32
Papa Francesco: "Venuto da molto lontano" Speciale: Io sono la risurrezione e la vita OGGI Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% - C/RM/DCB Periodico della Congregazione Suore Domenicane della B. Imelda - Anno XVII - n.40 Gennaio/Giugno 2013

Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Papa Francesco: "Venuto da molto lontano"Speciale: Io sono la risurrezione e la vita

OGGI

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70%

- C/RM/DCB

Periodico della Congregazione Suore Domenicane della B. Imelda - Anno XVII - n.40 Gennaio/Giugno 2013

Page 2: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

2

­

anno XVii - n. 40

Gennaio/Giugno 2013

luciana Bini

(Sr. Gemma)

Vittorio Sammarco

Sr. Sueli de F. Gonçalves

Sr. lina Basso

Sr. Gioconda Boreli

Sr. Cristina Simoni

Studio ruggieri Poggi:

Silvia ruggieri,

antonio Poggi,

luigi Pagliaro

tipolitografia Sped.im

Via Serranti, 137

00040 montecompatri

roma

direzione e redazione

Via trionfale, 8338

00135 roma

tel. 06.30600113

Fax 06.3389031

E-mail:

[email protected]

c/c postale

n. 85858009

intestato a:

Casa Generalizia

Suore domenicane

B. imelda

Via trionfale, 8338

00135 roma

aut. trib. di roma

n. 00357/97

in data 2.6.1997

in copertina: Bambini

di S. Cruz de la Sierra - Bolivia

Ci sono gesti, sguardi, parole che lasciano il segno nella storia dell’uma-nità, ma anche nelle vite di ciascuno di noi. Quando Jeorge mario Ber-goglio si è affacciato dal balcone di San Pietro, esclamando: «Fratelli esorelle, buonasera», è subito entrato in ciascuno dei cuori delle centi-naia di milioni di credenti che attendevano con ansia di conoscere il nuo-vo Pontefice.a qualcuno Papa Francesco ha ricordato quelle espressioni che amavapronunciare Papa Giovanni XXiii, tra cui una è rimasta memorabile:«tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bam-bini e dite: questa è la carezza del Papa. troverete qualche lacrima daasciugare: dite una parola buona. il Papa è con noi». oggi, probabilmente più che in passato, abbiamo bisogno di un Papache ci dà del tu, che stravolge protocolli e cordoni di sicurezza, che ac-cantona discorsi scritti e parla a braccio. oggi abbiamo bisogno di ri-scoprire i valori della semplicità e della povertà per vivere nella verità.Così come abbiamo avuto bisogno di un Papa che ha riconosciuto i suoilimiti e ha saputo compiere un passo indietro per amore della Chiesa.ricordiamo ogni giorno nelle nostre preghiere Benedetto e Francescoaffinché la loro testimonianza accompagni la nostra vita.

la redazione

3 Grazie Benedetto, grazie Francesco

5 Io sono la risurrezione e la vitaDalla Pasqua una fede affettuosaPerché Signore, perché?Le parole giuste Dare un senso alla vita

Io credo, risorgerò

18 comunità e missioniItalia - MilanoSolidarietà in musica e cantoBrasile - Goiania Fraternità laica imeldinaCameroun - Bertoua Animare, progettare, formare

Indonesia - PontianakVivendo la missione Filippine - CalabangaUn pastore, un fratelloAlbania - ElbasanPalestra d’amoreCameroun - BertouaMissionaria dell’amore

26 sulle orme del fondatoreLa gioia fioriva nel suo volto

29 gesti di santità quotidianaVeglia su di noi

30 moltiplicare la speranza5xmille: firma e raddoppia

Page 3: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

3

I GESTI E LE PAROLE CHE HANNO ACCOMPAGNATO

IL DELICATO PASSAGGIO DEL TIMONE DELLA CHIESA.

Èdentro un cammino quaresimale che la Chiesa cattolica ha vissuto un pas-saggio di pontificato dalle forme inedite, mai visto in età moderna e con-temporanea. Benedetto XVI, oggi papa emerito, aveva da tempo maturato

la decisione di rinunciare al pontificato, ma l’ha comunicata in un tempo preci-so, alla vigilia dell’inizio di quaresima, perché il passaggio che la Chiesa si ap-prestava a vivere fosse dentro quei 40 giorni di deserto, dentro un cammino diconversione e di purificazione verso la Pasqua di Resurrezione. Un gesto diumiltà e di grandezza insieme, il suo, che lo ha fatto uscire di scena in punta dipiedi, ma confermandone la statura di un gigante, salutato con ammirazione erispetto non solo dai credenti. “In un tempo soggetto a rapidi mutamenti e agi-tato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede”, Benedetto XVI ha ri-tenuto necessario che la Chiesa avesse un papa nel pieno vigore sia del corpo chedell’anima. Subito dopo il trambusto seguito alla notizia, gli esercizi spirituali diquaresima: «Appena entrati nel deserto – ha detto al termine della settimana –abbiamo potuto attingere alla sorgente di acqua purissima e abbondante dellaParola di Dio». La vera e unica fonte indicata alla Chiesa, che non è un’istitu-

Page 4: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

4

zione o un’organizzazione e nemmeno va letta in chiave politica omondana, come non si è stancato di ripetere negli ultimi discorsie riflessioni prima del termine del pontificato, il 28 febbraio 2013.La Chiesa è depositaria della fede, un soggetto di natura spiritua-le, sposa del Cristo, che non appartiene né al papa né ai cardinali,ma al Cristo stesso, è un corpo mistico in cui anche il papa e i suoicollaboratori sono chiamati a dare una chiara testimonianza di fe-de: queste le indicazioni lasciate quasi come un testamento spiri-tuale da papa Benedetto prima della partenza per Castelgandolfo,che ha segnato l’inizio della sede vacante. L’immagine di quell’eli-cottero sottile, come un uccello che vola leggero dietro la cupolaimponente della basilica di San Pietro, rimarrà come un simbolodi questo passaggio, voluto da un papa al quale sono andati la gra-titudine e l’ammirazione di tutta la chiesa e anche di tanti osserva-tori laici non solo per gli 8 anni alla guida della barca di Pietro, maanche per quella scelta inaspettata di lasciare il testimone, com-piuta nella libertà della propria coscienza, in quel luogo sacro e in-violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi so-no momenti non casuali.

I 115 cardinali riuniti in conclave hanno scelto per la chiesaun papa pastore, un gesuita che arriva da una terra lontana, l’Ar-gentina, e che sceglie il nome di Francesco, il santo di Assisi: l’uo-mo dei poveri, della pace, dell’armonia con il creato, spiegherà luistesso nella prima udienza pubblica, quella riservata ai giornalistie agli operatori dell’informazione. Papa Francesco conquista ilcuore di tutti con parole, gesti e sorrisi che ricordano qualcosa dipapa Giovanni XXIII, ma anche la radicalità evangelica di OscarRomero, vescovo martire della chiesa latino americana. Si presen-ta subito, rivolgendosi a “fratelli e sorelle” con un buonasera, papaFrancesco, definendosi vescovo di Roma, invitando a una preghie-ra per il Vescovo emerito, Benedetto XVI. Sia questo pensiero, su-bito, dal loggione centrale della basilica di San Pietro, sia il ricordoaffettuoso e sincero andato al suo predecessore nei giorni successi-vi, sia la volontà di andare a Castelgandolfo per incontrarlo, hannofatto subito capire anche a chi aveva dei dubbi che in futuro la coa-bitazione in Vaticano tra un papa e un papa emerito non darà alcunproblema, e che quel clima di fratellanza, di amore e di fiducia te-stimoniato da papa Francesco sin dalle prime battute sarà un dononon solo per la chiesa ma anche per il mondo. Nella continuità enella novità che sempre contraddistinguono i percorsi ecclesialiPapa Francesco sarà un segno della primavera arrivato ad annun-ciare una stagione di speranza nella vita della chiesa.

Vania De Luca

Page 5: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

5

È ancora buio e Maria diMagdala si reca al sepol-cro di Gesù, con le ma-

ni cariche di aromi. Va a pren-dersi cura del corpo di Gesù,con ciò che ha, come solo ledonne sanno. Al buio, se-guendo la bussola del cuore.

Gesù non ha nemici frale donne. Tra Gesù e le don-ne che Egli incontra, esistesolo un rapporto di amiciziavera, di profonda tenerezza,di reciproca complicità e col-laborazione. Ma quando Ma-ria arriva al sepolcro, lo trovavuoto. Per Maria è una visio-ne atroce. Chi avrà portatovia il corpo del suo diletto?Non pensa certamente allarisurrezione. Rattristata, cer-ca un cadavere per vederlo,toccarlo un’ultima volta. Ap-pare allora un uomo che leiscambia per il giardiniere.

Gesù risorto le chiede:«Donna perché piangi? Chicerchi?».

Maria risponde: «Sel’hai portato via tu, dimmidove l’hai messo e io andrò aprenderlo».

Gesù allora pronunciauna semplice parola: «Ma-ria».

Sentendo il suo nome,Maria lo riconosce e le sueorecchie, i suoi occhi e il suocuore si aprono al misterodella persona del Cristo ri-sorto ed esclama emoziona-ta: «Rabbunì» (=diletto mae-stro).

Da questo incontro pa-squale, permeato dagli affet-ti, nel cuore di Maria, ma an-che nel suo corpo, si insediail vigore della fede. Una fedeaffettuosa, un’adesione cioèche fa muovere, un’adesio-ne amorosa che fa aderire aColui di cui non si può piùfare a meno, perché ormaisempre Presente.

Riprenda slancio an-che in noi una fede affettuo-

sa perché, dopo le possibilinotti di naufragio, di terribi-le silenzio, di buio ostile,sappiamo che ci attende l’al-ba che ci restituisce un cor-po rivestito di eternità.

Saremo allora capaci discelte inedite, fresche, gui-date dall’azione dello Spiri-to, come quella di Benedet-to XVI che ha rinunciato alservizio petrino per amoredi Cristo e della Chiesa.

Davvero come assicuraP. Giocondo Lorgna: «Il mi-stero della Risurrezione rap-presenta la trasformazionespirituale che deve avvenirein noi».

Allora, non solo neigiardini delle nostre casefiorirà la primavera, ma so-prattutto la nostra vita, di-ventata vaso pieno di aro-mi, capace cioè solo di af-fetto, profumerà l’esistenzadi tutti.

Don Lionello Dal Molin

«IL MISTERO DELLA RISURREZIONE RAPPRESENTA

LA TRASFORMAZIONE SPIRITUALE CHE DEVE AVVENIRE IN NOI».

Dalla Pasqua una fede affettuosa

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 6: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

6

L a prima parola che miviene da dire in unacircostanza così tragi-

ca è: perché? Perché il dolo-re innocente? Che senso hala morte di un bambino, diun giovane nel pieno vigoredella sua vita? Quale mes-saggio ricavare da una di-sgrazia di questo genere? Difronte a queste domandenon ci sono parole da dire,ma forse solo un silenzio daascoltare…

Questo dice tutta la no-stra impotenza dinanzi atragedie e disgrazie di que-sto genere. L’anno scorso hoavuto purtroppo l’incom-benza di celebrare le esequie

di una ragazza di 19 anni,morta in un incidente stra-dale e nei giorni precedentipensavo e rimuginavo suche cosa dire o non dire, te-nendo conto che il contestofamiliare non era dei piùsemplici dal punto di vistadella fede e pensando ai tan-ti giovani che avrebberopartecipato al funerale dellaloro amica.

Ho pensato al popolodi Israele, che gridava a Diola sua sofferenza per la ter-ribile schiavitù in Egitto eDio che ascoltava il gridodel suo popolo: «Ho udito ilgrido del mio popolo e sonosceso a liberarlo» (Gn

2,23). Anch’io in quei gior-ni ho gridato al Signore tut-ta la mia fragilità, la miasofferenza e il mio doloreper questa vita rubata aisuoi affetti più cari.

È stato un momentomolto difficile e cercavo leparole giuste per non urtarela sensibilità dei familiari,parenti e amici e mi lasciaiguidare dal Signore, chie-dendo allo Spirito di illumi-narmi e di saper dire paroledi conforto e di consolazio-ne… So che dopo l’inizialeincredulità di fronte a quel-lo che era successo e alla do-manda, “Perché Signore?Perché?”, dissi alcune paro-

DIFFICILE TROVARE RISPOSTE ALLA MORTE

E ALLA SOFFERENZA SE NON NELLA FEDE.

Perché Signore, perché?

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 7: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

­­­

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

7

le guidato dalla Parola diDio che avevamo appenaascoltato, sulla necessità distare svegli, pronti, attenti,perché il Signore vienequando meno te l’aspetti,come il padrone che tornatardi dalle nozze e trova iservi pronti ad accoglierlo ocome un ladro che viene dinotte a svaligiare la casa.

Poi feci riferimento aGesù che nell’orto degli Ulivichiedeva a Dio di allontanareda lui il calice amaro dellasofferenza e della morte. An-che Gesù ha rifiutato la mor-te fino al momento in cui af-fidandosi a Dio si è lasciatoguidare fino ad accettare dicompiere la volontà del Pa-dre. Anche Gesù ha subitouna morte ingiusta e violentae per questo comprende ilnostro dolore e il nostro rifiu-to davanti a fatti del genere.

Ricordo che verso la fi-ne dell’omelia feci riferi-mento all’immagine di ungiardino con fiori diversi evariegati, dato che la barabianca era sommersa di fio-ri di ogni tipo. Il Signore siera preso il fiore più belloper sé, forse perché quellaragazza, piena di vita e digioia, era già matura per ilRegno di Dio. E continuaidicendo che Elisa era ormaiun angelo che dall’alto ciproteggeva e ci invitava a vi-vere in pienezza la nostra vi-ta ogni giorno.

P. Gottardo Gherardi

«Non ci sono paro-le». Quante voltedi fronte ad una

morte improvvisa o partico-larmente traumatica, ci sia-mo trovati a dire questa frase.Per i parenti addolorati nonsiamo riusciti, nell’imbaraz-zo generato dal forte dolore,a trovare le espressioni mi-gliori per portare consolazio-ne. E forse è vero: quandomuore un giovane o un bam-bino, o nel caso di una ma-lattia fulminante, di una vio-lenza o di un incidente, èproprio difficile riuscire afarsene una ragione, capire,spiegare, motivare. Il doloresommerge. E non resta che

affidarsi alle Sue parole, allatestimonianza/promessa delRisorto, senza la quale la no-stra fede è vana.

Eppure noi cristiani, fi-gli – precari e fallaci, masempre figli – della Parola,dobbiamo fare sempre, difronte al dolore dei soprav-vissuti, lo sforzo di cercarele parole migliori, di eviden-ziare, così, la nostra vicinan-za umana, ponendoci, inquesti momenti difficilissi-mi, secondo me, con trecoordinate di fondo.

Prima: la fatica della ri-cerca. Mai essere banali, ri-flettere sempre, direi quasitormentandosi nel cercare le

COSA DIRE E COME RELAZIONARCI CON GLI ALTRI

DI FRONTE A UN LUTTO O UNA GRAVE MALATTIA.

Le parole giuste

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 8: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

8Gennaio/Giugno 2013Nella Luce d’Imelda

parole giuste, che più si pos-sono adattare al caso e allepersone, agli eventi e alla sto-ria di chi le ha vissute. Evita-re di spiattellare lì concettiabusati o già sentiti, solo peril fatto che (forse) in altri mo-menti hanno funzionato.

Seconda: darsi del tem-po. Se le nostre visite sonofatte con l’orologio in manoè inevitabile che chi sta sof-frendo se ne accorga. Maga-ri per cortesia ci lascia anda-re senza dir nulla, ma non ri-ceve alcun beneficio da que-sta compagnia frettolosa erituale. Altro discorso se è lostesso visitato a chiedere diessere lasciato solo.

Terza: esprimere affet-to e vicinanza nel dolore conla sincera empatia di cui sia-mo capaci, con il corpo, glisguardi, le mani, il caloreumano. Ci sono parole chenon devono essere pronun-ciate solo con la bocca.

Mi permetto di darequesti suggerimenti perchého vissuto questa esperien-za durissima quando io,giornalista che lavora quoti-dianamente con le parole,ho dovuto tre anni fa comu-nicare ai miei genitori lamorte di mio fratello, di po-co più grande di me, dopouna breve e improvvisa ma-lattia. Ho fatto un’enormefatica, perché come sannotutti i genitori, non c’è even-to più brutto della perdita diun figlio. Ho cercato le paro-le, gli atteggiamenti, le con-siderazioni che potessero al-leviare il dolore dei miei, manon credo di esserci riusci-to, neppure in parte. E que-sto rammarico mi è rimastoancora, accompagnandomiin altre situazioni simili.

Allora mi sono ripro-posto di continuare a cre-scere su questa strada, sa-pendo che non ci sarà mai

un punto di arrivo, una ca-pacità acquisita una voltaper tutte, ma sempre occor-rerà migliorare.

Non rinunciamo alnostro compito di portareconforto, di essere coloroche insieme con Lui da unaparte e noi intorno a Lui,alimentano quella solida-rietà che dà, appunto, for-za. La solidarietà degliumani che condividono lastessa storia. E non ci sonoricchezze o tesori che ten-gano, successi o clamori,poteri o folle che sollevano:di fronte alla morte, tutti,ma proprio tutti, siamo de-boli e indifesi.

Se non fosse per quel-la mano tesa del Cristo che,già qui su questa terra, e poinel futuro Regno che verrà,ci dà la forza di andareavanti sul cammino dellasalvezza.

Vittorio Sammarco

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 9: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

­­­

­­­

9Gennaio/Giugno 2013Nella Luce d’Imelda

Idibattiti, le tante disqui-sizioni, gli interventi suimass media, le decisioni

di alcuni Stati Europei, stan-no creando nella mente ditante persone domande in-quietanti. Perché il dolore?E se proprio batte alle nostreporte, che risposta dare? Lafatica, la sofferenza, la mor-te… sono una maledizione?Una condanna? È un desti-no da affrontare messo nellanatura da un dio che si è di-vertito a crearlo per noimortali, oppure ci può esse-re una risposta?

Mi sono trovato da sa-cerdote molte volte ad assi-stere e condividere la soffe-renza, a cercare spesso paro-le difficili per incoraggiare enon far maledire, con tantodisagio personale, fino alpunto di cercare sempre dievitare, ove possibile, di in-tervenire. Poi un giorno, nonpotendo sfuggire all’invito di

una ragazza ex tossicodipen-dente di 29 anni che era sta-ta in Comunità terapeutica,che mi chiedeva: «Prometti-mi che mi farai tu il funera-le». Le risposi senza esitare:«Te lo prometto. Ma tu in-tanto aiuta Dio con la soffe-renza che hai».

Non so chi mi ha sug-gerito quella espressione.Ma successivamente ci horiflettuto molto.

«Il tempo che ti restada vivere – le ho detto – ac-cettalo tutto così come è,unendoti alla sua sofferenzacon cui ha salvato il mondo.Aiutalo a salvare il mondo».

Mi ha creduto. Gli ulti-mi sei mesi ha aiutato Dio asalvare il mondo. Non avevanessun potere politico, néarmi per fare rivoluzioni, néera capace di alzare la voce egridare la sua sofferenza.Come Prometeo che sfidavail dio era una persona con

una ricchezza tra le mani: ilsuo dolore e la sua morte vi-cina.

«Se Gesù, figlio di Dio,per salvare il mondo ha usa-to la croce, significa che lacroce ha un grande potere».

La nostra croce ci ren-de protagonisti con Lui del-la salvezza del mondo… Èqui la fortuna di avere la fe-de! Si illumina il buio dell’e-sistenza, e il dramma deldolore e della morte acqui-sta una dimensione nuova.

Nella Logoterapia (ap-proccio psicoterapeuticoteorizzato da Viktor Frankl)si parla molto di dare un si-gnificato a tutto ciò che vo-gliamo evitare per diventarecapaci di affrontarlo. Qualepuò essere un significato piùgrande di quello di aiutareDio a salvare il mondo? Horiflettuto molto perché lasofferenza e il dolore e lamorte spesso sono presenti

«CON LA TUA SOFFERENZA

AIUTA DIO A SALVARE IL MONDO».

Dare un senso alla vita

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 10: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

­­­

10Gennaio/Giugno 2013Nella Luce d’Imelda

nella vita di un sacerdote,non ho trovato altra risposta.

C’è voluta una ragazzache aveva paura della mortee mi chiedeva un lumicinonel buio, quello di sentirmialmeno per l’ultima volta inchiesa, per accendere questagrandissima luce. Sono cer-to che, come disse il sacer-dote che l’assisteva nei mesidel dolore, mentre le si chiu-devano gli occhi a questomondo, li aveva spalancatialla luce dell’eternità.

La paura del dolore

Victor Frankl fermò uninternato di Aushwitz chepreferiva morire piuttostoche vivere dopo la notiziache gli era morta la moglie,dicendogli: «Ma tu credi difarla contenta morendo».Quell’uomo, immerso nella

sofferenza del campo diconcentramento, capì chese la sua vita, anche con ildolore, poteva diventare unsegno dell’amore che nutri-va per lei, accettò di vivereper farla contenta.

Perché tanta determi-nazione oggi per evitare ildolore? Forse perché alla vi-ta non è dato più alcun si-gnificato, perchè lo sforzoper conquistare non è consi-derato uno strumento posi-tivo, perché ci stanno inse-gnando che alla prima diffi-coltà è meglio tirarsi indie-tro o evitare. Gli strumentiprodotti dall’intelligenzaper evitare la sofferenza, at-tutirla e vincerla, fanno par-te della crescita del cammi-no umano. Ma quando il do-lore va oltre i nostri stru-menti, resta la ricerca piùprofonda del suo significa-to, per considerarlo partedella vita, spesso essenzialeper giungere a mete più alte.

Forse la scalata dellavita ha bisogno della certez-za dell’arrivo, la vetta, altri-menti perché tanta fatica?

Alla luce della fedequalsiasi sofferenza diventaricchezza e acquista un signi-ficato. Noi che abbiamo fedenon possiamo tacere questanostra fortuna e gridarla a chinel buio non sa più dare si-gnificato alla vita.

don Alberto Canuzzi,presidente

del CeIS “S. Crispino”

MESSICO

Una croce di sabbia

In Messico i riti funebripiù che una festa cristiana so-no una celebrazione dove simescolano cultura preispa-nica e religione cattolica cheil popolo mantiene viva conle sue antiche tradizioni.

I riti e i costumi funebri,come la veglia della salma du-rante tutta la notte o più not-ti pregando il Rosario, sonoconsiderati come un pream-bolo per lasciar partire il de-funto. In seguito, durante gliotto giorni successivi, si pre-ga il Rosario per il defunto e ilnono giorno si passa tutta lanotte in preghiera con la pre-senza di una croce fatta disabbia e calce che si aggiunge

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 11: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

­­­

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

11

poco alla volta, ad ogni Rosa-rio, fino a formare una mon-tagnola. Al mattino presto, laterra è deposta sulla tombadel caro estinto e si porta al ci-mitero una croce di legno o dimetallo sulla quale è stato in-ciso il nome del defunto conle date di nascita e di morte.

Quando muore unbambino che ha meno di set-te anni, non viene celebrata laMessa dei defunti perché siconsidera che egli è mortoconservando la piena inno-cenza battesimale e la suaanima, senza passare per ilgiudizio finale, andrà ad au-mentare la schiera degli an-geli. Perciò i famigliari devo-no rallegrarsi della sua feli-cità e, assieme agli altri fede-li, innalzare preghiere diazione di grazie e non di sup-plica per il riposo eterno del-la sua anima. Per la sepoltura

essi sono vestiti con abiti spe-ciali, come fossero angeli conuna corona in testa messa dalpadrino o dalla madrina dibattesimo. A volte, tra le ma-ni giunte, viene posto unmazzo di fiori bianchi. Tuttoquesto è accompagnato dapreghiere, cantici, musica edanche da fuochi d’artificio.

Sr. Oralia López López

INDONESIA

I segreti della nonna

Sono stata battezzataquando avevo 44 anni e hoscelto il nome di Maria peravere come protettrice laMadonna. È stato un lungoprocesso durato 25 anni pri-ma di diventare cattolica.

Mi piacerebbe raccon-tare la testimonianza di fededi mia nonna che, nella sualunga vita, ha dovuto affron-tare duri momenti di soffe-renza.

Rimasta vedova a 30anni, ha dovuto assumersitutta la responsabilità dellafamiglia. A quell’epoca, miopadre aveva appena sette an-ni e c’erano ancora due fra-tellini più piccoli. Nono-stante le difficoltà e la po-vertà, mia nonna conducevala sua vita con pazienza e for-tezza. I suoi familiari eranoin pena per lei sapendola so-la a prendersi cura dei bam-bini, per questo l’affidaronoa un uomo, un falegname,sperando così di migliorarela vita famigliare. Sposatasicon lui, mia nonna scoprìpiù l’inferno che il paradisoperché il marito beveva e lapicchiava per cui, dopo me-no di due anni si separò. Ri-trovatasi ancora sola, fu sol-tanto dopo dieci anni cheDio le fece incontrare unapersona buona, gentile, di-sponibile a prendersi curadella famiglia. Così abbiamoguadagnato un nonno che siè preso cura dei nipoti, oltreche dei figli della moglie.

Da mia nonna ho impa-rato a vivere con pazienza e adaffrontare i problemi. Quan-do mi sono sposata, mi consi-gliò di essere paziente e impe-gnata in famiglia, e mi disseche Dio non dà mai un peso

TESTIMONIANZE ED ESPERIENZE DALLE COMUNITÀ IMELDINE

SULLA MORTE E RISURREZIONE.

Io credo, risorgerò

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 12: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

12

superiore alle forze di qualcu-no e che dobbiamo semprerendergli grazie per tutto.

E mia nonna, dopo tan-to soffrire, trovò la felicità,una felicità possibile in terra,in attesa di quella del cielo.Un tempo, pensavo che tuttofinisse con la morte, ma di-ventando cristiana ho sco-perto che c’è una felicità eter-na che ci attende e che dob-biamo pregare per i defunti.Prego sempre per i miei non-ni, chiedendo a Dio Padreonnipotente e al Signore Ge-sù la felicità eterna per loro.

Una volta ho sognatomia nonna vestita di bianco,luminosa con un viso bello efelice. Abbracciandomi, michiamò per nome dicendo-mi che era molto felice per-ché vedeva che io ero deditaalla famiglia e cantò il brano“La santa Cena ci unisce conDio nel cielo”. Quando

ascolto questo canto, miscendono sempre le lacrimee sento tanta gratitudineverso Dio Padre per aver ac-colto mia nonna in paradi-so. Credo veramente che,avendo sofferto molto qui interra, ora è felice per semprein cielo. Anche mio padre emio nonno hanno avuto lostesso sogno, loro che nonsono cristiani e non credonoalle preghiere per i defunti!

Ringrazio molto il Si-gnore per questa esperienzadi morte e di risurrezioneche fortifica la mia fede.

Maria Katrin Lyono

FILIPPINE

L’aquila è a casa

È una grande gioia ave-re una famiglia unita e bene-detta da tre figlie e un figlio.Tutti i membri della famigliahanno un cuore ricco di amo-re e affetto. Mi considero ve-ramente fortunata nel quar-tiere dove vivo. Mio maritoed io sentiamo la mano delSignore che ci guida, ci guar-da, ci aiuta e forma il caratte-re dei nostri figli in personebuone e responsabili. Vera-mente, come madre, non homai dimenticato di innalzareogni giorno la mia preghieraal Signore chiedendo il suo

aiuto per formare i nostri figlisecondo la sua parola. Met-tendo ogni cosa nelle sue ma-ni essi sono cresciuti corag-giosi e ricchi di amore, felici,in pace e contenti in famiglia.Non ho mai chiesto di più. IlSignore è veramente buono!

Fino a che un giornofatale, il 12 novembre 2012,alle 9 del mattino una gran-de tristezza ci assale. Il Si-gnore ci ha tolto l’unico fi-glio. Ha avuto un attacco dicuore e a soli 23 anni è mor-to senza alcuna previsione osegno di malessere. Non hocapito la ragione della suamorte perché aveva fatto al-cuni esami clinici richiestiper andare all’estero e tuttoera in ordine per partire.

Fuy, come i suoi amicilo chiamavano o Rydel co-me noi lo chiamiamo a casa,era l’unico maschio che ave-vamo. Da giovane era vi-brante di gioia e pieno di vi-ta, intelligente e con grandisogni e piani di lavoro per lasua famiglia.

Come un’aquila avven-turosa ha provato a volare al-to nel cielo per raggiungere isuoi sogni, ma un volo ina-spettato gli ha spezzato la vi-ta. Ho sentito il mondo cade-re su di me, ha tagliato la miavita in due e tutto intorno si èfatto buio accecando la miamente e il mio cuore.

Quando egli è morto,una parte di me è morta. Nonriuscivo più a pregare ma so-

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 13: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

13

lo chiedevo: “Perché?”. Poimi è successa una cosa incre-dibile… Tre giorni dopo lasua morte, mentre guardavol’immagine di Gesù che ave-vo a casa, ad un certo mo-mento ho visto le sue labbramuoversi e gli occhi che miguardavano. Sembrava chemi volesse parlare o forsechiedermi perché ho rifiuta-to di dargli il mio figlio e di la-sciarlo andare da Lui.

Sono scoppiata a pian-gere come una bambinapiange davanti al suo papà.Ho cominciato a guardare infaccia la realtà… e ho capitoche un capitolo si era chiusoper sempre. Mio marito miha consolata a lungo. Assie-me siamo andati ogni gior-no ad offrire la Messa per luie a visitarlo costantementein cimitero.

In ogni momento lo ri-cordo, sempre prego il Signo-

re che abbia cura di lui e loprenda nel profondo del suoamore. Chiedo anche che mifaccia uscire da questa solitu-dine e mi sollevi dal dolore.

Fuy o Rydel è spessopresente nei nostri sogni.Egli ora è felice con il Signo-re. Qualche giorno prima diNatale, mentre pregavo nel-la cappella dell’adorazioneperpetua, la mia nipotina di4 anni ha visto lo zio Fuy vi-cino all’altare e ha chiamatolo zio per nome. Essendopresente a questo fatto misono sentita consolata,confortata e piena di speran-za con la sicurezza che luiora è in Cielo.

Da quel momento hocominciato a capire che il Si-gnore ha avuto una ragioneper prendere lui: era un suopreferito, forse lo voleva inCielo come scrittore o comesegretario (perché in vita lui

era un giovane giornalistanella scuola superiore) oforse un Angelo Custode co-me l’Angelo Gabriele suoangelo preferito.

Il tempo per Fuy è sta-to breve ed anche per noiche lo amavamo tanto, quelbreve tempo di vita è statopieno di una gioia incompa-rabile che ha donato non so-lo alla sua famiglia ma ancheai tutti i suoi amici e colleghidi lavoro.

Il Signore ci ha donatoFuy come un regalo e ora habisogno di lui per altri impe-gni, noi inchiniamo la testae gli affidiamo completa-mente nostro figlio perchécon il suo aiuto Fuy è statoformato e cresciuto con unbuon carattere, una retta co-scienza e amore verso di Luie sua Madre, nostra Signoradi Peñafrancia, alla quale luiera tanto devoto. Lo scorsosettembre, è stata l’ultimaprocessione che abbiamofatto insieme.

A soli 23 anni nella pie-nezza della vita giovanile,con tanti sogni, energia fisicae tanto entusiasmo è andato aservire il nostro Creatore fac-cia a faccia. Come un’aquilaegli è ritornato a casa dopoun lungo e faticoso volo.

È ormai un anno cheFuy ci ha lasciati. Il Signore ciconceda solo un minuto perun ultimo abbraccio, solo unmomento per vedere il suosorriso, solo un secondo per

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 14: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

14

sentire la sua voce che sem-pre ricordiamo!

L’accettazione pianpiano sta entrando nel no-stro spirito, nella nostramente e presto la profondaferita sarà guarita e usciràdal nostro cuore in tempoopportuno: perché Fuy è vi-vo nel Signore!

Rosita dl. Piamonte,mamma di Fuy

CAMEROUN

Missionecompiuta

Nella società africanatradizionale la morte è l’oc-casione di un grande radu-no, di celebrazioni e di testi-monianze. A volte è fonte diconflitti, di problemi, di di-

visioni nella famiglia, per-ché la morte, a parte quellaper vecchiaia, non è consi-derata come un fatto natura-le. Perciò si cerca il colpevo-le del decesso che si pensaabbia agito servendosi an-che di pratiche occulte.

La morte è qualche co-sa di anormale, soprattuttoquando si tratta di un giova-ne che era la speranza e il so-stegno della famiglia e, inquesto caso, i motivi di so-spetto aumentano. Quandomuore un anziano, il luttodiventa una celebrazionecon la quale si rende grazie aDio per questa persona che,nella sua lunga vita, ha por-tato a termine la sua missio-ne realizzando molte operee lasciando una discenden-za. Allora, in suo onore, sisuona il “balafon”, strumen-to tradizionale a percussio-ne.

La sepoltura avvienedopo una, due o anche tresettimane dal decesso e tuttii membri della grande fami-glia devono essere presenti.Durante questo tempo di ve-glia la famiglia è circondatada amici e conoscenti chevengono per porgere le con-doglianze e compatire conloro. Un’occasione per ritro-varsi, e a volte per fare festa,ma anche di grande spesa perla famiglia che accoglie. Lapersona morta, in generale,viene sepolta nel villaggiod’origine, vicino alla casa difamiglia. Così, anche dopo lasepoltura, la persona caranon è scomparsa, è vicina eresta con i suoi!

Sr. Rosalia Leite de Souza

Abbiamo vistoil miracolo di Dio!

La coppia Dzou, resi-dente a Yaoundé, condividel’esperienza della morte-re-surrezione del loro figlioJean-Jacques, giocatore pro-fessionista di calcio, amma-latosi e morto di tumore al-l’età di 23 anni. L’intervista èstata fatta da Sr. Rosalia cheha accompagnato la famiglianelle ultime settimane primadella morte di Jean Jacques.

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 15: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

15

Che cosa vi ha segnato di piùnegli ultimi momenti della vi-ta di Jean-Jacques e dopo lasua morte? La vostra fede nonè stata scossa o tentata dallatradizione africana?

Pierre: «Noi eravamotoccati e meravigliati per ilsuo coraggio nella sofferen-za, in più, era lui che cerca-va di consolarci. La vigiliadella sua morte, durante lapreghiera di perdono che leiha organizzato, abbiamo vi-sto il miracolo di Dio! Dopola reciproca domanda diperdono, Jean-Jacques hastretto tra le sue braccia, contanto amore la mamma, epoi anche me. Era un modoper dirci: “Arrivederci eGrazie”. Ero molto com-mosso e inoltre mi sono resoconto che l’avevamo accusa-to ingiustamente».

Marie: «Jean-Jacquesha detto che l’odio era spa-rito dal suo cuore. Era feli-ce, contento e raggiante digioia! E quando lei gli haparlato del giovane Pier-giorgio Frassati che era sta-to riconosciuto e proclama-to santo dal Papa, ha escla-mato: “Anch’io voglio esse-re un santo!”. Dopo la suamorte, il giorno della messadi Tutti i Santi, mi è appar-so in sogno: era gioioso,ben vestito e talmente im-macolato che ho capito cheera tra i santi nel cielo. Ognigiorno nelle nostre pre-ghiere noi lo invochiamo

perché sentiamo che è connoi».

Pierre: «La sua morteha recato delle grazie nellenostre famiglie. Quello chelui si augurava si è realizzatodopo la sua morte. Marie e ioci siamo impegnati nel servi-zio in parrocchia, de lle per-sone divise si sono riconci-liate, altre sono tornate a Dioe ci sono stati anche dei ma-trimoni religiosi… Se noi,suoi genitori, potessimo ave-re la grazia di morire comelui... come un santo!».

Sr. Rosalia Leite de Souza

ALBANIA

Consolazionenella fede

La nostra vita scorre tradue punti fondamentali: na-scita e morte. La nascita puòavvenire in vari modi, ma èsempre e per tutti un’uscitadal buio alla luce, dalla nonesistenza al concepimento.

La morte è per ogni per-sona la conclusione del ciclovitale: il passaggio dalla luceal buio, dall’essere al non es-sere. Questa conclusione,questo passaggio che avvie-ne in modi diversi, per alcu-ni è la conclusione totale del-l’esistenza, l’entrata nel nul-la; per altri è il passaggio adun’altra forma di vita.

Ogni persona aspira al-la continuità della vita. L’Al-bania ha una sua particolarestoria per quanto riguarda lapratica della spiritualità delsuo popolo: dal secondo do-poguerra e sino alla fine de-gli anni ‘80 il duro regimecomunista ha in pratica az-zerato qualsiasi espressionereligiosa, anche se la perse-cuzione è sempre stata piùdura per i cristiani che per imussulmani.

Per questo, una voltariottenuta la libertà, alcunepersone sono state felicissi-me di poter riprendere (o ini-ziare dal nulla) tutte le prati-che religiose, ma sembra chela maggioranza risenta ancoroggi dell’inesorabile educa-zione al materialismo impar-tita nel corso della preceden-te fase della vita.

Nella città in cui vivia-mo, Elbasan, come in tutti i

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 16: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

16

Balcani, sono presenti moltereligioni che nei secoli hannoconvissuto abbastanza sere-namente (tuttora il cimitero ècomune, senza suddivisionidi spazi), e ciò che abbiamodetto sopra può benissimoessere riferito a tutte le fedi.

La comunità cattolica èla più piccola, ma forse – an-che grazie alla grande atti-vità di apostolato svolta – èquella più attiva e che parte-cipa di più. Abbiamo spessonotato che anche di frontealla morte le convinzioniche ci guidano sono quellepresenti nella gente a noi vi-cina, così come la speranzadi un aldilà più giusto e la vi-ta eterna possano esseremolto consolanti. È moltodifficile sentirsi dire, tra chisi definisce cattolico, checon la morte tutto finisce,mentre è una convinzionepiù diffusa tra coloro che, se

praticassero, s’identifiche-rebbero con l’Islam.

Questo senso di conso-lazione e di vicinanza con lapersona cara morta è ancorapiù accentuato tra gli orto-dossi: essi asseriscono di per-cepire la presenza dell’animadel defunto all’interno dellaloro casa e di essere sicuri chequesta sarà loro di aiuto e disollievo nei momenti di tri-stezza o di bisogno.

Una particolarità chepochi conoscono è che in Al-bania vive una corrente del-l’Islam chiamata “Bektshia-net”: fu fondata alcuni secolifa ad Istanbul all’interno del-la guardia del corpo dell’im-peratore, i Giannizzeri. Perquesto sono molto orgoglio-si del loro antico coraggio,ma ancor più sono orgoglio-si del loro attuale pacifismo.Quando si chiede loro di de-scriversi insistono sulla mi-tezza, sulla spiritualità (sonovicini ai dervisci), sulla diffe-renza con le altre correntidell’Islam. Tutto ciò è emersomolto chiaramente quandoabbiamo chiesto ad uno diloro di descrivere la visionedella morte: confidando pie-namente sulla giustizia nel-l’aldilà essi cercano di opera-re il bene in questa vita, in vi-sta di un giudizio che liaspetta dopo il trapasso.

Le persone che fre-quentano il Centro ImeldaLambertini, sono in maggio-ranza genitori degli allievi o

persone interessate alla for-mazione. Tra queste trovia-mo le varie espressioni reli-giose di cui abbiamo appenaparlato. Così avviene che nelcorso dell’anno qualche fa-miglia è visitata dalla mortedi un genitore e di un figlio.Noi normalmente facciamovisita alla famiglia colpita daun lutto, qualunque sia lasua religione.

Le famiglie mostrano digradire la nostra visita. Chie-diamo loro di parlarci dellavita del defunto, di ciò che dibello conservano nel cuore.E chiediamo loro se hannopiacere di presentare il lorocaro a Dio con una preghiera.Tutti accolgono la propostaed esprimono la convinzioneche ora la persona è con Dio,dove e come non lo esprimo-no, alcuni affermano che lavita è conclusa bene se ha fat-to il bene.

Nel formulare le pre-ghiere spontanee esprimo-no il bene della persona e al-cuni affermano che dopo lamorte saremo tutti insiemecon lo stesso Dio, perchéDio è uno.

È tradizionale per tuttiil lamento vicino al defuntoadagiato nella bara. Questolamento viene espresso dalledonne, mentre gli uoministanno in un’altra stanza.

Per vicini e parenti è undovere stare accanto alla fa-miglia colpita dal lutto perconsolarla. Così per venti

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 17: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

17

giorni le porte della casa so-no aperte per accogliere co-loro che fanno una visitaconsolatoria, mentre sul se-polcro dove il defunto è sta-to collocato vengono postifiori, ma anche cibi e altrecose care al defunto.

È raro sentire che qual-cuno parli di risurrezione…parlano di presenza dellospirito del defunto, parlanodi una vita felice con Dio, manon di risurrezione.

Il cammino di prepara-zione alla morte è personalee vissuto in vari modi a se-conda della malattia. Sono iparenti che assistono il lorocongiunto e secondo le loroconvinzioni lo consolano elo sostengono.

Esperienzacristiana

I cristiani che abitanonella nostra città sono po-chissimi e provengono dalNord, perciò quando muorequalcuno viene portato e se-polto nella sua terra di origi-ne: per questo è rarissima lacelebrazione di un funeralenella nostra chiesa. Abbiamochiesto ai cristiani che fre-quentano la nostra comunitàcome volontari, di farci co-noscere qualche loro espe-rienza. Vi riportiamo la testi-monianza di Gabriella.

«Penso di essere una per-sona fortunata perché all’etàdi 54 anni ho ancora entrambii genitori e quindi non ho vis-suto la prova di perdere unapersona così cara come unamamma e un papà sanno esse-re, anche se anziani e a voltepoco lucidi. Così non è statoper le famiglie dei miei paren-ti più stretti, dove abbiamopianto anche la morte di ra-gazzi giovani. Erano pieni divita e di progetti per l’avvenire,usciti alla mattina per andareal lavoro, non hanno fatto piùritorno. Mi ha sempre colpitocome le loro mamme, mie zie,hanno vissuto con riserbo que-sto dolore e come negli annihanno continuato a dare amo-re ai figli rimasti e ai nipotiniarrivati a portare felicità e sco-po alla loro vita.

Solo poco prima che unadi loro morisse, colpita da leu-cemia, parlando con lei ho po-

tuto capire come, da mammarimasta vedova coi bimbi an-cora piccoli, aveva affrontato,senza mai perdere la fede, lamorte del figlio maggiore di so-li diciannove anni, la successi-va deriva del figlio rimasto einfine la malattia. L’ultima vol-ta che l’ho incontrata mi haraccontato di un viaggio aLourdes, già ammalata, dovedopo la recita del Rosario hacapito che il miracolo di guari-re, che aveva chiesto, non sa-rebbe stato esaudito ma che inquegli anni ne aveva ottenutouno ancora più importante: laforza di vivere con fede quantola vita le aveva donato e la fer-ma convinzione che la sua vita,dopo la morte, avrà una conti-nuità, in una forma nuova, di-versa, misteriosa, ma Viva. Ediceva: “Il miracolo di Lourdesper me è la fede nella resurre-zione! Io credo…risorgerò».

Sr. Margherita Randon

IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

Page 18: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

18

e per l’occasione c’è stata lapartecipazione straordinariadel coro di voci bianchedella Casa dei Bambini “M.Virgillito”, una sessantina dipiccoli allievi.L’organizzazione era curatadalle insegnanti della nostrascuola, da alcuni ex allievi eda alcuni coristi. C’erano ipresentatori della serata e ilpianista Roberto Binetti cheha suonato con passione eoriginalità.La realizzazione 2012 èstata splendida. Invitataspeciale Suor Maria deFátima Francisco, PrioraGenerale delle SuoreDomenicane della B.Imelda. La Comunità deiPadri Stimmatini ci avevaaccolti nella bellissimaChiesa parrocchiale di SantaCroce, rendendo possibilela realizzazione delprogetto.Tutto questo ci ha

incoraggiato quest’anno ariproporre l’esperienza e sista quindi organizzandouna simile serata specialeper il prossimo maggio2013. La finalità beneficadell’iniziativa ci dà ancora lagioia di poter raccogliere unbuon contributo a favoredelle “missioni imeldine”.È l’anno 90° di Fondazionedella Congregazione. Lanostra Comunità pensa dicontribuire anche conquesta bella iniziativa aonorare Padre Giocondo PioLorgna e le prime dieciSorelle che coraggiosamentehanno dato inizio allanostra Famiglia Religiosa,dove la fede e l’amore perGesù Eucaristia sono ilgrande ideale da vivere e dadiffondere a piene mani,soprattutto tra i bambini e igiovani.

Comunità della Beata Imeldadi Milano

ITALIAMILANO

Solidarietà in musica e canto

Da qualche anno abbiamopotuto conoscere eapprezzare il coro EnsembleVocale Ambrosiano, natonel 1996 per iniziativa delmaestro Mauro Penacca e diun gruppo di amiciaccomunati dal desiderio difar musica insieme ededicarsi agli altri a scopodi promuovere solidarietà,utilità sociale e beneficenza.Il coro è composto da unasessantina di adulti. Ilrepertorio dell’EnsembleVocale è formatoprincipalmente da braniGospel e Spiritual, cantidegli schiavi e delleminoranze nere d’America,che trasmettono speranza.Lo scorso anno questo belcoro ha cantato anche peruna serata di solidarietà afavore delle nostre Missioni

COMUNITÀ E MISSIONI

Page 19: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

19

luogo dove si è svoltol’incontro. Sr. Lurdes hainiziato con lepresentazioni deipartecipanti e Sr. Eunice ha continuato parlando dei90 anni dellaCongregazione e della suamissione nel mondo,illustrando la sua relazionecon una mappa cheindicava i vari luoghi dipresenza delle Imeldine.Ricordando gli aneliti delFondatore, la primamissione in Brasile, le gioiee le difficoltà della lingua edell’inculturazione...abbiamo sentito che pertutto dobbiamo ringraziareil Signore! In seguito ci siamoradunati nel giardino dellascuola per pregare ilRosario animato daCidinha, una laica imeldinadi Goiania e poi, nellagrande sala preparata per

l’occasione, l’adorazioneeucaristica ci ha fattovivere un momento dipreghiera, di condivisionedi vita che sono un veroalimento per il nostrocammino spirituale.Naturalmente laconclusione dell’incontro èstata attorno ad un tavolocon una ricca e deliziosamerenda preparata dallesuore della comunità. Con sentimenti digratitudine verso ilSignore, verso la nostramamma del cielo, Maria, e verso tutti coloroche hanno preparato epartecipato all’incontro, ci siamo datiappuntamento allaprossima volta portandocon noi la ricchezza di ungiorno ben vissuto e direlazioni sempre più forti efraterne.

Sr. Carla Valadão

COMUNITÀ E MISSIONI

BRASILEGOIANIAFraternitàlaica imeldina

8 dicembre 2012, festadell’ImmacolataConcezione. A SantaBárbara di Goiás è stato un giorno di gioia perché ilaici imeldini si stavanopreparando per partecipareal 2° incontro dellaFraternità Laica Imeldinapresso il Centro SantaLuzia, in Goiania. Nonavendo a disposizionel’autobus di linea, abbiamoutilizzato un pulmino e lamacchina della comunità. L’arrivo a destinazione, nelprimo pomeriggio, è statocome il viaggio: pieno diallegria e di desiderio diritrovarsi insieme. Siamostati accolti dalle suore edai laici di Goiania e cisiamo ritrovati negliambienti della scuola, benpreparata per riceverci,

Page 20: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

20

che li preparino alla vita ea una professione futura.Mi preparo seguendo ilmetodo pedagogico chemira a formare lo studentecome attore nella società,per trasformarla con leproprie qualità e valori. L’esperienza mi hainsegnato l’importanza dioffrire agli allievi lapossibilità di esprimersi,di manifestare il loropunto di vista, di ascoltarlinelle loro preoccupazioni,di accoglierli come sonosenza giudicarli, magiudicando gli atti checompiono. Cerco di faretutto il possibile per crearecomunione con gli allievi e

tra gli insegnanti e, nellamia qualità di animatricepedagogica, aiuto i mieicolleghi ad attualizzare iprogrammi, conun’attenzione particolareper quelli che sono alleprime armi nellaprofessione, invitandoli adessere dei modelli nel loroambiente di vita, perché lascienza non si concepiscesenza l’etica.Le scienze naturali sonoanche un’occasione per farcrescere la consapevolezzache tutti, ogni giorno,abbiamo a che fare conesse, anche senza saperlo.Ad esempio: lavarsi lemani prima di mangiare,non inquinare l’ambientegettando la spazzaturaovunque, non sprecare leenergie della terra… Dalla natura e dallescienze nasce anche lameraviglia e la preghieradi lode e dicorresponsabilità nelcustodire il creato! Per me, essere educatrice èquesto: poter dire che hocontribuito alla crescitaumana, professionale,spirituale dei miei fratelli esorelle constatando, congioia, che grazie anche aquello che ho trasmessoloro, progettano epercorrono con fiducia eserenità il loro camminonella vita.

Sr. Solange Lomessoas

COMUNITÀ E MISSIONI

CAMEROUNBERTOUAAnimare,progettare,formare

Come insegnante diScienze Naturali nelleclassi di liceo del CollègeTeerenstra di Bertoua, cheaccoglie quasi 1.500 allievidalla 1a media alla 5aliceo, non dissocio il mioruolo di educatricedall’insegnamento cheimpartisco, perché ciò chemi anima, in quantoDomenicana, è laformazione integrale deiragazzi. Il mio compitospecifico è di formare laloro intelligenza,trasmettendo delleconoscenze scientifiche

Page 21: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

21

Congregazione. La Messa,presieduta dall’arcivescovoYeronimus Bumbun econcelebrata da P. EdmundNantes, è stata seguita daun momento di gioiosa esemplice fraternità. Sebbene siamo ancora alleprese con lo studiodell’indonesiano, abbiamoavuto anche la richiesta diinsegnare l’italiano!Anche l’apostolatocontinua con la visita allepersone – soprattuttoquelle che hanno perso unapersona cara – con ilRosario e la Messa nellefamiglie, le attività con ilaici domenicani per i qualiSr. Benedita è stata

confermata promotricelocale. Nella festadell’Immacolata cinquemembri del gruppo hannorinnovato le loro promessee due nuovi candidatihanno iniziato il postulato.In qualità di assistentespirituale del gruppo, Sr.Benedita organizza lostudio mensile delCatechismo della ChiesaCattolica alternandolo conmomenti di preghiera,ilRosario nelle famiglie deimembri e la Messa nellaprigione locale. Quella difine dicembre è stataseguita da un momentospeciale durante il qualequattro giovani si sonoesibiti con alcuni cantieseguiti con serenità egioia. Nel periodo di Natale,abbiamo ricevuto moltevisite di amici chevenivano a salutarci e aportarci dei regali e, ilgiorno di Natale, sono statii bambini a venire asuonare il campanello perporgerci gli auguri. Noiabbiamo potuto cosìdialogare con loro e lororicevere i nostri regali. Chebello vedere quei bei voltiattenti a capire le risposteche davamo alle lorodomande! I nostri giorni sisono riempiti di tantepiccole cose che rendonogrande il nostro vivere.

Sr. Maria Cleuza da Silva

COMUNITÀ E MISSIONI

INDONESIAPONTIANAKVivendo la missione

I giorni passano veloci e,nell’impegno di ognigiorno, viviamo conentusiasmo molteesperienze di fede, nellagioia e nella speranza,perché crediamo che Diorealizza, per mezzonostro – suoi piccolistrumenti –, molte cosebelle insieme alla genteindonesiana.È stato molto significativocelebrare i 90 anni difondazione dellaCongregazione con gliamici di Pontianak incomunione con tutta la

Page 22: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

22

presieduto a quasi tutte leprofessioni perpetue delleSuore e le riunioni delconsiglio diamministrazione dellascuola. Ha conferito ilsacramento della cresima ainostri alunni e ed è statol'ospite d'onore della nostraprima graduation deglialunni delle medie. In questi22 anni ho visto come laDelegazione ha imparato adapprezzarlo e amarlo comePastore buono e fratellodomenicano.Come i discepoli almomento dell’Ascensioneanch’io sento la fatica deldistacco e solo le parole diGesù a Maria di Magdalasono motivo d’ispirazione:«Non mi trattenere, va’ daimiei fratelli». Sono certache Monsignor Legaspi midirebbe: «Nontrattenetemi, continuate la

missione iniziata con me...servite la mia gente... iosono con voi anche se inmodo diverso». Con il suoesempio di vita ci hainsegnato ad essere donneforti, sapienti e coraggiosenel prendere decisioni. Perlui il dovere e la missionevenivano prima di tutto...per lui l’importante non erala felicità ma la fedeltà. Attualmente, MonsignorLegaspi si trova presso lacasa di spiritualità delladiocesi, in Sagnay. La suamissione non è terminata ela battaglia questa volta ècontro il tumore che l’hacolpito tre anni fa e che oraè tornato recidivo. Con cuore grato preghiamoper lui che il Signore loricompensi per la sua vitaspesa per il bene di tutti eper la Chiesa.

Sr. Margherita Dalla Benetta

COMUNITÀ E MISSIONI

FILIPPINECALABANGAUn pastore, un fratello

Il 27 ottobre 2012, durantetutte le Messe, venivaannunciato che il Papaaveva nominato il nuovoArcivescovo di Caceresnella persona di Mons.Rolando Joven Tria Tirona.Sapevo che Mons. LeonardoZ. Legaspi aveva dato ledimissioni il giorno in cuicompiva 75 anni, ma lanotizia mi ha ugualmentecolto di sorpresa. Ho sentitocome un vuoto profondonel cuore. MonsignorZ. Legaspi ha segnato lastoria della nostra Missionenelle Filippine.Non ci sono stati eventiimportanti di Delegazioneche l’arcivescovo non fossepresente. Egli ha benedettola casa in Manila, quella diCalabanga e la scuola. Ha

Page 23: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

23

pomeriggio presso la Casa-Famiglia Kolping, cheospita ragazzi da 6 a 18anni e si sono intrattenuticon loro offrendo i doniche avevano preparato.Gli alunni di 1a e 2a mediasono andati presso ibambini accolti dalle Suoredi Madre Teresa, li hannofatti giocare e godere deiregali da loro portati. I bambini delle classielementari, guidati da SuorImelda Koçubina e daalcuni insegnanti laicihanno messo in scena ilmomento più importanteper l’umanità, la Nascita diCristo. L’insegnante Liljananon aveva fatto mancare leultime raccomandazioni,pronta a suggerire. Lo scenario grandioso,preparato con arte dalprofessore di disegnoArben, mostrava l’interno di

una casa moderna, la città ela stalla di Betlemme. Gliattori indossavano i vestitidel tempo, (confezionatidalla sarta della scuolaLuljeta), esprimendo moltobene il personaggio cherappresentavano. Le danze,come elementi dellarappresentazione, hannocreato il clima meravigliosodell’Annunciazione a Maria,dello Sposalizio di Maria eGiuseppe, della Nascita diGesù e dell’Adorazione deiMagi. Gli spettatori, alunni,insegnanti, genitori, hannoseguito con intensaattenzione. Hanno goduto eringraziato vivamente per illavoro instancabile equalificato che si compie inquesta scuola per la crescitaintegrale dei loro figli.

Sig.ra Liljana e Sr. Cecilia Refosco

COMUNITÀ E MISSIONI

ALBANIAELBASANPalestra d’amore

La Scuola delle SuoreImeldine in Elbasan(Albania) opera in unambiente dove ilcristianesimo è unaminoranza. Questo fattoperò non impedisce dipresentare i valori umanicontenuti nel messaggiocristiano.Nel mese di dicembre 2012il tema della scuola “ImeldaLambertini” era collegatoal Natale e aveva questoslogan: “La scuola palestrad’amore”. Gli alunni eranostati invitati a riflettere ingruppi sul tema e ogniclasse poi aveva scelto difare un gesto di solidarietàverso i coetanei menofortunati di loro.I ragazzi delle classi piùalte si sono recati un

Page 24: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

24

lavoro, con un annuncio si-stematico della Parola aduna quarantina dicatechisti rappresentanti ledieci comunità cristianeche componevano laparrocchia, con la presenzaregolare e precisa neiservizi, con la ricerca dimezzi economici percostruire, assieme ai fedeli,le cappelle dove i cristianipotessero riunirsi perpregare e incontrarsi. Leistessa contribuiva nellecostruzioni, comperando etrasportando anche ilmateriale, e vegliandosulla buona conduzione deltutto. Sostenuta dalleconsorelle della comunità edall’ardore apostolico èriuscita a organizzare tuttocosì bene che la parrocchiadi Ndjangané si è meritatail riconoscimento da partedi due Vescovi come

miglior parrocchia dellaDiocesi di Bertoua.Nel suo impegno SuorBernarda avevaun’attenzione particolareper i più piccoli e per la loroeducazione sia nella scuolamaterna che in quellaprimaria. Ha contribuito acostruire la prima, amigliorare e ampliare laseconda, offrendo così unambiente più dignitoso ai600 alunni delle 6 classielementari. La sua attivitànon si limitava però allesole costruzioni in mattonima lavorava per costruire icuori coinvolgendo conpassione ed impegno ibambini, i maestri, lefamiglie per amare GesùEucaristia attraverso corsidi formazione e liturgie benpreparate. L’ambiente nonsempre era facile, dovevaaffrontare varie sfide:

CAMERUNBERTOUA Missionariadell’amore

Fin dalla più tenera età,Suor Bernarda Carnielsognava di annunciareGesù in terra di missione.Sostenuta dalla famiglia, èentrata nellaCongregazione delle SDBIdove nel 1986 ha potutorealizzare il suo sognoandando in Cameroun erimanendovi per 25 anni.La ritroviamo dunque nelvillaggio di Ndjangané inuna parrocchia senzasacerdote. Alla comunitàdelle suore, e in modoparticolare a lei, è affidato ilcompito di condurrequesta porzione di popolodi Dio per farlo crescerenella fede con una buonaformazione e strutture chepermettessero diesprimerla. Eccola perciò al

COMUNITÀ E MISSIONI

Page 25: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

25

mancanza di luce e acqua,mentalità chiuse, diffidenza,stregoneria… ma, audace epiena di fiducia nel Signore,continuava con fermezza edeterminazione. E che diredel ripristino eorganizzazione del pozzoper fornire l’acqua potabilee a portata di mano a cin-que villaggi prevenendomalattie e assicurandoigiene e sanità alla gente?Anche i tanti bambini, chegrazie alla sua tenacia,hanno potuto avere un attodi nascita e, perciò,esistenza pubblica, oggicontinuano ad esserle grati.Questa sua operad’annuncio e dievangelizzazionecontinuerà con i catechistidella parrocchia a Yaoundé.Anche in città l’acqua èvita, ma scarseggia, eccolaallora farsi in quattro, con

progetti e richiesta di aiuti,affinché la casa abbia lapossibilità di avere l’acquanon solo per le suore maanche per le persone delquartiere. La missione è grande egrandi sono i bisogni, cosìSr. Bernarda è inviata aBertoua. Anche qui con-tinua il suo servizio d’amoreverso i piccoli in parrocchiae in Diocesi nellapromozione dell’educazionedei bambini della scuolamaterna ed elementare. Alivello diocesano è membrodell’équipe che si occupadei più poveri: i detenuti! Èun lavoro che ha svolto conpassione e iniziativa,creando un centro per lelavorazioni in terracotta euna falegnameria. Seguivapersonalmente le attività,cercava i clienti affinché idetenuti potessero

guadagnare qualcosa per iloro bisogni primari e viverecon dignità anche in quelposto.Spesso, nella sua missione,si trovava a lottare con leistituzioni della giustiziaper la difesa dei più debolied ha sempre reso contodella sua opera. Donna difede e di comunicazione,ha saputo coinvolgeregruppi, organismi, amicinella solidarietà ed haricevuto risposte generoseche ancor oggi continuanoe sono vitali per l’opera disviluppo e dievangelizzazione di questinostri fratelli.Ora Suor Bernardacontinua la sua missioneattraverso la preghiera e lasofferenza fisica (una gravemalattia che la costringenella sedia a rotelle) equesta sua opera non èmeno intensa: è ai piedidella croce per amore deifratelli che ha aiutato acrescere nella fede e conloro continua adannunciare Cristocrocifisso in ogni personache soffre, ma anche ilCristo Risorto che portaVita e Vita in abbondanza. Grazie Suor Bernarda perquello che sei stata e,soprattutto, per quello chesei: una missionariadell’amore che aiuta ognifratello nella sua dignità diFiglio di Dio.

Sr. Maria Paola Babato

COMUNITÀ E MISSIONI

Page 26: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Paolo. Sei anni dopo Emiliafaceva parte del gruppetto digiovani che si sentivanochiamate a una vita tutta do-nata al Signore Gesù. NoiSuore conosciamo bene Ma-ria Bassi e Gilda Boscolo, madi Emilia Malusa, Lina Mar-zollo e di una certa Italiasappiamo molto poco. A lo-ro P. Lorgna aveva propostodi iniziare quella Congrega-zione domenicana-eucari-stica che lui sentiva forte-mente come una rispostad’amore a Gesù Eucaristia,con una propria particolaremissione apostolica. Le cin-que giovani si erano sentitein sintonia con quella pro-

posta e l’entusiasmo per unascelta importante e corag-giosa guidava i loro passi.Emilia lasciò la propria fa-miglia per formare la comu-nità con le altre quattro gio-vani che il 14 gennaio 1917si riunirono nell’apparta-mento di Calle Muazzo n.6063.

Lasciamo la parola a P.Giocondo che, otto anni do-po, così si rivolgeva alle gio-vani Suore che stavano pre-parando il trasferimentodella comunità da CalleMuazzo all’attuale “CasaMadre” delle Imeldine a Ve-nezia, Campo Miracoli.

Sr. Gemma Bini

LA VITA ESEMPLARE DI EMILIA,TRA LE PRIME PERSONE

CHE ACCOLSERO L’INVITODI P. LORGNA A FONDARE

LA CONGREGAZIONE.

La gioia fioriva nel suo volto

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

26

SULLE ORME DEL FONDATORE

Emilia Malusa era anco-ra adolescente quandoa Venezia, nel 1905, ar-

rivò come nuovo Parroco ilDomenicano Padre Giocon-do Lorgna. Pochi anni dopolo scelse come Padre spiri-tuale, per avere da lui quel-l’aiuto di cui sentiva il biso-gno nella sua vita di fede.

Leggendo la biografiadi P. Giocondo, dove P. Ven-turino Alce ha raccolto varidati di sicura storicità, nel1909 troviamo il nome diEmilia Malusa tra quelli diun gruppo parrocchiale chesi impegnava per tempi diadorazione eucaristica nellachiesa dei Ss. Giovanni e

Page 27: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

27

continuamente, notte e gior-no, dagli orrori della guerra,specialmente per le incursionidegli aeroplani. Cessata laguerra, anche Emilia ritornòa Venezia ma vi rimase poco,perché la malattia la portò aun nuovo ricovero all’ospeda-le e alla morte.

La vita della Malusa fuuna delle più provate: ancoradi giovane età, perse la madreed essa divenne come la mam-ma dei numerosi fratelli; ilbabbo suo in un naufragioperdette la nave da lui stessoguidata e che formava tutta lasua ricchezza. Se Emilia aves-se voluto, avrebbe potuto be-nissimo cambiare le sue con-

dizioni e quelle della famigliaaccogliendo proposte matri-moniali; ma essa preferì a tut-te le ricchezze, l’essere sposafedele di Gesù.

E mentre Emilia avevacura della sua famiglia, era unapostolo per la parrocchia: as-sidua alla dottrina cristianaquale maestra e zelatrice del-l’Opera S. Dorotea; tutte lemattine alla messa e alla co-munione, e nelle feste maimancava di assistere le fan-ciulle che frequentavano i sa-cramenti.

Anche tra le Figlie diMaria (Associazione cattoli-ca presente nella Parrocchiadi Venezia) era fervida e amo-

«Mie figlie, questa mat-tina io celebro la santa messaper Emilia Malusa. Era unaparrocchiana che dette il suonome a quel piccolo gruppo digiovani che furono l’inizio del-la Congregazione della BeataImelda. Esse (il 14 gennaio1917) vennero in questa casaconvivendo come se fossero re-ligiose.

La Malusa vi stette pochimesi perché colpita da un ma-le, che probabilmente fu quel-lo che poi la condusse al Cielo.Ritornata a casa andò poi pro-fuga a Milano con la famiglia,durante il tempo in cui la cittàdi Venezia era un vero desertodove la solitudine era rotta

SULLE ORME DEL FONDATORE

P. Giocondo visita una famiglia

La signora Angela di 74 anni, sposata e laica

francescana, molto impegnata nella sua

comunità parrocchiale nel nord del Brasile,

era molto preoccupata per la figlia,

mamma di due giovani e sposata ad un

uomo dipendente dall’alcol. La signora

Angela cominciò a pregare per la figlia che

soffriva molto per questa situazione fino a

rasentare la depressione: non aveva più

voglia di lavorare, né di tenere in ordine la

casa, curarsi di se stessa e dei figli, non

aveva più voglia di vivere. Ogni settimana

viveva nel terrore dell’arrivo del marito, il

venerdì sera.

Un giorno, andando a visitare la figlia, la

trovò stesa per terra, inerte, con la casa in

disordine e cercò di scuoterla, perché si

prendesse cura di sé, della sua vita. La sera

andò a dormire molto preoccupata per la

figlia e pregò, come d’abitudine, per lei e per

la sua famiglia. Addormentatasi, sognò un

religioso vestito di bianco che le diceva: «Ti

aiuterò, abbi fiducia! Abbi fiducia!».

Svegliandosi alle 4 del mattino per la

preghiera – poiché fa parte di un gruppo nel

quale ogni membro ha un’ora di preghiera

durante il giorno in modo da formare una

catena continua – la signora Angela fu

sorpresa, aprendo la Bibbia, di trovare

un’immaginetta raffigurante il religioso che

le era apparso in sogno. Era P. Giocondo

Lorgna del quale aveva ricevuto un santino

all’occasione di una professione religiosa

delle Suore Domenicane della Beata Imelda.

Page 28: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

28

SULLE ORME DEL FONDATORE

rosa animatrice, e nei ritaglidi tempo andava ora in unacasa ora in un’altra per avereindumenti ed aiuti che poi, or-dinariamente, portava a meperché li distribuissi ai poveri.

Che vita provata fuquella di Emilia! Orfana dimadre; da condizione agiataprecipitata nella povertà; dafibra robustissima colpita dauna malattia terribile; deli-catissima e di cuore tenerissi-mo passa, isolata dai suoi ca-ri, i lunghi mesi nelle corsiedi un ospedale.

Eppure lo credereste?Era una delle anime più gio-viali che io abbia mai visto…la gioia fioriva nel suo volto,l’allegria risuonava sul suolabbro nel facile riso e nelcanto. Tutta accesa dell’amo-re di Gesù era completamen-te abbandonata al suo volere

e la preghiera da lei predilet-ta era questa: «Sia fatta la di-vina volontà».

Mie care figlie, io diquando in quando mi recavoa trovarla all’ospedale mapiù che consolare era perconsolarmi! Emilia, ancheuscendo dal gruppo delleImeldine, volle rimanere adesse unita spiritualmente edio acconsentii; perciò recita-va ogni giorno l’atto di Con-sacrazione e dal cielo, primadi morire, promise che tantoavrebbe pregato per le Sorel-le della terra e in modo spe-ciale per la necessaria casanel Campo Miracoli e ritene-va per certo che l’avremmoavuta.

La Casa dei Miracolil’abbiamo acquistata con im-mense difficoltà. Emilia no,non è stata estranea a tanta

grazia. Lo dico sinceramen-te, io non dubito della suagloria; ebbe, lo posso dire contutta certezza, l’eroismo del-le virtù. Sì, continuiamo purea pregare per lei… la nostrapreghiera più che di suffragioservirà per impetrare quellegrazie di cui abbiamo biso-gno.

Questa cara Sorellache, insieme a Gesù tantoamava la Madonna, ci otten-ga anche la chiesa nel CampoMiracoli e soprattutto quellevirtù che tanto rifulsero in leie che ci renderanno degni ditanta grazia. Ci ottenga diavere, come lei, il vero spiritoeucaristico ed essere, comelei, apostole dell’Eucaristiatra l’infanzia.

P. Giocondo Lorga (Collana Lorgna n. 3

pag. 162-165, anno 1925)

A partire da quel giorno, continuò a pregare

P. Giocondo chiedendo la sua intercessione

per la figlia che iniziò a recuperare e a

lottare per vivere. Separatasi dal marito,

trovò un’altra casa e ricominciò a lavorare. Si

ritrovò però in un’altra brutta situazione:

per colmare il vuoto che sentiva in sé e

calmare la sua ansietà, si era coperta di

debiti perché aveva cominciato a comperare

compulsivamente. La perseveranza della

preghiera fatta dalla mamma Angela a P.

Giocondo ottenne anche la grazia di pagare

tutti i debiti e di ricominciare un’altra volta.

Tutti i giorni, la signora Angela prega

davanti all’Eucaristia e ha fiducia che, per

l’intercessione di P. Giocondo, la figlia e la

sua famiglia riceveranno la pienezza della

grazia per una vita nuova. Ora sta pregando

per i nipoti che, non accettando la

situazione della famiglia, hanno dei rapporti

conflittuali con la madre causandole ancora

molta sofferenza.

Riconoscendo la gratuità delle grazie

ricevute da Dio, siamo invitati a pregare per

la conversione, l’unione e la santificazione

delle famiglie chiedendo l’intercessione di

P. Giocondo.

Sr. Sandra Pereirra de Freitas

Page 29: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

29

Facevo parte di ungruppetto di ragazzi che su-bito avevano capito di potercontare su un’accoglienzapiena: andavamo a confidar-ci, a giocare, a trascorrere oreliete in un ambiente che of-friva “amore”. Dopo soloqualche anno, l’obbedienzal’ha portata nelle altre Casedove era necessaria la suapresenza, ma abbiamo con-tinuato a seguirla col pensie-ro e, spesso siamo andate asalutarla, anche a Roma, al-l’ONMI, dove era mamma ditanti bimbi, ai quali davaquell’amore materno di cuierano privi. Com’era bellovederla fra loro!

Gli anni passavano edanche noi, siamo diventateadulte. Anche da sposata la fa-cevo partecipe della mia vita etrovavo sempre in lei la paro-

la giusta, la guida nei mieipassi, il conforto nel dolore.

In modo particolare ri-cordo quanto ho ricevuto ri-spetto alla scelta dell’adozio-ne: ci aveva portati a rifletteresulla possibilità di paternità ematernità nell’adozione e fucosì che Nevia e Monica, dal-la Casa di S. Angelo, venneroa rallegrare la nostra unione.Poi ho goduto anche dellasua vicinanza negli anni incui era a Bologna e finalmen-te si erano accorciate le di-stanze, perché abitando aImola potevo andarla a trova-re con la famiglia e raccontar-le la nostra vita, ricca di gioiee difficoltà.

Il Signore l’ha accoltapoi nel suo Regno e di là ve-glia su di noi, che non possia-mo non ricordarla nella pre-ghiera e che sempre facciamopartecipe della nostra vita,come una figlia fa con la pro-pria mamma.

Sappiamo che Sr. Laura,continua a vegliare su di noi,ad accompagnarci nel nostroquotidiano ed in particolarenel mio servizio in Caritas,affinché ogni giorno sappiaaccogliere con amore quantiincontro ed ascoltare con ilcuore tutti, i più sofferenti, gliemarginati, gli ultimi che at-tendono la mia accoglienza,il mio sorriso, la mia com-prensione, le parole che Cri-sto mi suggerisce, purché iomi metta in ascolto.

Gianna Fortunati

Non c’è sicuramentepersona che abbia in-contrato Sr. Laura Po-

caterra e che non sia stata se-gnata da quell’incontro, dallaricchezza ricevuta dal suoesempio, fatto di dolcezza,pazienza, rispetto, compren-sione, carità, umiltà, obbe-dienza, serenità: un esempioche comunicava l’amore aCristo. Quante altre virtù an-cora abbiamo attinto dallasua vita di Suora, mammaspirituale, educatrice!

Parlo al plurale, perchéso di poterlo fare, perchéunanime era ed è il pensierodi chi l’ha incontrata. Eroadolescente quando è arri-vata a Venezia, e subito è sta-ta notata per l’accoglienza agrandi e piccoli, per la di-sponibilità ad ascoltare,consigliare, confortare.

GESTI DI SANTITÀ QUOTIDIANA

SUOR LAURA POCATERRA, UNA “MAMMA SPIRITUALE” CHE HA ACCOMPAGNATO LA CRESCITA DI TANTI FIGLI.

Veglia su di noi

Page 30: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

30

Il 5xmille destinato a so-stenere i progetti del-l’associazione “Molti-

plicare la speranza – On-lus” C.F. 97452720580, staportando nuova vitalità nel-le realtà missionarie in cui leSuore Domenicane della B.Imelda lavorano da anni.

Tante, tante piccoledonazioni pervenute dal vo-stro 5xmille hanno raggiun-to quota 19.700 euro e cihanno dato l’opportunità disostenere anche quest’annodiversi progetti:

COSÌ I PROGETTI SI SVILUPPANO E

CRESCONO INSIEME AI BAMBINI E AI

GIOVANI CHE VI PARTECIPANO!

5xmille: firma eraddoppia

MOLTIPLICARE LA SPERANZA

1

Nelle Filippine la “Domini-

can School of Calabanga” ac-

coglie ormai 761 alunni, pro-

venienti da tutti i barangay

della città e della periferia.

Opera nel territorio da più di

20 anni ed è andata crescen-

do ogni anno come numero

di classi, sezioni e gradi, dal-

la scuola dell’infanzia all’Hi-

gh School (due anni in più

della nostra scuola media),

gli alunni vanno dai 3 ai 16

anni. La maggior parte degli

studenti proviene da fami-

glie povere, che già impe-

gnano tutte le loro risorse

per garantire una buona

scuola ai loro figli. I libri sono

un mezzo quotidiano per ap-

prendere, studiare, ap-

profondire. Per questo con

coraggio abbiamo deciso di

sostenere il progetto “Un li-bro per ogni bambino”, per-

mettendo così alla Scuola di

offrire a tutti la possibilità di

studiare meglio e di più.

Page 31: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

Nella Luce d’Imelda Gennaio/Giugno 2013

31

Grazie al 5xmille e atutti gli amici che hannocreduto in questa forma dicollaborazione!

Il 5xmille può ancoracrescere: se ognuno di voi,cari amici, rivolge l’invito aduna persona amica, il 5xmil-le raddoppia e insieme pos-siamo davvero “moltiplica-re la speranza” per molti al-tri bambini e famiglie che at-tendono una mano fraterna,amica e solidale!

MOLTIPLICARE LA SPERANZA

2

Djangané è uno dei nove vil-

laggi dove operano le Suore,

insieme contano circa 7mila

abitanti: numerosissimi i

bambini! Qui è sorto nel

2007 il Centro nutrizionale,

accanto al Centro di salute,

con l’obiettivo “Prevenire èmeglio che curare”, acco-

glie giovani mamme con i lo-

ro piccoli per imparare a nu-

trirli adeguatamente con

prodotti locali. Spesso, in ca-

sa, mancano acqua potabile,

latte, zucchero e sale, ali-

menti indispensabili… e co-

sì, giorno dopo giorno, i

bambini diventano denutriti

e se non curati in tempo,

muoiono. Sì, muoiono di fa-

me perché malnutriti e disi-

dratati.

Ogni anno al Centro nutri-

zionale arrivano un centi-

naio di bambini con le loro

mamme: con le cure adatte

rinascono, riprendono le

forze e negli occhi brilla la lu-

ce della loro piccola vita.

La salute inizia dall’igiene,

dall’acqua potabile… poi

dal latte, dai micronutrienti,

dalle zanzariere, dai vaccini

… e da una casa salubre. Con

il contributo del 5xmille il

Centro nutrizionale ha potu-

to sostenere buona parte

delle spese per alimentazio-

ne, medicine e operatori pa-

ramedici.

3

Sostegno a distanza: in

Albania, Cameroun, Bolivia,

Brasile, Filippine, seguiamo

più di mille bambini, ragaz-

zi e giovani con il progetto

“Sostegno a distanza”, ma

la crisi economica ha inciso

anche sulla solidarietà che

tante persone praticano da

tempo… così molti bambi-

ni hanno perso il loro soste-

nitore. Davanti alla loro

situazione di vita non si

poteva lasciarli “per stra-

da” e con una parte dei pro-

venti del 5xmille 2012

abbiamo integrato le quote

per il sostegno a distanza.

Tutti i bambini hanno potu-

to continuare ad andare a

scuola e frequentare i

nostri centri educativi a

Elbasan e Bathore, a

Yaoundé, Bertoua e Djan-

gané, a Curitiba e Goiania, a

Quillacollo e S. Cruz de la

Sierra, a Manila, Rosario e

Calabanga!

Page 32: Papa Francesco: Venuto da molto lontano · violabile in cui l’uomo incontra Dio. Primato della coscienza, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, nell’anno della fede. Anche questi

«Sono i grandi dolori che preparano le grazie e le gioie più belle. Prepariamoci dunque a tutto, sicuri che alla crocifissione succede la risurrezione!». Padre Giocondo Lorgna