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Domenica, 15 Luglio 2018 www.corrieredelmezzogiorno.it F ormazione e ricerca di qualità, servizi e welfare adeguati, e soprattutto iniziative di sostegno nel momento del passaggio dalla laurea al mondo del lavoro. Se que- sti fattori mancano, un numero sempre mag- giore di giovani siciliani sceglie di abbandona- re l’Isola per frequentare altri atenei del Nord, che godono di un contesto economico-occu- pazionale più favorevole, quando devono iscri- versi ai corsi di laurea magistrale, o addirittura subito dopo l’esame di maturità. Le nostre Università sono chiamate sin da ora a rispondere in maniera efficace a questa emergenza, contrastando questo flusso di emigrazione intellettuale, che finisce con l’im- poverire non soltanto il nostro Ateneo, ma an- che le nostra città e la nostra regione. Da una parte, dunque, gli atenei devono recuperare credibilità e attrattività, rinnovando la propria offerta di didattica e di servizi agli studenti in linea con le aspettative dei nostri giovani e del- le loro famiglie, diversificando le attività di orientamento universitario non più soltanto in entrata ma anche «in uscita», attraverso il placement. Dall’altra, occorre sempre più dia- logare con le aziende, le istituzioni e gli altri centri di ricerca, ingaggiarli in programmi di collaborazione - come avviene oggi, ad esem- pio con i Cluster, con i Distretti tecnologici ai quali l’Università di Catania già partecipa atti- vamente -, orientare gli investimenti su infra- strutture di ricerca nei settori strategici della nostra economia locale, e soprattutto chiedere ed ottenere che ospitino un numero sempre crescente dei nostri giovani laureati per attivi- tà di tirocinio, acquisendo competenze profes- sionali immediatamente spendibili nel merca- to del lavoro. Sono tutti obiettivi strategici che richiedono impegno, energie e risorse e, tutta- via, ormai ineludibili, che richiedono agli ate- nei anche un’azione amministrativa più rapi- da, più semplice, più snella, più efficace. In questa logica, l’Università di Catania ha avviato un significativo processo di rimodulazione dell’intero apparato amministrativo, dando vi- ta a nuove strutture organizzative in grado di fronteggiare le sfide cui oggi sono chiamati gli atenei, che si aggiungono alle tradizionali missioni di didattica e ricerca: Terza missione e rapporti con il tessuto economico e la socie- tà; internazionalizzazione, Mediterraneo e ri- sorse comunitarie, guardando in particolare alle opportunità derivanti dal nuovo program- ma Horizon Europe che mira a promuovere l’eccellenza scientifica e ingenerare positive ri- cadute sulla crescita, gli scambi e gli investi- menti e un impatto significativo in campo so- ciale e ambientale; l’Information Technology, per incrementare la produzione dei servizi ri- volti all’utenza; infine, la comunicazione, per- ché il nostro Ateneo sia un luogo aperto, dove la scienza incontra anche la gente comune e l’Ente pubblico si rende comprensibile ai più. Rettore Università di Catania © RIPRODUZIONE RISERVATA Basta fuga dei cervelli Le Università del Sud devono recuperare credibilità e attrattività Ma si investa anche sulla ricerca Serve il dialogo con le aziende I distretti Un esempio sono i cluster con i distretti tecnologici ai quali l’Ateneo di Catania partecipa già attivamente Sul web Lo speciale Formazione,a cura di Salvatore Avitabile, è consultabile su www.corrieredel mezzogiorno.it Formazione INCHIESTE, STORIE E CURIOSITÀ IN SICILIA E CALABRIA Si riparta dai giovani di Francesco Basile

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Domenica, 15Luglio2018 www.corrieredelmezzogiorno.it

F ormazione e ricerca di qualità, servizi ewelfare adeguati, e soprattutto iniziativedi sostegno nel momento del passaggiodalla laurea almondodel lavoro. Se que-

sti fattori mancano, un numero sempre mag-giore di giovani siciliani sceglie di abbandona-re l’Isola per frequentare altri atenei del Nord,che godono di un contesto economico-occu-pazionale più favorevole, quando devono iscri-versi ai corsi di laureamagistrale, o addiritturasubito dopo l’esame di maturità.Le nostre Università sono chiamate sin da

ora a rispondere in maniera efficace a questaemergenza, contrastando questo flusso diemigrazione intellettuale, che finisce con l’im-poverire non soltanto il nostro Ateneo, ma an-che le nostra città e la nostra regione. Da unaparte, dunque, gli atenei devono recuperarecredibilità e attrattività, rinnovando la propriaofferta di didattica e di servizi agli studenti inlinea con le aspettative dei nostri giovani e del-le loro famiglie, diversificando le attività diorientamento universitario non più soltantoin entrata ma anche «in uscita», attraverso ilplacement. Dall’altra, occorre sempre più dia-logare con le aziende, le istituzioni e gli altricentri di ricerca, ingaggiarli in programmi dicollaborazione - come avviene oggi, ad esem-pio con i Cluster, con i Distretti tecnologici ai

quali l’Università di Catania già partecipa atti-vamente -, orientare gli investimenti su infra-strutture di ricerca nei settori strategici dellanostra economia locale, e soprattutto chiedereed ottenere che ospitino un numero semprecrescente dei nostri giovani laureati per attivi-tà di tirocinio, acquisendo competenze profes-sionali immediatamente spendibili nelmerca-to del lavoro. Sono tutti obiettivi strategici cherichiedono impegno, energie e risorse e, tutta-via, ormai ineludibili, che richiedono agli ate-nei anche un’azione amministrativa più rapi-

da, più semplice, più snella, più efficace. Inquesta logica, l’Università di Catania ha avviatoun significativo processo di rimodulazionedell’intero apparato amministrativo, dando vi-ta a nuove strutture organizzative in grado difronteggiare le sfide cui oggi sono chiamati gliatenei, che si aggiungono alle tradizionalimissioni di didattica e ricerca: Terza missionee rapporti con il tessuto economico e la socie-tà; internazionalizzazione, Mediterraneo e ri-sorse comunitarie, guardando in particolarealle opportunità derivanti dal nuovo program-

ma Horizon Europe che mira a promuoverel’eccellenza scientifica e ingenerare positive ri-cadute sulla crescita, gli scambi e gli investi-menti e un impatto significativo in campo so-ciale e ambientale; l’Information Technology,per incrementare la produzione dei servizi ri-volti all’utenza; infine, la comunicazione, per-ché il nostro Ateneo sia un luogo aperto, dovela scienza incontra anche la gente comune el’Ente pubblico si rende comprensibile ai più.

Rettore Università di Catania© RIPRODUZIONE RISERVATA

Basta fuga dei cervelliLe Università del Suddevono recuperarecredibilità e attrattivitàMa si investa anche sulla ricercaServe il dialogo con le aziende

I distrettiUn esempio sonoi cluster con i distrettitecnologiciai quali l’Ateneodi Catania partecipagià attivamente

Sul webLo specialeFormazione, acura di SalvatoreAvitabile, èconsultabile suwww.corrieredelmezzogiorno.it

FormazioneINCHIESTE, STORIE E CURIOSITÀ IN SICILIA E CALABRIA

Si riparta dai giovani

di Francesco Basile

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PA2 Domenica 15 Luglio 2018 Corriere del Mezzogiorno

«C erti amori nonfiniscono, fan-no dei giri im-mensi e poi ri-

tornano. Amori indivisibili,indissolubili, inseparabili»,era il 1991 e Antonello Venditticantava «Amici mai». In que-sta storia l’amore è quello perla propria terra, mentre i giriimmensi sono i sogni che siinseguono. È il caso di chi do-po aver studiato e lavorato pertanti anni fuori dalla Siciliadecide di tornare alle proprieorigini investendo risorse econoscenze nel luogo in cui siè cresciuti. Ecco otto piccolestorie, di chi dopo aver assa-porato un’esperienza lontanodalla propria terra, ha decisodi ritornare. Otto storie di gio-vani under 40 con un sognonel cassetto: rilanciare la Sici-lia nel settore dell’enogastro-nomia.C’è Alfio Liotta, cresciuto in

una famiglia di ristoratori ca-tanesi, che fin da giovanissi-mo si avvicina al mondo deicocktail e lo fa con la passionedi chi mette nel proprio lavo-ro la creatività tipica dei sici-liani. Una doppia esperienza aStMoritz e poi, il ritorno in Si-cilia. Nel 2017, il suo EtnaSpritz, celebre interpretazio-ne in chiave siciliana di unclassico del bere, è stato l’uni-co drink italiano ad essere in-cluso nella classifica dei mi-gliori cocktail al mondo stila-ta da Condé Nast Traveler Usa.Trapanese d’origine ma glo-betrotter nell’animo. Agosti-no D’Angelo insegue la pas-sione per la cucina, prima inItalia tra la Sicilia e la Toscana,poi a Londra dove ha rafforza-to il suo percorso professio-nale nelle cucine di ristorantie hotel di lusso, tra cui TheTen Trinity hotel Four Sea-sons. Quest’anno un ritornoalle origini con la qualifica di

chef del villa Sant’Andrea.Stefano Chiavetta, classe 1983,ha 35 anni ma tanta voglia diconoscere il mondo. Dopouna lunga esperienza a Lon-dra è tornato nella sua amata

Sicilia. Oggi è head barman aTaormina. Origini trapanesi eanimo da viaggiatore, Miche-le Audino, sommelier profes-sionista è recentemente di-ventato restaurant manager

vorato tanti anni a Londra pri-ma di rientrare in Sicilia. Oggiè Guest relation manager delTimeoUn gruppo di giovani che

ha scommesso sulla propriaterra, come Alessandra Lo Re,che ha lasciato Milano dopo 7anni. Una laurea alla Bocconie un lavoro in un ufficiomarketing per uno studio le-gale. Tre anni fa la decisionedi mollare tutto e tornare nel-la sua Sicilia. Taormina hascelto lei, il resto lo hanno fat-to il mare e lo sfondo dell’Et-na. Da tre anni è Pr managerper il gruppo Belmond di Ta-ormina. «Ho fatto un salto nelvuoto - racconta Lo Re nonancora trentenne -, mollandotutto senza sapere cosa sareb-be successo, ma sono felice diaver rischiato e non tornereimai indietro».Da una punta all’altra del-

l’isola. A Palermo è considera-to uno degli chef emergentipiù interessanti. Santino Cor-so, classe 1988, nel 2017 è sta-to nominato «miglior chefunder 30 della Sicilia» nellacompetizione Gara di Gusto,organizzata da Cronache diGusto. Ha studiato e lavoratonella sua città natale, poi ladecisione di volare a Londra,prima come sous-chef al ri-storante dell’hotel Du Vin (Ro-yal Tunbridge Wells). L’annodopo passa allo stellato Rouxat Parlament Square di Lon-dra, collaborando con lo chefRoux, due stelle Michelin. Nel2016 ha collaborato comesous chef presso il Plateau, ri-storante stellato nel cuore diLondra, alla guida dello chefDaniel Mc Garey. L’anno scor-so la decisione di tornare nel-la sua Palermo, dove è diven-tato chef del ristorante Char-leston di Mondello.

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il fatto

La Sicilia è unadelle regionimeridionalidove è piùdiffuso ilfenomenodelladisoccupazionegiovanile. È altaanche lapercentuale deiNeet, i giovaniche nonlavorano e chenon studiano.Migliaialasciano l’isolaper andare astudiare nelleUniversità delNord o in quelledi varie cittàeuropee dovetrovare unlavoro è piùsemplice

La sfidaNella fotoa sinistraAlessandraLo ReIn bassoGiuseppeAndroneStoriedi giovaniche hannosceltodi tornarein Sicilia

«Noi,tornatiinSiciliaperamore»

Chef, managere sommelier:ecco le storiedi otto giovaniche dopo molti annihanno decisodi rientrare sull’isola

30È la percentualedel tasso di occupazionea Palermodopo il conseguimentodella laureaÈ in calo rispetto al passato

del ristorante Oliviero. Inna-morato della sua Sicilia, nelfrattempo ha lavorato neiquattro angoli del mondo:Europa, Australia e Stati Unitipassando per la Cina, dove èstato restaurant manager delristorante Cé la Vi del LouisVuitton moet hennessy adHong Kong. Laurea in Letteree una grande passione per ilterritorio etneo, GiuseppeAndrone è maitre sommelier.Durante gli studi universitari,l’amore per il vino lo ha spintoverso il mondo della sommel-lerie, che da passione si è tra-sformata presto in professio-ne. Da 15 anni sommelier indiversi ristoranti e strutturealberghiere di lusso. Ama cre-are relazioni con le personeattraverso il vino, raccontan-do le storie e i territori chestanno dietro ogni bottiglia.Antonio Cannavò, front de-

sk manager, ha 33 anni ha la-

Verso il futuro Nell’ultimo anno 25 mila siciliani hanno lasciatola Sicilia, di cui almeno 12 mila giovani under30. Insomma ogni anno l’isola è come seperdesse un piccolo paese. Un dato che, seconiugato al tasso di natalità sempre più basso,pari al 10,8 per mille abitanti, fa emergere unquadro sempre più preoccupante dellasituazione economia e sociale di una delleregioni più povere d’Italia. Non va meglio perchi decide di investire sull’Università. In base

all’ultima indagine sulla condizioneoccupazionale dei laureati, condotta daAlmalaurea, il 33% degli intervistati hadichiarato di avere un lavoro anche se a tempodeterminato. A Palermo, il tasso di occupazionedopo la laurea scende al 30; mentre a Messinaè del 29,7. L’ateneo catanese è quello cheassicura maggiori chances post lauream.Fanalino di coda, la Kore di Enna con il 24,5%ex studenti in attività lavorativa (r.c.)

Il reportNel corso del 2017in venticinquemilasono emigrati

Lo chef Santino Corso La ristorazione Alfio Aliotta Il sommelier Michele Audino

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Corriere del Mezzogiorno Domenica 15 Luglio 2018PA3

Professioni

«I l “Padiglione Italia”alla Biennale Archi-tettura 2018 non èsolo un’esposizione

di opere, progetti e buonepratiche: vuole essere un’op-portunità per questo Paese,una riflessione di respiro in-ternazionale utile alle comu-nità di questi luoghi e ancheuna ricerca applicata per tra-sformare l’analisi in proposteconcrete». Su questo presup-posto il curatore Mario Cuci-nella ha coinvolto in questasfida un collettivo interdisci-plinare con architetti, urbani-sti, esperti della progettazionepartecipata, fotografi, rappre-sentanti delle università localied altri consulenti, chiedendoloro di lavorare su cinque areestrategiche per il rilancio deiterritori interni del Paese, at-traverso lo sviluppo di proget-ti sperimentali che possanodiventare strumento di di-scussione e ausilio anche perle comunità e gli amministra-tori locali.Tra le cinque aree strategi-

che è stata individuata la Valledel Belice con focus suGibelli-na, a 50 anni dal drammaticoterremoto. A curare il progettosu Gibellina è stato lo StudioAM3 Architetti Associati diMarco Alesi, Cristina Calì e Al-berto Cusumano con Vincen-

zo Messina, in collaborazionecon l’Università di Palermo(Maurizio Carta, Barbara Lino,Arch. Federica Scaffidi) e conl’artista Giuseppe Zummo.«Abbiamo indagato il territo-rio, le reali possibilità e le po-tenzialità presenti cercando didare una risposta alle richie-ste, attraverso un progettoconcreto ma soprattutto una

strategia più ampia su tutto ilterritorio - afferma AlbertoCusumano, uno dei tre soci diAM3. - Il progetto parte dal-l’idea di poter ri-abitare Gibel-lina Nuova trovando nelle sueattuali potenzialità le leve peruna rinascita. Si traduce per-tanto nella riprogettazionedegli spazi interni del Teatroincompiuto di Pietro Consa-

gra e nella realizzazione di unparco agricolo urbano e nellarealizzazione di un laborato-rio territoriale. Questo labora-torio è uno spazio che contie-ne al suo interno sia l’aspettodella ricerca e dell’innovazio-ne, in campo agricolo, sia laconoscenza del territorio edelle sue potenzialità. Voglia-mo dare un segno forte alla

comunità gibellinese affinchépossa intravedere un futuropossibile attraverso il recupe-ro di un’opera incompiuta conuna funzione fortemente lega-ta alle proprie tradizioni»,conclude Cusumano.Oltre la nuova «interpreta-

zione» del Teatro di Consagra,il progetto «Rural-lab» preve-de anche la creazione di un in-cubatore per lo sviluppo dinuove competenze nel campodell’agroalimentare. <<Lastrategia del prototipo – sotto-linea Maurizio Carta – interes-serà non solo Gibellina matutti i quattordici comuni col-piti dal terremoto, ben ottan-tamila persone verranno coin-volte per riattivazione dellacosiddetta “Città Territorio”,così come la definiva DaniloDolci. L’università e tutte leistituzioni, così come il TeamSicilia, nei prossimi mesi, simuoveranno affinché il pro-getto non sia autoconclusivoma si adoperi per l’attuazionedei meccanismi di riqualifica-zione della utopica città “CittàGiardino”». Per la sua attua-zione, infatti, il progetto fa-rebbe leva su una rete di part-ner territoriali come universi-tà, istituzione scolastiche, as-sociazioni, enti di ricerca eistituzioni pubbliche, con l’in-tento di generare un’offertaformativa e servizi attualmen-te mancanti sul territorio beli-cino e non solo, diventandoquindi un acceleratore d’im-presa 2.0 che favorisca l’in-gresso in questa filiera di nuo-ve figure professionali.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

Punta su Gibellina, e precisamente sul teatro di PietroConsagra, il progetto sperimentale «Coltivare ilfuturo» di Marco Alesi, Cristina Calì e AlbertoCusumano dello studio di architettura AM3 diPalermo, che in collaborazione con l’architettoVincenzo Messina e il supporto dell’Università deglistudi di Palermo, del professor Maurizio Carta edell’artista Giuseppe Zummo. Verrà ospitato fino 25novembre all’interno della sezione Arcipelago Italia(curata da Mario Cucinella) alla Mostra Internazionale

di Architettura della Biennale di Venezia 2018. Cinqueprogetti raccolti da Arcipelago Italia e legati ai territoriitaliani: la Sicilia è presente con la Valle del Belìce eGibellina in particolare, gli altri progetti invececoinvolgono la Barbagia con la piana di Ottana,Matera nelle sue relazioni con le aree interne dellaregione Basilicata, il Cratere e Camerino con la zonadell’Italia centrale colpita dal terremoto del 2016 el’Appennino Tosco- Emiliano con un focus sul Parcodelle Foreste Casentinesi. (Ve. Co.)

La mostraÈ ospitatofino al prossimo25 novembre

L’architettura siciliana alla BiennaleDalla Valle del Belice a Gibellina: Rural.lab è il progetto nato con l’Ateneo di Palermo

I protagonistidel progettoNella fotoin altoi componentidel progettonatoin Siciliaper Gibellina

La vicenda

● I componentidel team (loStudio Am3ArchitettiAssociati) sonogli architettiCristina Calì,Marco Alesi,AlbertoCusumano,VincenzoMessina, ilprofessorMaurizio Cartae l’artistaGiuseppeZummo

● Hannosviluppato ilprogetto Rural-Lab per lamostra diVenezia

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PA4 Domenica 15 Luglio 2018 Corriere del Mezzogiorno

Il caso Secondo la Regione il primo passo verso unanuova formazione regionale è stato compiuto.Adesso bisogna mettere in pratica quello che laGiunta ha già deliberato. Sono state impiegatetutte le risorse disponibili che saranno messe incircolo per far ripartire la macchina organizzativa.Si tratta di 125 milioni di euro, che finanzieranno intotale 1.579 corsi. Saranno inseriti oltre 25 milaallievi interessati dal nuovo avviso, mentre 442soggetti detenuti saranno coinvolti attraverso 42

percorsi formativi. Per loro la Regione ha destinato5 milioni. Per ogni corso servirà un numerominimo di 15 partecipanti per potere essereattivato e finanziato. Una novità che dovrebbepartire già questo mese con la procedura online,poi da settembre l’inizio vero e proprio dei corsi. Lanovità del nuovo corso riguarda soprattutto i criteridi accesso: saranno i corsisti a scegliere l’ente diformazione e il corso a cui partecipare, attraversola piattaforma informatica domanda e offerta. (r.c.)

StrategieSaranno finanziati1500 percorsi:pronti altri fondi

Formazioneprofessionale,cosìcambieràlaSiciliaLa Regione ha presentato il nuovo sistema a catalogo: investiti 125 milioniL’assessore Lagalla: «È il primo passo, siamo ripartiti dopo anni di immobilismo»

F ormazione professio-nale si cambia, o alme-no ci si prova perché ilsettore della formazio-

ne è uno dei più delicati. Unbacino di migliaia di persone,tra formatori e studenti, chepiù di una volta è stato lo sca-lino in cui sono inciampati igovernatori dell’isola. Adessoil nuovo governo prova a met-ter mano all’intricata matassasulla posizione di migliaia dilavoratori che attendono chia-rimenti sul proprio futuro.Il presidente della Regione,

Nello Musumeci, presenta ilnuovo «sistema a catalogo»,che secondo palazzo d’Orle-ans rimette in moto la forma-zione professionale sicilianadopo anni di immobilismo.La seconda fase delle proce-dure, relativa alle pre-iscrizio-ni degli allievi, si è conclusacon il completo utilizzo dei125milioni di euromessi a di-sposizione dalla Regione.«Siamomolto soddisfatti - af-ferma il numero uno della Re-gione Nello Musumeci - per-ché con una procedura inno-vativa, in meno di sei mesi,siamo riusciti a rimettere inpiedi un sistema fermo da an-ni. Abbiamo raggiunto unobiettivo importante che per-metterà agli allievi di tornarenelle aule già da luglio, ini-ziando l’estate all’insegna del-la ripresa dei corsi e con lemi-gliori premesse per il futurodella formazione professiona-le». Per l’assessore regionaleRoberto Lagalla si apre cosìuna nuova stagione, dopo an-ni d’immobilismo e fallimen-ti. Per la Regione il passo è de-cisivo perché gli enti già dasubito potranno riprendere leattività formative, riassorben-do il personale e gli allievi po-tranno conseguire una quali-

fica disciplinata dal reperto-rio regionale, aggiornato as-s i eme a l p a r t e n a r i a toeconomico - sociale, con valo-re legale a livello nazionale.«È chiaro - spiega l’assessoreall’Istruzione e alla Formazio-ne professionale, Roberto La-galla - che si tratta di un pri-mo passo, perché c’è ancoramolto da fare. Lavoreremo dasubito, sempre all’insegna deldialogo con le organizzazionidatoriali e le associazioni dicategoria, per innovare il set-tore e garantire la massimatutela occupazionale. Avremo

particolare attenzione per tut-ti quei lavoratori che, fuoriu-sciti da un sistema implosonegli anni scorsi, oggi siaspettano risposte responsa-bili, insieme a un serio e co-stante impegno da parte deglienti, delle organizzazioni sin-dacali e del governo regiona-le».Nonostante il buon auspi-

cio del governo c’è un altro la-to della medaglia, di chi or-mai fuori dai giochi chiede ilriconoscimento dei propri di-ritti: sono tutti i formatori delsettore, ovvero lavoratori cheda anni aspettano di essereinseriti. I sindacati, denuncia-no il grave danno che potreb-be venirne alla categoria, cherischia di venire in buona par-te tagliata fuori dai giochi, nelmomento in cui gli enti saran-no liberi di assumere chi vo-gliono, senza vincoli. «I lavo-ratori storici della formazioneprofessionale siciliana atten-dono risposte da troppo tem-po e non possono continuarea rimanere al palo a causa deidissidi interni alla maggio-ranza, che da settimane para-lizzano i lavori dell’Ars e l’ap-

Verso il futuroFormazione necessaria per le competenze

provazione dell’emendamen-to al collegato che tutela i lorodiritti - afferma GraziamariaPistorino, segretaria regiona-le della Flc Cgil Sicilia -. Fac-ciamo appello al governo e al-le forze politiche – aggiungePistorino – perché consenta-no all’Assemblea regionale diuscire da questa fase di stalloe adottare le riforme che ser-vono ai cittadini. Al di là del-l’emendamento, che ci augu-riamo possa essere approvatoin tempi rapidi, la formazioneprofessionale in Sicilia atten-de da decenni una riforma or-ganica del settore». SecondoMimmo Cosentino, segreta-rio regionale di RifondazioneComunista, solidale con i la-voratori in sciopero della fa-me e con chi ha tentato gestiestremi: «Il governo Mu-sumeci, così come prima Cro-cetta, sta cercando di scarica-re sui lavoratori della forma-zione professionale le graviscelte operate prima da Lom-bardo e poi dai suoi successo-ri. rafforzando il sistemaclientelare».

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sfida

● Per laRegioneSicilianaguidata dalpresidenteNelloMusumeci ilpasso èdecisivo perchégli enti già dasubitopotrannoriprendere leattivitàformative,riassorbendo ilpersonale e gliallievi potrannoconseguire unaqualificadisciplinata dalrepertorioregionale,aggiornatoassieme alpartenariatoeconomico -sociale, convalore legale alivellonazionale.

L’assessore Roberto Lagalla

Corsi per tecniche di guida urbanaA Palermo c’è il truck simulator

P alermo è una grande città ed il suo traffi-co in alcune ore della giornata è davverointenso. Nei momenti di punta e non so-lo, quindi, guidare in sicurezza diventa

un obbligo per cittadini e conducenti che ognigiorno si riversano suIle strade del capoluogo si-ciliano.A volte c’è persino bisogno di perfezionare il

propriomodo di stare al volante, di ottimizzare leproprie tecniche di guida urbana. A fronte di ciò,la società Amat ha da poco permesso ad un grup-po di cento autisti dei mezzi di trasporto pubbli-co urbano di Palermo di poter beneficiare di un

percorso formativo professionale e di addestra-mento, grazie ad un accordo con Executive Solu-tions, in collaborazione con il Dicam (Diparti-mento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aero-spaziale, dei Materiali) dell’Università degli Studidi Palermo. Le ventiquattro ore d’istruzione for-nite a ciascun guidatore sono servite a incremen-tare la sicurezza diminuendo i fattori di stress,addestrare l’operatore a fronteggiare ogni situa-zione di emergenza, in particolare la reattivitànel momento in cui viene percepito l’ostacolo,ma anche a ridurre il consumo del carburante edelle emissioni nocive. Questa condotta consen-tirà di poter svolgere l’esercizio con minor utiliz-zo di carburante e contribuirà al rispetto dell’am-biente e all’incolumità dei passeggeri, evitandorischi generati da bruschemanovre. La formazio-ne, affidata a docenti dell’Università di Palermoed a formatori della società Sida di provata espe-rienza, coordinati dal professor Giuseppe Salvo,

docente di Trasporti del Dipartimento DICAMdell’Università, si è avvalsa di un simulatore diguida (Truck Simulator) dotato di cabina di gui-da e schermi tridimensionali fornito dalla socie-tà Sida (Sistemi Interattivi Didattici Autotraspor-to) e di proprietà dell’Università di Palermo. Il si-stema, che consente di svolgere fino a 1.700 di-verse tipologie di esercizi utilizzando appositisoftware, ricostruisce virtualmente le reali con-dizioni di guida di un conducente di trasportopubblico urbano, comprese le più critiche. Tra lediverse «prove» tecniche da fronteggiare, gli au-tisti del trasporto pubblico palermitano si sonotrovati a gestire diverse condizioni in cui un con-ducente può ritrovarsi, ovvero avarie dell’auto-mezzo, come la rottura dei freni, la foratura o loscoppio di uno pneumatico, oppure, l’avaria im-provvisa del motore.

Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere del Mezzogiorno Domenica 15 Luglio 2018PA5

L’ateneo L’altro fronteArea medica, previsti sconti fino a 500 euroNovità anche per gli studenti delle scuole di specializzazionedell’area medica. Per loro è stata applicata una riduzione di500 euro sulla tassazione, se gli studenti coinvolti hanno unIsee inferiore a 30mila euro. Per gli studenti di Conservazionee restauro la contribuzione è al di sotto dei minimi nazionali,riduzioni sensibili anche per professioni sanitarie. Con gli utilidi bilancio di quest’anno saranno sbloccati gli utili degli anni

precedenti. L’Università utilizzerà il tesoretto perincrementare gli investimenti per laboratori didattici, nuovispazi dedicati allo studio, manutenzione e l’efficientamentodelle strutture del Cus e degli impianti sportivi. Nuoviinvestimenti anche per la terza missione, l’obiettivo è lacompleta valorizzazione dello Steri come polo culturale edespositivo. (r.c.)

N ovità importanti perle famiglie sicilianecon a carico studentiuniversitari iscritti al-

l’ateneo di Palermo. Dalloscorso anno accademico letasse universitarie, che spessoincidono oltre l’80% sui costidi gestione di un figlio all’uni-versità, gravano molto menosul bilancio familiare. Unoscenario molto importante,soprattutto in un periodo dicrisi. Conti alla mano con laredistribuzione degli importie l’introduzione delle esen-zioni, le famiglie sicilianehanno pagato 3,5 milioni dieuro in meno. E il bilanciodell’Università tira un sospirodi sollievo. Quest’anno infatti,è stato registrato un utile dicirca 3 milioni di euro. Finan-ziamenti che saranno reinve-sti in ricerca e laboratori di-dattici.Il Regolamento, introdotto

nel 2017, per la contribuzionestudentesca per la prima voltaraccoglie in un testo unicol’insieme delle norme che re-golano la tassazione universi-taria ed il diritto alle esenzio-ni per gli studenti dell’Ateneopalermitano. Diciottomilastudenti hanno visto diminui-te in alcuni casi azzerate letasse, con una riduzione me-dia pro capite di oltre 300 eu-ro. Per tutti gli altri è stata ef-fettuata una rimodulazione,in funzione del reddito e dellatipologia dei corsi di studioche mediamente comportaun incremento inferiore a 100euro per studente.Ad oggi le famiglie siciliane

spendono poco meno di 800euro l’anno per mandare ipropri figli all’università, unadelle tassazioni più basse in

cessivi, fino al primo annofuori corso, purché si sia inpossesso di requisiti dimeritoaccessibili. Niente tassa dilaurea anche per chi è a bassoreddito.Oltre alle esenzioni, il Re-

golamento ha previsto unaconsistente riduzione delletasse per gli studenti apparte-nenti a nuclei familiari conredditi compresi tra i 13 e i 30mila euro. Il contributo onni-

mati con voti non inferiori a97, per le famiglie con più diun iscritto all’Università, e an-che per gli studenti palermi-tani che rientrano in sede do-po un periodo di studio in al-tri atenei in Italia o all’estero.Allargate anche le fasce direddito per il diritto all’esen-zione di studenti per le cosid-dette categorie protette.

Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tasse, risparmifino a 3 milioniper le famiglie

Con la redistribuzionedegli importie le nuove esenzionigli studenti universitaridi Palermohanno ottenutouna riduzione degli oneriPronti i fondi per la ricerca

comprensivo viene ridotto fi-no a raggiungere una quotapari al 7% della parte di reddi-to Isee eccedente i 13mila eu-ro. Le riduzioni saranno este-se anche agli iscritti ad annisuccessivi al primo fuori cor-so, purché con reddito Iseeinferiore a 30mila euro ed inpossesso dei requisiti dimeri-to.Novità importanti anche

per i «fuori sede», per i diplo-

Italia. Il 25 percento degli stu-denti è esentato totalmentedal pagamento delle tasse (aparte la tassa regionale), unaltro 20 percento è nella fasciaprotetta sotto i trentamila eu-ro di Isee con una forte ridu-zione delle tasse.Per le fasce di reddito più

basse, l’esenzione dal paga-mento del contributo onni-comprensivo viene estesa an-che agli iscritti agli anni suc-

Gli iscrittiIn passatonon sonomancatele protesteper il caro tasse

La vicenda

● IlRegolamento,introdotto nel2017, per lacontribuzionestudentescaper la primavolta haraccolto in untesto unicol’insieme dellenorme cheregolano latassazioneuniversitaria edil diritto alleesenzioni pergli studentidell’Ateneopalermitano

● Diciottomilastudenti hannovisto diminuitein alcuni casiazzerate letasse, con unariduzionemedia procapite di oltre300 euro. Pertutti gli altri c’èstata unarimodulazione

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PA6 Domenica 15 Luglio 2018 Corriere del Mezzogiorno

Verso il futuro L’appuntamento con la Notte dei Ricercatori èprevisto per il prossimo 28 settembre. Nataquattro anni fa, su iniziativa del rettore GinoCrisci, dalla prossima edizione lamanifestazione entra di diritto in Europa comeprogetto dell’Università della Calabria,Università Magna Grecia, UniversitàMediterranea, Regione Calabria e Cnr,risultando vincitrice del bando «EuropeanResearchers’ Night» della Commissione Ue. Un

risultato ottenuto grazie alla riuscita dellepassate edizioni ma anche grazie alla sceltastrategica di lavorare in sinergia tra universitàed enti pubblici. Per il rettore Crisci: «La Nottedei Ricercatori sarà un giorno di festa, la festadella ricerca e della didattica, che a partire dalleprime ore del mattino vedrà come protagonistiprincipali gli studenti di ogni ordine e gradodelle scuole calabresi, che altro non sono che laproiezione costruttiva del nostro futuro». (c.s.)

L’eventoIl 28 settembrec’è la Nottedei Ricercatori

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Domini». In fondo allo stiva-le, l’altra città universitariaper eccellenza è Reggio Cala-bria.Ospita l’Università «Medi-

terranea» che è stata fondatanel 1968. Cronologicamente è,quindi, la prima università ca-labrese. Comunemente deno-minata UniRc combina il suoimpegno nella ricerca e nel-l’insegnamento attraverso lesue tre facoltà: Architettura,(con particolare attenzioneper i temi sull’ambiente) Inge-gneria e Scienze Agrarie. Con-cluso il tour delle università

L a culla del sapere uni-versitario, in Calabria, èanimata da tre ateneipubblici e uno privato

che puntano ad offrire, a variotitolo, trampolini di lancioculturale ai giovani calabresi enon solo. Da nord a sud, aRende in provincia di Cosen-za, l’Università della Calabria(Unical) è stata fondata nel1972. È un campus di forma-zione organizzato in 14 dipar-timenti, con un’offerta didat-tica animata da 77 corsi distudio. A stretto contatto conil Campus universitario, e asostegno dello sviluppo eco-nomico imprenditoriale dellaCalabria, è stato creato «Tech-nest»: un incubatore d’impre-sa di 2000metri quadrati, rea-lizzato all’interno dell’Univer-sità della Calabria.È una struttura che permet-

te alle giovani imprese di sor-gere senza avere problemi dialloggio o di consulenza lega-le, amministrativa e finanzia-ria. Offre, altresì, supporti chespaziano dai servizi telematiciall’attività di alta ricerca tec-nologica di cui è animato ilCampus. Del resto, le neo im-prese, presenti nell’incubato-re, trovano principalmenteorigine dal mondo universita-rio e si qualificano per la loroalta tecnologia. Il viaggio lun-go il sapere universitario cala-brese fa, anche, tappa a Ger-maneto, in provincia di Ca-tanzaro dove ha sede l’Univer-sità Magna Graecia. Il campusuniversitario è suddiviso indue edifici in cui l’offerta distudio è organizzata secondoaree del sapere. In uno vi èl’area economico-giuridica e,nell’altro, quellamedica e del-le bio-scienze, collegate al Po-liclinico Universitario «Mater

Atenei, eccellenzae formazioneIn Calabria si può

Il sistema universitarioha due poli pubblicie uno privatoFacoltà, corsi e master:opportunità per i giovani

Il luogoA sinistral’edificioche ospital’Universitàdella Calabria,una dellestorichestrutturedella regione

pubbliche, l’Università degliStranieri «Dante Alighieri»completa il pacchetto forma-tivo universitario della Cala-bria.Di natura privata, ha sede a

Reggio Calabria ed è stata isti-tuita su iniziativa del Comita-to locale della Società «DanteAlighieri» e del Consorzio perl’Università per Stranieri«Dante Alighieri» di ReggioCalabria. È nata ai sensi dellenorme vigenti in materia co-me università non statale le-galmente riconosciuta con or-dinamento speciale, a decor-

rere dall’anno accademico2007-2008.Tra gli obiettivi posti alla

base della sua origine, vi èquello di alimentare, sostene-re e promuovere un’alta cultu-ra dell’integrazione tra popolie tradizioni. Considerata lasua posizione geografica, or-ganizza percorsi che puntanoallo sviluppo delle relazioniculturali con i paesi che si af-facciano sul Mediterraneo edel Medio Oriente. Più in ge-nerale ha il compito di contri-buire alla conoscenza dellalingua e della cultura italiana

ma anche all’affermazione,nel reciproco rispetto, dellapiù autentica comprensionefra culture diverse, attraversol’incontro ed il confronto diesperienze provenienti da di-versi parti del mondo. L’offer-ta didattica è ricca e trasversa-le, abbraccia percorsi che van-no dall’insegnamento dellalingua, della letteratura, del-l’arte, della cultura e delle isti-tuzioni politiche, sociali, giu-ridiche ed economiche del-l’Italia.

Concetta Schiariti© RIPRODUZIONE RISERVATA

IngegneriameccanicaegestionaleLasfida:costruireautodacorsa

I l loro sogno è quello di imparare a costruiremacchine da corsa. Non solo sui libri ma an-che nella pratica e all’interno delle aule uni-

versitarie. Per gli studenti di Ingegneria Mecca-nica e Gestionale dell’Università della Calabriadi Cosenza avere la possibilità di imparare di-vertendosi, mettendo in pratica i propri studi, èuna concreta realtà già dal 2005.Da quell’anno l’Unical ha raccolto la sfida lan-

ciata dalla SAE International (Society of Auto-motive Engineers) a tutti gli studenti universita-ri del mondo. Quella, cioè, di progettare, co-struire, pilotare e presentare una vettura proto-tipale in stile Formula. Nei fatti partecipano aduna sana competizione internazionale che sipone l’obiettivo di sviluppare ed alimentare unclima di collaborazione internazionale, di forteinteresse culturale per il settore e di volontà didare agli studenti la possibilità di mettere inpratica le conoscenze acquisite durante gli studiuniversitari.

Attiva dal 1981, oggi la manifestazione si svol-ge in diverse parti del mondo. È infatti presentenegli Stati Uniti, con ben tre eventi (California,Virginia e Michigan), in Australia, in Brasile, inInghilterra, in Germania, in Giappone, in Au-stria e, dal 2005, anche in Italia con la FormulaSAE Italy. Quest’anno, esattamente proprio inquesti giorni, alla competizione internazionaledi Varano de’ Melegari, in provincia di Parma,gli studenti dell’Unical si presentano con lanuova vettura progettata nella stagione2017/2018.Nel corso delle diverse edizioni, diverse sono

state le gare internazionali che hanno visto glistudenti calabresi raggiungere importanti risul-tati. «La competizione - spiega il professoreMaurizio Muzzupappa, responsabile del pro-getto - è articolata in modo da premiare nontanto il team con l’auto più veloce, quanto quel-lo che meglio degli altri riesce a coniugare pre-stazioni, economicità, producibilità e vendibili-tà della propria vettura. La chiave del successorisiede in un lavoro di squadra efficiente, basatosulla coesione di ogni membro del team e sul-l’interscambio di informazioni».

C. S.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non solo studenti in fugaIn tanti emigrano ma molti restanoa studiare in Calabria

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Corriere del Mezzogiorno Domenica 15 Luglio 2018PA7

A Ustica si formano i subacquei«L’amore per il mare senza confini»I corsi Divemaster stanno diventando uno stile di vita (e non solo per i turisti)L’ amore per il mare e le

meraviglie dell’isoladi Ustica con in suoifondali, accompagna-

ti da guide e istruttori offronocorsi per diventare subacqueiprofessionisti. Una flora eduna fauna spettacolari, fonda-li paragonabili ad un autenti-co museo sottomarino rendo-no Ustica una location unicaper gli amanti delle immer-sioni in Sicilia. I fondali diUstica sono un vero paradiso,le calette naturali, all’internodella Area Marina Protetta, sioffrono come utili punti dipartenza per immersioni oesperienze di snorkeling e se-awatchingmozzafiato.Ustica vanta uno dei fondali

più integri del Mediterraneo eguardando alla sicurezza deisubacquei che visitano ognianno quest’isola, possiedeuna camera iperbarica che,grazie al personale tecnicoqualificato, è disponibile 24ore su 24. Le uscite vengonoorganizzate giornalmente uti-lizzando dei gommoni e bar-che, perfettamente attrezzatiper accogliere i subacquei.Tutte le imbarcazioni sonomunite di bombole di ossige-no, kit di primo soccorso ebombole di sicurezza da posi-zionare sotto ai gommoni. Lasubacquea può diventare unvero e proprio stile di vita euna carriera professionale inparticolare con i corsi Dive-

master (guida subacquea) as-sistente istruttore e istruttore.Vengono alternati alle lezioniteoriche, i tirocini, dove dopodegli esami specifici sia teori-ci sia pratici, ci si potrà quali-ficare come leader subac-queo. I prerequisiti minimisono avere diciotto anni e avercompletato l’addestramentoRescue (permette di affronta-re e risolvere le evenienze su-bacquee) e l’ Emergency First

Responce (corso di primosoccorso). «Una volta impara-te le basi della subacquea -spiega l’istruttrice DamianaGloria Polito - si potranno ap-profondire gli argomenti e letipologie di immersione chepiù interessano. Ci sono an-che corsi che già si possonofare a dodici anni. L’impor-tante è amare il mare, nonavere paura e affidarsi ai pro-pri istruttori».Damiana è di Perugia e ha

deciso di lavorare ad Ustica vi-sti gli spettacolari fondali.ogni anno, da aprile a novem-bre effettua immersioni gui-date e corsi per tutti i livellidai neofiti ai più esperti. Ap-passionati provenienti da tut-ta Europa si qualificano e tro-vano lavoro in tutto il mondo.«È importante testare la pro-pria preparazione in acqua -conclude l’istruttrice Polito - enella teoria, poi approfondirei concetti base della subac-quea fino ad acquisire la mas-sima padronanza e a saper ge-stire in autonomia un grup-po».

Francesca Capizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’estate Per iniziare i corsi c’è bisogno di un certificatomedico specifico per l’attività subacquea. Ci sonoanche degli appositi moduli da compilare nonappena ci si iscrive. I corsi di primo livello duranocirca quattro giorni e si alternano lezioni di teoriaad uscite in mare e ci si qualifica come «OpenWater Diver». I costi sono di circa 350 eurocomprensivi di noleggio attrezzatura ecertificazione. Per diventare guida subacquea siavrà bisogno di almeno due mesi durante i quali si

rivedranno i concetti base di teoria e pratica delleimmersioni e il costo è all’incirca 650 euro. Perdiventare istruttore dai 2000 euro in su e duranocirca una settimana intensiva, mattina epomeriggio. Ogni anno sono in tanti adintraprendere questa carriera lavorativa chepermette a chi è amante del mare di girare ilmondo e guadagnare. Per informazioni sui corsi adUstica, basta collegarsi su internet e contattare idiving. (f.c.)

Il percorsoEcco comesi diventa «OpenWater Diver»

L’addestramentoIl piano degli istruttori:«È importante testarela propria preparazionein acqua e nella teoria»

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PA8 Domenica 15 Luglio 2018 Corriere del Mezzogiorno