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Investire in ricercaper rilanciare l’economiaLa ricerca italiana in odontoiatria punta a trasferire i risultati
all’industria e al tessuto economico e produttivo del Paese
A n n o V I I I N u m e r o 5 / 2 0 1 3
CONGRESSO SIDP: ELENA VARONI RITIRA IL PREMIO GOLDMAN PER LA MIGLIORE RICERCA DI BASE
Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue
ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITORE
www.griffineditore.it
Dental Market
Ricerca sui materiali
Oral Care: novità dalla ricerca
Meeting News
56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG
Rimini, 23-25 maggio
Rimini Fiera, ingresso ovest
Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5
Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium
LE NOVITÀ DEL CONGRESSO
� Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare
� Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala
� Accreditamento ECM sia residenziale che FAD
� Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio
Per informazioni: Adriapoint
Tel. 0541.793025 r.a.
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26° CONGRESSO NAZIONALE AIO7° CONGRESSO INTERNAZIONALE
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LA SALUTE DEI DENTI FA SORRIDERE IL TUO CUORE
Alghero, 13-15 giugno
Per informazioni: Aio
Luisanna Porceddu
[email protected] - cell. 340.2705988
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Giampietro Farronato Laura Strohmenger Antonella Polimeni
<<3 << << PRIMA PAGINA
Nutrire la ricerca
fa crescere la pratica clinica
EDITORIALE
Paolo [email protected]
Questo è un numero di Italian Dental Journal un po’
particolare sotto il profilo dei contenuti: si parla
molto di ricerca (clinica e applicata) e di giovani ri-
cercatori. Chi pensasse che in un momento di cri-
si si debba dare più importanza all’impellenza di
problematiche strettamente professionali è in erro-
re: il momento della semina è quello più importan-
te ai fini del raccolto e la via maestra per uscire
dalla crisi è proprio quella di puntare sulla ricerca
e sull’innovazione tecnologica come unico stru-
mento disponibile per riguadagnare la competiti-
vità perduta. Sarebbe un errore chiudersi nel pro-
prio studio a “tirare la lima” (scusate il francesi-
smo) senza darsi il tempo di approfondire, studia-
re, aprirsi a nuove frontiere di cultura scientifica. La
ricerca ripaga in termini pratici.
Certamente la ricerca scientifica italiana ha biso-
gno di un futuro migliore, fatto di investimenti stra-
tegici, di programmazione, di trasparenza e di in-
centivi al merito. Ma l'Italia ha soprattutto bisogno
di ricerca scientifica produttiva e competitiva per
uscire dal declino. Nell’economia moderna l’unico
modo per avere una economia sana e in crescita è
investire in ricerca, innovazione, tecnologia ed
educazione delle generazioni future (scuola e uni-
versità).
Ecco che cosa serve: un laboratorio che ha l’obiet-
tivo di creare un nuovo modello di relazione indu-
stria-università, dove la ricerca e la conoscenza
accademica si uniscono al know how e all’espe-
rienza industriale.
Qualcosa si sta muovendo in questa direzione e ne
parleremo nel prossimo numero del giornale: alcu-
ne iniziative nascono da più di un centro d’eccel-
lenza e costituiscono senz’altro un buon modello
da imitare. Speriamo che questo accada: in gene-
rale, oggi purtroppo l’Italia riserva alla ricerca po-
co e male. Le carenze di personale, logistiche e in
generale di supporto sono croniche e fondi per i
centri che istituzionalmente sviluppano ricerca e si
confrontano a livello internazionale sono pochi.
Con la scusa del trasferimento tecnologico, ma
con le solite logiche clientelari, molti soldi vengono
erogati per iniziative discutibili – ad esempio, con-
sorzi costituiti ad hoc – che non portano poi a nes-
sun risultato.
Eppure è fuori discussione che la collaborazione
tra il mondo della ricerca e quello delle imprese è
nell'interesse di entrambe e dell'intera società.
L'Europa ha bisogno dei risultati della ricerca per
poter competere sui mercati internazionali. Da par-
te sua, anche la ricerca non può fare a meno delle
risorse aggiuntive offerte dall'industria.
Ciò premesso, spetterà poi all’odontoiatra il compi-
to di integrare nella pratica clinica la formazione
permanente, che lo informa sui risultati della ricer-
ca principalmente attraverso la letteratura scientifi-
ca e i corsi più seri. È necessario avere la capacità
e la disponibilità mentale di modificare il proprio
comportamento terapeutico in modo continuo se è
il caso, accettando di incorporare i risultati della ri-
cerca nelle proprie decisioni.
Oltre 1.600 fra odontoiatri e
igienisti dentali hanno parteci-
pato all’XVI edizione del con-
gresso internazionale della
Società italiana di parodonto-
logia (Sidp) dello scorso mar-
zo a Rimini. Il congresso ha
fatto il punto sulle nuove co-
noscenze scientifiche e tecno-
logiche che la ricerca ha reso
disponibili nel campo della
parodontologia e dell’implan-
tologia clinica e ha gettato uno
sguardo oltre lo stato dell’arte,
proponendo spunti su ciò che
verosimilmente costituirà lo
standard delle cure nei prossi-
mi anni e concentrandosi, co-
me era espressa volontà del
presidente Alberto Fonzar, sui
benefici che le nuove proposte
potranno apportare al benes-
sere dei pazienti.
«Il take home message del no-
stro evento è stato quello di
porre attenzione e seguire i
vantaggi provenienti dalle
nuove tecnologie che la ricerca
scientifica ha reso disponibile,
e che a breve potranno offrire
indubbi vantaggi alla nostra
pratica clinica – ci ha spiegato
Guerino Paolantoni, coordi-
natore della commissione edi-
toriale della Sidp –. In futuro –
continua il parodontologo –
l’obiettivo della società è quel-
lo di consolidare la nostra
“mission”: offrire ai soci un
supporto culturale essenziale
per la crescita professionale,
proponendo di volta in volta
nel susseguirsi degli eventi
scientifici che verranno orga-
nizzati temi estremamente in-
teressanti e utili, che raccolga-
no lo stesso consenso di quello
appena concluso» ci ha detto
Paolantoni, dando così ap-
puntamento alle prossime
manifestazioni scientifiche
della Società italiana di paro-
dontologia.
Premio Goldman
ai giovani ricercatori
Nell’ambito del congresso
Sidp la platea ha assistito alla
presentazione dei lavori con-
correnti al premio Goldman.
Sul palco hanno preso la paro-
la i giovani e brillanti autori
partecipanti alla selezione. I
giovani autori dei lavori pre-
sentati sono stati applauditi
non solo per la correttezza
scientifica delle ricerche, ma
anche per la chiara esposizione
e la sicurezza nel rispondere
alle numerose domande del
pubblico.
Il premio Goldman per la mi-
gliore ricerca clinica è stato as-
segnato al lavoro di Romano,
Perotto, Castiglione, Cricenti,
Mariani, Ferrarotti e Aimetti
dal titolo “Prevalenza e indica-
tori di rischio della parodonti-
te: studio epidemiologico
cross-sectional su base di po-
polazione”; il premio per la
migliore ricerca di base è an-
dato invece al lavoro dal titolo
“Costrutto multistrato in chi-
tosano per la rigenerazione
parodontale: strati funzionali
per interfaccia multi-tissutale”
di Varoni, Xu, Cochis, Chin,
Altomare, Lodi, De Nardo,
Quinn, Carrassi, Rimondini e
Cerruti.
«Il lavoro di ricerca è iniziato
un anno fa esatto alla McGill
University di Montreal, in col-
laborazione con l'università di
Milano e l’università del
Piemonte Orientale» ci ha det-
to Elena Varoni, fresca vinci-
trice del premio per la miglio-
re ricerca di base. La dottores-
sa Varoni, dopo il dottorato, ha
intrapreso l’attività di ricerca-
trice spostandosi tra Milano,
Novara e Montreal, interagen-
do con scienziati che si occu-
pano di fisica, chimica, biolo-
gia e medicina.
Biomateriale "intelligente"
per la terapia rigenerativa
La ricerca premiata da Sidp
ha per oggetto lo sviluppo di
un innovativo biomateriale
finalizzato alla terapia rigene-
rativa parodontale. Alla ricer-
ca partecipano diversi gruppi
universitari. In Canada il la-
voro di ricerca – tutt'ora in
corso – è supervisionato dalla
professoressa Marta Cerruti,
nata a Torino e oggi responsa-
bile del Biointerface Lab della
McGill University in Canada,
il laboratorio dove si è svolto
il grosso del progetto. «Qui
sviluppiamo materiali inno-
vativi per la medicina rigene-
rativa e per il rilascio farma-
cologico. Inoltre si studiano i
fenomeni che accadono al-
l'interfaccia tra le biomoleco-
le e i biomateriali» ci ha spie-
gato la dottoressa Varoni. Per
l’Italia invece sono coinvolti il
Dental Materials Lab dell’uni-
versità del Piemonte
Orientale diretto dalla profes-
soressa Lia Rimondini e il
Materials for Innovation Lab
del Politecnico di Milano gui-
dato dal professor Luigi De
Nardo. Anche questi due la-
boratori fanno ricerca nel-
l’ambito dell’ingegneria tissu-
tale biomedica e delle nano-
tecnologie.
«A livello clinico poi – ci ha
detto Elena Varoni – ho colla-
borato con il reparto di paro-
dontologia dell'unità operati-
va odontostomatologia II
dell'AO San Paolo (università
di Milano) diretto dal profes-
sor Antonio Carrassi. L’unità
operativa, articolata in diversi
ambulatori, ne ha uno dedi-
cato alla cura e prevenzione
della malattia parodontale ed
è molto attento ai progressi
più recenti della terapia rige-
nerativa parodontale. Qui la-
voro con il professor
Giovanni Lodi che, dalla lau-
rea in poi, è stato una guida a
livello di ricerca scientifica» ci
ha confidato la dottoressa
Varoni, che subito dopo la
laurea ha scelto di intrapren-
dere il percorso della ricerca,
Sidp valuta le ricadutedelle innovazioni scientificheTra i vincitori del premio Goldman al congresso della Società italiana di parodontologia spicca una ricerca per lo sviluppo di un innovativo biomateriale finalizzato alla terapia rigenerativa parodontale
> Nelle foto in queste pagine, alcuni momenti del congresso Sidp (Rimini, 14-16 marzo 2013)
L’anno prossimo la manifestazione scientifica sarà ancora a Rimini, sempre in marzo, dal 13 al 15
4<<DENTAL PRESS <<
Igiene oralee curva glicemica
Uno studio multicentrico
sui livelli di glucosio nella
saliva offre nuovi spunti di
riflessione su tempi e modi
di un’igiene orale che sia
davvero accurata ed efficace
nel prevenire la patologia
cariosa. Questa volta, a dif-
ferenza del solito, l’attenzio-
ne non è rivolta alle mano-
vre di igiene orale ma a ciò
che accade all’interno della
nostra bocca in relazione al
metabolismo.
Alimentazione sana e corretta,
accurata igiene orale con uti-
lizzo di presidi che assicurino
una copertura antibatterica ef-
ficace e di lunga durata, anche
nelle ore notturne: queste in
sintesi le raccomandazioni che
emergono dai risultati della ri-
cerca multicentrica biennale
dal titolo “Dosaggio del gluco-
sio nella saliva”, condotta in
collaborazione fra la professo-
ressa Antonella Polimeni del-
l’università Sapienza di Roma
e il professor Giampietro
Farronato dell’università di
Milano e realizzata con il con-
tributo di Colgate.
Lo studio è stato condotto
con l’intento di misurare, in
diversi momenti della gior-
nata, le variazioni dei livelli di
glucosio nella saliva. Livelli
che, come dimostrato da pre-
cedenti studi (1-3), sono cor-
relabili con la patologia ca-
riosa. Che il glucosio sia pre-
sente nella saliva è un fatto
noto da tempo, con valori
particolarmente elevati nei
soggetti diabetici. «Ci siamo
chiesti se, oltre che nel diabe-
tico, il rapporto fra salute
orale e alimentazione è pre-
sente anche nell’individuo
normale» spiega il professor
Farronato, direttore della
scuola di specializzazione in
ortognatodonzia e presidente
del corso di laurea in igiene
dentale dell’università di
Milano.
I risultati dello studio
Ciò che emerge dall’analisi, e
che potrebbe avere interessan-
ti implicazioni sulle prescri-
zioni dei tempi delle manovre
di igiene orale, è la curva delle
variazioni dei livelli di glucosio
nell’arco della giornata.
«Abbiamo reclutato un cam-
pione statisticamente signifi-
cativo di soggetti sani, profes-
sionisti del settore e studenti
con altissima capacità di man-
tenere un’ottima igiene orale, e
abbiamo effettuato un primo
prelievo di saliva dopo un di-
giuno dalla mezzanotte prece-
dente e senza che si fossero la-
vati i denti al mattino» spiega
il ricercatore. I soggetti sono
stati quindi invitati a consu-
mare la colazione e a lavarsi i
denti. I prelievi successivi di
saliva sono stati eseguiti dopo
60, 90, 120 e 180 minuti. «Nel
primo prelievo abbiamo otte-
nuto alti valori di glucosio –
riporta Giampietro Farronato
–. Considerato che si tratta di
soggetti molto capaci di puli-
zia dentale, significa che si è
avuto un accumulo di glucosio
durante la notte, probabil-
mente arrivato attraverso la
saliva». Al secondo prelievo,
eseguito un’ora dopo aver la-
vato i denti, i livelli di glucosio
raggiungono un valore mini-
mo per poi risalire, con una
curva a campana, in coinci-
denza con il terzo prelievo e
diminuire progressivamente
nei due prelievi successivi.
Lo studio evidenzia dunque
un incremento dei livelli di
glucosio salivare anche a di-
stanza dalla colazione, in
coincidenza con l’innalza-
mento della curva di glucosio
nel sangue conseguente al
consumo del pasto. Inoltre,
mostra chiaramente un au-
mento della quantità di glu-
cosio nella saliva soprattutto
di notte, quando il flusso sali-
vare è ridotto rispetto al gior-
no e il glucosio è concentrato
nella poca saliva presente. A
ciò si aggiunge l’incremento
di glucosio coincidente con la
curva postprandiale successi-
va alla cena. «Ceniamo, ci la-
viamo i denti, ma la curva
glicemica si innalza dopo –
sottolinea l’autore dello stu-
dio –. C’è poi la brutta abitu-
dine di fare il carico alimen-
tare soprattutto la sera e di
conseguenza il fenomeno vie-
ne esaltato proprio nel mo-
mento in cui c’è meno dilava-
mento – aggiunge Farronato,
che poi ricorda come sul
mercato siano presenti alcuni
prodotti di igiene orale con-
tenenti antibatterici, come ad
esempio Triclosan, «di dimo-
strata efficacia antibatterica e
antinfiammatoria che hanno
una durata maggiore di 8 ore
grazie all’aggiunta al dentifri-
cio di un co-polimero che au-
menta la permanenza e assi-
cura il lento rilascio dei prin-
cipi attivi nel cavo orale».
La prevenzione si fonda dun-
que su corrette abitudini ali-
mentari, evitando per esempio
di alzarsi a saccheggiare il fri-
gorifero nelle ore notturne, e
su corrette misure di igiene
orale con l’utilizzo di presidi
che garantiscano una prolun-
gata copertura antibatterica.
«Ci sono dentifrici che pro-
mettono una lunga durata di
protezione, importante so-
prattutto durante la notte
quando c’è maggior accumulo
di glucosio, salivazione dimi-
nuita, abbassamento del pH e
proliferazione batterica facili-
tata – sottolinea Farronato,
che puntualizza l’importanza
della ricerca –: «si inserisce nel
contesto di un discorso più
ampio a forti basi scientifiche
in cui l’obiettivo deve essere
quello di mantenere lo stato di
salute del cavo orale, affinché
perduri per tutta vita, con im-
portanti ricadute sistemiche».
A. P.
Bibliografia
1. Pohjamo L, Knuuttila M,
Tervonen T, Haukipuro K.
Caries prevalence related to the
control of diabetes. Proc Finn
Dent Soc 1988;84:247-52.
2. Twetman S, Johansson I,
Birkhed D, Nederfors T. Caries
incidence in young type 1 dia-
betes mellitus patients in rela-
tion to metabolic control and
caries-associated risk factors.
Caries Res 2002;36:31-5.
3. Karjaleinen KM, Knuuttila
ML, Käär ML. Salivary factors
in children and adolescents
with insulin-dependent diabe-
tes mellitus. Pediatr Dent
1996;18:306-11.
I livelli di glucosio nella saliva – correlati alla patologia cariosa – raggiungono il picco a due ore dai pasti: sono i risultati di uno studio multi-centrico condotto alle università di Roma e Milano e finanziato da Colgate
> Antonella Polimeni> Giampietro Farronato
sia clinica che di base, piutto-
sto che iniziare a lavorare a
tempo pieno come libero
professionista. Una scelta non
comune in ambito odontoia-
trico.
Il progetto di ricerca è nato in
realtà nel più semplice dei
modi: «l'idea ha preso forma
durate un incontro tra me e la
professoressa Cerruti, serena-
mente sedute a un tavolino di
un bar vicino alla stazione di
Torino. Il primo schizzo è sta-
to disegnato su un tovagliolo
di carta» ricorda Elena
Varoni.
Le relazioni al congresso
Tornando ai lavori congres-
suali di Rimini, la platea ha
potuto assistere a numerose
relazioni scientifiche orienta-
te non solo a inquadrare am-
biti particolari di trattamento
ma anche a fornire consigli
pratici per interventi sicuri e
predicibili.
Tomaso Vercellotti ha aperto
i lavori del corso precongres-
suale presentando i risultati
della sua ultradecennale atti-
vità di ricerca sulle apparec-
chiature piezoelettriche fino
alle loro più recenti applica-
zioni in osteointegrazione.
Stefano Parma Benfenati e
Giuliano Maino hanno rivisi-
tato differenti protocolli ope-
rativi nel trattamento combi-
nato perio-ortodontico avva-
lendosi dello strumento pie-
zoelettrico. Francesco Cairo
ha presentato i risultati della
sua ricerca clinica applicando
la piezochirurgia al tratta-
mento parodontale osseo-re-
settivo, in alternativa alla re-
sezione classica mediante
strumenti taglienti o rotanti.
Ivo Agabiti ha proposto la so-
nochirurgia, basata sull’uti-
lizzo degli “air-scaler” in pa-
rodontologia, chirurgia orale
e implantologia come ausilio
efficiente per la semplifica-
zione del trattamento chirur-
gico avanzato e infine
Tiziano Testori ha rivisitato
la chirurgia del seno mascel-
lare alla luce della minor in-
vasività e morbilità che la
piezochirurgia sembra evi-
denziare.
Nella giornata del venerdì, i
lavori sono stati aperti dal fi-
sico Lucio Rossi, ricercatore
del Cern di Ginevra e diretto-
re del progetto Lhc che ha re-
centemente identificato il bo-
sone di Higgs, che ha accom-
pagnato il pubblico in uno
straordinario viaggio verso la
comprensione dell’infinita-
mente grande attraverso l’os-
servazione dell’infinitamente
piccolo. Una standing ovation
ha mostrato il gradimento del
pubblico anche per le sue do-
ti di grande comunicatore.
La lectio magistralis di
Kenneth Kornman applicata
alle potenzialità dei test dia-
gnostici in parodontologia ha
introdotto i temi di Daniel
Thoma, che ha illustrato i ri-
sultati di studi pre-clinici e
clinici dell’applicazione dei
fattori di crescita per la rige-
nerazione ossea, e Wolf
Grimm, che ha analizzato la
predicibilità in rigenerazione
ossea e di fibre collagene me-
diante cellule staminali. «Le
conclusioni apparentemente
deludenti di queste impor-
tanti relazioni - ha fatto nota-
re Fonzar - hanno mostrato
come sia ancora prematura
l’applicazione clinica sia di al-
cuni test genetici che dell’uso
corrente delle cellule stamina-
li in parodontologia e im-
plantologia».
La mattina del sabato era dedi-
cata ai biomateriali e ai tessuti
omologhi: Massimo Simion
ha descritto l’applicazione di
innesti eterologhi per le rico-
struzioni ossee mascellari e
mandibolari, Stephan Rebele
ha contribuito con le esperien-
ze del suo gruppo di ricerca
clinica sull’uso di sostituti di
gengiva per la ricostruzione
dei tessuti molli e Matteo
Chiapasco ha concluso i lavori
presentando recenti dati sulle
potenzialità dell’osso omologo
nelle ricostruzioni pre implan-
tari in gravi atrofie dei mascel-
lari. Anche queste relazioni
hanno mostrato le precise in-
dicazioni e i limiti delle nuove
tecniche chirurgiche, compro-
vate non soltanto dall’espe-
rienza clinica ma anche da ri-
levanti studi di ricerca.
In parallelo al congresso si è
tenuta la sessione scientifica
dedicata agli igienisti dentali
(ben 600 partecipanti), figura
professionale ormai sempre
presente nelle attività cultura-
li di Sidp. Un concetto espres-
so anche da Maurizio Tonetti,
presidente eletto della società
scientifica, che ha sottolineato
l’importanza di questa colla-
borazione nel comune obiet-
tivo di una preparazione
scientifica e culturale di alto
livello.
Andrea Peren
Nel pomeriggio di venerdì 15 marzo, nell’ambito del congres-
so della Società italiana di parodontologia (Sidp), si è aperta la
consueta sessione dedicata agli igienisti dentali. I lavori con-
gressuali, coordinati da AAnnttoonniioo RRuuppee, sono stati seguiti da cir-
ca 600 persone, testimoniando ancora una volta l’interesse di
questa professione per la cultura e la formazione scientifica in
parodontologia.
La prima relazione, “Nuove strategie nel controllo di placca
nello spazio interprossimale: dogmi ed evidenza scientifica”, è
stata di FFiilliippppoo GGrraazziiaannii, che ha aperto con una panoramica
sulla fisiologia e anatomia della zona interprossimale, oltre che
delle proprietà del biofilm batterico. Ha dimostrato quanto sia
difficile la detersione corretta per la disinfezione dell’ambiente
interdentale e quanto sia allo stesso tempo fondamentale per
queste aree. Il suggerimento per un corretto protocollo di ge-
stione dello spazio è sicuramente l’uso degli scovolini di diver-
so tipo, più maneggevoli e utilizzabili dal paziente con maggior
efficacia.
Graziani ha anche dimostrato come sia importante che il me-
dico, in prima persona, incentivi il paziente a seguire tutto ciò
che l’igienista dentale farà per il mantenimento della salute del
suo cavo orale. Solo con una sinergia tra odontoiatra e igieni-
sta si può ottenere il fine ultimo: la salute orale del paziente.
È poi salito sul palco GGiioovvaannnnii SSaammmmaarrccoo per parlare delle
nuove strategie nel controllo e nella prevenzione della carie.
Secondo l’esperto l’attuale crisi economica ha portato a un au-
mento di soggetti cariosi per il consumo di alimenti energetici
a costi più bassi. La carie è un processo infettivo e il processo
di demineralizzazione può essere reversibile ad opera del cal-
cio, per cui la presenza di fluoro rende il dente più protetto. La
carie si sviluppa per la sinergia di diversi elementi: suscettibi-
lità dell’ospite, batteri, dieta, fattori protettivi. È importante indi-
viduare i fattori di rischio, applicare i metodi di misurazione e
stadiazione in classe di rischio e applicare metodiche di modi-
fica dell’ambiente orale.
Per Sammarco oggi è necessario concentrarsi sulla diagnosi e
sulla valutazione del rischio. Dal cariogramma DMFT-P si può
ricavare un trattamento personalizzato. Nel futuro invece pro-
babilmente potremo affidarci a ceppi di mutans non cariogeni
modificati geneticamente, probiotici e vaccini anticarie.
LLuuiiggii NNiibbaallii ha fatto una disamina della terapia fotodinamica,
ipotizzandone l’uso per migliorare l’efficacia dei risultati dopo
scaling e levigatura radicolare, per evitare un ricorso eccessi-
vo agli antibiotici. La terapia fotodinamica si basa sul principio
dell’inattivazione cellulare tramite stimoli luminosi, con il van-
taggio di un effetto diretto e selettivo sui batteri e l’assenza del
rischio di determinare resistenza batterica.
L’evidenza scientifica però è relativa e non omogenea. Non ci
sono indicazioni soddisfacenti e i dati clinici non sono ancora
incoraggianti. Gli studi sono pochi e i protocolli non sono an-
cora definitivi. In futuro la fotodinamica potrà rappresentare
un'alternativa?
La giornata del sabato è stata aperta dal professor KKeennnneetthh
KKoorrnnmmaann, che ha relazionato sui fattori genetici in parodonto-
logia. Il docente ha iniziato con un interrogativo: si può dimo-
strare che chi ha la placca è più esposto alla parodontopatia?
Diversi studi dimostrano la differenza enorme tra la malattia
causata dalla placca e la gravità della malattia, che invece è
data dalla differenza genetica. I batteri sono essenziali per
avere una parodontopatia ma la diversità è data della geneti-
ca, quindi dalla risposta immunitaria. Ciò spiega come in pa-
zienti che hanno accumuli di batteri maggiori di altri possano
non sviluppare una parodontite più grave di altri. Il tutto poi è
condizionato dall’ambiente.
L’indirizzo futuro della prevenzione sarà sicuramente costituita
da medicina predittiva, prevenzione e prevenzione personaliz-
zata e la professione dell’igienista sarà insostituibile.
KKaajjssaa HH.. AAbbrraahhaammssssoonn si è concentrata sulle strategie per la
gestione del comportamento del paziente per migliorare la sa-
lute orale. L’esperta ha riferito come secondo diversi studi gli
interventi educativi tradizionali sui pazienti si siano dimostrati
efficaci nel ridurre placca e gengivite a breve termine, ma gli
effetti a lungo termine sul comportamento di questi interventi
rimangono dubbi.
I fattori che possono incidere sulla determinazione del pazien-
te a seguire l'igiene e la prevenzione sono l'età, il sesso, la per-
sonalità, i fattori cognitivi, il sostegno sociale, la cultura, la
complessità del trattamento e il suo costo economico. Il coun-
seling è fondamentale per il successo della terapia ma per ri-
sultare efficace deve essere personalizzato.
Ha concluso i lavori l’intervento di CClleelliiaa MMaazzzzaa, che ha messo
in evidenza che al di là della patologia, nel percorso terapeu-
tico esiste un forte legame emozionale di cui l’igienista deve
tener conto per essere efficace nello svolgimento della sua
professione. L’igienista deve prendersi cura dell’insieme del
suo paziente, intervenendo su fumo, ipertensione, adiposità,
alcol, ipercolesterolemia, diabete, scarsa attività fisica.
L'adesione del paziente alla terapia è il punto critico per l'igie-
nista dentale; non è più sufficiente la compliance: è fondamen-
tale l'adesione a un programma che insieme si deve portare
avanti fino all'obiettivo prefissato. E lavorare a un obiettivo co-
mune significa ascoltare il paziente e condividere le sue pro-
blematiche di salute.
Gli strumenti educazionali dell’igienista sono la comunicazione
e la relazione “partecipata”, che possono essere rafforzati da
un approccio ispirato alla “medicina narrativa”, in cui si consi-
derano tutti gli aspetti che caratterizzano la persona e influi-
scono, più o meno direttamente, sullo stato della malattia e del
mantenimento della salute.
La sessione igienisti dentali al congresso Sidp
<< DENTAL PRESS5 <<
Xilitolo come presidioper prevenire la carieIl più grande studio italiano sul chewing gum allo xilitolo ne conferma l’efficacia nella riduzione del rischio relativo di contrarre nuove carie. La carie in Italia colpisce l’80% della popolazione tra i 19 e i 25 anni
Sono stati presentati nel corso
di una conferenza stampa i ri-
sultati del più importante e
completo studio italiano sul-
l’utilizzo del chewing gum
contenente xilitolo come stru-
mento integrativo per la pre-
venzione dalla carie. Lo studio
è stato realizzato dall’univer-
sità di Milano con il proprio
Centro di collaborazione Oms
per l’epidemiologia e l’odon-
toiatria di comunità e l’Istituto
di clinica odontoiatrica dell’u-
niversità di Sassari, con il par-
ziale supporto di Perfetti Van
Melle, che ha fornito il soste-
gno all’iniziativa nell’ambito
del proprio impegno per la ri-
cerca scientifica.
Lo studio presentato da Laura
Strohmenger – professore or-
dinario all’università di
Milano e coordinatore del
progetto ministeriale di speri-
mentazione territoriale di un
programma integrato di oral
health – è durato complessiva-
mente due anni e mezzo e si è
concluso nel 2011. I primi ri-
sultati dello studio sono stati
pubblicati su Caries Research
nel 2009, mentre i risultati
conclusivi sono stati pubblica-
ti su Clinical Oral Investigation
(Campus G, Cagetti MG, Sale
S, Petruzzi M, Solinas G,
Strohmenger L, Lingström P.
Six months of high-dose xyli-
tol in high-risk caries subjects-
a 2-year randomised, clinical
trial. Clin Oral Investig 2013
Apr; 17(3):785-91).
Il disegno dello studio
Lo studio è stato condotto
su 176 bambini di età com-
presa fra i 7 e 9 anni iscritti
alle scuole elementari di
Sassari, risultati selezionati
come ad alto rischio di carie
e con elevata concentrazione
di mutans streptococchi.
Sono stati divisi in due
gruppi: i bambini del primo
(gruppo xilitolo) hanno ma-
sticato chewing gum senza
zucchero contenenti xilitolo,
mentre quelli del secondo
(gruppo controllo) hanno
masticato chewing gum sen-
za zucchero non contenenti
xilitolo. L’introduzione del
chewing gum in entrambi i
gruppi è stata in aggiunta al-
le pratiche fondamentali di
igiene orale, cioè l’uso di
spazzolino e dentifricio, sen-
za il cambiamento degli stili
alimentari. La somministra-
zione controllata di chewing
gum è durata 6 mesi, duran-
te i quali i bambini del pri-
mo gruppo hanno assunto
circa 11g di xilitolo al gior-
no. Alla fine del periodo di
masticazione, i bambini del
gruppo xilitolo avevano me-
no streptococchi nella saliva
e una placca con minore ca-
pacità di generare acidi.
Terminati i primi sei mesi, la
prevenzione della carie è
stata affidata ai singoli pa-
zienti, mediante l’uso di
spazzolino e dentifricio al
fluoro. Dopo due anni – un
tempo sufficiente per lo svi-
luppo della carie – è stato
deciso di richiamare i bam-
bini per una visita di con-
trollo finale. Tramite dei
questionari trimestrali è sta-
to possibile determinare che
i due gruppi, partiti con una
condizione del cavo orale
identica, sono rimasti com-
parabili nel corso di tutto il
periodo dello studio per
pratiche di prevenzione e
abitudini alimentari. L’unica
differenza sostanziale è stata
la masticazione di chewing
gum con o senza xilitolo per
i primi sei mesi.
Durante la visita finale è sta-
ta valutata la progressione
delle carie, che sono state
quantificate e classificate in
base alla gravità. Le carie
chiamate “a livello D1-D2”,
che interessano solo lo smal-
to, sono state identificate e
raggruppate come carie del-
lo smalto. Le carie “a livello
D3”, che interessano anche
la dentina, sono state identi-
ficate come lesioni cariose.
I risultati
della sperimentazione
Dai risultati è emerso che i
bambini del gruppo xilitolo
avevano sviluppato molte
meno carie rispetto al grup-
po controllo, sia a livello di
smalto che a livello di denti-
na.
Ecco i numeri: nel gruppo
controllo, il 16,66% dei
bambini aveva sviluppato
nuove carie dello smalto,
mentre per il gruppo xilitolo
questo valore era del 2,86%.
E ancora, il 10,26% dei bam-
bini del gruppo di controllo
aveva nuove lesioni cariose;
nel gruppo xilitolo, invece,
l’incremento è stato solo
dell’1,43%.
Questi risultati hanno per-
messo di evidenziare un da-
to particolarmente impor-
tante: una riduzione di ri-
schio relativo di contrarre
nuove carie pari all’82% per
il gruppo xilitolo rispetto al
gruppo controllo.
«Sulla base dei risultati di
questo studio siamo sempre
più convinti che l’utilizzo di
chewing gum con xilitolo sia
un efficace e poco costoso
strumento preventivo nei
confronti del rischio carie –
ha commentato Laura
Strohmenger –. La preven-
zione deve essere svolta in
ogni luogo, a casa, come a
scuola e al lavoro. Il risultato
di questo studio, che è stato
svolto in condizioni di vita
reali, dà indicazioni utilizza-
bili da tutti nella vita di ogni
giorno» ha concluso la ricer-
catrice.
Lo xilitolo è un edulcorante
di origine vegetale utilizzato
nel chewing gum come so-
stituto dello zucchero.
Questo ingrediente fa parte
della famiglia dei polialcoli,
sostanze non cariogene che
hanno la peculiarità di non
essere fermentate dai batteri
del cavo orale e, quindi, non
consentono la formazione
degli acidi che corrodono lo
smalto. A differenza degli al-
tri polialcoli, lo xilitolo è
considerato anche cario-
protettivo perché svolge
un’azione specifica contro
gli streptococchi del gruppo
mutans, batteri collegati allo
sviluppo della carie.
Il quadro epidemiologico
La divulgazione dei risultati
dello studio è stata precedu-
ta dall’intervento del dottor
Fabrizio Oleari, capo del
Dipartimento della sanità
pubblica e dell’innovazione
del ministero della Salute,
che si è particolarmente sof-
fermato sulla descrizione
analitica della situazione
dell’odontoiatria in Italia e
in altri paesi europei. Lo
stesso, inoltre, ha riferito del
contributo che il dicastero
della salute sta fornendo in
questi anni per migliorare lo
stato di salute orale dei no-
stri concittadini, specie at-
traverso azioni progettuali
di prevenzione portate avan-
ti in collaborazione con di-
verse realtà universitarie na-
zionali. La maggior parte di
tali iniziative vedono il coin-
volgimento degli individui
in età evolutiva, poiché si è
visto come le azioni di pro-
mozione della salute orale
impostate nei primi anni di
vita consentono l’instaurarsi
di abitudini personali dura-
ture nel tempo.
La diffusione della cultura
della prevenzione e la pro-
mozione di idonee e scienti-
ficamente provate misure di
prevenzione sono stati gli
argomenti presi in conside-
razione dal dottor Michele
Nardone, dirigente medico
del Dipartimento della sa-
nità pubblica e dell’innova-
zione del ministero della
Salute. L’esperto ha disegna-
to il quadro epidemiologico
nel nostro Paese delle malat-
tie più tipiche del cavo orale:
carie, malattia parodontale,
edentulismo, cancro della
bocca.
In relazione alla malattia ca-
riosa, i dati evidenziano che
a 4 anni di età il 20,61% de-
gli individui presenta lesioni
cariose in atto; a 12 anni, il
43,99% dei soggetti è affetto
da carie, con un aumento
della stessa al crescere del-
l’età. Tutto ciò conferma il
dato secondo il quale tale
malattia rappresenta la pa-
tologia cronica più frequen-
te, specie nei paesi a più ele-
vato reddito come l’Italia,
concentrandosi particolar-
mente nelle fasce più deboli
della popolazione.
A. P.
> Laura Strohmenger
COLLUTORIO «RAGGIUNGE IL 100% DELLE SUPERFICI DELLA BOCCA»
Un’accurata igiene orale quotidiana è di fondamentale impor-
tanza nella prevenzione e nel mantenimento della salute ora-
le. Tuttavia, dai risultati di un studio americano pubblicati sulla
rivista General Dentistry, uno spazzolamento accurato e l’uso
regolare del filo interdentale da soli non sarebbero in grado di
eliminare completamente la totalità dei batteri presenti nel ca-
vo orale.
Secondo CChhrriissttiinnee AA.. CChhaarrlleess, autrice della ricerca e direttore
scientifico di Johnson & Johnson Consumer Healthcare
Research & Development, l'utilizzo di un collutorio antibatteri-
co due volte al giorno, in aggiunta alla normale prassi di igie-
ne quotidiana, può significativamente ridurre l'insorgenza di
placca e gengivite, bloccando il degenero di stati infiammato-
ri allo stadio iniziale in forme di patologie parodontali più avan-
zate.
La spiegazione è semplice, afferma la ricercatrice, in quanto
«il collutorio è in grado di raggiungere quasi il 100% delle su-
perfici della bocca, mentre l’azione dello spazzolino si con-
centra sui denti, che costituiscono solo il 25% della bocca».
L’indagine, della durata di sei mesi, ha coinvolto 139 adulti in
cui era stata riscontrata la presenza di placca e gengivite di
entità lieve o moderata. I soggetti sono stati suddivisi in due
gruppi.
I membri del primo gruppo hanno seguito un programma di
igiene orale con spazzolino da denti seguito da risciacqui con
collutorio antibatterico per due volte al giorno, mentre i mem-
bri del secondo gruppo hanno seguito il medesimo program-
ma utilizzando un collutorio placebo.
I risultati mostrano che il gruppo che si è sottoposto alla cura
con un collutorio antibatterico ha ridotto lo sviluppo di placca
fino al 26,3%. Inoltre, lo stesso gruppo ha mostrato una dimi-
nuzione del 20,4% dei casi di gengivite.
Al termine dei sei mesi dello studio, quasi il 100% dei parteci-
panti che avevano utilizzato il collutorio antibatterico ha mo-
strato una riduzione della gengivite, mentre solo il 30% del
gruppo che ha utilizzato il collutorio placebo ha manifestato ri-
sultati simili.
RRaacchheellee VViillllaa
Charles CA, McGuire JA, Qaqish J, Amini P. Increasing antipla-
que/antigingivitis efficacy of an essential oil mouthrinse over time:
an in vivo study. Gen Dent 2013 Jan-Feb;61(1):23-8.
6<<DENTAL PRESS <<
<< FOCUS ON9 <<FOCUS ON << 8<<
Compositi: una lineadi ricerca molto attivaSono molte le linee di indagine aperte e altrettanto numerose sono le indicazioni che scaturiscono dalla pratica clinica, ma che ancora cercano una validazione scientifica dalla ricerca sui materiali per restauro
Ci sono pochi dubbi sul fatto
che i compositi abbiano lette-
ralmente rivoluzionato le pos-
sibilità restaurative dell’odon-
toiatria: pensionare prima i ce-
menti al silicato e poi l’amal-
gama è stato come saltare due
ere geologiche per i dentisti e
due ere cosmetiche per i pa-
zienti. Oggi, tuttavia, a quasi
sessant’anni dal famoso arti-
colo di Michael Buonocore
sulla mordenzatura dello
smalto, questi materiali conti-
nuano a soffrire alcune impor-
tanti limitazioni. Contrazione
volumetrica, durezza non
sempre sufficiente, residui di
monomero non polimerizzato
sono alcuni dei problemi sui
quali l’industria e la ricerca cli-
nica sono più concentrate, se-
guendo le indicazioni degli
studi sulla longevità dei re-
stauri.
Un’ampia rassegna di tutti
questi problemi si trova in un
denso articolo pubblicato po-
co più di un anno fa da due
chimici e un biologo dell’uni-
versità del Colorado (Cramer
NB, Stansbury JW, Bowman
CN. Recent advances and deve-
lopments in composite dental
restorative materials. J Dent Res
2011 Apr;90(4):402-16).
Una relazione a tre
La buona durata di un restau-
ro estetico dipende dalla paci-
fica convivenza di tre partner:
la resina polimerizzabile, il
riempitivo (filler) e l’interfac-
cia resina-riempitivo. La resina
è composta da singole unità
(monomeri) che formano una
struttura con elevato numero
di legami tra le unità (cross-
link) sotto l’azione di una spe-
cifica fonte luminosa che agi-
sce da catalizzatore della rea-
zione. Il riempitivo apporta al-
cune qualità tra cui: radiopa-
cità, riduzione della contrazio-
ne post-polimerizzazione me-
diante riduzione della frazione
resinosa, aumento del modulo
di elasticità. Infine l’interfac-
cia: solitamente una molecola
silanica (silicio + idrogeno)
fissata sul riempitivo inorgani-
co che con i suoi forti legami
covalenti fa da ponte con la
componente polimerizzabile
organica.
All’interno dei materiali com-
positi, la reazione di fotopoli-
merizzazione coinvolge i mo-
nomeri di dimetilacrilato che
si legano tra loro con un com-
plesso intreccio di cross-link
attraverso tre fasi: iniziazione,
propagazione e terminazione.
Per quanto riguarda la cinetica
della polimerizazione, evitan-
do i dettagli che imporrebbero
frustranti tentativi di ricordare
i contenuti dei primi esami
universitari, i particolari più
interessanti per la clinica sono
riportati nel box in questa pa-
gina.
Lo stress da contrazione
La fotopolimerizzazione, pur-
troppo, ha un pessimo effetto
collaterale capace di deforma-
re la struttura dentale, indurre
microfratture e ridurre l’ade-
sione. È lo stress da contrazio-
ne che deriva da una compli-
cata interazione tra viscosità
della resina, riduzione volu-
metrica, velocità di reazione,
evoluzione del polimero e altri
parametri che insieme forma-
no un beffardo cubo di Rubik:
se ne muovi uno, li sposti tut-
ti. In sostanza, è il padre di tut-
ti i problemi che si presentano
alla poltrona.
Ma di quanto effettivamente si
contrae un composito appena
indurito? i dati disponibili di-
cono tra 1 e 5%; non è poco
per un restauro di pochi milli-
metri cubici ma, curiosamen-
te, mancano conferme della
relazione tra contrazione e ri-
sultati clinici. In altre parole,
non c’è prova diretta che a una
maggiore contrazione segua
un maggiore rischio di insuc-
cesso. Resta però un dato che
non mostra variazioni da
vent’anni: il primo motivo per
sostituire un restauro in com-
posito è la carie secondaria.
Tre sono essenzialmente le
strategie seguite per dimi-
nuirne l’impatto: modificare
il punto di gel agendo su tem-
pi e modalità di polimerizza-
zione, modificare la densità
dei monomeri o dei gruppi
funzionali, modificare il mec-
canismo di polimerizzazione
basato sui radicali. Un aiuto
in questo senso potrà venire
anche dai nuovi riempitivi di
grandezza nanometrica a
struttura fibrosa.
Il fotone e il chinone
Nei laboratori qualcuno non
ha dimenticato i primi eroici
compositi pasta-pasta e stu-
dia ancora la polimerizzazio-
ne non attivata dalla luce che,
però, ha l’irrinunciabile van-
taggio di concedere tutto il
tempo necessario alla model-
lazione. Qualcun altro rim-
piange gli ultravioletti perché
la minore energia della luce
visibile limita la scelta dei
reagenti che innescano la rea-
zione e impone sistemi mul-
ticomponenti, come il noto
canforochinone-amina ter-
ziaria.
La ricerca in questo campo si
concentra su alcune aree chia-
ve: efficacia della reazione di
innesco, sintonia tra reagente e
fonte luminosa (assorbimento
della luce), riduzione di sotto-
prodotti colorati, riduzione
della tossicità delle amine ter-
ziarie. L’importanza di tutto
ciò è aumentata dal fatto che il
canforochinone è diventato
punto di riferimento anche
per le lampade a Led: infatti, il
loro spettro di emissione è fat-
to su misura per la lunghezza
d’onda di 468 nm che rappre-
senta il suo picco di assorbi-
mento della luce.
Filler
Quello dei riempitivi è un set-
tore molto promettente per il
miglioramento dei compositi,
come hanno dimostrato gli
ultimi anni. Qualità, distribu-
zione e superficie dei filler so-
no oggetto di intense ricerche,
stimolate ancor più dalle tec-
nologie “nano” che produco-
no un enorme cambiamento
delle proprietà fisiche del ma-
teriale, non paragonabile a
quello indotto dai riempitivi
di tipo “micro”. I nanofiller
sono composti da particelle di
grandezza compresa tra 5 e
100 nanometri che portano a
un enorme aumento della su-
perficie complessiva del riem-
pitivo e a un ispessimento
della consistenza del compo-
sito. Tra le proprietà che più
risentono dei nanofiller vi è la
resistenza all’abrasione che
aumenta significativamente.
Tra i nuovi nanoriempitivi vi
è una varietà di monomeri
ibridi organici/inorganici e di
prodotti silanici; di questi ul-
timi sono stati provati sia le
versioni porose sia quelle non
porose che in associazione si
sono dimostrate le migliori
per rinforzare le qualità mec-
caniche del composito.
Oltre alla composizione e alla
grandezza, anche la superficie
dei filler è oggetto di numero-
se ricerche con un obiettivo
sopra tutti: ridurre l’energia di
superficie e, in questo modo,
ridurre anche consistenza e
idrofilia del composito au-
mentando contemporanea-
mente la dispersione del filler
nella resina. Da questa pre-
messa sono partite le numero-
se indagini su trattamenti di
superficie alternativi a quello
finora più in voga basato sul-
l’uso di MPS (metacrilossipro-
piltrimetossisilano).
Un discorso a parte meritano,
infine, i filler con proprietà ca-
rioprotettive, come la combi-
nazione di fosfato calcico con
fibre ultrafini di nitruro di sili-
cio che conferisce al composi-
to anche buone qualità mecca-
niche.
Qualche consiglio pratico
Jack Ferracane si occupa di
compositi da trent’anni e diri-
ge il dipartimento di conserva-
tiva della Oregon University a
Portland. Il suo articolo
“Placing dental composites: a
stressful experience”, pubblica-
to nel 2008, è pieno di buoni
consigli contro lo stress da
contrazione. Il primo rimane
quello della stratificazione
progressiva del composito che
si basa su buone fondamenta
logiche pur non avendo una
solida dimostrazione scientifi-
ca, una tara dovuta alla pre-
senza di tante variabili opera-
tore-dipendente non facil-
mente controllabili.
Vi è però almeno la certezza
che il materiale si contrae in
direzione centripeta, conside-
rando periferia la superficie li-
bera e centro la parete dentale
alla quale aderisce. Perciò au-
mentando la superficie libera,
si limita lo stress oltre che assi-
curare una migliore penetra-
zione della luce. Per ridurre lo
stress qualche autore consiglia
un sottofondo di cemento ve-
tro-ionomero o di resina non
riempita che, essendo meno
duri, assorbirebbero la forza di
contrazione. Un effetto analo-
go ci si può aspettare con un
sottofondo di composito
“flow” a patto che abbia una
bassa rigidità e dall’uso di liner
con caratteristiche gommose,
consigliati da alcuni autori.
Per quanto riguarda tempi e
modalità di uso della luce po-
limerizzante, Ferracane sostie-
ne che non è ancora possibile
dare consigli sicuri, anche se il
presupposto logico è ben sal-
do: evitare una polimerizza-
zione troppo veloce.
Fondamentalmente sono tre i
sistemi proposti: quello del-
l’aumento progressivo dell’ir-
radiazione luminosa, quello a
gradino (“step”: prima al mi-
nimo per 10 secondi poi al
massimo) e quello ritardato
(“pulse delay”: al minimo per
5 secondi, pausa di alcuni mi-
nuti e poi al massimo). I ri-
sultati in laboratorio, tutta-
via, non sono concordi e an-
che quelli clinici non vanno
molto meglio, come confer-
ma un recente articolo di au-
tori italiani (Poggio C,
Lombardini M, Gaviati S,
Chiesa M. Evaluation of
Vickers hardness and depth of
cure of six composite resins
photo-activated with different
polymerization modes. J
Conserv Dent 2012 Jul;
15(3):237-41).
Cosma Capobianco
GLI ASPETTI CRITICI DELLA FOTOPOLIMERIZZAZIONE
AAuuttooaacccceelleerraazziioonnee
Al termine della reazione la concentrazione di radicali liberi
aumenta e accelera la velocità di reazione. Questo permet-
te l’indurimento in tempi clinicamente accettabili
VVeettrriiffiiccaazziioonnee
Verso la fine della reazione la sua velocità rallenta e causa
l’accumulo di metacrilati liberi
GGeell PPooiinntt
È il momento in cui inizia a formarsi il gel; è fondamentale per
limitare lo stress da contrazione
PPuunnttoo ddii vveettrriiffiiccaazziioonnee
È il momento in cui il polimero inizia a diventare vetroso e ad
assumere le sue proprietà fisiche definitive
EEtteerrooggeenneeiittàà
Il polimero finale è molto eterogeneo per via dei microgel e dei
metacrilati liberi che possono essere più reattivi di quelli inizia-
li. L’eterogenetià contribuisce alla variazione dell’indice di rifra-
zione che aumenta la traslucenza indotta dal riempitivo
A SETTEMBRE CON ITALIAN DENTAL JOURNAL
Italian Oral Hygiene, supplemento dedicato a prevenzione e igiene orale
Italian Dental Journal pubblicherà il prossimo settembre la prima uscita di un fasci-
colo – supplemento al giornale – di 16 pagine in grande formato dedicato alla pre-
venzione e all’igiene orale. Si chiamerà IIttaalliiaann OOrraall HHyyggiieennee e sarà rivolto agli igieni-
sti dentali, ma anche agli odontoiatri, consapevoli di poter migliorare il futuro della
professione solo attraverso una pratica clinica di prevenzione odontoiatrica di qua-
lità, attenta alle evidenze scientifiche sempre più rivolte alla valutazione delle nuove
tecnologie e dedicate alla prevenzione.
La direzione scientifica del progetto è affidata a GGiiaannnnaa MMaarriiaa NNaarrddii, ricercatore
dell’Università di Roma Sapienza e direttore del master di I livello in tecnologie avan-
zate nelle scienze di igiene orale.
Sul primo numero della pubblicazione si potranno leggere le ultime notizie internazio-
nali dall’IFDH - International Federation of Dental Hygienist, la rubrica “interviste pa-
rallele”: l’igiene orale e le sue prospettive professionali nell’ottica dell’igienista in start
up e dell’igienista affermato, gli eventi dell’igiene professionale con news associati-
ve e sindacali e poi i materiali, gli strumenti, la ricerca e l’innovazione nella profes-
sione. Il cuore centrale di IIttaalliiaann OOrraall HHyyggiieennee sanno però i lavori scientifici sulle nuo-
ve tecnologie e l’igiene orale, a cura dei docenti del master in tecnologie avanzate
nelle scienze di igiene orale della Sapienza di Roma.
<< FOCUS ON11 <<FOCUS ON << 10<<
Nuove prospettiveper l’odontoiatria esteticaCome i trattamenti della medicina estetica possono cambiare l’approccioal paziente e i contenuti della prima visita. L’offerta di una nuova gammadi servizi può dare nuovo impulso alla vita dello studio odontoiatrico
Dottor Costa, come e quando
è maturata la decisione di am-
pliare l’offerta dei servizi pro-
posti dal suo studio odontoia-
trico, introducendo i tratta-
menti ai tessuti periorali?
Lo racconto sempre, la scintil-
la che mi ha portato a questa
decisione è legata a un episo-
dio simpatico. Più di dieci an-
ni fa, al termine di un lungo e
complesso trattamento prote-
sico, una mia paziente guar-
dandosi allo specchio mi chie-
se se avessi potuto fare qualco-
sa per le sue labbra e per le
bruttissime rughe che le con-
tornavano: «E ora, queste lab-
bra me le lascia così?».
Non era la prima volta che i
miei pazienti mi facevano do-
mande di questo tipo, ma la
sua insistenza mi stimolò e
incuriosì. Partecipai ad alcuni
congressi di medicina e chi-
rurgia estetica e rimasi subito
colpito e affascinato da quelle
specialità mediche, tanto che
da lì sarebbe cominciata una
vera “rivoluzione” nel mio la-
voro. Frequentai corsi dove si
spiegava l’utilizzo di materia-
li per me nuovi come i filler, i
peeling, i rivitalizzanti; altri
ancora, tematici, che riguar-
davano per esempio l’estetica
del viso, l’alimentazione, l’in-
vecchiamento, la medicina
termale e la psicologia. Erano
tutti rivolti a medici generici,
dermatologi, chirurghi pla-
stici, naturalmente non a
dentisti.
Inoltrarmi in quel mondo mi
permise di fare valutazioni
che prima mi erano sfuggite.
Perché alcune persone deside-
ravano modificare l’aspetto
della propria pelle, del proprio
viso? Era ricerca di particolari
effimeri o voglia di attenzione,
voglia di star bene? E ancora,
dove si collocava la medicina
estetica rispetto alle altre spe-
cialità mediche?
Il seguito mi portò molto lon-
tano, alla scoperta di un ap-
proccio diverso alla persona.
Scelsi una delle due scuole ri-
conosciute di medicina esteti-
ca e iniziai un percorso qua-
driennale che mi avrebbe dato
la preparazione necessaria per
poter introdurre nel giusto
modo queste nuove teorie e
tecniche nella mia attività.
Sono stati anni che hanno
cambiato profondamente la
mia vita, l’ambiente di lavoro
e l’approccio ai pazienti.
Conoscere, capire, studiare,
padroneggiare materiali e
strumenti nuovi focalizzan-
domi soprattutto sul viso,
questo è stato il valore aggiun-
to che ha modificato e miglio-
rato la mia professione.
In seguito all’introduzione
dei trattamenti di medicina
estetica, è stato necessario in-
tervenire apportando modifi-
che alla struttura del suo stu-
dio e alla preparazione dello
staff?
Fin da subito mi sono reso
conto che questa mia nuova
esperienza doveva essere tra-
smessa e condivisa, con il mio
staff, per esempio, e con i miei
pazienti in incontri dedicati.
Il risultato è stato entusia-
smante: tutti erano d’accordo
sul fatto che le terapie del pe-
riorale potessero rientrare tra
le proposte dello studio denti-
stico. Non solo odontoiatria
intraorale quindi, ma atten-
zione al viso, ai tessuti perio-
rali, ai bisogni e aspettative del
paziente per dare e creare be-
nessere.
Un nuovo modo di concepire
l’odontoiatra, ma anche un
nuovo modo di affrontare la
mia professione. La mia prima
visita è cambiata, diventando
un'importante e strategica
possibilità di ascolto e cono-
scenza, l'inizio di un rapporto
esclusivo e di una proposta te-
rapeutica di più ampio respi-
ro, la possibilità di instaurare
con i pazienti un rapporto di-
verso fin dal primo momento.
Anche il personale del mio
staff ha sentito un’esigenza di
cambiamento, chiedendomi
di potermi affiancare in questi
nuovi trattamenti, informan-
dosi per saperne di più, fre-
> Ezio Costa è docente al master
di II livello "Estetica dei tessuti
orali e periorali in odontoiatria"
dell’università di Padova ed è
presidente della Perioral and
Oral Integrated Esthetic Science
International Society (Poiesis -
www.poiesisweb.eu)
quentando corsi e infine chie-
dendo di essere trattato a sua
volta.
Quello che operiamo è un
cambiamento che parte da
noi. Dobbiamo cominciare a
pensare diversamente: se vo-
gliamo essere efficaci nel tra-
smettere un nuovo messaggio
dobbiamo crederci fortemen-
te e dobbiamo essere convinti
che questi aspetti, questo ap-
proccio, questa odontoiatria ci
appartengono interamente.
Sarà un nuovo business? Sì, il
risultato economico è sicura-
mente un "effetto collaterale
positivo". È evidente, peraltro,
che l’odontoiatria intraorale
mantiene il ruolo centrale del-
lo studio. Occuparci del perio-
rale migliora concretamente
la gratificazione dei nostri pa-
zienti, il loro grado di apprez-
zamento delle terapie ricevute
e di conseguenza il rapporto
con il nostro lavoro.
Il risultato sarà eccezionale, ci
meraviglieremo di quello che
sta succedendo perché tutto
quello che ci sta attorno avrà
una collocazione completa-
mente diversa, una luce diver-
sa. Tutto ci apparterrà in una
nuova dimensione, più com-
pleta. Se ne renderanno conto
gli stessi pazienti, veri media-
tori del cambiamento, insieme
con le persone che lavorano
con noi.
Qual è il trattamento estetico
del viso attualmente più ri-
chiesto? In che cosa consiste e
quali sono le sostanze o le
tecnologie utilizzate per que-
sto trattamento?
La richiesta più diffusa è
quella di sostenere e miglio-
rare i tessuti cutanei, per re-
cuperare quell’equilibrio e
quell’armonia che si sono
persi invecchiando.
L’invecchiamento, l’azione
del sole, le abitudini alimen-
tari, i problemi di salute, la
perdita di tono e di elasticità
della pelle comportano con il
passare degli anni un’altera-
zione delle proporzioni e del-
le forme del nostro viso: per-
dita di tono, perdita di volu-
me generale di zigomi, guan-
ce e labbra e comparsa di ru-
ghe perlopiù mimiche, segno
della diminuita elasticità.
Un ottimo effetto fisico volu-
minizzante aggiunto a un ef-
fetto biologico stimolante
della cute si possono ottenere
con i nuovi filler biorivolu-
metrici, prodotti iniettabili a
base di acido ialuronico.
I biorivolumetrici raggiungo-
no questo obiettivo aumentan-
do al massimo l’azione combi-
nata tra le proprietà dell’acido
ialuronico reticolato (il classico
filler) e quelle dell’acido ialuro-
nico libero (il classico rivitaliz-
zante), generando stimolo re-
cettoriale a livello dermico sui
fibroblasti e ipodermico sulle
cellule mesenchimali (che
mantengono elevata capacità
riproduttiva e possono diffe-
renziarsi in diversi tessuti) e
sulle cellule adipocitarie.
I risultati consistono nell’im-
mediato ripristino dei volumi
e nel miglioramento della
struttura tissutale, da cui de-
rivano un aspetto superficiale
cutaneo più disteso, idrata-
zione, tonicità, maggiore ela-
sticità e microcircolazione. In
sintesi, un ottimo effetto fisi-
co voluminizzante, aggiunto a
un effetto biologico stimolan-
te sui recettori cellulari.
Un altro trattamento molto
richiesto consiste nell’utiliz-
zare la tossina botulinica per
modulare la forza dei muscoli
mimici e scheletrici dell’arti-
colazione temporo-mandibo-
lare. Oltre ai dimostrati risul-
tati estetici, come l’attenua-
zione delle rughe, l’uso della
tossina botulinica rappresen-
ta un importante supporto al-
la terapia classica dei dolori
cranio-facciali e delle para-
funzioni.
In base alla sua esperienza,
quali consigli si sente di dare a
un odontoiatra che decida di
dedicarsi anche al trattamen-
to estetico del terzo inferiore
del viso? Quale percorso for-
mativo consiglierebbe di se-
guire?
Dopo più di dieci anni da
"quella domanda" la mia espe-
rienza diventa un’importante
occasione di formazione gra-
zie anche alla sinergia di quan-
ti, insieme a me, vedono un
nuovo orizzonte in odontoia-
tria. Cinque anni fa l’univer-
sità di Padova, istituendo il
primo master di II livello in
estetica dei tessuti orali e pe-
riorali per gli odontoiatri –
dove coordino e insegno –, ha
dato il primo importante se-
gnale.
Nel 2009, con un gruppo di
colleghi, abbiamo fondato la
società scientifica Poiesis
(Perioral and Oral Integrated
Esthetic Sciences International
Society) con la quale si è volu-
to dare stimolo alla ricerca e
alla cultura dell'estetica inte-
grata del viso e del sorriso, sti-
moli che confluiranno anche
quest’anno nel congresso in-
ternazionale PrimaVera
Poiesis (Verona, sabato 13
aprile).
A maggio 2012 inoltre, è parti-
to un grande e prestigioso pro-
getto Poiesis-Andi per infor-
mare e iniziare a formare tutti
i dentisti italiani sull'utilizzo
dei filler attraverso un percor-
so di formazione completo. Il
progetto “Bellezza con sicurez-
za” (www.bellezzaconsicurez-
za.it) è insieme un messaggio e
un invito: è l'invito a provare il
cambiamento, con attenzione
e accurata preparazione, e il
messaggio è quello di conti-
nuare a fare della nostra pro-
fessione l'immagine dell’im-
pegno e della passione.
Rachele Villa
Una professione – quella del dentista moderno – che non è
più legata solo all’odontoiatria, ma a un insieme di specialità
che, a partire dalle cure dentali, si servono della psicologia e
della medicina estetica per offrire ai propri pazienti una più
ampia possibilità di benessere.
Ne abbiamo parlato con il dottor EEzziioo CCoossttaa che nel suo stu-
dio di Verona propone ai suoi pazienti trattamenti di più ampio
respiro: dal 2000 infatti, accanto a protesi, parodontologia e
implantologia, ha introdotto la medicina estetica nella sua pra-
tica professionale.
Non solo odontoiatria intraorale quindi, ma attenzione al viso
e ai tessuti periorali, ai bisogni e alle aspettative del paziente
fin dalla prima visita, che diventa un momento di ascolto.
FORMAZIONE PRATICAIN MEDICINA ESTETICA
Il dottor Ezio Costa organizza presso il suo studio a Verona
una serie di corsi per medici chirurghi e per odontoiatri con
l'obiettivo di introdurre all'utilizzo delle tecniche di medicina
estetica del viso e alla loro corretta integrazione nello studio
odontoiatrico. La richiesta arriva sopratutto dai dentisti,
che sempre più si trovano a dover affrontare richieste dai
loro pazienti prevalentemente orientate all’estetica. Il mi-
glioramento di un sorriso richiede abilità e competenze
specifiche e la capacità di integrarlo armonicamente con
il viso del paziente. La padronanza delle tecniche non
chirurgiche di medicina estetica applicabili al viso aiuta a
completare i piani di cura dentali.
I corsi sono strutturati a moduli di mezza giornata. I moduli
introduttivi tradizionali si riferiscono all’utilizzo di filler e bio-
rivitalizzanti per la ridefinizione dei volumi del volto e miglio-
ramento dell’aspetto cutaneo; all’utilizzo della tossina botu-
linica nel terzo inferiore del viso e in odontoiatria; all’utilizzo
di peeling chimici; al laser e alla luce pulsata, nuove tecno-
logie per il foto-ringiovanimento.
I corsi sono a numero limitato (massimo 5 partecipanti per
ogni sessione) e prevedono che ogni partecipante porti
con sé una modella da trattare direttamente con l’aiuto del
dottor Costa (per informazioni: tel. 045.8680233 - info@dot-
toreziocosta.it - www.dottoreziocosta.it).
> Paziente di anni 44, prima e dopo i trattamenti intra e periorali. Durante il trattamento di riabilitazione tota-
le implanto-protesica a carico immediato superiore e inferiore si è valutato insieme con la paziente di intervenire
sui tessuti periorali con tossina botulinica, acido polilattico e filler
> Paziente di 59 anni, prima e dopo il trattamento con filler biorivolume-
trico con cannula nella regione periorale. Si noti il miglioramento superfi-
ciale dei tessuti e la restituita armonia dei volumi del volto
R e v i e w d e l l a l e t t e r a t u r a i n t e r n a z i o n a l e
DENTALevidence
Negli ultimi decenni la dif-
fusione dei restauri diretti in
composito nei settori poste-
riori è cresciuta enorme-
mente. L’ampia diffusione è
legata ai progressi nello svi-
luppo di nuovi materiali e ai
vantaggi del composito, non
solo in termini estetici, ma
anche perché capace di favo-
rire un approccio più con-
servativo, riducendo la pre-
parazione di cavità e preser-
vando tessuto sano. Uno de-
gli svantaggi, invece, avanza-
ti da una parte della lettera-
tura scientifica riguarda la
maggiore percentuale di fal-
limento degli stessi a causa
di carie secondarie.
Vista l’espansione, la perfor-
mance clinica a lungo termi-
ne dei restauri diretti in
composito nei settori poste-
riori è argomento di prima-
ria importanza a livello cli-
nico. Per questo Demarco e
colleghi si sono preoccupati
di raggruppare e analizzare
gli studi relativi alla loro
longevità, con almeno 5 an-
ni di follow-up. Il fallimento
veniva identificato con la
necessità di riparazione o
sostituzione del restauro,
necessità di terapia endo-
dontica o estrazione del
dente.
Questi i risultati.
Quando viene impiegato
materiale composito ibrido,
si riporta una percentuale di
fallimento annuale in gene-
rale favorevole: l’indice, che
stima la probabilità che un
determinato materiale falli-
sca a un anno di utilizzo, è di
circa l’1-3%.
Le principali ragioni di falli-
mento si confermano risie-
dere nelle carie secondarie e
nella frattura (del restauro o
dell’elemento dentale).
La longevità pare influenza-
ta, in particolare, da variabi-
li cliniche, variabili legate ad
esperienza e la tecnica del-
l’operatore e variabili legate
al paziente (rischio indivi-
duale di carie, bruxismo).
Per quanto riguarda le varia-
bili cliniche, gli autori fanno
riferimento soprattutto a
classe, dimensione e localiz-
zazione del restauro. Infatti,
secondo i dati scaturiti dalla
ricerca, più estesa era la ri-
costruzione e maggiore era il
rischio di fallimento, così
come i restauri a carico di
settori molari erano più a ri-
schio dei settori premolari.
Questi riscontri sono asso-
ciabili a un maggiore stress
masticatorio sul tessuto
dentale residuo, condizione
che ne favorisce la frattura.
Anche la presenza di un sub-
strato, come cementi vetro-
ionomerici o idrossido di
calcio, interefendo con le
procedure adesive, si asso-
ciano a rischio aumentato di
fallimento.
Interessante notare come, a
discapito della straordinaria
velocità con cui nuovi mate-
riali vengono immessi sul
mercato, l’evidenza scienti-
fica dimostrerebbe che le
proprietà intrinseche del
materiali non siano un fat-
tore rilevante per la longe-
vità del restauro.
Ancor più interessante il da-
to conclusivo della revisione
della letteratura, relativo alla
riparazione del restauro.
Tale trattamento, ove possi-
bile, permette una minore
perdita di tessuto sano e un
minor costo della cura, pro-
lungando la sopravvivenza
del restauro diretto. Se, in-
fatti, invece di considerare la
riparazione del restauro co-
me un fallimento essa veniva
esaminata tra i successi, la
percentuale di fallimento
annuale passava dall’1,9%
allo 0,7%, con follow-up a
22 anni.
Questo dato supporta la ri-
parazione del restauro quale
valida alternativa alla sua so-
stituzione, in un contesto
generale che rivela una lon-
gevità elevata dei restauri di-
retti in composito nei setto-
ri posteriori, tenendo conto
dei fattori sopra citati.
Elena Varoni
Demarco FF, Corrêa MB, Cenci
MS, Moraes RR, Opdam NJ.
Longevity of posterior compo-
site restorations: not only a
matter of materials. Dent Mater
2012 Jan;28(1):87-101.
Il controllo delle infezioni in
odontoiatria deve necessaria-
mente comprendere adeguati
programmi di immunizzazio-
ne rivolti a tutti i professionisti
che operano negli studi e nelle
cliniche in cui vengono effet-
tuati trattamenti per la salute
orale. Ma la consapevolezza
dei dentisti italiani in que-
st’ambito sarebbe davvero
scarsa. È questa la situazione
che risulta a Stefano Petti,
Giuseppe Messano e
Antonella Polimeni dell’uni-
versità Sapienza di Roma, che
hanno pubblicato i risultati di
un loro studio sulla rivista
Vaccine.
In occasione di un importante
congresso nazionale tenuto nel
2009, gli autori hanno distri-
buito un questionario a denti-
sti con all’attivo almeno 15 an-
ni di attività, invitandoli a ri-
spondere in forma anonima a
una serie di domande formu-
late in base alle raccomanda-
zioni della Immunization
Action Coalition e del Piano
nazionale vaccinazioni. Il que-
stionario è stato completato da
379 odontoiatri, dall’età media
di quasi cinquant’anni, per il
55,4% uomini.
In primo luogo, gli autori han-
no chiesto ai dentisti se avesse-
ro controllato almeno una vol-
ta la positività rispetto al virus
dell’epatite B negli ultimi dieci
anni e una risposta affermati-
va è stata data dal 53,8% degli
interpellati. È stato l’unico ca-
so in cui si è superata la metà
dei dentisti intervistati. Alla
questione successiva, se aves-
sero l’abitudine di vaccinarsi
ogni anno contro l’influenza
stagionale, la percentuale dei sì
è scesa al 47,5%. È stato poi
domandato ai partecipanti se
fossero immuni rispetto al
morbillo (con risposta positi-
va nello 0,8% dei casi), agli
orecchioni (sì al 2,6%), alla ro-
solia (3,4%), alla varicella
(8,7%), se avessero ricevuto
una dose di richiamo contro il
tetano negli ultimi dieci anni
(13,2%), se si fossero vaccinati
contro la tubercolosi (10,8%)
o la meningite (1,6%).
Secondo gli autori, i dati di-
mostrano che un controllo ef-
ficace delle malattie infettive
negli studi dentistici non può
essere ottenuto senza piani
adeguati di immunizzazione;
«questo concetto – spiegano –
piuttosto che un’alternativa al-
le precauzioni adottate nor-
malmente per prevenire le in-
fezioni devono essere concepi-
te come un’integrazione».
Ma in poche linee guida com-
paiono programmi di vaccina-
zione rivolti al personale den-
tistico e non sempre sono suf-
ficientemente chiari. Per
esempio, secondo le linee gui-
da della British Dental
Association, tutto lo staff clini-
co dovrebbe essere vaccinato
contro le malattie più comuni,
che però non vengono men-
zionate, ad eccezione dell’epa-
tite B. Invece, in base alle linee
guida per il controllo delle in-
fezioni emesse dall’Irish
Dental Council, i dentisti do-
vrebbero essere vaccinati con-
tro poliomielite e difterite, che
non sono ad alto rischio di tra-
smissione nei setting dentisti-
ci.
«La mancanza o l’ambiguità
dei programmi di immunizza-
zione – scrivono i ricercatori
romani – unite alle preoccupa-
zioni infondate rispetto alla si-
curezza e all’efficacia dei vacci-
ni, stanno probabilmente alla
base della poca consapevolez-
za verso le patologie che pos-
sono essere prevenute da parte
dei professionisti del dentale».
Per migliorare questa situazio-
ne, che comporta rischi per lo
staff dentistico e per i pazienti,
gli autori ritengono che il
compito di elaborare pro-
grammi di vaccinazione mira-
ti debba essere affrontato con
il coinvolgimento attivo delle
associazioni professionali, in
modo che le misure più effica-
ci non vengano imposte dal-
l’alto ma siano il frutto di una
condivisione.
Renato Torlaschi
Petti S, Messano GA, Polimeni A.
Dentists' awareness toward vacci-
ne preventable diseases. Vaccine
2011 Oct 19; 29(45):8108-12.
Servono programmi di vaccinazioneper il controllo delle malattie infettive
PROFILASSI
Riparazione è valida alternativa alla sostituzione del restauro?
CONSERVATIVA
Considerati gli elevati costi
di allestimento di un ambu-
latorio dentistico e vista la
gran quantità di tempo che i
componenti dello staff vi
trascorrono, sono relativa-
mente pochi gli approfondi-
menti comparsi in letteratu-
ra riguardo al progetto degli
studi e alle interazioni che si
stabiliscono tra ergonomia,
fattori economici e controllo
delle infezioni.
Una delle prime pubblica-
zioni risale agli anni
Sessanta e collega la proget-
tazione degli spazi alla pro-
duttività, evidenziando la
suddivisione dei locali in sa-
le d’attesa, amministrazione
e aree cliniche; riguardo al
controllo delle infezioni,
l’autore suggeriva di allestire
un’area dedicata alla decon-
taminazione degli strumen-
ti, attrezzata anche per le at-
tività di laboratorio e sepa-
rata dalla zona in cui i pa-
zienti possono accedere e ri-
cevere i trattamenti.
Nell’ultimo decennio abbia-
mo assistito a un certo au-
mento di interesse per la
progettazione degli ambien-
ti in cui si svolge l’attività
odontoiatrica, con una mag-
giore attenzione alla ridu-
zione al minimo del rischio
di infezioni.
In quest’ambito si segnala
un’indagine pubblicata sul
Journal of Hospital Infection
e condotta allo scopo di de-
terminare la configurazione
delle aree in cui vengono de-
contaminati e sterilizzati gli
strumenti rispetto a quelle
dedicate alla pratica clinica e
di approfondire altri fattori
come la ventilazione degli
studi. La situazione analiz-
zata è quella scozzese, di-
stante da quella italiana ma
ricca di spunti di riflessione,
basti pensare alle conclusio-
ni a cui sono giunti gli auto-
ri: «la collocazione degli stu-
di, ottenuta in gran parte ri-
convertendo spazi destinati
a funzioni residenziali, com-
porta numerose restrizioni a
progetti di locali che siano
pienamente adeguati all’e-
sercizio delle terapie odon-
toiatriche».
I dati sono stati raccolti at-
traverso interviste e osserva-
zioni dirette. Sono stati esa-
minati piantine e prospetti,
per un totale di 179 studi
odontoiatrici; un’analisi più
dettagliata delle dimensioni
delle stanze è stata svolta per
13 ambulatori in cui i pro-
cessi di decontaminazione
erano previsti negli stessi lo-
cali adibiti al trattamento e
per altri sette in cui erano
previsti locali separati.
I risultati dell’indagine mo-
strano che la maggior parte
degli studi (55 su cento) era-
no derivati dalla riconver-
sione di abitazioni residen-
ziali, mentre altri erano ori-
ginariamente destinati ad
attività commerciali, per lo
più negozi (29%) e solo il
12% erano stati progettati
appositamente per la pratica
odontoiatrica. Gli studi era-
no composti mediamente da
otto vani, di cui tre destinati
al trattamento dei pazienti.
Nel 38% dei casi era prevista
un’area separata dagli am-
bulatori e dedicata alla de-
contaminazione degli stru-
menti, con entrata separata
nel 30% degli studi; inoltre,
36 volte su cento era presen-
te una ventilazione meccani-
ca. Le aree di decontamina-
zione erano in genere facili
da pulire (85%), avevano
pavimenti lisci e pareti facil-
mente lavabili. La superficie
delle aree destinate alla de-
contaminazione è stata cal-
colata mediamente in 15,8
metri quadrati, sia in caso di
locali a sé stanti che di zone
attrezzate all’interno del-
l’ambulatorio. Ma questa
media deriva da una grande
variabilità di situazioni, che
spesso non sono ottimali
tanto da consigliare, secon-
do gli autori, di delegare
l’attività di decontaminazio-
ne e sterilizzazione degli
strumenti ad appositi servizi
esterni.
Giampiero Pilat
Smith AJ, Lockhart DE,
McDonald E, Creanor S,
Hurrell D, Bagg J. Design of
dental surgeries in relation to
instrument decontamination. J
Hosp Infect 2010 Dec;
76(4):340-4.
Progettazione: gli studi sono inadeguatiper sterilizzare gli strumenti?
ARCHITETTURA DELLO STUDIO
Le evidenze di una relazione
tra osteoporosi e malattia
parodontale sono in aumen-
to. Del collegamento tra le
due condizioni di salute par-
la ampiamente la parodon-
tologa californiana Joan
Otomo-Corgel con un arti-
colo di approfondimento
pubblicato su Periodontology
2000.
Le terapie parodontali e im-
plantoprotesiche nei pazien-
ti affetti da osteoporosi o
osteopenia comportano sfi-
de aggiuntive e impongono
la necessità di considerare
ulteriori elementi rispetto ai
trattamenti standard. Tra
l’altro si sta moltiplicando il
numero di pazienti con va-
lori insufficienti di densità
minerale ossea, così come di
coloro che assumono bisfo-
sfonati per lunghi periodi.
Allora, con l’evolvere dei
trattamenti per l’osteoporo-
si, è necessario che gli odon-
toiatri sappiano riconoscere
l’impatto di osteoporosi e
osteopenia sulle loro terapie
e che siano in grado di pre-
sentare ai pazienti le diverse
opzioni disponibili.
Le decisioni da prendere ri-
guardo al trattamento paro-
dontale e all’applicazione di
impianti in soggetti che as-
sumono bisfosfonati dipen-
dono da diverse variabili,
come la durata del tratta-
mento farmacologico, il tipo
di farmaco, il dosaggio e la
modalità di assunzione
(continua o intermittente),
la via di somministrazione
(orale o endovenosa), il gra-
do di compliance, l’età del
paziente, le sue condizioni
dentali e parodontali e il suo
stato generale di salute.
Nella pratica clinica, l’odon-
toiatra dovrebbe: identifica-
re i pazienti a rischio di
osteoporosi, anche se non
diagnosticata (giocando così
un ulteriore ruolo nella dia-
gnosi precoce di questa ma-
lattia); per quelli con osteo-
porosi già nota prendere in
esame nel dettaglio la tera-
pia farmacologica in corso;
valutare gli stili di vita, in
particolare l’esercizio fisico
e il tipo di alimentazione;
spiegare ai pazienti i possi-
bili impatti dei bisfosfonati
sulle terapie parodontali e
implantari; eliminare l’in-
fiammazione dentale e paro-
dontale; consultare il medi-
co curante in caso di neces-
sità.
Con l’affacciarsi di medicine
alternative ai bisfosfonati
orali, è necessario prestare
attenzione all’eventuale
comparsa di altri potenziali
effetti collaterali a carico del
cavo orale, anche mantenen-
dosi aggiornati in merito al-
l’evolversi delle tecnologie
che facilitano diagnosi pre-
coci e permettono di preve-
nire o trattare le complica-
zioni.
Secondo Otomo-Corgel, gli
odontoiatri devono com-
prendere il meccanismo d’a-
zione delle diverse terapie:
quelle parodontali e implan-
tologiche sono possibili in
questa tipologia di pazienti,
ma vanno valutate caso per
caso. Ancora una volta, assu-
me un’importanza partico-
lare lo scrupoloso manteni-
mento dell’igiene orale, così
come la terapia di manteni-
mento parodontale e il mo-
nitoraggio costante delle
condizioni della bocca.
«Dobbiamo continuare a in-
terpretare i dati provenienti
dalla ricerca nel contesto dei
bisogni espressi dai nostri
pazienti» scrive la dentista
americana, che sottolinea
poi come non esista «una
singola terapia sicura ed ef-
ficace per tutti».
Siccome le persone con
osteoporosi sono a maggior
rischio di malattia parodon-
tale e certi bisfosfonati uti-
lizzati dai pazienti osteopo-
rotici li pongono a maggior
rischio di osteonecrosi dei
mascellari, il trattamento
parodontale e la prevenzio-
ne diventano imperativi e
devono essere attuati anche
attraverso una collaborazio-
ne tra odontoiatri e altri
specialisti.
Renato Torlaschi
Otomo-Corgel J. Osteoporosis
and osteopenia: implications
for periodontal and implant
therapy. Periodontol 2000 2012
Jun; 59(1):111-39.
La terapia parodontalenel paziente con osteoporosi
PARODONTOLOGIA
Il trattamento con campi
magnetici statici ha aumen-
tato notevolmente la stabi-
lità degli impianti dentali e
ha ridotto la perdita ossea
durante le settimane iniziali
della guarigione. Sono i ri-
sultati di uno studio condot-
to presso l’università di
Teheran, in Iran, pubblicati
sulle pagine di Implant
Dentistry.
Secondo il protocollo di
trattamento proposto da
Brånemark, perché abbia
luogo l’osteointegrazione
dopo l’inserimento dell’im-
pianto sono necessari tre
mesi di guarigione per tes-
suti duri e tessuti molli e un
altro periodo variabile dai
tre ai sei mesi in cui non de-
vono essere applicati carichi.
Il tutto si traduce dunque in
almeno un anno di ridotta
qualità della vita, fatto che
può influire sulla stessa de-
cisione, da parte del pazien-
te, di ricorrere a una riabili-
tazione implanto-protesica.
Diverse ragioni hanno por-
tato a pensare che i campi
elettromagnetici statici pos-
sano abbreviare il periodo di
guarigione; ci sono infatti
evidenze scientifiche dei lo-
ro effetti terapeutici in caso
di fratture ossee ed è anche
noto che sono in grado di
promuovere la produzione
di Dna, Rna e proteine.
Gli odontoiatri iraniani
hanno dunque arruolato 20
pazienti, 11 uomini e 9 don-
ne, dall’età media di 42 anni
e mezzo, a cui doveva essere
estratto un singolo dente nel
settore anteriore dell'arcata
superiore e che desiderava-
no rimpiazzarlo con un im-
pianto. Dopo l’estrazione,
sono stati applicati imme-
diatamente impianti a vite
con abutment magnetici o
convenzionali nei due grup-
pi, di test e di controllo, in
cui sono stati suddivisi in
modo randomizzato i parte-
cipanti.
Il vantaggio dei magneti
permanenti è che non ri-
chiedono una fonte esterna
di energia per generare un
campo magnetico nell’area
circostante.
Dopo uno, due e tre mesi gli
autori dello studio hanno
registrato i cambiamenti del
livello dell’osso marginale
ed effettuato un’analisi con
radiofrequenza per verifica-
re la stabilità dell’impianto.
Ebbene, i campi statici gene-
rati dagli abutment magne-
tici hanno prodotto un au-
mento rilevante nei valori
del quoziente di stabilità im-
plantare (Isq) e minori cam-
biamenti nei livelli dell’osso
marginale nelle prime setti-
mane successive all’inter-
vento, anche se dopo tre me-
si le differenze tra i gruppi si
sono ridotte fino a non esse-
re più significative dal punto
di vista statistico.
La stabilità secondaria è
conseguenza della guarigio-
ne ossea e dell’osteointegra-
zione tra la superficie del-
l’impianto e l’osso; dipende
dalla formazione di osso e
dal rimodellamento dell’in-
terfaccia tra osso e impianto.
Altri ricercatori avevano
mostrato che i valori di Isq
restano stabili o migliorano
leggermente nelle prime
quattro-sei settimane, per
poi aumentare considerevol-
mente. In questo studio, il
miglioramento della stabi-
lità implantare rilevato nel
gruppo di test potrebbe es-
sere spiegato, secondo gli
autori, dall’effetto favorevo-
le dei campi magnetici sulla
formazione ossea, con la
conseguente riduzione del
periodo di guarigione.
Un risultato aggiuntivo otte-
nuto dalla sperimentazione
ha riguardato il posiziona-
mento immediato dell’im-
pianto che, in entrambi i
gruppi, non è stato in grado
di prevenire il riassorbimen-
to osseo delle creste alveola-
ri, fatto del resto già eviden-
ziato da altri studi.
Renato Torlaschi
Siadat H, Bassir SH, Alikhasi M,
Shayesteh YS, Khojasteh A,
Monzavi A. Effect of static ma-
gnetic fields on the osseointegra-
tion of immediately placed im-
plants: a randomized controlled
clinical trial. Implant Dent 2012
Dec; 21(6):491-495.
Campi magnetici per favorireguarigione e osteointegrazione
IMPLANTOLOGIA
<<
16DENTALevidence Review della letteratura internazionale17 << Review della letteratura internazionale DENTALevidence
<< FOCUS ON19 <<
Il tuo sito web ha un obiettivo
specifico? Lo chiede, quasi pro-
vocatoriamente, l’Internet
Marketing Consultant Mike
Pederson dalle colonne del
magazine americano Dental
Economics.
«Per il 99% degli odontoiatri
l’obiettivo numero uno è quel-
lo di convincere le persone a
chiamare il loro studio denti-
stico. Per questo – suggerisce
l’esperto – ogni pagina del sito
dovrebbe cercare di raggiunge-
re questo scopo». Dopo aver
esaminato centinaia di siti web
di studi odontoiatrici negli
Stati Uniti, Mike Pederson ha
scovato due errori ricorrenti,
che di fatto scoraggiano i po-
tenziali pazienti a contattare la
struttura: il numero di telefono
spesso è nascosto e risulta diffi-
cile comprendere il luogo in
cui si trova lo studio.
«Il numero di telefono dovreb-
be essere in alto a destra di
ogni pagina del tuo sito web –
consiglia Pederson – e il modo
più semplice per farlo è quello
di inserirlo nell’header del si-
to». Ovvero nella barra supe-
riore, nell’immagine di testa.
In questo modo l’utente visua-
lizzerà immediatamente i con-
tatti dello studio, senza doverli
cercare tra le pagine del sito.
Chi naviga su internet alla ri-
cerca di un dentista dovrebbe
trovare con immediatezza an-
che un’altra informazione, ov-
vero dove si trova lo studio. E
dovrebbe riuscire a capirlo nel-
la maniera più semplice possi-
bile. Come? Per gli esperti di
web maketing la soluzione
ideale è quella di collocare una
mappa ben visibile sul sito
web, magari posizionata al pie-
de della home page e nella si-
debar (la barra laterale) su tut-
te le altre pagine. «Questa posi-
zione consente ai visitatori di
vedere dove si trova lo studio
in modo semplice e rapido e di
capire quanto tempo impie-
gherebbero a raggiungerlo, da
casa o dal posto di lavoro».
«Spesso vedo siti web di studi
odontoiatrici senza mappa. È
un errore» sentenzia l’esperto,
convinto che se i potenziali pa-
zienti non saranno in grado di
capire immediatamente dove
si trova lo studio, è altamente
probabile che rimangano tali.
Consigli pratici a parte, la buo-
na regola generale da seguire
per chi si trova di fronte alla
progettazione o revisione del
proprio sito internet è quella
della funzionalità: inutile riem-
pire pagine web di informazio-
ni aggiuntive se vanno a disca-
pito di chiarezza, intuitività e
semplicità di accesso ai dati es-
senziali. Entrando nel sito in-
ternet di uno studio dentistico
– attività profondamente con-
dizionata dalle abitudini e da-
gli spostamenti territoriali dei
suoi pazienti – i visitatori do-
vrebbero quindi poter capire
in maniera estremamente faci-
le quali servizi offre, come fis-
sare un appuntamento e dove
si trova.
Dal passaparola
alle testimonianze
Una moda tutta americana è
quella dei testimonial, che in
questo caso saranno i pazienti
dello studio. Secondo gli esper-
ti americani può essere efficace
pubblicare online apprezza-
menti e riconoscimenti da par-
te dei pazienti passati e presen-
ti: aiuterebbe il visitatore a su-
perare, nel modo più autentico
possibile, i dubbi riguardo il
nuovo dentista a cui affidarsi.
Funzionerà anche da noi?
Tre errori da evitare
Glenn Lombardi, altro esperto
di strategie di marketing onli-
ne, fa il ragionamento inverso e
si chiede quali sono i principa-
li difetti nella progettazione di
un sito web che hanno l’effetto
di allontanare anziché attrarre
i visitatori. Ne individua tre, tre
difetti da evitare per fare buo-
na impressione nella prima vi-
sita al sito internet.
Anzitutto la forma grafica: «se
la grafica è vecchia e obsoleta, i
nuovi visitatori non trascorre-
ranno molto tempo sulle pagi-
ne del sito – spiega Lombardi
–. Il sito è il volto dello studio
dentistico sul web e dovrebbe
riflettere positivamente lo
standard di cura che viene of-
ferto ai pazienti».
L’altro errore da evitare è la
confusione nella navigazione e
la scarsa organizzazione del si-
to. Un sito ben concepito sarà
organizzato con pulsanti che
faranno accedere velocemente
alle informazioni che gli utenti
stanno cercando.
Infine, non va tralasciata
un’accurata presentazione del-
lo studio, delle sue attività, del-
lo staff che ci lavora. Accurata,
non lunga: comprendere il
profilo dello studio e ricevere
informazioni su cosa offre do-
vrebbe essere un’attività che ri-
chiede all’utente solo pochi se-
condi. «Se la tua home page
non ha queste informazioni
chiave, i visitatori passeranno
immediatamente a un altro si-
to web che esprime più chiara-
mente la sua finalità pratica»
avverte l’esperto, convinto che
«un sito ben concepito, con
contenuti interessanti, naviga-
zione intuitiva ed elementi di
design attraenti possa avere un
enorme impatto sulla capacità
di reclutare nuovi pazienti».
Come posizionarsi
sui motori di ricerca
Riuscire a ottenere “un posto al
sole” sui principali motori di
ricerca, Google in testa, è di
fondamentale importanza.
Può tradursi in un enorme
vantaggio sulla concorrenza,
soprattutto quando la ricerca
degli utenti sul web non è così
specifica da condurli ai risulta-
ti che si aspettano di ottenere.
In altre parole, bisogna andare
incontro all’utente e saper farsi
trovare prima ancora di essere
cercati. Ecco perché diventa
importante guardare al web
marketing, ovvero a tutte le at-
tività e le strategie finalizzate a
dare visibilità e traffico qualifi-
cato a un sito web. Per l’odon-
toiatra che vuole sfruttare le
potenzialità del web per pro-
muovere la propria immagine
e i propri servizi, la realizzazio-
ne del sito internet è dunque
solo il primo passo di un lungo
percorso. Il secondo step è pro-
prio l’ottimizzazione sui mo-
tori di ricerca (Seo, search engi-
ne optimization).
Per posizionarsi al meglio e in-
traprendere una serie di atti-
vità accessorie che aiutino a
portare traffico di qualità al si-
to e che favoriscano la conver-
sione della visita in un reale
contatto è però quasi obbliga-
torio affidarsi a società di con-
sulenza.
«La consulenza inizia con un
vero e proprio percorso di ana-
lisi (e sessioni di business coa-
ching), che tenga conto delle
attuali condizioni dello studio
dentistico, dell’analisi territo-
riale e del mercato in cui ope-
ra, dei concorrenti, degli obiet-
tivi a breve e lungo termine, ra-
gionando in termini di effi-
cienza ed efficacia operative –
spiega Emanuela Anedda, tito-
lare dello Studio Profit & Loss
Milano, specializzata nel setto-
re della consulenza aziendale,
marketing e commerciale, on e
off line –. Gli odontoiatri in
genere dichiarano di acquisire
clientela attiva quasi esclusiva-
mente mediante il passaparola,
sottovalutando l’efficacia delle
tecniche di comunicazione più
moderne, che mirano all’im-
plemento del business me-
diante azioni di marketing on
line, proximity marketing, co-
marketing, analisi e interventi
sulla reputation».
Andrea Peren
Il tuo sito webattrae davvero i pazienti?Qualche consiglio dagli esperti americani di web marketing. Le caratteristiche essenziali del sito internet dello studio odontoiatrico sono la semplicità e la completezza nel fornire le informazioni di base
<<EDUCATION & MEETING NEWS << 20<<
Scienza del comportamentoper essere più competitiviIn occasione del primo congresso di Behavior Analysis in Dentistry imassimi esperti del settore si ritrovano per discutere di strategie ineditevolte ad aumentare produttività e qualità dello studio
Il primo congresso di psico-
logia odontoiatrica dal titolo
“L’ultima risorsa per l’odon-
toiatria privata in Italia:
l’Applied Behavior Analysis”,
in programma giovedì 9
maggio a Verona (Palazzo
della Gran Guardia) nell’am-
bito della conferenza interna-
zionale dell’Association for
the Advancement of Radical
Behavior Analysis (Aarba),
mette in luce l’esigenza di ap-
plicare i principi e le tecniche
dell’analisi del comporta-
mento in campo odontoiatri-
co, con l’intento di fornire ai
professionisti gli strumenti
indispensabili per poter af-
frontare e superare i nuovi
scenari competitivi che il set-
tore sta presentando.
«L’odontoiatria italiana –
spiega il professor Fabio
Tosolin, presidente della so-
cietà italiana di psicologia
scientifica Aarba – sta vivendo
una trasformazione radicale.
Come ampiamente previsto
da Carlo Guastamacchia più
di vent’anni fa, le società di ca-
pitali e il franchising sostitui-
scono i tanti piccoli studi pro-
fessionali odontoiatrici che
costituivano l’ossatura delle
cure dentali in Italia. È anche
in atto un processo di assimi-
lazione delle strutture: in tutti
gli studi odontoiatrici e in tut-
ti i paesi del mondo, lo si vede
anche nell’est europeo, è oggi
possibile realizzare strutture
con livelli di strumentazione,
prodotti e know-how simili o
addirittura identici. Perfino le
iniziative e i piani di marke-
ting sono sempre più assimi-
lati; tutti possono acquistare
pagine di quotidiani o studia-
re siti web accattivanti».
Secondo l’esperto c’è una
sola cosa che non tutti gli
studi riescono a reperire: il
comportamento dei membri
dello staff. «Chi non com-
prende che il successo dello
studio è funzione dei com-
portamenti agiti da tutti i
membri dello staff – conti-
nua Fabio Tosolin – siano
essi due o duecento, non ha
alcuna probabilità di rispon-
dere alle problematiche
emergenti nell’attuale situa-
zione socio-economica re-
cessiva».
Modificare
i comportamenti
Tosolin spiega che il com-
portamento motorio, verba-
le e anche emotivo dei mem-
bri dell’équipe è il primo re-
sponsabile dei successi tera-
peutici, della produttività,
della qualità e in ultima ana-
lisi dei margini di profitto
dello studio. Ma a differenza
di strumenti e know-how, i
comportamenti non sono
immutabili.
«Tradizionalmente si pensa
che i comportamenti siano
connaturati al carattere o al-
la personalità della persona.
Niente di più falso. A sorri-
dere, annuire, assistere, pas-
sare i ferri si impara. E si im-
parano anche i comporta-
menti sovraordinati, come
fermarsi volontariamente
fuori orario o prendere da
soli iniziative eccellenti, fi-
nanche al sacrificio persona-
le a favore dello studio e non
del tornaconto personale
immediato».
Behavior Analysis
come strumento di successo
Secondo le convinzioni di
Tosolin, la chiave di volta
che permette di ottenere tut-
to questo è una scienza, la
Behavior Analysis o analisi
comportamentale, che con-
sente di misurare, modifica-
re e sviluppare frequenza e
precisione dei comporta-
menti lavorativi. Un metodo
evidence-based che consente
di prevedere con ragionevo-
le certezza cosa si ottenga
mutando le contingenze la-
vorative. I vantaggi che ne
derivano sono innumerevo-
li, in tutte le aree. Per esem-
pio, sul versante della com-
pliance, è evidente quanto
possa contare la capacità di
ottenere il 100% di richiami
per l’igiene, di ottenere ade-
sione e rapporto fiduciario
al trattamento e alle sue
condizioni economiche. Sul
versante delle attività extra-
cliniche o di marketing sani-
tario i vantaggi vanno dalla
capacità di prevenire e risol-
vere reclami, ottenere rispet-
to degli accordi per appun-
tamenti e pagamenti o svi-
luppare un passaparola vo-
lontario di pazienti e colla-
boratori.
«Tanto rigore e metodo non
erano certamente indispensa-
bili nella pratica professiona-
le degli anni ’80 – afferma il
professor Tosolin – quando
l’enorme numero di pazienti
doloranti unito a una diffusa
cultura di soggezione verso
l’odontoiatra consentivano
allo studio ampi margini di
spreco e di imprecisione nella
comunicazione al paziente e
nella motivazione dei colla-
boratori. Oggi per rimanere
nel novero degli studi effi-
cienti e profittevoli è impre-
scindibile adottare esclusiva-
mente i metodi certi e speri-
mentati della scienza del
comportamento».
Il tema conduttore del con-
gresso è quindi la leadership,
frutto di azioni scientifica-
mente programmate e certe,
di cui sono chiamati a parlare
Aubrey Daniels, massimo
esponente scientifico al mon-
do di performance manage-
ment, seguito da Daniel J.
Moran, studioso delle tecni-
che per il rapporto con il pa-
ziente. Gli interventi di
Roberto Weinstein, Giuseppe
Siciliani, Raffaello Cortesi e
altri relatori toccano un tema
legato a questo filo condutto-
re, con presentazione di dati
scientifici. «Simbolicamente –
conclude Tosolin – la grande
tavola rotonda finale condot-
ta da Carlo Guastamacchia
serve a portare all’attenzione
dei massimi rappresentanti
del mondo odontoiatrico la
proposta di una gestione glo-
bale dello studio fondata sul-
l’evidenza sperimentale e
dunque su dimostrazioni di
efficacia».
Rachele Villa
> Fabio Tosolin
Tel. 02.40047947
www.aba-italy.it
Per informazioni
<<
Video 3D e alta risoluzioneal congresso di RiminiIl congresso degli Amici di Brugg si rinnova e punta forte sulle nuove tecnologie: dall’intervento chirurgico in 3D alla proiezione di immagini in alta definizione. Si sperimenta così una nuova esperienza congressuale
Dottor Scotti, le immagini
3D sono la principale novità
del congresso. Che tipo di
esperienza didattica può dar-
ci questa tecnologia?
La vera novità è la ripresa te-
levisiva in diretta di un in-
tervento su paziente effet-
tuata con la tecnologia 3D.
Si tratta di una primizia a li-
vello europeo che siamo riu-
sciti a realizzare grazie al-
l’impegno del nostro amico
Salvatore Bellocco della Gds
Communication.
La scelta del 3D non è moti-
vata dalla volontà di “stupire”
i partecipanti con effetti spe-
ciali. La qualità delle immagi-
ni in una professione chirur-
gica, e ancor più nella nostra
professione, è parte integran-
te del messaggio scientifico.
Ma ciò che intendiamo otte-
nere con il 3D è molto di più:
attraverso la tridimensiona-
lità si raggiunge la visione del
dettaglio e l’esperienza visiva
è simile a quella dell’occhio
umano, perché si percepisce
la profondità del campo. Con
questa tecnologia si riesce
davvero a portare i parteci-
panti a fianco della poltrona
del dentista e metterli nelle
condizioni di “catturare” ogni
singolo dettaglio dell’inter-
vento.
In pratica sabato pomeriggio
saremo in 1.500 persone al-
l’interno dello studio del dot-
tor Valbonesi, senza dover al-
lungare il collo per vedere ol-
tre le sue spalle e senza calpe-
starci l’un l’altro per avere
uno spiraglio di visibilità!
E l’odontotecnico Bonfiglioli
sarà virtualmente circondato
da altrettante persone mentre
svolge il suo lavoro.
Ma le novità non si fermano
qui. Ci sarà anche un’altra
soprpresa che, grazie a un
alto grado di interattività, ci
permetterà di coinvolgere
ancor più i partecipanti al
congresso.
Quali sono le altre novità or-
ganizzative e tecnologiche di
quest’anno?
Da cinquant’anni l’obiettivo
del congresso degli Amici di
Brugg è quello di offrire un
congresso dai contenuti pra-
tici, che nella modalità di in-
segnamento si sviluppi quasi
come un corso.
Per affinare un format con-
gressuale di questo tipo, ol-
tre all’introduzione del 3D,
abbiamo puntato forte sul-
l’alta definizione delle im-
magini che verranno proiet-
tate in sala. Come ho già det-
to, l’alta qualità dei filmati e
delle immagini cliniche met-
te tutti i partecipanti nelle
condizioni di seguire a pieno
gli interventi dei relatori,
dalla prima fila come dal
fondo della sala. Abbinato
all’alto livello scientifico del-
le relazioni, siamo certi di
offrire un aggiornamento
professionale realmente frui-
bile dalla platea.
Accanto agli aspetti tecnolo-
gici abbiamo voluto allargare
la divulgazione scientifica
con metodi tradizionali. Mi
riferisco ai Quaderni di ag-
giornamento odontoiatrico
degli Amici di Brugg: testi
scientifici approfonditi e ben
noti che, grazie alla dovizia di
foto, hanno la “leggerezza” e
la “funzionalità” di manuali
che rappresentano un sup-
porto di grande utilità nel-
l’attività clinica quotidiana.
La novità di quest’anno è nel
fatto che siamo stati in grado
di distribuirne addirittura
due, perché siamo consape-
voli della loro utilità per i
colleghi.
Insomma apriamo alle nuove
tecnologie ma non dimenti-
chiamo l’autorevolezza della
carta stampata e la praticità
che è in grado di darci il libro.
La struttura del congresso è
sostanzialmente quella degli
altri anni, con il giovedì pre-
congressuale e il venerdì e il
sabato di congresso. C’è
qualche novità di rilievo da
questo punto di vista?
Le novità sono nella giornata
di giovedì: una giornata pre-
congressuale ricca di eventi di
durata limitata, piacevoli da
seguire e che permettono di
personalizzare l’esperienza
congressuale.
In questi mesi abbiamo col-
laborato con le aziende per
elevare sempre di più il livel-
lo scientifico dei corsi tecno-
logici da loro sponsorizzati
(vedi box in questa pagina,
ndr).
Crediamo molto in questi
corsi come opportunità di ag-
giornamento merceologico.
Che significato ha il corso di
formazione professionale per
venditori aziendali?
Il corso, realizzato in in colla-
borazione con Ancad e l’uni-
versità Bocconi, vuole forma-
re degli informatori aziendali
partendo da quelle che sono
le esigenze dei loro clienti:
noi dentisti.
Per gli Amici di Brugg i ven-
ditori e le aziende del settore
sono parte integrante del
mondo odontoiatrico e par-
tecipano di fatto alla vita de-
gli studi dentistici. Il corso
che organizziamo da qual-
che anno ha due obiettivi di-
chiarati: da una parte si vuo-
le coltivare un atteggiamen-
to di collaborazione con
questa figura professionale;
dall’altro si cerca di fornirgli
delle conoscenze che siano
utili per sviluppare un rap-
porto proficuo con gli
odontoiatri.
Non dimentichiamoci che il
rappresentante, quando por-
ta nei nostri studi dei conte-
nuti informativi – e non delle
offerte commerciali da super-
mercato –, ci offre un servizio
estremamente utile per la no-
stra professione.
Accreditamento Ecm e con-
gresso online. Come vi siete
organizzati?
Quest’anno, con un sistema
che ha richiesto l’impegno
dei nostri provider Gds
Communication e Beta
Eventi, siamo riusciti a orga-
nizzare un doppio accredita-
mento Ecm: sia residenziale
che Fad.
Questa seconda possibilità,
attraverso due corsi di ap-
profondimento relativi agli
argomenti congressuali, ci
permetteranno di assegnare
un consistente numero di
crediti Ecm ai partecipanti
che assommeranno i crediti
residenziali a quelli che po-
tranno ottenere comoda-
mente a casa riguardando gli
approfondimenti sulle tema-
tiche affrontate.
Un “ripasso” e un “confron-
to” estremamente utile e in-
novativo sotto il profilo di-
dattico, perché consente ai
partecipanti del congresso di
rivedere online le relazioni
di specifico interesse. In
questo modo anche il que-
stionario Ecm online diven-
ta esso stesso uno strumento
didattico: viene compilato
in maniera ragionata, c’è la
possibilità di verificare la
correttezza delle risposte e si
può approfondire riguar-
dando i filmati.
Questa, più che una novità, la
definisco un “affinamento”
della didattica, con l’ausilio
della più moderna tecnologia
a supporto del tradizionale
concetto di divulgazione
scientifica in senso pratico,
peculiarità della nostra asso-
ciazione.
Andrea Peren
<< EDUCATION & MEETING NEWS21 <<
> Renato Scotti di Uccio
I CORSI TECNOLOGICI AL CONGRESSO DI RIMINI
Giovedì 23 maggio
CCaadd--ccaamm ee rraaddiioollooggiiaa,, nnuuoovvii ssttrruummeennttii aallllaa ppoorrttaattaa ddii ttuuttttii
Relatori: Guido Garotti, Andrea Gandolfi
Sponsor: Carestream Dental
Giovedì 23 maggio
LLaa ccrriissii iinn ooddoonnttooiiaattrriiaa.. CCoommee ssuuppeerraarree llee ddiiffffiiccoollttàà ccoonn llee pprroopprriiee
rriissoorrssee eedd eenneerrggiiee
Relatori: Federica Fonzar, Gianluca Pedrazzini
Sponsor: Dental Coaching
Giovedì 23 maggio
NNuuoovvii aapppprrooccccii aallll''ooddoonnttooiiaattrriiaa mmooddeerrnnaa ee aallll''oorrttooddoonnzziiaa eesstteettiiccaa
Relatori: Alberto De Chiesa, Claudio Cortesini, Gaetano Pugliese,
Biagio Di Dino, Antonio Berardi, Massimiliano Bucceri
Sponsor: Nuvola by Geo
Giovedì 23 maggio
SSAAFF SSyysstteemm:: eennddooddoonnzziiaa aa iinnvvaassiivviittàà mmiinniimmaa
Relatori: Francesco De Simone, Raviv Zary
Sponsor: STS Medical
Giovedì 23 maggio
DDiiggiittaall DDeennttiissttrryy.. NNuuoovvoo aapppprroocccciioo cclliinniiccoo iinntteerrddiisscciipplliinnaarree bbaassaattoo
ssuullll’’iimmpprroonnttaa oottttiiccaa.. TTeeccnniicchhee iinntteeggrraattee ffrraa ssttuuddiioo ee llaabboorraattoorriioo
Relatori: Stefano Biacchessi, Cesare Robello, Mauro Fazioni,
Riccardo Scaringi, Alfonso Baruffaldi, Massimiliano Pisa
Sponsor: Sirona
Giovedì 23 maggio
IIll ppeennssiieerroo llaatteerraallee iinn iimmppllaannttoopprrootteessii
Relatori: Gian Edilio Solimei, Gaetano Calesini
Sponsor: Sweden&Martina
Giovedì 23 maggio
IIll ddiiggiittaallee iinn ooddoonnttooiiaattrriiaa.. AAnnttiicciippiiaammoo ii tteemmppii,, uusscciiaammoo ddaalllloo ""ssttaattoo
ddii aatttteessaa"" ee ggeessttiiaammoo iill nnoossttrroo ssttuuddiioo ddaa iimmpprreennddiittoorrii ddii ssuucccceessssoo
Relatori: Lilia Bortolotti
Sponsor: Revello
Venerdì 24 maggio
NNuuoovvee tteeccnnoollooggiiee ppeerr ll’’iiggiieennee ddeennttaallee
Sponsor: Johnson&Johnson
Il 56° congresso degli Amici di Brugg si terrà come ogni an-
no alla Fiera di Rimini (ingresso ovest). Tre i padiglioni dedi-
cati alla fiera merceologica (C7, A7, A5) e tre alle sessioni
scientifiche (C5, C2, Auditorium). L’appuntamento è fissato
per il 2233,, 2244 ee 2255 mmaaggggiioo e sono attesi circa 1.500 partecipan-
ti da tutta Italia.
Se il programma scientifico rappresenta – non potrebbe esse-
re altrimenti – l’aspetto più rilevante del congresso, è pur ve-
ro che la logistica, l’organizzazione e le novità tecnologiche
incidono direttamente sull’esperienza congressuale dei parte-
cipanti, sul modo in cui vivono e fruiscono l’evento.
Italian Dental Journal ha raggiunto RReennaattoo SSccoottttii ddii UUcccciioo, se-
gretario dell’Associazione e figura importantissima del congres-
so perché ne guida la macchina organizzativa. Con lui abbiamo
dato un’occhiata alle novità di questa edizione del congresso,
soprattutto dal punto di vista organizzativo e tecnologico.
56° CONGRESSO AMICI DI BRUGG
Rimini, 23-25 maggio
Rimini Fiera, ingresso ovest
Padiglioni espositivi: C7 - A7 - A5
Padiglioni congressuali: C5 - C2 - Auditorium
LE NOVITÀ DEL CONGRESSO
� Proiezione in 3D dell’intervento in diretta satellitare
� Proiezione in HD di tutte le relazioni in sala
� Accreditamento ECM sia residenziale che FAD
� Due “quaderni di aggiornamento” in omaggio
Per informazioni: Adriapoint
Tel. 0541.793025 r.a.
www.amicidibrugg. i t
<< EDUCATION & MEETING NEWS23 <<EDUCATION & MEETING NEWS << 22<<
Premium Day Sweden & MartinaLa dodicesima edizione del Premium Day, approfondimento
scientifico in implantologia organizzato dall’azienda Sweden &
Martina, si terrà all’interno del Palazzo della Ragione di Padova
dal 6 all’8 giugno.
I lavori inizieranno nella giornata di giovedì 6 giugno con il cor-
so precongressuale affidato al professor Niklaus P. Lang e al dot-
tor Ignazio Loi, protagonisti rispettivamente delle relazioni dal
titolo “Treatment strategies for the mutilated dentition”(con tra-
duzione simultanea) e “Rapporto tra contorno protesico e tessu-
ti gengivali”, che occuperanno l’intera giornata.
Nelle due giornate successive il salone del Palazzo della Ragione
sarà teatro del programma scientifico per odontoiatri. Sul palco
allestito all’ombra del gigantesco cavallo ligneo, copia rinasci-
mentale di quello del monumento al Gattamelata di Donatello,
si alterneranno alcuni tra i più grandi esponenti del mondo
odontoiatrico internazionale, che offriranno un crescendo di in-
terventi di approfondimento e confronto suddivisi in cinque ses-
sioni: “Cosa abbiamo imparato in 30 anni di chirurgia implanta-
re” e “di protesi su impianti”, “Protesi. Nuovi orizzonti della pro-
tesi su impianti”, “Rigenerazione tissutale. Gestione dei tessuti
duri e molli” e infine “Le chiavi del successo implantoprotesico”.
Parallelamente, in altre sale del palazzo, saranno allestite le ses-
sioni specifiche per odontotecnici, per igienisti dentali e per assi-
stenti di studio.
Durante le giornate congressuali sarà possibile visitare tutte le sa-
le del Palazzo della Ragione e il Museo del Rinascimento. Come
già nelle precedenti edizioni del congresso Premium Day, anche
quest’anno sarà allestita una grande festa di gala presso il parco
dell’azienda, con musica dal vivo e open-bar, che rappresenterà
tra l’altro l’occasione per concludere i festeggiamenti per il 40°
anniversario di Sweden & Martina.
L’edizione spagnola del Premium Day
Intanto Sweden & Martina Mediterranea – base spagnola della
casa madre italiana – comunica di aver organizzato per il 7, 8 e 9
novembre di quest’anno l’atteso remake del congresso tenutosi
nel 2011, annunciando così la seconda edizione del Premium
Day in Spagna.
Sede dell’evento sarà ancora il centro congressi Eurobuilding
4 di Madrid, che ospiterà un cospicuo gruppo di eccellenti re-
latori già a partire dalla giornata dei corsi precongressuali.
Giovedì 7 novembre saranno infatti ben quattro i corsi teori-
co-pratici di approfondimento tenuti dai relatori Juan Faus
(corso di chirurgia con utilizzo delle suture), Marco Csonka
(corso molto atteso sulle tecniche di applicazione del rivolu-
zionario apparecchio Magnetic Mallet), Giuseppe Iaria (corso
sull’utilizzo dei laser), Giorgio Carusi (approfondimento del-
la tecnica Mise).
Il congresso scientifico, presieduto anche in questa seconda edi-
zione dal professor Mariano Sanz Alonso, decano della presti-
giosa Università Complutense di Madrid, e dal professor Ugo
Covani, da sempre referente scientifico di Sweden & Martina,
prevede la presenza di relatori delle più importanti università
spagnole – quali lo stesso Sanz ma anche i professori Juan
Manuel Aragoneses, Juan Carlos De Vicente, Maximino
Gonzalez, José Maroto, Miguel Penarrocha, Guillermo Pradies,
Eugenio Velasco – e moltissimi illustri nomi dell’odontoiatria
spagnola, tra i quali spiccano Fernando Bustillo, Calvo de Mora
e José Manuel Vásquez Moreno.
Gli argomenti trattati verteranno su estetica in implantologia,
carico immediato, protesi su impianti con tecnologia Cad-Cam,
oltre a una rassegna delle collaudate o nuovissime tecnologie ab-
bracciate e proposte dall’azienda: il dispositivo Magnetic Mallet,
la chirurgia guidata, la chirurgia piezoelettrica, il laser in chirur-
gia. Relatore italiano di eccellenza sarà il dottor Ignazio Loi, che
presenterà la sua tecnica Bopt (Biologically Oriented
Preparation Technique) per la preparazione a finire del monco-
ne naturale: questa tecnica, documentata dalla sua lunga espe-
rienza clinica, consente l’adattamento delle mucose ai profili
protesici determinati dalle corone e ha dimostrato di garantire la
stabilità dei tessuti a medio e lungo termine.
Sweden & Martina spa
Rossella Tosello - [email protected]
Tel. 049.9124300 - Fax 049.9124290
www.sweden-martina.com
Per informazioni
Il contenzioso in odontoiatriaIl contenzioso in odontoiatria: come prevenirlo e come trattarlo.
È questo l’argomento di un corso monotematico organizzato a
Brescia (Hotel Villa Fenaroli) l’11 maggio dall’Accademia italia-
na di endodonzia (Aie).
«Negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento del numero
delle richieste di risarcimento per malpractice e la crescita del
contenzioso ha rinnovato l’interesse per le problematiche legate
alla responsabilità odontoiatrica» afferma Giuseppe De Caroli,
presidente Aie.
Negli ultimi decenni la giurisprudenza ha cambiato il proprio
orientamento nell’individuare la parte cui incombe l’onere della
prova nelle cause di risarcimento del danno da colpa medica: og-
gi la presunta parte lesa (il paziente) ha solo il dovere di dimo-
strare l’avvenuta prestazione professionale cui sarebbe consegui-
to il danno. Al contrario, al professionista incombe l’onere di
provare di avere posto in essere ogni possibile accorgimento per
agire secondo le regole dell’arte, dimostrando di aver operato
con perizia, diligenza e prudenza. «Oggi, dunque, l’odontoiatra
deve possedere non solo capacità tecnico-professionali tali da
permettergli di gestire correttamente la pratica clinica, ma anche
avere competenze necessarie per gestire possibili contestazioni
del proprio operato e un eventuale contenzioso» riflette
Massimo Mariani, coordinatore del corso che è rivolto a odon-
toiatri, studenti di odontoiatria e igienisti dentali.
Il si prefigge l’obiettivo di fornire un approfondimento medico-le-
gale e giurisprudenziale in grado di puntualizzare e chiarire le mo-
dalità di informazione, consenso e gestione dei dati clinici, nonché
le obbligazioni fra le parti. Saranno descritti gli aspetti relativi alla
responsabilità professionale e al nesso causale fra la condotta e l’e-
vento dannoso, verrà sviluppato il tema della rilevanza del consen-
so informato e delle caratteristiche necessarie affinché lo stesso
possa considerarsi validamente prestato e saranno analizzati i di-
versi orientamenti giurisprudenziali in materia di responsabilità
medica. Le tematiche saranno sviluppate prendendo in considera-
zione tre diversi punti di vista: quello del medico legale, quello del-
l’avvocato e quello del clinico con competenze in odontoiatria fo-
rense. Quest’ultimo, in particolare, descriverà l’importanza della
documentazione clinica e radiografica che ogni professionista de-
ve sempre eseguire, non solo per realizzare la “miglior pratica cli-
nica”, ma anche – e soprattutto – per l’autotutela del medico in ca-
so di contenzioso con il paziente. Attraverso la presentazione ico-
nografica di casi clinici realmente avvenuti in varie branche odon-
toiatriche verranno mostrati non tanto gli errori clinici nei tratta-
menti, quanto gli aspetti critici negativi di comportamento del
medico che hanno innescato il contenzioso.
MJ Eventi Sas
Tel. 055.576856 - Fax 055.5059360
www.mjeventi.com
Per informazioni
Congresso SiasoSiaso, il Sindacato italiano assistenti di
studio odontoiatrico, ha organizzato
per sabato 1 giugno a Vicenza il suo
congresso nazionale. Il programma
dell’incontro prevede una relazione di
Fabio Tosolin, psicologo e presidente
dell’Association for the Advancement
of Radical Behavior Analysis (Aarba),
sull’importanza di lavorare in sicurez-
za all’interno dello studio odontoia-
trico (seguendo una metodologia
scientifica). Interverrà poi Roberto Lombardi dell’Inail (ex
Ispesl) per parlare del rischio biologico nell’attività odontoiatri-
ca e delle misure di sicurezza da attuare in base al D.Lgs 81/08.
Prima della pausa pranzo, il dibattito sindacale entra nel vivo con
una tavola rotonda dal titolo “Problematiche occupazionali degli
studi odontoiatrici, perché il profilo Aso non va in porto?”.
«Ascolteremo opinioni provenienti da diverse realtà del mondo
associativo odontoiatrico e dalla voce di alcuni rappresentanti
delle istituzioni» ci ha anticipato Fulvia Magenga, segretario ge-
nerale Siaso. Alla tavola rotonda parteciperanno Onorio Rosati e
Carlo Borghetti (consiglieri della Regione Lombardia), Franco
Martini (Cgil), Mario Piovesan (Cisl), Marco Paolo Nigi
(Confsal), Marialice Boldi (Aidi), Laura Antonia Marino
(Unid), Alberto Libero (Andi), Claudio Palerma (Italia Impresa)
e Maria Grazia Cannarozzo (Coi-Aiog).
A concludere la giornata di confronto sul mondo del lavoro del-
l’assistente di studio odontoiatrico saranno Paola Barbera (pre-
sidente Idea) e Annamaria Girardi (presidente Aiaso), che saran-
no protagoniste di una riflessione sulla professione Aso e sulla
sua formazione.
Siaso ha anche reso noto di aver accettato l’invito a partecipare
alla tavola rotonda su temi odontoiatrici che si terrà nell’ambito
del congresso Aarba (www.aarba.eu) in programma a Verona il
9 maggio. La discussione sarà incentrata sull’Applied Behavior
Analysis come risorsa per l’odontoiatria privata: gli strumenti
psicologici indispensabili per poter affrontare e superare i nuovi
scenari competitivi che il settore sta presentando.
Siaso - www.siaso.it - [email protected]
Cell. 338/7801837 - Cell. 347.2644330
Per informazioni
> Fulvia Magenga
> Niklaus P. Lang > Ignazio Loi
> Ugo ovani > Mariano Sanz
Ical Med – Centro Radiologico Odontoiatrico ha organizzato per
venerdì 3 maggio presso la sua sede di San Miniato (Pisa) un cor-
so teorico pratico dedicato all’utilizzo della TC Cone Beam in
odontoiatria.
Il programma scientifico prevede la trattazione di argomenti stret-
tamente riconducibili all’attività di clinica di tutti i giorni, a parti-
re da come ottenere tutte le informazioni necessarie al caso in esa-
me fino all’analisi del modo in cui i piani di ricostruzione e di ac-
quisizione possono condizionare un progetto di implantologia
guidata. La finalità del corso sarà quella di far acquisire ai parteci-
panti anche le nozioni di base relative all’utilizzo della tecnologia
Cone Beam; per questo sia il piano di di acquisizione (o piano
scout) sia il piano di ricostruzione verranno ampiamente spiegati
e discussi in tutte le loro variabili chiave.
È il dottor Biagio Di Dino, relatore del corso, a ricordarci i vantag-
gi principali del Cone Beam: «in pratica questa tecnologia è l’evo-
luzione della Tac in odontoiatria. Grazie ad essa però possiamo
contare su una bassa dose di radiazione al paziente. Dal punto di
vista diagnostico ci offre qualità di immagine eccellente e alta pre-
cisione. Le immagini possono essere acquisite in alta definizione in
caso di particolari valutazioni o acquisi-
zione standard per il lavoro di routine –
dice Di Dino, che tra l’altro è autore del li-
bro “Atlante del Cone Beam, immagini
volumetriche 3D” (www.conebeam.it) –.
Questa tecnologia – continua l’esperto –
ci offre una procedura efficiente per l'in-
dagine, mediante un posizionamento fa-
cile del paziente, tempi di scansione e ri-
costruzione rapidi ed è compatibile con i
principali sistemi di guida di perforazione
e di navigazione chirurgica».
Ical Med - [email protected] - www.icalmed.it
Tel. 0571.419761 - Fax 0571.403616
Il Cone Beam in odontoiatria
Per informazioni
> Biagio Di Dino
Dopo il successo riscontrato lo scorso anno, prosegue la pro-
grammazione dei “corsi dedicati” degli Amici di Brugg, nati
dalle richieste di approfondimento pervenute dai frequentato-
ri del corso di alta formazione.
Ciascun corso teorico-pratico è una “full immersion” di due
giorni su una tematica specifica, con circa 16 ore di lezione.
Riservati a odontoiatri e odontotecnici, questi incontri hanno
caratteristiche essenzialmente pratiche. Specifiche strutture,
atte all’esecuzione delle singole fasi di lavoro, saranno a com-
pleta disposizione dei partecipanti nelle varie sedi in cui ver-
ranno svolti i corsi. L’organizzazione, interamente garantita
dagli Amici di Brugg, non mancherà di coniugare le attività di
carattere scientifico-applicativo a momenti d’incontro convi-
viale, nell’atmosfera di amicizia che contraddistingue tutte le
iniziative dell’Associazione fin dalla sua nascita.
I prossimi corsi in programma (con date e sedi ancora da de-
finire) sono “Il digitale in odontoiatria: fotografia, Cad-Cam,
Smile Design”, “La programmazione della protesi estetica” e
“Occlusione nella pratica quotidiana. Preparazioni protesiche,
registrazioni endoextra orali, esecuzione di casi reali”.
Programmi completi, sedi e date vengono aggiornati sul sito
www.amicidibrugg.it
I corsi monotematicidegli Amici di Brugg
FATTI & PERSONE << 24<<
Mantenimento implantare: il master per igienisti dell’università di Pisa Lo scorso febbraio a Lido di
Camaiore (Lucca) si è con-
cluso il master di I livello in
implatoprotesi orale orga-
nizzato dall’università di
Pisa e rivolto ai laureati in
igiene dentale. Il corso si è
tenuto presso l’Istituto
Stomatologico Toscano nel-
l’arco dell’anno accademico
2011-2012 e ha coinvolto
igienisti dentali provenienti
da tutte le regioni italiane e
con diversi livelli di espe-
rienza, da giovani neolau-
reati a professionisti affer-
mati.
Obiettivo del master è quel-
lo di offrire una formazione
specialistica e permanente
sull’implantopotesi orale e,
in particolare, sulla terapia
di mantenimento implanta-
re. Com’è noto, tale pratica
terapeutica ha assunto negli
anni un rilievo sempre mag-
giore a causa della crescente
diffusione delle ricostruzio-
ni protesiche implanto-sup-
portate. È necessario quindi
che l’igienista dentale cono-
sca in modo approfondito
sia la componentistica dei
manufatti implanto-protesi-
ci sia le tecniche di manu-
tenzione igienica degli stessi.
Il master in implantoprotesi
orale dell’università di Pisa
ha affrontato entrambi que-
sti aspetti, senza dimenticare
le fondamentali basi anato-
miche e fisiologiche né gli
aspetti microbiologici, gene-
tici e traumatici che sono le
cause principali dell’insuc-
cesso implanto-protesico.
Le lezioni sono state tenute
da alcuni tra i più importan-
ti esperti in questo campo
presenti in Italia, inclusi do-
centi e ricercatori universi-
tari, tecnici, odontoiatri e
igienisti dentali con specia-
lizzazione in implantoprote-
si, tutti selezionati dal diret-
tore del master, il professor
Ugo Covani, e dalla dotto-
ressa Annamaria Genovesi. I
professionisti intervenuti
hanno presentato agli allievi
i più aggiornati dati della
letteratura scientifica, ma
anche casi clinici che hanno
offerto utili spunti di discus-
sione.
Particolare attenzione è stata
riservata alle tecniche anti-
microbiche, laser-assistite e
glicino-assistite, così come
alle strumentazioni sia ma-
nuali che ultrasoniche con
materiali idonei a non dete-
riorare le strutture implan-
tari. Grande interesse hanno
suscitato le lezioni dedicate
alla diagnostica per immagi-
ni, essenziale per una valuta-
zione completa dei tessuti, e
quelle sulla diagnosi delle
patologie dei tessuti perim-
plantari attraverso l’utilizzo
del sondaggio con sonde
manuali ed elettroniche e la
compilazione di indici mo-
dificati.
Infine, poiché il successo
della protesi su impianti non
può essere totalmente ascri-
vibile alle pratiche di mante-
nimento eseguite dal profes-
sionista ma anche alle ma-
novre di igiene domicilare, il
master non poteva tralascia-
re le tecniche di motivazione
e di istruzione del paziente
al corretto utilizzo dei presi-
di più adeguati alle diverse
tipologie di protesi implan-
to-supportate.
Al termine del ciclo di lezio-
ni, ogni studente ha soste-
nuto la discussione di una
tesi di diploma su un argo-
mento scelto tra quelli esa-
minati durante il corso.
Quest’anno inoltre i parteci-
panti, sotto la supervisione
della dottoressa Genovesi,
hanno dato vita a un gruppo
di studio dal quale verrà
tratto un manuale di terapia
di mantenimento implanta-
re rivolto ai professionisti e
molto utile anche agli stu-
denti dei corsi di laurea in
igiene dentale.
Massimiliano Fasci
Italian Dental Journal Anno VIII - numero 5 - aprile (2) 2013Mensile di attualità, informazione, cultura
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Hanno collaborato in questo numero:Cosma Capobianco, Giampiero Pilat, Renato Torlaschi, ElenaVaroni
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TESTATA ASSOCIATA
Conservativa
Realizzata dalla societàsvizzera Polydentia e distri-buita in esclusiva per l’Italiada Perident DentalProducts, LumiContrast èun’innovativa matrice sezio-nale sviluppata per preser-vare gli occhi dall’eccessivoaffaticamento: grazie all’ec-cellente contrasto tra il colo-re blu opaco della matrice eil bianco dei denti, diventapiù semplice individuare l’a-rea di intervento durante lefasi di ricostruzione. Le tra-dizionali matrici in acciaio in-vece, a causa del materialeriflettente di cui sono fatte,possono provocare talvoltauna sensazione di stressoculare causata proprio dalriflesso della luce e dalloscarso contrasto nell’area di
lavoro.LumiContrast diventa anco-ra più utile quando nelle fasidi lavoro ci si avvale di lentimonoculari o microscopidentali.La colorazione della matriceLumiContrast, effettuata conle più moderne tecnologie,fa sì che il colore blu non sidistacchi o possa essereabraso durante le normalifasi di lavorazione. Pertantonessuna particella si disper-de all’interno della cavità otra il materiale di otturazio-ne.L’acciaio selezionato di altaqualità ottimizza le procedu-re di restauro, in quanto lamatrice non cede all’internodella cavità, né può esseredeformata dai cunei inter-dentali. Gli anelli sono posi-zionabili con una comunepinza per diga.
Per informazioni:
Perident Dental Products
Tel. 055.696540 r.a.
Fax 055.696900
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LUMICONTRAST
Conservativa
A volte un restauro eseguitoa regola d’arte dal punto divista tecnico non è sufficien-te. In alcuni casi infatti l’o-dontoiatra deve utilizzarecolori e creatività per ricrea-re l’individualità del pazientein modo estetico e naturale.
È proprio questo l’obiettivoche Heraeus voleva rag-giungere quando ha iniziatoa progettare Venus Color, ilsuo nuovo composito fluidofotopolimerizzabile. Venus Color è composto dacinque colori intensi – bian-
co, blu, giallo grano, ambrae cocco – che permettono diottenere facilmente tutti i tipidi caratterizzazione dei re-stauri diretti e indiretti e deidenti artificiali. Venus Colorè l’ideale completamentodell’ampia gamma di com-positi nano ibridi Heraeuscome Venus Diamond,Venus Pearl e VenusDiamond Flow, la cui resaestetica può essere ulterior-mente migliorata dagli effettidel nuovo composito.Come? Imitando per esem-pio incrinature dello smalto,calcificazioni, superfici abra-se, fessure, alterazioni cro-matiche del colletto dei den-ti e solchi dello smalto.Venus Color si usa anchecome strato di colore inter-
medio per coprire alterazionicromatiche dell’elementodentale. Si può utilizzarenon diluito in uno strato sot-tile o diluendolo con un com-posito fluido trasparente chene riduca l’intensità cromati-ca. Si può applicare indiret-tamente con un pennello oaltri strumenti adatti. Venus Color è disponibile insiringhe singole da 1 gram-mo o in kit continente i cin-que colori.
Per informazioni:
Heraeus Kulzer srl
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Fax 02.210094288
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VENUS COLOR
<<<< << DENTAL MARKET25
I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti
Chirurgia
L’espansore Komet(Extender) ha la funzione dimoderare, coordinare e con-trollare l’espansione oriz-zontale della cresta mascel-lare nel rispetto del principiodella minima invasività, inseguito a interventi di splitcrest per l’inserimento pluri-mo di impianti.L’indicazione principale èsoprattutto quando si devo-no inserire più impianti suuna cresta splittata da di-strarre per una certa lun-ghezza. In combinazionecon le viti di espansione e
condensazione MaxilloPrepS p r e a d - C o n d e n s e ,l’Extender permette un’e-spansione tranquilla e con-trollata, in quanto riduce inmodo ottimale le forze perunità di superficie che siesercitano sull’osso dellacresta alveolare.L’Extender dovrebbe essereinserito a una profondità diminimo 5 mm. Da chiuso haun’ampiezza di 1,25 mm epuò essere espanso fino aun’ampiezza di 6 mm. L’Extender fa parte della si-stematica MaxilloPrep dellaKomet, ma può essere ac-quistato anche separata-mente.
Per informazioni:
Komet Italia srl
Tel. 02.67076654
Fax 02.67479318
www.komet.it
EXTENDER KOMET
> Extender Komet
<<<<DENTAL MARKET << 26
Endodonzia
VDW.Gold Reciproc è il nuovomotore endodontico brevettatoda Dentsply/VDW. Funzionacon strumenti reciprocanti erotanti e grazie al rilevatoreapicale integrato consente dimonitorare la posizione dellostrumento all’interno del cana-le per tutta la lunghezza di la-voro.VDW.Gold Reciproc è estre-mamente versatile perché èdotato di tre differenti modalitàdi utilizzo: solo motore, solo lo-calizzatore apicale, motore elocalizzatore apicale simulta-neo. Questo permette all’ope-ratore di scegliere tra determi-nazione della lunghezza di la-voro durante la sagomatura odeterminazione della lunghez-za di lavoro in modalità sepa-rata.Il motore assicura inoltre un
maggiore comfort e minori ri-schi di frattura dello strumentograzie alla funzione “ReciprocReverse”, che avvisa con unsegnale acustico quando è ne-cessario esercitare un movi-mento di brushing laterale perconsentire un avanzamentoapicale semplificato e una ri-duzione dello stress sullo stru-mento. Il motore endodontico è coper-to da tre anni di garanzia e puòessere provato direttamente instudio contattando il referenteDentsply di zona.
Per informazioni:
Dentsply Italia srl
Tel. 06.7264031
Fax 06.72640372
www.dentsply.it
VDW.GOLD RECIPROC
Igiene Orale
Il dentifricio Forhans Special,a base di fluoro e di una solu-zione di zinco cloruro, aiuta aproteggere denti e gengive ea prevenire la formazione del-la carie e della placca.Si consiglia il suo utilizzo trevolte al dì, dopo i pasti princi-pali. In questo modo si con-sente allo zinco cloruro, in-grediente chiave della formu-la, di svolgere la sua azioneastringente e antisettica con-tribuendo a prevenire e ridur-re l’infiammazione gengivale,rendendo più sane le gengivee aiutando a prevenire la
comparsa di afte e sanguina-menti gengivali. Il collutorio Forhans Medico,disponibile nelle due versioni“concentrato” da 75 ml e“pronto all’uso”, da 250 ml, èutile per il trattamento dellestomatiti e delle parodontitied è efficace contro le aftosirecidivanti.I prodotti Forhans sono di-sponibili in farmacia.
Per informazioni:
Uragme srl
Tel 06.87201580
www.uragme.it
FORHANS SPECIAL
Conservativa
Kerr Corporation e KaVoDental GmbH hanno unito leloro più avanzate tecnologieper creare un sistema per rea-lizzare rapidamente e con suc-cesso i restauri nei settori po-steriori: SonicFill. Il compositoconsente di effettuare i restau-ri utilizzando una tecnologia asingolo incremento, sempliceda utilizzare, che combina i
vantaggi di un composito fluidoa quelli di un composito univer-sale. Con SonicFill è possibile ridur-re il tempo necessario al posi-zionamento, dall’adattamentoalla modellazione del restauro,impiegando fino al 30% di tem-po in meno rispetto ai metodidi applicazione convenzionali.Il sistema è costituito da un
manipolo KaVo che consentel’attivazione sonica di un com-posito specifico, SonicFillComposite, progettato da Kerre confezionato in pratici appli-catori monodose. L’attivazionesonica del prodotto riduce inmodo significativo e tempora-neo la viscosità del compositoper consentire un rapido riem-pimento della cavità. Questocambio di viscosità assicuraun semplice posizionamentodel materiale e un adattamen-to superiore alla cavità. Il com-posito applicato con SonicFillriacquista rapidamente una vi-scosità ideale che mantiene laforma conferita e risulta esseresemplice da modellare e adat-tare, senza appiccicarsi allostrumento. Ottima anche la sua resisten-
za meccanica, che garantisceuna bassa contrazione e unaprofondità di polimerizzazionefino a 5 mm. Diversi studi clinici hanno di-mostrato che le proprietà fisi-che di SonicFill sono compara-bili sia a quelle dei compositifluidi per riempimento con sin-golo strato, sia a quelle deicompositi tradizionali applicatimediante stratificazione.
Per informazioni:
Kerr Italia srl
Tel. 081.8508327
www.kerrdental.it
KaVo Italia srl
Tel 010.8332.1
www.kavo.it
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