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Panta Rhei N.I°

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Periodico, storia, cultura, art, società

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4 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

CONTENUTI

2 Seconda Pagina

3 Presentazione

4 Contenuti

5 L’intelligence. Questa sconosciuta...

7 Assicurazioni... Conosciamole meglio.

9 Il cammino della chirurgia

14 La legge del Ritmo

16 L’angolo della poesia

16 L’ Oroscopo

20 Ultima di copertina

Editor Vincenzo Rizzuto

Graphic ArtWebArtVR

Per [email protected]

Page 5: Panta Rhei N.I°

Panta Rhei - Anno I° - N° I • 5

È opinione largamente condivisa che i servizi d’intelligence siano sinonimo

di mistero, di operazioni oscure messe in pratica dai potenti del mondo che, come in un

teatrino dei burattini, muovono i fili per manipolare le sorti del mondo.

Sono richiamati alla memoria periodi politicamente bui della recente storia

italiana durante i quali la raccolta d’informazioni e ciò che viene comunemente chiamato

spionaggio erano utilizzati a fini politici. Oppure, in una società multiculturale e multietnica

come quella odierna, si ritiene siano indispensabili per prevenire qualsiasi forma di terror-

ismo.

La sicurezza dello stato è, dunque, indispensabile soprattutto negli anni

duemila, dove le nuove forme di terrorismo espongono il mondo a nuovi rischi e pericoli.

Ma dietro il lavoro dei servizi d’intelligence c’è un mondo complesso, un

volume indefinito d’informazioni da raccogliere, analizzare e selezionare.

Per demolire l’aura negativa che caratterizza l’intelligence bisogna elimin-

are tante scorie pseudo-ideologiche e far comprendere quanto siano importanti le funzioni

che un servizio bene organizzato ed efficiente può svolgere a favore della collettività.

Fare a meno dell’intelligence non si può, in un mondo in cui persino gli Stati faticano a sopravvivere alle nuove minacce

che li incalzano.

Prima di tutto bisogna tornare alla definizione, non sempre scontata, del termine inglese “intelligence” che traducendolo

letteralmente in italiano, significa “intelligenza” nell’accezione di raccolta d’informazioni utili, o “spionaggio” espressione che però induce a

pensare a una funzione illegale o immorale dei servizi segreti, oltre che a imprese stile James Bond.

La traduzione del termine inglese non è, quindi, la migliore possibile in quanto esprime gli aspetti più che altro negativi delle attività di

sicurezza.

Volendo fornire una spiegazione che sia la più oggettiva possibile del termine intelligence, potremmo definirla come

“l’insieme delle attività finalizzate all’acquisizione d’informazioni rilevanti per la sicurezza dello Stato”, sia che la si voglia intendere come una

branca dell’attività governativa, sia che la si intenda come uno specifico campo di studio accademico che si occupa di rapporti internazionali,

di politica estera e di sicurezza nazionale. Ma considerando l’aura di mistero e complotto che ruota intorno a questa tematica è facile com-

prendere quanto sia poco conosciuta dai cittadini e, se da un lato manca la comunicazione istituzionale da parte degli organismi dei servizi

segreti, dall’altro è scarso o totalmente assente l’interesse dell’opinione pubblica verso i temi della sicurezza nazionale.

In un mondo come quello odierno, globalizzato, multiculturale, multietnico e in continua evoluzione gli stati si trovano ad

affrontare sempre nuove minacce: alla sicurezza del territorio, alla stabilità dello stato, agli interessi nazionali.

E anche il modo di perseguire la sicurezza è cambiato.

I meccanismi che regolano le azioni d’intelligence sono paragonabili a quelli di qualsiasi altra scienza: viene privilegiato il

metodo scientifico al fine di prevedere il futuro tramite lo studio minuzioso del materiale raccolto e l’ambiente circostante.

L’analisi d’intelligence inizia con i dati, ma è finalizzata a formulare previsioni. L’intelligence, insomma, è funzionale

all’attività di previsione che, a sua volta, è preliminare all’attività di pianificazione. Anzi, si può sostenere che non si ha intelligence senza pre-

visione, e previsione senza intelligence. Fondamentali sono tre fasi principali secondo le quali s’articola tutto il processo: fase della descrizione,

fase della spiegazione e fase della previsione.

Se volessimo fondere quanto sopra in termini pratici che riescano a sintetizzare i concetti enunciati, potremmo parlare di

nuove frontiere dell’intelligence

Il panorama economico, politico, sociale e culturale mondiale, dopo il 1989 con la caduta del muro di Berlino, è completa-

mente mutato con un conseguente rimodellamento delle attività dell’intelligence.

Il bipolarismo, che vedeva la contrapposizione delle due super potenze Urss e Usa, ha lasciato spazio al multipolarismo con l’avanzata sulla

scena di nuovi stati che fino ad allora avevano orbitato intorno a uno dei due protagonisti.

L’INTELLIGENCE. QUESTA SCONOSCIUTA...

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6 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

A ciò si sono aggiunte

nuove tensioni etniche e razziali che hanno

alimentato ideologie terroristiche e d’odio

verso l’Occidente sfociate nell’attacco alle

Torri Gemelle di New York. Gli avvenimenti

che hanno segnato gli anni tra il 1989 ed

il 1991 hanno modificato il precedente

scenario di riferimento internazionale: le

situazioni tipiche di un sistema bipolare,

gli interessi nazionali, le minacce e i fattori

di rischio interagenti sulla sicurezza dello

Stato sono crollati per subire una completa

metamorfosi in riferimento ai nuovi rapporti

del multipolarismo.

Conseguentemente le

attività d’intelligence hanno dovuto ade-

guarsi ed adattarsi.

Nella nostra epoca

incentrata sulla rivoluzione digitale, gli

organismi d’intelligence devono essere in

grado d’affrontare nuove sfide incentrate

soprattutto sullo sviluppo e sulla gestione

dell’immensa mole di informazioni in loro

possesso.

Antonella Colonna Vilasi(*)

(*)IN ESCLUSIVA PER PANTA RHEI

- l’Autrice é conosciuta ed apprezzata scrit-trice e giornalista, e - quale “cittadina del mondo”, come Lei stessa ama definirsi - si è imposta all’attenzione del pubblico per essere stata la prima Autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi dell’intelligence. Come giornalista collabo-ra a Panorama e con alte importanti testate. Ha tenuto conferenze e lezioni in varie Agenzie e Università, quali quelle di Tirana, Parigi, Madrid, Londra, New York, Malta, Atene. E’ docente universitario in Svizzera. Dell’Autrice – di cui, tra tutti, qui ricordiamo il volume “Il Terrorismo” (con prefazione di Piero Luigi Vigna, per i tipi dell’Editore Mursia) - é di imminente pubblicazione il volume “Réportage dal Libano – tra guerre,

servizi segreti e primavera araba”: il libro illustrerà la realtà del Libano e le ansie di rinnovamento di questa Nazione. Un réportage che non vuole rappresentare solo un viaggio fisico, ma anche una vivida tes-timonianza della storia, delle tradizioni, della struttura confessionale della società libanese, come pure gli effetti della crisi siriana su di essa. Attualmente al centro di complesse dinamiche regionali e inter-nazionali il Libano è simile a un mosaico, formato da molte tessere, ognuna con una precisa collocazione: un mosaico affasci-nante ma fragile.

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Panta Rhei - Anno I° - N° I • 7

A chi mi chiede di riassumere in poche righe la sostanzialità - in termini di servizi e

di finalità aziendali - espressa dal comparto assicurativo, esprimo la mia difficoltà: è sì

possibile la sintesi, ma dedicare solo frettolosi cenni tende a dare informazioni certa-

mente parziali e frammentarie. Il che non renderebbe onore all’attività delle Società

e delle migliaia di persone impegnate nell’attività assicurativa.

Prescindendo da questo mio odierno intervento, mi farà invece piacere se -

anche in prospettiva futura - i Lettori gradiranno il mio intervento da professionista

- attualmente rivesto la qualifica di Direttore Commerciale in una Società del settore

- dandomi così l’opportunità di intrannenermi anche in seguito con loro attraverso le

pagine web di “Panta Rhei”: sarà un modo nuovo e diverso per valutare e riflettere

insieme sull’articolazione di questo mondo, di come operino e interagiscano fra loro le

compagnie assicurative, dell’importanza degli intermediari e come si svolga comples-

sivamente l’attività di mercato e di come questa sia comunque regolata da domanda e

offerta.

Descrivere o piu’ precisamente fare un’analisi corretta dell’insieme di queste

relazioni, risulta oggi impresa ardua perché viviamo in uno scenario particolarmente

complesso e dove - per fare un riferimento a noi prossimo - la sicurezza del proprio

posto di lavoro e’ continuamente messa a repentaglio da sconvolgimenti economico-

sociali tali da portare a vivere la propria quotidianità in uno stato di continua precarietà

e quindi di ansia.

Proprio con riferimento al tema così importante della stabilità del proprio

posto di lavoro, è indubbio che il senso di insicurezza via via crescente in ampi strati

della Scocietà ha accentuato verso il mondo assicurativo delle sensibilità che un tempo

erano state prerogative di pochi.

Anche il sistema incentrato sullo “stato sociale” sta diminuendo nel tempo

la sua influenza per lasciare spazio ad ampie sacche sociali dove necessariamente si

inseriscono sistemi privatistici, così che gli interrogativi che ci poniamo oggi certa-

mente non sono quelle che potevano far leva nel nostro immaginario agli inizi degli

anni duemila.

Allora, come ci si può proteggere nel caso in cui venga a mancare improv-

visamente una fonte di reddito, se non quella principale se non unica?

In assenza di un lavoro certo o quando si svolgano professioni dai contorni

sempre piu’ delicati - in un’ottica di responsabilita’ unilaterale del professionista nei

confronti dei suoi clienti-pazienti, come nel caso ad esempio, dell’attività esercitata da

un legale o nell’esercizio dell’arte medica da parte del chirurgo o di un anestesista - c’è

la possibilità di salvaguardarsi?

Come si può e si deve affrontare allora il proprio vivere quotidiano in un

sistema che risponde a nuovi parametri specie sotto il profilo dei rapporti e dei com-

portamentali in ambito sociale?

La prima risposta - direi, quella che sorge spontanea - risulterebbe essere

ASSICURAZIONI

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8 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

...CONOSCIAMOLE MEGLIO

“NO MONEY NO

INSURANCE”,quella di “no money no insurance”, la cui

alternativa sembrerebbe delegata alla

ricerca di soluzioni alternative presso

compagnie consultabili telefonicamente

o sul web che adottino politiche di prezzi

“scontati” per ogni tipologia di rischio da

assicurare.

A questo particolare riguardo,

va anche sottolineato l’affermarsi anche

di una diversa mentalità di approccio al

mondo assicurativo, complici i vari play-

ers del settore (intermediari inclusi) che

hanno fatto in modo che tutto questo

accadesse.

A tal proposito, un esempio

viene dalle cosidette “polizze da ban-

cone”, cioe’ da quei prodotti assicurativi

di piccolo importo, che ancora oggi ven-

gono venduti al Cliente in ogni Agenzia,

spesso in modo troppo rapido ossia

senza che il Cliente sia sollecitato ad

esprimere la gamma delle proprie esi-

genze e fors’anche non analizzando in

modo approfondito se e come questo

possa essere già coperto da altra polizza

per lo stesso rischio.

Tutto questo come se esistes-

sero dei rischi di serie B, cosiddetti “da

bancone” e dei rischi piu’ seri da prendere

in maggior considerazione e da trattare

con l’intermediario in sede separata e

quindi in modo più approfondito, attra-

verso un’analisi approfondita e l’esame

delle posibili soluzioni ottimali.

Dando per scontata la serietà

professionale degli operatori di settore,

attraverso un’assistenza capace e pun-

tuale indirizzata alla complessiva sod-

disfazione del Cliente, è evidente che

ogni ricerca di soluzione deve compor-

tare un’attenta lettura della propria vita

di relazione e quindi sociale, in uno

all’esame dei rischi ad essa legati.

Due cose mi preme porre ora in

evidenza: per prima la grande attenzione

e la cura con cui gli operatori devono

sempre assistere la Clientela; la seconda

é che deve essere chiaro a quanti si indi-

rizzino verso la propria tutela dai rischi

attraverso idonee polizze assicurative,

che la corretta identificazione di coper-

ture-base é solo il primo passo verso una

concreta e duratura tutela che ponga al

riparo da incidenti e avversità.

In un successivo interventto

mi farà piacere poter affrontare altre

tematiche importanti e di sicuro inter-

esse per i Lettori.

Diego Meneghinotto(*)

(*)IN ESCLUSIVA PER PANTA RHEI

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Panta Rhei - Anno I° - N° I • 9

Per la prima volta 19 Società Scientifiche Nazionali di area chirurgica hanno rinunciato al loro rispettivo Congresso annuale con lo scopo – unendosi – di dar corpo e sostanza ad un unico Congresso congiunto”.

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10 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

Editor ha invitato il Sig.

Giuseppe Bellantonio

– apprezzato esperto di

marketing e formazione -

ad intervistare in esclusiva per “Panta

Rhei” il Prof. Dott. Vincenzo Blandamura

– Primario di Chirurgia d’Urgenza

all’Ospedale S. Eugenio di Roma, Docente

all’Università “Tor Vergata”, illustre clin-

ico e chirurgo specialista in Chirurgia

Generale e in Chirurgia dell’Apparato

Digerente, vice–Presidente della FISSM

Federaz. It.na Soc. Scientifiche Mediche

e Segretario Generale Agg. della UIL

Dirigenti Medici - subito dopo la conclu-

sione del 1° Congresso Nazionale “Unità

e Valore della Chirurgia Italiana”, svolto-

si all’Auditorium Parco della Musica di

Roma nei giorni 23-27 Settembre 2012,

sotto l’Alto Patronato del Presidente

della Repubblica e con il Patrocino di:

Senato della Repubblica, Presidenza del

Consiglio dei Ministri, Ministero degli

Affari Esteri, Ministero della Salute,

Regione Lazio, Roma Capitale, Provincia

di Roma, Istituto Superiore di Sanità,

Università Cattolica del Sacro Cuore di

Roma. Il Prof. Vincenzo Blandamura

ed il Prof. Adriano Redler sono stati

Presidenti del Congresso.

Chiediamo al Prof. Blandamura in cosa

consiste la particolarità di quello che non

è stato uno degli usuali Congressi di un

gruppo pur autorevole di Medici specialisti.

Dopo una lunga serie di incontri e di con-fronti, cui non è mancato sincero entusi-asmo ed una concreta collaborazione di tutte indistintamente le parti coinvolte, per la prima volta 19 Società Scientifiche Nazionali di area chirurgica hanno rinun-ciato al loro rispettivo Congresso annuale con lo scopo – unendosi – di dar corpo e sostanza ad un unico Congresso con-giunto: ciò con il fine di pervenire ad un evento che rappresentasse l’identità chirurgica italiana nel suo complesso. Ovviamente, i temi trattati sono stati molteplici e coerenti con le diverse realtà specialistiche coinvolte: in ogni caso, in una visione comune, ampia ed estrema-mente significativa, attraverso una for-mula innovativa.Prof. Blandamura, ritiene che dopo tanto

lavoro in comune sia stato possibile ai con-

gressisti poter dare un messaggio, e quale?

La Chirurgia Italiana ha inteso dare una energica testimonianza della propria volontà di razionalizzazione delle risorse umane e professionali esistenti, così ribadendo l’elevato livello scientifico e tecnico di tutte le proprie componenti, nonché la propria capacità di gestire in modo serio ed a livelli qualitativamente elevati il difficile momento attuale.

IL CAMMINO DELLA CHIRURGIA

L’ UNITÀ

E VALORE DELLA

CHIRURGIA

ITALIANA

Unitamente al Prof. Redler ed a tutti gli Illustri Colleghi che ci hanno on-orato del loro fattivo sostegno – spe-cie a livello di Comitato Promotore -, riteniamo che questa scelta di coagu-lare in un unico Congresso Nazionale tante eccellenti realtà costituirà un esempio e un sicuro riferimento per le attività future. Dal Programma e

dagli interventi è stato possibile rileva-

re la presenza di tante Illustri Person-

alità tanto del mondo politico che di

quello universitario e sanitario, il tutto

a livello nazionale. Siamo stati on-orati dell’interesse e dell’attenzione con cui i livelli più alti delle nostre Istituzioni ci hanno seguito, non solo premiandoci con la loro presenza ma soprattutto dichiarandosi disponibili al confronto e alla partecipazione attiva. Ma, allargando l’orizzonte dei risultati, siamo tutti consapevoli che

http://www.chirurgiaunita2012.it

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anche l’industria chimico-farmaceutica e medicale italiana sapranno leggere - negli interventi, negli atti congressuali, nel clima partecipativo di dialogo e di confronto posto in essere dai ca. 4000 chirurghi convenuti - tanto il grande valore intrinseco che l’elevato contenuto etico dell’iniziativa. La vera innovazione

di questo 1° Congresso Nazionale, Prof.

Blandamura? Il Comitato Promotore ha pon-deratamente misurato la propria influenza nei confronti delle Società Chirurgiche rappresentate – ma anche rappresentanti se stesse -, giungendo a concordare con le stesse modifiche importanti agli standard organizzativi e congressuali fin qui adot-tate: il tutto in un contesto di reciproca stima e fiducia, nella consapevolezza che, insieme, si stavano gettando le basi per un evento eccezionale ed unico. Certamente si è dato luogo ad un “cambio di passo” le cui benefiche ricadute saranno indirizzate al rilancio e all’adozione di politiche per il benessere dei Cittadini, privilegiando la cura e l’assistenza, la formazione e la conoscenza professionale. Tutto ciò nella consapevolezza che è giunta l’ora del cambiamento, accelerata dalla tendenza ad ancor maggiori riduzioni delle risorse anche nei settori più strategici. I lavori

hanno seguito un comune filo conduttore?

Parallelamenete alle sessioni scientifiche, hanno trovato spazio quelle dedicate alla politica sanitaria nazionale, al dibattito sulle tematiche a nostro avviso più attuali, alla formazione, alle non-technical skills, all’autonomia e responsabilità del chirur-go nelle fasi di autonoma valutazione e decisione degli strumenti e delle tecniche da utilizzare: il tutto per una chirurgia più sicura e dagli elevati standard qualitativi. Per gli importantissimi risultati conseguiti,

questo Congresso Nazionale può consider-

arsi il 1° di una nuova e lunga serie?

Il Congresso ha rappresentato un grande appuntamento scientifico, sociale e polit-ico, frutto di una convergenza di obiet-tivi e di sforzi, che testimoniano in modo univoco del come una visione condivisa e pratica del futuro possa condurre ad un più razionale ed efficiente utilizzo delle risorse disponibili. Se volessimo tro-

vare un valore aggiunto a tutto questo

impegno comune? Al di là degli elevati risultati conseguiti sul piano sanitario e sociale, il valore di questa impresa così grande in un momento così diffi-cile è fondamentalmente di natura etica. Grazie Professor Blandamura per questa

sua testimonianza diretta e spero di non

averle sottratto del tempo. Guardi, se avessi avuto un’urgenza avrei sospeso subito questa pur interessante conversazione. Tenga presente che le mie dichiarazioni rispecchiano un identico sentire dell’Ill. Co-Presidente Prof. Adriano Ledler che di tutti i Presidenti delle Società Scientifiche aderenti all’iniziativa di cui fino ad ora abbiamo trattato. Un saluto, suo tramite, a tutti i Lettori di “Panta Rhei”!

Di seguito la prolusione del Prof. Vincenzo Blandamura all’apertura dei Lavori del Congresso, il giorno 23 Settembre 2012 alla presenza di S.E. Il Presidente della Repubblica Italiana di altre Illustri Personalità e di ca. 4000 Medici Chirurghi Partecipanti.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ill.mo Signor Presidente,

Signor Ministro, Signor Presidente della

Regione, Signor Sindaco,

Gentili Signore e cari Colleghi,

è con viva commozione ed evidente emozi-

one che porgo il mio saluto personale,

nell’occasione dell’apertura di questo Primo

Congresso Nazionale Unitario.

Ill.mo Signor Presidente,

sono convinto che Ella perdonerà il mio

malcelato orgoglio e la mia manifesta sod-

disfazione per l’alto onore che mi è stato

concesso di poter parlare di fronte a Lei, che

rappresenta i Valori e l’ Unità dello Stato

Italiano, in questo momento così importante

della mia carriera scientifica e professionale.

Sono altrettanto commosso e profondamente

toccato per la stima e l’affetto dimostratomi

da tutti i colleghi, nell’affidare questo evento

epocale alla mia persona.

La chirurgia, per noi chirurghi, rappresenta

non una professione , ma un’amante con cui

giornalmente viviamo, che spesso ci sottrae

alla nostra famiglia.

Amante che ci fa vivere grandi emozioni,

ma allo stesso tempo ci procura profonde

amarezze.

La vita del chirurgo è fatta di sacrifici, di

rinunzie e di dedizione, che si ripercuotono

sui nostri cari.

Per questo sento di dover esprimere pro-

fonda gratitudine a mia moglie ed ai miei

figli e mi sento autorizzato a ringraziare, a

nome dei colleghi qui presenti, le loro fami-

glie, per i successi che la chirurgia italiana

ha raggiunto negli ultimi anni.

Da quando l’uomo produce ed usa utensili

e strumenti, ha anche utilizzato il proprio

ingegno per sviluppare tecniche chirurgiche,

sempre più sofisticate.

Troviamo nel corso dei secoli, nelle varie

maggiori civiltà, presenze di medici che

costruiscono le basi di quello che sarà la

chirurgia moderna.

Il nome del primo chirurgo conosciuto è

Urlugaledin, del 4000 a.C., il cui simbolo

personale mostra due coltelli circondanti

una pianta medicinale.

In Egitto il primo trattato di chirurgia fu

scritto nel 2700 a.C. da Imhotep, visir del

faraone Djoser, per la sua fama fu consid-

erato il dio egizio della medicina.

Anche nella civiltà indú troviamo in alcuni

trattati tecniche chirurgiche ingegnose, suc-

cessivamente reinventate dalla medicina

contemporanea.

La figura medica per eccellenza nella cultura

della Grecia classica è Ippocrate, nato a Kos

nel 460 a.C., è considerato il padre della

medicina moderna.

Il primo chirurgo specialista conosciuto del

mondo islamico fu Abulcasis, nato nell’anno

936. La sua principale opera contiene un

esteso trattato di chirurgia. Tra l’XI ed il XIII

secolo si sviluppò nell’Italia meridionale la

Scuola Medica Salernitana. Per l’ottenimento

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12 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

del titolo di Medico e del conseguente

diritto ad esercitare la professione,

Ruggero II di Sicilia stabilì l’obbligo

di un esame di abilitazione medico

e chirurgico; ciò “riabilitava” la specialità

chirurgica dal rifiuto nei suoi confronti

operato dalla Chiesa Cattolica e da parte

del mondo arabo.

Nel 1368 viene fondato l’Ordine dei

chirurghi di Londra.

Il decollo della fisica e della biologia, che

avviene a partire dal secolo XVI, permette

il definitivo sviluppo della chirurgia come

disciplina medica autonoma.

Nell’Europa Centrale il chirurgo tedesco

Lorenz Heister pubblica con successo

Surgery.

In Italia, dopo il 1870 i chirurghi, “ormai

italiani anche politicamente”, si unirono

ad altri colleghi per dar vita ad una

unica Associazione Medica Italiana che

organizzò Congressi Nazionali a cadenza

annuale sino a quello di Modena nel 1882.

Nello stesso anno Ferdinando Palasciano

di Napoli con altri chirurghi italiani invi-

tava i colleghi a far sorgere una Societa’

Italiana di Chirurgia.

A tale appello risposero, entusiasti, 103

chirurghi; il 3 aprile 1882 la Società fu

fondata .

Il 1° Congresso si tenne a Roma nell’aprile

del 1883. Costanzo Mazzoni, fu nominato

Presidente del Congresso e della neonata

Societa’ di fronte a circa 30 soci .

Esiste una gloriosa tradizione ospedaliera

italiana.

L’A.C.O.I., Associazione tra i Chirurghi

Ospedalieri Italiani che nasce nel 1980,

fu fondata per garantire opportunità di

formazione continua , ed ha come finalità

la valorizzazione dell’attività chirurgica

nelle strutture Ospedaliere e nelle isti-

tuzioni sanitarie italiane, la promozione

di attività scientifica, di ricerca, di aggior-

namento professionale e di formazione

permanente degli associati .

La chirurgia mini-invasiva ha permes-

so progressi importanti nel campo della

chirurgia, diminuendo i tempi di recupero

e le complicanze post-operatorie.

La telemedicina e la robotica hanno dot-

ato di nuovi mezzi i chirurghi, e l’apparire

di nuove tecniche di diagnostica per

immagini hanno permesso lo sviluppo di

interventi più selettivi, meno aggressivi e

più sicuri.

Oggi, 23 settembre 2012, a Roma, attra-

verso non poche difficoltà, superando

qualsiasi forma di interesse personale ,

dopo 129 anni da quel primo congresso

unitario di 30 chirurghi, 19 società sci-

entifiche si uniscono in un sforzo comune

per dimostrare la forza, l’unità e il valore

della chirurgia italiana, al cospetto di

4000 chirurghi.

Colleghi, rimaniamo uniti: confrontiamo

le nostre esperienze in congressi unitari,

dimostriamo con coraggio le nostre idee e

le nostre capacità.

Non si può e non si deve più tornare

indietro.

Ill.mo Signor Presidente ,

ancora grazie. La Sua presenza oltre ad

inorgoglirci, ci infonde la forza di guardare

avanti con aumentata fiducia per noi , per

i nostri giovani e per la chirurgia italiana

tutta.

Prof. Vincenzo Blandamura(*)

(*)IN ESCLUSIVA PER PANTA RHEI

http://www.chirurgiaunita2012.it

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A ll’occhio di un osservatore non superficiale apparirà facilmente la strana, vivente concat-

enazione di CAUSE ED EFFETTI che traduce in una serie di ritmi gli atti di manifestazione della

vita.

La vita dell’ Universo respira ritmicamente, in periodi alterni, nell’ espressività armonica del

MANIFESTO, il complesso legislativo dell’ IMMANIFESTO, ritmando cicli, ere, epoche di essere,

epoche di non essere; VIBRAZIONE di cui l’ EFFETTO SOLO rimane cognito e conoscibile mentre

la CAUSA o meglio l’impulso primo ed unico rimane incognito e inconoscibile, eternamente.

Musica esistente per sé, inespressa, inesprimibile, che precede lo strumento, che lo trascende.

Ritmo, espressione di Armonia, asserzione di Legge.

Ritmo, manifestatore primo dell’ Assoluto, immanente nelle forme, che trascende le forme, che

si esprime con le forme, come un musico con l’Arpa.

RITMO = ARMONIA = LEGGE = ASSOLUTO;ASSOLUTO = LEGGE = ARMONIA = RITMO.

Cerchio che si chiude aprendosi e chiudendosi si apre, in un movimento di danza, in un avvol-

gimento stellare di meteore raggianti.

Spirale eternamente ascendente e discendente intorno ad una rete fissa i cui poli opposti sfug-

gono all’ indagine e si affermano unicamente con l’ espressione creativa. Esplicazione obbedi-

ente ed in certo qual modo automatica della Mente di Dio.

La Natura ha in se stessa LA LEGGE DEL RITMO e la esprime con temi fissi in passaggi obbligati,

in ritorni costanti, in figure di danze ieratiche, FISSATE IN UN MOVIMENTO CHE E’ IMMOBILITA’, IN UNA MUSICALITA’ DI TONI CHE E’ SILENZIO!In natura, il ritmo è la natura stessa; ove non fosse ritmo, la natura cesserebbe di essere.

Il ritmo, nella natura, non èsolomanifestazione di vita. E’ LA VITA.

Come il fiore contiene la quint’essenza della pianta e come il profumo trascende il fiore, fino

a costituire un’entità a sé stante e permanente, anche oltre la vita fisica delle antère che lo

contennero, così l’uomo, questa quinta essenza della natura , contenendo in sé tutta la Natura,

LA SUBLIMA NELLO SPIRITO, la trascende dopo averla realizzata.

PER OPERA DELL’UOMO, IL RITMO DIVIENE RITO: atto cosciente, coscientemente compiuto, dell’

eterna ARMONIA PRIMIGENIA.

E l’Uomo, manifestatore attraverso il rito del ritmo creativo, realizza, nella sua vita cosciente, la

pienezza del SACERDOZIO.

LA LEGGE...

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Panta Rhei - Anno I° - N° I • 15

FUORI DEL RITMO IL CAOS, che è disperata ricerca del ritmo, fino al placarsi catarsico della lotta fra gli avversi elementi, nel ri-equilibrarsi delle opposte forze, nel gioco ri-armonizzato dei valori, nelle poliva-lenze delle energie.

Fuori del Rito, più del caos, per l’uomo è il degradare, più giù della bes-tia, nella rottura di ogni armonia, di ogni ordine, di ogni salvezza, fino alla putredine viscida, ultima <<thule>> dell’ abdicazione divina, sino al non essere cosciente, sino all’imbestialimento senza bellezza, senza grandezza, senza luce.

RITMO E’ LEGGE DI ARMONIA; RITO E’ RELIGIONE CHE CI RIALLACCIA A DIO, alla primitiva ORIGINE.

Nel Rito risaliamo coscientemente la spirale già discesa, uniformandoci all’Armonia come a colei che gli antichi facevano nascere dal connubio della dea Temi (Giustizia) con l’ Amore.

Religione, Rito, non significa solamente andare in questo o quel Tempio, fare questo o quell’atto sacrale, recitare questa o quell’altra preghiera… significa soprattutto vivere con armonia, unendosi coscienti alla divina, ritmata espressione di vita in cui si trascorre la presente giornata ter-rena.

Vivere con Armonia significa vivere RITUALMENTE nella Virtù, che è pienezza di adesione alla legge di vita.Vivere ritualmente significa vivere bene, senza bassezze, senza ver-gogne, senza piccinerie, senza menzogne, senza limitazioni, senza paure.Vivere in bellezza, vivere in bontà, vivere in giustizia, vivere nel recip-roco rispetto e nella fiducia reciproca.

Ogni rottura di virtù produce rottura di Armonia ed ogni rottura di Armonia produce caos, cioè disordine, licenza, turbamento, sofferenza; ciò implica lo scatenarsi di opposte forze per ristabilira VIOLENTEMENTE l’equilibrio.

Don Gregor*

*per gentile concessione dell’Editore ADAC a PANTA RHEI

...DEL RITMO

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16 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

“Alla mia amica solitaria “

Arrivammo in quell’ alveare in cerca d’amore,con confusione incompresae rischiose pretese.

Api recluse,producemmo fiele,e vivendo rinchiusiserrammo le imposte

del nostro cuore martoriatoda tanti rifiuti, raccoltinell’album delle false promesse.

Le nostre auleavevano foibe nascoste,in cui cadevano illusionicome cadaveri abbandonati.

Ne uscimmo malatid’assenza,di continua assenza,d’interminabile assenza.

Antonio Genovese(*)

(*)IN ESCLUSIVA PER PANTA RHEI

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Panta Rhei - Anno I° - N° I • 17

ARIETENuove idee e voglia di fare per i nati

nella prima decade: la Luna suggerisce

cautela nella salute. I nati della seconda

decade vedranno realizzato un sogno

coltivato a lungo. Per i nati nella terza decade Marte e Giove in

conflitto suggeriscono prudenza; non ostinatevi in azioni che

richiedano dispendio di energie mentali senza che vi sia un

obiettivo definito, certo e raggiungibile.

L’oroscopodi Brunilde

TOROL’autunno alleggerisce certe tensioni e vi spro-

na all’azione. I nati nella prima e nella seconda

decade avranno buone possibilità negli affari e

sul lavoro: attenti però a non fidarvi troppo di

chi dice di volervi facilitare nelle valutazioni. Attendere il

momento più favorevole, senza fretta e patemi, è tassativo

per i nati della terza decade: il futuro ha comunque ottime

prospettive.

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18 • Panta Rhei - Anno I° - N° I

GEMELLINati della prima e seconda decade:

dopo una lunga attesa, i vostri sforzi i

vostri sforzi avranno sbocchi favorevoli.

Ma usare prudenza nella salute e nei

movimenti, è utile per quelli nati nella seconda: la vostra pro-

pensione a somatizzare lo stress determina malanni funzionali

a livello gastro-intestinale. Per i nati nella terza decade, impor-

tanti novità sentimentali: l’Amore, quello con la A maiuscola, vi

donerà serenità e appagamento.

CANCROSarete meno taciturni: l’energia

dell’ultimo Sole vi ricarica specie sotto

l’aspetto delle motivazioni sulla cui

base intraprenderete nuovi percorsi. I

nati nella prima decade risentiranno anche dei benefici influssi

astrali del nostro satellite e di Marte: più stabilità e meno

batticuori vi faranno superare molti ostacoli. Per i nati nella

seconda decade, è d’obbligo la prudenza negli affari finanziari

e di cuore: soprassedete nell’intraprendere nuove attività che

possano distogliervi da quelle già avviate. Per i nati nella terza

decade, radicali cambiamenti all’orizzonte: preparatevi per

affrontarli al meglio.

LEONEAnche per voi, il forte elettromagne-

tismo sprigionato dal Sole a volte vi

da un senso di forte pressione: pen-

sate a tonificarvi con brevi ma intensi

momenti di ristoro. Le nate nel segno sentiranno in loro nuove

energie e nuove motivazioni: forza, per ora avete una marcia in

più! Nati nella prima decade, non trascurate i piccoli segnali che

il vostro fisico vi manda: la cautela + d’obbligo, controllatevi. Per

quelli della seconda decade, i sentimenti e gli impegni di lavoro

vi lasciano poco tempo per dedicarvi ad altro. I nati nella terza,

godranno dell’avvio di favorevoli congiunzioni astrali: malumori

e difficoltà vi appariranno più leggere e risolvibili.

VERGINESiete sempre dei gran sognatori,

ma con i piedi per terra! Questo vi

mette al riparo da brutte sorprese, ma

non potrete evitare di dover affrontare

situazioni delicate di fronte alle quali

solo la vostra esperienza più genuina

potrà consigliarvi per il meglio. Nati nella prima e terza decade:

prudenza negli spostamenti, se potete muovetevi solo il giusto

necessario, ma con cautela. Quelli della seconda decade avran-

no piacevoli novità sul lavoro ma il lato sentimentale mostrerà

qualche falla: aprite gli occhi, non tutto è perduto! Agite, quindi!

BILANCIAIl vostro segno mantiene caratteristiche

altalenanti: ora interesse e vivacità, ora

apatia e pessimismo. Niente paura: tutto

si va risolvendo! L’amore circonderà i nati

nella prima e nella terza decade: sarà un

assedio che vi vedrà capitolare. Sarà una dolce resa. I nati della

seconda vivranno una rigenerante tranquillità: la stabilità negli

affetti e nel lavoro li gratificheranno. Per tutti: disintossicate

e irrobustite il vostro fisico: i primi freddi portano le prime

affezioni alle vie respiratorie; curatele bene, non sottovalutatele.

SCORPIONEGli uomini del segno sentono troppo

la competizione, in tutti i campi: calma,

rilassatevi! Troppa tensione rischia di

tramutarsi in stress, appannando la vostra

elasticità nell’elaborare correttamente i

fatti della vita. I nati nella prima decade concretizzeranno

importanti storie sentimentali: più travolgenti che stabili. Ma

sta a voi dare i giusti impulsi per tramutare in stabile ciò che

potrebbe non esserlo. I nati nella seconda e nella terza decade

avranno soddisfazione negli affari e nel lavoro: attenti, però,

all’umidità; episodi di artrite potranno mettervi fuori uso per

qualche tempo.

SAGITTARIOIn prospettiva, il vostro periodo migliore

sarà a cavallo tra la seconda metà di

Ottobre e la prima metà di Novembre. I

nati nella seconda e terza decade dovran-

no puntare dritto all’obiettivo: tenacia e preparazione ve lo

faranno conquistare. L’amore appaga i nati nella prima decade,

ma non senza sorprese: evitate di distogliervi dalle persone

care a voi più vicine. Saturno non tralascia di lanciare influssi

negativi: concentratevi ancora di più alle attività che richiedono

attenzione.

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Panta Rhei - Anno I° - N° I • 19

CAPRICORNOSiete tra i segni che percorrono una traiet-

toria contrassegnata da positività, almeno

fino alla fine dell’anno: poi... Ma non anti-

cipiamo i tempi! Ciò che i nati nel segno

hanno intrapreso, si concretizza ogni giorno di più: ma spesso

siete soli in questa lunga cavalcata: chi non riesce a stare al vostro

passo, spesso é portato a denigrare la vostra azione. Ma la vostra

tenacia prevale, sia pure con pesanti costi per le vostre energie.

Per i nati nella prima decade suggeriamo ritmi meno accelerati.

Per quelli della seconda decade suggeriamo di fidarsi meno di chi

li incensa spesso senza reale motivo. Pe quelli della terza decade,

traguardo e successi in vista.

ACQUARIOPiù risultati concreti per le donne del segno.

Una visione sentimentale quanto sognatrice

vi sarà di aiuto nel superare i momenti di

incertezza. Ai nati nella prima decade: viag-

gerete e non é escluso che dovrete trasferirvi per lavoro, anche per

lungo tempo. Nati nella seconda decade: prendete con maggior

calma gli imprevisti e affrontateli uno alla volta, con successo. Nati

nella terza decade: Cupido non lesinerà di bersagliarvi con le sue

frecce: attenti, però, nelle vostre scelte affettive.

PESCISiete riflessivi per natura e difficilmente i

sogni vi condizionano. Concatenanti effetti

astrali vi faranno sentire di più la stanche-

zza, non solo fisica ma anche psichica per

certe situazioni che si trascinano da troppo

tempo. Per i nati nella prima e nella terza decade, cautela nelle

scelte specie per quelle che riguardano le vostre finanze. suggeri-

amo: investimenti oculati vi potranno dare soddisfazioni. Per i nati

nella seconda decade, l’influenza di una persona cara a voi molto

vicina, suggerirà scelte sentimentali all’insegna del cambiamento:

un po’ di coraggio in più vi aiuterà.

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“Tutto scorre...”

Designer: WebArt VR

Un ringraziamento a quanti hanno contribuito per il successo di PANTA RHEI :

ADACGiuseppe BellantonioVincenzo Blandamura

BrunildeAntonella Colonna Villasi

Antonio GenoveseDon Gregor

Diego Meneghinotto

PA N TA R H E I . I N F O @ G M A I L . C O M

PANTA RHEIP E R I O D I C O C U L T U R A , A R T E E S O C I E T A ’