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Nieto Requena Emmanuel Arn Seminario de tesis 2 Pier Paolo PasoliniMai come oggi il problema della poesa un problema culturale, e mai come oggi la letteratura ha richiesto un modo di conoscenza scientifico e razionale, cio poltico. Pier Paolo Pasolini1

Pasolini: il profeta del popolo In questo breve saggio presenter prima il contesto istorico, politico e sociale del tempo di Pasolini, parler anche sulla vita del poeta perch i suoi atteggiamenti di fronte alla realt italiana e internazionale sprimono il modo del suo pensiero, cio la sua vita e il suo lavoro intelletuale sono il vincolo che prende il senso pasoliniano. Affronter, cos, lo stile della sua poesia, in primo momento, e dopo, cercher di analizzare, nei limiti del possibile, qualche poesie della sua lunga carriera letteraria, ma fermandomi e facendo partocolare enfasi su qualche poesie raccolte nel libro: La religione del mio tempo, che per me, sono il riflesso della ideologia dello scrittore e anche la culmine della sua prima etapa come poeta. Dopo aver accenato tutto questo, far una riflessione sulla sensibilit che la sua poetica ha verso i problemi sociali e politiche dell suo periodo e come si posono collegare con la realt mondiale -di quella e questepoca- e in modo speciale, le circonstanze di un progresso globalizzato che adesso -per esempio- in Messico, ha raggiunto non solo una parte della societ ma tutti gli strati sociali, i quali sono in rapporto stretto con lespressioni dello sviluppo del capitalismo progresista -a cui l autore si riferiva- e che oggi rappresenta un vero pericolo per tutti i messicani: parlo evidentemente del narcotraffico e della sua voglia di mettere alla societ in stato di shock. Cuattro anni dopo la Prima Guerra Mondiale si instaur in Italia la dittatura di Benito Mussolini (1922), la quale condusse a unalleanza con la Germania nazista e il Giappone nella Seconda Guerra Mondiale (1939-45), finendo con la sconfitta di detta alleanza. Ma lordine italiano si ricostru sui valori della Resistenza: democarzia e libert, cercando di trasformare la struttura del potere,1

Pier, Paolo, Pasolini, Empirismo eretico, Garzanti, Milano, 1972, p.28.

visto che Italia conserv la dialettica della modernit, cio, la istorica divisione e differenza tra nord e sud. Tant vero che migliaia di italiani emigrarono fuori del paese. Nel 1948 si fece la nuova constituzione, nella cui aveva molti incongruenze a causa dei desideri tanto differenti fra i democristiani e i comunisti. Il fatto veramente incredebile che alcuni comunisti parteciparono nellassemblea costituente e nonostante gli incitamenti di insurrezione dei veri e propri comunisti del partito, Togliatti non prest attenzione: sembrasse che volle soddisfare alla borghesia a tutti i costi e rendere impossibile qualunque azione rivoluzionaria, e cos si framment pi il PCI. A questo punto importante dire che tanto Togliatti quanto Pasolini ebbero linfluenza dellideologia politica di Gramsci; la cui diceva che, perch la rivoluzione avesse successo, era indispensabile mantenere un confronto didee, nel quale gli intellettuali dovevano essere i capi della discussione, il che implicarebbe laddottrinamento graduale della societ attraverso di diversi canali culturali, fondamentalmente per mezzo dell educazione. Non coincidenza che Gramsci ammirasse profondamente alla Chiesa Cattolica, a cui in molti sensi considerava un modello di forza rivoluzionaria, anche se fosse il principale antagonista del PCI2. Dunque, fra gli anni '40 e '50 ,il PCI ottenne tanti intellettualli, che incitarono alla lettura di autori rivoluzionari o simpatizzanti comunisti (Steinbeck e Dos Passos), mentre la Chiesa ebbe il vantaggio -storico- di avere presenza molto radicata nelle zone rurale, grazie alla sua egemonia economica (con laiuto dei soldi degli Stati Uniti). Di questo modo, in primo luogo, cera la povert del popolo italiano, che non aveva quasi niente, e in secondo, gli imprese italiane e stranieri (quasi sempre statunitensi) che colsero lopportunit di dominare il campo economico, e per tanto politico. Ebbene, cos continu la lotta -sempre polarizzata- fra il PCI e il PDC, purtropppo, questultimo vinse la maggioranza dei seggi del parlamento (1948), con cui i partiti del sud decisero di formare parte del PDC, ma le citt industrializzati erano bastioni della sinistra. Quindi, la coscenza di classe, cominci a essere concepita dai contadini, chi poterono gi votare, e dai cittadini, i quali presenziarono il privilegio -fra virgolette- di avere lavoro e il libero scambio, e perci, laumento del consumo. Cosicch, da un lato, cera laustera2

Christopher, Duggan, Historia de Italia, Tr: Adran Fuentes Luque, Cambridge University Press, Reino Unido, 1996, p. 350.

moralit e sacrificio a beneficio della collettivit, il che non piaceva al PCD, e subito, inizi a imprimere fra i contadini la sacralit della famiglia, con cui potette replicare i postulati collettivisti della sinistra, e dallaltro, un attraente consumo privato, che non raggiungeva il oasi del benessere. In 1960, tuttavia, Italia continu a essere un paese sottosviluppato, ma allimprovviso, nel '65 smise di essere un paese sottoviluppato (fenomeno solo del centro e del nord), con telefonia, autostrade, ecc. Allora, grazie alla pessima amministrazione del governo e alla corruzione -che non stata mai sradicata- nel '68 si materializz il vaso di Pandora -como in molti regioni del mondo- in forti movimenti di protesta, di contadini, di operai e di studenti universitari; questi ultimi -in Italia e in altri parti del mondo- protestarono contro il sistema educativo, il che rivel le rivendicazioni sotto linflueza del pensiero marxista. Orbene, in Italia, Europa e anche in Messico nel '68 fu un periodo di potenziale rivoluzione, il che condusse alla formazione di numerosi gruppi di nuova sinistra, perch Italia -in particolare- prov il disincanto per il PCI e cos, scoppiarono tante scioperi, per via dellincongruenza dei partiti politici che propugnarono il disprezzo per il materialismo della societ capitalista mentre continuarono a godere delle comodit della prosperit. In ultimo, sotto questi topici sociali si fecero diverse manifestazioni di protesta in tutto il mondo: interesse per il Marxismo, il rifiuto dellautorit, il disprezzo verso il consumismo, ira davanti alla guerra e simpatia verso la revoluzione. Cos, sotto questo clima controverso Pasolini (proffesore, scrittore, poeta, saggista, regista, comunista, marxista, omosessuale, cattolico) nacque a Bologna il 5 marzo 1922 mentre si effettu il colpo di stato facista in Italia e si cre lURSS di Trotsky e Lenin. Grazie al lavoro del suo padre, che era militare, visse a Parma, dopo ritorn a Bologna, poi, Belluno, Coneglio, Sacile, Idria, unaltra volta a Sacile nel '29, dove lui stesso -nella sua testimonianza autobiografica- scrisse: Io non ho cominciato a scrivere versi con Le ceneri di Gramsci: ho cominciato molto prima, ed esattamente nel 1929 a Sacile, quando avevo sette anni appena compiuti, e frequentavo la seconda elementare e aggiunse: un bel giorno, mia madre infatti mi present un sonetto, composto da lei... e pi avanti: ...a tredici anni sono stato poeta epico e non ho evitato, con ladolescenza, linevitabile

incontro con Carducci, Pascoli, DAnnunzio... dopo abit a Cremona, poi Reggio Emilia e ancora a Bologna, dove concluse il Liceo nel '37 e -sempre nella sua testimonianza- comment: anno in cui un proffesore supplente -Antonio Rinaldilesse in classe una poesia di rimbaud e prosegu:Dal '37 al '43, vissi il grande periodo dellermetismo... e poi: Nel '42, infatti, usc a mie spese, presso la Libreria Antiquaria del signor Landi, il mio primo volumetto di versi, Poesie a Casarsa: avevo esattamente ventanni...e: Erano poesi in dialetto friulano...3 Egli stesso disse che il '43 fu uno degli anni pi belli della sua vita perch ai venti anni era nella terra di Castilla (dove si avvicin alla poesi di Machado). Continu a scrivere poesie in friulano (in quel dialetto parlato), ma anche cominci a scrivere analoghe in italiano (in quellitaliano letterario). Nel '43 anche fu andato, pochi giorni, per fare parte delle armi, nella Seconda Guerra Mondiale, dal 1 al 8 di settembre: ritorn di Pisa a Casarsa a piedi e dopo aver rischiato mille volte di finire in un treno per la Germania; alla fine della stessa si incorpor al PCI. Torn, cos per continuare a scrivere La Meglio Giovent e LUsignolo, e ma adesso aveva paura della morte perch non voleva finire uncinato come tutti i giovani antifascisti e come dopo il suo fratello. Poi, fu costretto a uscire -sempre nel '43- della terra della sua madre fino il 26 ottobre 1949, perch venne denunciato per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico4. Questo provoc anche la sua cancellazione del PCI, ma non solo quello fu terrificante per lui in questa fase della sua vita, poich il suo padre ritorn in prigionia- dopo la guerra- avvelenato dalla sconfita del fascismo, inoltre alla morte del suo fratello (che mour con Ossi di Seppia nella tasca) e il dolore della sua madre per tutto quello che aveva successo nella sua famiglia. Dunque, il periodo friulano era finito e tra il '49 e '50 si trasfer a Roma con la sua madre, che alla sua volta, diventer nel luogo ottimo per la sua maturit. Sempre l usc Roma 1950. Dopo, in 1952 edit i saggi: Poesia dialettale del Novecento (con la colaborazione di M. DellArco) e Canzoniere italiano: Antologia della poesia populare, in 1955. Ma prima, nel '54, aveva gi pubblicato La meglio giovent (che comprendeva la maggioranza delle sue poesie in friulano, scritte fa 1941 e 1953) e lanno seguente in prosa narrativa il romanzo Ragazzi di vita. in3

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Tutti questi citazioni compaiono in: Al lettore nuovo,prefazione a P. P. Pasolini, Poesie, Milano, Garzanti, 1970, p. 6-11. Enzo, Golino, Pasolini: il sogno di una cosa, Il Mulino, Bologna, 1985, p. 9

1957 quando scrisse -magari il suo capolavoro- Le ceneri di Gramsci, il quale raccoglie brevi poesie gergo-dialettali degli anni '50. Dopo un anno, pubblic L usignolo della Chiesa Cattolica, che riunisce poesie in dialetto di 1943-1949, e di 1959 unaltro romanzo: Una vita violenta. A Bologna, citt nella quale si laure con una tesi su Pascoli, fu dove conobbe Loenetti e Roversi, con i quali produssero la rivista Officina (1955-59). Dopo aver fatto il proffesore in una scuola privata (la scuola media Francesco Petrarca) a Roma, si dedic ad adattare i copioni cinematografici e a tradurre, intensificando, inoltre, le sue colaborazioni con le principali riviste italiane. Mentre, a partire degli anni '60, continua a mantenere i suoi dialoghi con i suoi lettori di Vie Nuove, appariscono: le raccolte di saggi e di poesie, Pasione e ideologia ('60) e La religione del mio tempo ('61); e in 1962, il romanzo Il sogno di una cosa (scritto fra 1949 e 1952), il cui un brano di Karl Marx che sinteticamente enuncia un capitale programma pedagogico. In una lettera a Arnold Ruge spedita da Kreustznach nel settembre 1843, Marx scrisse: Il nostro motto devessere dunque: riforma della coscienza non per mezzo di dogmi, ma mediante lanalisi della coscenza non chiara a se stessa, o si presenti sotto la forma religiosa o politica. Apparir allora che il mondo a da lungo il sogno di una cosa5. Dopo, apparirono Al dagli occhi azzurri (1965), poi Teorema (1968). Nel frattempo degli anni '60 cominci la sua carriera di regista cinematografico con Accatone ('61), a cui seguirono Il Vangelo secondo Matteo ('64), Uccellacci e uccellini ('65), Edipo Re ('67), Medea ('69), fino ad arrivare ai films inspirati da Boccaccio, Chaucer e in Le mille e una notte degli anni '70. In ultimo, pubblic il saggio: Empirismo eretico (1972). Il 2 novembre 1975 la data in cui uno sciagurato senzarte n parte uccide a Ostia Pier Paolo Pasolini. Roma, dunque, fu il posto nel cui lo scrittore riprese la sua pasione per la scrittura e la pedagogia, cio, la vita di Pasolini percorsa da una divorante ansia didattica: figlio di un militare e una insegnante. Egli fu stato uomo di scuola fin dalla giovane et a Friuli e pi a Roma. E qui mi fermo un po' dato che Enzo Golino nella sua introduzione del libro Pasolini: il sogno di una cosa, introdurre delle domande: Ma chi sono gli interlocutori della paideia pasoliniana? A chi si rivolge5

Ibid., p. 7.

questo maestro che fece un sincretismo didee di Mos e di Rousseau, di Nietzsche e di Gramsci, di Mazzini e di Ges Cristo, di Marx e di Freud, di Platone e di Tomaseo, di Socrate e di San Paolo, di Illich e di Sade, di Marcuse e di Tolstoi? La risposta di Golino, infatti, quello che mi ha colpito veramente, perche dice: Primo fra tutti il popolo, nella sua angelica essenza primigenia e nel suo sciagurato trasformarsi in societ di massa, linterlocutore di Pasolini. Il popolo, dunque, va educato, ma leducazione deve rispettare i suoi principi, la sua identit. E infatti, nel momento in cui lo sviluppo senza progreso della societ italiana degli anni Cinquanta e Sessanta attira al popolo nella corsa ai consumi e allimborghesimento, lansia pedagogica di Pasolini da amorosa si trasforma in violenta, da dolcemente educativa diventa un programatico atto daccusa contro le violazioni che il popolo ha subto, contro il popolo stesso che le ha accettate. E dopo dice che anche la borghesia laltro soggetto da educare a cui si rivolge lo scrittore, insomma, questi due interlocutori sono quindi i destinatari del suo interesse per tutt ci che formazione. E io mi domando: fu questo sincretismo il motivo delle sue contraddizioni, della sua dialettica che prov lungo la sua vita? E penso di si, perch era unuomo che visse dentro e fuori di s. Fu unuomo che fece un sincretismo fra filosofia, sociologia, letteratura, religione, psicologia, e la sua realt. Questo parla di che Pasolini ebbe una conscenza molto ampia, di un intellettuale che seppe ottenere una cultura e un bagaglio di nozioni molto erudito, partendo dagli inizi della istoria -e sicuramente ebbe in mente il postulato marxista della transistoriet- cio, tutto quello che esisteva prima dellera dellumanit, prima di che le civilt esistessero, pertanto, ebbe una coscienza di classe, un atteggiamento politico e ideologico, un pensiero critico, una entelechia del linguaggio, un interesse psicianalitico, una sensibilit religiosa e umana, una mentalit -nello stesso tempo- classica e moderna, che ruppe con quello stabilito, una concezione del mondo di intellettuale organico, ma con un piede sempre nelleresia. Sebbene, lui stesso non si proclam mai intellettuale organico lo era, stette compromesso con la causa sociale e culturale, e sempre cerc di trasformare la societ per raggiungere una vera e propria rivoluzione comunista. Ma solo per citare una polemica fra Pasolini e Fortini: nel '68 in uno scontro

fra polizzioti e studenti, Pasolini si mise del lato dei primi, e Fortini del lato degli altri, dicendo che i polizzioti erano anche il popolo e che i poveri erano loro, perch gli studenti avevano i soldi. Questo riflessa che egli era pi critico e profondo che molti di suoi coetanei di sinistra. Ed vero perche gli studenti per lo meno avevano dei soldi per pagare la laurea e non solo esso ma che avevano la conoscenza di classe, ma non i polizzioti visto che loro non studiano per diventare polizzioti, per lo meno non luniversit. In questo senso, sono daccordo con Pasolini. Lo stile pasoliniano si situa sotto il segno di una contraddizione non pacificata. La metrica usa una struttura flessibile fra: il distico e la terzina, e strofe di molti o pochi versi. Il verso di fondo, quello la cui norma ideale costituisce il fondamento del metro pasoliniano e lendecasillabo, legato nella compagine strofica dalla rima, ma questo ordine esternamente determinato si contrappone in una variet interna: sulla struttura dorigine dellendecasillabo si svolgono le varizioni pi anarchiche sia nel calcolo sillabico quanto nellaccentazione, mentre la rima scade attraverso tutti i gradi assonaza. Allo stesso modo la struttura della terzina si frantuma, lasciando il posto a versi intercalati fuori della regola della rima, oppure compaiono emistichi, denunciando lo svolgersi del discorso lirico o del ragionamiento che non quella del metro. Accanto allendecasillabo regolare per accenti sta lendecasillabo con accentazione irregolare, poi una serie di versi di sillabizione variante dalla brevit del settenario al verso di tredici, di quattordici, si quindici sillabe, senza precise determinazioni di accenti6. E per esemplificare un po' queste osservazioni di Barberi Squarotti analizzer alcune poesie de La religione del mio tempo (dedicato a Elsa Morante), che esprime la crisi degli anni sessanta e il poeta stesso lo definisce cos: la sirena neocapitalistica da una parte -la cui canta e attrae gli uomini per dopo ammazzarli-, la desistenza rivoluzionaria dallaltra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. Quando lazione politica si attenua, o si fa incerta, allora si prova o la voglia dellevasione, del sogno -quel sogno che si pu collegare con il sogno di una cosa di Marx e che Pasolini in Frammento alla morte chiam: Africa! unica mia alternativa- o una insorgenza moralistica (la mia irritazione contra certa6

Pier, Paolo, Pasolini, Interpretazioni di Pasolini, ed. Giampaolo Borghello, Savelli, Roma, 1977, p. 80

ipocresia delle sinistre: per cui si ende ad attenuare, classicisticamente la realt: si chiama errore del passato, eufemisticamente, la tragedia staliniana...)7. Questo libro si apre con la poesia La ricchezza: Fa qualche passo, alzando il mento, ma come se una mano gli calcasse in basso il capo. E in quellingenuo e stento gesto, resta fermo, ammesso tra queste pareti, in questa luce, di cui egli ha timore, quasi, indegno, ne avesse turbato la purezza...8 Questa poesia si apre con unimmagine in movimento, di qualcosa o di qualcuno che si muove, e certo, un operaio quello che cammina alzando il capo, fermandosi quasi stupefatto, tra le pareti della chiesa di San Francesco ad Arezzo, e di fronte alle affreschi di Piero della Francesca, dove questa luce dalla cui ha timore un lume: una luce [...] che si spande/da un sole racchiuso dove fu divino/lUomo quando si vede davanti agli occhi di Maria e cos si riconosce se stesso, se stesso operaio e borghese, con unevocazione del vivente e del passato: una tridimensionalit alla vita perduta, quasi un elisir religioso e divino della vita, un incontro dentro e fuori di s stesso, un viaggio del tempo allo spazio, della memoria alla presenza (tema pasoliniano ma gi proustiano, del pasatopresente, del escluso di Leopardi come dice Gianni DElia). Qesto primo capitolo (perch diviso in sei capitoli) della poesia, che quasi un racconto, si sviluppa con liberi strofe, libera rima e misura, cio, ha una libert metrica, ma con un contenuto prosiforme, con rime fatte di assonanze e consonanze. In realt, si tratta di una apparente noncuranza stilistica, perch complicata fin dallinizio con rime interne: mento-stento, passo-basso e perfino Ricchezza-purezza, il che costruisce un ritmo spezzatto dai continui enjambement, che garantiscono alla prosasticit del discorso il risarcimento di una poeticit discontinua, rimica e alliterante, tipica dello stilema meditativo (Leopardi e Foscolo) ora gi pasoliniano. Queste anarchie poetiche della metrica, del ritmo musicale e sinttatico, della poesia porsastica, del eccesso di enjambement, assonnanze, consonanze,7

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Pier, Paolo, Pasolini, da un articilo su Vie Nuove,16 novembre 1961, raccolta nel volume Le belle bandiere, Editori Riuniti. Pier, Paolo, Pasolini, La religione del mio tempo, Garzanti, Milano, 2001. p. 11.

alliterazioni, diventano lo stilema pasoliniano. C una teoria -in questo caso presa da Gianni DElia- la cui accenna che La Ricchezza una impostazione filmica -non dimentichiamo che Pasolini cominci la sua carriera cinematografica come regista nello stesso anno che esce La religione del mio tempo con Accatonedel discorso vissuto, dove il passo, il viaggio, landatura rispondono alla funzione argomentativa, la cui diventa narrativa attraverso il movimento, il passaggio delle sequenze, lo spostamento, ma spezzata da quel montaggio che nella lingua scritta della poesia il pensiero metrico -non a caso il poema comincia con due sintagmi o emistichi divise da una virgola o cesura, i cui sono due azione, due piani nella stessa scena- con il taglio secco dellenjambement, probabile equivalente verbale del dcoupage cinematografico. Lio che vive si sposta, e lio che scirve si narra in presenza, l dove lio che viveva era vivo, davanti ai luoghi che, grazie a un particolare e inconfundibile realismo allucinatorio, sono il sacro della poesia pasoliniana. Daltro lato, il discorso di Pasolini tende dunque a bilanciarsi tra mondo interiore e realt esteriore, tra dentro e fuori, proponendo una sua personale interpretazione di questo storico equilibrio-squilibrio che percorre a ogni livello in Novenceto letterario. Anche in questo caso egli participe di una pi lunga vicenda letteraria e al stesso tempo ritrova e riesprime qualcosa di nuovo, con una furia, una disperata passione di essere al mondo che lo spingono verso ogni piega del reale, ben oltre i confini del Friuli, poi dellItalia, poi ancora dellEuropa 9. Daltro, questo dentro-fuori, esperienza privata e quadro istorico, razionale e contradditorio, sono la testimonianza che Fortini fece delluso della sineciosiin Pasolini, che appartiene alla categoria dellossimoro, la cui consiste nell accostamento allinterno di una frase di due termini (due aggetivi o un sostantivo e un aggetivo) di significato opposto. Nella sineciosi c la contraddizione e il riconoscimento della contraddizione, c la scoperta di una dimensione vitale, attiva del bilanciamento dei contrari, c laccetazione lucida dellirrazionalit del reale, cio, una dialettica unit: sul piano stesso della ricerca metrica, si presenta la stessa ambivalenza, analoga ritrascrizione di una pi generale sineciosi fra una struttura tradizionale e una vitale forza interiore che9

Pier, Paolo, Pasolini, Interpretazioni di Pasolini, ed. Giampaolo Borghello, Savelli, Roma, 1977, p. 20.

corrode e distrugge dallinterno questa razionale dimenzione. E nei connotati di una sineciosi assunta sul piano della ricerca ideologica ancora ci apparir la coerenza di questo modulo. Perch di sineciosi storiche e ideologiche carica la scrittura pasoliniana: la sua stessa capacit di essere testimone e protagonista10. E cos arriviamo alla poesia A un ragazzo, fatta in distico e indirizzata per Bernardo Bertolucci, figlio del poeta Attilio Bertolucci: Vuoi sapere che cosa abbiamo ricavato da quellavventura, in che cosa mutato lo spirito di questa povera nazione dove provi tra noi la tua prima passione; sperando che ogni atto che ti preesiste, Chiesa e Stato, Ricchezza e Povert, intesa trovino nel tuo dolce desiderio di vita... [...]Nella tua nuova vita non esistito mai fascismo o antifascismo: nulla, di ci che sai perch vuoi sapere: esiste solamente in te come un crudele dolce fiore il presente. [...] vizio il ricordare, anche se dovere [...] [...]Ci che protremo risponderti perduto. Pu parlarti -se, tu ragazzo, sai il muto suo nuovo linguaggio di ragazzo -soltanto chi laggi, nella luce del pianto... [...]Mio fratello non cera, e io non potevo urlare di dolore di dolore, era troppo breve la strada verso il granaio perso nei campi, dove per un anno lingenua, eternamente giovane, povera nostra mamma aveva atteso, e ora era l che attendeva, sotto il tiepido sole... [...] Ma lombra che ormai dentro di noi guadagna sempre pi tempo, allenta ogni legame

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Ibid. p. 21

con la vita che, ancora, unamara forza a vivere e capire invano ci conforta... Ah, ci che tu vuoi sapere, giovinetto, finir non chiesto, si perder non detto11. Questa poesia esprime tutto il dolore che Pasolini sent con la morte del suo fratello e ricorda lultimo suo incontro con il fratello in una stazione di treno. una elegia per il suo fratello Guido, in forma di dialogo con Bernardo (che ha voglia di sapere e fa delle domande di qualsiasi ragazzo -sul passato- agli adulti) ma in monologo che alla sua volta diventa interiore come una specie di richiamo a se stesso per lasciarlo andarsene a lottare contro i fascisti. Cos passa dalle conversazioni con Bertolucci al ricordo dellultimo incontro con Guido, e dopo, ai ricordi dei paesaggi quando ritornava di accompagnare al fratello a prendere il treno. Ma questo che per lui ricordo e passato sembra che non vuole che Bernardo lo sappia, come se non volesse ricordare quella lotta perduta contro il fascismo e cos arriva alla fine ricordando alla sua madre che aspettava il ritorno del suo minore figlio, e lui finisce senza rispondere le domande di Bertolucci. Tutta la poesia piena di un ritmo lento e tranquillo con un tono malinconico che lascia senza parole e fiato. Pasolini, dunque dice che La religione del mio tempo esprime una crisi: ed detta, espressa, esplicita. [...] Cerano nel mio libro delle critiche dirette al Partito comunista: critiche, naturalmente, nella lingua della poesia: ma comunque facilmente decifrabili e traducibili in termini logici. Cerano critiche al Partito, quello concreto e operante, quello che hic et nunc. Non certo alla ideologia marxista e al Comunismo! [...] Lideologia de La religione del mio tempo,si deduce da La religione del mio tempo: non ne preesistente in uno schema politico, pi o meno rigido. Le opinioi politiche del mio libro sono radicale di qualit che il processo stilistico12. A proposito delle critiche al Partito comunista Alla bandiera rossa: Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa, tu devo realmente esistere, perch lui esista:1112

Pier, Paolo, Pasolini, La religione del mio tempo, Garzanti, Milano, 2001. p.65-72. Pier, Paolo, Pasolini, da un articilo su Vie Nuove,16 novembre 1961, raccolta nel volume Le belle bandiere, Editori Riuniti.

chi era coerto di croste coperto di piaghe, il bracciante diventa mendicante, il napoletano calabrese, il calabrese africano, lanalfabeta una bufala o un cane. Chi conosceca appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti pi, neanche coi sensi: tu che gi vanti glorie borghesi e operai, ridiventa straccio, e il pi povero ti sventoli13. In questa poesia evidente la critica verso il Partito comunista, che comincia facendo notare il calore ideologico del rosso, ma contrastato con quello che succede veramente nella realt sociale, dove il bracciante diventa mendicante, il napoletano calabrese, il calabrese africano, lanalfabeta una bufala o un cane, in altre parole, le cose peggiorano pi ogni giorno, la societ di quello regolare se ne anda verso quello peggiore. E cos, chi conosce o ha conosciuto il rosso non deve o dovrebbe conoscerlo pi perch questo tessuto rosso si ridiventa straccio, e sono i pi poveri quelli che lo sventolano, ossia, il Partito comunista non pi ne sar pi quello dovette essere. E non solo ci sono delle critiche al Partito comunista, ma anche verso Italia, e lo chiam Alla mia nazione: Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico, ma nazione vivente, ma nazione europea: e cosa sei? Terra di infantti, affamatti, corrotti, governanti impiegati di agrari, prefetti codini, avvocatucci unti di brillantina e piedi sporchi, funzionari liberali carogne come gli zii bigotti, una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino! Milioni di piccolo borghesi come milioni di porci pascolano sospengendosi sotto gli illesi palazzotti, tra case coliniali scrostate ormai come chiese. Proprio perch tu sei esistita, ora non esisti, proprio perch fosti coscenti, sei incosciente. E solo perch sei cattolica, non puoi pensare che il tuo male tutto il male: colpa di ogni male. Sprofonda in questo tuo bel mare, libera al mondo14 Questa poesia quella che mi piaciuto di pi -fin dallinizio- perch dice: ti parlo a te (popolo italiano) non a unaltro popolo, si, tu, Italia. Facendo, quindi, delle negazioni apre una affermazione. E allora, con una domanda retorica, gli chiede e cosa sei? e questo come una pausa poich subito, fa una1314

Pier, Paolo, Pasolini, La religione del mio tempo, Garzanti, Milano, 2001. p. 128. Ibid. p. 141.

enumerazione di quelli che sono gli abitanti dellItalia, e piuttosto, i suoi governanti, e gli chiama avvocatucci unti di brillantina e piedi sporchi, cos penso che questo verso racchiude tutta lironia e sarcasmo di Pasolini per chiamare a quelli che apparentemente sono persone impeccabili e quelli che si impegnano a essere esempio per la societ, addirittura indossando abito da ceremonia, scuro, e ben petinati (con brillantina), ma sono i persone (con i piedi sporchi) pi incongruenti e bugiardi, e quelli che approfittano qualsiasi opportunit per diventare pi ricchi e avere pi potere. Perci, poi gli chiama porci ai millioni di piccoli borghesi. E dopo, ritorna al soggetto regente di questa bellissima poesia con cui apr il suo discorso: Italia, facendogli delle affermazioni per concludere con delle negazione (che fa parte del suo stilema), cossich con lultima affermazione dove gli dice: E solo perch sei cattolica, non puoi pensare che il tuo male tutto il male: colpa di ogni male, sta facendo una critica severissima alla Chiesa cattolica con quellodio di classe, anche se lui cattolico, ma un cattolico di altro tipo, pi critico, pi profondo, visto che la religione loppio del popolo (come disse Marx). Lultimo verso, pertanto, un imperativo a che si sprofondi e lasci in pace al mondo. E per finire gi queste analisi delle poesie di Pasolini de La religione del mio tempo, c una poesia che rappresenta il sogno pasoliniano di trovare qualche luogo dove si possano fare le cose di modo diverso, e cos, Frammento alla morte: Ho avuto tutto quello che volevo, ormai: sono anzi andato anche pi in l di certe speranze del mondo: svuotato, eccoti l, dentro di me, che empi il mio tempi e i tempi. Sono stato razionale e sono stato irrazionale: fino in fondo. E ora...ah, il deserto assordato dal vento, lo stupendo e immondo sole dellAfrica che illumina il mondo. Africa! Unica mia alternativa...15 Si sente subito che il poeta ha una speranza vera e propia di che le cose cambino, ma conscio dei propri limiti, quando stato razionale e irrazionale (un15

Idid. p. 164-166.

altra volta lo scrittore ci fa notare la sua ambivaleza della vita) e sa che la vita finisce, e che -a un certo punto- arriva la morte, e che non per questo finisce il modo di vedere il mondo e percepire la realt di maniera diversa. Tanto vero quello che lui sente nellAfrica la sua unica e vera alternativa. Cos, Pasolini dilata il suo orizzonte: passa dagli esclusi di Roma ai grandi Esclusi dalla Storia. Sono i diversi, i segnati, gli emigrati: i negri, gli ebrei e, pi ancora, i popoli dellIndia, gli algerini, gli arabi, tutte le genti del Terzo mondo (inclusa Latinoamerica). Il discorso dello scrittore ha acquistato una dimensione universale, ma resta fedele, drammaticamente fedele alla sua scelta di fondo. Cos gli stessi nuovi paesaggi, i volti esclusi, i nuovi colori sono la palpitante testimonianza di una realt di sofferenza e di emarginazione che sempre uguale a se stessa16. Sempre le parole di Pasolini sono sincere e violente (ma non sempre), hanno un tono ironico e sarcastico che lungo la sua carriera come scrittore diviene il suo vero stilema, la sua vera e propria forma di concepire la realt, sempre pieno di politica contro il sistema: la religione, il progresso, lo Stato, la televisione, la guerra, la morale, ecc. cos come arriviamo alla fine di questo saggio facendo una riflessione su quello che succede adesso, particuolarmente in Messico. Parlando, dunque, della visione del mondo messicana nellattualit, trovo una realt che -se si pu dire- pare a quella realt degli anni '40, '50 e '60 nell`Italia e nel resto del mondo: quella realt dove luomo -a partire dei suoi particolaridiventa il creatore di una guerra, nel senso letterale della parola e nel senso politico, economico, religioso e perfino culturale, ed lo stesso uomo quello che toglie la vita agli altri uomini, e non solo la vita ma tutta la speranza di una vita migliore, di una realt dove si possa abbracciare tutte le culture inserite in un popolo e in tutta una civilt, i quali sono il sostegno di tutta quella diversit che necessaria per la convivenza del proprio uomo e delle nazioni. Questa convivenza -se esistesse- sarebbe quella sensebilit che ogni uomo dovrebbe avere per diventare -sempre nella via del buon senso- questa societ in un proggetto pi ampio, pi umano, non pi materialista, ma in una societ dove possano starci molti mondi, cio, un mondo dove ci possano intrare tutti i mondi. Cos, credo che lungo la storia ci sono stati dei personaggi che hanno -come Pasolini- profetizzato16

Pier, Paolo, Pasolini, Interpretazioni di Pasolini, ed. Giampaolo Borghello, Savelli, Roma, 1977, p. 24.

il male che hanno causato i fatti indirizzati verso il potere e verso il progresso e anche verso la consumazione di una unica religione, con una convinzione che loro e noi sentiamo sulla pelle, oppure viviamo e constatiamo con nostri proprio ochhi. Ecco qui, queste somigliaze fra Messico e Italia degli anni '60 e di oggi: non c lavoro, ci sono delle manifestazione di protesta di tutti tipi e gli scrittori gi immersi nella lotta sociale, compromessi social e politicamente: Pasolini e Sicilia, tutti i due perderono persone amate, uno, un fratello e laltro un figlio; e uno, fu comunista e laltro simpatizzante zapatista, cio, organici, entrambi hanno sentito a fiore di pelle le conseguenze delle mafie (sapendo che i governi e i politici sono parte dell stesse mafie). E adesso come sempre gli Stati Uniti vogliono auitare, ma in realt quello che fanno impadronirsi economica e politicamente a tutti i costi. Ora, loro mandano Caldern a fare la guerra contro il narco, una guerra che non del popolo, che non per un impegno sociale, ma che obbedisce agli interessi particolari. E con tutto il cinismo del mondo Caldern ha detto: perch non gli universitari si fanno parte delle forze armate? Anche se sono pi di 40 mille morti nel corso di questanno. Ed ecco qui, il fatto che successo non molto tempo fa: lassassinio del figlio del poeta messicano Javier Sicilia (Juan Francisco Sicilia) che paralizz del tutto la societ messicana, perche a questi tempi la violenza si generalizza ogni volta pi, in tutti gli strati sociali; prima -questa violenza- era soltanto fra il narco e le forze armate del paese, ma questo da sempre esistito. Non nuovo che abbia mafie della droga, delle arme, delle cose rubate, e in Messico specialmente, nei posti buracratici, nei sindacati o nello stesso governo, tutto questo non nuovo perche lo viviamo ogni giorno nella strada con i polizzioti, con il comercio informale, ecc. Questo, dunque, si collega, alla sua volte, con altre circostanze come la corruzuione, lignoranza, la differenza sociale, la lingua, la religione, lindifferenza: non possibile che abbiamo in nostro paese una delle persone pi ricche del mondo, mentre ci sono millioni di poveri, senza lavoro, senza educazione, senza parlare lo spagnolo; ma la societ Stessa non rifiuta questo maltrattamento del governo. Cos come lungo la storia il popolo stato sempre oppresso, e adesso, pare che pi facile con la televisione e tutta la tecnologia, ogni volta pi si fremmenta questo Messico e il mondo, perche in tutti i luoghi avviene lo stesso: il governo di ogni paese e i paesi

che dominano il mondo con le sue politiche neoliberali sono le stesse mafie, i corruti e nascondono tutto per mezzo dellimpunit. E come vediamo, il popolo stesso quello che si affronta con il narco -quando si supone che le mafie sono parte dello stesso popolo- e con questo concludo, con la domanda che lha fatto Sicilia al presidente messicano a Chihuahua: vale la pena questa guerra dove hanno morto mille di persone , e certo, come lo dice il poeta, una guerra sbagliata, senza fondamenti, che solo mette in stato di shock al popolo e lo aterra, e unaltra: perch proiettare questa guerra quando sa che gli instituzioni sono corroti e sono le stesse mafie? Questo il finale di quel progreso che solo conta per alcuni, che fa pi povero al povero e pu ricco al ricco, grazie anche alla televisione, che nasconde la verit -quello che aveva profetizzato Pasolini- e alla mancanza delleducazione. E finisco citando quella lettera di Marx di cui Pasolini estrasse il titolo di una di suoi romanzi, perch sembra che siamo in mezzo del sogno di una cosa. Di una cosa dove mancano delle riforme allo Stato, dove manca una regenerazione sociale, politica ed economica, una regenerazione della mentalit, dei valori universali, delleducazione elementare, delleducazione dentro della famiglia, e pi resistenza civile e culturale, cio, quel mito de La relione del mio tempo: il popolo come rivoluzione. BibliografiaPASOLINI, Pier, Paolo, Interpretazioni di Pasolini, ed. Giampaolo Borghello, Savelli, Roma, 1977, p.278. DE BENEDICTIS, Maurizio, Pasolini: la croce alla rovescia e i temi della vita e del sacrificio, De rubeis, s.l., 1995, p. 100. PASOLINI, Pier, Paolo, Empirismo eretico, Garzanti, Milano, 1972, p. 297. SICILIANO, Enzo, Vita di Pasolini, Rizzoli, Milano, 1979, p. 417. GOLINO, Enzo, Pasolini: il sogno di una cosa, Il Mulino, Bologna, 1985, p. 274. PASOLINI, Pier, Paolo, La religione del mio tempo, Garzanti, Milano, 2001. p. 182. DUGGAN, Cristopher, Historia de Italia, Tr: Adran Fuentes Luque, Cambridge University Press, Reino Unido, 1996, p. 447.