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1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ISTITUTO COMPRENSIVO DI BORGOSATOLLO con sezioni di scuola dell’infanzia, classi primaria e secondaria di 1°grado Via Roma 42 - 25010 Borgosatollo (BS) Tel.030/2501557 e-mail [email protected] PEC: [email protected] sito internet http://www.istitutocomprensivoborgosatollo.gov.it Codice Fiscale 98040230173 Codice Meccanografico BSIC84600P PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE 2018-2019 “Non c’è nulla di più ingiusto che fare le parti uguali tra disuguali” (Don Milani “Lettere ad una Professoressa”) Una SCUOLA inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo affinchè nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto. (Canevaro) “Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe, che contempli differenti modalità e strumenti per tutti.” (Direttiva Profumo, 27/12/2012).

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ISTITUTO COMPRENSIVO DI BORGOSATOLLO

con sezioni di scuola dell’infanzia, classi primaria e secondaria di 1°grado Via Roma 42 - 25010 Borgosatollo (BS) Tel.030/2501557

e-mail [email protected] – PEC: [email protected] sito internet http://www.istitutocomprensivoborgosatollo.gov.it

Codice Fiscale 98040230173 Codice Meccanografico BSIC84600P

PIANO ANNUALE

PER L’INCLUSIONE

2018-2019

“Non c’è nulla di più ingiusto che fare le parti uguali tra disuguali”

(Don Milani “Lettere ad una Professoressa”)

Una SCUOLA inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento

organizzativo affinchè nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non

accolto. (Canevaro)

“Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono

sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe, che

contempli differenti modalità e strumenti per tutti.” (Direttiva Profumo, 27/12/2012).

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Premessa

Il tema dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità è tornato al centro delle

questioni della scuola italiana grazie all’approvazione del Decreto legislativo n. 66/2017, attuativo

della Legge n.107/2015 Le nuove norme dettate dal decreto ridefiniscono, unitamente alla L.

n.170/10 e alla C.M. n.8 del 6 marzo 2013, che fornisce alle scuole uno strumento operativo per

l’applicazione della Direttiva del ministro Profumo sui BES (Bisogni Educativi Speciali) del 27

dicembre 2012, l’architettura interna della scuola.

La Direttiva Ministeriale del 27/12/12 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni

educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” punta l’attenzione sulla

necessità di analizzare i bisogni di ogni alunno ed estende il diritto di tutti gli alunni in difficoltà alla

personalizzazione dell’apprendimento nella direzione di una presa in carico complessiva e inclusiva

di tutti gli alunni, rimuovendo gli ostacoli nei percorsi di apprendimento e modulando gli

apprendimenti di ogni alunno nell’ottica di una scuola sempre più inclusiva.

Scopo del presente piano è promuovere il processo d’integrazione e l’inserimento di studenti

con Bisogni Educativi Speciali (BES) e favorirne il successo formativo di tutti.

A. Nuovi profili organizzativi per l’attuazione di una politica di inclusione.

Per quanto riguarda la collegialità interna i team docenti, i consigli di classe e i consigli di

intersezione hanno la responsabilità di individuare tutti gli alunni portatori di BES; si rende quindi

necessaria l’adozione, mediante lo sforzo congiunto della scuola e della famiglia, di una

personalizzazione della didattica i cui strumenti privilegiati sono rappresentato dal Piano Educativo

Individualizzato (PEI) e dal Piano Didattico Personalizzato (PDP). Quest’ultimo va adottato anche

in assenza di certificazione medico-specialistica, in considerazione delle competenze “pedagogiche”

dei docenti che dovranno esprimersi durante un consiglio di classe appositamente dedicato all'inizio

di ogni anno scolastico e ogni qual volta si renda necessario.

A questo punto il GLH d’Istituto, già presente nella scuola ai sensi della Legge n.104/92, art.

12, vede ridefiniti i propri compiti e, assumendo la denominazione di Gruppo di Lavoro per

l’Inclusione (GLI), comprende tutte le professionalità specifiche presenti nella scuola.

Tale organo estende la propria competenza a tutte le problematiche relative ai BES,

svolgendo funzioni di rilevazione, raccolta, documentazione degli interventi didattico-educativi

realizzati anche in rete tra scuole, consulenza e supporto ai docenti, monitoraggio e valutazione del

livello di inclusività della scuola. Appare evidente che la rilevazione, il monitoraggio e la

valutazione del grado di inclusività della scuola hanno il fine di accrescere la consapevolezza

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dell’intera comunità educante chiamata in causa nell’assumere la centralità e la trasversalità dei

processi inclusivi come fattori determinanti della qualità dei “risultati educativi”.

Il Collegio dei docenti avrà quindi il compito di discutere e deliberare il Piano Annuale per

l’Inclusività ( P.A.I.) in cui si esplicitano i punti di forza e di criticità degli interventi di inclusione

scolastica operati nell’anno 2017/2018, formulando un concreto impegno programmatico con i

relativi obiettivi di miglioramento da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di

inclusione negli ambiti di insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione

dei tempi e degli spazi, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie.

B. Il Piano annuale per l’inclusione

Il PAI viene strutturato in 3 parti come di seguito specificato:

Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità

1) Studenti con bisogni educativi speciali (BES).

2) Studenti BES certificati ai sensi della legge n.104/92.

3) Cambiamenti per le procedure di certificazione e documentazione per l’inclusione degli

alunni disabili.

4) Studenti BES con Disturbi Specifici di apprendimento (DSA).

5) Studenti BES non italofoni.

6) Studenti BES con svantaggio socio-culturale.

7) Strategie di valutazione per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES).

8) Sintesi dei punti di criticità rilevati.

Parte II – Obiettivi di miglioramento dell’inclusività proposti per il prossimo anno

1) Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo.

2) Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli

insegnanti.

3) Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive.

4) Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei

progetti di inclusione.

5) Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi

inclusivi.

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Parte III – Finalità del PAI ed indicatori di inclusività

Finalità del PAI e Indicatori di inclusività.

Parte I – Analisi dei punti di forza e di criticità.

A. Rilevazione dei BES presenti a fine anno scolastico n° 104

1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 25

minorati vista 0

minorati udito 0

Psicofisici 25

2. disturbi evolutivi specifici certificati

DSA 13

ADHD/DOP 2

Borderline cognitivo 1

3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Socio-economico 20

Linguistico-culturale 19

Disagio comportamentale/relazionale 5

DL 3

Totali 797

% su popolazione scolastica 13.048%

N° PEI redatti dai GLHO 23

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 13

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 45

N° di altri percorsi personalizzati senza PDP 23

B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo

gruppo SI

Attività laboratoriali integrate (classi

aperte, laboratori protetti, ecc.) SI

AEC Attività individualizzate e di piccolo

gruppo SI

Attività laboratoriali integrate (classi

aperte, laboratori protetti, ecc.) SI

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo

gruppo -

Attività laboratoriali integrate (classi

aperte, laboratori protetti, ecc.) -

Funzioni strumentali / coordinamento 3

Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) 3

Psicopedagogisti e affini esterni/interni 1

Docenti tutor/mentor

C. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI NO

Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni SI

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI NO

Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni SI

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI

Altro:

Altri docenti Partecipazione a GLI NO

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Rapporti con famiglie SI

Tutoraggio alunni SI

Progetti didattico-educativi a

prevalente tematica inclusiva SI

Altro:

D. Coinvolgimento personale ATA

Assistenza alunni disabili SI

Progetti di inclusione / laboratori integrati NO

Altro:

E. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e

psicopedagogia dell’età evolutiva SI

Coinvolgimento in progetti di inclusione SI

Coinvolgimento in attività di promozione della

comunità educante SI

Altro:

F. Rapporti con servizi sociosanitari

territoriali e istituzioni deputate alla

sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati sulla disabilità SI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati su disagio e simili SI

Procedure condivise di intervento sulla

disabilità SI

Procedure condivise di intervento su disagio e

simili SI

Progetti territoriali integrati SI

Progetti integrati a livello di singola scuola SI

Rapporti con CIT/ CTI SI

Altro:

G. Rapporti con privato sociale e

volontariato

Progetti territoriali integrati SI

Progetti integrati a livello di singola scuola SI

Progetti a livello di reti di scuole SI

H. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-didattiche /

gestione della classe SI

Didattica TIC per classi aperte NO

Coordinamento sostegno SI

Didattica speciale e progetti educativo-didattici

a prevalente tematica inclusiva SI

Didattica interculturale / italiano L2 SI

Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva

(compresi DSA, ADHD, ecc.) SI

Progetti di formazione su specifiche disabilità

(autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) SI

1. Studenti con bisogni educativi speciali (BES)

L’Istituto promuove interventi per prevenire situazioni di difficoltà e consentire la piena

partecipazione alle attività educative e didattiche degli studenti con Bisogni Educativi Speciali

(BES), cioè degli studenti:

o in situazione di disabilità certificata ai sensi della legge n. 104 del 1992;

o con disturbi specifici d’apprendimento (DSA) che investono le funzioni relative ai processi

di automatizzazione delle abilità strumentali di base di lettura, scrittura e calcolo, quali la

dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia, accertate da uno specialista (legge n.

170 del 2010);

o con disturbi evolutivi specifici che comprendono i deficit del linguaggio, delle abilità non

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verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività;

o che presentano situazioni di svantaggio determinate da particolari condizioni (temporanee o

continuative) sociali o ambientali e difficoltà d’apprendimento tali da compromettere in

modo significativo la realizzazione delle potenzialità dell’alunno e il positivo svolgimento

del percorso scolastico con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della

lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

PROCEDURA DI RILEVAZIONE INIZIALE

La rilevazione dei BES viene effettuata dal Team/Consiglio di Classe competente a inizio anno,

attraverso un periodo di osservazioni sistematiche. Fermo restando l'obbligo di presentazione delle

certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di Disabilità e di Disturbo

Specifico di Apprendimento (DSA), i Team/Consigli di classe, sulla base di considerazioni

pedagogiche e didattiche, indicano in quali altri casi, non ricadenti nei disturbi clinicamente

riscontrabili, sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica

formalizzata nel Piano Didattico Personalizzato (PDP). Ove non sia presente una certificazione

clinica, il Team/Consiglio di Classe motiverà a verbale le decisioni assunte sulla base delle

considerazioni pedagogiche e didattiche emerse.

2. Studenti BES certificati ai sensi della legge n.104

Sono in situazione di disabilità tutti quegli alunni che, come definito nell'art. 3 comma 1 della legge

104/92 e successive modifiche, presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale,

stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione

lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

L'individuazione della persona con disabilità è effettuata secondo i criteri e le modalità stabiliti

nell'atto di indirizzo e coordinamento del 2004 e nel successivo decreto del Presidente del Consiglio

dei Ministri del 23/02/2006 nr .185, tramite il rilascio da parte del collegio di accertamento, di una

certificazione consegnata dalla famiglia alla scuola.

Gli accertamenti per l'eventuale rilascio della certificazione avvengono su richiesta dei genitori o su

segnalazione della scuola, previo autorizzazione dei genitori stessi.

La certificazione permette all’alunno di essere tutelato nel diritto all’educazione e all’istruzione e

alla scuola di attivare provvedimenti particolari:

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o “Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di

scuole dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non

più di 20 alunni, purchè sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica”.

(DPR nr.81 del 20/03/2009 art .6).

o Alla classe è assegnato un insegnante di sostegno, secondo le modalità stabilite dall’art.40

della L 449/97, il quale è contitolare e corresponsabile della classe e collabora con gli

insegnanti curricolari apportando un intervento “tecnico” all’insegnamento. Sono stesi il

PDF (Piano Dinamico Funzionale) e il PEI (Programmazione Educativa Individualizzata):

progetto di attività educative e didattiche condiviso da famiglia/scuola/specialista di

riferimento/Comune (Comune, per alunni che necessitano di assistenza).

o E’ possibile usufruire di un assistente all’autonomia e della collaborazione del personale

ATA, per alunni con particolari disabilità.

Oltre ad attivare le risorse necessarie in caso di certificazione, nell’ Istituto quest’anno sono

presenti:

- un docente per tutto l’Istituto, specializzato con semi-esonero al CTS-NTD di Brescia,

con funzioni di coordinamento dei rapporti con ASL, famiglie, Comune, enti ed istituzioni

presenti sul territorio, Centro Territoriale Inclusione per quanto concerne la disabilità e tutte

le proposte di nuove segnalazioni;

- due docenti funzioni strumentali per l’inclusione e referenti per DSA/BES,

principalmente alla primaria e all’infanzia e un docente per la scuola secondaria di

primo grado;

- GLHO

- Gruppo di coordinamento, con il compito di condividere problematiche, metodologie e

strategie specifiche d’intervento, e organizzare momenti di approfondimento e formazione

sulla base delle necessità rilevate all’interno dell’Istituto;

- Gruppo di lavoro Integrazione alunni non italofoni con il compito di agevolare il

processo di integrazione degli alunni non italofoni;

- Una psicopedagogista di Istituto che supporta i docenti curricolari nell’osservazione e

nella rilevazione di segnali predittori di disagio psico-emotivo.

La scuola per realizzare pienamente il progetto di integrazione, ha rapporti con gli Enti presenti

sul territorio, secondo quanto previsto dalle nuove norme del Decreto legislativo 66/2017:

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o Il Comune, per l’attivazione di progetti extra-scolastici per l’integrazione sociale, per

l’assegnazione dell’assistente all’autonomia, l’abbattimento delle barriere architettoniche;

o Il GLIR (gruppo di lavoro interistituzionale regionale), per l’assegnazione dell’insegnante

di sostegno e l’approvazione di progetti ;

o Il GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione) nominato e presieduto dal dirigente scolastico,

composto da docenti di sostegno, referenti per la disabilità

o L’ASST e UONPIA (neuropsichiatria): in base a quanto stabilito dall’ “Atto di indirizzo e

coordinamento“ del 2004, l’equipe multidisciplinare deve assicurare l’intervento nella

scuola per la discussione della diagnosi funzionale, l’elaborazione del profilo dinamico

funzionale e del piano educativo individualizzato;

o il C.T.I. ( Centro Territoriale Inclusione): offre consulenza a genitori ed insegnanti,

effettua il prestito di libri e materiali multimediali su tematiche relative alla disabilità,

organizza corsi di formazione per insegnanti e genitori, effettua l’orientamento scolastico;

o CTS-NTD di Brescia (Centro Territoriale Servizi Nuove Tecnologie e Disabilità) che si

occupa di consulenza, formazione per la provincia, a docenti e genitori su tematiche inerenti

ai BES e all’Inclusione;

o il GLHO (gruppo di lavoro operativo): istituito per ogni alunno certificato al fine di

coordinare gli interventi educativo-didattici, è formato dai genitori dell’alunno, dagli

insegnanti di classe e di sostegno, dallo specialista di riferimento, dall’assistente per

l’autonomia, se presente, e dall’assistente sociale del Comune che offre il servizio di

assistenza all’autonomia;

o Associazione “Mamme oltre il muro”: presente nel territorio di Borgosatollo, supporta le

necessità scolastiche sovvenzionando progetti e formazioni specifiche sulla base delle

necessità dell’istituto;

o Centro per l’integrazione scolastica dei non vedenti: offre consulenza tiflologica e

educativa nella costruzione di un percorso specifico per bambini non vedenti;

o Fondazione Bresciana Assistenza Psicodisabili: Fo.Bap Onlus: offre consulenza e

collabora con gli insegnanti nella costruzione di un percorso educativo per i bambini che

frequentano il Centro;

o Associazione comunità Onlus Mamre’: offre consulenza e collabora con gli insegnanti

nella costruzione di un percorso comunicativo per i bambini seguiti dall’Associazione.

o Nucleo di lavoro sulla CAA ( Istituto capofila Rezzato)–“ Rete di scuole per

comuniCAAre”: incontri di formazione e di scambio per favorire e promuovere la

conoscenza e l’uso della comunicazione aumentativa alternativa e lavorare in rete alla

creazione di buone prassi condivise.

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o Progetto di Educazione Stradale e Disabilità“CONdividere la strada della vita”

“Enjoy ski sport Onlus” : provare a vivere tre differenti realtà di disabilità (sia motoria, che

visiva), cercando di immedesimarsi nell’altro, percependo quali sono le difficoltà che chi è

disabile deve affrontare quotidianamente.

L’eterogeneità dei soggetti con Bisogni Educativi Speciali e la molteplicità di risposte possibili

richiede l’articolazione di un progetto globale che valorizzi le risorse della comunità scolastica e

definisca eventuali risorse aggiuntive.

L’Istituto, di conseguenza, necessita di:

- un organico di sostegno adeguato alle reali necessità per gli alunni con disabilità;

- assistenti all’autonomia specialistica per gli alunni con disabilità non autonomi nella cura e nella

gestione personale;

- docenti da utilizzare nella realizzazione di progetti di inclusione, personalizzazione e

individualizzazione degli apprendimenti;

- definizione di nuove intese con i servizi socio-sanitari e con associazione specifiche per disabilità.

Per quanto concerne le risorse relative all’organico di sostegno, l’Istituto ha definito i seguenti

criteri per la richiesta delle ore (in concordanza anche con quanto previsto dai criteri definiti

Dall’ AT di Brescia):

o garantire l’assegnazione di almeno 1 docente di sostegno ogni 3 alunni disabili;

o assicurare e promuovere la sinergia e la collaborazione tra le risorse fornite dai vari Enti

(sostegno, assistenti all’autonomia, assistenti alla comunicazione) nell’ottica di promuovere

gli specifici bisogni e le differenti potenzialità degli alunni disabili;

o destinare eventuali ulteriori risorse, tenendo conto dei casi di gravità e di complessità che

caratterizzano la nostra Istituzione Scolastica;

o curare il passaggio degli alunni con disabilità tra i vari gradi scolastici;

Nello specifico le azioni didattico-educative praticate riguardano l’accoglienza sia del singolo

alunno diversamente abile che della famiglia e la costruzione di un percorso educativo

individualizzato.

Le suddette procedure verranno riviste e aggiornate secondo la nuova normativa dettata dal D.lgs.

66/2017 a partire dal 1°gennaio 2019.

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3. Cambiamenti per le procedure di certificazione e documentazione per l’inclusione

degli alunni disabili.

- La famiglia presenta la domanda di accertamento dello stato di disabilità direttamente

all’Inps;

- la commissione medica rilascia la certificazione di disabilità;

- la famiglia consegna all’equipe multidisciplinare la certificazione;

- l’equipe elabora il profilo di funzionamento e lo consegna alla famiglia;

- la famiglia consegna alla scuola il profilo di funzionamento;

- la scuola predispone il PEI che sarà in ottica ICF;

- il comune redige il Progetto Individuale;

- al GLHO è attribuito il compito della elaborazione del PEI che per la prima volta sarà

soggetto ad approvazione (senza indicare se a maggioranza o all’unanimità).

Nuovo iter per la richiesta delle ore di sostegno

- Il DS sentito il GLI e sulla base delle certificazioni ASST quantifica le ore di sostegno e

invia la proposta di organico al GIT territoriale;

- il GIT, dopo aver analizzato la documentazione acquisita verifica la richiesta dei dirigenti e

formula una proposta da inviare all’ USR;

- l’USR assegna le risorse.

ACCOGLIENZA DELLE FAMIGLIE E DEGLI ALUNNI

Ad ogni inizio anno scolastico la scuola prevede, in seguito ad un periodo d’osservazione

dell’alunno, un primo colloquio con le famiglie come figure corresponsabili al percorso da attuare

all’interno dell’Istituto. Le comunicazioni saranno puntuali, in modo particolare riguardo alla lettura

condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica dell’equipe pedagogica. Le

famiglie saranno coinvolte sia in fase di progettazione che di realizzazione degli interventi

attraverso:

- la condivisione delle scelte effettuate;

- incontri del GLHO per identificare bisogni, aspettative e criticità;

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- colloqui calendarizzati per monitorare i processi d’apprendimento;

- condivisione del PEI;

- colloqui individuali;

- colloqui generali;

- incontri con ASST calendarizzati all’inizio dell’anno;

- incontri con psicopedagogista per accoglienza o accompagnamento.

Notevole importanza viene inoltre consegnata alle fasi di passaggio, accompagnamento e di

continuità tra i vari gradi di scuola, momento molto delicato che necessità di particolari

attenzioni. Il progetto continuità nasce dall’esigenza di garantire agli alunni un percorso organico e

completo, cercando di diminuire inutili stati d’ansia e frustrazione.

Sono quindi previsti:

- un incontro tra gli insegnanti dei due gradi di scuola, per passaggio di informazioni specifiche,

indicazioni didattiche e organizzative, condivisione dei PEI;

- uscita con gli alunni della classe presso il successivo grado di scuola per familiarizzare con il

nuovo ambiente;

- stages nelle scuole di grado successivo con accompagnamento;

- supporto nell’orientamento nella scelta di scuole secondarie di secondo grado adeguate alle

necessità dell’alunno;

- incontri con operatori ASST e famiglie (Consiglio di Classe o modulo);

- incontri specifici di GLI con eventuali terapisti o specialisti che seguono l’alunno.

STESURA E CONDIVISIONE DEL PEI

Diverse figure professionali, quali gli insegnanti curricolari, gli insegnanti di sostegno, e gli

assistenti per l’autonomia, collaborano all’interno dell’Istituto per la strutturazione del percorso

educativo. In seguito a quanto concordato nell’incontro del GLI, GLHO e nel colloquio con la

famiglia, il consiglio di classe/modulo stende il Progetto Educativo Individualizzato

compilato materialmente dal docente di sostegno.

La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta l’adozione di strategie e metodologie

propositive, quali:

- l’apprendimento cooperativo;

- il lavoro a coppie, a piccolo gruppo, in semi- classe, peer to peer;

- il tutoring;

- l’attività individualizzata;

- l’organizzazione di tempi e spazi adeguati alle necessità personali;

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- l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici e specifici.

Inoltre, essendo l’insegnante di sostegno un insegnante della classe, è possibile prevedere, tenendo

conto delle necessità particolari dell’alunno e dell’orario di discipline “sensibili”, lo scambio

momentaneo di ruoli tra docente curricolare e specializzato, così da incentivare un lavoro condiviso

d’osservazione, supporto e generalizzazione degli apprendimenti.

Prima della consegna finale del PEI, il documento viene condiviso e controfirmato da docenti,

famiglia, dal dirigente scolastico e dagli operatori ASST e EELL.

4. Studenti BES con Disturbi Specifici di apprendimento (DSA)

La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia sono riconosciuti come disturbi specifici

d’apprendimento, denominati “DSA”, e si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate,

in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione

importante per alcune attività della vita quotidiana (Legge n. 170/ 2010). Inoltre alcune tipologie di

disturbi, non esplicitati nella Legge n.170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi

previste. Si tratta dei disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi

specifici del linguaggio o bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o

nelle aree non verbali (es. disturbo di coordinazione motoria, disprassia, disturbo non verbale,…).

Alla luce di quanto previsto dalla Legge n. 170/2010 e dalle Linee guida allegate al DM 5669/2011,

la scuola favorisce il percorso educativo- didattico degli alunni con disturbi specifici

d’apprendimento, attraverso le azioni operate dai tutti i soggetti coinvolti.

Per la definizione delle procedure e dei compiti si fa riferimento al documento “Linee Guida

esplicative del percorso di prima certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

(DSA)”,redatto da un’equipe specializzata presso la Direzione Generale Welfare dell’ USR

Lombardia e diffuso con una circolare regionale MIUR dell’ 11/01/2016, nel quale vengono

fornite, ai soggetti coinvolti nell’attività di prima certificazione (famiglia, scuola e professionisti),

indicazioni chiare circa il percorso che dall’individuazione delle difficoltà porta, attraverso la

diagnosi, alla stesura del Piano Didattico Personalizzato.

COMPITI DELLA SCUOLA

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La scuola supporta la famiglia, garantisce e promuove il raccordo tra i soggetti coinvolti. Riceve

copia della certificazione che viene protocollata. La certificazione viene inserita nel fascicolo

personale dell’alunno. Il Dirigente Scolastico informa il referente DSA/BES e il coordinatore di

classe, che la condivide con il gruppo dei docenti. La scuola mette a disposizione materiale

informativo per la famiglia.

Il Team/Consiglio di Classe opera attraverso le seguenti azioni:

- consulta la diagnosi;

- programma un colloquio con i genitori per ricavare la conoscenza dell’alunno che ha chi lo

segue ogni giorno ed eventuali strategie e modalità operative attivate dal bambino in ambito

domestico;

- consulta eventualmente uno o più professionisti che hanno partecipato al percorso

diagnostico, in accordo con la famiglia;

- viene redatto un verbale dell’incontro da allegare al verbale del CdC dal coordinatore di

classe;

- effettua l’osservazione sistematica delle potenzialità e delle criticità degli alunni all’interno

della scuola anche attraverso l’impiego di griglie e prove strutturate.

Dopo un periodo di osservazione avvia l’iter di elaborazione del PDP:

- individua delle strategie metodologico- didattiche più efficaci per agevolare il percorso di

apprendimento dell’alunno;

- progetta la scelta delle misure compensative e dei strumenti dispensativi, in accordo con

la famiglia, per favorire il processo d’apprendimento ed evitare particolari stati di

frustrazione;

- attiva modalità di verifica degli apprendimenti coerenti con quanto precedentemente

concordato con la famiglia e con il piano personalizzato.

- Il Coordinatore di classe presenta e propone il PDP alla famiglia esplicitandone i contenuti.

- Chiede la firma del documento che diventa un patto educativo.

- Il CdC, nel caso di eventuali integrazioni e modifiche proposte dalla famiglia, può rivedere

il PDP.

- Ciascun docente deve attuare quanto previsto dal PDP per la propria disciplina, sia durante

l’anno scolastico sia nelle valutazioni finali.

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- Lo svolgimento degli Esami di Stato e delle prove Invalsi è regolato dalla nuova normativa

aggiornata dall’entrata in vigore del D.lgs. 62/17

- Il Dirigente Scolastico firma la versione definitiva del PDP firmato dalla famiglia, da tutti i

docenti e fa inserire copia negli atti del Consiglio di classe e nel fascicolo personale

dell’alunno.

- I docenti del Team/CdC verificano periodicamente l’efficacia delle misure adottate,

rendendosi disponibili per incontri di monitoraggio in itinere con la famiglia. Se necessario,

predispongono adattamenti/modifiche a quanto previsto dal PDP.

ATTIVITA’ DI POTENZIAMENTO/RECUPERO

In linea con la normativa vigente, le scuole dell’infanzia progettano attività di potenziamento in

piccolo gruppo e individuali all’interno delle sezioni . La scuola primaria ha attuato l’avviamento di

un progetto di osservazione e potenziamento dello sviluppo linguistico e dei pre-requisiti della

letto-scrittura per le classi prime e seconde. Attraverso azioni di osservazione e di monitoraggio,

la scuola riconosce le difficoltà nel percorso di apprendimento il più precocemente possibile,

predispone specifiche attività di recupero e di potenziamento per tutte le classi e ne informa la

famiglia. Se tali interventi non dovessero produrre i miglioramenti attesi, invita la famiglia a

richiedere una valutazione clinica per accertare eventuale presenza di Disturbi Specifici

dell’Apprendimento.

Nella scuola secondaria le attività di recupero, programmate in collaborazione con i docenti di

potenziamento, vengono concordate a livello di consiglio di classe, si prevedono azioni congiunte di

potenziamento in parallelo al recupero.

Nell’Istituto le figure referenti BES/DSA svolgono diverse funzioni:

favorire attività di sensibilizzazione, informazione e formazione (corso on-line Dislessiamica,

formazione PEI in ottica ICF);

• promuovere ricerche e azioni;

• fornire informazioni, materiali didattici e di valutazione specifici;

organizzare una mappatura degli allievi con Disturbo Specifico d’Apprendimento;

• organizzare “interventi tempestivi idonei a individuare i casi sospetti di DSA” (in risposta

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all’art.3, comma 3 legge 170/2010);

• essere a disposizione dei Consigli di Classe/ Team docenti, per progettare il PDP.

COMPITI DELLE FAMIGLIE

La famiglia che rileva significative difficoltà nell’esecuzione delle richieste scolastiche da parte del

proprio figlio, si può confrontare con i docenti di classe, il referente DSA/BES,la psicopedagogista

d’istituto, il Dirigente scolastico e/o con il pediatra. Può decidere autonomamente o su

sollecitazione da parte della scuola di procedere alla valutazione clinica delle difficoltà del figlio,

rivolgendosi a professionisti autorizzati a redigere certificazioni DSA valide ai fini scolastici.

Consegna copia della certificazione al Dirigente Scolastico e ottiene ricevuta di consegna.

Può richiedere i riferimenti normativi e l’estratto del Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) della

scuola in materia di DSA al referente d’istituto.

La famiglia può autorizzare la scuola a prendere contatti con uno o più professionisti che hanno

partecipato al percorso diagnostico per approfondimenti e/o chiarimenti.

Si confronta con gli insegnanti e/o con il referente DSA/BES per approfondire i bisogni dell’alunno

e le scelte didattiche che meglio vi possono corrispondere (modalità di studio, mediatori didattici,

etc ...).

La famiglia riceve il PDP e lo può trattenere per prenderne adeguata visione. Restituisce il PDP e lo

firma se ne condivide il contenuto. In caso contrario propone eventuali integrazioni e/o modifiche,

che saranno valutate dal Team/CdC.

La famiglia riceve copia definitiva del PDP, controfirmato da tutti i docenti e dal Dirigente

Scolastico e lo firma a sua volta.

Inoltre verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati e che siano portati a scuola i

materiali richiesti. Periodicamente si rapporta con la scuola, confrontandosi su difficoltà e progressi.

(Linee Guida Legge 8 ottobre 2010 n. 170 – art. 6.5)

5. Studenti BES non italofoni

Nell’Istituto Comprensivo è presente un’ampia tipologia di alunni immigrati con numerose

nazionalità rappresentate.

Molti di questi allievi si trovano in una condizione di svantaggio linguistico e culturale e

richiedono particolare attenzione durante la fase dell’inserimento scolastico. Per questo è stato

redatto un “Protocollo di accoglienza degli alunni non italofoni”. È necessario attivare un

processo educativo-didattico che favorisca l’apprendimento e/o il consolidamento dell’italiano

funzionale e come lingua per apprendere. Vengono predisposti interventi linguistici e interculturali

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specifici, per favorire l’integrazione nel gruppo classe e nella comunità scolastica.

Nell’Istituto sono presenti ed attivi:

o un docente referente per l’intercultura con funzioni di consulenza e supporto ai colleghi, di

progettazione di percorsi d’integrazione e/o di alfabetizzazione;

o collaborazioni con il Centro territoriale per l’intercultura per il coordinamento, la

documentazione e la diffusione di buone pratiche interculturali;

La scuola, per favorire pienamente l’integrazione degli alunni non italofoni, collabora con i servizi

sociali e l’ufficio stranieri del Comune. Inoltre fruisce delle proposte attivate dal Centro territoriale

per l’intercultura:

- consulenze e prestiti di materiali;

- accoglienza consapevole;

- formazione docenti in servizio;

- commissione di rete intercultura;

- stesura del PDP per alunni non italofoni.

Le azioni didattico-educative praticate riguardano l’accoglienza (sia del singolo alunno, che della

famiglia immigrata), lo sviluppo linguistico e l’approccio interculturale.

ACCOGLIENZA FAMIGLIE

La scuola prevede incontri scuola-famiglia (degli alunni stranieri) finalizzati alla conoscenza

dell’organizzazione scolastica, all’orientamento e al supporto nelle procedure di iscrizione ai gradi

di scuola successivi, per gli alunni frequentanti l’ultimo anno della scuola secondaria di primo

grado.

ACCOGLIENZA ALUNNI

Il DPR 31/8/99 n. 394 all’art. 45 “Iscrizione scolastica” attribuisce al collegio dei docenti numerosi

compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per

sostenere questi compiti nell’Istituto Comprensivo il referente per l’accoglienza attua le azioni

indicate nel “ Protocollo di accoglienza alunni non italofoni”:

o fissa un primo colloquio con la famiglia e con l’alunno per raccogliere informazioni sulla

storia personale e scolastica dell’alunno, sulla sua situazione familiare, i suoi interessi, il suo

percorso scolastico, la biografia linguistica;

o organizza il tempo-scuola dell’alunno al fine di facilitare la conoscenza della nuova scuola;

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o somministra test d’ingresso (alcuni predisposti, altri da adattare) per accertarne

competenze e bisogni)

o propone al team docenti la classe d’inserimento, tenendo conto dei dati raccolti e dei

criteri stabiliti nel Protocollo.

Dal momento dell’iscrizione alla fase di prima accoglienza possono trascorrere fino a 15 giorni, per

consentire alla referente di reperire e organizzare le risorse.

Una volta avvenuto l’inserimento in classe è compito dell’equipe pedagogica individuare gli stadi di

apprendimento della lingua italiana, secondo i livelli di framework europeo e progettare l’azione

didattica più efficace.

ATTIVITA’ DI ALFABETIZZAZIONE

Per gli alunni non italofoni neo-arrivati nell’Istituto Comprensivo o ad un primo livello di

alfabetizzazione, si attivano laboratori di alfabetizzazione di italiano L2, organizzati nelle varie sedi

e con moduli orari differenti.

L’intervento viene effettuato a livello individuale e/o di gruppo, in contemporaneità con gli

insegnanti curricolari .

I vari corsi di alfabetizzazione degli alunni non italofoni vengono condotti da docenti dell’istituto e

docenti volontari.

6. Studenti BES con svantaggio socio-culturale

La scuola è l’ambiente d’apprendimento in cui promuovere la formazione di ogni studente, la sua

interazione sociale, la sua crescita umana, culturale e civile. La presenza di forme di disagio di varia

natura rende impervio il percorso per il raggiungimento di tale obiettivo.

Quella fetta di popolazione scolastica, in costante crescita, che presenta problematiche relative alla

sfera socio-affettiva viene individuata attraverso:

o osservazioni e relazioni prodotte dell’equipe pedagogica, che documenta difficoltà tali da

compromettere in modo significativo la realizzazione delle potenzialità dell’alunno e il

positivo svolgimento del percorso scolastico;

o segnalazioni dei Servizi sociali e dell’Ente locale.

Inoltre, nell’Istituto è presente uno Sportello d’ascolto (condotto dalla psico-pedagogista Dott.ssa

Profeta) rivolto ad insegnanti e genitori, come supporto a tematiche educative e relative allo

sviluppo socio-affettivo del bambino.

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Alla scuola Primaria parte delle risorse dell’organico dell’autonomia sono state destinate a supporto

delle classi con situazioni di disagio socio- culturale.

AREA TUTELA

Sarà cura del Servizio Tutela Minori informare la scuola dei casi per i quali l’Autorità Giudiziaria

ha conferito al Servizio Tutela Minori le competenze inerenti la vigilanza, l’affidamento o la tutela

dei minori, con particolare attenzione agli aspetti inerenti la progettualità e le disposizioni relative

alla limitazione della potestà genitoriale ed alle prescrizioni date alla famiglia che possano, in vario

modo, avere una ricaduta sull’attività e la permanenza dei bambini a scuola e/o che riguardino

l’ambito extrascolastico.

7. Strategie di valutazione per alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES)

La valutazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali avverrà in itinere, monitorando punti di

forza e criticità e tenendo come presupposto di riferimento il diritto all’apprendimento di tutti gli

alunni.

Le modalità di verifica degli apprendimenti terranno conto dei risultati raggiunti in relazione al

punto di partenza, sulla base di quanto dichiarato nel programma individualizzato/ personalizzato e

verificando quanto gli obiettivi siano riconducibili ai livelli essenziali degli apprendimenti.

Per quanto concerne gli alunni con DSA si effettueranno valutazioni che privilegino le conoscenze e

le competenze di analisi, sintesi e collegamento piuttosto che la correttezza formale. Saranno

previste verifiche orali e scritte, facendo uso, ove necessario, di strumenti e mediatori compensativi

e misure dispensative. Sulla base di quanto previsto nel PDP sarà il Team/Cdc dei docenti a stabilire

i livelli essenziali di competenza che consentono di valutare la contiguità con il percorso comune.

Novità introdotte dal D.Lgs 62

Valutazione alunni con DSA

La valutazione degli apprendimenti, incluse l'ammissione e la partecipazione all'esame finale del

primo ciclo di istruzione, sono coerenti con il piano didattico personalizzato predisposto nella

scuola primaria dai docenti contitolari della classe e nella scuola secondaria di primo grado dal

consiglio di classe ( comma 11 art.10) .

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Per la valutazione delle alunne e degli alunni con DSA certificato le istituzioni scolastiche adottano

modalità che consentono all'alunno di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento

conseguito, mediante l'applicazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi di cui

alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, indicati nel piano didattico personalizzato.

Valutazione alunni con disabilità

La valutazione degli alunni con disabilità certificata è riferita:

al comportamento

alle discipline

alle attività svolte sulla base dei documenti previsti dall’articolo 12, comma 5, della Legge

n.104 del 1992, il piano educativo individualizzato.

Nella valutazione degli alunni con disabilità si persegue l’obiettivo dello sviluppo delle potenzialità

nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.

Prima novità introdotta dall’articolo 11 comma 8 del decreto 62

Se l’alunno disabile non si presenta agli esami di Stato si rilascia un attestato di credito formativo.

Tale attestato è comunque titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo

grado ovvero dei corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli fini del riconoscimento di

ulteriori crediti formativi da valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione.

Seconda novità: la certificazione delle competenze dell’alunno disabile

Nell’art.9 del decreto 62 si prevede che la certificazione delle competenze dell’alunno disabile sia

coerente con il suo piano educativo individualizzato.

I singoli consigli di classe possono attivarsi per definire, in relazione all’alunno disabile, i livelli di

competenza che si prenderanno in considerazione come mete raggiungibili.

La certificazione delle competenze per gli alunni con disabilità, deve essere redatta sul modello

nazionale e può essere accompagnata, se necessario, da una nota esplicativa che rapporti il

significato degli enunciati di competenza agli obiettivi specifici del piano educativo

individualizzato (PEI).

Al tal fine, ad esempio, è possibile allegare dei descrittori ( rubriche, griglie …) tali da declinare la

padronanza delle competenze chiave (descritte dalle dimensioni del Profilo), in coerenza con il PEI,

nei quattro livelli previsti dalla certificazione.

Modalità di svolgimento degli Esami di Stato

Alunni DSA

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Per l'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione la commissione può riservare tempi più

lunghi di quelli ordinari; può essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti

informatici solo nel caso in cui siano previsti nel PDP e quindi già stati impiegati per le verifiche in

corso d'anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell'esame, senza che venga

pregiudicata la validità delle prove scritte.

Solo per gli alunni la cui certificazione di disturbo specifico di apprendimento prevede la dispensa

dalla prova scritta di lingua straniera, in sede di esame di Stato, la sottocommissione stabilisce

modalità e contenuti della prova orale sostitutiva della prova scritta di lingua inglese.

In casi di particolare gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilita' con altri disturbi o

patologie su richiesta della famiglia e conseguente approvazione del consiglio di classe, è esonerato

dall'insegnamento delle lingue straniere e segue un percorso didattico personalizzato.

In sede di esame di Stato sostiene prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, con valore

equivalente ai fini del superamento dell'esame e del conseguimento del diploma. L'esito dell'esame

viene determinato sulla base dei criteri previsti dall'articolo 8.

Le alunne e gli alunni con DSA dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati

dall'insegnamento della lingua straniera non sostengono la prova nazionale di lingua inglese di cui

all'articolo 7. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami del primo ciclo e nelle tabelle

affisse all'albo di istituto non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della

differenziazione delle prove.

Alunni con disabilità

Gli alunni con disabilità sostengono le prove di esame al termine del primo ciclo di istruzione con

l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché ogni altra forma di ausilio tecnico loro

necessario, utilizzato nel corso dell’anno scolastico per l’attuazione del piano educativo

individualizzato (comma 5, art.11).

Per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la

sottocommissione, sulla base del piano educativo individualizzato, relativo alle attività svolte, alle

valutazioni effettuate e all’assistenza eventualmente prevista per l’autonomia e la comunicazione,

predispone, se necessario, prove differenziate idonee a valutare il progresso dell’alunna o

dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.

Le prove differenziate hanno valore equivalente ai fini del superamento dell’esame e

conseguimento del diploma finale (comma 6, art.11).

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L’esito finale dell’esame viene determinato sulla base dei criteri previsti dall’articolo 8 che

disciplina lo svolgimento ed esito dell’esame di Stato (comma 7, art.11).

8. Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo x

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e

aggiornamento degli insegnanti x

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della

scuola x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della

scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; x

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel

partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle

attività educative; x

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di

percorsi formativi inclusivi; x

Valorizzazione delle risorse esistenti x

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la

realizzazione dei progetti di inclusione x

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso

nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi gradi di scuola e il

successivo inserimento lavorativo. x

Costruzione di alleanze strategiche con il territorio x

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo

Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno

In seguito all’osservazione d’Istituto (RAV ), l’Istituto ha avuto l’ occasione di riflettere su quali

siano i punti di forza, ma soprattutto sulle criticità. Per il prossimo anno scolastico, in linea con

quanto inserito nel PTOF, l’Istituto si propone alcuni obiettivi di miglioramento al fine di

incrementare l’inclusività.

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1.Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo

Dare uniformità alle griglie di osservazione di partenza per la sezione/classe per ogni ordine

scolastico dell’Istituto

Da un punto di vista organizzativo si cercherà di rispondere alla necessità di una maggiore

partecipazione delle famiglie, rivedendo la costituzione e l’organizzazione del GLI: l’obiettivo è

quello di cercare di coinvolgere maggiormente le famiglie di tutti gli alunni con Bisogni Educativi

Speciali, attraverso una rilevazione delle necessità, una maggiore condivisione e conoscenza dei

diritti, doveri, e partecipazione nelle scelte formative.

Si continuerà a coinvolgere le famiglie nella costruzione di progetti che possano poi avere una

ricaduta anche nel contesto territoriale e domiciliare.

2.Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

Si continuerà a promuovere percorsi di formazione e aggiornamento specifici sulla disabilità rivolti

non solo ai docenti di sostegno ma anche ai curricolari .

-corso di aggiornamento sulla nuova normativa relativa alla valutazione (Dlgs 62)

Azioni già in atto:

- Rete di scopo CAA con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’uso della

comunicazione aumentativa alternativa e lavorare in rete alla creazione di buone prassi

condivise.

- Formazione promossa da Dislessia amica

- Formazione triennale d’ ambito (L.107/15) sulle tematiche dell’Inclusione promossa dal

CTI sulla progettazione in ottica ICF in una classe inclusiva” articolata in due fasi

autonome ciascuna delle quali prevede 25 ore di formazione: - Azione 1 (aprile-maggio

2018) “I.C.F. nel D.lgs.66 e D. Lgs.62” - Azione 2 (settembre 2018) “La classe inclusiva”

- Formazione promossa dal CTS Lavoriamo insieme con successo … un passo alla volta per

conoscere e sperimentare software free a sostegno dell’azione didattica in classi con alunni

con Bisogni Educativi Speciali.

- Formazione per referenti DSA d’istituto organizzato dall’AID.

Successivi corsi possono essere previsti su tematiche specifiche via via emergenti nel corso

dell’anno, tenendo anche conto degli alunni in ingresso, delle future rilevazioni o delle evoluzioni

di situazioni esistenti e in itinere.

3.Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive

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Stabilire criteri di valutazione condivisi per tutti gli alunni BES.

4 Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei

progetti di inclusione

Incremento dei materiali di facile consumo per ogni plesso per l’integrazione.

Monitoraggio dei bisogni a fine maggio per essere evaso a giugno.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi

5. Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi

inclusivi

In ottemperanza alle novità introdotte dal Dlgs 62/17 l’obiettivo da perseguire sarà la definizione

dei livelli essenziali di competenza in ogni disciplina all’interno del curricolo d’Istituto.

Individuazione delle competenze, inerenti ad ogni disciplina, centrate su alcuni assi fondamentali,

quali la continuità verticale e orizzontale, l’autonomia personale, sociale e la qualità della vita in

senso esistenziale e progettuale, intorno ai quali ogni team docente svilupperà degli obiettivi di

apprendimento specifici relativi alle varie aree di sviluppo.

Parte III – Finalità del PAI ed indicatori di inclusività

Finalità del PAI

Scopo del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella

predisposizione del PTOF. Non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come

uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante

sulla centralità e sulla trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati”

educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per

ciascuno” (nota di chiarimento n. 1551 del 27/06/2013).

Il Piano Annuale dell'Inclusione è uno strumento di monitoraggio e di valutazione per documentare

la capacità dell'istituto di migliorare le proprie azioni formative e richiede l'individuazione di

finalità ben precise, ovviamente coerenti con le politiche di inclusione messe in campo

concretamente.

Fermo restando le competenze del consiglio di classe in ordine alla individuazione degli alunni con

BES e all'eventuale elaborazione, monitoraggio e documentazione dei relativi PDP, è necessario

che tutte le componenti dell'azione educativa – docenti, famiglie, alunni – partecipino attivamente

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alla promozione di una cultura dell'inclusione che si riferisce a tutti gli alunni, perché ciò

rappresenta la base più autentica di una comunità scolastica che è anche comunità educativa.

Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 03/05/2018

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data 20/06/2018

Borgosatollo, 03/05/2018 Firma della Dirigente Scolastica

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