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1 1 La pianificazione dei lavori Rev. 02/2012 2 PIANIFICAZIONE DEI LAVORI Programmare i tempi delle fasi del Processo Edilizio Organizzare il Processo di Realizzazione Determinare la durata dell’intervento Ottimizzare l’allocazione e la gestione delle risorse

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1

La pianificazione dei lavori

Rev. 02/2012

2

PIANIFICAZIONE DEI LAVORI

Programmare i tempi delle fasi del Processo Edilizio

Organizzare il Processo di Realizzazione

Determinare la durata dell’intervento

Ottimizzare l’allocazione e la gestione delle risorse

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PIANIFICAZIONE DEI LAVORI

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Programmazione Operativa

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WBS (Work Breakdown Structure)

La WBS è uno strumento di supporto alla scomposizione analitica e dettagliata di unprogetto in tutte le parti che lo costituiscono. Rappresenta una scomposizionegerarchica del lavoro che deve essere eseguito per realizzare gli obiettivi del progettonella sua accezione più ampia. La WBS suddivide il lavoro in parti più piccole, quindipiù facili da gestire, dove ogni livello successivo comporta una definizione piùdettagliata del lavoro.Per l’individuazione delle particostituenti il sistematecnologico edilizio, al fine diottenere una identificazionecodificata, è possibile riferirsi, inprima analisi, alla norma UNI8290 relativa alla classificazionee terminologia del sistematecnologico.

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Computo Metrico

Il computo metrico (CM) serve a quantificare analiticamente tutti gli elementidell’organismo edilizio: rappresenta, di fatto, una elencazione di tutte le particostituenti l’oggetto in senso lato con l’indicazione dell’unità di misura adottata e larelativa quantità stimata nella fase progettuale. Se, oltre alle informazioni quantitative,si indicheranno anche i relativi prezzi unitari e, quindi, totali per le quantità previste, siotterrà la quantificazione economica sul costo diretto complessivo dell’opera ovverodell’intervento da realizzare.

La principale difficoltà nella redazione di un CM (o CME), o meglio nella certezzadella sua completezza, consiste nella sicurezza in merito alla scomposizione di tutte leparti che costituisco l’organismo edilizio in progetto. Risulta, pertanto, convenienterapportare il CM con l’analisi WBS. La scomposizione gerarchica delle attività rendeminima la possibilità di errore causata dall’accidentale esclusione di alcune o piùlavorazioni.

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Computo Metrico per RISORSE

Per risorsa si intende tutto ciò che è necessario efunzionale alla produzione di un dato oggetto equindi materiali (materie prime, materiali lavorati),attrezzature (mezzi, attrezzature specifiche emacchinari) e manodopera (specializzata,qualificata, di ausilio e supporto alle lavorazioni).

Dai subsistemi individuati dalla WBS siscompongono ed analizzano i vari elementicaratterizzanti. Per ogni elemento individuato siprocederà all’analisi delle voci di lavoro necessarie alsuo completamento.

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Computo Metrico per LAVORAZIONI

Questa metodologia è ampiamente utilizzata da tecnici ed imprese per ladeterminazione del costo dell’opera. Per la redazione del computo sono di ausilio esupporto i listini o prezzari ufficiali nei quali sono riportati i costi unitari dellerisorse ovvero delle opere compiute come, ad esempio, calcestruzzi, solai, muratureed altre parti costituite dall’aggregazione di più risorse elementari. In riferimentoall’esempio precedente sulle partizioni orizzontali interne, la voce del prezzario per unsolaio di quella tipologia prevede

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Computo Metrico per LAVORAZIONI

Tutto ciò che non è considerato nella definizione precostituita dovrà esserecomputato a parte (come ad esempio per le “armature di completamento in ferro”)utilizzando le opportune voci del listino. Per la rete elettrosaldata si ha:

Qualora sia necessario quantificare una lavorazione non inserita o prevista nel listinodi riferimento ovvero in altri prezzari, si dovrà procedere alla elaborazione della vocespecifica mediante il procedimento della così detta analisi dei prezzi.

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Stima della durata delle attività lavorative

L’opportunità della programmazione dei lavori, e quindi implicitamente la redazionedel cronoprogramma, è prevista dalle norme di sicurezza. In particolare l’articolo 90del TUSL sancisce che

il committente o il responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell’opera, si attiene ai principi e

alle misure generali di tutela ed in particolare al momento delle scelte architettoniche, tecniche ed

organizzative, onde pianificare i vari lavori o fasi di lavoro che si svolgeranno simultaneamente o

successivamente ed all’atto della previsione della durata di realizzazione di questi vari lavori o fasi di

lavoro.

Viene, pertanto, posta l’attenzione sia all’esecuzione delle fasi lavorative, sia alla duratadelle stesse.

Definito il CME si può procedere al calcolo dei tempi di esecuzione delle lavorazioni.

La determinazione dei tempi è un’operazione soggettiva.

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Metodo della “produzione”

Un possibile metodo è quello basato su dati

statistici medi di produzione

giornaliera. Il metodo, partendo dallaquantità della lavorazione desunta dal CMovvero CME, e utilizzando apposite tabelletemporali di produzione media (tempari),determina la durata della attività in esamerapportando quantità e tempo unitario dilavorazione lasciando però nellaindeterminazione, se non espressamenteriportata, della composizione della squadra,del costo unitario della lavorazione, delcosto della manodopera e di altri fattori cheintervengono della determinazione delparametro ricercato.

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Metodo “economico”

Tale metodo, partendo dai dati del CME e dal listino utilizzato, in particolare dalcosto totale della lavorazione (C) e dalla relativa incidenza percentuale dellamanodopera (M%), consente di determinare il tempo necessario (GL) per l’attività inesame. I dati relativi alla lavorazione e al costo totale vengono desunti dal CMEmentre quello della M% viene ricavato dal listino utilizzato ovvero dall’analisi deiprezzi eseguita. Per la determinazione della durata dell’attività, occorre determinare ilparametro uomin-giorno (UG). Il metodo per calcolare il parametro UG consistenella individuazione della percentuale di incidenza della manodopera e lacomposizione, quindi il costo, della squadra tipo.

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Incidenza della manodopera (D.M. LL.PP. 11/12/1978)

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Esempio

Si voglia calcolare il tempo necessario per la realizzazione di un rustico di solaio mistoin cemento armato e travetti precompressi. Il costo complessivo stimato nel CME èdi € 35.000,00 e la quadra è composta da due operai specializzati e due operai comuni.Per queste qualifiche si suppongano i seguenti costi orari:

•operai specializzati = 25,00 €/h;

•operai comuni = 21,00 €/h.

Il costo medio orario della squadra è calcolato mediante:

Il costo dell’intervento, al netto delle spese generali (9% circa) e dell’utile d’impresa(11% circa), è pari a:

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Quindi si possono calcolare i parametri UG e GL mediante:

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Metodo PERT – CPM

Nato nel 1957 in ambito militare per la realizzazione del sottomarino a propulsionenucleare armato con missili Polaris (Marina U.S.A.), a seguito delle numerose azioni dicoordinamento e controllo delle fasi produttive tra le 250 imprese intervenute oltreagli appaltatori e fornitori, consentì un notevole risparmio di tempo

sull’esecuzione del progetto ed ebbe, a partire dal 1960, diverse applicazioni nelcampo industriale e commerciale: lo scopo principale del PERT (Program Evaluation

and Review Technique) fu quello di ordinare le attività al fine di rendere minimo il tempodi esecuzione del progetto. Obiettivo, questo, fondamentale per i progetti militari.

La programmazione reticolare avviene attraverso alcune fasi fondamentali:•analisi del progetto: elenco delle attività; indicazione delle relative durate; definizione delle dipendenze logico-temporali delle attività;•stesura del reticolo;•calcolo delle variabili temporali;•determinazione del percorso critico (CPM – Critical Path Metod).

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Il progetto, quindi, può essere rappresentato da un reticolo formato da eventi (nodi)collegati da segmenti orientati (attività). Gli eventi, per ogni attività, sono iniziale efinale e sono contrassegnati da un codice numerico. Ogni attività è rappresentata conuna lettera (A, B, C ecc.) oppure con una lettera unica (ad esempio: A) associata aduna coppia di indici i-j, dove generalmente i < j, che indicano, rispettivamente,l’evento iniziale e finale dell’attività stessa. Ad ogni attività è, inoltre, associata unadurata (DA) espressa in ore, giorni, settimane o altra unità di tempo (u.t.) ed altriparametri utili per la definizione del reticolo.

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Nel reticolo la lunghezza del segmento orientato è indipendente dalla durata

dell’attività associata e può essere utile, in determinate circostanze, inserire tra dueeventi una attività fittizia di durata nulla (DAi-j = 0), rappresentata con un tratteggioorientato, per indicare una relazione di precedenza tra eventi e/o attività che noncomporta una relazione di lavoro.

Dall’esempio riportato a sinistra della precedente figura si nota che le attività A e Bhanno gli eventi iniziale e finale coincidenti rendendo non univocamente

individuabile l’attività che presenta l’evento iniziale 1 e l’evento finale 5: sipresenta, pertanto, duplicata l’attività A1-5 (A oppure B?). L’utilizzo dell’attività fittizia(linea tratteggiata nell’esempio di destra) risolve il problema dell’identificazione delleattività A e B mediante l’introduzione dell’evento 2. Le attività sono, adesso,chiaramente distinte: A ≡ A1-5 e B ≡ A1-2.

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Per meglio chiarire il significato dell’attività fittizia si supponga, ad esempio, chel’attività A rappresenti l’operazione di “scavo e movimento terra” mentre, l’attivitàB l’operazione di “trasporto a rifiuto”. Teoricamente le due attività hanno eventiiniziale e finale coincidenti: il movimento terra e il trasporto a rifiuto del materialescavato sono attività che vengono, normalmente, svolte in parallelo. La lororappresentazione grafica, senza l’introduzione dell’attività fittizia, portaall’indeterminazione affrontata al periodo precedente.

Dall’esempio appena riportato emerge una necessità operativa. Nella numerazionedegli eventi è buona norma non contrassegnarli in modo sequenziale ed unitario(1, 2, 3 ecc.) ma con cadenze regolari (1, 5, 10, 15… oppure 10, 20, 30… o altre) inmodo da poter inserire, nella logica della stesura del reticolo, nuovi eventisuccessivamente intervenuti o necessari, senza alterare eccessivamente l’ordinamentonumerico degli eventi dell’intero reticolo.

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Calcolo dei tempi

Dopo aver definito graficamente il reticolo con le successioni logico-temporali delleattività ed aver assegnato a quest’ultime la rispettiva durata, è possibile definire le datedi inizio TI e di fine TF degli eventi costituenti il reticolo nonché gli slittamenti omargini temporali degli eventi (SE) e delle attività che possono essere liberi (SL)oppure globali (SG).

Il tempo TIi dell’iesimo evento è l’istante di tempo in cui si verifica l’inizio dell’eventoconsiderato. All’evento iniziale del reticolo (generalmente indice i = 1 oppure 0) siassegna TI1 = 0 e per ogni jesimo evento collegato ad esso mediante una attività Ai-j (didurata pari a DAi-j) si può calcolare il tempo TIj mediante la seguente relazione:

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Per il calcolo dei tempi di inizio degli eventi, l’algoritmo prevede le seguenti

operazioni:

• impostare il tempo di inizio del primo evento al valore nullo (TI1

= 0);• per ogni jesimo evento legato a quello iniziale si assegna come TIj la

durata DAi-j della corrispondente attività Ai-j, essendo TI1 = 0;• per gli eventi successivi, qualora nell’evento convergano k attività,

si calcoleranno separatamente tutti i TIk che concorrono nelnodo e si imposterà come TIj dell’evento il maggiore tra i tempistimati:

• si procede secondo quanto indicato al punto precedente fino alraggiungimento dell’evento finale.

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Esempio

Si voglia determinare il tempo di inizio dell’evento k. In tale evento convergono leattività Ai-k, Aj-k e Ah-k di durata D pari a 4, 5 e 3 u.t., mentre gli eventi i, j ed h hannoun tempo di inizio TI pari a 4, 3 e 6, rispettivamente.Con l’applicazione dell’algoritmo si determina:

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Esempio

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Il tempo di fine TFi dell’iesimo evento è l’istante di tempo in cui si verifica ilcompimento dell’evento considerato. Esso rappresenta il tempo entro cui devenecessariamente verificarsi l’evento considerato per non pregiudicare il compimentodell’evento finale del processo di produzione con conseguente ritardo sul tempocalcolato. Terminata la fase di calcolo dei tempi di inizio degli eventi, per ladeterminazione dei tempi di fine evento TF, l’algoritmo prevede, con un percorso aritroso, le seguenti operazioni:

• assegnare al tempo di fine dell’ultimo evento il valore del suotempo di inizio (TF ultimo evento = TI ultimo evento). Ciò determinal’indifferibilità temporale dell’ultimo evento fissando, pertanto, ladurata dell’intero processo produttivo;

• con processo inverso, cioè in direzione contraria al normaleandamento dell’attività, si ripercorrono tutti i rami che partonodal jesimo evento e conducono ai k eventi che lo precedonocalcolando, per ognuno di essi, il tempo di fine evento TFk

sottraendo al TFj la durata DAk-j dell’attività Akj del kesimo percorsosecondo la relazione:

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• se ad un evento i confluiscono k attività considerate in direzionedi flusso opposto, si imposterà come TFi il minimo tra i TFk

calcolati secondo la metodologia riportata al punto precedente:

• ripercorrendo a ritroso tutto il reticolo si giungerà all’eventoiniziale dove si dovrà ottenere necessariamente il valore TF1=0eventualmente calcolato come al punto che precede se in essoconvergono più attività. Valori diversi del TF1 indicherannoerrori numerici nei calcoli dei TFk ovvero TIk se k sono gli eventidel reticolo.

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Esempio

Si voglia determinare il tempo di fine dell’evento k con il procedimento a ritroso. Datale evento si diramano le attività Ai-k, Aj-k e Ah-k di durata D pari a 4, 4 e 6 u.t.,mentre gli eventi i, j ed h hanno un tempo di fine TF pari a 11, 14 e 18,rispettivamente. Con l’applicazione dell’algoritmo si determina:

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Calcolo degli slittamenti

Gli slittamenti rappresentano tempi a disposizione per il differimento temporale

di eventi ed attività ovvero intervallo di tempo adoperabile per il ritardo oppure perl’estensione delle attività.

Lo slittamento temporale dell’evento o del nodo (SE) rappresenta l’intervallo ditempo, a partire da quello iniziale, entro cui è possibile ritardare la fine dell’eventostesso senza che ciò determini ritardi negli eventi successivi. Tale parametro, valutatoper ogni nodo del reticolo, è calcolato come differenza tra il tempo finale e quelloiniziale dell’evento considerato, secondo la relazione:

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Lo slittamento libero (SL) rappresenta la quantità di tempo secondo cui è possibiledifferire un’attività i (ritardare l’inizio, la fine oppure aumentare la durata) prima che lasuccessiva attività j subisca un ritardo. Esso è calcolabile con la seguente relazione:

Analogamente, lo slittamento globale (SG) indica la quantità di tempo secondo cuiè possibile posticipare un’attività i prima che la data di fine del progetto subisca unritardo. Esso rappresenta il margine condiviso da tutte le attività appartenenti ad undato percorso e, nel caso in cui tale slittamento è utilizzato da una sola attività,automaticamente si riduce il margine per le altre attività del percorso stesso. Ècalcolabile come differenza tra il tempo a disposizione per l’esecuzione di un’attività ela durata della stessa, secondo la relazione:

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È possibile, con le informazioni in possesso, definire il percorso critico (critical path)come il cammino formato dalle attività caratterizzate da slittamenti SG nulli e

dagli eventi contrassegnati da slittamento SE nullo.

Il cammino critico, tra i diversi percorsi esistenti tra l’evento iniziale e finaledell’intero processo, è rappresentato dalla successione delle attività che richiedono iltempo massimo per il proprio compimento: rappresenta, pertanto, il percorso più

lungo tra l’evento iniziale e quello finale. All’interno del reticolo possono esisterepiù percorsi critici e, in determinate circostanze, possono essere critici tutti i percorsi.

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Esempio A

Si voglia determinare la durata totale del processo produttivo ed il percorso criticodelle attività ad esso legate come indicate in tabella.

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Esempio B

Si voglia determinare la durata totale del processo produttivo ed il percorso criticodelle attività ad esso legate come indicate in tabella.

Attività Durata (D)Costo diretto

(C)Predecessori

Eventi

i j

A 5 1.200 --- 1 2

B 3 800 --- 1 3

C 6 2.400 A 2 6

D 8 3.800 A 2 5

E 6 3.200 B 3 5

F 5 1.800 B 3 4

G 4 1.000 D – E – H 5 6

H 4 900 F 4 5

I 3 700 C – G 6 7

L 4 1.100 D – E – H 5 7

M 4 1.000 F 4 7

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Attività A B F D E H C G M L I

Durata (D)

5 3 5 8 6 4 6 4 4 4 3

Evento i 1 1 3 2 3 4 2 5 4 5 6

Evento j 2 3 4 5 5 5 6 6 7 7 7

Evento A B F D E H C G M L I TIi

1 0 0 0

2 5 5 5 5

3 3 3 3

4 8 8 8 8

5 13 9 12 13 13 13

6 11 17 17 17

7 12 17 20 20

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Attività I L M G C H E D F B A

Durata (D)

3 4 4 4 6 4 6 8 5 3 5

Evento i 6 5 4 5 2 4 3 2 3 1 1

Evento j 7 7 7 6 6 5 5 5 4 3 2

Evento I L M G C H E D F B A TFi

7 20 20 20 20

6 17 17 17 17

5 16 13 13 13 13 13

4 16 9 9 9

3 7 4 4 4

2 11 5 5 5

1 1 0 0

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Evento TI TF SE

1 0 0 0

2 5 5 0

3 3 4 1

4 8 9 1

5 13 13 0

6 17 17 0

7 20 20 0

AttivitàDurata

(D)

EventiSL SG Note

i j TIi TIj TFj

A 5 1 2 0 5 5 0 0 critica

B 3 1 3 0 3 4 0 1

C 6 2 6 5 17 17 6 6

D 8 2 5 5 13 13 0 0 critica

E 6 3 5 3 13 13 4 4

F 5 3 4 3 8 9 0 1

G 4 5 6 13 17 17 0 0 critica

H 4 4 5 8 13 13 1 1

I 3 6 7 17 20 20 0 0 critica

L 4 5 7 13 20 20 3 3

M 4 4 7 8 20 20 8 8

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Alcune considerazioni

Qualora si voglia ridurre il tempo totale del ciclo produttivo, bisognerà intervenire

sulle attività del percorso critico, riducendone il tempo a discapito di un aumentodi costo dovuto all’introduzione di risorse aggiuntive: intervenire sulle altre attività,entro i limiti dei rispettivi slittamenti, non comporterà riduzioni di tempo ma soloincrementi di costo diretto. Il costo diretto rappresenta l’importo da sostenere perl’esecuzione della singola attività considerata (materiali, attrezzature e manodopera).Esistono altre tipologie di costi che non possono essere assegnate alla singola attivitàma che vanno imputate all’intero compimento dell’opera. Questi costi, generalmentevariabili, lineari e crescenti in funzione del tempo, definiti indiretti ed esterni,rappresentano le spese per l’impianto e la gestione del cantiere, oneri finanziari, tasseed imposte, penali, spese generali di cantiere, spese generali d’impresa ed altro.

Per quanto detto è opportuno ricercare, tra le possibili soluzioni, la programmazionedei lavori sì rapida, rispetto al normale andamento dei lavori, ma con un costo totale

(c. diretti, c. indiretti e c. esterni) più basso possibile.

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Dal programma di lavoro definito in prima stesura (programma normale PN) sipuò passare allo studio del programma più rapido possibile nel quale, tutte le

attività, critiche e non, vengono accelerate al massimo. Ciò comporta ladefinizione di programma caratterizzato dal minimo tempo di realizzazione con lamassima spesa sostenibile (PM). Questa circostanza è dovuta alla condizione chetutte le attività vengono accelerate al massimo di produzione e, quindi, icorrispondenti costi diretti assumono il valore estremo. Accelerare una attivitàsignifica introdurre risorse. Se, ad esempio, si vuole ridurre il tempo necessario allaposa in opera di un solaio, si dovranno utilizzare più lavoratori ma, l’incremento dirisorse, non è lineare con il tempo: si raggiungerà la condizione limite oltre la qualel’aumento di risorse (squadre di lavoro) non comporterà ulteriori e significativediminuzioni di tempo ma solo aumenti di costo diretto.

La durata di una attività Ai-j potrà essere ridotta fino ad un valore limite DLi-j cuicorrisponde un costo CLi-j sicuramente maggiore del costo normale Ci-j. Ilprogramma di lavoro così strutturato presenterà, probabilmente, un percorso criticodifferente da quello ottenuto nel programma normale: ciò risiede nelle proprietàintrinseche delle singole attività e nelle rispettive caratteristiche di accelerabilità.

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Si è visto che le sole attività che intervengono della determinazione del tempo totaledi ciclo produttivo sono quelle critiche mentre, interventi di accelerazione sulleattività non critiche producono solo aumenti costo: questo principio viene sfruttatoper la ricerca di ulteriori programmi di lavoro interposti (PLi) tra quello normale PNe quello di massimo costo e minimo tempo PM.

Partendo da quest’ultimo ed applicando il suddetto principio di accelerazione, siottiene un programma interposto (PL1) caratterizzato dal minimo di costo e durata.Per la definizione del PL1 basterà contenere le attività non critiche al proprio valoreminimo ammissibile con la durata totale del programma PM.

Saranno rallentate dapprima, fino al raggiungimento del valore ottenuto nel PN, leattività caratterizzate un costo aggiuntivo per l’accelerazione (CAi-j) maggiore e poiquelle con valori di CAi-j subito inferiori. Il parametro di costo CAi-j rappresenta, difatto, l’extra costo da sostenere per accelerare l’attività considerata nell’unità di

tempo.

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Con i programmi di lavoro PN e PL1 vengono definiti gli estremi entro cui ricercare ilprogramma temporalmente ottimale a costo totale minimo. Per analizzare questiulteriori programmi interposti (PL2, PL3, PL4, PL5 ecc.) si parte dal PN e si acceleranotutte le attività del percorso critico iniziando dalla lavorazione caratterizzata dal CAi-j

più basso, riducendola temporalmente al minimo senza modificare il cammino criticodefinito.

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Esaminati tutti i programmi interposti, è possibile definire, per ognuno di essi, ladurata, il costo diretto ed i costi indiretti ed esterni che, come detto, sono linearmentevariabili con il tempo. Dalla comparazione dei vari costi totali, ottenuti dal PN e daivari PLi, si ricava il piano temporalmente ottimale a costo minimo, obiettivodell’analisi svolta.

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Metodo di Gantt

Il diagramma di Gantt, in onore all’ingegnere statunitense che lo sviluppò all’iniziodel secolo, detto anche “diagramma a barre”, è uno strumento di controllo epianificazione del processo di produzione: in esso, le fasi/attività costituenti ilprogetto, vengono rappresentate da linee che, in scala temporale, partendo dalla datain cui devono essere iniziate, terminano alla data in cui, secondo la preliminare analisisulle durate, devono essere concluse.

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Per realizzare un diagramma di Gantt occorre definire le attività necessarie percompletare un progetto, stimare il tempo necessario e specificare i legami logici tra lestesse attività. Le varie attività andranno elencate lungo l’asse verticale del diagrammae le durate, in scala temporale, lungo quella orizzontale. Le relazioni logichedefiniscono il tipo di legame che può esistere tra le varie attività.

Fine – Inizio (FI)

Inizio – Inizio (II)

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Altri legami

Fine – Fine (FF)

Inizio – Fine (IF)

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Con l’uso dei legami logici possono attivarsi alcuni errori tipici che dovrannonecessariamente essere rimossi prima di iniziare l’analisi temporale del processo.

Ridondanza

Loop

Appendice

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Riprendiamo l’esempio B…

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L’esempio mostra alcune delle potenzialità del Gantt.

Attraverso il diagramma a barre è, infatti, visibile la sovrapposizione delle attività:ciò riveste fondamentale importanza, ai fini della sicurezza, per l’analisi delle attività

interferenti definibili come la sovrapposizione, in uno stesso ambiente, di attivitàlavorative tra lavoratori che dipendono da datori di lavoro differenti.

Inoltre, sempre dalla sovrapposizione delle attività, è possibile definire giornalmente ilquantitativo di risorse utilizzate e quindi procedere alla loro ottimizzazione.

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ATTIVITA’ RIPETITIVE.

Un ciclo di attività è detto ripetitivo quando, all’interno di un progetto, le attivitàelementari che lo compongono si ripetono ciclicamente con la stessa sequenza. Sipensi, ad esempio, alla realizzazione del sub-sistema “solaio” nella costruzione di unedificio residenziale multipiano. Queste attività ripetitive possono introdurre deivincoli particolari per la definizione del programma dei lavori in merito, ad esempio,alla gestione delle risorse (personale ed attrezzature).

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OTTIMIZZAZIONE delle RISORSE.

L’utilizzo dei diagrammi a barre consente di definire il quantitativo di risorseimpiegate giornalmente in cantiere. Per semplicità si farà riferimento alle sole risorse

umane.

Prima di procedere all’ottimizzazione delle risorse, cioè alla modifica del programmadi lavoro compatibile con le risorse disponibili, è necessario definire il“diagramma di carico”. Tale diagramma, sovrapponibile a quello delle attività,consente il calcolo delle risorse impiegate: sarà sufficiente sommare giornalmente ilnumero di lavoratori impiegati nelle attività previste.

Dato il diagramma di Gantt dell’esempio, si supponga l’utilizzo delle risorse R(squadre di lavoro), per ogni attività, per come indicato nello stesso grafico.Nell’esempio le risorse sono suddivise per squadra di appartenenza (squadra A, B, C).

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Dall’istogramma si evince una non uniforme utilizzazione giornaliera/periodica dellesquadre e, nello specifico, esiste un picco massimo di 5 squadre lavorative chepotrebbe non essere compatibile con l’organico dell’impresa. Inoltre si evidenzianodisomogeneità di utilizzazione delle risorse nelle varie fasi lavorative e si pone, quindi,il problema della ottimizzazione, ovvero livellamento, mediante la modifica delprogramma ipotizzato.

Il livellamento delle risorse lo si può ottenere mediante lo spostamento delle risorse

da un’attività all’altra oppure dal differimento delle lavorazioni ovvero daun’azione combinata dei due procedimenti.

Il primo criterio implica un nuovo iter per il calcolo delle durate delle attività inquanto vengono modificate le risorse impiegate. Da questo nuovo programma puòscaturire un percorso critico differente. Il secondo criterio comporta una nuovaelaborazione del programma (definizione di nuovi vincoli di precedenza e/ospostamenti temporali di attività) e, come nel caso precedente, può discendere unpercorso critico diverso. L’applicazione di un criterio in luogo dell’altro, ovverol’azione combinata dei due, avviene per stadi ed approssimazioni successive ondepoter definire la condizione più soddisfacente in merito all’utilizzo delle risorse ed aitempi di esecuzione.

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Grazie …