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CAP I ritmi di vita attuali risultano, dal punto di vista della motricità, notevolmente ridotti nei bambini per il fatto che essi passano molto del loro tempo libero davanti alla televisione o al computer. È per questo che l’attività motoria in genere e quella sportiva, in particolare, hanno assunto notevole importanza come mezzi finalizzati ad un buon sviluppo motorio e organico. Molti sono gli studi che certificano i grandi vantaggi che vengono dall’attività fisica durante la fase dello sviluppo, purché il bambino non venga assoggettato ad una visione che lo veda come un adulto in miniatura e purchè vengano attentamente e preventivamente valutate le sue caratteristiche fisiologiche quando si decida di avvicinarlo all’attività sportiva. «L’avviamento sportivo deve essere formativo, mezzo educativo e non certo un fine. Le continue stimolazioni procurate dall’attività di allenamento portano il bambino ad un’evoluzione e maturazione della propria motricità. Molti prerequisiti delle capacità motorie sono collegati alla funzionalità in quanto esse risentono soprattutto della spinta puberale […] 12 ». Prima di programmare un’attività sportiva, l’istruttore dovrebbe quindi valutare le caratteristiche fisiologiche del bambino. Dal punto di vista dell’apparato cardiovascolare si osserva che la grandezza del cuore è correlata alla taglia fisica e che nel bambino le dimensioni cardiache sono ridotte, nella correlazione con la superficie corporea, rispetto a quanto avviene con l’adulto. Conseguentemente anche la gittata sistolica risulta proporzionalmente minore e, per mantenere una buona portata cardiaca, l’organismo deve operare in compensazione con un incremento della frequenza cardiaca. Nel bambino, d’altra parte, la frequenza cardiaca massimale è superiore rispetto a quella dell’adulto e, nel corso di una attività fisica intensa, può arrivare anche a 200-210 battiti al minuto senza che il riscontro di frequenze cardiache così elevate debba allarmare i genitori e gli operatori. Con lo sviluppo fisico si assiste ad un aumento delle dimensioni cardiache rispetto alla crescita del corpo e ad un decremento lineare della frequenza cardiaca sia a riposo che massimale. La Frequenza Cardiaca Massima rimane comunque costante durante gli anni della pre-pubertà e quindi non sembra svolgere alcun ruolo nei miglioramenti dell’attività aerobica. 4.1 Aspetti generali dell’allenamento sul bambino CAPITOLO 4 L’allenamento del bambino CAPITOLO 4 L’allenamento del bambino ---------------- 12. www.accademiadelfitness.com Le attività motorie durante il periodo evolutivo. Davide Antoniella. 4.2 Apparato cardiovascolare Pietrocini_Pulcini 14/03/12 11.45 Pagina 24

Pagine da pulcini terzo anno

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90 esercizi e giochi tattici per una programmazione annuale in 36 sedute

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Page 1: Pagine da pulcini terzo anno

CAPITOLO 4

I ritmi di vita attuali risultano, dal punto di vista della motricità, notevolmente ridotti nei bambiniper il fatto che essi passano molto del loro tempo libero davanti alla televisione o al computer.È per questo che l’attività motoria in genere e quella sportiva, in particolare, hanno assuntonotevole importanza come mezzi finalizzati ad un buon sviluppo motorio e organico. Molti sonogli studi che certificano i grandi vantaggi che vengono dall’attività fisica durante la fase dellosviluppo, purché il bambino non venga assoggettato ad una visione che lo veda come unadulto in miniatura e purchè vengano attentamente e preventivamente valutate le suecaratteristiche fisiologiche quando si decida di avvicinarlo all’attività sportiva. «L’avviamento sportivo deve essere formativo, mezzo educativo e non certo un fine. Le continuestimolazioni procurate dall’attività di allenamento portano il bambino ad un’evoluzione ematurazione della propria motricità. Molti prerequisiti delle capacità motorie sono collegati allafunzionalità in quanto esse risentono soprattutto della spinta puberale […]12».Prima di programmare un’attività sportiva, l’istruttore dovrebbe quindi valutare le caratteristichefisiologiche del bambino.

Dal punto di vista dell’apparato cardiovascolare si osserva che la grandezza del cuore è correlataalla taglia fisica e che nel bambino le dimensioni cardiache sono ridotte, nella correlazione conla superficie corporea, rispetto a quanto avviene con l’adulto. Conseguentemente anche la gittatasistolica risulta proporzionalmente minore e, per mantenere una buona portata cardiaca,l’organismo deve operare in compensazione con un incremento della frequenza cardiaca. Nel bambino, d’altra parte, la frequenza cardiaca massimale è superiore rispetto a quelladell’adulto e, nel corso di una attività fisica intensa, può arrivare anche a 200-210 battiti alminuto senza che il riscontro di frequenze cardiache così elevate debba allarmare i genitori e glioperatori. Con lo sviluppo fisico si assiste ad un aumento delle dimensioni cardiache rispetto allacrescita del corpo e ad un decremento lineare della frequenza cardiaca sia a riposo chemassimale. La Frequenza Cardiaca Massima rimane comunque costante durante gli anni della pre-pubertàe quindi non sembra svolgere alcun ruolo nei miglioramenti dell’attività aerobica.

4.1 Aspetti generali dell’allenamento sul bambino

CAPITOLO 4 L’allenamento del bambino

CAPITOLO 4 L’allenamento del bambino

----------------12. www.accademiadelfitness.com Le attività motorie durante il periodo evolutivo. Davide Antoniella.

4.2 Apparato cardiovascolare

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Page 2: Pagine da pulcini terzo anno

Anche la funzionalità polmonare subisce importanti variazioni durante la fase di sviluppo e siassiste ad un incremento dei volumi ventilatori sia statici che dinamici. Variazioni importanti siverificano a livello dei valori di ventilazione massima che passa da 45 l/min all’età di 6 anni a150 l/min nel maschio adulto. Inoltre si nota come, a parità di carichi di lavoro, nei bambini sipossa riscontrare una ventilazione maggiore e soprattutto un aumento della frequenzaventilatoria dovuto ad una minore profondità del respiro compensata da un aumento delnumero degli atti respiratori. «Sharp (1995) ha riscontrato circa 60 resp./min nel bambino controle circa 40 resp./min dell’adulto. Questa caratteristica produce, soprattutto dopo un esercizio fisicointenso, una respirazione più affannosa, condizione conosciuta come tachipnea (dal greco“tachi”, veloce e “pneuma”, aria) che potrebbe impensierire genitori ed allenatori, ma che deveessere invece considerata come normale reazione dell’attività di gioco vivace […]13». Allenatorie genitori non si devono quindi eccessivamente allarmare per una situazione di bambinotachipnoico, considerando invece questo tipo di reazione del tutto normale. Importanti variazionisi osservano anche per il sistema nervoso sia a livello centrale che periferico.

Nel periodo dell’infanzia si assiste ad una progressiva mielinizzazione delle fibre nervose, cioèle fibre nervose vengono progressivamente circondate da una guaina formata da lipidi eproteina, che permette una conduzione più rapida dell’impulso nervoso, un processo checonsente una trasmissione più veloce delle informazioni sensitive e motorie, con conseguentemiglioramento degli schemi motori e della coordinazione.È per questo che, con l’avanzare dell’età, si osserveranno miglioramenti del gesto tecnico e dellavelocità di esecuzione degli esercizi. Vari lavori sperimentali hanno dimostrato la grande influenza dell’esercizio fisico sulla strutturadell’osso, stimolandolo lungo precise linee di forza e permettendo il raggiungimento di unmaggior picco di massa ossea. Nei bambini, le ossa presentano delle aree particolari non ossificate, dette cartilagini diaccrescimento, che permettono all’osso di crescere in lunghezza, ma che purtroppo diventanoanche aree di minore resistenza. Queste zone possono andare incontro a traumi, sia acuti checronici, da sovraccarico prolungato con comparsa di dolore e di anomalie strutturali che possonodurare tutta la fase di accrescimento e provocare problemi anche in seguito nell’età adulta.L’istruttore di Scuola Calcio deve quindi sapere che le ossa dell'adulto sono "dure", mentre quelledel bambino possono deformarsi sotto l'effetto di costrizioni e di allenamenti pesanti; inoltre,l’osso del bambino è costituito da una maggiore quantità di tessuto molle che gli conferisce unamaggiore elasticità e capacità di resistere alla deformazione in flessione rispetto all’ossodell’adulto (hanno cioè maggiore capacità di ammortizzare le forze di compressione). La crescitaossea è una specificità del bambino che avviene quindi, mediante la crescita delle cosiddettecartilagini di coniugazione situate alle estremità delle ossa; nella fase di crescita, nell’osso sipresentano però due “zone deboli”: i nuclei di ossificazione e la cartilagine di accrescimento(Figura 1).

CAPITOLO 4 L’allenamento del bambino

4.3 Apparato respiratorio

----------------13. www.my-personaltrainer.it/allenamento/allenamento-bambini.html . L’ attività fisica per l’età pediatrica.

4.4 Apparato osteo-scheletrico e muscolare

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Page 3: Pagine da pulcini terzo anno

CAPITOLO 6

Tutti gli istruttori devono programmare le attività per non essere definiti “improvvisatori” e siintende per programmazione quel processo attraverso il quale si definiscono degli obiettivi,didattici ed educativi, nel tempo da realizzare attraverso le attività e con un’adeguatametodologia.

Le fasi della programmazione sono così sintetizzabili e ognuna di queste fasi ha unainterrelazione, in quanto ognuna di esse, per essere realizzata, ha bisogno delle altre.

1-ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA

2-DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

3-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ E CONTENUTI

4-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI METODI

5-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI

6-VALUTAZIONE

6.1 Definizione di programmazione

CAPITOLO 6 La programmazione

CAPITOLO 6 La programmazione

6.2 Le fasi della programmazione

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Page 4: Pagine da pulcini terzo anno

1-ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZALa situazione di partenza è fondamentale per l’istruttore, in quanto permette di avere un quadrogenerale sul livello di partenza degli allievi, ossia le capacità motorie di ciascuno. Non è possibiledefinire degli obiettivi, se prima non sono note le caratteristiche degli allievi. È importante chel’istruttore rivolga la sua capacità di analisi anche alla struttura per ciò che riguarda la disponibilitàdell’impianto sportivo, la qualità della stessa e del materiale sportivo).

2-DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVIPer obiettivo si intende lo scopo, il fine, la meta che ogni istruttore vuole raggiungere: nellapratica quello che l’allievo deve saper fare. I tempi possono essere brevi (settimanali), medi(mensili), a lungo termine (annuali).

Gli obiettivi si possono dividere in due categorie:

A-obiettivi formativi

B-obiettivi didattici

Gli obiettivi formativi rientrano nella sfera pedagogica. È importante che, nell’ambito di unprogrammazione annuale, l’istruttore oltre ad insegnare il gioco-calcio, educhi i propri allievi acomprendere che attraverso il gioco si possono raggiungere delle finalità educative come:

L’amicizia

Il fair play

La socializzazione

L’educazione alla convivenza civile

L’educazione all’affettività

La partecipazione

Il rispetto delle norme e delle regole

Il gioco è pertanto:

Comunicazione

Integrazione

Lealtà

Divertimento

Conoscenza

Esplorazione

CAPITOLO 6 La programmazione

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