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Università Telematica Pegaso La memoria primaria e i registri sensoriali
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Indice
1 LA MEMORIA PRIMARIA ------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2 I REGISTRI SENSORIALI -------------------------------------------------------------------------------------------------- 5
BIBLIOGRAFIA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
Università Telematica Pegaso La memoria primaria e i registri sensoriali
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
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1 La memoria primaria
Diverse ricerche (Brown e Kulic, 1977) dimostrarono che esisteva un “processo d'oblio”, o
perdita d'informazione, molto rapido che inizia subito dopo l'acquisizione dell'informazione
attraverso stimoli che provengono dall'ambiente, ma non si conosceva con esattezza l'entità della
perdita a scadenze molto brevi e a date molto lunghe.
Per riuscire in quest'intento divenne necessario monitorare l'operazione compiuta subito
dopo aver accolto un'informazione: questa operazione prese il nome di ripetizione subvocalica o
rehearsal (ad es. la ripetizione continua di un numero telefonico per far sì di poterlo ricordare fino a
che non viene digitato sul telefono).
Brown teorizzò l'esistenza di un magazzino a breve termine con caratteristiche molto diverse
da un archivio a lungo termine: il limite fra i due magazzini (memoria a breve termine, MBT, e
memoria a lungo termine, MLT) è dovuto al fatto che le tracce hanno un'esistenza breve, a meno
che non vengano riattivate dal rehearsal. Essi, inoltre, chiarirono i rapporti fra i due archivi, dando il
nome di memoria primaria ad un magazzino di capacità limitata pronto a disperdere le vecchie
informazioni nel caso si debba fare posto a quelle nuove: le informazioni espulse sono
definitivamente perdute. Questo processo può essere interrotto se gli elementi vengono sottoposti a
rehearsal, poiché tale operazione blocca l'accesso a nuove informazioni. Gli elementi ripetuti
rimangono, finché dura il rehearsal, nella memoria primaria, e durante questo periodo passano
nell'archivio a conservazione permanente o memoria secondaria. Non c'è un confine temporale
preciso fra i due sistemi: quando si esegue una prova di ricordo, l'informazione può trovarsi nella
memoria primaria, nella secondaria o in entrambe. Ecco perché nelle prove di memoria a breve
termine si possono rintracciare fenomeni d'oblio per interferenza. In altri termini, lo stimolo è
depositato nella memoria primaria, ma può essere spiazzato da stimoli successivi e in questo modo
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è definitivamente perso, mentre se è sottoposto a rehearsal esso rimane nella memoria primaria e
può passare alla memoria secondaria.
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2 I registri sensoriali
Dagli studi sulla rievocazione mnemonica è emerso che gli stimoli già archiviati necessitano
di un tempo maggiore per essere richiamati alla memoria: gli item ricordati per primi saranno
facilitati sugli altri, poiché le loro tracce sono ancora fresche; gli altri avranno invece un recupero
più difficoltoso perché le tracce sono deteriorate e gli ultimi non saranno ricordati perché le tracce
sono ormai scomparse. Queste osservazioni hanno creato aspettative di risposta sulla questione
concernente il limite di capienza della MBT. Sperling (1960) ha formulato l'ipotesi che tale limite
dipende da una particolarità nell'elaborazione dell’informazione: ciò che i sensi registrano è
provvisoriamente collocato in un sistema di memoria molto capiente ma molto rudimentale e
incapace di conservare per molto tempo le informazioni; occorre fare in modo di tradurre queste
informazioni in un sistema più stabile prima che esse decadano. Il decadimento è talmente rapido
che solo una parte delle informazioni può essere ripescata: questa quantità costituisce lo span. I dati
stavano a dimostrare che esisteva un archivio a brevissimo termine che poteva conservare per 2 o 3
decimi tutto o quasi il materiale letto; scaduto tale termine, le tracce andavano perdute, a meno che
non fossero intervenuti meccanismi capaci di trasferirle in altri archivi. La quantità di ricordo
corrispondente allo span di memoria immediata e ha un certo limite perché, nel breve volgere di un
paio di decimi di secondo, si riescono ad estrarre solo alcune delle informazioni depositate
nell'archivio a brevissimo termine, il quale aveva caratteristiche che rendevano la traccia una
riproduzione molto fedele dello stimolo. Si trattava di una memoria visiva, o meglio, iconica: se uno
stimolo visivo era immediatamente seguito da un altro, questi nella memoria iconica si
sovrapponevano; se, dopo lo stimolo, compariva un flash, questo cancellava la traccia dello stimolo
precedente. Ciò che era conservato nella memoria iconica, inoltre, era qualche cosa di grezzo, vale a
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dire un materiale non ancora elaborato. La memoria iconica opererebbe come una persona che
raccoglie distrattamente delle foto e ne fa un pacchetto: compie un'operazione veloce, ma non è in
grado di definire il contenuto preciso delle immagini.
Tuttavia, la rappresentazione iconica mal si concilia con l'esigenza di spiegare come sono
rappresentate situazioni dinamiche. Essa assomiglia ad un ritaglio, una specie di fotogramma, in cui
la realtà è colta in un particolare istante. Questi problemi s'incontrano tutte le volte che si suppone
esistano delle immagini in memoria, perché l'immagine è sempre qualcosa che non astrae dalla
realtà, ma si propone come una sua riproduzione integrale. Il secondo problema riguarda le fasi
dell'elaborazione dell'informazione: bisogna ricostruire i passaggi che seguono l'informazione, dal
momento in cui è raccolta e immagazzinata allo stato grezzo, al momento in cui è restituita dal
soggetto sottoposto ad una prova d'apprendimento. Si tratta di passaggi complessi, ognuno dei quali
può compromettere la prestazione. La memoria appare forse per la prima volta come un anello in
una catena lunga e complessa di processi e archivi, una concatenazione d'eventi retti da una logica,
probabilmente da un calcolo economico, da equilibri che possono essere individuati facendo appello
non solo alla fantasia degli sperimentatori, ma anche a concetti e metodi mutuati da altre discipline.
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