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PATRONI D’EUROPA PERCORSI DI UNITÀ, DI PACE, DI CULTURA Senato della Repubblica

PATRONI D’EUROPA - senato.it · santi patroni dell’Europa. San Benedetto da Norcia, Santa Caterina da Siena, Santa Brigida di Svezia, i Santi Cirillo e ... dove ciascuno, con

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PATRONID’EUROPAPERCORSI DI UNITÀ, DI PACE, DI CULTURA

Senato della Repubblica

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PATRONI D’EUROPAPERCORSI DI UNITÀ, DI PACE, DI CULTURA

Senato della Repubblica

Presentazione Pietro Grasso Presidente del Senato della Repubblica

Pagina 2 San Benedetto da Norcia (480 ca. - 546 ca.)

6 San Cirillo (827 - 869) e San Metodio (815 - 885)

10 Santa Brigida di Svezia (1303 ca. - 1373)

14 Santa Caterina da Siena (1347 - 1380)

18 Edith Stein - Santa Teresa Benedetta della Croce (1891 - 1942)

20 Referenze iconografiche

In copertina: Nova Europae Descriptio Auctore I. Hondio, Amsterdam, 1623via iStockPhoto, ID illustrazione: 494894927

Gli aspetti grafici ed editoriali sono stati curatidall’Ufficio delle informazioni parlamentari,dell’archivio e delle pubblicazioni del Senato

Le pubblicazioni del Senato sono disponibiligratuitamente online in formato elettronicowww.senato.it/pubblicazioniLa versione su supporto materiale è disponibilepresso il Centro di In-Form@zione - Libreria multimedialeVia della Maddalena 27, 00186 Romae può essere richiesta per posta [email protected]

© - Senato della Repubblica 2017

INDICE

Non è necessario essere credenti per apprezzare la straor-dinarietà delle figure che la Chiesa cattolica ha eletto asanti patroni dell’Europa. San Benedetto da Norcia, SantaCaterina da Siena, Santa Brigida di Svezia, i Santi Cirillo eMetodio, Edith Stein-Santa Teresa Benedetta della Croce,prima ancora che santi sono stati uomini e donne con unpercorso di vita che può offrire ancora oggi, a credenti enon credenti, occasioni di studio e di riflessione importanti.

In molti modi speciali essi sono stati tutti profondamenteeuropei, se consideriamo un valore fondante della nostracomunità la capacità di andare oltre gli steccati e i confini,l’unire nella pace le culture e i popoli anziché il dividerli.Basta citare l’opera di Cirillo e Metodio, evangelizzatori inCrimea e in Moravia, a cui si deve nel IX secolo l’invenzionedell’alfabeto glagolitico, tuttora noto come “cirillico” dalnome del suo inventore e nato proprio dallo sforzo di con-ciliare le lingue latina, greca e slava.

Di parità intellettuale tra i sessi e autorevolezza spiritualefemminile, in una dimensione sovranazionale ancora oggisorprendente, ci parlano Santa Brigida di Svezia, unagrande mistica svedese le cui Rivelazioni sono un punto diriferimento per la letteratura europea, e la filosofa ebreaEdith Stein, diventata monaca carmelitana, deportata euccisa ad Auschwitz nel 1942, infine proclamata santa colnome di Teresa Benedetta della Croce: la sua ricerca diuna mediazione dialettica tra scienza e fede, la sua opera afavore del dialogo tra la cultura ebraica e quella cristiana,la persecuzione subita durante l’Olocausto la rendono unapreziosa testimone della necessità di difendere i dirittiumani e di conciliare pensieri differenti.

L’impegno per la pace universale di Santa Caterina daSiena è ormai entrato nel patrimonio per così dire geneticodell’Europa di oggi. Quanto all’opera di San Benedetto, icui monasteri hanno saputo custodire e difendere i piùpreziosi manoscritti della cultura greca, romana e islamica,

PRESENTAZIONE

non c’è bisogno di sottolineare quanto grande sia il suocontributo alla nascita di un’identità culturale europea emoderna, frutto della contaminazione di tante storie etante idee precedenti.

Se pace, cultura, dialogo, difesa dei diritti umani sono oggiimperativi morali per tutti i cittadini d’Europa, e non soloper chi si professa credente, dobbiamo riconoscerne ilmerito a straordinari precursori. La loro voce, a distanza disecoli, ancora ha molto da dirci e da insegnarci.

L’immagine della Chiesa di San Benedetto a Norcia distruttadal terremoto è allora più di un monito, è la speranza di unfuturo di umanità. Non lasciamo dietro la cruda e nudafacciata rimasta superstite le macerie di una tradizione in-franta e distrutta. Partiamo dalla ricostruzione, con spiritodi solidarietà e senso della comunità, per riprendere tuttiinsieme la strada dell’incontro, dove ciascuno, con la propriastoria, la propria cultura, la propria sensibilità, si senteparte di un’unica famiglia radicata sui valori di umanitàche sono e sempre saranno l’autentica aspirazione dell’Europaunita.

Pietro GrassoPresidente del Senato della Repubblica

PATRONI D’EUROPA

che ne ricostruisce in modo scrupoloso i tratti caratteriali eil percorso di vita: patrizio romano, appartenente alla gensAnicia, compì i propri studi a Roma, ma abbandonò prestoquella che giudicava una società ormai invecchiata per ri-tirarsi in solitudine sulle montagne presso Eufide (l’attualeAffile), ove si erano isolati in precedenza altri asceti che loavevano ispirato (tra cui il monaco Romano). In seguito,trovò rifugio nella valle dell’Aniene insieme ad alcunichierici divenuti suoi discepoli e, infine, nel 528 ca. feceerigere a Cassino due monasteri (di cui uno femminile,diretto dalla sorella, Santa Scolastica), un oratorio dedicatoa San Martino e un altro a San Giovanni Battista. Il pensiero del Santo è cristallizzato nella Regola, compostada un prologo e da 73 capitoli, inizialmente redatti inlatino volgare e poi più volte rielaborati, al fine di garantirne

San Benedetto tra San Placido e San Mauro, suoi discepoli, in un’incisione del 1513

San Benedetto da Norcia è stato ilfondatore dell’Ordine dei Benedettini;venerato come santo, è il primo e prin-cipale Patrono d’Europa, dichiaratotale da Papa Paolo VI con la LetteraApostolica Pacis Nuntius del 1964.Nella lettera San Benedetto viene de-finito “messaggero di pace, realizzatoredi unione, maestro di civiltà”, in defi-nitiva un personaggio di fondamentaleimportanza nella storia europea, cheha operato al meglio delle sue capacitàall’interno di un tessuto sociale fram-mentato e difficoltoso. Le istanze diprogresso culturale e umano di cui siè fatto personalmente portatore hannoinfatti trovato accoglimento in tuttoil continente europeo: “dal Mediter-raneo alla Scandinavia, dall’Irlandaalle Pianure della Polonia”. La sua vita si svolge fra la caduta del-l’impero romano d’Occidente, nel 476,

e le prime fasi del conflitto greco-gotico (535-553), chereintegra l’Italia nell’impero romano d’Oriente ma a prezzodi stragi, saccheggi, carestie e di una delle più gravipestilenze del primo Medioevo, scoppiata nel 543. In queifrangenti, resi ancora più drammatici dall’arrivo dei lon-gobardi nel 568, il popolo disperso dall’invasione si racco-glierà intorno agli oratori benedettini. I monaci, portandoinsieme “la croce, il libro e l’aratro” (Pacis Nuntius), sarannobonificatori di foreste e paludi, dissodatori di terre incoltee grandi costruttori, mentre i monasteri diventeranno centridi conservazione e di elaborazione della cultura, di ospitalità,di aggregazione religiosa ed economica.Le notizie biografiche su San Benedetto si rinvengono so-prattutto nei Dialoghi (Libro II) di San Gregorio Magno,

SAN BENEDETTO DA NORCIA (NORCIA, 480 CA. - MONTECASSINO, 546 CA.)

La Regola di San Benedetto, edizioneveneziana del 1763. Frontespizio

Storia dell’Abbazia di Monte Cassinopubblicata a Venezia nel 1733. Frontespizio

L’Abbazia di Monte Cassino

San Benedettola massima diffusione. La Regola rappresentò il ponderatoesito intellettuale delle esperienze di studio e di vita di SanBenedetto; la sua divulgazione nelle comunità monastichedel Sacro Romano Impero fu facilitata dai reali Carolingi ecostituisce ancora oggi il punto di riferimento della disciplinaattiva del monachesimo occidentale. Dal punto di vista iconografico, la storia dell’arte è testimonedi un vasto e prestigioso insieme di opere dedicate alla ce-lebrazione della figura di San Benedetto, tradizionalmenterappresentato con le vesti monacali e in mano il libro dellaRegola, il calice o il crocefisso. L’eredità di San Benedetto si caratterizza per la versatilitàcon la quale ha influito su tutta la tradizione socio-culturaleeuropea, ma anche in altri continenti grazie alla capillaredistribuzione dei centri benedettini e al messaggio dalvalore collettivo che tuttora rappresenta.

e intrattennero nel frattempo saldirapporti con la Chiesa patriarcale bi-zantina. Seguendo la propria voca-zione, Costantino divenne sacerdotecon il nome di Cirillo, assumendo lefunzioni di bibliotecario, mentre Me-todio intraprese la carriera politica:divenne arconte imperiale e si trasferìin Macedonia con il compito di am-ministrarne una provincia. Quando il loro protettore Teoctistovenne assassinato, Cirillo e Metodiosi rifugiarono in un monastero situatosull’Olimpo di Bitinia. L’ImperatoreMichele III li incaricò di evangelizzarela popolazione pagana dei Cazari dellaCrimea e, nell’863, gli abitanti dellaMoravia. Qui si dedicarono ai primi tentativi disintesi culturale tra le diverse tradizionilocali e, in particolare, a una prima traduzione della Bibbiadestinata alla diffusione nelle terre slave. Particolarmente incisivo fu il contributo linguistico offertodai due Santi, oltre a quello catechetico: a loro è infattidovuta l’invenzione del cosiddetto alfabeto glagolitico, ge-neralmente noto come cirillico, utilizzato - tra le altre -dalle popolazioni serbe, russe, ucraine e bulgare. Il cirillicocontribuì ad avvicinare i popoli slavi al mondo greco-bi-zantino, e alla grande tradizione letteraria greca.Nell’865, per via delle accuse di eresia, Cirillo e Metodiofurono costretti a riparare a Roma, sotto la protezione delPontefice Adriano II, con il quale i due fratelli avevano col-tivato saldi rapporti diplomatici e culturali. I due Santiportarono con sé le reliquie di Papa Clemente I (provenientida Cherson sul Mar Nero), gesto che garantì loro solenneaccoglienza. Il Papa si disse concorde con i due Santi circa

I Santi Cirillo e Metodio sono stati due evangelizzatori cri-stiani, venerati come Santi e dichiarati Compatroni d’Europada Papa Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica “EgregiaeVirtutis” del 31 dicembre 1980. Definiti gli “Apostoli degliSlavi”, essi sono peraltro considerati “i padri della culturatra tutti questi popoli e tutte queste nazioni, per i quali iprimi scritti della lingua slava non cessano di essere il puntofondamentale di riferimento nella storia della loro letteratura”(secondo la stessa Lettera Apostolica).I due Santi provenivano da una famiglia della nobiltà greca;il padre, Leone, era un magistrato distrettuale della città diBisanzio. In seguito alla morte del genitore, i due fratellivennero posti sotto la protezione del cancelliere Teoctisto

SANTI CIRILLO E METODIO (SAN CIRILLO, TESSALONICA, 827 - ROMA, 14 FEBBRAIO 869)(SAN METODIO, TESSALONICA, 815 CA. - SIRMIO SULLA SAVA, 6 APRILE 885)

Cirillo e Metodio,dipinto su iconarussa del XVIII-XIX secolo

Targa raffigurante Cirillo e Metodio, situata presso il convento di SantaPrassede, a Roma, in cui i due Santi risiedettero tra l’867 e l’869

l’introduzione della terminologia paleoslava nelle praticheliturgiche. Cirillo, provato dalle imprese compiute insieme al fratello,morì a Roma nel febbraio dell’869; Metodio, che nel frat-tempo era stato consacrato vescovo di Sirmio sulla Sava,proseguì l’attività evangelica intrapresa in Moravia dovemorì nell’aprile del 885. Come San Benedetto aveva posto le basi dell’Europa latina,i due fratelli di Tessalonica innestarono nella storia d’Europala tradizione greca e bizantina. È quanto riconosceva giàPapa Pio XI con la Lettera Apostolica Quod Sanctum Cyrillum,del 1927, nella quale i due fratelli erano qualificati come“figli dell’Oriente, di patria bizantini, d’origine greci, permissione romani, per i frutti apostolici slavi”.L’opera dei due santi è tuttora degna di memoria per la vo-lontà di unione delle popolazioni europee, attuata medianteil tentativo di conciliazione delle lingue latina, greca eslava: Cirillo e Metodio possono essere considerati pertantoi precursori di un cammino di parificazione culturale esociale, in un’ottica di condivisione valoriale e di pacificaconvivenza.

La lapide di Bescanuova, o lapide di Basca, è fra le più antiche testimonianze di scrittura in alfabetoGlagolitico

Mappa del Patriarcato di Costantinopoli

Santa Brigida di Svezia è stata unareligiosa e mistica svedese, canonizzatada Papa Bonifacio IX nel 1391 e di-chiarata Compatrona d’Europa daPapa Giovanni Paolo II con la letteraapostolica “Spes Aedificandi” in formadi “Motu proprio” del 1999, insiemea Santa Caterina da Siena e a EdithStein - Santa Teresa Benedetta dellaCroce. La Lettera Apostolica pone l’accentosulle diverse esperienze di vita e sullapersonalità di Brigida, scelta comecompatrona per “far sì che la sentanovicina non soltanto coloro che hannoricevuto la vocazione a una vita dispeciale consacrazione, ma anche coloroche sono chiamati alle ordinarie occu-pazioni della vita laicale nel mondo esoprattutto all’alta e impegnativa voca-zione di formare una famiglia cristiana.”

Visse in un secolo, il XIV, in cui la peste, la Guerra dei Cent’anni(1339-1453) e l’irruzione dei turchi ottomani, che nel 1354avevano superato lo stretto dei Dardanelli, ebbero un effettodemoralizzante sulla Chiesa e sull’Europa in generale. Nono-stante ciò, quella fu la grande epoca del misticismo medioevale,che vide avvicendarsi in Europa grandi santi e scrittorispirituali, che non esaurirono la loro azione nella preghierama cercarono di pacificare gli animi e di offrire un contributosignificativo alla civiltà europea in difficoltà.Brigida condusse la prima parte della sua vita secondoun’impostazione laica, dedicandosi alla cura servizievoledegli interessi e dei bisogni della propria comunità. Nata in una famiglia aristocratica di Finsta, nella regionedi Uppland, crebbe in un ambiente culturalmente stimo-lante. Dopo il matrimonio con Ulf Guldmarsson (dal

SANTA BRIGIDA DI SVEZIA (FINSTAD, 1303 CA. - ROMA, 23 LUGLIO 1373)

Incisione dalle Orazioni di Santa Brigidain un’edizione del 1495

Frontespizio delle Revelationesdi Santa Brigida in un’edizione romana del 1628

quale nacquero otto figli, quattromaschi e quattro femmine), convertìla propria dimora a Ulfasa in un isti-tuto religioso-assistenziale e forma-tivo, nel fermo intento di mettere adisposizione del prossimo le risorsederivanti dal proprio benessere fa-miliare. Ebbe la possibilità, in quegli anni, dicircondarsi di frequentazioni colte edi approfondire così la propria for-mazione spirituale: incontrò infattieminenti teologi, tra i quali Mattìa diLinköping, suo confessore, che fu l’au-tore dell’unica glossa in lingua svedesedella Bibbia. Divenuta nel 1344 precocemente ve-dova, su impulso di rivelazioni edestasi che non esitava a raccogliereper iscritto (le “Revelationes”, in seguitoriorganizzate in otto volumi da Mattìa

di Linköping), Santa Brigida di Svezia fondò, nel 1346,l’Ordine del Santissimo Salvatore, che ottenne successiva-mente l’approvazione pontificia.Dopo aver lasciato la terra natia nel 1349, si trasferì aRoma, dove rimase per più di vent’anni, adoperandosi, tral’altro, perché vi facesse ritorno anche la sede pontificia,ormai ad Avignone dal 1309. Si impegnò inoltre perchégiungesse a termine la lunga guerra, poi detta dei Cent’anni(1339-1453), inviando lettere e messaggi ai sovrani diFrancia e Inghilterra.Intraprese pellegrinaggi in numerosi santuari italiani (traquesti Milano, Pavia, Assisi, Napoli, il Monte Gargano) e inTerra Santa tra il 1371 e il 1372, il che contribuì in modosignificativo all’allargamento dei suoi orizzonti culturali egeografici.

Dopo il ritorno a Roma, assistita dalla figlia Caterina, vimorì nell’estate del 1373 a seguito di un aggravamentodelle sue condizioni di salute. La Chiesa eretta in PiazzaFarnese, luogo in cui si è spenta Santa Brigida, è dedicataalla sua figura.La sua prolifica produzione mistica rappresenta un impre-scindibile punto di riferimento per la letteratura europea.Santa Brigida, in tal senso, fu antesignana nell’affermazionedella parità intellettuale di genere e la sua autorevolezza spi-rituale contraddistinse le preghiere, le meditazioni e le profonderiflessioni sulla natura umana, di cui si trova eco nella monu-mentale opera Le Rivelazioni e in altri suoi lavori minori.

Santa Brigida, su pala d’altare nellachiesa di Salem, in Svezia

Revelationes di Santa Brigida, Libro VI

Santa Caterina da Siena è stata unareligiosa italiana, canonizzata da PapaPio II nel 1461 e dichiarata Compa-trona d’Europa da Papa Giovanni PaoloII con la lettera apostolica “Spes Aedi-ficandi” in forma di “Motu proprio”del 1999, insieme a Santa Brigida diSvezia e a Edith Stein – Santa TeresaBenedetta della Croce. La lettera sot-tolinea, soprattutto, l’instancabile de-dizione con cui questa giovane donna,già dichiarata Compatrona d’Italiacon Francesco d’Assisi nel 1939, e di-venuta dottore della Chiesa nel 1970(la seconda donna dopo Teresa d’Avi-la), si impegnò per la “soluzione deimolteplici conflitti che laceravano lasocietà del suo tempo”. Figlia di un tintore senese, Jacopo Be-nincasa, sin da giovane si dedicò alle

pratiche ascetiche (in particolare alle meditazioni, alle pre-ghiere e ai digiuni, riducendo sensibilmente il tempodedicato al riposo e al sonno) e trascorse parte della propriagiovinezza in ritiro spirituale con i monaci, astenendosidai tradizionali doveri riservati alle donne dell’epoca. Dopo essersi ripresa da una grave malattia, nel 1363 entrònell’Ordine delle Mantellate Domenicane, dedito a operemisericordiose, per poi prestare il proprio supporto materialee spirituale ai bisognosi di aiuto e ai propri conoscenti nel-l’Ospedale della Scala di Siena e nella lebbroseria di SanLazzaro. La forza carismatica della sua figura suscitò - anche al di làdei confini toscani – l’ammirazione e la devozione dinumerosi discepoli, con i quali condivideva le proprie ri-flessioni sui mali della società del tempo e i messaggi dellevisioni di cui era testimone; degno di menzione, tra i suoi

SANTA CATERINA DA SIENA (SIENA, 25 MARZO 1347 - ROMA, 29 APRILE 1380)

Santa Caterina da Siena, incisione del 1540

Statuti della Compagnia di Santa Caterina nella Contrada di Fontebranda, a Siena

miche del tempo, esponendosi in primapersona con intelligenza ed efficaciasorprendenti.Si impegnò fortemente per il rientroa Roma della sede papale, trasferitaforzatamente ad Avignone nel 1309;si recò di persona nella cittadina fran-cese per sostenere papa Gregorio XInella conduzione di complesse trat-tative diplomatiche, che contribuironoal rientro a Roma del Papa nel 1377.Avviò intensi carteggi politici con iregnanti europei e con ecclesiasticidi ogni rango, affrontando le principaliproblematiche sociali del tempo conlibertà di tono e indipendenza di giu-dizio, al fine di riaffermare “la veragiustizia” (Lettera n. 235 al Re diFrancia). Si tratta di quasi quattro-cento lettere dettate ai suoi discepolie inviate in tutta Europa, per un’operadi mediazione e pacificazione che, sottolinea la Spes Aedi-ficandi, “raggiunse sovrani europei quali Carlo V di Francia,Carlo di Durazzo, Elisabetta di Ungheria, Ludovico ilGrande di Ungheria e di Polonia, Giovanna di Napoli”.Santa Caterina morì nel 1380 per le cattive condizioni disalute, aggravate dall’intensità delle sue penitenze corporali.Le sue reliquie riposano attualmente in diverse chiese esantuari del continente europeo, e in particolare a SantaMaria sopra Minerva a Roma, nella chiesa di San Domenicoa Siena, nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia,nel monastero di Monte Mario a Roma e nel santuario a leidedicato ad Astenet, in Belgio.

proseliti, fu il domenicano Raimondo da Capua, che sarebbedivenuto successivamente suo biografo grazie all’aneddoticadi Lapa Piacenti, madre della Santa. Caterina si fece parte attiva nella diffusione di un messaggiodi pace universale, di cui si sentiva personalmente respon-sabile. Vissuta in un periodo storico segnato da rivolgimentipolitici e forti tensioni sociali, esasperato da conflitti, crisieconomiche, pestilenze, seppe entrare nel vivo delle dina-

Santa Caterina raffigurata tra i pontefici, cui indirizzò nel corsodella vita numerose lettere, confluite nell’epistolario riedito da Girolamo Gigli nel 1721

La biografia di Santa Caterina scrittadal suo discepolo Raimondo da Capua,in un’edizione veneziana del 1603

Negli anni della Prima Guerra Mondiale, l’impegno univer-sitario non impedì alla giovane di prestare il proprio ausilioin favore dei malati di tifo in qualità di infermiera. Mentrecontinuava a dedicarsi alla propria attività di ricerca acca-demica quale assistente di Edmund Husserl, Edith Stein as-sunse per un breve periodo la docenza all’Istituto di PedagogiaScientifica di Münster. Nel 1922 si convertì al Cattolicesimo edieci anni dopo divenne monaca carmeli-tana a Colonia, assumendo il nome di Te-resa Benedetta della Croce. Poco dopo la promulgazione, nel 1933,delle leggi razziali in Germania, si rifugiònel convento carmelitano di Echt, nei PaesiBassi; cionondimeno fu catturata dallaGestapo il 2 agosto 1942 e deportatacinque giorni dopo nel campo di concen-tramento di Auschwitz, insieme alla sorellaRosa e ad altri 987 ebrei. Entrambe furonouccise nelle camere a gas il successivo 9agosto. La vasta produzione letteraria di EdithStein è stata fortemente influenzata dallaspiritualità e dal misticismo; durante isuoi studi, e successivamente alla conver-sione, si dedicò in particolar modo al ten-tativo di conciliazione tra i dogmi filosoficiespressi dal suo mentore universitario, ilfilosofo Edmund Husserl, e la dogmaticascolastica di Tommaso d’Aquino. La ricercadi una mediazione dialettica tra scienza efede (oltre che tra l’ontologia e la teologia)fu condensata nella monografia Esserefinito ed Essere eterno – Tentativo di ascesaal senso dell’essere (Endliches und ewigesSein, del 1950), una delle sue più influentiopere filosofiche.Edith Stein, vittima delle atroci persecuzioninaziste, è stata elevata a simbolo europeoper l’esempio di vita, costituito dalla per-severanza intellettuale, dall’attività di as-sistenza ai malati e dalla volontà di favorireil dialogo tra la cultura ebraica e quellacristiana, il cui comune obiettivo – secondola pensatrice tedesca – è dato dalla com-prensione della struttura tensionale del-l’esistenza umana.

Edith Stein – Santa Teresa Benedettadella Croce è stata una monaca e pen-satrice tedesca, appartenente all’Ordinedelle Carmelitane Scalze, proclamataSanta nel 1998 da Papa Giovanni PaoloII. La rilevanza sovranazionale dellasua figura è stata sancita dal Ponteficecon la Lettera Apostolica “Spes Aedifi-candi” in forma di “Motu proprio” del1999, con la quale Edith Stein - TeresaBenedetta della Croce è stata dichiarataCompatrona d’Europa insieme a SantaBrigida di Svezia e a Santa Caterinada Siena. Nel testo, si evidenzia come Edith Steinsia stata testimone degli avvenimentidi un “secolo tormentato (…), delle spe-ranze che esso ha acceso, ma anche dellecontraddizioni e i fallimenti che lo hannosegnato”, con importanti e tragiche ri-

percussioni sugli eventi storici e, soprattutto, sul suo stessopercorso di vita. Dichiararla “compatrona d’Europa significaporre sull’orizzonte del vecchio Continente un vessillo di rispetto,di tolleranza, di accoglienza, che invita uomini e donne a com-prendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturalie religiose, per formare una società veramente fraterna”.Nata in una famiglia di religione ebraica, ultima di undicifigli, rimase orfana di padre all’età di due anni e venneaccudita dalla madre. Quest’ultima, dopo la perdita delmarito, gestore di una falegnameria, conciliò i gravosi doverifamiliari con la conduzione dell’azienda di famiglia. Sin da giovane, Edith Stein si appassionò alle disciplineumanistiche e al pensiero mistico di Santa Teresa d’Avila;durante gli studi in filosofia, divenne collaboratrice delfilosofo Edmund Husserl e conseguì la laurea nel 1917, dis-sertando una tesi sul concetto dell’intuizione empatica.

EDITH STEIN – SANTA TERESABENEDETTA DELLA CROCE (BRESLAVIA, 12 OTTOBRE 1891 - AUSCHWITZ, 9 AGOSTO 1942)

Raffigurazione di Edith Stein –Santa Teresa Benedetta della Croce, in una targa marmorea nella chiesa di Wittenberg

Edith Stein

San Benedettop. 2: Chronica sacri Casinensis coenobii nuper impressoriae

arti tradita ac nunquam alias impressa in qua totiusmonasticae religionis summa consistit. - [Venezia], [Laz-zaro Soardi], [1513] (Impressum Venetiis, per Lazarumde Soardis, 1513)

p. 3: Regola di S. Benedetto padre de’ monaci e delle monachein occidente con le dichiarazioni sopra la stessa Regola esopra gli obblighi dello stato religioso. Ad uso dellemonache dell’ordine di S. Benedetto e specialmente diquelle della Congregazione Camaldolese. In Venezia,appresso Modesto Fenzo, 1763

pp. 4-5: Il frontespizio e l’incisione raffigurante l’Abbazia pro-vengono da Gattola, Erasmo, Historia Abbatiae Cassi-nensis per saeculorum seriem distributa, qua LeonisChronicon a Petro Diacono ad annum MCXXXXVIII…Venetiis, apud Sebastianum Coleti, 1733

p. 5: (immagine in alto) Jacobilli, Lodovico, Vite de’ santi, ebeati dell’Vmbria, e di quelli, i corpi de’ quali riposanoin essa prouincia, ... In Foligno, appresso AgostinoAlterij, 1647-1661

Santi Cirillo e Metodiop. 6: By N.N./Pitichinaccio (Own work (scan)) [Public do-

main or Public domain], via Wikimedia Commons<https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3AKyrill%26Method.jpg >

p. 7: By Lalupa (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creati-vecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via WikimediaCommons < https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3AMonti_-_v_s_Prassede_mon_s_Prassede_me-moria_Cirillo_e_Metodio_P1030460.JPG >

p. 8: Le Quien, Michel, Oriens Christianus, in quatuor pa-triarchatus digestus; quo exhibentur ecclesiae, patriarchae,caeterique praesules totius orientis… Parisiis, ex Typo-graphia Regia, 1740

p. 9: Pubblico dominio per volontà dell’autore Neoneo13.Via Wikimedia Commons <https://commons.wikime-dia.org/wiki/File:Bascanska_ploca.jpg >

Santa Brigida di Sveziap. 10: Birgitta, santa, Hec sunt quindecim collecte siue orationes

illius preclarissime virginis beate Brigitte quas ante ima-ginem domini nostri Iesu cristi indies deuotissime genuflexadicebat. [Roma, Euchario Silber, 1495 ca]

pp. 11 e 13: Birgitta, santa, Reuelationes S.tae Brigittae olim á card.Turrecremata recognitae & approbatae… Romae, apudLudouicum Grignanum, 1628

p. 12: By Hermann Rode (late 15th century) [Public domainor Public domain], via Wikimedia Commons – versioneritoccata digitalmente da Beao < https://it.wikipedia.org/wiki/File:Heliga_Birgitta_p%C3%A5_ett_altarsk%C3%A5p_i_Salems_kyrka_retouched.png >

Santa Caterina da Sienap. 13: Caterina da Siena, santa, Dialogo de la seraphica vergine

Santa Catharina da Siena: el qual profondissimamentetratta de la diuina prouidentia… Impresso in Venetia,per Marchio Sessa, 1540

p. 14: Capitoli et ordini della Venerabil Compagnia della Seraficasposa di Cristo Santa Caterina da Siena… In Siena, ap-presso Bonetti, 1616

p. 15: Immagine tratta da: Urbis et orbis concessionis titulidoctoris et extensionis eiusdem tituli ad universam Ec-clesiam... in honorem S. Catharinae Senensis virginistertii ordinis S. Dominici / Sacra rituum congregatione... Romae, Typis polyglottis vaticanis, 1969

p. 16: Raimondo da Capua, Vita miracolosa della seraficasanta Catherina da Siena; composta in latino dal b.p.f.Raimondo da Capua, già m. generale dell’ordine de’ pre-dicatori, suo confessore… In Venetia, appresso DomenicoFarri, 1603

Edith Steinp. 18: Fotografia [Pubblico Dominio] via Wikimedia Commons

<https://it.wikipedia.org/wiki/File:Edith_Stein2.jpg >p. 19: Masterhase at the German language Wikipedia [GFDL

(http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], via Wikimedia Commons

REFERENZE ICONOGRAFICHE

PATRONID’EUROPAPERCORSI DI UNITÀ, DI PACE, DI CULTURA

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