4
Le variabili dell’immagine FAMIGLIA FATTORE GIUDIZIO Qualità della parola CHIAREZZA NELLA PRONUNCIA INFLESSIONI, TIC VERBALI CORRETTEZZA GRAMMATICALE RICCHEZZA, PROPRIETA’ VERBALE Fisica della voce TIMBRO VARIABILITA’, MUSICALITA’ INTENSITA’, FORZA VELOCITA’, RITMO Gestione della mimica ORIENTAMENTO DELLO SGUARDO MASCHERA FACCIALE GESTUALITA’ DELLE MANI USO DEL CORPO, POSTURA Assegnate un voto da 1 a 5 per ciascuno dei fattori, pensando a come vi relazionate normalmente con gli altri (dove 1 vuol dire “da migliorare molto” e 5 “va bene”). Punteggio massimo: 60 punti, punteggio minimo: 12 punti

Parola, mimica, gestualità

Embed Size (px)

DESCRIPTION

ars oratoria

Citation preview

Page 1: Parola, mimica, gestualità

Le variabili dell’immagine

FAMIGLIA FATTORE GIUDIZIO

Qualità della parola CHIAREZZA NELLA PRONUNCIA

INFLESSIONI, TIC VERBALI

CORRETTEZZA GRAMMATICALE

RICCHEZZA, PROPRIETA’ VERBALE

Fisica della voce TIMBRO

VARIABILITA’, MUSICALITA’

INTENSITA’, FORZA

VELOCITA’, RITMO

Gestione della mimica ORIENTAMENTO DELLO SGUARDO

MASCHERA FACCIALE

GESTUALITA’ DELLE MANI

USO DEL CORPO, POSTURA

Assegnate un voto da 1 a 5 per ciascuno dei fattori, pensando a come vi relazionate normalmente con gli altri (dove 1

vuol dire “da migliorare molto” e 5 “va bene”). Punteggio massimo: 60 punti, punteggio minimo: 12 punti

Page 2: Parola, mimica, gestualità

La qualità della parola

E’ il piano verbale.”Giovanni passami il bisturi” detto con voce normale, è un invito al collega a

prendere lo strumento chiamato bisturi, utile per un’operazione di chirurgia. Giovanni potrà

eseguire quanto richiesto subito, fra un po’, non farlo affatto, prendere quel bisturi oppure

quell’altro.

Chiarezza della pronuncia. Significa utilizzare le singole parole secondo una corretta

dizione e un giusto significato. Per esempio si deve fare attenzione alla sostituzione dell’italiano

con parole straniere (inglese) o tecnicismi informatici, per evitare di creare dialoghi esoterici. Come

il seguente :

� “Lei vuole un lap-top o un note-book”

� “ Mi dia un Lap-top, se pensa che sia una buona marca”

� “Il modem interno o esterno?”

� “Me lo metta da interno, perché non vorrei andare ogni volta sul balcone”

� “Per la funzione zip come facciamo?”

� “Non si preoccupi ho i bottoni …”

Inflessioni, tic verbali. Sono le “non parole” che riempiono la frase ma non dicono nulla, i

“… cioè…, diciamo…, dunque…, mi consenta…”

Così come i trascinamenti su alcune sillabe: “Siiiii…, ho studiatoo… peròòòò…”

Conviene sostituire questo intercalare con delle pause

Correttezza grammaticale. “Venghi, venghi ragionier Fantozzi e si siedi…” esiste ormai solo

nei film di Fantozzi ma non è fantascienza sentire disattese certe elementari regole del linguaggio e

della consecutio temporum: “… era meglio che firmava prima”. Se non si ha unìassoluta

padronanza della grammatica è sempre meglio usare frasi brevi ed esprimere un pensiero alla

volta.

Ricchezza proprietà verbale. “Passami quella cosa?”,”dammi quella roba”, “Ci vediamo tra

un attimino” Il linguaggio si sta depauperando e diventa molto più vago. Recuperiamo la proprietà

lessicale, anche con un po’ di impegno. Dall’atto I, scena IV del Cyrano de Bergerac, potremmo

imparare 20 modi diversi di definire un … naso!

Page 3: Parola, mimica, gestualità

La fisica della voce

Timbro. Non è possibile modificarlo, è una variabile non gestibile ma controllabile. Per gli

uomini si parla di basso, baritono e tenore; per le donne di soprano, mezzo soprano e contralto.

Variabilità, musicalità. E’ il colore e la modulazione della voce, o di un suono, l’alternanza

di enfasi e di accenti e può dipendere dalla respirazione o dall’ansia e dal coinvolgimento emotivo

(voce che trema). Non si devono usare toni monocorde o affabulatori (l’obiettivo della favola è il …

sonno), non conviene usare solo toni alti per non dare l’impressione di nervosismo, così come toni

troppo bassi possono ingenerare nell’ascoltatore l’idea di stanchezza o insicurezza.

Intensità, forza. E’ il calore della voce. E’ indice di energia, convinzione assertività. “Parla più

forte che non ti sento”, oppure “abbassa la voce!” sono dei chiari segnali di una cattiva gestione di

questo item.

Velocità e ritmo. E’ un indicatore dell’ansietà e della sicurezza. Si parla generalmente a 150

parole al minuto; i disc-jockey vanno velocissimi, così come i radiocronisti sportivi; i telecronisti si

possono permettere di parlare a velocità media mentre … chi non sa cosa dire, come i politici o lo

studente impreparato, rallenta l’eloquio in modo di ascoltarsi mentre parla e costruire il pensiero

ola frase successiva. Il ritmo è importante per farsi ascoltare

Page 4: Parola, mimica, gestualità

La gestione della mimica

Orientamento dello sguardo. “Guardami in faccia quando ti parlo!” Dice la mamma al

figlioletto, perché sa che il contatto visivo è fondamentale. Alcuni amano guadare negli occhi

l’interlocutore, altri preferiscono tenere lo sguardo rivolto verso terra (il timido), verso un punto

che si perde nell’infinito (il distratto); popoli diversi hanno approcci diversi al contatto visivo: per gli

inglesi è importantissimo, i giapponesi non lo amano, gli arabi amano guardare e non essere

guardati.

Maschera facciale. Anche il viso parla mentre noi comunichiamo, assume espressioni

sintonizzate o distoniche(incoerenti) con il messaggio che stiamo lanciando. La maschera facciale

dice sempre la verità “Perché mi guardi con quella faccia?”; è difficile mentire (ma non

impossibile), perché si devono coordinare in modo armonioso più di 100 diversi muscoli.Gestualità

delle mani. C’è chi parla con le mani davanti al viso, chi con le dita unite solo sulla punta con i

pollici in contrapposizione, chi intrecciando le mani, ha un pollice dominante che sta sopra l’altro

(provate a spostarlo nella posizione inferiore e vi sentirete a disagio); chi parla grattandosi la testa

o arricciandosi i capelli su un dito o addirittura ispezionando cavità nasali e auricolari…Cercate di

capire come si muovono le vostre mani, perché anch’esse parlano e dichiarano il vostro sentire

emotivo.Uso globale del corpo, postura. C’è chi parla ondeggiando e muovendosi da un piede

all’altro, chi tiene le braccia sui fianchi (modello pistolero), chi si regge il mento pensieroso. Alcuni

camminano avanti e indietro, altri si rinchiudono serrando le braccia. Anche la distanza che si

mantiene dall’interlocutore è importante e varia da paese a paese. Alcuni rimangono nella zona

pubblica (circa 120 cm da noi), altri si spostano nella zona privata (tra i 45 cm e il contatto fisico) e

ci toccano (tipico il mettere la mano sul braccio dell’interlocutore)