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1 Percorso  A Concetti fondamentali di diritto amministrativo La segnalazione certificata di inizio attività o Scia (art. 19 L. 241/1990) Profili introduttivi Il processo di liberalizzazione ha trovato la sua massima espressione nella previsione di cui all’art. 19 L. 241/1990, con il quale il legislatore ha inteso «facilitare» l’attività d’impresa, subordinando, seppur in casi specifici, l’inizio del suo esercizio non più ad un atto della pubblica amministrazione — l’autorizzazione — bensì ad un atto di iniziativa del privato interessato: dapprima la «denuncia», poi la «dichiarazione» ed, oggi, la «se- gnalazione certificata». Nella sua originaria formulazione poi modificata, il legislatore aveva previsto che l’atto amministrativo di consenso si intendeva sostituito da una denuncia di inizio di attività da parte dell’interessato alla pubblica amministrazione competente, attestante l’esisten- za dei presupposti e dei requisiti di legge, qualora l’esercizio di un’attività privata fosse subordinato ad autorizzazione, licenza, abilitazione, nulla-osta, permesso o altro atto di consenso comunque denominato, il cui rilascio dipendesse esclusivamente dall’accerta- mento dei presupposti e dei requisiti di legge. La modifica più interessante della norma è stata apportata ad opera dell’art. 3 D.L. 35/2005. Innanzitutto, l’atto del privato mutava la sua denominazione: l’art. 19 L. 241/1990 prevedeva, infatti, la possibilità di sostituire ogni atto di autorizzazione vincolata con una dichiarazione di inizio attività o d.i.a. In secondo luogo, la procedura per il conseguimento della d.i.a. era articolata in una doppia fase: la dichiarazione doveva essere comunicata alla P.A. e, in linea generale, de- corsi trenta giorni dalla comunicazione medesima, il privato poteva dare inizio all’attività oggetto della dichiarazione; contestualmente all’inizio dell’attività, però, il privato dove- va dare comunicazione dello stesso alla pubblica amministrazione interessata. La disciplina della segnalazione certificata di inizio attività o Scia L’attuale formulazione dell’art. 19 L. 241/1990 è la risultante di numerosi interventi legi- slativi che hanno impostato una disciplina dell’istituto totalmente innovativa rispetto al passato sia dal punto di vista formale che contenutistico. Quanto al primo aspetto, invero, l’istituto perde la sua denominazione di dichiarazione di inizio attività ed acquisisce quella nuova di segnalazione certificata di inizio attività o Scia. Al di là di tale cambiamento nominalistico, sostanzialmente il legislatore ha previsto che «ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio di attività imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o contin- gente complessivo o specifici strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, è sostituito da una segnalazione dell’interessato». Sono escluse dall’applicazione della Scia le ipotesi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali e quelle relative agli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, all’immigrazione, all’asilo, alla cittadinanza, all’amministrazione della giustizia, all’amministrazione delle finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco, nonché quelli previsti dalla normativa per le costruzioni in zone sismiche e quelli imposti dalla normativa comunitaria (art. 19, comma 1); a tali ipotesi devono aggiungersi, inoltre, quelle in cui

Percorso A Concetti fondamentali di diritto amministrativo · 2 Percorso A Concetti fondamentali di diritto amministrativo vengono in rilievo le attività economiche a prevalente

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Percorso   A   Concetti fondamentali di diritto amministrativo

LasegnalazionecertificatadiinizioattivitàoScia(art.19L.241/1990)

ProfiliintroduttiviIl processo di liberalizzazione ha trovato la sua massima espressione nella previsione di cui all’art. 19 L. 241/1990, con il quale il legislatore ha inteso «facilitare» l’attività d’impresa, subordinando, seppur in casi specifici, l’inizio del suo esercizio non più ad un atto della pubblica amministrazione — l’autorizzazione — bensì ad un atto di iniziativa del privato interessato: dapprima la «denuncia», poi la «dichiarazione» ed, oggi, la «se-gnalazione certificata».Nella sua originaria formulazione poi modificata, il legislatore aveva previsto che l’atto amministrativo di consenso si intendeva sostituito da una denuncia di inizio di attività da parte dell’interessato alla pubblica amministrazione competente, attestante l’esisten-za dei presupposti e dei requisiti di legge, qualora l’esercizio di un’attività privata fosse subordinato ad autorizzazione, licenza, abilitazione, nulla-osta, permesso o altro atto di consenso comunque denominato, il cui rilascio dipendesse esclusivamente dall’accerta-mento dei presupposti e dei requisiti di legge.La modifica più interessante della norma è stata apportata ad opera dell’art. 3 D.L. 35/2005.Innanzitutto, l’atto del privato mutava la sua denominazione: l’art. 19 L. 241/1990 prevedeva, infatti, la possibilità di sostituire ogni atto di autorizzazione vincolata con una dichiarazione di inizio attività o d.i.a.In secondo luogo, la procedura per il conseguimento della d.i.a. era articolata in una doppia fase: la dichiarazione doveva essere comunicata alla P.A. e, in linea generale, de-corsi trenta giorni dalla comunicazione medesima, il privato poteva dare inizio all’attività oggetto della dichiarazione; contestualmente all’inizio dell’attività, però, il privato dove-va dare comunicazione dello stesso alla pubblica amministrazione interessata.

LadisciplinadellasegnalazionecertificatadiinizioattivitàoSciaL’attuale formulazione dell’art. 19 L. 241/1990 è la risultante di numerosi interventi legi-slativi che hanno impostato una disciplina dell’istituto totalmente innovativa rispetto al passato sia dal punto di vista formale che contenutistico.Quanto al primo aspetto, invero, l’istituto perde la sua denominazione di dichiarazione di inizio attività ed acquisisce quella nuova di segnalazione certificata di inizio attività o Scia.Al di là di tale cambiamento nominalistico, sostanzialmente il legislatore ha previsto che «ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per l’esercizio di attività imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o contin-gente complessivo o specifici strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, è sostituito da una segnalazione dell’interessato».Sono escluse dall’applicazione della Scia le ipotesi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali e quelle relative agli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, all’immigrazione, all’asilo, alla cittadinanza, all’amministrazione della giustizia, all’amministrazione delle finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco, nonché quelli previsti dalla normativa per le costruzioni in zone sismiche e quelli imposti dalla normativa comunitaria (art. 19, comma 1); a tali ipotesi devono aggiungersi, inoltre, quelle in cui

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vengono in rilievo le attività economiche a prevalente carattere finanziario, comprese quel-le in materia bancaria e creditizia e di intermediazione finanziaria (art. 19, comma 4bis). Per poter validamente esercitare l’attività d’impresa, ed evitare di incorrere nell’attività inibitoria dell’amministrazione, l’interessato deve presentare la segnalazione corredata da autocertificazioni, attestazioni, asseverazioni di tecnici abilitati, che consentano alla P.A. di svolgere la propria attività di controllo. Nei casi in cui la normativa vigente prevede l’acquisizione di atti o pareri di organi o enti appositi, ovvero l’esecuzione di verifiche preventive, essi sono comunque sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni e asseverazioni o certificazioni suddette, salve le verifiche successive degli organi e delle amministrazioni competenti.La segnalazione può essere presentata, oltre che con modalità telematica, anche a mezzo posta, mediante raccomandata con avviso di ricevimento.Quanto al regime giuridico della Scia, il legislatore ha stabilito, al comma 2 dell’art. 19 de quo, che l’attività cui si riferisce la segnalazione può essere iniziata immediata-mente, già dalla data di presentazione della stessa all’amministrazione competente.Tale esercizio dell’attività non preclude, però, il potere di intervento dell’amministra-zione. La P.A., infatti: in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti necessari, può disporre, con provvedimenti motivati, da adottarsi nel termine di sessanta giorni (30 giorni in ipotesi di Scia edilizia) dal ricevimento della segnalazione, il divieto di prose-guire l’attività e la rimozione degli eventuali effetti dannosi (salva la possibilità per l’interessato di regolarizzare la sua posizione, conformando l’attività ed i suoi effetti alla normativa vigente entro un termine fissato dall’amministrazione stessa, in ogni caso non inferiore a 30 giorni). I detti provvedimenti inibitori non possono però essere adottati quando l’amministrazione abbia violato l’obbligo di pubblicare sul proprio sito internet, per ciascun procedimento ad istanza di parte, l’elenco degli atti e dei documenti che l’interessato deve produrre necessariamente a corredo della propria istanza: in tale ipote-si, l’istante è legittimato ad iniziare l’attività dalla data di presentazione della segnalazio-ne certificata di inizio attività e la P.A. non può disporre alcuna azione inibitoria se prima non ha consentito all’interessato di regolarizzare la Scia entro un termine congruo. Sempre l’amministrazione può assumere determinazioni in via di autotutela. Quanto ai provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli even-tuali effetti dannosi, questi possono essere adottati sempre e in ogni tempo nell’ipotesi in cui il soggetto interessato abbia presentato dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell’atto di notorietà false o mendaci. In tal caso, oltre ai detti provvedimenti ammini-strativi troveranno applicazione anche sanzioni penali.Decorso il termine di 60 giorni dalla segnalazione senza che sia intervenuto alcun prov-vedimento amministrativo interdittivo, ovvero nel caso di segnalazione corredata dalla dichiarazione di conformità rilasciata dall’Agenzia per le imprese quale titolo autorizza-torio per l’esercizio dell’attività (art. 2, comma 3, D.P.R. 159/2010), l’amministrazione, oltre che agire in autotutela, può comunque intervenire sull’attività intrapresa, solo, però, «in presenza del pericolo di un danno per il patrimonio artistico e culturale, per l’ambien-te, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accer-tamento dell’impossibilità di tutelare comunque tali interessi mediante conformazione dell’attività dei privati alla normativa vigente».Il comma 6ter dell’art. 19, L. 241/1990, ha posto fine alla dibattuta querelle sulla natu-ra giuridica della segnalazione certificata di inizio attività e sulla possibile tutela da accordare al terzo che si consideri leso dalla intrapresa attività.

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Ed infatti, il comma in esame precisa che la Scia, al pari della denuncia e della dichiara-zione di inizio attività, non costituisce provvedimento tacito direttamente impugnabile dal privato che si sente leso dall’intervento realizzato da terzi con tale titolo abilitativo. L’interessato, pertanto, può solo sollecitare le verifiche spettanti alla pubblica amministra-zione e, in caso di inerzia di quest’ultima, esperire l’azione avverso il silenzio ai sensi dell’art. 31, commi 1, 2 e 3 del Codice del processo amministrativo (D.Lgs. 104/2010).Infine, per quanto riguarda i mezzi di tutela, l’art. 133 c.p.a. devolve alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie in materia di provvedimenti espres-si adottati in sede di verifica di segnalazione certificata, denuncia e dichiarazione di inizio attività, di cui all’art. 19, comma 6ter cit.