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PIACERE, ACE EUROPE 2/2012 Il recall è una azione obbligatoria che il produttore o il distributore deve mettere in atto ogni volta che si rende conto di aver immesso sul mercato un prodotto non sicuro. Il recall rappresenta un rischio di primaria importanza tale da ipotecare non solo la profittabilità ma in alcuni casi la stessa continuità aziendale. Nonostante questo sono ancora poche le aziende italiane dotate di un’efficace copertura, questo anche perché poche sono le Compagnie, in Italia, in grado di sottoscriverla. Nel recall dobbiamo distinguere tre situazioni: il richiamo, il ritiro e il recall (quindi richiamo o ritiro) indiretto. Si parla di ‘richiamo’ quando una azienda deve intervenire su prodotti già acquistati dal cliente finale. Si parla di ‘ritiro’ se l’azione riguarda prodotti consegnati a un terzo (distributore o assemblatore) ma non ancora utilizzati o venduti. Il recall indiretto avviene quando l’operazione è effettuata da un assemblatore o da un distributore il quale si rivale poi sul fornitore che ha prodotto il componente difettoso. Il recall è un rischio percepito nell’automotive e nel pharma per esempio ma esiste per ogni prodotto che pone rischi per la sicurezza (pensiamo a una carrozzina o ai giochi o ai mobili di una cameretta per bambini o agli elettrodomestici e soprattutto ai prodotti alimentari). L’esperienza fatta da Ace conferma la necessità di dotarsi preventivamente di un piano di recall per i propri prodotti. La mancanza di un piano aumenta di molto il costo di un recall ed è per questo che se l’azienda non dispone di un Piano e non accetta il nostro consiglio di realizzarlo limitiamo le coperture concesse. Viceversa Ace può collaborare con l’azienda interessata a definire un Piano e perfino consigliare dei partner. Il Piano deve essere disegnato in stretto contatto con i clienti dell’azienda, deve essere testato, deve prevedere chiare responsabilità, deve elencare tutte le figure da contattare: dalle autorità agli operatori logistici e tutta la filiera a valle dell’azienda. Deve essere previsto anche un piano di comunicazione da redigere con una società specializzata. All’estero le aziende più grandi pretendono spesso dai fornitori una copertura assicurativa in caso di recall o a considerarla come condizione preferenziale. In Italia il tema inizia a essere percepito come opportunità per distinguersi o rischio da coprire sia dalle aziende della componentistica, sia da quelle che si rivolgono direttamente al mercato, sia dai distributori /retailer che acquistano fuori dai confini dell’Unione europea e non possono quindi rivalersi sui produttori. La sensibilità del sistema agro-alimentare circa il recall è dimostrata anche da certificazioni internazionali, come l’Ifs (International Food Standard), sviluppato dai retailer tedeschi, francesi, e italiani (tra cui Coop, Conad e Federdistribuzione), che prevedono come requisito fondamentale l’implementazione di un piano di recall da parte dei fornitori. La sensazione è che la filiera della trasformazione alimentare rappresenti un mercato particolarmente interessante. Ace è in grado di coprire sia il rischio di un recall diretto, sia il rischio che il cliente avendo provveduto a un recall, si rivalga sul suo fornitore. Paolo Salomone Casualty Manager, Ace European Group COPRIRE IL RISCHIO DI UN RECALL COPRIRE IL RISCHIO DI UN RECALL

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PIACERE, ACE EUROPE2/2012

Il recall è una azione obbligatoria che il produttore o il distributore deve mettere in atto ogni volta che si rende conto di aver immesso sul mercato un prodotto non sicuro. Il recall rappresenta un rischio di primaria importanza tale da ipotecare non solo la profittabilità ma in alcuni casi la stessa continuità aziendale. Nonostante questo sono ancora poche le aziende italiane dotate di un’efficace copertura, questo anche perché poche sono le Compagnie, in Italia, in grado di sottoscriverla. Nel recall dobbiamo distinguere tre situazioni: il richiamo, il ritiro e il recall (quindi richiamo o ritiro) indiretto. Si parla di ‘richiamo’ quando una azienda deve intervenire su prodotti già acquistati dal cliente finale. Si parla di ‘ritiro’ se l’azione riguarda prodotti consegnati a un terzo (distributore o assemblatore) ma non ancora utilizzati o venduti. Il recall indiretto avviene quando l’operazione è effettuata da un assemblatore o da un distributore il quale si rivale poi sul fornitore che ha prodotto il componente difettoso. Il recall è un rischio percepito nell’automotive e nel pharma per esempio ma esiste per ogni prodotto che pone rischi per la sicurezza (pensiamo a una carrozzina o ai giochi o ai mobili di una cameretta per bambini o agli elettrodomestici e soprattutto ai prodotti alimentari). L’esperienza fatta da Ace conferma la necessità di dotarsi preventivamente di un piano di recall per i propri prodotti. La mancanza di un piano aumenta di molto il costo di un recall ed è per questo che se l’azienda non dispone di un Piano e non accetta il nostro consiglio di realizzarlo limitiamo

le coperture concesse. Viceversa Ace può collaborare con l’azienda interessata a definire un Piano e perfino consigliare dei partner. Il Piano deve essere disegnato in stretto contatto con i clienti dell’azienda, deve essere testato, deve prevedere chiare responsabilità, deve elencare tutte le figure da contattare: dalle autorità agli operatori logistici e tutta la filiera a valle dell’azienda. Deve essere previsto anche un piano di comunicazione da redigere con una società specializzata. All’estero le aziende più grandi pretendono spesso dai fornitori una copertura assicurativa in caso di recall o a considerarla come condizione preferenziale. In Italia il tema inizia a essere percepito come opportunità per distinguersi o rischio da coprire sia dalle aziende della componentistica, sia da quelle che si rivolgono direttamente al mercato, sia dai distributori /retailer che acquistano fuori dai confini dell’Unione europea e non possono quindi rivalersi sui produttori.La sensibilità del sistema agro-alimentare circa il recall è dimostrata anche da certificazioni internazionali, come l’Ifs (International Food Standard), sviluppato dai retailer tedeschi, francesi, e italiani (tra cui Coop, Conad e Federdistribuzione), che prevedono come requisito fondamentale l’implementazione di un piano di recall da parte dei fornitori. La sensazione è che la filiera della trasformazione alimentare rappresenti un mercato particolarmente interessante. Ace è in grado di coprire sia il rischio di un recall diretto, sia il rischio che il cliente avendo provveduto a un recall, si rivalga sul suo fornitore.

Paolo SalomoneCasualty Manager, Ace European Group

Coprire il risChio

di un reCall

Coprire il risChio

di un reCall

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PIACERE, ACE EUROPE - 2/2012 2

Notizie dal mondo ACErenato zotti nuovo responsabile aeHDal primo ottobre ACE Italia ha un nuovo manager per la linea Accident&Health. Si tratta di Renato Zotti che ha alle spalle 15 anni di esperienza in Mondial Assistance (la società del gruppo Allianz specializzata in viaggi, assistenza e servizi) fino ad assumere la responsabilità di Direttore Commerciale e Marketing. Dal 2011 Zotti è stato Rappresentante Generale per l’Italia di ERV (Ergo Insurance Group – parte del gruppo Munich Re specializzata nell’Assistenza e Assicurazioni viaggi). Il nuovo A&H Manager riporterà direttamente a Orazio Rossi e a Josè Luis Gomez Responsabile A&H per il Cluster Iberia/Italia.

aCe illustra la rivalsa Come vantaggio CompetitivoVenerdì 28 settembre ACE è intervenuta in un corso organizzato a Milano dall’Aiba nell’ambito delle ‘30 ore’ di aggiornamento. Davanti a un pubblico di circa 40 broker, ACE ha presentato tre ascoltati interventi. Paolo Poddigue, responsabile Marine ha presentato ACE, mentre Deborah Sola ha illustrato le coperture ACE nell’ambito della RC inquinamento. Cristiano Cavalieri è intervenuto sullo specifico della rivalsa nell’ambito delle coperture trasporti e della responsabilità vettoriale. «Quello della rivalsa è un aspetto molto tecnico del nostro lavoro, ma alcuni elementi devono essere resi chiari al cliente finale», sottolinea Poddigue, «visto che i sinistri riconosciuti entrano nel computo del premio richiesto al rinnovo

Canale Affinity: focus sui gruppiSi chiama affinity ed è una modalità distributiva che rappresenta una nuova serie di opportunità per aumentare il business con i clienti esistenti e accedere a nuovi interlocutori. Già molto diffusa in alcuni mercati esteri, sta conoscendo ora una fase di sviluppo anche in Italia. «Il canale affinity prevede l’offerta di una o più coperture assicurative a un gruppo di soggetti accomunati da medesime esigenze o interessi», spiega Marco Capuzzo, 43 anni, laureato in economia ed esperto di marketing, da maggio in Ace in qualità di Business Development Manager. «Si tratta di una win-win solution che genera

benefici sia al soggetto assicurato che all’azienda contraente».Nell’affinity l’interlocutore è una realtà interessata ad arricchire la propria offerta ai propri clienti o associati con una o più coperture assicurative. «Le ragioni possono essere diverse: l’arricchimento dell’offerta consente ad aziende e associazioni di differenziarsi, divenendo più attrattive nei confronti di nuovi clienti o associati, e di rafforzare la relazione in essere con quelli già acquisiti, favorendo la loyalty nel lungo periodo», continua Capuzzo, che ha costruito la sua conoscenza del canale lavorando in precedenza in società di consulenza e di marketing.Per esempio ACE ha progettato una polizza collettiva di tipo «bill protection» per una società multiutility, distributrice di luce e gas, a favore dei suoi clienti. «Se uno di essi, a seguito di infortunio o malattia, riscontra una invalidità totale permanente o una inabilità temporanea totale al lavoro, interviene la polizza a coprire le spese relative alle bollette luce-gas». In questo caso il vantaggio è sia del cliente, che riceve un aiuto concreto caso di necessità, sia dell’azienda, che oltre a differenziarsi sul mercato ha la garanzia di vedersi pagare le bollette dalla compagnia assicurativa. La polizza assicurativa può inoltre essere utile nella vendita e nell’acquisizione di nuovi clienti. «Pensiamo ad esempio ad una palestra che solitamente chiede di pagare in anticipo 12 mesi di abbonamento ma garantisce che, qualora il cliente non possa più frequentarla per determinati motivi, come ad esempio un trasferimento di lavoro o una gravidanza, verrà rimborsato grazie alla polizza», esemplifica Capuzzo, che risponde in ACE al nuovo responsabile della Divisione A&H Renato Zotti.

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3 2/2012 - PIACERE, ACE EUROPE

Nella situazione attuale un certo scoramento fra assicuratori e broker europei sarebbe comprensibile. Tuttavia noi di ACE Group vediamo il bicchiere mezzo pieno in Europa. Le aziende europee hanno bisogno più di prima di soluzioni assicurative innovative. ACE ha condotto quest’anno una ricerca su un campione di aziende medie e grandi in Regno Unito, Francia. Germania, Italia, Spagna e Benelux. La maggioranza di loro ha affermato che le coperture assicurative rivestono una importanza media, alta o molto alta nelle loro strategie di gestione dei rischi emergenti e questo è incoraggiante. La maggioranza ha detto di far conto su broker e assicuratori per ricevere consigli sulla evoluzione dell’ambiente di rischio.opportunità e bisogni. Terrorismo e violenza politica si classificano come il primo rischio emergente nella nostra ricerca. Su questo fronte il 51% delle aziende afferma di contare sulla consulenza dei partner assicurativi. La domanda di consulenza sale all’82% per il rischio informatico, forse il meno compreso tra i rischi emergenti. Anche i rischi ambientali, seconda maggiore preoccupazione per le aziende intervistate, la proporzione è alta: 68%. Queste statistiche rafforzano la nostra visione: gli assicuratori, gli intermediari e i clienti devono impegnarsi insieme per capire le esposizioni emergenti e per sviluppare soluzioni innovative. È una opportunità ed è una esigenza. Bilanci solidi. I bilanci delle aziende, e questo è un secondo motivo di ottimismo, rimangono robusti. Le difficoltà sui mercati di casa portano le aziende europee a guardare sempre più oltre i confini della UE per crescere e per investire. Nonostante questo, solo metà delle aziende europee attualmente ha in corso programmi assicurativi multinazionali; solo il 13% ritiene di avere un programma ben costruito per le esigenze assicurative multinazionali, il 50% ha ammesso di avere significativi buchi nella sua copertura e il 41% seri buchi nella compliance.la collaborazione è essenziale. Non è mai stato importante come oggi per le aziende europee con una visione globale lavorare con i partner assicurativi per sviluppare e mettere in atto soluzioni multinazionali di larga portata, trasparenti e compliant. Anche se l’economia della zona euro è destinata a contrarsi nel 2012, Paesi come Polonia e Turchia cresceranno di circa il 3%. Man mano che le economie emergenti crescono, noi possiamo essere certi che i loro mercati assicurativi faranno altrettanto. Per Compagnie e intermediari capaci e desiderosi di investire nel creare strutture a livello locale nei Paesi emergenti si aprono opportunità considerevoli.In conclusione nella misura in cui l’ambiente di rischio diventa più complesso sia nelle economie europee mature che in quelle emergenti e si fa strada la ricerca della qualità, io credo che l’Europa offra un mondo di opportunità per assicuratori finanziariamente forti e distributori innovativi.

EuropA: il biCChiErE è mEzzo piENo

Joseph Clabby regional president for continental Europe - ACE Group

della polizza, per un cliente e un intermediario è consigliabile scegliere compagnie che esercitano sempre attivamente il diritto di rivalsa, con l’obiettivo di rientrare in tutto o in parte, del premio riconosciuto e che tengono informato l’intermediario su come è stato esercitato questo diritto», nota Paolo Poddigue. Gli interventi dei colleghi si sono concentrati sulla titolarità del diritto di rivalsa che non è automaticamente assegnato alla Compagnia assicuratrice. «Perché la Compagnia possa adire le vie legali occorre, già in fase di definizione della polizza, raccogliere presso il cliente un’ampia documentazione», ha sottolineato Cristiano Cavalieri, «quella che può sembrare pignoleria ‘americana’ è invece la premessa per creare risparmi a favore della compagnia e del cliente».

Le coperture sono utili anche alle associazioni professionali che vogliono riempire di contenuti il loro servizio agli associati. Per esempio IPASVI – Federazione Nazionale Collegi Infermieri – ha sottoscritto una polizza con ACE offrendo agli infermieri associati una copertura opzionale sul rischio di contrarre Hiv, Hcv o Hbv nel corso del proprio lavoro.«Tengo inoltre a sottolineare che ACE è in grado di offrire alle aziende non solamente la copertura assicurativa, ma una soluzione completa chiavi in mano, dalla progettazione alla piattaforma tecnologica per la preventivazione ed emissione della polizza, alle competenze di marketing e comunicazione per la massimizzazione dei ritorni commerciali», afferma Capuzzo. «L’approccio chiavi in mano riguarda non solo il canale affinity ma include anche le altre forme distributive che possono a volte essere prese in considerazione, quale ad esempio la vendita diretta della polizza tramite telemarketing».«Pensiamo a un’insegna di negozi alimentari che decide di offrire ai suoi clienti una copertura assicurativa inclusa nella propria carta fedeltà. È un classico affinity. Successivamente potrebbe estendere l’offerta proponendo altre coperture, a sottoscrizione volontaria, magari tramite il suo sito web. Potremmo poi vendere altre tipologie di polizze ai clienti attraverso campagne specifiche di direct marketing», spiega Capuzzo, «il messaggio essenziale è che l’affinity rappresenta nuove promettenti opportunità di business nella relazione con aziende e associazioni».

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PIACERE, ACE EUROPE - 2/2012 4

PIACERE, ACE EUROPE

ACE European Group Limitedviale Monza, 25820128 Milanotel. 02 270951www.aceeurope.it

Impegno di riservatezzaI dati personali utilizzati per in-viare questa pubblicazione sono trattati nel rispetto della norma-tiva vigente solo per permettere ai destinatari di ricevere la rivi-sta. In ogni momento l’interessa-to può modificare, aggiornare o cancellare i dati scrivendo a ACE Europe – Titolare del trattamento – viale Monza 258, Milano.

Registrazione al Tribunale di Milano n. 145 del 08/03/04 Editore: In PaginaStampa: Print24Direttore responsabile: Riccardo BilliImpaginazione e redazione: Alberto Pattono, Barbara Raffelli

Se desiderate ricevere maggiori informazioni su ACE European Group Limited vi preghiamo di scrivere a [email protected]

Approcciare il middle market (le aziende da 50 a 150 milioni di fatturato) con la logica ‘multinational’ può essere un modo per acquisire nuovi promettenti clienti. Questo il messaggio lanciato da ACE a 40 broker italiani nel corso di un seminario tenutosi il 20 settembre. «Non sono affatto poche», ha ricordato Francesco Il Grande di ACE Italia, «le medie e medio grandi imprese italiane che dispongono di una o più stabili organizzazioni all’estero. Spesso si tratta di impianti industriali o logistici. Pochissime di loro hanno affrontato in modo strategico e unitario il problema delle loro coperture assicurative».C’è chi si autoassicura, chi erroneamente ritiene che le polizze sottoscritte in Italia valgano anche in Paesi ‘non admitted’, chi ha delegato il problema ai funzionari in loco. «Insomma la situazione più frequente è una totale mancanza di controllo dei rischi e dei costi». Il cliente si assicura fuori totale. «Applicare in questi casi una versione leggera dei programmi di copertura elaborati per le multinazionali significa per l’azienda maggiore visibilità, coperture più efficaci e spesso risparmi. Per il broker proporre un approccio di questo tipo rappresenta una opportunità unica», continua Ilgrande, «sia di estensione sia di acquisizione». Il successo è

stato tale che i broker presenti hanno chiesto di organizzarne una seconda edizione alla quale invitare il loro personale di vendita. La seconda edizione sarà tenuta a novembre sempre presso la sede ACE di Milano.

La mano del bambino. Difficile immaginare una immagine

più dolce. Eppure questo è il nome di una

Associazione fra genitori e medici

per i quali la mano è un problema

da affrontare.

piCCole multinazionali CresCono

Un bambino su 1500 in Italia nasce o sviluppa prestissimo seri problemi nella funzionalità della mano e degli arti superiori. Diagnosi precoce, se possibile prenatale, fisioterapia e interventi chirurgici possono risolvere in gran parte il problema. Su impulso di Roberto Losa, Vice Presidente & Direttore Tecnico di Sopabroker, ACE ha contribuito fornendo una copertura RC all’organizzazione di una manifestazione organizzata il 22 settembre dalla Associazione fondata dal Prof. Giorgio Pajardi Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell’Università di Milano e Direttore della U.O.C. di Chirurgia della Mano dell’Ospedale San Giuseppe. «La buona volontà purtroppo non basta», ricorda Losa, «Molte Associazioni non considerano la necessità di coprire i rischi RC legati alle loro attività».

Un AnnO In bORSA

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DIC 2012 feb

687072

http://finance.yahoo.com

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Quotazione del titolo ACE a Wall Street

767880

NOV apr mag gIumar Lug set OttagO2011

una mano ai bambini