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LE ORIGINI In una famiglia semplice 1891-1911 Maria Angela Domenica Aleri nasce il 23 febbraio 1891 a Borgo Vercelli, primogenita di Giovanni e Rosa Compagnone. Maria è battezzata il 24 febbraio 1891 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo. Frequenta le prime tre classi della scuola elementare del paese. La famiglia Aleri, al completo nel dicembre 1911. Maria Angela Domenica è la seconda da sinistra. Chiesa parrocchiale di Borgo Vercelli. Ex scuola elementare di Borgo Vercelli. 1 Casa Aleri, Borgo Vercelli.

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LE ORIGINI

In una famiglia semplice1891-1911

Maria Angela Domenica Alfi eri nasce il 23 febbraio 1891 a Borgo Vercelli, primogenita di Giovanni e Rosa Compagnone.

Maria è battezzata il 24 febbraio 1891 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo.

Frequenta le prime tre classi della scuola elementare del paese.

La famiglia Alfi eri, al completo nel dicembre 1911. Maria Angela Domenica è la seconda da sinistra.

Chiesa parrocchiale di Borgo Vercelli. Ex scuola elementare di Borgo Vercelli.

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Casa Alfi eri, Borgo Vercelli.

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LA VOCAZIONE RELIGIOSA

Tra le Suore della Carità1911

Il 20 dicembre 1911, Maria entra come postulante tra le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, nel Monastero Santa Margherita di Vercelli.

Il 2 aprile 1912, Maria inizia il Noviziato.

Il 25 marzo 1913, veste l’abito di Suora della Carità e assume il nome di Suor Enrichetta.

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Maria Angela Domenica da giovane.

Il Bellissimo Monastero di Vercelli dove Suor Enrichetta strascorre gli anni gionanili di consacrazione al Signore e gli anni diffi cili della malattia.

Suor Enrichetta Alfi eri in età giovanile.

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GLI ANNI DELLA FORMAZIONE

Come religiosa ed educatrice1913-1919

In un quaderno di Suor Enrichetta sono conservati 22 componimenti scolastici. Essi ci permettono di conoscere il suo cuore di giovane donna e di giovane Suora. In questi scritti giovanili ritroviamo i tratti che la guideranno nella sua vita.

Negli anni 1913-1917 Suor Enrichetta frequenta gli studi magistrali presso la Scuola Normale Femminile “Rosa Stampa” di Vercelli. Il 12 luglio 1917 consegue il diploma di abilitazione all’insegnamento elementare.

Il 10 settembre 1917 emette la professione religiosa temporanea e viene inviata come insegnante all’Asilo Infantile “Mora” in Vercelli.

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Vercelli, Asilo Infantile “Mora”.

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IL TEMPO DELLA PROVAGli anni della malattia

1919-1923

Il 25 febbraio Suor Enrichetta beve un sorso dell’acqua di Lourdes e subito si alza completamente guarita, libera dai dolori e dalla paralisi. Scrive in un suo quadernetto per appunti: «Il 25 febbraio 1923, giorno della IX Apparizione di N.S. di Lourdes, la buona Celeste Mamma mi risorse prodigiosamente da morte a vita. Sentimenti: riconoscenza, meraviglia, delusione. Le porte del paradiso chiuse, riaperte quelle della vita. Promesse alla Vergine a testimonianza della mia viva gratitudine: Recita quotidiana del Magnifi cat dopo la S. Comunione…» (cfr. Memento, 1923-1926).

Nel 1919 Suor Enrichetta viene colpita dal morbo di Pott (spondilite tubercolare delle vertebre). Viene richiamata in Casa Provinciale e ricoverata nell’infermeria.Dal 24 al 28 agosto 1922 partecipa in barella a un Pellegrinaggio a Lourdes.Nel 1923 il suo stato di salute si aggrava e il medico la dichiara in fin di vita.Il 5 febbraio riceve gli ultimi Sacramenti.

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Suor Enrichetta durante gli anni della malattia.

Pellegrinaggio a Lourdes di Suor Enrichetta.

Pagina tratta dal “Memento”.

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LA NUOVA MISSIONE

Nel Carcere San Vittore1923

Le Suore operano nella Sezione Femminile e nell’Infermeria del Reparto Maschile. Sono addette all’uffi cio matricola, alla corrispondenza e al rapporto con gli avvocati, alla sorveglianza, all’assistenza infermieristica ed educativa, al guardaroba, alla spesa per le detenute.

Le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret sono presenti a San Vittore dal 1915, in un ambiente molto simile a quello del Carcere di Bellevaux, ove operò la Santa Madre Fondatrice, e come scrive Suor Enrichetta hanno bisogno di: «…grande coraggio, grande spirito di fede e di sacrifi cio, per restare in un campo tanto spinoso e diffi cile da dissodare e trasformare» (dalla Commemorazione di Suor Gasparina Albè, 20 aprile 1947).

Il 24 maggio 1923 Suor Enrichetta è inviata nella comunità religiosa del Carcere San Vittore di Milano ove si trova come Superiora la zia Suor Elena Compagnone.

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Corridoio del carcere di San Vittore di Milano.

Suor Enrichetta con la Zia Suor Elena, Superiora del carcere.

La comunità delle Suore del carcere di San Vittore.

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LA RESISTENZA DELLA CARITÀ

Ribelle per amore1943-1944

Dal settembre 1943 il Carcere San Vittore è amministrato dai nazi-fascisti come un campo di concentramento, con atti di ferocia inaudita compiuti nei confronti dei detenuti politici e degli ebrei.

Suor Enrichetta si espone direttamente per portare dentro e fuori dal Carcere numerosi messaggi allo scopo di salvare vite umane. Svolge una intensa azione di carità a favore dei detenuti e di quelli che partono per i campi di concentramento in Germania. Durante una di queste partenze, Suor Enrichetta riesce ad ottenere dal famigerato Caporale Franz, la liberazione di una mamma ebrea, come riportato in un suo appunto.

Inizia per Suor Enrichetta e per la sua comunità un lungo periodo di coraggioso apostolato, in stretto collegamento con l’azione di carità del Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e con gli organi della Resistenza.

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Milano durante la Guerra.

Appunto di Suor Enrichetta.

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LA FORZADELLA SPERANZAL’arresto, la prigionia e l’esilio

1944-1945

Il 23 settembre 1944 Suor Enrichetta è arrestata e rinchiusa in una cella di rigore del Carcere con l’accusa di spionaggio perché un suo messaggio è stato intercettato dalla Polizia nazi-fascista.Rischia la fucilazione o la deportazione in Germania.

Nel mese di gennaio 1945, in obbedienza alla Superiora Provinciale, Suor Enrichetta inizia a scrivere le sue Memorie nelle quali racconta il motivo del suo arresto, la detenzione a San Vittore e il suo confi no a Grumello.

Il 24 dicembre 1944, a Suor Enrichetta viene concesso il trasferimento a Brescia nella Casa Provinciale delle Suore della Carità, ove rimane sino al 7 maggio 1945.

Il 3 ottobre 1944, grazie all’interessamento del Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, Suor Enrichetta lascia San Vittore per essere trasferita al campo di internamento presso l’Istituto Palazzolo delle Suore delle Poverelle di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo. Qui resta confi nata per alcuni mesi tra ragazze malate di mente.

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Prima pagina delle “Memorie”.

Casa Provinciale delle Suore della Carità a Brescia.

Lettera di Suor Enrichetta alla Superiora Generale.

Entrata dell’Istituto Palazzolo delle Suore delle Poverelle di Grumello del Monte.

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GLI ULTIMI ANNI

Una vita sempre più donata1945-1951

Il 2 dicembre 1946 entra in Carcere Rina Fort, arrestata con l’accusa di omicidio e infanticidio. Suor Enrichetta la accompagna in un lungo cammino di conversione.

Il 20 aprile 1946 scoppia una violenta rivolta nella Sezione Maschile, coinvolgendo anche la Sezione Femminile. L’assedio dura una settimana, ma i detenuti rispettano le Suore. Suor Enrichetta ricorda: «Purtroppo l’affollamento eccezionale e la qualità dei detenuti ribelli e insofferenti, l’incompetenza degli improvvisati dirigenti e dei preposti alla vigilanza crearono disordini, incendi (nei quali andò distrutta anche la Chiesa), caos; ed ebbero come epilogo la paurosa rivolta» (dalla Commemorazione di Suor Gasparina Albè, 20 aprile 1947).

Il 7 maggio 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) riporta trionfalmente Suor Enrichetta al Carcere di San Vittore, ove riprende la sua opera al servizio dei nuovi detenuti.

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Suor Enrichetta con alcune detenute nel corridoio del carcere di San Vittore.

La cappella del carcere di San Vittore. Detenute e religiose pregano insieme

Suor Enrichetta con alcune detenute ai piedi della Madonna di Lourdes nel cortile di San Vittore.

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IL MAGNIFICAT

La dolcezza del morire23 novembre 1951

A Suor Enrichetta viene diagnosticata una forma grave di epatite. Le sue condizioni si aggravano e seguono alcuni giorni di agonia. Il 23 novembre 1951, verso le ore 15.00, mentre le Consorelle cantano il Magnifi cat, Suor Enrichetta muore serenamente.La notizia viene comunicata attraverso la radio e i giornali: la città di Milano piange l’Angelo e la Mamma di San Vittore.

La salma di Suor Enrichetta viene tumulata nel cimitero di Borgo Vercelli, suo paese natale.Il 16 dicembre 1995, la salma viene traslata dal cimitero di Borgo Vercelli alla Cappella della Piccola Casa San Giuseppe di Milano, in Via del Caravaggio 10.

Il 25 novembre 1951, nella Basilica di San Vittore al Corpo di Milano, si svolgono i funerali con una larga partecipazione di popolo e di autorità. Sul frontale della chiesa, viene posta la seguente epigrafe:

Il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano, scrive alle Suore della comunità religiosa di San Vittore:«Il Card. Arcivescovo partecipa al lutto delle buone Suore del Carcere di S. Vittore per la morte della loro veneranda superiora Suor Enrichetta. Domattina offrirà per lei il Divin Sacrifi cio, ma nutre dolce speranza che Ella stessa preghi per tutti noi dal Paradiso. Dio ci benedica tutti. Ildefonso Card. Arcivescovo.Milano, 23 Novembre 1951».

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Iscrizione per i funerali.Tomba di Suor Enrichetta nel cimitero di Borgo Vercelli.

Chiesa della Piccola Casa San Giuseppe di Milano, dove riposano le spoglie mortali di Suor Enrichetta.

Immaginetta funebre.

Milano, funerale di Suor Enrichetta.

Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano.

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UN CUORE CHE VEDE OLTRELa storia di alcuni incontri

L’incontro con Mons. Giovanni Barbareschi:

«Sono diventato prete e ho celebrato la mia Prima Messa il 15 agosto 1944, sessant’anni fa. Proprio quella sera ho conosciuto Suor Enrichetta. Perché? Ero andato nelle vicinanze del Carcere di San Vittore, perché avevo saputo del convoglio di Ebrei e di prigionieri politici in partenza per il campo di concentramento in Germania. Ero andato anche per cercare di portare un po’ di sollievo a quelli che erano in partenza: qualche rifornimento di viveri, qualche cosa che poteva loro servire. Mi è andata bene per un po’, ma poi mi hanno arrestato. Le SS mi hanno preso in questa mia funzione di aiuto caritatevole. Portavo la veste del prete, ma la SS non guardavano a queste cose. In quel luogo, mentre ero in attesa di essere interrogato, passa una Suora: era Suor Enrichetta. Ha capito subito che ero arrestato, mi ha guardato in faccia e mi ha detto: “Coraggio!”. Quella parola mi è restata dentro, come quegli occhi, come quello sguardo, come quel volto… capire quella donna, capire quella sensibilità, capire quella Suora, non era facile: era serena, sempre, serena in modo interiore. Guardava il caporale Franz come fosse lei il Superiore e l’altro doveva abbassare gli occhi. Lo sguardo di Suor Enrichetta era più forte della potenza cattiva del caporale».

L’incontro con Rina Fort:

«Suor Enrichetta era un angelo consolatore. Un angelo che ispirava fi ducia. Ci si poteva aprire per qualunque cosa… Aveva un portamento regale: non alzava mai la voce. La sua natura era dolce, amabile, affabile… Si interessava di tutto, dei famigliari, di tutti… Chiudo gli occhi e mi sembra di risentirla parlare. L’occhio dello spirito vede la fi gura, se la ricorda ancora…».

L’incontro con Indro Montanelli:

«Di nitido, nella memoria m’è rimasto soltanto un fruscio. Leggero, quasi impercettibile. Ma nel deserto delle giornate in cella divenne ben presto l’epicentro di ogni speranza e aspettativa. Il fruscio era quello della veste di Suor Enrichetta. Nel 1944 fui imprigionato per circa un anno a San Vittore. La mia moglie, Margherita, austriaca e fi ancheggiatrice della mia attività a favore della Resistenza, fu incarcerata con me. Non insieme, va da sé. All’inizio, quel fruscio benedetto annunciava un messaggio: poche righe buttate giù in fretta, da leggere col cuore in gola, ma ogni parola riaccendeva la vita. Poi, una notte, Suor Enrichetta aprì silenziosamente la porta della mia cella. Non disse nulla, e sempre senza parlare mi guidò fi no a dove si trovava mia moglie. Fu il primo di brevissimi ma innumerevoli incontri notturni. Solo chi ha provato la desolazione della prigionia può capire il valore dell’abbraccio di una persona cara. Per quei pochi istanti rubati alla disperazione Suor Enrichetta rischiava la deportazione, forse la vita. Così grande era il conforto di quegli incontri furtivi, così immensa la gratitudine per chi con grande rischio personale li rendeva possibili, che ancora oggi il ricordo di Suor Enrichetta e della sua veste frusciante suscita in me la devota ammirazione che si deve ai santi, o agli eroi. In questo caso, ad entrambi».

L’incontro con Mike Bongiorno:

«Sono contento se la mia testimonianza possa essere utile a contribuire alla Causa di Beatifi cazione di Suor Enrichetta. Molti sanno che sono stato arrestato e condotto al Carcere di San Vittore il 23 aprile del 1944 a causa della mia attività nella Resistenza. Anche la mia mamma fu coinvolta nell’arresto e condotta nella Sezione Femminile del Carcere. Ho avuto la fortuna di avere alcuni incontri clandestini con la mia mamma grazie all’intervento di Suor Enrichetta Alfi eri che era molto attiva con la Resistenza, in quanto, approfi ttando del fatto che tutti i giorni poteva uscire dalle mura del Carcere, portava sempre con sé messaggi dentro e fuori. Il pericolo era enorme: io ero in isolamento e non avrei potuto uscire dalla cella. Approfi ttando della distribuzione del latte, essendo io uno dei due incaricati di portare il grande recipiente del latte, potevo attraversare tutto il Carcere. Con il bidone del latte arrivavamo al Reparto Femminile e lì trovavo Suor Enrichetta, già pronta ad aprire la cella di mia mamma. Due o tre volte avvennero queste visite e tutti rischiarono la vita per darmi questo dono. Suor Enrichetta era ben cosciente dei rischi che correva, ma ugualmente si espose in prima persona a questi rischi per favorire questi incontri».

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Mons. Giovanni Barbareschi.

Mike Bongiorno.

Indro Montanelli.

Suor Enrichetta e Rina Fort.

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UNA MEMORIA VIVENTE

I riconoscimenti civili e religiosi

Il 26 novembre 1951, Suor Enrichetta Alfi eri viene commemorata solennemente durante una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Milano.Il 25 dicembre 1951, a Suor Enrichetta Alfi eri viene assegnata alla memoria la Medaglia “Stella della Bontà” del Premio Notte di Natale.

Il 7 dicembre 1991, alla memoria di Suor Enrichetta Alfi eri, il Comune di Milano, nella persona del Sindaco, On. Paolo Pillitteri, conferisce la Medaglia d’oro di Benemerenza civica.

Il 28 settembre 1985, alla memoria di Madre Enrichetta Alfi eri, il Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, assegna la Medaglia d’oro con Attestato di riconoscenza della Chiesa di Milano, in occasione del 40° della Resistenza.

Nell’aprile 1955, alla memoria di Suor Maria Enrichetta Alfi eri, Madre Superiora delle Carceri di San Vittore di Milano, gli Ebrei d’Italia riconoscenti conferiscono un Attestato.

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Medaglia d’oro con Attestato di riconoscenza.

Medaglia alla memoria di Suor Enrichetta.

Attestato alla memoria conferito dalle Unione delle Comunità Istraelitiche Italiane.

Medaglia d’oro di Benemeranza civica.

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LA MAMMADI SAN VITTORE

Beata Enrichetta Alfi eri26 giugno 2011

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BEATAENRICHETTA ALFIERI

«La vera religiosa «La vera religiosa risponde sempre risponde sempre con un sorriso».con un sorriso».

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