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Peer to Peer Mcda

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Il Peer to Peer di Marche Centro d'Arte

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INIZIATIVA VOLUTA DA

Galleria MarconiLa Galleria Marconi di Cupra Marittima aperta nel 1995, (www.siscom.it/marconi) ha da subito mo-strato il suo carattere. Oltre ad essere un luogo dove trovare oggetti di design è uno spazio espo-sitivo dove si svolgono mostre e reading di poesia. Le mostre propongono giovani emergenti nel panorama nazionale ed internazionale, e artisti ormai affermati (Karin Andersen, Nicola Bolla, Paolo Consorti, Rocco Dubbini, Francesca Gentili, Maicol e Mirco, Carla Mattii, Sabrina Muzi, Pastorello, Giu-seppe Restano, Rita Vitali Rosati). La Galleria Marconi è diventato un punto di riferimento per quanto riguarda la ricerca e la promozione artistica nelle Marche, ma anche un ponte per far conoscere i nostri artisti oltre i confini nazionali, grazie alla collaborazione con altre gallerie all’estero. Infatti da tempo la ricerca della Galleria Marconi passa attraverso lo scambio di realtà culturali con altri opera-tori sia pubblici che privati, nella convinzione che per poter crescere non ci si può fermare al proprio spazio ma bisogna aprire il proprio territorio creando delle sinergie.

PalaRivieraIl Multiplex, Teatro, Centro Congressi Pala Riviera (www.palariviera.com) nasce nel 2009, dalla ne-cessità di rispondere alla domanda del territorio di dotarsi di un centro polivalente capace di essere una struttura volano per il turismo congressuale interregionale e contemporaneamente un luogo di cultura e intrattenimento. La realizzazione del PalaRiviera Multiplex Teatro Congressi è stata pos-sibile grazie alla sinergia tra un gruppo di privati e l’Amministrazione Comunale di San Benedetto del Tronto, che ha permesso l’organizzazione di una struttura adeguata per convegni, congressi, concerti, manifestazioni teatrali, musica lirica, cinema, intrattenimenti, attività ricreative, ludiche e di svago, attività ristorative.Il Multiplex, Teatro, Centro Congressi Pala Riviera di San Benedetto del Tronto, anche dal punto di vista architettonico, è una delle strutture più moderne ed all’avanguardia del centro Italia.

Cocalo’s ClubIl Cocalo’s club (www.cocalosclub.it) è una community che nasce e si sviluppa in seno ai negozi Co-calo’s e, attraverso i suoi partner (operatori nei più svariati ambiti: cultura, sport, salute e bellezza, motori, ristorazione e intrattenimento), sviluppa la propria azione nelle Marche, in Abruzzo e a Mal-ta. Fra i partner operano con il compito di informare e stimolare la community gli ”expert fan” (artisti, intellettuali, operatori economici) che, coltivando la loro passione, rappresentano il legame fra mo-tivazione e azione. Il Cocalo’s Club offre ai propri associati e al territorio di appartenenza, oltre agli sconti e i vantaggi proposti dalla rete dei partner sotto l’egida del Cocalo’s Club, l’organizzazione di eventi ed iniziative di scambio e socializzazione che coniugano, in una dimensione di reciproca valo-rizzazione, gli ambiti della cultura, del sociale, dell’enogastronomia, dell’ambiente, dell’economia.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO MCD’A

Marche Centro d’Arte è un progetto che è nato dalla sinergia di tre realtà culturali del territo-

rio piceno, la Galleria Marconi il Coalo’s Club e il Palarivera. Lavorando in sinergia con gli altri

ciascuno ha coperto una fase organizzativa dell’evento. Marche Centro d’Arte rappresenta la

prima tappa di un progetto triennale che indaga la situazione dell’Arte Contemporanea par-

tendo dal territorio locale per spostarsi verso una sfera nazionale ed internazionale. Il titolo va

inteso in una duplice accezione, le Marche infatti non sono solo il punto di partenza, ma anche

il punto di arrivo. Nelle intenzioni del progetto non c’è solo l’idea di mostrare la situazione ar-

tistica marchigiana ma anche quella di stimolare altri artisti a guardare questa Regione come

centrale: un movimento in entrata e in uscita che irradia e assorbe idee. Il progetto per il primo

anno prevede la selezione di artisti marchigiani a cura della galleria Marconi che già da tre anni

sta portando avanti nel territorio questo tipo di lavoro. Gli artisti scelti operano già a livello

nazionale alcuni sono tra i nomi più importanti del panorama italiano, altri, pur essendo arti-

sticamente giovani, si stanno affermando per la qualità delle loro opere e proposte. La parte

critica sarà curata da critici marchigiani. Nei due anni successivi altri artisti provenienti da altre

Regioni si affincheranno ai marchigiani. La galleria Marconi sin dalla sua apertura ha guardato

alla territorialità come un valore aggiunto, organizzando ricognizioni che mostrano situazioni

specifiche di varie Regioni italiane ed europee, negli ultimi anni ha iniziato un lavoro intenso

sul territorio, e sul rapporto tra natura e cultura.

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ADOZIONE ARTISTICA - MCD’A

Il bisogno di socialità e la cultura partecipativa.La risposta di un territorio che cambia e si modifica. Come sopravvivere alla crisi attraverso la creatività e l’esperimento della socialità fra le convenienze. MCd’A non solo come “fine e premio a se stesso”, ma come ricerca sperimentale nell’ambito della socialità.Che la crisi economica del 2008 abbia introdotto innumerevoli difficoltà nel nostro territorio e nel sistema economico “tutto”, ormai è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che le risorse messe in campo per sopperire alle diverse esigenze territoriali, si sono da tempo esaurite. Im-maginare poi forze economiche extra per la causa persa che per molti rappresenta l’Arte e tutto il modo di persone e personaggi che intorno ad “ella” gravitano, risulta oggi per il nostro com-plesso contesto, utopistico. La visione della società che premia i comportamenti fortemente individualizzati non ha dato i frutti sperati e quel che resta del giorno è una lunga ed inesorabile crisi economica che ha avuto il triste compito di celebrare alcuni funerali. Eticamente rilevante è, che il bisogno di socialità è emerso dalla inaspettata costruzione delle relazioni amicali che si sono via via costituite lungo il percorso critico, non solo fra gli individui, ma fatto ancor più no-tevole, anche fra realtà economico – commerciali che impegnano i protagonisti, in un continuo lavoro di scambio e di incontro con l’Altro. Il MCd’A, rappresenta attraverso la socialità dei terzi, innanzitutto l’incipit di un rinascimento artistico e culturale. Il bisogno di socialità è l’inizio di un progetto sperimentale che intercetta sociologia, economia e politica del territorio, che parla il linguaggio della contemporaneità. La partecipazione all’ “idea” è democratica nel senso che è si, diffusa e condivisa, ma innanzitutto non gerarchizzata. Recupera l’approccio relazionale, per ri-scrivere e ridefinire, attraverso l’occasione del MCd’A, le nuove proporzioni umane. La possibilità di tutto questo sta, ancora una volta, nella nostra capacità di cambiare gli schemi e creare valore nella catena del prodotto che non sembra risiedere più solo nel contenuto, ma nella intercon-nessione dei contenuti. La nuova realtà sociale che lega cultura partecipativa e intelligenza col-lettiva, ci permette di entrare direttamente in contatto con la ricerca sperimentale nell’ambito della socialità, di cui il MCd’A è solo e non solo un esempio concreto. L’idea Adottante – Adottato presupposto della rassegna, nella sua dimensione “privata” corrisponde ad una volontà di co-struire, il “peer to peer”, a cui va attribuito il merito di un completo rinnovamento della visione artistica contemporanea che grazie al suo contributo si fa “pubblica”.

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ARTISTI - MCD’A> GIANLUIGI ANTONELLI> ALESSANDROBARONCIANI> MARCO BERNACCHIA> LUCA CAIMMI> DANIELE CAMAIONI> ROBERTO CICCHINÈ> PAOLO CONSORTI> GIULIA CORRADETTI> GIANLUCA COSCI> ROCCO DUBBINI> DANIELE DURANTI> ARMANDO FANELLI> CHIARA FRANCESCONI> GIOVANNI GAGGIA> FRANCESCA GENTILI> MAICOL & MIRKO> CARLA MATTII> SABRINA MUZI> FRANCO NARDI> NIBA> GIORGIO PIGNOTTI> GABRIELE SILVI> RITA SOCCIO> GIOVANNI TERMINI> MARIO VESPASIANI> RITA VITALI ROSATI

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Nato a Fermo nel 1967. Ha Studiato presso l’accademia di Belle Arti di Urbino, ha partecipato a molteplici manifestazioni ed esposto in diverse gallerie in territorio nazionale. Nel 2002 un suo lavoro è acquisito dal comune di Milano per la collezione permanente del futuro “Museo del Presente” su segnalazione di Jean Hubert Martin. Vive e lavora tra Fermo e Milano.

> GIANLUIGI ANTONELLI

L’acqua tocca il sasso ed il sasso tocca l’acqua. Acqua e sasso si conoscono. Io e Gianluigi Antonelli.Come voyeur- voyager , da visionari-viaggiatori nella contemporaneità , dentro e intorno la rapidità, il sincretismo, la mobilità fluida dei simboli. Con gesto imper- factum, a scontornare, come la mente che fa prelievo per sensazioni di una realtà in transito rapido. Si sta come dentro una minuscola ed epica liturgia personale di appropriazione, sintesi, sospensione e spostamento; dentro una disvelante barocca ostensione dello scarto ironico tra dentro e fuori di sé.PARADOSSO Simonetta la mia area semantica: spostamento di senso, trasversalità- Proposizione formulata in evidente contraddizione con l’esperienza comune e con i principi della logica ma che sottoposta a rigorosa critica si dimostra valida. Sono smagliature di assurdita’ nel tessuto della conoscenza: dapprima ci fanno dubitare delle nostre credenze, poi ci spingono a ridefinire il sapere categoriale.- Non c’è vita/che almeno per un attimo/non sia immortale. La morte/è sempre in ritardo di quell’attimo (W. Szymborska)

Gianluigi, la tua area semantica: Della morte mi colpisce il rispetto latente che le si da, onori per il nemico ucciso/ disprezzo per il nemico vivo - disprezzo per chi vive / cordoglio per chi muore.Mi viene in mente Marguerite Yourcenar, “ il tempo grande sculture”.COSCIENZAS: modello strutturale, alterazione, consapevolezza- Per stato di coscienza alterato s’intende uno stato di coscienza diverso dallo stato ordinario, o di base, caratterizzato dalla veglia lucida. Uno stato di coscienza alterato è caratterizzato da uno spostamento qualitativo nel modo di funzionare della mente.

G.: dal latino Cum-scire -sapere insieme. Compendio sulla natura di Tommaso CampanellaGianluigi, lasciami una frase che dia titolo al nostro ragionare per parole-chiave.“L’acqua tocca il sasso ed il sasso tocca l’acqua. Acqua e sasso si conoscono. Condividono la propria essenza- che è poi unica, unilaterale e multiforme nelle sue multi-forma.”Perché, Gianluigi, hai bisogno dell’arte?Sentirsi artisti non significa “essere artisti”, sudare, rinunciare , sacrificarsi può risultare inutile, se ciò che si produce è inutile o banalmente banale. Inutile in contesto comunicativo, tutti guardando verso l’estremità del cielo si sentono “una nullità” (senti-mento), altra cosa é rendere questo sentimento assoluto quindi infinito!Gianluigi ( così come il Sig. X.) ha bisogno dell’arte , così come ha bisogno della fisica, della filosofia, della matematica e dell’aria! In realtà ogni volta devi stupirti!

Simonetta Angelini

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Vive a Pesaro e lavora a Milano come art director, illustratore e grafico pubblicitario. Per l’edi-toria dei ragazzi ha pubblicato per Mondadori, per Feltrinelli ed Einaudi Ragazzi. Scrive e disegna storie a fumetti. Il suo nuovo libro a fumetti “Le ragazze nello studio di Munari” è uscito a novembre 2010 ed è ora in ristampa.

> ALESSANDRO BARONCIANI

SEMPLICITÀDC - Ogni linea può determinare un senso, crea un volume definisce un oggetto. Il tuo lavoro mi appare di una semplicità estre-ma, eppure lo trovo efficace e di grande ricchezza visiva, con poche linee riesci a dare forza all’immagine, a renderla efficace ed espressiva. Lavori quasi sempre con il bianco e nero…

AB - Io trovo che il bianco e nero sia una forma di astrazione, a differenza del colore che cerca di dare un senso del reale. I colori di-straggono. I colori spesso non danno l’idea di dove finisce una cosa e ne inizia un’altra. Pensa ad una foto ingrandita al computer fino a vedere i pixel. Le linee invece delimitano e creano perimetri. Decidono dove finisce un corpo e dove inizia uno sfondo. Con una linea si può definire uno spazio. Da una parte il corpo e dall’altra uno spazio vuoto, un mucchio di foglie o altro. Il bianco e nero è perfetto per raccontare delle storie. Le storie raccontano e creano suggestioni.

SUGGESTIONIDC - Questa parola stranamente si collega poi a quanto ti chiedo alla fine, mi piace che tu non riesca a definirti bene in un ruolo, ma che riesca molto bene a spiegare ciò che ti colpisce, a inquadrare il tuo lavoro in un flusso di idee che offre continui spunti.

AB - Il mio lavoro è trovare suggestioni, io pensavo che a un certo punto finissero, poi mi sono reso conto che sono nella tua testa, basta soltanto conservarle. Quando faccio lezione all’accademia chiedo ai ragazzi di pensare e annotare ciò che gli succede, molti non comprendono cosa stia chiedendo e magari mi fanno il diario della giornata, ma ogni tanto qualcosa di buono viene fuori, e qualcuno comincia a notare dei dettagli del mondo e a lavorarci su. Spesso sono forzature, ma aiutano la creatività. Ognuno ha un modo per identificare un sentimento e associargli un’immagine per somiglianza o soltanto per analogia. La creatività mette tutto insieme e le suggestioni raccontano meglio le cose perché non le dicono, te le suggeriscono. È qualcosa di non detto a cui ci arrivi, se vuoi, da solo. Notare dettagli del mondo ti permette di dire una cosa da un punto di vista inedito.

Dario Ciferri

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Nato a Senigallia dove vive e lavora. Dopo aver preso il diploma di Perito Meccanico si è iscritto e diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. All’attività di artista affianca quella di musicista e spesso queste due realtà entrano in contatto nelle sue installazioni e nelle sue performance.

VUOTODC - Riflettere sul senso del vuoto è già una sfida, tu dici che la tua opera è un tentativo di rappresentare questo vuoto che ci circonda, un vuoto di forma ma non di sostanza o idee, il modo in cui si possa rappresentare il vuoto mi affascina, anche perché aggiunge un altro tassello al tuo percorso.

MB - Il vuoto è l’assenza, l’assenza è l’essenza di ciò che non abbiamo, di ciò che vorremmo, il vuoto ci si presenta ogni qual volta ci troviamo davanti una decisione che non si sa dove possa portare.Le “conseguenze” di un gesto, cui solo la teoria del caos potrebbe darci sollievo, genera il vuoto.Il vuoto è dentro di noi, è dentro di noi perché ci hanno venduto un mondo semplice con conseguenze azione/reazione scontate e programmate.Paradossalmente per un’attitudine semplicistica la società in cui viviamo, tramite i vari canali mediatici sembra voler dimostrare che i risultati di un tale gesto eseguito in spazi diversi porti a risultati sempre uguali.Il vuoto è globale e vive in ogni spot nel quale oggetti possono agevolare il nostro essere verso uno stato d’animo migliore, verso una strada semplice e confortevole.Può capitare però che i ruoli delle cose intorno pre-dati, per casualità, o per mancanza siano percepiti in maniera invertita.Può capitare che con la sovraesposizione dei concetti, i significati delle cose possano da certezze trasformarsi in incertezze o viceversa e di conseguenza si annullino generando il nulla appunto.

RESISTENZADC - Resistere alle tentazioni consumistiche, alle allettanti e vuote proposte che la società consumistica ci pone, resistere per riaffermare se stessi, l’umanità, la dignità. Il tuo lavoro parla di sciopero, sciopero inteso esattamente come metodo di resistenza, come lotta, come affermazione di presenza, di esistenza.

MB - Scioperare è stare fermi e sfruttare la rapidità dell’altro, è generare ansia di contrasto tra moto e non moto, non è azione, è attesa, non è il gesto a dare valore ma il non gesto, il non fare, il non costruire, il nulla. È appropriarsi di uno spazio per non fare, è invertire il senso di quel luogo, da luogo di azione a luogo di sospensione.

Dario Ciferri

> MARCO BERNACCHIA

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Nato a Fano nel 1978. dopo avere frequentato sezione di disegno animato alla scuola d’arte di Urbino si è diplomato in pittura all’Accademia. Ha ottenuto riconoscimenti importanti, come il premio Andrea Pazienza e la selezione a Bologna Illustrator Exhibition of Children’s Books. Ha pubblicato con numerosi editori sia storie e fumetti sia libri illustrati.

FISICITÀDC - Credo che per parlare di scultura prima di tutto si debba parlare di fisicità, di un’evidenza tridimensionale che hai davanti agli occhi e che è frutto di un lavoro manuale intenso, in ceramica poi questa manipolazione è evidente e arriva a toccare uno degli elementi della natura, la terra. Tu mi hai parlato di fisicità, di impeto, di tensione e di incoscienza, potremmo anche dire però a questo punto che i tuoi lavori sono una sintesi di forza, necessità e idee in evoluzione?

LC - Sì, meglio dire un contenimento di forza e fisicità che il materiale e le forme richiedono. Nello stesso tempo, la forma (scultura) diventa il “foglio di carta” dove appunto e sintetizzo le idee in evoluzione. In questa fisicità però c’è anche una parte più progettuale legata all’esperienza. Ovvero tu sai, mentre lavori, che poi quello che modelli cambierà. La terra ritira, cambia di colore e gli smalti il senso delle forme. Quindi si lavora anche mentalmente pensando ad una sorta di proiezione dell’ opera soggetta anche e spesso ad imprevisti.

NATURADC - “Concentrare l’attenzione sulla pianta che cresce spontaneamente a dismisura nel prato tagliato da poco”. Ho messo natura perché l’idea della ricerca di imperfezioni della natura ha stuzzicato la mia curiosità, certamente la tua rappresentazione della natura non è immediatamente evidente, la trovo mediata e mutata, eppure pensare a un prato dove c’è stato l’intervento umano e a una pianta che vi cresce senza che questo vi intervenga per controllarla, crea un contrasto tra disordine ed ordine che può essere letto a parti inverse da entrambi i punti di vista.

LC - La natura mi interessa in quanto forza incontrastata. La pianta spontanea e infestante cresce più forte e vigorosa, fregandosene di tutto il resto. La stessa cosa fanno i vulcani, il maremoti, il cicloni. C’è una parte di mondo che agisce incontrastata. Questo provoca in me un forte interesse, l’uomo in questo caso non può far altro che assistere. Ed infine il contrasto tra ordine e disordine si può tradurre in un contrasto tra prima e dopo. Quello che era e quello che è diventato. In questi eventi l’ uomo lascia piccoli segni o scopre nuove cose che la natura ha liberato da sedimenti o ha creato.

Dario Ciferri

> LUCA CAIMMI

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Nato ad Ascoli Piceno nel 1978, vive e lavora ad Ascoli Piceno.Dopo essersi diplomato presso l’Istituto statale d’arte “OSVALDO LICINI” di Ascoli Piceno ha frequentato la Scuola Internazionale di Comics a Roma. Attualmente lavora come Art director del Doshin Studio Creativo, come Consulente Creativo Zeronove comunicazione e come Gra-fico presso Kairos Media.

CIBODC - La prima parola che mi viene in mente guardando il tuo lavoro è una da domanda da disturbo alimentare... “com’é il tuo rapporto con il cibo?”

DCa - Il mio rapporto con il cibo è molto primordiale, cioè molto animalesco, forte, istintivo. È un lato molto forte della mia personalità. In fondo ci sono cresciuto in mezzo, da piccolo mi trovavo a giocare con il cibo a creare mondi, a proiettarci sopra le mie fantasie.

VITADC - Nuclearland ti porta a toccare il tema del nucleare: nucleare e cibo però sembrano due cose immensamente lontane. Eppure credo che abbiano una parola di contatto: vita; un contatto che nasconde ambiguità e menzogne.

DCa - Cercano di venderci una cosa nociva facendola passare per essenziale… come se rinunciando al nucleare non potessimo più vivere, come se rinunciassimo a mangiare. È come se dicessero è essenziale come mangiare o respirare. Dicono che senza non è possibile proseguire nello sviluppo e nemmeno conservare il nostro tenore di vita. Io vorrei che fosse chiaro che questo è falso, che il nucleare può uccidere, è velenoso e contamina il nostro mondo e il nostro cibo, l’acqua e anche la nostra umanità

UMANODC - L’essere umano ha mille potenzialità, il problema principale è che più aumentano i modi di comunicare, più ci troviamo chiusi in noi stessi, segregati nelle nostre paure e nelle nostre case. Il tuo lavoro non cerca una condivisione con gli altri, fa un passo in più, tenta di portare l’umano in un territorio comune, in una zona franca dove le tue suggestioni possano incontrare gli altri. È un luogo conosciuto da tutti, anche se ciascuno lo vede in maniera personale, la cucina. È un lavoro in positivo che parla all’uomo attraverso un linguaggio collettivo e diretto.

DCa - Qui penso che non posso aggiungere altro sei stato molto profondo. Non so se hai mai notato che quello che mangi rispecchia sempre il carattere e la personalità di chi ha cucinato. Il cibo esprime una forte umanità, è un qualcosa che ti mette in contatto con gli altri, per questo l’omologazione dei sapori proposta ad esempio dai fast-food rappresenta un impoverimento culturale ed umano.

Dario Ciferri

> DANIELE CAMAIONI

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GIAMPIERO PAOLETTI

Cineforum S.B.T. Buster Keaton

Associazione di cultura Cinematografica aderente alla

Federazione Italiana Cineforum

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Nasce a Porto San Giorgio nel 1966. Dopo aver completato il percorso di studi, si dedica all’ar-chitettura e al design fondando uno studio di progettazione a San Benedetto del Tronto. Pa-rallelamente, inizia un processo artistico legato alla fotografia e alle altre discipline visive che lo portano a realizzare progetti sperimentali d’arte.Vive a Massignano.

Un corpo come in ostensione, esposto: si dà per sottrazioni, per mancanze, per trasalimenti di luce, per lampi. Come una ferita del buio, sembra emergere dallo scuro; appare, potentemente plastico, scomparendo. diviene icona, patimento, negazione.

FOTOGRAFIAS, La mia area semantica: traccia, segno, transito di senso, prelievo, ambiguità-La fotografia è bugia più vera di qualsiasi ricordo. (Jean Rouch)R, La tua area semanticaMi piace ribadire che”...forse la fotografia vera, che noi vediamo, che anche io guardo, è il minimo, l’indispensabile per ricordare qualcosa.”(mario giacomelli)

PASSIONES.: rigenerazione, punizione, L’etimologia di una parola ne racconta la storia nello stratificarsi dei sensi; passione è sofferenza, sentire violentemente una cosa addosso. È sentimento privo di controllo.R.: -(dal greco pathos e dal latino patior) è un sentimento di forte intensità, di solito connotato da grande e intensa attrazione per un soggetto; assume comunque, come tutti gli stati affettivi, significati diversi in relazione al discorso.-Siamo noi che definiamo lo”spazio”, non il contrario...spero nell’arrivo di un neo-neoumanesimo! Vorrei che anche il corpo venisse influenzato da questa nuova consapevolezza....un “contenitore” capace di influenzare definitivamente lo spazio che lo circonda...infondo il lavoro che presento dice questo :un luogo come la palestra può evocare edonismo,superficialità; in realtà è l’individuo,con la sua vita,le sue emozioni la sua storia, che infetta inesorabilmente lo spazio .

CORPOS.: luogo di negoziazione, percorsoR.: La tua area semantica:-è il luogo dove abita la mia tristezza...”io sono lacerato o a disagio e talvolta qualche folata di vita”. (.roland bartes)Perché, Roberto, hai bisogno dell’arte?Ho bisogno dell’arte perchè mi cura, mi aiuta a conoscere, nutre la mia curiosità; mi permette di condividere, mi apre verso progetti, indirizza i miei pensieri oscuri in visioni magiche, è bello; perchè forse rimarrà qualcosa di me; perchè bisogna aver coraggio..e non sono un eroe; perchè è un gioco serio; mi rende più ricco!!dentro!!!

Simonetta Angelini

> ROBERTO CICCHINÈ

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Ha esposto in gallerie private e spazi pubblici in Italia e nel mondo. Il suo lavoro si muove tra pittura, video, fotografia e performance, spesso con opere crossover. Ha partecipato a diverse importanti esposizioni, in Italia ed all’estero, tra cui la 54 Biennale di Venezia. E’rappresentato dalle gallerie: Gas/Torino, Emmeotto/Roma, Anna Pappas/ Melbourne.

Un abile regista che fa muovere sulla scena i propri personaggi. Da sempre l’artista si lascia sedurre da storie da raccontare, riuscendo ad incantare a sua volta. Nella forte espressività, nella mimica vivace e nella fisicità evidente della varia umanità che agisce nelle sue opere, tutto il portato semantico della Storia dell’arte si fonde armoniosamente con i più recenti linguaggi tec-nologici. I manifesti cinematografici proposti in quest’occasione utilizzano gli strumenti propri della comunicazione, arrivando ad esaltare il meccanismo finzionale.

RACCONTOLa mia area semantica: storia, narrazione, memoria“Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso/ già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare” (Kavafis, Itaca)La tua area semantica: realtà/immaginazioneULLMAN: Qualche problema per trovarci?JACK: Oh, no, nessun problema, no. Ci ho impiegato neanche tre ore e mezza.ULLMAN: Ah, ottima media, veramente ottima. Ma prego, prego, si sieda un minuto. Jack, voglio che faccia come se fosse a casa sua. Le andrebbe un bel caffè?

( SHINING, scritto e diretto da Kubrick, 1980)

IMMAGINELa mia area semantica: rappresentazione, finzione, comunicazione “L’immagine […] è quel luogo di mediazione in cui si incontrano il mondo per come esso è attualmente e il mondo per come potrebbe essere” (Cappelletto La natura funzionale dell’immagine nel confronto con le neuroscienze, in Psicoart n.1-2010)La tua area semantica: realtà/immaginazioneCASSANDRA : Vedo disastri. Vedo catastrofi. Peggio: vedo avvocati. ( LA DEA DELL’AMORE, diretto e interpretato da Allen, 1995)

CORPOLa mia area semantica: azione, espressione, materia, antropopoiesi“Gli uomini sono nell’eternità […] e quando tu entri in essi, ti trasformi in cielo e in terra, così come dentro di te racchiudi il cielo e la terra[…]” (Blake, Jerusalem)La tua area semantica: realtà/immaginazione

(THE IDIOTS, scritto e diretto da Von Trier)

Cristina Petrelli

> PAOLO CONSORTI

una rete

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INTERNAZIONALE

D’ARTE CONTEMPORANEA

LUCIA SPADANO

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Nata ad Ascoli Piceno il 31/08/1982, vive e lavora sempre ad Ascoli Piceno.Ha studiato Arti Grafiche presso l’Istituto statale d’arte “OSVALDO LICINI” di Ascoli Piceno. Si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Oltre all’attività di Artista si occupa di grafica pubblicitaria.

EQUILIBRIO DC - Il rapporto tra artificiale e naturale nasce con la possibilità dell’uomo di utilizzare strumenti, nel momento in cui prende un bastone e ne ottiene un’arma compie un processo di trasformazione artificiale. nel tuo lavoro colpisce l’equilibrio tra questi due fattori. È un’integrazione che guarda al futuro tra inquietudine e speranza?

GC - Il rapporto di equilibrio tra uomo e natura, artificiale e naturale, tecnologia e ambiente è affrontato nel mio lavoro attraverso la ricerca di un equilibrio estetico tra le parti. La visione di una natura digitalizzata e dipendente, non più regolamentata da leggi naturali proprie, come il susseguirsi delle stagioni o la capacità di una pianta di autoalimentarsi attraverso acqua e luce, è l’estremizzazione di un processo di manipolazione e sfruttamento che l’uomo moderno ha già intrapreso. L’interazione dei due fattori artificiale-naturale vuole essere un invito a riflettere sul rapporto tecnologia - ambiente immaginando un possibile futuro in cui il biologico e l’artificiale potranno coesistere in equilibrio.

AUTOSUFFICIENZADC - È natura digitalizzata, che non si alimenta ma che si deve attaccare a un mezzo artificiale, come fosse una nuova forma di parassitismo. Manca l’autosufficienza, è una natura incapace di sussistere da sola, e mi domando se sarebbe in grado di far sussistere le specie e le piante che vi vivono come accade adesso. Ogni elemento nel nostro pianeta deve essere in equilibrio con gli altri per permettere la sopravvivenza di tutti e credo che anche in futuro dovrà essere così.

GC - “La Vita Mistero Prezioso” di Daisaku Ikeda, è il libro che mi ha influenzato in questo lavoro. Ikeda paragona l’universo al corpo umano, comparando l’azione delle cellule cancerose che agiscono distruggendo il corpo che le ospita, all’azione di individui egoisti che si comportano come cellule cancerose danneggiando l’universo e la sua delicata complessità. Cito poi l’ ecologo Akira Miyawaki, il quale paragona i diversi aspetti della natura agli occhi e alle guance di un volto umano. “Gli occhi possono venire danneggiati facilmente, mentre le guance sono relativamente resistenti ai fattori esterni come il vento, il freddo e la pioggia. Gli aspetti della natura corrispondenti agli occhi sono i bacini fluviali, le terre irrigue, i declivi scoscesi, le creste dei monti. Costruire strade di grande comunicazione in questo genere di luoghi equivale a mettere un fiammifero acceso davanti a un occhio umano. I luoghi adatti alle strade sono le guance della terra, che hanno un potere di resistenza molto maggiore.”

Dario Ciferri

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Nato a Porto Sant’Elpidio (FM), vive e lavora a Londra. Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha proseguito gli studi presso il Chelsea College of Art and Design, Uni-versity of the Arts London e il Institute of Education, University of London. Lavora presso Richmond Adult Community College e Kensington and Chelsea College.

DISSENTIREDC - Credo che il punto da cui dobbiamo partire sia dissentire, il rifiuto dei dogmi, delle convenzioni delle costrizioni che ci circondano, lo trovo un passaggio fondamentale per liberarsi dalle ipocrisie di ogni giorno e ogni tipo, siano esse religiose o dovute a un atteggiamento buonista.

GC - Dissenso come strumento pro-positivo di risposta nei confronti di una realtà che sempre più presuppone comportamenti con-formi ai diktat dei sopraelencati poteri forti. Il No che sottolinea la non appartenenza a logiche oppressive, populiste e demagogiche che cancellano l’individuo a favore di un agglomerato indistinto, docile e asservito che solo raramente riesce a rilevare l’intrinseca violenza del potere e i suoi meccanismi per dissimularla. Per sua natura il dissenso è un percorso doloroso che inevitabilmente porta il suo portavoce all’emarginazione, all’isolamento e, di conseguenza, al silenzio. Di solito questa è la punizione riservata a chi dissente. Altre volte il prezzo è ben più elevato.

CONTINUITÀDC - Un filo attraversa tutto il tuo lavoro, e, anche nelle differenze formali, arriva a dare un concetto di continuità ad esso. Mi piace credere che ci sia questa continuità anche tra le opere che parlano di dolore e di ferite e Walls, mi piace pensare che i palazzi fotografati, che riflettono altri palazzi, abbiano una funzione di mascheramento/smascheramento e che dietro quelle vetrate ci siano storie di dolore antiche da mostrare all’esterno per poterle superare, questa ovviamente è una mia idea e mi piacerebbe sapere tu cosa ne pensi e cosa intendevi in principioGC - La continuità come fedeltà ai propri ideali e aspirazioni che si può manifestare anche in molti modi diversi usando i più svariati linguaggi ma che, ad un’analisi più attenta, testimonia il desiderio verso uno spirito critico lontano da logiche di tornaconto. La con-tinuità del mio lavoro sta nel porre l’accento sull’unicità e sul valore dei comportamenti umani anche quando questi sono al di fuori delle varie convenzioni. Da ciò, il dolore come conseguenza inevitabile dell’emarginazione operata dal potere istituzionalizzato. Sia che si tratti del potere religioso (e quindi politico) che specialmente in Italia opprime l’individuo verso discriminazioni sociali di stampo medievale, sia che ci si riferisca al potere economico che vola verso una logica globale terzomondista dove la concentrazione della ricchezza si va sempre più restringendo. Ed è proprio a questa logica di concentrazione di potere e risorse che si riferisce la mia serie Walls dove in luoghi ristretti in occidente si decidono le sorti di milioni di persone, dietro ad invalicabili muri, spesso fatti solo di vetro, dove la trasparenza visiva nasconde un imperscrutabilità e arroganza insormontabili. La finta vicinanza che spesso non è altro che la distanza più irraggiungibile.

Dario Ciferri

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Nato ad Ancona nel 1969, vive e lavora a Roma. Compie i sui studi nelle Marche, formandosi all’Accademia di belle Arti di Urbino. Si avvale di differenti medium, tra cui l’installazione il disegno e il video.

L’errore sospeso in completa autonomia di penL’errore sospeso in completa autonomia di pensiero dichiara di essere alieno alla realtà dei fatti contestati.Biciclette disposte una di seguito all’altra, con la ruota posteriore accostata a quella anteriore, a formare un’enorme catena di dna. Una struttura che rafforza il proprio significato attraverso una serie di rimandi incrociati, a partire dall’oggetto scelto, un ciclo appunto (da cui il titolo), per arrivare alla ciclicità stessa del codice genetico fino ad estendersi ai concetti di continuità, tempo, durata. Sempre capace di condurre dal particolare all’universale, l’artista concentra la propria attenzione su quei valori collettivi, altamente identitari, dai quali non è possibile prescindere. OGGETTOLa mia area semantica: forma, funzione, simbolo La tua area semantica: “L’oggetto apparente alieno alla prospettiva del tempo visivo manifestando la propria immagine in evoluzioni non identificate”. Titolo della personale alla Galleria Marconi di Cupra Marittima, 2007 CONTESTOLa mia area semantica: ambito, luogo, spazio, tempo“La terra girava sul suo asse mentre la luna […], spostava la forza di gravità e attirava le maree.” (Murakami, I salici ciechi e la don-na addormentata, Einaudi, Torino 2010) La tua area semantica:“Lo spazio mentale libero dal tempo diacronico rivendica la paternità di aliene manifestazioni in somiglianza”. Titolo della perso-nale alla galleria Il Ponte Contemporanea di Roma, 2006

IDENTITA’La mia area semantica: memoria, storia, cultura “Incastrata tra / tavola e muro, / scivolavo sotto il / tavolo a cercare / le radici, la ragione / di questi ritorni, ricorsi / di ogni dome-nica” (Biagini, L’ospite, Einaudi, Torino 2004)La tua area semantica:“Simulacri di burro plasmati dalla necessità della storia che si ripete, dopo il Carosello tutti a nanna ecc…” titolo dell’installazione presso il CIAC di Genazzano, 2010.

Cristina Petrelli

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Nato ad Ancona il 19/08/1974. Vive e lavora a Polverigi (AN). Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Ancona e si è diplomato poi all’Accademia di Belle Arti di Macerata svolgendo una borsa di studio presso il laboratorio di Tecniche Pittoriche. Attualmente svolge la professione di docente di Arte e Immagine.

VIAGGIODC - Partire per scoprire, per vedere cose nuove e ritrovare cose già viste, per vedere de visu. Il viaggio è un modo per crescere, conoscere, raccontare. Tu qui racconti un viaggio, un luogoo, un sapere collettivo, un mondo che hai visto e che si integra nel viaggio con le mille cose assorbite da cinema e letteratura.D.D. - Il viaggio in America del nord “raccontato” nell’ultima serie di lavori è il risultato di cose viste realmente, film, libri e immagini rica-vate da internet. Il mio lavoro unisce vari ambiti, mescola le carte di una coscienza collettiva formata attraverso l’esperienza concreta ma anche plasmata dai media e dalle nuove tecnologie. Il viaggio viene visto come metafora della vita stessa, come un’esperienza globale che unisce l’interiorità e il corpo dell’individuo. Tutte le esperienze fatte vengono metabolizzate e si ripropongono in un unico prodotto da osservare e contemplare. Quello che si crea è una sorta di realtà modificata e ampliata, non più certa e rassicurante ma insidiosa ed ambigua.

VERITA/FINZIONEDC - Verità e finzione rendono molto bene, quest’idea di sospensione tra letteratura, cinema e realtà. Nell’opera emerge una sovrapposizione tra verità e finzione, tra visto di persona e conoscenza collettiva. È un gioco ammiccante dove non sveli cosa hai realmente visto e cosa hai ripreso, credo che il gioco tra verità e finzione si esprima ed esplichi attraverso la scelta e l’uso della fonte.D.D. - La fonte è un elemento essenziale nella mia ricerca pittorica. È grazie a quest’ultima che possiamo risalire al concetto di verità e finzione. La fonte rivela il contrasto che esiste tra la produzione e la riproduzione e ne svela il dubbio. Nelle mie opere queste due cose rimangono volutamente confuse quasi a sottolineare l’abitudine a guardare attraverso una realtà riprodotta. Le cose viste realmente e le cose “assorbite “dai media grazie alla pittura si sovrappongono e danno come risultato qualcosa di irripetibile ed unico.

VISIONEDC - La visione in questo modo però diventa ingannevole, un falso che si sovrappone e che è vero finché non si svela il gioco. Una pittura precisa, un disegno minuzioso che narrano un mondo che è vero ma nello stesso momento inesistente, fissato in immagini ma scomparso, trasformato, non più reale. Il velamento/svelamento si completa nella mancanza di indicazioni su cosa hai visto realmente e cosa invece hai mediato dal cinema, dalla tv o dalla rete.D.D.: Paesaggi primordiali virtuali, terre sconfinate da attraversare, caotiche metropoli modulari, tutto rientra all’interno di un per-corso che segna la poetica di questo lavoro. La pittura blocca un’immagine, una sensazione, un’idea, dona concretezza e sostanza. La visione, fino ad allora ingannevole, vive di vita propria ed acquista credibilità proprio grazie alla veridicità e la materia del linguaggio pittorico.

Dario Ciferri

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Nato il 29 10 1978, vive a Cupra Marittima in provincia di Ascoli Piceno. Diploma di program-matore tecnico informatico (Fermo), Accademia Professione Cinema (Roma). Le opere nas-cono da un bisogno di comunicare attraverso il linguaggio video delle personali visioni affac-ciato al mondo che ci circonda. I lavori hanno l’intento di evocare ed esorcizzare sentimenti, emozioni e paure che non hanno una connotazione specifica temporale, ma resistono ed esistono dentro di me. Obiettivo fondamentale è quello di riuscire a coinvolgere il fruitore per accompagnarlo in un viaggio emozionale dove, il video, oltre che esprimere il concetto, riesce a penetrare le iperstrutture psicologiche di chi osserva, cercando di scardinarne le certezze.

Il mondo é stato fatto per l’ uomo, e non l’ uomo per il mondo_ Io e Armando FanelliIl pensiero e la sua distorsione onirica e discussione dialettica. nell’ alterazione e nell’inversione. A scomporre la realtà, ad abitarla trasversalmente.

LINGUAGGIOSimonetta, La mia area semantica: parola, discorso, viaggio, stratificazione, smarrimento del senso, raccontoArmando, La tua area semantica:Ci sono parole che fanno male, altre che ci innamorano , altre che di sensi ne hanno infiniti. Imparare ad usarle , dosarle per riempire le nostre discussioni di autenticità è ciò che ci è concesso. Un rapporto vero è fatto anche di silenzi, pregiati, ma non potrebbe esistere senza una conoscenza di parole. La percezione sensoriale respira attraverso il linguaggio, che ci distingue e accomuna. Sarebbe bello parlare tutti la stessa lingua, nonostante le diversità etniche e culturali, potremmo sentirci parte dello stesso mistero. NATURAS.: contaminazione, incontrollabilità, sovversione, fragilità, Deriva dal latino natura, participio futuro del verbo nasci (nascere) “ciò che sta per nascere”. Participio futuro è un tempo del verbo che è scomparso nell’italiano. Partecipa di altro diverso da sé: del verbo, del sostantivo e dell’ aggettivo; è un modo ibrido, incompiuto, che nella lingua italiana contemporanea si rende con una perifrasi di parole. -Quand’è che il futuro è passato da essere una promessa a essere una minaccia? (C. PalanhiuK)A.: Credo che l’uomo si sia perso.. Una volta misurate tutte le distanze sembra aver deciso di prenderne dal suo habitat compromettendone la sorte. Ci identifichiamo in esseri pensanti senza riuscire a pensare. L’origine della nostra vita, ci lascia incerti e nell’incertezza crediamo di poter sbagliare. Quale che sia la verità del nostro passato, oggi dobbiamo preoccuparci del futuro. Il rispetto per il mistero dovrebbe guidarci verso un iter sano, in cui la nostra sopravvivenza come specie dipende dalla sopravvivenza del pianeta. Spero in un risveglio delle coscienze, che si riesca a dare il giusto valore alla vita.ARMANDO , lasciami una frase che dia titolo al nostro ragionare per parole-chiave:Il mondo é stato fatto per l’ uomo, e non l’ uomo per il mondo.(F.Bacone)Perché, Armando, hai bisogno dell’arte?Mi piacerebbe dire che non sono io che ho bisogno dell’arte ma che è l’arte ad aver bisogno di me. La verità è che mi sento vivo nella fase creativa, sfolgorante in quella produttiva, e non ho più bisogno di cercarmi, tutti i misteri si dissolvono, i dubbi retrocedono, le paure si disperdono, tutto viene riposto nell’opera, concentrato affinche esista per raggiungere il mondo. Voglio continuare a meravigliarmi, a scoprire, per riempirmi di tutta la bellezza che c’è.

Simonetta Angelini

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Nata a Pesaro nel 1976, vive e lavora a Pesaro.Si è diplomata presso Istituto Statale d’Arte Scuola del Libro di Urbino, sezione “Cinema d’animazione”. E si è perfezionata sempre in “Cin-ema d’animazione” presso l’Istituto Statale d’Arte di Urbino. Presso l’Accademia di Belle arti di Urbino si è diplomata in pittura. Insegna Pittura alle scuole superiori.

COSTRIZIONEDC - In un lavoro che parla del femminile e del femmineo credo che abbiamo di fronte una riflessione sulla donna, sulla falsità della sua liberazione e sullo stato di costrizione in cui si trova. È una situazione difficile da superare, proprio perché la cosiddetta liberazione non ha portato un miglioramento della situazione, ma un aumento degli impegni, per cui la “prigione” rappresentata dal mondo domestico è solo diventata più angusta e asfissiante.CF - Parlerei anche di obbligo morale, un senso del dovere legato per natura alla donna. La cucina è il luogo più comune all’interno dell’ambiente domestico a cui si associa, per antonomasia, la figura femminile, cosa che spesso viene colta in modo dispregiativo; però mi piace pensare soprattutto che la cucina sia un luogo creativo, carico di senso, dai molteplici significati e risvolti.

CARNEDC - Carne la intendo non solo in senso letterale, ma anche nel senso di corpo, un corpo però privo di testa e quindi assimilabile a quello che normalmente arriviamo a considerare cibo. Le linee sul corpo aprono poi a mille suggestioni, sono tracce, segni, percorsi. Un processo di evidenziazione che si esplica attraverso la luce e la tecnica impiegata, CF – Sì cibo ma anche violenza, forse velata, dalla semplicità del gesto. Sono scatti rubati ad un corpo femminile che si sveglia portandosi dietro i pensieri di una notte passata. Non sappiamo cosa è successo. Le immagini per quanto semplici e dirette ci svelano solo alcuni gesti, momenti particolari ma se penso a kitchen_death, così diversa di senso dalle altre, non posso che immaginare che si tratti di un flashback. Cosa è successo nella notte? Nelle altre immagini intravediamo una tavola ancora da sbarazzare.. allora forse questo scatto è solo la proiezione di un pensiero?

DONNADC - kitchen_Chicken racconta la donna attraverso quello che viene considerato il suo universo, il fatto che le foto non siano ritoccate, ma siano esattamente così la leggo come un’accentuazione del realismo del tema... come dire la situazione è questa qualsiasi ritocco è un falsificare il gioco. L’opera è uno specchio preciso del nostro tempo, sull’uso che si fa del corpo della donna, sia essa in casa, in tv, in ufficio. In ultima analisi le viene richiesto prima di tutto di essere un corpo senza nessun interesse su competenze e preparazione che può avere e questo accade anche da parte delle donne.CF - Il gioco delle scene ritratte alterna momenti di grande realismo a momenti di intima riflessione. Le immagini sono sicuramente uno specchio del nostro tempo ma non ti urlano in faccia la realtà. Questa donna (che è senza volto appunto, potrebbe essere chiunque) ti apre la porta e ti fa entrare nel suo vissuto. Un vissuto che non dice niente di nuovo ed è proprio questo che da fastidio.

Dario Ciferri

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Nato a Pergola (PU) nel 1977 dove vive e lavora. Si forma presso l’Accademia di belle arti di Firenze. Utilizza diversi linguaggi espressivi tra cui: performance, video disegno. Tra le sue ul-time esposizioni: nel 2011 New Grotesque, Oratorio della Passione Basilica di Sant’ Ambrogio, Milano e Corpo fisico, Corpo etereo, Factory – Art gallery Berlino.

Prima di entrarci, tolgo i sandali. Mi stendo alla luceUn segno sottile che tratteggia immagini delicate, prive di colore, eteree. Il lapis che si muove leggero e consente all’idea di mani-festarsi. Embrione dell’arte, il disegno diventa per Giovanni Gaggia uno strumento di riappropriazione prelevando, riproducendo, assemblando. La carta, il supporto, si trasforma in un luogo simbolico che mantiene la memoria dell’azione, custodisce l’impronta, asciuga il sangue. In tal modo si delinea un percorso rituale di redenzione, che parte dalla morte per giungere alla vita.

RIAPPROPRIAZIONELa mia area semantica: riattivare, rinnovare, volereGramsci, Scritti Giovanili (1914-1918), Einaudi, Torino 1972La tua area semantica: raccontare, fotografare, insistere, proseguire

“[…]in una di queste veglie ho pensato: se raccontassi la storia dei figli miei? Tante cose me le ricordo, perché il dolore ha falciato la memoria, ma un padre di famiglia si fa sempre intendere sui figli. La storia della mia famiglia non è straordinaria. ...” (I miei sette figli di Cervi allegato al n. 4 del 20 aprile 2008 di Patria indipendente)

IMPRONTALa mia area semantica: sangue, simbolo, memoria“Il cuore poggia sulla volta del diaframma, ma il suo asse è […], come quello della Terra[…].” (Strindberg, Un libro blu, Monaco 1918)La tua area semantica: pressione, impressione, traccia, racconto, mutazione, vita“... Il sangue che silenzioso arde […] è il segno leggendario più sottile e inquietante[…]” (Il sugo della vita Simbolismo e magia del sangue di Camporesi)

RITOLa mia area semantica: gesto, corpo, redenzioneLa danza delle scimmie in Indonesia, usare il corpo per ritrovare il sacroLa tua area semantica: simbolo, azione, condivisone, corpo - de Luca, “Il peso della farfalla”, “ [...]Si sporge dalla roccia su un abisso [...] Un albero solitario ha un recinto invivibile, largo quanto l’ombra da poggiare intorno. Prima di entrarci, tolgo i sandali. Mi stendo alla luce[...]”.

Cristina Petrelli

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Nata a Macerata, 1970 si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.

… Io e Francesca Gentili.C’è qualcuno nell’ombra. Qualcuno che sussurra piano favole cupe.L’uomo nero non è nero, non viene di notte, non porta marchi ma sta nella luce fredda e traslucida di una sottrazione. Può in-ghiottire questa luce. Perché lui è uno che ti toglie tutto…tutto…Dice che non arriva il giorno, dentro un paese dei balocchi in cui il giocattolo è fatto di carne.Al predatore si fa sacrificio di carne fresca, fatta a brani.Al predatore restano occhi vitrei, fissità da lontananze irraggiungibili, giochi interrotti, dettagli di maniocchipaura.Perversamente. Spaventosamente . Come dentro una favola sospesa troppo presto quando si sta ancora nel bosco, come Hansel e Gretel.La figura si incastona come un interrogativo muto, si da per dettagli inquietanti, con stupore desolato, tra lettere incollate come dentro un quaderno di bambina.Agli innocenti resta il silenzio. Agli innocenti resta la desolazione di chi non ha avuto protezione. Con Francesca la strada si inverte, si discute il metodo di lavoro ed è lei, da lontano, a lasciarmi a pensare alle parole su cui ha riflettuto, a lasciarmi al confronto col suo immaginario. È lontana Francesca, altrove nello spazio, ma sa lasciare tracce.Mi lascia con le favole oscure, con le paure, col silenzio degli innocenti, che mi spacca i timpani…PUREZZASimonetta, La mia area semantica: innocenza, protezione - Ogni tua domanda è una crepa in più nelle pareti della casa. (Amos Oz, D’un tratto nel folto del bosco)PERDITASimonetta, La mia area semantica: lontananza, sottrazione - Nell’anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo il 26 di giugno Da un pifferaio, vestito di ogni colore,furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin e furono persi nel luogo dell’esecuzione vicino alle colline ( il Pifferaio magico)PAURASimonetta, La mia area semantica: inquietudine, incubo, oscurità - Ogni notte tutto ciò che stava fuori apparteneva a Nehi, il demone del bosco. Ogni notte (…) dietro le imposte di ferro, Nehi il demone di monti scende dal suo castello nero, (…) passa tra le case come un vento maligno in cerca di segni di vita, e se per caso trova anche solo un grillo smarrito o una lucciola (…) subito apre il suo mantello scuro, lo stende e con quello cattura la creaturina- Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta? [...] Sono il lupo cattivo! (Jack Torrance, Shining)

Simonetta Angelini

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Dal 2005 collaborano inesorabilmente con il mensile “XL di Repubblica” entrando nel gruppo International Urban Kulture con la strip Orso Bimbo.Hanno pubblicato per la Marvel Italia, Derive e Approdi, Slow Food Editore, Becco Giallo, Rolling Stone Magazine, Coniglio Editore. Proprio per quest’ultimo assieme ai loro Super Amici hanno dato vita a XZ-Comics, un numero speciale di X-Comics.

Nessuno si incammina senza imbucare una cartolina_ Io e Maicol&Mirco.Sovversivi e maligni. Il moto fumettistico e pop si declina in linee sarcasticamente essenziali e in piccoli personaggi innocentemente malefici e confettosi. Con ironia frammentante la percezione e spiazzante, il comportamento parassita. Sintetici esseri dal minuscolo sarcasmo si fanno beffe dei luoghi comuni, invertono il senso, spiazzano. Maligni, virulenti, invasivi, mutanti. Potrebbero essere ovunque, potrebbero contaminare qualunque cosa. FUMETTO Simonetta, La mia area semantica:-Il fumetto è un linguaggio costituito da più codici. illustrazione: colore, prospettiva, montaggio .Include la temporalità (armonia, ritmo, narrazione...).Will Eisner definisce il fumetto come “arte sequenziale”.Il fumetto è in larga parte utilizzato a fini narrativi, è spesso definito “letteratura disegnata”; può essere utilizzato anche a scopi non narrativi. Il fumetto, nato per gli adulti (come si vedrà più avanti), diventato poi territorio per l’infanzia, è quindi tornato a essere patrimonio di una fascia non esclusivamente giovanile.

M&M: Se camminiamo avanti abbiamo l’orrenda sensazione che la Strada -sotto i nostri piedi- fugga da noi in senso contrario. Anche camminando “all’indietro” la situazione non migliora, la strada prende e fugge, in avanti. In direzione opposta. Tu corri a perdifiato, lei fugge via a perdifiato. DEFORMAZIONES.: parassita, contaminazioneLa deformazione di un corpo è un qualsiasi cambiamento della sua configurazione in seguito all’applicazione di una sollecitazione che lo rende diverso ma simile a sé stesso.

M&M.: La Fuga è l’inverso della Strada, ti accompagna, in qualunque direzione tu proceda. Una volta che cominci a fuggire, puoi anche sederti. Anche seduto - se fuggitivo- sei in corsa.Maicol&Mirco,, lasciatemi una frase che dia titolo, al nostro ragionare per parole-chiave, a rendere conto di un progettare che diventa fare:Nessuno si incammina senza imbucare una cartolinaPerché, Maicol&Mirco, avete bisogno dell’arte?Non sappiamo se il nostro sia un percorso o una fuga. Certo è che abbiamo bisogno di raccontarvelo. Nessuno si incammina senza imbucare una cartolina.

Simonetta Angelini

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Nata a Fermo nel 1971, si è diplomata presso l’Accademia d’Arte di Macerata nel 1994. Attual-mente vive e lavora tra Montegiorgio e Milano.

Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare_ Io e Carla Mattii.Reciproca contaminazione tra artificio e natura. È il paradosso di una natura modulare di, il suono è quasi trasparente, la natura riassemblata. Le categorie scomposte, aperte, discusse; l’innesto rizomatico, imprevedibile, interrogativo. Come il pensiero critico.Su un incontaminato tavolo di dissezione, a disordinare programmaticamente le carte e dargli ingannevole apparenza clinica; clinico e silente e sintetico e il gesto da provetta. Clinico, di dettagli minimi, silente, ossimorico è il lavoro di Carla Mattii. A svelare lo scarto, a render possibile un caso ulteriore. un gesto di anticonoscenza a fronte dei limiti, delle inquietanti gerarchie del controllo del sapere tassonomico. CATALOGARESimonetta, la mia area semantica: tassonomia, categoria aperta, s- definizione-“Cigno Nero è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. (…) è un evento raro, di impatto enorme e prevedibile solo retrospettivamente mai prospetticamente. (…) l’ uomo tende a comportarsi come se il Cigno Nero non esistesse. (N. N. Taleb)Carla, La tua area semantica: “L’originario della Urpflanze non st in una pianta antichissima, millenaria fin che si vuole ma comunque determinabile in linea di principio secondo un criterio storico-cronologico che fissi il punto inziale e originale del complessivo sviluppo botanico successivo, ma nella regola variazionale delle infinite metamorfosi vegetali, loro condizione di possibilità”. Può essere definito come lo schema di base che genera tutte le piante possibili, reali o immaginarie. (Andrea Pinotti )-La natura viene sostituita da una forma di rigore analitico che imbriglia e codifica il caos apparente degli organismi naturali. Le forme naturali diventano pure definizioni matematiche e forme geometriche.-Non “fiori finti”, e non “fiori veri” ma una forma che vuol essere simbolica di una profonda alterazione diun equilibrio naturale, dato come non arificialmente modificabile. Non è più mimesi ma raffigurazionedi una natura diversa, altra, ignota.RIZOMA S.: imprevedibilità, pensiero, associazione, modello di conoscenza non gerarchico, molteplicità, connessione dell’eterogeneo, multilinearità, de-gerarchizzazione, rottura, invisibilitàLa caratteristica propria del rizoma, di sviluppare autonomamente nuove piante anche in condizioni sfavorevoli. C.: Rumore bianco Carla, lasciami una frase che dia titolo, al nostro ragionare per parole-chiave, Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare. (M. Foucault)Perché, Carla, hai bisogno dell’arte?Rispondo citando una frase di Picasso:”La pittura è più forte di me; mi costringe a dipingere come vuole lei”.

Simonetta Angelini

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Lavora con fotografia, video, performance, installazione, disegno. Gli elementi su cui pone lo sguardo, per creare azioni e installazioni o per restituire immagini fotografiche e video, vengono dal mondo della vita quotidiana o dal mondo naturale e organico e assumono, prima che una valenza simbolica, quella di un immaginario surreale e psicologico in cui emergono un senso di tensione e precarietà. I suoi lavori sono stati esposti in personali, collettive e festival in Italia e all’estero.

Tutto è spezzato da vibrazioni di ampiezza e di durata diverseSano, tentatore, abbondante l’elemento naturale domina l’immagine. Presentato qui nella sua versione fotografica “Rebus” na-sce come intervento installativo: una tavola ricolma di prodotti della terra. Appoggiati su un bianco panneggio, frutti, fiori, tuberi, danno vita a strani innesti, unioni improbabili, specie impossibili. Un fascino ambiguo, generato dal proibito, dal diverso, dall’anomalo, emana da queste novelle Nature morte. Ordine e disordine, artificiale e naturale, libertà e costrizione convivono in questi ibridi dall’imprevedibile sviluppo.MATERIALa mia area semantica:costruzione, energia, possibilità“Io immagino la Terra con la sua aura di vapore come un grande essere vivente” (Goethe, GesprachemitEckerman, 1827)La tua area semantica: Mater/materia, rotazione,crescita“L’amore e la vita appaiono individuali sulla terra solo perché tutto è spezzato da vibrazioni di ampiezza e di durata diverse. […] Gli esseri non trapassano che per nascere allo stesso modo dei falli che escono dai corpi per entrarvi.[…] Ma il loro coito polimor-fo è funzione della rotazione terrestre uniforme.[…] ”( Bataille, L’ano solare, 1927)MISTEROLa mia area semantica: rebus, origine, natura, “E’ rimasta solo/ la vecchia somiglianza/ della scintilla tratta dalla pietra/ con la stella” (Szymborska, Sale, Libri Scheiwiller, Milano 2009)La tua area semantica:con-fusione, possibilità, nascosto“Il sole ha la larghezza di un piede umano” (Eraclito, Frammenti)

MUTAZIONELa mia area semantica: cambiamento,evoluzione, ibridazione “il caos si è trasmutato nella varietà del mondo” Novalis, Frammenti, Rizzoli, Milano 1981La tua area semantica: polimorfo, attrazione, inversione, metamorfosi“In compenso però le mascelle erano ben robuste, e col loro aiuto la chiave potè essere smossa, anche se, così facendo, si ferì, e un liquido bruno gli sfuggì di bocca, cadendo sulla chiave e sgocciolando a terra.” Kafka, La metamorfosi,

Cristina Petrelli

> SABRINA MUZI

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Nato a Corridonia (MC) il 20/04/1974, artista visivo, lavora in coppia formando il duo “nardie scopetta” dal 2003 al 2009.

E così egli va, corre, cercaIl controllo dell’uomo sull’ambiente è al centro dell’idea di progresso. Diffusa è la convinzione che, aumentando la capacità umana di piegare ogni cosa ai propri desideri, cresca di pari passo il benessere degli individui. In questo contesto non stupisce “Il tentativo di produzione di un’alba” presentato dall’artista in questa occasione. L’incanto visivo della nascita di un nuovo giorno diventa un’azione paradossale. Un’imitazione che finisce per ricondurre alla logica umana l’evento naturale, con il risultato di svuotarlo del tutto dei propri significati metaforici.SPAZIOLa mia area semantica: interazione, tempo, contesto“Il tondo d’/ ombra che/ ti acchiappa/ come carta/ moschicida/ e il resto diventa/ soglia, scalino/ senz’angoli/ d’olio” (Elisa Biagini, L’ospite, Giulio Einaudi, Torino 2004)La tua area semantica: vuoto, morbido, emotivo, atemporale, temporaneo“America” Bill Callahan, da Apocalypse 2011COSTRUIRELa mia area semantica: collocare, fare, simulare“Il sole splendeva. Fa rabbia che non splenda di notte, ma stiamo facendo il possibile per ottenere questo risultato” (Jeanette Winterson, Il mondo e altri luoghi, Mondadori, Milano 2001)La tua area semantica: scavare, sogno, formare“ E così egli va, corre, cerca. Ma che cosa cerca poi? […] Egli cerca quell’indefinito che ci deve essere permesso di chiamare la modernità, ……” (Baudelaire, scritti sull’arte, Giulio Einaudi, Torino 1981)PARADOSSOLa mia area semantica: stupore, intelligenza, creare“Il giocoliere cinese sapeva tenere in aria cento piatti, ma essendo molto povero ne aveva solo tre, e faceva il numero con quelli” (Stefano Benni, Baol, Feltrinelli, Milano 1996)La tua area semantica: verità, acutezza, leggerezza“Se uno spettatore mi dice: il film che ho visto non è granchè, io gli rispondo che è colpa sua, perché cos’ha fatto lui per miglio-rare i dialoghi? (Jean-Luc Godard)

Cristina Petrelli

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Michela Nibaldi è nata in Italia nel 1973, vive e lavora a Recanati (MC).In seguito al conseguimento del Diploma di Maestro D’Arte nel 1994, lavora come modellista per diverse Aziende di Orafi-Argentieri. In questo periodo acquisisce una notevole manualità nella realizzazione di soggetti naturalistici e figurativi, realizzando prototipi in plastilina o in cera di sculture, bassorilievi, bigiotteria. Con lo pseudonimo di NIBA, realizza sculture, pitture e progetti istallativi, utilizza materiali di diverso tipo; terracotta, ceramica, vetroresina, lattice, silicone, materie plastiche e poliuretano. Lavora inoltre nel settore del cinema e video, tra make- up, modellismo ed effetti speciali.

Un cadavere è un bel pensiero per il verme, il verme è un pensiero terribile per ogni vivente_Io e Niba.Crotalo ipnotico che involve le sue spire, espande la pelle, muta forma. Diviene ciò di cui si nutre, si s-forma. Velenoso e afro-disiaco, il lavoro di Niba inverte il simbolo che si fa polisenso, archetipico, inquietante, contraddittorio. Celando, mostra; in ostensione, come reliquie profane da adorare, il peccato di purezza, la vanitas immortale, l’energia potente del femminamaschio ancestrale, del tempo che si annulla. Perché metà-ballein è la disgiunzione congiuntiva , la scomposizione assimilativa, la scelta reversibile, i bivi che si scelgono tutti, senza esclusioni. Le scelte inclusive.

METABOLISMOSimonetta, La mia area semantica: assimilazione, mut-azione, deformazioneNiba, La tua area semantica: - sintesi: Dal lat. tardo synthesi(m), che è dal gr. sýnthesis ‘composizione, ordinamento’, deriv. di syntithénai ‘mettere insieme’, comp. di sýn- ‘sin-’ e tithénai ‘mettere’. 1 processo di unificazione di varie parti o elementi o termini in un tutto 2 ( filos.) nella dia-lettica hegeliana, il concetto o il giudizio più comprensivo che supera e unifica posizioni opposte | sintesi a priori, nella filosofia kantiana, l’atto della conoscenza in quanto unificazione delle intuizioni sensibili, compiuta dal soggetto mediante le forme a priori - I professori vanno mangiati in salsa piccante diceva Giorgio Pasquali, però chi li mangia e li digerisce diventa un po professore anche lui. (Il corvo di “Uccellacci e Uccellini” di Pier Paolo Pasolini)-ars celare artem-

SIMBOLO S.: sacro, stratificazione dei sensi, ambiguità, mobilità, spiazzamento N.: -un’ apparenza che non rinvia ad alcuna realtà sotto-giacente, e pretende di valere per quella stessa realtà.sm. lett. [sec. XIV; dal latino simulācrum, da simulāre, rappresentare].-Il trionfo dell’oggetto, BaudrillardNiba, , lasciami una frase che dia titolo al nostro ragionare per parole-chiave.“Un cadavere è un bel pensiero per il verme, il verme è un pensiero terribile per ogni vivente” (Nietzsche)

Perché, Niba, hai bisogno dell’arte?“Per chi pensa, il segno è prossimo” (Deleuze)

Simonetta Angelini

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Nato ad Ascoli Piceno nel 1979 vive e lavora sempre ad Ascoli Piceno. Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Svolge l’attività di insegnante di scuola secondaria. È stato segnalato in numerosi premi tra cui il Premio Celeste (dove è stato selezionato per il catalogo) e il premio Combat.

IDENTITÀDC - La tua pittura è decisamente figurativa, un figurativo importante, corposo, che si manifesta attraverso la forza con cui le figure sono realizzate, eppure a guardarle ho come una sensazione di indefinito, si perde la percezione del genere, dell’identità, direi anche del singoloGP -La pittura è il mezzo più duttile, dove il limite più netto dopo il supporto (la tela) sono le proprie capacità (non solo tecniche). Se conosco i miei limiti, saprò conoscermi meglio, se so chi sono, lo sapranno anche gli altri. Questo è il punto di partenza.Ogni cm di pigmento, con la sua pennellata, ognuna diversa e autonoma, è fondamentale e significativa per l’insieme. Provo a sublimare in pittura i miei concetti di universalità, di identità di genere dei singoli rispetto alla complessità dell’insieme “umano”.

TRASFORMAZIONEDC - Cosa determina le caratteristiche umane, cosa ci permette di definire quali siano i segni, le sfumature e le caratteristiche? Il tuo lavoro in questo periodo è in trasformazione e parla, secondo me, della trasformazione dell’uomo, di quella fisica che si esprime in vario modo attraverso il bisturi, ma anche di quella interiore di un’umanità confusa e alla ricerca di se stessa, in un’epoca di messaggi continui e contraddittorii.GP -Il singolo esiste in ragione di una struttura più grande, complessa. Le complessità del singolo elemento però rispecchiano quelle del sistema intero (di qualsiasi sistema si parli: biologico, fisico-materico, sociale... ecc). Come in basso, così in alto diceva Ermete Trismegisto. Se si muove e si trasforma un elemento, tutto il resto è sottoposto al moto di trasformazione. Non si sfugge. La mutazione segue una danza silenziosa e poderosa. Noi (il tempo, le strutture sociali, le strutture biologiche..) mutiamo ogni istante. ma solo un elemento osservatore, o qualcosa che ne assurga la funzione, è in grado di dirci come. Un po’ come delle foto che ci facciano vedere negli anni come siamo cambiati. Ecco, io cerco di fornire un elemento che ci permette di osservare le mutazioni.

TRANSITORIODC - Avrei potuto citare il sesso, eppure credo che vada fatto un passo oltre, i corpi e i visi ci mostrano inquietudini, manipolazioni, scenari possibili. mi piace parlare di mutazione, di fuga in avanti, di riflessione, di contraddizione, di contaminazione. Il senso di transitorio è però quello che credo esprima meglio lo spirito di questi visi e di questi corpi, delle loro forme ambigue e genericamente indefinite della fusione dei sessi che sembrerebbe spuntareGP -È quello che dicevo nell’esempio della foto. Un transito, una parentesi del moto continuo. Ma non è importante la parentesi, ma avere coscienza a cosa spinge, dove porta questo movimento, quali mescolanze crea, di quali mescolanze ha bisogno per andare avanti. La capacità di giudizio deve annullarsi, non ha ragione di esistere, ed è l’unica cosa fallace in questo transito.

Dario Ciferri

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Nato ad Ancona nel 1977, si laurea In Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Milano.Il percorso di ricerca artistica che si è andato a sviluppare nel corso degli anni si snoda attraverso diversi linguaggi in un’esplorazione della natura dell’uomo e sulla sua capacità di creare o meno valore: è meditare e curarsi che l’uomo sia umano e non non-umano, come sostiene anche Heidegger. Vive e lavora a Falconara M. (AN).

“Non intendo costruire la società di domani. Voglio solo dimostrare che non deve assomigliare alla società di oggi.”Jacquard

Sagome anonime, vuote, immobili che dichiarano la propria funzione. Si tratta di bersagli per poligoni di tiro dove la tradizionale forma antropomorfa viene colta nell’atto di esultare. In “This is war/ It’s moment to fight” l’umanità appare condannata, dipende da noi alzarci e fare appello a nuove forme di coraggio e previdenza per non commettere ulteriori gravi errori. Nell’accogliere i principi di svalutazione del linguaggio e ridefinizione del concetto di umanesimo, sviluppati da Jean-Francois Brient nel suo recente Sulla servitù moderna, l’artista li riesce a concentrare in immagini essenziali, dalla forte carica simbolica.AMBIENTELa mia area semantica: natura, uomo, società, commercio“Nessuno può più permettersi di dormire. Vi rendete conto di quanto costa?” (Winterson, Il mondo e altri luoghi, Mondadori, Milano 2001)La tua area semantica: cambiamento, disarmo nucleare, umanità“Vecchie abitudini […] più nuove tecnologie possono avere conseguenze gravi e impreviste.” Una scomoda verità.GIOCOLa mia area semantica: divertimento, apprendimento, interazione“Ruppe l’orologio del municipio per fermare una volta per tutte la caduta delle foglie degli alberi” (Szrymborska, Sale, Libri Scheiwiller, Milano 2000)La tua area semantica: suono, comunicazione, password“Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro[…] smette. E cosí per il riso. (Ride) Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è piú disgraziata delle precedenti. (Pausa) […] Non parliamone affatto. (Pausa).” Aspettando GodotDISORIENTARELa mia area semantica: sorprendere, scoprire, inquietare“Un luogo buio dove le cose visibili non esistevano, e quelle invisibili si” (Murakami, I salici ciechi e la donna addormentata, Einaudi, Torino 2010)La tua area semantica: rivoluzione, empowerment, solidarietà globale“Took our chance/ Crashed and burned/ No we’ll never ever learn” 30 Seconds To Mars.

Cristina Petrelli

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Nata a Pescara nel 1971, vive e lavoro a Recanati (MC). Si forma presso l’accademia di belle arti di Macerata, dove consegue anche un master in “Arti Visive e Disciplina dello Spettacolo”. È attualmente docente di Progettazione Grafica presso l’IPSCTP V. Bonifazi a Civitanova Marche (MC), Nel 2009/10 è stata Docente di Packaging Design Università telematica UNITEL di milano, 2009-2010.

L’arte senza etica è pura esteticaUn’assenza di continuità che assume visivamente l’aspetto di una sagoma bianca. Una prospettiva a volo d’uccello che si sof-ferma su territori collinari. L’artista indugia, offrendo altre angolazioni, sulle zone in cui sono presenti installazioni di pannelli fotovoltaici a terra. Segmenti ibridi di ambienti a cui viene riconosciuto lo status di “paesaggi” tanto da venire esposti ed ammirati all’interno di musei. Tolte le bende dagli occhi l’arte grida il suo valore etico, rivendica il suo ruolo sociale, solleva irrisolte questio-ni tra l’ambiente e il suo imprescindibile valore identitario.

COMUNICAZIONELa mia area semantica: informare, influenzare, interferire“[I Presidenti] vengono eletti con sondaggio[…], e hanno il diritto-dovere di […] ammazzarsi legalmente[…] finché ne resti uno solo, che potrà fare il dittatore[…]” (Benni, Elianto, Feltrinelli, Milano 2009)La tua area semantica: neo-comunicazione, distorsione, falsa libertà1984 (regia di Radford tratto dall’omonimo libro di Orwell).[…] è la sfida vinta dal grande fratello, l’illusione di una “libertà” che in realtà è solo controllo[...]

SOCIALELa mia area semantica: collettivo, pubblico, identità, costruzione“La Seconda Città è la Città della politica. Politica dei tuguri, degli appartamenti, delle ville[…]” ( Winterson, Arte e menzogne, Mondadori, Milano 2004)La tua area semantica: utopia di pari diritti e dignitàSaramago - Saggio sulla lucidità - Einaudi

COMMERCIOLa mia area semantica: mercificazione, sviluppo, consumoDei, Beethoven e le mondine. Ripensare la cultura popolare, Meltemi, Roma 2007.La tua area semantica: scambio di merce, commercio alternativoDi seguito un elenco dalle pagine di google inserendo la parola mercificazione:Mercificazione della donna, mercificazione della morale, mercificazione della sessualità, mercificazione della politica, mercifica-zione di bambini…Zanardo “Il corpo delle donne” Feltrinelli

Cristina Petrelli

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Nato ad Assoro (EN) il 23/06/1972, nel 1991 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti dove consegue il diploma nel 1995. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, vive e lavora a Pesaro.

Non ho certezze ma sospetti... Io e Giovanni TerminiTempospaziazione. Diventa materia plastica. Pro-getto imperfetto. Il lavoro di Giovanni Termini inventa ermeneuticamente lo spazio attraverso un gesto ossimorico e sintetico, architetta strategie processuali di relazione da opera aperta.Non chiude discorsi, chiede presenza, interazione, dialettica. Chiede tutta la fragilità, tutte le possibilità, tutti gli equilibri squili-brati, manipiedimovimentoricordopassaggio.Chiede di farsi cantiere, di smontarsi e assemblarsi diversi, altrove.Non solo ora non solo qui.Dentro e fuori uno spazio che sa contenere il tempo e un tempo che sa contenere lo spazio della mente. E farsi ostacolo, recinto, poi apertura, relazione, labor. Il mio discorso con Giovanni Termini, avviene per frammenti, per silenzi, per incontri mancati poi riusciti; mi si da come una voce, un altrove, uno spazio bianco, una sospensione, una sintesi. Essenziale e imprevedibile, come uno che sta progettandosi, che ha sempre lavori in corso.Mi suggerisce alcune parole e da quelle inizio il nostro percorso di avvicinamento alla sua ricerca artistica.CANTIERESimonetta, La mia area semantica: tempo, progetto, processo, possibilità, mutamento, impedimento, spazio del fare, lavoro, gestione, energia concretizzata, divenire- Il cantiere è un qualsiasi posto di lavoro temporaneo e che, eventualmente, si sposti progressivamente come conseguenza della esecuzione del lavoro stesso. Generalmente vengono approntati con lo scopo di realizzare grossi progetti.Giovanni, La tua area semantica: gesto seriale, materiale accatastato, architettare, zona limita tata, sovrastrutturaASSEMBLAGGIOSimonetta, La mia area semantica: azione, costruzione, smontaggio, cre-azioneGiovanni, La tua area semantica: SPAZIO Simonetta, La mia area semantica: dilatare, abitare, negare, aprire, impronta, coscienza, misurare, s-misurareGiovanni, La tua area semantica: storia minima, non misurabilitàGiovanni, per una chiusura aperta del nostro dialogo, lasciami una frase che dia titolo al nostro tentativo di dilatazione delle percezione, al nostro ragionare per parole-chiave, a rendere conto di un progettare che diventa fare:Non un fare estetica ma una estetica in divenire. Non ho certezze ma sospetti.Perché, Giovanni, hai bisogno dell’arte?Dell’arte ho bisogno perché non saprei esprimermi diversamente.

Simonetta Angelini

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Pittore nato nel 1978 nel Piceno, vive e lavora a Ripatransone e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. La sua ricerca nella pittura si concentra nello studio delle luminosità del colore e nei tempi di apparizione del soggetto nello spazio, che si dilata nel silenzio ai limiti del conosciuto. Le sue visioni si basano più che su catene di concetti, su assonanze tese a cogliere le ragioni di quel che accade, senza tuttavia fare riferimento a fatti di cronaca quotidiana.

La totalità del tempo è racchiusa nel nostro sguardo, l’infinito ci apre gli occhi, l’attimo ce li chiude. Io e Mario VespasianiMario Vespasiani mi chiede di leggere tra le parole, negli interstizi tra le cose, suggerisce visioni ulteriori, parla per viraggi, lampi di luce, nel disfarsi pulviscolare delle cose. - Rifletto sulla dilatazione spazio-temporale, sul collasso del transitorio, ma anche sul MUTAMENTO fisico e mentale, attraverso un viaggio, a sostituire un territorio noto con un altro ignoto.- VIAGGIO come allontanamento dalla communitas e sospensione dell’identità sociale, come modello esperenziale incentrato sul sondaggio dei propri limiti.- NAUFRAGIO: abbandono di sé nello spirito, rischio del PIONIERE verso l’ignoto.- Un tempo le Pleiadi fornivano un punto d’orientamento in mare aperto; ora questi SGUARDI come lucciole, vogliono ILLUMINARE IL BUIO e richiamare le IMPRESE AUDACI dei grandi esploratori o di chi in ogni opera prova ad andare oltre, spostando più in là il proprio confine.

MERAVIGLIAMario: viaggio, fluttuare, racconto, sensualità, abissi, cieli stellati, purezza, pellegrinaggio, sguardi, orizzonte, riflesso, vibrazione, desiderio,sirene, viaggio, destinoSulla terra una sorta di debole eco di quella musica ci raggiunge e, attraendo le nostre anime, suscita in esse il ricordo di quello che hanno sperimentato nella vita precedente. Le orecchie, tuttavia sono tappate (…)da ostacoli e affetti carnali. Ma l’anima, che ricorda, desidera liberarsi dal corpo, ma è incapace di farlo. (Plutarco, Quaestiones convivales)- Tim Buckley, Song to the siren; Nesli, Notte vera

ESPERIENZA M.: canto, naufragio, speranza, ignoto, corpo, opportunità, QUARTA DIMENSIONE nel tempo, nel corpo, negli SGUARDI- Pooh, Maria mareaMARIO, , lasciami una frase che dia titolo al nostro ragionare per parole-chiave, “La totalità del tempo è racchiusa nel nostro sguardo, l’infinito ci apre gli occhi, l’attimo ce li chiude”.Perché, Mario, hai bisogno dell’arte?Ho bisogno della trasformazione, di dare qualcosa di me. Ogni gesto quotidiano deve contenere le vibrazioni delle grandi imprese, slancio e nuovo equilibrio. Ho bisogno di creare un “significato” che finora non c’era e dal quale poi lanciarsi verso un “nuovo” ignoto. Come un generatore di visioni, voglio mostrare il senso di appartenenza al tutto attraverso l’energia in libera mutazione che è propria della pittura e del mondo.

Simonetta Angelini

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Nata a Milano nel 1949. Dal 1981 vive a Fabriano, dove prosegue il suo lavoro nell’ ambito artistico, dopo diverse esperienze come grafica pubblicitaria tra Como, Milano, Roma e Pescara. Ha partecipato a diverse importanti esposizioni tra cui: “Performance” a cura di Renato Bianchini, Palazzo Gattini, Matera; “Artekne” a cura della Galleria F. Marconi, Palazzo Gattini Luxury Hotel, Matera.

Un immaginario ricco di riferimenti, carico di significati, che solo parzialmente rimane vincolato alla fotografia. Performance e installazione appartengono inscindibilmente all’artista, al suo modo di intendere l’arte. Il linguaggio pubblicitario come quel-lo fantastico, delle fiabe e del gioco, fino a quello fortemente simbolico dell’ultimo periodo, sono solo declinazioni diverse di un’unica capacità visionaria, potente e limpida. Al centro dei sui interessi, da sempre, l’esistenza umana con i suoi luoghi comuni, le sue contraddizioni, le sue poche risposte.

MORTELa mia area semantica: corpo, corruzione, malattia, sofferenza“Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe” (Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Newton Compton, Roma 2006)La tua area semantica: MALATTIA, SOFFERENZA DEL CORPO, CORRUZIONEQuesto è il mio modo di ricordare la MORTE, parlo certamente della MALATTIA, della SOFFERENZA, del CORPO, ed infine, solo trasversalmente della CORRUZIONE. Insomma entrambe le declinazioni sono insieme metafora e referente di questo breve termine, di questa parola che ci fa impallidire quando la pronunciamo: MORTE.In ricordo di LIP (Luciano Inga Pin)

SIMBOLOLa mia area semantica: evocare, potenziare, elevare, sovrasensibile“[…] morirò con le ali, vivrò con utili unghie” (Szymborska, Sale, Libri Scheiwiller, Milano 2009)La tua area semantica: poesia, EVOCARE.“ Io di mio non possiedo che il respiro” Busi IRONIALa mia area semantica: intelligenza, paradosso, libertà “[…] ho imparato che la contraddizione è la più limpida forma di verità” (Patti Smith, Just Kids, Feltrinelli, Milano 2010)La tua area semantica: AhiNon sono d’accordo con la citazione di Patti Smith, la contraddizione per me è un doppio linguaggio  attraverso il quale costruire un doppio testo e così fare parlare il subconscio sotto mentite spoglie che non necessariamente sottolineano LA VERITA’.Ritasi è fondamentalmente IRREQUIETI, ergo a volte si “gioca” con ARGUZIA, INTELLIGENZA,, sempre in estrema libertàLibro fotografico “Ahi” di RVR.

Cristina Petrelli

> RITA VITALI ROSATI

forma clas-

sica per tra-

sformarsi in

qualcosa

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LE MARCHE...

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VIDEO- MCD’A

> ROCCO DUBBINI - video: “Come l’acqua” 8’ - 2002

> PAOLO CONSORTI - video: Ribellio Patroni “La visita di Francesco e Caterina”

> ARMANDO FANELLI - video: Password- 2011- frames da video dvd pal.

innovativo

e aggre-

gante sul

territorio

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VIDEO- MCD’A

> SBRINA MUZI - video: Nothing else  6’ 42”  - 2009

> GIOVANNI GAGGIA - video: “Come Santo Francesco sanò un lebbroso” - 2009

> STEFANO TEODORI - video: Untitled 1’57’’ - 2011

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CURATORI- MCD’A

> LINO ROSETTI - Cocalo’s Club

> FRANCO MARCONI - Galleria Marconi

> FAUSTO CALABRESI - Palariviera

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CRITICI - MCD’A

> SIMONETTA ANGELINI - critico

> DARIO CIFERRI - critico

> CRISTINA PETRELLI - critico

Nato a San Benedetto del Tronto, vivo e lavoro a Cupra Marittima (AP)Non so come mi sembro quando mi guardo nello specchio, con i pochi capelli, gli occhiali perenne-mente storti, la tartaruga addormentata sotto la maglietta. È il senso di ogni giorno, una difficoltà che presa a piccole gocce mi dona il fedele compagno della vita, un mal di testa lieve, continuo e insistente. E mi perdo tra le api, i rami, i frutti, gli ulivi, le viti, a scrivere di mostre, donne, amore, smog. Giornalista mi sono detto un giorno, poeta un altro, e critico? Ma anche criticone. Con troppi vizi e poche virtù, una faccia che ride e una palpebra perennemente a mezz’asta, non mi arrendo all’idea di avere una barba che non vuole saperne di crescere. E il coraggio? È quello piccolo e nor-male di ogni giorno, che ti permette di guardarti in faccia e di affrontare un problema alla volta. E poi… Cerco di prendermi cura di quello che faccio come un’ape che porta il polline tra le zampe, e ogni mattina sono un po’ più stanco di quando sono andato a dormire…

Biografia. Scrittura, racconto di vita. La mia, senza qualcuno che ti racconti tranne me. E non mi so. Di me, so che sono una congliangelinelcognome, l’aria che li fa volare ce l’ho nella testa. Sono nata a San Benedetto del Tronto ed è nel natio borgo selvaggio, con una finestra sul mare, che sono ri-masta con il corpo e lavoro. Sono una che prende la poesia a istruzioni per l’uso, per cura al dolore si fa il mondo in tondo: se giro su me stessa come i bambini quando vogliono disorientarsi e darsi una prospettiva ulteriore, che leva l’equilibrio- che è una cosa che mi piace- sono librigattiparolegram-maticaoniricabuiostradecosepersecosetrovatedolorilibrigattibuioassenzeincontripoesiasoleUna con qualche senza e qualche con. Da grande voglio fare l’ esploratrice visionaria: dell’arte, di parole, di sensi, di dettagli. Voglio prendermene cura.Sono una che c’è di traverso, nelle foto sempre dietro la macchina fotografica. Il fatto è che ho sempre da fare… Devo vivere. Più forte che posso.

Nata nel 1974 a S. Benedetto del Tronto (AP). Laureata in Scienze e conservazione dei beni culturali presso l’università di Macerata. Vive e lavora a Firenze.Il mio sguardo resta imprigionato sul banco da lavoro, sugli arnesi e sugli oggetti del costruttore di cavalli in legno per giostre. Desiderio acuto ed improvviso di poter essere io tale artigiano, anche se mi rendo rapidamente conto di come il cavallo sia rappresentato in modo approssimativo. “È come uno strumento musicale –penso- la cui forma è solo un tramite per condurre ad altro”. Così come sul cavallo si sale e si dimentica dove realmente si è, cullati dal movimento della giostra, dalle luci e dai suoni avvolgenti, allo stesso modo le note scritte sullo spartito si trasformano in musica per trasportare verso il mondo dell’invisibile. Una dimensione squisitamente mentale che lascia libero sfogo all’immaginazione. “Si fece un violino di vetro perché voleva vedere la musica. Trascinò la sua barca fin sulla cima della montagna e attese che il mare arrivasse a lui” (W. Szymborska, Sale, Libri Scheiwiller 2011)

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STAFF DI PROGETTAZIONE - MCD’A

> GIUSEPPINA PICA - ufficio stampa e comunicazione

> MATTEO BIANCHINI - web master

> ARIANNA SCARPA - grafico

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BANCA PICENA TRUENTINA ACQUAVIVA PICENA

ADOTTANTE - MCD’A

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ADOTTANTE - MCD’A

LICEO ARTISTICO OSVALDO LICINI

Ascolo Piceno

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ADOTTANTE - MCD’A

LICEO ARTISTICO STATALE U. PREZIOTTI

Fermo e Porto San Giorgio

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ADOTTANTE - MCD’A

AMATAssociazione marchigiana

Attività TeatraliAncona

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un grazie speciale a tutti coloro

che hanno collaborato alla riuscita

di questo progetto

meraviglioso...

Franco Marconi, Lino Rosetti, Fausto Calabresi.

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