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«Per fortuna ho incontrato alcuni insegnanti che mi hanno salvato dalla scuola» D. PENNAC

«Per fortuna ho incontrato alcuni insegnanti che mi hanno ... · Nota MIUR n. 4274 del 4 agosto 2009 –Linee guida sull’integrazione degli alunni con disabilità. Le linee guida

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«Per fortuna ho incontrato alcuni insegnanti che

mi hanno salvato dalla scuola»

D. PENNAC

Fine delle grandi narrazioni

Caduta del vertice ideale/dell’uno

Individuo staccato dalla

società/atomizzato

Soggetto si impone sulla comunità

La legge è tecnica

Caduta della struttura edipica

Scarsa rimozione/forte godimento

Culto narcisistico

Consumo dell’oggetto

Gadgetizazione della vita

SOCIOLOGIA

postmoderno PSICOLOGIA

ipermoderno

Svalutazione della dimensione simbolica e della parola

Precarietà dell’ALTRO

Evaporazione del “padre” ontologico

Distruzione dei legami

Depotenziamento della forza creativa del desiderio

INDIVIDUALISMO

PRIMATO DELLA

RAGIONE

PRATICA

DISPOTISMO MORBIDO

Maggiore

protagonismo,

soggettività

Supremazia della

tecnica

Perdita di fini

interiori, di valori

Mancata

partecipazione

alla vita sociale e

politica

Metamorfosi (U. Beck)

Identità multipla:

e/e e non o/o

(A. Giddens)

Società liquida

(Z. Bauman)

Unitarietà/

Frammentazione

(E. Morin)

Riflessività

(A. Ceruti)

SOCIETA’ SOLIDA

PRODUZIONE

PASSATO/FUTURO

NARRAZIONE

TEMPO LINEARE

SOCIETA’ LIQUIDA

CONSUMO

PRESENTE

EVENTO

TEMPO PUNTINISTA

MEMORIA

DUREVOLEZZA LEGAMI

TROVARE UN EQUILIBRIO

COERENZA

IMPEGNO

DIMENTICANZA

FRAGILITA’ RELAZIONI

ESSERE IN MOVIMENTO

FLESSIBILITA’

SEDUZIONE

COSTRUZIONE DI SICUREZZE GODIMENTO DI EMOZIONI

GRUPPO

SIMBOLO RADICI SIMBOLO ANCORA

SCIAME

Il principio di realtà opposto al principio di piacere (società pre-industriale)

Il principio di realtà incontra il principio di piacere (società industriale)

Il principio di realtà e il principio di piacere devono coincidere (società

post-industriale)

COLLEGIALITA’ PROGETTAZIONE

COMUNE

INCLUSIVITA’

PUNTO DI INCONTRO DELLE RELAZIONI INTERNE, ALLA

COMUNITA’ EDUCATIVA, AI CONSIGLI DI CLASSE, ALLE CLASSI

(PARALLELE), AI GRUPPI (TRA DOCENTI, EDUCATORI E TRA

DOCENTI E ALUNNI, TRA ALUNNI), AL RAPPORTO SCUOLA-

FAMIGLIA

INTEGRAZIONE

MULTIDISCIPLINARITI

ETA’

Impegno comune

Attività comune

Repertorio comune

significato

RECIPROCITA’

RESPONSABILITA’

CONDIVISIONE

SIGNIFICATO

NEGOZIAZIONEL’apprendimento è anzitutto

capacità di negoziare significati

PARTECIPAZIONE REIFICAZIONE

Coinvolgimento Immaginazione Allineamento

L’integrazione scolastica degli alunni ha conosciuto fasi importanti nella storia della scuolaitaliana. Possiamo racchiuderle nelle seguenti tappe fondamentali:

• pre anni Sessanta: dall’esclusione alla medicalizzazione;• anni Sessanta – metà anni Settanta: dalla medicalizzazione all’inserimento;• metà anni Settanta – anni Novanta: dall’inserimento all’integrazione;• post anni Novanta: dall’integrazione all’inclusione.

Art. 3 della Costituzione italiana.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale

e sono eguali davanti alla legge,

senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,

di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli

di ordine economico e sociale,

che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,

impediscono il pieno sviluppo della persona umana

e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,

economica e sociale del Paese.

Art. 34 della Costituzione italiana.

La scuola è aperta a tutti.

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più

alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio,

assegni alle famiglie ed altre provvidenze,

che devono essere attribuite per concorso

Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 – Legge quadro per l’assistenza,

l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.

La Legge 104/1992 è la norma fondamentale per la tutela delle persone disabili in

ogni aspetto della loro vita, compresa l’integrazione scolastica. La legge presenta

numerosi elementi innovativi nel momento in cui ribadisce ed amplia il principio

dell’integrazione sociale e scolastica come momento fondamentale per la tutela

della dignità umana della persona con disabilità, impegnando lo Stato a rimuovere

le condizioni invalidanti che ne impediscono lo sviluppo, sia sul piano della

partecipazione sociale sia su quello dei deficit sensoriali e psico-motori per i quali

prevede interventi riabilitativi, riconoscendo così il valore dell’interazione tra

soggetto e ambiente nello sviluppo della persona e nella definizione dell’handicap.

Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 – Atto di

indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di

alunni portatori di handicap

Decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 – Testo unico delle disposizioni

concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.

.

Legge n. 40 del 6 marzo 1998 – Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.

Legge n. 328 dell’8 novembre 2000 – Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Legge n. 189 del 30 luglio 2002 – Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.

Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 185 del 23 febbraio 2006 – Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, ai sensi dell’art. 35 comma 7 della legge n. 289 del 27 dicembre 2002.

Nota MIUR n. 4274 del 4 agosto 2009 – Linee guida sull’integrazione degli alunni con disabilità. Le linee guida raccolgono una serie di direttive che hanno lo scopo, nel rispetto dell’autonomia scolastica e della legislazione vigente, di migliorare il processo di integrazione degli alunni con disabilità e affermano come nel tempo si sia andato affermando il “modello sociale della disabilità”, secondo cui la disabilità è dovuta dall’interazione fra il deficit di funzionamento della persona e il contesto sociale

Circolare MIUR n. 2 dell’8 gennaio 2010 – Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana.

Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 – Norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico. La Legge riconosce i Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) e sancisce la necessità di:a) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi,b) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione,c) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

Circolare MIUR n. 2 dell’8 gennaio 2010 – Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione di alunni con cittadinanza non italiana.

Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 – Norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico. La Legge riconosce i Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) e sancisce la necessità di:a) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi,b) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione,c) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

Decreto MIUR n. 5669 del 12 luglio 2011 – Il decreto, recante il Regolamento applicativo della L. n° 170/10 sui diritti degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA), porta in allegato le Linee-Guida rivolte ai docenti, che sono dichiarate parte integrante dello stesso decreto (art. 3).

Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. La Direttiva del MIUR fornisce indicazioni organizzative sull'inclusione anche degli alunni che non siano certificabili né con disabilità, né con DSA, ma che hanno difficoltà di apprendimento dovute a svantaggio personale, familiare e socio-ambientale.Con il termine BES si intendono:1. alunni con disabilità2. alunni con DSA3. alunni con svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Circolare MIUR n. 8 del 6 marzo 2013 – Indicazioni operative alunni con BES. La circolare:

• offre alle scuole uno strumento operativo di notevole importanza, completando il quadro di allargamento della normativa sull’inclusione scolastica iniziatosi negli anni ’70 del secolo scorso, ampliatosi con la L. n° 170/10 e completato con la Direttiva del 27 Dicembre 2012;

• ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES);

• estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.

NOTA MIUR 27.06.2013, PROT. N. 1551 – Piano Annuale per l'Inclusivita - Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013. Con la nota si ritiene opportuno ribadire che scopo del Piano annuale per l'Inclusivita (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il P.A.I. è parte integrante. Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensi come uno strumento che deve contribuire ad accrescere la consapevolezza dell'intera comunita educante della centralita e la trasversalita dei processi inclusivi in relazione alla qualita dei "risultati" educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente una scuola "per tutti e per ciascuno". Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all'auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione. In questa ottica di sviluppo e monitoraggio delle capacità inclusive della scuola - nel rispetto delle prerogative dell'autonomia scolastica - il P.A.I. non può essere interpretato come un "piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali", ad integrazione del P.O.F.

Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 – Chiarimenti. La Nota fornisce chiarimenti sugli strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali, in specie sul Piano didattico personalizzato. Vengono, inoltre, dati chiarimenti circagli alunni con cittadinanza non italiana, che necessitano innanzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione di un Piano Didattico Personalizzato. Il Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) deve essere inteso come un momento di riflessione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione.

Circolare MIUR n. 4233 del 19 febbraio 2014 – Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri. La caratteristica distintiva del fascicolo allegato alla circolare è quella di offrire alle scuole una selezione ragionata dellesoluzioni organizzative e didattiche elaborate e realizzate dalle scuole stesse. In questo senso il documento si propone come veicolo di informazione e condivisione delle migliori pratiche già sperimentate per accogliere ed accompagnare in modo ottimale i sempre più numerosi ragazzi di origine non italiana che le frequentano.

Nota prot n° 7443 del 18 dicembre 2014. Con la la nota il Miur ha trasmesso agli Uffici periferici e ai dirigenti scolastici le linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati. Le linee guida suggeriscono in primo luogo l'adozione di buone prassi volte a individuare modalità e tempi d'iscrizione più consoni alle esigenze degli alunni adottati,oltre che i tempi di inserimento e la scelta delle classi in cui inserirli; a sostenerne l'inclusione e a favorirne il benesserescolastico. Si sottolinea la funzione che deve svolgere il referente d'istituto, chiamato a supportare colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi; sensibilizzare il Collegio dei docenti sulle tematiche dell'adozione; accogliere i genitori.

1997 UNESCO

International Standards Classification of Education:

3 tipi di BES (special needs):

• Disabilità

• Difficoltà di apprendimento

• Svantaggio socio-culturale

Disabilità

Disturbi evolutivi specifici:

DSA

ADHD

Deficit del linguaggio

Deficit delle abilità non

verbali

Deficit della coordinazione

motoria

Svantaggio:

socio-economico

linguistico

culturale

Disabilità certificata Dsa e disturbi evolutivi Altri bes

Individuazione degli

alunni

Certificazione ai sensi della

L.104/92

Art.3 commi 1 e 3 (gravità);

Attestazione con crediti in caso

di insufficiente percorso

curricolare da considerarsi

utile per l’iscrizione alla scuola

superiore.

DSA

Diagnosi ai sensi della L.170/10

DISTURBI EVOLUTIVI

Delibera Consiglio di classe ai sensi

della DM 27/12/2012 e CM 8/13

E Nota 22/11/2013

Delibera Consiglio di

classe ai sensi della DM

27/12/2012 e CM

8/13 E Nota

22/11/2013

Strumenti didattici PEI: con riduzione di talune

discipline (art.16comma 1

L.104/92)

Insegnante per il sostegno

e/o educatore/assistente EELL

PDP obbligatorio per DSA e a

decisione della scuola per altri

disturbi evolutivi: con

indicazione degli strumenti

compensativi e/o dispensativi

e tempi più lunghiCM n° 8 del 6/3/2013

Nota MIUR del 22/11/2013, n°2363

PDP: solo se prescrive

strumenti compensativi

e/o misure dispensative

PEP: solo se prescrive

strumenti compensativi e

temporanee misure dispensative

CM n° 8 del 6/3/2013

Nota MIUR del

22/11/2013, n°2363

Effetti sulla valutazione Licenza: valutazione positiva

(art.16 commi 1 e 2 L.104/92

a fronte di miglioramenti in

relazione al PEI

Dispensa scritto lingue comunitarie

compensate da prova orale (Linee

Guida 4.4. allegate a DM

12/07/2011 art.6 comma 5)

Esonero lingue straniere solo se

attestate con crediti formativi (DM

Strumenti

compensativi

PEI PDP per i DSAPDP/PEP

per disturbi evolutivi e svantaggio

E’ per gli alunni con disabilità ed è prescritto dalla L 104/92 art. 13 e dal DPR 24/2/94.

E’ redatto congiuntamente dagli operatori scolastici e da quelli dei servizi sociosanitari dell’ASL che sostengono l’integrazione, con la collaborazione della famiglia. Può essere prevista anche la presenza del servizio sociale del Comune.

La responsabilità è condivisa tra soggetti pubblici, Scuola e Servizi.

Previsto dalla L170/10, serve ad esplicitare le linee didattiche che la scuola programma per questo tipo di alunni.

E’ di piena competenza della Scuola che può (non deve) chiedere la collaborazione di specialisti e altri soggetti esterni, ma ne conserva la responsabilità e la definizione.

È profondamente diverso. In questo caso la scuola non ha l’obbligo di predisporre il documento in conseguenza all’individuazione di un disturbo.

“Il PDP non è una conseguenza di questo riconoscimento come per la disabilità e i DSA(‘Questo alunno è BES quindi la scuola deve predisporre un PDP’) ma parte integrante dell’identificazione della situazione di bisogno (‘Questo alunno è BES perché secondo la scuola ha bisogno di un PDP’) (Fogarolo, 2013)

Le metodologie e strategie didattiche devono essere volte a

• Descrivere in modo chiaro e ricorsivo ciò che verrà proposto e anche gli aspetti più pratici: tempo

dedicato, come vengono cadenzate le attività, ad esempio tra ricreazione e gioco, luoghi e materiali di

lavoro;

ridurre al minimo i modi tradizionali “di fare scuola” per far leva sulla motivazione ad

apprendere (lezione frontale, completamento di schede che richiedono ripetizione di nozioni o

applicazioni di regole memorizzate, successione di spiegazione-studio-interrogazioni…)

favorire attività nelle quali i ragazzi vengano messi in situazione di conflitto cognitivo con se stessi

e con gli altri

sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti agli stili di apprendimento degli

studenti e dando varietà e opzioni nei materiali e nelle strategie d’insegnamento

utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini)

stimolare il recupero delle informazioni tramite il brainstorming

collegare l’apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti

favorire l’utilizzazione immediata e sistematica delle conoscenze e abilità, mediante attività di tipo

laboratoriale

sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da utilizzare come facilitatori

procedurali nella produzione di un compito

R

E

L

A

Z

I

O

N

I

• Sviluppare la collegialità docente e l’autorevolezza-empatia con gli studenti

• Promuovere la motivazione con passione

• Adottare forme di cooperative learning

• Promuovere il dialogo e la riflessione su ciò che si fa (fase preventiva/fase consultiva) secondo

una scansione giornaliera o settimanale o mensile

• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo favorendo l’attività in piccoli gruppi

• Predisporre azioni di tutoraggio

M

O

D

A

L

I

T

A’

• Organizzazione tappe del percorso di apprendimento (diario/calendario/strumenti)

• Strutturazione dei compiti a casa

• Dosaggio dei tempi di lavoro scolastico

• Uso della scrittura/Copiare dalla lavagna/dettatura/lettura alta voce

• Utilizzo di strumenti tecnologici

• Adozione di strumenti compensativi (tabelle/calcolatrici/computer/registratore/lettore audio ecc..)

• Apportare semplificazioni/facilitazioni

S D

T I

R D

A A

T T

E T

G I

I C

E H

E

• Dividere gli obiettivi di un percorso in «sotto obiettivi»

• Utilizzare tecnologie, softwere e siti finalizzati

• Sostenere e promuovere un approccio strategico nello studio utilizzando mediatori didattici

facilitanti l’apprendimento (immagini, schede, mappe, calendari, copioni)

• Usare dispositivi extra-testuali per la codifica e la decodifica (titoli, paragrafi, immagini)

• Costruire/offrire schemi grafici relativi all’argomento per discriminare le informazioni essenziali

• Sollecitare collegamenti ricorsivi tra le nuove informazioni e quelle già acquisite ogni volta che si

inizia un nuovo argomento

VAL

UTA

ZIO

NE

• Verifiche programmate

• Lingue straniere e grammatiche?

• Errori da non valutare

• Scomposizione prove

Le dinamiche che producono e aumentano il disagio:Diventa frustrante, demotivante e toglie fiducia:

• Sottoporsi a molti fallimenti;

• Ricevere spesso il giudizio negativo e il commento critico da parte dell’insegnante (“non fare il pigro,

ti devi impegnare di più, non va bene per niente, eh!”, “qui hai fatto bene, MA….”).

• Avere la sanzione in termine di più compiti (“rifai la scheda nell’intervallo, o a casa”) o di esercizi

inutili (“copia cinquanta volte la parola….”) rende nemico l’apprendere.

• Essere messo nella condizione di essere sottoposto ad un giudizio negativo da parte dei compagni

(ad es. lettura ad alta voce) .

• Avvertire disinteresse per le proprie difficoltà e frustrazioni;

• Ricevere indisponibilità all’aiuto o alla chiarificazione richiesti.

Inoltre:

• Mancanza di accorgimenti dispensativi e compensativi da parte dell’insegnante.

• Mancanza di un’attenta analisi dell’errore (per es. in compiti scritti) che abbia come conseguenza

indicazioni precise relative a percorsi di lavoro di recupero su tali errori.

• Mancanza di opportunità di dimostrare i propri ambiti di successo.

• Mancanza di modellamento da parte dell’insegnante di come va gestita la difficoltà specifica (con

accettazione, comprensione, rispetto, progettualità, sfide, strategie dispensative e compensative; con

una matura visione del valore/amabilità della persona che prescinde dalle difficoltà specifiche, dai

fallimenti in qualche campo e da trattamenti personalizzati relativi alle difficoltà).

• Utilizzo in classe di modalità didattiche che favoriscano la competizione, il paragone, il giudizio

sociale relativo alle prestazioni scolastiche.

• Utilizzo di “intelligenza” e “bravura” per complimentarsi o incoraggiare, oppure di “compito semplice”,

che ha come conseguenza implicita l’impiego da parte del bambino che fallisce di termini quali “non

intelligente” e “non bravo”, “incapace di affrontare compiti semplici”.

• Effetto Pigmalione generale dell’insegnante (per es. affabile e sorridente coi più bravi).

RISORSA COMPAGNI DI CLASSE COLLABORAZIONE/COOPERAZIONE/

ADATTAMENTO STILI DI LEZIONE/AMBIENTE DI LAVORO/ METODOLOGIE

STRATEGIE LOGICO-VISIVE MAPPE/SCHEMI/MAPPE MENTALI E CONCETTUALI>/ORGANIZZAZIONE ANTICIPATA DELLA CONOSCENZA

PROCESSI COGNITIVI STILI DI APPRENDIMENTO

ATTENZIONE/MEMORIZZAZIONE/PIANIFICAZIONE/PROBLEM SOLVING

METACOGNIZIO E E METODI DI STUDIO 4 LIVELLI DI METACOGNIZIONE:

AUTOREGOLAZIONE/MEDIAZIONE COGNITIVA/MEDIAZIONE EMOTIVA/STUDIO PERSONALIZZATO

EMOZIONI E VARIABILI PSICOLOGICHE MOTIVAZIONE/AUTOSTIMA/EFFICACIA

VALUTAZIONE FEED-BACK VERIFICA-STRUMENTI PERSONALIZZATI

TITOLO

DOCENTI

GENERALITA’

ORDINE/PLESSO/CLASSE

DISCIPLINE

ABCSTRACT

TAG (DA 1 A 5)

CASSETTA DEGLI ATTREZZI

STRUMENTI/LUOGO/TEMPO

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

PERCORSO

FASI/METODOLOGIA

VALUTAZIONE/PROATTIVITA’

STRUMENTI/

PUNTI DI FORZA/DEBOLEZZA