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Perché mi Capita? Estratto

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Le cose capitano per caso? Oppure esiste un disegno segreto per il quale tutto accade secondo un ordine prestabilito? E se davvero è così, chi o cosa ha deciso al posto nostro? E per quale motivo? Queste domande, che da sempre hanno messo in crisi l’essere umano, trovano oggi una risposta nella fisica quantistica, la fisica delle possibilità. Secondo la nuova fisica, siamo noi stessi i creatori della realtà. Istante dopo istante, scegliamo quale tra le infinite possibili realtà prenderà forma attorno a noi, costringendola a emergere dal campo di energia che pervade l’intero Universo e ne collega ogni singola particella. Ma se davvero siamo noi i creatori della realtà, perché non creiamo solo cose belle? Perché non siamo tutti ricchi e felici? Perché continuano a capitarci cose che non vogliamo? Perché l’incidente? Perché la perdita? Perché la malattia?Questo libro non promette di cambiare il futuro del lettore, né di dargli la ricchezza o la salute perpetua. La cosa che promette però è di offrire una risposta alla domanda che ogni persona, prima o poi nella vita, è costretta a doversi fare: “perché mi capita?”

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A mia moglie Samanthae ai miei figli Vittorio e Guglielmo

per aver scelto di percorrerequesto tratto di strada insieme a me

FRANCESCO ALBANESE

PERCHÉ MI CAPITA?

Alla ricerca del senso nascosto della vita

1° Edizione Ottobre 2015

© Editoriale Programma s.r.l. – Treviso

Tutti i diritti riservati dalla legge sui diritti d’autore.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trascritta in qualsiasi forma o con qualsiasi

mezzo di stampa e trasmissione chimica, elettronica, meccanica, fotocopie incluse. Eventuali

riproduzioni sono possibili solo con autorizzazione scritta da parte del proprietario del copyright.

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2015

Impaginazione: Francesca Tamai

ISBN: 978-88-6643-361-3

FRANCESCO ALBANESE

PERCHÉ MI

CAPITA?

ALLA RICERCA DEL SENSO NASCOSTO DELLA VITA

INDICE

9 Prefazione

15 introduzione 21 ringraziamenti

27 Caso, Causa ed effetto 27 Il concetto di caso 29 Caso e destino 32 Viviamo in un mondo prevedibile 35 Pensiamo in modo deterministico 37 Il tempo non è lineare 39 Influenzareilpassato 43 in Viaggio Verso il mondo dei Quanti 43 Mattoni piccolissimi? 45 Particella, dove sei? 48 Onda o particella? 52 Particelle che scelgono? 53 Se osserviamo, cambia tutto? 55 Più veloci della luce?

61 la realtà della realtà 61 Il campo quantistico 64 La realtà emerge dal campo quantistico 66 Noi creiamo la realtà 69 MenteeCoscienza75 Comunicare col campo quantistico79 Influenzareilcampoquantistico

83 Creare la realtà

86 Lecredenze86 Credenzeconsapevolieinconsapevoli87 Credenzeecomportamento89 LaLeggediAttrazione92 Crearelarealtàadistanza95 Adesso creiamo la realtà!

101 il senso nasCosto della Vita

101 Il pensiero quantistico104 Prima di emergere…110 L’Intervita115 Karma e libero arbitrio119 Karma e malattia125 Una visione d’insieme

131 BiBliografia essenziale

137 l’autore

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Prefazione

Quante volte da parte dei presenti ai convegni mi è stata rivolta la domanda: “Perché mi capita?” (e

per estensione: “Perché proprio a me?”), nell’ansiosa atte-sa di una risposta convincente e definitiva. Di solito tale circostanza si è verificata in occasione di situazioni di sincronicità, di lutti, di traumi, di drammi o di più gra-dite e inaspettate fortune personali. Più raramente per un bisogno di una vera e propria ricerca spirituale.

Ebbene, prendendo a tema l’omonimo titolo dell’in-teressante libro di Francesco Albanese, più che esprime-re un complimento o un commento elogiativo dell’o-pera dell’autore (che indubbiamente merita entrambi i riconoscimenti), mi sento di sottolineare la straordinaria mole di riflessioni che il volume è in grado di suscitare, immaginando quante di queste, e quante altre ancora, potranno emergere nell’animo del pubblico di lettori, al fine di arricchire la base del loro patrimonio culturale.

In effetti, “Perché mi capita?” è una delle primeve do-mande che ogni persona umana prima o poi è costretta a farsi. La risposta è che niente e nessuno può uscire dalla regola cosmica.

C’è un ordine prestabilito in base al quale gli eventi non si possono modificare a piacere.

Quindi quello che capita è quello che deve capitare.

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Ineludibilmente. Per noi occidentali è difficile ammettere questa realtà.

È difficile credere che il libero arbitrio non esista; che il libero arbitrio sia solo una fantasia della nostra mente

chiusa che non riesce a “dribblare” l’illusione. Ed è un dato di fatto letteralmente inaccettabile da

parte di chi vorrebbe avere il potere di modificare la pro-

pria vita.Personalmente ho provato a farlo, ma sistematica-

mente il mio ego ha fallito, perché la vita è una necessi-

tà, e perché il mio ego voleva sostituirsi ad un “IO” che

obbedisce alla legge del determinismo assoluto. Come mai?

Il motivo lo spiega splendidamente Krishna nel Van-

gelo indù della Bhagavad Gītā: Il destino non è qualcosa proiettato nel futuro, ma un insieme di eventi che sono già accaduti”. Noi non siamo una proprietà personale, ma funzionale. Non una proprietà privata, ma corale.

Siamo parte di un Organismo Vivente Universale di

tipo cellulare. Basta una visione olistica del Tutto per convincersene: in una struttura facsimile come il corpo

umano non si è mai vista una sola cellula, tra miliardi

e miliardi di cellule che lo costituiscono, operare da sé,

isolata dalle connessioni e dalle informazioni del siste-

ma complessivo. Essendo quindi il dettato del nostro destino perso-

nale già “realizzato” a monte, l’unica cosa che possiamo

fare è di escogitare la possibilità di apportarvi qualche

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ritocco. Ma nulla di più. La voce della consapevolezza cosmica si è già fatta

sentire più volte nel millenario corso della storia degli uomini.

“Padre [Coscienza Cosmica] non la mia, ma la tua vo-lontà sia fatta”. “Padre se vuoi allontana da me questo calice”. “Padre sia fatta la tua volontà” [Pater Noster]. “Quello che devi fare [Giuda] fallo al più presto”. (Giovanni 13,27).

Sul palcoscenico del mondo non si recita a soggetto. Esiste una regia. Noi non siamo dei protagonisti, siamo solo dei tramiti, fin dalla nascita. Quindi la dottrina dei meriti, dei vizi, delle virtù, delle colpe e dei demeriti fa sorridere il saggio.

È vero, noi siamo creatori e creato, osservatori e os-servato insieme. L’UNO. Senza etichette e senza attribu-ti. Siamo la sintesi degli opposti, i quali ci fanno dire che esistono le cose belle e le cose brutte, facendoci vivere in un mondo duale inesistente, dove la mente è un baco. Tuttavia se non ci fosse quella, noi non saremmo spinti, in mezzo a tanti guai e a tanti abbagli, ad evolvere. Tra l’altro non saremmo qui, supportati da Francesco Alba-nese a farci la famigerata domanda: “Perché mi capita? E poi: “Chi decide al posto nostro?”

Nessuno lo fa… Se noi siamo Padre e figlio, albero e frutto, onda e mare, secondo lo schema di una infini-ta (sacra per gli antichi) circolarità, senza inizio e senza fine, lo fa… l’Impersonale (di tutte le forme).

“L’Universo è figlio di una donna sterile”, disse un gior-

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no il Maestro, antesignano della fisica quantistica, usan-do una potente metafora. In questa affermazione ovvia-mente non si ravvisa nessuna contraddizione, per chi conosce la Metafisica (“Oltre la fisica”).

Solo per chi ha una mente fisica, dualisticamente logi-ca, relativamente einsteniana, la frase necessariamente non può che risultare completamente senza senso.

Ora, bisogna riconoscere che questo libro ha una sua preziosità. Grazie a questo libro, tutti gli interrogativi di un pensiero umano, fondato sul principio della ricerca in un mondo intossicato da soli concetti relativi e pre-confezionati (in cui noi tutti viviamo), vengono a galla, risollevati dalla polvere del tempo.

Sono certo che chi avrà la fortuna o la ventura di leggerlo non potrà esimersi dal provare la sensazione di uscire da una prigione senza sbarre, in possesso di un nuovo modo di pensare, ricco di un nuovo modo di vedere, investigare, concepire e percepire la realtà delle cose, libero da un potere millenario tradizionale in cui è stato costretto a vivere come un inerte e passivo recluso, per secoli e secoli.

Vittorio Marchi 7 settembre 2015

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introduzione

“Un giorno, il grande guerriero giapponese Nobunaga decise di attaccare il nemico, nonostante il suo esercito fosse numericamente molto inferiore a quello avversario. I soldati erano sfiduciati e non sembravano avere troppa intenzione di affrontare il nemico. Ma Nobunaga sapeva che avrebbero vinto. Così, durante la marcia si fermò davanti a un tempio. «Adesso entrerò nel tempio,» disse ai suoi soldati. «Quando sarò uscito, attaccheremo il nemico. Ma prima lancerò una moneta in aria. Se verrà testa vinceremo, se verrà croce invece perderemo.»

Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Quando uscì, lanciò in aria una moneta che, una volta caduta a terra, girò un po’ su se stessa e si fermò mostrando la faccia con la testa. I soldati esultarono, e divennero così impazienti di combattere che vinsero la battaglia, nonostante lo svantaggio numerico.

«Nessuno può cambiare il destino,» disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.

«No, davvero nessuno…» disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutte e due le facce.”

Questa bellissima storia zen apre una serie di interro-gativi sul tema centrale di questo libro, vale a dire se le cose capitino per caso o se siano predeterminate.

Facciamo un passo indietro e riflettiamo invece sul fatto che un dilemma del genere riveste un ruolo fonda-

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mentale per la nostra vita, indipendentemente da dove stia realmente la verità. Rispondere a questa domanda equivale a scegliere se salire sul palcoscenico della no-stra vita come attori, o se sedere in platea ad osservarla, da spettatori. Equivale quindi a scegliere a chi, o a cosa, attribuire la responsabilità di quanto ci capita.

Se scegliamo di essere attori, siamo sicuri di essere in parte noi stessi a modellare la nostra vita: scegliamo tut-to ciò che possiamo, e facciamo di tutto per ottenerlo, con più o meno grinta, dipende dalle persone. Qui il copione non è stato scritto da nessuno, stiamo improvvisando e perciò c’è una grossa percentuale di imprevedibilità cir-ca ciò che può capitare da un momento all’altro.

Uscendo dalla metafora del teatro, la vita reale ci ri-serva continuamente delle sorprese, da quella che rite-niamo più ininfluente per il futuro, come l’incontrare casualmente un amico, a quella che può da un momento all’altro cambiare radicalmente la nostra vita, come un incidente o una malattia invalidante. Quindi, pensare che le cose siano in parte scelte da noi e in parte casuali equivale a dire che ogni cosa può accadere, nel bene e nel male: chiunque ha potenzialmente una porta aperta sul futuro che desidera ma, allo stesso tempo, chiunque è esposto alle minacce del mondo.

Se scegliamo invece di essere spettatori della nostra vita, ci affidiamo a ciò che è stato progettato per noi da “qualcosa”, come il destino, Dio, la provvidenza, o altro. Siamo su una barca senza remi e seguiamo il corso del

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fiume. L’unica cosa che possiamo scegliere è se accettare o meno il percorso già tracciato dall’acqua, e se lamen-tarci quando il fiume curva, invece di procedere dritto come vorremmo. Questa filosofia di vita, se vogliamo così chiamarla, solleva da ogni responsabilità circa i fal-limenti e gli eventi spiacevoli della vita, ma allo stesso tempo priva della soddisfazione che deriva dalla conqui-sta e dal successo.

A gran parte delle persone però piace la via di mezzo, e tiene così un piede sul palco e uno in platea. A molti piace infatti pensare di essere artefici del proprio desti-no, e allo stesso tempo vittime di un destino avverso. In altre parole, per dirla con un pizzico di ironia, quando va bene è merito mio, quando va male è colpa del destino…

La posizione di questo libro è che il caso non esiste e, di conseguenza, che niente capita per caso. Ciò che viviamo nella nostra vita istante dopo istante, e di conse-guenza tutto quanto ci capita, è l’effetto dell’azione della Coscienza che, da una dimensione senza spazio e sen-za tempo, fa emergere una specifica realtà, tra le infinite possibili. L’antico termine sanscrito col quale ci si riferi-sce a questa dimensione è Akasha, quello più moderno è campo quantistico. Infatti, il modello che propongo (e che ogni lettore in base alla propria apertura verso il nuovo è libero di assumere più o meno come metafora) trova riscontro nei principi che regolano il mondo dell’infini-tesimamente piccolo, il mondo dei quanti: energia che si trasforma da onda a particella e viceversa, particelle che

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non sappiamo dove si trovano finché non le osserviamo, o che scelgono se passare da una fenditura piuttosto che da un’altra, o che comunicano istantaneamente a milioni di chilometri di distanza o all’indietro nel tempo, o che si muovono ad una velocità maggiore di quella della luce, sovvertendo il concetto di spazio-tempo… Fantascienza?

No, realtà. La nostra realtà.La realtà che viviamo ogni giorno emerge dal campo

di energia che pervade l’intero Universo e che ne collega ogni singola particella. Siamo abituati a pensare che gli oggetti siano separati e che esista un tempo che scorre “in avanti”, diciamo noi. Ma il tutto è strettamente col-legato, attraverso questo campo di informazione da cui la realtà emerge nella sua totalità, tempo e spazio compresi. Siamo noi che costruiamo nella nostra mente un mondo deterministico basato sul principio di causa-effetto, sul prima-dopo, vivendo il presente come punto di confine tra un passato immodificabile e un futuro ignoto ma mo-dificabile. Ma questa è la nostra costruzione della realtà, non è la realtà a essere così…

Vediamola da questo punto di vista: e se non ci fossimo accorti di essere realmente dentro la caverna di cui parlava Platone? Se il mondo che viviamo fosse solo il riflesso sul muro di una realtà ben diversa? E se, oltre al futuro, anche il passato fosse modificabile? E se ciò che ci accade fosse già stato scelto, non da qualcuno o qualcosa, ma da noi stes-si nella dimensione senza tempo della Coscienza? E se po-tessimo comunque rivedere le nostre scelte in ogni istante?

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Per tornare infine alla storia zen con la quale ho ini-ziato questa introduzione: se fosse stata lanciata in aria una moneta “non truccata” e fosse uscito croce, l’esercito di Nobunaga avrebbe perso la battaglia? I soldati hanno vinto perché erano “più motivati”, avendo avuto la pos-sibilità di sbirciare sul loro futuro vittorioso? Oppure la loro credenza che avrebbero vinto ha realmente creato un futuro dove sarebbero stati vittoriosi? C’è un nesso di causalità tra la testa sulla moneta e la vittoria? E quan-do sulla moneta ci sono due teste il futuro possibile è sempre e solo uno? Con quella moneta, Nobunaga vole-va forse dire che ognuno è artefice del proprio destino? E, in questo caso allora, le sue preghiere sono servite a qualcosa, o erano solo scena?

Nelle pagine che seguono troverete la descrizione di un modello nato dall’esigenza di dare una risposta a tut-te queste domande. È un modello e, come tale, per sua na-tura non può essere esaustivo. Ma è basato su evidenze provenienti da più campi del sapere, collegati da una ro-busta, anche se invisibile, trama. Per questo motivo offre una visione coerente, del mondo e della vita, alternativa rispetto a quella che siamo abituati a concepire.

Non vi prometto che questo libro cambierà il vostro fu-turo. Non vi prometto la ricchezza, né la salute perpetua, né di creare la realtà che desiderate con la sola forza del pen-siero, basta volerlo. L’unica cosa che vi prometto è di offrirvi una risposta alla domanda che ciascuno di noi prima o poi nella vita è costretta a doversi fare: “perché mi capita?”

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ringraziamenti

Prima di cominciare, permettetemi di ringraziare le persone che hanno dato un apporto fondamentale affin-ché questo libro vedesse la luce…

Il ringraziamento più grande va a mia moglie Sa-mantha, per avermi spinto a scriverlo. Dopo “Psicologia e Alchimia della Coppia” sentivo il bisogno di scrivere qualcosa che toccasse il lettore in prima persona, nella sua vita di tutti i giorni. “Perché non scrivi qualcosa sul perché capitano le cose?”, sono state le sue uniche parole. E quello che avete tra le mani ne è il risultato.

Altrettanto grazie ad Angelo Pastrello di Editoriale Programma, per l’entusiasmo che ha fin da subito dimo-strato per la mia proposta, e che mi ha ridato la carica nei momenti di stallo. E grazie per i preziosi consigli che mi ha dispensato in corso d’opera e che lo hanno fatto diventare, ci auguriamo, un libro di piacevole lettura.

Da Editoriale Programma vorrei ringraziare anche la solare e propositiva Francesca Tamai, per la sua pazien-za e per aver sempre accontentato ogni mia richiesta sul-le grafiche dei miei libri e la loro impaginazione.

Un perpetuo grazie ad Augusta Larosa, che da anni rende i miei scritti lisci e rotondi, per la sua infinita di-sponibilità.

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Grazie a Vittorio Marchi, per aver accettato di scrive-re la Prefazione, e a Ivano Barocci di Gruppo Macro per averci messo in contatto.

Desidero poi ringraziare tre fisici teorici, che mi han-no aiutato a guardare attraverso la lente quantistica: l’amico Ignazio Licata (che ha tentato invano di tenermi coi piedi per terra), per avermi aperto gli occhi sull’importanza di certi giochini quantistici rispetto al funzionamento del tempo, della complessità e dell’emergenza; Fred Alan Wolf, per aver risposto alle mie domande sulla vita dopo la morte e per le letture che mi ha consigliato; e in partico-lar modo Amit Goswami, per il tempo che mi ha dedica-to via e-mail e di persona.

Un appunto importante per il lettore amante della scienza: sappi che gli autori delle argomentazioni cui mi riferisco nella mia trattazione sono opportunamente se-gnalati in corso testo. Pertanto, ciò che leggerai e che ti farà rabbrividire, se non espressamente indicato, è frutto del mio pensiero, e non è in alcun modo da attribuire alle persone appena menzionate. In altre parole, uno mi ha dato la farina, un altro l’acqua e un altro ancora il lie-vito, ma il pane l’ho fatto io.

Un grazie speciale va anche a Alberto Lori, giornali-sta, formatore e divulgatore, per aver accettato di presta-re la propria inconfondibile voce per il booktrailer1.

1 Puoi trovare il booktrailer di “Perché mi Capita?” sul mio sito web e su YouTube.

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Infine, ma non per ultimo, ringrazio te, lettore, che hai deciso di leggere questo libro. Se è vero che il caso non esiste, esiste allora un motivo per il quale adesso si trova tra le tue mani. Io non so quale sia il motivo, sta a te tro-varlo. Ma cercalo! Perché stai pur certo che da qualche parte c’è…