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In collaborazione con: ASSOCIAZIONE CULTURALE LAVISANA % l grande portale a sesto acuto in pietra rosa di Trento è sicuramente uno dei più belli della borgata, esempio mirabile delle maestranze che in epoca gotica, XV secolo, costruirono gran parte degli edifici del centro storico di Lavis. Sopra la chiave di volta è lo stemma della famiglia dal Sale: d’azzurro alla stella d’oro a otto punte, ai lati le lettere F e R. Parte dei colori originali erano visibili prima dell’ultimo restauro, un intervento che ha messo in luce l’antico intonaco decorato a finti blocchi di pietra ma che ha inesorabilmente cancellato il seicentesco affresco di San Francesco che riceve le stigmate a destra dell’elegante bifora rinascimentale. Il palazzo infatti portava in facciata ben tre affreschi racchiusi da elaborate cornici barocche: oltre al sopracitato affresco di San Francesco vi erano le tracce di una Madonna, a sinistra della bifora, e di un San Michele Arcangelo, più in là sempre verso sinistra. L’accesso ai piani del palazzo avviene tramite un ampio porticato, sul quale si affaccaino le porte dei volti al piano terra, interessante il primo portale a sinistra di gusto manieristico, architravato e formalizzato a conci di pietra con la cornice superiore a conci disposti a cuneo, e prosegue nella “torre”a sud - ovest contraddistinta da una serie di ampie finestre ad arco. Qui la pavimentazione è in grandi lastre di porfido, sistema riscontrabile in altri edifici del centro storico. Gli ambienti al primo piano sono voltati, quello centrale è illuminato dalla bella bifora rinascimentale con elegante colonnina centrale in pietra rossa di Trento sormontata da un capitello a volute. In un testamento del 1521 della “matrona Margarita Pisoff”, moglie del fornaio Michele Peheein, troviamo la prima notizia del palazzo. Margarita Pisoff lascia ai fratelli di una sua nipote, la sua casa in Lavis, già abitata da Girolamo dal Sale, vicario della contea di Königsberg. Girolamo dal Sale intraprese nel 1536, per conto di Bernardino Thun, i lavori di restauro del castello di Königsberg-Montereale. La famiglia dal Sale emigrò da Brescia in queste terre al principio del XV secolo. In quegli anni Giovanni dal Sale era notaio a Cembra, egli fu anche giudice nel processo contro gli ebrei avvenuto a Trento nel 1476 dopo il fatto del Simonino. Suo figlio Leonardo ebbe nel 1447 dal vescovo Giorgio Hack certe decime in feudo, che si raccoglievano indivise con il castello di Königsberg a Cembra e a Fadana, e che erano state cedute dalla famiglia Roccabruna; questi fu molte volte console. Alcuni membri della famiglia ricoprirono ruoli importanti all’interno della giurisdizione di Königsberg. Oltre al già citato Girolamo, dai graffiti presso l’entrata del castello di Königsberg a Faedo, sappiamo che Girolamo e Lodovico dal Sale furono capitani della giurisdizione di Königsberg. Uno di questi graffiti, datato 1570, reca lo stemma, cioè la stella a otto punte e le lettere LWS: Lodovico von Saltz. Nel 1576 Antonio, Lodovico e Gerolamo dal Sale, von Saltz, ricevettero un accrescimento e un miglioramento dello stemma, con il predicato di Freienthurn, da una torre di Terzolas comperata da Lodovico. Lodovico possedeva anche un altro palazzo di Lavis situato nell’attuale via Matteotti, mentre Antonio possedeva l’antica Casa del Colo dei minerali ai Spiazzi di Loreto e un palazzo nell’attuale via Roma. La famiglia, verso la seconda metà del XVI secolo, costruì il mulino Dal Sale – Bortolotti nel Borgo di Lavis, opificio che gestì sino al 1600. Altri dal Sale ricopriranno cariche prestigiose all’interno della Comunità di Lavis, Pressano e Consorti: “Cristoforo dal Sale et dele Tor Franche di Terzolas” fu più volte Regolano a cavallo del XVII secolo. Un ramo della famiglia fiorì anche a Cembra e a Trento, essa conobbe l’estinzione intorno al 1683. Palazzo dal Sale avisio grafiche

Palazzo dal Sale - s5ba170dde8c77fc1.jimcontent.com · e formalizzato a conci di pietra con la cornice superiore a conci disposti a cuneo, e prosegue nella “torre”a sud - ovest

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In collaborazione con:

ASSOCIAZIONE CULTURALE

LAVISANA

l grande portale a sesto acuto in pietra rosa di Trento è sicuramente uno dei più belli della borgata, esempio mirabile

delle maestranze che in epoca gotica, XV secolo, costruirono gran parte degli edifici del centro storico di Lavis.

Sopra la chiave di volta è lo stemma della famiglia dal Sale: d’azzurro alla stella d’oro a otto punte, ai lati le lettere F e R. Parte

dei colori originali erano visibili prima dell’ultimo restauro, un intervento che ha messo in luce l’antico intonaco decorato a

finti blocchi di pietra ma che ha inesorabilmente cancellato il seicentesco affresco di San Francesco che riceve le stigmate a

destra dell’elegante bifora rinascimentale. Il palazzo infatti portava in facciata ben tre affreschi racchiusi da elaborate cornici

barocche: oltre al sopracitato affresco di San Francesco vi erano le tracce di una Madonna, a sinistra della bifora, e di un San

Michele Arcangelo, più in là sempre verso sinistra. L’accesso ai piani del palazzo avviene tramite un ampio porticato, sul

quale si affaccaino le porte dei volti al piano terra, interessante il primo portale a sinistra di gusto manieristico, architravato

e formalizzato a conci di pietra con la cornice superiore a conci disposti a cuneo, e prosegue nella “torre”a sud - ovest

contraddistinta da una serie di ampie finestre ad arco. Qui la pavimentazione è in grandi lastre di porfido, sistema riscontrabile

in altri edifici del centro storico.

Gli ambienti al primo piano sono voltati, quello centrale è illuminato dalla bella bifora rinascimentale con elegante colonnina

centrale in pietra rossa di Trento sormontata da un capitello a volute.

In un testamento del 1521 della “matrona Margarita Pisoff”, moglie del fornaio Michele Peheein, troviamo la prima notizia del

palazzo. Margarita Pisoff lascia ai fratelli di una sua nipote, la sua casa in Lavis, già abitata da Girolamo dal Sale, vicario della

contea di Königsberg. Girolamo dal Sale intraprese nel 1536, per conto di Bernardino Thun, i lavori di restauro del castello

di Königsberg-Montereale. La famiglia dal Sale emigrò da Brescia in queste terre al principio del XV secolo. In quegli anni

Giovanni dal Sale era notaio a Cembra, egli fu anche giudice nel processo contro gli ebrei avvenuto a Trento nel 1476 dopo il

fatto del Simonino. Suo figlio Leonardo ebbe nel 1447 dal vescovo Giorgio Hack certe decime in feudo, che si raccoglievano

indivise con il castello di Königsberg a Cembra e a Fadana, e che erano state cedute dalla famiglia Roccabruna; questi fu molte

volte console. Alcuni membri della famiglia ricoprirono ruoli importanti all’interno della giurisdizione di Königsberg. Oltre al

già citato Girolamo, dai graffiti presso l’entrata del castello di Königsberg a Faedo, sappiamo che Girolamo e Lodovico dal Sale

furono capitani della giurisdizione di Königsberg. Uno di questi graffiti, datato 1570, reca lo stemma, cioè la stella a otto punte

e le lettere LWS: Lodovico von Saltz. Nel 1576 Antonio, Lodovico e Gerolamo dal Sale, von Saltz, ricevettero un accrescimento

e un miglioramento dello stemma, con il predicato di Freienthurn, da una torre di Terzolas comperata da Lodovico. Lodovico

possedeva anche un altro palazzo di Lavis situato nell’attuale via Matteotti, mentre Antonio possedeva l’antica Casa del Colo

dei minerali ai Spiazzi di Loreto e un palazzo nell’attuale via Roma. La famiglia, verso la seconda metà del XVI secolo, costruì il

mulino Dal Sale – Bortolotti nel Borgo di Lavis, opificio che gestì sino al 1600.

Altri dal Sale ricopriranno cariche prestigiose all’interno della Comunità di Lavis, Pressano e Consorti: “Cristoforo dal Sale et

dele Tor Franche di Terzolas” fu più volte Regolano a cavallo del XVII secolo. Un ramo della famiglia fiorì anche a Cembra e a

Trento, essa conobbe l’estinzione intorno al 1683.

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