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ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA E ARTIGIANATO OSTILIO RICCI” Sede Centrale Via Salvo D’Acquisto, 71 - 63900 Fermo - Cod. fisc. 81006180442 Tel. 0734/228829 - www.ipsiafermo.gov.it e-mail: [email protected] PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA ANNO SCOLASTICO 2015/2016

PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA ANNO … 2015...ANNO SCOLASTICO 2015/2016 INDICE FINALITA’ DEL POF Pag. 4 1 – L’IDENTITA’ DELL’ISTITUTO IN RAPPORTO AL TERRITORIO ED ALLA SUA

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ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA E ARTIGIANATO

“OSTILIO RICCI”

Sede Centrale – Via Salvo D’Acquisto, 71 - 63900 Fermo - Cod. fisc. 81006180442

Tel. 0734/228829 - www.ipsiafermo.gov.it e-mail: [email protected]

PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVAANNO SCOLASTICO 2015/2016

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INDICE

FINALITA’ DEL POF Pag. 4

1 – L’IDENTITA’ DELL’ISTITUTO IN RAPPORTO AL TERRITORIO ED ALLA SUAINTEGRAZIONE CON IL MONDO DEL LAVORO

• 1.1 L’IDENTITA’ DELL’ISTITUTO Pag. 5

• 1.2 IL TERRITORIO FERMANO Pag. 9

• 1.3 L’ENTE PROVINCIA Pag. 10

• 1.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELLE IMPRESE NELLA PROVINCIA DI FERMO

Pag. 11

• 1.5 UNA SCUOLA IN RAPPORTO AL SUO TERRITORIO: UN’EFFICACECOLLOCAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO

Pag. 16

• 1.6 PROMOZIONE UMANA E SOCIALE Pag. 20

• 1.7 LA DISPERSIONE SCOLASTICA Pag. 20

2 - L'OFFERTA FORMATIVA DELL'ISTITUTO “I.P.S.I.A. “O . RICCI”

• 2.1 PERCORSI DI STUDIO Pag. 22

• 2.2 ORARIO SETTIMANALE DELLE LEZIONI Pag. 23

• 2.3 QUADRO ORARIO SETTIMANALE DELLE LEZIONI Pag. 24

• 2.3 CALENDARIO ANNO SCOLASTICO 2015-2016 Pag. 27

• 2.4 L'ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO NELL'ANNO SCOLASTICO 2015-2016

Pag. 28

3 - RISORSE UMANE E MATERIALI DELL'ISTITUTO “I.P.S.I.A. “O . RICCI”

• 3.1 NUMERO ALUNNI DAL 1999 AD OGGI Pag. 29

• 3.2 LE RISORSE UMANE DELL'ISTITUTO Pag. 29

• 3.3 ORGANIGRAMMA DELL'ISTITUTO Pag. 30

• 3.4 FUNZIONI STRUMENTALI E MANSIONARIO Pag. 31

• 3.5 LE RISORSE MATERIALI Pag. 35

• 3.6 CARTA DEI SERVIZI E REGOLAMENTO D'ISTITUTO Pag. 36

• 3.7 PIANO DELLE ATTIVITA’COLLEGIALI Pag. 36

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4. PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA

• 4.1 FASI DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA Pag. 38

• 4.2 FUNZIONI DEGLI ORGANI DELLA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA EDIDATTICA

Pag. 39

• 4.3 VERIFICA DELLA PROGRAMMAZIONE Pag. 40

• 4.4 ESEMPI DI GRIGLIA DI VALUTAZIONE Pag. 42

• 4.5 CRITERI DI PROMOZIONE O NON PROMOZIONE DELIBERATI DALCOLLEGIO DOCENTI

Pag. 43

• 4.6 METODOLOGIE D’INSEGNAMENTO Pag. 44

• 4.7 LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO Pag. 45

• 4.8 ALUNNI CON CERTIFICAZIONE HANDICAP Pag. 46

• 4.8 PIANO ANNUALE D’INCLUSIONE Pag. 50

• 4.9 RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Pag. 57

AREA DI PROGETTO: ATTIVITA' E PROGETTI PER L'ANNO SCOLASTICO 2015/2016

• 5.1 I PROGETTI Pag. 59

IL P.O.F. 2015 – 2016 ALLA LUCE DEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE

• 6.1 ESITI DEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE Pag. 75

• 6.2 IL PIANO DI MIGLIORAMENTO PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016 Pag. 76

• 6.3 VALUTAZIONE PERIODICA DELLO STATO DI AVANZAMENTO DEL PDM

Pag. 78

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FINALITÀ DEL POF

Il Piano dell'offerta formativa, è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale eprogettuale dell’Istituto. In esso vengono illustrate le scelte pedagogiche, organizzative e gestionali della scuola, laprogettazione curricolare ed extracurricolare, gli obiettivi generali relativi alle attività didattiche e lerisorse previste per realizzarli che la scuola adotta nell'ambito della propria autonomia.

In particolare si occupa:

• dell'organizzazione dell'Istituto

• delle risorse umane e didattiche

• delle possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie

• delle azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenzedegli alunni concretamente rilevate

• dell'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività

• delle modalità e dei criteri per la valutazione degli alunni

• dell'organizzazione adottata per la realizzazione degli obiettivi generali e specificidell'azione didattica

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L'IDENTITA' DELL'ISTITUTO IN RAPPORTO AL TERRITORIO ED ALLASUA INTEGRAZIONE CON IL MONDO DEL LAVORO1

1.1 L'IDENTITA' DELL'ISTITUTO

Gli elementi distintivi che caratterizzano l’Istruzione Professionale rispetto agli altri indirizzi distudio del sistema dell’istruzione secondaria superiore sono: la particolare integrazione con ilterritorio e le sue filiere produttive, la flessibilità dei percorsi formativi in funzione del progetto disviluppo locale nell’ambito di un sistema regionale integrato “istruzione-formazione” che, oltre adun diploma quinquennale, offre la possibilità del conseguimento di una qualificazione triennale oquadriennale con l’acquisizione di titoli spendibili sul mercato del lavoro.

Il sistema integrato Istruzione-Formazione Professionale. A partire dalla riforma del Titolo Vdella Costituzione si è avviato un percorso di radicale trasformazione del sistema dell'Istruzione edella formazione professionale strettamente intrecciato con il riordino del sistema dell'Istruzionepubblica e con le problematiche connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico. Un percorsonormativo lungo e complesso che da un lato ha visto confermare il carattere statale degli IstitutiProfessionali, attribuendo loro la competenza di erogare diplomi quinquennali, dall'altro haridefinito contenuti e competenze riguardo percorsi triennali e quadriennali di qualificazioneprofessionale. In sostanza, mentre in precedenza l'obbligo di istruzione ed i titoliprofessionalizzanti intermedi erano di stretta pertinenza del sistema scolastico, dopo una serie diaccordi quadro nazionali e regionali stipulati nel 2003 allo scopo di avviare percorsi sperimentali,nell’Aprile del 2010, con un ulteriore accordo tra Ministero dell'istruzione e della ricerca, il Ministerodel lavoro e delle politiche sociali e le Regioni, si è pervenuti a definire "percorsi di istruzione eformazione professionale a norma dell'art.27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005,n.226" di competenza regionale. Percorsi relativi a 21 figure professionali di qualifica triennale e 21di diploma quadriennale con relativi standard, a conclusione dei quali i frequentanti potrannoconseguire un titolo professionale immediatamente spendibile nel mondo del lavoro. I relativi corsisi svolgono presso le Istituzioni scolastiche statali o altri enti accreditati, che raccolgono leiscrizioni e mettono a disposizione, in regime di convenzione e nel rispetto del regolamentodell'autonomia scolastica, strutture, personale e organizzazione. La progettazione di dettaglio deicorsi, che utilizza ampi spazi di flessibilità curricolare previsti dalla normativa è curatacongiuntamente dalle istituzioni scolastiche e dalle strutture regionali. Il primo anno dei percorsisperimentali, inoltre, è prevalentemente contraddistinto da attività di accoglienza, orientamento eriorientamento, rinforzo e recupero delle competenze, in modo da garantire consapevolezza eapprofondimento delle scelte individuali circa le fasi successive del percorso formativo.

L’identità degli istituti professionali I percorsi formativi quinquennali finalizzati al conseguimentodi un titolo di studio, delineati con il riordino degli istituti professionali, sono fondati su una solidabase di istruzione generale e tecnico-professionale riferita a filiere produttive di rilevanza nazionaleche a livello locale possono assumere connotazioni specifiche. I nuovi istituti professionali sonocaratterizzati da un riferimento prioritario ai grandi settori in cui si articola il sistema economiconazionale, contraddistinti da applicazioni tecnologiche e organizzative che, in relazione alla filieradi riferimento, possono essere declinate in base alla vocazione del territorio, ai progetti di sviluppolocale e ai relativi fabbisogni formativi. Gli obiettivi formativi sono pertanto finalizzati all’uso ditecnologie e metodologie tipiche dei diversi contesti applicativi; alla capacità di rispondereefficacemente alla crescente domanda di personalizzazione dei prodotti e dei servizi, che è allabase del successo di molte piccole e medie imprese del made in Italy; ad una cultura del lavoroche si fonda sull’interazione con i sistemi produttivi territoriali e che richiede l’acquisizione di unabase di apprendimento polivalente, scientifica, tecnologica ed economica.

L’integrazione con il territorio e il mondo produttivo non è solo un metodo di lavoro, è un fattoreimprescindibile che guida l’elaborazione del piano dell’offerta formativa degli istituti professionali.Gli Istituti ponendosi come “scuole dell’innovazione territoriale”, sono orientati permanentemente alcambiamento e, allo stesso tempo, a favorire attitudini all’auto-apprendimento, al lavoro di gruppoe alla formazione continua. In questo quadro, orientato al raggiungimento delle competenzerichieste dal mondo del lavoro e delle professioni, l’istruzione professionale punta particolarmentesul coinvolgimento e la motivazione all’apprendimento degli studenti. Ciò attraverso l’utilizzo di

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metodi induttivi, di metodologie partecipative, un’intensa e diffusa didattica di laboratorio, estesaanche alle discipline dell’area di istruzione generale. A tale scopo assumono un valore strategicol’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, il ricorso a metodologie progettualie alle opportunità offerte dall’alternanza scuola-lavoro per sviluppare il rapporto col territorio eutilizzare a fini formativi le risorse disponibili. Gli istituti professionali sono in sostanza,un’articolazione dell’area dell’istruzione tecnico-professionale considerata, nel suo complesso,come un laboratorio di innovazione e di costruzione del futuro, soprattutto a servizio delle comunitàlocali, capace di trasmettere ai giovani la curiosità, il fascino dell’immaginazione e il gusto dellaricerca, del costruire insieme dei prodotti, di proiettare nel futuro il proprio impegno professionaleper una piena realizzazione sul piano culturale, umano e sociale.

Il profilo educativo, culturale e professionale I percorsi degli istituti professionali sicaratterizzano, come già detto, per l’integrazione tra una solida base di istruzione generale e lacultura professionale che consente agli studenti di sviluppare i saperi e le competenze necessariad assumere ruoli tecnici operativi nei settori produttivi e di servizio di riferimento, considerati nellaloro dimensione sistemica. Nella progettazione dei percorsi dell' IPSIA O. Ricci assumonoparticolare importanza le esperienze di raccordo tra scuola e mondo del lavoro, quali visiteaziendali, stage, tirocini, alternanza scuola lavoro che consentono di facilitare il collegamento con ilterritorio e personalizzare l’apprendimento mediante l’inserimento degli studenti in contestioperativi reali. L’esigenza di evitare la sovrapposizione con i percorsi degli altri ordini dell’istruzionesecondaria superiore ha ricondotto l’insieme delle proposte formative degli istituti professionali adue settori e sei indirizzi, che fanno riferimento a filiere produttive di rilevanza nazionale. Lediscipline dell’area di indirizzo, presenti in misura consistente fin dal primo biennio, si fondano sumetodologie laboratoriali che favoriscono l’acquisizione di strumenti concettuali e di procedurefunzionali a preparare ad una maggiore interazione con il mondo del lavoro e delle professioni dasviluppare nel triennio. L’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza previste aconclusione dell’obbligo di istruzione consentono di arricchire la cultura di base dello studente e diaccrescere il suo valore anche in termini di occupabilità. Nel successivo triennio gli indirizzi siarticolano ulteriormente in opzioni finalizzate a rispondere alle esigenze di una formazione mirata aspecifiche richieste del tessuto produttivo locale. I percorsi degli istituti professionali sonocaratterizzati da saperi e competenze riferiti soprattutto agli insegnamenti di lingua e letteraturaitaliana, lingua inglese, matematica, storia e scienze, che hanno già trovato un primoconsolidamento degli aspetti comuni nelle indicazioni nazionali riguardanti l’obbligo di istruzione(D.M. n.139/07).

Autonomia e flessibilità Il rilancio dell’istruzione professionale si basa, sul piano organizzativo eanalogamente all’istruzione tecnica, su due strumenti, l’autonomia e la flessibilità, che consentonodi declinare l’offerta formativa per rispondere efficacemente alla molteplicità degli interessi e delleaspirazioni dei giovani e alle esigenze del territorio, del mondo produttivo e delle professioni.Inoltre, per arricchire l’offerta formativa della scuola e disporre di competenze specialistiche nonpresenti nell’istituto, le scuole stipulano contratti d’opera con esperti del mondo del lavoro e delleprofessioni, che abbiano una specifica e documentata esperienza professionale maturata nelsettore di riferimento.

Il raccordo tra l’area di istruzione generale e l’area di indirizzo. L’identità degli istitutiprofessionali, in linea con le indicazioni dell’Unione europea, è connotata come già detto da unasolida base culturale a carattere scientifico e tecnologico, acquisita attraverso saperi e competenzesia dell’area di istruzione generale sia dell’area di indirizzo. L’area di istruzione generale comune atutti i percorsi ha l’obiettivo di fornire ai giovani - a partire dal rafforzamento degli assi culturali checaratterizzano l’obbligo d’istruzione - una preparazione adeguata su cui innestare conoscenzeteoriche e applicative nonché abilità cognitive proprie dell’area di indirizzo. Per comprendere ilrapporto fra area di istruzione generale e area di indirizzo occorre aver presente, anzitutto, che taliaree non sono nettamente separabili, pur avendo una loro specificità, per le seguenti motivazioni:

- la cultura generale, necessaria alla formazione delle persone e dei cittadini, include una forteattenzione ai temi del lavoro e delle tecnologie;

- una moderna concezione della professionalità richiede, oltre al possesso delle competenzetecniche, competenze comunicative e relazionali e di saper collegare la cultura tecnica alle altre

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culture, saper riflettere sulla natura del proprio lavoro, saper valutare il valore e le conseguenzedell’uso delle tecnologie nella società.

Il peso dell’area di istruzione generale è maggiore nel primo biennio ove, in raccordo con l’area diindirizzo, esplica una funzione orientativa in vista delle scelte future, mentre decresce nel secondobiennio e nel quinto anno, dove svolge una funzione formativa, più legata a contesti specialistici,per consentire, nell’ultimo anno, una scelta responsabile per l’inserimento nel mondo del lavoro o ilprosieguo degli studi. Nel primo biennio, i risultati di apprendimento dell’area di istruzione generalesono in linea di continuità con gli assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico estorico-sociale) dell’obbligo di istruzione e si caratterizzano per il collegamento con le discipline diindirizzo. La presenza di saperi scientifici e tecnologici, tra loro interagenti, permette, infatti, un piùsolido rapporto, nel metodo e nei contenuti, tra scienza, tecnologia e cultura umanistica.

Il laboratorio come metodologia di apprendimento Il laboratorio è concepito, nei nuoviordinamenti dell’istruzione professionale, non solo come il luogo nel quale gli studenti mettono inpratica quanto hanno appreso a livello teorico attraverso la sperimentazione di protocollistandardizzati, tipici delle discipline scientifiche, ma soprattutto come una metodologia didatticache coinvolge tutte le discipline, in quanto facilita la personalizzazione del processo diinsegnamento/apprendimento e consente agli studenti di acquisire il “sapere” attraverso il “fare”,dando forza all’idea che la scuola è il posto in cui si “impara ad imparare” per tutta la vita. Tutte lediscipline possono, quindi, giovarsi di momenti laboratoriali, in quanto tutte le aule possonodiventare laboratori. Il lavoro in laboratorio e le attività ad esso connesse sono particolarmenteimportanti perché consentono di attivare processi didattici in cui gli allievi diventano protagonisti esuperano l’atteggiamento di passività e di estraneità che caratterizza spesso il loro atteggiamentodi fronte alle lezioni frontali.

L’impianto generale dei nuovi ordinamenti richiede che l’attività laboratoriale venga integrata nellediscipline sulla base di progetti didattici multidisciplinari orientati all’acquisizione di competenze. Inuovi ordinamenti degli istituti professionali offrono, quindi, occasioni per valorizzare i diversi stilicognitivi, in una rinnovata relazione tra discipline teoriche ed attività di laboratorio che aiuti lostudente, attraverso un processo induttivo, a connettere il sapere acquisito in contesti applicativi alsapere astratto basato su concetti generali e riproducibile nella più ampia generalità dei contesti.Tirocini, stage ed esperienze condotte con la metodologia dell’“impresa formativa simulata” sonostrumenti molto importanti per far acquisire allo studente competenze utili per l’orientamento e perl’occupabilità. Collegato al laboratorio e alla laboratorialità, il rapporto con il lavoro costituisce unpilastro essenziale del riordino dei professionali. Le attività di stage e i tirocini formativi,opportunamente progettati, offrono agli studenti la possibilità di osservare personalmente la realtàlavorativa del territorio, traendo informazioni e imparando ad elaborare il proprio progetto di vita.

La conoscenza dell’ambiente e del territorio. La consapevolezza delle connessioni tra aspettigeografici e strutture demografiche, economiche, sociali e culturali, il confronto tra le tradizioniculturali locali e internazionali, l’uso di strumenti tecnologici a tutela dell’ambiente e del territorio,rafforzano la cultura dello studente, lo pongono nelle condizioni di inserirsi nei contestiprofessionali con autonomia e responsabilità e favoriscono la mobilità anche in contesti globali. Ildiscorso geografico s'inquadra fondamentalmente in una visione sistemica e d'insieme, nella qualeconfluiscono varie componenti che afferiscono a discipline diverse. Nel primo biennio, inparticolare, si tende ad offrire allo studente la possibilità di confrontarsi con i concetti di basesull’organizzazione territoriale e con un’adeguata documentazione, sul territorio e nel territorio, alloscopo di favorire il dialogo con il mondo esterno, anche attraverso attività mirate e consentel’utilizzo dei vari linguaggi (grafico, numerico, visivo spaziale, sociale, ecc.) in una ricomposizioneunitaria dei saperi.

Laboratori tecnologici ed esercitazioni. La disciplina “Laboratori tecnologici ed esercitazioni” èincentrata sul laboratorio e sulle esercitazioni pratiche, con riferimento alle filiere produttive diinteresse. Le sue caratterizzazioni sono, però, strettamente correlate ai processi produttivi studiatinegli indirizzi, da cui attinge contenuti, metodi e profili organizzativi. Si rimette, in tal modo, alcentro della preparazione alla professione il valore formativo e umanistico del lavoro, dellamanualità, dello stretto e fondamentale rapporto tra conoscenze teoriche ed applicazioni praticheassumendo, in modo essenziale nella progettazione didattica, il riferimento ai contesti reali del

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territorio e, in generale, al settore produttivo e alla filiera di appartenenza.

Il preciso riferimento al reale contesto produttivo d’interesse permette di:

• padroneggiare l’uso degli strumenti, delle tecniche e dei linguaggi caratteristici delle filiere,

• affrontarne e risolverne gradualmente le problematiche principali,

• analizzarne i processi produttivi/organizzativi e realizzare oggetti tecnici o intervenire su di essi osulla relativa produzione,

Queste caratteristiche pongono la disciplina in una particolare relazione con tutti gli altriinsegnamenti, sia con quelli dell’area di indirizzo sia con quelli dell’area generale, con i quali sonocondivisi, in modo essenziale, anche i risultati di apprendimento. Si realizza così un contestoeducativo teso a reintrodurre, nell’istruzione, una autentica cultura del lavoro, fatta diprofessionalità e laboratorialità, dove si “impara lavorando e facendo”, ci si introduce allacostruzione di prodotti ed alla organizzazione di servizi portatori di “valore” e tali da saperliconsegnare a chi li deve saper apprezzare.

A riguardo possono costituire strumenti molto importanti:

• la realizzazione di prodotti e servizi a carattere esemplare e sempre più complessi lungo ilquinquennio, in relazione ad esigenze sempre più concrete di committenza esterna,particolarmente significativa per il percorso formativo;

• la metodologia dell’alternanza e della scuola-lavoro;

• lo studio di casi, delle tecniche di progettazione, degli strumenti di realizzazione, dei principaliimpianti di settore, delle diverse forme di organizzazione produttiva e manutentiva;

• la simulazione di impresa in stretta collaborazione con soggetti economici esterni.

L’ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO L'alternanza scuola-lavoro è una modalità didattico-formativa trasversale a tutti i canali del sistema scolastico-formativo (sistema dei licei,dell’istruzione e della formazione professionale) e si rivolge a studenti che abbiano compiuto i 15anni di età. Regolamentata dal decreto legislativo n. 77/2005, attuativo dell'art. 4 della legge n.53/2003 di riforma del sistema scolastico, l’alternanza scuola-lavoro si propone di orientare esostenere un ingresso consapevole degli allievi nella realtà lavorativa, mediante l’acquisizione dicompetenze spendibili nel mercato del lavoro. I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibilee si articolano in periodi di formazione in aula e periodi di apprendimento mediante esperienze dilavoro, attuate sulla base di convenzioni. I periodi di apprendimento in alternanza fanno parteintegrante dei percorsi formativi personalizzati volti alla realizzazione del profilo educativo,culturale e professionale del corso di studi. I periodi di apprendimento mediante esperienze dilavoro sono articolati secondo criteri di gradualità (Art. 4 D.lgs 77/05). Questa innovativametodologia didattica costituisce, uno strumento importante per: avvicinare i giovani al mondo dellavoro, offrendo loro l’opportunità di ampliare conoscenze ed esperienze per rispondere meglio alleesigenze della società contemporanea e sostenere la competitività del nostro Paese favorire ilraccordo tra mondo della scuola e mondo del lavoro e in ultima analisi contribuire allo sviluppoeconomico-sociale e culturale del territorio. Per gli Istituti Professionali l’alternanza scuola lavororappresenta specificamente una metodologia a carattere ordinario, tramite la quale, comeaffermato nelle Linee guida nazionali “sviluppare il rapporto col territorio e utilizzare a fini formativile risorse disponibili”. Essa consente di attuare una pluralità di soluzioni didattiche per facilitare ilcollegamento con il territorio e personalizzare l’apprendimento mediante l’inserimento deglistudenti in contesti operativi reali.

Per i percorsi che prevedono una qualifica triennale il cammino prevede le seguenti tappe:

- nel primo anno si da la priorità ad incontri con testimoni e visite aziendali al fine di realizzare unasorta di dossier del settore e della figura professionale, così che gli studenti possano avere una piùprecisa e concreta visione della realtà di riferimento della propria scelta del percorso degli studi;

- nel secondo anno è previsto invece un inserimento in azienda nelle modalità dell’affiancamento

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così che lo studente possa comprendere la vita reale dell’organizzazione di lavoro non solo tramiteosservazione, ma anche assumendo compiti operativi puntuali;

- nel terzo anno lo studente viene inserito in uno specifico contesto di lavoro nel quale svolgerecompiti veramente qualificanti.

Per i percorsi di diploma professionale, fatto salva l’integrazione con i percorsi triennali, il camminoprevede le seguenti tappe:

- nel primo biennio si programmano attività (incontri con testimoni, visite dirette, studi di casi,ricerche) che consentano agli studenti di approfondire la conoscenza del settore, le aziende,l’organizzazione ed i processi di lavoro, le figure professionali le tecnologie utilizzate, i mercati);

- nel secondo biennio si propongono attività collocate nel cuore dei processi di lavoro (sicurezza,processi produttivi e di servizio, progettazione, diagnostica, verifiche della qualità…) tramiteaffiancamento, assunzione di compiti operativi, fino alla realizzazione di veri e propri project workeffettuati in stretto accordo con le aziende;

– nel quinto anno si prevede di completare il project work e nel contempo confezionare ildossier finale unitario dell’intero percorso di alternanza da portare all’esame come evidenzadella propria preparazione professionale.

1.2 IL TERRITORIO FERMANO

La Provincia di Fermo è una realtà piccola composta da 40 comuni (33 dei quali con unapopolazione inferiore ai 5000 abitanti) concentrati su una superficie di meno di 900 kmq con circa175.000 abitanti complessivi. Un territorio circoscritto ma con uno spiccato senso di appartenenzae un’identità forte dovuta a un tessuto socio – economico con una prevalente vocazione artigianaledi cui sono rappresentativi i distretti delle piccole imprese, tra i quali emergono quello calzaturiero(il più grande in Europa) e quello del cappello. Dalla realtà mezzadrile agricola alla bottegaartigiana a conduzione familiare si è sviluppato a partire dagli anni ’60 un sistema diffuso di piccolee medie imprese manifatturiere caratterizzate da un’alta specializzazione e da produzioni dialtissima qualità, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo. Ad oggi sono attive sul territorio oltre20.000 imprese, di cui circa 8.000 del comparto manifatturiero, cifra rilevante se confrontata con ladimensione e la popolazione relativamente piccole del territorio, per un rapporto di quasi 1 impresaogni 10 abitanti. L’altra grande eccellenza del Fermano è la produzione agricola che si concentrasoprattutto nella Valdaso e nelle aree montane, anch’essa capace di distinguersi per qualità evarietà di specie autoctone coltivate e per i prodotti molto apprezzati in particolare dai turisti,anch’essi in crescita nel nostro territorio. La frutta, il vino e i tartufi sono le eccellenze che megliorappresentano il Fermano a tavola e costituiscono un biglietto da visita importante per i visitatori.Inoltre, il Fermano vanta, come anche altri territori delle Marche, un tasso di longevità moltoelevato che conferma il livello di qualità della vita tra i più alti del nostro paese, come riporta larecente indagine del Sole24Ore sul BIL, il “Benessere Interno Lordo” che, nella valutazione dellaricchezza di un territorio, tiene conto oltre che degli indici economici anche di quelli legati allosviluppo di reti sociali e culturali.

I Comuni della provincia:

1. Altidona 2. Amandola 3. Belmonte Piceno 4. Campofilone

5. Falerone 6. Fermo 7. Francavilla d'Ete 8. Grottazzolina

9. Lapedona 10. Magliano di Tenna 11. Massa Fermana 12. Monsampietro Morico

13. Montappone 14. Monte Giberto 15. Monte Rinaldo 16. Monte San Pietrangeli

17. Monte Urano 18. Monte Vidon Combatte 19. Monte Vidon Corrado20. Montefalcone

Appennino

21. Montefortino 22. Montegiorgio 23. Montegranaro 24. Monteleone di Fermo

25. Montelparo 26. Monterubbiano 27. Montottone 28. Moresco

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29. Ortezzano 30. Pedaso 31. Petritoli 32. Ponzano di Fermo

33. Porto San Giorgio 34. Porto Sant'Elpidio 35. Rapagnano 36. Sant'Elpidio a Mare

37. Santa Vittoria inMatenano

38. Servigliano 39. Smerillo 40. Torre San Patrizio

1.3 L’ENTE PROVINCIALa Provincia di Fermo è una realtà che sta muovendo i primi passi:, si è già dotata di uno statuto,ha attivato diversi servizi essenziali per la comunità e ha già incontrato tutti i Comuni del territorioper ascoltarli e sentire dagli amministratori locali quali sono i problemi più importanti e le soluzionida poter attivare insieme in vista dell’approvazione del primo bilancio autonomo relativoall’annualità 2010.Tra gli obiettivi principali dell’Amministrazione Provinciale di Fermo c’è, oltre a quello di garantire lapiena efficienza per quanto riguarda le materie di competenza previste dall’art. 19 del TUEL, quellodi diventare un punto di riferimento importante per il territorio coordinando l’attività diprogrammazione territoriale insieme agli Enti Locali e agli operatori economici, svolgendo un ruolodi facilitazione all’accesso delle risorse e incentivando le sinergie tra pubblico e privato.Altra priorità è il lavoro, quello delle maestranze e dei piccoli imprenditori soprattutto, in difficoltà inquesto periodo di crisi e danneggiati da un sistema economico che non aiuta (e non premia) lepiccole imprese, pur rappresentando la vera linfa dello sviluppo per il sistema Italia. Legate adoppio filo con le politiche occupazionali ci sono quelle per la formazione professionale su cuipuntare per innovare e dare nuove competenze ai settori che hanno bisogno di una riconversioneproduttiva e allo stesso tempo riuscire a soddisfare il fabbisogno di saperi specialistici delleimprese. Altro tema strategico è la valorizzazione delle eccellenze locali, dall’enogastronomia ai prodottimanifatturieri, da veicolare all’interno dei circuiti di promozione nazionali e internazionali permigliorare l’attrattività turistica e fornire prospettive per la creazione di nuova impresa.L’agricoltura praticata con metodi naturali e i prodotti biologici sono da considerare come una dellepiù importanti opportunità di sviluppo cui andare incontro, anche per supportare il settore agricolooggi in crisi, in particolar modo incentivando le attività dei circuiti di riscoperta delle colture deisaperi tradizionali, già presenti e attivi sul territorio. Dalla riscoperta delle risorse della terra e dallavalorizzazione del paesaggio come fattore culturale e identitario nascono anche le opportunità perinnovare il settore turistico, attraverso la creazione di itinerari capaci di coinvolgere il visitatore inun’esperienza completa dal punto di vista sensoriale e intellettuale.C’è poi la scuola, istituzione fondamentale per consentire ad una società di svilupparsipienamente, per la quale la Provincia ha già predisposto il Piano di Dimensionamento individuandoil fabbisogno di spazi e di opere di ampliamento per quanto riguarda gli edifici scolastici provincialie supportando i piccoli comuni nella la localizzazione di aree strategiche per la nascita dei poliscolastici, necessari a contrastare lo spopolamento dovuto al taglio e accorpamento delle classi.

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1.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELLE IMPRESE NELLA PROVINCIA DI FERMO (II TRIMESTRE 2013)

Le previsioni dell’offerta di lavoro nella Provincia di Fermo forniti da UNIONCAMERE sulla basedel monitoraggio trimestrale del Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2014 indicanole assunzioni previste dalle imprese con riferimento alle professioni più richieste ed alle principalicaratteristiche:

Assunzioni previste dalle imprese nel 2014 per grandi gruppi professionali, professioni piùrichieste di ciascun gruppo e principali caratteristiche

Provincia di Fermo

Assunzioni

previste

nel 2014

(v.a.)*

di cui (valori %)

didifficile

reperim.

con

esperienza

di lavoro

ritenutiadatti

giovani inusci-

ta dalsistema

formativo

conneces-

sità difor-

mazione

TOTALE 1.740 18,8 60,5 49,1 63,4

1. Dirigenti -- -- -- -- --

2. Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 20 -- -- -- --

3. Professioni tecniche 170 26,9 77,8 52,0 71,9

33

Professioni tecniche in attività organizzative, amministrative, finanziarie e commerciali 100 39,4 88,5 59,6 79,8

31

Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione 40 5,7 -- -- 80,0

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34Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 30 0,0 -- -- --

Altre professioni -- -- -- -- --

4. Professioni esecutive nellavoro d'ufficio 220 20,3 56,3 69,4 73,9

41Impiegati addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio 160 25,8 59,5 66,9 79,1

42Impiegati addetti ai movimenti di denaro e all'assistenza clienti 40 2,3 43,2 77,3 52,3

Altre professioni -- -- -- -- --

5. Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 410 -- 74,8 37,8 41,2

52Professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione 230 2,6 78,9 32,9 24,6

51Professioni qualificate nelle attività commerciali 110 5,5 55,5 56,4 64,5

54

Professioni qualificate nei servizi culturali, di sicurezza, di pulizia e alla persona 60 0,0 91,2 28,1 52,6

Altre professioni -- -- -- -- --

6. Artigiani, operai specializzati e agricoltori 440 37,5 75,2 28,5 62,8

65

Artigiani e operai specializ. nell'ind.alimentare, legno, tess.-abbigl.cuoio e spettacolo 330 48,0 75,1 21,9 69,0

61

Artigiani e operai specializzati dell’industria estrattiva, edilizia e manutenz. edifici 60 1,8 89,3 75,0 19,6

62

Artigiani, operai metalmecc.specializzati, install.e manut. attrezz.elettriche e elettron. 30 6,1 -- 21,2 --

Altre professioni -- -- -- -- --

7. Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e

200 25,0 57,1 44,9 68,9

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mobili

72

Operai semiqualificati di macchin. fissi per la lavoraz. in serie e addetti al montaggio 130 34,4 43,5 61,8 90,1

74Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 60 7,1 82,1 12,5 30,4

Altre professioni -- -- -- -- --

8. Professioni non qualificate 290 -- 13,3 83,9 78,0

81Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi 280 2,9 12,0 86,5 78,9

Altre professioni -- -- -- -- --

* Valori assoluti arrotondati alle decine. A causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori.

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2014

Dalla tabella seguente invece si evidenzia l’utilità di una formazione professionale (o diplomaprofessionale) per potere avere maggiori opportunità occupazionali.

Assunzioni previste dalle imprese nel 2014 secondo il livello di istruzione segnalato, la durata di esperienza specifica richiesta e il livello formativo equivalente

Provincia di Fermo

Assunzioni

previste nel

2014 perlivello di

istruzionesegnalato

Esperienza richiesta dalle imprese (%) Assunzioni

previste nel

2014 per livello

formativoequivalente

Assunzioni

con esperienza

specifica

di cui

1-2 anni di

esperienza

oltre 2 anni di

esperienza(v.a.)* (%) (v.a.)* (%)

TOTALE 1.740 100,0 60,5 35,5 25,0 1.740 100,0

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Livello universitario 80 4,8 59,0 15,7 43,4 90 5,2

- di cui laurea specialistica 30 2,0 -- -- -- (nd) (nd)

- di cui laurea triennale 20 1,1 -- -- -- (nd) (nd)

- di cui laurea non specificata 30 1,7 72,4 -- -- (nd) (nd)

Livello secondario - Diploma 690 39,4 71,7 44,3 27,4 740 42,4

- di cui specializzazione post-diploma 70 3,9 32,4 -- -- 510 29,5

Qualifica di formazione prof. o diploma prof. 210 12,1 62,9 56,2 6,7 530 30,5

Nessuna formazione specifica 760 43,8 49,9 24,0 25,9 380 21,9

di cui INDUSTRIA 830 100,0 71,8 32,5 39,3 830 100,0

Livello universitario 40 4,6 65,8 7,9 57,9 40 4,7

- di cui laurea specialistica -- -- -- -- -- (nd) (nd)

- di cui laurea triennale -- -- -- -- -- (nd) (nd)

- di cui laurea non specificata -- -- -- -- -- (nd) (nd)

Livello secondario - Diploma 340 40,6 83,9 42,3 41,7 350 41,8

- di cui specializzazione post-diploma -- -- -- -- -- 290 35,3

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Qualifica di formazione prof. o diploma prof. 110 12,7 53,3 49,5 3,8 330 39,3

Nessuna formazione specifica 350 42,1 66,4 20,7 45,7 120 14,1

di cui SERVIZI 910 100,0 50,2 38,2 12,0 910 100,0

Livello universitario 50 4,9 53,3 -- -- 50 5,6

- di cui laurea specialistica 30 2,7 48,0 16,0 32,0 (nd) (nd)

- di cui laurea triennale -- -- -- -- -- (nd) (nd)

- di cui laurea non specificata 20 2,6 70,8 12,5 58,3 (nd) (nd)

Livello secondario - Diploma 350 38,3 60,0 46,3 13,7 390 42,9

- di cui specializzazione post-diploma 50 5,4 42,9 -- -- 220 24,3

Qualifica di formazione prof. o diploma prof. 110 11,5 72,4 62,9 9,5 210 22,5

Nessuna formazione specifica 410 45,3 36,0 26,8 9,2 270 29,0

* Valori assoluti arrotondati alle decine. A causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. (nd) Valore non disponibile

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2014

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1.5 UNA SCUOLA IN RAPPORTO AL SUO TERRITORIO: UN’EFFICACE COLLOCAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO

Lo studio di seguito riportato si riferisce al dato occupazionale dei diplomati negli anni che vannodal 2001 al 2013 e comprova la particolare efficacia dell’azione formativa del nostro Istituto.

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PERCENTUALE DIPLOMATI MECCANICI INTERVISTATI Anno 2004

2005 2006

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Percentuale

89,5%

100%

96,3%

100%

100%

100%

100%

100%

100%

100%

DATO OCCUPAZIONALE Intervistati

17 15 26 15 9 14 13 10 20 14

Lavoro 12 13 16 13 5* 8** 12*** 6**** 10***** 8******

Università

2 2 4 2 2 3 2 1

Att.lavoro

3 6 2 3 1 4 8 5

ALLIEVI IMPIEGATI NELL’AZIENDA IN CUI E’ STATO EFFETTUATO LO STAGE5 5 2 3 0 0 0 0 2 3

PERCENTUALE DIPLOMATI ELETTRICI INTERVISTATIAnno 2004

2005 2006

2007 2008 2009 2010

2011 2012

2013

Percentuale

100%

87,5%

100%

100%

100%

100%

100%

100%

100%

85.7%

DATO OCCUPAZIONALE Intervistati

13

7 15 8 5 8 21 9 16 12

Lavoro 11

6 14 7 3* 3** 17*** 7**** 4***** 7******

18

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Università

2 1 1 2 2 1

Att.lavoro

1 2 3 3 2 10 4

ALLIEVI IMPIEGATI NELL’AZIENDA IN CUI E’ STATO EFFETTUATO LO STAGE5 4 3 4 0 1 0 4 1 1

PERCENTUALE DIPLOMATI ELETTRONICI INTERVISTATIAnno 2004

2005 2006

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Percentuale 93.7%

100%

96.3%

96.4%

100%

95.2%

100%

100%

100%

100%

DATO OCCUPAZIONALE Intervistati

31 40 26 27 23 20 6 20 34 31

Lavoro 22 29 17 23 15* 12** 2*** 14**** 12***** 15******

Università

4 9 5 1 3 1 2 1 2 2

Att.lavoro

5 2 4 3 5 7 2 5 20 14

ALLIEVI IMPIEGATI NELL’AZIENDA IN CUI E’ STATO EFFETTUATO LO STAGE6 6 2 7 3 2 0 0 1 0

PERCENTUALE DIPLOMATI MODA INTERVISTATIAnno 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Percentuale 95.2% 88.9%

96.1%

94.1%

100%

93%

88%

100%

100%

100%

DATO OCCUPAZIONALE Intervistati

20 16 25 16 12 13 7 12 15 19

Lavoro 9 8 14 10 3* 5** 3*** 5**** 3*****

7******

Università

5 4 6 3 2 2 1 1 6 1

Att.lavoro

6 4 5 3 7 6 3 6 6 11

ALLIEVI IMPIEGATI NELL’AZIENDA IN CUI E’ STATO EFFETTUATO LO STAGE1 3 2 1 1 0 0 0 2

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PERCENTUALE DIPLOMATI CALZATURIERO INTERVISTATIAnno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

2010 2011

Percentuale

100% 100% 100,00% 100,00% 90.9 % 91.7% 100% 100,00%

DATO OCCUPAZIONALE Intervistati

12 7 13 14 10 11 7 5

Lavoro 10 6 10 8 7 11 6* 3**

Università

1 1 4 1

Att.lavoro

1 1 2 2 2 1 2

ALLIEVI IMPIEGATI NELL’AZIENDA IN CUI E’ STATO EFFETTUATO LO STAGE5 1 4 3 2 4 0 0

20

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1.6 PROMOZIONE UMANA E SOCIALE

I problemi da affrontar nel nostro Istituto Professionale, inserito in un territorio piuttosto ricco diinsediamenti e, quindi, di possibilità occupazionali autonome e non, non può che finalizzare lapropria azione alla formazione complessiva di pluralità di soggetti e all’inserimento degli stessi nelcontesto produttivo, con un bagaglio di saperi e di abilità riconosciuti e immediatamente spendibili.Forte attenzione è posta alla prevenzione della dispersione scolastica, in quanto gli studenti sonospesso distratti dagli studi per motivi sociali ed economici e richiedono costanti e validi supportimotivazionali. Questo convincimento ha dato luogo ad un sistema organizzativo – operativofortemente orientato a conoscere e a seguire gli studenti, a monitorare l’andamento degli studi e lesituazioni a rischio, a sperimentare nuove soluzioni didattiche, ad organizzare attività di stagepresso aziende locali.In ultima analisi, il forte impegno dell’Istituto è far sì che le attività di accoglienza, orientamento,prevenzione della dispersione, staging e inserimento nel contesto produttivo, concorrano allaformazione di un giovane preparato sul piano professionale, capace di osservare se stesso e ilmondo con spirito critico, ed in grado di operare scelte di vita efficaci per la realtà sociale eapportatrici di gratificazione personale. Molto significativa la presenza di studenti stranieri per iquali vengono adottate specifiche misure per l’insegnamento della lingua italiana e l’inserimento inclasse.

1.7 LA DISPERSIONE SCOLASTICACause extrascolastiche:MANCANZA DI STRUTTURE PER LA SOCIALIZZAZIONE EXTRA SCOLASTICA DEGLI STUDENTI (MENSA, ECC.)SERVIZIO DI TRASPORTI NON ADEGUATO PER GLI STUDENTI PENDOLARI

Cause riferibili al sistema scolastico:CLASSI TROPPO NUMEROSE

BARRIERE SOCIO – LINGUISTICHEDIDATTISMO: TENDENZA DEGLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE A CIRCOSCRIVERE IL PROPRIO RUOLO AD UN AMBITO TECNICO NEUTROMANCANZA DI UNA VERA E PROPRIA ATTIVITÀ DI ORIENTAMENTO NELLE SCUOLE MEDIE (DIPENDENTE SIA DA UNA CARENTE PREPARAZIONE DEI DOCENTI, SIA DA UNA OGGETTIVA DIFFICOLTÀ DI LETTURA DEL TERRITORIO E DEL MONDO DEL LAVORO)RIPRESA DI SELETTIVITÀ: MAGGIORE RIGORE ESERCITATO, SOPRATTUTTO NEL BIENNIO,DAI DOCENTI CHE RICHIEDONO AGLI STUDENTI ABILITÀ, METODO DI STUDIO AUTONOMO, CAPACITÀ DI ACQUISIRE E GESTIRE INFORMAZIONI E DI ALIMENTARE LA PROPRIA AUTOSTIMARIGIDITÀ DEL SISTEMA SCOLASTICO: LE SCELTE DEGLI STUDENTI SONO CASUALI ED I LORO ERRORI SI TRADUCONO IN PERDITA DI INTERI ANNI SCOLASTICI

Cause dipendenti dalla personalità dell’alunnoDIFFICOLTÀ DI NATURA COGNITIVA

DIFFICOLTÀ DI NATURA PSICOMOTORIA

DIFFICOLTÀ DI CARATTERE AFFETTIVO – RELAZIONALECOMPETENZA LINGUISTICA: SIA COME CAPACITÀ DI ESPRIMERSI, SIA COME CAPACITÀ DICOMPRENDERE I SIGNIFICATI E I LEGAMI LOGICIGRADO DI SINTONIA CON LA CULTURA SCOLASTICA CHE CONDIZIONA LA STESSA ASPIRAZIONE AL SUCCESSO SCOLASTICOGRUPPO DEI PARI: PORTATORE DI UNA SOTTOCULTURA NON ORIENTATA IN PRIMA ISTANZA ALLA RIUSCITA SCOLASTICA

Il nostro Istituto, così come gli altri Istituti Professionali del territorio, è chiamato a misurarsi con il

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rilevante fenomeno della dispersione scolastica. Prendendo spunto dalla normativa vigente, ilCollegio dei Docenti ha predisposto una serie di PROGETTI e ATTIVITA’ per contrastare ilfenomeno: interventi già in parte attuati e che vengono di seguito riassunti.

1. Attività scolastiche curriculari serie e rigorose con particolare attenzione agli obiettiviinterdisciplinari;

2. Progetto Accoglienza (in particolare per le classi prime);3. Controllo sistematico delle assenze prolungate o ripetute: contatto con le famiglie per

conoscere il motivo ad opera del coordinatore di classe, in collaborazione con gli altridocenti del Consiglio di Classe.

4. Sportello valutazione anno scolastico: il coordinatore di classe comunica ai propri alunni lasua disponibilità a riceverli, nell’ora del RF,, per una riflessione comune sul loro andamentoscolastico.

5. CIC: informare gli allievi sulla possibilità di colloqui con lo psicologo per ridefinire la propriamotivazione allo studio.

6. IDEI: nei mesi di Febbraio-Marzo la scuola attua dei corsi di recupero per i ragazzi conproblematiche in ambito didattico; vengono svolti sia durante l'orario scolastico diurno inmodalità pausa didattica sia in attività pomeridiane di sportello didattico.

7. Passerelle. Il coordinatore di classe utilizzerà gli strumenti proposti dalla recente normativain materia di cambio di istituto o di sezione in modo tale che il passaggio non si traduca inperdita di anni scolastici.

8. Progetto Intercultura: per i ragazzi neo-arrivati o di seconda generazione sono attivatiprogetti particolari tesi a ridurre il disagio.

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L'OFFERTA FORMATIVADELL'ISTITUTO “I.P.S.I.A. “O . RICCI”2

2.1 PERCORSI DI STUDIO

L’IPSIA “O. Ricci” di Fermo offre, nel settore INDUSTRIA e ARTIGIANATO, la possibilità difrequentare percorsi di durata 5 anni, che permettono il conseguimento del DIPLOMA DIISTRUZIONE PROFESSIONALE e percorsi della durata di 3 anni che permettono ilconseguimento della QUALIFICA PROFESSIONALE REGIONALE.Indirizzi:il settore industria e artigianato dell’IPSIA comprende gli indirizzi:

MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (OPZIONE: APPARATI, IMPIANTI E SERVIZITECNICI INDUSTRIALI E CIVILI)

MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (OPZIONE: MANUTENZIONE MEZZI DITRASPORTO)

PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

Al termine dei 3 anni L’OPERATORE MECCANICO è in grado di provvedere alla conduzione di macchine e

attrezzature per la lavorazione di pezzi e complessi meccanici e al montaggio eadattamento in opera di sottogruppi e particolari meccanici

L’OPERATORE ELETTRICO è in grado di muoversi in autonomia e competenza nelleattività di installazione e manutenzione di impianti elettrici sia civili che industriali

L’OPERATORE ELETTRONICO è in grado di muoversi in autonomia e competenza nelleattività di installazione e manutenzione di sistemi elettronici e reti informatiche sia civili cheindustriali

L’OPERATORE DELL’ABBIGLIAMENTO è in grado di disegnare figurini, sviluppare modellie confezionare il prodotto governando le operazioni di taglio, assemblaggio e finissaggiodell’abito

L’OPERATORE DELLE CALZATURE è in grado di tradurre caratteristiche e formeanatomiche in modelli geometrici e quindi in calzature

L’OPERATORE BENESSERE è in grado di intervenire con competenza e autonomia nel processo di trattamento dell’aspetto della persona, nell’estetica e nell’acconciatura

OPERATORE ALLA RIPARAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE è una figura professionale ingrado di eseguire, su precise indicazioni, operazioni di manutenzione e di meccanicaleggera dell’auto, con interventi di normale difficoltà su complessivi e loro parti; è inoltre ingrado di individuare, con l’uso di attrezzature specifiche, anomalie di funzionamentodell’autoveicolo. Opera nelle autofficine di differenti dimensioni.

In particolare le qualifiche offerte sono quindi:

QUALIFICHE PROFESSIONALI

OPERATORE DEL BENESSERE ACCONCIATORE

OPERATORE DEL BENESSERE ESTETISTA

OPERATORE MODA/CALZATURE

OPERATORE MECCANICO

OPERATORE ALLA RIPARAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE

OPERATORE A ELETTRICO

OPERATORE ELETTRONICO

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Dopo la qualifica triennale sarà possibile proseguire gli studi fino al quinto anno perconseguire il diploma statale in:

DIPLOMI

TECNICO DELLA MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (SETTORE MECCANICO-ELETTRICO-ELETTRONICO)

TECNICO DELLA MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA (MANUTENZIONE MEZZI DI TRASPORTO)

TECNICO DELLE PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI (SETTORI MODA/ABBIGLIAMENTO E MODA/CALZATURE)

Al termine dei 5 anni Il Diplomato di istruzione professionale nell’indirizzo MANUTENZIONE E ASSISTENZATECNICA settore meccanico / elettrico / elettronico possiede le competenze per gestire,organizzare ed effettuare interventi di installazione e manutenzione ordinaria, di diagnostica,riparazione e collaudo relativamente a piccoli sistemi, impianti e apparati tecnici.L’opzione “Manutenzione dei mezzi di trasporto” specializza e integra le conoscenze e competenzein uscita dall’indirizzo, coerentemente con la filiera produttiva di riferimento e con le esigenze delterritorio, con competenze rispondenti ai fabbisogni delle aziende impegnate nella manutenzione diapparati e impianti inerenti i mezzi di trasporto di interesse, terrestri, aerei o navali, e relativi servizitecnici.Il diplomato nell’indirizzo PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGANALI settore moda / calzaturiero /abbigliamento possiede competenze per intervenire nei processi di ideazione, progettazione,realizzazione, fabbricazione, assemblaggio, commercializzazione di prodotti artigianali.Nell’articolazione abbigliamento / moda vengono applicate e approfondite le metodiche relative allaideazione / progettazione / realizzazione / commercializzazione di articoli di abbigliamento, conparticolare attenzione all’innovazione sotto il profilo tecnico e creativo.Nell’articolazione calzaturiero / moda vengono applicate e approfondite le metodiche relativeall’ideazione / progettazione / realizzazione / commercializzazione di calzature, in piccola e grandeserie, con particolare attenzione alla innovazione sotto il profilo tecnico e creativo.

SBOCCHI PROFESSIONALI: Accesso al mondo del lavoro Accesso ai corsi di Istruzione Tecnica Superiore (IFTS e ITS) Accesso a tutti i corsi di Laurea

Per maggiori informazioni dei nostri corsi consultare il sito internet della scuola all’indirizzo:www.ipsiafermo.gov.it

2.2 ORARIO SETTIMANALE DELLE LEZIONI In base al Riordino degli Istituti professionali ed alle esigenze didattiche l’orario settimanaledelle lezioni è strutturato nei seguenti modi:

ORARIO COMPLESSIVO SETTIMANALE: CLASSE 1a 33 oreCLASSE 2a 3a 4a 5a 32 ore

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2.3 QUADRO ORARIO SETTIMANALE DELLE LEZIONI

Indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica”

Opzione : Apparati, impianti e servizi tecnici industriali civili

Quadro orario settimanale

MATERIA D'INSEGNAMENTO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5 ANNO

AREACOMUNE

Italiano 4 4 4 4 4

Storia 2 2 2 2 2

Geografia 1

Lingua inglese 3 3 3 3 3

Diritto ed economia 2 2

Scienze della terra e biologia 2 2

Matematica 4 4 3 3 3

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternativa

1 1 1 1 1

AREAPROFESSIONALIZZANTE

Tecnologia e tecnica di rappresentazione grafica

3 3

Fisica 2 2

Chimica 2 2

Tecnologia dell'informazione e della comunicazione

2 2

Laboratori tecnologici ed esercitazioni

3 3 4 3 3

Tecnologie meccaniche ed applicazioni

5 4 4

Tecnologie elettriche – elettroniche ed applicazioni

5 5 3

Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione

3 5 7

ORE TOTALI 33 32 32 32 32

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Indirizzo “Manutenzione e assistenza tecnica” Settore Manutenzione mezzi di trasporto”

Quadro orario settimanale

MATERIA D'INSEGNAMENTO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5 ANNO

AREACOMUNE

Italiano 4 4 4 4 4

Storia 2 2 2 2 2

Geografia 1

Lingua inglese 3 3 3 3 3

Diritto ed economia 2 2

Scienze della terra e biologia 2 2

Matematica 4 4 3 3 3

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternativa

1 1 1 1 1

AREAPROFESSIONALIZZANTE

Tecnologia e tecnica di rappresentazione grafica

3 3

Fisica 2 2

Chimica 2 2

Tecnologia dell'informazione e della comunicazione

2 2

Laboratori tecnologici ed esercitazioni

3 3 4 3 3

Tecnologie meccaniche ed applicazioni

5 5 3

Tecnologie elettriche – elettroniche ed applicazioni

5 4 3

Tecnologie e tecniche di diagnostica e manutenzione dei mezzi di trasporto

3 5 7

ORE TOTALI 33 32 32 32 32

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Indirizzo “Produzioni industriali ed artigianali” Settore Moda

Quadro orario settimanale

MATERIA D'INSEGNAMENTO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO 4 ANNO 5 ANNO

AREACOMUNE

Italiano 4 4 4 4 4

Storia 2 2 2 2 2

Geografia 1

Lingua inglese 3 3 3 3 3

Diritto ed economia 2 2

Scienze della terra e biologia 2 2

Matematica 4 4 3 3 3

Scienze motorie e sportive 2 2 2 2 2

Religione cattolica o attività alternativa

1 1 1 1 1

AREAPROFESSIONALIZZANTE

Tecnologia e tecnica di rappresentazione grafica

3 3

Fisica 2 2

Chimica 2 2

Tecnologia dell'informazione e della comunicazione

2 2

Laboratori tecnologici ed esercitazioni tessili, abbigliamento

3 3 5 4 4

Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi tessili, abbigliamento

6 5 4

Progettazione tessile -abbigliamento, moda e costume

6 6 6

Tecniche di distribuzione e marketing

2 3

ORE TOTALI 33 32 32 32 32

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Indirizzo “Produzioni industriali ed artigianali” Settore benessere: Acconciatori - Estestisti Quadro orario settimanale

MATERIA D'INSEGNAMENTO 1 ANNO 2 ANNO 3 ANNO

AREACOMUNE

Italiano 4 4 4

Storia 2 2 2

Geografia 1

Lingua inglese 3 3 3

Diritto ed economia 2 2

Scienze della terra e biologia 2 2

Matematica 4 4 3

Scienze motorie e sportive 2 2 2

Religione cattolica o attività alternativa

1 1 1

AREAPROFESSIONALIZZANTE

Tecnologia e tecnica di rappresentazione grafica

3 3

Fisica 2 2

Chimica 2 2

Tecnologia dell'informazione e della comunicazione

2 2

Laboratori tecnologici ed esercitazioni

3 3 5

Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi tessili, abbigliamento

6

Tecniche di produzione e di organizzazione

6

ORE TOTALI 33 32 32

2.3 CALENDARIO ANNO SCOLASTICO 2015-2016

Come da delibera della giunta regionale delle Marche le lezioni hanno inizio il 14 settembre 2015 etermine il 4 giugno 2016.

GIORNI DI SOSPENSIONE DELLE LEZIONI:• 01- 02 novembre 2015;• 07- 08 dicembre 2015;• dal 24 dicembre 2015 a 6 gennaio 2016 (vacanze natalizie);• dal 8 febbraio 2016 al 9 febbraio 2016 (carnevale)• dal 24 marzo 2016 al 29 marzo 2018 (vacanze pasquali);• 25 aprile 2016;• 01 maggio 2016;• 02 giugno 2016.

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2.4 L'ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO NELL'ANNO SCOLASTICO 2015-2016

I periodi di alternanza scuola lavoro per il corrente anno scolastico sono i seguenti:

CLASSI PERIODO DATA RIENTRO A SCUOLA

1 acconciatori, estetiste Da lunedì 02/05/16 a sabato 14/05/16 lunedì 16 maggio 2016

2 acconciatori, estetiste Da lunedì 11/04/16 a sabato 30/05/16 lunedì 02 maggio 2016

3 acconciatori , estetiste Da lunedì 29/02/16 a sabato 26/03/16 mercoledì 30 marzo 2016

3 elettrico/elettronico, meccanici, moda

Da mercoledì 30/03/16 a martedì 19/04/16 mercoledì 20 aprile 2016

4 elettrico/elettronico, meccanici, moda

Da lunedì 25/01/16 a sabato 13/02/16 mercoledì 17 febbraio 2016

5 elettrico/elettronico, meccanici, moda

Da giovedì 03/12/15 a mercoledì 23/12/15 giovedì 07 gennaio 2016

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RISORSE UMANE E MATERIALIDELL'ISTITUTO “I.P.S.I.A. “O . RICCI”3

3.1 NUMERO ALUNNI DAL 1999 AD OGGI

SEDE CENTRALE

I° II° III° IV° V°

99 - 00 180 137 84 84

00 - 01 165 158 130 87

01 - 02 171 141 151 116

02 - 03 153 154 139 121

03 - 04 120 132 125 111

04 - 05 120 95 115 123

05 - 06 126 113 93 108

06 - 07 115 114 108 76

07 -08 139 109 101 92

08 - 09 121 126 102 77

09 - 10 120 107 112 102

10 - 11 107 91 103 108

11- 12 109 84 93 100

12-13 168 86 97 102

13-14 207 164 105 78

14-15 175 157 134 78

15-16 172 155 136 106 76

3.2 LE RISORSE UMANE DELL'ISTITUTO

SEDE CENTRALE

Personale A.T.A. 26

Personale Docente 87

STUDENTI 645

Dirigente Scolastico Dott.ssa Stefania Scatasta

D.S.G.A. Dott.ssa Donatella Verdecchia

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3.3 ORGANIGRAMMA

L’autonomia scolastica ridefinisce i ruoli dei docenti e del personale A.T.A. all’interno di un modellodi organizzazione in tal senso, vengono istituite le Funzioni Strumentali al POF che si affiancano aicollaboratori del Preside e svolgono attività specifiche e di coordinamento nelle aree individuatedal Collegio dei docenti. Alla buona gestione concorrono i referenti di progetto delle differenti aree,i coordinatori di dipartimento, di settore e di classe e i docenti.

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3.4 FUNZIONI STRUMENTALI E MANSIONARIO

AREA 1 - Gestione del piano dell’offerta formativaF.S.O.F. Nome Azioni Referenti

1Fatta Alessandro /

Fusari Simone Redazione POF /PTOF

Dirigente scolasticoD.S.G.A.

DipartimentiAltre F.S.O.F.

Gruppo H

AREA 2 – Orientamento in ingressoF.S.O.F. Nome Azioni Referenti

2

Traini Luigi/Fatta Alessandro/Pascucci Rocco/Mancini Massimo

Coordinamento delleattività di continuità

orientamento e tutoraggio

Dirigente scolasticoDocenti Istituto

Docenti altri IstitutiAllievi

GenitoriAltre F.S.O.F.

Coordinatori dipartimento

AREA 3 – Orientamento in uscitaF.S.O.F. Nome Azioni Referenti

3Carli Luigia/

Cavalieri Marta

Coordinamento delleattività di continuità

orientamento etutoraggio

Dirigente scolasticoDocenti Istituto

Docenti altri IstitutiUniversità

Enti di formazione

AREA 4 – Nuove tecnologieF.S.O.F. Nome Azioni Referenti

4Fusari Simone /

Porfiri Perugini Carlo

Gestione del sito e delsistema informativo

della scuola

Dirigente scolasticoD.S.G.A.

SegreteriaAltre F.S.O.F.

Registroelettrico

Dirigente scolasticoSegreteria

Docenti istitutoCoordinatori di classe

AREA 5 – Monitoraggio ex allievi ed inserimento nel mondo del lavoro

F.S.O.F. nome Azioni Referenti

5Gianfranco Fiacconi

Monitoraggio ex allieviistituto

AllieviImprese

Associazionidi imprenditori

Consorzi

Coordinamentotirocinio post-diploma

AllieviImprese

Enti pubblici

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COLLABORATORI DEL DIRIGENTE SCOLASTICONOME RUOLO

Renzo Montesanto Docente Vicario

Rossi Massimo Docente Collaboratore

FIDUCIARIA DI PLESSONOME RUOLO

Ercoli Maria Angela Collaboratore di plesso

CONSIGLIO D'ISTITUTONOME RUOLOStafania Scatasta Dirigente ScolasticoDaniele Vesprini DocenteMassimo Del Gatto DocenteRenzo Montesanto DocenteGianfranco Fiacconi DocenteRoberto Spaccapaniccia DocenteGiuseppina Moro DocenteAntonietta Peroni DocenteCinzia Palmieri DocenteTufoni Maria GenitoreRossi Demis Genitore Barbara Annamaria Arpiani Genitore - PresidenteFabiano Roberto GenitorePina Amadio A.T.A.Basili Vilma A.T.A.Todisco Erika AllievoDel Rosso Michele AllievoHamidallah Ayoub AllievoMohamed Oulkebir Allievo

COORDINATORI DI DIPARTIMENTONOME DIPARTIMENTOMaria Rita Perucci MACRO AREA ASSE LINGUAGGI-STORICO-SOCIALELuigia Carli MACRO AREA ASSE-MATEMATICOFusari Simone MACRO AREA ASSE SCIENTIFICO-TECNOLOGICOMassimo Del Gatto Ciaralli Lara

SETTORE BENESSERE

Massimo RossiFatta Alessandro

DIPARTIMENTO DI MECCANICA

Vesprini Daniele Spaccapaniccia Roberto

DIPARTIMENTO ELETTRICO/ELETTRONIO

Pellei Spefania Paris Stefania

DIPARTIMENTO MODA - CALZATURE

COORDINATORI DI CLASSENOME CLASSEPallottini Stefania 1 MODA ASantarelli Emanuela 2 MODA AMancini Massimo 3 MODA AStefania Pellei 4 MODA A

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Perucci Maria Rita 4 MODA BMarta Cavalieri 5 MODA ACiaralli Lara 1 ESTETISTA ACarli Luigia 1 ESTETISTA BPallottini Stefania 1 ACCONCIATORE ACarli Luigia 1 ACCONCIATORE BSantarelli Emanuela 2 ESTETISTA AScipioni Sergio 2 ESTETISTA BOnori Elisabetta 2 ACCONCIATORE APalmieri Cinzia 2 ACCONCIATORE BPagliarini Michela 3 ACCONCIATORE ADel Gatto Massimo 3 ESTETISTA ACiaralli Lara 3 ESTETISTA BErcoli Maria Angela 1 MECCANICO AErcoli Maria Angela 1 MECCANICO BFiloni Andrea 2 MECCANICO AFusari Simone 2 MECCANICO BMassimo Rossi 3 MECCANICO AAntonietta Peroni 4 MECCANICO ARenzo Montesanto 5 MECCANICO AFusari Simone 1 ELETTRONICO AValentini Monica 2 ELETTRONICO ATraini Luigi 3 ELETTRONICO ADaniele Vesprini 4 ELETTRONICO AGiuseppina Moro 4 ELETTRONICO B Vesprini Daniele 5 ELETTRONICO APierantozzi Maruska 5 ELETTRONICO B

COMMISSIONE VIAGGI D’ISTRUZIONENOME RUOLOSergio Scipioni CoordinatoreFiacconi Gianfranco Coordinatore

RESPONSABILE PROGETTAZIONE ACCREDITAMENTONOME RUOLODaniele Vesprini DocenteDel Gatto Masssimo Docente

ORGANIZZAZIONE CORSI DI RECUPERO POTENZIAMENTO E MONITORAGGIO RISULTATINOME RUOLOFusari Simone Docente

RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIENOME RUOLOPorfiri Perugini Carlo DocenteCavalieri Marta DocenteDragoni Anna Docente

COMMISSIONE FORMAZIONE CLASSINOME RUOLODel Gatto Massimo DocenteFederici Giada Docente

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VERBALIZZATORE COLLEGIO DOCENTINOME RUOLORenzo Montesanto Docente - vicario

COMMISSIONE ORARIONOME RUOLORenzo Montesanto Docente - vicarioMaria Angela Ercoli Docente - collaboratore

GRUPPO HNOME RUOLOStefania Scatasta Dirigente ScolasticoDott.ssa Recchioni Psicologa Dott.ssa Valentini Psicologa Dott.ssa Traini LogopedistaDott. Micozzi PsicologoDott. Acciarri B. Neuropsichiatra infantileDott. Ramadori NeuropsichiatraPierini Assistente socialeDe Optatis Marta DocenteCorsi Paola DocenteAngelini Martina DocentePereticarà manila DocenteBellesi Elia DocenteCaiati Domenico DocenteFelici Mara DocenteSplendiani Sabrina DocenteLamponi Silvia DocenteFiloni Andrea DocenteMarziali Lucia DocenteBuccioni Marzia DocenteBellabarba Raffaela DocenteDel Gatto Nselmo DocenteSpurio Lucrezia DocenteBaiocchi Antonella Docente

COMMISSIONE ELETTORALENOME RUOLOCarlo Porfiri Perugini DocenteScipioni Sergio Docente

PROGETTI DI RETE RAPPORTI IMPRESENOME RUOLOMassimo Del Gatto Docente

MEMBRI C.T.I.NOME RUOLODe Optatis Marta DocenteCorsi Paola Docente

ATTIVITA' INTEGRAZIONE E SOSTEGNO H/DSA/BESNOME RUOLODe Optatis Marta DocenteOnori Elisabetta Docente

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Pagliarini Michela Docente

SICUREZZAIng. Verrillo Responsabile servizio

prevenzione eprotezione

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .

Medico competente

Prof. Porfiri PeruginiCarlo

Rappresentante perla sicurezza

SEDE CENTRALE

Seminterrato

TerraS. AngeliciC. Amadio

S. ScipioniC. Amadio

PrimoP. Amadio S. Scipioni

SecondoA. Ascenzi

L.Baldassarri

S. ScipioniA. Ascenzi

L.Baldassarri

TerzoBelluti S. Scipioni

PALESTRA A.Paniccià A.Paniccià

SQUADRA SICUREZZANOME RUOLOGianfranco Fiacconi Docente resp. servizio prevenzionePorfiri Perugini Carlo Docente rappresentante sicurezza lavoratori

3.5 LE RISORSE MATERIALI : aule speciali, segreterie, uffici, laboratori, magazzini, ecc.

Sede Centrale (via Salvo D’Acquisto)PRESIDENZA

UFFICIO DSGACENTRALINO

SEGRETERIA AMMINISTRATIVAINFERMERIA

SALA DOCENTILABORATORIO SISTEMI

LABORATORIO MULTIMEDIALELABORATORIO FISICA

LABORATORIO CHIMICALABORATORIO CAD 3D

LABORATORIO ESER. PRAT..ELETTROTECNICALABORATORIO IMPIANTI

AULA HLABORATORIO ESTETICA

AULA DISEGNOAULA CAD

OFFICINA MECCANICAOFFICINA RIPARATORE VEICOLI A MOTORE

AULA MULTIMEDIALELABORATORIO TECNOLOGICO

CENTRO DATI

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Abbonamenti sottoscritti dall’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche.Abbonamenti a riviste specializzate in:

MODA MATEMATICA AMMINIST.e DIDATTICA HANDICAP ELETTRONICA ELETROTECNICA TECNICA CALZATURIERA

3.6 CARTA DEI SERVIZI E REGOLAMENTO D'ISTITUTO anno scolastico 2015/2016La carta dei servizi ed il regolamento d'Istituto sono consultabili nel sito della scuola www.ipsiafermo.gov.it

3.7 PIANO DELLE ATTIVITA’COLLEGIALI anno scolastico 2015/2016Calendario da definire

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. PROGRAMMAZIONE EDUCATIVAE DIDATTICA4

Programmare un intervento didattico vuol dire coordinare a fini unitari il complesso dei fattori internied esterni che hanno specifica rilevanza educativa in un determinato contesto. Dal punto di vistadella scuola, attraverso le modalità dell’intervento didattico relative ai vari aspetti legatiall’informazione, verifica e valutazione.Dal punto di vista ambientale, attraverso la conoscenza delle variabili culturali e sociali checaratterizzano docenti e allievi. Al momento di intraprendere una analisi della situazione dipartenza è necessario identificare il numero e il tipo delle variabili che intervengono nelladefinizione di un processo educativo. L’informazione non si deve limitare a conoscere lecaratteristiche cognitive della popolazione d’ingresso, ma anche i fattori che determinano o hannodeterminato il cambiamento: sistema politico - sociale; mutamento nelle condizioni di vita della popolazione; sviluppo scientifico e tecnologico; mutamento nell’organizzazione del lavoro.

La nostra scuola è frequentata da una popolazione scolastica in costante evoluzione, spessodisorientata e demotivata sul piano delle scelte e degli obiettivi da perseguire e da rimotivare sulpiano dello studio, pertanto è necessario garantire un sapere sistematico, stabile e spendibile e ciòsi può fare solo rendendo elastiche le procedure di formazione e di organizzazione della didattica,attraverso l’elaborazione di un vero e proprio piano strategico d’intervento.

Finalità educative generaliLe profonde trasformazioni socio-culturali intervenute in questi ultimi decenni hanno posto epongono richieste continue al sistema educativo, il quale deve farsi carico dei bisogni formatividelle nuove generazioni in rapporto all’attuale sviluppo della società, del territorio, della cultura, delmondo del lavoro e delle professioni. Nasce, quindi, l’esigenza di individuare finalità educative checonsentano, alla scuola, di conservare la sua fondamentale identità e unità e, al giovane, diconseguire una formazione personale e professionale, adeguata ad un mondo che muta convelocità sempre maggiore. Alla finalità generale dell’istruzione professionale collaborano, pur nelladiversità degli obiettivi e dei contenuti specifici, le singole discipline, tutte con pari dignitàimpegnate nel fare acquisire agli studenti:

la conoscenza di principi, teorie, concetti, regole, procedure, metodi; la competenza nell’applicare concretamente le diverse acquisizioni teoriche; la capacità di utilizzare in maniera significativa e responsabile determinate competenze in

situazioni organizzate, in cui interagiscono uno o più soggetti.Ulteriormente, le singole discipline e le diverse aree disciplinari perseguono i seguenti obiettivitrasversali comuni:

DI TIPO SOCIO-AFFETTIVO DI TIPO PSICO-MOTORIO DI TIPO COGNITIVO

• essere disponibile al dialogoe all’ascolto;• conoscere, capire, rispettaregli altri;• essere disposto a lavorarecon gli altri nel rispetto dellereciproche funzioni;• sapersi autoregolamentareattraverso l’interiorizzazione dinorme di comportamento nel

• saper coordinare le proprieattività;• saper controllare le proprieemozioni, energie, reazioni;• saper rispettare i tempigiusti;• sapersi muoveredisciplinatamente nel proprioposto di lavoro;• saper tenere in ordine i

BIENNIO• conoscere e assimilarerazionalmente i programmidelle singole discipline;• saper esporre e applicare leproprie conoscenze;• saper analizzare semplicitesti di qualsiasi genere;• sapersi esprimere neilinguaggi specifici delle

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gruppo di classe;• essere capaci di affrontare ledifficoltà e i conflitti in modorazionale, controllando lapropria emotività;• rispettare l’ambiente in cui sivive e si lavora;• saper evitare comportamentinocivi al benessere psico-fisico proprio e altrui (fumo,droga, alcool. . .);• inserirsi consapevolmentenella realtà del territorio;• acquisire la capacità di darerisposte concrete ai bisognialtrui, superandoatteggiamenti egoistici ediscriminanti.

materiali di lavoro;• saper utilizzare gli stessi inmodo appropriato e senzasprechi.

singole discipline.TERZO ANNO (in aggiunta aquelli del biennio)• saper interpretare erielaborare un testo in modopersonale;• saper operareconsapevolmente inlaboratorio;• saper comunicare in formacorretta gli aspetti tecnicidell’attività svolta.QUARTO E QUINTO ANNO(biennio post-qualifica) (inaggiunta a quelli del triennio)• saper comunicare conlinguaggio rigoroso ecoerenza argomentativa;• saper utilizzare gli strumentidi analisi e sintesi dialettica, distoricizzazione dei fenomeniattraverso l’acquisizione di unmetodo di indaginesistematico e coerente.

Contratto formativo Nell’ottica di un raccordo di tipo progettuale tra i bisogni formativi degli utenti, le finalità generali deicorsi di studio, le intenzioni formative e le responsabilità dei soggetti interni ed esterni alla scuola,riveste particolare importanza il contratto formativo da stipulare fra tutti i soggetti in campo,contratto che si configura come vincolante giacché rappresenta i doveri, i diritti e le speranze diquanti condividono il progetto. Il contratto formativo è la dichiarazione, esplicita e partecipata,dell’operato della scuola. Esso si stabilisce, in particolare, tra il docente e l’allievo ma coinvolgel’intero consiglio di classe e la classe, gli organi dell’istituto, i genitori, gli enti esterni interessati alservizio scolastico. Sulla base del contratto formativo, elaborato nell’ambito ed in coerenza degliobiettivi formativi definiti ai diversi livelli istituzionali:

l’allievo deve conoscere• gli obiettivi didattici ededucativi del suo curricolo;• il percorso per raggiungerli;• le fasi del suo curricolo.

il docente deve• esprimere la propria offertaformativa;• motivare il proprio interventodidattico;• esplicitare le strategie, glistrumenti di verifica, i criteri divalutazione;

il genitore deve• conoscere l’offertaformativa;• esprimere pareri eproposte;• collaborare nelle attività.

4.1 FASI DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA• In un istituto scolastico la programmazione si pone a livello di:CONSIGLIO D’ISTITUTOCOLLEGIO DOCENTIDIPARTIMENTOCONSIGLIO DI CLASSESINGOLO DOCENTE

• La programmazione d’istituto parte dall’analisi:del CONTESTO GENERALE

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del CONTESTO LOCALEdei PROFILI PROFESSIONALIdella SITUAZIONE DELLA SCUOLA

IL P.O.F. DEFINISCE gli obiettivi generali; l’organizzazione interna; il piano delle attività curriculari ed extracurriculari; le scelte.

Il piano dell’offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generaliper le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dalconsiglio di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalleassociazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il pianoè adottato dal consiglio di istituto. Il Dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli enti localie con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio. Il pianodell’offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all’atto dell’iscrizione,anche in forma ridotta.Per conseguire gli obiettivi previsti dal P.O.F. e sulla base delle sue indicazioni, vengono compilatele programmazioni:• del consiglio di classe;• del dipartimento;• del singolo docente.

4.2 FUNZIONI DEGLI ORGANI DELLA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA Collegio docenti.La programmazione educativa del collegio dei docenti esprime le finalità formative e – ad esseorganicamente correlati – gli obiettivi educativi generali dell’istruzione professionale. Su talefondamento essa dà indicazioni e orientamenti ai consigli di classe per la rilevazione dellasituazione iniziale, per la valutazione in itinere e finale. Elaborerà, sulla base dei criteri espressi dalconsiglio d’istituto ed elaborati dallo stesso collegio e tenendo conto delle proposte avanzate daiconsigli di classe e dagli insegnanti, un piano di attività riguardanti l’orientamento, la formazioneintegrata, gli interventi educativi e didattici integrativi volti alla prevenzione dell’insuccessoscolastico, al recupero, al sostegno, all’arricchimento dell’offerta formativa. Il collegio docentidelibera, inoltre, in merito alle seguenti voci: sperimentazione, adozione dei libri di testo,valutazione dell’andamento dell’azione didattica, accordi scuola-territorio, etc. Dipartimento. Il dipartimento traccia le linee fondamentali della programmazione curriculare relativa alla propriadisciplina, secondo il seguente schema:• Definizione delle competenze;• Scansione dei contenuti;• Individuazione di griglie di controllo per verifiche scritte e orali;• Costruzione di prove di verifica.

Consiglio di classe Elabora la programmazione educativa e didattica di classe, che individua i percorsi formativi daseguire nel corso dell’anno scolastico e le ragioni, le possibilità, le modalità (tempi e strumenti)della loro realizzazione.Il consiglio di classe pertanto individua:• La situazione di partenza della classe• Le attività di recupero• Gli obiettivi trasversali• Le metodologie da attuare per raggiungere gli obiettivi• Gli strumenti per la verifica formativa• Gli strumenti per la verifica sommativa• I criteri di valutazione

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Singolo docente Il singolo docente sulla scorta della programmazione di dipartimento, elabora il piano di lavoroindividuale sulla base delle competenze attese. La progettazione modulare, consente una strategiaformativa e altamente strutturata, in cui l’organizzazione sia del curricolo che delle risorse deltempo e dello spazio prevede l’impiego flessibile di segmenti di itinerari di apprendimento, i moduli,che hanno struttura, funzioni e ampiezza variabili, ma formalmente e unitariamente definite.Ciascun modulo è una parte significativa, omogenea e unitaria di un più esteso percorso formativoche può essere non solo disciplinare, ma anche multi o interdisciplinare. In tal modo ogni modulopuò essere modificato nei contenuti, sostituito, mutato di posto nella sequenza originariamenteprevista al fine di migliorare l’efficacia del processo formativo.

4.3 VERIFICA DELLA PROGRAMMAZIONELa programmazione didattica va sottoposta con regolarità a momenti di verifica, al fine di adeguarel’azione didattica alle esigenze formative (di recupero, di consolidamento, di approfondimento)emergenti in itinere sia nell’intera classe, sia in parte di essa, sia in singoli alunni. Dal punto di vistaquantitativo, le indicazioni che provengono dal collegio dei docenti, diversificano il numero delleprove sulla base delle ore che ciascuna disciplina ha a disposizione nel trimestre/pentamestre. Sudelibera del collegio docenti le suddette vengono fissate in numero di 2 prove scritte per trimestree 3 prove scritte nel pentamestre, fatti salvi casi particolari che il Consiglio di classe potrà valutare.Esse possono essere di tipo strutturato, semistrutturato, aperto, grafiche, pratiche ecc... e in ognicaso saranno tese ad individuare conoscenze, competenze e capacità di ogni singolo allievo. Leprove orali sono state fissate di norma in numero di 2 per il trimestre e di 3 per il pentamestre. LA VALUTAZIONEMomenti e tipi della valutazione♦ INIZIALE - verifica dei livelli di partenza.♦ IN ITINERE O INTERMEDIA - valutazione formativa con funzione diagnostica.♦ FINALE - valutazione sommativa.

Gli elementi della valutazione Gli elementi che concorrono in un giudizio di valutazione sono:♦ Elementi relativi all’apprendimentoa) Conoscenza, nel senso di possedere alcune conoscenze formali/astratte;b) Competenza, nel senso di saper utilizzare in concreto date conoscenze;c) Capacità, nel senso di saper organizzare le conoscenze e competenze in situazioni interattive.♦ Elementi relativi agli aspetti relazionalia) Disponibilità dell’allievob) Impegno dell’allievoc) Capacità di lavorare in gruppod) Risposta agli stimoli♦ Elementi riguardanti le caratteristiche degli allievi (extrascolastiche)a) Fattori ambientalib) Condizioni socio-culturalic) Capacità e abilità legate ad esperienze non scolastiche Questi gruppi di elementi concorrono a determinare la qualità del giudizio di valutazione in modotutt’altro che uniforme e costante. Il contenuto della valutazione cambia a seconda del prevalerenel giudizio di elementi appartenenti ad uno dei tre gruppi indicati. Per evitare che insegnanti didiverse discipline, valutino in modi diversi, occorre che la valutazione diventi attendibile ed“oggettiva”, ossia occorre che i criteri di giudizio siano esplicitamente descritti.La funzione della valutazione La valutazione ha un’enorme importanza nel processo didattico-educativo in quanto se non si hanno informazioni precise sull’apprendimento degli allievi non èpossibile prendere decisioni né sugli stessi né sul metodo didattico usato. Vengono indicati iseguenti punti come funzioni fondamentali legate al controllo dei risultati:• Dare informazioni sull’apprendimento individuale e collettivo, sia in fase intermedia che in fasefinale;• Dare informazioni sull’efficacia del processo di apprendimento e, quindi, sul metodo e sui mezziusati.

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Gli strumenti della valutazione Innanzitutto bisogna stabilire alcune proprietà degli strumenti divalutazione:• Una volta definito l’obiettivo da verificare occorre che lo strumento sia tale da rendere la misuraoggettiva, ossia indipendente da ogni valutazione soggettiva dell’insegnante, per quanto possibile;• Nella scelta della forma e del contenuto di una prova occorre tener presente non solo la finalitàche ci si propone con essa, ma anche le possibili interferenze con il processo didattico, per cui lostrumento deve essere tecnicamente adeguato e tale da misurare solo gli obiettivi che si voglionomisurare.Le prove non strutturate Le verifiche tradizionali, quali i saggi, le relazioni, le interrogazioni, iquestionari non hanno quasi mai le caratteristiche indicate, in quanto le risposte sono tali da nonpotere avere una misurazione indipendente dall’insegnante. Queste verifiche possono assumereuna certa “oggettività” mediante l’uso di una “griglia di correzione”, ossia una lista di criteri daapplicare nel momento della valutazione.Le prove strutturate Con queste verifiche si aumenta il livello di oggettività e si stimolano gli allievia fornire risposte con una forma stabilita. In genere per ogni obiettivo da verificare si articolano leprove in domande o problemi separati. Occorre fissare per ogni domanda o problema un punteggiomassimo ed un criterio di assegnazione dei punti (vedi griglie di valutazione nelle paginesuccessive).Valutazione formativa Nel corso dell’anno alla valutazione sarà attribuito un valore formativo inquanto consentirà un confronto tra i risultati previsti e quelli ottenuti, nonché favorirà unriadattamento ed eventuale intervento sull’azione didattica. La valutazione inoltre dovrà esserecontinua e si potrà avvalere di diversi strumenti. Le prove saranno orali, scritte e pratiche. Di tuttesaranno decisi in anticipo sia il metodo per rilevare e valutare le risposte sia le conoscenze e leabilità che dovranno essere accertate. In particolare, per l’interrogazione orale, si ritiene chel’allievo avrà superato la prova se:• Avrà dimostrato di possedere le nozioni essenziali dell’argomento oggetto di verifica;• Avrà organizzato sull’argomento oggetto di verifica un discorso organico e coerente;• Si sarà espresso in modo chiaro e corretto e con una accettabile proprietà lessicale;• Avrà svolto approfondimenti di carattere personale (IV° e V° anno).

Per la verifica scritta, si terrà conto dei seguenti elementi:• Rispondenza tra proposte e svolgimento;• Correttezza formale;• Organicità dello sviluppo dell’argomento;• Chiarezza nell’esposizione del contenuto;• Ricchezza del contenuto;• Originalità nella trattazione dell’argomento.

Per la verifica pratica, si terrà conto dei seguenti elementi:• Conoscenza della strumentazione di uso corrente disponibile nei laboratori;• Uso corretto della strumentazione in funzione del tipo di esperienza da effettuare;• Rilevazione e registrazione esatte dei dati dell’esperienza;• Interpretazione dei dati e delle osservazioni rilevate.

Inoltre, si farà ricorso ai questionari e alle prove oggettive (verifica scritta) che:• Saranno uguali per tutti o equivalenti;• Saranno formulate tenendo presenti obiettivi esplicitamente indicati;• Saranno scelte in modo da toccare tutti i punti più significativi della materia in esame. Il voto saràaccompagnato da un giudizio, e/o una griglia di valutazione.

Le prove strutturate mirano, in modo fortemente organizzato, a verificare il raggiungimento diparticolari obiettivi, articolandosi in singoli esperimenti che possono essere di vario tipo, quali, adesempio:• Risoluzione dei problemi con metodi matematici;• Esposizione di conoscenze, argomentazione, dati, conclusioni, proposte, ecc... in lingua italiana oin lingua inglese;

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• Risposte a questionari;• Elaborazioni progettuali;• Prove pratiche di laboratorio sia di misura che di applicazione produttiva.

Oggetto della verifica saranno gli obiettivi didattici espressi in modo operativo, cioè in termini diprestazioni osservabili e misurabili. Si potrà fare riferimento agli obiettivi tassonomici e ad altriobiettivi concordati nell’ambito delle riunioni disciplinari.Valutazione sommativa: sarà intesa come un giudizio sui livelli di presenza o di assenza deicomportamenti che corrispondono agli obiettivi dell’attività scolastica. Scaturirà come sintesi di unaserie di controlli o misurazioni del processo di apprendimento e dalle osservazioni generalisull’allievo. Costituirà una sorta di bilancio complessivo, evidenzierà la crescita culturale e umana,considererà l’apprendimento dei valori e dei contenuti prefissati. L’attribuzione del voto unico dellesingole prove e del voto unico quadrimestrale sarà effettuato in decimi, per cui si renderànecessaria una traduzione degli esiti parziali per obiettivi, quale che sia la scala utilizzata. Il votounico non dovrà essere considerato come la risultanza della media delle singole prove di verifica,bensì la “tendenza” rispetto ai diversi obiettivi, che assumeranno un peso diverso a seconda delleprove in oggetto e delle classi in esame. La valutazione finale: terrà conto dei risultati delle varieprove effettuate, delle abilità ricettive, produttive e critiche, nonché dell’impegno, dellapartecipazione, del metodo di studio e della progressione senza tuttavia prescindere dalraggiungimento degli obiettivi minimi disciplinari prefissati.

4.4 ESEMPI DI GRIGLIA DI VALUTAZIONEI dipartimenti disciplinari, in sede di programmazione di inizio anno, definiscono gli indicatori estabiliscono i pesi e i livelli di valutazione. Si riportano di seguito alcuni esempi di griglia utilizzatenell’anno scolastico in corso.Aree interessate:- LINGUISTICA- TECNICA PROFESSIONALE – SCIENTIFICA – PRATICA- GRAFICATutte le griglie relative alle singole discipline sono, comunque, depositate al Centro didocumentazione.

Alcune griglie di valutazione sono consultabili nell'allegato 1 del presente documento.

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4.5 CRITERI DI PROMOZIONE O NON PROMOZIONE DELIBERATI DAL COLLEGIO DOCENTIA. Premessa Il momento della valutazione finale deve costituire la verifica in positivo dei progressinella maturazione personale e delle competenze acquisite dagli studenti.Le eventuali decisioni di non promozione devono comunque tendere a favorire negli studenti unapresa di coscienza della propria situazione tale da far scaturire comportamenti consapevoli eresponsabili. Nella formulazione delle singole proposte di valutazione finale, i docenti terrannoquindi nel dovuto conto i progressi complessivi realizzati da ciascun allievo.B. Criteri generali La valutazione in sede di scrutinio dovrà tenere conto complessivamente deisotto indicati parametri:• Raggiungimento degli obiettivi verificati con prove scritte e orali (gli esiti sono ricavabili dai registripersonali dei docenti) relativamente ai risultati raggiunti in ciascuna disciplina sia nel caso di voti diprofitto positivi, sia nel caso di voti di profitto non completamente positivi con riferimento a:− conoscenze generali e specifiche delle discipline oggetto di studio;− competenze intese come possesso di abilità anche di carattere applicativo;− capacità elaborative.

• Analisi dei comportamenti scolastici osservati in merito a:− Rispetto delle regole e delle consegne;− Frequenza e partecipazione al lavoro di classe;− Partecipazione alle attività scolastiche (corsi di recupero, organi collegiali, attività extracurriculari,stage, ecc.);− Impegno e continuità nello studio.

• Analisi di situazioni extrascolastiche che possano aver influito sul processo di apprendimento(condizioni socio-familiari, condizioni di salute, ecc).• Esito dei corsi di recupero.

C. Criteri specifici da adottare per il passaggio alla classe successiva Accedono alla classesuccessiva:1. Gli studenti che hanno la sufficienza in tutte le discipline determinate dalla somma dei punteggirelativi agli elementi di valutazione.2. Gli studenti che presentano insufficienze anche gravi in qualche materia ed insufficienze menogravi in altre tali da poter essere recuperate:a) grazie alla capacità dello studente di saper organizzare in modo autonomo e coerente il propriostudio sulla base delle indicazioni dei docenti;b) attraverso interventi didattici di recupero organizzati dall’istituto;3. Gli studenti che presentano insufficienze lievi in alcune o diverse discipline tali da poter esseresuperate con quanto indicato alle lettere a) b) del punto 2.Più in generale si tratta di valutare se l’allievo abbia le conoscenze, le competenze e le capacitàminime, tali da poter affrontare con probabilità di successo lo studio delle materie previste per laclasse successiva. Particolare attenzione va posta ai livelli in ingresso ed in uscita degli allievi. Perl’attività di cui al numero 2 b) saranno fornite dal Consiglio di Classe alle famiglie e agli studentiindicazioni precise circa modalità e tempi dei corsi di recupero. Le attività di recupero (IDEI)saranno garantite dall’istituto in base alle risorse umane e finanziarie e ai vincoli organizzativi enormativi previsti dalle specifiche OO.MM. D. Criteri specifici da adottare per i casi di non promozione Risultano non promossi:1. gli studenti che presentano insufficienze gravi in alcune materie e insufficienze meno gravi inaltre, tali da non poter essere recuperate in tempi brevi;a) perché lo studente non è in grado di organizzare il proprio studio in modo autonomo e coerentee in modo da superare le incertezze e carenze riscontrate nelle diverse discipline;b) perché anche l’attivazione degli IDEI non consentirebbe allo studente il recupero di incertezze ecarenze nelle diverse discipline;Più in generale si tratta di studenti la cui preparazione risulta gravemente lacunosa in diversediscipline e non è possibile risanare tali deficienze né mediante lo studio estivo né mediante corsidi recupero, ma solo attraverso la permanenza di un ulteriore anno nella stessa classe checonsenta loro anche una più responsabile maturazione personale.2. gli studenti che ai sensi del D.M. n. 5 del 16 gennaio 2009 e delle normative ivi richiamate

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avessero ottenuto una valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza.15. INTERVENTI DIDATTICO-EDUCATIVI INTEGRATIVI (I.D.E.I.)Il Collegio e il Consiglio di Classe stabiliscono, per le attività di recupero, le seguenti modalità:a. Recupero in orario curriculare;b. Recupero in orario pomeridiano aggiuntivo;c. Classi aperte: recupero per gruppi di alunni con attività differenziate e mirate, nell’ambitodell’orario curriculare.• Il numero massimo delle ore in orario curricolare è di norma pari a 6, mentre in orario aggiuntivoè pari, di norma, a 6 nella fase (febbraio-marzo) e 10 nella fase estiva. Per le prime classi possonoessere attuati corsi anche nel periodo ottobre – novembre qualora il consiglio di classe ne ravvedala necessità.• La tipologia del recupero, discrezionalmente decisa dal docente della materia, tiene conto dellegenerali esigenze di ordine didattico.• È possibile, previa intesa didattica fra insegnanti di classi diverse, un’organizzazione in gruppi dialunni appartenenti a classi parallele, qualora presentino bisogni formativi analoghi.• Alle famiglie verranno comunicate le date di inizio e di fine corso, nonché i risultati.Le attività di recupero attuate secondo le modalità indicate nei precedenti punti sono programmatedal Collegio dei docenti e dai Consigli di Classe prevedono, limitatamente alle risorse disponibilidell'Istituto, l’utilizzo di disponibilità orarie aggiuntive dei singoli docenti interessati all’intervento edei docenti dell'organico di potenziamento.

4.6 METODOLOGIE D’INSEGNAMENTOVarie sono le metodologie da utilizzare in riferimento alle differenti situazioni che si possonoverificare nel processo di insegnamento/apprendimento. Se ben utilizzate, le metodologieagevolano il conseguimento degli obiettivi che si intendono raggiungere. La definizione dicomportamenti comuni da parte dei docenti del Consiglio di Classe consente di ottenere miglioririsultati nel processo di apprendimento dell’allievo, in quanto il comportamento del docente suscitasempre particolari esperienze socio-emotive di significato promozionale o ostacolante nei giovani. Icriteri di scelta delle metodologie non devono, tuttavia, prescindere da considerazioni relative alla:• validità e specificità (in funzione di un corretto conseguimento degli obiettivi);• essenzialità (in funzione di apprendimento, teorico e pratico, concreto e finalizzato);• chiarezza (in funzione di un più facile apprendimento da parte di tutti);• significatività (in funzione dei reali bisogni degli studenti e delle reali esigenze conoscitive).

Comportamenti comuni1) Mantenere la massima trasparenza nella programmazione e nei criteri di valutazione (il docentein sostanza deve rendere sempre partecipe la classe di quel che ogni alunno sta facendo edi comegli venga valutato il lavoro);2) Favorire la partecipazione attiva degli alunni e incoraggiare la fiducia nelle proprie possibilità,rispettando comunque la specificità individuale del modo di apprendere;3) Valorizzare tutto ciò che di positivo l’allievo è in grado di esprimere;4) Non demonizzare l’errore, ma accettarlo e utilizzarlo per modificare i comportamenti dell’allievo;5) Creare un clima di affettività positiva;6) Essere disponibili al dialogo;7) Utilizzare metodologie e strumenti diversificati e funzionali agli obiettivi da raggiungere. Adesempio:

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METODI MEZZI E STRUMENTI

Problem solving e discussione come punto dipartenza dell’attività didattica;Gradualità dell’intervento educativo (percorsimodulari);Analisi testuale;Processo induttivo e deduttivo;Ricerca e/o attività di laboratorio;Sperimentazione pratica;

Lavori individuali e di gruppo;Lezione dialogica e partecipativa;Attività di recupero e/o approfondimento;Interventi individualizzati.

Mezzi di comunicazione di massa;

Sussidi audiovisivi;Materiale scientifico tecnico-pratico;Strumenti di laboratorio;Materiale cartaceo;Attrezzature specifiche secondo vari indirizzi;Laboratori ed aule speciali.

8) Correggere gli elaborati scritti in tempi ragionevoli in modo da utilizzare la correzione comemomento formativo;9) Dare immediata comunicazione allo studente dell’esito della prova orale;10) Favorire l’autovalutazione;11) Esigere la puntuale esecuzione dei compiti;12) Pretendere rispetto nei confronti delle persone che lavorano dentro la scuola, dell’ambienteesterno e dei beni comuni (attrezzature, suppellettili, strutture, ecc.).

4.7 LE UNITA’ DI APPRENDIMENTOUno degli elementi del progetto didattico riguarderà lo sviluppo delle ’Unità di Apprendimento(UdA) che costituiranno una parte essenziale del percorso formativo (o curricolo) degli studenti.

L’UDA sviluppa un campo di apprendimento, preferibilmente integrato, cioè affrontato da piùdiscipline e insegnanti, con l’apporto di più punti di vista.

Il punto di partenza (e di arrivo) è un prodotto che gli allievi sono chiamati a realizzare, mobilitandocosì una serie di conoscenze (saperi) e abilità (saper fare) e maturando gradualmente lecompetenze previste dai docenti che la progettano. A differenza delle UD, non sono più leconoscenze ad essere fondamentali, ma le abilità e le competenze, che bisognerebbe contribuire acreare appunto con le Unità di Apprendimento.

Il percorso è organizzato in una serie di esperienze di apprendimento diverse, che superano lalogica lezione/esercizio/interrogazione, dando spazio al laboratorio, alla ricerca personale, alleattività di gruppo, alle esperienze extrascolastiche anche con l’apporto di esperti esterni.

Per poter progettare Unità di Apprendimento diventano elementi di fondamentale importanza: laconoscenza approfondita della classe; la collaborazione con gli insegnanti del medesimo consigliodi Classe); il confronto con il POF dell’istituto.

Una volta definiti gli obiettivi di un’Unità di Apprendimento la prima cosa a cui pensare non sarà piùla lezione da svolgere, ma il compito di prestazione autentica (ovvero quel compito che gli studentisaranno chiamati a svolgere al termine dell’Unità) da utilizzare come strumento di valutazione everifica.

Il compito di prestazione autentica è la prova finale di un’Unità; ha l’obiettivo di verificarel’applicazione delle conoscenze e delle abilità acquisite, in ambiti e contesti diversi da quelli in cuisono state apprese.

In un anno scolastico attraverso la realizzazione di alcune UdA si vanno man mano a sonare tutti irisultati attesi previsti dalla certificazione delle competenze, rendendo possibile una compilazionenon formalistica di tale documento. L’UdA infatti indica le evidenze valutative utili per dichiarare siain corso d’anno che alla fine se una determinata competenza è stata raggiunta o è in via diacquisizione.

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La valutazione avviene in un contesto che mette l’allievo nella condizione di fare qualcosa conquello che sa all’interno di compiti veri o verosimili.

L’ambiente dinamico dell’UdA comporta molti valori aggiunti: profondità e allargamento delleconoscenze, coinvolgimento riflessivo dell’allievo, spazio ai modi diversi di apprendere, capacità dilavorare in team, acquisizione di conoscenze e abilità basilari per tutti quanto di competenzepersonalizzate, valutazione in itinere, con evidente risparmio di tempo e di energie da parte degliinsegnanti e del consiglio di classe anche alla fine dell’anno.

Le unità di apprendimento verranno progettate e concordate anno per anno dal consiglio di classe.

4.8 ALUNNI CON CERTIFICAZIONE HANDICAP

BUONE PRASSI* Comunicare all’inizio dell’anno scolastico a tutti i docenti del CdC la presenza dell’allievo h.* Leggere certificazioni e verificare necessità aggiornamento.* Contattare l’insegnante di sostegno dell’anno prima se l’allievo è nuovo.* Se necessario, contattare l’esperto.* Contattare il genitore.* Illustrare situazione dell’alunno al 1° C.d.C.* Conoscere giorno verifica scritta con almeno una settimana di anticipo.* Possibilmente sapere i contenuti delle verifiche.* Concordare le interrogazioni.* Redigere PEP e dove necessario il PDF.* Redigere relazione finale a fine anno scolastico.* Proporre all’ultimo C.d.C. se necessaria la valutazione differenziata.

FASI OPERATIVEInizio dell’anno scolastico (settembre)

1^ RIUNIONE DI DIPARTIMENTO* Assegnazione cattedre.* Visione documentazione e compilazione schede alunni h.* Progetti in corso e nuovi da proporre.* Nomina componenti varie commissioni (dislessia, alternanza scuola lavoro, progetto SIDA,

centro servizi, archivio materiale).* Nomina verbalizzante.

Ottobre-novembreRIUNIONE GLHComponenti:

* Dirigente scolastico.* Coordinatore del dipartimento h.* Insegnante di sostegno.* Genitori allievo.* Rappresentanti dell’Asur.* Coordinatore di classe.* Responsabile delle barriere architettoniche.

o.d.g.:* Assegnazione ore ed area per l’anno successivo.* P.E.P.* Verifica P.D.F.* Eventuale richiesta educatore.* Varie ed eventuali.

1° C.d.C.Comunicare ore ed area attribuite all’allievo h.

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Novembre - dicembre1° Riunione G.L.I.

- Insediamento gruppo di lavoro.- Presentazione dei compiti e delle funzioni.- Presentazione impianto P.O.F.- Proposte e discussioni progetti specifici.- Elaborazione di una banca dati.- Valutazione dei sussidi disponibili ed eventuale reperimento altri sussidi.- Proposte per l’aggiornamento del personale docente.- Varie ed eventuali.

2° C.d.C.Consegna della programmazione educativa individualizzata che deve essere firmata dal genitore.

GennaioRiunione con scuole CTI Per comunicazione fondi assegnati e relativo impiego

Febbraio - MarzoSCRUTINIVerificare e se necessario cambiare P.E.P.

2^ RIUNIONE GLH se necessaria

RIUNIONE GLH PER NUOVI ISCRITTI se possibileRichiesta ore ed areeSCHEDE ALLIEVI H E ORGANICO DI SOSTEGNO DA INVIARE ALL’ USP

Aprile3° C.d.C.Qualora l’allievo che segua una programmazione con obiettivi minimi, non riesca a raggiungerli, ilC.d.C. deve proporre una valutazione differenziata che il genitore dell’allievo deve sottoscrivere, incaso contrario l’alunno può essere non ammesso alla classe successiva.

Maggio2° Riunione G.L.I

- Presentazione del lavoro svolto dalla Commissione Sostegno.- Banca Dati.- Proposte di lavoro per l’anno scolastico 2014/2015.- Varie ed eventuali.

2^ RIUNIONE DI DIPARTIMENTO* Verifica andamento progetti in corso.* Proposte attività per anno successivo.* Varie ed eventuali.

LINEE GUIDA DESTINATE AL POF 1. Handicap e scuola.

Questo documento è uno strumento a disposizione degli insegnanti di sostegno e dei docenticurriculari.1.1 L’integrazione delle persone in situazione di handicap.L’art. 3 della legge quadro (l. 104/92) stabilisce che disabile è “colui che presenta una minorazionefisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento,di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio o diemarginazione”. L’art. 12, comma 2 della legge sopra citata stabilisce che “è garantito il dirittoall’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelleclassi comuni di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie.1.2 A chi il compito di individuare o definire chi è in “situazione di handicap”.L’Unità Multidisciplinare dell’ ASUR, a seguito della segnalazione della famiglia, certifica l’esistenzadella situazione di handicap redigendo la Diagnosi Funzionale (DF), provvedendo anche a farpervenire alla scuola di iscrizione tale documentazione.

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L’art. 2 del D.P.R. 24 febbraio 1994 stabilisce che la segnalazione all’ASUR può anche essere fattadal capo d’istituto, il quale non può procedere a tale incombenza senza il consenso e ilcoinvolgimento della famiglia.Solo in casi eccezionali, il Dirigente Scolastico può segnalare ai servizi dell’ASUR situazioni diparticolare gravità senza coinvolgere la famiglia.1.3 Chi redige il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)?Lo redigono gli operatori socio-sanitari, i docenti curriculari, il docente di sostegno, i genitoridell’alunno (art. 12 comma 5° e 6° della 104/92)Successivo alla DF è il PDF che consiste nella “descrizione delle caratteristiche fisiche e psichichee sociali dell’alunno, le possibilità di recupero, le capacità possedute che devono essere sollecitatee progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della personahandicappata” (6° comma dell’art. citato) evidenziando le aree di potenziale sviluppo sotto il profiloriabilitativo, educativo istruttivo e socio-affettivo (art. 4 D.P.R.24/02/1994; art. 3.3 degli Accordi diProgramma del 30/11/96).Viene aggiornato alla fine della scuola dell’infanzia, elementare, media e durante la scuolasuperiore.1.4 Il Piano Educativo Personalizzato (PEP).E’ il “documento nel quale vengono descritti gli interventi finalizzati alla piena realizzazione deldiritto all’educazione, all’istruzione ed all’integrazione scolastica” (art. 5 D.P.R.24/02/1994; art. 12L. 104/92)In particolare il PEP mira ad evidenziare gli obiettivi, le esperienze, gli apprendimenti e le attivitàriabilitative più opportuni ed a garantirne la coerenza attraverso il loro coordinamento el’assunzione concreta di responsabilità da parte delle diverse istituzioni, ivi compresa la famiglia(art. 3.4 degli Accordi di Programma del 30/11/96).Lo redigono gli operatori sanitari, gli insegnanti curriculari, il docente di sostegno e i genitoridell’alunno1.5 Chi svolge l’attività con il ragazzo in situazione di handicap?La C.M. n. 250/1985 ribadisce che “la responsabilità dell’integrazione è al medesimo titolodell’insegnante di classe e della comunità scolastica”, in quanto l’alunno fa parte della classe e nondeve essere affidato esclusivamente all’insegnante di sostegno, poiché si parlerebbe d’inserimentoe non di integrazione. Tutti gli insegnanti curricolari devono farsi carico del progetto d’integrazione,in particolare nei tempi scolastici in cui l’insegnante di sostegno non è presente in aula.1.6 L’insegnante di sostegnoL’insegnante di sostegno è a tutti gli effetti docente dell’intera classe (art. 13, comma 6, L. 104/92)in quanto assume la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera, partecipa allaprogrammazione educativa e didattica e all’elaborazione e verifica delle attività di competenza deiconsigli di classe e dei collegi dei docenti” e “partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione,con diritto di voto per tutti gli alunni della classe” (art. 15 comma 10 dell’O.M. 90 del 21/05/2001).Il docente specializzato, oltre a curare gli aspetti metodologici, deve possedere “competenzepsicopedagogie, relazionali, didattiche e svolgere il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici,relazionali e didattici.”2 I possibili percorsi scolastici degli alunni con certificazione nella scuola SuperioreNella scelta del percorso scolastico più idoneo per l’alunno certificato bisogna partire da dueconsiderazioni di base:

* L’idea che si ha dell’alunno: l’analisi delle sue reali capacità* L’alunno nel suo cammino professionale: è o sarà in grado di spendere in modo autonomo

le competenze acquisite nel triennio e nel quinquennio.

Si possono utilizzare due percorsi scolastici:1. Una programmazione globalmente riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmiministeriali2. Una programmazione differenziata2.1 PRIMO PERCORSOProgrammazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali, o comunquead essi globalmente corrispondenti (art. 15 comma 3 dell’O.M. n. 90 del 21/5/2001).Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi ministeriali è possibile prevedere:

* Un programma minimo, con la ricerca dei contenuti essenziali delle discipline

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* Un programma equipollente con la riduzione parziale e/o sostituzione dei contenuti,ricercando la medesima valenza formativa (art. 318 del D. L.vo 297/1994).

Sia per le verifiche che vengono effettuate durante l’anno scolastico, sia per le prove che vengonoeffettuate in sede d’esame, possono essere predisposte prove equipollenti, che verifichino il livellodi preparazione culturale e professionale idoneo per il rilascio del diploma di qualifica o dellamaturità.Le prove equipollenti possono consistere in:MEZZI DIVERSI: le prove ad esempio possono essere svolte con l’ausilio di apparecchiatureinformatiche.MODALITA’ DIVERSE: il C.d.C. può predisporre prove utilizzando modalità diverse (es.: rispostamultipla, Vero/Falso, ecc.)CONTENUTI CULTURALI E/TECNICI E/O PROFESSIONALI DIFFERENTI DA QUELLIPROPOSTI DAL MINISTERO: il C.d.C. entro il 15 maggio (Documento del 15 maggio) predisponeuna prova studiata ad hoc o trasformare le prove del Ministero in sede d’esame (la mattina stessa).(commi 7 e 8 dell’art. 15 O.M. n. 90 del 21/5/2001, D.M. 26/8/81, art. 16 L. 104/92, parere delConsiglio di Stato n. 348/91).Gli alunni possono usufruire di tempi più lunghi nelle prove scritte (comma 9 art. 15 dell’O.M. 90,comma 3 dell’art. 318 del D. L.vo 297/94)Gli assistenti all’autonomia e comunicazione possono essere presenti durante lo svolgimento solocome facilitatori della comunicazione (D.M. 25 maggio 95, n. 170).Durante lo svolgimento delle prove d’esame della classe terza l’insegnante di sostegno fa partedella Commissione. Nella classe quinta la presenza dello stesso è subordinate alla nomina delPresidente della Commissione qualora sia determinante per lo svolgimento della prova stessa. Siritiene in ogni caso più che opportuna la presenza del sostegno.Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami di qualifica e di stato e acquisiscono il titolo diStudio.2.2 SECONDO PERCORSOProgrammazione differenziata in vista di obiettivi didattici formativi non riconducibile ai programmiministeriali.E’ necessario il consenso della famiglia (art.15, comma 5, O.M. n. 90 del 21/5/2001).Il Consiglio di Classe deve dare comunicazione per iscritto alla famiglia, fissando un termine permanifestare un formale assenso.In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la valutazione differenziata. In casodi diniego, l’alunno deve seguire la programmazione di classe con obiettivi minimi.La programmazione differenziata consiste in un piano di lavoro personalizzato per l’alunno stilatodal docente di sostegno con la collaborazione di ogni docente del C.d.C. per ogni singola materia oper aree.Gli alunni vengono valutati con voti che saranno relativi unicamente al PEP. Tali voti hanno valorelegale solo ai fini della prosecuzione degli studi.Per gli alunni che seguono un piano educativo personalizzato differenziato, ai voti riportati nelloscrutinio finale e ai punteggi assegnati a seguito degli esami si aggiunge nelle certificazionirilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al PEP e non ai programmi ministeriali (comma 6art. 15 O.M. 90 del 21/5/2001).Possono partecipare agli esami di qualifica e di stato svolgendo prove differenziate omogenee alpercorso svolto, finalizzate al conseguimento di un attestato delle competenze acquisite,utilizzabile come “credito formativo” per la frequenza di corsi professionali, ma senza valore legale.3 CONCLUSIONIPoiché al centro dell’attività scolastica rimane sempre e comunque l’alunno e il suo progetto di vita,per una sua più adeguata maturazione si può collegialmente decidere di dedicare maggior tempo-scuola alle materia caratterizzanti il suo percorso di studi.E’ altresì possibile prevedere gli obiettivi minimi fino alla qualifica e proseguire nell’ultimo bienniocon la programmazione differenziata: Ciò si rende utile quando non sussistono i presupposti diapprendimento riconducibili globalmente ai programmi ministeriali e risulta importante che l’alunnomaturi maggiormente le competenze acquisite, consolidi la stima nelle proprie capacità, sviluppi lasua crescita personale ed accresca una maggiore socializzazione.E’ altresì possibile prevedere un percorso differenziato nei primi anni di scuola e successivamente,

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ove il C.d.C. riscontri che l’alunno abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivididattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti,passare ad un percorso con obiettivi minimi, senza necessità di prove di idoneità relative allediscipline dell’anno o degli anni predenti (comma 4 art. 15 dell’O.M. 90 del 21/5/2001).Pertanto, se ci fossero le condizioni, è possibile cambiare, nel percorso scolastico, laprogrammazione da differenziata in obiettivi minimi e viceversa.

4.9 PIANO ANNUALE D’INCLUSIONE

FINALITA’ GENERALE E NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il 27 dicembre 2012 è stata firmata dal Ministro Francesco Profumo la Direttiva concernente gli“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale perl’inclusione scolastica”, che delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana, al fine direalizzare pienamente il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione didifficoltà. La Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica,basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità ditutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente:

alunni disabili ( legge 104/1992 ); alunni con disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici ( legge

170/2010 ); svantaggio sociale e culturale; difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché

appartenenti a culture diverse. La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazionedell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003. IlPiano d’Inclusione rivolto agli alunni con Bisogni Educativi Speciali si propone di:

definire pratiche condivise tra scuola e famiglia; sostenere gli alunni con BES nella fase di adattamento al nuovo ambiente e in tutto il

percorso di studi; favorire un clima di accoglienza e inclusione; favorire il successo scolastico e formativo e prevenire blocchi nell’apprendimento di questi

studenti, agevolandone la piena inclusione sociale e culturale; ridurre i disagi formativi ed emozionali, favorendone al contempo la piena formazione; adottare piani di formazione che prevedono un ruolo attivo degli insegnanti; promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed

Enti territoriali coinvolti (Comune, ASL, Provincia, Regione, Enti di formazione, …).Il Piano d’Inclusione è parte integrante del P.O.F. d’Istituto e si propone di:

definire buone pratiche comuni all’interno dell’Istituto; delineare prassi condivise di carattere: o amministrativo e burocratico (documentazione

necessaria); o comunicativo e relazionale (prima conoscenza); o educativo – didattico(assegnazione alla classe, accoglienza,coinvolgimento del Consiglio di Classe); o sociale(eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio e/o con gli specialisti per lacostruzione del “progetto di vita”).

2. TIPOLOGIE DI BES L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente allapresenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di specialeattenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici diapprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della culturae della lingua italiana, perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostrescuole, la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest’area dello svantaggioscolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni EducativiSpeciali. Secondo l’ICF il Bisogno Educativo Speciale (BES) rappresenta qualsiasi difficoltàevolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo, indipendentemente dall’eziologia,che necessita di educazione speciale individualizzata. Ogni alunno, con continuità o per

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determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali rispetto ai quali è necessarioche le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Qualsiasi alunno può incontrare nellasua vita una situazione che gli crea Bisogni Educativi Speciali; dunque è una condizione che ciriguarda tutti e a cui siamo tenuti, deontologicamente e politicamente, a rispondere in modoadeguato e individualizzato. Sono comprese tre grandi sotto-categorie di BES:

della disabilità fisica, psichica o sensoriale certificate; dei disturbi evolutivi specifici; dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA),anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria,ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione edell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso diconfine tra la disabilità e il disturbo specifico. Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono opossono non venire certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente dirittoalle provvidenze e alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante disostegno. La legge 170/2010,a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diversocanale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studioenunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES daparte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall’insegnanteper il sostegno. 2.1. ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate che, a causa di specificiproblemi, possono incontrare difficoltà a Scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente leloro potenzialità. Fra essi, alunni e studenti DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) sono statioggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato dinorme tese ad assicurare il loro diritto allo studio. Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie didisturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivipreviste, in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettivenella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell’area dellinguaggio o, al contrario, nelle aree non verbali o di altre problematiche severe che possonocompromettere il percorso scolastico, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104.Un approccio educativo, non meramente clinico, dovrebbe dar modo di individuare strategie emetodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuolasempre inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo. Alriguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cuiispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi. 2.1.1. ALUNNI CON DEFICIT DA DISTURBO DELL’ATTENZIONE E DELL’IPERATTIVITA ‟Un discorso particolare si deve fare a proposito di alunni e studenti con problemi di controlloattentivo e/o dell’attività, spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention DeficitHyperactivityDisorder). L’ADHD ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione,di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Con notevole frequenza l’ADHD è incomorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio (DOP);disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell’apprendimento; disturbi d’ansia;disturbi dell’umore, etc. Il percorso migliore per la presa in carico di un ragazzo con ADHD si attuasenz’altro quando è presente una sinergia tra famiglia, scuola e clinica. Le informazioni fornitedagli insegnanti hanno una parte importante per il completamento della diagnosi e lacollaborazione della scuola è un anello fondamentale nel processo riabilitativo. In alcuni casi ilquadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie – richiedel’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sonomoltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minore gravità del disturbo, non ottengono lacertificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo. Vi èquindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previstedalla legge 170 per alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento. 2.1.2. FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE

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Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni difunzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), qualora non rientrino nelle previsionidelle leggi 104 o 170, richiedono particolari considerazione. Si tratta di bambini o ragazzi il cui QIglobale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70 agli 85 punti e non presentaelementi di specificità. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed èfrequentemente in comorbilità con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve didifficoltà per cui se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consonialle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale. Gli interventi educativi edidattici hanno come sempre e anche in questi casi un’importanza fondamentale. 2.2. AREA DELLO SVANTAGGIO SOCIOECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE Un’area dei BES interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La Direttiva, a taleproposito, ricorda che tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementioggettivi (come ad es. una segnalazione operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondateconsiderazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni, e in particolare per coloro chesperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana – per esempio alunni diorigine straniera di recente immigrazione – è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati epersonalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio dallalettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.). Intal caso si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per iltempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate dadiagnosi, misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinenteaspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsipersonalizzati più che strumenti compensativi e misure dispensative. Tutti gli alunni con BESrichiedono alla Scuola una capacità di risposta calibrata e specifica che esige, tra l’altro,competenze psicopedagogiche e didattiche, organizzazione, lavoro di rete interno ed esterno alleIstituzioni, capacità di analisi, risorse, mediatori, sostegni, tecnologie, spazi, ecc. L’offerta formativadella Scuola deve prevedere, nella quotidianità delle azioni da compiere, degli interventi daadottare e dei progetti da realizzare, la possibilità di dare risposte diverse a esigenze educativedifferenti. In tal senso, la presenza di alunni disabili o in difficoltà non è un incidente di percorso,un’emergenza da presidiare, ma un evento per il quale il sistema si riorganizza, avendo giàprevisto, al suo interno, forme di flessibilità o adattamenti in grado di rispondere alle varie richiesteeducative. 3. FINALITA’ DIDATTICO-FORMATIVE DELL’IPSIA “O.RICCI” DI FERMO La nostra Scuola, tramite l’attività di insegnamento dei Docenti e la collaborazione di tutte lecomponenti delle istituzioni scolastiche, pone attenzione ad un apprendimento degli studentifortemente improntato al valore formativo della cultura, sia essa legata alle discipline curriculari siaessa specchio della realtà contemporanea e professionale. Permette agli studenti di dotarsi distrumenti logici, metodologici e cognitivi necessari per comprendere, interpretare la complessità,comunicare con mente aperta e flessibile, progettare il proprio futuro con adeguate competenzedisciplinari e trasversali. Promuove la piena inclusione degli studenti con disabilità, favorendo losviluppo di una comunità accogliente, nella quale realizzare esperienze di crescita individuale esociale. In una prospettiva di continuità del processo di formazione degli studenti è di crucialeimportanza il progetto orientamento, che si articola in due momenti: l’orientamento in entrata aiuta igiovani ad affrontare la scelta della scuola superiore in modo responsabile e consapevole e li aiutaad approfondire e coltivare le proprie attitudini e motivazioni; l’orientamento interno aiuta glistudenti dell’IPSIA nel triennio a maturare scelte coerenti con le proprie attitudini e aspirazioni,nell’ambito dei diversi indirizzi attivati; l’orientamento in uscita rivolto all’Università o, attraverso glistage di Alternanza scuola-lavoro, nel mondo del lavoro. Grande attenzione viene riservata ai modie ritmi dell’apprendimento in itinere, con l’utilizzo delle nuove tecnologie nella pratica quotidiana,con attività di sostegno e di recupero, per prevenire i disagi e attività di approfondimenti perpromuovere le eccellenze. Certamente di grande importanza per il nostro Istituto è la realizzazione dello stage di Alternanzascuola-lavoro che permette ai nostri studenti tutti di concretizzare il successo formativo ancheattraverso la “messa in opera” delle proprie capacità nell’ambito lavorativo; lo stage di Alternanzaviene predisposto già nel primo anno di scuola nell’indirizzo Benessere, nei corsi di Estetica edAcconciatore, e nel terzo anno negli altri indirizzi di specializzazione attivati nel nostro Istituto,favorendo subito i contatti degli studenti con il mondo del lavoro.

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L’Istituto Professionale valorizza e favorisce negli studenti, oltre all’acquisizione di precisecompetenze culturali ed espressive, lo sviluppo di una capacità di fare, aperta, creativa, nel pienoe convinto superamento di ogni pregiudiziale distinzione tra cultura “classica”, “scientifica”,”tecnologica” e “pratica”. L’Istituto si impegna:

a non perdere di vista il profilo culturale dello studente e a personalizzare gli interventieducativo-didattici;

ad adottare una progressiva mediazione metodologico-didattica al fine di favorire ilsuperamento delle difficoltà nello studio;

ad attivare azioni di recupero e di rinforzo, in particolare nel biennio; ad intensificare e a valorizzare l’interazione Scuola-famiglia attraverso un dialogo costante

per sostenere l’impegno dello studente; a valutare sistematicamente e collegialmente le difficoltà esistenti per ogni singola

disciplina, in modo da attivare interventi trasversali e disciplinari finalizzati al recupero ondeevitare l’emarginazione dello studente;

a favorire i processi di accoglienza, inserimento e integrazione degli studenti disabili nelladidattica quotidiana.

a potenziare le esperienze di stage nell’alternanza scuola-lavoro attivate già nel primo annodi scuola.

Nel pieno rispetto delle leggi che regolano il diritto allo studio delle persone diversamente abili e/ocon Disturbi Specifici di Apprendimento, il nostro Istituto è in grado di organizzare le attività, inmodo che il corso di studi possa offrire una efficiente e valida occasione di realizzazionepersonale, secondo le potenzialità di ogni singolo individuo.L’Istituto IPSIA “ O. Ricci” è da molti anni Scuola Polo per l’inclusione e sede del Centro Territorialeper l’Inclusione (C.T.I.) per la Provincia di Fermo, cui si rivolgono gli istituti scolastici del territorioper la richiesta di materiali didattici, sussidi informatici e per corsi e seminari di formazione edaggiornamento sulle tematiche più sentite per la realizzazione di una didattica diversificata epersonalizzata calibrata sulle esigenze degli studenti tutti.

4. SOGGETTI COINVOLTI NEL PIANO DI INCLUSIONE 4.1. STUDENTI A tutti gli studenti in difficoltà è esteso il diritto alla personalizzazionedell’apprendimento, richiamando espressamente i principi enunciati dalla Legge n. 53/2003. 4.2. LE FAMIGLIE La famiglia dell’alunno:

fornisce notizie sull’alunno; gestisce con la scuola le situazioni problematiche; condivide con la scuola il processo di apprendimento dell’alunno; compartecipa alla costruzione e realizzazione del “progetto di vita” e del PEI/PDP.

4.3. IL DIRIGENTE SCOLASTICO Il Dirigente scolastico è il garante dell’offerta formativa che viene progettata ed attuatadall’istituzione scolastica: ciò riguarda la globalità dei soggetti e, dunque, anche gli alunni condisabilità e con Bisogni Educativi Speciali. A tal fine egli:

procede all’assegnazione degli insegnanti curricolari e di sostegno, laddove per questiultimi ci sia la richiesta della famiglia;

cerca di assicurare la continuità rispetto all’assegnazione dei docenti; gestisce le risorse valutando le reali esigenze di ogni singolo caso; assicura al proprio Istituto il reperimento di tutti gli ausili e/o attrezzature necessarie al caso

di precise esigenze dell’alunno; attiva azioni in collaborazione anche con Enti e Associazioni per assicurare l’inclusione

dell’alunno; dialoga con le famiglie e gli insegnanti al fine di trovare soluzioni, chiarimenti e confronti.

4.4. GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI) Nella scuola si è costituito il Gruppo di lavoro per l’inclusione, nominato dal Dirigente scolastico,sentito il Collegio Docenti. A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorsespecifiche e di coordinamento presenti nelle scuola (docenti “disciplinari” con esperienza e/oformazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori e esperti istituzionali o

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esterni in regime di convenzione con la scuola, e docenti di sostegno), in modo da assicurareall’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese eun’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi. Tale Gruppo di lavoro per l’Inclusione (in sigla GLI) svolge le seguenti funzioni:

promuovere una cultura dell’inclusione; rilevare i Bisogni Educativi Speciali presenti nella Scuola; elaborare, tenere aggiornato e verificare il Piano Annuale per Inclusione dei portatori di

disabilità e di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali entro il mese di giugno di ognianno scolastico;

proporre al Collegio dei Docenti, all’inizio di ogni anno scolastico, una programmazionedegli obiettivi da perseguire e delle attività da realizzare, che confluisce nel Piano Annualed’Inclusione;

raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere anche infunzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto conazioni strategiche dell’Amministrazione;

focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie digestione delle classi; formulare progetti per la continuità fra ordini di scuola;

promuovere azioni di sensibilizzazione degli studenti, dei genitori, del territorio; collaborare alla pianificazione di specifici progetti per i soggetti disabili, in relazione alle

tipologie, anche in riferimento all’analisi e al reperimento delle risorse finanziarie ad essinecessarie;

proporre al Dirigente scolastico l’acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didatticodestinati alle attività per il supporto dei soggetti disabili.

Promuovere una collaborazione da cui scaturisca un lavoro sinergico con associazioni eistituzioni territoriali che si occupano delle problematiche legate all’inclusione scolastica( CNIS, Università ).

Il Gruppo, coordinato dal Dirigente scolastico o da un suo delegato, può avvalersi della consulenzae/o supervisione di esperti esterni o interni, anche attraverso accordi con soggetti istituzionali o delprivato sociale, a seconda delle necessità. Il GLI si riunisce: - nel mese di ottobre per stabilire le linee guida per l’inclusione degli alunni con BES, per stilare iPEI e i PDP, per l’assegnazione delle risorse; - ogni qualvolta se ne presenti la necessità, per la concreta organizzazione delle attivitàscolastiche che coinvolgono gli alunni in situazione di disabilità e con BES: definizione di lineeeducative e educative condivise, organizzazione dell’orario, pianificazione degli interventi, verificain itinere delle attività programmate nei PEI e nei PDP, formulazione di progetti di accoglienza pergli alunni nuovi iscritti, ecc. Le sedute del GLI sono documentate da apposito verbale. 4.5. DOCENTE REFERENTE PER L’INCLUSIONE Il docente referente per l’inclusione collaboracon la Dirigenza, gli insegnanti curricolari, i servizi socio-sanitari, gli Enti locali e le strutture delterritorio e si occupa di:

azione di accoglienza e tutoraggio dei nuovi docenti nell’area di sostegno; raccordo tra le diverse realtà (Enti territoriali,Enti di formazione, Cooperative, scuole,ASL e

famiglie); azione di coordinamento con l’equipe medica; coordinamento per la stesura del Piano di Inclusione Scolastica; organizzazione insieme al Dirigente Scolastico degli incontri con i genitori degli alunni

certificati in uscita dalla terza media; pianificazione dei colloqui di reinserimento con il personale di supporto della scuola media

al fine di garantire la continuità educativa; coordinamento stesura PDP degli alunni con DSA e/o con BES; collaborazione nelle attività di formazione per i docenti; azioni di coordinamento del GLI; ricerca e produzione di materiali per la didattica; individuazione di adeguate strategie educative; aggiornamento sull’andamento generale degli alunni certificati;

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partecipazione al gruppo CTS provinciale. 4.6 CONSIGLIO DI CLASSE Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni perl’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso deiConsigli di Classe indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di unapersonalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nellaprospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni. È necessario chel’attivazione di un percorso individualizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali siadeliberata in Consiglio di classe dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente Scolastico (o da undocente da questi specificatamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sianecessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP appositaautorizzazione da parte della famiglia. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, ilConsiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioniassunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare il contenzioso. In particolare, per gli alunni diversamente abili o con DSA certificati, il Consiglio di Classe:

in una riunione ad inizio d’anno, acquisisce informazioni sugli alunni in ingresso tramitelettura della documentazione prodotta dalle Scuole Medie e dal progetto di accoglienza, eattraverso una prima presentazione a cura del docente di sostegno assegnato alla classe,qualora vi sia;

definisce con il coordinatore di classe o con il docente di sostegno, se vi è, le modalità piùconsone per favorire l’accoglienza dei nuovi alunni e, quando è possibile, attività comuni alresto della classe per promuovere una prima socializzazione;

stabilisce comportamenti e buone pratiche che ogni singolo insegnante possa adottare,divenendo in prima persona un modello positivo per l’integrazione degli studenti condisabilità;

collabora, con il coordinatore di classe, alla stesura del PEI/PDP degli alunni, curando inparticolare l’organizzazione oraria delle attività, da svolgere in classe con o senza ilpersonale di sostegno, e iniziative funzionali al percorso di integrazione;

collabora col coordinatore di classe alla redazione della programmazione individualizzata; collabora con il coordinatore di classe alla pianificazione e all’organizzazione di uscite

didattiche e viaggi di istruzione nel rispetto delle caratteristiche dei ragazzi disabili; si occupa delle verifiche periodiche del PEI/PDP.

4.7 PERSONALE NON DOCENTE I compiti del personale non docente sono relativi all’ambito dell’assistenza fisica al disabile nonchédi sorveglianza in ambiente scolastico e durante le attività didattiche che si svolgono esterne allascuola in collaborazione con i docenti. Prestano ausilio materiale agli studenti con disabilitànell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse.Assistono gli alunni con disabilità nell’uso dei servizi igienici. 4.8 OPERATORI SANITARI Collaborano con la scuola e la famiglia nella stesura del PDF e delPEI/PDP. Seguono gli alunni nelle terapie di recupero. Elaborano con la scuola strategie diintervento. 4.9 IL TERRITORIO Il territorio è una risorsa importante per il soggetto disabile come in generaleper tutti gli alunni. Il territorio dà senso alle attività della scuola, integra e definisce il Progetto diVita dell’alunno. Consapevole che al progetto di vita di ogni ragazzo devono partecipare le risorsedel territorio, l’IPSIA “O.Ricci” si avvale della collaborazione con diversi soggetti esterni alla scuola.5. MODALITA’ DI SUPPORTO ALL’APPRENDIMENTODEGLI STUDENTI CON BISOGNIEDUCATIVI SPECIALI L’individualizzazione dei soggetti BES prenderà la forma di un formale Piano educativoindividualizzato-Progetto di vita; in altri casi sarà, ad esempio, una semplice e informale serie didelicatezze e attenzioni psicologiche. Le scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di classe,risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base diconsiderazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutti gli alunni conbisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure previste dalle disposizioniattuative della Legge170/2010 (DM 5669/201). 5.1 INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI I problemi dei giovani insituazioni di handicap e con BES impongono una particolare organizzazione delle attivitàdidattico-educative della classe in modo che i ragazzi diversamente abili e con difficoltà possano

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sentirsi parte integrante della comunità scolastica e del progetto che vi si svolge e, al pari di tutti,cogliere le opportunità più adatte per l’affermazione del sé. A tale scopo il nostro Istituto compie le seguenti azioni:

individuazione di un docente Referente DSA e di un docente referente BES che sarannoabilitati nell’adeguata formazione;

elaborazione della proposta del Piano Annuale di Inclusione scolastica; il GLI (Gruppo diLavoro per l’Inclusione) redige una proposta del Piano di Inclusione che viene deliberatonel Collegio Docenti di novembre e solo qualora ci sia necessità;

nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola, ilGruppo provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigentescolastico procederà all’assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini “funzionali”;

all’inizio di ogni anno scolastico il GLI propone al Collegio dei Docenti una programmazionedegli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel Pianoannuale per l’ Inclusività; al termine dell’anno scolastico, il Collegio procede alla verifica deirisultati raggiunti;

rilevazione, monitoraggio e valutazione del grado di inclusività della scuola allo scopo diaccrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e latrasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi. Da taliazioni si potranno inoltre desumere indicatori realistici sui quali fondare piani dimiglioramento organizzativo e culturale;

attivazione per tutti i docenti di corsi di formazione/aggiornamento sulle tematichedell’Inclusione Scolastica;

esplicitazione nel POF della Scuola di: - un concreto impegno programmatico perl’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusione della scuola e su obiettividi miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negliambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione deitempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie; - criteri eprocedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispettoa una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie eservizi sociosanitari che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento el’ambito specifico di competenza della scuola; - l’impegno a partecipare ad azioni diformazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale.

6. OBIETTIVI DI INCREMENTO DELL’INCLUSIVITÀ PROPOSTI PER IL PROSSIMO ANNOSCOLASTICO 6.1 ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA

Valorizzazione tempo scuola/organici. Attenzione alla formazione delle classi. Rispetto della continuità didattica. Progettazione personalizzata per gli alunni con BES previa autorizzazione ed accordo con

la famiglia. Integrazione attività curricolari-extracurricolari Stage e Alternanza Scuola-Lavoro.

6.2 TERRITORIO Rapporti costanti e collaborativi con servizi socio-sanitari-assistenziali.

6.3 FAMIGLIA Corresponsabilità e condivisione di intenti. Necessità di collaborazione.

6.4 STRATEGIE METODOLOGICHE-DIDATTICHE Metodologie didattiche attive, centrate sull’ascolto, sul coinvolgimento, sulla partecipazione,

sul lavoro di gruppo e sulle attività laboratoriali. Utilizzo di misure dispensative e/o strumenti compensativi. Scelte metodologiche inclusive: cooperative learning, tutoring, peer tutoring, didattiche

plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi. Rispetto dei tempi di apprendimento.

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4.10 RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA

RILEVAZIONE DATI RELATIVI ALL’ASPETTOORGANIZZATIVO DEL SERVIZIOPartecipare la vita della scuola, per un genitore non può significare solo essere presenti negliorgani collegiali o parlare con gli insegnanti per conoscere l’andamento scolastico del figlio, maanche farsi carico, nell’ottica dell’autonomia scolastica, del processo di miglioramento dell’offertaformativa dell’Istituto. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, grande importanza riveste ilcontributo che i genitori possono dare alla costruzione del P.O.F., perché lo stesso rappresenti unarisposta concreta ai bisogni della famiglia e degli allievi, tenendo presente il contesto sociale eproduttivo del territorio. I problemi legati ad un armonico sviluppo dell’allievo, di tipo sia cognitivoche affettivo, possono pertanto trovare adeguate soluzioni nella collaborazione fattiva con i docentie nel riconoscimento del delicato ruolo che la scuola si trova a svolgere. Oltre gli ambitiistituzionali, Consigli di classe e di Istituto, la nostra scuola prevede una serie di incontri con idocenti: generali, settimanali e su appuntamento. E’ sempre possibile, per casi e problematicheparticolari, rivolgersi al coordinatore di classe e al docente incaricato di curare i rapporti scuola –famiglia. Per concordare un efficace intervento educativo, la scuola si fa carico, periodicamente, diinformare i genitori sulle assenze e sulle eventuali mancanze disciplinari e di profitto. Lecomunicazioni riguardano, inoltre, i corsi di recupero, le attività aggiuntive, i viaggi di istruzione,levisite guidate, gli stage, le valutazioni di profitto interquadrimestrali e quadrimestrali (pagellino epagelle). Le varie fasi dei rapporti scuola-famiglia verranno curate e monitorate.Il processo di comunicazione sarà strutturato come segue:

Organizzazione, coordinamento e controllo della comunicazione scuola-famiglia Comunicazioni riguardanti il profitto e la condotta:orali

- colloqui quindicinali con i docenti su orario definito- colloqui con i docenti su appuntamento- colloqui con il coordinatore di classe- colloqui generali con le famiglie- colloqui con il docente con incarico speciale

scritte- pagellino intraquadrimestrale- pagella quadrimestrale Comunicazioni riguardanti i corsi di recupero:scritte (per ognuno delle due fasi previste)- comunicazione del calendario dei corsi- comunicazione dei risultati dei corsi Comunicazioni riguardanti gli esiti finali dell’anno scolastico:orali- fonogramma (solo nel caso di non promozione)scritte- affissione dei risultati all’albo Comunicazioni riguardanti i corsi aggiuntivi, 3^ area, etc.:scritte- Comunicazione dei calendari Comunicazioni riguardanti stage, viaggi d’istruzione, fiere e altre attività d’Istituto:scritte- Comunicazione dei calendari delle attività Comunicazioni riguardanti scioperi del personale, mezzi pubblici etc.:scritte- Comunicazioni dei calendari e delle disposizioni impartite in merito Comunicazioni riguardanti le assenze e i ritardi degli allievi:orali- colloquio con le famiglie da parte del coordinatore o dei docenti della classe nel casodi assenze reiteratescritte

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– nei casi di maggiore gravità, a giudizio dei docenti della classe Convocazioni del Preside per colloqui, assemblee dei genitori, etc.Per ogni tipologia di comunicazione scritta sono state progettate e collegialmente validatespecifiche griglie.

Modalità di monitoraggio, strumenti e periodicità di rilevazione, eventuali indicatori o indici giàrilevatiResponsabili di monitoraggio: Capo d’Istituto Coordinatore di classe Docente con incarico speciale Responsabile amministrativo

Strumenti e periodicità di rilevazione Controllo diretto e sistematico degli uffici Controllo diretto del Capo d’Istituto (a campione) Controllo diretto del docente con incarico speciale Interviste a campione sul servizio reso

Indicatori N° genitori partecipanti ai colloqui generali N° genitori partecipanti ai colloqui quindicinali N° comunicazioni scritte inviate Gradimento del servizio reso

Attività di monitoraggio dei rapporti scuola – famigliaPeriodicamente la scuola sottopone le famiglie a delle rilevazione dei dati al fine di valutare il gradodi soddisfazione di queste ultime relativamente agli aspetti organizzativi dell'Istituto. Questorapporto viene successivamente analizzato al fine di migliorare i servizi offerti dalla scuola e la suaorganizzazione in un'ottica di un processo di miglioramento. I questionari che vengono somministrati possono essere consultati nell'allegato 2 del presentedocumento.

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. AREA DI PROGETTO: ATTIVITA' E PROGETTIPER L'ANNO SCOLASTICO 2015/20165

Se alla scuola, oggi, è demandato il compito di una formazione la più ampia e flessibile checonsenta allo studente di esprimere la propria personalità e di interagire in modo significativo con iltessuto sociale e con il territorio, all’IPSIA in particolare si chiede una proposta fortementeorientata e rispettosa delle esigenze degli allievi.In tal senso l’Istituto sviluppa linee educative tendenti da un lato a potenziare la personalitàdell’allievo e a rimuovere gli ostacoli al (personale) successo scolastico, dall’altro a favorirel’inserimento del giovane, nella realtà produttiva. Da questo deriva una maggiore efficacia dellascuola che arricchisce la propria offerta formativa e una crescita del territorio in virtùdell’inserimento di risorse umane più preparate e capaci di leggere le molteplici variabili sociali,culturali ed economiche.

5.1 I PROGETTI L’Istituto realizza ogni anno numerose attività e progetti rispondenti alle finalità educative edidattiche della scuola.I progetti hanno l’obiettivo di:· ampliare l’offerta formativa di base;· individuare e sperimentare modalità didattiche più funzionali al miglioramento degliapprendimenti di base; · incentivare il confronto fra scuola, società e territorio, al fine di sviluppare negli alunni laconsapevolezza del proprio ruolo di cittadini (oppure proprio ruolo in relazione alle diverse realtàsociali).· promuovere atteggiamenti che favoriscono la socializzazione e il confronto;· sviluppare interventi di didattica laboratoriale che affrontano un problema pratico di rilevanteinteresse per l'indirizzo di studio con proposte che integrino le diverse discipline;· permettere l'apprendimento anche attraverso un lavoro di ricerca/azione: lo studente si pone difronte a problemi reali che devono essere risolti attivando una serie di capacità nonnecessariamente legate alle discipline coinvolte;· favorire il confronto fra la realtà scolastica e la realtà del lavoro, con particolare riferimento aquelle presenti nel territorio;· ridurre lo squilibrio tra prodotto dei processi educativo-formativi e bisogni del mercato del lavoro. Di seguito, viene indicato il quadro riepilogativo dei progetti, inclusi quelli in attesa di finanziamentoe quelli legati alla presa di servizio dei docenti dell’organico aggiuntivo. In particolare, per quelliapprovati dal Collegio, per ogni progetto che verrà realizzato viene riportata una descrizionesintetica delle attività poste in essere, le finalità e gli obiettivi, i docenti e le classi coinvolte. Informazioni più dettagliate sono contenute nelle schede analitiche progettuali compilate da ognidocente e depositate presso l’ufficio didattica dell’Istituto.

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ELENCO DEI PROGETTI1. La settimana “verde”2. Alternanza Scuola-Lavoro3. Progetto Autonomia per Incremento Attività Laboratoriali4. Corso per Addetto alle Macchine a Controllo Numerico5. Centro Servizi H6. Volontaria…mente7. Benessere della pelle e dei capelli8. Premio “Matteo Biancucci”9. Quotidiano in classe10. Lezioni di storia e contemporaneità11. Laboratorio di scrittura creativa su “L’Inferno” di Dante12. Concorso Internazionale di Scienza e Robotica di Pistoia13. Progetto C.I.C.14. Web-trotter15. Corsi I.D.E.I. per piccoli gruppi16. Sfilata orientamento17. Sfilata di moda18. I Social Media ai tempi del lavoro

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PROGETTI SPECIALI DA ATTUARE SOLO IN CASO DI FINANZIAMENTO

- “Ampliamento rete Wi-Fi dell’Ipsia di Fermo”Programma Operativo Nazionale (PON) – “Per la Scuola - Competenze e ambienti perl’apprendimento” - FESR 2014-2020 – Asse II “Qualità degli ambienti scolastici”Misura 10.8 “Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione eadozione di approcci didattici innovativi" – Azione 10.8.1 “Interventi infrastrutturali per l'innovazionetecnologica, laboratori di settore e per l'apprendimento delle competenze chiave”Finalità: ampliamento della rete Lan/WLAN dell’IstitutoA titolarità del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) (adesione al progetto approvata dal Collegio Docenti del 2 Settembre 2015 e dal successivoConsiglio di Istituto del 10 Settembre 2015) - “Progetto Registro Elettronico” (previa possibilità di acquisto tablet e/o computer fissi per ogniaula)Finalità: favorire l’apprendimento del registro elettronico, diffondere modalità comuni di utilizzo,fornire supporto e tutoraggio ai docenti durante il corso dell’anno e all’arrivo di supplentitemporanei. Abituare i docenti al processo di dematerializzazione.Fare in modo che i docenti riescano ad utilizzare il registro elettronico senza ritardi e pregiudizioper la normale attività didattica.

PROGETTI DA DEFINIRE ED ATTUARE IN SUBORDINE ALLA PRESA DI SERVIZIO DEIDOCENTI DELL’ORGANICO AGGIUNTIVO

· Corso di Italiano L2 per stranieri· SORPRENDO – orientamento life long school· Giornalino On-Line· Didattica multimediale· Laboratorio azione formazione Istruzione e Formazione Professionale· English 4U· Dispense on-line

• LA “SETTIMANA VERDE”: UN PERCORSO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNIDELLE CLASSI PRIME

Responsabili: la Dirigente Scolastica, il prof. Del Gatto, il prof. Rossi, il prof. MontesantoDocenti: tutti i Docenti dell’IstitutoBreve descrizione del progetto: il progetto nasce dalla necessità di adeguamento ad una realtàscolastica in evoluzione, dal punto di vista della didattica, ma soprattutto sotto l’aspetto diun’utenza sempre più eterogenea e complessa. Le crescenti difficoltà dei ragazzi ad accogliere ledifferenze di ruolo e la guida adulta, a verbalizzare problemi, situazioni di disagio, ma anchebisogni ed aspirazioni, mostrano una situazione di emergenza educativa a cui la scuola deve farfronte fin dall’inizio del nuovo corso di studi.Il momento dell’accoglienza intende costruire un clima sociale positivo come premessa di unproficuo percorso educativo. Il clima e la relazione sono infatti un fattore determinante perl’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento e i primi giorni di scuola sono talmentecarichi di significati e aspettative, da parte di studenti e famiglie, da assumere una valenza diimprinting emotivo che può condizionare il resto del percorso scolastico. L’accoglienza non deve essere tuttavia intesa come un intervento episodico, da attuarsiesclusivamente nei primi giorni di scuola, ma nell’arco dell’intero anno, con la disponibilità di tutti idocenti, che fanno così sentire lo studente integrato in un contesto di appartenenza.Finalità educative: - curare il passaggio e l’inserimento degli studenti dalla scuola secondaria di I grado a quella diII grado;

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- offrire agli studenti delle classi prime un approccio guidato alla nuova realtà scolastica per unloro migliore inserimento;- favorire il processo di socializzazione e il senso di appartenenza alla nuova realtà scolastica;- sviluppare l’attenzione all’altro e alle necessità della vita di gruppo, fondata sul rispettoreciproco;- responsabilizzare gli studenti al rispetto delle regole e delle strutture;- creare uno spirito di collaborazione e condivisione degli obiettivi all’interno di ogni gruppoclasse;- prevenire fenomeni di disagio e di demotivazione;- prevenire la dispersione scolastica. Strategie di intervento:- presentazione, da parte del Dirigente Scolastico, della scuola, del corso di studi, delle finalitàeducative, dell’offerta formativa (POF), anche attraverso la visione del video realizzato dalla scuola“VALORE IPSIA”, gli incontri con gli studenti del 4° e 5° anno, con i docenti e gli esperti dei relativiindirizzi;- la partecipazione in Aula Magna al gioco a squadre “Eugenium”, rivolto in particolare alleclassi prime, per favorire la socializzazione e la conoscenza tra i nuovi ragazzi dell’Istituto;- le Assemblee di classe per manifestare le aspettative, i propositi, le problematiche all’avviodel nuovo anno scolastico e per preparare così l’Assemblea di Istituto finale;- la visione di un film che tratti tematiche di interesse educativo, come quelle dell’integrazioneculturale;- infine, l’Assemblea Generale degli studenti e degli insegnanti, che si conclude con un incontrodi calcio tra una squadra rappresentativa degli allievi e una formata dai docenti e dal personaleATA. DestinatariTutti gli alunni dell’Istituto, in particolare quelli delle classi prime.

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PROGETTO: “ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO”

Referente di Istituto: il prof. RossiDocenti: tutti i docenti, le aziende del territorioDocenti tutor: tutti i docentiDescrizione del progetto, obiettivi e finalità educativeE’ il progetto principale, il più importante della nostra scuola. In questi anni l’Alternanza è statarecepita nei Piani dell’Offerta Formativa (POF) dei diversi istituti scolastici, trovando un’adozionesempre più ampia. Anche nel mondo del lavoro sono aumentate le aziende/gli Enti che si sono residisponibili a collaborare fattivamente con la scuola, contribuendo alla realizzazione di progettisignificativi. Il nostro Istituto realizza da anni una significativa attività di Alternanza Scuola-Lavoro, incollaborazione con le aziende del territorio, proponendo in particolare stage in azienda agli alunnidelle classi terze, quarte e quinte per tre settimane continuative. Tutti gli alunni della classe sonocoinvolti. Inoltre, il periodo dello stage è curricolare, compreso cioè tra l’inizio e la fine delle lezioni,generalmente nel pentamestre. Per l’indirizzo dell’ ”Operatore del Benessere”, le classi coinvoltesono le prime, le seconde e le terze. La didattica in aula nelle varie discipline è progettata tenendoconto di questo periodo in cui gli allievi si recheranno nelle aziende.La durata dell’esperienza (tre settimane continuative) risponde all’esigenza espressa dalleimprese/Enti di disporre di un periodo consistente per poter condurre con i ragazzi esperienzeformative e significative. Inoltre, la condizione che si svolga nel periodo scolastico curricolare èdettata dalla finalità precipua dell’Alternanza: creare esperienze formative fuori dall’aula che nonsiano esclusivamente stage, anche se professionalizzanti, proponendo quindi in aula unapreparazione dell’esperienza che gli allievi andranno a condurre ed una successiva riflessione suquesta. Oggi la legge 107 sulla Buona Scuola indica in 400 il numero minimo di ore da dedicareall’Alternanza per gli Istituti professionali nell’arco del triennio; di fatto il nostro Istituto svolgeva giànel triennio, prima dell’attuale riforma, 360 ore solo di stage in azienda, per ciascun alunno.Basterà quindi aggiungere una settimana in più, in uno qualsiasi dei tre anni previsti.Azioni previste:stage in azienda.Destinatari: classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo Manutenzione e Assistenza Tecnica(meccanico ed elettronico); classi prime, seconde e terze dell’indirizzo “Operatore del Benessere”.

STRUTTURA DEL PROGETTO DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

GENESI’ DEI PERCORSI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVOROL’alternanza scuola lavoro entra nel sistema educativo italiano con la legge 28 marzo 2003, n.53,che all’articolo 4 la prevede la possibilità di realizzare “l’alternanza di periodi di studio e di lavoro,sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica, sulla base di convenzioni con imprese o con lerispettive associazioni di rappresentanza…”Il decreto legislativo 15 aprile 2005, n.77, che ne è conseguito, definisce l’alternanza qualemodalità per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenzespendibili nel mercato del lavoro. Sono gli studenti che possono presentare la richiesta di svolgere,sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, il percorso formativo presceltoalternando periodi in aula e in contesti lavorativi.La Comunicazione della Commissione Europea dal titolo “ Ripensare l'istruzione: investire nelleabilità in vista di migliori risultati socioeconomici” del novembre 2012, nell’indicare gli obiettivi per losviluppo di un’istruzione e una formazione professionale di eccellenza. Sollecita in particolare lapromozione:

dell'apprendimento basato sul lavoro, anche con tirocini e periodi di apprendi- stato diqualità e modelli di apprendimento duale per agevolare il passaggio dallo studio al lavoro;

di partenariati fra istituzioni pubbliche e private (per garantire l'adeguatezza dei curricoli edelle competenze);

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FINALITA’ DELL’ALTERNANZA SCUOLA LAVOROIl decreto legislativo 15 aprile 2005, n.77, indica all’art.2 le seguenti finalità di tale metodologiadidattica:

attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ededucativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamentela formazione in aula con l'esperienza pratica;

arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione dicompetenze spendibili anche nel mercato del lavoro;

favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e glistili di apprendimento individuali;

realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondodel lavoro e la società civile, che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cuiall'articolo 1, comma 2, nei processi formativi;

OBBLIGATORIETA’ DELL’ALTERNANZA SCUOLA LAVOROCon il riordino degli istituti professionali, nel periodo di transizione tra il vecchio e il nuovoordinamento, l’ASL è stata utilizzata per sostituire integralmente l’area di professionalizzazione (cd.terza area). Il d.P.R. 87/2010, inserisce infatti, al posto di questo segmento curricolare dei corsipost qualifica, 132 ore di alternanza da organizzare nelle quarte e quinte classidall’a.s.2010/11 e sino alla messa a regime del nuovo ordinamento dell’istruzione professionale(completato nell’a.s.2014/15). Con tale disposizione si è passati pertanto per le classi in questione,dal carattere facoltativo dell’ASL (su richiesta degli alunni) a quello obbligatorio.La legge 107/2015 stabilisce che i percorsi di ASL sono programmati nell’alveo del PianoTriennale dell’Offerta Formativa, introdotto dall’articolo 1, comma 2 della stessa legge e prevedetra le altre novità:

9. la costituzione presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, adecorrere dall’ a. s. 2015/16, del Registro nazionale per l’alternanza scuola lavoro, incui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili ad accogliere studenti perpercorsi di alternanza (quanti giovani e per quali periodi).

10. l’emanazione di una “guida operativa” che definisce “procedure e modulistica tipo” edregolamento con cui è definita la “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanzascuola lavoro”,

IL QUADRO DEI PERCORSI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO DELL’IPSIA O.RICCIAl fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito del processo formativofinalizzati a rafforzare le scelte professionali ed accrescere le competenze dei propri alunnimediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro, l’IPSIA “O.Ricci” di Fermo promuove a lorofavore percorsi di alternanza scuola lavoro che si strutturano secondo le seguenti fattispecie: Percorsi di Alternanza Scuola Lavoro Curriculari Percorsi di ASL pomeridiani Tirocini estivi Tirocini post diploma

Si definiscono:

Percorsi di Alternanza Scuola Lavoro Curriculari: quelli inclusi organicamente nel processo di apprendimento formale svolto all’interno del percorsocurriculare dell’Istituto. Sistematizzati con carattere obbligatorio a partire dall’anno scolastico2015/2016 dalla legge 107/2015, nel commi dal 33 al 43 dell’articolo 1, nel secondo ciclo diistruzione, hanno lo scopo precipuo di affinare il processo di apprendimento attraverso l’alternanzascuola/lavoro. Consistono nello svolgimento di periodi di permanenza in azienda preceduti eseguiti da attività di preparazione, rielaborazione e condivisione in aula, per un monte orecomplessivo nel triennio di almeno 400, per ogni alunno frequentante il terzo, il quarto ed il quintoanno del percorso di studi dei vari indirizzi.

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Percorsi di alternanza scuola lavoro pomeridiani: quelli promossi dall’Istituto su richiesta dei singoli alunni per attuare modalità di apprendimento checolleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica in azienda accrescendole capacità operative riferite allo svolgimento dello specifico ruolo lavorativo. Consiste nellapermanenza in azienda in orario pomeridiano per non più di tre giorni la settimana per periodi più omeno lunghi nel corso dell’anno scolastico.

Tirocini estivi: quelli promossi dall’Istituto su richiesta dei singoli alunni del secondo biennio*, durante le vacanzeestive, con fini di orientamento, arricchimento del bagaglio delle loro competenze e diaddestramento pratico. La loro durata è variabile da un monte ore complessivo minimo di 160 adun massimo 320 ore. *in casi particolari, valutati dal Dirigente Scolastico, può essere svolto anche da alunni delle classiprecedenti

Tirocini post diploma: quelli finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l'occupabilità dei giovani nel percorso ditransizione tra scuola e lavoro mediante una formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro.Hanno una durata massima di sei mesi ed è prevista la corresponsione al tirocinante da partedell’azienda di una indennità di partecipazione al tirocinio. I destinatari sono i soggetti che hannoconseguito il titolo di studio nell’ambito dell’Istituto entro e non oltre 12 mesi.

SOGGETTI E FUNZIONI DEI PERCORSI DI ASL CURRICULARI DELL’IPSIA “O.RICCI”Gli attori dei percorsi di alternanza scuola lavoro sono:

Il referente di istituto per l’ASL Il nucleo di Istituto per l’ASL Il nucleo di classe per l’ASL Il referente di classe dell’ASL Il tutor scolastico Il tutor aziendale Il tirocinante

Il referente di istituto per i percorsi di ASL: Svolge funzioni di progettazione generale, di coordinamento con la rete regionale per l’ASL, dimonitoraggio dell’evoluzione della specifica normativa, di relazione e raccordo con Enti, Istituzioni,Associazioni di categoria per la definizione e la gestione protocolli di intesa.Cura la stesura di relazioni finali e rendiconti.

Il nucleo di Istituto per i percorsi di ASL:E’ composto dal Dirigente scolastico, dal Referente d’istituto per l’ASL, dai coordinatori deidipartimenti e da alcuni docenti delle macro-aree disciplinari, dal DGSA.Condivide la programmazione annuale dei percorsi, le modalità organizzative gli standardprocedimentali, la relativa regolamentazione interna e modulistica. Presidia e supervisiona lacoerenza formativa e la correttezza formale dell’insieme dei percorsi di alternanza scuola lavoro.

Il referente di classe dell’ASL: Il referente di classe è individuato dal Dirigente scolastico tra i docenti dell’area professionale. Programma, avvalendosi della collaborazione dei tutor scolastici della classe, l’inserimento di tuttigli alunni nelle singole aziende e la condividendone con i relativi titolari/tutor aziendali: finalità,modalità, tempi e valutazione dei rischi. Coordina lo svolgimento le attività di preparazionepreliminari e di rielaborazione/condivisione successive agli stage dopo averle condivise con ilnucleo di classe per l’ASL. Cura la raccolta dei dati delle aziende e degli alunni necessari allaelaborazione della documentazione amministrativa necessaria allo svolgimento dei singoli stage*.Predispone in collaborazione con la Segreteria scolastica la suddetta documentazioneamministrativa*.

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Supervisiona all’esito dei percorsi di ASL tutta la documentazione riguardante i singoli percorsi diAS/L (patto formativo preliminare avallato dai genitori dell’alunni, registro delle presenze e schededi valutazione) verificandone ed assicurandone la correttezza e la completezza.Redige la scheda riassuntiva delle valutazioni degli stage, di cui cura la raccolta e l’elaborazione.*attività che possono essere condivise e suddivise con i tutor scolastici della classe.

Il nucleo di classe per l’ASL:Ogni Consiglio di Classe individua al proprio interno due docenti da affiancare al referente diclasse per l’ASL per formare un nucleo di tre docenti così assortito: Il docente della disciplina del laboratorio professionale Un docente per l’area tecnologica/matematica/scientifica Un docente per l’area linguistica/di cittadinanza;Il nucleo avrà il compito di condividere: gli obiettivi da raggiungere con i percorsi di ASL in relazione alle specifiche condizioni e

situazioni della classe; la programmazione ed i contenuti delle attività formative preliminari e successive agli stage

aziendali che saranno svolte dagli stessi docenti e da quelli, dotati di specifiche competenze,che si renderanno necessarie.

Il tutor scolastico:Svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti a lui assegnati. Li informa preliminarmente degliaccordi presi con il tutor aziendale e verifica continuamente il programma concordato tra la scuolae le aziende. Condivide con il tutor aziendale la valutazione preliminare dei rischi per l’attività dialternanza (supportandone la compilazione della relativa scheda) e le misure di prevenzione daadottare per tutelare la sicurezza e la salute dello studente, il programma del percorsoprecedentemente concordato, l’organizzazione delle fasi e delle attività del progetto.Controlla l’attività attraverso visite aziendali (almeno due nel corso dello svolgimento dello stage)collaborando con il tutor aziendale per la soluzione di eventuali problemi organizzativi ecomunicativi.Raccoglie al termine dello stage tutta la documentazione riguardante i singoli stage assistendo esupportando il tutor aziendale nell’elaborazione della valutazione dell’alunno allo scopo diassicurare il più possibile l’omogeneità dei relativi criteri tra le singole esperienze aziendali.Esprime la propria specifica ed autonoma valutazione sugli obiettivi raggiunti e sul comportamentodell’alunno nell’ambito dello stage.Si occupa dell’acquisizione ed annotazione sul registro di classe delle giustificazioni degli alunnitutorati in relazione ad eventuali loro assenze nel periodo dello stage.

Il tutor aziendaleFornisce preliminarmente al tirocinante le informazioni in merito ai rischi ed alle misure diprevenzione e protezione previste dal documento della sicurezza. Lo aiuta a raggiungere gliobiettivi globali propri del tirocinio illustrandogli le attività professionali dell’azienda ed indicandogli icomportamenti e le mansioni da adottare nel lavoro quotidiano.Compila la scheda di valutazione richiesta dalla scuola con il supporto del tutor scolasticoconsiderando l'esperienza come momento formativo e fornisce alla scuola il proprio punto di vistariguardo il possibile miglioramento dei percorsi di ASL e più in generale la formazione dell’alunnoaccolto in stage.

Il tirocinanteSvolge le attività previste dal progetto formativo e di orientamento nel rispetto dei regolamentiaziendali e seguendo le indicazioni dei Tutor a cui dovrà fare riferimento per qualsiasi esigenza ditipo organizzativo o altre evenienze. E’ tenuto altresì a rispettare le norme in materia di igiene,sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.La rinuncia allo stage aziendale curriculare è ammessa soltanto nei casi di malattia e in quelli digravi e comprovati motivi familiari. In caso di assenza, anche di un solo giorno, il tirocinante è tenuto ad informare tempestivamentel’azienda e l’istituto ed è tenuto ad esibire specifica giustificazione al proprio tutor scolastico al

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rientro dallo stage, il quale la annota sul registro di classe.Nel caso in cui lo studente rinunci volontariamente alla frequenza del tirocinio senza validi motivi,sarà invitato a conformarsi all’obbligo e/o in caso di inadempienza, il consiglio di classe procederàper un eventuale provvedimento disciplinare.

LA STRUTTURA DEI PERCORSI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CURRICULARIDELL’IPSIA O.Ricci di FERMOA partire dalle Linee Guida Regionali, dalla Guida Operativa emanata dal MIUR e dalle esperienzematurate, l’articolazione dei percorsi dell’IPSIA “O.Ricci” di Fermo è seguente:

140 ore per gli alunni delle terze classi(di cui 120 in azienda + 20 di preparazione e di rielaborazione dell’esperienza in aula)

132 ore per gli alunni delle quarte classi (di cui 120 in azienda + 12 di preparazione e rielaborazione dell’esperienza in aula)

132 ore per gli alunni delle quinte classi (di cui 120 in azienda + 12 di preparazione e rielaborazione dell’esperienza in aula)

L’ITER DEI PROGETTI DI ASL CURRICULARI DEL’IPSIA “O.Ricci” di FERMO1. nomina del referente di Istituto per l’ASL (a cura del Dirigente Scolastico)

2. nomina ed insediamento del Nucleo di Istituto per condividere contenuti generali eprogrammazione percorsi (a cura del Dirigente Scolastico)

3. nomina dei referenti di classe per l’ASL (a cura del Dirigente Scolastico)4. individuazione della terna di docenti facenti parte del nucleo per l’ASL (a cura dei consigli di

classe)5. definizione delle competenze attese dall’esperienza di alternanza, in termini di

orientamento e di crescita professionale degli alunni (a cura dei consigli di classe)6. programmazione nell’ambito del consiglio di classe degli interventi da mettere in atto per lo

sviluppo delle conoscenze necessarie agli alunni per orientarsi, inserirsi in sicurezza,comprendere e trarre il massimo beneficio dal nuovo ambiente di formazione, stimolandoliall’osservazione delle dinamiche organizzative e dei rapporti tra soggetti nell’impresaospitante (a cura dei consigli di classe con particolare riferimento al nucleo di classe perl’ASL);

7. individuazione delle aziende in cui inserire gli alunni e dei rispettivi tutor scolastici (a curadel referente di classe)

8. condivisione/progettazione con la struttura ospitante (tutor/titolare) del percorso darealizzare, coerente con le competenze, abilità e conoscenze da acquisire (a cura delreferente di classe in collaborazione con i tutor);

9. attuazione in classe degli interventi volti a stimolare la riflessione degli alunni sulle loroattese relative all’esperienza lavorativa e di preparazione allo stage aziendale (a cura delnucleo per l’ASL)

10. inserimento degli alunni nelle rispettive aziende e tutoraggio congiunto dello stage con iltutor aziendale (a cura dei tutor scolastici)

11. supporto alla valutazione tutor aziendale dell’attività svolta in azienda dallo studente (a curadel tutor scolastico)

12. raccolta di tutta la documentazione sullo svolgimento dello stage e consegna al referente diclasse entro le due settimane successive allo stage (a cura dei tutor scolastici)

13. condivisione e rielaborazione degli alunni in aula di quanto sperimentato in azienda (a curadel nucleo per l’ASL);

14. documentazione da parte dell’alunno dell’esperienza realizzata attraverso relazioni e/opower point (a cura del nucleo per l’ASL)

15. raccolta e sintesi delle valutazioni sui percorsi di ASL dei singoli alunni e loro riepilogo sullascheda/relazione finale (a cura del referente di classe per l’ASL);

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16. verifica formale di tutta la documentazione e consegna della stessa alla Segreteriadell’Istituto entro trenta giorni dalla conclusione dello stage (a cura del referente di classeper l’ASL);

I Consigli di Classe dovranno esplicitamente tener conto della valutazione degli esiti delle attività dialternanza e della loro ricaduta sugli apprendimenti disciplinari e sul voto di condotta; In relazioneallo svolgimento ed ai risultati degli stessi percorsi saranno attribuiti agli studenti i crediti ai sensidel D.M. 20/11/2000, n.429 e dei dd.PP.RR. nn.87,88 e 89 del 2010 e delle relative Linee guidanazionali.CRITERI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE ATTIVITA’ DI TUTORAGGIOIl tutoraggio degli alunni nei percorsi da ASL dovrà essere svolto dai docenti della classe conpriorità ma non esclusività per quelli dell’area professionale.Ogni docente tutor dovrà di norma assumere la responsabilità di non meno di 4 stagisti e non piùdi 6. Durante il periodo dello stage sarà sollevato da attività didattiche nell’orario di normaledocenza della classe in ASL.Dovrà effettuare almeno due visite aziendali durante il periodo della permanenza in aziendadell’alunno, compilando il relativo modello di autocertificazione, assicurando il ritiro dellaconvenzione, della scheda valutazione dei rischi e del patto formativo dello studente all’avvio dellostage.Dovrà inoltre assistere il tutor aziendale nell’elaborazione della valutazione dell’alunno allo scopodi assicurare il più possibile l’omogeneità dei relativi criteri tra le singole esperienze aziendali.Dovrà infine raccogliere tutta la documentazione dello stage e consegnarla al referente di classe.

INDENNIZZO DELLE ATTIVITA’ DI ASL CURICULARI Al referente di Istituto per il complesso delle attività svolte verranno riconosciute e retribuiteforfettariamente:n.70 ore di lavoro extra orario scolasticoAi componenti del Nucleo di Istituto per il complesso delle attività svolte verranno riconosciute eretribuite forfettariamente:n. 5 ore di lavoro extra orario scolasticoAl referente di classe per il complesso delle attività svolte verranno riconosciute e retribuiteforfettariamente:n.1 ora di lavoro per ogni alunno della classe extra orario scolastico, fatta salva la possibilità diripartire attività e corrispettivi economici con i tutor della stessa classe; ciò ferma restandocomunque la responsabilità del referente stesso in ordine alla verifica della completezza e laregolarità della documentazione, nonché la raccolta e la sintesi delle valutazioni.Al tutor scolastico per il complesso delle attività svolte verranno riconosciute e retribuiteforfettariamente :

- n.2 ore di lavoro extra orario scolastico per ogni alunno della classe se il suo orario dellelezioni prevede nella stessa classe un monte ore complessivo uguale o superiore a 5

- n.3 ore di lavoro extra orario scolastico per ogni alunno della classe se il suo orario dellelezioni prevede nella stessa classe un monte ore complessivo vada da 2 a 4.

- n.4 ore di lavoro extra orario scolastico per ogni alunno della classe se il suo orario dellelezioni prevede nella stessa classe un monte ore non superiore ad un’ora o nel caso cheil docente non faccia parte del consiglio della classe in questione

N.B.: Il complesso delle attività di competenza dei componenti del nucleo di classe per l’ASLsaranno svolte durante il regolare orario scolastico

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• “PROGETTO AUTONOMIA PER INCREMENTO ATTIVITA’ LABORATORIALI”

Responsabili: il prof. Rossi, il prof. VespriniDocenti: il prof. Rossi, il prof. Vesprini, il prof. Tomassini, il prof. PorfiriDescrizione del progetto, obiettivi e finalità educativeIl progetto è volto ad incrementare il monte ore della disciplina Laboratorio Tecnologico ed Esercitazioni nel primo biennio dei corsi per operatore meccanico, elettrico ed e elettronico,utilizzando la quota di flessibilità didattica prevista a tale scopo dalla normativa vigente, attraversola corrispondente riduzione del monte orario delle discipline di Italiano e Matematica. L’esigenza dipotenziare le attività di Laboratorio è motivata sia dal tentativo di ridurre la dispersione scolastica,sia dalla necessità di “curvare” il quadro orario ed i curricoli didattici verso i contenuti tecnici-professionali al fine di sviluppare le competenze tecniche dei settori manifatturieri, così comerichiesto dai percorsi di qualifica di competenza regionale.Finalità educative: coinvolgere, rafforzare l’autostima e motivare alunni che, rivolgendosi versol’istruzione professionale, esprimono forti aspettative riguardo sistemi didattici organizzati peresperienze concrete di apprendimento.Azioni previste:Per ogni classe interessata è prevista la permanenza di un’ora settimanale in più nei rispettivilaboratori, a partire dal 26 ottobre fino al termine dell’anno scolastico.Destinatari: classi prime, seconde e terze dell’indirizzo Manutenzione e Assistenza Tecnica(meccanico, elettrico ed elettronico). “CORSO PER ADDETTO ALLE MACCHINE A CONTROLLO NUMERICO”Responsabile: il prof. RossiDocenti: 2 docenti esperti Descrizione del progetto, obiettivi e finalità educativeIl progetto intende ampliare l’offerta formativa dell’Istituto allo scopo di qualificare ulteriormente gliallievi, in particolare sulle tecnologie innovative presenti nel sistema produttivo locale. Lo strettoconfronto con le imprese del territorio ha fatto emergere infatti la necessità di formare gli alunnisulla gestione di processi di lavorazione a Controllo Numerico Computerizzato, in particolare sui“centri di lavoro verticali”, poiché tali tecnologie sono ormai diffuse sia nella filiera della calzatura,per la produzione di stampi, sia nella meccanica di precisione. Rafforzare tali competenze nellafase finale del percorso scolastico quinquennale o anche nella fase successiva al diplomafavorisce quindi l’occupabilità degli allievi nell’ambito del sistema produttivo locale.Finalità: favorire lo sbocco occupazionale degli allievi formati in tutti quei settori ove siano presentimacchine utensili a controllo numerico.Azioni previste:Incontri settimanali o bisettimanali con esperti incaricati e contrattualizzati dalla Provincia di Fermonel periodo Novembre 2015 – Aprile 2016. Destinatari: classi quinte dell’indirizzo Meccanico, sia del nostro Istituto che di tutti gli altri Istitutiscolastici del territorio, nonché i giovani disoccupati in possesso del diploma di istruzionesecondaria superiore. “CENTRO SERVIZI H”Responsabili: il Dirigente Scolastico, la prof.ssa De OptatisDocenti: prof.ssa De Optatis, prof.ssa Corsi Descrizione del progetto, obiettivi e finalità educativeNell’ambito della rete di Scuole che costituiscono il Centro Territoriale per l’Inclusione, il progettointende realizzare tutte quelle attività annualmente previste, ovvero:a) gli incontri con le Istituzioni scolastiche afferenti al C.T.I. della provincia di Fermo;b) l’organizzazione di uno sportello di consulenza aperto in orario extrascolastico per individuaretesti ed ausili appropriati per ogni alunno, per mediare tra insegnanti e genitori, per facilitare leattività di studio a casa;c) l’aggiornamento del sito web del C. T. I. della provincia di Fermo. Tali attività sono previste nell’arco temporale che va da ottobre 2015 a giugno 2016. Finalità: inserire il percorso di apprendimento di ogni studente per l’integrazione nel più ampioambito delle attività di classe; favorire il confronto sulle buone pratiche; favorire la collaborazione

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tra scuola e famiglia.Destinatari: insegnanti e genitori delle scuole di ogni ordine e grado del Distretto scolastico dellaprovincia di Fermo.

• PROGETTO: “VOLONTARIA….MENTE” Responsabile: prof.sse Maria Angela Ercoli, Olga Diana e Patrizia CompagnoniDocenti: docenti di Scienze della Terra, Biologia e Geografia e , in qualità di esperti esterni, ivolontari del Centro Servizi per il VolontariatoBreve descrizione del progettoIl progetto “Volontaria…Mente” si inserisce all’interno delle iniziative promosse dal Centro Serviziper il Volontariato allo scopo di favorire la diffusione della cultura della solidarietà nel mondogiovanile.Nell’attuale sistema sociale le nuove generazioni fanno sempre più difficoltà a costruire relazionisignificative con l’Altro, a sviluppare atteggiamenti solidali, di rispetto, di impegno attivo in unarealtà che dovrebbe vederle protagoniste, ma che troppo spesso nega loro questa possibilità,guidandole verso mete definite da altri. All’interno di questo scenario allora è importante volgere l’attenzione alla scuola quale agenziaeducativa e formativa, luogo di trasmissione di nozioni, ma anche di sviluppo delle singole identità.In tale contesto il volontariato educa i ragazzi alla cittadinanza attiva, indirizzando il protagonismodei giovani verso la creazione di un clima solidale e cooperativo nel loro contesto di vita esviluppando una mentalità democratica in difesa di pari diritti e opportunità.Il progetto si svolgerà da novembre 2015 a maggio 2016. La metodologia scelta è quella dellatestimonianza e stage, ovvero la formazione in classe su tematiche generali del volontariato e,successivamente, gli incontri con le associazioni attraverso la testimonianza diretta dei volontari, lavisione di cortometraggi e mini-spot. A questa fase teorica faranno seguito esperienze di stage dasvolgere in orario scolastico all’interno di associazioni di volontariato.Finalità educativeIl progetto intende proporre agli studenti partecipanti i valori del dono, della gratuità e dellacondivisione nei confronti delle fasce più emarginate e deboli della società, coniugandoli concomportamenti ed atteggiamenti di impegno personale e favorendo così la partecipazione allacomunità locale attraverso l’adesione a forme di associazionismo.DestinatariAllievi delle classi prime e seconde di tutti gli indirizzi

• PROGETTO: “BENESSERE DELLA PELLE E DEI CAPELLI” Responsabile: prof.sse Maria Angela Ercoli e Olga DianaDocenti: dermatologi e tricologi (esperti esterni)Breve descrizione del progettoIl progetto, di area tecnica, intende approfondire ed aggiornare le problematiche dermatologichepiù comuni del settore benessere (estetiste ed acconciatori), organizzando un ciclo di interventi diesperti esterni nel pentamestre.Gli esperti utilizzeranno la metodologia della lezione frontale e multimediale, con successivodibattito in aula. DestinatariAllievi delle classi seconde e terze dell’indirizzo “Operatore del Benessere”

• PROGETTO: PREMIO “MATTEO BIANCUCCI” Responsabili: prof.sse Maria Angela Ercoli e Olga DianaDocenti: insegnanti di Scienze della Terra e Biologia, volontari dell’AIDOBreve descrizione del progettoIl progetto mira a sensibilizzare e a far comprendere l’importanza della donazione degli organi

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nonché il grande gesto di altruismo dei genitori del giovane Matteo Biancucci, proponendo aglistudenti i valori del dono e dell’aiuto nelle difficoltà, con specifica attenzione al diritto alla salute eal dovere di solidarietà. Gli esperti (volontari) utilizzeranno la metodologia della lezione frontale emultimediale, con successivo dibattito in aula. DestinatariAllievi delle classi quarte di tutti gli indirizzi.

• PROGETTO: “QUOTIDIANO IN CLASSE” Responsabile: prof.ssa Moro GiuseppinaDocenti: i docenti di Italiano e Storia Breve descrizione del progettoIl progetto si svilupperà attraverso la lettura in classe di diverse testate di giornali quotidiani, conapprofondimenti degli avvenimenti più significativi mediante discussioni aperte e guidate, schede dilavoro per l’individuazione dei concetti e delle tematiche di fondo.Finalità educativeEducare alla lettura del quotidiano come strumento di attività formativa. Ricercare ed approfondireargomenti di attualità. Favorire l’informazione. Favorire la capacità di documentarsi. DestinatariIl progetto è esteso a tutte le classi dell’ Istituto.

• PROGETTO: “LEZIONI DI STORIA E CONTEMPORANEITA’”

Responsabile: prof.ssa Marzia BuccioniDocenti: prof.ssa Marzia Buccioni, docenti di StoriaBreve descrizione del progettoIl progetto si inserisce nell’ambito del corso di alta formazione organizzato dall’Università degliStudi di Macerata per gli studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori della province diFermo, Ascoli Piceno e Macerata. Il corso è alla sua seconda edizione ed è patrocinatodall’Università degli Studi di Macerata.Gli studenti coinvolti parteciperanno ad un ciclo di seminari di Storia, che si terranno pressol’Università degli Studi di Macerata. Si tratta di lezioni con un focus specifico sullacontemporaneità (ad esempio, i Balcani, lo Stato Islamico, le primavere arabe etc.).La scuola potrà scegliere fino ad un massimo di 4 lezioni, ciascuna esaustiva su un argomento,all’interno di un ventaglio di proposte; ciascuna lezione avrà la durata di 3 ore. Il periodo previstoper l’attuazione è Aprile 2016.Finalità educativeRidurre il gap tra conoscenza della storia e consapevolezza storica dell’attualità. Integrare l’offertaformativa triennale con un percorso di avvicinamento alla complessità socio-culturale della nostracontemporaneità.Promuovere l’educazione civica, la legalità, la cittadinanza attiva.DestinatariAlunni delle classi quarte e quinte dell’Istituto.

• PROGETTO: “LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA SU L’”INFERNO” DIDANTE”

Responsabile: prof.ssa Onori ElisabettaDocenti: la prof.ssa Onori, un collaboratore esterno (animatore teatrale) Breve descrizione del progettoIl progetto, della durata di 6 ore, è finalizzato ad avvicinare gli alunni allo studio dei più significativiCanti dell’ ”Inferno” di Dante, in maniera coinvolgente e laboratoriale. Le lezioni si terranno inclasse nel periodo dicembre 2015-gennaio 2016.

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DestinatariIl progetto è indirizzato agli allievi della classe 3OA (terza dell’indirizzo meccanico).

• PROGETTO: “CONCORSO INTERNAZIONALE SCIENZA E ROBOTICA DI PISTOIA”

Responsabile: prof. Spaccapaniccia RobertoDocenti: il prof. Spaccapaniccia, docenti curricolari del Consiglio di Classe Breve descrizione del progettoLo scopo è quello di offrire ai ragazzi un’occasione di confronto con altri allievi di diversi Istituti delCentro Italia su tematiche che destano curiosità ed interesse (programmazione di un robot) e chepossono costituire materiale interessante per la costruzione di Unità Didattiche di Apprendimento,offrendo un’opportunità di crescita ai ragazzi e riducendo l’insuccesso scolastico. Lapartecipazione al 4^ Concorso Internazionale di Scienza e Robotica, organizzato in Italia dalMuseo Scientifico di Rovereto, prevede l’elaborazione di due progetti: uno scientifico, conl’elaborazione di una tesina sulla tematica della riduzione dei rifiuti, ed uno tecnologico, basatosulla programmazione di un robot della Lego NXT o EV3. Le fasi di preparazione e di sviluppo delprogetto si svolgeranno nelle ore curricolari, nei mesi da novembre ad inizio febbraio.DestinatariIl progetto è indirizzato agli allievi della classe 2RA (seconda dell’indirizzo elettronico).

• PROGETTO: “Progetto CIC”

Responsabile: prof.ssa ErcoliDocenti: prof.ssa Ercoli, dott.ssa MoriBreve descrizione del progetto Il CIC (Centro Informazione Consulenza) istituito per legge (dpr 309/90) si occupa dellapromozione del benessere e l’ascolto e l’accoglienza del disagio nei giovani delle scuolesecondarie di 2° grado.Il CIC è uno spazio all’interno della scuola, a cui si può accedere liberamente; è un luogo diincontro e di scambio di tutte le attività riguardanti il “mondo vitale” dei ragazzi.La metodologia è quella dell’informalità, dell’entrare in empatia con il mondo dei giovani, ancheaccettando le loro provocazioni. L’ aspetto volutamente poliedrico del CIC favorisce un approccio più sereno, garantendo il bisognodi anonimato e riservatezza.L’attività educativa proposta si basa su una diversa gamma di interventi: individuali, di gruppoclasse ed assembleari che, di volta in volta, vengono articolati a seconda delle richieste.DestinatariTutti gli allievi dell’Istituto

• PROGETTO: “WEB TROTTER”

Responsabile: prof. ssa Mara Felici Docenti: prof.ssa Mara Felici, docenti di TICBreve descrizione del progetto ll progetto Webtrotter intende sviluppare la ricerca intelligente di dati e informazioni in rete,riprendendo la classica “ricerca scolastica”. L’obiettivo è di stimolare la formazione ad un usoappropriato dei nuovi strumenti digitali, le cui potenzialità non vengono adeguatamente sfruttatesenza un approccio sistematico, critico e consapevole da parte dell’utente.Il fine del progetto è duplice: il primo è far esercitare i ragazzi nella ricerca delle informazioni in retee stimolarli verso un uso consapevole dei nuovi strumenti digitali. Il secondo riguarda i docentidell’istituto che, sia in qualità di referenti di squadra che non, possono accedere al corso in e-learning “Webtrotter educator” sulle competenze digitali che si svolgerà dal 04/01/2016 al04/03/2016.Il corso si svolge interamente in modalità telematica: sia i docenti per il corso sia le squadre cheparteciperanno alla prima prova di qualificazione, in data 3/03/2016, sarà sufficiente una

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postazione con pc connesso alla rete. Una seconda prova, da intendersi come gara finalenazionale riservata alle squadre meglio qualificate, si terrà giovedì 17 marzo 2016. DestinatariIl progetto è rivolto a tutti gli studenti del I, II e III anno di questo istituto.

• PROGETTO: “CORSI IDEI PER PICCOLI GRUPPI”

Responsabile: prof. Simone FusariDocenti: tutti i docenti dell’IstitutoBreve descrizione del progettoIl progetto, alla sua seconda edizione per le rinnovate modalità di svolgimento, intende offrire unaefficace attività di sostegno e di recupero agli allievi che, al termine del primo quadrimestre,presentino gravi insufficienze nelle materie di base (in particolare, Inglese e Matematica).Le lezioni si svolgono in orario pomeridiano, sono limitate nella durata (45 minuti) e soprattuttosono indirizzate ad un numero ridotto di alunni (i gruppi classe sono formati, anche per classiparallele, da 4-5 alunni). La riduzione oraria tiene conto del fatto che le lezioni si svolgono subitodopo il termine di quelle curricolari del mattino e quindi della scarsa capacità attentiva degli allievi; la riduzione del numero degli alunni, invece, è volta a creare le condizioni ottimali di interazione tragli allievi e l’insegnante e anche tra gli alunni stessi, al fine di poter effettuare una piccola attività digruppo.Di norma, la scansione oraria dei 45 minuti prevede:- 15 minuti dedicati alla lezione frontale dell’insegnante;- 15 minuti dedicati allo svolgimento di un esercizio o di un compito, in gruppo;- 15 minuti dedicati alla correzione e/o allo svolgimento di un esercizio, in maniera individuale.Grazie alla variazione della modalità di apprendimento, tale scansione stimola maggiormente allavoro e all’attenzione gli allievi, producendo risultati soddisfacenti monitorati già nello scorso annoscolastico. DestinatariIl progetto è rivolto a tutti gli studenti del primo biennio.

• PROGETTO: “SFILATA ORIENTAMENTO”

Responsabili: prof.ssa Pellei, prof.ssa ErcoliPersonale docente e non: prof.ssa Pellei, prof.ssa Paris, prof.ssa Franco, prof.ssa Moriconi, prof.Mancini, Ferroni Gianluigi in qualità di assistente tecnico, collaboratori esterni Breve descrizione del progettoIl progetto, che si svolgerà nel periodo dicembre 2015- gennaio 2016, prevede l’organizzazione diuna sfilata, per la cui attuazione saranno scelti e realizzati dei capi dagli studenti coinvolti,promuovendo così all’esterno le attività svolte dal Dipartimento della Moda.Finalità: potenziare le capacità manuali delle alunne; favorire la partecipazione delle famiglie alleattività scolastiche.DestinatariGli allievi delle classi quarte e quinte dell’indirizzo Moda.

• PROGETTO: “SFILATA DI MODA”

Responsabili: prof.ssa Pellei, prof.ssa ErcoliPersonale docente e non: prof.ssa Pellei, prof.ssa Paris, prof.ssa Franco, prof.ssa Moriconi, prof.Mancini, Ferroni Gianluigi in qualità di assistente tecnico, collaboratori esterni Breve descrizione del progettoAnche in questo caso, il progetto è volto ad organizzare una sfilata, per la cui attuazione sarannorealizzati dei capi dagli studenti coinvolti, promuovendo così all’esterno le attività svolte dalDipartimento della Moda.

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A differenza però del progetto indicato in precedenza (“SFILATA ORIENTAMENTO”), grazie almaggior tempo a disposizione (novembre 2015- giugno 2016), si avrà la possibilità di realizzare unnumero maggiore di nuovi capi, piuttosto che presentare soprattutto abiti realizzati nei precedentianni scolastici.Finalità: potenziare le capacità manuali delle alunne; favorire la partecipazione delle famiglie alleattività scolastiche.DestinatariGli allievi delle classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo Moda.

• PROGETTO: “I SOCIAL MEDIA AI TEMPI DEL LAVORO”

Coordinatore: il prof. ManciniDocenti: prof. Mancini, esperti esterniDescrizione del progetto, obiettivi e finalità educativeIl progetto prevede un seminario in aula magna, con l’intervento di esperti esterni, sul tema deisocial media e in particolare della loro utilità nel mondo del lavoro.

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IL P.O.F. 2015 – 2016 ALLA LUCE DELRAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE 6

6.1 ESITI DEL RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONENel corso dell’a.s. 2014-2015 le scuole italiane hanno elaborato il loro primo Rapporto diAutovalutazione (RAV) pubblicato nell’apposita sezione del portale “Scuola in chiaro” sul sito delMIUR. Il documento, articolato in 5 sezioni (contesto e risorse, esiti, processi, il processo diautovalutazione, individuazione delle priorità), attraverso il confronto con indicatori nazionali,provinciali e regionali, ha consentito alle scuole di condurre un’ analisi approfondita dei propri puntidi forza e di debolezza, al fine di elaborare le strategie per rafforzare la propria azione educativa.Una volta individuate le priorità, le scuole sono tenute a predisporre un Piano di Miglioramento(PdM) per raggiungere i traguardi indicati nel RAV.Il Piano dell’Offerta Formativa 2015/16 dell’Ipsia “O. Ricci” di Fermo recepisce le indicazioni delRAV della scuola e introduce, già a partire da questo anno scolastico, le azioni di miglioramento alfine di conseguire i risultati previsti a lungo termine (3 anni). Le priorità individuate e le azioni dimiglioramento saranno di riferimento anche per l’elaborazione del POF triennale relativo agli anniscolastici dal 2016/17 al 2018/19. Le indicazioni ministeriali suggerivano di individuare una o due priorità all’interno di una o due areedella sezione Esiti degli Studenti. Le priorità individuate nel Rapporto di Autovalutazione elaboratodall’Ipsia “Ricci” sono le seguenti:

Esiti degli studenti Descrizione delle priorità Descrizione del traguardo

Risultati scolastici a) Individuare i livelli di partenza degli studenti del primo anno nelle varie disciplineb) Saper implementare un progetto educativo-didattico personalizzato per i singoli alunnic) Raggiungere nel secondo biennio livelli di apprendimento essenziali ed omogenei

a) Diminuire la percentuale della dispersione scolasticab) Rendere la classe sempre più omogenea rispetto ai livelli di partenzac) Favorire il successo formativo degli studenti nel triennio

Risultati nelle prove standardizzate

Migliorare le competenze linguistiche e matematiche

Competenze chiave e di cittadinanza

Risultati a distanza Gli obiettivi di processo rappresentano invece una definizione operativa delle attività su cui si intende agire concretamente per raggiungere le priorità strategiche individuate. Essi rappresentanoquindi degli obiettivi operativi da raggiungere nel breve periodo (un anno scolastico) e riguardano una o più aree di processo. Area di processo Descrizione degli obiettivi di processo

Curricolo, progettazione e valutazione a) Definire il planning degli incontri collegiali a livello dipartimentale dove definire verifiche e valutazioni comunib) Ridefinire il lavoro collegiale del Consiglio di Classe volto alla progettazione di unpiano comune di attività all’interno della classec) Progettare almeno due Unità di Apprendimento

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Ambiente di apprendimento a) Migliorare l’assetto organizzativo degli spazi nelle aule e nel laboratori attrezzandoli con gli strumenti essenzialib) Migliorare la didattica superando l’utilizzo esclusivo della lezione frontale e inserendo modalità di lavoro cooperativo

Inclusione e differenziazione

Continuità e orientamento

Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane a) Generare momenti di flessibilità organizzativa del corpo docenteb) Favorire le collaborazioni tra docenti per favorire attività in compresenzac) Coinvolgere anche i docenti di nuova nomina per un lavoro di equipe che facciaemergere le competenze di ciascuno

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Al fine di indirizzare in maniera coerente e strategica il fabbisogno dell’Istituzione Scolastica,considerando le priorità di miglioramento e i traguardi del RAV raggiungibili con gli obiettivi diprocesso, il Collegio dei Docenti riunitosi il 2 ottobre 2015 ha deliberato i seguenti campi dipotenziamento (in ordine di priorità), secondo la nota del MIUR 30549 del 21/09/2015:

1. Potenziamento Laboratoriale 2. Potenziamento Linguistico 3. Potenziamento Scientifico 4. Potenziamento Umanistico 5. Potenziamento Socio-Economico e per la Legalità 6. Potenziamento Artistico e Musicale 7. Potenziamento Motorio

6.2 IL PIANO DI MIGLIORAMENTO PER L’ANNO SCOLASTICO 2015-2016

Nessi tra obiettivi di processo e traguardi di miglioramento - Il traguardo fondamentale, ovvero la riduzione della dispersione scolastica, potrà essereraggiunto tramite una didattica innovativa, perseguibile solo da docenti competenti e motivati avincere la sfida educativa e perseguire il successo formativo di tutti gli allievi. - Il POF dovrà privilegiare i progetti più utili al raggiungimento dei traguardi di miglioramento. Pianificazione delle azioni1) Individuare i livelli di partenza degli studenti del primo anno nelle varie disciplineDestinatari: Consigli di classe e studenti delle classi primeFinalità: - monitorare, valutare e documentare i livelli di partenza degli studenti iscritti al primo anno;- fornire un valido supporto alle programmazioni disciplinari in modo da favorire il successoscolastico.Attività: - formulazione del test d’ingresso nelle varie discipline;- organizzazione della somministrazione del test;- tabulazione e commenti dei dati relativi;- presentazione dei risultati ai Consigli delle Classi prime.

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Metodologie:- coinvolgimento dei Consigli di Classe attraverso la presentazione dei risultati;- proposta di strumenti operativi.Modalità di verifica e di valutazione:- relazione finale da parte del Coordinatore di Classe. 2) Implementare un progetto educativo-didattico personalizzato per i singoli alunniDestinatari: Consigli di classe e studenti di tutte le classi Finalità: - capire con chiarezza come funzionano gli studenti (stili di apprendimento), in modo da personalizzare la didattica ed avvicinarla alle caratteristiche di ogni allievo;- uniformare i livelli di apprendimento nella classe;- favorire il successo scolastico.Attività: - formulazione del test d’ingresso “SCOPRI IL TUO STILE”;- organizzazione della somministrazione del test;- tabulazione e commenti dei dati relativi;- presentazione dei risultati ai Consigli di Classe;- proposte di strategie di intervento, rivolte ai Consigli di Classe;- monitoraggio delle attività svolte durante l’anno scolastico 2015-16;- raccolta e valutazione dei dati conclusivi.Metodologie:- coinvolgimento dei Consigli di Classe attraverso la presentazione del progetto;- collaborazione con un referente per il progetto all’interno del Consiglio di Classe;- proposta di strumenti operativi.Modalità di verifica e di valutazione:- relazione finale;- questionario rivolto ai docenti dei Consigli di Classe;- questionario rivolto agli studenti delle classi coinvolte. 3) Raggiungere nel secondo biennio livelli di apprendimento essenziali ed omogeneiDestinatari: Consigli di classe e studenti del primo biennio Finalità: - fare in modo che gli studenti raggiungano buone competenze di base al termine del primo biennio;- favorire il successo scolastico degli studenti nel triennio (secondo biennio + monoennio finale);- diminuire la dispersione scolastica. Attività: costituzione di un gruppo permanente di lavoro e riflessione sulla progettazione didattica che: - proponga e stimoli un confronto, anche di tipo laboratoriale, sulle didattiche innovative;- costruisca delle Unità Didattiche di Apprendimento;- implementi la piattaforma web (il sito Internet della scuola) con risorse didattiche da condividere fra i docenti;- presenti i risultati ai Consigli di Classe e/o al Collegio dei Docenti;- effettui un monitoraggio delle attività svolte durante l’anno scolastico 2015-16;- raccolga e valuti i dati conclusivi.Metodologie:- coinvolgimento dei Consigli di Classe e del Collegio dei Docenti attraverso la presentazione del progetto;- proposta di strumenti operativi.Modalità di verifica e di valutazione:- costruzione di tabelle e grafici, statistiche sugli esiti e le ricadute;

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- questionario rivolto ai docenti dei Consigli di Classe;- questionario rivolto agli studenti delle classi coinvolte. 4) Migliorare le competenze di base nella lingua Italiana e in MatematicaDestinatari: Consigli di classe e studenti del primo biennioFinalità: - fare in modo che gli studenti raggiungano buone competenze di base al termine del primo biennio;- favorire il successo scolastico degli studenti nel triennio (secondo biennio + monoennio finale);- diminuire la dispersione scolastica.Attività: - elaborazione di prove di verifica delle competenze, con particolare riguardo alla competenza di lettura, sul modello dell’INVALSI;- somministrazione delle prove;- correzione e tabulazione dei risultati;- presentazione dei risultati ai Consigli di Classe;- proposte di strategie di intervento, rivolte ai Consigli di Classe;- nuova elaborazione di prove che valutino le stesse competenze;- somministrazione delle prove;- correzione e tabulazione dei risultati;- monitoraggio delle attività svolte durante l’anno scolastico 2015-16;- raccolta e valutazione dei dati conclusivi. 6.3 VALUTAZIONE PERIODICA DELLO STATO DI AVANZAMENTO DEL PDMIl nucleo interno di valutazione verificherà periodicamente lo stato di avanzamento del PdM,confrontando la situazione di partenza con il traguardo indicato nel RAV e rilevando l’entità deirisultati conseguiti. Lo stesso nucleo, sulla base dei dati rilevati, si esprimerà in merito all’efficaciadelle azioni di miglioramento intraprese dalla scuola.

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