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A PAGINA 7 AL SEMINARIO IL CONVEGNO CATECHISTICO Catania - anno XXXI - n. 35 - 4 ottobre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” XXI MEMORIAL “LIVATINO, SAETTA, COSTA” a pagina 12 I benefici della missione aposto- lica di Papa Francesco negli Stati Uniti sono come tanti pic- coli semi che germoglieranno nel tempo, gocce di rugiada che dan- no refrigerio e portano fertilità nel terreno arido dell’odierna società, che perde valori e insegue le luccio- le del benessere, spesso a scapito e sulla pelle di quanti vivono ai margi- ni e sono scartati dal consesso civile. Casa, terra e lavoro per tutti”. È questo l’appello e il monito che dal Palazzo di vetro dell’Onu Papa Fran- cesco ha lanciato e che risuona per tutto il mondo sollecitando i capi delle Nazioni ad abolire la schiavitù e la pena di morte, abolire il com- mercio d’armi, favorire l’accoglienza a profu- ghi e famiglie, sostene- re la pace, dando a tutti casa e lavoro, terra e libertà orientando la politica al bene comune e non alle logiche del- l’economia e della finanza. Papa Bergoglio, il quar- to pontefice in visita, dopo Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995, e Benedetto XVI nel 2008, parlando all’as- semblea dell’ONU per il Settantesimo anniver- sario delle Nazioni Unite, ha posto al cen- tro del suo discorso: i cambiamenti climatici, la crisi ecolo- gica, la distruzione di buona parte della biodiversità, che mettono in pericolo l’esistenza stessa della spe- cie umana, lanciando un grido in difesa dell’ambiente e condannando l’esclusione economico-sociale per uno sviluppo sostenibile dei Paesi. Le nefaste conseguenze di un irre- sponsabile malgoverno dell’econo- mia mondiale, guidato unicamente dall’ambizione di guadagno e di potere, costituiscono un appello a una severa riflessione sull’uomo, sottolinea il pontefice. Il suo monito affinché non si apra il “vaso di Pandora della guerra” e l’O- nu non deroghi “all’infaticabile ricorso al negoziato” è stato ben chiaro per tutti i Governanti e Capi di Stato presenti. Parole pesanti pronunciate con gar- bo, con l’obiettivo non di fare pole- mica, ma per sollecitare a una reale collaborazione. Papa Bergoglio è arrivato a chiedere, di fatto, anche una riforma dell’Onu. “L’esperienza di questi 70 anni, al di là di tutto quanto è stato conseguito, dimostra che la riforma e l’adattamento ai tempi sono sempre necessari, pro- gredendo verso l’obiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza ecce- zione, una partecipazione e un’inci- denza reale ed equa nelle decisioni”. Secondo il Papa, “la necessità di una maggiore equità vale in special modo per gli organi con effettiva capacità esecutiva, quali il Consiglio di Sicurezza, gli Organismi finanzia- ri e i gruppi o meccanismi specifica- mente creati per affrontare le crisi economiche. Questi organismi aiute- ranno a limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei con- fronti dei Paesi in via di sviluppo”. Il Papa ha inoltre denunciato forme di corruzione, “penetrate nei diversi livelli della vita sociale, politica, militare, artistica e religiosa, gene- rando, in molti casi, una struttura parallela che mette in pericolo la cre- dibilità delle nostre istituzioni”. “Alzo la mia voce” - ha sottolineato - per “soluzioni urgenti ed efficaci. L’adozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile durante il verti- ce mondiale è un importante segno di speranza. Confido anche che la Conferenza di Parigi sul cambia- mento climatico raggiunga accordi fondamentali ed effettivi”. Visitando poi il Ground Zero Memo- rial, in raccoglimento con altri 12 leader religiosi, ha pregato per le 2.974 vittime dell’11 settembre: un luogo che da simbolo di morte - ha detto - è capace di “trasformarsi anche in un luogo di vita, di vite sal- vate, un canto che ci porta ad affer- mare che la vita è sempre destinata a trionfare sui profeti della distruzione, sulla morte, che il bene avrà sempre la meglio sul male, che la riconciliazione e l’unità vinceranno sull’odio e sulla divi- sione”. Partecipando poi all’VIII Incontro mondiale di Phila- delphia, Papa Fran- cesco ha ricordato che le famiglie del mondo sono: “fab- briche di speranza, vita e resurrezione”. “L’amore è la nostra missione: la famiglia è pienamente viva” tema dell’incontro mondiale ha focaliz- zato l’attenzione di tutti e Papa Francesco ha aggiunto che “La famiglia ha una tessera di cittadinan- za divina. Questa è la festa della famiglia oggi”, esclama il Papa, “e la famiglia ha una tessera di cittadinan- za divina: gliel’ha data Dio finché nel suo seno crescesse sempre di più la verità, l’amore e la bellezza”. L’invito di Papa Francesco a tutte le famiglie del mondo ad avere “cura speciale” per i bambini che “sono il futuro, la forza che porta avanti” e per gli anziani che sono “la memo- ria”, “coloro che trasmettono la fede” resta un monito ripetuto e rin- forzato che il Vescovo di Roma dif- fonde quale messaggero di pace, benessere e prosperità. Giuseppe Adernò Pace, Casa, Terra e Lavoro per tutti I frutti del viaggio apostolico di Papa Francesco negli Stati Uniti CELEBRAZIONI PER IL BEATO CARD. DUSMET a pagina 6 SCUOLA di FORMAZIONE POLITICA (2015/16) a pagina 9 L ’indipendenza della Catalogna ora è legittima, ha esultato il pre- sidente catalano uscente Artur Mas, dopo aver trasformato il voto nella regione spagno- la in un vero e proprio plebiscito. Il fronte secessionista (Junts pel Sì + Cup - Candi- datura d’Unitat Popular) ha ottenuto una net- ta maggioranza di seggi, 72 su 135 (maggio- (segue a pagina 2) Filippo Cannizzo Catalogna, vincono gli indipendentisti ma non raggiungono il 50% Venti di secessione New York: Papa Francesco prega al Memorial di Ground Zero. Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR

Pace, Casa, Terra e Lavoro per tutti - Prospettive · Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” XXI MEMORIAL “LIVATINO, SAETTA, ... al Memorial di Ground Zero. Foto

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A PAGINA 7

AL SEMINARIOIL CONVEGNOCATECHISTICO

Catania - anno XXXI - n. 35 - 4 ottobre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

XXI

MEMORIAL

“LIVATINO,

SAETTA,

COSTA”

a pagina 12

Ibenefici della missione aposto-lica di Papa Francesco negliStati Uniti sono come tanti pic-coli semi che germoglieranno

nel tempo, gocce di rugiada che dan-no refrigerio e portano fertilità nelterreno arido dell’odierna società,che perde valori e insegue le luccio-le del benessere, spesso a scapito esulla pelle di quanti vivono ai margi-ni e sono scartati dal consesso civile.“Casa, terra e lavoro per tutti”. Èquesto l’appello e il monito che dalPalazzo di vetro dell’Onu Papa Fran-cesco ha lanciato e che risuona pertutto il mondo sollecitando i capidelle Nazioni ad abolirela schiavitù e la pena dimorte, abolire il com-mercio d’armi, favorirel’accoglienza a profu-ghi e famiglie, sostene-re la pace, dando a tutticasa e lavoro, terra elibertà orientando lapolitica al bene comunee non alle logiche del-l’economia e dellafinanza.Papa Bergoglio, il quar-to pontefice in visita,dopo Paolo VI nel1965, Giovanni Paolo

II nel 1979 e nel 1995,e Benedetto XVI nel2008, parlando all’as-semblea dell’ONU peril Settantesimo anniver-sario delle NazioniUnite, ha posto al cen-tro del suo discorso: icambiamenti climatici, la crisi ecolo-gica, la distruzione di buona partedella biodiversità, che mettono inpericolo l’esistenza stessa della spe-cie umana, lanciando un grido indifesa dell’ambiente e condannandol’esclusione economico-sociale peruno sviluppo sostenibile dei Paesi.Le nefaste conseguenze di un irre-sponsabile malgoverno dell’econo-mia mondiale, guidato unicamentedall’ambizione di guadagno e dipotere, costituiscono un appello auna severa riflessione sull’uomo,sottolinea il pontefice.Il suo monito affinché non si apra il“vaso di Pandora della guerra” e l’O-nu non deroghi “all’infaticabilericorso al negoziato” è stato benchiaro per tutti i Governanti e Capi di

Stato presenti.Parole pesanti pronunciate con gar-bo, con l’obiettivo non di fare pole-mica, ma per sollecitare a una realecollaborazione. Papa Bergoglio èarrivato a chiedere, di fatto, anche

una riforma dell’Onu. “L’esperienza

di questi 70 anni, al di là di tutto

quanto è stato conseguito, dimostra

che la riforma e l’adattamento ai

tempi sono sempre necessari, pro-

gredendo verso l’obiettivo finale di

concedere a tutti i Paesi, senza ecce-

zione, una partecipazione e un’inci-

denza reale ed equa nelle decisioni”.Secondo il Papa, “la necessità di unamaggiore equità vale in specialmodo per gli organi con effettivacapacità esecutiva, quali il Consiglio

di Sicurezza, gli Organismi finanzia-ri e i gruppi o meccanismi specifica-mente creati per affrontare le crisieconomiche. Questi organismi aiute-ranno a limitare qualsiasi sorta diabuso o usura specialmente nei con-

fronti dei Paesi in via di sviluppo”.Il Papa ha inoltre denunciato formedi corruzione, “penetrate nei diversilivelli della vita sociale, politica,militare, artistica e religiosa, gene-rando, in molti casi, una strutturaparallela che mette in pericolo la cre-dibilità delle nostre istituzioni”.“Alzo la mia voce” - ha sottolineato- per “soluzioni urgenti ed efficaci.

L’adozione dell’Agenda 2030 per lo

sviluppo sostenibile durante il verti-

ce mondiale è un importante segno

di speranza. Confido anche che la

Conferenza di Parigi sul cambia-

mento climatico raggiunga accordi

fondamentali ed effettivi”.

Visitando poi il Ground Zero Memo-rial, in raccoglimento con altri 12leader religiosi, ha pregato per le

2.974 vittime dell’11 settembre: unluogo che da simbolo di morte - hadetto - è capace di “trasformarsi

anche in un luogo di vita, di vite sal-

vate, un canto che ci porta ad affer-

mare che la vita è sempre destinata a

trionfare sui profeti

della distruzione,

sulla morte, che il

bene avrà sempre la

meglio sul male, che

la riconciliazione e

l’unità vinceranno

sull’odio e sulla divi-

sione”.Partecipando poiall’VIII Incontromondiale di Phila-delphia, Papa Fran-cesco ha ricordatoche le famiglie delmondo sono: “fab-

briche di speranza,

vita e resurrezione”.“L’amore è la nostra

missione: la famiglia

è pienamente viva”

tema dell’incontro

mondiale ha focaliz-

zato l’attenzione di

tutti e Papa

Francesco ha aggiunto che “Lafamiglia ha una tessera di cittadinan-za divina. Questa è la festa dellafamiglia oggi”, esclama il Papa, “e lafamiglia ha una tessera di cittadinan-za divina: gliel’ha data Dio finchénel suo seno crescesse sempre di piùla verità, l’amore e la bellezza”.L’invito di Papa Francesco a tutte lefamiglie del mondo ad avere “cura

speciale” per i bambini che “sono il

futuro, la forza che porta avanti” eper gli anziani che sono “la memo-ria”, “coloro che trasmettono la

fede” resta un monito ripetuto e rin-forzato che il Vescovo di Roma dif-fonde quale messaggero di pace,benessere e prosperità.

Giuseppe Adernò

Pace, Casa, Terrae Lavoro per tutti

I frutti del viaggio apostolico di Papa Francesco negli Stati Uniti CELEBRAZIONI

PER IL BEATO

CARD. DUSMET

a pagina 6

SCUOLA di

FORMAZIONE

POLITICA

(2015/16)

a pagina 9

L’indipendenza della Catalognaora è legittima, ha esultato il pre-

sidente catalano uscente Artur Mas, dopoaver trasformato il voto nella regione spagno-la in un vero e proprio plebiscito. Il frontesecessionista (Junts pel Sì + Cup - Candi-datura d’Unitat Popular) ha ottenuto una net-ta maggioranza di seggi, 72 su 135 (maggio-

(segue a pagina 2)

Filippo Cannizzo

Catalogna, vincono gli indipendentisti ma non raggiungono il 50%

Venti di secessione

New York: Papa Francesco pregaal Memorial di Ground Zero.Foto L’Osservatore Romano(www.photo.va) / SIR

Nell’omelia della messesolenne di canonizza-

zione del missionario francescanoPadre Junipero Serra nel SantuarioNazionale dell’Immacolata Conce-zione, a Washington, -Papa France-sco ha detto che il nuo-vo Santo “ha saputovivere quello che è ‘laChiesa in uscita’, que-sta Chiesa che sa usci-re e andare per le stra-de, per condividere latenerezza riconciliatri-ce di Dio”. Egli “hasaputo lasciare la suaterra, le sue usanze, haavuto il coraggio diaprire vie, ha saputoandare incontro a tantiimparando a rispettarele loro usanze e le lorocaratteristiche”. “Haimparato a generare ead accompagnare lavita di Dio nei volti dicoloro che incontravarendendoli suoi fratelli,cercando di difenderela dignità della comu-nità nativa, proteggendola da quantine avevano abusato. Abusi che oggicontinuano a procurarci dispiacere,specialmente per il dolore che pro-vocano nella vita di tante persone”.La linea pastorale e politica (ricercadel bene comune) di Papa Bergogliosi consolida con i sempre più marca-ti tratti di rinforzo ed ogni occasio-ne, ogni viaggio apostolico è un tas-sello significativo per la costruzionedi un progetto di “Chiesa nuova”.Junipero Serra, professore di teolo-gia, scelse di andare tra gli indigeni,li difese, li educò, li amò.“Avanti. Sempre avanti” era il mottoche guidava la sua vita di missiona-rio e apostolo del Vangelo.Fu beatificato da Giovanni Paolo IIil 25 settembre 1988 e Papa France-sco ha deciso di elevarlo agli onoridegli altari, con una canonizzazioneequipollente, in una funzione parte-cipata da numerosi fedeli.Le calde parole esortative e sempli-ci di Papa Francesco raggiungono lemasse, diffondono un positivobenessere, invitano alla gioia, allasperanza, danno conforto e sonocolme di tenerezza: evitare “L’ane-stetizzazione del cuore”, “non adat-tarsi a palliativi che cercano sempli-cemente di assecondare un deside-rio” e poi ancora la declinazione deiverbi aprire, accogliere, andare per:Annunciare senza paura, senza pre-giudizi, senza superiorità, senzapurismi a tutti quelli che hanno per-

so la gioia di vivere; Annunciare

l’abbraccio misericordioso del

Padre”; “Andare da quelli che vivo-

no con il peso del dolore, del falli-

mento, del sentire una vita spezzata;

Annunciare la follia di un Padre che

cerca di ungerli con l’olio della spe-

ranza, della salvezza... Annunciare

che gli sbagli, le illusioni inganne-

voli, le incomprensioni, non hanno

l’ultima parola nella vita di una

persona; Andare con l’olio che leni-

sce le ferite e ristora il cuore”.Secondo Papa Francesco, la missio-

ne “non nasce mai da un progettoperfettamente elaborato o da unmanuale molto ben strutturato e pro-grammato; la missione nasce sem-pre da una vita che si è sentita cer-cata e guarita, trovata e perdonata;nasce dal fare esperienza una e piùvolte dell’unzione misericordiosa di

Dio”. E “la vita – ha concluso ilPapa - si accresce donandola e s’in-debolisce nell’isolamento e nellacomodità”.L’esemplarità del nuovo Santoabbraccia e si lascia abbracciare da

tutti i continenti. Fondatore dinumerose missioni da cui si svilup-parono le principali città california-ne che portano il nome di San Die-go, San Francisco, Los Angeles,Junipero Serra è raffigurato nellasala del Campidoglio di Washing-ton, dove la statua di una personali-tà illustre rappresenta ogni Statodell’Unione, il volto della Californiaè di Junípero.Tra i suoi numerosi messaggi si leg-ge l’elogio del silenzio.Il silenzio è l’arma migliore dello

spirito dopo la preghiera, perché se

abbassiamo la nostra voce, udiamo

quella di Dio. Silenzio con il cuore e

con il corpo, in attesa dell’amore da

ricevere e da dare al Signore, per

trovarci nella pace profonda, piena-

mente disponibili al nostro Signore

Iddio. Egli avvolge la nostra anima,

ci invade del suo Amore, diventiamo

sua proprietà e come sua

proprietà veniamo da Lui

difesi. E nel silenzio, prima

di ogni nostra azione, rac-

cogliamoci in noi stessi per

vedere se quello che stiamo

per fare è accetto al nostro

Creatore. La nostra anima

deve divenire indifferente a

tutto, tranne che al Buon

Dio.

In Italia si è diffuso il Ser-

ra club International chepromuove e sostiene iseminaristi, le vocazionireligiose e i seminari, e dif-fonde il nome, la storia e ilmessaggio del missionariofrancescano d’America.Ogni anno il Serra clubbandisce un concorso pergli studenti e la XII edizio-ne per l’anno scolastico2015-2016 ha come titolo

per la scuola secondaria di II grado:“Dare un pezzo di pane è più chefare un discorso” (S. Weil). Faccia-mo nostro questo invito e proviamoa modificare l’asse di rotazione del-la nostra realtà umana e morale, col-locando l’altro al posto dell’io, ildiverso al posto del simile.Per la scuola secondaria di I grado eper la scuola primaria: È più bellodare che ricevere, perdonare cheessere perdonato. Esprimi il tuopensiero riportando un’esperienzapersonale che possa servire d’esem-pio agli altri.

Il condottiero

Prospettive - 4 ottobre 20152

PRIMO PIANONapoli: Cerimoniadi inaugurazionedell’anno scolastico________3

Primo Cammino RegionaleSicilia a Messina __________3

Concorso Internazionaledi Poesia A. Corsaro _______4

della Cappela Musicaledel Duomo_______________4

La Vergine Marianell’epistolariodi Ignazio di Antiochia _____5

La bellezza disarmatadi don Julian Carrón _______5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

DIOCESIEsaltazione di Mardocheoa San Nicola L’Arena ______8

Scuola Superiorea Librino e democraziapartecipativa _____________9

Volume di Don FernandoBellelli su Antonio Rosmini ___11

sommario al n. 35

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alle ore 13.00 di mercoledì 30 settembre 2015

I desideri anestetizzano il cuore

ranza 68) ma arrivando, tuttavia,solo al 47,8% dei voti, che nongarantisce una maggioranza assolutaper una piena legittimità politica. Lalista di Mas, ‘Junts Pel Si’ ha otte-nuto 62 seggi su 135 e dovrà trattarecon quella dei secessionisti di sini-stra della ‘Cup’ che ha conquistato10 deputati. Una trattativa che dovràconcludersi in tempi brevi entro iprimi giorni di novembre, quando èprevista l’elezione del nuovo presi-dente catalano. Superato l’ostacolodella nuova presidenza, il prossimoobiettivo è quello di ottenere l’indi-pendenza entro il 2017 nonostante siprospetti un muro contro muro conil governo centrale che già nei mesiscorsi aveva annunciato una durissi-ma opposizione nel caso avesserotrionfato gli indipendetisti. Una vit-toria sancita da 5,5 milioni di eletto-ri catalani che si sono recati alleurne per una consultazione storica,la più importante e decisiva dalla

fine del franchismo, cosi come reci-tano i maggiori organi di informa-zione di Madrid e Barcellona. Il tut-to sancito da una affluenza recordche ha toccato il 77%, cifra mai otte-nuta in precedenza, 9 punti sopraquella delle elezioni del 2012. Unavittoria che ha annullato la strategiadel Pp del premier popolare spagno-lo Mariano Rajoy, colpevole di avercercato prima delle elezioni solo loscontro senza alcuna volontà dimediazione. Il Partito Popolare inCatalogna invece ha ottenuto solo11 seggi (-8) con l’8,45% dei voti,superato dai socialisti del Psc(12,8% e 16 seggi) e dalla lista diPodemos (8,9% e 11). Anche perquesti ultimi la consultazione si ètramutata in una netta sconfitta. Darilevare come invece il partito mode-rato anti-sistema e anti-secessioneCiudadanos di Albert Rivera, chemira a bypassare il Pp di Rajoy nel-le imminenti politiche spagnole didicembre, ha registrato un sostanzia-le successo arrivando secondo con25 seggi e il 18% dei voti. All’indo-mani dei risultati, però, il premierspagnolo Mariano Rajoy ha affer-mato di essere “disposto ad ascolta-re ed a parlare” con il presidentesecessionista Artur Mas, ma solo“dentro la legge”, escludendo di dis-cutere “dell’unità della Spagna edella sovranità nazionale. I sosteni-tori della rottura non hanno mai avu-to l’appoggio della legge e da ierisappiamo che non hanno neppure

l’appoggio della maggioranza dellasocietà catalana – ha conclusoRajoy”.Ma adesso cosa succederà? Dopoche le forze interne troveranno unaccordo per governare il parlamentocatalano, inizierà il processo di “dis-connessione”: un gesto che il gover-no di Madrid ha annunciato di impu-gnare davanti alla magistratura ordi-naria e costituzionale.A breve, di contro, il parlamentoregionale, potrebbe richiedere unreferendum sulla secessione dopoche la Consulta aveva bocciato nel2014 la possibilità d’una consulta-zione popolare a riguardo. Entro 18mesi, infine, il leader nazionalista,intende proporre una dichiarazioned’indipendenza fiscale (con la“restituzione” di 16 miliardi d’eu-ro), l’istituzione d’un ministero delTesoro, una Banca nazionale catala-na e la nomina, seppur formale, diun ministro degli Esteri con corpodiplomatico al seguito. Altro puntoimportante riguarderà gli accordicon l’Unione Europea che verrebbe-ro rinegoziati o totalmente annullaticome stabilito da una normativaeuropea del 2004. Ma molti Paesidal Belgio alla Francia, dalla GranBretagna alla Romania, dalla Polo-nia alla Grecia, potrebbero opporsiad una adesione della Catalogna perevitare un pericoloso effetto dominointerno.

®

(continua da pag. 1)

VENTI...

Washington: canonizzazione del missionario francescano Padre Junipero Serra

Washington: Papa Francesco presiede laSanta Messa e Canonizzazione del BeatoP. Junipero Serra. Foto L’OsservatoreRomano (www.photo.va) / SIR

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Archivio ProspettiveAvviso ai lettori

25° di fondazione

La manifestazione “Tutti

a scuola” per la prima

volta non si è svolta a Roma al Qui-

rinale, ma presso una scuola della

periferia di Napoli intitolata a “Davi-

de Sannino” un giovane di 19 anni,

appena diplomato, ucciso 19 anni fa

(1996) da una gang che aveva rubato

il motorino ad un coetaneo e Davide

aveva avuto il coraggio di guardare

negli occhi gli aggressori.

La memoria del giovane studente,

vittima innocente della violenza e

della malavita, è diventata monito e

lezione di legalità e di impegno

sociale per gli studenti italiani.

Le delegazioni di studenti di tutta

Italia e delle scuole italiane all’este-

ro, hanno partecipato all’evento e i

duemila presenti, in rappresentanza

dei circa otto milioni di studenti d’I-

talia hanno ricevuto il messaggio

augurale del Ministro dell’Istruzio-

ne, Stefania Giannini e del Presiden-

te della Repubblica Sergio Mattarel-

la.

Parole chiare, forti e incisive nei due

discorsi che diventano moniti per un

reale impegno nello studio per gli

studenti e di forte incoraggiamento e

fiducia per gli insegnanti che affron-

tano le innovazioni apportate dalla

riforma della “Buona scuola”.

“Nessuno è solo a scuola”, ha detto il

Ministro, occorre lavorare insieme e

cooperare per il miglior bene degli

studenti, anche dei disabili e degli

extracomunitari. Bisogna «far sì che

l’Italiano sia presto lingua madre e

non matrigna per i 750mila bambini

stranieri che non lo parlano e non lo

sentono parlare in casa propria».

Scuola di tutti e per tutti, messaggio

e monito di Don Milani, di Don

Bosco e degli educatori che hanno

reso grande la pedagogia italiana,

oggi diventa una realtà.

Contro il pessimismo scaturito dal

riesplodere della violenza delle

cosche e delle baby gang, che anco-

ra una volta fanno purtroppo della

città di Napoli un caso nazionale, il

Presidente Mattarella lancia un invi-

to alla speranza e all’orgoglio che

vuole essere in sé un antidoto. «La

camorra e le mafie possono essere

sconfitte», dice. Anzi, aggiunge,

«saranno sconfitte. E voi giovani

sarete alla testa di questa storica vit-

toria. Perché questa capitale meravi-

gliosa ha nella sua storia, e dunque

nel suo Dna, la forza e la cultura per

avviare una nuova stagione da prota-

gonista ed essere traino per le forze

migliori del Mezzogiorno».

«La scuola è presidio di legalità, è il

luogo dove apprendere che possiamo

farcela. Occorre avviare una nuova

stagione da protagonisti ed essere

traino per le forze migliori del Mez-

zogiorno». Rivolto agli studenti ha

detto: “Impegnatevi a coltivare la

speranza di costruire un mondo

migliore, la speranza di un’amicizia

che vinca la sopraffazione, di un

rispetto che riconosca la dignità di

ciascuno, soprattutto di chi oggi ha

di meno”

Le positive testimonianze del giova-

ne cantante catanese Lorenzo Frago-

la, il quale ha intrattenuto il pubblico

con le sue belle canzoni: “Fuori c’è

il Sole” e “Siamo Uguali”, la can-

zone che lo ha portato a Sanremo e

che gli ha fruttato un posto in gara

nella categoria dei Campioni.

Fragola è stato presentato come un

modello da seguire per molti ragazzi

che coltivano il sogno di divenire

cantautori di successo ma – come ha

confermato lui stesso – ha terminato

gli studi, diplomandosi con il voto:

85/100. Non è mai stato rimandato a

settembre, non ha mai ricevuto gravi

insufficienze e ha sempre dimostrato

di saper scegliere le priorità: prima

lo studio, poi la musica…

Le esortazioni di Fabio Insinna, il

quale ha anche letto alcuni brani di

Don Milani e della Costituzione,

hanno dato allo spettacolo inaugura-

le dell’anno scolastico un valenza

educativa di lezioni di vita e positivi

messaggi per vivere bene l’esperien-

za scolastica nella quale occorre star

bene e vivere sereni, come ha spesso

ripetuto Fabrizio Frizzi, che ha con-

dotto il programma intercalando

danze, canti, balletti, armonie di

tamburelli, interviste ai giovani cam-

pioni dello sport, e all’astronauta

Samantha Cristoforetti e un canto

rap sulla legalità, scritto da una

docente di Lettere della scuola “Vir-

gilio” di Paternò, Lina Gandolfo per

i suoi alunni, cantori e attori nella

trasmissione su Rai 1.

Numerose scuole siciliane hanno

partecipato all’evento. In collega-

mento via internet una suola di

Palermo ed in presenza a Napoli: gli

studenti del Liceo “Galilei” di Cata-

nia che hanno svolto anche servizio

di coordinamento e staff organizzati-

vo; i componenti del Consiglio

comunale dei Ragazzi dell’Istituto

“Parini”, gli studenti meritevoli del-

l’Istituto paritario “Sant’Orsola” di

Catania; gli alunni della scuola

media “Virgilio” di Paternò che si

sono esibiti con il canto rap sulla

legalità; una delegazione di studenti

dell’Istituto “Musco” e “San Gior-

gio” di Catania, dell’Istituto “Rizza”

di Siracusa e del circolo didattico di

Pozzallo, di Monreale, di Naro, di

Messina, di Enna e di Trapani.

GiAd

Le Confraternite di Sici-

lia portano la loro sto-

ria, la loro testimonianza a Messina.

L’occasione è il raduno regionale

che per la prima volta vede incontra-

re in un centro tutte le realtà della

nostra terra. La presenza delle Con-

fraternite è capillare nella Chiesa e

nella Società: nelle 18 Diocesi tro-

viamo circa 1.500 Confraternite.

A Messina sono accorsi i massimi

rappresentanti regionali delle Asso-

ciazioni, coordinate dall’ ing. Vin-

cenzo Musumarra, insieme al Presi-

dente Nazionale dott. Francesco

Antonetti per fare il punto sulle atti-

vità svolte e programmare le azioni

comuni.

Sabato, nel Salone delle Bandiere al

Municipio, il Con-

vegno sul tema

trainante del Cam-

mino: “la bellezza

della pietà popola-

re” dove mons

Giovanni Lanzafa-

me, chiamato per

l’occasione da

Siviglia, presenta

diversi spaccati

suggestivi sul

patrimonio storico,

artistico, religioso

delle Confraterni-

te. In serata una magica esibizione

nel Duomo ha concluso la splendida

Giornata: il concerto del “Grande

Organo della Cattedrale” (lo stru-

mento, costruito dalla ditta del Cav.

Tamburini, con 5 tastiere e circa

16.000 canne, in 6 corpi distribuiti

nel santo edificio,è tra i più interes-

santi nel panorama organario).

Domenica è stata la Giornata della

Comunità, della grande affluenza,

iniziata con un appuntamento nella

Chiesa SS. Annunziata dei Catalani

(costruita nel 1150 sulle rovine del-

l’antico tempio di Nettuno – esempio

di architettura arabo–normanna ed

espressione delle diverse dominazio-

ni); il saluto ai partecipanti del Presi-

dente di casa Giacomo Sorrenti che

presenta il ricco programma offerto

dalle Confraternite di Messina agli

ospiti accorsi da ogni parte di Sicilia:

Messina presenta le sue ricchezze,

quelle testimonianze del passato

risparmiate dal terremoto del 1908 e

recuperate. Il Tesoro del Duomo, la

Cattedrale, l’Orologio Astronomico

del Campanile, la chiesa dei Catala-

ni, le Barette, il Monte di Pietà, la

chiesa di Montevergine, la Fontana

Orione ed il Monumento a Don Gio-

vanni d’Austria.

L’appuntamento centrale della

Domenica arriva nel primo pomerig-

gio nella Chiesa di San Francesco

all’Immacolata (edificio del periodo

angioino 1254 le cui possenti absidi

merlate sono raffigurate nel dipinto

La Pietà con tre

angeli di Antonello

da Messina); dopo la

riflessione del Presi-

dente Nazionale “Le

Confraternite quali

risorse per il territo-

rio” migliaia di Con-

frati iniziano ad into-

nare canti popolari

mariani mentre mons

Impoco incensa il

simulacro dell’Imma-

colata.

Parte così il CAMMI-

NO DELLE CONFRATERNITE,

una fila processionale di quasi 2 ore

,con l’artistico “Vascelluzzo” con la

reliquia mariana, portato a spalla e

l’antico e venerato simulacro argen-

teo dell’Immacolata: Uomini e don-

ne, di tutte le età, hanno percorso il

tratto dalla chiesa fino a piazza Duo-

mo, al ritmo dei tamburi, in un tripu-

dio di colori e stendardi, indossando

cappucci mantelli di tradizione

medievale o semplicemente lo sca-

polare e il medaglione. E soprattutto

con la fede nel cuore. «Il Cammino

regionale è occasione per stare insie-

me e un modo per seminare Pace,

facendo Carità». E così i fedeli

seguendo le parole del loro Beato

Pier Giorgio Frassati hanno colto le

giornate per lasciare “IL Segno del

Cammino” raccogliendo offerte per

offrire sostegno all’Help Center del-

la Caritas di Messina per l’acco-

glienza ed aiuto dei più bisognosi.

In Cattedrale, per la prima volta nel-

la storia di Messina, a completamen-

to del corteo, entra il venerato simu-

lacro dell‘Immacolata Concezione

nella commozione di tanti fedeli,

seguito da un incessante applauso al

grido di “VIVA MARIA”. La conce-

lebrazione Eucaristica del Delegato

Arcivescovile segna il momento più

Alto del Cammino: in Ascolto della

Parola ...tutti Insieme alla Mensa del

Signore.

Incontri di preparazione, attenzioni

per l’accoglienza, mostre sulla pietà

popolare, visite guidate nelle Chiese,

al Campanile, al Duomo, il Conve-

gno nella Sala delle Bandiere, gli

articoli e le interviste in decine di

quotidiani e sulla Rai, il concerto, i

suoni, le luci, i volti della processio-

ne ,gli incontri in Chiesa, in Catte-

drale, le raccolte di Carità, nella

magia della Città dello Stretto in Ter-

ra di Sicilia… IL CAMMINO

Grazie Messina, Grazie per la tua

Ospitalità, Grazie per il Cuore dei

tuoi volontari

Vincenzo Musumarra

Coordinatore Regionale

Confraternite di Sicilia

Primo Cammino Regionale Sicilia a Messina

Prospettive - 4 ottobre 2015 3

Tutti a scuola

Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico a Napoli

Espressioni di pietà popolare

«Il Cammino

regionale è occasione

per stare insieme

e un modo

per seminare Pace,

facendo Carità».

Il Presidente

Mattarella lancia

un invito alla speranza

e all’orgoglio:

«La camorra e le mafie

possono essere

sconfitte», anzi,

aggiunge, «saranno

sconfitte. E voi giovani

sarete alla testa

di questa storica

vittoria»

Foto di archivio

Prospettive - 4 ottobre 20154

PRIMOPIANO

La sera di domenica 20

settembre in Cattedrale

si è tenuto, alla presenza dell’Arci-

vescovo Mons. Salvatore Gristina, il

Concerto del XXV di fondazione

della Cappella Musicale del Duomo,

diretta dal m° prof. mons. Nunzio

Schilirò e all’organo il can. Giusep-

pe Maieli, con un denso programma,

in due tempi di canti sacri e liturgi-

ci, molto significativo e rappresenta-

tivo dell’intensa attività della presti-

giosa Corale polifonica voluta dal-

l’Arcivescovo emerito mons. Luigi

Bommarito, con il compito princi-

pale di svolgere il servizio di anima-

zione canora nella monumentale

chiesa madre dell’arcidiocesi metro-

politana di Catania nelle maggiori

solennità liturgiche.

Nella monumentale e vasta basilica

agatina sono risuonate antiche e

recenti melodie in onore di Sant’A-

gata, del Beato Cardinale Giuseppe

Benedetto Dusmet, di Papa San Gio-

vanni Paolo II, del Santissimo

Sacramento, della Beata Vergine

Maria e di Vincenzo Bellini che han-

no costituito il ricco repertorio sacro

e liturgico del primo quarto di seco-

lo della Cappella: lo storico “Gau-

deamus” gregoriano costituente l’o-

riginario introito della veneranda

messa propria di Sant’ Agata, nel cui

onore sono state eseguiti gli inni

composti dal prof. Schilirò “Salve, o

Martire” e “Orsù, voi devoti” testo

tratto da una lettera pastorale del

santo cardinale; il “Laudate Domi-

num” di Wolfgang Amadeus Mozart

con solista il soprano Marzia Cata-

nia, ex corista ed oggi affermata

cantate lirica; due canti liturgici ese-

guiti da 9 cori diretti dal m° Schilirò

la mattina del 5 novembre 1994 in

via Vincenzo Giuffrida in occasione

della s. messa di beatificazione del-

la suora salesiana madre Maddalena

Caterina Morano presieduta da Papa

Karol Wojtyla e l’inno del Grande

Giubileo dell’Incarnazione, anno

santo 2000.

La seconda parte del

concerto ha spaziato

nel campo strettamen-

te liturgico con brani

eucaristici tratti dallo

stesso direttore e fon-

datore della Cappella

Musicale (“La mia

carne”, solista Ales-

sandro Fiascaro) da

Francesco Conti (“O

Jesu mi dulcissime”),

Michael Haller (“Ego

sum panis”), Cesar

Franck (“Panis angeli-

cus”, solista Sandra

Fallica), la cantata 147

di Johann Sbastian

Bach (molto noto in

italiano come “Resta

con noi”), l’“Ave Maria” di Bona-

ventura Somma.

La straordinaria serata dedicata ai

migliori canti corali liturgici eccle-

siali è stata conclusa d tre pezzi for-

ti della polifonia sacra settecentesca

catanese: la “Salve Regina”, il “Cre-

do” e il “Te Deum” di Vincenzo Bel-

lini, giovanissimo genio musicale.

Mons. Schilirò ha dato appuntamen-

to al prossimo 3 novembre allorché

per il “Bellini Festival” dirigerà per

la 4ª volta un inedito concerto com-

memorativo della nascita del Cigno

con la Cappella Musicale del Duo-

mo e l’orchestra del Teatro Massimo

Bellini con l’esecuzione, per la pri-

ma volta a Catania, di 4 sinfonie bel-

liniane.

L’Arcivescovo si è fatto interprete

dei sentimenti di tutti presenti nel

ringraziare e lodare il maestro-fon-

datore-direttore e l’organista (tutti e

due canonici del capitolo metropoli-

tano della Cattedrale) e tutti i bravi

coristi per il prezioso ed artistico

servizio reso alla Chiesa di Catania

e alla sua sede episcopale ed ha sot-

tolineato la felice coincidenza del

25° anniversario della nascita del

Coro “Cappella Musicale del Duo-

mo” con il giubileo sacerdotale del

parroco della Cattedrale, mons. Bar-

baro Scionti, il quale è stato ordina-

to sacerdote dall’Arcivescovo mons.

Bommarito il venerdì 14 settembre

1990, giorno in cui la novella Cora-

le, diretta da mons. Schilirò, animò

per la prima volta una solenne cele-

brazione liturgica.

®

Celestiali melodie

APalazzo della Cultura

(ex monastero bene-

dettino San Placido) per la II edi-

zione del Buck Festival della picco-

la e media editoria, a cura dell’As-

sociazione “Akkuaria” si è svolta la

cerimonia di premiazione del Con-

corso internazionale di Poesia del

sacerdote “Antonio Corsaro”.

Il dott. Francesco Giordano, gior-

nalista-saggista, ha tratteggiato, a

venti anni dalla morte, la straordi-

naria ed anticonformista figura del

clero catanese, padre Antonio Corsa-

ro, il sacerdote nato nel 1909 a Cam-

porotondo Etneo, laureato all’Uni-

versità Cattolica del Sacro Cuore di

Milano con una tesi sulla “Storia

dell’umanesimo in Sicilia nei secoli

XII-XIII”, intellettuale, scrittore,

giornalista, docente universitario di

letteratura francese, poeta di fama

europea, educatore, amico degli

umili, dei poveri, degli artisti e dei

poeti.

Antifascista, rifiutò di andare nella

colonia italiana d’Etiopia come cap-

pellano militare, seguì con accorata

partecipazione la guerra civile spa-

gnola e collaborò con le maggiori

riviste letterarie italiane ed estere.

Dopo un lungo girovagare nell’Euro-

pa dell’Est e l’esperienza determi-

nante milanese, ritornò a Catania

dove insegnò lettere al Seminario

arcivescovile dei chierici e latino e

greco all’Istituto San Benedetto del

monastero delle monache di clausu-

ra dell’Adorazione Perpetua del San-

tissimo Sacramento e al Liceo Clas-

sico Statale “Nicola Spedalieri”,

religione cattolica al Liceo “Mario

Cutelli” e all’Istituto statale d’arte,

organizzò recital di poeti al Circolo

Artistico, fondò il Piccolo Teatro di

Catania. Durante la guerra rifiutò

ancora di fare il cappellano militare

preferendo operare nell’Ospizio dei

Ciechi “Tommaso Ardizzone Gioe-

ni”.

Espresse il suo dissenso critico sul

piano sociale e religioso verso l’Ar-

confraternita dei Bianchi di cui fu

cappellano e durò poco la sua pre-

senza come assistente ecclesiastico

nella FUCI, tra i Laureati Cattolici,

nell’Azione Cattolica Giovanile.

Spirito inquieto, curioso, operoso e

creativo, fu tra i fondatori del perio-

dico catanese “Art Club” e non smi-

se mai di favorire i movimenti spiri-

tuali rivoluzionari e d’avanguardia.

Nel 1952 fu incluso nella vallecchia-

na “Antologia della poesia religiosa

contemporanea”, diresse la rivista

letteraria “Cammino” dell’editrice

“Camene”.

Fino al 1967 frequentò a lungo gli

ambienti culturali e giornalistici

parigini. Pellegrino a Lourdes con

Treno Bianco ne scrisse per il quoti-

diano “La Sicilia”, dove durante la

repressione sovietica in Ungheria

pubblicò il “Responsorio magiaro”.

Nel 1959 fondò la rivista “Inciden-

za” e diede alle stampe “Diario di un

prete”che provocò grande “scanda-

lo” per aver proposto un dialogo tra

cattolici e comunisti e criticato la

formazione seminaristica; fu sospeso

dall’insegnamento in Seminario.

Nelle “Collana Poeti di Incidenza”

presentò tra i primi giovani Salvato-

re Mirone, Maria Salmeri che sareb-

bero diventati prestigiosi direttori

delle principali biblioteche catanesi.

Fu un convinto sostenitore del Con-

cilio Ecumenico Vaticano II, tradut-

tore di Pascal.

Diresse “Sicilia oggi” rotocalco

quindicinale di politica, economia

e cultura. Furono ristampati i suoi

volumi di poesie religiose: celebri

“Il Figlio dell’Uomo”, “Storia dei

Papi” e “La Vergine delle Resurre-

zione” con un’orazione corale alla

Madonna della Sciara. Molto cele-

bre e popolare il testo dell’inno del

XVII centenario del martirio di

Sant’Agata “Inneggiamo alla gran-

de eroina...”. L’arcivescovo mons.

Domenico Picchinenna l’incaricò

di scrivere il testo del nuovo prefa-

zio della messa di Sant’Agata. Il

prof Corsaro collaborò attivamente

e prestigiosamente alla redazione

del nostro settimanale diocesano

“Prospettive” e rimase fino alla

morte appassionato sacerdote di

Cristo.

La poetessa e titolare della casa

Editrice Akkuaria, Vera Ambra, ha

parlato della preziosa esperienza

acquisita quando ebbe il privilegio

e l’onore di conoscere padre Corsa-

ro e ha presentato gli autori delle

poesie premiate. Primi classificati

ex aequo: Controtempo, Maria Gra-

zia Patanè; Ad occhi bassi, Giusep-

pe Stefano Proiti. Secondi classifi-

cati ex aequo : La poesia urbana,

Bojana Bratiç; Ho Cancellato il tuo

profumo, Daniele Brinzaglia. Terzi

classificati ex aequo: Come il padre

che non ho, Alessandra Felli; Ulivo

selvatico, Rosaria Brocato. Premio

speciale della giuria: Nel colore

ametista del mattino, Rosa Maria

Di Salvatore; Con il tuo sentimen-

to, Giusi Baglieri. Opere finaliste.

(Dis)soluzioni, Beatrice Gradassa;

Cosa resta?, Antonella Cardella;

Crono, Alfredo Sorbello; Vele lista-

te a lutto, Antonio Magnolo; La

maschera, Marta Limoli; Cos’era,

Mariaconcetta Lo Re; Bellezza,

Flavia Ricucci; Sena Ali, Pippo

Nasca; Di verso in verso, Antonio

Contoli; Rinnovarsi, Claudio Ram-

pin; Riemersa, Alba Gnazi; La

Parola incontra il poeta, Tanino

Platania; In certi luoghi, Fiorella

Giovannelli; La donna, Consolato

Chiara; Turisti, Gabriele Andreani;

L’Undici della Felicità, Carmelo

Mazzaglia; Tu e stì paroli, Fabio

D’Angelo; UOMO, Salvatore Di

Dio; La donna, Consolato Chiara;

Emozioni e rimpianti, Melania

Sciabò Vinci; Mandaci tua figlia,

Chiara Locatelli.

Antonino Blandini

Sacerdote, uomo di cultura, giornalista

Buck Festival Letterario Concorso Internazionale di Poesia A. Corsaro

La serata dedicata

ai migliori canti corali

liturgici ecclesiali è

stata conclusa da tre

pezzi forti della

polifonia sacra

settecentesca catanese:

la "Salve Regina",

il "Credo" e il "Te

Deum" di Vincenzo

Bellini, giovanissimo

genio musicale.

collaborò attivamente

e prestigiosamente alla

redazione del nostro

settimanale diocesano

"Prospettive" e rimase

fino alla morte

appassionato sacerdote

di Cristo

Il prof. Corsaro

Concerto nel 25° della fondazione della Cappela Musicale del Duomo

Il martire Ignazio di Antio-chia, morto presumibil-

mente nel 107, la cui memoria è cele-brata dalla Chiesa il 17 ottobre, era unpastore che desiderava fortemente diunirsi a Cristo, come dimostrano le suesette lettere scritte nel viaggio versoRoma, dove lo attendeva la sentenzacapitale nel circo per essere sbranatodalle fiere (Rom. 4,1). Ignazio, che èstato anche uno dei primi testimoniinoppugnabili per l’inserimento di ele-menti dottrinali concernenti la Madredi Gesù nel patrimonio della fede del-la Chiesa, era vescovo di Antiochia,che in quel tempo, oltre ad essere unagrande metropoli, era anche la capita-le della Siria, dove Pietro e Paolo ave-vano svolto il loro ministero e dove Pie-tro era stato anche il primo vescovo diquella Chiesa. Nella lettera agli Efesi-ni, Ignazio scrive: <<Non c’è che unsolo medico, materiale e spirituale,generato e ingenerato, fatto Dio in car-ne, vita vera nella morte, nato da Mariae da Dio, prima passibile poi impassi-bile, Gesù Cristo nostro Signore>>(Efes. 7,2). L’accenno alla madregarantisce la piena umanità, mentrel’assenza del padre rivela indiscutibil-mente che il concepimento è stato vir-ginale. Da questa lettera emerge inmodo univoco che la divinità di Gesù èin connessione causale con il suo con-cepimento virginale. Leggiamo nellalettera di Paolo ai Galati: <<Quandovenne la pienezza del tempo, Dio man-dò il suo Figlio, nato da donna, natosotto la legge>> (4,4), pur non parlan-do di concepimento virginale, ilrestante parallelismo è mantenuto.Ancora ai cristiani di Efeso, Ignazio

ripresenta come misteri clamorosi,compiuti nel silenzio di Dio e taciuti aidemoni, la verginità di Maria, il parto,la morte del Signore: <<Al principe diquesto mondo rimase celata la vergini-tà di Maria e il suo parto, similmente lamorte del Signore, i tre misteri clamo-rosi che furono compiuti nel silenzio diDio>> (Efes. 19,1). In questo passo, ilvescovo fa emergere l’importante cor-relazione tra la nascita virginale e lamorte del Signore e con ciò il consape-vole coinvolgimento della Madre nel-l’avvenimento della salvezza. La stes-sa cosa esprime anche la lettera allacomunità di Smirne. Nella lettera ai cri-stiani di Smirne, Ignazio glorifica Cri-

sto perché questa comunità èpienamente convinta:<<…del Signore nostro, cheè veramente della stirpe diDavide secondo la carne,Figlio di Dio secondo lavolontà e la potenza di Dio,nato realmente dalla vergine,battezzato da Giovanni, per-ché ogni giustizia fosse com-piuta da lui, Egli, sotto Pon-

zio Pilato e il tetrarca Erode, per noi fuveramente inchiodato nella carne e dalfrutto di ciò e dalla sua divina e beatapassione noi siamo “nati” per innalza-re per sempre, con la sua risurrezione,uno stendardo sui suoi santi e i suoifedeli, giudei e pagani, nell’unico cor-po della sua Chiesa>> (Smir. 1,1-2). Inquesto brano Ignazio, che fa un chiaroriferimento alla lettera di Paolo aiRomani (1,3) e al vangelo di Matteo(Mt 1,3; 3,15; 1,18.25), mette le fon-damenta per il futuro “Simbolo”, conl’accenno delle due figure storiche chedovevano garantire la realtà dell’avve-nimento salvifico. Qui la tendenzaantidoceta di Ignazio è messa in evi-

denza dall’avverbio “veramente” ripe-tuto ben cinque volte in poche righe.Con uguale fermezza il santo vescovo,nella lettera ai cristiani di Filadelfia,scrive contro il giudaismo che minac-cia il mistero di Cristo dal punto di vistaopposto: <<Se qualcuno spiega il giu-daismo non ascoltatelo. È meglio udi-re il cristianesimo da un circonciso, cheil giudaismo da un incirconciso>> (Fil.6,1). Ignazio nel suo epistolario haindicato in modo chiarissimo le duefondamentali eresie cristologiche emariologiche che per secoli determi-narono le dispute dogmatiche: il giu-daismo e la gnosi. Il giudaismo negavaa Gesù la via verso l’alto, verso il tronodel Padre, negava la divinità. La gnosicontestava la vera incarnazione, soste-nendo che la redenzione consistevasolo nella liberazione della scintilla diluce, tenuta nel carcere del corpo,mediante l’istruzione. Contro le dueeresie Ignazio si batté appassionata-mente. Contro la gnosi egli sottolineòcontinuamente la realtà della nascita diGesù. Contro i Giudei, nella lettera agliEfesini, affermò: <<Il nostro Dio,Gesù Cristo, è stato portato nel seno diMaria, secondo l’economia di Dio, delseme di David e dello Spirito Santo>>(Efes. 18,2). Ma né la polemica anti-doceta né quella antigiudaica portanoIgnazio a sacrificare la sua fede nelconcepimento virginale di Gesù. Per ilvescovo di Antiochia la nascita virgi-nale di Gesù è un elemento della Tra-dizione della Chiesa riconosciuto e adessa rimanda con sicure espressioni aguisa di formule (Efes. 7,2; 18,2; Trall.9,1; Smir. 1,1). Ciò, però, non significache egli si sia semplicemente “trasci-nato” dietro questo elemento di dottri-na, che sta al centro delle sue convin-zioni. La nascita virginale è propria-mente il vero segno salvifico dellafede in Cristo.Dal punto di vista della storia dei dog-mi, Ignazio ha consapevolmente incor-porato e subordinato la mariologia allacristologia e alla soteriologia ed haacuito l’attenzione delle sue comunitàper la posizione storico-salvifica diMaria. La sua esortazione ai cristiani diMagnesia: <<Cercate di tenervi bensaldi nei precetti del Signore e degliapostoli perché vi riesca bene tuttoquanto fate nella carne e nello spirito,nella fede e nella carità, nel Figlio, nelPadre e nello Spirito, al principio e allafine, che è tanto degno e con la prezio-sa corona spirituale dei vostri presbite-ri e dei diaconi secondo Dio>> (Magn.13,1), non lascia dubbi sul fatto che eglie le sue comunità erano convinti dipoggiare su un solido fondamentobiblico. Le lettere di Ignazio, che eranomolto lette e spesso citate dagli altriPadri posteriori, rivelano che sin daallora c’erano gli elementi mariologicidel dogma anche se in germe, nella tra-dizione della Chiesa antica, e cioè ilconcepimento “attivo” di Maria e la suadignità di Madre di Dio, erano indi-scutibilmente parte integrale dellacomune coscienza di fede della Chiesa.

Diac. Sebastiano Mangano

Milano, settembre 2015. «Ma noi cri-stiani crediamo ancora nella capacitàdella fede che abbiamo ricevuto diesercitare un’attrattiva su coloro cheincontriamo e nel fascino vincentedella sua bellezza disarmata?». Cosìdon Julian Carrón concludeva un suointervento su un quotidiano italianodopo la strage di Charlie Hebdo. Eproprio «la bellezza disarmata» delcristianesimo dà il titolo a questa rac-colta di riflessioni che non solo hannosegnato la storia del movimento di CLin questi dieci anni dalla scomparsa delfondatore, il Servo di Dio don LuigiGiussani, ma sono entrati con umiltà ecoraggio nel dialogo pubblico e nelleferite profonde del nostro tempo.Il terrorismo, le persecuzioni dei cri-stiani, la crisi economica, l’Europa e lapolitica, l’emergenza educativa, ildramma delle migrazioni, perfino ledebolezze e gli errori commessi dapersone di CL: Julian Carrón non sisottrae alla domanda profonda chequeste sfide pongono all’esperienzadella fede e al carisma di don Giussa-ni. Al contrario, affonda lo sguardo allaradice di esse, in quel «crollo delle evi-denze» in cui Papa Benedetto XVI hamagistralmente sintetizzato la crisiantropologica dell’Occidente odier-no e che corrode anche il cristianesi-mo, se si lascia ridurre a ideologiainvece che riproporsi come esperienza,come avvenimento sperimentabile ecorrispondente al cuore dell’uomo.Nel crollo delle evidenze, dice Carrónlungo la riflessione condotta in questidieci anni con e per gli amici di Comu-nione e Liberazione ma anche «per tut-ti i nostri fratelli uomini», l’urto pro-vocatorio della realtà continua a esse-re la via maestra e misteriosamenteprovvidente che ridesta nell’io la ver-tiginosa domanda di verità e di signi-ficato, anche per chi crede. «L’unica

condizione per essere sempre e vera-mente religiosi è vivere sempre eintensamente il reale, senza rinnegaree dimenticare nulla» scriveva donGiussani nel suo libro più famoso, Ilsenso religioso, e il suo successorescommette totalmente su questomagistero della realtà che sottoponeanche la fede alla verifica dell’espe-rienza.Solo se l’avvenimento cristiano sidimostra capace di risvegliare l’io, difarlo rinascere in tutte le sue dimen-sioni - ragione, affezione, libertà -e dimantenerlo nella posizione adeguataper affrontare l’intera esistenza, con lesue prove e la sua problematicità, puòrisultare credibile e suscitare l’inte-resse dell’uomo contemporaneo.Per questo Carrón mette l’accento sul-la fede come testimonianza di un ioafferrato dall’amore di Cristo: comericorda Papa Francesco, «solo così si

può proporre nella sua forza, nella suabellezza, nella sua semplicità, l’an-nuncio liberante dell’amore di Dio edella salvezza che Cristo ci offre». Quiè tutta la stoffa della presenza cristiananel mondo e così l’incontro con i“testimoni” di Gesù, oggi come due-mila anni fa, continua a essere possi-bilità presente e viva che la domandache urge nel cuore di ogni uomo trovifinalmente il suo compimento.Che cosa infatti può strappare al nullaomologante e riaprire alla speranza?Solo l’incontro con persone nella cuivita si documentino una coscienzanuova e più profonda di sé e della real-tà, in tutte le dimensioni del vivere(educazione, famiglia, lavoro, politi-ca), un desiderio interamente dispie-gato, una capacità di gratuità, di letiziae di costruttività normalmente irrepe-ribili, perché originati dal dono di unAltro. Non è forse questo l’incontroche tutti anche inconsapevolmenteattendiamo? Questo è allora il contri-buto che i cristiani sono chiamati adare oggi più che mai: la testimonian-za di una «bellezza disarmata», di unapienezza di vita possibile, perché sal-vata da Cristo.La bellezza disarmata propone glielementi essenziali della riflessione didon Julian Carrón a partire dal 2005,anno della sua elezione a presidentedella Fraternità di Comunione e Libe-razione, dopo che don Giussani stesso,l’anno prima, lo aveva chiamato dallaSpagna a condividere con lui laresponsabilità di guida del movimen-to. Gli scritti, nati in occasioni diverse,sono stati ampiamente rielaborati eordinati dall’autore per offrire il con-tributo di una esperienza di vita a

chiunque sia alla ricerca di ragioniadeguate per vivere e costruire spazi dilibertà e di convivenza in una societàpluralistica. Come scrive l’Autore:

«Non c’è altro accesso alla verità senon attraverso la libertà. La storia è lospazio del dialogo nella libertà: chenon vuol dire spazio vuoto, deserto diproposte di vita. Perché del nulla non sivive. Nessuno può stare in piedi, ave-re un rapporto costruttivo con la realtà,senza qualcosa per cui valga la penavivere».Il volume è in distribuzione nellelibrerie a partire dal 17 settembre. Èdisponibile anche in formato eBook.

®

Prospettive - 4 ottobre 2015 5

PRIMOPIANO

5555

La bellezza disarmata

Gesù vero uomoVERO DIO NATOda Maria Vergine

In un libro le riflessioni di don Julian Carrón di fronte al “crollo delle evidenze” della nostra epoca

La Vergine Maria nell’epistolario di Ignazio di Antiochia

Nella lettera

agli Efesini l'accenno

alla madre garantisce

la piena umanità,

mentre l'assenza

del padre rivela

indiscutibilmente

che il concepimento

è stato virginale,

da cui emerge

la divinità di Gesù

"L'unica condizione

per essere sempre e

veramente religiosi è

vivere sempre e

intensamente il reale,

senza rinnegare e

dimenticare nulla"

scriveva don Giussani

in “Il senso religioso”

Concluse presso la Basili-

ca Cattedrale S. Agata

V.M le celebrazioni annuali in onore delBeato Cardinale Giuseppe Benedetto

Dusmet, Arcivescovo di Catania dal1867 al 1894, esempio fulgido di caritàcristiana. Un’intensa settimana di pre-ghiera che ha coinvolto l’intera comu-nità ecclesiale della diocesi. Il triduo dipreparazione alle festa liturgica ha avu-to inizio martedì 22 settembre con la

recita del Rosario seguita dalla trasla-zione delle reliquie del Beato Dusmetall’altare maggiore e dalla messa pre-sieduta dal parroco don Antonino

Nicoloso, animata dalla comunitàecclesiale di Nicolosi. Mercoledì 23 set-tembre, invece, è stata la comunità par-rocchiale “Beato Dusmet” di Monte-palma – Misterbianco - ad animare lamessa presieduta dal parroco don

Ambrogio Monforte. Mentre giovedì24, a conclusione del triduo, l’eucarestiaè stata presieduta dal nuovo postulatoredella causa di canonizzazione, donFausto Grimaldi, a cui è seguita unaveglia di preghiera animata dagli istitu-ti di vita consacrata. Culmine dei festeg-giamenti è stata la solenne celebrazioneeucaristica, venerdì 25 settembre, pre-sieduta da S. E. Rev. Mons. Salvatore

Gristina, Arcivescovo di Catania, cheha conferito per l’occasione anche leordinazioni diaconali. Presenti nume-rosi sacerdoti e diaconi, tra gli altri, donPiero Galvano, direttore della Caritas

Diocesana, i diaconi Gino Licitra,vice-direttore Caritas, responsabile delCentro di Ascolto Diocesano e Gianni

Corriere che presta servizio all’HelpCenter Caritas. Alla giornata dedicata alVolontariato hanno partecipato anche

gli operatori ed i volontari della CaritasDiocesana, nonché quelli delle Caritasparrocchiali e delle associazioni eccle-siali di volontariato nelle opere “Segno”dell’Arcidiocesi.Significativa la liturgia della parola cheattraverso la prima lettura ((Is 61, 1-3),il Salmo responsoriale (Salmo 111) e ilbrano evangelico (Mt 25, 31-40) haricordato ai presenti l’importanza dellacarità cristiana che si esplicita nellacura dei più poveri e dei più bisognosi,verso i quali il Beato Card.Dusmet ave-va una predilezione particolare animataproprio dal Vangelo.Nell’omelia, Mons. Gristina, ha ricor-dato come il 26 settembre 1998, giornodella beatificazione del ‘Servo dei pove-

ri’, San Giovanni Paolo II, lo descris-se così: “Egli si erge quale testimone

della carità evangelica in tempi partico-larmente tormentati per la vita dellaChiesa, in mezzo ad accesi conflitti diparte e a profonde alterazioni del tessu-to politico e sociale del Paese, in unaregione sconvolta dal susseguirsi dipaurose calamità naturali: epidemie dicolera, terremoti, inondazioni, eruzionidell’Etna, oltre a quella costante evastissima calamità che è la miseria deidiseredati. Il Cardinale Dusmet, decoro

e gloria del monachesimo, dell’episco-pato e del Sacro Collegio Cardinalizio,ci trasmette così il messaggio profeticodi una autentica solidarietà evangelica e

di una docile e operosa fedeltà al cari-sma della propria vocazione, vissute edespresse nella realtà fattiva del donototale di sé sull’itinerario tracciato dal-

le orme di Cristo Salvatore”. Proprio ilBeato, ha continuato l’Arcivescovo,deve rappresentare un modello daseguire durante il Giubileo straordi-

nario della Misericordia istituito daPapa Francesco e che prenderà il via ilprossimo 8 dicembre. “Ogni giornodobbiamo riconoscere il volto di Gesùnei fratelli bisognosi che incontreremoper attualizzare il brano del vangelo chesempre Papa Francesco ha spiegato nelpresentare le intenzioni dell’anno dellaMisericordia (la Bolla di indizione del-lo scorso 11 aprile ndr): “È mio vivodesiderio che il popolo cristiano riflettadurante il Giubileo sulle opere di mise-ricordia corporale e spirituale. Sarà unmodo per risvegliare la nostra coscien-za spesso assopita davanti al drammadella povertà e per entrare sempre di piùnel cuore del Vangelo, dove i poverisono i privilegiati della misericordiadivina. La predicazione di Gesù ci pre-senta queste opere di misericordia per-ché possiamo capire se viviamo o nocome suoi discepoli”. Parole che Mons.Gristina ha rivolto direttamente ai dia-coni “affinché fortificati dallo SpiritoSanto possano compiere l’opera delproprio ministero nelle tante personeche nelle periferie sociali ed esistenzia-li attendono una risposta di carità”.Chiamandoli, poi, ad uno ad uno pernome ha rivolto ai 12 diaconi (unotranseunte e undici permanenti) unaffettuoso incoraggiamento nel prose-guire con “la diaconia nell’evangeliz-zazione, nella catechesi, nella carità aipoveri, nell’attenzione alle famiglie,alle nuove generazioni e agli immigra-ti. Urgenze che ci rendono consapevolianche delle nostri fragili forze – ha con-tinuato l’Arcivescovo – ma che ci ricor-dano anche come il Signore non abban-dona i suoi figli. Infine l’invito “a confi-dare in Lui, di amarlo e servirlo con cuo-re sincero nella Chiesa di Sant’Agata, diSant’Euplio e del Beato CardinaleDusmet”. La settimana dei festeggia-menti si è conclusa, domenica 27 set-tembre, con la XXII Giornata di pre-ghiera per la vita consacrata. Alle ore 11si è svolta la messa per le vocazioni allavita consacrata con la partecipazione delCircolo Cittadino S. Agata e dell’As-

sociazione S. Agata in Cattedrale.Da segnalare che a margine dei festeg-giamenti religiosi nei giorni 25, 26 e 27settembre nelle navate della BasilicaCattedrale e della Basilica Collegiata,per volontà del parroco Mons. Barba-

ro Scionti,è stata promossa una raccol-ta alimentare animata dall’Associazio-ne S. Agata in Cattedrale e del CircoloCittadino Sant’Agata (solo alla Colle-giata) il cui ricavato è stato devoluto allaCaritas Diocesana per l’assistenza allefamiglie bisognose della diocesi.

Filippo Cannizzo

L’arcivescovo Mons.Salvatore Gristina ha

nominato nuovo parroco della par-rocchia matrice Santa Maria degliAmmalati in San Gregorio di Cata-nia il sacerdote Ignazio Ezio Coco,che è stato insediato per la relativa“presa di possesso canonico” pressogli uffici del Vicariato generale del-l’arcidiocesi alla presenza del Vica-rio generale mons. Salvatore Genchi,del Cancelliere arcivescovile sac.Ottavio Musumeci, del parroco diSant’Antonio abate in Belpasso can.Orazio Scuderi e di alcuni laici: Pip-po Coco e Maria Vera Strano, Inno-cenzo Auteri e Maria Grazia Masca-

gni, Rosario Traina eAdele.Don Ignazio, nato aCatania il 27 ottobre1976, originario diZafferana Etnea esacerdote dal 17maggio 2008, è statoparroco a San Cristo-foro alle Xiare inCatania. Hanno avuto un peso note-vole nell’iter vocazionale del novel-lo parroco di San Gregorio diverseesperienze ecclesiali ed umane: lafrequentazione dell’AGESCI a Sarroe del Movimento giovanile missio-nario, il servizio ai poveri più pove-

ri, la formazione scolastica per ilconseguimento del diploma di geo-metra all’Istituto Tecnico StataleGiovanni Battista Vaccarini, gli studi

allo Studio Teologico interdiocesano“San Paolo”, il corso per missionaria Verona, l’impegno presso il centrodiocesano di orientamento vocazio-nale, l’esperienza missionaria aMigoli in Tanzania.

A.B.

SAN GREGORIO DI CATANIA PARROCCHIA MATRICE

Prospettive - 4 ottobre 201566666

Lunedì 5

•• Ore 12.00 Catania: benedice inuovi locali in cui verrà accoltala Comunità del Propedeutico.

Martedì 6•• Ore 9.30 Catania, Seminario: pre-

siede il Consiglio presbiterale.•• Ore 19.00 Biancavilla, Chiesa

madre: celebra la S. Messa per lafesta di S. Placido.

Mercoledì 7

•• Ore 17.00 Fleri, parrocchia S.Maria del Rosario: celebra la S.

Messa.Giovedì 8

•• Ore 9.00 Arcivescovado: udien-ze.

•• Ore 11.00 Catania, Stazione Fer-roviaria - Deposito Locomotive:Celebra la S. Messa e benediceun’Edicola Votiva.

Venerdì 9

•• Ore 10.00 Curia, Salone dell’E-conomato: presiede l’incontrocon i Vicari foranei.

•• Ore 18.30 Catania, Seminario:assiste ad una commemorazione

per il 25° anniversario del SerraClub e celebra la S. Messa.

Sabato 10

•• Ore 19.00 Paternò, parrocchia S.Michele: celebra la S. Messa.

Domenica 11

•• Ore 10.00 Catania, parrocchiaDivina Maternità: celebra la S.Messa in occasione della festapatronale.

•• Ore 20.00 Catania, Basilica Col-legiata: celebra la S. Messa.

®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Notizie in breve dal 5 all’11 ottobre

La cura dei più poveriè il segno della carità cristiana

Da sx don Ignazio Coco, ArcivescovoMons. Salvatore Gristina, don SalvatoreScarpato

Celebrazioni in onore del Beato Card. Dusmet

NUOVO PARROCO

Arcivescovo 095 31.26.20

Segreteriaarcivescovile 095 25.04.306

Segreteriaarcivescovile 346 3842521

Vicariogenerale 095 25.04.309

Centralinocuria 095 25.04.311

095 715.90.62

346 38.42.808

FAXSegreteriaArcivescovo 095 25.04.357

Curia 095 25.04.358

Ufficioscolastico 095 25.04.359

Economato 095/25.04.360

&entralino CuriaArcivescovile di CT

I 12 novelli diaconi

Don Vincenzo Catania della Comunità Ecclesiale “Chiesa-Mondo”,

che s’avvia al sacerdozio; don Paolo Milano e don Salvatore Caruso,

celibi provenienti dalle parrocchie Santa Maria della Salette in

Catania e Santa Maria dell’Alto in Paternò. Gli altri nove sono spo-

sati con figli: don Alfio Daquino, Madonna del Riparo in Bronte;

don Carmelo Patronaggio Maria Santissima Immacolata in Belpas-

so; don Domenico Ruggiero, Santa Maria della Salute Catania; don

Giuseppe Calantropo, San Nicolò in Misterbianco; don Giuseppe

Spampinato, Sant’Angela Merici in Misterbianco; don Nunzio

Nicotra Santa Maria della Mercede in Catania, don Silvio Marletta,

Santa Maria degli Ammalati in San Gregorio; don Vito Privitera,

San Giovanni Battista in San Giovanni di Galermo.

Foto di Antonino Blandini

Prospettive - 4 ottobre 2015 7

DIOCESI

7

Un’ampia partecipazio-ne di catechisti e cop-

pie di sposi ha caratterizzato il Con-vegno Catechistico del 18 e 19 set-tembre scorsi, tenutosi presso ilSeminario Arcivescovile dei Chiericidi Catania alla presenza di S.E.Mons. Salvatore Gristina. “In ascol-

to della famiglia, la Chiesa diventa

famiglia – Educarsi per educare al

grande mistero dell’Amore” è stato iltema portante attorno al quale sisono sviluppati gli interventi deirelatori, invitati ad arricchire le espe-rienze dei partecipanti con orienta-menti e speranze nuove per unnecessario quanto indispensabile rin-novamento degli itinerari d’inizia-zione cristiana per fanciulli e ragaz-zi. Questo Convegno, nato dal con-fronto e dalla collaborazione tral’Ufficio Catechistico Diocesano,guidato da Padre Gaetano Sciuto, el’Ufficio per la Pastorale Familiare,guidato da Padre Salvatore Bucolocon Giorgio e Rosetta Amantia, vuo-le essere un invito, un annuncio diliberazione e misericordia nellacomunità ecclesiale, un’aperturamissionaria verso il mondo, una pro-posta di dialogo tra la Chiesa e laFamiglia. Famiglia che ha ricevuto ilsigillo di Dio per essere luogo in cuiavvengono la prima evangelizzazio-ne e le prime esperienze concrete dieducazione all’amore. Si avverte lanecessità di chiedere alla famiglia:“Chi sei nel progetto di Dio?” Comeha affermato Don Renzo Bonetti, laChiesa oggi è chiamata a far risco-prire a ogni uomo, e in modo parti-colare alla famiglia, la carta d’identi-tà sacramentale. I genitori si recanoin parrocchia per chiedere i sacra-menti per i loro figli, ma in realtàchiedono accoglienza, ascolto, ami-cizia, chiedono di riscoprire il signi-ficato sacramentale del loro matri-monio, specialmente attraverso ilriconoscimento di essere parte attivadella comunità cristiana. La famigliachiede un ideale di vita! In modoparticolare le coppie cristiane, a dif-ferenza delle coppie laiche, chiedonoche Cristo e la santità di vita che neconsegue diventino i loro ideali divita. Compito precipuo dei catechistiè annunciare la Parola di Dio. Essisono indispensabili “comunicatori diidee e parole di vita eterna, accelera-tori del dono della Grazia di Dio”. Igenitori sono invece “comunicatoridi azioni, di gesti, realtà comunicati-va dell’amore di Dio, educatori dellafede all’interno del progetto origina-rio.” La coppia offre quotidianamen-te ai figli un “catechismo di carne”,dove Dio si rivela non come un con-cetto astratto ma come vita incarnatanella famiglia, forma educativa pen-sata per educare all’amore. Un amo-re che è “mistero della presenza diDio”, un amore che si esprime attra-verso il dono della paternità e dellamaternità che, come la Chiesa, rendecapaci di amare tutti come fratelli, diannunciare l’unica profezia d’eterni-tà per costruire la famiglia definitivae colmare così tutte le incompiutez-ze. Dio, presente nel mondo attraver-so il dono generativo della coppia,vuole costruire il suo “corpo” attra-verso la missione della famiglia.Nella lettera agli Efesini S. Paoloindica come la coppia, nel sacramen-to del matrimonio, riceve lo SpiritoSanto e come essa è chiamata adamare sull’esempio dell’amore cheCristo nutre per la sua Chiesa. I geni-tori che non si chiedono che postoavranno i loro figli nella Chiesa, checonsapevolezza possiedono del loro

essere figli di Dio, non amano i lorofigli, poiché non li percepisconocome figli di Dio. Don Paolo Sartorha invece focalizzato l’attenzione sucome la Chiesa può, nella societàcontemporanea, diventare famiglia.È sotto gli occhi di tutti l’inevitabilecambiamento di atteggiamenti neiconfronti della persona umana, con-siderata tale in relazione alla sua for-ma fisica e al suo potere di seduzio-ne. Citando Bauman, Sartor continuaaffermando che nella misura in cui ilegami familiari si indeboliscono,aumenta “la produzione di collezio-

nisti di esperienze che sono anche

efficienti consumatori” di pseudovalori e relazioni variabili, cangiantiin base alla moda del momento.Bisogna dunque riscoprire una“visione di comunione”, praticarecon rinnovata fiducia un dialogo trafamiglie e responsabili educativi percostruire “relazioni fondate sulla

continuità, la gratuità, la semplicità,

la stima per ciò che le famiglie rea-

lizzano nella loro dedizione ai figli”(CEI, Incontriamo Gesù, 2014, n.59). Le giovani generazioni osserva-

no con gli occhi e con ilcuore i valori e gli idealinutriti nelle azioni quoti-diane dei loro genitori eeducatori, proprio per-ché hanno estremo biso-gno di una “catechesiesperienziale”, da vivereall’interno di una rete direlazioni, di amicizie e dicomunicazioni valorialied educative edificanti.Da parte sua l’educatoreha il dovere di guidare ibambini, i ragazzi, gliadolescenti verso l’unità,ad accettarsi pienamen-te, a vedersi così comeDio li ha pensati e voluti.L’“etica dell’amore” pre-suppone dei cammini

“impraticabili” e dei contenuti“impronunciabili” da proporre conequilibrio. La catechesi, vista come“tempo della tenerezza”, deve esserecapace di accogliere, accarezzare enon possedere per poi abbandonare.L’alleanza educativa fra genitori ecatechisti è possibile. Certamentenon si pretende di avere la ricetta perrisolvere i problemi familiari, ma sioffre l’opportunità di vivere insiemei luoghi per “co-educare”, confron-tarsi, aiutarsi, supportarsi, per bandi-re il “silenzio fra educatori e genito-ri”, osando e scommettendo nuoviitinerari “a servizio della felicità del-le giovani generazioni e delle lorofamiglie.” Si ha bisogno di famigliereali e non ideali, che sappiano testi-moniare nella semplicità di un bacio,di un abbraccio, la bellezza dellafedeltà e del sacramento del matri-monio cristiano, accogliendo cor-dialmente tutte le realtà coniugaliche bussano alla misericordia di Cri-sto resa tangibile attraverso la Chie-sa. L’azione pastorale delle Chieseparticolari ritroverà nuova linfa daquesta agognata collaborazione tra

famiglia e comunità nel quadro di unintervento unitario. “Si tratta di nonlasciare sole le famiglie, ma diaccompagnarle, aiutando i genitori atrasmettere ai loro piccoli uno sguar-do credente con cui leggere imomenti della vita” (CEI, Incontria-

mo Gesù, n. 60). A conclusione deigruppi di confronto animati dai par-tecipanti al convegno, l’Arcivescovodi Catania, Mons. Salvatore Gristina,ha offerto tre piste di lavoro comuneche “investano mente, cuore e risor-se”, auspicando per l’avvenire unacollaborazione continua tra UfficioCatechistico e Ufficio per la Pastora-le Familiare, affinché “annuncio evita familiare, catechesi ed esperien-za quotidiana diventino sempre piùlinguaggi convergenti”. Anche iVicariati, attraverso catechisti e cop-pie si sposi, sono stati invitati a dive-nire punto di riferimento per gli ope-ratori di base e “cinghia di trasmis-sione tra il centro diocesano e le real-tà locali”. Infine le parrocchie sonostate invitate a “valorizzare più diquanto non si fa ora le coppie di spo-si e la loro ministerialità negli ambi-ti della preparazione al matrimonio,della pastorale battesimale e delleprime età 0-6 anni, dell’accompa-gnamento dei genitori durante il per-corso catechistico dei figli, del soste-gno alle famiglie che hanno figlipreadolescenti e adolescenti”. NellaEvangelii Gaudium, al n° 274, PapaFrancesco ci invita a “condividere lavita con la gente e donarci generosa-mente”, perché ogni persona, creataa sua immagine, “riflette qualcosadella sua gloria”. Ogni fratello “èimmensamente sacro e merita ilnostro affetto e la nostra dedizione.Perciò se riesco ad aiutare una solapersona a vivere meglio, questo è giàsufficiente a giustificare il dono del-la mia vita”.

Giuseppe e Mariella Magrì

La Famiglia offre unCatechismo di carne

Questo Convegno,

nato dalla

collaborazione

tra l’Ufficio

Catechistico Diocesano

e l’Ufficio per la

Pastorale Familiare,

vuole essere

un’apertura

missionaria verso il

mondo, una proposta

di dialogo tra la

Chiesa e la Famiglia

Dal 21 al 24 settembre, acura della comunità

ecclesiale della parrocchia matrice“San Giovanni Battista” di San Gio-vanni di Galermo, affidata alle curepastorali di padre Giuseppe Catalfo,e dell’Istituto Comprensivo statale“Padre Santo Di Guardo” e “Salvato-re Quasimodo”, diretto dal dirigentescolastico prof. Maria Nunzia Maz-zarino, è stato degnamente ricordato,con diversi momenti di preghiera edi riflessione, il compianto ed amatosacerdote missionario catanese,padre Santo Di Guardo, del PIME enativo di San Giovanni di Galermo.Padre Santo si dedicò con zelo apo-stolico al lavoro pastorale con parti-colare predilezione alla formazioneumana e cristiana dei bambini, allacura degli ammalati e all’aiuto deisenza casa, musulmani o cristianiche fossero. L’ex dirigente scolasticoscomparso qualche anno fa, il dottor

Simone Caruso, compagno d’infan-zia di Padre Santo, volle intitolareall’amico missionario il CircoloDidattico di San Giovanni di Galer-mo, dove fece apporre un quadro chelo ritrae e una lapi-de alla memoria.Nel pomeriggio dilunedì 21, nellachiesa madre ilprof. Alfio Di Bellaha guidato unincontro su “PadreSanto: l’apostolodel dialogo interre-ligioso nelle Filip-pine”, seguito dal-l’inaugurazione diuna mostra suPadre Di Guardonei locali parroc-chiali. Nei giornisuccessivi la mostra è stata visitatadagli studenti delle classi della scuo-

la secondaria del suddetto IstitutoComprensivo, accompagnati dairispettivi docenti. La sera di merco-ledì 23, si è tenuta una veglia parroc-chiale vocazionale, nel giorno parti-

colarmente caroai devoti di SanGiovanni Batti-sta: infatti, laChiesa Cattolica,in Occidente,celebra il 23 set-tembre la memo-ria dei santigenitori del Pre-cursore di Cri-sto, Zaccaria edElisabetta, aiquali il 28 feb-braio di que-st’anno è stataintitolata la nuo-

va grande chiesa con complesso par-rocchiale di San Giovanni di Galer-

mo, filiale della matrice.La mattina di giovedì 24, nel 40°anniversario della morte, gli alunnidella scuola intitolata alla veneratamemoria di Padre Santo hanno depo-sto un omaggio floreale sulla tombadel missionario concittadino pressoil locale cimitero; successivamentenella palestra della stessa scuola èstata celebrata la santa messa, consuccessivi momenti preparati daglialunni. Di sera, dopo la celebrazioneeucaristica, è avvenuta la consegnadel ricavato di iniziative benefichecome sostegno economico per unseminarista filippino del PontificioIstituto Missioni Estere. La vegliamissionaria diocesana di quest’anno(la sera del 24 marzo 2015) è statapresieduta dall’Arcivescovo Mons.Salvatore Gristina, nella chiesa SantiZaccaria ed Elisabetta.

Blanc

L’apostolo del dialogo interreligioso nelle Filippine

Al Seminario arcivescovile si è svolto il Convegno Catechistico

40° annivesario della morte di Padre Santo Di Guardo

Il trionfo della musica

barocca italiana ha carat-

terizzato la magica serata di lunedì

14 settembre 2015 nel massimo tem-

pio cattolico e benedettino di Catania

e della Sicilia. Nell’edizione di “Pro-

spettive” del 13 luglio 2014, in un

articolo dedicato all’insigne musici-

sta barocco, Giuseppe Geremia, ave-

vamo auspicato la riscoperta di que-

sto grande artista catanese, quasi del

tutto dimenticato anche nella sua

stessa amata città natale.

Un successo strepitoso per il concer-

to “L’esaltazione di Mardocheo”

dopo 239 anni dalla sua scrittura

riproposto a Catania nel grandioso

tempio abbaziale benedettino San

Nicola l’Arena, nel giorno una volta

sacro ai monaci cassinesi cittadini,

custodi della reliquia del Santo Chio-

do per la ricorrenza liturgica dell’E-

saltazione della Santa Croce.

Oltre 10 minuti di applausi ininter-

rotti di circa 400 spettatori entusiasti

e commossi hanno inaspettatamente

e trionfalmente concluso la brillante,

magistrale e meravigliosa esecuzione

musicale di alto livello del concerto

“L’esaltazione di Mardocheo”, com-

ponimento per musica a quattro voci

e più strumenti del musicista catane-

se Giuseppe Geremia, con lusinghie-

ri commenti ed apprezzamenti per

l’orchestra e i cantanti. Tutti i presen-

ti sono rimasti favorevolmente

impressionati dalla presenza del San-

to Chiodo posto sull’altare maggiore

ed opportunamente illuminato per la

personale e illuminata iniziativa del

rettore della chiesa San Nicola l’Are-

na, prof. Gaetano Zito.

Molta gente, alla conclusione del

concerto, ha voluto vederlo da vici-

no: oltre ad apprezzare la fattura del

prezioso e artistico reliquiario sette-

centesco in oro e gemma di Saverio

Corallo, conservato nel tesoro della

nostra Cattedrale e per secoli gelosa-

mente custodito e venerato a San

Nicola, non pochi hanno pregato,

baciato e chiesto anche la benedizio-

ne.

Con questo brillante esordio -affidato

alla bravura dell’Ensemble Seicento-

novecento con Maria Chiara Chizzo-

ni (Mardocheo), Paola Cigna (Amal-

tea), Elena Cecchi Fedi (Abimelec-

co) soprani, Antonio Giovannini

(Alimano) contraltista, Walter Testo-

lin maestro del coro e Flavio Colusso

maestro concertatore e direttore- ha

preso il via il terzo ciclo di concerti

che segnano la ripresa, dopo la pausa

estiva, delle attività nella magnifica e

massima chiesa monastica di Catania

e della Sicilia. Tale ciclo è segnato

dalla collaborazione con il Festival

Internazionale del Val di Noto

“Magìe Barocche”, alla sua quinta

edizione e al suo decimo anno di atti-

vità. La sfavillante orchestra si è esi-

bita con accoppiamenti concertanti di

oboi, flauti traversi, corni, fagotto,

trombe, timpani, violini e violoncel-

lo, clavicembalo ed organo.

Si è trattato dell’accurata riproposi-

zione dell’opera di Giuseppe Gere-

mia, insigne maestro concittadino

titolare della Cappella Musicale del

Duomo e di fatto anche di quella di

San Nicola, oratorio sacro scritto in

onore dell’abate dom Filippo Maria

Hernandez dell’Abbazia nicolina

catanese ed eseguito per la prima vol-

ta “nella chiesa del venerabile mona-

stero di S. Nicolò l’Arena in quella chiarissima e fedelissima Città di

Catania” il 14 settembre 1776, solen-

nità del Santissimo Chiodo, e poi una

seconda nel 1780 e nel 2014 eseguito

in anteprima a Roma presso l’Orato-

rio del Caravita. Finalmente la prege-

vole opera del m° Geremia, su testo

del sac. Raimondo Platania, profes-

sore nel seminario dei chierici, è

ritornata nella monumentale chiesa

monastica in cui è stata eseguita la

prima volta e nell’identica data della

sua ragione compositiva, la festa

liturgica dell’Esaltazione della Santa

Croce, ormai entrata nel DNA dei

catanesi, come ha dimostrato ancora

una volta la corale ed irrefrenabile

emozione suscitata dall’ostensione

della preziosissima e taumaturgica

reliquia del Santo Chiodo, uno dei

chiodi della crocifissione di Gesù

Cristo -proclamato dal civico Senato,

il 5 aprile 1669, Patrono e Protettore

di Catania minacciata dalle colate

laviche- esposizione accompagnata

da una musica di grande valore arti-

stico.

La scelta del personaggio dell’orato-

rio sacro, di cui parla il libro biblico

di Ester, è assai significativa per la

comprensione del tempo in cui l’ope-

ra venne rappresentata come del

significato profondo anche per oggi

della festa in onore del Santo Chio-

do: “nel giusto Mardocheo che, per

difendere il suo popolo sottomesso al

re di Persia Assuero, rischia di essere

condannato a morte per volere del

primo ministro Aman, è prefigurato il

giusto Gesù di Nazareth – ha com-

mentato il prof. Zito che riveste

anche l’ufficio di Vicario episcopale

per la cultura dell’arcidiocesi di

Catania- ingiustamente crocifisso, di

cui i monaci conservavano una testi-

monianza insigne: il Santo Chiodo”.

“In Mardocheo -ha aggiunto mons.

Zito- è pure semplificato il giusto

abate Hernandez che, assieme ai con-

fratelli benedettini, rischiava di esse-

re condannato a lasciare il monastero

in ottemperanza agli orientamenti

politici del ministro Bernardo Tanuc-

ci, identificato con Aman. Anche lui

subisce, però, l’iden-

tica sorte di Aman,

estromesso dal

governo del regno,

mentre il giusto

Mardocheo-Hernan-

dez viene esaltato”.

Di costui, degno “di

ricordanza eterna”

come ricorda lo sto-

rico Francesco Fer-

rara, “Catania fu

beneficata negli anni

della carestia, perché

al Senato della città

prestò senza interes-

si 12mila scudi <ed

inoltre esibì la

pignorazione di tutti

i vasi sacri della sua

chiesa, e del suo pin-

gue monastero in

aiuto di Catania>”.

“Riprova ulteriore”,

ha concluso mons.

Zito, “che abbiamo

bisogno di scrollarci

di dosso ancora l’i-

poteca posta sui benedettini di questo

monastero da Federico De Roberto

nel romanzo <I vicerè> che, per

quanto romanzo storico è romanzo e

non storia”.

Se la sera dello straordinario concer-

to ha permesso ai catanesi di parteci-

pare ad un evento di straordinaria

valenza culturale qual è l’oratorio

sacro “L’esaltazione di Mardocheo”,

come ha attentamente evidenziato

mons. Zito, già preside dello Studio

Teologico interdiocesano “San Pao-

lo” di Catania, infaticabile e geniale

ideatore e promotore di iniziative

culturali in sintonia col significato

religioso che le origina e le motiva,

dobbiamo essere grati alla ben nota

sensibilità a tutela del patrimonio

culturale del prof. Giovanni Puglisi

che, in qualità di presidente della

Fondazione Sicilia, ha concesso un

contributo straordinario esteso anche

agli altri concerti a San Nicola con

“Magie Barocche”. La richiesta del

contributo è stata condivisa e soste-

nuta dall’avv. Caterina Carrubba, dal

prof. Benedetto Matarazzo e dal prof.

Maurizio Caserta. Anche la ditta

“Artigiana Organi” di Francesco Oli-

veri è intervenuta finanziariamente.

La copertura finanziaria è stata com-

pletata grazie alla sinergia con il

Festival Internazionale del Val di

Noto “Magie Barocche”, fondato e

diretto dal prof. Antonio Marcellino

che ha saputo coinvolgere in questa

operazione il dott. Salvatore Maugeri

e il m° Flavio Colusso per la trascri-

zione e la revisione della partitura

con la collaborazione del m° Claudia

Patanè per la segreteria artistica.

Mons. Zito per il testo e per la parti-

tura ha ringraziato il Comune di

Catania, al quale entrambi apparten-

gono; sono accuratamente conserva-

ti: il testo presso le Biblioteche Riu-

nite “Civica e A. Ursino Recupero”,

affidata alle cure della dott.ssa Rita

Carbonaro, la partitura presso il

Museo Civico Belliniano, diretto dal

dott. Silvano Marino.

Antonino Blandini

Mercoledì 23 settem-

bre, giorno anniver-

sario dell’immatura morte di Vin-

cenzo Bellini, la cittadinanza ha

reso il tradizionale commosso

omaggio al Cigno catanese con il

partecipare di mattina, nella basili-

ca Cattedrale, alla celebrazione

della s. messa in memoria del

grande musicista concittadino,

presieduta dal parroco e delegato

arcivescovile, mons. Barbaro

Scionti, con l’assistenza del grup-

po liturgico della parrocchia gui-

dato dal vicario parrocchiale, can.

Giuseppe Maieli, organi-

sta della Cappella Musi-

cale del Duomo.

Assieme all’assessore

comunale ai Saperi e alla

Bellezza condivisa prof.

Orazio Licandro in rap-

presentanza del sindaco,

al sovrintendente del Tea-

tro Massimo Bellini dott.

Roberto Grossi e al diret-

tore artistico dello stesso

ente lirico m° Francesco

Nicolosi, al direttore del

Museo Civico Belliniano

dott. Silvano Marino, al

cerimoniere del Comune

comm. gr. uff. Luigi Mai-

na, al m° prof. Domenico

De Meo uno dei massimi

studiosi filologi bellinia-

ni, hanno partecipato alla

Divina Liturgia gli stu-

denti del vicino Convitto

Nazionale “Mario Cutel-

li”, con gli insegnanti e il

labaro del celebre istituto

educativo.

La straordinaria anima-

zione liturgica è stata

curata dal Coro del Teatro Massi-

mo Bellini diretto dal m° Ross

Craigmile, che ha eseguito alcuni

struggenti canti liturgici per orga-

no: “Laudate” di Knut Nystedt

all’introito, “Kyrie” dalla messa in

sol minore di Bellini, l’Alleluja

gregoriano, “Eccomi” di Marco

Frisina all’offertorio, “Sanctus” di

Michele Bonfitto, “Ave verum” di

Colin Mawby alla Comunione,

“Jesus bleibet meine Freude dalla

cantata 147 di Johann Sebastian

Bach al congedo.

All’omelìa il celebrante si è com-

piaciuto della significativa presen-

za di tanti studenti e ha additato, in

particolare, il bello e il buono che

la città di Catania ha avuto in ere-

dità spirituale dal nostro Bellini, le

cui spoglie riposano in basilica

come quelle della veneratissima

patrona Sant’Agata vergine e mar-

tire e del beato cardinale arcive-

scovo Giuseppe Benedetto Dusmet

SOB, che volle installare in Catte-

drale un nuovo organo, ora posto

sulla cantoria d’ingresso, e della

cui memoria la città è grata e fiera.

Subito dopo il rito eucaristico, c’è

stato un breve ma

intenso momento di

preghiera con incen-

sazione ed aspersione

con l’acqua benedetta

davanti al monumen-

to sepolcrale del

sommo artista cata-

nese -ornato delle

corone d’alloro del-

l ’Amminis t razione

comunale e del Tea-

tro Massimo Bellini

sotto la scritta tratta

da “La Sonnambula:

Ah! Non credea

mirarti sì presto

estinto, o fiore” e

presidiata dal servi-

zio d’onore di quattro

vigili urbani in alta

uniforme- guidato da

mons. Scionti con la

partecipazione di

musicisti, musicofili,

cantori, melomani,

comuni cittadini e

turisti.

Memorex

L’eredità spirituale del cigno

Duomo: Suffragio e omaggio a Bellini

Prospettive - 4 ottobre 20158

DIOCESI

8

Accurata riproposizione dell’opera di Giuseppe Geremia

Esaltazione di Mardocheo a San Nicola L’Arena, un auspicio avverato

Le “Giornate sociali dio-cesane”, che l’Ufficio

per i problemi sociali dell’Arcidio-cesi di Catania organizza con caden-za annuale sin dal novembre 2005,hanno puntato a formare le personealla partecipazione attiva alla vitasociale e politica. Durante le “Gior-nate”, però, non solo sono stati offer-ti momenti rilevanti di formazione,ma sono state elaborate anche propo-ste concrete, perché i fedeli laici etutte le persone di buona volontàpotessero di fatto impegnarsi perdare il loro apporto per il consegui-mento del bene comune della polis.La creazione degli Osservatorisocio-politici in alcuni vicariati del-l’arcidiocesi, si può annoverare tra leiniziative più significative in quantoattua ciò che i vescovi italiani scrive-vano già parecchi anni or sono: laparrocchia si deve porre come “sog-getto sociale” nel territorio. È nell’o-rizzonte di questa democrazia parte-cipativa che si può collocare l’espe-rienza dell’Osservatorio del VIIvicariato, che da parecchi anni èimpegnato, in collaborazione soprat-tutto con i dirigenti scolastici del ter-ritorio, affinché in un quartierepopoloso come quello di Librino(circa 80.000 abitanti) venisse realiz-zata una scuola superiore, evitandocosì ai ragazzi le difficoltà di pren-dere tre o quattro autobus ogni mat-tino per raggiungere le scuole supe-riori del centro della città, con ladrammatica conseguenza che un’altapercentuale di alunni, già a febbraio,abbandonavano gli studi. In partico-lare, su questo argomento vogliamoricordare l’assemblea pubblica chel’Osservatorio organizzò nel salone-teatro della parrocchia Madonna delDivino Amore nel marzo 2010. Inquella occasione fu organizzata unatavola rotonda alla quale, oltreall’Arcivescovo, Mons. Gristina,parteciparono il presidente della Pro-vincia, G. Castiglione, il sindaco, R.Stancanelli, il provveditore agli stu-di, R. Zanoli, e gli assessori S. Arci-diacono, M. Belluardo, G. Ciampi eG. Pagano. All’incontro presero par-te anche i dirigenti scolastici C.Cascio e S. Molino, A. Chiarenza,direttrice del centro di prima acco-glienza presso il tribunale dei minoridi Catania, il segretario generale del-la Cisl A. Giulio, e vari rappresen-tanti del consiglio di quartiere. Ildibattito tra i rappresentanti delleIstituzioni e l’assemblea fu moltointenso e costruttivo. Dopo alcunimesi sembrava che la strada per rea-lizzare a Librino una scuola superio-re fosse appianata. Ma gli immanca-bili intoppi burocratici e per alcunianche una vera mancanza di volontàpolitica determinarono il blocco del-l’iniziativa. Nonostante ciò, l’impe-gno dell’Osservatorio, dei dirigentiscolastici del territorio e di altreassociazioni, non solo non si è spen-

to, ma ha continuato con determina-zione, tanto che a settembre del

2014, l’Osservatorio organizzò unaltro incontro con l’assessore R.D’Agata, presente anche il segretariodella Cisl-scuola Pippo Denaro, perfare il punto della situazione. In talmodo si è arrivati alla delibera della

Giunta Bianco delnovembre del 2014, chedava il via libera alla rea-lizzazione “di istituti omnicompren-sivi con attivazione di indirizzi distudio di 2 grado (…) in via speri-mentale”, e mettere “al contempo incampo tutte le azioni per la istituzio-ne di una Scuola superiore” a Libri-no. È nota a tutti la polemica che si èaperta in città, in seguito a questadelibera, e l’ opposizione di alcunipresidi delle scuole superiori dellacittà. Anche in questa occasione,l’Osservatorio è intervenuto, con una“Nota” per invitare a smorzare i tonidella polemica nell’interesse dei gio-vani, invitando ad un’azione sinergi-ca tra amministrazione comunale,scuole, sindacati, parrocchie, asso-ciazioni e università, puntando all’o-biettivo finale di istituire una scuolasuperiore autonoma con diversi indi-rizzi, ritenendo, però, utile la fase disperimentazione degli Istituti omni-

comprensivi, per puntare a creareuna scuola superiore di “eccellenza”,così da attrarre anche i giovani dialtre zone della città. Finalmente,con l’inizio del nuovo anno scolasti-co 2015/2016, Librino vede la realiz-zazione del liceo musicale e dell’isti-tuto alberghiero, presso gli istitutionnicomprensivi Musco e Pestaloz-zi. Lo stesso Sindaco Bianco, parlan-do alla stampa, ha voluto sottolinea-re l’azione di collaborazione tra levarie associazioni del territorio el’Osservatorio del VII vicariato. Cisembra che aver contribuito a dareuna risposta a un’esigenza cosìimportante per i cittadini di Librino,quale quella di una scuola superiore,sia l’esempio che la democrazia par-tecipativa è una via da percorrereoggi di fronte a una politica che ten-de a chiudersi in se stessa: da un

nostro modo nuovo di percepirci cit-tadini si può alimentare la speranzadi vedere un autentico rinnovamentoetico e politico. E le “Giornate socia-li diocesane” sono state, e continua-no a costituire, uno stimolo formati-vo per tutta la comunità cristiana chenon può voltare le spalle all’impegnopolitico per il vero bene integraledell’uomo.

Piero Sapienza

Prospettive - 4 ottobre 2015 9

DIOCESI

9

LA PARROCCHIA“soggetto sociale”NEL TERRITORIO

Per il quarto anno conse-cutivo, l’Ufficio pro-

blemi sociali e lavoro dell’Aricidio-cesi di Catania, in collaborazionecon lo Studio Teologico S.Paolo,propone la Scuola di formazioneall’impegno sociale e politico. L’ini-ziativa, che negli anni scorsi hariscosso un notevole successo, èrivolta a tutti gli uomini e le donne dibuona volontà che vorrebbero vederela politica, non come un’occasioneper gestire un potere, ma come deveessere davvero un’attività che miraal bene comune di tutti i cittadini, acominciare dagli ultimi. La Scuola ènata come conseguenza delle “Gior-nate sociali diocesane”, in cui pertanti anni, l’Ufficio per i problemisociali ha puntato a formare cittadiniconsapevoli della loro responsabilitàsociale e politica, che non volevanoessere travolti dalla corrente dell’an-tipolitica, che produceva personedisinteressate davanti all’impegnopolitico, chiuse nel proprio indivi-

dualismo e nei propri interessi. Laformazione alla democrazia parteci-pativa ha fatto sorgere in molti ilbisogno di una formazione adeguata,per potere essere cittadini attivi nellapolis. La Scuola offre non solo alcu-ni strumenti essenziali per leggere larealtà, per intervenire sulle questionipiù urgenti, ma si preoccupa anchedi formare una forte coscienza etica,tanto necessaria oggi in un contestosociale e politico in cui il tarlo dellacorruzione sfilacccia il tessuto socia-le dal Nord al Sud del Paese, e a tut-ti i livelli: da quelli personali e digruppo a quelli istituzionali. Senzaun recupero di eticità non si puònemmeno parlare di ripristino dellalegalità. E dove mancano virtù etichee legalità è inutile sperare in un rilan-cio della vita economica del Paese,come aveva ben capito A. Genovesi,grande economista del XVIII secolo:“....sono ostinato nel credere non vipotere essere economia, né politica,né arte, né industria, né nulla di

bene, dove non vi

sia una soda e

rischiarata vir-

tù”. Per l’annoa c c a d e m i c o2015/2016, laScuola presentaqualche novità.Si articola in unpercorso di base,dove agli allievivengono propo-ste alcune coor-dinate fonda-mentali: come adesempio, la dot-

trina sociale della Chiesa, l’eticasociale. Con il secondo semestre,invece, ogni anno si affrontano dellenuove problematiche, legate al con-testo territoriale o al dibattito politi-co nazionale o locale. In questomodo, l’itinerario della Scuola vienemodulato e si dà la possibilità a colo-ro che hanno partecipato negli anniprecedenti di continuare la loro for-mazione con approfondimenti sutemi specifici. La questione ambien-tale, lanciata da Papa Francesco nel-

la enciclica “Laudato sì”, in questoanno accademico sarà approfonditanelle sue diverse articolazioni: eti-che, economiche, politiche, antropo-logiche, religiose. I docenti: AgatinoCariola e Giuseppe Vecchio dell’U-niversità di Catania, Piero Sapienza,Giuseppe Schillaci e Gaetano Zitodello Studio Teologico S. Paolo, Sal-vatore Latora e Rosaria Rotolo.Le lezioni si terranno ogni sabatodalle ore 9,00 alle ore 12,00, pressoil Seminario arcivescovile di Catania(viale O. da Pordenone 24). Il corsosi suddivide in due parti: dalla fine diOttobre a metà Dicembre e poi dametà Gennaio a metà Maggio. Aconclusione sarà rilasciato un atte-stato di partecipazione. La metodo-logia ai articola in lezioni frontali,laboratori, seminari di approfondi-mento e tavole rotonde con relatoriesterni su alcuni temi di particolarerilievo.Le iscrizioni sono già aperte pressola segreteria della Scuola (Ufficioproblemi sociali e lavoro, Via Vitto-rio Emanuele 159). L’inaugurazionedell’anno accademico è fissata persabato 24 ottobre 2015, alle ore 9,00.Anche se gli orizzonti politiciappaiono molto spesso offuscati,nessuno può esimersi dal dare il pro-prio apporto per migliorare la vitadella polis. A tal proposito, PadreSorge, alcuni anni or sono, scriveva:“Grava su tutti – governanti e cittadi-ni – il compito di dare un’anima eti-ca e culturale ai nuovi scenari politi-ci”.

Piero Sapienza

Salone parrocchiale Madonna delDivino Amore, 5.3.2010: incontro

dell’Osservatorio del VII vicariato conle Istituzioni: Sindaco Stancanelli eassessori Belluardo e Arcidiacono,

Presidente della Provincia Castiglione eassessori Ciampi e Pagano,

Provveditore agli studi Zanoli. PresiedeS.E. Mons. Gristina

Diventare cittadini attivi nella polis

... da un nostro modo

nuovo di percepirci

cittadini si può

alimentare la speranza

di vedere un autentico

rinnovamento

etico e politico

SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA (2015/2016)

La Scuola offre non

solo gli strumenti per

leggere la realtà, per

intervenire sulle

questioni più urgenti,

ma si preoccupa anche

di formare una forte

coscienza etica, tanto

necessaria oggi in un

contesto sociale e

politico in cui il tarlo

della corruzione

sfilacccia

il tessuto sociale

Isstruzione Superiore a Librino e democrazia partecipativa

Durezza del cuore

Alcuni farisei si avvicinano a Gesùper metterlo alla prova. Quella chechiedono a Gesù è una cosa ovvia erisaputa: «se è lecito a un maritoripudiare la moglie». Chiaro che sì,tutta la tradizione religiosa, avallatadalla Parola di Dio, lo permetteva.Ma Gesù, come al suo solito, giocaal rialzo, porta la questione su di unpiano più alto: per la durezza del

vostro cuore Mosè scrisse per voi

questa norma.Gesù prende le distanze dalla legge,la relativizza, afferma che non tuttala legge ha autorità divina, talvoltaessa è solo il riflesso di un cuoreduro e non della volontà di Dio. C’èdell’altro, più importante, più vitaledi ogni norma.Ritorniamo a riflettere sulla Paroladi Dio.L’intensità di un’ autentica esperien-za ecclesiale non può che incremen-tare un’intelligenza della fede auten-tica riguardo alla Parola di Dio; reci-procamente si deve dire che leggerenella fede le Scritture fa crescere lastessa vita ecclesiale. Da qui possia-mo cogliere in modo nuovo la notaaffermazione di san GregorioMagno: «le parole divine crescono

insieme con chi le legge». L’ascoltodella Parola di Dio introduce edincrementa la comunione ecclesialecon quanti camminano nella fede.

Studio

«Sia dunque lo studio delle Sacre

Pagine come l’anima della Sacra

Teologia»: questa espressione dellaCostituzione dogmatica Dei Verbum

ci è diventata in questi anni semprepiù familiare. Possiamo dire che l’e-poca successiva al Concilio VaticanoII, per quanto riguarda gli studi teo-

logici ed esegetici, ha fatto frequenteriferimento a quest’espressionecome simbolo del rinnovato interes-se per la sacra Scrittura.E in questa prospettiva, i Padri han-no riconosciuto con gioia l’accre-sciuto studio della Parola di Dio nel-la Chiesa lungo gli ultimi decenni edhanno espresso un vivo ringrazia-mento ai numerosi esegeti e teologiche con la loro dedizione, impegno ecompetenza hanno dato e danno uncontributo essenziale all’approfondi-mento del senso delle Scritture,affrontando i problemi complessiche il nostro tempo pone alla ricercabiblica. Sentimenti di sincera grati-tudine anche per i membri della Pon-

tificia Commissione Biblica che sisono succeduti in questi anni e che,in stretto rapporto con la Congrega-zione per la Dottrina della Fede, con-tinuano a dare il loro qualificatoapporto nell’affrontare questioni par-ticolari inerenti allo studio dellasacra Scrittura.Il Sinodo ha sentito, inoltre, il biso-gno di interrogarsi sullo stato degliattuali studi biblici e sul loro rilievonell’ambito teologico. Infatti, dalfecondo rapporto tra esegesi e teolo-gia dipende gran parte dell’efficaciapastorale dell’azione della Chiesa edella vita spirituale dei fedeli. Perquesto è importante riprendere talu-ne riflessioni emerse nel confrontoavuto su questo tema nei lavori delSinodo. È necessario riconoscere ilbeneficio derivato nella vita dellaChiesa dall’esegesi storico-critica edagli altri metodi di analisi del testosviluppati nei tempi recenti.

Per la visione cattolica della sacraScrittura l’attenzione a questi metodiè imprescindibile ed è legata al reali-smo dell’incarnazione: «Questanecessità è la conseguenza del prin-cipio cristiano formulato nel Vangelosecondo Giovanni 1, 14: Verbum

caro factum est. Il fatto storico è unadimensione costitutiva della fede cri-stiana. La storia della salvezza non èuna mitologia, ma una vera storia edè perciò da studiare con i metodi del-la seria ricerca storica».

Metodi di indagine

Pertanto, lo studiodella Bibbia esige laconoscenza e l’usoappropriato di questimetodi di indagine.Se è vero che questasensibilità nell’am-bito degli studi si èsviluppata più inten-samente nell’epocamoderna, benchénon dappertutto inmodo uguale, tutta-via, nella sana tradi-zione ecclesiale, vi èsempre stato amoreper lo studio della«lettera». Basti quiricordare la culturamonastica, cui dob-biamo ultimamenteil fondamento dellacultura europea, allacui radice sta l’inte-resse per la parola. Ildesiderio di Dioinclude l’amore per

la parola in tutte le sue dimensioni:«poiché nella Parola biblica Dio è incammino verso di noi e noi verso diLui, bisogna imparare a penetrarenel segreto della lingua, a compren-derla nella sua struttura e nel suomodo di esprimersi. Così, proprio acausa della ricerca di Dio, diventanoimportanti le scienze profane che ciindicano le vie verso la lingua».Il Magistero vivo della Chiesa, alquale spetta «d’interpretare autenti-camente la Parola di Dio, scritta o

trasmessa», è intervenuto consapiente equilibro in relazione allagiusta posizione da avere di fronteall’introduzione dei nuovi metodi dianalisi storica. Ci riferiamo in parti-colare alle encicliche Providentis-

simus Deus di Papa Leone XIII eDivino afflante Spiritu di Papa PioXII. Fu Giovanni Paolo II a ricorda-re l’importanza di questi documentiper l’esegesi e la teologia in occasio-ne della celebrazione rispettivamentedel centenario e cinquantenario della

loro promulgazione. L’ intervento di Papa Leone XIIIebbe il merito di proteggere l’in-terpretazione cattolica della Bib-bia dagli attacchi del razionali-smo, senza però rifugiarsi in unsenso spirituale staccato dallastoria. Non rifuggendo la criticascientifica, si diffidava solamente«dalle opinioni preconcette chepretendono di fondarsi sullascienza ma che in realtà fannouscire subdolamente la scienzadal suo campo». L’Enciclica Divino afflante Spir-

itu, con grande sensibilità, haevitato di ingenerare l’idea di unadicotomia tra l’«esegesi scientifi-ca» per l’uso apologetico e l’in-terpretazione spirituale riservataall’uso interno, affermando inve-ce sia la portata teologica delsenso letterale metodicamentedefinito», sia l’appartenenza del-la «determinazione del senso spi-rituale … al campo della scienzaesegetica».

P. Angelico Savarino

Prospettive - 4 ottobre 201510

Riflessioni sul Vangelo

Paolo esortando gli Ebrei, che chiama fra-

telli santi, ricorda loro di essere partecipi di

una vocazione celeste e di prestare attenzio-

ne a Gesù, che definisce apostolo e sommo

sacerdote delle fede che noi professiamo.

Egli è degno di fede per colui che l’ha costi-

tuito tale cioè Dio, come lo fu anche Mosè in

tutta la sua casa. Gesù, in confronto a

Mosè, è stato giudicato degno di una gloria

tanto maggiore quanto l’onore del costrut-

tore della casa supera quello della casa stes-

sa, perché ogni casa viene costruita da qual-

cuno; ma colui che è autore di tutto è Dio.

In verità Mosè fu degno di fede, in tutta la

sua casa come servitore, per dare testimo-

nianza di ciò che doveva essere annunciato

più tardi. Cristo invece lo fu come figlio

posto sopra la sua casa. E la sua casa siamo

noi, se conserviamo la libertà e la speranza

di cui ci vantiamo

L.C.

San Paolo in briciole

NON È BENE CHE L’UOMO SIA SOLO

La casa di Dio Eb 3,1-6

Il peccato? Trasgredire il sogno di Dio

La vicenda dell’uomo e della donna sulla

terra si gioca tutta sulla solitudine. Non

possono uomo e donna stare soli, tranne la

scelta volontaria della consacrazione; ma

anche questa è discutibile perché vi sono

aspetti da discutere.

Vi è la solitudine dovuta alle vicende della

vita quale la morte o incidenti, ma l’uomo

e la donna non sono stati creati per la soli-

tudine, la famiglia è l’associazione prima-

ria che rende uomo e donna comuni nella

condivisione di un progetto di vita, nel

trasmetterla, nel crescerla e nell’avviare i

figli ad essa. Ciò è possibile per l’amore

che nasce e si coltiva nei cuori di due gio-

vani o di due adulti.

Si lascia anche la famiglia d’origine per

formare la nuova.

Non è lecita la divisione tra i due. Si chie-

de a Gesù se è possibile per qualsiasi

motivo lasciare la propria donna ed Egli,

rifacendosi alle origini afferma che non è

possibile. Il libello di ripudio Mosè lo con-

cesse per la durezza del cuore, ma all’ini-

zio non era così. Nel caso in cui i due si

lasciano per altri commettono adulterio

entrambi.

Inoltre la non accoglienza dei bambini è

tremenda. Il regno di Dio appartiene a

loro, non si può accogliere il regno se non

si accolgono i bambini. Sia la solitudine

sia l’accoglienza presuppongono il supera-

mento di se stessi, del proprio orgoglio e

della propria superbia: solo così si vince

la solitudine.

Superare se stessi significa donare, dare e

aprirsi agli altri. Questo è possibile trami-

te la sofferenza affrontata da Gesù per la

nostra salvezza. Ha superato se stesso per

vincere la solitudine e dare a noi i para-

metri della vita: “perché per la grazia di

Dio egli provasse la morte a vantaggio di

tutti… rendesse perfetto per mezzo delle

sofferenze il capo che guida alla salvezza”.

Leone Calambrogio

XXVII DOM T.O. / B - Gn 2,18-24; Sal 127/128,1-6; Eb2,9-11; Mc 10,2-16

DIOCESI

Gesù getta le basi per la libertà del cristiano: norma di comportamento che non è mai una legge esterna

Il volume di Don Fernando Bellelli,

“Etica originaria e assoluto affetti-

vo. La coscienza e il superamento

della modernità nella teologia filo-

sofica di Antonio Rosmini”, edizio-

ne Vita e Pensiero 2014, è diviso in

due ampie parti: la prima analizza in

modo molto approfondito il pensiero

di Rosmini, la seconda lo pone nel-

l’alveo della riflessione contempora-

nea riguardo alla post-modernità e lo

fa istruendo un confronto con la teo-

ria della coscienza credente elabora-

ta dalla “Scuola di Milano” della

Facoltà Teologica dell’Italia Setten-

trionale ed in particolare da Mons.

Pierangelo Sequeri.

Il lavoro di Don Bellelli è senza dub-

bio coraggioso, sia perché pone in

primo piano l’opera di Rosmini la

quale, pur vivendo finalmente in

questi ultimi anni una più ampia dif-

fusione porta ancora radicato in sé il

ricordo delle ferite del passato, sia

perché non si limita a dare il giusto

onore (anche) intellettuale al Beato

di Rovereto nel suo contesto tempo-

rale di origine, quanto mira a porlo

in dialogo con la post-modernità e lo

fa utilizzando come termine di con-

fronto la teoria della coscienza cre-

dente, teoria non cristallizzata ma in

se stessa dinamica ed in continua

fase di sviluppo. L’autore che si

pone sul crinale tra modernità e post-

modernità, scelto da Bellelli, come

cifra della fenomenologia e crocevia

degli autori e delle problematiche in

causa, è Levinas; un inserimento del-

la trattazione rosminiana su questo

tema dell’etico-morale qualifica

quindi la riflessione in un contesto

certamente post-moderno e di inte-

resse per l’uomo contemporaneo.

Il metodo originale elaborato e pro-

posto è quello che, riarticolando dal

di dentro teologia, metafisica, onto-

logia, fenomenologia ed ermeneuti-

ca, mette in evidenza il sentimento

fondamentale e la corporeità in

un’ottica di riconfigurazione episte-

mologica del rapporto tra scienze

umane e scienze filosofico-teologi-

che. Questa scelta rende lo studio

iscrivibile in quel percorso che è

conosciuto come la quarta fase degli

studi rosminiani. La prima fase è

segnata dalle controversie che ci

furono riguardo al pensiero di

Rosmini quando egli era ancora in

vita e si conclude quindi con la sua

morte. La seconda fase riguarda

invece le difficoltà di interpretazione

che la sua opera incontrò successiva-

mente, che gli valsero la definizione

di Kant italiano, e che coincisero con

la condanna esplicita della autorità

ecclesiale di alcuni suoi scritti (40

proposizioni tratte da varie opere)

che rese di fatto limitata e difficolto-

sa la diffusione del pensiero rosmi-

niano soprattutto in ambito ecclesia-

le. La terza fase, che si concretizza

con la nota della Congregazione per

la Dottrina della Fede del 2001 fir-

mata dall’allora prefetto Card.

Joseph Ratzinger in cui vengono

considerati ormai superati i motivi di

preoccupazione e di difficoltà dottri-

nali e prudenziali che avevano porta-

to alla condanna delle 40 Proposizio-

ni, coincide con la riscoperta dei

testi di Rosmini tramite una lettura

più autentica e scevra di pregiudizi

della sua opera, per coglierne il sen-

so proprio dei testi, e si conclude con

la beatificazione nel 2007. Da lì

prende il via quella che può appunto

essere definita la quarta fase

degli studi rosminiani che vuo-

le porre il Roveretano in dialo-

go con la filosofia contempora-

nea.

L’impresa perseguita nel volu-

me di Bellelli si può dire riu-

scita e l’attenta opera di scavo

dei testi rosminiani ha permes-

so di ritrovare perle di raro

valore che parlano anche

all’uomo contemporaneo, anzi

possiamo dire che proprio nel

contesto post-moderno hanno il

più pieno significato. Esame

attento del pensiero di Rosmini

quindi e messa in luce della sua

ricchezza e attualità ma anche

opera di lievitazione di un pen-

siero creativo quanto è quello

di questo autore che, rifiutando

l’avvinghiamento della maggioranza

della teologia del suo tempo con il

razionalsmo, non ha rifiutato invece

il confronto con la modernità ma in

essa si è immerso sviluppando un

pensiero colto, creativo e credente,

che è sempre rimasto ancorato alla

Chiesa cattolica e alla Santa Sede, e

a servizio del Magistero e della

Rivelazione, oltre che dell’uomo.

Nel libro si intrecciano questioni

cruciali quanto quella, di sempre

viva attualità, del rapporto tra ragio-

ne e fede, e quella degli affetti, così

importanti nella definizione della

vita dell’uomo post-moderno.

Il centro dell’analisi riguardo alla

metafisica e alla teologia rosminiana

è sul sintesismo delle tre forme del-

l’essere e sull’essere morale e gran-

de attenzione viene posta alla que-

stione antropologica, ai temi degli

affetti e della sensibilità che in chia-

ve rosminiana è riflessione sul senti-

mento fondamentale.

Nel percorso viene ripresa la teoria

della coscienza credente originaria,

che abbia quindi la sua logicità nel-

l’affrontare il religioso. Questa

coscienza credente di struttura meta-

fisico-affettivo-simbolica è il centro

della vita dell’uomo, è lo scrigno del

suo essere, è lo spazio-tempo in cui

trovano sintesi il suo intelletto, il suo

affetto e la sua volontà, ricomprese

anche nell’ambito teologico, specifi-

camente in ciò che Rosmini esprime

con la inoggettivazione. Nel sistema

rosminiano vero, bello e bene vanno

concordi nell’uno triadico-trinitario

come a passo di danza, permettendo

una valorizzazione della persona in

grado di tenere in debito conto tutte

le istanze ormai insopprimibili di

valorizzazione di sé e libertà dell’uo-

mo post-moderno, incluse le trappo-

le di una visione che escluda la por-

tata e le implicazioni filosofiche del

peccato nelle scelte pratiche: la

coscienza riflessa è proprio il giudi-

zio speculativo di un giudizio prati-

co. Non può forse una visione antro-

pologica così fondata dare spunti e

suggerimenti per percorrere quelle

strade ardite e nuove che Papa Fran-

cesco tanto spesso auspica anche

all’interno della vita della Chiesa e

della missione nell’ottica del nuovo

umanesimo prospettato dai Vescovi

italiani?

Senz’altro, questo di Bellelli, è un

testo che merita attenta riflessione in

ambito scientifico e accademico.

Gianni Picenardi

Centro Studi rosminiani - Stresa

Prospettive - 4 ottobre 2015 11

Chioccola la fonte Are-

tusa col suo lento ed

eterno mormorio e pare che attraver-

so quella musica dell’acqua soave ed

eterna suggerisca parole d’amore.

Oh, Siracusa, patria della civiltà gre-

ca, fondatrice di città, amabile cultri-

ce del bello e dell’armonia, soltanto

tra le tue vetuste pietre e tra i tuoi

boschi dell’antichità, poteva sorgere

una storia passionale molto intensa

trasformata in un perpetuo gorgoglio

acquatico.

E queste eterne immagini del mito le

ho incontrate nella patria dello scien-

ziato Archimede, del commediogra-

fo Epicarmo e del poeta

bucolico Teocrito che

Virgilio chiama “mio

maestro”.

E così quel giorno ho

incontrato Alfeo. La sua

sembianza di giovane

dalle membra fortificate

nella vita all’aria aperta

e la sua esistenza dedita

all’attività venatoria

sembrava lo avessero

reso vigoroso e felice.

Eppure qualcosa di sot-

tile e impalpabile lo

faceva malinconico,

come se avesse deside-

rato un oggetto impossi-

bile da raggiungere.

Guardava la fonte Aretusa e con le

sue diafane mani raccoglieva quel-

l’acqua limpida e dolcemente si

bagnava il roseo volto e la fluente

chioma castana dei suoi serici capel-

li. Sembrava un dio greco sceso dal-

l’Olimpo per far innamorare le gio-

vani donne che nell’età della pubertà

scoprono le dolcezze dell’amore.

L’ho invitato a parlare e a rivelarmi il

suo tenero struggimento.

<<Sono figlio degli dei, e come i

miei genitori fruisco dell’immortali-

tà; ho amato profondamente la cac-

cia, fino a disdegnare le gioie dell’a-

more. Viaggiavo da regione a regio-

ne attraversando i tunnel sotterranei.

Persino il dio Mercurio, il messagge-

ro degli dei, lo psicopompo, l’ac-

compagnatore delle anime nell’oltre-

tomba, ha una punta d’invidia nei

miei riguardi, per la velocità dei miei

spostamenti e per il mio fascino al

quale volutamente non chiedevo cor-

rispondenza>>.

Alfeo, lei mi ha riferito del suo dis-

interesse riguardo all’amore, ma

noto che guarda a questa fonte con

struggente desiderio, come se si rela-

zionasse con una donna.

<<La dea Venere, si addolorava per

il mio comportamento e allora si

rivolse al figlio il dolce e

crudele Eros che scaglia le

frecce per far sciogliere i

cuori di tanti giovinetti e di

fanciulle in erba>>.

Cosa accadde?

<<L’astuto figlio della dea

della bellezza, mi portò in

sogno in una terra meravi-

gliosa, florida di boschi e

di ruscelli gorgoglianti, la

Sicilia e in particolare

Siracusa. Ivi notai un det-

taglio davvero curioso: tra

i rami fronzuti facevano il

nido delle quaglie dal piu-

maggio aureo. Che feno-

meno straordinario! Volli

subito recarmi in questa

terra magica e allora dall’Arcadia,

ove mi trovavo, viaggiando per sen-

tieri sotterranei, giunsi in quel posto

incantevole e vi trovai gli uccelletti

d’oro. Uno di questi mi venne incon-

tro e colpito dalla spietata freccia di

Cupido, si trasformò in una stupenda

fanciulla>>.

E lei se ne innamorò?

<<Ahimè, la ragazza per un incante-

simo dell’alato dio figlio di Venere,

ripudiava l’amore e allora fuggiva

dal mio desiderio, tanto che per sot-

trarsi per sempre alle mie voglie

chiese al padre Zeus di essere tra-

sformata in acqua.

E lei sta qui, a gorgogliare eterna-

mente tra questi papiri. Io mi volli

congiungere con lei se non nello sta-

to umano, in quello liquido, diventa-

re anch’io fluido, trasparente. Dalla

pietà del padre degli dei (a volte que-

sti esseri immortali sanno essere

compassionevoli), venni trasformato

in fiume, che velocemente dalla

regione della Grecia attraverso lo

Ionio e mi getto tra queste chiare

sorgenti aretusee. Mia cara Stefania,

l’amore vero non finisce e anche se

trasformato vive e per sempre>>.

Detto questo svanì. Nell’aere che

andava a imbrunire la musica della

fonte cristallina.

Stefania Bonifacio

Tra modernità

e post-modernità

l’intervista

L’amore vero vive per sempreIndietro nel tempo intervistando Alfeo

Don Fernando Bellelli pubblica un volume su Antonio Rosmini

L’autore mira a porre

Rosmini in dialogo

con la post-modernità

e lo fa utilizzando

come termine di

confronto la teoria

della coscienza

credente, teoria non

cristallizzata ma in se

stessa dinamica ed in

continua fase

Fonte Aretusa, Siracusa

di sviluppo

“Non abbiamo fatto

nulla di ecceziona-

le, solo il nostro dovere”, costruendo

così una società più giusta e combat-

tendo così la mafia, messaggio

dominante veicolato dalle personali-

tà presenti che hanno ricevuto rico-

noscimenti al Premio Internazionale

“Rosario Livatino, Antonino Saetta e

Gaetano Costa”, organizzato dall’o-

monimo comitato spontaneo Anti-

mafie di Riposto (giunto quest’anno

alla XXI edizione), nel cui ambito

viene anche assegnato il Premio spe-

ciale in memoria di Antonietta Labi-

si, fondatrice dell’Istituto medico

psicopedagogico “Lucia Mangano”

di S. Agata li Battiati, una donna

sempre attenta ai bisogni della gente

e pronta a donarsi a favore degli

emarginati dei quartieri “ghetto”

dove ha operato per diversi anni,

assistendo minori e anziani con

impegno e dedizione. La cerimonia

di premiazione (presieduta dal com-

missario Polizia di Stato Carmelo

Cavallaro, dal presidente Attilio

Cavallaro, dal vice Ugo Tomaselli,

e dal presidente onorario Corrado

Labisi, Angelo Iannone, ex colon-

nello del ROS, collaboratore di Gio-

vanni Falcone nelle indagini sul

patrimonio di Totò Riina, e per due

anni infiltrato all’estero in organiz-

zazioni di narcotrafficanti colombia-

ni legati a camorristi, autore del libro

“Aspettando…giustizia”), si è tenuta

al Teatro comunale “Leonardo Scia-

scia” di Aci Bonaccorsi, comune

scelto per i suoi trascorsi “virtuosi” e

di buona politica premiato nella per-

sona del Mario Alì che ha fatto gli

onori di casa salutando autorità civi-

li, religiose, militari e studenti del

liceo scientifico “Archimede”, rin-

graziando il Comitato per aver scelto

di far tappa nel suo paese. Unita-

mente a magistrati e alti esponenti

delle forze dell’ordine, con il Comi-

tato “Livatino, Saetta, Costa” si sta

organizzando il tour della legalità,

presso 21 scuole, coinvolgendo

8.000 studenti delle scuole di Cata-

nia. Un maxischermo ha proiettato le

dolorose immagini della strage di

Capaci e del funerale di Giovanni

Falcone e della sua scorta e poi il rito

della benedizione e il Salve Regina

composto dal Maestro Francesco

Palmeri, hanno dato il via alle pre-

miazioni. Prestigiose pergamene a

nomi illustri nel panorama naziona-

le: magistrati, uomini delle forze del-

l’ordine, giornalisti, associazioni,

movimenti che operano impegnando

la loro vita per l’affermazione dei

valori della legalità, nella lotta alla

mafia ed alla criminalità organizzata

e per l’affermazione di una libera

informazione. Il caporedattore de La

Sicilia Giuseppe Di Fazio, premia-

to, ha osservato: “In Sicilia la vera

rivoluzione è la normalità”. La pre-

senza di studenti delle medie e del

liceo di Aci Bonaccorsi ha testimo-

niato, attraverso alcuni interventi, la

vicinanza “spirituale” e “culturale”

ai tre coraggiosi e onesti magistrati

celebrati, uccisi senza pietà dalla

mafia, sacrificando se stessi e

lasciando come ricordo nella comu-

nità siciliana e non solo, la cultura di

quella Giustizia. La premiazione è

stata arricchita da un intervento

musicale del maestro Salvo Troina

(sovr. Polizia di Stato, favola antipe-

dofilia “Pierino e il lupo”) che con la

cantante Patrizia Palmieri ha ese-

guito “Il cerchio della vita”. Fra i

tanti premiati Olimpia Orioli madre

di Luca, morto insieme alla fidanza-

ta Mariarosa Andreotta in circostan-

ze non ancora chiarite il 23 marzo

del 1988; l’ex questore Walter

Fazio; Corrado Lembo, procurato-

re capo di Salerno; Nunzio Martel-

lo, comandante Capitaneria di Porto;

Angiolo Pellegrini, generale dei

Carabinieri, autore del libro “Noi

uomini di Falcone”; la squadra dei

“Falchi” degli anni ’70; Giovanni

Bracchitta, Giuseppe Faraone,

Albaro Cavezza. E ancora autorità

militari che hanno dato un grande

contributo alla lotta contro la crimi-

nalità Giuseppe Pisano capo Dire-

zione amministrativa antimafia Cal-

tanissetta, Tommaso Stasi dirigente

Asp 3 Catania, Vittorio Perella,

Antonio Curcio. Per la sanità Vin-

cenzo Panebianco e Giuseppe Lon-

go (Ospedale S. Vincenzo di Taormi-

na), Giovanni Puglisi Dipartimento

Farmacia Catania, Massimo Busce-

ma presidente Ordine Medici Cata-

nia, Fausto Piazza dirigente Ispetto-

rato Lavoro, Salvatore Ranno medi-

co chirurgo e Direttore cattedra Uro-

logia Università Catania, Gianfran-

co Amato, i Luogotenenti Vittorio

Perella, Comando prov. Carabinieri

di Messina e Antonio Curcio Cata-

nia, Manuela Romano educatrice

Casa Circondariale Giarre (ritira il

premio Ispettore Tumino), il sovrin-

tendente Domenico Trimigno,

Filippo Di Francesco Polizia di Sta-

to Catanzaro, Santo Mangione,

Polizia di Stato Randazzo, Marco

Provenzale, Davide Romano auto-

rità portuale Catania, Brigadiere

capo Giuseppe Lipari, Vincenzo

Mucimarra Polizia Stradale Ran-

dazzo, l’Appuntato scelto dell’Arma

dei Carabinieri di Messina Sebastia-

no Altadonna, Salvatore Ragusa,

Claudio Felice D’Amico imprendi-

tore, Francesca Labisi Istituto

Medico Psico Pedagogico Lucia

Mangano, Rosario Pennisi Croce

Rossa Guardia di Finanza; il regista

Vincenzo Cosentino, Lorenzo

Costanzo, Alessio Quattrocchi,

campione di Kickboxing; Orazio

Fresta, Francesco Gangi, Giusep-

pe Cucchiara, Questore Messina,

Maresciallo della Finanza Nicola

Proietto, Assistente di Polizia

Domenico Trimigno, Marco Pro-

venzale, il Colonnello Carabinieri

Salvino Paternò.

Per il giornalismo Michele Salomo-

ne; Lucio Gambera (La Sicilia) e

Giovanni Ciancimino decano dei

giornalisti siciliani. Per l’editoria

Enzo Stroscio, rivista Globus Maga-

zine, e Armando Siciliano (che ha

presentato tre scrittori: Francesco

Marchese, Francesca Spadaro,

Adriana Antoci), Sidro Barbagallo

rivista “Vita Forense”. Una giornata

per ricordare e dare sostegno alla

legalità e bontà cristiana, ma anche

un avviso di sfratto che si dà alle

mafie e un impulso a tutti i cittadini

e amministratori che lavorano per

una Sicilia libera dall’oppressione

della criminalità organizzata.

Lella Battiato

Prospettive - 4 ottobre 201512

RUBRICHE

Tra dovere quotidianoe impegno sociale

Aci Bonaccorsi: XXI Memorial “Livatino, Saetta, Costa”

La “stagione” celebrativa

del “Cigno di Catania”

è breve, come fu la sua vita, percor-

rendone a ritroso l’alfa (nascita, 3

novembre 1801) e l’omega (morte

23 settembre 1835). Il 180° della

morte è stato celebrato nel luogo nel

quale riposano le sue spoglie terrene

(il Duomo di Catania) con cerimonia

liturgica musicale, e nel suo teatro

(Massimo “Bellini”) con un concer-

to per orchestra coro e voci sole nel

corso del quale sono state eseguite la

Sinfonia in Re minore, quattro Tan-

tum ergo (in Mi maggiore, Fa mag-

giore, Sol maggiore, Re maggiore)

poi, tratte dalla Messa in Sol minore,

(Kyrie eleison, Gloria in Excelsis

Deo, Laudamus Te, Domine Deus,

Qui tollis, Qui sedes, Quoniam cum

Sancto Spiritu). L’orchestra è stata

diretta da Giovanni Ferrauto, mae-

stro del coro Ross Craigmile; voci

soliste Piera Bivona (soprano),

Patrizia Perricone (contralto), Ric-

cardo Palazzo (tenore), Dainele

Bartolini (basso). Composta ed effi-

cace l’esecuzione studiata e voluta

da Ferrauto che, con gesto esperto,

ha saputo trarre, sottolineandole, le

atmosfere create in musica dei vari

momenti di ispirazione dell’immor-

tale musicista. Parlando di Bellini, è

un hazard distinguere tra opere gio-

vanili e della maturità, ma sta di fat-

to che le composizioni a carattere

religioso liturgico appartengono al

primo periodo, fino al 1825; arrivato

alla lirica, il Nostro si è ispirato a

tematiche secolari. Viene da osser-

vare che le musiche religiose liturgi-

che hanno avuto funzione formativa

(come in letteratura il romanzo di

formazione): la necessità di rispetta-

re canoni e criteri compositivi è

palestra utile ed efficace per una

conoscenza approfondita degli stru-

menti e degli effetti sonori comples-

sivi. La cifra, lo stile di Bellini già si

presenta, sublima e ammalia in esse:

questo ci ha detto in musica Gio-

vanni Ferrauto, assecondato o

obbedito da Craigmile. Le voci soli-

ste sono state all’altezza del compi-

to loro assegnato esprimendo effica-

cemente la dolcezza della musicalità

di Bellini. Il concerto, lungamente

applaudito dal pubblico affluito

numeroso, ha avuto il sapore di una

ricorrenza intima, familiare, senti-

mentale.

Anche altrove, e con qualche antici-

po, il 180° della morte di Vincenzo

Bellini è stato ricordato. Segnalia-

mo: Lucca, Sala Ademollo di Palaz-

zo Ducale, con il concerto per piano

e canto Alla luna organizzato dal-

l’Accademia Calliope, nel quale si

sono esibite le soprano Paola Mas-

soni, Barbara Luccini e Simona

Bertini, pianista Aliano Frediani;

Venezia, teatro La Fenice Norma in

scena dal 27 agosto al 19 settembre.

Carlo Majorana Gravina

180° della morte di Vincenzo Bellini

Torna a Catania da mer-

coledì 30 settembre a

sabato 3 ottobre 2015 il Trailer-

sFilmFest, il festival dei trailer cine-

matografici diretto da Stefania

Bianchi, giunto alla sua tredicesima

edizione, unico festival in Italia ed

in Europa che premia i migliori trai-

ler e le loro case di distribuzione. Si

tiene nell’ex Monastero dei Bene-

dettini, sede del Dipartimento di

Scienze Umanistiche Università

Catania e presso il Cine-Teatro

Metropolitan. Workshop, incontri

con i professionisti della promozio-

ne, lezioni sui mestieri del cinema,

rassegne di trailer e proiezioni di

lungometraggi in anteprima italiana.

Non mancheranno i concorsi dei

migliori trailer, 30 lavori selezionati

tra i film usciti nelle sale italiane

nella stagione 2014-2015, divisi per

le tre sezioni Italia, Europa e World

con una giuria di qualità, premi

anche alla migliore locandina cine-

matografica, al miglior videogame

trailer e quindi il concorso per il

miglior booktrailer, che vedrà Gian-

rico Carofiglio. Due gli omaggi di

questa edizione del festival: da una

parte gli 80 anni del Centro Speri-

mentale di Cinematografia, dall’al-

tra il regista Gianni Amelio, che

sarà protagonista dell’incontro sui

mestieri del cinema e di cui sarà

proiettato il film Così Ridevano,

Leone d’Oro al Festival di Venezia

nel 1998. Da segnalare la particola-

rità del festival che offre spazio alle

idee degli autori indipendenti con il

concorso Pitch Trailer, novità asso-

luta in Italia, attraverso un trailer

realizzare un film e ancora la sezio-

ne TrailersLab dedicata al laborato-

rio creativo per progetti cinemato-

grafici e televisivi in collaborazione

con il Dipartimento di Scienze Uma-

nistiche di Catania. Per l’accoglien-

za nelle sale, sinergia con l’Istituto

Alberghiero “Karol Wojtyla” diri-

gente scolastico Daniela Di Piazza,

che vedrà coinvolti

attivamente gli alun-

ni. Durante le quat-

tro serate presentate

dall’attrice Anto-

nella Salvucci (L’e-

ducazione sentimen-

tale di Eugenie), al

Cine-Teatro Metro-

politan avrà tra gli

ospiti, i registi

Gianni Amelio ed

Eleonora Danco.

Artemisia

Creatività e strumenti progettualiCatania: XIII edizione Trailers FilmFest

Trailers-FilmFest-Conferenza-Stampa