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archeologia paleocristiana
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LORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO FUNERARIO
Vincenzo Fiocchi Nicolai
La nascita dei piu antichi cimiteri cristiani comunitari di Roma, dopo le ricerche degli ultimi decenni, non puo farsi risalire oltre i primi anni del III secolo. Fu solo in quel frangente cronologico, infatti, come attestano chiaramente le fonti letterarie e la documentazione archeologica, che a Roma come in altri cenfri del mondo antico, le comunita cristiane sentirono l'esigenza di disporre di spazi funerari propri ed esclusivi.
Prima di questa epoca, le testimonianze del-1' archeologia (peraltro piuttosto esigue) mostrano come gli appartenenti alla nuova religione seppellissero i propri morti nelle comuni necropoli pagane de! suburbio, nei sepolcri individuali, famigliari o in quelli delle associazioni funeraticie. Tale antica prassi ha trovato le testimonianze piu evidenti, come e noto, nei contesti monumentali relativi alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo: il primo fu sepolto nel 64 d.C. nell'ambito della necropoli pagana esistente sul colle vaticano; il secondo trovo sepoltura all'interno dell'ampia area funeraria romana della via Ostiense. Anche al III miglio della via Appia sepolture isolate di cristiani si inserirono, forse gia in eta traianea -sicuramente dalla seconda meta del II secolo - in un sepolcreto pagano che aveva rioccupato le cave di pozzolana e le pareti di un profondo cratere tufaceo. L'adesione al cristianesimo dei titolari di questi sepolcri (forse una ventina) e rivelata esclusivamente dai formulari e dalla decorazione dei loro epitaffi.
L'esigenza di disporre di aree funerarie esclusive, da parte della comunita cristiana, dovette sopraggiungere, come si dicev.a, allo scorcio del II secolo. Un noto passo dei Philo.suphumena di Ippolito (IX, 12, 14) ci da la piu antica testimonianza dell'esistenza a Roma di un cimitero comunitario: si tratta di quello di San Callisto, al cui funzionamento il papa Zefirino (198-217) aveva preposto il noto diacono e futuro papa Callisto. La nascita
dei cimiteri collettivi intorno al 200, a Roma come altrove, dovette essere motivata da vari fattori: dalla crescita numerica e organizzativa delle comunita (Hipp., Philosoph., IX, 12, 23-24; Tert., Apo!., 37, 4), dalla consapevolezza di costituire una collettivita religiosa compatta e solidale (Arist., Apo!., 15, 5-7; Tert., Apo!., 39, 1-2) da conservare anche nel riposo della morte, dalla volonta di disporre di spazi propri per la celebrazione dei riti funerari, in parte peculiari (preghiera per i defunti, messa funebre, ecc.) (Mart. Polycarpi, 18, 2-3; Tert., Anim., 51; Cypr., Epist., 1, 2), dall'istanza caritativa e solidaristica che mirava a garantire a tutti - anche e soprattutto ai fratelli piu poveri -una sepoltura cristiana (Arist., Apol., 15, 6; Tert., Apo!., 39, 5-6; Hipp., Trad. Ap., 40). D'altra parte, una maggiore capacita economica e organizzativa delle comunita poteva ormai consentire la realizzazione e la gestione delle aree funerarie.
L'instaurazione a Roma dell'"episcopato monarchico allo scorcio de! sec. II puo aver facilitato la creazione di un coordinamento centrale de! servizio della sepoltura (REBILLARD 1997).
Come e noto, a Roma i piu antichi cimiteri comunitari cristiani giunti fino a noi sono quasi esclusivamente di carattere ipogeo (le catacombe). Aree funerarie sub divo ("all'aperto cielo") dovevano sicuramente esistere, ma la loro documentazione archeologica risulta assai lacunosa. Le scoperte effettuate al di sopra dell' Area Idella catacomba di San Callisto (il piu antico settore di questo cimitero sotterraneo, quello cui fa riferimento il citato passo di Ippolito) e nel sopratterra della catacomba di Pretestato sull' Appia hanno rivelato l'esistenza di ampi spazi recinti, occupati da tombe terragne in muratura e da sepolcri a sviluppo verticale, addossati ai muri perimetrali; nei recinti si aprivano le scale di accesso alle regioni sotterranee. Analoghi spazi funerari "chiusi" e probabile esistessero anche al di
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44 • CHRISTIANA WCA . Lo SPAZ IO CRISTIANO N ELLA ROMA DEL PRIMO MILLENNIO
MONUMENT! PALEOCRISTIANI DEL SUBURBIO ROMANO (III-VI secolo)
Rielaborazione da Reekmans 1988 di V. Fiocchi Nicolai e G. Fiorenza (anno 1997)
Fig. l - Planimetria con distribuzione dei cimiteri (cfr. la legenda in appendice a p. 57) .
sopra di altri antichi nuclei delle catacombe, a definire, tra l' altro, i limiti della proprieta in cui erano scavate le regioni sotterranee.
Ma in effetti sono i cimiteri ipogei quelli che ci forniscono la documentazione di gran lunga piu
ampia sugli spazi funerari cristiani di Roma nel III secolo. La prassi di creare ambienti sotterranei da adibire ad uso funerario non fu certo, come si sa, invenzione dei cristiani della Capitale: essa era hen diffusa, come e noto, in varie civilta
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e culture del mondo antico, laddove la natura del sottosuolo consentiva una agevole escavazione e una "tenuta" affidabile delle strutture sotterranee. Per restare nell'ambito geografico romano-laziale, sepolcri ipogei piu o meno ampi erano stati creati dagli Etruschi, dai Sabini e dagli stessi Romani. In questa regione la sepoltura sotterranea era straordinariamente fadlitata dall'ottimo tufo locale, facile a scavarsi e affidabile staticamente.
Dal II secolo d. C., l'incremento demografico e il diffondersi preponderante del rito dell'inumazione dovettero comportare una sempre maggiore richiesta di spazi nel suburbio da adibire ad uso funerario e una conseguente, inevitabile lievitazione dei costi dei terreni. Il fenomeno doveva essersi accentuato ancora durante l 'eta imperiale. Per far fronte a questa nuova situazione, gia alcune famiglie ed associazioni funeraticie romane, tra la fine del I secolo e gli inizi del II, avevano nuovamente fatto ricorso alla sepoltura sotterra-
'. p:ea, scavando piccoli ipogei al di sotto dei mau:. i~_~lei di superficie, singole tombe a camera, sepol
-;~-ri costituiti da brevi gallerie sotterranee. Lo sfrut--tamento del sottosuolo attraverso una razionale e intensiva utilizzazione degli ambienti forniva la possibilira di incrementare notevolmente lo spazio per le inumazioni. Numerosi esempi di ipogei funerari pagani sono attestati nel suburbia nel II e III secolo d. C.: sulle vie Portuense, Trionfale, Flaminia, Latina, Appia, Ardeatina, ecc. La loro caratteristica e la limitata estensione, evidenternente da riconnettere con la committenza famigliare; essi risultano non di rado interamente intonacati o rivestiti di affreschi, cosl. da escludere che nei propositi dei fondatori ci fosse quello di ampliare successivamente l' area funeraria.
Anche la comunita cristiana di Roma, quando, alla fine del II secolo, per le motivazioni sopra ricordate, avvertl. la nece.ssita di creare estese aree cimiteriali collettive, ricorse con naturalezza alla "scelta" ipogea, quella che garantiva la maggiore economicita all'impresa. La novita di una comrnittenza numericamente rilevante e suscettibile di incrementi continui determine le soluzioni originali, tipiche dei cimiteri sotterranei comunita-n cristiani.
Nelle piu antiche regioni delle catacombe, in effetti, si possono rilevare caratteristiche del tutto innovative rispetto alle coeve aree ipogee non cri-
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stiane: l' estensione estremamente piu ampia degli ambienti (costituiti da insiemi di gallerie disposte secondo schemi conformati generalmente "a graticola" o "a spina di pesce "); pianificazione d'impianto finalizzata a prevedere, sin dall'inizio, la possibilira di successivi ampliamenti; utilizzazione assolutamente intensiva e razionale degli spazi.
Tali particolarita connotanti sono presenti in molte delle regioni .sotterranee sorte nella prima meta del III secolo: lo mostrano gli esempi della gia ricordata Area I di San Callisto, della regione piu antica della catacomba di Calepodio sull'Aurelia Vetus (dove nel 222 fu sepolto papa Callisto), delle regioni del Buon Pastore e dei Flavi Aureli "A" a Domitilla, della Scala ·Maggiore e della Scala Minore a Pretestato, del settore piu antico, infine, del cimitero di Novaziano sulla Tiburtina. Uno dei piu estesi ed antichi nuclei della catacomba di Priscilla sulla Sa/aria Nova - an ch' es so attribuibile al medesimo orizzonte cronologico - riutilizzo integralmente le gallerie in una cava di pozzolana da tempo in disuso.
In questi cimiteri sotterranei della prima meta del III secolo, capaci talvolta di migliaia di sepolture (circa 1.200-1.500 neicasi di Callisto, Priscilla e Novaziano), le tombe si caratterizzano, in genere, per una marcata uniformita tipologica, che si manifesta nell'adozione generalizzata del sepolcro a loculo (fig. 2). Tale particolarita, ribadita anche dal carattere indifferenziato delle epigrafi funerarie, che registrano, in genere, il solo nome del defunto, raramente accompagnato da quello del dedicante 0 dall' augurio di pace, e evidentemente in linea, come e stato rilevato, con l'ideologia fortemente ugualitaria della nuova religione. L'aspirazione ad una celebrazione ostentata della propria individualira, a quell'"autorappresentazione" attraverso il monumento funerario, peculiari del mondo romano, sembrano deliberatamente accantonate in favore di una strategia funeraria che tendeva piuttosto a rimarcare l'adesione difratres al gruppo religioso.
Tuttavia, benche rari, in queste prime aree comunitarie, sono anche documentati sepolcri piu monumentali (nicchie per sarcofagi, tombe "a mensa'..') e spazi piu esclusivi (cubicoli), talvolta decorati, appannaggio evidente di una committenza di estrazione sociale piu elevata.
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- ~ • CHRISTIANA LOCA. LO SPAZIO CR ISTIA O ELLA ROMA DEL PRIMO MILLENNIO
Fig. 2 - Catacomba di Priscilla, galleria con sepolture a loculo
(Archivio PCAS).
Aree sepolcrali riferibili ad una utenza particolarmente abbiente sono attestate anche in prossimita di alcuni cimiteri collettivi. Si tratta di ipogei famigliari di limitata estensione, spesso riccamente affrescati e interessati dalla presenza di tombe piu monumentali. E il caso degli ipogei degli Acili e del Criptoportico (fig. 3) sorti in prossimita della regione dell'arenario di Priscilla; dell'insieme dei cubicoli piu antichi che trovarono posto nella cosl detta "Spelunca Magna" di Protestato accanto alle due regioni ad utilizzazione intensiva della Scala Maggiore e della Scala Minore; nella catacomba di Domitilla, l'ipogeo cosl detto de! Buon Pastore, risalente ai primi decenni del III secolo, prevede la compresenza di un ricco cubicolo decorato con pitture e di una serie di gallerie per inumazioni piu povere, diramatesi ortogonalmente dall 'arteria principale ( quella che conduce al cubicolo).
E verosimile che alcuni di questi ipogei e spazi funerari piu monumentali, connessi con le aree sotterranee ad utilizzazione intensiva, siano da ricollegare con gli stessi fondatori delle aree cimiteriali. Il caso della catacomba di Priscilla sembrerebbe indicativo: la fondatrice del cimitero - quella da cui questo prendeva nome - era, con ogni probabilita, un membro della famiglia degli Acilii GLabriones, la cui area funeraria e da individuare, appunto, nella zona dell'omonimo ipogeo piu esclusivo.
Fig. 3 - Catacomba di Priscilla,
criptoportico (Archivio PCAS).
D'altro canto, la denominazione di molte delle piu antiche aree cimiteriali comunitarie romane, quale ci e attestata dalle fonti sin dalla prima meta del IV secolo, sembra rinviare con evidenza all'intervento dei privati nella fondazione dei cimiteri comunitari. Solo il cimitero di Callisto risultava, sin dalle origini, come si e visto, direttamente gestito dalla gerarchia ecclesiastica. I nomi tramandati dalle fonti letterarie ed epigrafiche per questi primi insediamenti funerari (Domitilla, Priscilla, Pretestato, Bassilla, Trasone, ecc.) difficilmente trovano altra spiegazione da quella che li ricollega alla fondazione da parte di un privato.
Oltre che negli spazi funerari collettivi, in ogni caso, i singoli fedeli potevano sempre scegliere di essere sepolti nei sepolcri famigliari o individuali, nell'ambito delle grandi necropoli pagane suburbane. A Roma, nel III secolo, lo provano le singole tom be cristiane rinvenute nella necropo
San Pietro, nonche gli ipogei cristiani di · attestati in vari settori del su-
Questi ultimi, come e ovvio, si modellarono strutturalmente su quelli pagani, rivelando dimensioni ridotte e, talvolta, anche una ricca decoraz1one.
I cimiteri comunitari della prima meta del Ill secolo, con il loro numero e la notevole estensione, costituiscono la testimonianza piu evidente delle dimensioni raggiunte dalla comunita cristiana intorno al 250. Anche le fonti confermano, in quegli anni, i progressi numerici e organizzativi compiuti dal cristianesimo nella citta. Una famosa lettera di papa Cornelio (251-253), scritta al vescovo di Antiochia Fabio, ricorda come la Chiesa di Roma disponesse ormai di un clero numeroso e dalle mansioni diversificate (Euseb., Hist. Ee., VI, 43, 11). La citta, d'altro canto, gia dall'epoca di papa Fabiano (236-250), come attesta il Catalogo Liberiano (L.P., p. 4), disponeva di una organizzazione territoriale in sette regioni ecclesiastiche (parallela a quella civile augustea), funzionale ad una piu efficace e capillare capacita di intervento assistenziale nei quartieri cittadini. Lepoca della "piccola pace della Chiesa" -il periodo cioe compreso tra l'ultima persecuzione generale del III secolo, quella di Valeriano (257-258), e la persecuzione di Diocleziano (303-304) - facilito ulteriormente il potenziamento nu-
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merico ed organizzativo della comunita. Il cristianesimo penetro capillarmente nei piu diversificati strati sociali; esso venne ad integrarsi sempre piu profondamente nelle strutture dirigenziali dell'Impero, negli ideali e nella cultura del mondo romano.
Le aree cimiteriali del suburbia registrano in questo periodo un notevole incremento. I cimiteri sotterranei della prima meta del secolo aumentarono la loro estensione; altre aree si aggiunsero in vicinanza di quelle gia esistenti; nuove catacombe sorsero in vari luoghi del territorio extraurbano.
Le regioni ipogee si mostrano, in quest' epoca, per lo piu caratterizzate dalla medesima utilizzazione intensiva, dalla stessa regolarita e programmazione planimetrica delle aree della prima meta del III secolo. Estesi "sistemi" di gallerie disposte "a graticola" o "a spina di pesce" vennero realizzati a Sant'Agnese, al Cimitero Maggiore sulla via Nomentana, a Panfilo sulla Salaria Vetus, nella catacomba dei Santi Pietro e Marcellino sulla Labicana, in un cimiten;:i anonimo della via Aurelia Vetus; infine, nel secondo piano di Priscilla (gia nei primissimi anni del IV secolo). In queste nuove regiooi si fa piu rilevante la presenza di tombe monumentali (arcosoli, nicchioni funerari) e di cubicoli. Questi, in particolare, mostrano una evoluzione verso forme sempre piu articolate. Negli esempi piu antichi essi risultavano di modeste dimensioni, coperti a soffitto piano e occupati semplicemente da loculi o tombe "a mensa"; negli ultimi decenni del III secolo e nei primi anni del IV, le camere assumono proporzioni piu ampie, non di rado sono coperte da volte a botte, rischiarate da grandi lucernari, e accolgono sulle pareti tombe ad arcosolio. Nella "Regi.o !' di Sant' Agnese sono notevoli alcuni cubicoli, cui immettono veri e propri "dromoi'', nelle cui pareti risultano scavati arcosoli sovrapposti, tombe "a mensa", loculi a terminazione superiore arcuata; nel vicino Coemeterium Maius, alla fine del III secolo-inizi IV, furono scavati alcuni notevolissimi vani a grande sviluppo verticale, nobilitati dalla presenza di banchi, sedili, nicchie e membrature architettoniche varie, intagliati nella roccia.
La pace religiosa segno una tappa decisiva anche nel campo delle aree funerarie. Il cristianesimo, con Costantino, pote disporre di una prate-
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zione del tutto eccezionale nella persona stessa dell'imperatore. Tutta una serie di provvedimenti legislativi e di elargizioni materiali promosse dal sovrano consentirono alla Chiesa per la prima volta di disporre dei mezzi idonei all' espletamento della sua missione. Le conseguenze della "svolta" furono enormi ai fini della conquista alla nuova religione di masse sempre piu numerose di fedeli.
Oltre che nella realizzazione della chiesa cattedrale e di quella "privata" del Sessorium, legata alla residenza della madre Elena, la politica monumentale di Costantino a favore della Chiesa di Roma si espresse soprattutto, come e noto, nella costruzione nel suburbio di grandi basiliche funerarie dedicate agli apostoli e ad alcuni dei martiri piu importanti della citta. Ben sei chiese furono realizzate in onore di San Pietro, San Paolo, San Lorenzo, Sant' Agnese, dei Santi Pietro e Marcellino e per il culto congiunto degli apostoli fondatori della Chiesa di Roma (la BasilicaApostolorurrz sulla via Appia); durante il pontificato di Marco (336), Costantino contribui alla costruzione di una settima basilica funeraria sulla via
Fig. 4 - Basilica circifonne dei Ss. Marcellino e Pietro.
Ardeatina, dove il papa venne sepolto; un'altra chiesa cimiteriale sulla via Preriestina, di cui igno, riamo l'intitolazione, puo probabilmente asse- · gnarsi al medesimo frangente cronologico. .
Tutte queste basiliche, ad eccezione di San Paolo, ebbero colossali dimensioni (San Pietro in Vaticano sfiorava i 120 m di lunghezza per 70 m di larghezza e costituiva la piu grande basilica mai costruita nella citta); la BasilicaApostolorum, le chiese dei Santi Pietro e Marcellino (fig. 4), San Lorenzo, Sant' Agnese, l' anonima delta Prenestina e probabilmente quella di papa Marco presentavano una particolare planimetria "circiforme": le navate laterali, cioe, giravano in esse in senso continua intorno a quella centrale (quale sorta di deambulatorio), cosi da richiamare la conforrnazione dei circhi. Quasi tutte le chiese costantiniane del suburbia erano state edificate per onorare gli apostoli e i martiri cui erano dedicate: es~ se comprendevano all'interno le loro tombe o vi sorgevano nei pressi; altari, ricordati dalle letterarie, servivano per la liturgia eucaristica che si celebrava nelle feste anniversarie dei santi ti~ tolari. Soprattutto pero, tali chiese, costituivano vasti cimiteri coperti, capaci di migliaia di be. Queste si disponevano in modo regolare sotto i piani pavimentali e, al di sopra di questi, entro spazi recinti, sarcofagi, tombe a sviluppo verticale (arcosoli) lungo i muri perimetrali. Lo scavo recente della nuova basilica circiforme della via Ardeatina (fig. 5) - probabilmente quella in cui fu sepolto papa Marco - ha rivelato in modo eclatante, con il suo sistema di utilizzazione funeraria razionale e programmata dei piani pavimentali, il carattere preminente di spazi funerari di questi "coemeteria" o "coemeteria subteglata", come li definiscqno le fonti contemporanee (L.P., I, p. 202; !CVR, IV, 12458). Basiliche-cimiteri, che con le migliaia di sepolture dalla tipologia indifferenziata ospitate sotto i pavimenti, costituivano l' equivalente delle estesissime gallerie con loculi delle coeve catacombe. Anche le aree esterne alle chiese erano intensivamente occupate da sepolture. Le strutture porticate di cui erano dotate le circiformi dei Santi Pietro e Marcellino e della via Ardeatina ospitavano un gran numero di tombe. Mausolei monumentali, non di rado appartenenti a famiglie dell' elite aristocratica, si addossavano alle costruzioni o vi si disponevano all 'intorno, come rnostrano in modo eclatante gli
.-mpi della BasilicaApostolorum e dei Santi Pietro e Marcellino. Le indicazioni provenienti dall'epigrafia attes~ano i~ effetti c_ome qu~~te chiese cosrituissero gh spaz1 funeran prefent1 dalle gerarchie della societa.
Nelle basiliche dovevano svolgersi le celebrazioni eucaristiche connesse con le esequie o con le commemorazioni dei defunti, ma anche i banchetti funerari, come assicura, tra l'altro, il famoso convito organizzato a San Pietro dal senatore Pammachio in suffragio dell'anima della moglie (Paul. Nol., Epist., XIII, c. 11-13). A questo proposito, e interessante rilevare come nella Basilica Apostolorum un pozzo si aprisse nel bel mezzo del settore absidale, affinche, evidentemente, l'acqua fosse facilmente disponibile nello svolgimento dei riti.
I grandi martyria realizzati in eta costantiniana nel suburbio della citta dovettero connotare in modo nuovo il paesaggio di questi settori della "banlieue"; con la loro costruzione, per la prima
... :yolta lo. spazio del sacro (inteso come luogo de.. ,/:;.pp.ta.to ad un culto religioso) entrava con siste
. · ~:·maticita nel territorio extra urbem.
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I cimiteri sotterranei, tra l' eta costantiniana e gli anni del pontificato di papa Liberio (354-366), registrano uno sviluppo intensissimo, in linea con i ritmi crescenti delle conversioni. Possono essere emblematici di questo fenomeno i casi del Coemeterium Maius e di San Callisto: il primo, tral'eta costantiniana e gli anni '60 del IV secolo, aumento di quattro volte la sua superficie (fig. 6); il secondo, gia ampliatosi tra la fine del III e gli inizi del IV secolo con la creazione, nei pressi dell' Area I, delle regioni in cui furono sepolti i papi Milziade, Gaio ed Eusebio, si estese ancora con l'addizione di tre nuovi settori (la cosl detta regione di Sotere, la regione liberiana e la cosi detta Regio XIII), fino a coprire una superficie di hen 7,500 m2• Analoghi imponenti sviluppi registrarono in quell'epoca quasi tutti gli altri cimiteri romani. Le nuove basiliche martiriali di eta costantiniana divennero poli di attrazione delle necropoli sotterranee: all'interno delle chiese dei Santi Pietro e Marcellino e nella Basilica Apostolorum si aprirono scale che immettevano direttamente nei nuovi settori ipogei; altre regioni vennero scavate nei pressi delle basiliche.
Fig. 5 - Basilica circiforme di papa
Marco, veduta aerea (Archivio
PCAS).
, CHR/ST/AN,J WC'1. Lo SPA Z IO CRISTIA. 0. 'ELLA ROMA DEL PRIMO MILLENNIO
Fig. 6 - Catacomba di Callisto, pianta (Archivio PCAS) .
Per quanto attiene all'organizzazione planimetrica degli impianti sotterranei, e da rilevare l'adozione, in questo periodo, in un buon numero di casi, di sistemi a gallerie ortogonali "a maglie larghe", che consentivano una piu agevole e sistematica apertura di cubicoli lungo le
gallerie. Questi, in effetti, nelie regioni de! IV secolo inoltrato, aumentarono notevolmente ii loro numero e la loro monumentalita, caratterizzandosi spesso per forme grandiose ed elaborate nella pianta (poligonali, cruciformi, circolari, rettangolari, ecc.) e per un'architettura piu complessa, che imita quella dei ricchi di mausolei di superficie, prevedendo, talvolta, la presenza di colonne, pilastri, architravi, cornici, mensole, archi, nicchie o altri partiti architettonici, ottenuti intagliando "in negativo" la roccia (fig. 7); le camere non di rado sono rischiarate da ampi lucernari e decorate con affreschi, rivestimenti marmorei, mosaici.
Soprattutto nei cubicoli, a partire dall 'eta costantiniana, vengono sempre piu frequentemente collocate strutture funzionali al rito del refrigerium: banchi, sedili, cattedre, pozzi, soprattutto mense, costituite di norma da blocchi cilindrici (o quadrati) in muratura, sostenenti piatti marmorei o di ceramica; in essi dovevano essere collocate le offerte alimentari per i defunti o i cibi consumati dai partecipanti al rito; alcuni ambienti dotati di banchi, privi di sepolture e riccamente decorati
Fig. 7 - Catacomba di Callisto, ii cosiddetto Pantheon nella regione di Sotere (Archivio PCAS).
L'ORGA "IZZAZIONE DELL() P.o\ZJO FU NERARIO • 5 1
Fig. 8 - Ipogeo di via Dino Campagni (via Latina) , cubicolo (Archivio PCAS) .
con rivestimenti marmorei, potevano forse essere adibiti a sale per banchetti di uso collettivo (M.ARINONE, infra).
Per tutto il IV secolo continuo la consuetudine, da parte di alcune famiglie, di dotarsi di sepolcri ipogei al di fuori delle aree comunitarie (ipogei "di diritto privato "). Questi sepolcri famigliari risultano normalmente di limitata estensione, ospitano un numero esiguo di sepolture e si impongono per l'eleganza dell'architettura, per la ricchezza e l'originalita della decorazione pittorica. Il piu celebre degli ipogei di diritto privato, la catacomba di via Dino Compagni sulla via Latina, assegnabile all'incirca agli anni 320-370, risulta costituito da un numero molto limitato di gallerie, che danno accesso ad una serie di camere funerarie dalle piante talvolta elaborate, dotate di coperture a volta a crociera o a padiglione e di elementi architettonici costituiti da colonne, cornici, mensole, timpani, archi, ecc. Quasi tutti gli ambienti risultano omati di affreschi di notevole qualita (fig. 8). Questi, accanto a temi biblici formulati con iconografie talvolta inconsuete, rappresentano scene del tutto nuove, in qualche caso anche tratte dal repertorio
mitologico pagano. Tali rappresentazioni testimoniano la presenza nell 'ipogeo, accanto a gruppi famigliari totalmente cristiani, di nuclei non ancora convertiti alla nuova religione. Un fenomeno che risulta attestato anche in altre aree private (per esempio nella piccola catacomba di Vibia, sulla via Appia, che ospita, oltre a sepolture di cristiani, quelle di alcuni adepti del culto di Mitra e Sabazio), trovando giustificazione proprio nel carattere famigliare di queste aree. La committenza particolarmente facoltosa e svincolata da condizionamenti spiega, d'altro canto, la qualita e l'originalita. delle decorazioni, riscontrabili anche in altri cimiteri privati, come quelli di Trebio Giusto, dei Cacciatori, di Villa Cellere.
Non molto conosciamo - e quel poco in maniera imprecisa - delle aree cimiteriali che si stendevano in quel tempo al di sopra delle catacombe. 01-tre alle basiliche fune~arie di epoca costantiniana e alla serie degli attigui mausolei di cui si e detto, vasti cimiteri sub divo, costituiti da recinti, mausolei, semplici tombe terragne o altro genere di sepolcri sono attestati in vari luoghi, in particolare n-ei sopratterra delle catacombe di San Valentino, di Priscilla, San Callisto, Marco e Mar-
lANA LOCA. LO SPAZIO CRISTI ANO NELLA R OMA DEL PRIMO MILLENNIO
ano, Domitilla, Ponziano. l\!1a la datazione di ~e-ce aree, cosl come i dettagli della conformaone delle strutture funerarie, restano spesso as
saI genenci.
Con gli ultimi decenni del IV secolo, l'epoca d 'oro dell'escavazione delle catacombe sembra volgere al declino. Il pontificato di Damaso (366-384), nel cam po dei cimiteri sotterranei, si caratterizza soprattutto, come e noto, per gli interventi monumentali sulle tom be dei martiri, finalizzati a favorirne il culto e la devozione. Incrementi sembrano registrare le catacombe che avevano visto un "rilancio" de! culto dei santi eponimi da parte del pontefi.ce (Commodilla, San Sebastiano (zona dell'ex vigna Chiaraviglio), Domitilla, Marco e Marcelliano, ecc.). Ambienti piu ampi, e forse, in qualche caso, vere e proprie basiliche sotterranee vennero creati intorno alle tombe dei martiri per facilitarne la frequentazione devozionale da parte dei fedeli (Santi Nereo ed Achilleo (fig. 9), Sant'Ermete, Sant'Ippolito, Santa Felicita). Tali ambienti costituirono anche spazi per sepolture privilegiate. In effetti, la promozione del culto dei martiri in epoca damasiana contribul notevolmente ad accrescere il fenomeno delle inumazioni ad sanctos: serie di gallerie, cubicoli, nuove regioni furono scavate in vicinanza delle tombe venerate e degli ambienti che le ospitavano. Alle spalle della co-
struzione real izzata sul sepolc ro di Nereo ed Achilleo sull'Ardeatina si sviluppo un'ampia regione costituita da gallerie sulle quali si aprono numerosi cubicoli: un vero "retro sanctos", per usare un' espressione attestata in alcune iscrizioni dell'epoca (!CVR, VII, 19432; IX, 24841).
Ma al di la di questi settori, le catacombe, dopo gli anni '70-'80 de! IV secolo, non sembrano, in effetti, aver registrato un incremento pari a quello dei decenni precedenti. Regioni utilizzate in questo periodo sono certamente attestate in vari cimiteri (per esempio a San Pancrazio, a Sant' Ippolito, nelle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino, di Gordiano ed Epimaco, di Aproniano, di Pretestato, San Callisto, Marco e Marcelliano, ecc.); l'estensione attraverso nuove aree risulta tuttavia contenuta. Sulla via Appia, un cimitero ipogeo di epoca molto tarda ebbe sviluppo assai ridotto e si colloco a ridosso delle propaggini meridionali della catacomba di San Callisto (nei pressi delle cosl dette cripte di Lucina).
Certamente, in questo periodo, gran parte delle sepolture dei cristiani di Roma dovette ormai trovar posto nelle grandi basiliche funerarie "a cielo aperto" di eta costantiniana ed in quelle che vennero realizzate successivamente da papa Giulio (337-354) e dallo stesso Damaso. 11 primo fu autore di tre nuove chiese suburbane: una sull'Aurelia, una sulla Flaminia e la terza sulla Portuense, dedicate, rispettivamente, a pa-
Fig. 9 - Catacomba di Domidilla,
basilica dei Ss. Nereo e Achilleo
(Archivio PCAS).
pa Callisto, a San Valentino e probabilmente al martire Felice; Damaso di un basilica presso l'Ardeatina, dove egli venne poi sepolto. Anche Felice II (355-358), l'antipapa di Liberia, aveva promosso la costruzione di una chiesa sulla via Aurelia Vetus.
In effetti, fu in queste chiese e negli spazi circostanti che negli ultimi anni del IV secolo si ando vieppiu concentrando la sepoltura dei fedeli, come attestano le iscrizioni datate e i sarcofagi rin-
L'ORCANIZZAZIONE DEU.O SPl\ZIO FUNERARIO o 53
ANONIM~ PRENESTINAe
.... t.•~~1·"" ~ ~~ ... ~~-
venuti (fig. 10). D'altra parte, alla fine del pontificato di Damaso, l'intervento diretto dei tre imperatori Valentiniano II, Teodosio ed Arcadia aveva data avvio alla costruzione di una altra grandiosa basilica funeraria a cinque navate (m 120 per 63) sopra la tomba di San Paolo sull'Ostiense, in sostituzione del primo modesto edificio basilicale che aveva fatto edificare Costantino; la costruzione offriva un nuovo, estesissimo spazio per la sepoltura di migliaia di persone. Altre due
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basiliche funerarie esistevano nei primi anni del V secolo nel sopratterra della catacomba di Sant'Ippolito sulla Tiburtina e in quello di Santa Felicita sulla Sa/aria Nova, come assicurano le testimonianze letterarie (Prud., Perist., XI, 215-226; L.P., I, pp. 227-228). .
In effetti, la scelta di essere sepolti all'interno di queste chiese dovette provocare, lentamente, l'abbandono dell'uso di inumare nelle catacombe. 11 ruolo della preghiera che si svolgeva negli edifici, la "protezione" fornita dalla loro sacralita, devono aver giocato un ruolo determinante nella scelta. D'altra parte, gia Eusebio di Cesarea attribujva la determinazione di Costantino di essere sepolto, a Costantinopoli, in una chiesa ded.icata alla memoria degli apostoli. alla volonta di beneficiare delle preghiere che vi si svolgevano (Vita Const., IV, 60). Per Agostino. agli inizi del V secolo, ai defunti sepolti ad .saictoJerano utili soprattutto le preghiere che essi ricevevano da parte dei viventi che li raccomandavano ai martiri (Aug., Cur. Mort., 4-5, 18). Gregorio Magno, alla fine del VI secolo, ribadira come le orazi-0ni e soprattutto la celebrazione eucaristica che si svolgeva nelle chiese fossero di giovamento alla salvezza dei defunti (Greg. M., _Dial, IV, 52, 57)
Nelle catacombe, le iscrizioni datate rinvenute non sembrano attestare - ad eccezione degli spazi particolari e limitatissimi interessati dalle sepolture dei martiri (infra) - una continuita di utilizzazione funeraria oltre i primi decenni del V secolo (l'ultima iscrizione datata in situ riferibile ad una sepoltura ordinaria in un cimitero ipogeo ricorre a San Pancrazio nel 454, !CVR, II, 4277).
Durante tutto il V secolo fino circa alla meta del VI, le informazioni che ci vengono di nuovo dall'epigrafia indicano come le aree deputate alla sepoltura dei fedeli restassero ancora le grandi basiliche dedicate ai santi piu importanti della citta e le zone ad esse immediatamente circostanti. La popolazione di Roma si era del resto, come mostrano anche inchieste recenti, fortemente ridotta dopo il sacco di Alarico. Centinaia di epigrafi datate attestano l'ininterrotta occupazione funeraria dei complessi di San Paolo, San Lorenzo, San Pietro, San Sebastiano, Sant'Agnese, San Valentino, Santa Felicita (JC-
VR, II, V, Vil-VIII, X, passim). Gli scavi della nuova circiforme della via Ardeatina confermano come anche in questa basilica, e nell'area attigua, l'utilizzazione sepolcrale continuasse nel corso del V e del VI secolo. Nel sopratterra di San Callisto, alla meta del V secolo, Leone Magno (440-461) aveva fatto edificare una nuova basilica in onore di papa Cornelio, nella zona delle cripte di Lucina, dove questo papa si trovava sepolto: la costruzione dovette costituire un ulteriore spazio per le sepolture. E possibile che i1 tardo cimitero di superficie rinvenuto alcuni anni fa in quell'area costituisca una rara testimonianza di un ainpio sepolcreto su bdiale del V secolo, ad utilizzazione intensiva, connesso con una basilica martiriale. Dalla fine del V secolo, anche la chiesa di San Pancrazio sull'Aurelia, fatta costruire da papa Simmaco ( 498-514), forniva un ulteriore spazio per inumazioni; le iscrizioni datate provenienti da quel complesso si fanno in effetti piu numerose proprio a partire dai primi anni del VI secolo. Ancora nel comprensorio callistiano, nella zona soprastante !'Area I, le cripte di Lu~ina e, piu a nord, nel sopratterra della catacomba di Marco e Marcelliano e Damaso, nonche in altre aree de! suburbia, testimonianze epigrafiche piu sporadiche attestano la continuita dell'uso sepolcrale fino alla meta del VI (!CVR, IV, pp. 265-274, 366, 458; VI, pp. 57-58, 78-79). Un'altra ventina tra chiese e oratori funerari, attestati dalle fonti solo nel VII secolo, e possibile risalissero ad epoca. piu antica: anche questi edifici potevano assolvere alla funzione di spazi per le inumazioni.
Nelle catacombe, dopo i primi decenni del V secolo, l'utilizzazione sepolcrale continua, come si diceva, in maniera estremamente sporadica esclusivamente negli ambienti che ospitavano le tombe dei martiri o nelle zone immediatamente circostanti. Questi spazi per sepolture privilegiate ad sanctos si accrebbero tra la meta del VI secolo e i primi decenni del VII con la realizzazione di piccole basiliche ipogee o semipogee che inglobavano i sepolCri venerati. Costruzioni ad corpus siffatte furono erette sulle tombe dei Santi Felice ed Adautto nella catacomba di Commodilla (fig. 11), di Sant'Ippolito sulla Tiburtina, dei Santi Pietro e Marcellino sulla Labicana e, in forme piu monumentali, sui sepolcri di Sant'Ermete sul-
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LORGA ZZAZIO E DELLO P~ZJO FUNERA RIO • 55
Fig. 11 - Catacomba di Commodilla, basilica dei Ss. Felice e Adautto (Archivio PCAS) .
la Sa/aria Vetus, forse dei Santi Nereo ed Achilleo a Domitilla, di un gruppo di martiri anonimi della via Ardeatina e soprattutto, all'epoca dei papi Pelagio II (579-590) e Onorio (625-638), sui se-
polcri di San Lorenzo sulla Tiburtina e di Sant' Agnese sulla Nomentana.
Numerose testimonianze attestano l'uso funerario di queste chiese "catacombali" e degli am-
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bienti attigui, cosl come, talvolta, quella delle altre cripte martiriali che non erano state oggetto di trasformazioni cosl imponenti.
La seconda meta del VI secolo sembra, in ogni caso, segnare la fine dell'uso del suburbio quale luogo ordinario di sepoltura. Ancora le epigrafi datate attestano la pratica delle inumazioni (peraltro assai rarefatta) fino agli anni '70 circa del VI secolo a San Pietro, San Paolo, San Lorenzo, San Pancrazio, San Sebastiano, Sant'Agnese, e nelle basiliche ipogee di Commodilla e di Sant'Ippolito (!CVR, II, pp. 35-36, 61-62, 188-189, 328; V, pp. 74-99; VII, pp. 56, 429; VIII, p. 36). Negli ultimi decenni del secolo la presenza delle sepolture nelle aree extra urbem appare documentata solo da sporadiche testimonianze. Cosl a San Pietro in Vaticano dalla serie delle tombe papali ospitate nel santuario apostolico (L.P, I, pp. 303 ss., alle singole biografie); cosl da alcuni passi di Gregorio Magno che ricordano l'uso di seppellire nelle chiese extraurbane di San Gennaro presso la porta 1iburtina e di San Sisto sulla via Appia (Greg. M., Dial., IV, 27, 56); cosl dalle tombe sistemate nelle basiliche di fondazione recente di San Lorenzo e Sant' Agnese. Anche gli ultimi scavi della basilica circiforme della via Ardeatina hanno ·restituito sepolture risalenti alla prima meta del VII secolo. In effetti, solo nuove indagini archeologiche mirate e un recupero delle notizie d'archivio sui rinvenimenti del passato potranno verificare una piu diffusa continuita dell'uso sepolcrale del suburbio dopo la meta del VI secolo. Il decadere, a partire dal VII secolo; della consuetudine di dotare le tombe di epitaffi toglie d'altra parte all'indagine indicatori cronologici di fondamentale importanza, cui si potra supplire solo attraverso un attento recupero dei corredi funerari e dei contesti stratigrafici.
A quanto pare, intorno alla meta del VI secolo, fu comunque l'uso di seppellire entro la citta a sostituire, in gran parte, l'inveterata pratica delle inumazioni extra urbem. Ricerche degli ultimi anni hanno mostrato come il fenomeno delle sepolture all'interno delle mura (evidente elemento di rottura in rapporto alla tradizione antica) assuma caratteri di sistematicita proprio a partire dalla meta del VI secolo. Tombe sporadiche o aree cimiteriali piu consistenti, inquadrabili tra la meta
del VI e il VII secolo, sono state documentate iti tutto il territorio urbano, soprattutto in rappof* to ad edifici di culto (Santa Bibiana, Sant'Euse~. bio, San Ciriaco, Santa Croce in Gerusalemme;· Santi Quattro Coronati, ecc.), costruzioni pub± bliche abbandonate (Terme di Caracalla, di Die); cleziano, Castra Praetoria, Porticus Liviae, tempio di , Elagabalo sul Palatino ecc.), aree aperte (sul Vi=: minale, Esquiliho, intorno al Colosseo, ecc.). .
Sorprende, tuttavia, il numero estremamente · esiguo delle sepolture attestate con sicurezza. Si tratta spesso di tombe singole o di piccoli gruppi/ che non raggiungono le 10 unita; 15-25 sepolcri risultano documentati intorno al mausoleo di Au~ gusto, nelle terme di Caracalla, sul Celio, nella Por- · ticus Liviae; aree piu estese (ma la precisa entita nu.~ ;!~.! merica resta indeterminata) nei pressi del Colos, c'-~~i
>"·' seo, sul Palatino e nel settore periferico nord-est·\)t~lf:f della citta. In tutto, la documentazione disponibi- )i~·+ I le non sembra registrare, nel corso dei 150 anni . 2$' i che vanno dalla meta del VI secolo a tutto il VU, . i piu di circa 350 sepolture. Un numero decisamente/ 1 basso, che, seppure certamente frutto della lacu- · i nosita dei dati a nostra disposizione (la ne delle informazioni in a:mbito urbano deve sere stata enorme), fa evidentemente rilevare me gli spazi sepolcrali di Roma, in quel periodo, debbano ancora essere individuati con chiarezza.
In ogni caso, la coincidenza tra la nascita della pratica di inumare in urbe e le vicende della guerra greco-gotica appare troppo evidente per non indurre a considerare quest'ultima come almeno in parte collegata alla diffusione del fenomeno. Gia all' epoca dell 'incursione di Alarico del 410 -stando alla testimonianza di Zosimo (Nea Hist., V. 39) -le difficolta dell'assedio avevano costretto i Romani a seppellire entro le mura ( « Urbs ipsa mortuorum sepulcrum er:at»); e possibile che qualcosa di analogo si fosse verificato anche nel 536, durante l'assedio di Vitige (cfr. Proc., Bell. Goth., II, 3).
D'altro canto, la guerra, con le carestie e le pestilenze che ne erano seguite (ibid.), aveva comportato un forte calo demografico; abitazioni, edifici pubblici o aree un tempo destinate alla vita collettiva e al commercio erano state abbandonate, accentuando un fenomeno in parte forse gia avviato in alcuni settori della citta nel corso del V secolo. All'interno di questi spazi ormai disponibili, talvolta ben delimitati da muri di recinzione, potevano comodamente inserirsi i nuovi se-
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polcreti urbani. Altri si collocarono all'interno o in prossimita degli edifici di culto cristiani, evidentemente in relazione al particolare ruolo che le chiese giocavano in rapporto alle sepolture (supra). In tutti i casi, una visione piu addolcita della morte - la morte "familiare" o "addomesticata", per dirla con P. Aries - dovette stimolare la nuova consuetudine.
L°ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO FUNERARIO • 57
La penetrazione delle sepolture in urbe segna una svolta nella storia della citta: spazio dei morti e spazio dei vivi convivono dentro le mura in un tessuto urbano ormai sfilacciato e conformato "a pelle di leopardo", dove zone edificate si alternano ad altre meno urbanizzate, ad aree disabitate, a campi coltivati. Un aspetto fortemente trasformato, che caratterizzera Roma ancora per molti secoli.
0 Chiese martiriali
1. Basilica dis. Valentino. 2. Basilica di S. Ennete nel cimilero di Bassilla. 3. Basilica del martire Silano net ctmitt!rO di Felicita. 4. Basilica di S. Felicita. 5. Mausoleo d; papa Bonifacio. 6. Basilica di S. Saturnino nel dmitero di Trasone. 7. Chk>Sa dci 5.5. Crisanto e Dari&i ne1 cimitero di Trasc.me. 8. Basilica di S. Silvestro nel cimitero di Priscilla. 9. Basilica costantiniana di 5. Agnese.
10. Mausoleo di Costantina. 11. Basilica "ad corpus .. di S. Agna;c.
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12. Portico di collegamento tra la Porta Tiburtina e la Basilica di S. Lorenzo. 13. Chiesa di S. Gennaro. 14. Ba~i1ica costanliniana di S. Lorenzo. 15. Monastero di S. Stc£ano. 16. Due istaUaz.ion.i tcrmali. 17. Residenza signorile o villa rustka~ 18. Due biblioteche (?). 19. Oratorio diS. Stefano. 20. Ospizi per poveri. 21. Basilica "od ""'J'US .. di S. Lorenzo. 22. Oratorio di S. Agapito. 23. Basilica di S. Ippolito. 24. Basilica circiforme anonima della Via Prenestina. 25. Mauso1eo di Tor de" Schiavi. 26.. Basilica costantiniana dci SS. Marmllino e Pietro. 27. Mausolco di Elena. 28. Basilica di S. Stefano. 29. Chtesa dei SS. Tiburzio, Valeriano e Massimo nel cirnitero di Prel'eSlato. 30. Mausoleo c.d. dci Ccrcenni c Calventii. 31. Rceidenza signorilc. 32. Basilica di S. ~astiano. 33. Monastero di S. Sebastiano. 34. Mausolci triabsidati ncl cimitcro di S. Callisto. 35. Bas ilica di S. Cornelio net cimitcro di 5. Callisto. 36. Basilica di papa Marco nel cimitero di Balbina (circiforme della via Ardeatina?).
Chiese votive
Battisteri
Monasteri
Residenze signorili
Ospizi per i. poveri
lsiallazioni ;gieruche c tennali
Biblioteche
Mausolei
Vie port icate
Areecim'iteriali
SI. Has11Jca 1pogL?a anomma dell a v1a Ardeauna \santuano ac1 Martin l.orL'<I ().
38. Basilica di papa Damaso nd cimitcm dci SS. Marro, Mnrcclliano c Damaso. 39. Basilica dei SS. Nereo eel Achilleo nel cimitero di Domitilla. 40. Basilica dei SS. Felice e Adautto nel cimitero di Commodilla. 41. Purtico di col1cgamento tra la Porta Osticnsc c la basilie<l di S. Paolo. 42. Chiesa di 5. Menna. 43. Basilica di S. Paolo. 44. Istallazioni termali. 45. Ospizi per poveri. 46. ltcsidenza signorilc. 47. Monastero di S. Stefano. 48. Monastero di S. Aristo. 49. ChiL-'Sa di S. Tccla. 50. Basilica rommemorativa dcl martirio di S. Paolo. 51 . Mausolei dei papi Anastasio I e lrmocen:ro 1. 52. Ba!iilica di papa Giulio al Ill miglio dclla Via Portuense. 53. Basilica damasiana di Gcncmsa. 54. Basilica di S. Pancrazio. 55. lstaUujoni tennali. 56. Monasrero di S. Vittore. 57. Basilica di papa Felice 0 . 58. Basilica di S. Callisto costru.ita.da papa Giulio. 59. Portico di col.legamento tra la Porta Aurelia-Cornelia e la basilica di S. Pietro. 60. Basilica costantiniana di S. Pietro. 61. Mausolro tcodosiano. 62. Mausolco di Sesto Petronio Probo. 63. Battistero della. basilica di S. Pietro e oratori dei SS. Giovanni Battista,
Giovanni Evangelista e della S. Croce. 64. Monastero dei SS. Giovanni c Paolo. 65. Rcsidenza vescovile. 66. Residenza vescovile. 67. Ospi7J per poveri. 68. Istallazioni igieniche. 69.-0ratorio di S. Andrea. 70. Monaslero di S. Slefano Maggiore. 71. Chiesa di 5. Agata in Fundo L.irdario. 71. Monastero di S. Lcudo.