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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani” 1 PARTE I L’OFFERTA E LA DOMANDA DI CULTURA 1.LA DOTAZIONE La scelta di iniziare la ricerca partendo dall’offerta culturale dei Comuni, cioè dal censimento delle strutture museali, delle biblioteche e dei teatri di proprietà dell’Ente Locale, risponde ad un’esigenza di contestualizzare e definire l’ambito di riferimento dell’intero lavoro. In questa sezione, ma come del resto anche in altre, per fornire informazioni per quanto possibile complete e per integrare i dati messi a disposizione dalle amministrazioni comunali, sono state utilizzate fonti istituzionali, quali ad esempio l’ISTAT, il MiBAC, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU), nonché le rilevazioni degli osservatori regionali. In questa prima sezione si intende, quindi, definire un quadro generale di riferimento delle dotazioni culturali comunali; in particolare, oltre all’elenco delle diverse strutture museali, sono state analizzate la tipologia, gli interventi di riapertura e chiusura dei musei e le forme di gestione applicate. Per meglio inquadrare e cercare di ponderare le dinamiche in atto sono stati messi a confronto alcuni dati dei musei locali con quelli statali. 1.1 I musei civici: tipologia e gestione I musei degli Enti Locali, e in particolare quelli dei Comuni, rappresentano la stragrande maggioranza dei musei presenti sul territorio. Secondo l’ultimo censimento disponibile su base nazionale, effettuato dall’ISTAT nel 1996, e riportato da uno studio del 1998 1 , sono 4.120 i musei italiani, rispetto ai quali le strutture comunali rappresentano il 43% del totale (fig.1) Fig.1 – Proprietà dei musei, distribuzione percentuale Comune 43% Provincia 2% Regione 2% Stato 13% Privati 17% Ecclesiastici 13% Altri Enti 4% Università 6% Fonte: A.Maresca Campagna, 1998 Interessante è la distribuzione dei diversi musei civici nelle regioni italiane (Tab.1) con particolare riferimento alle Regioni dei Comuni oggetto dell’indagine. Nelle otto regioni interessate sono presenti più del 57% dei musei civici italiani. 1 A.Maresca Compagna, “Gestione e valorizzazione dei beni culturali nella legislazione regionale”, Roma 1998.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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PARTE I L’OFFERTA E LA DOMANDA DI CULTURA 1.LA DOTAZIONE La scelta di iniziare la ricerca partendo dall’offerta culturale dei Comuni, cioè dal censimento delle strutture museali, delle biblioteche e dei teatri di proprietà dell’Ente Locale, risponde ad un’esigenza di contestualizzare e definire l’ambito di riferimento dell’intero lavoro. In questa sezione, ma come del resto anche in altre, per fornire informazioni per quanto possibile complete e per integrare i dati messi a disposizione dalle amministrazioni comunali, sono state utilizzate fonti istituzionali, quali ad esempio l’ISTAT, il MiBAC, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU), nonché le rilevazioni degli osservatori regionali. In questa prima sezione si intende, quindi, definire un quadro generale di riferimento delle dotazioni culturali comunali; in particolare, oltre all’elenco delle diverse strutture museali, sono state analizzate la tipologia, gli interventi di riapertura e chiusura dei musei e le forme di gestione applicate. Per meglio inquadrare e cercare di ponderare le dinamiche in atto sono stati messi a confronto alcuni dati dei musei locali con quelli statali. 1.1 I musei civici: tipologia e gestione I musei degli Enti Locali, e in particolare quelli dei Comuni, rappresentano la stragrande maggioranza dei musei presenti sul territorio. Secondo l’ultimo censimento disponibile su base nazionale, effettuato dall’ISTAT nel 1996, e riportato da uno studio del 19981, sono 4.120 i musei italiani, rispetto ai quali le strutture comunali rappresentano il 43% del totale (fig.1)

Fig.1 – Proprietà dei musei, distribuzione percentuale

Comune43%

Provincia2%Regione

2%Stato13%

Privati17%

Ecclesiastici13%

Altri Enti4%

Università6%

Fonte: A.Maresca Campagna, 1998

Interessante è la distribuzione dei diversi musei civici nelle regioni italiane (Tab.1) con particolare riferimento alle Regioni dei Comuni oggetto dell’indagine. Nelle otto regioni interessate sono presenti più del 57% dei musei civici italiani.

1 A.Maresca Compagna, “Gestione e valorizzazione dei beni culturali nella legislazione regionale”, Roma 1998.

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Tab.1 – Distribuzione regionale dei musei comunali in percentuale

Regione Comune Piemonte 8,1 Lombardia 11,3 Veneto 7,7 Liguria 6,1 Toscana 9,2 Lazio 6,9 Campania 3,3 Sicilia 4,9 Altre Regioni 42,5 ITALIA 100

Fonte: elaborazione Federculture su fonte precedente Se invece si va a verificare il peso dei musei civici sul totale dei musei presenti nel territorio regionale, indipendentemente dalla proprietà2 (Fig.2), emerge ad esempio il dato della Liguria, unica Regione ad avere più musei comunali che musei appartenenti ad altri soggetti e, all’opposto, il Lazio e la Campania, che risentono fortemente della forte presenza delle strutture statali.

Fig. 2 – La proprietà dei musei distinta per regioni

140 214

196 236

133 180

105 85

160 290

120 346

57 149

86 113

738 772

1735 2385

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Piemonte

Lombardia

Veneto

Liguria

Toscana

Lazio

Campania

Sicilia

Altre Regioni

ITALIA

Musei civici Altra proprietà

Fonte: elaborazione Federculture su fonte precedente Un primo obiettivo della ricerca è quello di identificare le strutture museali3 degli otto comuni oggetto di indagine, che risultano aperte nel corso del 2002. Un primo livello di analisi fa emergere quale sia la quota percentuale dei musei civici sul totale dei musei civici nella Regione e in Italia (Tab.2). 2 Le altre proprietà sono: Stato, Regione, Provincia, Università, altri Enti, Enti Ecclesiastici e Privati. 3 Per strutture museali si intendono: musei, gallerie e pinacoteche, monumenti, scavi e zone archeologiche.

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Tab.2 – Incidenza dei musei civici oggetto di indagine sul totale musei nella Regione di appartenenza e sul totale Italia – Anno 2002

TO MI VE GE FI RM NA PA Tot.

Musei Civici 4 14 8 14 5 22 7 4 78 Incidenza

percentuale

Musei Civici nella Regione 140 196 133 105 160 120 57 86 997

7,82%

Musei Civici in Italia 1735 4,49%

Fonte: Federculture I grandi capoluoghi pertanto rappresentano una quota minoritaria nel complesso e variegato panorama dei musei civici italiani. Ciò conferma l’estrema diffusione e capillarità del patrimonio culturale italiano. Un indicatore molto usato nella rilevazione dell’offerta culturale di un territorio è il numero di musei per 100.000 abitanti (Fig. 3)

Fig.3 – Musei per 100.000 abitanti

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00

n. musei

Torino

Palermo

Napoli

Roma

Milano

Firenze

Genova

Venezia

Fonte: Federculture Sorprende sicuramente il dato di Genova, la cui offerta per 100.000 abitanti, è superiore rispetto a città d’arte come Firenze, Roma e Napoli. La dotazione culturale degli otto Comuni, così come configurata, è il risultato di anni di forte dinamismo da parte delle amministrazioni che hanno molto investito sulla riorganizzazione e sul restauro degli spazi museali, determinando un saldo positivo in termini di spazi riaperti alla cittadinanza (Tab.3). La maggior parte delle chiusure si riferiscono a musei non aperti al pubblico per lavori, per riorganizzazione e riallestimento degli spazi o per accorpamenti ad altre strutture museali.

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Tab.3 – Aperture e Chiusure dei musei civici – Anni 1998-2003

1998 1999 2000 2001 2002 2003 TOT.

Chiusure TOT.

Riaperture

TO

Palazzo Madama

(Museo Numismatico) 1 1

MI

(Museo di Milano Sala Viscontea)

Casa Museo Boschi - Di Stefano Museo Egizio 1 1

VE

Ca’ Rezzonico Casa Goldoni Ca’ Pesaro 3

GE - - - - - - - -

FI

(Museo Bardini) (Galleria Carnielo)4

(Raccolta Alberto della Ragione)5 2 0

RM

(Antiquarium Celio) (Museo di Roma) (Musei Capitolini) Musei Capitolini

(Ara Pacis) Museo di Roma in Trastevere

(Museo di Villa Doria Pamphilj)

Museo del Casino dei Principi Museo di Roma 2 3

NA

Chiesa di San Severo al Pendino

Museo Raccolta De Mura Museo dell'attore Napoletano Crypta Neapolitana

Grotta di Seiano e Parco Archeo. del Pausilypon (Museo dell'attore Napoletano) 1 5

Fonte: Federculture Tra parentesi le chiusure La politica culturale del Comune di Milano ha dimostrato di orientarsi prevalentemente verso interventi di tipo strutturale, sul rilancio e sul restauro dei principali musei. Il gigantesco cantiere del Castello Sforzesco è stato il principale, e più oneroso (l’investimento ammonta a circa 22 milioni di euro), impegno dell’amministrazione milanese. Il Museo di Storia Naturale oltre ad essere stato completamente restaurato è stato anche ampliato, riuscendo a recuperare 1500 metri quadrati con un investimento di circa 5 milioni di euro. Sono stati aperti “la Casa museo Boschi-Di Stefano” ed è stato inaugurato nel Castello Sforzesco il “Museo Egizio”, mentre per la fine dell’anno è prevista la fine dei lavori al Museo di Storia Contemporanea di via Sant’Andrea e al Museo di Milano; sono terminati i lavori alla Pinacoteca. Non solo, sono in costruzione altri quattro musei, tra i quali il Museo del Novecento (all’Arengario) e il Museo del Presente (alla Bovisa). Anche il Comune di Roma ha improntato, a partire dalla riapertura e riorganizzazione dei Musei Capitolini a quella del Museo di Roma – Palazzo Braschi, una politica orientata all’ammodernamento e all’estensione dell’offerta museale cittadina. L’altra grande realizzazione è stata l’inaugurazione

4 Chiusi per restauri 5 In attesa di sede espositiva

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dell’ottobre 2002 del nuovo progetto della Galleria Comunale di Arte Moderna, ora chiamata MACRO, che prevede lavori di ampliamento della struttura. Nota dolente rimane il nodo dell’Ara Pacis, monumento “musealizzato” di proprietà statale ma dato in concessione al Comune, il cui destino ancora non è stato ben chiarito. In cantiere la realizzazione del Centro Culturale all’ex Mattatoio. Passando a Torino la riorganizzazione complessiva dell’offerta museale metropolitana, sfociata nella creazione della Fondazione Musei Civici nel 2002, ha un punto di forza nella riapertura nel 2001 di Palazzo Madama. Apertura ancora parziale, preceduta da una serie di interventi mirati al recupero funzionale, al restauro conservativo e al riallestimento degli spazi museali, necessari alla riapertura definitiva della struttura prevista nel 2004. I lavori iniziarono realmente nel 1998 con il “Progetto Palazzo Madama” in cui è stato fondamentale il contributo economico della Fondazione CRT, Cassa di Risparmio di Torino. Infatti la spesa complessiva che è stata prevista è di 14.353.134 euro con un contributo della Fondazione pari a 2.500.000 euro. A Firenze invece è nato nel 2000 per iniziativa del Comune “Il Museo dei Ragazzi” con lo scopo di dare vita ad una nuova realtà museale interamente dedicata ad un pubblico più vasto, ma con una particolare attenzione ai giovani, alle scuole e alle famiglie. L'obiettivo era quello di creare nuovi spazi per attività di laboratorio didattico, di atelier-gioco, di consultazione di prodotti multimediali e di spettacolarizzazione. Il Comune inoltre ha già avviato i lavori per il Centro d’Arte Contemporanea a Rifredi, in un ex complesso di archeologia industriale. La conclusione dei lavori è prevista per il 2005 per un importo già finanziato di euro 11 milioni e 500 circa. Genova a partire dal 2001, anno del tragico G8, fino alla preparazione del 2004, anno in cui sarà Capitale Europea della Cultura (vedi box in parte II), ha investito moltissimo sulla propria riqualificazione e riconversione, proseguendo quel lungo processo che l’ha vista protagonista di profonde trasformazioni sin dal 1995, anno in cui venne creata la società Porto Antico Spa. Tra le diverse iniziative di particolare interesse dal punto di vista dell’offerta museale è la realizzazione dell’ambizioso progetto del Museo del Mare e della Navigazione, situato nell’area del Porto Antico, sempre più parco urbano e centro di promozione culturale. Il museo, che dovrà aprire per marzo 2004, seguirà l’evoluzione del porto e delle città dal medioevo a oggi, in spazi di circa 10 mila metri quadri, restaurando e integrando con un progetto di architettura contemporanea l’antico edificio Galata. Sempre l’anno prossimo apriranno anche la GAM e il Castello d’Albertis. Per quanto riguarda il regime di proprietà delle diverse strutture in dotazione ai Comuni si evince che i musei rientrano quasi totalmente nel patrimonio del comune e solo in pochissimi casi la proprietà è dello Stato (Tab. 4).

Tab.4 – La proprietà dei musei civici attivi nel 2002

COMUNE

DENOMINAZIONE ISTITUTO

PROPRIETA’

TORINO

ROCCA DEL BORGO MEDIEVALE, MUSEO PIETRO MICCA, GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, MUSEO CIVICO DI ARTE ANTICA.

Comune

MILANO

CASTELLO SFORZESCO(*): MUSEO D’ARTE ANTICA, PINACOTECA, MUSEO DEGLI STRUMENTI MUSICALI,MUSEO EGIZIO, SALA DEL TESORO, CASTELLANA, SALA SFORZESCA, PALAZZO REALE. GALLERIA D’ARTE MODERNA, MUSEO ARCHEOLOGICO DI MILANO, MUSEO DEL RISORGIMENTO, ACQUARIO, MUSEO MESSINA, PAC, MUSEO DI STORIA NATURALE.

Comune

VENEZIA

PALAZZO DUCALE, MUSEO CORRER. MUSEO DEL SETTECENTO VENEZIANO, GALLERIA D’ARTE MODERNA DI CA’ PESARO, MUSEO DELL’ARTE VETRARIA, MUSEO DEL MERLETTO, CASA DI GOLDONI, MUSEO DI PALAZZO MOCENIGO.

Stato “ Comune

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GENOVA

PALAZZO ROSSO, PALAZZO BIANCO, M.CHIOSSONE, M.S.AGOSTINO, M.MAZZINIANO, M.ARCHEOLOGICO, MUSEO NAVALE, MUSEO GARBO, MUSEO FRUGONE, MUSEO LUXORO, MUSEO DI STORIA NATURALE, MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA, PADIGLIONE DEL MARE E DELLA NAVIGAZIONE, MUSEO DEL TESORO, PALAZZO DUCALE.

Comune

FIRENZE

MUSEO DI S.MARIA NOVELLA, MUSEO FIRENZE COM’ERA, CAPPELLA BRANCACCI, FONDAZIONE ROMANO S.SPIRITO, QUARTIERI MONUMENTALI DI PALAZZO VECCHIO.

Comune

ROMA

GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, MACRO, MUSEI CAPITOLINI, M. P.CANONICA, M.BARRACCO, M.DEL CASINO’ DEI PRINCIPI, M.DELLA CASINA DELLE CIVETTE, M.DELLA CENTRALE DI MONTEMARTINI, M.DELLA CIVILTA’ ROMANA, M.DELLE MURA, M.DI ROMA IN TRASTEVERE, M.NAPOLEONICO, STADIO DI DOMIZIANO, ACQUARIO ROMANO, AUDITORIUM DI MECENATE, CASA DEI CAVALIERI DI RODI, CASINA DEL CARDINALE BESSARIONE, CIRCO DEL MASSENZIO, FORI IMPERIALI, MAUSOLEO DI AUGUSTO, MAUSOLEO OSSARIO GARIBALDINO, MUSEO DI ROMA.

Comune

NAPOLI

MUSEO CIVICO IN CASTELNUOVO. CASA SS.ANNUNZIATA-LA RUOTA, MUSEO/RACCOLTA DE MURA, CHIESA DI SAN SEVERO AL PENDINO, CASINA POMPEIANA. CRYPTA NEAPOLITANA, GROTTA DI SEIANO E PARCO ARCHEOLOGICO DEL PAUSILYPON.

Demanio Statale e Comune per alcuni spazi Comune Stato “

PALERMO

GALLERIA CIVICA d’ARTE MODERNA, MUSEO ETNOGRAFICO “G.PITRE’, SPAZI PER LA CULTURA PALAZZO ZIINO, GIPSOTECA PALAZZO ZIINO.

Comune

Fonte: Federculture Per completare l’analisi della dotazione, le diverse strutture museali sono state distinte in base alle fattispecie utilizzate, tra gli altri dal Touring Club Italiano: • Archeologico • Demoantropologico • Artistico • Specializzato • Storico • Tecnico-scientifico • Naturalistico Questa distinzione arricchisce l’informazione sulla dotazione culturale dei Comuni, raccontando la sua storia e la genesi della propria offerta culturale. Dai dati emersi risulta che città d’arte come Firenze, Roma e Venezia sono ricche di musei di tipo archeologico e artistico, mentre Comuni come Milano, Genova e Torino presentano un offerta culturale più eterogenea (Tab. 5).

Tab.5 – La Tipologia dei musei civici – Anno 2002

TO MI VE GE FI RM NA PA Archeologico 2 1 10 3 1 Demoantropologico 1 1 Artistico 2 7 5 7 4 7 4 2 Specializzato 1 2 2 2 Storico 1 2 2 1 5 Tecnico-scientifico Naturalistico 1 1 1

Fonte: Federculture

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Gestire un museo significa assumere un impegno in termini di risorse umane e finanziarie di notevole entità. In questo senso è interessante osservare come i Comuni abbiano deciso di impostare la propria politica di gestione dell’offerta museale: se preferire politiche di gestione in economia o politiche finalizzate alla creazione di soggetti autonomi (Tab. 6). Per le diverse conseguenze di natura finanziaria, economica e occupazionale, che verranno approfondite nelle parti successive, diventa fondamentale indagare non solo sui regimi di proprietà delle strutture ma anche sui gestori delle stesse. Le forme di gestione che sono state considerate si riferiscono esclusivamente ai musei e alle istituzioni museali, di cui i Comuni sono proprietari e per le quali sono state scelte formule gestionali differenti da quella in economia. Un caso particolare è rappresentato dal Comune di Torino in cui tutti i musei civici sono gestiti dalla Fondazione Torino Musei, che ha da poco iniziato la sua attività e che quindi si pone come ente pioniere, e che, di conseguenza, è chiamato a dimostrare l’efficacia di un modello totalmente inedito in Italia per la gestione di questo tipo di servizio pubblico.

Tab.6 – Le “altre” gestioni dei musei di proprietà comunale

COMUNI STRUTTURE GESTIONE TORINO

• TUTTI i MUSEI CIVICI • MUSEO DEL CINEMA

• FONDAZIONE TORINO MUSEI • FONDAZIONE MUSEO DEL CINEMA

FONDAZIONE MARIA ADRIANA PROLO

GENOVA

• MUSEO DEL TESORO DI S.LORENZO • PADIGLIONE DEL MARE E DELLA

NAVIGAZIONE • PALAZZO DUCALE

• COOPERATIVA ARTI E MESTIERI • COSTA EDUTAINMENT • PALAZZO DUCALE Spa

FIRENZE

• CHIESA MUSEALIZZATA DI

S.M.NOVELLA • MUSEO STIBBERT • MUSEO MARINO MARINI

• ASS.”OPERA DI S.M.NOVELLA” • FONDAZIONE MUSEO STIBBERT • FONDAZIONE M.MARINI

ROMA

• MUSEI CAPITOLINI • PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI • MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA

• ZETEMA PROGETTO CULTURA • AZIENDA SPECIALE PALAEXPO • ISTITUZIONE M.CIVICO DI ZOOLOGIA

MILANO

• CASA MUSEO BOSCHI – DI STEFANO

• FONDAZIONE BOSCHI-DI STEFANO

VENEZIA

• TUTTI i MUSEI CIVICI

• Gestione in economia per quanto riguarda le

attività scientifiche e di promozione • VENEZIA MUSEI SCARL per quanto

riguarda il funzionamento e la sorveglianza

Fonte: Federculture Il Comune di Milano ha in programma di ripercorrere la stessa strada di Torino, creando una fondazione che gestisca tutti i musei civici. Roma invece si trova all’estremo opposto del ventaglio delle possibili scelte a disposizione di una amministrazione. L’estrema eterogeneità delle formule gestionali adottate risponde alle diverse e differenziate esigenze di ogni singola realtà museale.

1.2 Un primo raffronto tra musei civici e musei statali E’ indubbio che i musei civici hanno svolto, e svolgono, un ruolo fondamentale nella conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico del nostro paese, con particolare riferimento alla tutela e alla diffusione dell’identità culturale e sociale del territorio sul quale insistono.

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Ma tale funzione è stata svolta in “concorrenza” con i musei statali. Non si può quindi prescindere da una comparazione sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda tra le due realtà, diverse per storia, obiettivi e scelte di politica e programmazione. Riprendendo la Tab. 2 e integrandola con i dati relativi all’offerta statale emerge quanto segue (Tab.7).

Tab.7 – Incidenza dei musei civici e statali nei Comuni oggetto di indagine – Anno 2002 TO MI VE GE FI RM NA PA Tot.

Musei Civici 4 14 8 14 5 22 7 4 78

Incidenza percentuale

Musei Civici nella Regione

140 196 133 105 160 120 57 86 997 7,82%

Musei Civici in Italia 1735 4,49%

Musei Statali 5 2 4 2 23 35 9 - 80

Musei Statali nella Regione

17 14 12 7 56 90 47 - 243 32.9%

Musei Statali in Italia 409 19,56%

Fonte: Federculture Il dato più evidente è da una parte la scarsa presenza dei musei statali in città come Milano, Genova e in misura minore Venezia, mentre Roma e Firenze si caratterizzano come città a fortissima presenza di strutture statali. Altro aspetto interessante è come per i musei statali, al contrario di quanto già osservato per i civici, le strutture presenti sul territorio metropolitano rappresentino una quota abbastanza elevata dell’offerta, sia a livello regionale che a livello nazionale. 1.3 Le biblioteche pubbliche Un altro fondamentale “prodotto” delle politiche culturali di un Comune è rappresentato dalle biblioteche civiche. Le biblioteche in Italia, indipendentemente dalla tipologia amministrativa, sono dislocate per il 49,2% al Nord, il 21,9% al Centro e il 28,9% al Sud e Isole e sono complessivamente più di 11 mila. Come già visto per i musei i Comuni sono i maggiori proprietari anche delle strutture bibliotecarie.

Fig.4 - La proprietà delle biblioteche italiane - Anno 1999

Enti Culturali

Enti Vari

Enti Pubblici

MiBAC2%

Altri MinisteriAltri

Privati

Comuni49%

Province4%

Università17%

Enti Ecclesiastici10%

Fonte: elaborazione Federculture su dati ISTAT, 1999

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L’organizzazione dell’offerta bibliotecaria comunale risponde all’esigenza primaria di diffondere il più possibile sul tessuto urbano il servizio. Comuni come Milano, Firenze, Genova e Roma hanno sopperito alla carenza di spazi fisici creando un servizio itinerante, definito Bibliobus.

Fig.5 – Biblioteche civiche - Anno 2002

0 5 10 15 20 25 30

n. biblioteche

ROMA

MILANO

TORINO

VENEZIA

GENOVA

FIRENZE

NAPOLI

PALERMO

Fonte: Federculture

I comuni stanno facendo grandi passi in avanti per aprire nuove strutture, per migliorare la gestione e la qualità del servizio offerto e per estendere la fruizione. Un esempio è dato da Milano che con il progetto della Mediateca di Santa Teresa, già attiva, e con il progetto della BEIC – la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura -, progetto ancora da realizzare il cui costo complessivo si aggira intorno ai 250 milioni di euro, si pone all’avanguardia in questo settore. Al fine di dare un idea della reale distribuzione del servizio bibliotecario nei confronti della cittadinanza occorre parametrare il dato alla popolazione residente. Ne deriva che la migliore copertura si verifica a Venezia dove troviamo 7 biblioteche ogni 100.000 abitanti, mentre a Palermo per ogni 100 mila residenti c’è meno di una biblioteca (Fig. 6).

Fig.6 – Biblioteche per 100.000 abitanti

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00

n. biblioteche

Palermo

Roma

Napoli

Milano

Torino

Genova

Firenze

Venezia

Fonte: Federculture

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L’altro parametro relativo all’offerta del settore è il patrimonio che viene custodito, comprendente non solo i volumi ma anche le riviste, i periodici, i quotidiani, le audiocassette, le videocassette, cd-rom e diapositive. I dati assoluti, ovvero la somma delle dotazioni delle diverse strutture civiche, mostra come il Comune di Torino detenga il più alto patrimonio (1.184.373 documenti), mentre le biblioteche meno fornite sono quelle di Napoli con solo 124.039 documenti. Per analizzare meglio la dotazione delle biblioteche è necessario confrontare i dati con i risultati della Indagine ISTAT del 1999, basata sull’anagrafe dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) delle biblioteche italiane e con la ricerca condotta sempre dall’ISTAT in collaborazione con l’AIB, Associazione Italiana Biblioteche e Federculture, pubblicata a giugno 2003. La maggior parte del patrimonio delle biblioteche dei comuni indagati rientra nella classe da 10.001 a 100.000, in piena media nazionale (Tab.8) 6. I dati riportati per le Regioni si riferiscono alla già citata indagine del 2003, che è stata svolta su un campione, considerato rappresentativo, di 6330 biblioteche. Rispetto all’indagine del ’99, svolta sull’intero universo delle biblioteche, il campione non presenta variazioni significative.

Tab. 8 – Biblioteche per Regione e Comune e consistenza del patrimonio librario – Anno 2002 (in percentuale)

Classi di patrimonio

fino a 2000

2001- 5000

5001- 10000 10001- 100000 100001-

500000 500001- 1000000

oltre 1000000

Piemonte 26,54 39,39 13,52 15,19 1,67 0,2 - Torino 5,3 5,3 84,2 5,3 Lombardia 18,52 30,69 21,84 26,18 0,98 0,15 0,08 Milano Sormani Veneto 6,6 30,91 34,1 26,09 1,04 0,52 - Venezia 5,5 72,2 22,2 Liguria 26,74 19,77 19,77 24,42 2,9 - - Genova 100 Toscana 13,25 23,63 20,46 34 2,3 0,57 0,3 Firenze 7,7 7,7 84,6 Lazio 16,04 25,25 22,52 28,66 3,41 0,68 0,34 Roma 3,3 3,3 3,3 91 Campania 47,53 27,82 12,17 9,55 1,44 0,29 0,29 Napoli 8,3 50 41,7 Sicilia 15 32,89 23,42 21,84 1,05 0,26 - Palermo 50 16,7 16,7 16,7 ITALIA 20,7 29,9 20,9 23,0 1,76 0,28 0,08

Fonte: Federculture I casi di eccellenza sono rappresentati dalla Biblioteca Centrale Sormani di Milano con 663.878 documenti e la Biblioteca Centrale di Torino con 500.274 documenti, quindi Palermo che con la sola Biblioteca Centrale raccoglie quasi il 90% del patrimonio librario comunale (più di 350.000 documenti)

6 In tabella non è stato inserito il 3.38% di strutture che non hanno risposto al questionario ISTAT.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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1.4 I teatri di proprietà dei Comuni Negli ultimi anni si è assistito ad una sempre maggiore attenzione alle modalità dell’offerta teatrale e degli spettacoli, sia dal punto di vista puramente creativo, ad esempio nuove produzioni e allargamento a fasce più ampie di pubblico, sia dal punto di vista della costruzione, quindi ripristino e ammodernamento delle strutture indicate all’accoglienza degli spettacoli7. Sono circa 1.200 i teatri in Italia, sia pubblici che privati. La presente indagine fornisce una prima fotografia sull’organizzazione e gestione delle strutture di proprietà comunale. (Tab.9).

Tab.9 – I Teatri di proprietà dei Comuni

DENOMINAZIONE TEATRO

GESTIONE

TORINO

Teatri (4): TEATRO CARIGNANO TEATRO GODETTI TEATRO ASTRA TEATRO NUOVO

Teatro Stabile Torino (Ente pubblico) Teatro Stabile Torino (Ente pubblico) Teatro Stabile Torino (Ente pubblico) Torino Spettacoli srl (ente privato)

MILANO

Teatri (14): TEATRO ALLA SCALA, PICCOLO TEATRO PAOLO GRASSI, PICCOLO TEATRO STUDIO, TEATRO GIORGIO STREHLER, TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI, TEATRO DAL VERME, (al 50% con la Provincia) TEATRO LIRICO, TEATRO DELL’ARTE, TEATRO PUCCINI, TEATRO ARSENALE, TEATRO FRANCO PARENTI, TEATRO EOLO, MAZDA PALACE, PALAZZINA LIBERTY.

Fondazione Ente Lirico Teatro alla Scala Fondazione Piccolo Teatro – Teatro d’Europa

“ “

Fondazione Ente Lirico Teatro alla Scala Fondazione I Pomeriggi Musicali privato Centro di Ricerca Teatrale, cooperativa I Teatri Dithalia, cooperativa Compagnia del teatro Arsenale Fondazione Pierlombardo/Teatro Parenti Teatro out off privato gestione diretta del Comune

VENEZIA

Teatri (6). TEATRO GOLDONI, TEARO MALIBRAN, TEATRO LA FENICE, (riapertura 16 dicembre 2003) TEATRO DEL PARCO, TEATRINO GROGGIA, TEATRO TONIOLO (proprietà: Il Teatro srl, società partecipata al 98% dal Comune di Venezia)

Associazione Teatro Stabile del Veneto Fondazione Teatro La Fenice “ Assessorato alla Cultura Comune di Venezia Consiglio di Quartiere Assessorato alla Cultura Comune di Venezia

FIRENZE

Teatri (3): TEATRO GOLDONI TEATRO PUCCINI (Ministero delle Finanze in concessione al Comune dal ’02) TEATRO COMUNALE TEATRO TREDICI

Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino Associazione Teatro Puccini Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino (chiuso per restauri dal ’96)

ROMA

Teatri (3): TEATRO DI ROMA: TEATRO ARGENTINA

TEATRO INDIA TEATRO NAZIONALE TEATRO DELL’OPERA AUDITORIUM

CdA: Comune di Roma, Provincia di Roma, Regione Lazio Fondazione Teatro dell’Opera Musica per Roma Spa

NAPOLI

Teatri (1): TEATRO MERCADANTE.

Associazione Teatro Stabile Città di Napoli

PALERMO

Teatri (2): TEARO MASSIMO TEATRO POLITEAMA

Fondazione Teatro Massimo Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana

Fonte: Federculture

7 “Censimento dei teatri chiusi o inagibili”, Agis e Fondazione Teatro Massimo, aprile 2002.

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Rispetto all’importante ricerca condotta dall’Agis e dalla Fondazione Teatro Massimo dello scorso 2002, in cui emergeva una realtà di 361 teatri chiusi o inagibili, i Comuni esaminati presentano un quadro molto positivo. Secondo tale indagine, Torino, Roma e Palermo non presentano teatri di proprietà chiusi (in Piemonte sono 17, nel Lazio 10, in Sicilia 19), a Milano sono chiusi per lavori il Teatro La Scala e il Teatro Lirico (in Lombardia sono 39), a Genova è chiuso il Teatro del Falcone dal 1890 e cinque teatri privati (in Liguria 21), a Venezia oltre il teatro La Fenice, che verrà riaperto a dicembre, non ci sono teatri chiusi (in Veneto 9), a Firenze, oltre al Tredici, l’unico teatro comunale chiuso è il Teatro dell’Oriuolo dal ’95 (in Toscana sono 65), a Napoli il Teatro San Ferdinando dovrebbe riaprire a breve (in Campania sono 19).

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2. La DOMANDA e i CONSUMI CULTURALI Una recente indagine svolta per conto della Commissione Europea8 ha messo in risalto le abitudini di consumo culturale dei cittadini dell’Unione. In particolare ai soggetti intervistati è stato chiesto quante volte negli ultimi dodici mesi abbiano partecipato ad attività culturali indicando la frequenza con valori da 1 a 5 (Fig. 7), dove per 1 si intende ‘mai’ per 3 ‘da quattro a sei volte all’anno’ e 5 identifica ‘più di dodici volte all’anno’.

Fig.7 – Europeans’ cultural activities - 2002

1,12

1,15

1,2

1,33

1,38

1,4

1,64

1,65

1,67

2,03

Ballet or dance performance

Visit archeological sites

Visit museums or galleries abroad

Theater

Concert

Visit museums or galleries in your own country

Sports event

Historical monuments

Go to the library

Go to the cinema

Fonte: The European Commission, 2002 Un’altra ricerca commissionata dalla Commissione Europea e riportata dall’Osservatorio Culturale del Piemonte confronta le dichiarazioni dei cittadini appartenenti all’Unione in termini di frequentazione dei musei (Fig. 8)

8 Eurostat, Europeans’ Partecipation in Cultural Activities , 2002.

never 1 – 3 times 4 - 6 times

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

14

Fig.8 – Persone che negli ultimi mesi hanno frequentato almeno una volta un museo

14

16

18

21

22

23

24

30

30

30

32

38

42

46

52

0 10 20 30 40 50 60

Grecia

Portogallo

Belgio

Irlanda

Spagna

Italia

Francia

Austria

UE

Germania

Olanda

Finlandia

Regno Unito

Danimarca

Svezia

Fonte: Eurobarometer, 2001 L’indagine campionaria mostra un risultato poco gratificante per l’Italia, anche se sottodimensionato rispetto all’indagine Istat dello stesso anno. Da un punto di vista prettamente quantitativo i dati relativi al medio periodo, e quindi a partire dal 1995, eccezion fatta per l’Italia, mostrano una crescita dei visitatori abbastanza contenuta se non addirittura una contrazione. La Relazione Annuale 2002 prodotta dall’Osservatorio Culturale del Piemonte riporta alcuni casi interessanti. Norvegia e Svezia chiudono la serie storica con un lieve calo, la Francia presenta tassi di crescita molto contenuti, la Germania presenta un tasso costante ma comunque inferiore a quello italiano, l’unico dato fuori scala è rappresentato dalla Catalogna che registra un incremento dell’85% rispetto al 1995. Secondo la più recente Indagine Multiscopo elaborata dall’ISTAT9 tra le diverse attività culturali che hanno visto coinvolti gli italiani il primo posto è occupato dal cinema (49.5%) mentre in seconda posizione, quasi allo stesso livello, si trovano gli spettacoli sportivi (28.2%) e la frequentazione di musei e mostre (28%). Solo più sotto si trovano il teatro e i concerti (Tab. 9).

Tab.9 – Persone di 6 anni e più che hanno fruito nell'anno dei diversi spettacoli ed intrattenimenti

ANNI

Teatro Cinema Musei mostre

Concerti classici

Concerti leggeri

Spettacoli sportivi

Siti archeologici e

monumenti

Discoteche

1993 14,5 40,7 22,7 7,1 14,4 25,6 ... 23,7 1994 14,3 42,1 23,4 7,5 14,7 27,0 ... 25,3 1995 15,2 41,3 24,8 7,8 15,4 26,9 ... 25,1 1996 15,8 41,9 25,6 7,7 17,1 26,4 ... 25,5 1997 17,0 44,4 26,8 8,8 17,7 27,9 21,5 25,1

9 Cultura, Socialità e Tempo Libero, Indagine Multiscopo sulle famiglie Dicembre 2001 – Marzo 2002, ISTAT, 2003.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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1998 16,0 47,3 26,7 7,9 17,0 26,5 22,1 25,0 1999 16,7 45,0 26,8 8,9 17,4 26,9 21,5 25,0 2000 17,2 44,7 28,6 8,5 18,3 27,8 23,3 25,9 2001 18,7 49,5 28,0 9,1 19,0 28,2 21,5 26,4 Fonte: ISTAT, 2003

Cresce quindi rispetto all’anno precedente la partecipazione alle attività legate al teatro e in genere allo spettacolo, mentre cala la frequenza a musei ed aree archeologiche. Tab.10 - Persone di 6 anni e più che hanno fruito nell'ultimo anno dei vari tipi di intrattenimento, per

regione e tipo di comune - Anno 2001

Teatro Cinema Musei, mostre

Concerti classici

Concerti leggeri

Spettacoli sportivi

Discoteche, balere, ecc.

Siti archeologici

e monumenti

REGIONE

Piemonte 17,8 51,3 32,8 9,4 16,9 25,2 28,3 24,9 Lombardia 22,8 53,9 34,8 10,0 19,3 30,9 28,4 27,1 Veneto 18,5 46,9 35,6 10,4 18,9 29,0 27,8 24,1 Liguria 21,1 51,0 26,7 8,1 17,1 25,0 21,8 16,4 Toscana 17,6 51,4 30,9 10,9 16,8 28,0 25,9 24,0 Lazio 26,0 56,2 30,7 8,3 19,2 31,1 26,9 25,4 Campania 17,3 47,7 17,9 7,2 16,8 26,2 22,5 15,6 Sicilia 15,5 46,0 18,2 7,0 18,8 23,7 26,2 14,0

Italia 18,7 49,5 28,0 9,1 19,0 28,2 26,4 21,5

TIPO DI COMUNE Comune centro dell'area metropolitana

26,6 54,6 31,9 10,6 17,4 24,7 23,3 25,2

Periferia dell'area metropolitana

23,3 58,9 28,8 8,4 19,4 29,7 29,5 22,8

Fino a 2.000 abitanti 11,0 39,5 26,4 7,5 19,5 26,5 28,6 21,5 Da 2.001 a 10.000 abitanti

13,8 43,6 25,7 8,3 19,4 28,7 25,1 20,5

Da 10.001 a 50.000 abitanti

16,9 49,3 27,1 8,9 19,3 29,6 27,9 19,2

50.001 abitanti e più 20,8 50,5 29,4 10,2 18,8 28,3 25,9 21,6 Fonte: ISTAT, 2003

Di grande interesse sarebbe poter disporre di tali dati aggiornati al 2002, al fine di poter verificare gli effetti dei rincari che si sono avuti nel settore proprio nel 2001 (Tab. 11), come riportato dal Rapporto Annuale 2002 dell’ISTAT su “La situazione del Paese nel 2002”.

Tab.11 - Indice dei prezzi al consumo – variazione percentuali rispetto all’anno precedente Capitoli di spesa 2000 2001 2002 I sem 2003 Ricreazione, spettacolo e cultura 0,6 3,4 3,0 1,7 Indice generale 2,5 2,7 2,5 2,7

Fonte: ISTAT, 2002 Il dato sembra confermato dalla ricerca condotta dalla Camera di commercio di Milano, su dati degli Istituti nazionali di statistica europei, e pubblicata su La Repubblica dello scorso 22 luglio.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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Secondo tale confronto l’Italia si posiziona al 4° posto in termini di aumenti nei prezzi nel settore “Ricreazione e cultura” (+2,1%), dopo Irlanda, Grecia e Lussemburgo, a fronte di una diminuzione dello 0,5% per la Francia e dell’1,2% della Germania Le conseguenze e quindi il rallentamento effettivo dei consumi per la cultura e il tempo libero lo si evince dalla tabella successiva (Tab.12) in cui si riportano i consumi delle famiglie per il capitolo di spesa “ricreazione e cultura” a prezzi 1995.

Tab.12 - Consumi delle famiglie a prezzi 1995 (in milioni di euro) Capitoli di spesa 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Ricreazione e cultura 41.574 43.298 44.851 46.983 49.966 50.607 50.522 variazione sull’anno precedente (in percentuale) - 4,1 3,6 4,7 6,3 1,3 - 0,2 Fonte: ISTAT, 2002 Un ultimo dato, che conferma tale trend, è fornito dalla percentuale di spesa media mensile delle famiglie per il capitolo di spesa “Tempo libero e cultura” che vede una diminuzione dal 5,3% del 2000 al 5,1% del 200110. 2.1 Il trend dei visitatori nei musei civici La necessità di monitorare e osservare l’andamento dei visitatori nei musei risponde all’esigenza di avere a disposizione un primo ed efficace strumento di rendicontazione sulle politiche e sulle iniziative intraprese dalle amministrazioni in materia di valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Gli ultimi anni hanno visto le amministrazioni pubbliche, sia lo Stato che gli Enti Locali, molto attente alle nuove esigenze del pubblico: sono stati infatti prolungati gli orari di apertura, si sono create reti e sistemi di bigliettazione integrata e allo stesso tempo molto differenziata11, sono state organizzate iniziative mirate nei confronti di alcune fasce di pubblico, ad es. i bambini o i disabili, sono state create iniziative periodiche di grande successo12. E queste sono solo alcuni casi. È naturale che a fronte di tali sforzi le amministrazioni considerino in prima istanza gli accessi come verifica del “gradimento” della cittadinanza alle proprie iniziative. Pertanto dopo aver definito l’offerta culturale dei Comuni oggetto di indagine viene ora descritta la domanda dei visitatori delle strutture civiche nel periodo 1998-2002 (Fig. 9), gestite direttamente dai Comuni. L’unica eccezione riguarda il Comune di Torino, per il quale esiste una Fondazione, creata in base all’art.113bis del TUEL, che gestisce l’insieme dei musei civici.

10 Rapporto Annuale 2002, ISTAT. 11 Si pensi ad esempio alle 6 Campania Arte Card prodotte dalla Regione Campania. 12 Dalla “Settimana della Cultura” alle “Giornate Europee del Patrimonio”, passando per la “Notte Bianca” di Roma, per esempio.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

17

Fig.9 - I visitatori dei musei civici - serie storica 1998-2002

0

200.000

400.000

600.000800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

2.000.000

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli

1998 1999 2000 2001 2002

Fonte: Federculture

Analizziamo ora singolarmente l’andamento dei visitatori nei singoli Comuni.

Tab.13 - I visitatori nei musei civici

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli 1998 ,,,, ,,,, 175.164 192.816 527.082 917.199 150.407 1999 1.674.502 1.381.846 189.346 163.113 623.175 469.144 168.968 2000 1.872.950 1.367.387 206.872 226.604 570.305 689.829 204.424 2001 1.572.219 1.688.732 222.632 228.528 588.377 803.509 195.920 2002 1.824.429 1.667.092 238.919 266.216 607.636 807.752 199.116

Fonte: Federculture I principali risultati che emergono sono: • Milano è il Comune con il maggior numero di visitatori in tutto il periodo considerato, grazie

all’elevata affluenza nei musei del castello Sforzesco, che rispetto all’anno precedente ha ottenuto un 40% in più di visitatori

• Tra le città d’arte, Firenze, Roma, Venezia, quest’ultima rappresenta il Comune con più visitatori nelle sole strutture civiche

• Le migliori performance rispetto all’anno 2001 sono state registrate dal Comune di Genova (+16%) e da quello di Milano (+16%) come riportato in Tab. 6

• Le migliori performance sul medio periodo sono quelle di Roma (+73%) e Genova (+63%) • La sostanziale stazionarietà dei visitatori nei musei romani è data dal calo dei Musei Capitolini, -

7,5% rispetto al 2001

Tab.14 – Variazioni percentuali nei visitatori dei musei civici

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli

2002/1999 8,95% 20,64% 26,18% 63,21% -2,32% 72,18% 17,84% 2002/2001 16,04% -1,19% 7,32% 16,49% 3,46% 0,53% 2,35% Fonte: Federculture

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2.2 Il raffronto con gli statali Il dimensionamento dell’offerta culturale di un territorio, come abbiamo già detto, dipende e in molti casi in modo determinante, anche dai musei statali. Per quanto riguardo il MiBAC nel 2002 le visite nei musei statali italiani, così come riportato dal Sistan, sono state 31.041.43613, che corrispondono ad un incremento del 5,1% rispetto all’anno precedente, recuperando il calo degli ultimi mesi del 2001 causato dell’effetto Twin Towers, e corrispondono ad un più contenuto + 2,9% rispetto al 2000. Il 2002, quindi, si assesta su quel trend positivo che, prendendo come base il 1995, porta ad un incremento di visite del 25,6%. L’anno 2002 ha visto, in particolare, un forte aumento delle visite in città e luoghi che non sono tra le principali mete del turismo culturale. Per quanto riguarda i Comuni indagati, nella tabella 15 vengono riportate le variazioni percentuali nel numero di visitatori dei musei statali rispetto all’anno 2001 e all’anno 1998, come già riportato per i musei civici.

Tab.15 – Variazioni percentuali nei visitatori dei musei statali

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli

2002/1999 18,79% -0,38% 2,53% -8,38% 6,66% 43,37% 23,50% 2002/2001 -1,77% -5,23% 7,08% -4,42% -6,89% -2,62% 2,09%

Fonte: Federculture I dati evidenziano, in particolare, il calo delle presenze delle grandi città d’arte, Roma e Firenze rispettivamente -3% e -7%14, mentre Torino e Napoli ottengono i risultati migliori. Il dato può essere in parte spiegato dall’inserimento dei principali musei statali nei sistemi di bigliettazione integrata: Torino Card e Campania Artecard. In termini assoluti i numeri riferiti ai musei statali sono riportati in tabella:

Tab.16 - I visitatori nei musei statali

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli 2002 496.550 442.70615 493.077 44.810 5.025.930 7.252.207 1.288.272

Fonte: Federculture Confrontando quest’ultima tabella con la Tab.13 è chiaro il diverso peso, in termini di flussi di visitatori, dei musei civici e di quelli statali. Se si vanno a sommare tutti i visitatori accolti dalle strutture comunali con quelli delle strutture statali si otterrà per i primi la cifra di 5.611.160 persone, per i secondi quella di 16.013.955, risentendo del contributo delle sole città di Roma e Firenze che da sole raccolgono il 78% circa delle visite. In particolare emerge: • Il numero di visitatori dei musei statali di Milano subisce un inversione rispetto al caso dei visitatori

dei musei civici: -2% per il primo caso, +16% nel secondo. • L’affluenza maggiore si è registrata nelle città d’arte di Firenze e Roma che, solo nel 2002, registrano

rispettivamente un totale di visitatori statali pari a 5.025.930 e 7.252.207, quasi la metà di tutti i visitatori dei musei statali italiani;

• Merita una puntualizzazione specifica il dato di Venezia che ha un’affluenza nelle strutture statali fortemente inferiore rispetto a quella dei musei civici. Confrontando questo dato con le altre città

13 Il dato comprende gli ingressi a pagamento e gratuiti presso i musei, i monumenti e le aree archeologiche. 14 A titolo informativo si riporta il dato negativo (-10,8%) del museo più visitato di Italia: i Musei Vaticani. 15 All’interno delle statistiche del Sistan, dal 2002, nel conteggio dei visitatori è tato inserito anche il Percorso Marciano, un biglietto cumulativo che permette l’accesso alle seguenti strutture: Palazzo Ducale e Museo Correr (Comune), (Museo Archeologico e Salone Sansovino (Stato). I totali ingressi del 2002 sono stati 970.403. Non sono stati inseriti nella tabella per evitare un doppio conteggio dei visitatori di Palazzo Ducale e Museo Correr.

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d’arte, emerge che Venezia si attesta attorno ad una media di molto inferiore rispetto alle affluenze di Roma e Firenze; questo può essere spiegato dalla concessione da parte dello Stato di Palazzo Ducale al Comune, che risulta essere una delle prime attrazioni della città.

Il confronto diretto aiuta ancora meglio a comprendere le dinamiche in atto.

Fig.10 – Composizione percentuale dei visitatori nei musei civici e statali – Anno 2002

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Torino

Milano

Venezia

Genova

Firenze

Roma

Napoli

Visitatori dei Musei Civici Visitatori dei Musei Statali

Fonte: Federculture

Ancora sul trend dei visitatori.

Figg. 11 – I trend dei visitatori nei musei civici e statali

Milano

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

Venezia

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

Torino

0

500.000

1.000.000

1999 2000 2001

Musei Civici Musei Statali

Genova

0

100.000

200.000

300.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

Firenze

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

Roma

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

8.000.000

9.000.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

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2.3 Gli “altri” musei Per completare l’analisi relativa ai flussi di visitatori che l’offerta museale di una città può generare si è scelto di prendere in considerazione le realtà delle gestioni autonome nel panorama cittadino, ovvero quelle realtà che rientrino ad esempio nelle fattispecie previste dall’art. 113bis del TUEL, come ad esempio il Palazzo delle Esposizioni di Roma, oppure soggetti partecipati in misura diversa dal Comune, come ad esempio Palazzo Ducale Spa di Genova o il Museo del Cinema di Torino, ecc. Lo scopo è quello di contribuire a definire quello che può essere chiamato il Gruppo Culturale Comunale. L’importanza è evidente. Per ognuna di queste realtà il Comune investe risorse umane e finanziarie notevoli; il loro sviluppo è strettamente legato alle politiche dell’amministrazione comunale anche in termini di continuità e qualità del servizio offerto.

Museo Civico di Zoologia Roma Fondato nel 1932, attualmente è la VI Unità Organizzativa del Dipartimento Cultura Sport e Toponomastica, dell’Assessorato alle Politiche Culturali. Dall’aprile 1998 è diventata struttura a se stante rispetto al Bioparco (l’ex zoo), divenuto spa mista pubblico-privato. Il museo raccoglie, studia, mostra ed insegna. Combina scienza pura ed applicata. La sua area di azione spazia da quella tipica di un museo scientifico per bambini fino ad un istituto di ricerca avanzata di importanza internazionale.

Affluenza di visitatori 1998 1999 2000 2001 2002

7.97516 26.310 31.298 27.356 31.978 Variazione sull’anno precedente

- 230% 19% -13% 17%

Contributo percentuale in termini di visitatori del Gruppo Culturale Romano: Ø 3,9%

Museo Nazionale del Cinema Torino Unico in Italia e tra i più importanti del Mondo, il Museo Nazionale del Cinema è ospitato all'interno della Mole Antonelliana di Torino. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino nasce nel 1941. Nel 1992 diviene Fondazione grazie al sostegno della Regione Piemonte, del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Cassa di Risparmio di Torino e dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema. Oggi il Museo Nazionale del Cinema è ritornato nella sua sede originaria, nella Mole Antonelliana: inaugurato nel luglio 2000, lo spettacolare allestimento dell'architetto François Confino, ha trasformato il monumento simbolo della città in un museo verticale unico al mondo. 16 I dati si riferiscono al solo periodo maggio-settembre

Napoli

0

500.000

1.000.000

1.500.000

1999 2000 2001 2002

Musei Civici Musei Statali

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Oggi il Museo è una fondazione di diritto privato. I soci fondatori sono i seguenti: Associazione Museo Nazionale del Cinema Amici della Fondazione Maria Adriana Prolo Città di Torino Regione Piemonte Provincia di Torino Fondazione C.R.T. Compagnia di San Paolo Istituto Luce

Affluenza di visitatori 1998 1999 2000 2001 2002

- - 211.96617 361.403 339.767 Variazione sull’anno precedente

- - - 70,5% -5,9%

Contributo percentuale in termini di visitatori del Gruppo Culturale Torinese: Ø 58,7%

Palazzo Ducale Spa. Genova Palazzo Ducale Spa è una società per azioni, nata nel 1999, il cui capitale è interamente detenuto dal Comune di Genova, il cui oggetto sociale è la gestione in concessione degli spazi di Palazzo Ducale, assegnati dal Comune di Genova, da destinare ad attività espositive, culturali, commerciali, di somministrazione e di servizi; In particolare provvede all’organizzazione e gestione di mostre e manifestazioni culturali di rilievo (anche fuori dagli spazi concessionati) e di eventi di grande rilievo, anche per terzi. A partire dal 1999 le mostre organizzate da Palazzo Ducale Spa sono state 27, con un picco per l’anno 1999 di 11, per un totale di più di 1 milioni di visitatori.

Affluenza di visitatori 1998 1999 2000 2001 2002

101.181 135.746 149.672 127.440 107.870 Variazione sull’anno precedente

- 34,2% 10,3% -6,1% -15,4%

Contributo percentuale in termini di visitatori del Gruppo Culturale Genovese: Ø 28,8%

Chiesa Musealizzata di S.M.Novella – Museo Marino Marini – Museo Stibbert Firenze Il Comune di Firenze è proprietario, oltre ai musei precedentemente identificati, di altre tre strutture: la Chiesa Musealizzata di S.M.Novella (dato in concessione il secolo scorso dallo Stato), il Museo Marino Marini (dato in concessione al Comune dal Demanio dello Stato) e il Museo Stibbert. La gestione dei tre musei è affidata rispettivamente all’Associazione “Opera di Santa Maria Novella”, alla Fondazione Marino Marini e alla Fondazione Museo Stibbert.

Affluenza di visitatori 1998 1999 2000 2001 2002

Chiesa SM Novella - Museo Stibbert 22.102 Museo Marini 10.454

- 23.785 15.185

- 24.081 19.811

367.922 23.182 13.660

403.313 21.966 12.366

Contributo percentuale in termini di visitatori del Gruppo Culturale Fiorentino: Ø 41,9%

17 Aperto dal 20 luglio.

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2.4 Alcuni indici Con i dati disponibili è possibile ottenere degli indici che possono ulteriormente arricchire l’analisi sulla dotazione e sulla domanda museale nei Comuni oggetto dell’indagine. INDICE DI POTENZIALITA’ della DOMANDA Questo indice esprime il rapporto tra il numero dei visitatori civici e statali di ogni Comune e il numero delle strutture museali totali. Per valori dell’indice tendenti allo zero si raggiunge una situazione ottimale di massimo sfruttamento dell’offerta culturale. Genova, che tra tutti i comuni presenta il valore più alto, ha di conseguenza degli elevati margini di miglioramento e incremento della propria domanda museale.

Fig. 12 – Indice di potenzialità della domanda – Anno 2002

01.000.0002.000.0003.000.0004.000.0005.000.0006.000.0007.000.0008.000.0009.000.000

Genova Torino Roma Firenze Napoli Venezia Milano

16 musei 9 musei 57 musei 28 musei 16 musei 12 musei 16 musei

Vis

itato

ri a

nn

o 2

002

0,0000

0,0100

0,0200

0,0300

0,0400

0,0500

0,0600

0,0700In

dic

e d

i po

ten

zial

ità

Totale visitatori Indice di potenzialità

INDICE di POTENZIALITA’ della DOMANDA

Esprime il rapporto tra il totale visitatori e il totale delle strutture

INDICE di DENSITA’ MUSEALE Esprime il rapporto tra il numero di musei e la superficie del Comune

INDICE di PENETRAZIONE Considera il totale dei visitatori sul totale dei residenti nei relativi Comuni

INDICI DESCRIZIONE

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INDICE DI DENSITA’ MUSEALE Con tale indice si vuole mettere a confronto il numero totale di visitatori, sia dei musei statali sia di quelli civici, con il rapporto tra il numero totale dei musei e la superficie, espressa in chilometri quadrati, del Comune. Dal grafico (Fig. 13) si evince che non esiste una correlazione diretta tra numero di visitatori e musei presenti sul territorio, infatti i due estremi rappresentati da Roma e Firenze, in termini di densità, sono i Comuni con il maggior numero di visite.

Fig. 13 – Indice di densità museale – Anno 2002

0

1.000.0002.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

8.000.000

9.000.000

Genova Torino Roma Firenze Napoli Venezia Milano

16 musei 9 musei 57 musei 28 musei 16 musei 12 musei 16 musei

Vis

itato

ri a

nn

o 2

002

0

0,050,1

0,15

0,2

0,25

0,3

0,35

0,4

0,45

Ind

ice

di d

ensi

Totale visitatori Densità museale

FFonte: Federculture Se si normalizza il dato relativo ai visitatori totali calcolando invece la media per museo, di nuovo emerge che non esiste una diretta correlazione tra numero di visite e musei presenti sul territorio (Fig.14.)

Fig. 14 – Indice di densità museale – Anno 2002

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

Genova Torino Roma Firenze Napoli Venezia Milano

16 musei 9 musei 57 musei 28 musei 16 musei 12 musei 16 museiVis

itat

ori

med

i per

mu

seo

an

no

200

2

0

0,05

0,1

0,15

0,2

0,25

0,3

0,35

0,4

0,45In

dic

e d

i den

sità

Totale visitatori Densità museale

Fonte: Federculture

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INDICE DI PENETRAZIONE È dato dal rapporto tra visitatori e popolazione residente. E’ stato calcolato per tutti Comuni nell’anno 2001, data dell’ultimo censimento Istat.

Fig. 15 – Indice di penetrazione – Anno 2001

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

Milano Venezia Torino Genova Firenze Roma Napoli

Fonte: Federculture Tale indice non vuole assolutamente essere una misura della effettiva partecipazione della cittadinanza ai musei civici, serve più che altro a dare un’idea delle potenzialità ancora inespresse di alcuni sistemi museali civici, rispetto alla popolazione residente. Perché se è ovvio che città come Venezia e Firenze abbiano una rendita di posizione tale da garantire alti afflussi grazie al turismo, Milano la cui quota, in termini di presenze turistiche, è sicuramente inferiore, dimostra comunque il forte senso di appartenenza e partecipazione della cittadinanza. POSIZIONAMENTO dell’OFFERTA MUSEALE Con i dati a disposizione è possibile analizzare congiuntamente domanda e offerta museale degli otto comuni oggetto di indagine. In particolare la prima analisi è una fotografia del contesto civico (Fig. 16) e statale (Fig. 17) in cui si evidenziano i dati generale relativi alla domanda di tutti i musei posizionata rispetto al numero di strutture. La superficie delle bolle aumenta all’aumentare del totale visitatori.

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Fig. 16 – Posizionamento dell’offerta museale civica – Anno 2002

TO238.919

GE266.216

FI607.636

NA199.116

MI1.824.429

VE1.667.092

RM807.752

0

5

10

15

20

25

30

n. M

usei

Fonte: Federculture

Fig. 17 – Posizionamento dell’offerta museale statale – Anno 2002

TO493.077 GE

44.810

NA1.288.272

VE442.706

MI496.550

FI5.025.930

RM7.252.207

-5

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

n. m

use

i

Fonte: Federculture Le due rappresentazioni mostrano come per i musei statali ci sia un rapporto diretto tra numero di musei e numero di visitatori maggiore di quanto succede per i musei civici, all’aumentare dell’offerta aumentano i visitatori L’ultimo grafico prende in considerazione i soli musei civici, differenziando l’afflusso di visitatori in 6 classi (Fig. 18).

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Fig. 18 – Posizionamento dell'offerta museale dei comuni per classi di visitatori - anno 2002

Milano648,334

Genova162,518

Roma228,259

Roma532,147

Firenze 534,462

Venezia1,235,445

-2

0

2

4

6

8

10

0 1 2 3 4 5 6 7

N. M

use

i

Torino Milano Genova Firenze Roma Venezia Napoli Palermo

fino a 5.000 5.001 - 10,000

10,001 - 50,000

50,001 - 100,000

100,001 - 500,000 oltre 500,000

Fonte: Federculture Dal grafico emerge ad esempio che Venezia raccoglie la maggior parte dei propri visitatori (1 milione e 200 mila persone) a Palazzo Ducale (bolla posizionata in basso a destra), mentre gli altri musei, presenti nelle classi inferiori, raccolgono molte meno visite. Caso simile è rappresentato da Milano. Anche in questo caso con il solo Museo di Arte Antica, appartenente al gruppo dei Musei del Castello, si concentrano le visite più elevate, più di 800 mila presenze (nel grafico la bolla relativa al Museo di Arte Antica è nascosta dalla bolla di Venezia). Caso completamente diverso è quello di Roma, dove al di là dei Musei Capitolini (totale visitatori 364 mila) l’estrema frazionarietà dell’offerta museale è evidenziata dalla bolla più alta del grafico, posizionata nella classe che prevede visite dalle 10 alle 50 mila unità per un totale di visite pari a sole 228 mila unità.

Tab. 17– Posizionamento dell'offerta museale dei comuni per classi di visitatori - anno 2002

Classi di visitatori fino a

5.000 5.001- 10.000

10.001- 50.000

50.001- 100.000

100.001- 500.000

oltre 500.000

Torino n. musei 0 0 2 1 1 0 n. visitatori 0 0 70.423 51.379 117.117 0 Milano n. musei 0 2 4 4 3 1 n. visitatori 0 10.427 77.961 281.358 648.334 806.160 Genova n. musei 3 2 8 1 0 0 n. visitatori 7.380 19.267 162.518 77.051 0 0 Firenze n. musei 1 1 0 1 2 0 n. visitatori 4.049 7.653 55.092 534.46218 0

18 Nel dato sono compresi anche i visitatori del Museo dei Ragazzi presso Palazzo Vecchio.

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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Roma n. musei 5 5 9 1 2 0 n. visitatori 9.062 35.844 228.259 55.029 532.147 0 Venezia n. musei 0 1 3 1 2 1 n. visitatori 0 7.532 45.665 85.366 294.699 1.235.445 Napoli n. musei 3 2 1 0 1 0 n. visitatori 5.910 16.623 34.500 0 142.183 0 Palermo n. musei 0 0 2 2 0 0 n. visitatori 0 0 78.063 170.002 0 0

Fonte: Federculture 2.5 Turismo culturale e andamento della domanda Il presente paragrafo vuole fornire alcuni dati riguardanti le dinamiche che esistono tra domanda museale e turismo. Il turismo mondiale, secondo le ultime stime del World Tourism Organisation, ha ripreso la sua corsa portandosi nel 2002 alla cifra di 715 milioni di arrivi turistici, recuperando gli effetti negativi del settembre 2001. In generale, ma soprattutto in Europa e Italia, la tendenza è stata quella di orientare le destinazioni di viaggio all’interno del proprio Paese e su mete lontane dalle grandi capitali. Gli ultimi dati disponibili del WTO, infatti, relativi al 2001 mostrano una contrazione degli arrivi internazionali in Europa pari allo 0,7% e in Italia del 5,1% rispetto all’anno 2000. Nonostante ciò l’Italia rimane la quarta destinazione al mondo per il turismo (Tab. 18.)

Tab. 18 – Arrivi e quote di mercato turistico internazionale - anno 2001

Arrivi 2001 Variazione su 2000 Quota di mercato 2001 Francia 76,5 1,2% 11,0 Spagna 49,5 3,3% 7,1 USA 45,5 -10,6% 6,6 Italia 39,1 -5,1% 5,6 Cina 33,2 6,4% 4,8

Fonte: Organizzazione Mondiale del Turismo, in Primo Rapporto sul Turismo in Campania, 2003 Per quanto riguarda le entrate valutarie generate dal turismo internazionale l’Italia mantiene la stessa posizione (Tab. 19):

Tab. 19 – Introiti e quote di mercato turistico internazionale- anno 2001

Introiti 2001 Variazione su 2000 Quota di mercato 2001 USA 72,3 -11,8% 10,6 Spagna 32,9 4,4% 7,1 Francia 30,0 -2,6% 6,5 Italia 25,8 -6,2% 5,6 Cina 17,8 9,9% 3,8

Fonte: Organizzazione Mondiale del Turismo, in Primo Rapporto sul Turismo in Campania, 2003 Le entrate derivanti dal turismo risentono notevolmente della provenienza del turismo e del luogo di soggiorno (Tab.20)

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Tab. 20 – Le spese dei turisti in Italia, dato per Regioni - anno 2001

Regioni Turisti stranieri Turisti italiani della stessa regione

Turisti italiani di altre regioni

TOTALE TURISTI

Piemonte 990 646 1.035 2.671 Lombardia 4.355 1.554 2.219 8.128 Liguria 1.645 321 1.988 3.954 NORD-OVEST 7.090 2.530 5.705 15.325 Veneto 4.775 2.601 3.453 10.829 NORD EST 8.890 5.401 11.822 26.113 Toscana 3.663 1.772 3.159 8.594 Lazio 5.228 1.996 1.895 9.119 CENTRO 9.599 4.342 7.048 20.989 Campania 1.149 1.168 1.574 3.891 Sicilia 619 2.481 971 4.071 MEZZOGIORNO 3.198 8.232 6.336 17.766 ITALIA 28.779 20.508 30.909 80.196 Fonte: Irpet, in Annuario del Turismo 2003 in milioni di euro La forza del comparto turismo è nota. Il recente XII Rapporto sul turismo italiano riporta che limitatamente ai soli consumi dei turisti il settore produce un valore aggiunto pari al 5,4% di tutto quello prodotto in Italia, più del doppio del comparto alimentare e di quello tessili, abbigliamento. Se poi si va a considerare il comparto allargato dei viaggi e del turismo si arriva ad un fatturato che rappresenta il 11,7% del PIL nazionale. I dati riportati dall’Annuario del Turismo 2003 del Touring Club Italiano (Tab. 21) riguardano le strutture ricettive alberghiere e quelle complementari, come ad esempio i campeggi, i villaggi turistici, gli agriturismo, case per le ferie ecc. sono pertanto esclusi gli alloggi e le stanze affittate. Il trend riflette la flessione iniziata dal settembre 2001, anche se la tenuta del turismo italiano limita il deficit turistico straniero.

Tab. 21 – Arrivi e presenze ufficiali nel totale strutture ricettive, serie storica 1999-2002 Italiani Stranieri Totale Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 1999 42.476.000 181.647.000 31.845.000 126.668.000 74.321.000 308.315.000 2000 44.924.000 198.528.000 35.108.000 140.357.000 80.032.000 338.885.000 2001 46.005.000 203.651.000 35.768.000 146.672.000 81.773.000 350.323.000 Variazione % 2001/2000 2,4 2,6 1,9 4,5 2,2 3,4

200219 46.000.965 201.285.806 35.098.491 144.678.739 81.099.456 345.964.545 Variazione % 2002/2001 0,0% -1,2% -1,9% -1,4% -0,8% -1,2%

Fonte: Annuario del Turismo 2003, TCI e ISTAT (per l’anno 2002) 19 Dati provvisori

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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Fig. 19 - Arrivi ufficiali nel totale strutture ricettive - Anni 2001-2002

0

10.000.000

20.000.000

30.000.000

40.000.000

50.000.000

60.000.000

70.000.000

80.000.000

90.000.000

Italiani Stranieri Totale

2001 2002

Fonte: Annuario del Turismo 2003, TCI e ISTAT (per l’anno 2002) I dati relativi alle città indagate mostrano un andamento negativo, eccezion fatta per Milano (Fig. 20).

Fig. 20 - Arrivi italiani e stranieri

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

GENOVA MILANO ROMA VENEZIA TORINO PALERMO FIRENZE

2001 2002

Fonte: Federculture Lo scostamento maggiore (identificato dal rettangolo rosso) si verifica a Roma, dove si perdono circa 300.000 presenze, quasi esclusivamente di provenienza straniera. In questo caso le cause, secondo molti analisti, sono da ricercare non solo nell’effetto 11 settembre, ma anche nel fisiologico rientro su livelli di turismo antecedenti al grande afflusso del Giubileo del 2000. Milano è l’unica città in controtendenza (più di 400.000 arrivi). L’andamento delle presenze ricalca il trend degli arrivi, mostrando l’unico calo marcato della città di Roma.

Permanenza media: 4,27 giorni

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“Il settore cultura nei grandi comuni italiani”

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L’incidenza del turismo straniero sul totale presenze nelle città, che và da un minimo del 32% di Torino a un massimo del 6% di Roma, in calo rispetto all’anno precedente, risulta in crescita in tutte le altre città (Fig. 21).

Fig. 21 – Presenze italiane e straniere, in percentuale – Anno 2002

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

MILANO

ROMA

GENOVA

TORINO

FIRENZE

Presenze italiane Presenze straniere

Fonte: Federculture

Il fenomeno che può correlare l’andamento dei flussi turistici e quello dei flussi di visitatori nei musei della stessa città non è di facile ed immediata identificazione. Nei cinque casi riportati sembra che all’aumentare del flusso turistico aumentino, o perlomeno restino costanti, i visitatori dei musei civici, al contrario invece non si verifica il caso opposto: Roma, che è l’unica città a perdere turisti mentre accresce visitatori nei musei. (Fig.22)

Fig. 22 – Flussi turistici e visitatori dei musei civici

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

6.000.000

7.000.000

GENOVA MILANO ROMA VENEZIA TORINO FIRENZE

Arrivi italiani e stranieri 2001 Arrivi italiani e stranieri 2002Visitatori musei civici 2001 Visitatori musei civici 2002

Fonte: Federculture

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2.6 Biglietti e musei L’orientamento generale dei musei civici è quello di uniformarsi alle politiche tariffarie già in vigore a livello statale e nelle principali realtà europee. Anche Milano, fino ad oggi insieme a Napoli nella politica di gratuità, per il 2004 introdurrà il biglietto a pagamento per le principali strutture museali cittadine. Lo scopo ricercato dal Comune di Milano è quello di raccogliere risorse per sostenere gli investimenti nel settore. La successiva tabella mostra il quadro sinottico delle diverse realtà (Tab. 22).

Tab. 22 - Sistemi di bigliettazione nei Musei Civici – Anno 2002 GRATUITI INTERI € RIDUZIONI €

Torino < 12, Palazzo

Madama x da 3,00 a

5,50 x da 2,00 a 3,00

Milano x

solo le mostre c/o sedi

espositive

Venezia <5, residenti,

handicap x da 2,5 a

6,5 x da 1,5 a 4,5

Genova <18, >60, domenica x

da 3,10 a 5,50 x da 2,07 a 4,9

Firenze <3 x da 2,20 a

6,00 x da 0,6 a 4,5

Roma x x da 2,60 a

6,20 x da 1,60 a 4,10

Napoli x solo

Castelnuovo 5 Palermo <18, >60 x 3,1 x

La gratuità è prevista in tutte le strutture considerate, con specifiche diverse: si va da situazioni che ricalcano i regolamenti statali (ingresso gratuito per i minori di 18 anni e gli ultrasessantenni) a casi più restrittivi: es. bambini sotto i tre anni. Venezia rappresenta l’unica realtà in cui l’accesso ai musei civici è gratuito per i residenti. I biglietti interi, d’altra parte, oscillano da un minimo di 2,20 euro a un massimo di 6,5 euro, variabile in base al museo. Sempre di più le città improntano le proprie politiche di offerta sulla integrazione dei biglietti all’interno di circuiti museali (Biglietti integrati) o con altri servizi culturali, turistici, pubblici e commerciali (Card). Vengono adottati i biglietti integrati nelle città di Venezia, Genova e Firenze. Mentre i Comuni di Torino, Venezia, Genova e Napoli hanno già implementato il sistema della card, ottenendo ottimi risultati in termini di incremento delle visite, ad esempio a Napoli gli incrementi sono stati del 15% nel primo anno di messa a regime della card. Milano, fino a tutto il 2003, era l’unico caso di città in cui l’accesso ai musei civici fosse gratuito. È di questi giorni la decisione del Consiglio Comunale di introdurre gradualmente tariffe di ingresso ai musei civici. Si pagherà, infatti, per entrare al Castello Sforzesco e al Museo di Storia Naturale (3 euro di biglietto intero), all’Acquario, al Museo Archeologico, al Museo del Risorgimento e alla Galleria di Arte Moderna e via di seguito in tutti i musei civici (secondo tariffe diverse). Sono allo studio, comunque sistemi di bigliettazione cumulativa con diverse validità. La scelta operata dal Comune è stata motivata dai problemi di bilancio che il settore Musei e Mostre soffriva negli ultimi anni.

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2.7 L’utenza bibliotecaria L’utenza bibliotecaria e i prestiti rappresentano i due principali indicatori dell’efficacia del serv izio bibliotecario. Il dato nazionale, così come ripreso dall’indagine AIB-ISTAT-Federculture del 2003, riporta una situazione in cui la maggior parte delle biblioteche sono frequentate mensilmente da meno di 100 persone. Il dato deve comunque essere letto tenendo in considerazione l’elevata presenza sul territorio italiano di strutture di ridotte dimensioni appartenenti a piccole e piccolissime realtà locali (Fig. 23 ). Nonostante ciò esistono casi, come la Toscana o la Liguria, in cui il 6% circa di biblioteche per la prima e il 3% circa per la seconda, raccolgono un’utenza mensile media superiore alle 5.000 unità.

Fig. 23 – Utenza media mensile nelle biblioteche italiane – Anno 2003 (distinzione per classi)

72,4%

61,8%

34,5%

70,9%

45,6%

27,2%

76,5%

47,1%

23,2%

31,2%

54,7%

20,9%

33,6%

50,8%

21,1%

48,5%

3,9%

5,7%

9,1%

5,3%

14,9%

20,5%

5,9%

59,5% 32,0%3,7%

1,7%

7,1%

0,6%

1,3%

1,7%

2,8%

1,5%

0,7%

0,7%

1,5%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Piemonte

Lombardia

Veneto

Liguria

Toscana

Lazio

Campania

Sicilia

ITALIA

1-100 101-1.000 1.001-5.000 oltre 5.000

Fonte: Federculture Prendendo in considerazione i Comuni oggetto dell’indagine, almeno quelli per i quali si hanno informazioni, emerge quanto segue:

Tab. 23 – Utenza delle biblioteche civiche - anno 2002

COMUNE UTENTI N. BIBLIOTECHE MILANO 893.785 25 TORINO 301.089 19 GENOVA 827.294 15 FIRENZE 217.510 11 ROMA 1.154.349 30

Fonte: Federculture Il dato è su base annuale, al fine di confrontarlo con il dato nazionale di Fig.17, si va a stimare l’afflusso medio mensile per biblioteca ottenendo per Genova 4.596 utenti al mese, per Milano 3.000 e per Torino 1320; dati quindi molto positivi se confrontati con l’andamento generale. Per sondare il grado di efficienza e il reale soddisfacimento dei bisogni dei cittadini è utile analizzare anche l’insieme dei servizi che le singole biblioteche forniscono ai loro utenti. In generale, e in base alle informazioni disponibili sui siti web delle amministrazioni coinvolte, si nota una maggiore attenzione delle strutture delle città del nord Italia verso gli utenti portatori di handicap. Infatti praticamente tutte le biblioteche civiche di Torino, Milano e Firenze dichiarano di essere fornite

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di strutture adeguate per l’utenza dei disabili. Torino risulta particolarmente sensibile al problema: più della metà delle sue strutture offre anche il servizio per i non vedenti attraverso la messa a disposizione di libri e documenti registrati su audiocassette. Roma, oltre ad offrire postazioni internet e sezioni dedicate ai ragazzi in quasi tutte le biblioteche, ha già attivato una postazione per disabili visivi presso la Biblioteca Borromeo e in programma c’è un adeguamento generale delle strutture in tale direzione. Nessun dato al riguardo emerge dalle strutture napoletane e palermitane. Stesse considerazioni valgono per quanto riguarda la capacità delle amministrazioni comunali di “mettere a sistema” le loro strutture bibliotecarie fornendo, in questo modo la possibilità di effettuare prestiti interbibliotecari (Milano, Firenze, Genova) avere a disposizione cataloghi informatizzati unici sia per l’area metropolitana che regionale (Torino, Firenze, Venezia). Un’interessante iniziativa, volta ad avvicinare la cittadinanza alla lettura, è stata organizzata dal Comune di Firenze: “lo scaffale del libero scambio”. In luoghi molto frequentati, come ad esempio il Cortile della Dogana presso Palazzo Vecchio, sono stati allestiti scaffali di libri a cui tuti possono accedere e prendere, liberamente, un libro tra quelli proposti, leggerlo e passarlo ad amici e conoscenti, riportandolo, infine, nelle aree di scambio. Ulteriore elemento di coinvolgimento è dato dalla possibilità di ogni cittadino di arricchire il patrimonio lasciando un proprio libro negli scaffali.