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PARTE P R I M A DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI · Solai su travi di ferro con elementi laterizi interposti. Questi solai saranno composti di travi e tavelloni con sovrastante massetto

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PARTE P R I M A

DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI

ART.1 OGGETTO DELL’APPALTO

L’appalto ha pe oggetto i lavo i di Messa i sicu ezza di uota pa te degli i pia ti, ealizzazio e dei siste i finalizzati alla sicurezza antincendio e riqualificazione degli spazi interni del mercato rionale Primavalle I

“a t’Igi o Papa

ART.2

AMMONTARE E DESIGNAZIONE DELLE OPERE

L’a o ta e co plessivo è pa i a € . , (duecentosessantumilacinquecentonovantatre/95) IVA

esclusa di cui € . , (duecentoquarantunomilaottocentouno/04) IVA esclusa per lavori comprensivi

del costo della manodopera, che ammonta ad € 0.746,94 (novantamilasettecentoquarantasei/94), ed € 19.792,91 (diciannovemilasettecentonovantadue/91) IVA esclusa per oneri della sicurezza non soggetti a

ribasso.

Il co t atto è stipulato a isu a. L’i po to dei si goli g uppi o oge ei di lavo azio e è iportato nella

seguente tabella:

DESCRIZIONE DEI LAVORI CATEGORIE IMPORTO INC. % LAVORI

001 scavi e rinterri 2 205,00 0,84%

002 demolizioni-rimozioni 19 390,17 7,41%

003 trasporti 7 713,25 2,95%

004 conglomerati-acciai-casseforme 1 920,47 0,73%

005 opere in acciaio 16 401,75 6,27%

006 vespai - sottofondi - massetti 3 829,38 1,46%

007 opere murarie 10 917,93 4,17%

008 intonaci e rasaure 12 760,24 4,88%

009 opere da pittore- controsoffitti 9 125,45 3,49%

010 pavimenti e rivestimenti 13 486,38 5,16%

011 infissi interni 17 192,67 6,57%

012 finitura esterna - box 6 758,29 2,58%

013 opere varie 8 510,42 3,25%

Oneri della sicurezza 19 792,91 7,57%

TOTALE OG 1 150 004,31 57,34%

014 impianto idrico sanitario bagni 5 920,89 2,26%

015 impianto idrico distribuzione 33 000,44 12,62%

016 conduttori 14 146,19 5,41%

017 illuminazione 26 383,96 10,09%

018 forza motrice 2 455,63 0,94%

019 quadri elettrici 7 433,27 2,84%

020 completamento 2 260,85 0,86%

021 rivelazione incendi 6 886,58 2,63%

022 diffusione sonora 10 700,25 4,09%

023 condizionamento uffici 2 401,58 0,92%

TOTALE OG11 111 589,64 42,66%

TOTALE GENERALE 261 593,95 100,00%

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Per quanto riguarda i lavori indicati dal presente Capitolato, è richiesta la qualificazione dell'Appaltatore per

le seguenti categorie e classifiche così come richiesto dal Decreto ministeriale 10 novembre 2016, 248 e

dall'art. 89, comma 11 del D.Lgs. n. 50/2016 e s.m.i.

OG 1 – class. I - come categoria prevalente - i po to € 150.004,31

OG 11 - class. I - come categoria scorporabile - impo to € 111.59,64 così suddivisa:

(OS30: € 72 668,31 - O“ : € 38 921,33)

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PARTE SECONDA

PRESCRIZIONI TECNICHE

ART.1

MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLE LAVORAZIONI

Scavi a sezione obbligata Gli scavi a sezione obbligata per la realizzazione della fognatura, dovranno essere solidamente puntellati e sbadacciati con armature in modo da assicurare contro ogni pericolo gli operai ed impedire ogni franamento e smottamento di materia durante l’esecuzione tanto degli scavi che delle murature. Tali armature dovranno, al minimo, essere costituite da tavole di sbadaccio poste in modo che gli spazi tra le tavole stesse non siano superiori a cm. 30, assicurate alle testate con longarine e contrastate con traverse, anche meccaniche, con interasse non superiore a m. 1,20 il tutto completo di gattelli e di ganasce. L'Appaltatore rimarrà comunque, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone e alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo cura e spese, alla rimozione delle materie franate. L'Appaltatore dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi. Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori), ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate all’interno dell’area di cantiere previo assenso della Direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie. La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni. Qualora i materiali siano ceduti all'Appaltatore, si applica il disposto del DMLLPP N°145 del 19 aprile 2000 Rilevati e rinterri Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempirei vuoti tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei lavori, si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della Direzione dei lavori. Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si preleveranno le materie occorrenti ovunque l'Appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla Direzione dei lavori. Per rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in generale, di tutte quelle che con l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte. Nella formazione dei suddetti rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Le materie trasportate rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi al momento della formazione dei suddetti rinterri. Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi secondo le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei Lavori. È vietato di addossare terrapieni a murature di fresca costruzione. Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore. Opere e strutture in muratura e c.a. Murature in genere: criteri generali per l’esecuzione Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per: ricevere le testate delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la formazione delle murature;

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il passaggio delle canalizzazioni verticali (tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufe e camini, scarico acqua usata, immondizie, ecc.); il passaggio delle condutture elettriche, di telefoni e di illuminazione; gli zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc. Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite. La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse. I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione. Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure. La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di otto né minore di 5 mm. I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla stuccatura col ferro. Le malte da impiegarsi per l'esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato. All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato. I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al disotto di zero gradi centigradi. Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno. Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra sarà eseguito un opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità. Solai su travi di ferro con elementi laterizi interposti. Questi solai saranno composti di travi e tavelloni con sovrastante massetto in c.a. provvisto di rete elettrosaldata - diametro mm. 6, maglia 20x20 - per uno spessore di cm. 8 al disopra del tavellone con finitura in cemento lisciato; fornitura e posa in opera, tramite saldatura nella parte inferiore dei ferri a L, di ferri ad L 20x3 a contenimento dell’intonaco dell’intradosso del solaio; realizzazione di intonaco frattazzato e lisciato spessore minimo 1,5 cm previa sbruffatura e finito con strato di colla. Verranno, infine, applicate 2 mani di antiruggine su tutte le parti in ferro scoperte. Le travi avranno le dimensioni e la distanza tra asse ed asse di cui alla relazione tecnica allegata. Prima del loro collocamento in opera dovranno essere verniciate con 2 mani di antiruggine e forate per l’applicazione dei tondini. I tavelloni saranno appoggiati alle travi e prima della realizzazione dell’intonaco si dovrà applicare la sbruffatura di malta cementizia, al fine di evitare eventuali distacchi dell’intonaco stesso, previa abbondante bagnatura della faccia di intradosso dei tavelloni. Opere in cemento armato Nell’esecuzione dei solai in cemento armato, l’Impresa dovrà attenersi a tutte le norme vigenti contenute in Leggi, Decreti, Regolamenti, Circolari Ministeriali, prescrizioni del CNR, o del Consiglio Superiore dei LL.PP. ivi incluse quelle emanate successivamente alla data di approvazione del presente progetto ed immediatamente vigenti, in modo che tutte le strutture in questione siano sempre rispondenti ai più recenti risultati della scienza e della tecnica, ufficialmente approvati dagli Organi dello Stato. Avvenuto il disarmo, la superficie delle opere sarà regolarizzata ove occorra, con malta cementizia. L’applicazione si farà previa pulitura e lavatura della superficie delle gettate e la malta dovrà essere ben conguagliata con cazzuola e fratazzo, con l’aggiunta di opportuno spolvero di cemento puro. Tale applicazione non potrà essere eseguita se prima la Direzione dei Lavori non avrà preso visione dello strato superficiale delle strutture dopo il disarmo. I laterizi per i solai in c.a. del tipo misto, aventi funzione statica, dovranno rispondere anch’essi a tutte le relative prescrizioni contenute nelle norme vigenti sopra richiamate. Intonaci Gli intonaci di qualsiasi genere, dovranno essere eseguiti in periodi non soggetti a gelate e dopo aver rimossa dai giunti delle murature la malta poco aderente, ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della parete. Le superfici delle strutture in calcestruzzo di cemento o degli intradossi di solai o volte di qualsiasi tipo dovranno essere preparate con gli adesivi previsti in tariffa prima di essere intonacate, salvo che la Direzione dei Lavori non disponesse diversamente. Gli intonaci di qualunque specie siano, lisci o a superficie rustica, non dovranno mai presentare capillature, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti.

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Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti dall'Appaltatore a sue spese. La calce da usarsi negli intonaci dovrà essere spenta da almeno sei mesi per evitare i così detti "bottaccioli", sfioriture e screpolature, verificandosi le quali, saranno a carico dell'Appaltatore le riparazioni occorrenti. Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai millimetri 15. Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure, usando appositi modini, con opportuno arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito darà la Direzione dei Lavori. Particolarmente per ciascun tipo d'intonaco si prescrive quanto appresso: Intonaco grezzo e arricciature. - Predisposte le fasce verticali, solo a mezzo di regoli di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta detto rinzaffo, gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà alquanto asciutto si applicherà su di esso un secondo strato della medesima malta che si stenderà con la cazzuola o col fratazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asprezza, sicché le pareti riescano regolari. Intonaco comune o civile. - Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza, si distenderà su di esso un terzo strato di colla di malta si conguaglierà con le fasce di guida per modo che l'intera superficie risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto piano verticale o secondo le superfici degli intradossi dei solai o volte. È pertanto tassativamente vietata la lisciatura degli intonaci con calce spenta o con calce in pasta e gesso. Intonaco di cemento. - L'intonaco a cemento sarà fatto nella stessa guisa di quello grezzo o civile impiegando sia per il rinzaffo che per gli strati successivi malta di cemento a lenta presa tipo 325 e sabbia. L'ultimo strato potrà essere lisciato coi ferri o con pezza come sarà ordinato. Rabboccature. - Le rabboccature che occorresse eseguire sui muri vecchi o comunque non eseguiti con faccia vista in malta o sui muri a secco saranno formate con malta mezzana composta da tre parti, in volume, di pozzolana vagliata per ramata mezzana ed una di calce spenta in pasta. Prima dell'applicazione della malta, le connessure saranno diligentemente ripulite, fino ad una conveniente profondità, lavate con acqua abbondante e quindi riscagliate. Controsoffitti Tutti i controsoffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici esattamente orizzontali senza ondulazioni od altri difetti e di evitare in modo assoluto la formazione, in un tempo più o meno prossimo, di crepe, crinature o distacchi nell'intonaco. Al manifestarsi di tali screpolature la Direzione dei Lavori avrà facoltà, a suo insindacabile giudizio, di ordinare all'Appaltatore il rifacimento, a carico di quest'ultimo, dell'intero controsoffitto con l'onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (stucchi, tinteggiature, ecc.). Dalla faccia inferiore di tutti i controsoffitti dovranno sporgere i ganci di ferro appendilumi assicurati al solaio soprastante o all' armatura principale del controsoffitto stesso. Qualora si dovessero rivestire superfici curve o comunque centinaio, la rete metallica dovrà seguire le sagome di sostegno retrostanti ed essere ad esse fissate con i necessari accorgimenti per farle assumere la curvatura prescritta. Pavimenti La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà essere perfetta in modo da ottenere piani esatti. Nel collocamento in opera degli elementi saranno scrupolosamente osservate le disposizioni che, di volta in volta, saranno impartire dalla Direzione dei Lavori. I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al sottostrato e non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la benché minima ineguaglianza. I pavimenti si addentreranno per mm. 15 entro l'intonaco delle pareti dell'ambiente da pavimentare, tirato verticalmente sino al pavimento, evitando quindi ogni raccordo o guscio; questo, se prescritto, dovrà sopravanzare interamente sul pavimento e non da costituire ancoraggio. I pavimenti dovranno essere consegnati diligentemente finiti, lavorati e puliti senza macchie di sorta. L'impresa ha l'obbligo, durante il periodo di presa delle malte di allettamento dei pavimenti, di provvedere a sue spese alle opere provvisionali che si rendessero necessarie perché il transito, nei limiti strettamente indispensabili, possa svolgersi su andatoie con parapetti, palancati o simili, e quando ciò non sia necessario, provvedere agli sbarramenti per impedire il transito abusivo. In ogni caso ove i pavimenti risultassero in tutto od in parte danneggiati per il passaggio - anche abusivo - di persone, o per qualsiasi altra causa, l'Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spesa al ripristino. L'Appaltatore ha l'obbligo di presentare alla Direzione dei Lavori i campioni dei pavimenti che saranno prescritti. Tuttavia l'amministrazione ha piena facoltà di provvedere alla fornitura del materiale di pavimentazione e l'Appaltatore ha l'obbligo di provvedere alla posa in opera al prezzo indicato nell'elenco ed eseguire il sottofondo giuste le disposizioni che saranno impartite dalla Direzione stessa. È a carico dell'Appaltatore il maggiore impiego di malta o di cartonato per ottenere un piano di posa orizzontale e regolare qualora l'Appaltatore stesso avesse eseguito le strutture sottostanti in modo non rispondente a tale precisione.

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In qualunque caso, prima della posa in opera del pavimento, delle stratificazioni di asfalto o simili, o dei sottofondi isolanti speciali di qualsiasi tipo, le lesioni eventualmente manifestatesi nel piano di posa saranno, a cura e spese dell'Impresa, riempite e stuccate con un beverone di calce o cemento. Pavimenti di laterizi I pavimenti in laterizi sia con mattoni di piatto che di costa sia con pianelle, saranno formati distendendo sopra il piano di posa uno strato di malta fina sul quale i laterizi si disporranno poi a filari paralleli od a spina eli pesce, od a diagonale, comprimendoli affinché la malta rifluisca nei giunti. Le connessure devono essere allineate, stuccate con cemento e la loro larghezza non deve superare mm. 3 per i mattoni e le pianelle non arrotate, e mm. 2 per quelli arrotati, e mm. 1 per quelli con lati rettificati. Pavimenti in mattonelle di cemento o di cemento e graniglia. - I pavimenti in mattonelle di cui all'oggetto saranno posati sopra letto di malta fina distesa sopra il piano di posa pigiandoli finché la malta rifluisca dalle connessure. Le connessure debbono essere stuccate con cemento naturale o colorato e la loro larghezza non deve superare i mm. 1. Avvenuta la presa della malta, i pavimenti con graniglia saranno arrotati meccanicamente. Nelle zone ove la macchina non può arrivare l'arrotatura sarà eseguita coi «frullino» o a mano se occorre. Pavimenti in getto di cemento. - Sul massetto di sottofondo verrà disteso uno strato di malta cementizia (art. B. 54c) dello spessore richiesto ed un secondo strato di asso- luto cemento tipo 325 dello spessore di mm. 5, lisciato, rigato, o rullato secondo quanto prescriverà la Direzione dei Lavori. Pavimenti di mattonelle di gres Comune e di gres ceramico. Le mattonelle dovranno rispondere alle norme prescritte al Capitolo B e dovranno essere poste in opera sul sottofondo previsto dal relativo articolo, ben livellato e battuto, sul quale, appena eseguito, dovrà essere spolverato cemento assoluto del tipo 325, in ragione di Kg. 1,00 per mq. Le mattonelle previa immersione nell'acqua sino a rifiuto, saranno, subito dopo la spolveratura, poste in opera e battute sino a che la malta di cemento rifluisca dalle connessure. Nel caso che le connessure si presentassero non completamente chiuse, si dovrà provvedere alla loro stuccatura con beverone di cemento. I pavimenti dovranno presentare le connessure inferiori ad un mm., e risultare perfettamente piani e puliti, privi di qualsiasi incrostazione di cemento, in modo da presentare il colore uniforme proprio originale. Rivestimenti. I rivestimenti in piastrelle, di qualsiasi genere essi siano, dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte con il materiale prescelto dalla Direzione dei Lavori ed eguale ai campioni che verranno volta a volta eseguiti. Particolare cura dovrà porsi nella posizione in sito dei rivestimenti, in modo che questi, a lavoro ultimato, risultino perfettamente aderenti al retrostante intonaco. Pertanto, prima del loro impiego le piastrelle dovranno essere immerse nell'acqua fino a saturazione e dopo avere abbondantemente innaffiato l'intonaco delle pareti alle quali deve applicarsi il rivestimento, saranno allettate in sito con la necessaria e sufficiente malta cementizia normale sulla preparazione di intonaco frattazzato. Le piastrelle dovranno perfettamente combaciare fra loro e le linee dei giunti, debitamente stuccate con cemento bianco o colorato se richiesto, dovranno risultare, a lavoro ultimato, perfettamente allineate. Gli spigoli ed i filari terminali superiori saranno eseguiti con pezzi speciali. Il taglio delle mattonelle a contatto del guscio dello zoccoletto, dovrà essere eseguito con la massima cura in modo di ottenere il perfetto combaciamento. I rivestimenti in linoleum dovranno essere applicati su intonaco frattazzato assai stretto, perfettamente piano e non tinteggiato, nel qual caso dovrà essere accuratamente scartavetrato sino al rustico. I rivestimenti dovranno essere puliti, previo lavaggio e raschiatura di qualsiasi traccia di malta o cemento, specialmente nel bordo superiore di raccordo con l'intonaco. Opere in pietra da taglio Tutte le pietre ed i marmi devono consegnarsi a piè d'opera nella qualità e dimensioni che saranno richieste. La collocazione in opera dei lavori di pietra da taglio dovrà eseguirsi con l'impiego di malte idonee per composizione e per finezza con l'aggiunta di agglomerante cementi- zio o collanti, se richiesto, senza aumento di prezzo. Nei paramenti, nei rivestimenti, architravi, riquadrature, pilastri, lesene, ed altre opere, i giunti in vista dovranno risultare regolari e sottili, non maggiori di 2 mm. salvo diversa specificazione. Per l'allettamento, la malta occorrente per riempire a piano le irregolarità delle strutture murarie e la relativa mano d'opera saranno a carico dell'Appaltatore ove la muratura ordinaria non sia stata da lui eseguita secondo i particolari costruttivi del progetto. Nel caso contrario, qualora fossero state apportate varianti al progetto e le ossature fossero già esistenti, ci considererà a carico dell'Impresa uno spessore medio di cm. 2 e si corrisponderà, per il volume eccedente, soltanto il prezzo della malta, sino allo spessore medio di cm. 3, o. le modifiche alle ossature, secondo quando sarà prescritto dalla Direzione dei lavori, ai prezzi di Tariffa.

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Qualunque sia il genere della lavorazione delle facce viste, i letti di posa dovranno essere portati a perfetto piano e le facce di combaciamento lavorate a pelle liscia. Non saranno tollerate smussature agli spigoli, né cavità sulle facce o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'Appaltatore sarà in obbligo di provvedere alla sua sostituzione, anche se le scheggiature si verificassero durante la posa in opera od anche dopo, sino al collaudo. L'Appaltatore, a richiesta, dovrà presentare i campioni dei vari marmi e pietre e delle loro lavorazioni, e sottoporli all'approvazione della Direzione dei Lavori, alla quale spetterà di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Detti campioni, debita- mente contrassegnati resteranno depositati negli Uffici della Direzione quale termine di confronto e di riferimento. Per quanto ha riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la Direzione dei Lavori ha la facoltà di prescrivere, entro i limiti normali consentiti, le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi (rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna ecc.), la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi; l'andamento della venatura, ecc. secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa Direzione dei Lavori potrà fornire all'Appaltatore all'atto dell'esecuzione, e quest'ultimo avrà l'obbligo di uniformarsi a tali norme come ad ogni altra disposizione circa la formazione di modanature, scorniciature, gocciolatoi, ecc. Per le opere di grande importanza, la Direzione dei Lavori potrà ordinare all'Appaltatore la costruzione di modelli, anche in scala al vero, e il loro collocamento in sito, il tutto a spese dell'Appaltatore stesso e di apportarvi tutte le modifiche necessarie sino ad ottenere l'approvazione, prima di procedere all'esecuzione della particolare fornitura. È infine fatto obbligo all'Appaltatore di rilevare e controllare, a propria cura e spese, la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla Direzione dei Lavori con le strutture rustiche esistenti, segnalando a quest'ultima ogni divergenza od ostacolo, restando esso Appaltatore, in caso contrario, unico responsabile della corrispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera. L'Appaltatore avrà pure l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che potessero essere richieste dalla Direzione dei Lavori. Allo scopo di garantire durante il corso dei lavori l'integrità dei pezzi lavorati, essi dovranno essere difesi con tavolati o da altre forme di protezione, e tutto ciò senza alcun corrispettivo speciale oltre i prezzi di Tariffa. Opere metalliche Nelle opere metalliche il ferro deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la Direzione dei Lavori, con particolare attenzione nelle saldature e collegamenti. I fori saranno tutti eseguiti col trapano, le chiodature, ribattiture, ecc. dovranno essere perfette, senza sbavature ed i tagli limati. Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino il più leggero indizio d'imperfezione. Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere, di norma, fornita a piè d'opera verniciata con una mano di minio che sarà pagata a parte. Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei Lavori, l'Appaltatore avrà l'obbligo di presentare il relativo disegno per la preventiva approvazione. L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo esso responsabile degli inconvenienti che potessero verificarsi per l'omissione di tale controllo. In particolare si prescrive: Le inferriate, cancellate, cancelli, ecc. saranno costruiti a perfetta regola d'arte secondo i tipi che verranno indicati all'atto esecutivo. Essi dovranno presentare tutti i regoli ben dritti, spianati in perfetta composizione. I tagli delle connessure per i ferri incrociati mezzo a mezzo dovranno essere della massima precisione ed esattezza, ed il vuoto di uno dovrà esattamente corrispondere al pieno dell'altro, senza la minima ineguaglianza e discontinuità. Le inferriate con i regoli intrecciati non presenteranno nelle aste fucinate ad occhio nessuna fessura diramantesi oltre il foro. Il montaggio in sito ed il collocamento delle opere delle grosse armature dovrà essere eseguito da operai specializzati in numero sufficiente e con i mezzi meccanici, ponteggi, ecc. adeguati, affinché il lavoro proceda con la dovuta celerità. Il montaggio dovrà essere fatto con la massima esattezza, ritoccando opportunamente quelle parti che non coincidessero perfettamente e tenendo opportuno conto degli effetti delle dilatazioni Gli infissi per finestre, vetrate ed altro, potranno essere costruiti con profilati scatolari per serramenti o profilati ferrofinestra o con ferri comuni profilati; saranno in ogni caso uguali al campione che potrà richiedere o fornire la Stazione appaltante Gli infissi potranno avere parte fissa o apribile anche a vasistas, come sarà richiesto; le chiusure saranno a recupero ad asta rigida, con corsa inversa ed avranno il fermo inferiore e superiore. Il sistema di chiusura potrà essere a leva od a manopola a seconda di come sarà richiesto. Le cerniere dovranno essere a quattro maschiettature in numero di due o tre per ciascuna partita dell'altezza non inferiore a cm. 12, con ghiande terminali. Gli apparecchi di chiusura e di manovra in genere dovranno risultare bene equilibrati e non richiedenti eccessivi sforzi per la chiusura.

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Le manopole e le cerniere, se richiesto, dovranno essere cromate senza aumento di prezzo. Le ante apribili dovranno essere munite di gocciolatoio. La ferramenta di ritegno dovranno essere proporzionate alla robustezza dell'infisso stesso. Le opere in ferro quali infissi di porte, finestre, vetrate, ecc., saranno collocate in opera con gli stessi accorgimenti e cure, per quanto applicabili, prescritti per le opere in legno. Nel caso di infissi di qualsiasi tipo muniti di controtelaio, l'Appaltatore avrà l'obbligo di eseguirne il collocamento in opera anticipato, a murature rustiche. Infissi e manufatti vari in alluminio o in lega leggera di alluminio. - Saranno costruiti con profilati speciali dei tipi e delle sezioni preventivamente approvati dalla Direzione Lavori, salvo l'approvazione definitiva del campione per ciascun manufatto. Gli elementi dovranno essere perfettamente connessi tra loro con saldatura elettrica in modo che il manufatto presenti caratteristiche di uniformità e rigidità. I rivestimenti, ove necessario, saranno eseguiti con lastra di spessore adeguato, proporzionato al tipo di manufatto da realizzare in modo che non risulti o fortemente alleggerito od eccessivamente appesantito, ma ben equilibrato in ogni sua parte. Lo stesso dicasi per le sopra guarnizioni o elementi decorativi da applicare esternamente nelle porte a vetro di accesso agli edifici (se richieste). Per quanto riguarda il funzionamento, la ferramenta, la posa in opera ecc., si richiama quanto già precisato per gli infissi ed altri manufatti simili in ferro. L'ossidazione anodica, dove prescritta, dovrà essere costituita da uno strato di penetrazione non inferiore a 18 micron. Controtelai. - I controtelai in ferro da murare preventivamente siano essi destinati ad infissi in ferro o ad infissi in alluminio, dovranno essere protetti contro l'ossidazione da un opportuno trattamento. La tenuta d'aria tra infissi e controtelai dovrà essere assicurata da sigillature con mastice elastico inalterabile con o senza coprigiunto. Tende alla veneziana. - Valgono le stesse prescrizioni e gli stessi requisiti sopra indicati per l'anodizzazione delle stecche. In più dovrà essere garantita una resistenza alla luce del grado massimo (n. 8). Opere da pittore Qualunque tinteggiatura, coloritura e verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature, eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorra per uguagliare le superfici medesime. Nel caso di tinteggiature speciale alla caseina o ad amido o con resine sintetiche o della verniciatura, le dette superfici dovranno essere successivamente levigate con carta vetrata indi rasate con le modalità e sistemi migliori atti ad assicurare la perfetta riuscita dei lavori. Per le opere in legno, la stuccatura e la rasatura, _se richiesta, dovrà essere fatta con mastici, e la levigatura e rasatura delle superfici dovrà essere perfetta. Per le opere metalliche la preparazione delle superfici dovrà essere preceduta dalla raschiatura delle parti ossidate. Le successive passate di coloriture ad olio e verniciature dovranno essere di gradazioni diverse, in modo che sia possibile, in qualunque momento, controllare il numero delle passate che sono state applicate. In caso di contestazione, qualora l'Appaltatore non sia in grado di dare la precisa dimostrazione circa il numero di passate applicate, la decisione sarà a sfavore dell'Appaltatore stesso. Comunque esso ha l'obbligo, dopo l'applicazione di ogni passata e prima di procedere alla esecuzione di quella successiva, di farsi rilasciare dal personale della Direzione una dichiarazione scritta. L'Impresa ha inoltre l'obbligo di eseguire, nei luoghi e con le modalità che le saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta dei colori che per il genere di esecuzione, e ripeterli eventualmente con le varianti richieste sino ad ottenere l'approvazione della Direzione dei Lavori, prima di por mano all'opera stessa. Essa dovrà infine adottare ogni precauzione e mezzo necessario ad evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere eseguite (pavimenti, infissi, ecc.) restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati. Le opere complete di rifinitura dovranno eseguirsi di norma secondo le operazioni elementari e le particolari indicazioni che seguono. La Direzione Lavori avrà la facoltà di variare, a suo insindacabile giudizio, le opere elementari elencate in appresso, togliendone alcune od aggiungendone altre che ritenesse particolarmente adatte al caso specifico. Il prezzo dell'opera stessa subirà in conseguenza di ciò semplici variazioni in meno od in più, in corrispondenza alle varianti introdotte ed alle indicazioni della tariffa prezzi per le varie operazioni elementari, senza che l'impresa possa accampare perciò diritto a compensi speciali di sorta. Tinteggiatura a calce. - La tinteggiatura a calce degli intonaci interni e la relativa preparazione consisterà in: 1) spolveratura e raschiatura delle superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; 3) levigatura con carta vetrata; 4) applicazione di più mani di tinta a calce a completa copertura;

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5) mano di pompa di conguagliamento e fissaggio della tinta con colle e fissativi sintetici. Gli intonaci da tinteggiare dovranno già avere ricevuto la mano preventiva di latte di calce. Tinteggiatura a colla e gesso. - Sarà eseguita come appresso: 1) spolveratura e ripulitura delle superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; 3) levigatura con carta vetrata; 4) La prima mano di tinta diluita ad alto tenore di colla od adesivo di qualsiasi tipo idoneo al lavoro da eseguire; La rasatura dell'intonaco ed ogni altra idonea preparazione Applicazione di tinta a colla e gesso a finire, liscia od a buccia d'arancia, battuta con spazzola. Tale tinteggiatura potrà essere eseguita a mezze tinte oppure a tinte forti con colori fini, ottenendo sempre coloriture uniformi. Coloriture con pitture lavabili. - Saranno eseguite con gli stessi procedimenti delle tinteggiature a colla e gesso e con la stessa preparazione accurata della rasatura. Solamente occorrerà impiegare mastici e diluenti conformi alla natura delle pitture lavabili che verranno prescelte. Coloriture con quarzo plastico. - Il quarzo plastico è una miscela di polveri di silice di varie granulometrie amalgamate con emulsioni sintetiche acriliche o vinilacriliche e pigmenti inorganici micronizzati stabili alla luce, allo smog, alla salsedine marina ed alle acque dilavanti. L'impasto dovrà risultare cremoso e perfettamente omogeneo. Il materiale potrà essere applicato su qualsiasi tipo di intonaco, sia civile che rustico e nei modi seguenti: - Quarzo plastico a pennello - Si applica sul sopporto una mano di sottofondo o aggrappante costituita da quarzo plastico diluito al 50%. Dopo l'essiccazione si applicano due mani di quarzo plastico diluite con acqua rispettivamente al 15% e al 25%. - Quarzo plastico rullato fino - Si applica sul supporto una mano di quarzo plastico diluito al 30%. Dopo l'essiccazione si applica una mano di quarzo a pennello grasso con diluizione -non superiore al 10%; subito dopo si rulla con il rullo di spugna o lana. - Quarzo plastico rullato grosso - Si applica sul supporto una mano di quarzo diluito al 30%. Ad essiccazione avvenuta si distende la pasta, senza aggiunta di acqua, con fratazzo in acciaio inox e si rulla con rullo di spugna o lana. - Damascato liscio ruvido - Si prepara il fondo applicando una mano di quarzo diluito al 10%. Dopo l'essiccazione si spruzza a mezzo di macchinetta intonacatrice l’impasto senza diluizione alcuna. Si otterranno delle gocce che schiacciate con spatola daranno l'effetto desiderato. Sono comprese nel prezzo le mani necessarie di vetrificante stese con pennello o con rullo di lana, per conferire alla superficie un effetto brillante. Satinato - Si prepara il fondo con una mano di materiale steso con pennello. Ad essiccazione avvenuta si distende la pasta con americana in acciaio inox o pennello e si rulla con rullo di spugna o lana. Sono comprese nel prezzo le mani necessarie di vetrificante stese con pennello o rullo di lana, per conferire alla superficie un aspetto brillante. Verniciature Le verniciature comuni ad olio saranno eseguite su intonaci interni come appresso: 1) spolveratura e ripulitura delle superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; levigatura con carta vetrata; spalmatura di colla. Questa non dovrà mai essere applicata su verniciature esistenti; applicazione di una mano preparatoria di vernice ad olio resa liquida con aggiunta di olio di lino cotto e acquaragia per facilitare l'assorbimento e l'essiccazione; 6) stuccatura con stucco ad olio e rasatura, se richiesta; 7) accurato levigamento con carta vetrata e lisciatura sia per la stuccatura che per la rasatura; 8) seconda mano di vernice ad olio; 9) terza mano di vernice ad olio. Questa potrà essere eseguita anche a buccia d'arancio, battuta con spazzola preparata convenientemente con bianco meudon. Per la verniciatura comune delle opere in legno le operazioni elementari si svolgeranno come per la verniciatura degli intonaci con l'omissione delle operazioni n. 2 e 4; per le opere in ferro, l'operazione n. 5 sarà sostituita con una spalmatura di minio o altra vernice antiruggine; i nn. 6 e 7 saranno limitati ad un conguagliamento della superficie e si ometteranno le operazioni n. 2 e 4. Nel caso di intonaci nuovi si ometteranno le operazioni di cui al n. 1 e 2. - Le verniciature con vernici a base di resine sintetiche o di smalti opachi si applicano- con gli stessi procedimenti delle verniciature ad olio, tenendo presente che i diluenti debbono essere conformi al tipo della vernice prescelta. L'impresa è responsabile della scelta e del modo di impiego dei diluenti per la buona riuscita dei lavori.

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Verniciature a smalto lucido. - Saranno eseguite con appropriata preparazione, a seconda del grado di rifinitura che la Direzione Lavori vorrà conseguire ed a seconda dei materiali da ricoprire (intonaci, opere in legno, ferro, ecc.). La superficie, rasata e levigata perfettamente, sarà preparata con vernici da stabilire - a cementite, ad olio ecc. e successivi levigamenti in modo che con un solo strato di smalto lucido si ottenga la superficie perfettamente coperta e dell'aspetto della porcellana. A tal uopo - quando sarà possibile - le opere da verniciare a smalto dovranno essere poste orizzontalmente in locale caldo, accuratamente chiuso per impedire il deposito della polvere sullo smalto durante il periodo dell'essiccamento. La seconda mano di smalto dovrà essere specificatamente ordinata dalla Direzione dei Lavori nei casi di particolari esigenze. Applicazione di carte da parati. - Le pareti sulle quali deve essere applicata la carta da parati saranno preparate diligentemente come prescritto per le tinteggiature, e successivamente sarà passata una spalmatura di colla diluita. La tappezzeria verrà applicata con colla a freddo, scevra di granuli e dovrà risultare perfettamente distesa ed aderente, senza asperità, con le giunzioni bene sovrapposte ed esattamente verticali, in modo che vi sia esatta corrispondenza nel disegno; sarà, inoltre, completata in alto e in basso con fasce e bordure e con filettature a tinta in corrispondenza dei vani di finestra o di porta. Quando l'applicazione della carta da parati è richiesta con bordi a connettere, questi, dopo il taglio accurato delle cimose debbono aderire perfettamente per tutta l'altezza del telo. I teli delle foderature e dei parati debbono risultare di un solo pezzo e mai di due o più pezzi.

IMPIANTO ELETTRICO E DI MESSA A TERRA RIFERIMENTI NORMATIVI Gli impianti elettrici in oggetto dovranno essere progettati e realizzati in conformità delle disposizioni legislative, di tutte le norme e regolamenti vigenti. In particolare dovranno essere osservate le seguenti disposizioni di legge e normative: - Le prescrizioni e regolamenti comunali e regionali; - Le disposizioni del locale Comando dei Vigili del fuoco; - Le disposizioni degli Enti erogatori di servizi (ENEL-ACEA-TELECOM); - Le disposizioni ISPESL, USL, norme e tabelle UNEL, UNI; - Le prescrizioni dell'Istituto Italiano del Marchio di Qualità per i materiali e le apparecchiature ammesse all'ottenimento dello stesso; Si indicano nel seguito, a titolo indicativo ma non limitativo, le principali disposizioni di legge e normative di riferimento: - DPR 547 del 27/04/1955 Prevenzione degli infortuni sul lavoro; - legge n.186 del 1/3/1968 - DL 626 del 19/09/1994 - legge n. 46 del 05/03/1990 e relativo regolamento di attuazione Sicurezza degli impianti elettrici; - tutte le norme CEI ultima edizione e successive integrazioni. - C.E.I. 17-13 (1980) Apparecchiature costruite in fabbrica. - C.E.I. 20-15 (1966) Cavi isolati con gomma G1, con grado di isolamento non superiore a 4. - C.E.I. 20-20(1984) Cavi isolati in P.V.C., con tensione non superiore a 450/750V. - C.E.I. 20-22 (1987) Prove dei cavi non propaganti l'incendio. - C.E.I. 23-3 (1978) Interruttori automatici di sovraccorrente per usi domestici e similari, per tensioni fino a 1000 V. - C.E.I. 23-5 (1972) Prese a spina per usi domestici e similari. - C.E.I. 23-8 “Tubi rigidi ". - C.E.I. 23-19 " Battiscopa portacavi ". - C.E.I. 64-8 (1992) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V. CARATTERISTICHE E SPECIFICHE TECNICHE GENERALI DEGLI IMPIANTI E DEI MATERIALI Suddivisione dei circuiti L'impianto elettrico dovrà essere suddiviso in più' circuiti, in modo da facilitare l'esercizio e limitare il disservizio causato da interventi per guasto o per manutenzione: a) Locali di accesso al pubblico: - circuiti d'illuminazione suddivisi sempre in almeno due circuiti distinti ed aventi percorsi differenti; - circuito prese fisse; - alimentazione di ogni singolo apparecchio elettrico di potenza superiore a 1Kw;

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b) Altri ambienti: - illuminazione ambienti servizio; - circuito prese fisse; - alimentazione di ogni singolo apparecchio elettrico di potenza superiore a 1Kw. Cavi elettrici e Condutture CAVI I cavi impiegati dovranno avere le seguenti caratteristiche: a) isolamento dei cavi: i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (U/U) non inferiori a 450/700 V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500 V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore; b) colori distintivi dei cavi: i conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone; c) sezione minima dei conduttori neutri: la sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm, la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm (per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni dell'art. 3.1.0.7. delle norme CEI 64-8; d) sezione dei conduttori di terra e protezione: la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata nella tabella 54F al paragrafo 543.1.2 delle norme CEI 64-8: e) propagazione del fuoco lungo i cavi: i cavi in aria installati individualmente, cioè distanziati tra loro di almeno 250 mm, devono rispondere alla prova di non propagazione delle norme CEI 20-35. Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti di non propagazione dell'incendio in conformità alle norme CEI 20-22; f) provvedimenti contro il fumo: allorché i cavi siano installati in notevole quantità in ambienti chiusi frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione si devono adottare sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o in alternativa ricorrere all'impiego di cavi a bassa emissione di fumo secondo le norme CEI 20-37 e 20-38; g) problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi: qualora cavi in quantità rilevanti siano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovino a coesistere in ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi bruciando sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista occorre fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici e corrosivi ad alte temperature secondo le norme CEI 20-37 e 20-38. Pertanto la tipologia dei cavi previsti saranno le seguenti: - Collegamenti quadri: cavi multipolari con isolamento in elastomero reticolato di qualità G10 e guaina termoplastica speciale M1 tipo FG7OR /0.6-1kV; non propaganti l'incendio, secondo norme CEI 20-20 III, a basso sviluppo di gas tossici e corrosivi secondo norme CEI 20-38, muniti di marchio italiano di qualità colore nero RAL9005. - Collegamenti utenze: conduttori unipolari con isolamento in PVC tipo N07V-K conformi alle norme CEI 20-22 II e 20-38. Il dimensionamento delle linee di distribuzione sarà coordinato con i dispositivi di protezione posti a monte di ciascuna linea, con le portate di corrente con gli impianti a regime e con la massima caduta di tensione ammessa che non dovrà essere superiore al 4% per le utenze di FM e del 2% per quelle di illuminazione calcolata dal quadro generale all'utenza piu' lontana di ciascuna linea. In particolare, il dimensionamento della sezione è stato effettuato calcolando la corrente d’impiego (Ib) dalla potenza convenzionale e prendendo quella sezione dalle tabelle UNEL 35024-70 per la quale la corrente (Iz) soddisfi le seguenti condizioni:

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Ib In Iz

If 1.45 Iz

dove In ed If sono rispettivamente la corrente nominale e quella di funzionamento dell’interruttore posto a protezione del cavo per i sovraccarichi ed il corto circuito. Gli interruttori avranno un potere d’interruzione pari alla corrente di corto circuito presunta nel punto d’installazione e dovranno interrompere la corrente in un tempo t sufficiente a soddisfare la seguente condizione: I2t K2 S2 dove I2 t’è l’integrale di Joule dell’interruttore e K una costante funzione del tipo di isolamento del cavo ed S la sezione del cavo stesso. La protezione dai contatti indiretti avverrà mediante dispositivi di interruzione differenziale ad alta sensibilità. In ogni caso non saranno comunque utilizzate sezioni di cavo inferiori a: -Circuiti luce: 2,5 mmq per le dorsali, 1,5 mmq per le derivazioni -Circuiti f.m.: 4 mmq per le dorsali, 2,5 mmq per le derivazioni -Circuiti di comando, segnalazione e simili: 0,75 mmq La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella che si ottiene dal calcolo della sezione minima del conduttore di protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'arti. 9.6.01 delle norme CEI 64-8. CANALIZZAZIONI I percorsi cavi saranno individuati all'interno dell'edificio ed il tipo di posa sarà delle seguenti tipologie: - In canale metallico o in PVC installata in vista nei locali tecnici e nei cavedi. - In tubazione PVC rigida installata sotto pavimento o nei percorsi verticali a vista nella Centrale termica; - In tubazione PVC flessibile se posto sotto traccia. - In tubazione PVC rigido tipo "underground" nei percorsi interrati. Le condutture non devono essere causa di innesco o di propagazione d'incendio; a tal scopo devono essere usati cavi, tubi protettivi e canalizzazioni aventi caratteristiche di non propagazione della fiamma nelle condizioni di posa. Nelle vie cavi, dove è installata una quantità di cavi tale da superare il volume unitario del materiale non metallico, stabilito dalla norma CEI 20-22, saranno adottate barriere tagliafiamma. Non è ammessa la posa dei cavi direttamente sotto intonaco anche se previsto dalle normative vigenti. Infine, i cavi devono essere protetti contro la possibilità di danneggiamenti meccanici fino all'altezza di 2,5mt. I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passarelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc. Negli impianti industriali, il tipo di installazione deve essere concordato di volta in volta con l'Amministrazione appaltante. Negli impianti in edifici civili e similari si devono rispettare le seguenti prescrizioni: Tubi protettivi, cassette di derivazione - nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico serie leggera per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi saldati oppure in materiale termoplastico serie pesante per gli attraversamenti a pavimento; - il diametro interno dei tubi deve essere parti ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso contenuti. Tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica; il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e rinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneg-giati i cavi stessi o i tubi. Comunque il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm; - il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la stimabilità dei cavi; - ad ogni brusca deviazione resa necessari dalla struttura muraria del locale, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria e in ogni locale servito, la tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione, - le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Dette cassette devono essere costruite in modo che nelle condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei, deve inoltre risultare agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo;

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- i tubi protettivi dei montanti di impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura centralizzati e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante. È ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purché i montanti alimentino lo stesso complesso di locali e che ne siano contrassegnati per la loro individuazione, almeno in corrispondenza delle due estremità; - qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia è ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i mor-setti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli, che ospitano altre canalizzazioni devono essere disposti in modo da non essere soggetti ad influenze dannose in relazione a sovra riscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc. È inoltre vietato collocare nelle stesse incassature montanti e colonne telefoniche o radiotelevisive. Nel vano degli ascensori o montacarichi non è consentita la messa in opera di conduttori o tubazioni di qualsiasi genere che non appartengano all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso. I circuiti degli impianti a tensione ridotta per "controllo ronda" e "antifurto", nonché quelli per impianti di traduzioni simultanee o di tele traduzioni simultanee, dovranno avere i conduttori in ogni caso sistemati in tubazioni soltanto di acciaio smaltato o tipo Mannesmann. Canalette porta cavi Per i sistemi di canali battiscopa e canali ausiliari si applicano le norme CEI 23-19. Per gli altri sistemi di canalizzazione si applicheranno le norme CEI specifiche (ove esistenti). Il numero dei cavi installati deve essere tale da consentire una occupazione non superiore al 50% della sezione utile dei canali, secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-9. Per il grado di protezione contro i contatti diretti, si applica quanto richiesto dalle norme CEI 64-8 utilizzando i necessari accessori (angoli, derivazioni, ecc.) opportune barriere devono separare cavi a tensioni nominali differenti. I cavi vanno utilizzati secondo le indicazioni delle norme CEI 20-20. Devono essere previsti per canali metallici i necessari collegamenti di terra ed equipotenziali secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8. Nei passaggi di parete devono essere previste opportune barriere tagliafiamma che non degradino i livelli di segregazione assicurati dalle pareti. Le caratteristiche di resistenza al calore anormale ed al fuoco dei materiali utilizzati devono soddisfare quanto richiesto dalle norme CEI 64-8. Posa di cavi elettrici isolati, sotto guaina, interrati Per l'interramento dei cavi elettrici, si dovrà procedere nel modo seguente: -sul fondo dello scavo, sufficiente per la profondità di posa preventivamente concordata con la Direzione Lavori e privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in primo luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di almeno 10 cm, sul quale si dovrà distendere poi il cavo (od i cavi) senza premere e senza fare affondare artificialmente nella sabbia; -si dovrà quindi stendere un altro strato di sabbia come sopra, dello spessore di almeno 5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno 15 più il diametro del cavo (quello maggiore, avendo più cavi); -sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà diametro (o questi comporteranno una striscia) non superiore a cm 5 od al contrario in senso trasversale (generalmente con più cavi); -sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo. L'asse del cavo (o quello centrale di più cavi) dovrà ovviamente trovarsi in uno stesso piano verticale con l'asse della fila di mattoni. Per la profondità di posa sarà eseguito il concetto di avere il cavo (o i cavi) posti sufficientemente al sicuro da possibili scavi di superficie per riparazioni ai manti stradali o cunette eventualmente soprastanti, o movimenti di terra nei tratti a prato o giardino. Di massima sarà però osservata la profondità di almeno cm 50 misurando sull'estradosso della protezione di mattoni. Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla ditta appaltatrice. Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in cunicoli praticabili A seconda di quanto indicato negli elaborati di progetto, i cavi saranno posati: -entro scanalatura esistenti sui piedritti dei cunicoli (appoggio continuo), all'uopo fatte predisporre dall'Amministrazione appaltante;

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-entro canalette di materiale idoneo, come cemento, cemento amianto, ecc. (appoggio egualmente continuo) tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d'acciaio zincato o da mensoline di calcestruzzo armato; -direttamente sui ganci, grappe, staffe, o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o profilato d'acciaio zincato, ovvero di materiali plastici resistenti all'umidità, ovvero ancora su mensoline di calcestruzzo armato. Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento fra strato e strato parti ad almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore nello strato sottostante con un minimo di cm 3, onde assicurare la libera circolazione dell'aria. A questo riguardo la ditta appaltatrice dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette di cui sopra, mentre, se non diversamente prescritto dall'Amministrazione appaltante, sarà di competenza della ditta appaltatrice di soddisfare a tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni tipo, i quali potranno anche formare rastrelliere di convenienza altezza. Per il dimensionamento e mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati, ecc,) dovrà essere tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a cm 70. In particolari casi, l'Amministrazione appaltante potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio debbano essere zincate a caldo. I cavi, ogni m 15-20 di percorso dovranno essere provvisti di fascetta distintiva in materiale inossidabile con il codice identificativo della linea. Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate o non interrate, o in cunicoli non praticabili Qualora in sede di appalto venga prescritto alla ditta appaltatrice di provvedere anche per la fornitura e posa in opera delle tubazioni, queste avranno forma e costituzione come preventivamente stabilito dall'Amministrazione appaltante (cemento, ghisa, gres ceramico, cloruro di polivinile, ecc.). Per la posa in opera delle tubazioni a parete od a soffitto, ecc., in cunicoli, intercapedini, sotterranei, ecc., valgono le prescrizioni precedenti per la posa dei cavi in cunicoli praticabili, coi dovuti adattamenti. I cunicoli porta cavi che attraversano zone a compartimentazione antincendio differenti dovranno installarsi dei setti tagliafuoco di classe REI 180 costituiti da sacchetti espansivi e posati a strati avendo cura di sfalsare uno strato dall’altro analogamente alla posa delle murature di mattoni. Prima di procedere alla posa dei sacchetti si deve appiattire i sacchetti su di una superficie piana in modo da distribuire uniformemente il materiale in esso contenuto. Quando lo spazio disponibile della posa diventa limitato si dovrà inserire i sacchetti usando il piatto di metallo o plastica. Al contrario, per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni precedenti per l'interramento dei cavi elettrici, circa le modalità di scavo, la preparazione del fondo di posa (naturalmente senza la sabbia e senza la fila di mattoni), il rinterro, ecc. Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde evitare discontinuità nella loro superficie interna. Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore a 1,3 rispetto al diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia. Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed apposite cassette sulle tubazioni non interrate. Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla grandezza dei cavi da infilare. Tuttavia, per cavi in condizioni medie di scorrimento e grandezza, il distanziamento resta stabilito di massima: -ogni m 30 circa se in rettilineo; -ogni m 15 circa se con interposta una curva. I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro. In sede di appalto, verrà precisato se spetti all'Amministrazione appaltante la costituzione dei pozzetti o delle cassette. In tal caso, per il loro dimensionamento, formazione, raccordi, ecc., la ditta appaltatrice dovrà fornire tutte le indicazioni necessarie. Misure di protezione contro i contatti indiretti Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore, o raggruppamento di impianti contenuti in uno stesso edificio e nelle sue dipendenze (quali portinerie distaccate e simili) deve avere un proprio impianto di terra. A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazione metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso. IMPIANTO DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI

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Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata con uno dei seguenti sistemi: a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione: dove è il più elevato tra i valori in ampere, della corrente di intervento in 5 secondi del dispositivo di protezione; se l'impianto comprende più derivazioni protette da dispositivi con correnti di intervento diverse, deve essere considerata la corrente di intervento più elevata; b) coordinamento fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo. PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e disposizioni di protezione attiva, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando: - macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione od installazione: apparecchi di Classe II. In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II può coesistere con la protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II. Quadri elettrici I quadri dovranno essere chiusi in modo da evitare la possibilità di penetrazione di corpi estranei, disposti in modo che la loro manovra sia facile e possibilmente ubicati in ambienti non accessibili al pubblico, e dovranno essere muniti di cartelli e targhette sia sul fronte che sul retro del quadro che diano chiara indicazione della funzione dei diversi elementi e delle posizioni di aperto e chiuso degli interruttori. Le indicazioni del retro quadro potranno essere costituite da cifre o lettere o simboli in gomma o in PVC di tipo non propagante l'incendio ed a ridotta emissione di gas tossici e corrosivi. I comandi generali e parziali degli impianti elettrici e le relative protezioni devono essere posti e conformati in modo che il pubblico non possa agire su di esse, ad eccezione di quelli di servizi non essenziali purchè siano derivati da circuiti provvisti di protezioni selettive e distinte da quelle dei circuiti che alimentano i servizi essenziali. Apparecchiature modulari con modulo normalizzato Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi devono essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto su profilato preferibilmente normalizzato EN 50022 (norme CEI 17-18). In particolare: gli interruttori automatici magnetotermici da 6 a 63 A devono essere modulari e componibili con potere di interruzione fino a 6000 A, salvo casi particolari secondo norma CEI 23-3; tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l’impianto (ad esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori programmatori, prese di corrente CEE. ecc.) devono essere modulari e accoppiabili nello stesso quadro con gli interruttori automatici di cui al punto a); gli interruttori con relè differenziali fino a 63 A devono essere modulari e appartenere alla stessa serie di cui ai punti a) e b). Devono essere del tipo ad azione diretta e secondo norma CEI EN 61008 –1 (23-42) e CEI EN 61009 –1 (23-44) ; il potere di interruzione degli interruttori automatici deve essere garantito sia in caso di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall’alto) sia in caso di alimentazione dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso). Interruttori Scatolati Gli interruttori con correnti nominali superiori a 63 A saranno di tipo scatolato e devono risultare conformi alle norme CEI 17-5. Per agevolare le installazioni sui quadri e l'intercambiabilità, gli apparecchi da 100 a 250 A è preferibile abbiano stesse dimensioni d'ingombro. Nella scelta degli interruttori posti in serie, va considerato il problema della selettività nei casi in cui sia di particolare importanza la continuità di servizio. Il potere di interruzione deve essere dato nella categoria di prestazione P2 (norme CEI 17-5) onde garantire un buon funzionamento anche dopo 3 corto circuiti con corrente pari al potere di interruzione. Gli interruttori differenziali devono essere disponibili nella versione normale e nella versione con intervento ritardato per consentire la selettività con altri interruttori differenziali installati a valle. Quadri di comando e distribuzione in lamiera

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I quadri realizzati in carpenteria metallica dovranno essere verniciati alle polveri epossidiche di colore grigio chiaro RAL 9002, e saranno realizzati con lamiera d’acciaio pressopiegata di spessore minimo 10/10 in esecuzione per appoggio a pavimento, sporgenti o da incasso a seconda delle diverse situazioni installative. Inoltre dovranno essere completi di montanti, supporti, guide DIN in profilato d’acciaio per il montaggio delle apparecchiature, di setti di protezione, pannelli di copertura e di segregazione apparecchiature, piastre passacavi, morsettiere canaline di cablaggio, zoccolo di supporto, porta schemi in lamiera d’acciaio e di sportello di tipo smontabile con cerniere regolabili ed apertura superiore a 180° realizzato in cristallo o in lamiera con serratura a chiave in modo da impedire la manovra da persone estranee al personale autorizzato. Gli apparecchi installati devono essere protetti da pannelli di chiusura preventivamente lavorati per far sporgere l’organo di manovra delle apparecchiature e deve essere prevista la possibilità di individuare le funzioni svolte dalle apparecchiature. Il grado di protezione minimo deve essere IP 43 secondo norma CEI 529 e comunque adeguato all’ambiente e classe d’isolamento 1 secondo norme CEI 536. I quadri di cui sopra dovranno essere chiusi in modo da evitare la possibilità di penetrazione di corpi estranei, disposti in modo che la loro manovra sia facile e possibilmente ubicati in ambienti non accessibili al pubblico, e dovranno essere muniti di cartelli e targhette sia sul fronte che sul retro del quadro che diano chiara indicazione della funzione dei diversi elementi e delle posizioni di aperto e chiuso degli interruttori. Le indicazioni del retro quadro potranno essere costituite da cifre o lettere o simboli in gomma o in PVC di tipo non propagante l'incendio ed a ridotta emissione di gas tossici e corrosivi. I comandi generali e parziali degli impianti elettrici e le relative protezioni devono essere posti e conformati in modo che il pubblico non possa agire su di esse, ad eccezione di quelli di servizi non essenziali purche' siano derivati da circuiti provvisti di protezioni selettive e distinte da quelle dei circuiti che alimentano i servizi essenziali. Quadri di comando e distribuzione in materiale plastico Negli ambienti in cui l’Amministrazione lo ritiene opportuno, al posto dei quadri in lamiera si dovranno installare quadri in materiale isolante. I quadri in materiale plastico devono essere realizzati in modo conforme alla normativa CEI 23-49 e 23-51. Il quadro deve essere realizzato in doppio isolamento (classe 2), di colore grigio chiaro RAL 9016 e di materiale autoestinguente secondo la tabella di cui al paragrafo 7.1.03 delle norme CEI 64-8 e le norme UL 94V-1 resistente al calore ed al fuoco fino a 850°C (GWT, prova del filo incandescente) secondo norme IEC 695.2.1. Il grado di protezione minimo deve essere IP 41 e comunque adeguato all’ambiente, devono avere una resistenza agli urti di 2 joule. La costruzione deve avere delle pretranciature laterali, posteriori, in alto ed in basso per permettere il passaggio dei cavi e deve avere la possibilità di montare la porta opaca o trasparente sia sul lato destro che su quello sinistro avendo una apertura superiore a 180°. I quadri devono essere composti da cassette isolanti a cui viene fissato un telaio estraibile su cui sono montati i profilati per il fissaggio a scatto delle apparecchiature elettriche (guida DIN) con interasse tra profilati di 125 mm ed un pannello frontale a copertura del telaio. Inoltre, devono avere uno spazio sufficiente tra il fondo della cassetta e la guida DIN per consentire in modo agevole il passaggio dei cavi. Istruzioni per l’utente I quadri elettrici devono essere preferibilmente dotati dello schema elettrico unifilare e di istruzioni semplici e facilmente accessibili atte a dare all’utente informazioni sufficienti per il comando e l’identificazione delle apparecchiature nonché ad individuare le cause di guasto elettrico. L’individuazione può essere effettuata tramite le stesse apparecchiature o dispositivi separati. Qualora tale dispositivo abbia una lampada di emergenza incorporata, può essere omessa l’illuminazione d’emergenza prevista nel punto successivo. IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE Assegnazione dei valori di illuminazione I valori medi di illuminazione da conseguire e da misurare - entro 60 giorni dall’ultimazione dei lavori - su un piano orizzontale posto a m 0,80 dal pavimento, in condizioni di alimentazione normali, dovranno risultare i seguenti: -uffici e luoghi d’accesso al pubblico: 300-350 lux -atri / corridoi: 100-150 lux -archivi/magazzini: 150-200 lux -servizi: 100-150 lux Per quanto non contemplato si rimanda alle Raccomandazioni Internazionali CEI.

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Negli ambienti chiusi è ammesso sul piano orizzontale a m. 0.80 dal pavimento, un coefficiente di disuniformita’ (inteso come rapporto tra i valori massimo e minimo di illuminazione) non superiore a 1.25 secondo raccomandazione CIE 29-2. Ove l’Amministrazione appaltante intenda che per qualche ambiente tale coefficiente di disuniformità debba avere diverso valore, dovrà farne esplicita richiesta. In linea generale, ambienti adiacenti, fra i quali si hanno frequenti passaggi di persone dall’uno all’altro, non dovranno, di norma, avere differenze nei valori medi di illuminazione superiori al 50 %; non solo, ma la qualità della illuminazione dovrebbe essere la stessa o simile. Tipo di illuminazione (o natura delle sorgenti) Il tipo di illuminazione sarà prescritto dall’Amministrazione appaltante, scegliendolo fra i sistemi più idonei, di cui, a titolo esemplificativo, si citano i seguenti: - ad incandescenza; - a fluorescenza dei vari tipi; - a vapori di mercurio; - a ioduri metallici; - a vapori di sodio. In ogni caso, i circuiti relativi ad ogni accensione o gruppo di accensioni simultanee, non dovranno avere un fattore di potenza inferiore a 0,9 ottenibile eventualmente mediante rifasamento. Per le lampade a scarica devono essere presi opportuni provvedimenti per evitare l’effetto stroboscopico. Condizioni ambiente L’Amministrazione appaltante fornirà piante e sezioni, in opportuna scala, degli ambienti da illuminare, dando indicazioni sul colore e tonalità delle pareti, del soffitto e del pavimento degli ambienti stessi, nonché ogni altra eventuale opportuna indicazione. Apparecchi di illuminazione Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e chiusura atto ad impedire il contatto diretto con la lampada e/o di controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada. Soltanto per ambienti con atmosfera pulita è consentito l’impiego di apparecchi aperti con lampada non protetta. Gli apparecchi saranno in genere a flusso luminoso diretto per un miglior sfruttamento della luce emessa dalle lampade; per installazioni particolari, l’Amministrazione appaltante, potrà prescrivere anche apparecchi a flusso luminoso diretto/indiretto o totalmente indiretto. Apparecchi di comando e segnalazione Gli apparecchi di comando e segnalazione a disposizione del pubblico devono essere facilmente manovrabili ed individuabili da parte di minorati anche in caso di mancanza d'illuminazione. Il campanello elettrico posto in vicinanza del vaso WC deve essere del tipo a cordone e la suoneria deve essere ubicata in luogo presidiato al fine di consentire l'immediata percezione dell'eventuale richiesta d'assistenza. Gli organi di comando dovranno essere del tipo modulare serie civile da incasso del tipo b-ticino serie "living" o "light" o di primaria marca similare combinati in gruppi funzionali a seconda delle specifiche esigenze. Ubicazione e disposizione delle sorgenti Particolare cura si dovrà porre all’altezza ed al posizionamento di installazione, nonché alla schermatura delle sorgenti luminose per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento diretto e indiretto. In mancanza di indicazioni, gli apparecchi di illuminazione si intendono ubicati a soffitto con disposizione simmetrica e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di disuniformità consentito. Flusso luminoso emesso Con tutte le condizioni imposte, sarà calcolato, per ogni ambiente il flusso totale emesso in lumen delle sorgenti luminose, necessario per ottenere i valori di illuminazione in lux prescritti; per ottenere ciò si utilizzeranno le tabelle dei coefficienti di utilizzazione dell’apparecchio di illuminazione previsto. Dal flusso totale emesso si ricaverà il numero ed il tipo delle sorgenti luminose; quindi il numero degli apparecchi di illuminazione in modo da soddisfare le prescrizioni del punto 1.5.6. Impianti F.M. Gli impianti di forza motrice saranno distribuiti dai quadri secondari di zona e prevedranno le seguenti dotazioni tipiche: - prese modulari 2x10-16A (tipo bipasso) 250V con interruttore di protezione 2x16A. Prese di servizio e per condizionatori locali; - prese tipo CEE 2x16A+T, 3x16A+T - 240V con interruttore di blocco e fusibili di protezione. Locali tecnici, interrato. - prese modulari 2x16A+T-240V tipo UNEL con prese di terra laterali, alimentazione computer.

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Le prese saranno del tipo modulare serie civile da incasso del tipo b-ticino serie "living" o "light" o di primaria marca similare combinati in gruppi funzionali a seconda delle specifiche esigenze. Impianto di sicurezza L'impianto di sicurezza alimenta i circuiti dell'illuminazione di sicurezza. Dovrà essere realizzato in tutti gli ambienti ed avere un'autonomia di almeno una ora. Sarà completamente indipendente dall'impianto di illuminazione ordinaria e sarà suddiviso in due sezioni: - sezione con lampade autoalimentate, in tutti gli ambienti ad eccezione della zona ove ha accesso il pubblico; - sezione alimentata da gruppo di continuità a tempo d'intervento Ti=<0,5sec., nella zona ove ha accesso il pubblico. Questa sezione sara' suddivisa sempre in almeno due circuiti separati e disposti su percorsi differenti per quanto possibile. I circuiti avranno la sola protezione contro i cortocircuiti, con segnalazione ottica ed acustica d'intervento. L'illuminamento sarà non inferiore a 2 lux in tutti gli ambienti di accesso al pubblico, fatta eccezione per le scale e le porte dove non dovrà essere inferiore a 5 lux. L'alimentazione di sicurezza può essere a tensione diversa da quella dell'impianto; in ogni caso i circuiti relativi devono essere indipendenti dagli altri circuiti, cioè tali che un guasto elettrico, un intervento, una modifica su un circuito non comprometta il corretto funzionamento dei circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza. A tale scopo può essere necessario utilizzare cavi multipolari distinti, canalizzazioni distinte, cassette di derivazione distinte o con setti separatori, materiali resistenti al fuoco, circuiti con percorsi diversi, ecc. Va evitato per quanto possibile, che i circuiti dell'alimentazione di sicurezza attraversino luoghi con pericolo di incendio; quando ciò non sia praticamente possibile i circuiti devono essere resistenti al fuoco. È vietato proteggere contro i sovraccarichi i circuiti di sicurezza. La protezione contro i corto circuiti e contro i contatti diretti e indiretti deve essere idonea nei confronti sia dell'alimentazione ordinaria, sia dell'alimentazione di sicurezza, o se previsto, di entrambe in parallelo. I dispositivi di sicurezza contro i corto circuiti devono essere scelti e installati in modo da evitare che una sovracorrente su un circuito comprometta il corretto funzionamento degli altri circuiti di sicurezza. I dispositivi di protezione comando e segnalazione devono essere chiaramente identificati e, ad eccezione di quelli di allarme, devono essere posti in un luogo o locale accessibile solo a persone addestrate. Negli impianti di illuminazione il tipo di lampade da usare deve essere tale da assicurare il ripristino del servizio nel tempo richiesto, tenuto conto anche della durata di commutazione dell'alimentazione. Negli apparecchi alimentati da due circuiti diversi, un guasto su un circuito non deve compromettere né la protezione contro i contatti diretti e indiretti, nè il funzionamento dell'altro circuito. Tali apparecchi devono essere connessi, se necessario, al conduttore di protezione di entrambi i circuiti. IMPIANTO IDRICO - SANITARI RETI DI DISTRIBUZIONE DELL’ ACQUA FREDDA Per la rete di distribuzione acqua fredda si intende l'insieme delle tubazioni a partire dalla centrale idrica sino alle tubazioni che collegano gli apparecchi sanitari e le utenze terminali. La rete di distribuzione terminale che alimenta gli apparecchi sanitari dovrà essere realizzata in modo che ogni singolo apparecchio sia alimentato da tubazioni (acqua calda e/o fredda) munite di valvola di intercetto ed allacciate ad un collettore di distribuzione. Le tubazioni saranno installate sotto pavimento (appoggiandole sulla caldana del solaio e ricoprendole con almeno 20 mm di malta di cemento onde proteggerle dallo schiacciamento) o sotto traccia con giunzioni realizzate ed isolate con le modalità indicate più avanti. Il dimensionamento dei diametri delle tubazioni costituenti la reti di distribuzione, è stato determinato tenendo conto del coefficiente di contemporaneità, dei diametri minimi delle utilizzazioni, delle velocità, delle portate e delle pressioni residue alle utilizzazioni. Il valore del coefficiente di contemporaneità di funzionamento (contemporaneità: portata delle utilizzazioni contemporaneamente divisa per la portata totale delle utilizzazioni) è del 20% I diametri interni delle diramazioni alle utilizzazioni non potranno avere valore inferiore a ½ pollice. Per gli apparecchi sanitari i diametri interni minimi saranno: - Cassette WC, fontanelle 10 mm - 3/8" Lavabi, Bidet, vasche, docce, lavelli, rubinetti attingimento, idranti per pavimenti, lavastoviglie, lavabiancheria 14 mm - ½" La velocità dell'acqua dovrà essere compresa tra 0,5 e 1,5 m/sec con valore massimo di 1,1 per diametro di ½ pollice per le tubazioni installate all'interno degli appartamenti. Potrà raggiungere i 2 m/sec nelle tubazioni di diametro non inferiore al 1" interrate nelle cantine, nei locali in genere lontani da quelli di abitazione. Le portate alle singole utilizzazioni nelle condizioni più sfavorevoli non potranno avere valori inferiori ai minimi indicati nella seguente tabella: - fontanella 0.05 l/sec

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- Cassetta WC, lavabo, bidet, lavapiedi 0.10 l/sec - doccia, lavello cucina e vuotatoio 0.15 l/sec - vasca da bagno 0.20 l/sec - idranti lavaggio pavimenti 0.30 l/sec La pressione residua alla utilizzazione non potrà essere inferiore a 50 KPA (5 m H2O). MODALITÀ DI REALIZZAZIONI DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DELL’ ACQUA FREDDA, ACQUA CALDA SANITARIA Materiali delle tubazioni Nella realizzazione delle reti di distribuzione dell’acqua fredda e di quella calda sanitaria sono ammesse tubazioni realizzate con i seguenti materiali: Tubazioni principali per posa esterna e collegamento apparecchi sanitari: - acciaio zincato a caldo, (tubi UNI 3824 o UNI 4148 o UNI 4149 - zincati a caldo secondo UNI 5745) con giunti filettati e pezzi speciali di raccordo in ghisa malleabile secondo UNI 5192 e UNI 5212, bordati, filettati e zincati a caldo, secondo UNI 4721. Sono tassativamente vietate saldature di qualsiasi genere, per il collegamento delle tubazioni di acciaio zincato; - acciaio nero trafilato, giunti filettati, raccordi in ghisa malleabile a bordi rinforzati mediante saldatura; filettature eseguite secondo UNI 339-66 (filettature stagne su filo); tenuta sui filetti assicurata mediante applicazione di canapa con mastici adatti ed inalterabili, o nastro di tetrafluoruro etilene (teflon), o, mediante altri materiali equivalenti specificatamente dichiarati idonei, anche per il gas di petrolio liquefatto, dal fabbricante. Tassativamente escluso l'uso di biacca, minio, e materiali simili; - acciaio liscio, giunti saldati autogeni od all'arco elettrico; - rame, con giunzioni realizzate mediante saldatura capillare, e brasature, e con giunti meccanici senza guarnizioni; Tubazioni principali per posa interrata: - tubazioni in acciaio zincato come sopra descritto ed esternamente rivestite di guaina protettiva in polietilene o catramati. Zincatura per tubazioni d’acciaio La zincatura dei tubi in acciaio sarà eseguita a caldo, e dovrà avere le caratteristiche descritte nella norma UNI 5745, e rispondere alle norme di accettazione indicate nelle tabelle stesse. Raccorderia I raccordi per tubi d’acciaio saldati saranno di ghisa malleabile, e forniti grezzi o zincati per immersione in bagno di zinco fuso, a seconda che debbano essere applicati a tubi grezzi o zincati; potranno essere in acciaio i manicotti forniti con tubi ad estremità filettate. Le grandezze dimensionali di ciascun raccordo dovranno rispondere a quelle indicate nella tabella corrispondente al raccordo stesso designato secondo la numerazione convenzionale internazionale oppure secondo la diversa numerazione definita dalle UNI 5192 e UNI 5212. I raccordi per le tubazioni di metallo e quelle di resina sintetica saranno di ghisa malleabile e zincati per immersione in bagno di zinco fuso, completi di ghiera anti sfilamento e boccola interna per il lato di resina sintetica. I raccordi per le tubazioni in resina saranno dello stesso materiale del tipo filettato o mediante saldatura per polifusione. Ancoraggi e sostegni di tubazioni non murate Gli ancoraggi ed i sostegni delle tubazioni non interrate devono essere eseguiti: - per le tubazioni di ghisa e di plastica: mediante collari in due pezzi fissati immediatamente a valle del bicchiere, con gambo inclinato verso il tubo; per pezzi uguali o superiori al metro si applica un collare per ogni giunto; - per le tubazioni in acciaio e rame: mediante collari di sostegno in due pezzi, nelle tubazioni verticali; mediante mensole nelle tubazioni orizzontali, poste a distanza crescente del diametro delle tubazioni, e comunque a distanza tale da evitare avvallamenti; Sostegni di tubazioni poste in cunicoli Le tubazioni in ghisa o resina saranno collocate su baggioli in muratura; le altre su sostegni in acciaio, verniciati con antiruggine. Lavorazione di tubazioni Si prescrivono le seguenti modalità: - per le tubazioni in ghisa:

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il taglio deve essere eseguito esclusivamente con apposito taglia tubi, per evitare crinature ed irregolarità agli orli del taglio; - per le tubazioni di acciaio e rame: il taglio deve essere rifinito per asportare eventuali sbavature e prima di eseguire la giunzione deve essere eliminato ogni residuo della lavorazione; la filettatura deve essere ben centrata e non deve fuoriuscire dal raccordo; - per le tubazioni in resina: il taglio deve essere eseguito mediante idoneo attrezzo in grado di dare tagli puliti e privi di bave ed eseguendo il taglio secondo una superfice perpendicolare all’asse del tubo. È ammessa la curvatura del tubi purché l'angolo compreso fra i due tratti di tubo sia uguale o maggiore di

rvature saranno eseguite sempre a freddo. Nel caso di realizzazioni di tubazioni per il trasporto di Gas (metano o GPL) Le guarnizioni dovranno essere di gomma sintetica o di altri prodotti aventi caratteristiche di elasticità e inalterabilità nei confronti del gas distribuito. Le giunzioni devono essere eseguite: - nelle tubazioni di ghisa: con corda di juta catramata e sigillate con piombo fuso e calafato, o con corda di piombo; - nelle tubazioni di piombo: mediante saldatura ad oliva con lega di stagno e piombo (35% di Sn e 65% di Pb); - nelle tubazioni di acciaio zincato: mediante filettature, passo gas, e guarnizioni di canapa e mastice o nastro di tetrafluoroetilene (teflon); - nelle tubazioni di acciaio nero: mediante filettature, passo gas, e guarnizioni di canapa e mastice o nastro di tetrafluoroetilene (teflon) od anche mediante saldatura autogena od all'arco elettrico; - nelle tubazioni di rame: con saldatura capillare, con giunto ad oliva od a sede conica; -nelle tubazioni in plastica: se filettabili: mediante giunti a bicchiere incollati con idoneo collante. Le giunzioni tra materiali diversi devono essere eseguite: -fra le tubazioni di piombo e ghisa: mediante ghiera in rame od ottone, a bordo rivoltato (virola), saldata al tubo di piombo con saldatura ad oliva inserita nel bicchiere di ghisa, giunzione come per tubazioni in ghisa; -fra tubi di piombo ed acciaio: mediante giunto in ottone, liscio ad una estremità (saldata al tubo di piombo con saldatura ad oliva), filettato all'altra estremità (avvitata alla tubazione in acciaio); -fra tubazioni di acciaio e ghisa: mediante risvolto eseguito a caldo sul tubo in acciaio, inserito nel bicchiere della tubazione di ghisa, giunzione come per tubazione di ghisa; - fra tubazione di plastica e piombo: mediante bicchiere eseguito sul tubo di piombo, guarnizione di corda catramata sigillata con materiale bituminoso. Valvolame Le valvole di intercettazione saranno del tipo a sfera. A richiesta del Committente, la Ditta dovrà fornire la indicazione della fabbrica costruttrice, l'elencazione dei materiali impiegati nella costruzione delle diverse parti, sia metalliche come non metalliche, la serie di fabbricazione in relazione alla pressione nominale, il peso di ogni unità. Per le prove di collaudo delle valvole e delle saracinesche si fa riferimento alle norme rispettivamente UNI 6884 e UNI 7125. La prova di aderenza dei riporti galvanici sarà eseguita secondo il metodo indicato nella norma UNI 6405 - 69P per i diversi rivestimenti elettrolitici ad eccezione del Cromo duro. Per il Cromo duro la prova sarà eseguita secondo il metodo indicato nella norma UNI 5344-64. La prova di spessore dei riporti galvanici sarà eseguita con il metodo indicato nella norma UNI 6163-68. Per la realizzazione di impianti di distribuzione di Gas (Metano o GPL) potranno utilizzarsi rubinetti di ottone, di bronzo o di altro materiale idoneo con azione libera non minore del 75% della sezione del tubo. Collettori Complanari Le tubazioni alimentanti le utenze terminali (apparecchi sanitari ecc.) saranno collegate alla tubazione principale mediante collettori complanari e muniti di valvole di sezionamento e racchiusi in vani agibili e muniti di sportelli. Isolamenti Le protezioni termiche (rivestimenti isolanti), quando necessarie, sono costituite da materiali aventi bassa conducibilità termica, e vengono impiegati per due distinti scopi:

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- impedire la condensazione del vapore acqueo dell'aria su tubazioni ed apparecchiature percorse da acqua fredda; - ridurre le dispersioni di calore nelle tubazioni ed apparecchiature percorse da acqua calda Le tubazioni in resina incassate nella muratura non necessitano coibentazione fino a che la differenza di temperatura tra il fluido interno ed il mezzo esterno si mantiene inferiore a Modalità per la posa In generale per la posa interrata delle tubazioni dovrà essere realizzata con le seguenti modalità: - tubazioni in acciaio: è preferibile non utilizzare le tubazioni zincate per la posa interrata. Tuttavia nel caso si dovessero impiegare tubazioni di acciaio devono essere utilizzate tubazioni rivestite esternamente di guaina protettiva di bitume o di materiale plastico adatto. Nel caso di giunzioni saldate o mediante raccordi si deve ricoprire la zona con materiale che ripristini la continuità del rivestimento esterno. Nella posa in trincea si deve evitare di posare la tubazione in punti che presentano sporgenze o radici d’albero mentre il fondo dovrà essere regolarizzato con semplice spianamento, se il terreno è sciolto, ovvero disponendo uno strato di terra o sabbia se il terreno è roccioso; - tubazioni in polietilene: consigliate per la posa interrata. Il fondo dello scavo deve essere ben livellato e liberato da ciottoli e pietrame e ricoperto di sabbia per circa 10 cm. Il tubo verrà rinfiancato con sabbia per almeno 10-15 cm per lato fino al piano diametrale e verrà ricoperto dello stesso materiale per un’altezza di circa 30 cm sopra la generatrice superiore e per il resto con lo stesso terreno di riporto con l’interposizione di un diaframma di segnalazione e protezione della tubazione realizzato con mattoni o materiale similare. La profondità di posa non potrà essere inferiore a cm 60 dalla generatrice superiore o 1 mt nel caso fosse previsto il passaggio di automobili. Per la posa delle tubazioni di distribuzione del Gas (Metano o GPL) oltre alle indicazioni sopra descritte per la posa interrata dovranno essere adottate le prescrizioni di seguito indicate. Le tubazioni collocate in sottosuolo saranno provviste di un adeguato rivestimento protettivo (tela juta e bitume, adesivi plastici e simili). Si eviterà di porre tubi per gas in vicinanza di bocchette di ventilazione; comunque per il gas densità inferiore a 1, il tubo verrà posto al di sopra di queste. Le tubazioni dovranno essere collocate ben diritte a squadra. I disturbi per condensazioni saranno eliminati adottando pendenze maggiori o uguali allo 0,5% e collocando nei punti più bassi i normali dispositivi di raccolta e scarico delle condense. Per tratti di tubazioni maggiori di 2 m che scaricano nel contatore, è obbligatoria l'inserzione di un sifone immediatamente a valle del contatore. Negli attraversamenti di muri, le tubazioni non dovranno presentare dei giunti ed i fori passanti saranno sigillati con malta di cemento (mai con gesso). Per quanto riguarda la distribuzione con gas di petrolio liquefatto, negli attraversamenti di muri le tubazioni dovranno essere protette con altro tubo esterno di diametro maggiore. Nell'attraversamento di pavimenti, il tubo sarà infilato in una guaina sporgente di 2 o 3 cm dal pavimento e l'intercapedine fra tubo e guaina dovrà essere riempita con bitume e simili. I muri forati sono considerati come un'intercapedine. Le tubazioni interne dovranno essere di norma collocate a vista. È ammesso l'attraversamento di vani chiusi o intercapedini, purché il tubo venga collocato in una apposita guaina aperta alle due estremità comunicanti con ambienti areati. È permessa anche l'installazione sotto traccia delle tubazioni di ferro, purché vengano annegate in malta di cemento, e purché le giunzioni, sia filettate che saldate, si trovino sotto scatole di ispezione non a tenuta, analoghe a quelle usate per le derivazioni elettriche. E' comunque vietata la posa sotto traccia di ogni tipo di congiunzione o saldatura e di tubazioni aventi diametro minore di ½" serie gas. È comunque vietata la posa in opera di tubi nelle canne fumarie, nei condotti per lo scarico delle immondizie, nei vani per ascensore o per il contenimento di altre tubazioni. È vietata la posa in opera di tubi sotto le tubazioni dell'acqua, e l'uso dei tubi come messa a terra di apparecchiature elettriche (compreso il telefono), il contatto fra l'armatura metallica della struttura del fabbricato ed i tubi del gas. A monte di ogni apparecchio di utilizzazione o di ogni flessibile dovrà essere sempre inserito un rubinetto di intercettazione. Ogni rubinetto di intercettazione dovrà essere di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e chiuso. I tratti terminali dell'impianto, compresi quelli ai quali è previsto l'allacciamento degli apparecchi di utilizzazione e quelli dei dispositivi di raccolta e scarico delle condense, dovranno essere chiusi a tenuta con tappi filettati. E' vietato l'uso dei tappi di gomma, sughero od altri sistemi provvisori.

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Nella posa delle tubazioni di qualsiasi materiale dovrà essere preso in considerazione il fenomeno delle dilatazioni termiche prevedendo provvedimenti come l’inserimento di giunti di dilatazione o percorsi che consentano la compensazione attraverso la deformazione elastica tra punti fissi. Protezioni contro le corrosioni Generalità Con il termine "protezione contro le corrosioni" si indica l'insieme di quegli accorgimenti tecnici atti ad evitare che si verifichino le condizioni per certe forme di attacco dei manufatti metallici, dovute - per la maggior parte - ad una azione elettrochimica. Poiché una protezione efficace contro la corrosione non può prescindere dalla conoscenza del gran numero di fattori suscettibili di intervenire dei diversi meccanismi di attacco dei metalli, si dovrà tener conto sin dalla progettazione di detti fattori, dovuti: a) alle caratteristiche di fabbricazione e composizione del metallo; b) alle caratteristiche chimiche e fisiche dell'ambiente di attacco; c)alle condizioni di impiego (stato della superficie del metallo, rivestimenti protettivi, sollecitazioni meccaniche, saldature, ecc.). In linea generale occorrerà evitare che si verifichi una dissimmetria nel sistema metallo-elettrolita, ad esempio: il contatto di due metalli diversi, aerazione differenziale, il contatto con materiali non conduttori contenenti acidi o sali e che per la loro igroscopicità forniscono l'elettrolita. Le protezioni possono essere di tipo passivo o di tipo attivo, o di entrambi i tipi. La protezione passiva consiste nel mantenere le tubazioni dall'ambiente esterno e fra loro, mediante idonei rivestimenti superficiali di natura organica ed inorganica, e/o interrompere la continuità di ciascuna tubazione interponendo speciali giunti dielettrici. La protezione attiva consiste nel mantenere le tubazioni in particolari condizioni elettrochimiche in modo da evitare la continua cessione di metallo al mezzo circostante. Mezzi impiegabili per la protezione passiva I mezzi per la protezione passiva sono costituiti da: - applicazione a caldo od a freddo di speciali vernici bituminose; - applicazione di vernici anticorrosive a base di adatte resine sintetiche metallizzate o meno; - applicazione di vernici anticorrosive a base di ossidi; - applicazioni di fasce in fibra di vetro bituminoso; - applicazioni di fasce sovrapponibili paraffinate in resine sintetiche; - manicotti isolanti e canne isolanti in amianto cemento od in resine sintetiche, usabili per l'attraversamento di parti murarie; - giunti dielettrici; I rivestimenti, di qualsiasi natura, debbono essere accuratamente applicati alle tubazioni, previa accurata pulizia, e non debbono presentare assolutamente soluzioni di continuità. All'atto della applicazione dei mezzi di protezione occorre evitare che in essi siano contenute sostanze suscettibili di attaccare sia direttamente che indirettamente il metallo sottostante, attraverso eventuale loro trasformazione. Le tubazioni interrate dovranno essere posate su un letto di sabbia neutra e ricoperte con la stessa sabbia per un'altezza non inferiore a 30 cm sulla generatrice superiore del tubo. Mezzi impiegabili per la protezione attiva La protezione delle condotte assoggettate alle corrosioni per l'azione di corrente esterna impressa o vagante, va effettuata a mezzo della protezione catodica e cioè nel sovrapporre alla corrente di corrosione una corrente di senso contrario di intensità uguale o superiore a quella di corrosione. L'economica applicazione di questo procedimento sarà condizionata dalla continuità elettrica di tutti gli elementi delle tubazioni e dall'isolamento esterno rinforzato dei tubi. Protezione passiva ed attiva Qualora le tubazioni isolate con uno dei mezzi indicati per la protezione passiva non risultassero sufficientemente difese, dovrà provvedersi anche alla contemporanea protezione attiva adottando uno dei sistemi di cui al punto precedente. RETI DI SCARICO ACQUE DI RIFIUTO E PIOVANE E DI VENTILAZIONE Rete di scarico acque di rifiuto e piovane Le tubazioni destinate alla raccolta delle acque di rifiuto e quelle destinate alla raccolta delle acque piovane, dovranno essere separate, fino al recapito esterno. La rete di scarico dovrà corrispondere ai seguenti requisiti:

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- allontanare rapidamente le acque di rifiuto per le vie più brevi, senza che si formino sedimentazioni di materie putrescibili o incrostazioni; - garantire la perfetta tenuta con materiale di giunzione dotato di proprietà plastiche allo scopo di consentire un conveniente grado di scorrevolezza del giunto in caso di variazioni termiche e di possibili assestamenti del fabbricato; - impedire il passaggio di esalazioni dalle tubazioni agli ambienti. Tutte le tubazioni di scarico per acque piovane non dovranno essere usata come reti di esalazione naturale delle fogne e delle reti di scarico delle acque di rifiuto. Rete di ventilazione Si intende per rete di ventilazione di un impianto di scarico per acque di rifiuto, il complesso delle colonne e delle diramazioni che assicurano la ventilazione naturale delle tubazioni di scarico, collegando le basi delle colonne di scarico ed i sifoni dei singoli apparecchi, con l'ambiente esterno. Ogni colonna di scarico dovrà essere collegata ad un tubo esalatore che si prolunghi fino oltre la copertura dell'edificio, per assicurare l'esalazione dei gas della colonna stessa. Le colonne di ventilazione dovranno collegare le basi delle colonne di scarico e le diramazioni di ventilazione con le esalazioni delle colonne di scarico o direttamente con l'aria libera. Le diramazioni di ventilazione dovranno collegare i sifoni dei singoli apparecchi con le colonne di ventilazione. L'attacco della diramazione alla tubazione di scarico dovrà essere il più vicino possibile al sifone senza peraltro nuocere al buon funzionamento sia dell'apparecchio servito che del sifone. Le tubazioni di ventilazione non dovranno mai essere utilizzate come tubazioni di scarico dell'acqua di qualsiasi natura, né essere destinate ad altro genere di ventilazione, aspirazione di fumo, esalazioni di odori da un cappello di protezione. La ventilazione dovrà essere realizzata nelle seguenti maniere: - ventilando ogni sifone di apparecchio sanitario; - ventilando almeno le estremità dei collettori di scarico di più apparecchi sanitari in batteria (purchè non lavabili o altri apparecchi sospesi). MODALITÀ DI REALIZZAZIONI DELLE RETI DI SCARICO ACQUE DI RIFIUTO E PIOVANE E DI VENTILAZIONE Materiali delle Tubazioni Nella realizzazione della rete di raccolta delle acque di rifiuto e meteoriche, sono ammesse tubazioni realizzate con i seguenti materiali: Tubazioni per il collegamento apparecchi sanitari: - resina sintetica: tubi tipo GEBERIT Tubazioni per pluviali: - resina sintetica: tubi in cloruro di polivinile (PVC) (norme UNI 7443 / 85). Tubazioni principali per posa interrata: - resina sintetica: tubi in cloruro di polivinile (PVC) (norme UNI 7447 serie 303/1). Raccorderia I raccordi per le tubazioni in resina saranno dello stesso materiale assemblate mediante saldatura a freddo con idonei solventi. Ancoraggi e sostegni di tubazioni non murate Gli ancoraggi ed i sostegni delle tubazioni non interrate devono essere eseguiti: - per le tubazioni di resina: mediante collari in due pezzi fissati immediatamente a valle del bicchiere, con gambo inclinato verso il tubo; per pezzi uguali o superiori al metro si applica un collare per ogni giunto. Sostegni di tubazioni poste in cunicoli Le tubazioni resina saranno collocate su baggioli in muratura o su mensole dotate di sistemi di fissaggio a collare o di semplice appoggio e poste ad una distanza che renda minima l’inflessione a tubazione piena d’acqua.. Lavorazione di tubazioni Si prescrivono le seguenti modalità: - per le tubazioni in resina: il taglio deve essere eseguito mediante idoneo attrezzo in grado di dare tagli puliti e privi di bave ed eseguendo il taglio secondo una superfice perpendicolare all’asse del tubo. Modalità per la posa interrata La posa interrata delle tubazioni dovrà essere realizzata con le seguenti modalità: - tubazioni in PVC:

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Il fondo dello scavo deve essere ben livellato e liberato da ciottoli e pietrame e ricoperto di sabbia per almeno 20 cm. Il tubo verrà rinfiancato con sabbia per almeno 20 cm per lato fino al piano diametrale e verrà ricoperto dello stesso materiale per un’altezza di circa 15 cm sopra la generatrice superiore e per il resto con lo stesso terreno di riporto con l’interposizione di un diaframma di segnalazione e protezione della tubazione realizzato con mattoni o materiale similare. La profondità di posa non potrà essere inferiore a cm 60 dalla generatrice superiore o 1 mt nel caso fosse previsto il passaggio di automobili. Scarichi degli apparecchi sanitari e delle reti Ogni apparecchio sanitario dovrà essere corredato di un dispositivo a chiusura idraulica, inserito sullo scarico, ispezionabile e collegabile alla diramazione di ventilazione. I collettori di scarico dovranno essere dotati, prima del loro collegamento con il recapito esterno, di un idoneo dispositivo ispezionabile a chiusura idraulica provvisto di attacco per la ventilazione. Accorgimenti particolari I collettori orizzontali di scarico saranno muniti di ispezione alle estremità ed in prossimità delle curve. Le reti interne di ventilazione saranno montate a quota superiore all'apparecchio più alto dello stesso ambiente. Se la rete è realizzata con tubazioni di plastica, il collegamento plastica-piombo sarà posto a quota superiore all'apparecchio più alto dello stesso ambiente. Le diramazioni di ventilazione dovranno essere estese a tutti gli apparecchi, ed ai sifoni terminali delle colonne e dei collettori generali di raccolta. Ogni ambiente sanitario e le cucine saranno muniti di rubinetti di intercettazione. VERIFICHE E PROVE SULLE RETI DI DISTRIBUZIONE Generalità Le verifiche e prove indicate ai punti che seguono, saranno eseguite dal Direttore dei Lavori, che ne redige regolare verbale; l'emissione del certificato di collaudo è subordinata al positivo esito delle sottoelencate verifiche e prove. Comunque quanto indicato ai punti successivi, dovrà essere eseguito quando le tubazioni sono ancora in vista e cioè prima che si proceda a verniciature, coibentazioni e rivestimenti, chiusura di tracce, cunicoli o cavedi impraticabili, rivestimenti murari, massetti, pavimentazioni, ecc. Prova di tenuta idraulica delle reti di distribuzione Dopo aver chiuso le estremità delle condutture con tappi a vite o flange, in modo da costituire un circuito chiuso e dopo aver riempito d'acqua il circuito stesso, si sottoporrà a pressione la rete o parte di essa a mezzo di una pompa idraulica munita di manometro inserita in un punto qualunque del circuito. Tutte le tubazioni in prova complete delle valvole e dei rubinetti di intercettazione mantenuti in posizione "aperta" saranno provate ad una pressione pari ad una volta e mezza la pressione massima di esercizio dell'impianto ma comunque non inferiore a 6 kg/cm La pressione di prova sarà letta su manometro inserito a metà altezza delle colonne montanti. Per pressione massima di esercizio si intende la massima pressione per la quale è stato dimensionato l'impianto onde assicurare la erogazione al rubinetto più alto e più lontano con la contemporaneità prevista e con il battente residuo non inferiore a 5 m H2O. La prova sarà giudicata positiva se l'impianto, mantenuto al valore della pressione stabilita per 24 ore consecutive, non accuserà perdite. Prova di tenuta idraulica rete antincendio La prova della rete antincendio verrà eseguita ad una pressione non inferiore a 12 atm ferme rimanendo tutte le modalità e prescrizioni specificate per le reti di acqua fredda. Verifica delle modalità di lavorazione del piombo

di curvatura. La verifica sarà giudicata positiva quando non si riscontreranno apprezzabili disuniformità di spessore tra la parete esterna ed interna della curva né variazioni di diametro interno lungo lo sviluppo del tratto medesimo. Prova di tenuta della rete gas La prova di tenuta verrà effettuata con aria o gas inerte (azoto), alla pressione di: - 0.1 Kg/cmq per impianti completamento in visto; - 1.0 Kg/cmq per impianti con tubazioni anche parzialmente sotto traccia. La durata della prova dovrà essere di almeno 30 minuti primi; la tenuta dovrà essere controllata mediante manometro a mercurio, o con altro apparecchio di equivalente sensibilità. La prova avrà esito positivo, quando il manometro non avrà accusato alcuna caduta di pressione fra le due letture eseguito all'inizio ed al termine del secondo quarto d'ora.

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Se saranno riscontrate perdite, esse verranno eliminate sia sostituendo le parti difettose, sia rifacendo le guarnizioni di tenuta. Eliminate le perdite, la prova dovrà essere ripetuta (v. anche norme UNI 7128 e UNI 7131). Prova di tenuta della rete acqua fredda La prova intende accertare che l'impianto sia in grado di erogare la portata alla pressione stabilita quando sia funzionante un numero di erogazioni pari a quelle previste dai coefficienti di contemporaneità fissati nel presente capitolato. Si seguiranno le seguenti modalità: - apertura di un numero di utenze pari a quello stabilito dal coefficiente di contemporaneità, calcolato per il numero totale installati; - le utenze funzionanti (il cui numero totale è fissato già dal comma precedente) saranno distribuite a partire dalle colonne più sfavorite (scelte in rapporto alla distanza ed al numero di apparecchi serviti), in maniera tale che ciascun tronco dal collettore orizzontale alimenti il numero di apparecchi previsto dalla contemporaneità stabilita dal presente capitolato. Nelle condizioni suddette si dovrà verificare che la portata alle utenze più sfavorite sia almeno quella prescritta nel presente capitolato, e che la portata totale (misurata se è possibile all'organo erogatore), non sia inferiore alla portata, rapporto alle utenze funzionamento. La prova potrà essere ripetuta distribuendo le utenze in modo da verificare il corretto dimensionamento delle varie colonne montanti sempre nelle condizioni di contemporaneità stabilite dal presente capitolato. Verifica della circolazione della rete dell'acqua calda La prova consisterà nella misura del volume di acqua erogato prima dell'arrivo dell'acqua calda; la prova sarà eseguita tenendo in funzione la sola utenza più sfavorita, e sarà considerata positiva se il volume di acqua erogata prima dell'arrivo dell'acqua calda, sarà inferiore a litri 2. Prova di portata rete acqua calda Verrà eseguita con le medesime modalità stabilite per la rete acqua fredda, nelle condizioni di funzionamento stabilite dal presente capitolato. Prova di efficienza della rete di ventilazione secondaria La prova consiste nel controllo della tenuta dei sifoni degli apparecchi gravanti sulle colonne da provare, quando venga fatto scaricare contemporaneamente un numero di apparecchi pari a quello stabilito dalla contemporaneità. Lavaggio della rete idrica Prima della messa in funzione della rete idrica dovranno essere eseguite le seguenti operazioni: - lavaggio della rete idrica per l’eliminazione della sporcizia e dei materiali estranei e successiva disinfezione mediante immissione di cloro gassoso o miscela di acqua e cloro o soluzione di ipoclorito di calcio; -risciacquo finale con acqua potabile sino a quando il fluido scaricato non assuma le caratteristiche chimiche e batteriologiche dell’acqua di alimentazione. Livelli di rumore ammissibili Negli ambienti da proteggere, il livello di rumore durante il funzionamento degli impianti non deve superare il valore di 40 dB(A). Sono ammessi valori più elevati, sino a 50 dB(A), soltanto per rumori di durata molto breve, quali quelli generati da scarichi, flussometri, ecc... Gli ambienti nei quali si deve verificare che i requisiti richiesti siano soddisfacenti, sono quelle ad uso abitativo. I livelli di rumore in dB(A) saranno misurati mediante misuratore di livello sonoro rispondente alle norme CEI del 29/1/1958, ad alle norme IEC per i tipi non di precisione (pubblicazione 123). Le misure saranno effettuate adoperando la curva di ponderazione A, ed il valore più elevato della costante di tempo (posizione "slow"). La tolleranza ammessa sui valori misurati sarà quella che caratterizza la precisione dello strumento (vedi norme CEI citate). La Ditta assuntrice da parte sua, durante l'esecuzione degli impianti, non può introdurre variazioni al progetto senza averne ricevuta l'autorizzazione per iscritto dal Committente. Ogni contravvenzione a questa disposizione è a completo rischio e pericolo della Ditta stessa, che deve rimuovere e demolire le opere eseguite qualora il Committente non creda di accettarle, e in caso di accettazione, la Ditta, senza alcun aumento del suindicato prezzo a corpo dell'appalto, è obbligata all'esecuzione delle eventuali opere accessorie e complementari che le siano richieste perché i lavori corrispondano alle prescrizioni contrattuali. APPARECCHI SANITARI

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Gli apparecchi sanitari (esclusi dalle forniture previste del presente progetto) saranno costituiti da materiale ceramico, materiali metallici o materie plastiche e di forma a scelta del Committente. Per quanto riguarda il materiale ceramico sono ammessi solo apparecchi di prima scelta foggiati con porcellana dura (vitrous china) o gres porcellanato (fire clay), secondo le definizioni della norma UNI 4542. Gli apparecchi in materiale metallico o ceramico dovranno essere conformi alle norme UNI per quanto riguarda sia i requisiti di collaudo che di accettazione: - materiale ceramico UNI 4543/1 e UNI 4543/2; - smalti UNI 5717, UNI 5718, UNI 6722, UNI 6723, UNI 6724, UNI 6725, UNI 7273 ; - acciai speciali (inossidabili) UNI 6900. - Modalità installazione UNI 9182 Come pure le caratteristiche dimensionali. Vaso a pavimento in vitreous-china Il Vaso è in vitreous-china a pavimento, dotato di scarico a cacciata, con lavaggio di tutta la superfice interna completo di sedile di dimensioni ordinarie in pianta 35x50 ed altezza 40 cm, dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90.Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Il vaso ed i relativi accessori dovranno essere installati secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. nel rispetto di quanto previsto dalla norma tecnica UNI 9182, dalla Legge 13/1989 e dal DM 14/6/1989 n.236. Più specificatamente sarà fissato al pavimento con materiali non cementizi e comunque tali da consentirne lo smontaggio senza dover procedere alla demolizione dell’apparecchio sanitario. Dovrà inoltre essere posizionato in modo da rispettare le distanze minime riportate: - Spazi laterali: 10 cm dalla vasca e dal lavabo, 15 cm dalla parete del locale, 20 cm dal bidè: - Spazi frontali: 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso (parete o apparecchio sanitario). Il vaso dovrà essere alimentato dalla tubazione di scarico della cassetta di risciacquo e collegato alla colonna di allontanamento delle acque reflue. Il vaso dovrà essere corredato di sedile realizzato in materiale non assorbente, di bassa conduttività termica (PVC, legno laccato, ecc.) È resistente ai prodotti di pulizia. Lavabo in vitreous-china su mensole Il Lavabo è in vitreous-china, posto su mensole di sostegno, dotato di troppo pieno incorporato completo di piletta di scarico, sifone e tubo di raccordo alla colonna di allontanamento delle acque reflue di dimensioni ordinarie 45x60 ed altezza 80 cm, dimensione del foro per la rubinetteria non inferiore a 32 mm, diametro minimo del sifone 40 mm, dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90.Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Il Lavabo ed i relativi accessori dovranno essere installati secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. nel rispetto di quanto previsto dalla norma tecnica UNI 9182, dalla Legge 13/1989 e dal DM 14/6/1989 n.236. Più specificatamente il lavabo sarà posto su mensole di sostegno fissate a parete, verificando preventivamente l’idoneità di quest’ultima a resistere alla’azione dei carichi sospesi. Dovrà inoltre essere posizionato in modo da rispettare le distanze minime riportate: - Spazi laterali: 10 cm dalla vasca e dal lavabo, 15 cm dalla parete del locale, 20 cm dal bidè: - Spazi frontali: 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso (parete o apparecchio sanitario). Il lavabo dovrà essere corredato da idonea rubinetteria con piletta di scarico, sifone e tubo di raccordo alla colonna di allontanamento delle acque reflue. . Cassetta di scarico WC tipo alto La cassetta di risciacquo in vitreous-china, del tipo a parete a posizione alta, con comando pneumatico a pulsante a servizio del vaso WC, installata a circa 2 mt dal pavimento, di capacità consigliata 14 lt dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90.Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. La cassetta ed i relativi accessori dovranno essere installati secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. nel rispetto di quanto previsto dalla norma tecnica UNI 9182. Più specificatamente la cassetta di scarico sarà fissata alla parete verificando preventivamente l’idoneità di quest’ultima a resistere all’azione dei carichi sospesi. Sarà inoltre corredata di idoneo rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso a cui è collegata.

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Cassetta di scarico WC tipo da incasso La cassetta di risciacquo in ABS o in PVC, del tipo ad incasso, con comando di scarico a parete a servizio del vaso WC, dotata di placca d’accesso per la manutenzione, di capacità consigliata 14 lt dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90.Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. La cassetta ed i relativi accessori dovranno essere installati secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. nel rispetto di quanto previsto dalla norma tecnica UNI 9182. Più specificatamente la cassetta di scarico sarà incassata nella parete verificandone l’idoneità di accesso per le operazioni di pulizia e manutenzione. Sarà inoltre corredata di idoneo rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso a cui è collegata. Gruppo di erogazione acqua calda e fredda a due rubinetti per lavabo e bidè Il gruppo di erogazione dell’acqua fredda, calda o miscelata per lavabo e bidè, con due rubinetti a volantino dotati di meccanismo di manovra del tipo a «vitone», attacco non inferiore a ½", pressione massima d’esercizio 500 KPa, completo di bocchello girevole di diametro 20 mm, aeratore rompigetto (orientabile per bidè) con portata nominale 0.1 l/s alla pressione di 50 KPA, dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90. Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Tutti i componenti di erogazione saranno installati al servizio dell’apparecchio sanitario da servire (lavabo o bidè ecc.) secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. Gruppo di erogazione acqua calda e fredda a due rubinetti per vasca completo di doccia e flessibile Il gruppo di erogazione dell’acqua fredda, calda o miscelata per vasca da bagno, con due rubinetti a volantino dotati di meccanismo di manovra del tipo a «vitone», attacco non inferiore a ½", pressione massima d’esercizio 500 KPa, dotato di batteria di scarico guidata manualmente con tappo a saltarello, completo di bocchello girevole di diametro 20 mm con portata nominale 0.2 l/s alla pressione di 50 KPA, completo di deviatore di erogazione manuale vasca-doccia, dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90. Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Tutti i componenti di erogazione saranno installati a servizio dell’apparecchio sanitario da servire (vasca da bagno) secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. Gruppo miscelatore monocomando di erogazione acqua calda e fredda per lavabo, bidè o lavello Il gruppo miscelatore monocomando di erogazione dell’acqua fredda, calda o miscelata, con manovra a leva caldo-freddo e aperto-chiuso, sistema di tenuta a dischi ceramici, pressione massima d’esercizio 500 KPA, bocca d’erogazione con aeratore rompigetto (orientabile per bidè) di portata nominale 0.1 l/s alla pressione di 50 KPA, dotato di batteria di scarico guidata manualmente con tappo a saltarello, dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90. Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Tutti i componenti di erogazione saranno installati al servizio dell’apparecchio sanitario da servire (lavabo, bidè, lavello) secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L. Gruppo miscelatore monocomando da incasso di erogazione acqua calda e fredda per vasca o doccia Il gruppo miscelatore monocomando da incasso di erogazione dell’acqua fredda, calda o miscelata, con manovra a leva caldo-freddo e aperto-chiuso, sistema di tenuta a dischi ceramici, pressione massima d’esercizio 500 KPA) di portata nominale 0.2 l/s alla pressione di 50 KPa, dotato di deviatore vasca-doccia a comando manuale (nel caso sia a servizio di vasca con doccia) dovrà corrispondere alle norme tecniche UNI e comunque alla regola d’arte come previsto dall’art.7 della Legge 46/90. Prima della fornitura la D.L. potrà richiedere alla ditta installatrice idonea documentazione attestante le suddette rispondenze. I materiali dovranno essere conservati in Cantiere nell’imballaggio originale, in luogo protetto dagli agenti atmosferici. Tutti i componenti di erogazione saranno installati al servizio dell’apparecchio sanitario da servire (vasca da bagno e/o doccia) secondo le modalità indicate dal costruttore, previa approvazione della D.L.

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ART.2

METODI DI MISURA E DI VALUTAZIONE DELLE LAVORAZIONI Murature. La misura delle opere murarie verrà eseguita con metodi geometrici. Qualora murature di diverse specie vengano a compenetrarsi, ognuna di esse verrà pagata con il prezzo della relativa voce di elenco prezzi, ad eccezione delle parti in laterizio delle ammorsature delle delle murature ad una testa od in foglio che verranno considerate come dello stesso tipo della muratura dove sono ammorsate. Non è ammesso il pagamento di compensi; oltre quelli previsti nella tariffa, per nessuno dei seguenti motivi: altezza o profondità dei piani di esecuzione, spessore, sviluppo ed andamento planimetrico delle opere, richiesta di formazione in corso di lavoro di vani, nicchie, incassi, pilastri e pilastrini. Le murature dello spessore superiore a cm. 14 verranno misurate al vivo escludendo lo spessore dell'intonaco, e valutate in base al loro volume previa deduzione dei vuoti escludendo però i seguenti: incassature per condutture di qualunque specie, per canali da fumo e simili, larghe sino a cm. 25, di qualunque profondità e lunghezza, anche a tutto spessore, intendendosi così compensate le spese per la successiva chiusura con qualsiasi tipo di muratura, anche in foglio, la quale quindi non andrà mai pagata separatamente. incassature o vuoti a tutto spessore la cui proiezione su un piano verticale parallelo al muro sul quale sono aperti i vani stessi abbia la superficie media inferiore separatamente. incassature o vuoti a tutto spessore la cui proiezione su un piano verticale parallelo al muro sul quale sono aperti i vani stessi abbia la superficie media inferiore a mq. 1,00. Le murature di uno spessore di una testa o in foglio verranno misurate al vivo escludendo soltanto le eventuali ammorsature. Saranno poi valutate secondo la superficie effettiva detraendo i vuoti, la cui superficie è superiore a mq. 1,00. Il prezzo della muratura mista di tufo e zoccoli comprende le seguenti parti di muratura di zoccoli: ricorsi posti alla distanza prevista dai relativi articoli, misurata da asse ad asse, spalle dei vani di qualsiasi tipo, della larghezza media non superiore a cm. 25, archi e piattabanda dello spessore sino a cm. 60 (in relazione alla luce dei vani) ed i cantonali composti da bugne delle dimensioni in superficie orizzontale di 30x45 cm. Le eventuali parti di muratura di zoccoli che eccedessero le dimensioni di cui sopra e che fossero ordinate dalla Direzione dei Lavori, quali pilastri, lesene, rinfianchi di archi od altro, dovranno essere misurate per la sola parte eccedente quella sopra indicata applicando ai volumi relativi la differenza di prezzo tra la muratura a zoccoli e quella mista. L'appaltatore deve lasciare nella costruzione dei muri le incavature per le imposte degli archi e delle volte e per la legatura di muri e dei tramezzi. Soltanto quando le incavature, per difficoltà speciali locali da riconoscersi dal Direttore dei Lavori non potessero lasciarsi in costruzione o quando le incavature stesso debbono tagliarsi in muri vecchi, il taglio sarà computato ai prezzi di Tariffa. Nessun compenso però sarà dovuto in ambedue i casi per il taglio delle legature dei tramezzi e per le incavature d'imposta alle volte di mattoni in coltello, di qualunque forma e grossezza, perché compreso nei prezzi delle relative murature. Ove si adotti il sistema di costruire sottovolte di mattoni in coltello, di qualunque forma e grossezza, e controvolte di muratura di qualunque specie, soltanto le prime sa- ranno valutate coi prezzi della costruzione in volta, mentre alle seconde competerà il prezzo delle murature ordinarie. Il compenso addizionale per le costruzioni a piccoli tratti ed in breccia, si applica: alle murature di limitatissimo dimensioni, come per chiusure di tracce, di casse di imposta di volte demolite, di incassature per armature in travi di ferro di casse d'imposta di travi smontati, di incavature per condutture, di canne o canali per camini, di buchi o di piccoli vani o nicchie della luce non superiori alla superficie di mq. uno, alle inzeppature finali (per l'altezza non maggiore di ml. 0,30) sotto l'intradosso delle piattabande, archi o simili, delle chiusure dei vani e nicchie di superficie maggiore. In tutti gli altri casi, quando trattasi cioè di chiudere le nicchie o vani di superficie superiore a un metro, il compenso addizionale di Tariffa non è dovuto all'appaltatore. per riprese in breccia, anche se le murature in breccia risultino di un minimo volume, o se le riprese, per l'eccessivo disgregamento delle vecchie murature, debbono costruirsi a piccolissimi tratti ed a molte riprese, considerando che nello istituire il compenso stesso è compresa anche l'indennità per le inzeppature provvisorie di legname, qualunque ne sia il numero e l'importanza da costruirsi fra le nuove e le vecchie murature nel corso delle riprese di ogni genere o della costruzione degli archi in breccia. Oltre il compenso per le costruzioni in breccia, sarà computato anche il taglio del vecchio muro a prezzi di tariffa e le assicurazioni e puntellature necessarie. Il compenso per le chiusure di canne, tracce, ecc. si applica sino alla larghezza massima di 30 cm., larghezza che deve essere misurata in luce delle canne o tracce o simili senza comprendere le ammorsature. Nel compenso è compreso anche l’onere per il taglio delle murature per le ammorsature.

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il computo dei vuoti da dedursi alle superfici delle due pareti per la muratura a cassetta, si deve eseguire per ogni vuoto relativo a ciascuna parete, non tenendo conto delle eventuali strombature degli sguinci, intendendosi queste, come qualsiasi altra par- te di muratura eseguita in piú della superficie effettiva delle due pareti in proiezione verticale, compensate con l'aumento del 15% dei prezzi relativi alle murature delle pareti stesse stabilito dal detto articolo. Solai (esclusi quelli in c.a.) e controsoffitti. I solai ed i controsoffitti devono essere per la loro superficie effettiva, escluse le prese sulle strutture di appoggio e, per i contro- soffitti, escluso lo sviluppo degli eventuali raccordi curvi con le pareti perimetrali. Nei prezzi dei solai e controsoffitti di qualsiasi tipo è compreso anche il compenso per il taglio nei muri delle incassature d'imposta e la ripresa. Nel prezzo è compreso anche l'eventuale onere per la collocazione dei correntini ad incastro od a battente sulla grossa armatura, o su tappi di legno predisposti nelle ossature in cemento armato. In caso contrario il compenso non deve essere applicato. Intonaci e riprese di lesioni Le rabboccature, le rabberciature le sbruffature, le arricciature e gli intonaci di qualsiasi tipo applicati anche su superfici limitate o comunque centinate ed a qualsiasi altezza, si valutano con i prezzi previsti in tariffa senza alcun compenso addizionale, intendendosi così pagati i seguenti oneri: - l'esecuzione di angoli e spigoli a ciglio vivo; - le riprese contro i pavimenti, gli infissi, gli zoccoli, i rivestimenti o simili da eseguirsi anche in un secondo tempo. I prezzi sopradetti dovranno essere applicati alla superficie in vista, effettiva, delle rabboccature, arricciature, intonaci di qualsiasi tipo, salvo i seguenti casi previsti per semplificare la contabilizzazione dei lavori: Intonaci su muri ad una testa o in foglie: Non dovranno essere dedotte le zone mancanti di intonaco di superficie inferiori ad un mq., ed in nessun caso non saranno misurate le superfici degli sguinci, degli intradossi delle piattabande o degli archi dei vani passanti o ciechi. Intonaci sui muri dello spessore superiore ad una testa: Non dovranno essere dedotte le zone mancanti di intonaco della superficie inferiore a mq. 4,50 ed in questo caso non si computeranno le superfici degli sguinci, spalle, intradossi dei vani compresi nelle zone suddette, nonché dei parapetti o simili eventualmente esistenti nei vani stessi. Nei muri intonacati dalle due parti per le zone mancanti di intonaco della superficie inferiore a mq. 4,50, in corrispondenza di vani a tutto spessore, la detrazione sarà fatta solamente dalla parte in cui il vuoto presenta la superficie minore, e l'altra parte ricadrà nel caso precedente; per le zone mancanti di intonaco in corrispondenza di vani ciechi si procederà alla misurazione delle superfici effettive intonacate, però non si computeranno gli sguinci e gli intradossi della larghezza inferiore a cm. 20. Intonaci su pareti o pilastri di locali coperti a volta di qualsiasi tipo o monta: Le pareti saranno misurate prendendo per altezza la distanza fra il pavimento (o lo zoccolo) ed il cervello della volta; la volta sarà misurata secondo la sua proiezione in piano. Opere in cemento armato Il pagamento dei calcestruzzi verrà effettuato: in base alla resistenza caratteristica prevista nei calcoli dal progettista, a condizione che dalle prove effettuate secondo le norme vigenti risulti una resistenza uguale o superiore; in base alla effettiva resistenza risultante dalle prove, nel caso in cui questa sia inferiore a quella prevista nei calcoli, e sempreché risulti un sufficiente grado di sicurezza delle strutture dimostrato da nuovi e più affinati calcoli presentati dall’Impresa e ritenuti validi dal Direttore dei Lavori. In caso contrario, nessun pagamento verrà effettuato all’Impresa per le opere eseguite, le quali dovranno, altresì, essere demolite a cura e spese della stessa Impresa.

Noli Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di solvibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine. Il prezzo comprende gli oneri relativi alla mano d'opera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di consumo, all'energia elettrica e a tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine. Con i prezzi di noleggio delle motopompe, oltre la pompa sono compensati il motore, o la motrice, il gassogeno e la caldaia, la linea per il trasporto dell'energia elettrica e, ove occorra, anche il trasformatore.

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I prezzi di noleggio di meccanismi in genere, si intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i meccanismi rimangono a piè d'opera a disposizione dell'Amministrazione, e cioè anche per le ore in cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per meccanismi in funzione soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo in ogni altra condizione di cose, anche per tutto il tempo impiegato per riscaldare la caldaia e per portare a regime i meccanismi. Nel prezzo del noleggio sono compresi e compensati gli oneri e tutte le spese per il trasporto a piè d'opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dei detti meccanismi. Per il noleggio dei carri e degli autocarri il prezzo verrà corrisposto soltanto per le ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo. Opere provvisionali Le opere provvisionali devono essere messe a pagamento solamente se sono richieste per lavori in economia o per servizi di totale competenza dell'Amministrazione, come, ad esempio, per far eseguire lavori da altre Imprese o da altri operai non dipendenti dall'Appaltatore, o per servizi che non abbiano alcuna attinenza con i lavori dell'appalto remunerati a misura. In tutti gli altri casi, ogni volta cioè che le opere provvisionali sono mezzi o sussidi o comodità attinenti alla esecuzione dei lavori remunerati a misura, sono esse da considerarsi come obbligo inerente alla esecuzione dei lavori e restano perciò compensate dai prezzi attribuiti dalla Tariffa ai lavori medesimi. I prezzi delle predette opere provvisionali restano invariati qualunque siano le con- dizioni e disposizioni dei luoghi ove esse debbono essere impiegate, intendendosi con essi compensati anche tutti gli oneri derivanti dalle difficoltà di accesso al luogo stesso, dalla necessità di tiro in alto o in basso, dalla presenza di acqua, dalla guardiania di giorno e di notte, dai lumi ecc. La disposizione generale ammette eccezioni soltanto nei seguenti casi-, Quando le opere provvisionali accorressero per la sbadacciatura di cavi, terrapieni, gallerie e sottofondazioni salvo però quanto disposto al successivo relativo paragrafo "oneri e prescrizioni di valutazioni di carattere particolare". Quando le opere provvisionali siano necessarie ed ordinate dalla Direzione dei Lavori per le assicurazioni o puntellature provvisorie di parti pericolanti, per la sbadacciatura semplice o con riquadri di vani di vuoti nei muri o manufatti di qualsiasi specie, per le armature occorrenti per la costruzione di archi o volte della luce maggiore di ml. 6,00 e qualunque sia la lunghezza, escluso però il caso n cui le puntellature, assicurazioni e sbadacciature, siano necessarie per la demolizione parziale o totale di fabbricati o di manufatti di qualsiasi genere. Quando si tratti di lavori parziali ed isolati di manutenzione, di restauro o di innovazione, e l'importo lordo delle opere provvisionali indispensabili per l'esecuzione superi il 5% dell'importo lordo dei lavori per il quale esse sono state impiegate. In questo caso si pagherà all' impresa l'importo delle opere provvisionali diminuito del 5% dell'importo dei lavori come sopra indicato. Le opere provvisionali strettamente necessarie ed idonee al lavoro da eseguirsi dovranno risultare da apposito ordine scritto della Direzione dei Lavori tutte le volte che si possa prevedere l'applicazione di questa eccezione. Per i lavori di nuova costruzione non potrà mai essere applicata l'eccezione presente, essendo solamente prevista, come sopra detto, per i lavori compresi negli appalti di manutenzione ordinaria e straordinaria e di restauro o parziale innovazione, salvo diversa disposizione dei Capitolati Particolari di Appalto. Il pagamento del nolo delle opere provvisionali deve avere inizio solamente al momento in cui esse sono ultimate o sono in grado di funzionare, e termine dal momento in cui la Direzione dei Lavori dichiarerà all'Appaltatore che non occorrono più. Le opere provvisionali debbono essere mantenute in ottimi stato di cura dall'Appaltatore e devono essere iniziate o fornite dall'Appaltatore entro 24 ore dalla richiesta. Ove le stesse opere provvisionali, dopo il primo impianto, trovino nuovo impiego remunerato nello stesso fabbricato, cantiere o luogo di lavoro, i prezzi dei citati articoli di tariffa saranno diminuiti del 25%. Qualora la durata del nolo dei materiali impiegati e relativi accessori raggiunga i mesi ventiquattro cesserà ogni compenso di nolo, ed il materiale stesso diverrà di proprietà dell'Amministrazione, restando esonerata l'impresa dall'obbligo dello smontaggio delle opere stesse. L'Amministrazione comunale ha la facoltà di acquistare i materiali impiegati nelle opere provvisionali in ogni momento, corrispondendo solamente ventiquattro mesi di nolo, decurtando i periodi che fossero stati già computati, e con esonero dell'Impresa dall'obbligo di smontare le opere provvisionali acquistate. L'Appaltatore è obbligato a concedere gratuitamente l'uso dei suoi ponti di servizio per far eseguire opere che l'Amministrazione eventualmente volesse ad altri commettere nello stesso luogo e tempo. La bilancia dovrà avere la lunghezza e la larghezza che sarà stabilita dalla D.L. Nel prezzo sono comprese anche le armature speciali, ove accorressero, per raccomandare i falconi e gli oneri per eventuali aperture di tetti ed il loro ripristino. Nei prezzi delle opere provvisionali è compreso ogni onere per il mantenimento in efficienza delle opere, in modo che siano sempre rispondenti allo scopo dei loro impiego. Quando si verifichino condizioni speciali per le quali Direzione dei Lavori, a suo giudizio insindacabile, riconosca la necessità di abbandonare nei cavi o comunque di non recuperare una parte importante dei materiali impiegati, questi saranno valutati e pagati con i prezzi relativi alla sola fornitura.

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Qualora vengano contabilizzati i cavi a sezione obbligata, le armature e sbadacciature si intenderanno comprese nel prezzo dello scavo, salvo specificate eccezioni, e l'Appaltatore dovrà eseguirle di sua iniziativa e sotto la sua esclusiva responsabilità agli effetti della prevenzione degli infortuni. Così pure l'Appaltatore è obbligato sotto la sua personale responsabilità a norma anche della legge, a provvedere alla sicurezza delle pareti degli sterri e di qualsiasi terre- no scosceso esistente nel cantiere, senza attendere ordini dama Direzione dei Lavori e indipendentemente dai compensi che potranno o no spettargli a seconda delle disposizioni delle presenti norme del Capitolo Particolare. Pavimenti e rivestimenti I pavimenti ed i rivestimenti saranno misurati qualunque sia la loro dimensione secondo la superficie in vista e quindi senza tenere conto delle parti comunque incassate o sotto intonaco. Nella misurazione saranno defalcate le zone non pavimentate purché di superficie superiore a mq. 0,50 ciascuna. La camicia o spianata di calce dovrà essere pagata solamente, e se ordinata dalla Direzione dei Lavori, quando sia eseguita per conguagliare massetti o lastrici già esistenti o su calcestruzzo di cemento qualora su di esso si debba provvedere alla spalmatura di strati protettivi di materie bituminose o asfaltiche. Resta pertanto stabilito che tale categoria di lavoro non dovrà essere pagata, anche se si renda necessaria, qualora il massetto o il lastrico sia stato effettuato dalla stessa impresa che deve eseguire la pavimentazione, qualunque essa sia. Opere in pietra da taglio. Tutte le pietre ed i marmi devono essere consegnati a piè d’opera nella qualità e dimensioni che saranno richieste. I prezzi delle pietre e marmi, di cui all’elenco prezzi comprendono: - il costo della materia prima e della sua completa lavorazione come sarà richiesta; - la formazione di sagomature, incastri, smussature, rifilature, ingallettature, incamerazioni di ogni genere, canali di gocciolatoio, ecc.; i ritocchi di ogni genere per d'are l'opera completa e perfezionata in ogni sua parte; la formazione di incassature, buchi per il fissaggio di grappe o spranghe, di perni e di piastrini; la fornitura delle grappe di ottone, bronzo o ferro zincato (come sarà richiesto in relazione all’importanza dell'opera) eventualmente occorrenti per l'ancoraggio in sito; l'assistenza dello scalpellino al trasporto o tiro in alto ed alla posa in opera. I prezzi delle sole opere in travertino e peperino comprendono inoltre, se richieste, la seguente lavorazione a grana in luogo della pelle liscia, arrotata, renata o levigata prevista nei prezzi stessi:

- grana grossa: con la grossa punta; - grana ordinaria: con martellina a denti larghi; - grana mezza fina: con martellina a denti mezzani; - grana fina: con martellina a denti finissimi.

Le facce viste così lavorate devono avere gli spigoli vivi in modo che le connessioni non eccedano la larghezza da mm.5 a mm. 3, come sarà richiesto. Le opere isolate in pietra o marmo, come gradini, soglie, ecc. o le lastre per rivestimenti, pavimenti e simili, pagate a metro quadrato vanno misurate secondo il minimo rettangolo o quadrato circoscritto a ciascun pezzo. Analogamente le pietre e i marmi, lavorati o abbozzati, pagati a metro cubo vanno misurati secondo il minimo parallelepipedo circoscritto a ciascun pezzo, senza dedurre la superficie o il volume scalpellato per la sagomatura dei pezzi. Le lastre, i gradini ed altri articoli pagati a metro lineare, se non sono rettangoli, si misurano nella base maggiore. Le ammorsature dei pezzi incastrati nei muri dovranno risultare delle precise dimensioni che saranno stabilite dalla Direzione Lavori, restando a totale carico dell'Appaltatore le eccedenze che si verificassero. Le ammorsature si computano con lo stesso prezzo che compete alla pietra o al marmo lavorato da cui dipendono. Ove per eccezione si ammettessero dalla Direzione Lavori dimensioni maggiori di quelle prescritte nella ordinazione, l'eccedenza delle dimensioni delle ammorsature sarà computata coi prezzi della pietra o del marmo grezzo, escluso qualunque altro compenso per lavorazioni di qualsiasi specie che risultassero nelle medesime eseguite, le quali debbono restare a totale carico del- l'Appaltatore. I prezzi delle lavorazioni delle pietre e marmi si adottano soltanto quando si tratti di lavoro per il quale non si ha specifico prezzo complessivo nell’elenco, o per valutare le parziali modificazioni di lavori compresi in Tariffa o per computare le lavorazioni di pietre e marmi dell'Amministrazione, tanto che si tratti della costruzione completa di articoli di lavoro, quanto al perfezionamento o della modifica di articoli già lavorati. Le lavorazioni si computano nella superficie e nel volume effettivamente lavorato e geometricamente ottenuto. Le rifilature e quadrature consistono nel ritagliare e profilare a scalpello gli orli delle pietre e dei marmi sino a cinque centimetri di larghezza e nel prolungare l'abbozzatura di lato sino alla larghezza di cm. 5. Questa lavorazione è pagata soltanto se si esegue sulla pelle abbozzata, ma non già sulle superfici a taglio di sega,

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sulle pelli lisce e scorniciate, nei tori, becchi, ecc., i prezzi delle quali già ne comprendono il compenso. Lo smusso può essere retto o centinaio e raggiungere la larghezza di cm. 5. I canaletti ed i gocciolatoi possono raggiungere la larghezza di cm. 3 e seguire il perimetro del pezzo, specie nelle testate, con formazioni di angoli. L'arrotatura e levigatura a pelle liscia si computa soltanto se sarà richiesta per perfezionamento della superficie a taglio di sega o per il restauro di pietre marmi già lavorati. Opere metalliche I prezzi dell’elenco allegato rimangono invariati per qualsiasi quantitativo - anche minimo - delle opere metalliche ordinate. I lavori in metallo saranno in generale valutati a peso ed i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata e de- terminato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese del Appaltatore. Per i manufatti da valutarsi in base alla superficie, i criteri di misurazione sono ri- portati nei relativi articoli di tariffa. Nei prezzi dei lavori in metallo è compreso ogni e qualunque compenso per forniture ed accessori per lavorazioni, montature ed assistenza di operaio specializzato alla collocazione in opera. I prezzi delle grosse armature composte da travi in ferro a doppio T o con qualsiasi altro profilo, per tettoie, pensiline, scale, solai, piattabande, sostegni, collegamenti, ecc. valgono anche per qualsiasi eccezionale lunghezza, grandezza o sezione delle stesse, ed anche se occorra una idonea lavorazione apposita. Inoltre comprendono tutte le lavorazioni necessarie: forature, tagli, saldature ecc. per collegare le teste di tutte le travi di ferro dei solai con armature metalliche o quelle dei cordoli in cemento armato, ovvero per applicazione di chiavi, coprichiavi, chiavarde, staffe, avvolgibili, bulloni, chiodature, ecc.; per assicurare le armature ai muri di appoggio, ovvero per collegare due o più travi tra loro ecc., e per qualsiasi altro lavoro che potrà prescrivere la Direzione dei Lavori per la perfetta riuscita delle armature e per far esercitare alle travi la funzione di collegamento dei muri sui quali poggiano o di qualsiasi altra struttura. I prezzi delle ramate e delle reti metalliche comprendono la collocazione in opera delle reti anche con il fissaggio con saldature, con cambrette, con piastrine di ferro fermate con chiodi ribattuti o con viti sui telai di ferro o su opere in ferro, in luogo delle semplici legature con filo di ferro, filo la cui fornitura è compresa nel prezzo suddetto. I prezzi delle ferramenta e delle serramenta per infissi, nonché quelle delle riparazioni e delle lavorazioni, non possono applicarsi per quelle opere fornite dall'Impresa e pagate con i relativi prezzi di tariffa. Si dovranno invece applicare solamente per quelle opere di riparazione, di completamente e di modifica ordinate espressamente dalla Direzione dei Lavori. Nei prezzi della collocazione in opera sono compresi e compensati: l’esecuzione dei necessari fori ed incassi nelle murature e pietre da taglio, le impiombature e suggellature, la malta ed il cemento, nonché la fornitura del piombo per le impiombature; l'eventuale fissaggio, mediante saldatura, bullonatura ecc., ad altri manufatti in ferro esistenti o precedentemente collocati in opera; tutti gli oneri e spese derivanti da tutte le norme e prescrizioni sopraindicate; il tiro ed il trasporto in alto, ovvero la discesa in basso e tutto quanto è necessario per dare i lavori compiuti in opera a qualsiasi altezza o profondità. Opere da pittore Tinteggiature, coloriture e relative preparazioni. - Prospetti dei fabbricati tanto su strada che sui cortili. Nella misurazione delle parti effettivamente preparate, tinteggiate, colorite non si tiene conto dei risalti, delle grossezze di ogni specie, delle decorazioni dei vani, delle sporgenze delle cornici ecc. ed in compenso non si detraggono i vani di porte, di finestre e simili di qualunque superfici che siano comprese nelle parti tinteggiate. Gli accessori delle facciate, come: fiancate, quinte, velette, soffitti di balconi e di bovindi o delle parti incassate, parapetti ecc., si computeranno secondo le proiezioni di ogni faccia effettivamente tinteggiata con le stesse norme che valgono per il prospetto vero e proprio. Nel caso in cui i prospetti vengono preparati, tinteggiati o colorati solo in parte (fascioni; marcapiani; parapetti. soffitti e pareti dei balconi; ecc.) perché altre parti risultano rivestite con mattoncini o qualsiasi altro materiale, o perché lasciate al naturale, ed in altri casi similari, si contabilizzeranno solo le parti preparate, tinteggiate o colorate e per semplificare la contabilizzazione, ove possibile, si applicheranno i criteri di misurazione generali previsti per i prospetti e sopra richiamati (detrazioni, sguinci ecc..). - Locali interni. La preparazione, la tinteggiatura, la coloritura di pareti e soffitti di interni, di qualsiasi specie, saranno misurate vuoto per pieno con le seguenti precisazioni per semplificare la contabilità dei lavori: non si computano le superfici dei risvolti, delle grossezze di ogni specie, compresi gli spessori dei pianerottoli e delle rampe delle scale;

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non si deducono le parti occupate dalle imposte delle volte, delle rampe, dei pianerottoli e simili; si computano in proiezione su piano orizzontale gli intradossi delle volte di ogni specie, delle rampe e dei pianerottoli delle scale, e simili; l'altezza delle pareti degli interni coperti da volte ecc. sarà computata sino al punto più alto dell'intradosso della volta ecc., essendo stata questa considerata piana; non si deducono i vani, le parti occupate comunque non tinteggiate, qualora le singole superfici non superino mq. 4,50, però non verranno misurate le grossezze, gli spessori, gli sguinci, gli intradossi relativi a detti vani o delle parti non dedotte; gli zoccoli, gli zoccoletti, i battiscopa, a vernice o di altra materia, saranno sempre dedotti, e per semplicità di computo, quelli delle rampe delle scale si considerano nella lunghezza pari alla proiezione piana e l'altezza pari a quella dei corrispondenti zoccoli, zoccoletti o battiscopa dei pianerottoli, anche se di altezza differente da quella delle rampe. I prezzi delle preparazioni sono cumulabili con quelli delle tinteggiature, delle coloriture, solamente quando nelle voci degli articoli di queste opere non sono specificate le preparazioni compensate con i prezzi degli stessi articoli. La raschiatura a vivo dell'intonaco potrà essere applicata solamente quando la Direzione dei Lavori, a suo giudizio insindacabile, riterrà indispensabile tale lavoro, in luogo della raschiatura semplice superficiale. Verniciature - Verniciatura degli infissi di legno. La verniciatura degli infissi di qualsiasi tipo verrà misurata secondo la superficie verniciata apparente in proiezione non deducendo le parti occupate da vetri ecc. e non conteggiando risalti, battentature, scorniciature ecc., con le seguenti precisazione per semplificare la misurazione: a) per le porte, i portoni e simili, verniciati dalle due parti, sarà valutata due volte la superficie verniciata apparente comprendente le mostre, coprifili ecc., misurata dalla parte della maggiore superficie, mentre non si terrà conto degli spessori (cioè delle superfici normali alle facce dell'infisso) sino alla larghezza di 6 cm. Ove la larghezza degli spessori, sempre in proiezione, dei telai o dei cassettoni a muro (comprensivi anche degli spessori dei coprifili e delle mostre) od anche di quelli delle partite dell'infisso, superino i 6 cm., la larghezza eccedente ai 6 cm. sarà moltiplicata per le seguenti lunghezze: - per i telai, cassettoni, mostre ecc. per due volte l'altezza ed una volta la larghezza già rilevate per il computo della superficie apparente; - per le partite degli infissi, per la lunghezza perimetrale di ogni partita; b) per le porte con vetri e per le vetrate, verniciate da ambo le parti, si computa una sola volta la superficie apparente come alla lettera a) limitatamente alla zona comprendente i vetri, zona la cui altezza comprende anche una traversa virtuale fra il vetro e la parte piena dell'infisso. La larghezza della traversa virtuale sarà pari alla larghezza minima dei montanti o della traversa presso i vetri. La parte piena rimanente sarà misurata come alla lett. a). Se però ogni singolo vetro fosse della superficie inferiore a dmq. 4, si dovrà ritenere la zona con vetri come piena, da compensare come nel caso a). Gli spessori si computeranno come alla lett. a); c) per le porte, portoni ecc. verniciati da una sola parte si computerà una sola superficie come alla lettera a) e per le porte con vetri ecc. metà della superficie calcolata con le norme di cui alla lett. b. Gli spessori si computano come alla lettera a) per la parte verniciata; d) per le finestre composte di soli sportelli a vetro, verniciate dalle due parti, si computerà una volta sola la superficie apparente da misurarsi come alla lett. a). Gli spessori si computano come alla lett. a), però la eventuale soglia verniciata si computerà come la traversa superiore del telaio. Non si dovrà tenere conto nella misura degli spessori di quelli dell'eventuale gocciolatoio e delle fascette di imboccatura. Per le finestre, come sopra, verniciate da una sola parte, si computerà la metà della superficie apparente, come sopra detto e gli spessori - per la parte verniciata - come sopra detto; e) per le finestre composte di sportelli a vetro e contro-sportelli, se verniciate dalle due parti, si computerà tre volte la superficie apparente da misurarsi come alla lettera a), però non si terrà conto degli spessori sia dei telai ecc. della soglia e delle partite degli infissi, qualunque sia la loro entità. - per le finestre come sopra, ma con gli sportelli a vetro verniciati da una sola parte ed i contro-sportelli da ambo le facce si computerà due volte e mezzo la superficie apparente e per il resto come sopra detto; f) per le finestre composte da sportelli, contro-sportelli e persiane alla romana, verniciate nelle due parti, si computerà sei volte la superficie apparente misurata come alla lett. a), però non si terrà conto degli spessori come alla lett. e); g) per le persiane alla romana si computerà tre volte la superficie apparente in proiezione comprendendo gli eventuali telai, ecc. come alla lett. a), però non si terrà conto degli spessori come alla lett. e); h) per le persiane avvolgibili si computerà per due volte e mezzo la superficie apparente della corazza effettivamente verniciata, senza tenere conto di alcun spessore, intendendosi compensati anche la verniciatura delle armature in ferro degli apparecchi a sporgere, le guide ed il celetto del coprirullo i) per i cassonetti coprirullo saranno misurate le singole superfici apparenti verniciate, escludendo il celetto qualora sia stata pagata la verniciatura della corazza.

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- Verniciatura degli infissi ed opere in ferro. a) per le opere in ferro verniciate dalle due parti: inferriate, cancellate, ringhiere, cancelli, vetrate infissi, ramate, serrande a maglia e simili, si computerà una sola volta la superficie apparente dei minimo rettangolo circoscritto (per le parti piene due volte la superficie) senza includere nella misura le parti sporgenti per staffe, sostegni inferiori, laterali e superiori, graffe, accessori come nottole, braccialetti e simili, la verniciatura dei quali si intende compensata con la superficie computata come sopra; b) per le opere in ferro come sopra, ma con ornati ricchissimi o per le lamiere stirate o le ramate con maglie non superiori (nella mela, se di diverse grandezze e disegno) a quadri di cm. 5 di lato, si computerà una volta e mezzo la superficie apparente come detto sopra; c) per le opere in ferro piene, per le lamiere stirate o le ramate con maglie (nella media come sopra) inferiori a quadri di cm. 1,5 di lato si computerà due volte la superficie apparente misurata come sopra detto; d) per le lamiere ondulate, le serrande e simili, verniciate come sopra, si computerà due volte e mezzo la superficie apparente intendendo con ciò compensati anche lo sviluppo, le parti verniciate non in vista e gli accessori. La preparazione per le verniciature con la spalmatura di colla diluita non dovrà mai essere eseguita su superfici precedentemente verniciate. Impianti idraulici e sanitari Sarà a carico dell'Impresa la riparazione di qualsiasi perdita od altro difetto che si manifestasse nelle varie tubazioni, pluviali, docce, ecc. anche dopo la loro entrata in esercizio e sino al momento del collaudo, compresa ogni opera di ripristino. Gli accessori di chiodi anche zincati o di rame, secondo la loro destinazione, i cappelletti di lamiera zincata, o di lastra di piombo, i rampini, le staffe; le cravatte (esclusi i reggitubo snodati di ghisa malleabile), non si includono nel peso dei vari articoli che sono computati a peso, perché sono compresi nei prezzi assegnati agli articoli stessi. Nei prezzi stabiliti per le riparazioni è compreso l'onere delle manovre per togliere e ridare l'acqua. Se per l'esecuzione di parziali riparazioni, l'importo complessivo di ciascuna di esse non superi Euro 258,23 e si richieda in modo assoluto il sussidio di mezzi provvisionali, in questi soli casi, per eccezione, si ammette il pagamento di tali mezzi a prezzo d’elenco. Impianto elettrico esterno L'impianto elettrico esterno dovrà essere realizzato curando che i materiali impiegati e la loro messa in opera siano conformi a quanto stabilito dal progetto e verificando la completezza di tutta la documentazione. Al termine dei lavori l’esecutore dovrà rilasciare la documentazione più significativa per la successiva gestione e manutenzione dell’impianto realizzato.

ART.3 QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI

Materiali in genere Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate. Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione. Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso a) Acqua – L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante. b) Calci – Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al RD 16 novembre 1939, n. 2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella Legge 6 maggio 1965, n. 595 («Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici») nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel DM 31 agosto 1972 («Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche»). c) Cementi e agglomerati cementizi 1) I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge 6 maggio 1965, n. 595 e nel DM 3 giugno 1968 («Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi») e successive modifiche.

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Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge 6 maggio 1965, n. 595 e nel DM 31 agosto 1972. 2) A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell'industria del 9 marzo 1988, n. 126 («Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi»), i cementi di cui all'art. 1 lettera A) della Legge 26 maggio 1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad alta resistenza portland, pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della Legge 26 maggio 1965, n. 595 e all'art. 20 della Legge 5 novembre 1971, n. 1086. Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi. 3) I cementi e gli agglomerati dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego. d) Pozzolane – Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal RD 16 novembre 1939, n. 2230. e) Gesso – Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte 1) Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio. 2) Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità alle norme secondo i criteri dell'art. 6. 3) I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di legge e relative circolari esplicative. Elementi di laterizio e calcestruzzo Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito. Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel DM 20 novembre 1987 («Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento»). Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI 8942/2. Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato DM 20 novembre 1987. La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti i risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel DM di cui sopra. È in facoltà del Direttore dei Lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore. Armature per calcestruzzo 1) Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente DM attuativo della Legge 5 novembre 1971, n. 1086 (DM 9 gennaio 1996) e relative circolari esplicative. 1) È fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine. Malte per murature

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L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche. L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa. Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nel DM 13 settembre 1993. I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di diverse proporzioni nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al DM 20 novembre 1987, n. 103. Materiali per pavimentazioni. I materiali per pavimentazioni avranno i seguenti requisiti: a) Mattonelle, marmette e pietrini di cemento. - Le mattonelle, le marmette ed i pietrini di cemento dovranno essere fabbricati a compressione meccanica, stagionati da almeno tre mesi, ben calibrati, a bordi sani e piani; non dovranno presentare né carie, né peli, né tendenza al distacco tra il sottofondo e lo strato superiore. Le marmette di formato cm. 20 x 20 saranno vibrate e pressate, composte di graniglie di marmo o di pietra ben assortite granulometricamente con pezzature varie che possono essere richieste sino a mm. 13 di diametro. Lo strato superiore sarà non inferiore a mm. 7, in cemento ad alta resistenza con l'eventuale aggiunta di coloranti inalterabili, e dovrà presentare in superficie il massimo diametro della pezzatura; l'ultima ripassatura per la levigatura, sarà fatta con mola finissima in modo da ottenere una superficie perfetta. Le marmette brecciate ed i marmettoni nei formati 20x20, 25x25, 30x30, 40x40, con pezzature di scaglia da mm. 35,50,70 e 100 mm., saranno composti con ghiande informi di marmo o pietre colorate razionalmente assortite e disposte in modo da ottenere in superficie la massima evidenza ed il migliore effetto estetico. Le scaglie di diverse pezzature saranno allettate in cemento ad alta resistenza, eventualmente con l'aggiunta di coloranti inalterabili. I singoli elementi saranno vibrati e fortemente pressati. Lo strato superficiale sarà di spessore da 8 a 15 mm. e presenterà in vista la massima dimensione delle scaglie e ghiande; l'ultima ripassatura per la levigatura dovrà essere eseguita a mola finissima in modo di ottenere una superficie perfetta. Tutti i componenti debbono presentare i requisiti prescritti dalle Norme richiamate all'inizio del presente capitolo. I pietrini avranno uno spessore complessivo non inferiore a mm. 20 con lo strato superficiale di assoluto cemento di spessore non inferiore a mm. 8; la superficie dei pii- trini sarà liscia, rugosa o bugnata secondo il disegno che sarà prescritto. b) Pietrini e mattonelle di grès comune o porcellanato. - Le mattonelle ed i pietrini saranno di prima scelta, greificati per tutto intero lo spessore, inattaccabili dagli agenti chimici e meccanici, di forme esattamente regolari, a spigoli vivi ed a superficie piana Sottoposte ad esperimento di assorbimento, mediante gocce di inchiostro, queste non dovranno essere assorbite neanche in minima misura. c) Graniglia per pavimenti alla veneziana. - La graniglia di marmo o di altre pietre idonee dovrà corrispondere, per tipo e granulosità ai campioni prescelti e risultare perfettamente scevra da impurità. d) Pezzami per pavimenti a bollettonato. - I pezzami di marmo o di altre pietre idonee dovranno essere costituiti da elementi, dello spessore da 2 a 5 cm., di forma poligonale e dimensioni opportune secondo i campioni prescelti. e) Linoleum. - Il linoleum dovrà corrispondere per la tonalità dei colori ai campioni prescelti e presentare superficie liscia priva di discontinuità, strisciature, macchie e screpolature. Salvo il caso di pavimentazione da sovrapporsi ad altre esistenti, gli spessori non dovranno essere inferiori a mm. 3,2 con una tolleranza non superiore al 5%. Lo spessore verrà determinato come media di dieci misurazioni eseguite sui campioni prelevati, impegnando un calibro che dia l'approssimazione di 1/10 di millimetro con piani di posamento del diametro di almeno mm. 10. Il peso di linoleum a metro quadrato non dovrà essere inferiore a Kg. 1,2 per millimetro di spessore. Il peso verrà determinato sopra provini quadrati del lato di 0,50 con pesature che diano l'approssimazione di un grammo. Esso dovrà avere stagionatura non inferiore a mesi quattro. Tagliando i campioni a 45° nello spessore, la superficie del taglio dovrà risultare uniforme e compatta e dovrà risultare perfetto il collegamento fra il linoleum e la tela juta cui è applicato. Un pezzo di tappeto di forma quadrata di 0,20 di lato dovrà potersi curvare coi preparato in fuori sopra un cilindro di diametro pari a dieci volte lo spessore, senza che si formino fenditure o screpolature. Opere in pietra da taglio

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1) LA TERMINOLOGIA UTILIZZATA HA IL SIGNIFICATO DI SEGUITO RIPORTATO, LE DENOMINAZIONI COMMERCIALI DEVONO ESSERE RIFERITE A CAMPIONI, ATLANTI, ECC. Granito Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 6 a 7 (quali quarzo, felspati, felspatoidi). Travertino Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuolare, da decorazione e da costruzione; alcune varietà sono lucidabili. Pietra Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile. 2) I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue: a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto oppure avere origine dal bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducono la resistenza o la funzione; b) avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze; c) delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerà i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale): – massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 2ª; – coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI 9724, parte 2ª; – resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 3ª; – resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 5ª; – resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del RD 16 novembre 1939 n. 2234; d) per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia alle prescrizioni di progetto. Impermeabilizzazioni Si intendono prodotti per impermeabilizzazioni e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di: – membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato; – prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua. a) Le membrane si designano descrittivamente in base: 1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.); 2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.); 3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.); 4) al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere non tessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.). b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue: 1) mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico; 2) asfalti colati; 3) malte asfaltiche; 4) prodotti termoplastici; 5) soluzioni in solvente di bitume; 6) emulsioni acquose di bitume; 7) prodotti a base di polimeri organici. c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera. Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento alle seguenti prescrizioni. a) Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare: – le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore); – difetti, ortometria e massa areica; – resistenza a trazione; – flessibilità a freddo; – comportamento all'acqua; – permeabilità al vapore d'acqua; – invecchiamento termico in acqua;

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– le giunzioni devono resistere adeguatamente a trazione ed avere adeguata impermeabilità all'aria. Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9380, oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. b) Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della pressione di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento o drenante devono soddisfare: – le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore); – difetti, ortometria e massa areica; – comportamento all'acqua; – invecchiamento termico in acqua. Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. c) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare: – le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore); – difetti, ortometria e massa areica; – resistenza a trazione ed alla lacerazione; – comportamento all'acqua; – le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed alla permeabilità all'aria. Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i prodotti non normati, ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare: – le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore); – difetti, ortometria e massa areica; – resistenza a trazione e alla lacerazione; – punzonamento statico e dinamico; – flessibilità a freddo; – stabilità dimensionale in seguito ad azione termica; – stabilità di forma a caldo; – impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua; – permeabilità al vapore d'acqua; – resistenza all'azione perforante delle radici; – invecchiamento termico in aria ed acqua; – resistenza all'ozono (solo per polimeriche e plastomeriche); – resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche); – le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria. Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. e) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare: – le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore); – difetti, ortometria e massa areica; – resistenza a trazione e alle lacerazioni; – punzonamento statico e dinamico; – flessibilità a freddo; – stabilità dimensionali a seguito di azione termica; – stabilità di forma a caldo (esclusi prodotti a base di PVC, EPDM, IIR); – comportamento all'acqua; – resistenza all'azione perforante delle radici; – invecchiamento termico in aria; – le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione; – l’autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco. Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma a) utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b) devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c). I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c). a) I tipi di membrane considerati sono: – membrane in materiale elastomerico senza armatura: – membrane in materiale elastomerico dotate di armatura; – membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura. – membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura;

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– membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità, reticolato o non, polipropilene); – membrame polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosol fanato) dotate di armatura; – membrane polimeriche accoppiate; b) Classi di utilizzo: Classe A - membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.). Classe B - membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali, acquedotti, ecc.). Classe C - membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose, concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc. Classe D - membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce. Classe E - membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi (per esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.). Classe F - membrane adatte per il contatto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare (per esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.). c) Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898. I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare strati di tenuta all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura piana) a secondo del materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti. I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c). Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti specificati, per i diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157. Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 227. Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191. Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4377 FA 233. Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4378 FA 234. I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici, epossi-poliuretanici, epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati) devono essere valutate in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei Lavori. Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzati in sito. Prodotti per isolamento termico Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le superfici sulle quali sono applicati (vedi classificazione tabella 1). Per la realizzazione dell'isolamento termico si rinvia agli articoli relativi alle parti dell'edificio o impianti. I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione per le caratteristiche si intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati sia quella indicata nelle norme UNI ed in loro mancanza quelli della letteratura tecnica (in primo luogo le norme internazionali ed estere). I materiali isolanti, fabbricati in stabilimento (blocchi, pannelli, lastre, feltri ecc.), si classificano come segue: 1) materiali cellulari – composizione chimica organica: plastici alveolari; – composizione chimica inorganica: vetro cellulare, calcestruzzo alveolare autoclavato; – composizione chimica mista: plastici cellulari con perle di vetro espanso. 2) materiali fibrosi – composizione chimica organica: fibre di legno; – composizione chimica inorganica: fibre minerali. 3) materiali compatti – composizione chimica organica: plastici compatti; – composizione chimica inorganica: calcestruzzo; – composizione chimica mista: agglomerati di legno. 4) combinazione di materiali di diversa struttura Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:

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a) dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori; b) spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori; c) massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori; d) resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in base alla Legge 16 gennaio 1991 n. 10) ed espressi secondo i criteri indicati nella norma UNI 7357 (FA 1 - FA 2 - FA 3); e) saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche: – reazione o comportamento al fuoco; – limiti di emissione di sostanze nocive per la salute; – compatibilità chimico-fisica con altri materiali. Prodotti fluidi od in pasta (intonaci e vernici) a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce-cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti. Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti: – capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici; – reazione al fuoco e/o resistenza all'antincendio adeguata; – impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua; – effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati; – adesione al supporto e caratteristiche meccaniche. Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori. b) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie. Si distinguono in: – tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie; – impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto; – pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio; – vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio; – rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato. I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste: – dare colore in maniera stabile alla superficie trattata; – avere funzione impermeabilizzante; – essere traspiranti al vapore d'acqua; – impedire il passaggio dei raggi U.V.; – ridurre il passaggio della CO2; – avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto); – avere funzione passivante del ferro (quando richiesto); – resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti); – resistere (quando richiesto) all'usura. I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori. Impianto idrico-sanitario Tubazioni e raccordi Le tubazioni utilizzate per realizzare gli impianti di adduzione dell'acqua devono rispondere alle prescrizioni seguenti: a) Nei tubi metallici di acciaio le filettature per giunti a vite devono essere del tipo normalizzato con filetto conico; le filettature cilindriche non sono ammesse quando si deve garantire la tenuta. I tubi di acciaio devono rispondere alle norme UNI 6363 e UNI 8863 Fa 199. I tubi di acciaio zincato di diametro minore di mezzo pollice sono ammessi solo per il collegamento di un solo apparecchio. b) I tubi di rame devono rispondere alla norma UNI 6507; il minimo diametro esterno ammissibile è 10 mm.

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c) I tubi di PVC e polietilene ad alta densità (PEad) devono rispondere rispettivamente alle norme UNI 7441 e UNI 7612; entrambi devono essere del tipo PN almeno 10. d) I tubi di piombo sono vietati nelle distribuzioni di acqua. Valvolame, valvole di non ritorno, pompe a) Le valvole a saracinesca flangiate per condotte d'acqua devono essere conformi alla norma UNI 7125. Le valvole disconnettrici a tre vie contro il ritorno di flusso e zone di pressione ridotta devono essere conformi alla norma UNI 9157. Le valvole di sicurezza in genere devono rispondere alla norma UNI 9335. La rispondenza alle norme predette deve essere comprovata da dichiarazione di conformità completata con dichiarazioni di rispondenza alle caratteristiche specifiche previste dal progetto. b) Le pompe devono rispondere alle prescrizioni previste dal progetto e rispondere (a seconda dei tipi) alle norme UNI 6781 P, UNI ISO 2548 e UNI ISO 3555.

Impianto elettrico L’impianto elettrico dovrà essere realizzato a regola d'arte in rispondenza alla Legge 1° marzo 1968 n. 186 e 5 marzo 1990 n. 46. Si considerano a regola d'arte gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI applicabili, in relazione alla tipologia di edificio, di locale o di impianto specifico oggetto del progetto e precisamente: CEI 11-17 (1981) e variante V1 (1989): Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. CEI 64-8 (1987) e varianti V1 (1988) e V2 (1989): Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata a 1.500 V in corrente continua. CEI 64-9 (1987): Impianti elettrici utilizzatori negli edifici a destinazione e residenziale e similiare. CEI 64-10 (1988): Impianti elettrici nei luoghi di spettacolo o intrattenimento. CEI 64-2 (1987): Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione o di incendio. CEI S/423: Impianti di terra negli edifici civili - Raccomandazioni per l'esecuzione. CEI 103-1 (1971) e variante V1 (1987): Impianti telefonici interni. CEI 64-50=UNI 9620: Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici. Inoltre vanno rispettate le disposizioni del DM 16 febbraio 1982 e della Legge 818 del 7 dicembre 1984 per quanto applicabili. Ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 ottobre 1977, n. 791 e dell'art. 7 della Legge 5 marzo 1990 n. 46, dovrà essere utilizzato materiale elettrico costruito a regola d'arte ovvero che sullo stesso materiale sia stato apposto un marchio che ne attesti la conformità (per esempio IMQ), ovvero abbia ottenuto il rilascio di un attestato di conformità da parte di uno degli organismi competenti per ciascuno degli stati membri della Comunità Economica Europea, oppure sia munito di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore. I materiali non previsti nel campo di applicazione della Legge 18 ottobre 1977, n. 791 e per i quali non esistono norme di riferimento dovranno comunque essere conformi alla Legge 1° marzo 1968, n. 186. Tutti i materiali dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Nel caso più generale gli impianti elettrici utilizzatori prevedono: punti di consegna ed eventuale cabina elettrica; circuiti montanti, circuiti derivati e terminali; quadro elettrico generale e/o dei servizi, quadri elettrici locali o di unità immobiliari; alimentazioni di apparecchi fissi e prese; punti luce fissi e comandi; illuminazione di sicurezza, ove prevedibile. Con impianti ausiliari si intendono: – l'impianto citofonico con portiere elettrico o con centralino di portineria e commutazione al posto esterno; – l'impianto videocitofonico; – l'impianto centralizzato di antenna TV e MF. Quali indicazioni di riferimento per la progettazione degli impianti elettrici, ausiliarie telefonici, ove non diversamente concordato e specificato, si potranno assumere le indicazioni formulate dalla Guida CEI 64-50 per la dotazione delle varie unità immobiliari e per i servizi generali. Data la limitata potenza non è prevista la realizzazione di una cabina elettrica. La ditta appaltatrice prenderà contatti con l'azienda erogatrice dell'energia elettrica per il posizionamento del punto di consegna e misura. Analogamente per il servizio telefonico occorrerà contattare l’Azienda erogatrice del servizio. Per gli impianti elettrici, nel caso più generale, è indispensabile l'analisi dei carichi previsti e prevedibili per la definizione del carico convenzionale dei componenti e del sistema. Con riferimento alla configurazione e costituzione degli impianti, che saranno riportate su adeguati schemi e planimetrie, è necessario il dimensionamento dei circuiti sia per il funzionamento normale a regine, che per il funzionamento anomalo per sovracorrente. Ove non diversamente stabilito, la caduta di tensione nell'impianto non deve essere superiore al 4% del valore nominale. È indispensabile la valutazione delle correnti di corto circuito massimo e minimo delle varie parti dell'impianto. Nel dimensionamento e nella scelta dei componenti occorre assumere per il corto circuito minimo valori non superiori a quelli effettivi presumibili, mentre per il corto circuito massimo valori non

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inferiori ai valori minimali eventualmente indicati dalla normativa e comunque non inferiori a quelli effettivi presumibili. È opportuno: – ai fini della protezione dei circuiti terminali dal corto circuito minimo, adottare interruttori automatici con caratteristica L o comunque assumere quale tempo d'intervento massimo per essi 0,4 s; – ai fini della continuità e funzionalità ottimale del servizio elettrico, curare il coordinamento selettivo dell'intervento dei dispositivi di protezione in serie, in particolare degli interruttori automatici differenziali. Per gli impianti ausiliari e telefonici saranno fornite caratteristiche tecniche ed elaborati grafici (schemi o planimetrie). I componenti devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme e scelti e messi in opera tenendo conto delle caratteristiche di ciascun ambiente (ad esempio gli interruttori automatici rispondenti alle norme CEI 23-3, le prese a spina rispondenti alle norme CEI 23-5 e 23-16, gli involucri di protezione rispondenti alle norme CEI 70-1). Va curata la più razionale integrazione degli impianti elettrici, ausiliari e telefonici nell'edificio e la loro coesistenza con le altre opere ed impianti. A tale scopo vanno formulate indicazioni generali relative alle condutture nei montanti (sedi, canalizzazioni separate, conduttori di protezione ed altre) o nei locali (distribuzione a pavimento o a parete, altre). Per la definizione di tali indicazioni si può fare riferimento alla Guida CEI 64-50 ove non diversamente specificato. È opportuno, in particolare, che prima dell'esecuzione e nel corso dei lavori vengano assegnati agli impianti elettrici spazi adeguati o compatibili con quelli per gli altri impianti tecnici, onde evitare interferenze dannose ai fini dell'installazione e dell'esercizio. È indispensabile che l'esecuzione del sistema dispersore proprio debba aver luogo durante la prima fase delle opere edili nella quale è ancora possibile interrare i dispersori stessi senza particolari opere di scavo o di infissione ed inoltre possono essere eseguiti, se del caso, i collegamenti dello stesso ai ferri dei plinti di fondazione, utilizzando così dispersori naturali. I collegamenti di equipotenzialità principali devono essere eseguiti in base alle prescrizioni della norma CEI 64-8. Occorre preoccuparsi del coordinamento per la realizzazione dei collegamenti equipotenziali, richiesti per tubazioni metalliche o per altre masse estranee all'impianto elettrico che fanno parte della costruzione; è opportuno che vengano assegnate le competenze di esecuzione. Si raccomanda una particolare cura nella valutazione dei problemi di interferenza tra i vari impianti tecnologici interrati ai fini della corrosione. Si raccomanda peraltro la misurazione della resistività del terreno. Nel caso tale impianto fosse previsto, esso deve essere realizzato in conformità alle disposizioni della Legge n. 46 del 12 marzo 1990. È opportuno predisporre tempestivamente l'organo di captazione sulla copertura ed adeguate sedi per le calate, attenendosi alle distanze prescritte dalle norme CEI 81-1. Si fa presente che le suddette norme prevedono anche la possibilità di utilizzare i ferri delle strutture edili alle condizioni indicate al punto 1.2.17 della norma stessa.

ART.4 NORME E MODALITÀ DI PROVA PER L’ACCETTAZIONE DEI MATERIALI

Impianti idraulici e sanitari Quando le tubazioni possono venire a funzionare in pressione, anche per breve tempo, dovranno essere sottoposte ad una pressione di prova eguale da 1,5 a 2 volte la pressione di esercizio, a seconda dei casi. Tanto le tubazioni a pressione che quelle a pelo libero dovranno essere provate, per la tenuta, prima della loro messa in funzione, o dei loro occultamento e nel caso che si manifestassero delle perdite, anche di lieve entità, dovranno essere riparate e rese stagne, il tutto a cura e spese dell'Impresa Opere e strutture di calcestruzzo Impasti di conglomerato cementizio Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto nell'allegato 1 del DM 14 febbraio 1992. La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato. Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti. Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato. L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di aggressività.

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L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto. Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI 7163; essa precisa le condizioni per l'ordinazione, la confezione, il trasporto e la consegna. Fissa inoltre le caratteristiche del prodotto soggetto a garanzia da parte del produttore e le prove atte a verificarne la conformità. Controlli sul conglomerato cementizio Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dall'allegato 2 del DM 14 febbraio 1992. Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto allegato 2 del DM 14 febbraio 1992. La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto. Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione, prove complementari (vedere paragrafi 4, 5 e 6 dell'allegato 2). I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato Allegato 2. Norme di esecuzione per il cemento armato normale Nell'esecuzione delle opere di cemento armato normale l'appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute nella Legge n. 1086/71 e nelle relative norme tecniche vigenti. a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto. Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni. Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo il ricorso ad opportune cautele. b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate. Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante: – saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature; – manicotto filettato; – sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compromessa. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro. c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore di 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto al punto 5.3.3 del DM 14 febbraio 1992. Per barre di acciaio incrudito a freddo le piegature non possono essere effettuate a caldo. d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2 cm per le solette ed a 4 per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina, ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti). Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno una volta il diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm. Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza minima tra le coppie ad almeno 4 cm. Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto. e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non deve inoltre avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori. SOLAI Generalità Le coperture degli ambienti e dei vani e le suddivisioni orizzontali tra gli stessi potranno essere eseguite a seconda delle indicazioni di progetto, con solai di uno dei tipi descritti negli articoli successivi. I solai di partizione orizzontale (interpiano) e quelli di copertura dovranno essere previsti per sopportare, a seconda della destinazione prevista per i locali relativi, i carichi comprensivi degli effetti dinamici ordinari, previsti ai punti 3.3.1 e 3.3.2 del DM 12 febbraio 1982 «Aggiornamento delle norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi».

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L'Appaltatore dovrà provvedere ad assicurare solidamente alla faccia inferiore di tutti i solai ganci di ferro appendilumi nel numero, forma e posizione che, a sua richiesta sarà precisato dalla Direzione dei lavori. Solai di cemento armato o misti: generalità e classificazione Nei successivi punti sono trattati i solai realizzati esclusivamente in calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso o misti in calcestruzzo armato precompresso e blocchi in laterizio od in altri materiali. Vengono considerati sia i solai eseguiti in opera che quelli formati dall'associazione di elementi prefabbricati. Per tutti i solai valgono le prescrizioni già date per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso, ed in particolare valgono le prescrizioni contenute nel DM 14 febbraio 1992 «Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in calcestruzzo armato normale e precompresso e a struttura metallica». I solai di calcestruzzo armato o misti sono così classificati: 1) solai con getto pieno: di calcestruzzo armato o di calcestruzzo armato precompresso; 2) solai misti di calcestruzzo armato, calcestruzzo armato precompresso e blocchi interposti di alleggerimento collaboranti e non, di laterizio od altro materiale; 3) solai realizzati dall'associazione di elementi di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso prefabbricati con unioni e/o getti di completamento. Per i solai del tipo 1) valgono integralmente le prescrizioni del precedente articolo . I solai del tipo 2) e 3) sono soggetti anche alle norme complementari riportate nei successivi punti. Solai misti di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso e blocchi forati di laterizio a) I solai misti di cemento armato normale e precompresso e blocchi forati di laterizio si distinguono nelle seguenti categorie: 1) solai con blocchi aventi funzione principale di alleggerimento; 2) solai con blocchi aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato. I blocchi di cui al punto 2), devono essere conformati in modo che nel solaio in opera sia assicurata con continuità la trasmissione degli sforzi dall'uno all'altro elemento. Nel caso si richieda al laterizio il concorso alla resistenza agli sforzi tangenziali, si devono usare elementi monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una nervatura di conglomerato, i giunti risultino sfalsati tra loro. In ogni caso, ove sia prevista una soletta di conglomerato staticamente integrativa di altra di laterizio, quest'ultima deve avere forma e finitura tali da assicurare la solidarietà ai fini della trasmissione degli sforzi tangenziali. Per entrambe le categorie il profilo dei blocchi delimitante la nervatura di conglomerato da gettarsi in opera non deve presentare risvolti che ostacolino il deflusso di calcestruzzo e restringano la sezione delle nervature stesse. La larghezza minima delle nervature di calcestruzzo per solai con nervature gettate o completate in opera non deve essere minore di 1/8 dell'interasse e comunque non inferiore a 8 cm. Nel caso di produzione di serie in stabilimento di pannelli di solaio completi il limite minimo predetto potrà scendere a 5 cm. L'interasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15 volte lo spessore medio della soletta, il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 52 cm. b) Caratteristiche dei blocchi 1) Spessore delle pareti e dei setti dei blocchi. Lo spessore delle pareti orizzontali compresse non deve essere minore di 8 mm, quello delle pareti perimetrali non minore di 8 mm, quello dei setti non minore di 7 mm. Tutte le intersezioni dovranno essere raccordate con raggio di curvatura, al netto delle tolleranze, maggiori di 3 mm. Si devono adottare forme semplici, caratterizzate da setti rettilinei ed allineati, particolarmente in direzione orizzontale, con setti con rapporto spessore/lunghezza il più possibile uniforme. Il rapporto fra l'area complessiva dei fori e l'area lorda delimitata dal perimetro della sezione del blocco non deve risultare superiore a 0,6 ÷ 0,625 h, ove h è l'altezza del blocco in metri. 2) Caratteristiche fisico-meccaniche. La resistenza caratteristica a compressione, riferita alla sezione netta delle pareti e delle costolature deve risultare non minore di:

– 30 N/mm2 nella direzione dei fori;

– 15 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a2) e di:

– 15 N/mm2 nella direzione dei fori;

– 5 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a1).

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La resistenza caratteristica a trazione per flessione dovrà essere non minore di:

– 10 N/mm2 per i blocchi di tipo a2); e di:

– 7 N/mm2 per i blocchi di tipo a1). Speciale cura deve essere rivolta al controllo dell'integrità dei blocchi con particolare riferimento alla eventuale presenza di fessurazioni. c) Spessore minimo dei solai. Lo spessore dei solai a portanza unidirezionale che non siano di semplice copertura non deve essere minore di 1/25 della luce di calcolo ed in nessun caso minore di 12 cm. Per i solai costituiti da travetti precompressi e blocchi interposti il predetto limite può scendere ad 1/30. Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati. d) Spessore minimo della soletta. Nei solai del tipo a1) lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta di conglomerato non deve essere minore di 4 cm. Nei solai del tipo a2), può essere omessa la soletta di calcestruzzo e la zona rinforzata di laterizio, per altro sempre rasata con calcestruzzo, può essere considerata collaborante e deve soddisfare i seguenti requisiti: – possedere spessore non minore di 1/5 dell'altezza, per solai con altezza fino a 25 cm, non minore di 5 cm per solai con altezza maggiore; – avere area effettiva dei setti e delle pareti, misurata in qualunque sezione normale alla direzione dello sforzo di compressione, non minore del 50% della superficie lorda. e) Protezione delle armature. Nei solai, la cui armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica deve risultare contornata in ogni direzione da uno spessore minimo di 5 mm di malta cementizia. Per armatura collocata entro nervatura, le dimensioni di questa devono essere tali da consentire il rispetto dei seguenti limiti: – distanza netta tra armatura e blocco 8 mm; – distanza netta tra armatura ed armatura 10 mm. Per quanto attiene la distribuzione delle armature: trasversali, longitudinali, per taglio, si fa riferimento alle citate Norme contenute nel DM del 27 luglio 1985. In fase di esecuzione prima di procedere ai getti i laterizi devono essere convenientemente bagnati. Gli elementi con rilevanti difetti di origine o danneggiati durante la movimentazione dovranno essere eliminati. f) Conglomerati per i getti in opera. Si dovrà studiare la composizione del getto in modo da evitare rischi di segregazione o la formazione di nidi di ghiaia e per ridurre l'entità delle deformazioni differite. Il diametro massimo degli inerti impiegati non dovrà superare 1/5 dello spessore minimo delle nervature né la distanza netta minima tra le armature. Il getto deve essere costipato in modo da garantire l'avvolgimento delle armature e l'aderenza sia con i blocchi sia con eventuali altri elementi prefabbricati. Impianti tecnologici PROVE DEI MATERIALI L'Amministrazione appaltante indicherà preventivamente eventuali prove da eseguirsi in fabbrica o presso laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti oggetto dell'appalto. Le spese inerenti a tali prove non faranno carico all’Ente Appaltante, la quale si assumerà le sole spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati. Non saranno in genere richieste prove per i materiali contrassegnati col Marchio Italiano di Qualità o equivalenti ai sensi della legge 791 del 18 ottobre 1977. ACCETTAZIONE I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l'accettazione da parte dell'Amministrazione appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro 7 giorni dalla presentazione dei campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. Le parti si accorderanno per l'adozione, per i prezzi e per la consegna, qualora nel corso dei lavori, si dovessero usare materiali non contemplati nel contratto. La ditta appaltatrice non dovrà porre in opera materiali rifiutati dall'Amministrazione appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.