100
REGIONE BASILICATA UNIONCAMERE BASILICATA - CENTRO STUDI - OSSERVATORIO ECONOMICO REGIONALE L’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI IN BASILICATA - ASPETTI STRUTTURALI E TENDENZE EVOLUTIVE - Marzo 2009

OSSERVATORIO ECONOMICO REGIONALE - regione.basilicata.it · realizzare, nell’ambito dell’Osservatorio Economico Regionale, uno studio che possa ... sione economica dell’industria

  • Upload
    phamnhu

  • View
    217

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

REGIONE BASILICATA

UNIONCAMERE BASILICATA - CENTRO STUDI -

OSSERVATORIO ECONOMICO REGIONALE

L’INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI IN BASILICATA

- ASPETTI STRUTTURALI E TENDENZE EVOLUTIVE - Marzo 2009

2

INDICE

1. 1.1 1.2 2. 2.1 2.2 3. 3.1 3.2 3.2.1 3.2.2 3.3 4. 4.1 4.2 4.2.1 4.2.2 5. 5.1 5.2

Premessa L’edilizia nell’economia regionale Valore aggiunto delle costruzioni e PIL Produttività e investimenti Imprese e occupazione nel settore delle costruzioni Il sistema delle imprese L’occupazione Box – Il valore della produzione nei bilanci delle società di capitale del settore delle costruzioni Box – Le imprese qualificate SOA L’attività edilizia La domanda nel settore edile: gli investimenti in costruzioni L’offerta di edilizia L’offerta di edilizia residenziale L’offerta di edilizia non residenziale Il mercato delle opere pubbliche Box – Le agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie Box – Le risorse disponibili per le infrastrutture del Mezzogiorno nell’ambito della programmazione unitaria 2007-2013 Il mercato immobiliare Le caratteristiche generali del mercato immobiliare Il mercato immobiliare in Basilicata Il mercato immobiliare residenziale Il mercato immobiliare commerciale Il credito nel settore delle costruzioni Il mercato dei mutui per l’acquisto di immobili Il mercato dei mutui per gli investimenti in costruzioni Allegato statistico

PAG.

4

6 6

10

13 13 20

24 27

29 29 32 32 36 39

49

53

58 58 59 61 70

72 72 78

81

3

Il presente Rapporto è stato curato da Franco Bitetti, coordinatore scientifico del Centro Studi Unioncamere Basilicata.

4

PREMESSA

Le costruzioni rappresentano un settore fondamentale dell’economia lucana, sia in termini di ricchezza prodotta che sotto il profilo occupazionale, le cui positive performance, almeno fino al 2006, hanno contribuito in misura significativa alla “te-nuta” del PIL regionale.

Il settore gode, peraltro, di due importanti proprietà per il policy maker:

− innanzitutto, è ancora fortemente labour intensive: sostenerne la domanda signi-fica, quindi, creare le condizioni per un aumento dell’occupazione, dipendente e indipendente;

− in secondo luogo, le attività di costruzione attivano un consistente “indotto” e una domanda di prodotti finiti e semilavorati in molti settori manifatturieri.

Una crescita della domanda nell’industria delle costruzioni è in grado perciò di attivare un’occupazione diretta e indiretta rilevanti; e tale impatto è maggiore laddo-ve più solida e diversificata è la struttura produttiva manifatturiera.

Di conseguenza, l’edilizia costituisce un target delle politiche per il rilancio dell’e-conomia e dell’occupazione, sia a livello locale che nazionale. Non sorprende, quindi, il fatto che tutti gli osservatori, nazionali e internazionali, ribadiscano – nel contesto della crisi economico-finanziaria in corso – il ruolo anticiclico che possono svolgere gli investimenti infrastrutturali per la loro capacità di sostenere il reddito e l’occupazio-ne.

L’importanza dell’industria delle costruzioni nella struttura produttiva regionale ed il ruolo ad essa assegnato dalla politica economica suggeriscono un’attenzione mag-giore al settore anche sul piano dell’analisi statistico-economica. Da qui la scelta di realizzare, nell’ambito dell’Osservatorio Economico Regionale, uno studio che possa offrire un quadro aggiornato delle caratteristiche strutturali ed evolutive del compar-to e costituire l’avvio di una attività sistematica di monitoraggio a supporto delle scelte del policy maker.

Il Rapporto è articolato in 5 capitoli: il primo ha l’obiettivo di valutare la dimen-sione economica dell’industria delle costruzioni ed il suo contributo alla formazione della ricchezza regionale, attraverso i dati ISTAT di contabilità territoriale. Nel secon-do capitolo sono analizzate, invece, le caratteristiche della base imprenditoriale del settore, in termini di consistenza e tipologie delle imprese, specializzazioni produttive e occupazione. L’attenzione si sposta poi sulle dimensioni e gli andamenti del merca-to, considerando sia la domanda di edilizia (gli investimenti) sia l’offerta, vale a dire, la “produzione” di fabbricati e di opere pubbliche. Con riferimento a quest’ultime, il terzo capitolo presenta un quadro puntuale dei lavori pubblici appaltati in Basilicata nel corso dell’attuale decennio, ricostruito sulla base dei dati dell’Osservatorio gestito dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

Ad integrazione dell’analisi della domanda e dell’offerta di edilizia, il quarto capi-tolo sviluppa un approfondimento sul mercato immobiliare, che contribuisce in misu-ra significativa a determinare gli andamenti del settore delle costruzioni.

5

L’ultimo capitolo, infine, è riservato all’analisi del ruolo del credito, sia sul versan-te dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, sia sul versante dei finanzia-menti alle imprese edili per gli investimenti.

Il Rapporto contiene, inoltre, alcuni brevi approfondimenti su tematiche specifi-che, inerenti il sistema delle imprese e gli interventi pubblici a supporto del settore, organizzati in appositi “box”.

6

1. L’EDILIZIA NELL’ECONOMIA REGIONALE 1.1 VALORE AGGIUNTO DELLE COSTRUZIONI E PIL

La dimensione economica che l’industria delle costruzioni assume in ambito re-gionale può essere valutata attraverso i dati di contabilità territoriale di fonte ISTAT.

In Basilicata, il valore aggiunto realizzato dal settore raggiungeva – nel 2006 (ul-timo anno per il quale sono disponibili le informazioni) – i 710 milioni di euro, che rappresentano il 7,9% della ricchezza complessiva prodotta dal sistema economico regionale. Tale quota è superiore di 3 punti percentuali alla media nazionale che, nel medesimo anno, si attestava al 4,9%; più contenuto, ma analogamente rilevante, il differenziale nei confronti della media meridionale, pari al 5,5%.

v.a. % su PIL v.a. % su PIL

Basilicata 591 6,7 710 7,9

Mezzogiorno 15.531 5,4 16.511 5,5

Italia 53.224 4,5 62.011 4,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

2000 2006

Tab. 1.1 - Valore aggiunto dell'industria delle costruzioni- valori assoluti in milioni di euro -

Nella graduatoria regionale in base al contributo del valore aggiunto dell’edilizia alla formazione del PIL complessivo (cfr. graf. 1.1), la Basilicata occupa il secondo posto dietro la Valle d’Aosta, con distacchi nei confronti delle prime regioni meridio-nali che seguono (Puglia e Calabria) nell’ordine dei due punti percentuali.

Graf. 1.1 - Incidenza % del valore aggiunto delle costruzioni sul PIL regionale (anno 2006)

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

Valle

d'Aosta

Basilicata

Trentino A.A.

Puglia

Calabria

Veneto

Abruzzo

Umbria

Molise

Campania

Emilia R.

Sardegna

Toscana

Sicilia

Piemonte

Marche

Liguria

Lombardia

Friuli

Lazio

Italia = 4,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

L’elevato peso economico dell’edilizia in Basilicata, confermato anche dai dati re-lativi alle imprese e all’occupazione analizzati nel capitolo successivo, potrebbe esse-re interpretato come il risultato di una forma di specializzazione dell’economia regio-nale nel settore.

7

In realtà, l’attività edile, a differenza di quella manifatturiera, si presta poco a di-visioni del lavoro e specializzazioni territoriali su scala regionale. Le imprese del set-tore, infatti, sono fortemente legate al territorio, per le caratteristiche stesse del “be-ne” prodotto, che non può essere trasportato come una qualsiasi merce.

I differenziali regionali nell’indicatore utilizzato sono riconducibili quindi ad altri fattori, segnatamente, la dimensione relativa della domanda locale di costruzioni (e-sprimibile in termini di nuove costruzioni, opere pubbliche, manutenzioni) e l’ampiez-za e l’articolazione del tessuto economico complessivo. Con riferimento a quest’ul-timo aspetto, alcuni studi hanno mostrato come il settore edile segua lo stesso “ciclo di vita” delle industrie di tipo tradizionale, crescendo in termini di quote di prodotto totale, valore aggiunto e domanda finale durante le fasi di industrializzazione, e di-minuendo man mano che l’economia sposta il fulcro delle proprie attività da quelle “mature” a quelle maggiormente innovative ed ai servizi. Laddove, quindi, il processo di sviluppo di nuove attività economiche è più avanzato – come nelle regioni del centro-nord – il peso relativo del settore (non certo la sua dimensione assoluta) è minore 1.

Nel periodo 2000-2006 il valore aggiunto dell’industria delle costruzioni in Basili-cata è aumentato ad un ritmo del +3,1% in media per anno, a fronte di una tenden-ziale stazionarietà del reddito prodotto dall’intera economia (+0,3%); per effetto di tali andamenti, l’incidenza del settore sul PIL lucano è così aumentata, passando dal 6,7 al 7,9%.

val. agg. val. agg. val. agg.costruz. costruz. costruz.

2001 4,0 -0,1 4,6 2,3 5,6 1,82002 -4,6 0,3 2,3 0,4 2,3 0,52003 8,3 -1,3 2,4 -0,3 2,3 -0,0 2004 11,7 1,6 0,9 0,5 1,5 1,52005 -10,9 -1,3 -1,2 0,3 2,3 0,62006 12,3 2,8 -2,7 1,5 1,5 1,8

media periodo

2007 (*) -0,3 1,4 0,1 0,7 1,6 1,52008 (*) -1,5 -1,3 -0,4 -0,5 -0,2 -0,2

(*) stime Unioncamere-Prometeia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 1.2 - Valore aggiunto delle costruzioni e PIL- variaz. % annue dei valori concatenati (anno riferimento 2000) -

3,1 1,0 2,60,3 0,8 1,0

PIL PIL PIL

Basilicata Mezzogiorno Italia

Di segno analogo ma di intensità più contenuta il trend registrato a livello nazio-nale, dove il comparto ha evidenziato una crescita media del 2,6%, nel contesto peraltro di una dinamica lievemente più positiva dell’economia nel suo complesso (+1,0% la variazione del PIL). Assai deludente, invece, il bilancio della produzione edile nell’area meridionale, con un aumento del valore aggiunto che, nell’intero pe-riodo, non ha superato l’1,0% (anche in questo caso, tuttavia, la dinamica del setto-

1 Cfr. T. Gregori, F. Neri, G. Benedetti (2001), Le costruzioni e la piccola impresa. Il ruolo dell’artigiana-to in un’economia di frontiera, F. Angeli.

8

re è risultata superiore a quella che ha caratterizzato l’insieme delle attività economi-che).

Una peculiarità del trend evolutivo del valore aggiunto delle costruzioni in Basili-cata è rappresentata dall’elevata variabilità degli andamenti tra un anno e l’altro. Dopo un inizio decennio all’insegna della crescita (+4,0% nel 2001), favorita dalla dinamica espansiva in atto nel resto del Paese 2, il settore ha accusato una brusca flessione (-4,3%), per riprendere a crescere a ritmi assai sostenuti nel biennio 2003-2004, quando l’aumento del valore aggiunto ha superato anche il 10%, mentre a li-vello nazionale il trend espansivo si attestava intorno al +2%.

Il 2005 è coinciso con il periodo di massimo ripiegamento produttivo dell’edilizia lucana (-10,9%), seguito peraltro da una forte ripresa nel 2006 (+12,3%), che ha consentito di recuperare interamente le “perdite” dell’anno precedente.

Graf. 1.2 - L'andamento del valore aggiunto delle costruzioni- variaz. % annue -

-12,0

-8,0

-4,0

0,0

4,0

8,0

12,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e stime Unioncamere-Prometeia 2007 e 2008

Le stime Unioncamere-Prometeia per gli ultimi due anni segnalano un sensibile e generalizzato rallentamento del settore: la Basilicata “anticipa”, per così dire, la fles-sione del valore aggiunto che, a livello nazionale, si manifesta nel 2008, e chiude già il 2007 con il segno “meno”.

Il graf. 1.3 mette a confronto l’andamento del PIL regionale e il valore aggiunto prodotto dalle costruzioni, con l’intento di verificare l’impatto del ciclo economico sul settore e l’eventuale funzione anti-ciclica di quest’ultimo.

La produzione edilizia mostra, in effetti, un’elevata “reattività” al ciclo economico, nel senso che, nelle fasi di stagnazione o recessione, quando gli investimenti in costruzioni subiscono un rinvio, si rileva una flessione molto accentuata del valore aggiunto rispetto al PIL; viceversa, nelle fasi di ripresa dell’economia la domanda nel settore si espande a ritmi assai più sostenuti.

2 Per l’Italia e il Mezzogiorno il 2001 ha segnato il periodo di massima crescita del valore aggiunto delle costruzioni nel corso dell’attuale decennio.

9

Soltanto nel biennio 2003-2004, periodo che ha fatto registrare una significativa espansione dei lavori pubblici in Basilicata (cfr. parag. 3.3), l’edilizia ha svolto una funzione anti-ciclica: il forte aumento del valore aggiunto (+10,0% nella media dei due anni) ha impedito, infatti, una pesante contrazione del PIL, rimasto pressoché fermo (+0,1%).

Graf. 1.3 - Valore aggiunto delle costruzioni e PIL in Basilicata- variaz. % annue -

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

valore aggiunto costruzioni PIL

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e stime Unioncamere-Prometeia 2007 e 2008

Con riferimento alle dinamiche territoriali (cfr. graf. 1.4), è interessante osserva-re che i tassi di sviluppo più elevati dell’industria delle costruzioni – nel periodo 2000-2006 – sono stati registrati nelle regioni del centro-nord; la Basilicata si colloca co-munque nella parte alta della graduatoria, distaccando in misura significativa tutte le regioni meridionali.

Graf. 1.4 - La crescita media annua del valore aggiunto delle costruzioni nel periodo 2000-2006

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

Emilia R.

Veneto

Valle

d'Aosta

Piemonte

Liguria

Basilicata

Toscana

Lombardia

Trentino

Campania

Molise

Puglia

Lazio

Marche

Calabria

Friuli

Sicilia

Umbria

Abruzzo

Sardegna

Italia =+2,6

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

10

1.2 PRODUTTIVITÀ E INVESTIMENTI

Nei Conti economici territoriali dell’ISTAT è disponibile anche il dato relativo alle unità di lavoro occupate nel settore 3 che, nel 2006, ammontavano a 23,5 mila, 18,1 mila delle quali (pari al 77%) alle dipendenze.

Il contributo delle costruzioni all’occupazione complessiva (sempre misurata in termini di unità di lavoro) è pari al 10,7%: quota che, in Italia, raggiunge il 7,7%, mentre nel Mezzogiorno si attesta all’8,6%.

v.a. % su tot. v.a. % su tot.

Basilicata 19,9 9,1 23,5 10,7

Mezzogiorno 506,2 7,7 585,2 8,6

Italia 1.610,6 6,9 1.912,9 7,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 1.3 - Unità di lavoro nell'industria delle costruzioni- valori assoluti in migliaia di unità -

2000 2006

Il rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro fornisce un misura della produtti-vità del lavoro; nel decennio in corso, questo indicatore ha evidenziato una crescita significativa in Basilicata, pur continuando a scontare un differenziale negativo nei confronti della media nazionale.

Nel 2006, in particolare, il valore aggiunto per addetto nell’industria delle costru-zioni raggiungeva i 39,0 mila euro a livello regionale, contro i 42,1 mila dell’Italia; il gap è nell’ordine, quindi, di 7 punti percentuali, ma all’inizio del periodo superava i 10 punti.

Graf. 1.4 - La produttività del lavoro nell'industria delle costruzioni- valore aggiunto per unità di lavoro (euro correnti) -

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

3 Le unità di lavoro, definite anche come “occupati equivalenti a tempo pieno”, sono una misura con-venzionale dell’ammontare del volume di lavoro utilizzata nella contabilità nazionale. Ciascuna unità di lavoro, in particolare, rappresenta l’equivalente di un occupato a tempo pieno contrattuale, per l’intero anno; in tal modo si tiene conto della pluralità di posizioni ricoperte (unica, principale, secondaria), della durata del lavoro (continuativa o meno), dell’orario di lavoro (a tempo pieno o parziale) e della posizio-ne contributiva o fiscale (regolare o irregolare).

11

La regione ha annullato del tutto, invece, l’iniziale “ritardo” di produttività nei confronti del Mezzogiorno, grazie a tassi di crescita dell’indice molto più elevati (ri-spettivamente, +4,7 e +2,8%, nella media del periodo 2000-2006). In effetti, nella graduatoria nazionale dell’indice (cfr. graf. 1.5), la Basilicata precede tutte le regioni meridionali, ad eccezione dell’Abruzzo.

Graf. 1.5 - La produttività del lavoro nellìindustria delle costruzioni - valore aggiunto per unità di lavoro (euro correnti) -

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

50.000

55.000Friuli

Trentino

Valle

d'Aosta

Piemonte

Emilia R.

Lombardia

Veneto

Liguria

Toscana

Marche

Umbria

Lazio

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Molise

Sicilia

Sardegna

Puglia

Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

E’ interessante osservare, inoltre, che i recuperi di produttività nel settore sono stati più intensi rispetto a quelli registrati nel complesso delle attività economiche (cfr. graf. 1.6). Si tratta di un dato importante, tenuto conto delle maggiori difficoltà che l’edilizia incontra ad accrescere la propria produttività, anche per le caratteristi-che intrinseche del “prodotto” finito, che continuano a richiedere un forte contenuto di lavoro. Ciò nonostante, i differenziali retributivi tra il settore e il resto dell’econo-mia non si sono ridotti, evidenziando anzi un ulteriore ampliamento: se nel 2000, in-fatti, la retribuzione lorda di un lavoratore dipendente dell’edilizia rappresentava l’81% di quella media, nel 2006 il suo ammontare era pari al 77%.

Graf. 1.6 - La produttività del lavoro in Basilicata- valore aggiunto per unità di lavoro (euro correnti) -

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

costruzioni totale economia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

12

Ai recuperi di produttività nel settore ha certamente contribuito lo sforzo realiz-zato dalle imprese sul versante degli investimenti: nel periodo considerato, l’edilizia lucana ha effettuato investimenti per circa 156 milioni di euro, in media per anno, che – rapportati alle unità di lavoro – corrispondono a 7,3 mila euro per addetto (sempre su base annua). Il graf. 1.7 documenta come l’”intensità” degli investimenti in rapporto alla base occupazionale sia risultata costantemente superiore, nel corso del decennio, alla media meridionale e nazionale.

Graf. 1.7 - Investimenti medi per addetto nelle costruzioni- euro correnti -

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

13

2. IMPRESE E OCCUPAZIONE NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI 2.1 IL SISTEMA DELLE IMPRESE

ASPETTI STRUTTURALI. Alla fine del 2008, risultavano iscritte al Registro Imprese del-le Camere di Commercio lucane (in condizione di normale funzionamento) 6.693 im-prese del settore delle costruzioni, che rappresentano il 19,0% della base imprendi-toriale extra-agricola complessiva della regione: una quota superiore sia alla media nazionale (pari al 18,3%) sia a quella meridionale, che si attesta al 16,4%.

Quasi la metà di queste imprese ha come attività prevalente la costruzione com-pleta o parziale di edifici e la realizzazione di opere del genio civile; circa il 23% risul-ta “specializzata”, invece, nei lavori di completamento degli edifici (intonacatura, po-sa in opera di infissi, rivestimenti, …), mentre di poco inferiore al 20% è la quota di imprese che operano, in prevalenza, nelle attività di installazione di impianti (elettrici, termoidraulici, …). Completano il quadro delle imprese del settore le attività di pre-parazione del cantiere edile (sistemazione dei terreni, trivellazioni e perforazioni), la cui incidenza sfiora l’8%, e le attività di noleggio macchine per l’edilizia, che contano soltanto 15 iniziative imprenditoriali (lo 0,2% del totale).

v.a. % % %

preparazione del cantiere edile 519 7,8 5,1 3,0 edilizia e genio civile 3.323 49,6 52,7 37,9 installazione servizi nei fabbricati 1.316 19,7 20,3 20,9 lavori di completamento degli edifici 1.520 22,7 21,7 38,1 noleggio macchine 15 0,2 0,1 0,1

totale 6.693 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

ItaliaSud

Tab. 2.1 - Imprese attive delle costruzioni per settori a fine 2008- valori assoluti e % su totale -

Basilicata

Il confronto con la “struttura” del settore a livello nazionale evidenzia significativi scostamenti: nel resto del Paese assumono, infatti, un peso decisamente maggiore le attività legate ai lavori di completamento degli edifici, nelle quali si concentra il 38,1% delle imprese edili complessive: una quota lievemente superiore a quella cor-rispondente alle imprese “specializzate” nel ciclo completo della produzione edilizia (37,9%) che, in Basilicata, rappresentano invece la stragrande maggioranza. In Ita-lia, inoltre, sono relativamente più diffuse le imprese di impiantistica, con un’inciden-za che raggiunge quasi il 21%.

Tali differenze nella composizione delle attività prevalenti delle imprese del setto-re concorrono a spiegare alcune peculiarità di carattere strutturale dell’edilizia luca-na, in primo luogo, le più elevate dimensioni medie delle unità locali che, sulla base dei dati 2005 del Registro Statistico delle Imprese (ASIA), sono pari a 3,3 addetti contro i 2,9 della media nazionale. Le imprese operanti nel comparto “edilizia e genio civile”, infatti, hanno generalmente dimensioni molto più elevate rispetto alle impre-se “specializzate” nello svolgimento di alcune funzioni soltanto all’interno del “proces-so produttivo”.

14

Anche il dato relativo alle forme giuridiche assunte dalle imprese (cfr. graf. 2.1) riflette le caratteristiche del settore in termini di “specializzazioni” produttive e di-mensioni delle unità locali. La Basilicata mostra una quota più elevata di imprese costituite nella forma di società di capitale (17,2% contro il 16,1% della media nazio-nale), cui corrisponde una minore incidenza relativa delle ditte individuali (rispettiva-mente, 67,4 e 69,2%).

Graf. 2.1 - La distribuzione delle imprese di costruzione per forma giuridica a fine 2008 (valori %)

17,2

11,3

67,4

4,0

18,8

11,7

65,1

4,4

16,112,5

69,2

2,2

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

società di capitale società di persone ditte individuali altre forme

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

In effetti, le società di capitale hanno un “peso” molto più elevato all’interno del comparto “edilizia e genio civile” (26,7% la relativa quota a livello regionale, 30,9% a livello nazionale), dove la necessità di far fronte a lavori completi di costruzione spinge le imprese a dotarsi di strutture aziendali più complesse e di dimensioni mag-giori. Per contro, il comparto dei “lavori di completamento degli edifici”, che richiede singole specializzazioni produttive oltreché bassi investimenti, si caratterizza per l’ampia prevalenza di ditte individuali.

società società ditte altredi capitale di persone individuali forme

preparazione del cantiere edile 19,3 13,1 64,7 2,9 100,0 edilizia e genio civile 26,7 14,2 52,9 6,3 100,0 installazione servizi nei fabbricati 10,6 12,8 74,0 2,7 100,0 lavori di completamento degli edifici 1,5 3,0 94,6 0,9 100,0 noleggio macchine 20,0 26,7 53,3 0,0 100,0

totale 17,2 11,3 67,4 4,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

totale

Tab. 2.2 - Le imprese delle costruzioni in Basilicata per forma giuridica- valori % (2008) -

Le considerazioni finora svolte consentono di interpretare anche i dati relativi al Mezzogiorno, dove le attività di “edilizia e genio civile” hanno un’importanza ancora maggiore, concentrando quasi il 53% delle imprese, e dove l’incidenza delle società di capitale arriva a sfiorare il 19% (2,7 punti in più rispetto alla media nazionale).

15

La tab. 2.3 riporta la distribuzione delle imprese costituite in forma societaria in base al capitale sociale versato. La consistenza patrimoniale delle società lucane ri-sulta mediamente più elevata rispetto a quella riscontrabile a livello nazionale: la quota di imprese con un capitale sociale di almeno 50 mila euro è pari, infatti, al 20,4% nella regione, contro il 16,2% della media italiana, mentre le imprese con ol-tre 250 mila euro di capitale raggiungono il 5,5% (3,6% in Italia).

Ciò costituisce un’ulteriore conferma del fatto che il settore delle costruzioni in Basilicata, anche per effetto delle “specializzazioni” produttive, si connota per dimen-sioni di impresa relativamente più elevate.

v.a. % % %

fino a 10 mila euro 356 18,7 19,3 26,4 da 10 a 15 mila 811 42,5 46,2 40,6 da 15 a 50 mila 352 18,4 16,9 16,8 da 50 a 100 mila 167 8,8 8,8 8,1 da 100 a 250 mila 118 6,2 4,9 4,4 da 250 mila a 1 milione 44 2,3 1,4 1,1 > 1 milione di euro 46 2,4 1,9 2,1 capitale non rilevato 14 0,7 0,5 0,5

totale 1.908 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Basilicata Sud Italia

Tab. 2.3 - Le imprese delle costruzioni costituite in formasocietaria per classi di capitale sociale. 2008

Come si è già osservato nel capitolo precedente, l’attività edile è fortemente le-gata al territorio: l’output, infatti, deve essere prodotto in loco, non essendo traspor-tabile come una qualsiasi merce; la stessa manodopera può essere “spostata” in uno spazio territoriale limitato, a meno che non si tratti di interventi di grandi dimensioni.

Il mercato locale assume, quindi, un’importanza prioritaria per le imprese del set-tore; da questo punto di vista, è interessante rimarcare due caratteristiche strutturali dell’industria delle costruzioni: da un lato, la minore presenza relativa (rispetto all’in-dustria manifatturiera) di imprese plurilocalizzate, vale a dire, con più di una unità locale; dall’altro, la forte concentrazione delle unità locali delle imprese plurilocaliz-zate nel territorio provinciale in cui ha sede l’impresa stessa.

In Basilicata, in particolare, si contano 7.160 unità locali a fronte delle 6.693 imprese edili complessive (il numero medio di unità locali per impresa è pari, quindi, a 1,07); delle 467 unità locali appartenenti ad imprese plurilocalizzate ben 347 (quasi il 75%) ha sede nella provincia dell’impresa. Non dissimile il quadro che emerge a li-vello nazionale, dove la dimensione delle imprese, in termini di unità locali, è pari a 1,05, mentre la quota di unità locali di imprese plurilocalizzate che operano nella stessa provincia in cui ha sede l’impresa raggiunge il 77%. TENDENZE EVOLUTIVE. Tra il 2000 e il 2008, la base imprenditoriale dell’edilizia luca-na ha evidenziato un trend di crescita pressoché costante, ma di intensità assai in-feriore a quella registrata nel resto del Paese.

Il numero di imprese attive è aumentato, infatti, del 15,0%, passando da 5.818 a 6.693, mentre in Italia e nel Mezzogiorno l’incremento è stato, rispettivamente, del 37,0 e del 28,2%.

16

Graf. 2.2 - L'andamento delle imprese del settore delle costruzioni- numeri indici 2000=100 -

90,0

100,0

110,0

120,0

130,0

140,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

In tutte e tre le aree, la crescita del settore è stata superiore a quella che ha ca-ratterizzato l’insieme delle attività extra-agricole, cosicché il “peso” delle imprese edili nel sistema produttivo si è ulteriormente accresciuto (dal 18,2 al 19,0% a livello re-gionale, dal 15,8 al 18,3% a livello nazionale).

Graf. 2.3 - L'incidenza delle imprese di costruzione sul totale delle imprese extra-agricole (valori %)

18,2 18,419,0

14,9 15,316,4

15,817,0

18,3

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

2000 2004 2008

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

In Basilicata, il comparto più dinamico è risultato quello dei “lavori di completa-mento degli edifici”, dove il tasso di crescita ha sfiorato il 50% e dove si è concen-trato il 58% circa dello stock aggiuntivo di imprese registrato nel periodo (cfr. tab. 2.4). Significativamente espansivo anche il trend delle imprese di installazione di im-pianti, aumentate del 33,3%, mentre pressoché “fermo” è rimasto lo stock di impre-se dell’”edilizia e genio civile” (+0,8%) e della “preparazione dei cantieri” (+2,2%).

Anche in Italia il contributo maggiore alla crescita del settore è venuto dalle im-prese “specializzate” nei lavori di completamento degli edifici, aumentate di quasi il 75%; ma a crescere sono state anche le imprese “specializzate” nel ciclo completo della produzione edilizia (+23,2%), sebbene la loro incidenza sul totale si stia pro-gressivamente riducendo.

17

In effetti, negli ultimi 10-15 anni l’industria delle costruzioni è stata interessata da intensi processi di ristrutturazione aziendale, finalizzati al recupero di più elevati margini di flessibilità, che hanno determinato una riduzione delle dimensioni medie delle imprese più grandi e la crescita di nuove imprese di sub-fornitura di piccole dimensioni. In particolare, le grandi imprese (maggiormente presenti nel comparto “edilizia e genio civile”) hanno adottato strategie di de-verticalizzazione del processo produttivo, favorendo così la nascita di nuove imprese “specializzate” nelle singole fasi della filiera edile.

Considerate le caratteristiche strutturali dell’edilizia lucana (in termini di specializ-zazioni produttive, dimensioni e forme giuridiche d’impresa), analizzate in preceden-za, si può ragionevolmente ipotizzare che tali cambiamenti si siano manifestati con un certo ritardo in Basilicata; ciò contribuirebbe a spiegare anche la minore crescita della base imprenditoriale del settore nella regione.

var. ass. var. % var. % var. %

preparazione del cantiere edile 11 2,2 -24,0 -24,6 edilizia e genio civile 25 0,8 23,9 23,2 installazione servizi nei fabbricati 329 33,3 36,4 27,5 lavori di completamento degli edifici 504 49,6 58,5 74,9 noleggio macchine 6 66,7 71,1 98,5

totale 875 15,0 28,2 37,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

- variaz. assolute e % delle imprese 2000-2008 -

Basilicata Sud Italia

Tab. 2.4 - L'evoluzione dell'industria delle costruzioni

Le stesse dinamiche per forma giuridica delle imprese (cfr. tab. 2.5) sembrano confermare tale ipotesi interpretativa. Nel contesto di un generale rafforzamento del-la presenza di imprese costituite nella forma di società di capitale, più che raddoppia-te in Basilicata come nel resto del Paese, si può osservare come le ditte individuali (ampiamente prevalenti, come visto, nelle attività di completamento degli edifici e nelle attività “di servizio”) hanno registrato tassi di crescita assai modesti a livello re-gionale (+5,5%), mentre nel Mezzogiorno e, ancor più, in Italia, hanno contribuito a determinare gran parte dell’incremento complessivo dello stock di imprese nel perio-do considerato.

var. ass. var. % var. % var. %

società di capitale 660 134,4 103,4 112,8 società di persone 47 6,6 12,7 7,5

totale società 707 58,9 55,5 48,9

ditte individuali 236 5,5 21,7 34,0 altre forme -68 -20,1 -9,4 3,5

totale 875 15,0 28,2 37,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

- variaz. assolute e % delle imprese 2000-2008 -

Basilicata Sud Italia

Tab. 2.5 - L'evoluzione dell'industria delle costruzioni

18

Graf. 2.4 - L'andamento delle imprese del settore delle costruzioni per forme giuridiche in Basilicata (numeri indici 2000=100)

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

società ditte individuali altre forme

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Un altro aspetto delle dinamiche evolutive dell’attuale decennio riguarda l’aumen-to, ancorché lieve, del numero medio di unità locali per impresa (da 1,03 a 1,07) 4. L’apertura di nuove unità locali sembra aver risposto soprattutto all’obiettivo di “pre-sidiare” in modo più efficace il mercato locale; in tal senso può essere interpretata, infatti, la crescita della quota di unità locali che operano nella stessa provincia sede dell’impresa plurilocalizzata (dal 68 al 74%) 5.

In conclusione, il quadro dell’edilizia lucana che si ricava dagli indicatori di trend è quello di un settore che se, da un lato, evidenzia un significativo processo di con-solidamento delle imprese, dall’altro, non sembra cogliere appieno le opportunità di crescita legate ad una maggiore diversificazione e specializzazione delle attività della filiera delle costruzioni. ASPETTI TERRITORIALI. Delle 6.693 imprese edili operative in Basilicata a fine 2008, 4.552 (pari al 68,0%) hanno sede legale nella provincia di Potenza e le restanti 2.141 in quella di Matera.

In rapporto alle dimensioni della base produttiva extra-agricola complessiva, l’in-dustria delle costruzioni assume un “peso” relativamente maggiore nella provincia di Potenza, dove le imprese del settore rappresentano il 19,5% del totale, a fronte del 18,2% nel resto della regione.

La provincia di Matera può vantare, tuttavia, una struttura del settore più “solida” dal punto di vista degli assetti organizzati aziendali: la quota di imprese costituite nella forma delle società di capitale raggiunge quasi il 20%, mentre non supera il 16% nella provincia di Potenza, dove è molto più elevata, invece, l’incidenza delle ditte individuali (69,2 contro 63,8%).

4 La crescita delle unità locali, infatti, è stata superiore a quella delle imprese (rispettivamente, +19,7 e +15,0% tra il 2000 e il 2008). 5 Tendenze analoghe si osservano, peraltro, anche a livello nazionale.

19

Potenza Matera Basilicata

n° imprese 4.552 2.141 6.693 % su totale economia (a) 19,5 18,2 19,0 % su totale industria 57,9 55,8 57,2

imprese per forma giuridica (%)

società di capitale 16,0 19,8 17,2 società di persone 11,6 10,7 11,3 ditte individuali 69,2 63,8 67,4 altre forme 3,3 5,7 4,0

totale 100,0 100,0 100,0

(a) al netto dell'agricoltura

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 2.6 - Le imprese dell'industria delle costruzioninelle province lucane (2008)

Le due aree si differenziano anche per le “specializzazioni” produttive (cfr. tab. 2.7), con un forte “peso” – nella provincia materana – delle imprese appartenenti al comparto dell’”edilizia e genio civile” (56,2%), cui corrisponde, nella provincia di Potenza, una maggiore presenza relativa delle attività di completamento degli edifici (26,8% delle imprese edili totali).

Potenza Matera Potenza Matera

preparazione del cantiere edile 341 178 7,5 8,3 edilizia e genio civile 2.119 1.204 46,6 56,2 installazione servizi nei fabbricati 863 453 19,0 21,2 lavori di completamento degli edifici 1.218 302 26,8 14,1 noleggio macchine 11 4 0,2 0,2

totale 4.552 2.141 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 2.7 - Imprese attive delle costruzioni per settori a fine 2008- valori assoluti e % su totale -

valori assoluti % su totale

Nel corso del decennio, le dinamiche imprenditoriali sono risultate più espansive nell’area materana, dove lo stock di imprese attive ha registrato un incremento del 17,4%, pari a 318 unità in più. In termini assoluti, il maggiore apporto alla crescita della base produttiva del settore è venuto dalle imprese dell’”edilizia e genio civile”, aumentate di 124 unità, e dalle imprese del comparto dell’installazione di impianti (115 in più).

Nella provincia di Potenza, invece, la crescita complessiva si è fermata al +13,9%, scontando anche la flessione delle imprese operanti nell’”edilizia e genio ci-vile”, diminuite del 4,5% (circa un centinaio in meno). Delle 557 imprese in più regi-strate tra il 2000 e il 2008, ben 418 (pari al 75%) appartengono al comparto dei “la-vori di completamento degli edifici”; analogamente espansivo il trend delle imprese di impiantistica civile (214 in più, pari al +33,0%).

Tali andamenti hanno ulteriormente accentuato, quindi, le “specializzazioni” terri-toriali che, come visto, evidenziano un forte “orientamento” delle imprese materane verso le attività di costruzione completa o parziale di edifici e di opere pubbliche.

20

Potenza Matera Potenza Matera

preparazione del cantiere edile 21 -10 6,6 -5,3 edilizia e genio civile -99 124 -4,5 11,5 installazione servizi nei fabbricati 214 115 33,0 34,0 lavori di completamento degli edifici 418 86 52,3 39,8 noleggio macchine 3 3 37,5 300,0

totale 557 318 13,9 17,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 2.8 - L'evoluzione dell'industria delle costruzioni - variaz. assolute e % delle imprese 2000-2008 -

variaz. assolute variaz. %

2.2 L’OCCUPAZIONE

L’indagine ISTAT sulle forze di lavoro ha rilevato, in Basilicata, 21,0 mila occupati nell’industria delle costruzioni (dato relativo ai primi 9 mesi del 2008); si tratta del 10,7% dell’occupazione complessiva nelle attività extra-agricole: una quota superiore di quasi un punto percentuale alla media meridionale (9,8%), mentre la media nazio-nale è pari soltanto all’8,4%.

L’ampliamento della base produttiva del settore nel corso del decennio (lo stock di imprese attive è aumentato, come visto, del 15,0%) ha favorito una discreta cre-scita dell’occupazione edile che, tra il 2000 e il 2008, ha fatto registrare un incre-mento del 2,9%, in media per anno (nell’intero periodo, l’aumento dei livelli occupa-zionali ha sfiorato le 4,5 mila unità).

v.a. var. % v.a. var. % v.a. var. %

2000 10,1 6,5 16,62001 10,9 7,9 6,3 -3,1 17,2 3,62002 8,4 -22,9 7,9 26,1 16,3 -5,0 2003 15,4 82,5 4,3 -45,3 19,7 20,62004 16,9 10,2 5,8 33,4 22,7 15,32005 16,7 -1,3 6,2 6,8 22,9 0,82006 17,7 5,9 6,0 -3,1 23,7 3,52007 15,6 -11,7 5,6 -6,1 21,2 -10,3 2008 15,7 0,4 5,3 -4,6 21,0 -0,9

media periodo

(a) media degli occupati nel periodo gennaio-settembre di ciascun anno

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Indagine sulle forze di lavoro

5,4 -2,3 2,9

Tab. 2.9 - L'occupazione nell'industria delle costruzioni in Basilicata- valori assoluti in migliaia di unità (a) e variaz. % annue -

occupati dipend. occupati indipend. totale occupati

Di segno opposto le dinamiche delle due principali componenti degli occupati: al-la forte espansione dei lavoratori dipendenti (+5,4%, in media per anno) è corrispo-sta una flessione dei lavoratori autonomi, diminuiti del 2,3%. Tali andamenti, da un lato, confermano il processo di consolidamento delle imprese del settore, già eviden-ziato dal forte sviluppo delle forme giuridiche di tipo societario, dall’altro, segnalano

21

una possibile saturazione del mercato per le piccole e piccolissime imprese fondate sul lavoro individuale.

Diverso il quadro che emerge a livello nazionale, dove alla crescita dell’occupazio-ne edile, aumentata a ritmi analoghi a quelli registrati in Basilicata (+2,9%), ha con-tribuito anche il lavoro autonomo (+1,6%).

Anche questo dato va interpretato alla luce delle dinamiche imprenditoriali del settore che, in Italia, hanno evidenziato un forte sviluppo delle piccole imprese (nella forma delle ditte individuali), favorito dai processi di ristrutturazione e riorganizza-zione aziendale delle imprese di maggiori dimensioni e dai processi di diversificazio-ne/specializzazione delle attività lungo la filiera edile.

In ogni caso, va rimarcato il fatto che l’incidenza del lavoro autonomo nell’indu-stria delle costruzioni si attesta, in Basilicata, su valori strutturalmente più bassi ri-spetto alla media nazionale (25,4 contro 37,0%).

Graf. 2.5 - L'occupazione nell'industria delle costruzioni- 2008 -

10,7

25,4

9,8

27,7

8,4

37,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

% occupati edilizia su totale economia % lavoro indipendente in edilizia

Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Graf. 2.6 - Le dinamiche dell'occupazione nel settore delle costruzioni- variaz. % media annua 2000-2008 -

5,4

4,6

3,7

-2,3 -3,0

1,6

2,9

1,9

2,9

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

Basilicata Mezzogiorno Italia

dipendenti indipendenti totale occupati

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

22

Le dinamiche dell’occupazione nei diversi anni risultano coerenti con quelle del valore aggiunto analizzate nel capitolo precedente. Il periodo di maggiore espansio-ne della domanda di lavoro è coinciso con il biennio 2003-2004, quando gli occupati nel settore sono aumentati a ritmi compresi tra il +15 e il +20%; la crescita occupa-zionale è proseguita fino al 2006 per interrompersi bruscamente nel 2007, anno che ha fatto registrare una perdita di 2,5 mila addetti (il 10,3% dello stock di occupati nel 2006). Di segno negativo, anche il saldo occupazionale nel 2008 (-0,9%), a conferma di un settore che, negli ultimi due anni, ha subito un drastico ridimensiona-mento dell’attività produttiva.

Tornando alle caratteristiche strutturali dell’occupazione, un aspetto importante da valutare è quello legato alla diffusione di forme di lavoro irregolare nel settore, sulla base dei dati elaborati dall’ISTAT nell’ambito delle stime di contabilità nazionale.

Il tasso di irregolarità, misurato in termini di incidenza degli occupati irregolari sul totale, era pari – nel 2005 (ultimo anno disponibile) – al 19,6% in Basilicata 6: un va-lore molto superiore alla media nazionale (11,3%), ma più contenuto rispetto alla media meridionale (22,3%).

L’indice presenta una forte variabilità dal punto di vista territoriale, con un range di oltre 40 punti su scala nazionale: si passa, infatti, dall’1,2% dell’Emilia Romagna al 44,3% della Calabria (cfr. graf. 2.8).

Tra il 2001 e il 2005 il fenomeno del lavoro irregolare nel settore ha mostrato un progressivo ridimensionamento, favorito anche, probabilmente, dalla discreta espan-sione della produzione edile che potrebbe aver reso meno “conveniente” il ricorso al sommerso da parte delle imprese.

Graf. 2.7 - Incidenza % di occupati non regolari in edilizia- 2001 e 2005 -

24,4

29,8

15,7

19,6

22,3

11,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

Basilicata Mezzogiorno Italia

2001 2005

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Va osservato, infine, che la maggiore diffusione relativa del lavoro irregolare nel-l’edilizia lucana potrebbe spiegare, almeno in parte, la bassa incidenza che in essa ha il lavoro autonomo e, quindi, anche la ditta individuale come tipologia di impresa (si può, infatti, ragionevolmente ipotizzare che in questi ambiti il fenomeno del sommer-so abbia maggior presa).

6 In termini assoluti, si tratta di circa 4,5 mila unità lavorative.

23

Graf. 2.8 - Tasso di irregolarità del lavoro nell'industria delle costruzioni (2005)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

Calabria

Sicilia

Molise

Basilicata

Abruzzo

Sardegna

Campania

Puglia

Lazio

Umbria

Liguria

Lombardia

Friuli

Veneto

Toscana

Trentino

Piemonte

Valle d'Aosta

Marche

Emilia R.

Italia = 11,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

24

BOX

IL VALORE DELLA PRODUZIONE NEI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI

Nel 2006 sono 691 le società di capitale dell’industria delle costruzioni con sede in Basilicata ad aver depositato il bilancio presso le Camere di Commercio. Esse rappre-sentano il 10,8% della base imprenditoriale del settore, misurata dallo stock di imprese attive; ben più elevato è il loro “peso” economico, dal momento che concentrano il 46,4% dell’occupazione complessiva del settore e contribuiscono per quasi il 42% alla produzione del valore aggiunto edile.

Incidenza % delle società di capitale sul totale di settore e sulle società di capitale complessive (anno 2006)

10,8

22,9

46,4

22,2

41,9

26,0

0,0

20,0

40,0

60,0

tot. settore edile tot. soc. capitale

imprese occupati valore aggiunto

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio Bilanci, Infocamere e ISTAT

Nel periodo 2001-2006 il fatturato medio per impresa, tra le società di capitale del set-tore, è cresciuto del 6,3% in media per anno; se si esclude il 2002, il trend è risultato costantemente positivo, con andamenti particolarmente performanti nel 2004 e nel 2006, quando l’incremento del volume d’affari ha superato il 14%. Di poco superiore l’aumento del valore aggiunto medio (+6,6%), a segnalare una crescita dei costi di produzione diversi dal costo del lavoro più contenuta rispetto a quella dei ricavi.

valore valore aggiunto aggiunto

2002 -10,6 -8,3 -12,4 -12,3 2003 7,0 7,8 -1,4 -3,5 2004 14,1 14,7 2,6 6,52005 8,3 1,0 7,1 0,42006 14,8 20,4 13,8 12,9

var. medianel periodo

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci

L'andamento del fatturato e del valore aggiuntomedio per impresa (variaz. % medie annue)

6,3 6,6 1,6 0,4

fatturato fatturato

costruzioni totale settori

25

In termini assoluti, il fatturato medio per impresa raggiungeva, nel 2006, un milione e 720 mila euro, mentre il valore aggiunto era pari a 556 mila euro.

valore valore aggiunto aggiunto

2001 1.268 403 2.528 4792002 1.134 370 2.214 4202003 1.213 399 2.184 4052004 1.384 457 2.241 4312005 1.498 462 2.401 4332006 1.720 556 2.732 489

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio Unioncamere sui bilanci

fatturato fatturato

Fatturato e valore aggiunto medio per impresa- migliaia di euro

costruzioni totale settori

Il confronto con gli andamenti di tutte le società di capitale operanti in Basilicata do-cumenta il “passo” decisamente più sostenuto delle imprese dell’industria delle costru-zioni; in effetti, soltanto le società di servizi hanno mostrato trend espansivi (sul piano economico) di intensità analoga, mentre negativo – nel complesso – è stato il bilancio delle società manifatturiere (-5,3 e -4,5% le variazioni medie, rispettivamente, del fatturato e del valore aggiunto per impresa nel periodo considerato, escludendo la SATA di Melfi).

Le buone performance economiche delle società dell’edilizia si sono accompagnate ad un forte aumento della redditività netta complessiva delle stesse, misurata attraverso il rapporto tra risultato d’esercizio e fatturato (che esprime, quindi, la capacità dell’impresa di creare utili). Tale indice è passato, infatti, dal 2,1% del 2001 al 4,3% del 2006, un valore – quest’ultimo – superiore anche alla media nazionale del settore (3,3%).

La redditività netta complessiva delle società di capitale - risultato d'esercizio/fatturato netto (%) -

2,1

0,6

1,2

4,3

0,6

3,3

0,0

2,0

4,0

6,0

costruzioni totale settori costruzioni Italia

2001 2006

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio Bilanci

26

Le maggiori criticità riguardano, invece, la solidità finanziaria delle imprese; l’indice di indebitamento, che misura l’incidenza delle passività correnti e dei debiti a medio-lunga scadenza sul patrimonio netto, si attesta su livelli decisamente elevati nell’industria delle costruzioni, sebbene nel 2006 si sia registrata una significativa riduzione.

La solidità finanziaria delle società di capitale - rapporto di indebitamento (debt equity) -

9,26

2,60

6,62

5,01

2,85

4,67

0,00

3,00

6,00

9,00

12,00

costruzioni totale settori costruzioni Italia

2001 2006

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio Bilanci

Ciò concorre a spiegare la bassa affidabilità creditizia delle società del settore, misurata sulla base del modello di scoring di Unioncamere-Mediobanca: la quota di società prossime al default è pari al 47,1%, contro una media nazionale del 18,7%; mentre le imprese più solide non raggiungono neppure il 10% 7.

L'affidabilità creditizia delle società di capitale - distribuzione % -

22,5

22,7

8,7

58,8

47,4

44,2

18,7

30,0

47,1

0% 20% 40% 60% 80% 100%

costruzioni Italia

totale settori

costruzioni

investment grade vulnerabili molto rischiose

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio Bilanci

7 Per un’analisi più approfondita degli indicatori di bilancio delle società operanti nell’industria delle costruzioni si rinvia a: Centro Studi Unioncamere Basilicata (a cura di), I bilanci delle so-cietà di capitale in Basilicata, dicembre 2008.

27

BOX

- LE IMPRESE QUALIFICATE SOA - La normativa vigente prevede un sistema unico di qualificazione delle imprese di costruzione, obbligatorio per tutti gli esecutori di lavori pubblici di importo superiore a 150.000 euro, attuato da società per azioni di diritto speciale denominate S.O.A. (Società Organismi di Attestazione), appositamente autorizzate dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e da questa controllate 8. Le imprese qualificate SOA sono iscritte in un apposito Casellario, in vigore dal 2000, che costituisce un importante strumento informativo a disposizione delle stazioni appaltanti, nell’ottica di una maggiore semplificazione delle procedure di gara.

Sulla base delle informazioni disponibili nelle Relazioni annuali al Parlamento dell’Au-torità per la vigilanza sui contratti pubblici sono state ricostruite le serie storiche relative al numero delle imprese iscritte alle SOA, in base alla localizzazione (regioni) e al numero di categorie di qualificazione 9.

A fine 2007 le imprese lucane qualificate SOA raggiungevano le 680 unità, che rappre-sentano il 10,4% dello stock di imprese attive nel settore delle costruzioni: una quota molto superiore alla media nazionale, pari al 4,2%. In effetti, nella graduatoria regionale dell’incidenza delle imprese qualificate la Basilicata occupa la prima posizione, staccando la seconda regione (la Campania) di quasi 2 punti percentuali.

Quota % di imprese qualificate SOA sul totaledelle imprese attive del settore delle costruzioni

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

Basilica

ta

Campan

ia

Molise

Calabria

Lazio

Sicilia

Trentino A.A.

Valle

d'Aosta

Umbria

Friuli

Abruzzo

Puglia

Veneto

Marche

Sardegna

Liguria

Piemonte

Lombardia

Emilia R.

Toscan

a

Italia = 4,2

Fonte: ns. elab. su dati Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e Infocamere

Le imprese lucane registrate nel Casellario, inoltre, risultano abilitate a partecipare a gare relativamente a 2,9 categorie di lavori, mentre a livello nazionale si contano 2,7 iscrizioni per impresa 10. 8 Le SOA attualmente operanti sono 36. 9 Cfr. www.autoritalavoripubblici.it 10 Le imprese italiane con una sola iscrizione al Casellario sono circa il 38% del totale, mentre il restante 62% è in grado di diversificare la propria attività tra diverse categorie di lavori. Il valore mediano della distribuzione è comunque rappresentato da 2 iscrizioni (ciò significa che la metà delle

28

n° imprese n° iscrizioni iscrizioni tot. imprese % qualificate

qualificate al Casellario per impresa attive (a) su attive

Piemonte 1.881 5.126 2,7 69.159 2,7 Valle d'Aosta 164 494 3,0 2.778 5,9 Lombardia 3.659 8.964 2,4 137.927 2,7 Trentino A.A. 814 1.841 2,3 13.718 5,9 Veneto 3.048 7.203 2,4 72.151 4,2 Friuli 818 2.182 2,7 15.432 5,3 Liguria 693 1.954 2,8 25.216 2,7 Emilia Romagna 1.746 4.931 2,8 73.959 2,4 Toscana 1.401 3.588 2,6 62.253 2,3 Umbria 673 1.568 2,3 12.565 5,4 Marche 897 2.210 2,5 22.970 3,9 Lazio 3.586 10.541 2,9 56.436 6,4 Abruzzo 916 2.376 2,6 17.677 5,2 Molise 284 894 3,1 3.928 7,2 Campania 4.656 13.333 2,9 54.991 8,5 Puglia 1.935 4.419 2,3 40.134 4,8 Basilicata 680 1.968 2,9 6.512 10,4 Calabria 1.314 3.405 2,6 20.182 6,5 Sicilia 2.798 8.331 3,0 45.149 6,2 Sardegna 690 1.609 2,3 21.749 3,2

Italia 32.945 87.707 2,7 775.886 4,2

(a) imprese del settore edile iscritte nel Registro Imprese delle Camere di Commercio

Fonte: Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e Infocamere

- anno 2007 -Distribuzione delle imprese qualificate SOA e delle iscrizioni per regione

Tra il 2004 e il 2007, periodo per il quale si dispone di una serie storica completa, il nu-mero di imprese qualificate in Basilicata è aumentato di 59 unità (da 621 a 680), con un ritmo di incremento medio annuo pari al +3,1%, contro il +3,5% della media nazionale. Anche il numero di iscrizioni per impresa ha evidenziato un trend di crescita, passando da 2,7 a 2,9.

Tasso medio annuo di crescita % delle imprese qualificate SOA nel periodo 2004-2007

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

Ven

eto

Friuli

Molise

Emilia R.

Toscana

Sardeg

na

Umbria

Calab

ria

Lazio

Trentino A.A.

Cam

pan

ia

Marche

Abruzzo

Basilicata

Sicilia

Piemonte

Liguria

Puglia

Lombardia

Valle d'Aosta

Italia = +3,5

Fonte: ns. elab. su dati Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici

imprese non è abilitata ad eseguire più di due tipologie di lavorazione, mentre il restante 50% è in grado di eseguirne due o più).

29

3. L’ATTIVITÀ EDILIZIA

I capitoli precedenti hanno offerto un quadro della struttura produttiva ed occupa-zionale del settore delle costruzioni e del valore aggiunto prodotto.

Queste grandezze sono fortemente influenzate dall’andamento del mercato, in particolare, dai mutamenti nella domanda e nello stock di offerta, così come avviene per tutti i prodotti.

Ciò che distingue il settore dalle altre attività produttive sono le caratteristiche in-trinseche del prodotto, così sintetizzabili:

� inamovibilità: il bene va prodotto in loco, non può essere trasportato; tutt’al più è il produttore a dover trasferire le proprie risorse produttive sul luogo in cui si ma-nifesta la domanda. Poiché la risorsa principale è trasferibile soltanto entro certi li-miti, per misurare gli effetti del mercato sulla struttura produttiva ed occupazio-nale di una regione occorre valutare la domanda e l’offerta locale. E’ possibile, evi-dentemente, che gli operatori del settore intervengano anche in altre aree geo-grafiche, ma il mercato locale assume un’importanza prioritaria;

� durata: il bene prodotto (la costruzione) è “consumato” in un arco temporale mol-to lungo (diversi decenni); una durata più breve ha il prodotto “manutenzione”, ma il periodo da considerare è comunque di molti anni. In un’area territoriale cir-coscritta non è possibile espandere le costruzioni oltre certi limiti e la saturazione del mercato è facilmente e rapidamente raggiungibile. In un mercato che incontra dei limiti strutturali alla sua espansione, l’analisi dell’andamento dell’offerta diventa fondamentale per prevedere gli effetti sulla struttura produttiva ed occupazionale.

L’attività produttiva nelle costruzioni, inoltre, determina un importante “effetto moltiplicatore” sugli altri settori economici; di conseguenza, l’edilizia costituisce un target delle politiche per il rilancio dell’economia e dell’occupazione, sia a livello locale che nazionale.

La domanda del settore è fortemente influenzata, quindi, non solo dalle politiche pubbliche per la conservazione del proprio patrimonio o per la creazione di nuove infrastrutture ed opere pubbliche, ma anche da quelle volte a contrastare gli effetti di congiunture negative dell’economia.

3.1 LA DOMANDA NEL SETTORE EDILE: GLI INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI

Un indicatore dell’attività edile è rappresentato dagli investimenti in costruzioni. Questo aggregato, composto dalle nuove costruzioni (residenziali e non), dagli am-pliamenti di opere edili, dai lavori del genio civile e dalla loro manutenzione straordi-naria 11, rappresenta la quota quantitativamente e qualitativamente più significativa della produzione complessiva del settore alla cui formazione concorre anche la ma-nutenzione ordinaria 12.

11 La manutenzione straordinaria comprende i rinnovi, le ricostruzioni, ovvero tutti quei lavori finalizzati al sostanziale miglioramento dell’immobile/infrastruttura, al punto di modificarne le caratteristiche o, quantomeno, di allungarne in modo sensibile il periodo residuo di utilità economica. 12 La manutenzione ordinaria comprende tutti quei lavori che servono a mantenere in efficienza gli im-mobili (tinteggiatura delle pareti, riparazione degli impianti, …) e quelli che vengono effettuati con rego-larità (ad esempio, la manutenzione degli impianti).

30

Gli investimenti in costruzioni esprimono, quindi, il controvalore dei beni capitali prodotti dalle imprese operanti in edilizia e nel genio civile e sono oggetto di rappre-sentazione contabile nell’ambito delle stime dei conti economici nazionali elaborate dall’ISTAT. La loro valutazione viene effettuata al netto delle spese per l’acquisizione delle aree, ma al lordo dell’IVA e delle spese di progettazione; nella stima si tiene conto, inoltre, dello stato di avanzamento dei lavori, per cui se la costruzione di un fabbricato o di un’opera avviene in più anni, è conteggiata la quota parte realizzata in ciascun anno.

L’ISTAT non pubblica più i dati sugli investimenti in costruzioni a livello regionale, la cui ultima elaborazione risale ormai al 2003; mentre le stime territoriali elaborate dall’Istituto Tagliacarne non sono, al momento, ancora disponibili. Si ritiene opportu-no, tuttavia, fornire qualche elemento “di scenario”, considerando gli andamenti na-zionali.

Gli investimenti in costruzioni hanno conosciuto un lungo ciclo espansivo nel no-stro Paese, che ha avuto inizio nel 1999 ed è proseguito fino al 2007, con ritmi di crescita più che doppi rispetto a quelli del Prodotto Interno Lordo.

L’aumento dei volumi produttivi è stato alimentato in modo pressoché costante, in questi 9 anni, dal comparto abitativo: positivo è stato l’apporto di entrambe le componenti della nuova edilizia e degli interventi di riqualificazione, quest’ultimi so-spinti anche dalle misure di agevolazione fiscale (cfr. box a fine capitolo).

Graf. 3.1 - Investimenti in costruzioni in Italia- numeri indici 2000=100 -

90,0

100,0

110,0

120,0

130,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

abitazioni non residenziali totale

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e stime ANCE per il 2008 e il 2009

Le costruzioni non residenziali destinate ad attività economiche, invece, hanno registrato un periodo di forte sviluppo tra il 1999 e il 2002, seguito da un triennio di crisi e da una successiva ripresa nel 2006 e 2007.

Il comparto delle opere pubbliche, infine, dopo il pesante fermo sperimentato nella prima metà degli anni ’90, ha ripreso a crescere a partire dal 1997, con due anni di anticipo rispetto agli altri settori. La fase espansiva, tuttavia, si è interrotta nel 2004, scontando un forte ridimensionamento delle risorse pubbliche destinate a nuovi investimenti infrastrutturali.

31

manutenz.ordinarie

2001 0,6 2,8 1,8 10,6 2,8 4,4 4,42002 5,8 3,0 4,3 8,4 0,9 4,7 4,72003 5,3 2,2 3,7 -1,6 2,3 1,8 1,82004 4,7 5,2 5,0 -4,0 3,5 2,1 2,12005 4,5 3,8 4,1 -3,0 -2,9 0,7 0,72006 3,0 3,1 3,1 0,5 -3,0 1,1 1,12007 0,8 2,4 1,6 2,8 -2,9 1,0 1,02008 -3,8 -0,6 -2,1 -0,5 -5,1 -2,3 -2,3 2009 -9,2 -4,0 -6,5 -7,0 -7,3 -7,1 -6,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e stime ANCE per il 2008 e il 2009

totale

totale

costruzioni

Tab. 3.1 - Investimenti in costruzioni in Italia per comparti- variaz. % annue a prezzi costanti -

nuove privati pubblicitotale

abitazioni immobili non residenziali

Lo scenario descritto ha subito un deciso mutamento nel corso del 2008, sull’on-da della crisi economica e finanziaria: le stime ANCE indicano una flessione degli in-vestimenti in costruzione pari al 2,3%, con un ulteriore marcato arretramento delle opere pubbliche e difficoltà anche nel comparto degli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo. Ad influenzare negativamente l’evoluzione del settore, secondo l’ultimo Rapporto dell’Associazione dei Costruttori Edili 13, sono la stretta creditizia operata dalle banche, che costringe le imprese a differire l’avvio di nuovi interventi di costruzione di iniziativa privata, e la forte incertezza della domanda delle famiglie e del sistema produttivo, che sconta una diffusa crisi di fiducia.

A ciò si aggiungono le difficoltà di molte imprese per i ritardi nei pagamenti, da parte della pubblica amministrazione, per lavori già eseguiti: un problema determina-to anche dal Patto di stabilità interno (vale a dire, il limite all’indebitamento degli enti locali necessario per garantire la convergenza dell’economia nazionale verso i para-metri di Maastricht) 14.

Ancora più preoccupante lo scenario che si delinea per l’anno in corso: le ultime stime ipotizzano, infatti, una flessione complessiva dei livelli produttivi di poco infe-riore al 7%, con arretramenti generalizzati in tutti i comparti di attività.

13 ANCE, Osservatorio congiunturale sul settore delle costruzioni, gennaio 2009. 14 Il meccanismo di calcolo alla base del Patto di stabilità interno per l’anno 2008 ha aggravato le ten-

sioni tipiche della chiusura dell’esercizio finanziario, per aver considerato i pagamenti per spese in conto capitale come componente negativa della manovra. In altre parole, gli Enti Locali si trovano nell’impos-sibilità di pagare i lavori eseguiti dalle imprese e previsti perché tali pagamenti farebbero superare i li-miti imposti dal Patto (cfr. ANCE, Osservatorio congiunturale sul settore delle costruzioni, ottobre 2008).

32

3.2 L’OFFERTA DI EDILIZIA

L’offerta nel mercato delle costruzioni è comunemente valutata utilizzando come indicatore il numero delle concessioni edilizie ritirate nell’anno e i volumi autorizzati 15. Questo indicatore fornisce un’informazione sul “flusso” annuale dei lavori eseguiti, siano essi relativi a nuove costruzioni o ad opere di manutenzione, non allo “stock” cumulatosi negli anni; segnala, quindi, quanto di nuovo – ogni anno – è stato “pro-dotto”, e non il numero complessivo di costruzioni esistenti.

Evidentemente, il momento temporale a cui si riferisce la concessione è diverso da quello in cui l’immobile è realizzato e diventa disponibile; l’offerta reale, perciò, è “spostata” in avanti nel tempo rispetto all’anno nel quale è rilevata la concessione edilizia.

Una certa cautela nella lettura di questi dati è suggerita anche dalla metodologia di rilevazione adottata dall’ISTAT: non trattandosi di dati stimati ma di informazioni effettivamente rilevate, la loro significatività e tempestività dipendono dal grado di collaborazione dei Comuni nell’inviare i dati richiesti.

3.2.1 L’OFFERTA DI EDILIZIA RESIDENZIALE

Nel 2006, in Basilicata, sono stati rilasciati permessi di costruire per realizzare 575 nuovi fabbricati residenziali (cui corrispondono 2.521 abitazioni), per 1 milione e 228 mila metri cubi di volume, ai quali si aggiungono i 78 mila metri cubi concessi per gli ampliamenti di fabbricati preesistenti, per un totale, quindi, di 1 milione e 306 mila 16. Rispetto agli anni precedenti, i volumi autorizzati hanno registrato un vero e proprio boom, considerato che mai – prima – era stata raggiunta la “soglia” dei 900 mila metri cubi 17. In effetti, fino al 2005, le volumetrie concesse si sono mantenute costantemente al di sotto di quelle di inizio decennio: il relativo trend ha subito, in-fatti, una marcata flessione nel biennio 2001-2002 e la ripresa manifestatasi nel biennio successivo non è stata sufficiente a recuperare le “perdite” precedenti.

nuovi amplia- nuovi amplia-

fabbricati menti fabbricati menti

2000 773 80 8532001 646 91 737 -16,4 12,8 -13,6 2002 647 82 729 0,2 -9,7 -1,0 2003 711 68 779 9,7 -16,6 6,82004 752 98 850 5,8 44,2 9,12005 765 88 853 1,8 -10,8 0,32006 1.228 78 1.306 60,5 -10,5 53,2

mediaperiodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

variaz. % annue

totale

- volumi autorizzati e relative variaz. % annue -Tab. 3.2 - L'offerta di edilizia abitativa in Basilicata

volumi in migliaia di mc

totale

8,0 -0,4 7,4

15 Secondo la definizione ISTAT, la concessione è “l’autorizzazione onerosa alla realizzazione o trasfor-mazione di manufatti edilizi rilasciata dal Sindaco dietro presentazione di progetto”. 16 I volumi (vuoto per pieno) si riferiscono alla spazio compreso tra le pareti esterne della costruzione, il pavimento più basso e la copertura misurata all’esterno. 17 La forte espansione dell’attività edile nel 2006 trova conferma, peraltro, nei dati relativi al valore ag-giunto prodotto dal settore, analizzati nel primo capitolo del Rapporto

33

Nella media dell’intero periodo 2000-2006, l’offerta abitativa (in termini di volu-mi) è aumentata così del 7,4%, a fronte di un incremento del 4,3% registrato in Ita-lia: un differenziale di crescita ascrivibile interamente alla forte espansione delle con-cessioni edilizie rilasciate in Basilicata nel 2006, dal momento che – fino all’anno pre-cedente – il trend regionale è risultato molto inferiore a quello nazionale (rispettiva-mente, -0,2 e +6,4% la variazione media annua dei volumi autorizzati nella prima metà del decennio).

Graf. 3.2 - Volumi concessi per la costruzione e l'ampliamento di fabbricati residenziali (numeri indici 2000=100)

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Altri tre fenomeni, tra loro collegati, hanno caratterizzato l’andamento dell’offerta abitativa nella regione (cfr. tab. 3.4):

� l’aumento della dimensione media dei fabbricati residenziali (dai 1.527 metri cubi per fabbricato nel 2000 ai 2.135 metri cubi del 2006);

� l’aumento del numero medio di abitazioni per singolo fabbricato, che è passato da 2,7 a 4,4;

� la riduzione delle superfici utili abitabili per abitazione (da 93,1 a 88,6 mq.).

superfici

n° n° abitazioni n° n° superfici

fabbricati abitazioni (mq) fabbricati abitazioni abitazioni

2000 506 1.389 129.3102001 470 1.214 116.685 -7,1 -12,6 -9,8 2002 427 1.338 114.073 -9,1 10,2 -2,2 2003 441 1.316 128.039 3,3 -1,6 12,22004 467 1.534 138.407 5,9 16,6 8,12005 503 1.399 133.954 7,7 -8,8 -3,2 2006 575 2.521 223.332 14,3 80,2 66,7

mediaperiodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

9,5

Tab. 3.3 - L'offerta di edilizia abitativa in Basilicata- numero di nuovi fabbricati residenziali e relative abitazioni -

variaz. % annue

10,42,2

34

Analoghe tendenze si sono manifestate anche nel resto del Paese dove, tuttavia, si registra un numero più elevato di abitazioni per fabbricato, cui corrisponde una più bassa superficie media per abitazione. Quest’ultimo dato trova conferma nella distri-buzione delle nuove abitazioni cantierabili per classi di superficie utile (cfr. graf. 3.3): in Basilicata le unità abitative con una superficie superiore ai 95 mq rappresentavano – nel 2006 – il 27,1% del totale, mentre in Italia la loro quota era pari al 18,1%.

(a) (b) (c) (a) (b) (c)

2000 1.527 2,7 93,1 1.959 4,2 81,62001 1.375 2,6 96,1 2.012 4,3 80,02002 1.516 3,1 85,3 2.064 4,6 78,02003 1.611 3,0 97,3 2.101 4,7 76,52004 1.609 3,3 90,2 2.161 5,0 74,12005 1.521 2,8 95,7 2.183 5,2 73,52006 2.135 4,4 88,6 2.125 5,0 73,2

(a) volume medio per fabbricato (in mc) (b) n° abitazioni per fabbricato (c) superficie media per abitazione (in mq)

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 3.4 - Indicatori dell'offerta di edilizia abitativa- Basilicata e Italia -

Basilicata Italia

Graf. 3.3 - Abitazioni per classe di superficie (in mq) utile abitabile- valori % 2006 -

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

< 45 46-75 76-95 96-110 111-130 >130

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Rapportando il numero delle nuove abitazioni alla popolazione residente si ottie-ne un indice dell’intensità edificatoria residenziale, il cui valore – a livello regionale – non si discosta molto dalla media nazionale: 4,26 nuove abitazioni ogni 1.000 abitan-ti nel 2006, contro le 4,42 dell’Italia.

Dal punto di vista territoriale, l’offerta di edilizia abitativa è risultata complessiva-mente più dinamica nella provincia di Matera, dove i volumi autorizzati per la costru-zione e gli ampliamenti di fabbricati residenziali sono aumentati, nella media dell’in-tero periodo 2000-2006, del 9,3%, 3 punti in più rispetto alla crescita registrata nel resto della regione.

35

Molto differenziati, tuttavia, gli andamenti anno per anno. Nella provincia di Po-tenza, in particolare, le volumetrie concesse hanno mostrato una crescita costante a partire dal 2004, dopo le flessioni degli anni precedenti, solo parzialmente compen-sate da una ripresa nel 2002. Nella provincia di Matera, invece, le concessioni edili-zie hanno alternato periodi di forte espansione – come il 2003 e il 2006 (in quest’ulti-mo anno i volumi autorizzati sono quasi raddoppiati) – a periodi di altrettanto forte caduta. In effetti, se si considera la prima metà del decennio, escludendo quindi il 2006, il mercato delle nuove costruzioni residenziali registra un segno “meno” nella provincia di Matera, a fronte di una discreta tenuta in quella di Potenza.

Potenza Matera Basilicata Potenza Matera Basilicata

2000 568 285 8532001 514 223 737 -9,4 -22,0 -13,6 2002 550 179 729 7,0 -19,5 -1,0 2003 461 318 779 -16,2 77,2 6,82004 520 330 850 12,8 3,8 9,12005 607 245 853 16,8 -25,6 0,32006 818 488 1.306 34,7 98,9 53,2

mediaperiodo

(a) volumi per nuovi fabbricati residenziali e ampliamenti

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

6,3 9,3 7,4

Tab. 3.5 - L'offerta di edilizia abitativa nelle province lucane- volumi autorizzati (a) e relative variaz. % annue -

volumi in migliaia di mc variaz. % annue

Graf. 3.4 - Volumi concessi per la costruzione e l'ampliamento di fabbricati residenziali (numeri indici 2000=100)

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Provincia di Potenza Provincia di Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Differenze significative, tra le due aree della regione, si riscontrano anche a livel-lo di volumetrie e superfici medie dei fabbricati residenziali (cfr. tab. 3.6).

Gli immobili destinati ad uso abitativo presentano dimensioni molto maggiori nel-la provincia materana, con volumi medi intorno ai 3 mila metri cubi nel 2006, contro gli 1,8 mila della provincia di Potenza; ciò spiega anche il più elevato numero di abi-tazioni per fabbricato (7,0 contro 3,8).

36

Nella provincia di Potenza si rileva, invece, una più ampia superficie media delle abitazioni (92,1 contro 83,7 mq); indicatore che, a differenza di quanto osservato nel resto della regione, è rimasto attestato su valori decisamente elevati nel corso del decennio.

Graf. 3.5 - Volumi (in mc) concessi per la costruzione e l'ampliamento di fabbricati residenziali

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Provincia di Potenza Provincia di Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

(a) (b) (c) (a) (b) (c)

2000 1.428 2,4 94,6 1.791 3,6 90,32001 1.299 2,3 97,8 1.588 3,3 92,72002 1.613 3,2 84,9 1.272 3,0 86,12003 1.391 2,5 100,9 2.089 4,1 92,62004 1.482 3,0 92,3 1.859 3,9 87,02005 1.435 2,5 98,1 1.796 3,8 90,82006 1.809 3,5 92,1 3.057 7,0 83,7

(a) volume medio per fabbricato (in mc) (b) n° abitazioni per fabbricato (c) superficie media per abitazione (in mq)

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 3.6 - Indicatori dell'offerta di edilizia abitativanelle due province lucane

Provincia di Potenza Provincia di Matera

3.2.2 L’OFFERTA DI EDILIZIA NON RESIDENZIALE

L’offerta di edilizia non residenziale riguarda principalmente la domanda delle im-prese e si riferisce, quindi, a diverse tipologie di costruzioni (dai capannoni industriali agli uffici), ciascuna delle quali risente in modo diverso degli andamenti congiunturali e delle trasformazioni strutturali del sistema economico. Una forte spinta alla terzia-rizzazione dell’economia, ad esempio, può determinare una minore domanda di ca-pannoni industriali e una maggiore domanda di uffici; mentre una fase congiunturale positiva può spingere le imprese a realizzare investimenti per il rifacimento/amplia-mento delle proprie strutture o per la costruzione di nuovi edifici.

37

I dati disponibili non consentono di analizzare nel dettaglio questa componente dell’offerta di edilizia; per le finalità del Rapporto è sufficiente, tuttavia, tener pre-sente questa “varietà di prodotto” e considerare che una minore offerta di volumi non costituisce, di per sé, un fatto negativo se riflette un’evoluzione da “prodotti” a minore valore aggiunto, ancorché ampi in termini di volumi (capannoni), a “prodotti” a maggior valore aggiunto (uffici).

Nel 2006 sono state concesse autorizzazioni in Basilicata per la realizzazione di opere edili non residenziali per un totale di 1 milione e 317 mila metri cubi; circa l’82% di questa volumetria riguarda la costruzione di nuovi fabbricati, mentre il re-stante 18% corrisponde ad interventi di ampliamento di fabbricati preesistenti.

volumi n° nuovi n° nuovi

(a) fabbricati fabbricati

2000 1.926 6372001 1.486 612 -22,9 -3,9 2002 1.693 472 13,9 -22,9 2003 1.891 470 11,7 -0,4 2004 1.629 454 -13,9 -3,4 2005 1.592 375 -2,2 -17,4 2006 1.317 374 -17,3 -0,3

mediaperiodo

(a) migliaia di metri cubi

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

volumi

-6,1 -8,5

Tab. 3.7 - L'offerta di edilizia non residenziale

valori assoluti variaz. % annue

- volumi autorizzati e numero di nuovi fabbricati -

L’offerta di edilizia non residenziale ha seguito un trend negativo tra il 2000 e il 2006, con qualche accenno di ripresa nel biennio 2002-2003, ma senza più raggiun-gere i livelli di inizio decennio. Nella media dell’intero periodo, la flessione dei volumi concessi è stata del 6,1% per anno; molto più contenuta, invece, la variazione ne-gativa a livello nazionale (-1,1%), grazie alla forte espansione registrata fino al 2002.

Graf. 3.6 - Volumi concessi per la costruzione di fabbricatinon residenziali (numeri indici 2000=100)

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

38

Va osservato tuttavia che, a fronte di una marcata riduzione delle concessioni per nuove costruzioni (-7,5%), positivo è stato l’andamento di quelle relative agli am-pliamenti (+3,0%).

Le due province lucane hanno condiviso lo stesso trend negativo, pur evidenzian-do forti scostamenti negli andamenti dei volumi autorizzati in ciascun anno (effetto, probabilmente, di un diverso andamento congiunturale e di un diverso grado di satu-razione fisica del territorio).

Nonostante una significativa ripresa delle concessioni nel 2006, la provincia di Matera ha accusato la flessione più consistente: -8,4% nella media del periodo consi-derato, contro il -4,8% registrato nella provincia di Potenza.

Potenza Matera Basilicata Potenza Matera Basilicata

2000 1.147 780 1.9262001 824 661 1.486 -28,1 -15,2 -22,9 2002 1.016 677 1.693 23,3 2,3 13,92003 1.264 627 1.891 24,4 -7,4 11,72004 1.018 611 1.629 -19,5 -2,5 -13,9 2005 1.238 355 1.592 21,6 -42,0 -2,2 2006 856 461 1.317 -30,8 29,9 -17,3

mediaperiodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

-4,8 -6,1 -8,4

volumi in migliaia di mc variaz. % annue

Tab. 3.8 - L'offerta di edilizia non residenziale nelle province lucane- volumi autorizzati -

Graf. 3.7 - Volumi concessi per la costruzione di fabbricatinon residenziali (numeri indici 2000=100)

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Provincia di Potenza Provincia di Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

La quota, sul totale regionale, dei metri cubi autorizzati per le costruzioni non re-sidenziali nella provincia materana ha subito, quindi, una progressiva riduzione, pas-sando da valori superiori al 40% nei primi anni del decennio a valori intorno al 30% nel periodo più recente (cfr. graf. 3.8).

39

Graf. 3.8 - Volumi (in mc) concessi per la costruzione e l'ampliamento di fabbricati non residenziali

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Provincia di Potenza Provincia di Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

La distribuzione dei volumi autorizzati secondo la destinazione d’uso dei fabbri-cati non residenziali riflette, ovviamente, le caratteristiche della struttura produttiva regionale: il 22,5% dei volumi ha riguardato l’agricoltura, contro il 10,3% della me-dia nazionale, e soltanto il 32,4% l’industria e l’artigianato (57,3% in Italia).

Con riferimento agli andamenti nel periodo considerato, si può osservare come la Basilicata non abbia beneficiato del trend espansivo delle costruzioni destinate al set-tore commerciale e dei pubblici esercizi 18 che, a livello nazionale, ha permesso di at-tenuare il calo dei volumi complessivi.

2006 var. % 2006 var. %

Agricoltura 22,5 -12,2 10,3 -3,5 Industria e artigianato 32,4 -11,2 57,3 -3,5 Commercio e alberghi 21,9 -1,1 19,0 6,9 altre destinazioni 23,2 1,3 13,4 4,8

totale 100,0 -7,5 100,0 -1,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 3.9 - Fabbricati non residenziali nuovi per destinazione d'uso- distribuzione % e variazioni 2000-2006 dei volumi concessi -

Basilicata Italia

3.3 IL MERCATO DELLE OPERE PUBBLICHE

Le opere pubbliche rappresentano un segmento rilevante del mercato dell’edili-zia, regolato da principi differenti rispetto a quelli dell’edilizia residenziale e non; in questo caso, infatti, interviene l’espressione di una volontà collettiva, meno “sensibi-le” al prezzo e più alla necessità di infrastrutture e di interventi congiunturali per il ri-lancio dell’economia e dell’occupazione.

18 A tale espansione ha certamente contribuito l’aumento delle concessioni per la costruzione di nuovi punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata.

40

L’analisi di questo settore è stata condotta sulla base dei dati forniti dall’Osser-vatorio dei Contratti Pubblici, gestito dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture 19. I dati si riferiscono, in particolare, agli appalti di lavori pubblici aggiudicati, di importo – a base d’asta – maggiore o uguale a 150 mila Euro, classificati secondo 5 variabili: la “categoria d’opera”, la “classe d’importo”, la “tipolo-gia dei lavori”, la “tipologia di stazione appaltante” e la “procedura di scelta del con-traente”. Le informazioni sono disponibili per gli anni dal 2000 al 2007; per l’ultimo biennio, tuttavia, i dati hanno carattere provvisorio, per effetto di un livello di conso-lidamento ancora non sufficientemente elevato 20. Si è scelto, pertanto, di procedere ad una analisi strutturale degli appalti pubblici sui dati dell’intero periodo 2000-2007 e di limitare l’analisi dei trend ai soli anni dal 2000 al 2005. UN QUADRO D’INSIEME. Tra il 2000 e il 2007, in Basilicata sono stati aggiudicati ap-palti di lavori pubblici per un valore complessivo di poco inferiore a 1,8 miliardi di euro. Tale importo rappresenta il 2,3% del PIL prodotto dalla regione nell’intero pe-riodo: un’incidenza molto superiore alla media nazionale, pari all’1,3%, che colloca la Basilicata al 5° posto della graduatoria regionale di questo indicatore, preceduta sol-tanto da due regioni del Mezzogiorno (Calabria e Sicilia) (cfr. graf. 3.9).

Parzialmente diverso è il quadro che emerge se il valore degli appalti viene rap-portato alla dimensione fisico-demografica della regione anziché a quella economico-produttiva, sintetizzata dal PIL. Il graf. 3.10 riporta gli importi medi per abitante dei lavori pubblici aggiudicati nelle venti regioni italiane: con 2.965 euro pro-capite la Basilicata scivola al 9° posto della graduatoria, pur rimanendo al di sopra della media nazionale (2.443 euro).

n° importi importi n°interventi totali medi interventi

2000 213 149.921 7042001 256 130.694 511 20,2 -12,8 2002 217 119.505 551 -15,2 -8,6 2003 300 197.529 658 38,2 65,32004 260 509.397 1.959 -13,3 157,92005 180 221.438 1.230 -30,8 -56,5

2006 (a) 112 72.554 6482007 (a) 176 365.928 2.079

2000-2007 1.714 1.766.967 1.031

2000-2005 (b) -3,3 8,1

(a) dati provvisori

(b) variazioni % medie annue nel periodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

importi

var. % annue

Tab. 3.10 - Appalti pubblici aggiudicati in Basilicata - n° di interventi e importi (in migliaia di Euro) -

19 Cfr. www.autoritalavoripubblici.it . 20 Le stazioni appaltanti trasmettono alle sezioni regionali dell’Osservatorio i dati relativi agli appalti che hanno aggiudicato nell’anno e quelli descrittivi delle fasi esecutive degli appalti giù avviati negli anni precedenti. Le sezioni regionali operano una prima ricognizione sulle informazioni ricevute, verificando-ne eventuali inadempienze e/o incongruenze. Dopo un’interlocuzione con le stazioni appaltanti del terri-torio di propria competenza, le sezioni regionali inviano le informazioni all’Osservatorio centrale. Tali procedure determinano un tempo di consolidamento dei dati raccolti stimabile in circa un biennio.

41

Ciò riflette, evidentemente, il fatto che la Basilicata ha un “peso” demografico sul totale nazionale superiore al suo “peso” economico, misurato in termini di PIL.

Graf. 3.9 - Importi dei lavori pubblici aggiudicati nel periodo 2000-2007 in % del PIL

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

Valle d'Aosta

Calab

ria

Trentino

Sicilia

Basilica

ta

Molise

Sardeg

na

March

e

Friuli

Umbria

Cam

pan

ia

Piemonte

Liguria

Toscan

a

Emilia R.

Abruzzo

Lazio

Puglia

Ven

eto

Lombardia

Italia = 1,3

n.b. : il valore della Valle d’Aosta (4,9%) è stato “tagliato” per favorire una migliore lettura del grafico

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e Osservatorio dei contratti pubblici

Graf. 3.10 - Importi pro-capite dei lavori pubblici aggiudicati nel periodo 2000-2007 (Euro per abitante)

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

Valle d'Aosta

Ven

eto

Trentino

Liguria

Calab

ria

Marche

Molise

Sardegna

Basilica

ta

Piemonte

Sicilia

Emilia Romag

na

Toscan

a

Umbria

Lazio

Lombardia

Abruzzo

Cam

pan

ia

Puglia

Friuli

Italia = 2.443

n.b. : i valori di Valle d’Aosta (11.857) e Veneto (9.134) sono stati “tagliati” per favorire una migliore lettura del grafico

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT e Osservatorio dei contratti pubblici

Può essere interessante, inoltre, verificare, se esiste una qualche correlazione tra l’ammontare della spesa per lavori pubblici assegnati e il livello di dotazione infra-strutturale delle diverse regioni; in altri termini, se la distribuzione territoriale di tale spesa tiene conto dei divari esistenti nella dotazione di infrastrutture tra le regioni e dell’esigenza, quindi, di contribuire a ridurli.

42

Il graf. 3.11 incrocia l’indice di dotazione infrastrutturale elaborato dall’Istituto Tagliacarne per l’anno 2007 (v. box a fine capitolo) con l’importo dei lavori pubblici assegnati nel periodo 2000-2007 in rapporto al PIL, in ciascuna delle venti regioni.

Graf. 3.11 - Indici di dotazione infrastrutturale e valore degliappalti pubblici assegnati in % del PIL regionale

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 180,0

indici di dotazione infrastrutturale

imp

ort

i de

gli

ap

pa

lti i

n %

de

l PIL

Laz

Lig

LomVen

CalTre

Sic

PugAbr

Umb

PieSarBas Mol

VdA

Cam

Fonte: ns. elaborazioni su dati Tagliacarne e Osservatorio dei contratti pubblici

Si può rilevare, in effetti, una correlazione significativa tra i due indici, nel senso che laddove la dotazione di infrastrutture è più bassa (come nella maggior parte delle regioni meridionali) maggiore tende ad essere l’ammontare dei lavori pubblici in rapporto al PIL.

Nella prima metà del decennio in corso, il numero di appalti per lavori pubblici di importo superiore ai 150 mila euro, in Basilicata, ha registrato una flessione del 3,3% in media per anno, passando dai 213 del 2000 ai 180 del 2005.

Nello stesso periodo, tuttavia, il valore complessivo dei lavori è aumentato del-l’8,1% (da 149,9 a 221,4 milioni di euro); ciò significa che, a fronte di una riduzione degli appalti, sono sensibilmente aumentati gli importi medi dei lavori aggiudicati (dai 704 mila euro del 2000 al milione e 230 mila del 2005).

Più in dettaglio, si può osservare come il mercato dei lavori pubblici, dopo aver accusato un regresso nel biennio 2001-2002, è cresciuto a ritmi assai sostenuti nel biennio successivo, con un valore complessivo degli appalti che – nel 2004 – ha rag-giunto livelli più che doppi rispetto a quelli degli anni precedenti, superando la soglia dei 500 milioni di euro. Ciò spiega la flessione registrata nel 2005, che può conside-rarsi, in un certo senso, fisiologica, anche perché gli importi totali dei lavori assegnati sono risultati, comunque, abbastanza elevati (oltre 220 milioni di euro).

I dati più recenti, ancorché provvisori, segnalano un 2006 in rallentamento e un 2007 all’insegna di una nuova forte espansione; in quest’ultimo anno, infatti, gli im-porti degli appalti hanno raggiunto i 366 milioni di euro e il valore medio di ciascun appalto ha superato i 2 milioni di euro.

43

Graf. 3.12 - Importi (in migliaia di euro) e numero degli appalti di lavori pubblici assegnati in Basilicata

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

0

50

100

150

200

250

300

350

importi (scala sx) n° appalti (scala dx)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici GLI APPALTI PER CATEGORIE D’OPERA E CLASSI DI IMPORTI. Degli 1,8 miliardi di euro di lavori pubblici appaltati in Basilicata nel periodo 2000-2007, circa 660 milioni (pari al 37,3% del totale) hanno riguardato la categoria d’opera delle “strade”. Al secondo posto, in ordine di importanza, le opere di protezione dell’ambiente e di difesa del suolo che hanno assorbito quasi il 22% dell’ammontare complessivo di risorse per la-vori pubblici (circa 385 milioni di euro 21); mentre il 12,3% è stato destinato ad inter-venti di edilizia pubblica diversa da quella sanitaria e scolastica che, insieme, hanno concentrato quasi l’8% degli importi dei lavori aggiudicati.

numero importo importoappalti totale medio Basilicata Italia

Strade 701 659.563 941 37,3 34,3 Protezione dell'ambiente, difesa del suolo 230 384.431 1.671 21,8 9,9

Altra edilizia pubblica 122 216.714 1.776 12,3 8,0

Opere di urbanizzazione ed altro 113 76.237 675 4,3 4,1

Edilizia sanitaria 43 70.563 1.641 4,0 6,0

Edilizia sociale e scolastica 135 66.370 492 3,8 8,9

Beni culturali 113 59.311 525 3,4 3,8

Edilizia abitativa 84 58.761 700 3,3 3,6

Infrastrutture per industria e commercio 37 51.060 1.380 2,9 1,9

Infrastrutture per l'agricoltura e la pesca 15 49.414 3.294 2,8 0,7

Sport, spettacolo, turismo 64 37.906 592 2,1 3,7

Ferrovie 24 14.005 584 0,8 6,3

Altre infrastrutture di trasporto 7 7.687 1.098 0,4 6,4

Infrastrutture del settore energetico 8 7.152 894 0,4 0,7

Altre infrastrutture pubbliche 4 1.110 278 0,1 0,6

Telecomunicazioni e tecnologie informatiche 1 404 404 0,0 0,5

non classificabili 13 6.278 483 0,4 0,4

totale 1.714 1.766.967 1.031 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

Tab. 3.11 - Numero di appalti e importo (in migliaia di Euro) degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata nel periodo 2000-2007 per categorie d'opera

% importi su totale

21 Va osservato, peraltro, che oltre la metà di questo importo riguarda lavori assegnati nel 2007.

44

In fondo alla graduatoria, si trovano invece le “telecomunicazioni e tecnologie in-formatiche” (un solo appalto assegnato, tra il 2000 e il 2007, per 400 mila euro) e le “infrastrutture del settore energetico” (7,2 milioni di euro, pari allo 0,4% del totale).

Le categorie di opere nelle quali si sono realizzati interventi di importo media-mente più elevato sono, nell’ordine, le “infrastrutture per l’agricoltura” (oltre 3 milio-ni di euro per appalto), la “protezione dell’ambiente” e l’”edilizia sanitaria” (circa 1,7 milioni per appalto).

E’ interessante, inoltre, osservare come la Basilicata evidenzi, rispetto all’Italia, una più elevata concentrazione di lavori pubblici nel settore della protezione ambien-tale e difesa del suolo (21,8% del valore degli interventi complessivi, contro una media nazionale del 9,9%), nell’”altra edilizia pubblica” (12,3% contro 8,0%) e nelle “strade” (37,3 e 34,3%). Viceversa, un rilievo decisamente minore hanno assunto gli interventi nei campi dell’edilizia sociale e scolastica e, soprattutto, delle ferrovie e delle altre infrastrutture di trasporto.

Per quanto concerne la distribuzione degli appalti secondo la classe di importo (cfr. tab. 3.12), gli interventi inferiori ai 500 mila euro presentano una numerosità maggiore (circa il 67% del totale), ma la classe che impiega la quota più elevata di risorse è quella superiore ai 15 milioni di euro, con il 35,0% dell’importo complessi-vo. Non dissimile la distribuzione degli importi per classi a livello nazionale.

numero importo importoappalti totale medio Basilicata Italia

da 150 a 500 mila Euro 1.146 308.804 269 17,5 17,9 da 500 mila a 1 milione 301 210.728 700 11,9 11,8

da 1 a 5 milioni 231 444.771 1.925 25,2 25,9

da 5 a 15 milioni 23 184.774 8.034 10,5 11,3

oltre 15 milioni 13 617.891 47.530 35,0 33,1

totale 1.714 1.766.967 1.031 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

% importi su totale

Tab. 3.12 - Numero di appalti e relativi importi (in migliaia di Euro) di lavori pubblici nel periodo 2000-2007 per classi di importi

GLI APPALTI PER TIPOLOGIE DI LAVORI. Quasi i 2/3 dei lavori appaltati tra il 2000 e il 2007 (in termini di valore) hanno riguardato “interventi sull’esistente”, mentre il 28,5% è stato assorbito da “nuovi interventi”; al restauro dei beni culturali è andato, invece, il 3,2% dell’importo complessivo.

Rispetto all’Italia, molto più elevata in Basilicata è la quota relativa agli “interven-ti sull’esistente” (il differenziale è nell’ordine di 15 punti percentuali), e ciò riflette an-che la forte incidenza, a livello regionale, dei lavori nel settore della protezione am-bientale, tipicamente “conservativi”.

45

numero importo importoappalti totale medio Basilicata Italia

nuovi interventi 464 503.555 1.085 28,5 39,2 interventi su esistente 1.074 1.153.336 1.074 65,3 50,1

restauro di beni culturali 107 57.348 536 3,2 3,1

interventi non classificabili 69 52.728 764 3,0 7,6

totale 1.714 1.766.967 1.031 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

Tab. 3.13 - Numero di appalti e relativi importi (in migliaia di Euro) di lavori pubblici nel periodo 2000-2007 per tipologie di lavori

% importi su totale

I LAVORI PUBBLICI PER STAZIONI APPALTANTI. Con 543 interventi assegnati nel periodo 2000-2007 (pari al 31,7% del totale), per un importo complessivo di quasi 380 milioni di euro (il 21,5% del totale), i Comuni rappresentano la principale tipolo-gia di stazione appaltante in Basilicata. Per la numerosità degli appalti seguono, in ordine di importanza, l’ANAS (22,2% degli interventi) e le Province (10,9%), che de-tengono anche quote abbastanza elevate degli importi (rispettivamente, 19,6 e 9,8%). Al primo posto per quanto riguarda gli importi medi degli appalti si trovano invece i Concessionari e le imprese di servizi pubblici (5,8 milioni il valore per lavoro aggiudicato).

numero importo importoappalti totale medio Basilicata Italia

Concessionari e imprese di servizi pubblici 65 379.652 5.841 21,5 18,5

Comuni 543 379.119 698 21,5 29,2

Anas 380 346.591 912 19,6 10,3

Province 187 172.860 924 9,8 8,9

Regioni e comunità montane 120 139.482 1.162 7,9 2,9 Enti pubblici e aziende speciali 119 126.700 1.065 7,2 8,4

Aziende del servizio sanitario nazionale 42 77.486 1.845 4,4 5,4 Amministrazioni dello Stato 136 66.101 486 3,7 4,9

Istituti autonomi case popolari 73 48.551 665 2,7 2,6

Ferrovie 29 19.332 667 1,1 6,2

Poste SPA 8 1.737 217 0,1 0,7 Enti non classificabili 12 9.357 780 0,5 2,0

totale 1.714 1.766.967 1.031 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

% importi su totale

Tab. 3.14 - Numero di appalti e relativi importi (in migliaia di Euro) di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata nel periodo 2000-2007 per stazione appaltante

Le differenze con il resto del Paese nella distribuzione degli importi complessivi dei lavori pubblici per stazione appaltante riflettono anche, evidentemente, il diverso “peso” delle principali categorie d’opera. Così, ad esempio, la maggiore incidenza re-lativa dei lavori stradali in Basilicata spiega il più forte “ruolo” dell’ANAS a livello re-gionale; analogamente, la minore incidenza relativa dei lavori nel campo dell’edilizia sociale e scolastica contribuisce a determinare la più bassa quota relativa di importi gestiti dai Comuni (21,5% contro il 29,2% della media nazionale).

Con riferimento alle procedure di scelta del contraente (cfr. tab. 3.15), quella più utilizzata è il pubblico incanto, con 1.251 interventi su un totale di 1.714 lavori pub-

46

blici aggiudicati nell’intero periodo 2000-2007, e un importo complessivo di quasi 1,2 miliardi di euro; seguono, nella graduatoria degli interventi e degli importi, la licita-zione privata e la trattativa privata.

L’importo medio più elevato è evidenziato dall’appalto concorso e dalla licitazione privata (rispettivamente, 3,9 e 2,0 milioni di euro per intervento), le due tipologie di scelta più frequentemente utilizzate per i lavori maggiormente complessi.

Il ricorso ad entrambe queste procedure è comunque molto meno diffuso in Ba-silicata rispetto al resto del Paese; per contro, maggiore importanza relativa assumo-no la procedura aperta e quella negoziata.

numero importo importoappalti totale medio Basilicata Italia

pubblico incanto 1.251 1.179.578 943 73,0 66,8

licitazione privata 199 401.663 2.018 11,6 22,7

trattativa privata 157 92.047 586 9,2 5,2

licitazione privata semplificata 67 26.037 389 3,9 1,5

appalto concorso 11 42.885 3.899 0,6 2,4 non classificati 29 24.758 854 1,7 1,4

totale 1.714 1.766.967 1.031 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dei contratti pubblici

Tab. 3.15 - Numero di appalti e relativi importi (in migliaia di Euro) di lavoripubblici nel periodo 2000-2007 per procedura di scelta del contraente

% interventi su tot.

I dati dell’Osservatorio dei contratti pubblici consentono di valutare anche alcuni aspetti del processo di produzione dei lavori pubblici quali: i tempi tecnico-ammini-strativi intercorrenti tra alcune fasi del processo di attuazione dell’opera pubblica e i ribassi offerti in sede di gara. Le tab. 3.16 e 3.17 sintetizzano, per le venti regioni italiane, i principali indicatori inerenti tali aspetti, calcolati con riferimento agli appalti aggiudicati nel 2007.

Per quanto riguarda, innanzitutto, i tempi di progettazione (laddove la stessa è affidata all’esterno), la durata media riscontrata in Basilicata risulta molto superiore al dato nazionale (poco più di due anni contro un anno e 8 mesi circa). Ciò è ricon-ducibile, probabilmente, al fatto che i lavori assegnati nella regione nel 2007 sono stati di importo medio decisamente più elevato (2,1 milioni di euro contro 1,1 milio-ni); si può, infatti, ragionevolmente ipotizzare che all’aumentare dell’importo aumenti anche la complessità dell’intervento e, quindi, i tempi per l’approntamento del pro-getto.

Analogamente superiori al dato nazionale sono i tempi medi di approvazione dei progetti che, in Basilicata, si attestano sopra i 3 mesi, mentre in Italia non superano i due mesi e mezzo.

Con riferimento all’intervallo temporale tra l’approvazione del progetto e la pub-blicazione del bando di gara, la Basilicata si colloca tra le regioni con il comporta-mento più “virtuoso”, evidenziando tempi medi abbastanza contenuti (intorno ai 3 mesi e mezzo, contro i quasi 5 a livello nazionale).

Per contro, il dato relativo ai tempi intercorrenti tra la presentazione delle offerte e l’aggiudicazione definitiva, che può essere interpretato come un indicatore della ca-pacità delle strutture amministrative delle stazioni appaltanti di espletare le procedu-

47

re di gara, è decisamente meno favorevole alla regione dove l’iter procedurale impe-gna, mediamente, 52 giorni contro i 36 registrati a livello nazionale.

(a) (b) (c) (d) (e)

Piemonte 543 54 94 43 34 Valle d'Aosta 948 125 139 44 74 Lombardia 379 45 93 37 29 Trentino Alto Adige 412 121 167 82 16 Veneto 538 53 121 50 25 Friuli 493 58 130 61 21 Liguria 492 74 105 49 25 Emilia Romagna 472 48 96 35 42 Toscana 522 56 109 60 38 Umbria 684 99 92 60 40 Marche 680 42 148 38 28 Lazio 578 65 154 55 37 Abruzzo 661 93 146 37 43 Molise 680 47 124 47 23 Campania 734 55 207 55 69 Puglia 475 75 129 58 30 Basilicata 767 92 105 59 52 Calabria 534 81 152 41 44 Sicilia 1.057 166 272 38 49 Sardegna 507 50 141 41 24

Italia 601 75 143 45 36

(a) durata della progettazione esterna (b) tempi medi di approvazione del progetto (c) tempi intercorrenti tra l'approvazione del progetto e la pubblicazione del bando (d) tempi medi tra la pubblicazione del bando e la consegna delle offerte (e) tempi medi tra la consegna delle offerte e l'aggiudicazione definitiva

Fonte: Relazione Annuale 2007 dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici

Tab. 3.16 - Alcuni indicatori inerenti i tempi del processo di

numero di giorni

attuazione delle opere pubbliche (appalti aggiudicati nel 2007)

Nel corso di una gara, la domanda della stazione appaltante e l’offerta del merca-to si incontrano con l’effetto di determinare l’impresa aggiudicataria nonché il prezzo effettivo dello scambio e, quindi, l’entità dell’onere economico a carico dell’ammini-strazione appaltatrice.

In generale, il ribasso d’asta, comportando un risparmio di risorse finanziarie, si traduce in un beneficio per il bilancio della stazione appaltante; in alcuni casi, tutta-via, quando il ribasso è troppo elevato, si possono generare notevoli ostacoli alla fat-tibilità dell’intervento. Un’offerta eccessivamente bassa, infatti, può comportare un rischio di natura economica per l’impresa appaltatrice e rappresentare, di conse-guenza, un elemento di forte disturbo per la realizzazione dell’opera appaltata e, più in generale, per il corretto funzionamento del mercato.

Il Codice degli Appalti ha definito due procedure di individuazione delle offerte anomale, una per ogni criterio di aggiudicazione (prezzo più basso e offerta econo-micamente più vantaggiosa).

I dati dell’Osservatorio sui contratti pubblici consentono di elaborare i valori del ribasso di aggiudicazione, della soglia di anomalia, nonché del massimo e minimo ri-basso espressi in percentuale dell’importo posto a base d’asta (cfr. tab. 3.17).

48

I risultati mostrano che il ribasso di aggiudicazione medio, riferito a tutti i lavori appaltati in Basilicata nel 2007, è stato pari al 25,0%, un valore molto superiore alla media nazionale (18,4%); in effetti, soltanto in 3 regioni (nell’ordine, Campania, La-zio e Puglia) i ribassi hanno superato tale soglia.

A tale proposito, va osservato che esiste un’ampia variabilità territoriale di questo indice, con un range di ben 23 punti percentuali (dal 6,1% del Friuli al 29,2% della Campania). Ciò riflette molteplici fattori quali, ad esempio: la notevole eterogeneità dei prezzari adottati a livello regionale, le differenze nel costo del lavoro, la diversa normativa regionale in materia di verifica delle anomalie.

ribasso di soglia di offerta di offerta diaggiudicaz. anomalia max ribasso min ribasso

Piemonte 17,5 17,9 20,9 9,5 Valle d'Aosta 12,6 13,0 17,1 8,2 Lombardia 16,8 17,1 20,3 8,6 Trentino Alto Adige 17,2 18,3 21,4 6,7 Veneto 14,1 14,3 17,6 6,5 Friuli 6,1 6,4 11,3 2,7 Liguria 15,8 16,1 19,7 8,9 Emilia Romagna 15,8 16,1 19,8 7,3 Toscana 16,9 17,2 20,0 9,4 Umbria 16,4 16,7 21,0 9,1 Marche 16,9 17,2 20,1 9,5 Lazio 28,1 28,4 32,2 17,4 Abruzzo 21,0 21,3 24,1 13,0 Molise 20,7 21,3 25,9 11,4 Campania 29,2 29,6 32,7 19,0 Puglia 26,0 26,2 28,2 19,4 Basilicata 25,0 25,3 28,1 15,5 Calabria 24,0 24,3 27,2 16,4 Sicilia 10,3 10,4 13,1 9,0 Sardegna 15,7 15,9 17,6 10,0

totale regioni 18,4 18,7 21,8 10,9

Fonte: Relazione Annuale 2007 dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici

Tab. 3.17 - Valori medi dei ribassi di aggiudicazione, della soglia di anomalia, del massimo ribasso e del minimo ribasso (%)

49

BOX

- LE AGEVOLAZIONI FISCALI SULLE RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE - La normativa fiscale, introdotta nel 1998, prevede la possibilità di detrarre dall’imponibile IRPEF una quota delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie su immobili ad uso abitativo. Essa è stata prorogata, di anno in anno, dalla Legge Finanziaria che ha modifi-cato soltanto i due criteri fondamentali che incidono sull’ammontare della spesa detraibi-le dall’imponibile, vale a dire, la quota detraibile sul totale delle spese complessivamente sostenute e il tetto massimo di detrazione 22.

Tale normativa ha rappresentato, in molti casi, uno stimolo alla domanda e alla riduzione del lavoro sommerso, favorendo la regolarizzazione di molte piccole aziende che, senza l’emissione di fattura, avrebbero perso opportunità di lavoro 23.

La rilevanza dello strumento agevolativo in questione è legata anche all’importanza degli interventi di manutenzione straordinaria nell’attività edilizia che, secondo le stime dell’ANCE, rappresentano oltre la metà degli “investimenti” abitativi.

Tra il 1998 (anno di entrata in vigore della normativa) e il 2007 i contribuenti lucani che hanno usufruito delle agevolazioni fiscali sono stati 10.170, con un incremento medio annuo del 3,3%. Questo trend è comunque inferiore a quello registrato nel resto del Paese, dove le domande sono aumentate ad un ritmo del +5,9% annuo (+5,6% nell’a-rea meridionale).

Domande di agevolazione per le ristrutturazioni edilizie- Basilicata -

833

679780

1.135

1.396

1.087 1.0951.048

1.004

1.113

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Agenzia delle Entrate

22 La Finanziaria 2008 ha stabilito, inoltre, la proroga triennale dell’agevolazione fiscale, dando la possi-bilità ai contribuenti di poter programmare fino a tutto il 2010 gli interventi di riqualificazione; mentre negli anni precedenti la norma prevedeva tale possibilità per soli 12 mesi. 23 Cfr. Agenzia delle Entrate – Ufficio Studi, Andamento del settore edilizio ed effetti delle agevolazioni fiscali, Documenti di lavoro n. 6/2006.

50

La crescita maggiore delle richieste di agevolazione si è registrata nei primi 5 anni di applicazione della normativa: nel 2002, in particolare, le domande hanno raggiunto il livello massimo, sfiorando le 1.400 unità, per stabilizzarsi intorno alle 1.000-1.100 unità negli anni successivi.

Tasso di crescita medio annuo delle domande di agevolazione nel periodo 1998-2007

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0Ven

eto

Sardeg

na

Friuli

Lombardia

Puglia

Sicilia

Emilia R.

Lazio

Abruzzo

Umbria

Molise

Piemonte

Basilica

ta

March

e

Trentino A.A.

Cam

pan

ia

Calab

ria

Toscan

a

Liguria

Valle

d'Aosta

Italia = +5,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia delle Entrate

Per valutare il grado di utilizzo dello strumento agevolativo è stato calcolato il rapporto tra il numero complessivo di comunicazioni di ristrutturazione nel periodo 1998-2007 e la consistenza del patrimonio abitativo, misurata in termini di stock di abitazioni occupate (Censimento ISTAT della popolazione 2001).

In Basilicata le agevolazioni hanno interessato 4,8 unità abitative su 100, un valore molto inferiore alla media nazionale, pari a 14,9 (nella graduatoria regionale dell’indicatore la Basilicata si colloca al terz’ultimo posto, insieme alla Sicilia, precedendo soltanto la Cala-bria e la Campania).

Grado di utilizzo dello strumento agevolativo per regione

16,5

23,2

18,4

34,9

23,0

29,2

22,7

29,1

16,017,7

16,6

7,1

3,4

6,34,8

3,44,8

8,410,5 11,7

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino A.A.

Ven

eto

Friuli

Liguria

Emilia R.

Toscan

a

Umbria

March

e

Lazio

Abruzzo

Molise

Cam

pan

ia

Puglia

Basilicata

Calab

ria

Sicilia

Sardeg

na

Italia = 14,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia delle Entrate e ISTAT

51

L’utilizzo della normativa di agevolazione fiscale, in rapporto al patrimonio abitativo esistente, raggiunge i livelli più elevati nelle regioni del centro-nord (in testa c’è il Trentino Alto Adige, dove oltre una abitazione su tre ha usufruito del provvedimento). Il divario tra regioni del sud e del centro-nord è ancora più accentuato se si considera che, nelle prime, sono molto più diffuse le abitazioni di tipo condominiale rispetto a quelle monofamiliare; nelle strutture condominiali, infatti, dovrebbe risultare più diffuso il ricorso ad imprese che fatturano regolarmente le proprie prestazioni per motivi di trasparenza dei bilanci. Se i differenziali territoriali nei redditi pro-capite forniscono una spiegazione dal lato della domanda (il minore utilizzo della normativa nelle regioni del sud rifletterebbe la minore disponibilità di risorse da investire nelle ristrutturazioni edilizie), la diversa incidenza del “sommerso” nel settore delle costruzioni offre una chiave di lettura dal lato dell’offerta. Come si può osservare nel grafico seguente, vi è infatti una forte correlazione tra il tasso di utilizzo delle agevolazioni e la diffusione del “sommerso” (misurato attraverso il tasso di irregolarità del lavoro 24), con le regioni meridionali caratterizzate da un basso valore del primo indice ed un elevato valore del secondo.

Indice di utilizzo delle agevolazioni e tasso di irregolarità del lavoro nel settore delle costruzioni (%)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

tasso di irregolarità del lavoro

ind

ice

di u

tiliz

zo

CalSic

Abr

Mol

Bas

Laz

Cam

PugSar

Tre

Fri

Em

LigVdA Ven

TosUmb

Lom

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia delle Entrate e ISTAT

Il fabbisogno di interventi di riqualificazione edilizia appare comunque elevato in Basili-cata, come segnalato dai dati sulla vetustà del patrimonio immobiliare esistente: quasi il 40% delle abitazioni occupate nella regione è stato costruito prima del 1961 e circa il 17% nel decennio successivo. Ma l’aspetto più importante è costituito dal fatto che ben il 62% di questo patrimonio non ha subito interventi di manutenzione, restauro, risana-mento e ristrutturazione nei dieci anni precedenti il Censimento del 2001, a fronte di una media nazionale di circa il 53%. Da questo punto di vista, i provvedimenti agevolativi sembrano avere buone potenzialità di sfruttamento nei prossimi anni.

24 Il tasso di irregolarità del lavoro è fornito dall’ISTAT ed è misurato come rapporto tra le unità di lavo-ro non regolari e le unità di lavoro complessive.

52

Abitazioni occupate nel 2001 in Basilicata per epoca di costruzione- valori % -

14,2

9,6

15,116,6

18,7

16,8

9,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

prima del1919

dal 1919 al 1945

dal 1946 al 1961

dal 1962 al 1971

dal 1972 al 1981

dal 1982 al 1991

dopo il1991

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Censimento della popolazione 2001

n° abitaz. % su tot. % su tot.

prima del 1919 19.408 64,2 51,1 dal 1919 al 1945 13.024 63,6 51,3 dal 1946 al 1961 18.891 58,7 47,8 dal 1962 al 1971 20.446 57,5 46,4 dal 1972 al 1981 22.823 57,3 49,5 dal 1982 al 1991 24.075 67,0 61,3 dopo il 1991 14.439 74,9 76,6

totale 133.106 62,3 52,5

(*) manutenzione, restauro, risanamento, ristrutturazione

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Italia

Abitazioni occupate in edifici ad uso abitativoper epoca di costruzione che non hanno subitointerventi (*) (valori assoluti e % su tot. abitaz.)

Basilicata

53

BOX

LE RISORSE DISPONIBILI PER LE INFRASTRUTTURE DEL MEZZOGIORNO NELL’AMBITO DELLA PROGRAMMAZIONE UNITARIA 2007-2013

LA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE DELLA BASILICATA

Lo sviluppo economico di una regione à fortemente condizionato dalla dotazione di un efficiente sistema infrastrutturale. Le ultime stime territoriali elaborate dall’Istituto Tagliacarne per l’anno 2007 segnalano una situazione di marcata debolezza delle Basilicata su questo versante: la dotazione infrastrutturale, espressa come media di una serie di indicatori relativi alle infrastrutture economiche e sociali, risulta inferiore di oltre 60 punti alla media nazionale (posta pari uguale a 100) e molto distante anche dalla media del Mezzogiorno. Le maggiori carenze riguardano le infrastrutture economiche, dove “pesa” il ritardato sviluppo delle reti energetico-ambientali e telematiche; mentre nell’ambito delle infra-strutture sociali, gli indici di dotazione più bassi si registrano nel settore culturale e ri-creativo.

Basilicata Mezzogiorno Italia

infrastrutture economiche 37,3 80,7 100,0

rete stradale 70,0 87,1 100,0 rete ferroviaria 80,9 87,8 100,0 porti 0,3 105,6 100,0 aeroporti 0,0 61,2 100,0 reti energetico-ambientali 37,2 64,5 100,0 reti per la telefonia e telematica 40,5 94,9 100,0 reti bancarie e di servizi vari 32,5 63,8 100,0

infrastrutture sociali 42,2 79,9 100,0

strutture culturali e ricreative 33,8 57,1 100,0 strutture per l'istruzione 57,6 99,1 100,0 strutture sanitarie 35,2 83,5 100,0

indice complessivo 38,8 80,4 100,0

Fonte: Istituto Tagliacarne

Indicatori di dotazione infrastrutturale per categorie. 2007- numeri indici Italia = 100 -

Il confronto con la situazione rilevata al 2001 evidenzia, inoltre, un ulteriore ampliamento del gap tra la regione e il resto del Paese: l’indice di dotazione complessivo si è ridotto, infatti, di circa 9 punti, mentre l’arretramento dell’indice relativo alle infrastrutture econo-miche ha superato gli 11 punti. Va rimarcato, inoltre, il fatto che la Basilicata si colloca all’ultimo posto della graduatoria delle regioni italiane in base alla dotazione infrastrutturale; ciò vale per tutte le categorie di infrastrutture con l’unica eccezione di quelle stradali, rispetto alle quali la Basilicata precede la sola Sardegna.

54

Indice di dotazione infrastrutturale generale 2007- numeri indici Italia = 100 -

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

Lazio

Liguria

Lombardia

Ven

eto

Emilia R.

Cam

pan

ia

Toscan

a

Friuli

Piemonte

March

e

Puglia

Umbria

Abruzzo

Sicilia

Calab

ria

Trentino A.A.

Molise

Valle d'Aosta

Sardeg

na

Basilica

ta

Fonte: ns. elaborazioni su dati Istituto Tagliacarne

LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE NEI PROGRAMMI COMUNITARI 2007-2013

La programmazione dei Fondi Strutturali 2007-2013 ha previsto lo stanziamento com-plessivo di 16,8 miliardi di euro per interventi infrastrutturali nel Mezzogiorno. Circa il 45% delle risorse (7,5 miliardi) è riservato ad interventi volti al potenziamento delle infrastrutture a rete ed al miglioramento della mobilità urbana; di questi, ben 3,7 miliardi sono destinati al finanziamento di interventi nelle ferrovie, un terzo dei quali per progetti riguardanti i Trans-European Networks (TENs). Gli investimenti nel settore stra-dale (autostrade, strade nazionali, regionali e locali) costituiscono, invece, il 16,5% del totale dei fondi per le infrastrutture a rete. Al potenziamento dei trasporti locali è dedica-to il 5,3% delle risorse disponibili, mentre il 6,6% è assegnato allo sviluppo dei trasporti multimodali. Gli altri settori in cui le Regioni hanno previsto di investire sono i porti (1,1 miliardi di euro) e gli aeroporti (325 milioni). Per gli interventi nel campo energetico sono disponibili 1,5 miliardi di euro, quasi intera-mente riservati al finanziamento di investimenti nel campo delle energie rinnovabili (eoli-ca, solare, biomassa, idroelettrica). Con riferimento alle infrastrutture sociali, 450 milioni di euro sono destinati ad interventi nel campo della sanità, 350 milioni all'istruzione e 200 alla scuola per l’infanzia. Per la protezione e valorizzazione del patrimonio culturale sono state programmate risorse per 500 milioni di euro, un importo analogo a quanto previsto per gli interventi di recupero di siti industriali e terreni contaminati. Circa il 40% degli investimenti in altre infrastrutture, inoltre, sono assorbiti dagli inter-venti integrati per il rinnovamento urbano e rurale (quasi 2,5 milioni di euro).

Rispetto al periodo 2000-2006, il “peso” delle misure di interesse per il settore delle co-struzioni nei Programmi Operativi Regionali è aumentato in modo significativo, passando dal 43,8 al 59,5% del valore complessivo dei Programmi 2007-2013. Nel contesto di una riduzione della dotazione dei programmi regionali, ciò ha determinato un aumento delle risorse per le infrastrutture di circa 300 milioni di euro (+2,2%).

55

I fondi complessivi per le infrastrutture del Mezzogiorno sono tuttavia diminuiti dell’8,0% (circa 1,4 miliardi di euro in meno) rispetto al precedente ciclo di programmazione, per effetto della riduzione di 1,7 miliardi della dotazione del Programma Nazionale 2007-2013 “Reti e mobilità” (ex PON “Trasporti”).

reti e protezione altre totalemobilità ambiente infrastrutture interventi

Sicilia 1.642.585 588.009 638.724 1.024.923 3.894.241 23,2 Campania 1.185.000 290.000 620.000 1.692.500 3.787.500 22,6 Puglia 1.130.000 210.000 628.000 1.185.500 3.153.500 18,8 Calabria 482.717 214.374 278.836 1.040.389 2.016.316 12,0 Sardegna 193.991 187.185 177.230 175.358 733.764 4,4 Basilicata 143.500 55.000 124.500 140.500 463.500 2,8

PON Reti e Mobilità 2.710.965 2.710.965 16,2

totale 7.488.759 1.544.567 2.467.290 5.259.171 16.759.787 100,0

% aree di intervento 44,7 9,2 14,7 31,4 100,0

Fonte: Dipartimento delle Politiche di Sviluppo

energia %

Le risorse disponibili per le infrastrutture dei Fondi Strutturali 2007-2013 - importi in migliaia di Euro -

Per quanto riguarda la Basilicata, le risorse disponibili per interventi infrastrutturali nel POR 2007-2013 ammontano, secondo prime stime, a 463,5 milioni di euro, a fronte dei 770,3 milioni stanziati nel precedente periodo di programmazione. Il 31% di queste risorse (143,5 milioni) è riservato al finanziamento delle infrastrutture a rete e per la mobilità urbana; di poco inferiori gli stanziamenti per le “altre infrastrutture” (140,5 milioni), mentre alla protezione dell’ambiente è destinato quasi il 27% delle risorse complessive (una quota molto superiore a quella assegnata a tale settore nell’in-tera area meridionale, pari al 14,7%).

2000-2006 2007-2013 var. %

POR Sicilia 3.891,3 3.894,2 0,1 POR Campania 3.353,6 3.787,5 12,9 POR Puglia 1.950,0 3.153,5 61,7 POR Calabria 1.527,4 2.016,3 32,0 POR Sardegna 2.255,1 733,8 -67,5 POR Basilicata 770,3 463,5 -39,8

totale risorse POR 13.747,7 14.048,8 2,2

PON Reti e Mobilità 4.460,8 2.711,0 -39,2

totale risorse disponibli 18.208,5 16.759,8 -8,0

Fonte: DPS e Ragioneria Generale dello Stato

Confronto tra le risorse disponibili per interventiinfrastrutturali nelle ultime due programmazioni

- valori in milioni di Euro -

56

migliaia di Euro tipologia generale

Trasporti ferroviari 2.470.935 33,0 14,7 Ferrovie (Trans-European Networks - TENs) 1.128.449 15,1 6,7 Infrastrutture ferroviarie mobile 90.000 1,2 0,5 Autostrade 218.118 2,9 1,3 Autostrade (TENs) 68.736 0,9 0,4 Strade nazionali 558.896 7,5 3,3 Strade regionali/locali 391.607 5,2 2,3 Piste ciclabili 25.562 0,3 0,2 Trasporti urbani 398.346 5,3 2,4 Trasporti multimodali 480.565 6,4 2,9 Trasporti multimodali (TENs) 14.387 0,2 0,1 Sistemi di trasporto intelligenti 176.331 2,4 1,1 Aeroporti 324.620 4,3 1,9 Porti 1.121.218 15,0 6,7 Vie navigabili interne (regionali e locali) 20.988 0,3 0,1

totale Infrastrutture reti e mobilità 7.488.759 100,0 44,7

Gas naturale 64.088 4,1 0,4 Energie rinnovabili: eolica 104.425 6,8 0,6 Energie rinnovabili: solare 414.258 26,8 2,5 Energie rinnovabili: biomassa 256.226 16,6 1,5 Energie rinnovabili: idroelettrica, geotermica, altro 177.267 11,5 1,1 Efficienza energetica, cogenerazione 528.302 34,2 3,2

totale Energia 1.544.567 100,0 9,2

Gestione e distribuzione dell'acqua 702.650 28,5 4,2 Trattamento delle acque 463.925 18,8 2,8 Recupero dei siti industriali e dei terreni contaminati 461.497 18,7 2,8 Piani e provvedimenti prevenzione rischi naturali 649.726 26,3 3,9 Altri provvedimenti per prevenzione rischi 189.491 7,7 1,1

totale protezione ambiente e prevenzione rischi 2.467.290 100,0 14,7

Infrastrutture telefoniche 119.173 2,3 0,7 Protezione e valorizzazione del patrimonio culturale 505.724 9,6 3,0 Sviluppo di infrastrutture culturali 211.046 4,0 1,3 Progetti integrati di rinnovamento urbano e rurale 2.465.003 46,9 14,7 Infrastrutture per l'istruzione 350.294 6,7 2,1 Infrastrutture per la sanità 453.211 8,6 2,7 Infrastrutture per l'infanzia 201.677 3,8 1,2 Infrastrutture edilizie 222.415 4,2 1,3 Altre infrastrutture sociali 730.627 13,9 4,4

totale altre infrastrutture 5.259.171 100,0 31,4

totale interventi infrastrutturali 16.759.787 100,0

Fonte: Dipartimento delle Politiche di Sviluppo

Le risorse disponibili per le infrastrutture dei Fondi Strutturali 2007-2013 nel Mezzogiorno per tipologie di intervento

% su totaletipologie di intervento

57

LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE NELLA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 DEL FAS

Per quanto riguarda le risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) vi è al momen-to grande incertezza sulla destinazione dei fondi. La delibera CIPE 166/2007 aveva assegnato circa 4.028 dei 17.818 milioni di euro del Programma nazionale “Reti e mobilità” alle regioni del Mezzogiorno. A fronte di tale im-pegno, le regioni meridionali avevano previsto di investire un pari importo per interventi infrastrutturali, a valere sulle risorse dei programmi FAS regionali.

milioni di % sueuro totale

Sicilia 961,4 23,9 Campania 915,1 22,7 Puglia 729,4 18,1 Sardegna 507,9 12,6 Calabria 416,5 10,3 Basilicata 200,6 5,0 Abruzzo 190,5 4,7 Molise 106,3 2,6

totale Mezzogiorno 4.027,7 100,0

Centro-Nord (Programma "Infrastrutture")

Fonte: ANCE

Le risorse per le infrastrutture

base alla delibera CIPE 166/2007nei programmi regionali FAS in

820,0

La riprogrammazione disposta dal D.L. 112/2008 (c.d. “manovra d’estate”) ha rimesso in discussione tale assegnazione di fondi e, di conseguenza, anche le quote dei programmi regionali da destinare alle infrastrutture. L’art. 6-quinquies del Decreto ha previsto infatti l’istituzione, a partire dell’anno 2009, di un fondo per il finanziamento di interventi per il potenziamento delle reti infrastrutturali nazionali di valenza strategica, anche in settori non di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (telecomunicazioni ed energia). A tale fondo sono state assegnate le risorse FAS previste per l’attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, fatta eccezione per quelle che, a maggio 2008, risulta-vano già destinate dal CIPE all’attuazione di programmi. La dotazione complessiva del fondo dovrebbe essere compresa tra gli 11 e i 12,8 miliardi di euro, a seconda della ri-partizione dei tagli al FAS tra programmi nazionali e regionali. A dicembre 2008, il CIPE ha assegnato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una prima parte di queste risorse, circa 7,4 miliardi di euro: soltanto 3,7 miliardi, tuttav-ia, sono disponibili per un programma di interventi infrastrutturali (da definire entro marzo 2009); gli altri 3,7 miliardi, infatti, sono stati destinati al finanziamento delle spese correnti e gestionali delle Ferrovie dello Stato e della società Tirrenia. Ipotizzando una conferma del vincolo di concentrare almeno l’85% delle risorse nazionali del QSN nelle regioni del Mezzogiorno, quest’ultime dovrebbero disporre – nel complesso – di circa 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 4 previsti dalla delibera CIPE del 2007.

58

4. IL MERCATO IMMOBILIARE 4.1 LE CARATTERISTICHE GENERALI DEL MERCATO IMMOBILIARE

Il settore delle costruzioni è fortemente influenzato dall’andamento del mercato immobiliare: un mercato immobiliare statico tende a scoraggiare gli investimenti in nuovi immobili e determina un impatto negativo sull’intero settore; viceversa, un mercato immobiliare con forte domanda e prezzi elevati stimola nuovi investimenti in costruzioni.

Il mercato immobiliare soddisfa sostanzialmente due tipologie di domanda: quella di beni immobili a fini abitativi, espressa dalle famiglie, e quella a fini di investimen-to, espressa da una molteplicità di soggetti (famiglie, imprese di gestione immobilia-re, agenzie immobiliari, altre imprese aventi attività non immobiliare, fondi immobi-liari, fondi pensione).

Lo scopo dell'investimento può essere l'utilizzo diretto del bene immobile (per uso abitativo nel caso delle famiglie, per lo svolgimento di attività produttive nel caso delle imprese industriali e di servizi), oppure la realizzazione del rendimento che deri-va dalla cessione dell'utilizzo dello stesso a fronte di un canone.

Nella letteratura sull'economia urbana, la domanda a fini abitativi viene general-mente fatta coincidere con il mercato delle locazioni; in tal caso, il canone pagato dall'utilizzatore al proprietario corrisponde al valore d'uso del bene.

Dato che l’abitazione (o, meglio, il servizio abitativo reso dagli immobili residen-ziali) è un bene di prima necessità, la relativa domanda assume caratteristiche di rigidità:

� sia rispetto al prezzo, per cui nel caso di aumenti significativi del prezzo, cioè dei canoni di affitto, si verifica solo una modesta diminuzione della “quantità” do-mandata;

� sia rispetto al reddito, cosicché in presenza di una riduzione del reddito dispo-nibile, si registra una riduzione meno che proporzionale della domanda di beni a fini abitativi.

La domanda di beni mobili a fini di investimento, invece, è esclusivamente orien-tata ad acquisire la proprietà dell'immobile. Nel caso in cui l'investitore acquisti un bene immobile per utilizzarlo direttamente a fini abitativi o strumentali, all'utilità d'uso si aggiunge l'utilità di scambio (prezzo del bene in caso di rivendita).

I beni immobili finalizzati all’investimento svolgono la funzione di beni-rifugio su-scettibili di garantire la remunerazione e la difesa del capitale investito in periodi di alta inflazione (quali sono stati, ad esempio gli anni ‘70 e ‘80), e rispondono alle caratteristiche di beni superiori, la cui domanda è elastica rispetto al prezzo; la misu-ra di questa elasticità dipende anche dalla presenza di forme alternative di investi-mento.

Dal punto di vista dell'offerta, questa risulta fortemente “segmentata” secondo la qualità degli immobili, la loro destinazione d'uso e la loro localizzazione (aree rurali, aree industriali e aree urbane centrali, di pregio, semicentrali, periferiche).

La quantità offerta nel breve periodo risulta elastica rispetto al prezzo, dato che i proprietari offerenti possono decidere di ritirare beni immobili dal mercato nei periodi meno favorevoli. Inoltre, il mercato immobiliare è generalmente caratterizzato da

59

scarsa trasparenza: è molto difficile, soprattutto nel caso delle famiglie, disporre di informazioni sufficientemente complete sul mercato.

4.2 IL MERCATO IMMOBILIARE IN BASILICATA

Il mercato immobiliare, in termini di unità scambiate, ha evidenziato – a livello regionale – una dinamica moderatamente positiva nel decennio in corso, pur alter-nando periodi caratterizzati da una marcata espansione ad altri all’insegna del rista-gno o della flessione, come quelli più recenti.

Tra il 2000 e il 2007, in particolare, il numero complessivo di compravendite di immobili, secondo i dati dell’Agenzia del Territorio 25, è aumentato del 2,3% in media per anno, passando da poco più di 8 mila ad oltre 9,5 mila 26. Molto differenziati sono risultati, tuttavia, gli andamenti nei vari anni: dopo un 2001 in regresso, il mer-cato ha registrato un’elevata vivacità nel 2002 (+17,9%); è seguita una frenata nel biennio successivo e una nuova forte ripresa nel 2005, quando le transazioni sono aumentate di oltre l’11%. Se il 2006 ha consolidato i volumi conseguiti nell’anno pre-cedente, il 2007 ha fatto segnare un significativo rallentamento (-3,2%), mentre gli ultimi dati relativi alla prima metà del 2008 delineano una caduta piuttosto pesante (nell’ordine dell’11,5%) delle compravendite.

residen- commer- residen- commer-ziale ciale ziale ciale

2000 4.894 1.599 1.598 8.0912001 4.595 1.551 1.510 7.656 -6,1 -3,0 -5,5 -5,4 2002 5.334 1.843 1.847 9.024 16,1 18,8 22,3 17,92003 5.230 1.759 1.942 8.931 -2,0 -4,6 5,1 -1,0 2004 5.003 1.841 1.758 8.602 -4,3 4,7 -9,5 -3,7 2005 5.504 2.011 2.059 9.574 10,0 9,2 17,1 11,32006 5.703 2.062 2.066 9.831 3,6 2,5 0,3 2,72007 5.650 2.040 1.823 9.513 -0,9 -1,0 -11,8 -3,2

mediaperiodo

2008 (a) 2.443 837 n.d. -8,7 -18,8 -11,5

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le variazioni % sono calcolate sullo stesso periodo del 2007;

la variazione totale non include il settore "altro")

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

2,1 3,5 2,31,9

totale altroaltro totale

n° compravendite variaz. % annue

Tab. 5.1 - L'andamento del mercato immobiliare in Basilicata per settori- n° compravendite e variaz. % annue -

A livello nazionale, il trend nell’intero periodo 2000-2007 è stato lievemente più espansivo rispetto a quello regionale (+2,7% l’incremento medio annuo), ma di in-tensità maggiore sono state anche le flessioni registrate nel 2007 (-7,0%) e nel pri-mo semestre 2008 (-12,9%).

25 Cfr. www.agenziaterritorio.it . 26 Le compravendite dei diritti di proprietà sono “contate” relativamente a ciascuna unità immobiliare, tenendo conto della quota di proprietà oggetto di transazione. Ciò significa che se di una unità im-mobiliare è compravenduta una frazione di quota di proprietà, ad esempio il 50%, essa non è contata come una transazione, bensì come 0,5 transazioni.

60

Con riferimento ai diversi comparti del mercato immobiliare, quello residenziale concentra, in Basilicata, quasi il 60% del volume complessivo di transazioni (5.650 nel 2007); la quota di compravendite di immobili destinati invece ad attività econo-miche (uffici, negozi, capannoni industriali) è di poco superiore al 21%, mentre il re-stante 19% attiene a compravendite di immobili classificati nella tipologia “altro”, che comprende box e posti auto in prevalenza, ma anche alberghi e immobili pubblici.

In Italia, invece, quest’ultimo comparto assume un “peso” relativamente maggio-re, rappresentando quasi il 41% delle transazioni che avvengono nel mercato immo-biliare; mentre la quota corrispondente alle compravendite di abitazioni si attesta in-torno al 47% (cfr. graf. 5.2)

Graf. 5.1 - Compravendite di unità immobiliari. Basilicata e Italia- variaz. % annue -

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata ItaliaI semestre

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Graf. 5.2 - Composizione del mercato immobiliare in Basilicata e Italia- distribuzione % delle transazioni per comparti -

59,4

21,419,2

47,4

11,9

40,7

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

residenziale commerciale altro

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

I trend dei tre principali comparti, nel periodo considerato, non hanno evidenzia-to scostamenti rilevanti (cfr. graf. 5.3): nel complesso, più dinamico è risultato il mercato di immobili ad uso produttivo, con un incremento medio annuo degli scam-

61

bi, tra il 2000 e il 2007, del 3,5%; mentre la crescita del mercato residenziale si è fermata al +2,1%. Nell’ultimo anno e mezzo, tuttavia, la caduta delle compravendite è stata molto più accentuata nel settore produttivo, con una flessione che ha sfiorato il 19% nella prima metà del 2008.

Graf. 5.3 - Compravendite di unità immobiliari in Basilicata per settori- variaz. % annue -

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

residenziale commerciale altroI semestre

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

4.2.1 IL MERCATO IMMOBILIARE RESIDENZIALE

Dopo aver raggiunto il volume più elevato di transazioni nel 2006 (circa 5,7 mila unità scambiate), il mercato residenziale ha accusato un progressivo ridimensiona-mento in Basilicata, per subire un vero e proprio crollo nel 2008 (-8,7% la variazione tendenziale delle compravendite nei primi 6 mesi dell’anno).

Un analogo trend negativo ha interessato, peraltro, il mercato nazionale (-4,6% nel 2007, -13,9% nel 2008): secondo le valutazioni di Scenari Immobiliari, la flessio-ne delle compravendite si è concentrata soprattutto nella fascia di mercato medio-bassa come capacità di spesa (investimento medio pari a 250 mila euro), dove sono presenti le giovani coppie e i lavoratori immigrati che, negli ultimi anni, avevano assorbito circa un terzo del totale delle abitazioni compravendute, grazie a condizioni molto favorevoli del credito.

Il graf. 5.5 riporta i valori dell’indice di intensità del mercato (IMI), misurato dal rapporto tra il numero di transazioni di unità immobiliari e lo stock delle stesse. In Basilicata, l’indice risulta strutturalmente inferiore alla media nazionale, sebbene nel corso degli ultimi anni, il gap si sia parzialmente ridotto: nel 2007, in particolare, si sono registrate 1,72 compravendite ogni 100 abitazioni esistenti, a fronte delle 2,58 a livello nazionale. COMUNI CAPOLUOGO E ALTRI COMUNI DELLA REGIONE. La suddivisione delle compra-vendite residenziali tra i due comuni capoluogo e gli altri comuni della regione (cfr. tab. 5.2) permette di evidenziare un fenomeno rilevante, in atto anche al resto del Paese, vale a dire il sensibile spostamento degli scambi di immobili dalle città mag-giori ai centri di minori dimensioni.

62

Graf. 5.4 - Compravendite di unità immobiliari ad uso abitativo- variaz. % annue -

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata ItaliaI semestre

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Graf. 5.5 - Indici di intensità del mercato residenziale. Basilica e Italia- % di volumi scambiati in rapporto allo stock di immobili -

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Nel 2000 la quota di transazioni nei comuni non capoluogo della Basilicata rap-presentava il 72,4% del totale degli scambi rilevati a livello regionale, mentre il re-stante 27,6% avveniva nelle città di Potenza e Matera.

Nel corso del decennio, il numero delle compravendite nei comuni minori è pro-gressivamente aumentato, giungendo a concentrare – nel 2007 – il 77,2% del volu-me complessivo di transazioni. Le compravendite di unità immobiliari in questi comu-ni hanno registrato, infatti, tassi di sviluppo nell’ordine del +3,0% in media per anno; mentre nello stesso periodo i comuni capoluogo hanno accusato – insieme –una flessione (-0,7%), evidenziando inoltre un andamento più discontinuo, con forti accelerazioni e altrettanto marcate decelerazioni (cfr. tab. 5.2) 27.

27 In realtà, il dato aggregato dei due comuni capoluogo riflette andamenti molto differenziati, come si mostrerà in seguito.

63

Sul diverso dinamismo del mercato residenziale nei comuni capoluogo e negli al-tri centri della regione hanno probabilmente influito i differenziali territoriali di costo delle abitazioni, che penalizzano maggiormente i primi. Ciò potrebbe aver determina-to anche fenomeni di spostamento della popolazione dai comuni capoluogo verso i comuni dell’hinterland, alla ricerca di abitazioni a prezzi più contenuti. Del resto, in base ai trend demografici degli ultimi anni, la domanda abitativa dovrebbe essere cresciuta in misura maggiore proprio nelle due principali aree urbane della Basilicata che, a differenza degli altri comuni, presentano un bilancio lievemente positivo della popolazione residente.

comuni altri comuni altricapoluogo comuni capoluogo comuni

2000 1.352 3.542 4.8942001 1.055 3.540 4.595 -22,0 -0,1 -6,1 2002 1.487 3.847 5.334 40,9 8,7 16,12003 1.572 3.658 5.230 5,8 -4,9 -2,0 2004 1.219 3.784 5.003 -22,5 3,4 -4,3 2005 1.381 4.123 5.504 13,3 9,0 10,02006 1.323 4.380 5.703 -4,2 6,2 3,62007 1.286 4.364 5.650 -2,8 -0,4 -0,9

mediaperiodo

2008 (a) 651 837 1.489 -0,1 -11,4 -8,7

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le variazioni % sono calcolate sullo

stesso periodo del 2007)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

n° compravendite variaz. % annue

Tab. 5.2 - L'andamento del mercato residenziale in Basilicata- n° compravendite e variaz. % annue -

totale totale

-0,7 3,0 2,1

Va osservato, tuttavia, che la forte riduzione degli scambi nella prima metà del 2008 si è concentrata quasi interamente nei centri minori dove, per la prima volta negli ultimi anni, il mercato ha fatto registrare un marcato regresso (-11,4%). LE DINAMICHE PROVINCIALI. Dinamiche molto differenziate hanno caratterizzato il mercato delle compravendite residenziali nelle due province lucane e nei rispettivi capoluoghi (cfr. tab. 5.3).

Nel periodo 2000-2007, il numero delle transazioni nella provincia di Potenza ha registrato un incremento medio annuo del 3,0%, cui ha contribuito in misura signifi-cativa il comune capoluogo, dove la crescita ha raggiunto il 4,1%; in questo caso, il mercato residenziale ha mostrato quindi un maggiore dinamismo nel centro urbano principale. Si può osservare, inoltre, come il forte calo degli scambi rilevato nella pri-ma metà del 2008 a livello provinciale (-15,3%) non abbia interessato il comune ca-poluogo, che ha continuato a muoversi su un trend discretamente espansivo (+4,8%), analogamente a quanto avvenuto nei 3 anni precedenti.

Nella provincia di Matera, invece, la variazione media annua delle compravendite, tra il 2000 e il 2007, è stata soltanto del +0,7%, anche in conseguenza dell’anda-mento marcatamente negativo registrato nel comune capoluogo, dove si è passati dalle 826 unità immobiliari scambiate all’inizio del decennio alle 588 del 2007 (-4,7%

64

in media per anno). I dati più aggiornati confermano questa evoluzione fortemente dicotomica del mercato residenziale tra la città di Matera e il resto della provincia, con il capoluogo che, per il terzo anno consecutivo, ha accusato una flessione delle transazioni (-5,5%), mentre negli altri comuni vi è stata una ripresa degli scambi di intensità quasi analoga (+5,2%).

2000 2.818 2.077 526 8262001 2.882 1.713 492 563 2,3 -17,5 -6,6 -31,8 2002 3.190 2.144 754 732 10,7 25,2 53,3 30,02003 3.205 2.025 874 698 0,5 -5,5 15,9 -4,6 2004 3.035 1.968 608 611 -5,3 -2,8 -30,4 -12,6 2005 3.163 2.341 645 736 4,2 18,9 6,0 20,52006 3.323 2.380 666 657 5,1 1,7 3,2 -10,7 2007 3.476 2.174 698 588 4,6 -8,7 4,8 -10,6

mediaperiodo

2008 (a) 1.386 1.056 348 304 -15,3 1,9 4,8 -5,5

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le variazioni % sono calcolate sullo stesso periodo del 2007)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Potenza Matera Potenza Matera

Province Comuni Province Comuni

n° compravendite variaz. % annue

Tab. 5.3 - Il mercato residenziale nelle province lucane e nei comuni capoluogo - n° compravendite e variaz. % annue -

Potenza Matera Potenza Matera

3,0 0,7 -4,7 4,1

Graf. 5.6 - Compravendite di unità immobiliari ad uso abitativo nei due comuni capoluogo (numeri indici 2000=100)

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

180,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Potenza Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Gli andamenti osservati hanno determinato una progressiva riduzione dell’indice di intensità del mercato residenziale nel comune di Matera, sceso dal 3,39% del 2000 al 2,19% del 2007; tuttavia, se si esclude quest’ultimo anno, il suo valore si è mantenuto quasi costantemente superiore a quello registrato nel comune di Potenza (cfr. graf. 5.7).

65

Graf. 5.7 - Indici di intensità del mercato residenziale nei comuni capoluogo (% di volumi scambiati in rapporto allo stock di immobili)

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Potenza Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

LE NUOVE COSTRUZIONI. L’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del Ter-ritorio fornisce anche informazioni sulle abitazioni di nuova costruzione, limitatamen-te agli ultimi 3 anni 28. Si tratta di dati di un certo interesse dal momento che alle nuove costruzioni è direttamente riferito l’incremento dello stock immobiliare ed il conseguente sviluppo del volume di compravendite.

Nel 2007 sono stati realizzati, in Basilicata, 3.571 nuovi immobili ad uso residen-ziale, che rappresentano il 63,2% delle compravendite effettuate nello stesso anno; il restante 36,8% è riconducibile, quindi, alle transazioni di immobili usati.

Va precisato, tuttavia, che una parte delle nuove costruzioni potrebbe essere ri-masta invenduta o riguardare edificazioni per uso proprio su un terreno di proprietà; le suddette quote costituiscono, pertanto, solo un’approssimazione delle dimensioni del mercato del nuovo e dell’usato.

Nel corso dell’ultimo triennio, le unità abitative di nuova costruzione hanno regi-strato tassi di crescita significativamente elevati: a livello regionale, la variazione me-dia annua ha sfiorato il +17%, a fronte – come visto – di un tendenziale rallenta-mento delle compravendite residenziali che, tra il 2005 e il 2007, sono aumentate soltanto dell’1,3%. In termini assoluti, l’incremento di nuove costruzioni è stato di 952 unità, quello dei volumi complessivi scambiati di 146 unità. A meno di non ipotizzare un brusco tracollo del mercato dell’usato, è ragionevole ipotizzare che, in quest’ultimi anni, sia aumentata la quota di invenduto sul mercato del nuovo.

Dal punto di vista territoriale, l’offerta di nuove costruzioni è cresciuta in misura rilevante nei comuni non capoluogo (+18,5% in media per anno), contribuendo a rendere molto più dinamico il mercato delle compravendite in questi centri (cfr. graf. 5.8).

28 I dati sono ricavati dagli archivi catastali avendo riguardo alle denunce di “nuove costruzioni” che i proprietari degli immobili sono tenuti a presentare entro un mese dall’ultimazione della costruzione.

66

var. %media

totale regionale 2.619 3.109 3.571 16,8 - comuni capoluogo 336 443 363 3,9 - altri comuni 2.283 2.666 3.208 18,5

Provincia di Potenza 1.993 2.150 2.184 4,7 - comune capoluogo 244 190 196 -10,4

Provincia di Matera 626 959 1.387 48,9 - comune capoluogo 92 253 167 34,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

2005 2006 2007

Tab. 5.4 - Unità immobiliari ad uso residenzialedi nuova costruzione in Basilicata

Graf. 5.8 - Nuove costruzioni e compravendite di immobili ad uso residenziale in Basilicata

- variaz. % medie annue nel periodo 2005-2007 -

16,8

3,9

18,5

1,3

-3,5

2,9

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

totale comuni capoluogo altri comuni

nuove costruzioni totale compravendite

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

I dati relativi alle due province lucane mostrano andamenti molto dissimili, anche con riferimento ai comuni capoluogo (cfr. graf. 5.9 e 5.10).

Nella provincia di Potenza l’aumento delle nuove costruzioni è stato abbastanza contenuto (+4,7%) e di intensità pressoché analoga a quello delle compravendite complessive di unità abitative. Nel capoluogo, invece, il trend delle nuove costruzioni è stato negativo, con una flessione – nella media del triennio considerato – del 10,4%; il mercato residenziale (in termini di volumi scambiati) non ne ha comunque risentito, essendo cresciuto ad un ritmo del 4,0%, in media per anno.

Nella provincia di Matera l’offerta di nuove abitazioni è più che raddoppiata (dalle 626 unità del 2005 alle 1.387 del 2007), alimentata anche dalla forte crescita regi-strata nel comune capoluogo. Ciò è avvenuto, tuttavia, nel contesto di un marcato ridimensionamento delle compravendite che, nel capoluogo, hanno accusato un calo di oltre il 10%.

67

Graf. 5.9 - Nuove costruzioni e compravendite diimmobili ad uso residenziale in provincia di Potenza

- variaz. % medie annue nel periodo 2005-2007 -

4,7

-10,4

6,64,8

4,05,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

totale comune di Potenza altri comuni

nuove costruzioni totale compravendite

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Graf. 5.10 - Nuove costruzioni e compravendite di immobili ad uso residenziale in provincia di Matera

- variaz. % medie annue nel periodo 2005-2007 -

48,9

34,7

51,2

-3,6

-10,6

-0,6

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

totale comune di Matera altri comuni

nuove costruzioni totale compravendite

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Da ultimo, è interessante osservare i dati relativi alle dimensioni delle abitazioni di nuova costruzione censite nel 2007 29. La tipologia più diffusa – in Basilicata come in Italia – è quella media, nella quale sono classificati gli immobili con una superficie compresa tra i 90 e i 130 mq., la cui incidenza relativa raggiunge il 36,4% a livello regionale ed il 32,0% a livello nazionale.

29 Le classi dimensionali delle abitazioni sono le seguenti:

- monolocali: fino 2,5 vani catastali (fino a 45-50 mq.) - piccola: da 2,5 a 4 vani catastali (45-70 mq.) - medio-piccola: da 4 a 5,5 vani catastali (70-90 mq.) - media: da 5,5 a 7 vani catastali (90-130 mq.) - grande: oltre 7 vani catastali (> 130 mq.)

68

Alle classi inferiori ai 90 mq. appartiene, invece, il 47,5% dei nuovi immobili: quota inferiore alla media italiana, pari al 49,1%. Si può quindi concludere che in Ba-silicata le dimensioni medie dei nuovi fabbricati residenziali sono relativamente più elevate, sebbene le tendenze dell’ultimo triennio segnalino un’incidenza via via mag-giore delle piccole e medio-piccole abitazioni (da 45 a 90 mq.).

Graf. 5.11 - Distribuzione % delle nuove unità abitative per tipologia dimensionale. Basilicata e Italia

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

monolocale piccola medio-piccola media grande

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

A livello territoriale (cfr. graf. 5.12), la provincia di Matera si caratterizza per una netta prevalenza di immobili di dimensioni inferiori ai 90 mq. (53,0% del totale delle nuove costruzioni realizzate nel 2007, contro il 47,0% della provincia di Potenza).

Inoltre, se nel materano si evidenzia una tendenza a costruire abitazioni di “ta-glio” minore (nel 2005 la loro quota non superava il 44,0%), di segno opposto è la tendenza nella provincia di Potenza, dove aumenta in misura relativamente maggiore l’offerta di immobili di medie e grandi dimensioni.

Graf. 5.12 - Distribuzione % delle nuove unità abitative per tipologia dimensionale nelle due province lucane

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

monolocale piccola medio-piccola media grande

Potenza Matera

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

69

LE TENDENZE DEI PREZZI DI VENDITA. La banca dati dell’Agenzia del Territorio contie-ne anche le quotazioni immobiliari relative a tutti i comuni italiani per le diverse tipo-logie edilizie nell’ambito delle destinazioni residenziale e non. Le quotazioni, il cui ag-giornamento avviene con cadenza semestrale, individuano un intervallo di valori, mi-nimo e massimo, per unità di superficie riferite ad unità immobiliari ordinarie, classi-ficate in una determinata tipologia edilizia e situate in un ambito territoriale omoge-neo (la zona OMI).

La tab. 5.4 riporta le quotazioni in Euro per mq. nei due capoluoghi lucani riferite alle sole tipologie residenziali presenti nelle zone centrali, semi-centrali e periferiche (le quotazioni sono state calcolate come media dei valori centrali degli intervalli) 30.

Il primo dato da rimarcare riguarda i livelli assoluti dei prezzi al mq. delle abita-zioni che, almeno nella media generale, mostrano una tendenziale convergenza nei due principali centri della regione: se nel 2006, infatti, le quotazioni risultavano più elevate a Potenza per circa 84 Euro, nel 2008 il differenziale si riduce a 19 Euro.

Scostamenti significativi si rilevano, tuttavia, a livello delle diverse zone urbane: nel comune di Potenza i costi delle abitazioni sono molto più elevati nella zona cen-trale e, in misura minore, nelle zone periferiche; per contro, il comune di Matera sconta quotazioni superiori degli immobili nelle zone semi-centrali.

II. 2006 I.2007 II. 2007 I. 2008 II. 2007 I. 2008

città di Potenza

zona centrale 1.850 1.913 2.000 2.033 8,1 6,3 zona semi-centrale 1.350 1.363 1.388 1.440 2,8 5,7 zona periferica 1.440 1.415 1.415 1.500 -1,7 6,0

media prezzi 1.568 1.593 1.638 1.689 4,5 6,0

città di Matera

zona centrale 1.769 1.770 1.770 1.865 0,1 5,4 zona semi-centrale 1.290 1.750 1.750 1.750 35,7 0,0 zona periferica 1.297 1.403 1.403 1.435 8,2 2,3

media prezzi 1.484 1.619 1.619 1.670 9,1 3,2

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

Tab. 5.5 - Quotazioni delle abitazioni civili nei comuni capoluogo per zone

variaz. % annueeuro per mq.

Il mercato delle compravendite nei due comuni capoluogo ha registrato, come vi-sto, andamenti fortemente differenziati negli ultimi anni, con una significativa flessio-ne degli scambi a Matera e una discreta espansione a Potenza. Nonostante ciò, i prezzi di vendita – tra il 2006 e il 2008 – sono aumentati in misura maggiore nel co-mune di Matera, evidenziando un incremento medio annuo del 4,0%, contro il 2,5% del capoluogo di regione. Nella prima metà del 2008, tuttavia, il quadro ha iniziato a modificarsi, con un rallentamento delle quotazioni a Matera (+3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e una crescita più pronunciata a Potenza (+6,0%).

30 Si sono considerate, in particolare, le abitazioni civili di edilizia non popolare.

70

4.2.2 IL MERCATO IMMOBILIARE COMMERCIALE

All’interno del mercato immobiliare commerciale il comparto più “movimentato” è quello dei magazzini, dove si concentra poco più del 70% delle compravendite com-plessive; seguono, in ordine di importanza, gli scambi relativi agli immobili destinati ad esercizi commerciali (circa il 20%), mentre le compravendite di immobili per uso ufficio rappresentano, mediamente, il 5% del totale.

Con riferimento ai trend, si può osservare come – nell’intero periodo 2000-2007 – la crescita maggiore del numero di transazioni abbia riguardato gli uffici (+4,9% in media per anno) ed i capannoni industriali (+5,2%). Si tratta, peraltro, anche dei comparti dove la flessione degli scambi, nell’ultimo anno e mezzo, è stata più marca-ta: già nel 2007, a fronte di una variazione complessiva del -1,0%, il calo delle com-pravendite di uffici raggiungeva il 13,3%, quelle di capannoni industriali il 42,6%.

Il comparto commerciale ha registrato, invece, un andamento relativamente mo-desto delle transazioni tra il 2000 e il 2007 (+1,8% l’incremento medio annuo), ac-cusando un regresso di oltre il 25% nella prima metà del 2008.

terziario commerciale produttivo(1) (2) (3)

2000 1.599 71 338 32 1.1572001 1.551 78 316 33 1.1242002 1.843 143 401 50 1.2482003 1.759 81 332 36 1.3092004 1.841 112 384 46 1.2982005 2.011 113 329 78 1.4912006 2.062 115 402 80 1.4632007 2.040 100 384 46 1.510

2008 (a) 838 33 149 12 644

2001 -3,0 8,7 -6,4 2,0 -2,8 2002 18,8 84,5 26,9 51,7 11,12003 -4,6 -43,3 -17,2 -28,1 4,92004 4,7 38,3 15,6 28,5 -0,8 2005 9,2 0,3 -14,3 68,7 14,82006 2,5 2,4 22,1 2,8 -1,8 2007 -1,0 -13,3 -4,6 -42,6 3,2

mediaperiodo

2008 (a) -18,8 -24,4 -25,5 -51,1 -15,7

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le var. % sono calcolate sullo

periodo del 2007)

(1) uffici, (2) negozi e centri commerciali, (3) industrie e capannoni

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

totale

Tab. 5.6 - Il mercato immobiliare commerciale- n° compravendite e variaz. % annue -

magazzini

numero di compravendite

variaz. % annue

3,5 4,9 1,8 5,2 3,9

71

Provincia Provincia totale Provincia Provincia totale

2000 1.006 592 1.5992001 1.076 475 1.551 6,9 -19,8 -3,0 2002 1.119 724 1.843 4,0 52,4 18,82003 1.164 595 1.759 4,0 -17,8 -4,6 2004 1.184 657 1.841 1,7 10,4 4,72005 1.251 760 2.011 5,6 15,7 9,22006 1.296 766 2.062 3,6 0,7 2,52007 1.381 659 2.040 6,6 -13,9 -1,0

mediaperiodo

2008 (a) 545 292 -16,2 -23,2 -18,8

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le variazioni % sono calcolate sullo

stesso periodo del 2007)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agenzia del Territorio

regione

3,5

n° compravendite variaz. % annue

Tab. 5.7 - Il mercato immobiliare commerciale nelle province lucane - n° compravendite e variaz. % annue -

4,6 1,5

Potenza Matera regione Potenza Matera

72

5. IL CREDITO NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI 5.1 IL MERCATO DEI MUTUI PER L’ACQUISTO DI IMMOBILI

Nel corso degli ultimi anni, i prestiti bancari per l’acquisto di immobili hanno evi-denziato una dinamica fortemente espansiva, in Basilicata come nel resto del Paese.

Dal 2000 al 2008, in particolare, le consistenze dei mutui immobiliari erogati nella regione sono passate da 338 a 764 milioni di Euro, con una crescita media annua del 10,7%, quasi 3 punti in meno, tuttavia, rispetto all’incremento registrato a livello na-zionale (15,0%).

Basilicata Italia Basilicata Italia

2000 338 99.7212001 373 112.945 10,2 13,32002 386 129.889 3,6 15,02003 407 145.300 5,3 11,92004 472 176.173 16,2 21,22005 568 209.320 20,3 18,82006 674 247.610 18,5 18,32007 747 271.200 10,9 9,52008 764 276.585 2,2 2,0

media

periodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

10,7 13,6

milioni di euro var. % annue

Tab. 5.1 - Mutui erogati per l'acquisto di immobili - consistenze a fine giugno -

Nello stesso periodo, il complesso dei prestiti oltre il breve termine è aumentato del 6,1%, in media per anno (da 2,4 a 3,9 miliardi di Euro). Se nel 2000 i mutui per l'acquisto di asset immobiliari rappresentavano, quindi, il 14,0% del mercato dei fi-nanziamenti a lunga scadenza, 8 anni dopo la loro quota sfiorava il 20%, dopo aver superato anche il 21% nel 2006 (cfr. graf. 5.2).

Graf. 5.1 - L'andamento dei mutui per l'acquisto di immobili e dei finanziamenti oltre il breve termine (numeri indici 2000=100)

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

mutui per l'acquisto di immobili tot. finanziamenti oltre il breve termine

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

73

Graf. 5.2 - Quota dei mutui per l'acquisto di immobili sul totaledei prestiti bancari oltre il breve termine

14,015,0

15,4 15,7

17,1

18,9

21,120,4

19,7

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Ancora più espansivo è risultato il trend dei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, il cui ammontare si attestava a 580 milioni di Euro nel 2008, pari al 76% circa dei mutui immobiliari complessivi: la crescita media annua ha rag-giunto, in questo caso, il 14,0% nel corso del decennio, contro il 15,0% rilevato a li-vello nazionale.

Basilicata Italia Basilicata Italia

2000 203 71.7782001 223 81.947 10,0 14,22002 224 94.656 0,4 15,52003 303 109.693 34,9 15,92004 363 138.087 20,0 25,92005 438 167.994 20,6 21,72006 521 197.282 19,1 17,42007 574 216.116 10,2 9,52008 580 219.298 1,0 1,5

media

periodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

Tab. 5.2 - Mutui erogati alle famiglie per l'acquistodi abitazioni (consistenze a fine giugno)

milioni di euro var. % annue

14,0 15,0

A favorire tale evoluzione ha certamente contribuito il fenomeno di convergenza dei tassi d'interesse nei Paesi europei dopo la creazione dell'Unione Monetaria. Per l’Italia l’adesione all'Euro ha significato una riduzione dei saggi d'interesse su livelli prossimi a quelli dei Paesi economicamente più virtuosi: se nel 1995 il tasso sui pre-stiti a medio-lungo termine per l'acquisto di immobili superava il 12%, 10 anni dopo si attestava su valori inferiori al 4%, rendendo così competitiva la rata del mutuo con i canoni d’affitto.

Peraltro, come più volte sottolineato dalla stessa Banca d’Italia, gli istituti di cre-dito del nostro Paese hanno continuato ad applicare tassi significativamente più ele-

74

vati rispetto alla media dell’area euro, con spread molto ampi rispetto ai tassi di rife-rimento 31.

Graf. 5.3 - Mutui per l'acquisto di immobili in Basilicata: consistenze - milioni di euro a fine giugno di ciascun anno -

0

100

200

300

400

500

600

700

800

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

mutui per acquisto abitazioni famiglie mutui per acquisto altri immobili

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

A partire dal 2007, tuttavia, il mercato dei mutui ha iniziato a mostrare un certo rallentamento (rispetto all’anno precedente i tassi di crescita hanno subito una dece-lerazione di 7,5 punti percentuali), per registrare quasi uno stop nel 2008, quando la variazione tendenziale delle consistenze si è fermata al +2,2% (+2,0% in Italia) e non è andata oltre il +1,0% nel caso dei mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazio-ni.

Il rallentamento è ancora più evidente se si considerano i flussi dei nuovi mutui erogati (cfr. tab. 5.3): nel 2007 sono state finanziate, in Basilicata, compravendite di immobili per 238 milioni di Euro contro i 244 milioni dell’anno precedente, con una flessione del 2,8%; nella prima metà del 2008, invece, l’arretramento è stato del 10,5%.

abitazione abitazionefamiglie famiglie

2002 148 1162003 150 114 1,7 -2,1 2004 161 120 7,1 5,52005 198 160 22,9 33,22006 244 193 23,4 20,42007 238 187 -2,8 -3,2

2008 (a) 113 85 -10,5 -9,6

(a) il dato 2008 è riferito al I semestre (le variazioni %

sono calcolate sullo stesso periodo del 2007)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

Tab. 5.3 - Flusso di mutui per l'acquisto di immobili in Basilicata

milioni di euro var. % annue

totale totale

31 Secondo le stime della Banca d’Italia, a marzo 2008, un finanziamento a tasso fisso nel nostro Paese costava mediamente lo 0,7% in più rispetto alla media dell’area Euro.

75

I dati relativi all’ultimo anno e mezzo, peraltro, risultano “enfatizzati” dal forte aumento del valore dei mutui di sostituzione: secondo una stima di Mutuionline a livello nazionale, le ricontrattazioni di mutui già esistenti hanno rappresentato il 20% circa del flusso di nuovi finanziamenti nel 2007 ed il 32% nel 2008; mentre nel 2006 questo tipo di operazioni costituiva il 2% del mercato 32. Si può ritenere, quindi, che la flessione della richiesta di mutui per l’acquisto di immobili sia stata molto più mar-cata di quella evidenziata dai dati aggregati dei flussi.

Il rallentamento del mercato dei mutui riflette essenzialmente il deterioramento della situazione economica e la crisi finanziaria che, da un lato, hanno frenato la do-manda di credito da parte delle famiglie, dall’altro, hanno determinato condizioni di offerta via via più sfavorevoli.

Circa quest’ultimo aspetto, il graf. 5.4 sintetizza l’andamento dello stock di mutui in Basilicata e dei tassi di interesse di riferimento dal 2000 al 2008 33.

Graf. 5.4 - Consistenze dei mutui erogati alle famiglie lucane per l'acquisto di abitazioni (milioni di euro) e tassi di interesse

150

250

350

450

550

650

mar-00

mar-01

mar-02

mar-03

mar-04

mar-05

mar-06

mar-07

mar-08

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

5,50

6,00

6,50

7,00

consistenze mutui (scala sx) tassi di interesse (scala dx)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Due le principali evidenze che si possono ricavare. La prima riguarda il tasso di interesse, che è aumentato rispetto ai minimi registrati nel 2005, ma il suo valore rimane ancora contenuto nel confronto con i primi anni del decennio. A fine 2007, in particolare, i livelli risultano pressoché allineati a quelli registrati in media nel 2002, ma nel frattempo i finanziamenti (in termini di stock) sono più che raddoppiati.

La seconda evidenza riguarda, invece, l’elasticità della domanda di mutui al tasso di interesse. Nonostante i ripetuti rialzi dei tassi, il mercato ha continuato a crescere a ritmi sostenuti fino a tutto il 2007, pur se in misura meno accentuata nel corso di quest’ultimo anno, evidenziando una frenata soltanto nel 2008, quando i tassi sono arrivati a sfiorare il 6% e più rigidi sono diventati i criteri adottati dagli istituti bancari per l’erogazione dei mutui (dall’aumento dei margini sui finanziamenti alla riduzione del rapporto fra il valore del prestito ipotecario e quello delle garanzie) 34.

32 Cfr. ANCE, Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, ottobre 2008. 33 Il tasso di interesse utilizzato sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione tra le erogazioni a tasso fisso e variabile (fonte: ABI, Monthly Outlook). 34 Cfr. Banca d’Italia, Bollettino Economico, n. 55, gennaio 2009.

76

Il peggioramento delle condizioni di offerta dei mutui, nel corso del 2008, ha avuto effetti negativi sia sulla sostenibilità delle rate per le famiglie che avevano già contratto un prestito (nel periodo di bassi tassi di interesse si sono stipulati quasi e-sclusivamente mutui a tasso variabile), sia sulla capacità di indebitamento per quelle interessate a sottoscriverne uno.

Ciò spiega la forte crescita delle domande di ricontrattazione dei mutui (i mutui di sostituzione hanno raggiunto, come visto, il 32% dei nuovi finanziamenti erogati nel 2008) e l’orientamento prevalente delle famiglie verso i mutui a tasso fisso che, se-condo l’Osservatorio di Mutuionline, costituivano – nell’ultimo biennio – il 74% circa dei nuovi prestiti a livello nazionale, mentre nel 2005 erano soltanto il 23% (cfr. graf. 5.5).

Graf. 5.5 - Distribuzione dei mutui erogati in Italia per tipo di tasso - valori % -

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

variabile fisso misto

Fonte: Mutuionline, settembre 2008

Va osservato, peraltro, che alla tendenziale stazionarietà dello stock dei mutui erogati nel 2008 ha contribuito anche la forte ripresa del ricorso alle operazioni di cartolarizzazione dei crediti da parte delle banche 35, “al netto” delle quali la crescita dei prestiti alle famiglie per l'acquisto dell'abitazione sarebbe stata più elevata. Ciò trova conferma nella consistente riduzione dell’ammontare delle sofferenze bancarie delle famiglie lucane 36, sceso bruscamente dai 224 milioni di giugno 2007 ai 123 mi-lioni di giugno 2008.

Considerando la serie storica delle sofferenze delle famiglie e dei mutui per l’acquisto di abitazioni (cfr. graf. 5.6), la forte espansione di quest’ultimi non sembra aver determinato un aumento significativo del grado di rischiosità del mercato, seb-bene nella fase di risalita dei tassi di interesse (nel biennio 2006-2007) i crediti inso-luti abbiano mostrato una lieve tendenza al rialzo.

Il problema è rappresentato, piuttosto, dall’elevato grado di insolvenza delle fa-miglie lucane (superiore di oltre 4 volte alla media nazionale), che costituisce di per sé un freno alle possibilità di crescita dell’offerta di finanziamenti (cfr. graf. 5.7).

35 Cfr. Banca d’Italia, Bollettino Economico n. 53, luglio 2008. 36 Il valore delle sofferenze delle famiglie consumatrici calcolato dalla Banca d'Italia fa riferimento non

solo ai mutui, ma anche ai crediti al consumo, allo stato dei conti correnti ed ai pagamenti con carte di credito.

77

Graf. 5.6 - L'andamento dei mutui per l'acquisto di abitazioni e delle sofferenze totali delle famiglie (numeri indici 2000=100)

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

sofferenze totali consistenze mutui

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Graf. 5.7 - Incidenza delle sofferenze sul credito concesso alle famiglie consumatrici (valori %)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Nonostante la forte espansione registrata negli ultimi anni, il mercato dei mutui

in Basilicata rimane di dimensioni molto limitate rispetto a quello nazionale, già di per sé “distante” da quello degli altri Paesi europei.

A livello regionale, in particolare, il valore dei mutui immobiliari rispetto al PIL è pari soltanto al 6,7%, a fronte di una media italiana del 18,7%; quest’ultima, tutta-via, è ben al di sotto della media dell’area euro, che sfiora il 50%, con “punte” molto elevate in Paesi come la Danimarca (100,8%), l’Olanda (98,4%) e il Regno Unito (70,1%).

Divari analogamente rilevanti, tra la Basilicata e l’Italia, si riscontrano nei valori dei mutui pro-capite, che superano di poco i 1.300 euro a livello regionale, mentre raggiungono i 4.750 euro nella media nazionale. In effetti, nella graduatoria regiona-le di tale indice, la Basilicata occupa l’ultima posizione (cfr. graf. 5.9).

78

Graf. 5.8 - Rapporto tra il valore dei mutui ipotecari e il PIL- anno 2006 (valori %) -

98,4

83,1

70,1

59,2 58,6 56,751,3

36,332,2 29,3

23,518,7

6,7

43,8

100,8

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Dan

imarca

Pae

si Bassi

Reg

no U

nito

Irlanda

Portogallo

Spag

na

Sve

zia

Germania

Finlandia

Belgio

Fran

cia

Grecia

Austria

Italia

Basilica

ta

USA (2005) = 71,2

UE 15 = 49,6

Fonte: ANCE, Banca d’Italia, ISTAT

Graf. 5.9 - Valore dei mutui immobiliari pro-capite in euro- anno 2007 -

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

Lombardia

Lazio

Emilia R.

Liguria

Toscan

a

Ven

eto

Piemonte

Trentino

March

e

Friuli

Valle d'Aosta

Umbria

Sardeg

na

Abruzzo

Sicilia

Puglia

Cam

pan

ia

Molise

Calab

ria

Basilica

ta

Italia = 4.753 euro

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

5.2 IL MERCATO DEI MUTUI PER GLI INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI

Le consistenze dei finanziamenti per gli investimenti nel settore delle costruzioni in Basilicata hanno raggiunto, a giugno 2008, i 690 milioni di euro, quasi il 40% in più dello stock registrato all’inizio del decennio.

Se si esclude l’anno 2003, quando i prestiti hanno accusato una forte frenata, il trend è risultato costantemente espansivo, ma con ritmi di crescita sempre molto al di sotto di quelli medi nazionali (cfr. graf. 5.10). Nell’intero periodo 2000-2008, in particolare, la variazione media annua dei finanziamenti ha superato di poco il +4%, mentre in Italia si è attestata al +8,6%.

79

Graf. 5.10 - L'andamento dei mutui per investimenti in costruzioni- numeri indici 2000=100 -

50,0

75,0

100,0

125,0

150,0

175,0

200,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Basilicata Italia

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Il comparto abitativo ha assorbito, nell’ultimo anno, il 46,4% dei finanziamenti complessivi erogati alle imprese (320 milioni di Euro); una quota pressoché analoga si è concentrata nel comparto non residenziale (47,0%), mentre soltanto il 6,6% dei prestiti è stato destinato alle imprese operanti nel settore delle opere pubbliche (cfr. graf. 5.11).

Dinamiche molto differenziate, sia nel “segno” che nell’intensità, hanno caratte-rizzato i tre comparti: a fronte di un tasso di crescita medio annuo del 15,5% del mercato dei mutui non residenziali, lo stock di finanziamenti per la realizzazione di nuove abitazioni è cresciuto soltanto del 3,0% nel corso del decennio, scontando un andamento piuttosto debole fino al 2005, parzialmente compensato da aumenti so-stenuti nel biennio 2006-2007. I prestiti alle imprese per la realizzazione di opere pubbliche hanno evidenziato, invece, un trend nel complesso negativo (-13,2% in media per anno), alternando periodi di espansione a forti battute d’arresto, cosicché la loro quota sul totale dei mutui per investimenti in costruzioni è scesa dal 28,4% del 2000 al 6,6% del 2008.

genio non resi- genio non resi-civile denziale civile denziale

2000 253 141 102 4962001 250 137 118 505 -1,3 -2,8 15,0 1,62002 252 118 146 516 0,9 -14,1 23,8 2,22003 236 42 131 410 -6,4 -63,8 -10,1 -20,5 2004 246 41 220 507 4,0 -2,4 67,8 23,82005 251 46 248 545 2,3 11,0 12,6 7,52006 273 47 281 600 8,5 3,0 13,2 10,22007 310 60 290 661 13,9 26,7 3,4 10,02008 320 45 324 690 3,2 -24,7 11,7 4,4

media

periodo

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

Tab. 5.4 - Mutui per investimenti in costruzioni in Basilicata- consistenze a fine giugno per settore di destinazione -

consistenze in milioni di Euro variazioni % annue

3,0 -13,2 15,5 4,2

abitativo totale abitativo totale

80

Graf. 5.11 - Mutui per gli investimenti in costruzioni- distribuzione % per settori di destinazione -

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

invest. in abitazioni invest. in opere del genio invest. in edilizia non resid.

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Graf. 5.12 - Andamento del mercato del credito per gli investimenti in costruzioni per singolo comparto (numeri indici 2000=100)

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

350,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

abitazioni genio civile edilizia non residenziale

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Analogamente a quanto rilevato per il mercato dei mutui per l’acquisto di immo-bili, il 2008 ha fatto registrare un marcato rallentamento dei finanziamenti oltre il breve termine alle imprese del settore, le cui consistenze sono aumentate del 4,4%, a fronte del +10,0% dell’anno precedente. Non sembra, tuttavia, esservi stata la stretta creditizia che forse si temeva: gli ultimi dati aggiornati al terzo trimestre 2008 segnalano, in effetti, una ripresa del trend di crescita ed anche i flussi di nuovi fi-nanziamenti hanno mostrato una dinamica discretamente espansiva.

81

ALLEGATO STATISTICO

82

INDICE DELLE TAVOLE

Tav. 1

Tav. 2

Tav. 3

Tav. 4

Tav. 5

Tav. 6

Tav. 7

Tav. 8

Tav. 9

Tav. 10

Tav. 11

Tav. 12

Tav. 13

Tav. 14

Tav. 15

Tav. 16

Tav. 17

Tav. 18

Tav. 19

Tav. 20

Tav. 21

Tav. 22

Tav. 23

Valore aggiunto per settori e PIL in Basilicata. 2000-2007

Unità di lavoro totali per settori in Basilicata. 2000-2007

La produttività del lavoro per settori in Basilicata. 2000-2007

Investimenti fissi per settori in Basilicata. 2000-2006

Retribuzioni lorde per lavoratore dipendente. 2000-2006

Imprese attive nel settore delle costruzioni in Basilicata. 2000-2008

Imprese attive nelle costruzioni in Provincia di Potenza. 2000-2008

Imprese attive nelle costruzioni in Provincia di Matera. 2000-2008

Imprese del settore delle costruzioni per periodo di costituzione

Permessi di costruire: fabbricati residenziali e relative abitazioni (numero e volumi autorizzati)

Permessi di costruire: fabbricati residenziali e relative abitazioni (numeri indici 2000=100)

Permessi di costruire: fabbricati non residenziali (numero e volumi autorizzati)

Permessi di costruire: fabbricati non residenziali (numeri indici 2000=100)

Permessi di costruire: fabbricati non residenziali secondo la destinazione d’uso (volumi autorizzati)

Permessi di costruire: fabbricati non residenziali secondo la destinazione d’uso (numeri indici 2000=100)

Numero di appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per categorie d’opera. 2000-2007

Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per categorie d’opera. 2000-2007

Importi medi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per categorie d’opera. 2000-2007

Appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata e relativi importi per classi di importo. 2000-2007

Appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata e relativi importi per tipologia di lavori. 2000-2007

Numero di appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante. 2000-2007

Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante. 2000-2007

Importi medi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante. 2000-2007

83

Tav. 24

Tav. 25

Tav. 26

Tav. 27

Tav. 28

Tav. 29

Numero di appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per procedura di scelta del contraente. 2000-2007

Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per procedura di scelta del contraente. 2000-2007

Importi medi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per procedura di scelta del contraente. 2000-2007

L’andamento del mercato immobiliare residenziale e non in Basilicata (numero di transazioni e indice di intensità del mercato

L’andamento del mercato immobiliare residenziale e non in Provincia di Potenza (numero di transazioni e indice di intensità del mercato

L’andamento del mercato immobiliare residenziale e non in Provincia di Matera (numero di transazioni e indice di intensità del mercato

84

industria tot. valoremanifatt. aggiunto

2000 591 1.488 5.164 7.993 8.8082001 615 1.519 5.168 7.984 8.7992002 587 1.451 5.255 7.977 8.8262003 635 1.351 5.201 7.845 8.7122004 710 1.301 5.264 8.027 8.8512005 632 1.208 5.335 7.916 8.7332006 710 1.202 5.508 8.140 8.9792007 (…) (…) 5.636 8.259 9.102

Fonte: ISTAT

PIL

Tav. 1 - Valore aggiunto per settori e PIL in Basilicata- milioni di Euro (valori concatenati - anno riferimento 2000) -

costruzioni servizi

industriamanifatt.

2000 19,9 39,2 126,4 219,52001 20,5 39,3 123,6 215,32002 20,2 39,4 128,7 219,12003 21,2 39,7 129,9 221,92004 22,4 37,0 129,4 219,62005 22,0 35,0 128,8 214,12006 23,5 34,2 133,9 218,92007 (…) (…) 135,8 218,7

Fonte: ISTAT

Tav. 2 - Unità di lavoro totali per settori in Basilicata

costruzioni servizi totale

- migliaia di unità -

industriamanifatt.

2000 29.704 37.967 40.857 36.4152001 31.614 39.808 43.301 38.4292002 32.026 38.824 43.949 38.9042003 34.747 36.519 44.493 39.1432004 38.907 38.384 46.692 41.3322005 36.350 37.685 49.008 42.5512006 39.026 38.460 49.508 43.4702007 (…) (…) 50.844 45.225

Fonte: ISTAT

Tav. 3 - La produttività del lavoro per settoriin Basilicata (euro correnti)

costruzioni servizi totale

85

industriamanifatt.

2000 165 573 1.292 2.4602001 188 407 1.323 2.4632002 109 481 1.310 2.2922003 192 556 1.373 2.5142004 167 676 1.282 2.5352005 100 707 1.356 2.5312006 172 (…) 1.310 2.502

(a) investimenti per branca proprietaria

Fonte: ISTAT

Tav. 4 - Investimenti fissi (a) per settori in Basilicata- milioni di euro (valori concatenati) -

costruzioni servizi totale

industriamanifatt.

2000 14.932 16.738 20.167 18.3662001 15.915 17.501 20.715 18.9702002 16.122 17.768 21.922 19.8072003 16.452 17.942 22.645 20.3032004 17.081 18.846 23.626 21.2212005 17.369 19.788 25.219 22.4792006 18.088 20.472 26.327 23.423

Fonte: ISTAT

Tav. 5 - Retribuzioni lorde per lavoratore dipendente - euro correnti -

costruzioni servizi totale

86

società società totale ditte altre di capitali di persone società individuali forme

2000 5.818 491 710 1.201 4.278 3392001 5.923 544 729 1.273 4.326 3242002 6.071 643 729 1.372 4.390 3092003 6.120 705 719 1.424 4.400 2962004 6.202 777 728 1.505 4.410 2872005 6.326 853 733 1.586 4.498 2422006 6.427 951 749 1.700 4.490 2372007 6.512 1.023 758 1.781 4.486 2452008 6.693 1.151 757 1.908 4.514 271

(a) stock a dicembre di ciascun anno

Fonte: Infocamere

totale

Tav. 6 - Imprese attive nel settore delle costruzioni in Basilicata- 2000-2008 (a) -

società società totale ditte altre di capitali di persone società individuali forme

2000 3.995 286 487 773 3.058 1642001 4.062 321 506 827 3.069 1662002 4.181 397 510 907 3.111 1632003 4.197 439 491 930 3.111 1562004 4.236 474 486 960 3.125 1512005 4.365 538 496 1.034 3.188 1432006 4.436 606 513 1.119 3.174 1432007 4.484 658 529 1.187 3.151 1462008 4.552 728 528 1.256 3.148 148

(a) stock a dicembre di ciascun anno

Fonte: Infocamere

Tav. 7 - Imprese attive nelle costruzioni in provincia di Potenza- 2000-2008 (a) -

totale

87

società società totale ditte altre di capitali di persone società individuali forme

2000 1.823 205 223 428 1.220 1752001 1.861 223 223 446 1.257 1582002 1.890 246 219 465 1.279 1462003 1.923 266 228 494 1.289 1402004 1.966 303 242 545 1.285 1362005 1.961 315 237 552 1.310 992006 1.991 345 236 581 1.316 942007 2.028 365 229 594 1.335 992008 2.141 423 229 652 1.366 123

(a) stock a dicembre di ciascun anno

Fonte: Infocamere

totale

Tav. 8 - Imprese attive nelle costruzioni in provincia di Matera- 2000-2008 (a) -

v.a. % % %

prima del 1970 121 1,8 1,3 1,3 dal 1970 al 1979 479 7,2 3,9 4,2 dal 1980 al 1989 1.447 21,6 15,9 12,5 dal 1990 al 1999 1.575 23,5 24,0 22,8 dal 2000 al 2002 909 13,6 13,8 13,7 dal 2003 al 2005 994 14,9 17,4 18,4 dal 2006 al 2008 1.168 17,5 23,7 27,1

totale imprese 6.693 100,0 100,0 100,0

Fonte: Infocamere

Basilicata Sud Italia

Tav. 9 - Imprese del settore delle costruzioni per periodo di costituzione (valori assoluti e %)

88

ampliam. totale nei fabbr. nei fabbr.

n° volume volume volume residenz. non resid.

Basilicata

2000 506 773 80 853 1.389 146 1.5352001 470 646 91 737 1.214 94 1.3082002 427 647 82 729 1.338 111 1.4492003 441 711 68 779 1.316 142 1.4582004 467 752 98 850 1.534 124 1.6582005 503 765 88 853 1.399 135 1.5342006 575 1.228 78 1.306 2.521 175 2.696

Provinciadi Potenza

2000 368 526 42 568 898 89 9872001 347 451 63 514 806 60 8662002 306 493 56 550 980 52 1.0322003 302 420 41 461 743 106 8492004 309 458 62 520 922 88 1.0102005 384 551 56 607 941 104 1.0452006 425 769 49 818 1.470 108 1.578

Provincia di Matera

2000 138 247 38 285 491 57 5482001 123 195 27 223 408 34 4422002 121 154 25 179 358 59 4172003 139 290 27 318 573 36 6092004 158 294 36 330 612 36 6482005 119 214 31 245 458 31 4892006 150 459 29 488 1.051 67 1.118

Fonte: ISTAT

totale

abitazioni (n°)

Tav. 10 - Permessi di costruire: fabbricati residenziali e relative abitazioni- n° di fabbricati e abitazioni e volumi autorizzati in migliaia di metri cubi -

nuova costruzione

fabbricati residenziali

89

ampliam. totale nei fabbr. nei fabbr.

n° volume volume volume residenz. non resid.

Basilicata

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 92,9 83,6 112,8 86,4 87,4 64,4 85,22002 84,4 83,8 101,8 85,5 96,3 76,0 94,42003 87,2 91,9 84,9 91,3 94,7 97,3 95,02004 92,3 97,3 122,5 99,6 110,4 84,9 108,02005 99,4 99,0 109,2 99,9 100,7 92,5 99,92006 113,6 158,9 97,8 153,1 181,5 119,9 175,6

Provinciadi Potenza

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 94,3 85,8 150,4 90,6 89,8 67,4 87,72002 83,2 93,9 134,6 96,9 109,1 58,4 104,62003 82,1 79,9 97,5 81,2 82,7 119,1 86,02004 84,0 87,1 148,6 91,7 102,7 98,9 102,32005 104,3 104,9 134,0 107,0 104,8 116,9 105,92006 115,5 146,3 117,6 144,2 163,7 121,3 159,9

Provincia di Matera

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 89,1 79,0 71,6 78,0 83,1 59,6 80,72002 87,7 62,3 66,0 62,8 72,9 103,5 76,12003 100,7 117,5 71,2 111,3 116,7 63,2 111,12004 114,5 118,8 93,9 115,5 124,6 63,2 118,22005 86,2 86,5 82,0 85,9 93,3 54,4 89,22006 108,7 185,6 76,1 170,9 214,1 117,5 204,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

nuova costruzionetotale

Tav. 11 - Permessi di costruire: fabbricati residenziali e relative abitazioni- numeri indici (2000=100) -

fabbricati residenziali abitazioni (n°)

90

ampliam. totale

n° volume volume volume

Basilicata

2000 637 1.734 192 1.9262001 612 1.397 89 1.4862002 472 1.445 247 1.6932003 470 1.722 169 1.8912004 454 1.290 339 1.6292005 375 1.395 197 1.5922006 374 1.085 232 1.317

Provinciadi Potenza

2000 437 1.016 130 1.1472001 438 782 43 8242002 343 867 149 1.0162003 336 1.171 93 1.2642004 351 808 209 1.0182005 291 1.094 143 1.2382006 265 686 170 856

Provincia di Matera

2000 200 718 62 7802001 174 615 46 6612002 129 578 98 6772003 134 551 76 6272004 103 482 130 6112005 84 301 54 3552006 109 399 62 461

Fonte: ISTAT

Tav. 12 - Permessi di costruire: fabbricati non residenziali- n° fabbricati e volumi autorizzati in migliaia di metri cubi -

fabbricati non residenziali

nuova costruzione

91

ampliam. totale

n° volume volume volume

Basilicata

2000 100,0 100,0 100,0 100,02001 96,1 80,6 46,1 77,12002 74,1 83,3 128,8 87,92003 73,8 99,3 88,0 98,22004 71,3 74,4 176,4 84,62005 58,9 80,4 102,7 82,72006 58,7 62,5 120,7 68,3

Provinciadi Potenza

2000 100,0 100,0 100,0 100,02001 100,2 76,9 32,6 71,92002 78,5 85,3 114,6 88,62003 76,9 115,2 71,6 110,22004 80,3 79,5 160,7 88,72005 66,6 107,7 110,1 107,92006 60,6 67,5 130,6 74,6

Provincia di Matera

2000 100,0 100,0 100,0 100,02001 87,0 85,7 74,4 84,82002 64,5 80,6 158,7 86,82003 67,0 76,8 122,3 80,42004 51,5 67,1 209,5 78,42005 42,0 41,9 87,0 45,52006 54,5 55,6 99,9 59,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

fabbricati non residenziali

nuova costruzione

Tav. 13 - Permessi di costruire: fabbricati non residenziali- numeri indici (2000=100) -

92

industria e commercioartigianato e turismo

Basilicata

2000 532 716 253 233 1.7342001 552 660 161 25 1.3972002 316 840 240 49 1.4452003 236 1.055 305 126 1.7222004 263 613 319 94 1.2902005 317 506 420 153 1.3952006 244 351 237 252 1.085

Provinciadi Potenza

2000 377 402 53 184 1.0162001 401 264 102 15 7822002 233 476 141 17 8672003 189 788 77 116 1.1712004 213 333 182 79 8082005 247 395 316 136 1.0942006 164 176 173 173 686

Provincia di Matera

2000 155 314 200 49 7182001 151 396 59 10 6152002 84 364 99 32 5782003 47 267 228 10 5512004 50 280 137 15 4822005 70 111 104 16 3012006 80 175 64 79 399

Fonte: ISTAT

agricoltura altro totale

Tav. 14 - Permessi di costruire: fabbricati non residenziali

- volumi autorizzati in migliaia di metri cubi - di nuova costruzione secondo la destinazione d'uso

93

industria e commercioartigianato e turismo

Basilicata

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 103,8 92,1 63,6 10,6 80,62002 59,5 117,4 94,6 21,1 83,32003 44,3 147,4 120,3 54,0 99,32004 49,5 85,7 125,9 40,5 74,42005 59,6 70,7 165,6 65,5 80,42006 45,9 49,1 93,6 108,2 62,5

Provinciadi Potenza

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 106,4 65,7 192,1 7,9 76,92002 61,7 118,5 265,1 9,2 85,32003 50,1 196,1 145,2 63,1 115,22004 56,6 82,9 343,2 42,9 79,52005 65,5 98,3 594,3 74,0 107,72006 43,4 43,8 325,4 94,0 67,5

Provincia di Matera

2000 100,0 100,0 100,0 100,0 100,02001 97,4 126,0 29,5 20,4 85,72002 54,0 115,9 49,4 65,7 80,62003 30,3 85,1 113,7 19,5 76,82004 32,1 89,2 68,3 31,3 67,12005 45,1 35,3 51,9 33,6 41,92006 51,8 55,8 32,1 162,0 55,6

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 15 - Permessi di costruire: fabbricati non residenziali di nuova costruzione secondo la destinazione d'uso

- numeri indici 2000=100 -

agricoltura altro totale

94

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Strade 85 86 72 164 79 96 54 65 Protezione ambiente, difesa suolo 27 21 27 34 54 22 14 31

Altra edilizia pubblica 23 34 17 9 16 9 1 13

Opere di urbanizzazione 16 12 10 20 25 11 6 13

Edilizia sanitaria 6 10 7 5 3 2 6 4

Edilizia sociale e scolastica 18 27 20 19 20 11 9 11

Beni culturali 7 31 23 13 15 5 5 14

Edilizia abitativa 11 16 20 5 22 7 2 1

Infrastrutture per attività industriali 4 4 5 10 3 4 5 2

Infrastrutture per l'agricoltura 6 1 2 2 3 1

Sport, spettacolo, turismo 4 8 11 9 10 5 6 11 Ferrovie 2 4 4 6 4 3 1

Altre infrastrutture di trasporto 5 1 1

Infrastrutture del settore energetico 2 2 1 3

Altre infrastrutture pubbliche 1 1 1 1

Telecomunicazioni e informatica 1

non classificabili 3 3 3 1 3

totale 213 256 217 300 260 180 112 176

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 16 - Numero di appalti di lavori pubblici di importo superiore a 150 mila Euro aggiudicati in Basilicata per categorie d'opera nel periodo 2000-2007 (a)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Strade 74.280 44.086 37.144 123.732 175.475 93.462 35.846 75.540 Protezione ambiente, difesa suolo 15.657 15.497 13.377 16.054 86.090 30.888 10.440 196.427

Altra edilizia pubblica 9.557 20.677 9.313 4.606 161.484 4.919 178 5.981

Opere di urbanizzazione 14.790 4.778 4.110 8.433 21.940 11.879 2.610 7.698

Edilizia sanitaria 2.738 7.344 9.604 4.913 593 517 1.647 43.206

Edilizia sociale e scolastica 9.228 7.896 7.467 9.008 10.152 7.580 7.407 7.632

Beni culturali 2.247 12.551 8.598 10.655 14.984 3.548 1.674 5.054

Edilizia abitativa 7.929 6.522 7.117 1.679 21.883 10.180 3.205 246

Infrastrutture per attività industriali 1.541 2.668 11.796 5.694 3.219 11.903 4.737 9.502

Infrastrutture per l'agricoltura 8.116 187 336 1.329 38.956 490

Sport, spettacolo, turismo 1.264 3.761 6.646 5.604 4.247 4.299 2.652 9.433 Ferrovie 1.128 1.373 1.545 4.870 2.911 1.451 726

Altre infrastrutture di trasporto 4.537 2.960 190

Infrastrutture del settore energetico 4.197 1.809 395 750

Altre infrastrutture pubbliche 205 190 193 522

Telecomunicazioni e informatica 404

non classificabili 1.241 880 1.323 707 2.127

totale 149.921 130.694 119.505 197.529 509.397 221.438 72.554 365.928

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 17 - Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per categorie d'opera - valori in migliaia di euro (a) -

95

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Strade 874 513 516 754 2.221 974 664 1.162 Protezione ambiente, difesa suolo 580 738 495 472 1.594 1.404 746 6.336

Altra edilizia pubblica 416 608 548 512 10.093 547 178 460

Opere di urbanizzazione 924 398 411 422 878 1.080 435 592

Edilizia sanitaria 456 734 1.372 983 198 259 275 10.802

Edilizia sociale e scolastica 513 292 373 474 508 689 823 694

Beni culturali 321 405 374 820 999 710 335 361

Edilizia abitativa 721 408 356 336 995 1.454 1.603 246

Infrastrutture per attività industriali 385 667 2.359 569 1.073 2.976 947 4.751

Infrastrutture per l'agricoltura 1.353 187 168 664 12.985 490

Sport, spettacolo, turismo 316 470 604 623 425 860 442 858 Ferrovie 564 343 386 812 728 484 726

Altre infrastrutture di trasporto 907 2.960 190

Infrastrutture del settore energetico 2.099 904 395 250

Altre infrastrutture pubbliche 205 190 193 522

Telecomunicazioni e informatica 404

non classificabili 414 293 441 707 709

totale 704 511 551 658 1.959 1.230 648 2.079

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

- valori in migliaia di euro (a) - Tav. 18 - Importi medi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per categorie d'opera

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

n° interventi

da 150 a 500 mila Euro 148 190 160 204 150 112 66 116 da 500 mila a 1 milione 31 42 34 54 51 30 30 29

da 1 a 5 milioni 30 23 21 41 50 28 15 23

da 5 a 15 milioni 4 1 2 4 7 1 4

oltre 15 milioni 1 5 3 4

totale 213 256 217 300 260 180 112 176

importi complessivi

da 150 a 500 mila Euro 37.635 49.762 40.521 56.017 40.900 33.542 19.934 30.491 da 500 mila a 1 milione 21.719 28.163 24.729 38.863 35.376 21.463 20.617 19.798

da 1 a 5 milioni 55.662 47.253 40.565 78.245 101.260 51.504 26.813 43.469

da 5 a 15 milioni 34.904 5.516 13.690 40.089 45.876 5.189 39.509

oltre 15 milioni 24.405 291.772 69.052 232.661

totale 149.921 130.694 119.505 197.529 509.397 221.438 72.554 365.928

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 19 - Appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata e relativi importi (in migliaia di Euro)per classi di importo nel periodo 2000-2007 (a)

96

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

n° interventi

Nuovi interventi 60 62 69 75 71 41 29 57 Interventi su esistente 121 148 108 200 174 134 79 110

Restauro di beni culturali 10 33 26 13 10 5 3 7

Interventi non classificabili 22 13 14 12 5 1 2

totale 213 256 217 300 260 180 112 176

importi complessivi

Nuovi interventi 60.466 49.593 40.541 67.867 55.773 75.506 21.401 132.408 Interventi su esistente 59.786 63.042 57.978 111.492 440.411 142.666 50.036 227.926

Restauro di beni culturali 6.500 12.900 11.667 10.766 9.270 3.267 928 2.049

Interventi non classificabili 23.169 5.159 9.320 7.404 3.943 189 3.545

totale 149.921 130.694 119.505 197.529 509.397 221.438 72.554 365.928

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 20 - Appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata e relativi importi (in migliaia di Euro)per tipologia di lavori nel periodo 2000-2007 (a)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Concessionari e imprese serv. pubblici 1 2 39 9 2 12

Comuni 82 87 60 82 77 45 36 74

Anas 35 48 46 130 52 41 6 22

Province 18 22 15 18 17 34 43 20

Regioni e comunità montane 18 9 20 22 12 16 5 18 Enti pubblici e aziende speciali 19 15 9 16 20 19 7 14

Aziende del servizio sanitario nazionale 7 8 6 5 3 2 6 5 Amministrazioni dello Stato 19 54 35 13 7 1 1 6

Istituti autonomi case popolari 10 12 20 4 22 4 1

Ferrovie 2 4 4 7 5 3 4

Poste SPA 1 1 2 1 3 Enti non classificabili 1 1 1 2 3 1 2 1

totale 213 256 217 300 260 180 112 176

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 21 - Numero di appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante (a)

97

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Concessionari e imprese serv. pubblici 11.604 832 213.124 30.506 2.882 120.704

Comuni 37.843 50.518 31.312 43.799 37.269 44.130 22.711 111.536

Anas 14.963 16.725 14.534 106.759 148.894 33.393 4.595 6.727

Province 24.848 10.711 8.871 6.742 23.814 40.203 25.695 31.977

Regioni e comunità montane 23.075 5.913 18.202 9.776 5.121 45.696 2.282 29.416 Enti pubblici e aziende speciali 18.031 13.399 11.503 8.310 44.188 14.881 6.484 9.905

Aziende del servizio sanitario nazionale 3.820 6.812 8.208 4.913 593 517 1.647 50.974 Amministrazioni dello Stato 7.655 21.186 17.084 12.640 5.781 156 244 1.354

Istituti autonomi case popolari 6.555 5.236 7.117 1.354 21.883 3.481 2.925

Ferrovie 1.128 1.373 1.545 5.299 5.393 1.451 3.144

Poste SPA 158 159 390 204 826 Enti non classificabili 242 194 1.142 468 3.227 2.257 1.637 190

totale 149.921 130.694 119.505 197.529 509.397 221.438 72.554 365.928

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 22 - Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante - valori in migliaia di euro (a) -

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Concessionari e imprese serv. pubblici 11.604 416 5.465 3.390 1.441 10.059

Comuni 462 581 522 534 484 981 631 1.507

Anas 428 348 316 821 2.863 814 766 306

Province 1.380 487 591 375 1.401 1.182 598 1.599

Regioni e comunità montane 1.282 657 910 444 427 2.856 456 1.634

Enti pubblici e aziende speciali 949 893 1.278 519 2.209 783 926 707

Aziende del servizio sanitario nazionale 546 852 1.368 983 198 259 275 10.195

Amministrazioni dello Stato 403 392 488 972 826 156 244 226

Istituti autonomi case popolari 655 436 356 339 995 870 2.925

Ferrovie 564 343 386 757 1.079 484 786

Poste SPA 158 159 195 204 275

Enti non classificabili 242 194 1.142 234 1.076 2.257 819 190

totale 704 511 551 658 1.959 1.230 648 2.079

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

- valori in migliaia di euro (a) - Tav. 23 - Importi medi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati in Basilicata per stazione appaltante

98

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

pubblico incanto 146 155 149 260 221 138 64 118

licitazione privata 53 42 38 25 17 13 6 5

licitazione privata semplificata 1 6 2 6 19 31 2

appalto concorso 1 1 1 1 3 2 2

trattativa privata 8 52 20 8 11 4 11 43 non classificati 4 6 3 4 2 4 6

totale 213 256 217 300 260 180 112 176

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 24 - Numero di appalti di lavori pubblici aggiudicati per procedura di scelta del contraente (a)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

pubblico incanto 84.497 75.513 72.055 142.396 315.420 141.669 46.483 301.545

licitazione privata 51.100 32.831 33.513 43.641 185.758 36.757 8.534 9.529

licitazione privata semplificata 158 2.871 361 1.574 7.632 13.049 391

appalto concorso 11.604 3.214 2.960 4.359 3.420 16.866 462

trattativa privata 1.551 18.058 6.617 5.834 2.754 1.778 4.488 50.967 non classificati 1.011 1.078 1.489 938 471 16.736 3.035

totale 149.921 130.694 119.505 197.529 509.397 221.438 72.554 365.928

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Tav. 25 - Importi degli appalti di lavori pubblici aggiudicati per procedura di scelta del contraente (a)- valori in migliaia di Euro -

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

pubblico incanto 579 487 484 548 1.427 1.027 726 2.555

licitazione privata 964 782 882 1.746 10.927 2.827 1.422 1.906

licitazione privata semplificata 158 478 181 262 402 421 196

appalto concorso 11.604 3.214 2.960 4.359 1.140 8.433 231

trattativa privata 194 347 331 729 250 444 408 1.185 non classificati 253 180 496 234 236 4.184 506

totale 704 511 551 658 1.959 1.230 648 2.079

(a) dati 2006 e 2007 parziali

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

- migliaia di Euro -Tav. 26 - Importi medi dei lavori pubblici aggiudicati per procedura di scelta del contraente (a)

99

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

settore residenziale

n° transazioni 4.894 4.595 5.334 5.230 5.003 5.504 5.703 5.650 indice di intensità 1,64 1,52 1,74 1,69 1,60 1,74 1,78 1,72

uffici

n° transazioni 71 78 143 81 112 113 115 100 indice di intensità 4,85 4,78 7,93 4,11 5,51 5,10 4,77 3,43

esercizi commerciali

n° transazioni 338 316 401 332 384 329 402 384 indice di intensità 1,54 1,40 1,73 1,40 1,58 1,33 1,57 1,40

magazzini

n° transazioni 1.157 1.124 1.248 1.309 1.298 1.491 1.463 1.510 indice di intensità 1,21 1,14 1,24 1,27 1,24 1,40 1,35 1,32

capannoni industriali

n° transazioni 32 33 50 36 46 78 80 46 indice di intensità 1,11 1,10 1,53 1,06 1,26 2,07 2,08 1,13

(a) rapporto tra il n° di transazioni e lo stock di immobili

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio del Mercato Immobiliare

Tav. 27 - L'andamento del mercato immobiliare residenziale e non in Basilicata- n° di transazioni e indice di intensità del mercato (a) -

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

settore residenziale

n° transazioni 2.818 2.882 3.190 3.205 3.035 3.163 3.323 3.476 indice di intensità 1,45 1,46 1,59 1,59 1,49 1,53 1,59 1,62

uffici

n° transazioni 17 21 63 43 85 56 49 67 indice di intensità 2,70 3,06 7,98 4,76 8,76 5,07 4,11 4,25

esercizi commerciali

n° transazioni 213 214 249 216 253 213 237 260 indice di intensità 1,48 1,44 1,62 1,37 1,56 1,28 1,38 1,42

magazzini

n° transazioni 753 813 773 880 815 927 959 1.018 indice di intensità 1,09 1,14 1,06 1,18 1,08 1,21 1,23 1,24

capannoni industriali

n° transazioni 24 28 34 25 31 54 50 37 indice di intensità 1,22 1,37 1,48 1,04 1,20 2,05 1,87 1,30

(a) rapporto tra il n° di transazioni e lo stock di immobili

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio del Mercato Immobiliare

Tav. 28 - L'andamento del mercato immobiliare residenziale e non in provincia di Potenza- n° di transazioni e indice di intensità del mercato (a) -

100

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

settore residenziale

n° transazioni 2.077 1.713 2.144 2.025 1.968 2.341 2.380 2.174 indice di intensità 1,98 1,62 2,01 1,88 1,81 2,14 2,14 1,90

uffici

n° transazioni 55 57 80 39 28 57 66 33 indice di intensità 6,38 6,03 7,90 3,57 2,58 5,13 5,41 2,41

esercizi commerciali

n° transazioni 125 102 153 116 131 116 165 124 indice di intensità 1,65 1,32 1,95 1,47 1,63 1,42 1,96 1,34

magazzini

n° transazioni 404 311 475 429 483 563 504 492 indice di intensità 1,53 1,15 1,71 1,51 1,66 1,90 1,66 1,50

capannoni industriali

n° transazioni 9 5 17 12 16 24 30 9 indice di intensità 0,90 0,52 1,65 1,09 1,40 2,11 2,54 0,74

(a) rapporto tra il n° di transazioni e lo stock di immobili

Fonte: ns. elaborazioni su dati Osservatorio del Mercato Immobiliare

Tav. 29 - L'andamento del mercato immobiliare residenziale e non in provincia di Matera- n° di transazioni e indice di intensità del mercato (a) -