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L’immaginazione al potere 1 Incontri letterari, 24.02.2015

Pasolini saggi

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L’immaginazione al

potere

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http://goo.gl/D1n0w4

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Nei movimente i PPP vedeva rivolta, non rivoluzione.

La libertà si governa con l’accertamento dei suoi limiti, nella dialettica diritti-doveri.

I doveri scaturiscono dalla coscienza storica. Intuisce che il maggio italiano è una rivola

della borghesia contro se stessa.

Polemica con <Lotta continua>Suppl. n.5 Proletari in divisa

Il fascismo di sinistra

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Nei confronti del PCI PPP tenne un atteggiamento di distacco.

I gruppi di estrema sinistra vengono definiti: rabbiosi alunni dell’ordine, neozdanovisti in cultura,fascisti di sinistra nella pratica.

L’amata chioccia

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È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. 

Il Pci spiegato ai giovani

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Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, 

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esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care. Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.  I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. [..

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La solitudine: bisogna essere molto forti

Per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe

E una resistenza fuor dal comune; non si deve rischiare

Raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere

Rapinatori o assassini; se tocca camminare.

Isolamento e solitudine

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“La gran folla dei figli della piccola borghesia … che si affolla nelle università ad un certo punto comprende che si era mossa per diventare élite,… e invece ha davanti a sé lo spettro della disoccupazione intellettuale e del declassamento sociale. È in questo quadro che matura la rivolta-tragedia del ’68. Nel tentativo di definire la propria collocazione di classe, questa classe in declino cercherà di identificarsi con il proletariato industriale. … Non è il proletariato che cerca di diventare classe media, è quest’ultima che, minacciata, si aggrappa al proletariato e lo appoggia nella sua rivolta”

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Oh generazione sfortunata! che nell’inverno dl ’70 usasti cappotti e scialli fantasiosi

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Era esso che voleva gettar discredito sopra la storia-la suaera esso che voleva far piazza pulita del passato-il suooh generazione sfortunata, e tu obbedisti disobbedendo! Io invecchiando vidi le vostre test piene d doloreDove vorticava un’idea confusa, un’assoluta certezza,una presunzione di eroi destinati a non morire-oh ragazzi sfortunati, che avete visto a portata di mano

una meravigliosa vittoria che non esisteva!

Le Poesie

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Il Corriere della sera1972

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Capii che il linguaggio dei capelli lunghi non esprimeva più cose di sinistraMa esprimeva qualcosa di equivoco, destra-sinistra. Il discorso sulla mutazione antropologica degli italiani, e non solo degli italiani, era aperto. “ I capelli lunghi dicono, nel loro inarticolato e ossessivo linguaggio di segni non verbali, nella loro teppistica iconicità, le cose della televisione o della reclame dei prodotti.

Il discorso dei capelli

Scritti corsari

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13 maggioReferendum sul

divorzio

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Il no è stata una vittoria indubbiamente. Ma la reale indicazione che esso dà è quella di una “ mutazione” della cultura italiana: che si allontana tanto dal fascismo tradizionale che dal progressismo socialista.

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Una vittoria ottenuta dal diffondersi dai valori del “consumo e dalla conseguente tolleranza modernista di tipo americano”: l’Italia contadina e paleoindustriale si era dissolta. Il vuoto che lasciava sarebbe stato riempito da una “completa borghesizzazione” “Neanche i comunisti si mostravano capaci di bloccare questo processo” Era in corso una omologazione culturale che riguardava tutti: “popolo e borghesia, operai e sottoproletari. Il contesto sociale è mutato nel senso che si è estremamente unificato ”

Scritti corsari16Incontri letterari, 24.02.2015

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La mia opinione è che il 59% dei no , non sta a dimostrare miracolisti-

camente, una vittoria del laicismo, del progresso e della democrazia: niente affattoesso sta invece a dimostrare due cose:

1. Che i ceti medi sono radicalmente-direi antropologicamente- cambiati…

2. Che l’Italia contadina e paleoindustriale è crollata…

Scritti

corsari17Incontri letterari, 24.02.2015

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Io sono per gli otto referendum del partito radicale, e sarei disposto ad una campagna anche immediata in loro favore. Condivido con il partito radicale l’ansia della ratificazione, l’ansia, cioè, di dar corpo formale a realtà esistenti: che è il primo principio della democrazia.

Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché lo considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che io là ero esistente… Che la vita è sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni democrazia…

Sul tema dell’aborto

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“ Io so che la maggioranza è già tutta, potenzialmente, per la legalizzazione dell’aborto … L’aborto legalizzato è infatti- su questo no c’è dubbio- un’ enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe più facile il coito_ accoppiamento eterosessuale- a cui non ci sarebbero più praticamente ostacoli. Ma questa libertà del coito della coppia così come è concepita dalla maggioranza- questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi- da chi è stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata, e tacitamente fatta entrare, in modo ormai irreversibile, nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo.”

Sul tema dell’aborto

Scritti corsari 19Incontri letterari, 24.02.2015

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Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi…

Cfr vostro libro di testo ehttp://goo.gl/v2XBVZ

Contro l’omologazione culturale della televisione

Scritti corsari

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1) Abolire immediatamente la scuola media dell'obbligo. 2) Abolire immediatamente la televisione. Quanto agli insegnanti e agli impiegati della televisione possono anche non essere mangiati, come suggerirebbe Swift: ma semplicemente possono essere messi sotto cassa integrazione. La scuola d'obbligo è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche, anche nei casi migliori (cioè quando si invita adulatoriamente ad applicare la falsa democraticità dell'autogestione, del decentramento ecc.: tutto un imbroglio). Inoltre una nozione è dinamica solo se include la propria espansione e approfondimento: imparare un po' di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilità di una reale cultura storica. Altrimenti, le nozioni marciscono: nascono morte, non avendo futuro, e la loro funzione dunque altro non è che creare, col loro insieme, un piccolo borghese schiavo al posto di un proletario o di un sottoproletario libero (cioè appartenente a un'altra cultura, che lo lascia vergine a capire eventualmente nuove cose reali, mentre è ben chiaro che chi ha fatto la scuola d'obbligo è prigioniero del proprio infimo cerchio di sapere, e si scandalizza di fronte ad ogni novità). Una buona quinta elementare basta oggi in Italia a un operaio e a suo figlio.

Scuola media obbligatoria

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Illuderlo di un avanzamento che è una degradazione è delittuoso: perché lo rende: primo, presuntuoso (a causa di quelle due miserabili cose che ha imparato); secondo (e spesso contemporaneamente), angosciosamente frustrato, perché quelle due cose che ha imparato altro non gli procurano che la coscienza della propria ignoranza. Certo arrivare fino all'ottava classe anziché alla quinta, o meglio, arrivare alla quindicesima classe, sarebbe, per me, come per tutti, l'optimum, suppongo. Ma poiché oggi in Italia la scuola d'obbligo è esattamente come io l'ho descritta (e mi angoscia letteralmente l'idea che vi venga aggiunta una "educazione sessuale", magari così come la intende lo stesso "Paese Sera"), è meglio abolirla in attesa di tempi migliori: cioè di un altro sviluppo.

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Perciò, in qualche modo, con qualche titubanza, e non senza emozione, mi sento autorizzato ad annunciare, che è nato l’italiano come lingua nazionale.

Empirismo eretico,

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http://goo.gl/byBb26

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Io so.Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista

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(Brescia e Bologna 1974). Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).

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Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti.

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Corriere della Sera 14 novembre, 1974

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http://goo.gl/7u8dPW

Io so