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Teatro alla Scala Lunedì 11 aprile 2016, ore 20 Concerto sinfonico della Filarmonica della Scala Direttore Fabio Luisi Violino Sergej Krylov Main Partner Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio3 e in streaming video gratuito su www.filarmonica.it

ov i 0 Teatro alla Scala - artisticovarese.edu.it fileanfili (1979) e la linea chestra aganini (1782 - 1840) chestra o maestoso Andante, un poco sostenuto etto trauss (1864 - 1949)

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Teatro alla Scala

Lunedì 11 aprile 2016, ore 20

Concerto sinfonico della

Filarmonica della Scala

Direttore

Fabio LuisiV

iolino Sergej K

rylov

Main Partner

Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio3

e in streaming video gratuito su w

ww.filarm

onica.it

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Riccardo Panfili

(1979)

Oltre la linea, per grande orchestra

Niccolò Paganini

(1782 - 1840)

Concerto n. 5 in la m

inore per violino e orchestraA

llegro maestoso

Andante, un poco sostenuto

Rondo - A

ndantino quasi Allegretto

Richard Strauss

(1864 - 1949)

Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore, op. 16

Auf der Cam

pagna - Andante

Rom

s Ruinen - A

llegro molto e con brio

Am

Strande von Sorrent - Andantino

Neapolitanisches Volksleben - A

llegro molto

Siamo lieti di offrire ai nostri abbonati e a tutti

gli spettatori del concerto questo programm

ainteram

ente realizzato dalla Filarmonica della Scala

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Riccardo Panfili

Oltre la linea, per grande orchestra

Carlo Boccadoro

Il nome di Riccardo Panfili appare orm

ai da diverso tempo nei cartelloni delle stagioni concertistiche più

prestigiose, spesso eseguito da musicisti di fam

a internazionale. Il pubblico della Filarmonica della Scala

ha avuto modo di conoscere questo m

usicista grazie all’esecuzione che Antonio Pappano ha fatto l’anno scorso del suo vasto affresco sinfonico L’Aurora, probabilm

ente.Q

uesta volta a Panfili è stata affidata la com

missione che tutti gli anni la Filarm

onica riserva a un autore contem

poraneo (una tradizione iniziata diversi anni fa da Riccardo Muti).

Allievo tra gli altri di Ivan Vandor e Azio Corghi, Panfili si considera un discepolo spirituale di W

ans Wer-

ner Henze, di cui è stato per diversi anni l’assistente.

E proprio da Henze, uno dei grandissim

i del Novecento, Panfili ha acquisito sin dai prim

i lavori la stessa indipendenza di pensiero, che gli perm

ette di non seguire alcuna moda stilistica e di m

uoversi in un per-corso personale dove m

olti linguaggi differenti riescono a convivere con coerenza grazie a una sicurissima

tecnica di scrittura e a una capacità di virtuosismo orchestrale che ha pochi paragoni in Italia (e non solo).

La grande orchestra è il regno di Panfili: la possibilità di mescolare in m

odo sempre im

prevedibile le mi-

gliaia di colori diversi che la palette orchestrale offre oggi sembra essere per lui un’inesauribile fonte d’i-

spirazione. I suoi brani richiedono un grandissimo im

pegno sia al direttore che agli strumentisti, esplo-

rano le possibilità timbriche in m

aniera sempre diversa. M

olto importante nella produzione di Panfili (e

in generale in quella dei compositori delle ultim

e generazioni) è il recupero dell’idea di “figura musicale”

intesa in senso semiologico-linguistico. La chiarezza dei gesti m

usicali fornisce all’ascoltatore una mappa

sicura per orientarsi all’interno di un percorso variegato, spesso imprevedibile e sem

pre sorprendente. Q

uest’idea di riconoscibilità figurale, abbandonata da molti im

portanti autori dell’Avanguardia storica com

e Xenakis o Stockhausen, ma non da altri com

e Henze o Penderecki, viene rielaborata da Panfili

attraverso gesti di grande evidenza, che non temono di essere “espliciti” e caratterizzati da una grande

teatralità.O

ltre la linea, il brano presentato stasera, non fa eccezione e continua con sicurezza il percorso stilistico di Panfili, m

ettendo in campo un organico orchestrale di vastissim

e dimensioni che com

prende ben cinque W

illiam Turner

Rome from

Mount Aventine, 1836

Olio su tela

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8 percussionisti oltre a una nutritissima serie di ottoni e legni. D

al punto di vista formale il lavoro si presenta

come un Tem

a cui seguono dieci Variazioni, per un totale di quindici minuti circa.

L’essenzialità di ciascuna Variazione conferisce un passo “spedito” all’andamento della partitura, che con-

centra una quantità notevolissima di invenzioni tem

atiche, armoniche e orchestrali in uno spazio relati-

vamente breve.

Rispetto alle atmosfere m

agiche e sognanti di L’Aurora, probabilmente qui ci troviam

o in una dimensione

molto più nervosa e com

patta fin dal brevissimo tem

a iniziale, che appare contrappuntato da figure stac-cate, rapide e nervose, di tutta l’orchestra.Appaiono subito interventi ritm

ici framm

entati di carattere cupo e minaccioso realizzati da controfagot-

to, clarinetto basso, timpani e contrabbassi sopra cui si m

uovono inquieti interventi cromatici di viole

e violoncelli. Tutto pare instabile, ci si muove su un terreno che sem

bra dover crollare da un mom

ento all’altro e di colpo ci si trova proiettati nella Prim

a Variazione, che rafforza l’elemento ritm

ico in sedicesimi

affidandolo anche ai fagotti, m

entre gli oboi stagliano figure di terzine in fortissimo dal sapore tagliente.

A questa estrema m

obilità dei legni (si notino anche le sventagliate rapidissime dei clarinetti) si sovrappone

un elemento più statico degli ottoni, che ora contrappuntano con secchi accordi om

oritmici, cui si unisce

anche la percussione.L’operazione di ‘consolidam

ento’ delle figure musicali prosegue anche nella Seconda Variazione, dove ar-

chi, nel registro medio grave, e ottoni sem

brano voler trattenere l’energia cinetica che Panfili ha dispiegato fin dalle prim

e battute, viole e violini cominciano a disegnare le prim

e figure di carattere melodico m

a in m

odo non invadente, pianissimo, quasi sussurrando. Su questa intelaiatura m

elodica, arpa e percussioni intonate disegnano figure rapidissim

e e ritmicam

ente indipendenti dagli altri, quasi piccoli fuochi che si accendono in questa atm

osfera ancora in divenire.Ben presto tutta l’orchestra si rim

ette in movim

ento, giungendo a una sezione denominata Più allegro: vor-

ticose scale di legni, accompagnate da glissandi di arpa spingono verso l’alto le figure di riferim

ento, mentre

appare ormai chiaro il dialogo continuo tra intere sezioni dell’orchestra. Le figure ritm

iche e scandite di archi e ottoni della Terza Variazione intrecciano una conversazione con le figurazioni liquide e sfuggenti

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dei legni. Gli archi sem

brano accumulare sem

pre più tensione coinvolgendo progressivamente tutti gli altri

e giungendo a un massim

o che sembra esplodere proprio prim

a della Quarta Variazione, intitolata Corteo.

Dal carattere più solenne e cerim

oniale (non a caso), qui troviamo l’intera com

pagine orchestrale impegnata

in figure di carattere discendente che si muovono a velocità diversa, con un carattere decisam

ente malin-

conico e di forte espressività. Ma si tratta solo di un m

omento perchè figure rapide e staccatissim

e inizial-m

ente affidate ai soli clarinetti progressivam

ente si propagano in tutti il tessuto orchestrale, costringendo l’orchestra a una nuova serie di salti e contorsioni di grandissim

o virtuosismo, cui si aggiungono esplosioni

degli ottoni tanto improvvise quanto effi

caci. Imm

ediatamente veniam

o trasportati, con un montaggio di

materiali che non è azzardato definire cinem

atografico, nella Quinta Variazione intitolata In D

er Nacht.

Com

e il titolo spiega si tratta chiaramente di un m

isterioso Notturno, dove la precedente opulenza di

colori si stempera in un’atm

osfera da Klangfarbenm

elodie schönberghiana dalle sfumature delicatissim

e (ascoltate gli arm

onici dei primi violini con l’im

palpabile baluginare delle percussioni metalliche w

ind chim

es e i fruscii delle maracas). Sem

briamo tornati nelle m

isteriose, alchemiche atm

osfere del L’Aurora probabilm

ente ma Panfili ci dà appena il tem

po di assaporarne la dolcezza che subito tutto viene spazzato via dalla ripresa del Tem

a e delle sue figurazioni mordenti e ritm

iche. L’andamento scoppiettante di que-

sta Sesta Variazione è una corsa a rotta di collo, con figure guizzanti di legni e ottoni sopra un tappeto inesausto di percussioni che sem

brano voler mettere le ali all’orchestra scatenandola in un ballo sfrenato;

non a caso la Variazione che segue porta il sottotitolo Danzando.

La teatralità musicale di Panfili cui si accennava in precedenza trova in questa sezione della partitura un

perfetto compim

ento. Ogni sezione di strum

enti incarna un personaggio che a gran velocità fa il suo in-gresso sul palcoscenico e altrettanto rapidam

ente ne esce per lasciare il posto ad altri personaggi ancora. Siam

o ben lontani però da qualsiasi descrittivismo m

usicale. La musica di Panfili m

antiene sempre una

componente ben precisa di astrazione e com

plessità, senza quei facili amm

iccamenti oggi m

olto in voga tra diversi com

positori.Le variazioni Settim

a, Ottava e N

ona sono tutte unite fra loro da questo carattere di danza senza freno, che raggiunge sonorità quasi orgiastiche e continua ad accum

ulare, in modo quasi insostenibile, la tensione

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10 musicale, culm

inando finalmente nella sezione intitolata G

randioso (Corale) dove le perorazioni solenni e

monum

entali di legni e ottoni vengono contrastate da scale rapidissime di tutti gli archi.

Solo nelle ultimissim

e battute l’orchestra raggiunge finalmente l’unitarietà ritm

ica, suonando figurazioni m

artellanti in omoritm

ia e portando a uno spettacolare crescendo finale, in grado di far risplendere tutta l’orchestra di una luce abbagliante.

Riccardo Panfili

Oltre la linea, per grande orchestra

Anno di com

posizione: 2016, comm

issione Filarmonica della Scala

Dedicatario: C

lemens W

olkenPrim

a esecuzione: 11 aprile 2016, Teatro alla Scala, Milano,

Filarmonica della Scala diretta da Fabio Luisi.

Organico: ottavino, tre flauti, due oboi, corno inglese, un clarinetto, clarinetto

piccolo, clarinetto basso, clarinetto contrabbasso, due fagotti, controfagotto; quattro corni, quattro trom

be, tre tromboni, una tuba; percussioni; tim

pani; arpa; archi D

urata: 15 minuti

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11

Niccolò Paganini

Concerto n. 5 in la m

inore per violino e orchestra C

arlo Boccadoro

L’opera di Niccolò Paganini è di fondam

entale importanza dal punto di vista dello sviluppo della tecnica strum

entale del violino, di cui fu com

e sappiamo insuperato esecutore. La continua esplorazione di tecniche virtuosistiche assoluta -

mente inaudite per l’epoca (che ancora oggi danno parecchio filo da torcere agli esecutori) spingono lo strum

ento oltre i lim

iti di ciò che fino a quel mom

ento era considerato eseguibile, estendendone le capacità attraverso una scrittura m

obilissima che si proietta in registri acuti e non lesina passaggi di diffi

coltà sovrumana m

ediante l’uso delle corde dop -pie, con vorticosi m

ovimenti di terze, seste e ottave lungo tutta l’estensione dello strum

ento e mom

enti che richiedono alternanze di arco e pizzicato velocissim

i, senza dimenticare un uso avveniristico degli arm

onici, di tecniche inusuali dell’arco e m

olto altro ancora.A questa originalità d’im

pianto strumentale non corrisponde certam

ente un’equivalente novità dal punto di vista della sostanza m

usicale vera e propria. I lavori di Paganini si muovono in am

biti melodico/arm

onici del tutto convenzionali, dove è im

mediatam

ente percepibile l’influenza del linguaggio appartenente al melodram

ma di Bellini e D

onizetti (senza però averne la genialità tem

atica), abbracciando anche dal punto di vista formale le convenzioni tipiche della

sua epoca.In alcuni lavori, com

e il Quarto Concerto per violino e orchestra, sem

bra far capolino l’influenza di Beethoven, ma si

tratta di rare eccezioni; generalmente Paganini non esce m

ai dai binari del consueto. Pochissimo o nullo interesse è

dedicato dal compositore genovese alla parte orchestrale, che ha la sem

plice funzione di supporto alle stratosferiche esibizioni virtuosistiche del violino solista.Luciano Berio, nella sua celebre intervista con Rossana D

almonte del 1981, dichiara il suo am

ore per l’opera di Pagani -ni m

a allo stesso tempo m

ette bene in luce come nel caso di questo com

positore “le preoccupazioni tecniche e gli stereotipi esecutivi hanno spesso il sopravvento sull’idea”.N

on bisogna cercare dunque in questi lavori le bizzarrìe armoniche e di orchestrazione del suo am

ico Hector Berlioz

(che pure Paganini amm

irava) quanto concentrare la propria attenzione sulle meraviglie della parte strum

entale solista.N

el caso del Quinto Concerto per Violino in la m

inore la partitura originale, composta presum

ibilmente intorno al 1830,

è andata completam

ente perduta ed è rimasta unicam

ente quella del solista assieme a una riduzione pianistica (peraltro

incompleta anch’essa).

Questo ha fatto sì che il Concerto rim

anesse ineseguito per decenni dopo le sue prime apparizioni sulla scena: bisogna

aspettare la seconda metà del Ventesim

o secolo, precisamente il 1958, quando il com

positore Federico Mom

pellio ten -

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12 tò una ricostruzione della partitura basandosi sui framm

enti incompiuti. Saggiam

ente Mom

pellio non tentò di “mi-

gliorare” o abbellire in alcun modo la spartana scrittura orchestrale di Paganini, lim

itandosi al minim

o indispensabile senza cercare m

ai di rivaleggiare con il violino solista il quale, dopo l’introduzione iniziale che ricorda in certi passaggi arm

onici l’ultimo Rossini del G

uglielmo Tell, prende possesso della scena e non lascia più la presa.

La tradizionale forma-sonata di questo m

ovimento divide i propri spunti tem

atici tra un primo m

otivo di carattere “eroico” e un secondo decisam

ente più cantabile dove lo spettro di Bellini fa più volte un’apparizione. Rispetto ad altri Concerti paganiniani, l’elaborazione tem

atica qui è decisamente più am

pia (così come la durata stessa del m

ovimento)

e Paganini sembra interessato a sviluppare il discorso m

usicale più ampio possibile a partire da nuclei m

elodici di pic -cole dim

ensioni. Il successivo Andante è decisamente il più banale dal punto di vista arm

onico, con progressioni assai prudenti e prevedibilissim

e che tuttavia non inficiano la bellezza del canto principale violinistico, sempre di grande

intensità e forza comunicativa. D

ifficile im

maginare com

e Paganini debba aver orchestrato originariamente questo

movim

ento, che rispetto ad altri suoi Adagi si segnala per l’essenzialità delle figure che ben si presterebbero a un dialo -go m

aggiormente contrappuntistico con l’orchestra. La versione di M

ompellio non fa alcun tentativo di sviluppare il

discorso in questo senso, accennando appena qualche “risposta” tra il solista e i fiati.Si term

ina con uno spensierato Rondò il cui tema popolareggiante, dal carattere ritm

ico e danzante, fornisce la rampa di

lancio per le instancabili piroette del solista, impegnato in passaggi di diffi

coltà micidiale, in particolare quelli a terzine

velocissime dopo pochi m

inuti dall’inizio e quelli in cui il violino esegue simultaneam

ente passaggi melodici e trem

oli (una tecnica che si ritrova anche nei celeberrim

i Capricci per violino solo). Il discorso fluisce senza particolari scossoni dram

matici concludendo su una serie di scale ascendenti velocissim

e che assicurano a questo Concerto un finale di sicuro effetto.

Niccolò Paganini

Concerto n. 5 in la m

inore per violino e orchestraA

nno di composizione: partitura originale 1830, orchestrazione di M

ompellio 1958

Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; due corni, due trom

be, tre trom

boni; timpani; percussioni; archi

Durata: 30 m

inuti

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Con questa com

posizione il ventiduenne Richard Strauss esordisce sul terreno della musica a program

ma e si

ricollega alla tradizione già seguita da Liszt e Berlioz, dopo aver scritto diverse composizioni da cam

era che, pur rispettose delle form

e tradizionali, hanno consentito al giovane autore di “farsi le ossa” per poi indirizzare le sue energie verso l’orizzonte sinfonico. Aus Italien viene preceduta dalla più nota Burleske per pianoforte e orchestra dove, nascosto tra rispettosi om

aggi a Brahms, salta fuori tutto il gusto paradossale e l’um

orismo di

Strauss.In questa vasta Aus Italien, frutto del prim

o viaggio in Italia che proprio Brahms gli consigliò di intraprendere,

il musicista porta nella m

usica qualche profumo della nostalgia rom

antica tedesca concedendo però ampio

spazio a una vena di natura illustrativa, almeno nelle intenzioni iniziali.

Con quest’opera strabordante di colori orchestrali, già segnata da una padronanza del m

ezzo orchestrale e da un virtuosism

o di scrittura incredibili per un compositore così giovane, Strauss si apre la via verso il poem

a sinfonico, di cui il D

on Giovanni costituirà qualche anno più tardi la tappa significativa.

L’intenzione poetica da cui il primo m

ovimento prende il titolo, La cam

pagna romana, induce il com

positore ad aprire la sinfonia con un Andante di carattere lirico.L’esordio, con il prolungarsi di arm

onie sospese tra tonalità maggiori e m

inori, e il continuo ripetersi di un accordo possono suggerire l’im

pressione di un paesaggio misterioso e disabitato. Più diffi

cile, invece, trovare una connessione diretta con il program

ma descrittivo fornito agli ascoltatori da Strauss in occasione della

prima esecuzione. N

onostante le buone intenzioni giovanili dell’autore, gli sviluppi dei temi hanno un valore

autosufficiente e non strettam

ente aderente alle parole. Il brano risulta costruito con numerose frasi m

elodiche e incipit tem

atici diversi, legati a stretto contatto tra loro e spesso sovrapposti in maniera assai com

plessa. In particolare la densità di articolazione e rielaborazione tem

atica del secondo movim

ento Tra le rovine di Roma,

dalla durata di vaste dimensioni, continua il proprio intrecciato discorso tem

atico/contrappuntistico in totale autonom

ia da qualsiasi suggestione di imm

agine.Per contrasto il terzo m

ovimento Sulla riviera di Sorrento è il brano più “pittorico” dell’intera partitura. Il m

o-tivo iniziale, ispirato al m

ovimento del m

are, dà vita a una musica dai contorni quasi inafferabili, dalle sottili

ondulazioni melodiche, che non esita a utilizzare tutti gli strum

enti coloristici a sua disposizione per ottenere il

Richard Strauss

Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore op. 16

Carlo Boccadoro

William

Collins

The Caves of U

lysses at Sorrento, N

aples, 1843O

lio su tela

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16 massim

o effetto illustrativo, in certi mom

enti quasi da cartolina. Se da un lato in questa pagina Strauss sembra

anticipare gli arabeschi orchestrali che ritroveremo successivam

ente in molte altre sue partitura anche teatrali,

da un altro sembra rivisitare a suo m

odo suggestioni quasi derivate dall’impressionism

o, in particolare durante un m

ovimento di siciliana che vede protagonista la voce dell’oboe, im

pegnata a intonare un canto dalle figu-razioni m

elodiche maggiorm

ente scolpite. La parte conclusiva riporta elementi dell’esordio, oltre a presentare

una ricapitolazione di tutto il materiale.

Anche il finale Vita popolare napoletana cerca subito l’identificazione illustrativa attraverso un ritmo di ta-

rantella e l’utilizzo della canzoner Funiculì funiculà. Strauss credeva che questo fosse un brano popolare di dom

inio pubblico, mentre in realtà era stato com

posto nel 1880 dal musicista Luigi Zenda che, appena seppe

dell’inserimento del suo brano nella partitura di Strauss, gli fece subito causa (naturalm

ente vincendola).Accanto al celebre m

otivetto napoletano Strauss fa ballare altri motivi di sua invenzione, tutti caratterizzati da

un ritmo frenetico, scattante, che invita subito alla danza e attraverso un’orchestrazione che definire spettaco-

lare è poco, riesce a raggiungere un effetto finale di brillantezza e maestria assolute.

Giudicata negativam

ente dalla critica alla prima esecuzione (e anche da parte del pubblico), questa partitura

è relativamente trascurata rispetto ad altri capolavori orchestrali straussiani m

a con il passare degli anni molti

direttori d’orchestra l’hanno rivalutata aiutandola a prendere posto, seppur in ritardo rispetto a molte altre sue

consorelle, nel repertorio sinfonico.

Richard Strauss

Aus Italien, fantasia sinfonica in sol maggiore, op. 16

Anno di com

posizione: 1898Prim

a esecuzione: Francoforte, Saalbau, 3 Marzo 1899

Organico: ottavino, due flauti, due oboi, corno inglese, due clarinetti, tre

fagotti, controfagotto; quattro corni, due trombe, tre trom

boni; timpani;

percussioni; arpa, archiD

urata: 47 minuti

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18 1979 N

asce a Buonacquisto, una piccola frazione in provincia di Terni, imm

ersa nell’Appennino umbro. Il padre è operaio nel

polo chimico ternano, la m

adre casalinga. 2006

Vince il Concorso Internazionale di com

posizione indetto dall’Accademia N

azionale di Santa Cecilia di Rom

a, con il brano per O

rchestra Danzario.

2008 Vince il Secondo Prem

io al Concorso Internazionale di C

omposizione “H

enry Dutilleux” (Tours, Francia), presidente della

giuria lo stesso Henry D

utilleux, con la composizione I Falsari di Velazquez; il Terzo Prem

io al Concorso Internazionale di

Com

posizione “Egidio Carella” (presidente di giuria Ivan Fedele) e il C

oncorso Internazionale di Com

posizione Taukay (presidente di giuria M

ichele dall’Ongaro).

2009 Il 7-9-10 febbraio l’O

rchestra dell’Accademia N

azionale di Santa Cecilia diretta da Sir Antonio Pappano esegue in prim

a m

ondiale il brano Danzario. A seguire la tournée nel Festival di m

usica delle Canarie, con esecuzioni a Tenerife e Las Palm

as.

L’incontro con Antonio Pappano rappresenta per Panfili un mom

ento cruciale del suo sviluppo artistico, divenendo nel corso degli anni un insostituibile punto di riferim

ento umano e m

usicale.2011

Vince il Concorso internazionale “A C

amillo Togni”, con il brano À bout de souffl

e per quartetto d’archi e clarinetto. Vince il Prem

io Play.it.

Nello stesso anno H

ans Werner H

enze lo sceglie come suo assistente m

usicale, ruolo che ricoprirà fino alla morte del M

ae-stro (ottobre 2012). Per il com

positore umbro rappresenta una delle esperienze um

ane più rilevanti e significative della sua vita e l’esperienza m

usicale di gran lunga più importante per gli sviluppi della sua attività com

positiva. 2012

A febbraio prima esecuzione, al Teatro O

limpico di Rom

a, di Frecciarotta, su libretto di Sandro Cappelletto, com

missione

dell’Accademia Filarm

onica Romana. Vince il Prem

io “Nino C

arloni”.2013

Su richiesta di Alessio Allegrini scrive Out... per corno e archi che viene eseguito dalla K

amm

erakademie Potsdam

diretta da Antonello M

anacorda, con Alessio Allegrini al corno. Inizia la collaborazione con il cornista e direttore d’orchestra e con la H

uman Rights O

rchestra, ideata e fondata dallo stesso Allegrini.

La “Hans W

erner Henze Stiftung” assegna a Panfili la prim

a borsa di studio della neonata Fondazione. La Decca pubblica

il cd Invenzioni con Alessandro Carbonare e Tetraktis Percussioni, contenente il brano F for fake.

2014 Ad Aprile, prim

a esecuzione de L’Aurora probabilmente, com

missione della Scala di M

ilano, con l’orchestra della Filarmoni-

ca della Scala diretta da Antonio Pappano, ripreso nell’aprile 2016 nella stagione dell’Accademia N

azionale di S. Cecilia.

Tra i prossim

i impegni: a settem

bre 2016 la prima a N

orimberga dell’opera da cam

era Antigone, su libretto del regista e dram

maturgo M

ichael Kerstan; un nuovo pezzo per orchestra, per la stagione 2017-2018, com

missione del M

aggio Musi-

cale Fiorentino.

Riccardo Panfili

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19

1782 N

asce a Genova da una m

odesta famiglia. Il padre gli insegna le prim

e nozioni di musica sul m

andolino e, in seguito, lo indirizza allo studio del violino. Paganini è spesso considerato un autodidatta, poiché non si ricorda un particolare m

aestro responsabile della sua form

azione.1795

A 12 anni esegue alcune sue variazioni per chitarra e violino nel teatro di Sant’Agostino. 1796

A Parma si am

mala di polm

onite ed è costretto a un periodo di riposo nella casa paterna a Romairone, dove studia su un

violino costruito dal Guarneri. Seguono dei concerti nell’Italia settentrionale e in Toscana.

1801 A 19 anni interrom

pe la propria attività di concertista e si dedica per qualche tempo all’agricoltura e allo studio della chitarra.

1805 D

opo essere tornato a Genova per un breve periodo, accetta a Lucca il posto di prim

o violino solista alla corte della princi-pessa di Lucca Elisa Bonaparte Baciocchi.

1813 Viene particolarm

ente apprezzata la sua esibizione al Teatro Carcano, la sua fam

a cresce in tutt’Italia. 1816

Conosce G

ioachino Rossini e Louis Spohr. 1825

È a Palermo, dove nasce suo figlio Achille.

1828 Viene invitato a Vienna, dove l’im

peratore Francesco II lo nomina suo virtuoso di cam

era.1830

Conclude la com

posizione dei suoi sei concerti per violino e orchestra.1832

Ritornato a Genova, inizia la com

posizione dei famosi C

apricci per violino. 1834

Si manifestano i sintom

i della malattia polm

onare che gli sarà fatale. La malattia, che gli provocava violenti accessi di tosse,

ostacola progressivamente la sua carriera concertistica.

1840 Paganini m

uore il 27 maggio a N

izza. È sepolto nel cimitero della Villetta di Parm

a.

Niccolò Paganini

Page 13: ov i 0 Teatro alla Scala - artisticovarese.edu.it fileanfili (1979) e la linea chestra aganini (1782 - 1840) chestra o maestoso Andante, un poco sostenuto etto trauss (1864 - 1949)

20 1864 Richard Strauss nasce a M

onaco di Baviera. E’ il primo figlio di Franz Joseph Strauss, prim

o corno alla Hofoper di M

onaco. A quattro anni prende lezioni di pianoforte da August Tom

bo e a otto studia il violino con Benno Walter, direttore dell’O

r-chestra di C

orte. 1880

Il suo Quartetto per archi in La è eseguito a M

onaco di Baviera.1881

Herm

ann Levi dirige la sua Sinfonia in Re minore.

1885 Incontra H

ans von Bülow, direttore dell’Orchestra di C

orte di Meiningeni: egli esegue a Berlino la Serenata per 13 strum

en-ti a fiato e lo nom

ina suo assistente. 1886

Assume l’incarico di terzo direttore dell’O

pera di Corte di M

onaco. Com

pone il suo primo poem

a sinfonico, Aus Italien, ispirato al suo prim

o viaggio in Italia.1888

Incontra, e se ne innamora, il soprano Pauline de Ahna.

1889 Viene nom

inato maestro di cappella presso il Teatro di C

orte di Weim

ar, incarico che conserverà fino al 1894. Sono gli anni dei più celebri poem

i sinfonici: Macbeth, D

on Juan, Tod und Verklärung, Till Eulenspiegels lustige Streiche.1892

Strauss si amm

ala e passa l’inverno al Cairo, dove com

pleta la musica per l’opera G

untram.

1894 La prim

a dell’opera viene diretta a Weim

ar, con Pauline nel ruolo della protagonista Freihild. Richard e Pauline si sposano lo stesso anno e per le nozze Richard regala alla sposa i quattro bellissim

i Lieder op.27: Morgen, Cäcilie, Ruhe, m

eine Seele e H

eimliche Aufforderung.

1895 Strauss è richiam

ato a Monaco com

e primo direttore e intraprende varie tournée in Europa. A questo periodo risalgono Also

sprach Zarathustra (1896), Don Q

uixote (1897) e Ein Heldenleben (1898)

1905 Salom

e, opera in un atto, eseguita a Dresda. Seguono Elektra (1909 e D

er Rosenkavalier (1911).1919

Strauss accetta l’incarico di direttore dello Staatsoper di Vienna, dove dirige la prima rappresentazione di D

ie Frau ohne Schatten.

1931 D

opo la morte di H

ofmannsthal, Strauss inizia a collaborare con il rom

anziere e biografo Stefan Zweig, che gli presenta un adattam

ento da Epicene o La donna silenziosa di Ben Jonson (Die schweigsam

e Frau). 1933

Durante il periodo nazista, subisce m

olte accuse a causa della sua collaborazione con l’ebreo Zweig e decide comunque di

rimanere in G

ermania.

1937 Ancora convalescente da una m

alattia, Strauss completa D

aphne a Taormina.

1944 Si svolgono a Vienna le celebrazioni per l’ottantesim

o compleanno del com

positore. A Salisburgo, Die Liebe der D

anae arriva solo alla prova generale, a causa della chiusura di tutti i teatri tedeschi dovuta alla precaria situazione bellica.

1945 N

ell’ottobre, Strauss si trasferisce con Pauline in esilio volontario in Svizzera, dove rimane fino al m

aggio 1949, quando viene assolto dalle accuse di collaborazionism

o con i nazisti. Metam

orphosen, studio per 23 archi, intenso canto funebre alla G

ermania distrutta, il C

oncerto per oboe, e soprattutto i Vier letzte Lieder sono gli ultimi im

portanti lavori. 1949

Richard Strauss si spegne a Garm

isch l’8 settembre.

Richard Strauss

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Fabio Luisi

Fabio Luisi è Direttore Principale dell’O

pera di Zurigo e del Metropolitan O

pera. Dalla stagione 2017-2018 sarà D

irettore Principale della D

anish National Sym

phony Orchestra (D

NSO

) e dal 2018 direttore musicale dell’O

pera di Firenze.N

ella stagione 2015-2016 Luisi è impegnato al M

etropolitan in Cavalleria rusticana e Pagliacci con la regia di David M

cVicar e Ma-

non Lescaut e Le nozze di Figaro con la regia di Richard Eyre. All’opera di Zurigo ha diretto le nuove produzioni di Wozzeck e Falstaff, e

dirigerà Die Zauberflöte, I Puritani e Tosca. N

elle recenti stagioni ha collaborato con Filarmonica della Scala, O

péra National de Paris,

Danish N

ational Simphony O

rchestra, Malaysian Philharm

onic, Orchestra dell’Accadem

ia Nazionale di Santa C

ecilia, Accademia del

Teatro alla Scala, Teatro Regio di Torino, Juilliard Orchestra e Philadelphia O

rchestra.A seguito della sua carica di D

irettore Principale dei Wiener Sym

phoniker ha ricevuto la “Golden Bruckner M

edal” e il “Golden

Bruckner Ring”. Tra i ruoli assunti in precedenza ricordiam

o: General M

usic Director presso la Staatskapelle di D

resda e la Sächsischen Staatsoper, D

irettore Artistico del Lipsia Mitteldeutscher Rundfunk, G

eneral Music D

irector dell’Orchestre de la Suisse Rom

ande, Direttore

Principale della Tonkünstler Orchester di Vienna e D

irettore Artistico della Graz Sym

phony.Luisi ha ricevuto un G

ramm

y Award per la direzione di Der Ring des N

ibelungen, quando l’incisione del ciclo per Deutsche G

ram-

mophon in D

VD

e registrato dal vivo alla Metropolitan O

pera, è stata nominata Best O

pera Recording del 2012. La sua discografia com

prende opere di Verdi, Salieri e Bellini, sinfonie di Honegger, Respighi e Liszt, una prem

iata incisione della Nona Sinfonia di

Bruckner. Nel 2015, la Philharm

onia Zurich ha lanciato la sua etichetta discografica Philharmonia Records con sue incisioni di

Berlioz, Wagner e Rigoletto. C

on la Filarmonica della Scala ha registrato il D

VD

live del ciclo ‘900 Italiano con musiche di C

asella e Respighi per Sony.C

ome cittadino di G

enova, Luisi ha ricevuto il Grifo d’O

ro per il suo contributo al lascito culturale della città.

FOTO © SILVIA LELLI

Page 15: ov i 0 Teatro alla Scala - artisticovarese.edu.it fileanfili (1979) e la linea chestra aganini (1782 - 1840) chestra o maestoso Andante, un poco sostenuto etto trauss (1864 - 1949)

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Sergej Krilov

Affermatosi com

e uno dei maggiori talenti della sua generazione, Sergej K

rylov è ospite delle principali sale da concerto e orchestre quali Staatskapelle di D

resda, Filarmonica di San Pietroburgo, Royal Philharm

onic, Filarmonica della Scala, D

SO Berlin, Russian

National Sym

phony, Orchestra N

azionale dell’Accademia di Santa C

ecilia, London Philharmonic, English C

hamber O

rchestra, H

essischer Rundfunk Frankfurt, Budapest Festival Orchestra, N

HK

Symphony Tokyo, Atlanta Sym

phony Orchestra, Filarm

onica Toscanini e C

openhagen Philharmonic.

Tra le personalità artistiche che hanno maggiorm

ente influenzato la sua formazione artistica spicca M

stislav Rostropovich, per il rap-porto di am

icizia e stima professionale creatosi negli anni. K

rylov collabora abitualmente con direttori quali Andrey Boreyko, D

mitri

Kitajenko, M

ikhail Pletnev, Om

er M. W

ellber, Valery Gergiev, Yuri Tem

irkanov, Vladim

ir Ashkenazy, Fabio Luisi, Asher Fisch, Vasily Petrenko, N

icola Luisotti, Vladim

ir Jurowski, Julian Kovatchev, Saulius Sondeckis, Zoltan Kocsis e Yuri Bashmet.

Della stagione 2015-2016 si segnalano i concerti con St. Petersburg Philharm

onic, Russian National O

rchestra, London Philharmo-

nic, Berlin Konzerthaus Orchestra, Filarm

onica della Scala, Atlanta Symphony O

rchestra, Helsinki Philharm

onic, Orchestra Sinfo-

nica Nazionale della Rai, C

openhagen Philharmonic, C

incinnati Symphony, O

RF Symphony O

rchestra Vienna, Taipei Symphony e

Tokyo New C

ity Orchestra. C

ompletano il suo calendario num

erosi recital solistici e in duo con pianoforte.K

rylov dedica molto spazio alla m

usica da camera, collaborando con partner quali Yuri Bashm

et, Bruno Canino, D

enis Matsuev,

Itamar G

olan, Lilya Zilberstein, Michail Lifits, Aleksandar M

adzar, Stefania Morm

one, Maxim

Rysanov, Nobuko Im

ai, il Belcea Q

uartet ed Elīna Garanča.

Nel 2008 è stato nom

inato Direttore M

usicale della Lithuanian Cham

ber Orchestra. L’intensa attività concertistica lo vedrà im

pegna-to a breve anche in una tournée in Europa, nel doppio ruolo di direttore e solista.N

ato a Mosca in una fam

iglia di musicisti, ha iniziato lo studio del violino a cinque anni e ha com

pletato gli studi alla Scuola Centrale

di Musica di M

osca. Giovanissim

o ha vinto tre importanti concorsi internazionali: Prim

o Premio al C

oncorso Lipizer, Primo Prem

io al C

oncorso Stradivari e Primo Prem

io al Concorso F. K

reisler di Vienna. La sua discografia include registrazioni per EM

I e Melodya.

FOTO © M. SLEPKOVA

Page 16: ov i 0 Teatro alla Scala - artisticovarese.edu.it fileanfili (1979) e la linea chestra aganini (1782 - 1840) chestra o maestoso Andante, un poco sostenuto etto trauss (1864 - 1949)

26 Violini Prim

iSalvatore Q

uaranta (Spalla)G

ianluca Turconi*Fulvio Liviabella*Alessandro FerrariAlois H

ubnerEnkeleida SheshajD

ino SossaiEvguenia StanevaFrancesco BoraliV

incenzo Città

Elitza Dem

irovaElena Em

elianovaFrancesca M

onegoEnrico PicciniM

agdalena ValchevaLucia Zanoni

Violini Secondi

Giorgio D

i Crosta*

Anna SalvatoriD

amiano C

ottalassoStefano D

alleraSilvia G

uarinoRoberta M

iseferiG

abriele PorfidioD

aniele Cabassi

Valerio D’Ercole

Federica FersiniRita M

ascagnaSusanna N

agyM

arta Nahon

Andrea Pellegrini

Viole

Danilo Rossi*

Matteo Am

adasiG

iorgio BaioccoM

addalena Calderoni

Joel Imperial

Giuseppe Russo Rossi

Luciano SangalliFederica M

azzantiFilippo M

ilaniM

arcello SchiaviEugenio SilvestriAdriana Tataru

Violoncelli

Alfredo Persichilli*M

artina LopezJakob Ludw

igAlice C

appagliG

abriele Garofano

Simone G

roppoM

arco RadaelliIlaria SarchiniAndrea ScacchiSara Spirito

Contrabbassi

Alessandro Serra*Attilio C

orradiniO

mar Lonati

Emanuele Pedrani

Claudio Pinferetti

Gaetano Siragusa

Yen Chi Liang

Chiara M

olentC

laudio Nicotra

FlautiFlavio Alziati*C

hiara ScuccesSerena Zanette

Ottavino

Roberto Baiocco

Oboi

Fabien Thouand*

Augusto Mianiti

Corno inglese

Renato Duca

Clarinetti

Fabrizio Meloni*

Denis Zanchetta

Clarinetto B

assoIrene M

arracciniM

irko Ghirardini

FagottiG

abriele Screpis*N

icola Meneghetti

Controfagotto

Marion Reinhard

Corni

Danilo Stagni*

Angelo Borroni*Stefano AlessandriC

laudio Martini

Piero Mangano

Trombe

Francesco Tamiati*

Mauro Edantippe

Nicola M

artelliC

esare Maffi

oletti

Tromboni

Torsten Edvar*Riccardo BernasconiG

iuseppe Grandi

TubaEarl Brian

Tim

paniFilippo G

ianfriddo*

PercussioniG

iuseppe Cacciola

Antonello Cancelli

Gerardo C

apaldoFrancesco M

uracaAndrea D

’Intino

Arpe

Luisa Prandina*Silvia V

icario

* prima parte

Orchestra