettazione organizzativa
• Leve hard: – La struttura organizzativa, con le relative scelte di
articolazione verticale, orizzontale, formalizzazione, profondità, accentramento;
– I meccanismi di coordinamento intra-organizzativo; – I sistemi operativi.
• Leve soft: – Tutte quelle azioni dirette alla creazione del sistema delle
competenze individuali e collettive: • leadership ed empowerment, • creatività e ascolto, • decisioni e negoziazioni.
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Le scelte di progettazione organizzativa
In termini di divisione del lavoro e coordinamento influenzano:
• L’autonomia decisionale di ciascun attore organizzativo, quindi la sua capacità di influenzare i propri processi decisionali e quelli altrui;
• i flussi di informazione, ossia i modelli con cui la conoscenza di un’organizzazione è codificata, raccolta, indirizzata, e decodificata per essere fruibile ai differenti attori organizzativi;
• i flussi di decisione, ossia i modelli con cui l'organizzazione risponde ai problemi;
• i criteri e le modalità di regolazione del rapporto tra contributi e incentivi.
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I principi guida dietro le scelte di organizzazione
• Il principio di coerenza dinamica: non esistono
soluzioni organizzative ottime e valide in ogni circostanza, ma occorre adottare una prospettiva contingency
• Il principio di orientamento alle persone e ai gruppi di persone: occorre coniugare l’efficienza aziendale con la soddisfazione delle persone, non è possibile una mutua esclusione delle due finalità
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La struttura organizzativa • 1. … indica i rapporti di
dipendenza formale, compresi il numero di livelli gerarchici e lo span of control di manager e supervisori
• 2. … identifica il raggruppamento di individui in unità organizzative nella totalità dell’organizzazione
• 3. … implica la progettazione di sistemi che assicurino una comunicazione e un coordinamento efficaci e l’integrazione degli sforzi fra le unità organizzative
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Organigramma e job description
Resp. Nord Resp. Centro Sud Amm.ne vendite Segretaria
Signor Y
Resp. vendite Italia
Signor Z
Resp. vendite estero
Signor K
Resp. pubblicità
Signor X
Direttore commerciale
Job Description: documento che definisce le aspettative aziendali rispetto alle attività e alle responsabilità che descrivono il contributo atteso dal titolare della posizione Job Profile: documento aziendale che definisce i comportamenti attesi (attività aziendale + modalità di svolgimento) rispetto ad una posizione e il profilo di competenze (conoscenze, esperienze, capacità) ideale per soddisfarli
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Le strutture organizzative di base
• Tre tipi fondamentali:
• Struttura elementare
• Struttura funzionale
• Struttura divisionale
• La scelta dipende dalle caratteristiche dell’azienda e dai criteri privilegiati di divisione e di coordinamento del lavoro
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La struttura elementare
Direttore Generale
lavorazione lavorazione lavorazione lavorazione
segreteria
Organo di governo economico e direzione
Organi operativi
Caratteristiche aziendali: • impresa di piccole (piccolissime) dimensioni e combinazioni produttive semplici • un solo prodotto (o una linea di prodotti molto omogenea) destinato a un solo mercato Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le posizioni, ossia l’omogeneità dei compiti e delle responsabilità assegnate alle varie persone che ricoprono le diverse posizioni 24
La struttura elementare
• Caratteristiche – elevato ACCENTRAMENTO – limitata FORMALIZZAZIONE – coordinamento mediante SUPERVISIONE – stile di direzione AUTORITARIO-PATERNALISTA – strategia ‘emergente’
• Principali vantaggi – FLESSIBILITA’ (di breve periodo) – caratteri del PROCESSO DECISIONALE (risposta strategica che conosce le caratteristiche
operative) – bassi costi di struttura – rapporti interpersonali (mutuo adattamento)
• Principali limiti – FLESSIBILITA’ (di lungo periodo - scarsa capacità di sorveglianza dell’ambiente) – caratteri del PROCESSO DECISIONALE (accumulo di problemi non risolti – poca attenzione per
la crescita) – sbilanciamento operativo
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La struttura funzionale
Direttore Generale
produzione marketing R & D finanza
E.D.P.
Organo di governo economico e direzione
Organi di staff
Organi direttivi di funzione
stabilim. 1 stabilim. 2 Organi operativi
Caratteristiche aziendali: impresa di medie dimensioni e combinazioni produttive relativamente semplici; un solo prodotto (o una linea di prodotti molto omogenea) destinato a un solo mercato Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le funzioni, ossia l’omogeneità delle tecniche caratteristiche (specializzazione per tecniche)
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La struttura funzionale • Caratteristiche
– criterio di raggruppamento per INPUT
– tendenziale ACCENTRAMENTO
– SPECIALIZZAZIONE FUNZIONALE
– coordinamento mediante STANDARD
• Principali Vantaggi – elevata EFFICIENZA
– ECONOMIE di SCALA
– ECONOMIE di APPRENDIMENTO (+ produttività)
– Rapporti INTERPERSONALI (componente valoriale)
• Principali Limiti – CHIAREZZA nei rapporti tra organi
– SCARSA ELASTICITA’/FLESSIBILITA’ (nel lungo periodo)
– COMUNICAZIONE
– COORDINAMENTO INTERFUNZIONALE (diversità di obiettivi e orientamenti)
Conflitti interfunzionali 27
La struttura divisionale
Direttore Generale
ASA 1 ASA 2 ASA 3 ASA 4
E.D.P.
Organo di governo economico e direzione
Organi di staff
Organi direttivi di divisione
Produzione Marketing
Organi operativi
Caratteristiche aziendali: • impresa di medio/grandi dimensioni e combinazioni produttive relativamente complesse • più prodotti (o linee di prodotti disomogenee) destinati a specifici mercati Criterio di divisione e coordinamento del lavoro: le combinazioni parziali (prodotti-mercati -> specializzazione in base all’output), ossia la disomogeneità degli aspetti tecnici e commerciali caratteristici di ciascuna combinazione parziale (strategia di diversificazione non correlata)
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La struttura divisionale
• Caratteristiche – criterio di raggruppamento per OUTPUT – DIVISIONI = centri di PROFITTO – rilevante peso degli organi di STAFF – coordinamento mediante STANDARD
• Principali Vantaggi – ADEGUATEZZA a strategie di DIVERSIFICAZIONE – elevata FLESSIBILITA’ – RISORSE ‘DEDICATE’ – SVILUPPO di CAPACITA’ IMPRENDITORIALI
• Principali limiti – scarsa EFFICIENZA – elevata CONFLITTUALITA’ – elevato FABBISOGNO di COORDINAMENTO – ENFASI su risultati di BREVE PERIODO
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Funzionale o divisionale? (1/2)
• Verifica del livello di DISOMOGENEITA’ delle varie attività funzionali tra le diverse ASA – Disomogeneità alta Struttura Divisionale – Disomogeneità bassa Struttura Funzionale
• Verificare le potenziali ECONOMIE DI SCALA nelle ASA
con bassa disomogeneità – Economie di scala scarse Struttura Divisionale – Economie di scala significative Struttura Funzionale
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Funzionale o divisionale? (2/2)
• In presenza di attività omogenee e senza economie di scala rilevanti occorre: – Verificare la necessità di avere ottimi professionisti o di focalizzazione
sul business
Necessità di specialisti iper-sofisticati? SI Struttura Funzionale NO Struttura Divisionale
– Verificare il livello di INTERDIPENDENZA tra le funzioni (es: in relazione
a singoli prodotti)
Forti interdipendenze Struttura Divisionale Basse interdipendenze Struttura Funzionale
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I sistemi operativi
Consistono in:
– un aggregato di attività
– trasversali o diffuse
– il cui ruolo consiste nel permettere operativamente il funzionamento del sistema organizzativo
– inducendo adeguati stimoli di comportamento.
OBIETTIVO DEI SISTEMI OPERATIVI COORDINAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE
utilizzo equilibrato delle risorse (umane, finanziare e strumentali) per raggiungere gli
obiettivi strategici (e la mission) dell’organizzazione
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La progettazione dei sistemi operativi
FABBISOGNI TECNICI • Adattare l’organizzazione alle spinte
dell’ambiente e alle variazioni della strategia tramite la gestione: – dell’evoluzione del posizionamento
strategico – delle variabili critiche – delle differenze tra i microcosmi
organizzativi – dell’integrazione verso l’unica missione
• Agire solo sull’articolazione della
struttura organizzativa, per gestire una variabile chiave della strategia (ad es.: il processo produttivo) corrisponde ad una soluzione mono-dimensionale e non coordinata di un problema organizzativo.
FABBISOGNI PERSONALI • Adattare le competenze
dell’organizzazione alle spinte endogene ed esogene tramite la gestione della coerenza delle competenze: – Conoscere e dominare il proprio ambito
organizzativo, avendo chiari rapporti gerarchici e responsabilità;
– Utilizzare le proprie competenze al meglio; – Mantenere i propri valori personali; – Porre l’individuo in condizioni di relativa
stabilità per far fronte al crescente dinamismo dell’impresa.
• e dello sviluppo delle competenze: – Evoluzione differenziata delle competenze
nel corso della vita; – Evoluzione delle attese individuali nutrite
nei confronti dell’impresa per il raggiungimento dei propri obiettivi professionali e personali;
– Prevenzione e soluzione di possibili fenomeni di obsolescenza professionale
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Il funzionamento dei sistemi operativi
STATICA Struttura organizzativa + Distribuzione del potere
ad es. definiscono le posizioni e le deleghe
DINAMICA Sistemi operativi
favoriscono l’adattamento della struttura alle sollecitazioni ambientali tramite (ad es.) la
costante verifica delle performance
VARIAZIONI ENDOGENE/
ESOGENE
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Tipologie di sistemi operativi
Sistemi di determinazione degli obiettivi e di
allocazione delle risorse
• Pianificazione strategica
• Programmazione
• Controllo di gestione
Sistemi di gestione del personale
• Valutazione
• Sviluppo
• Ricompensa
Sistemi connessi ai processi decisionali
• Sistemi informativi
• Sistemi di decisione
Fornire un elenco esaustivo ed univoco è complesso perché: 1. Dal punto di vista scientifico, l’argomento è oggetto di studio di diverse
discipline e nella pratica, la gestione dei sistemi di direzione è affidata a personale con competenze variegate;
2. Dal punto di vista organizzativo, i compiti di un sistema di direzione “sconfinano” spesso non solo nelle funzioni o nei processi tecnici, ma anche nel territorio di altre funzioni o processi.
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