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La Sezione del controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato analizza, nella presente Relazione, il Piano di completamento della bonifica e del recupero ambientale dell’ex sito industriale di Bagnoli Coroglio, riprendendo le fila di una precedente indagine, dal medesimo titolo, di cui alla Delibera n. 8/2004/G del 29/03/04. L’indagine tocca vari aspetti collegati e connessi alla complessa vicenda della bonifica della vasta area di Bagnoli, qualificata dalla legge come “sito inquinato d’interesse nazionale”. Ripercorrendo la storia del sito, si rammenta che nel 1991 termina l’attività dello stabilimento siderurgico “Ilva Italsider” e che nel 1994 prende il via il processo di riqualificazione dell’area.
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Sezione centrale di controllo sulla gestione
delle Amministrazioni dello Stato
*****
Ufficio di controllo sui Ministeri delle attività produttive
PIANO DI COMPLETAMENTO DELLA BONIFICA E DEL
RECUPERO AMBIENTALE EX SITO INDUSTRIALE BAGNOLI COROGLIO
Magistrato istruttore Cons. Renzo Liberati
2
SOMMARIO Sintesi
.
1. Premessa pag. 6
2. Appalto per la progettazione esecutiva e lavori di bonifica
e risanamento ambientale pag. 13
3. Accordo di programma del 5 luglio 2007 pag. 18
4. Accordo di programma quadro del 21 dicembre 2007 pag. 27
5. La darsena di levante pag. 31
6. Il Commissario di governo pag. 34
6.1. Stato di attuazione degli interventi di bonifica
degli arenili e dei fondali marini pag. 39
7. Gli organismi di controllo pag. 44
8. La situazione finanziaria pag. 49
9. Stato di attuazione degli interventi effettuati nell’area
industriale soggetta a bonifica, alla data del 31/03/09 pag. 53
10. Esiti del contraddittorio in sede di Adunanza pag. 56
11. Conclusioni pag. 57
3
SINTESI
La Sezione del controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato
analizza, nella presente Relazione, il Piano di completamento della bonifica e del
recupero ambientale dell’ex sito industriale di Bagnoli Coroglio, riprendendo le
fila di una precedente indagine, dal medesimo titolo, di cui alla Delibera n.
8/2004/G del 29/03/04.
L’indagine tocca vari aspetti collegati e connessi alla complessa vicenda della
bonifica della vasta area di Bagnoli, qualificata dalla legge come “sito inquinato
d’interesse nazionale”.
Ripercorrendo la storia del sito, si rammenta che nel 1991 termina l’attività
dello stabilimento siderurgico “Ilva Italsider” e che nel 1994 prende il via il
processo di riqualificazione dell’area.
La legge n. 582 del 18/11/96 dispone la prima elaborazione del Piano di
recupero ambientale dell’area, da attuarsi da parte dell’ex Italsider (attraverso
una società all’uopo costituita: la “Bagnoli S.p.A.”) in qualità di soggetto
concessionario, con un finanziamento di circa 400 miliardi di vecchie lire già
disposto dal CIPE con una delibera del 20/12/94.
Tuttavia, l’attività della predetta società Bagnoli S.p.A. si limiterà alla
dismissione ed all’abbattimento della maggior parte degli impianti , mentre lo
stato di compromissione ambientale dell’area appariva tale che nel 1998, con
legge n.426/98 (resa operativa dal Regolamento n. 468 del 18/11/01), Bagnoli
viene inserito tra i siti inquinati di interesse nazionale.
In seguito, per il completamento delle operazioni di bonifica e recupero
ambientale dell’area, la legge n. 388/00 (Finanziaria 2001) stanzia 75.059
migliaia di euro.
Il Comune di Napoli, vista la situazione di ristagno dei lavori, acquista in toto
gli spazi dell’area ex Italsider ed ex Eternit e costituisce una società di
trasformazione urbana a totale capitale pubblico, “la Bagnolifutura S.p.A.”, con il
4
mandato di bonificare i suoli di proprietà, edificarli secondo il Piano urbanistico
comunale e quindi vendere i restanti lotti ai privati.
Seguono gli Accordi di programma, del 2003 e del 2007, nei quali si
definiscono gli interventi da porre in essere, i soggetti coinvolti ed i relativi
impegni finanziari; ma soprattutto interviene, prima il Piano urbanistico
esecutivo (PUE) nel 2003 e poi, nel 2005, il Piano urbanistico attuativo (PUA),
che prevede nel dettaglio la funzionalizzazione dell’intera area costiera.
L’indagine ha preso in esame, seguendo le prescrizioni degli Accordi di
programma, l’evoluzione della progettazione, in senso lato, e della realizzazione,
sempre in divenire, dell’intera operazione di bonifica, non tralasciando la
conseguente realizzazione delle opere previste dal PUA, che, seppur non oggetto
specifico d’indagine, sono, tuttavia, ad essa connesse, insistendo tali opere
sull’area di bonifica.
Nel corso dell’istruttoria si è posto in evidenza come la riqualificazione del
sito di Bagnoli coinvolga vari livelli istituzionali ed operativi, nonché si articoli in
più settori separati seppur connessi tra loro.
L’istruttoria ha comportato un consistente lavoro di coordinamento delle
risposte dei numerosi soggetti coinvolti1 che spesso non si sono rivelate
convergenti ed esaustive, analizzandone le attività, le specifiche competenze e
responsabilità.
Sul piano finanziario, si è accertato che le disponibilità per l’intervento di
bonifica, a partire dall’entrata in vigore della legge 582/96 (primo atto del Piano
di recupero dell’area), ammontano ad € 259.358.195,96 (195.717.541,58 di
fonte statale, 46.319.744,58 a valere sui fondi POR (Programma operativo
regionale) Campania, 17.321.000 provenienti da altri soggetti). A fronte di tali
stanziamenti, le spese sostenute complessivamente a tutt’oggi sono di €
77.243.278,59 (pari a circa il 30% della disponibilità). Tale dato, se
opportunamente ponderato, è indicativo ai fini di una prima valutazione
1 Ministero dell’ambiente, Commissario governativo, Comune di Napoli, Autorità portuale di Napoli, Società di trasformazione urbana Bagnolifutura S.p.A., Regione, Provincia e commissioni varie quali organi delegati al controllo ed alla vigilanza
5
sull’andamento dell’intervento di bonifica e sui risultati ottenuti dopo oltre un
decennio di attività.
L’indagine ha preso in esame l’attività della Bagnolifutura S.p.A., sia per la
parte afferente alla bonifica, che per quella relativa alla riqualificazione urbana,
così come previsto dal Piano urbanistico del Comune di Napoli, rilevandone
superficialità nella fase di affidamento degli appalti e imprudenza nella gestione
della bonifica.
In particolare è stata riscontrata la scarsa incisività dell’azione svolta dal
Commissario del Governo, competente per la bonifica dell’arenile e della zona
marina antistante, attività per le quali sono stati stanziati complessivamente
139.215.122,51 euro.
È stata presa in considerazione anche l’attività dell’Autorità portuale di
Napoli, coinvolta nella rimozione della colmata a mare, destinataria di un
finanziamento di € 43.997.790,00, previsto dall’Accordo di programma del luglio
2003.
In entrambi i predetti due casi è stato delineato un bilancio dei risultati
raggiunti che si sono rivelati ben distanti dagli obiettivi prefissati.
Un’attenzione è stata, infine, rivolta ai soggetti incaricati del controllo e della
vigilanza su tutta l’operazione, in particolare al Ministero dell’ambiente, sul cui
bilancio gravano i principali finanziamenti per l’attuazione della bonifica, essendo
la sua azione finalizzata a promuovere ogni utile iniziativa per una rapida e
valida realizzazione della stessa, che, in realtà, non si è verificata.
Le problematiche che hanno condotto a rallentamenti delle operazioni di
bonifica e all’adozione di correttivi in corso d’opera, sono numerose e di difficile
elencazione sistematica, collegate, principalmente, all’indisponibilità, fin
dall’inizio, di una discarica ove stoccare i vari materiali di risulta e, ancor di più,
alla difficoltà di giungere alla definitiva rimozione della colmata a mare che, tra
l’altro, da studi condotti dall’ICRAM, risulta essere la principale fonte di
inquinamento persistente.
6
La congerie di situazioni ostative, di previsioni scarsamente ponderate, di
soluzioni alternative non sufficientemente vagliate, di orientamenti più volte
modificati, ha causato lievitazione di costi e pesanti ritardi che solo
nell’aprile/maggio 2009 hanno consentito di portare a compimento la bonifica
della zona dell’arenile e dell’antistante zona marina, anche se la colmata
continua tuttora a imperversare sul paesaggio costiero ed a minacciare la
persistenza dell’inquinamento.
Migliore appare, dal punto di vista delle realizzazioni, la situazione della zona
terrestre, dove prima insistevano gli stabilimenti industriali che risultano oggi
sufficientemente bonificati, come attestato dalle competenti autorità, e dove
sono in corso di realizzazione le opere di riqualificazione urbana previste dal
PUA. Problematiche sono, invece, scaturite dalla gestione degli appalti da parte
della Bagnolifutura S.p.A, spesso revocati per inadempienze delle ditte
aggiudicatarie, risultate non in possesso dei requisiti tecnici necessari.
1. PREMESSA
Il tema della bonifica e del recupero ambientale del comprensorio di
Bagnoli-Coroglio, dichiarato di elevato rischio ambientale con deliberazione
del Consiglio dei ministri in data 26 febbraio 1986, reiterata il 4 agosto 1994,
è stato già oggetto di precedenti indagini da parte di questa Sezione del
controllo2, alle quali la presente relazione si ricollega richiamandone punti
salienti attraverso una breve ricostruzione delle attività poste in essere, sin
dal passato decennio, per fronteggiare la situazione di degrado ambientale
causato dall’insediamento, in quell’area, dello stabilimento siderurgico ILVA,
che operò dal 1906 al 1991 e dall’ETERNIT, che svolse la propria attività dal
1937 fino al 1985.
Nel periodo tra il 1962 ed il 1964, parte del tratto di costa compreso tra i
due pontili costruiti per consentire l’attracco di imbarcazioni di grosso
2 Delibere n. 4/2003/G e n.8/2004/G.
7
tonnellaggio, è stato colmato dalla ITALSIDER SpA, in regime di concessione
demaniale, alterando la naturale linea di costa.
Nel 1994 si è dato inizio ad un complesso processo di riqualificazione
dell’area a terra, nonché dell’area marina antistante il sito industriale. La
delibera CIPE del 20 dicembre 1994 approvò un Piano di risanamento
ambientale, elaborato dalla stessa ILVA, impegnando il Ministero
dell’ambiente a redigere un documento di prescrizioni tecniche per
l’attuazione del Piano stesso3.
Gli obiettivi del Piano riguardavano: la bonifica dei suoli, il ripascimento
degli arenili ed il ripristino della qualità delle acque marine a valori tipici delle
aree circostanti.4
L’obbligo di risanamento dell’intera area è stato previsto, inoltre, con il
decreto legge 20 settembre 1996, n. 486, convertito dalla legge 18
novembre 1996, n. 582, che ha attribuito al Ministro dell’ambiente, sentite le
autonomie locali, il compito di integrare, nel termine di 180 giorni, il
predetto Piano di risanamento, definendo un primo stralcio di programma
per un importo pari a 25 miliardi di lire. Gli interventi di ripristino riguardanti
l’arenile e l’area marina vennero, però, posti a carico del concessionario.
In ottemperanza a quanto disposto, il Commissario del Governo delegato
per l’emergenza bonifica e rifiuti, con ordinanza n. 18 del 22/04/99 ordinò
alla società IRITECNA Spa (ex ITALSIDER) di procedere all’immediata messa
in sicurezza e bonifica dei siti contaminati dell’area di colmata e dell’arenile
di Bagnoli Coroglio, alla bonifica dell’area marina antistante, nonché all’avvio
degli interventi di ripristino previsti dalle concessioni demaniali. Avverso tale
ordinanza l’IRITECNA Spa (ex ITALSIDER) propose ricorso al TAR che ne
ordinò la sospensiva.
3 La spesa prevista era pari a lire 343.136 milioni , di cui 261.540 milioni a carico dello Stato ed 81.596 milioni a carico dell’IRI. La gestione delle risorse statali, recate dalla legge 582/96, fu affidata all’allora Ministero del bilancio e della programmazione economica. 4 I valori di riferimento dell’azione di risanamento e le attività di caratterizzazione dello stato d’inquinamento dell’area dovevano essere definiti entro il 30 giugno 2006, mentre entro il 31 luglio dello stesso anno dovevano essere portati all’approvazione del Ministero il piano delle attività di monitoraggio e quello di collaudo dell’avvenuta bonifica.
8
Gli anni seguenti furono caratterizzati da una specifica attività normativa
volta a disciplinare la materia delle bonifiche a livello nazionale. Si citano al
riguardo il d.lgs 5 febbraio 1997, n. 22, che ha introdotto in Italia la
“legislazione di principio” in materia di bonifiche; la legge 9 dicembre 1998,
n. 426, che, in ritardo di due anni rispetto alle previsioni, ha stanziato
risorse finanziarie per le realizzazioni di cui al succitato decreto, previa
adozione da parte del Ministero dell’ambiente di un Programma nazionale di
bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, che ha trovato definizione,
con tre anni di ritardo, in un Regolamento approvato con decreto 18
settembre 2001, n. 4685; la legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Finanziaria
2001) che ha posto l’intera area in esame sotto la piena competenza del
Ministero dell’ambiente e tutela del territorio, inserendola tra i siti di bonifica
d’interesse nazionale e facendovi confluire l’intervento di rimozione della
colmata.
Con la predetta legge 388/2000 lo Stato ha stanziato 150 miliardi di
lire (75.059 milioni di euro) a condizione che fosse redatto un Piano di
completamento delle operazioni di bonifica e recupero ambientale dell’area
industriale di Bagnoli, già avviate sulla base del Piano ILVA del 1994. Il
Piano di completamento, predisposto dalla Bagnoli Spa6 in data 30 gennaio
2001, unitamente al progetto definitivo di bonifica delle aree ex ILVA ed ex
ETERNIT, più volte riformulato, ottenne, nel luglio 2001, parere favorevole
dalla Conferenza dei servizi unicamente per gli aspetti tecnici, in
considerazione del fatto che il fabbisogno finanziario per la sua attuazione
5 Con DM 31/08/2001 si era, intanto, provveduto alla perimetrazione del sito di interesse nazionale Bagnoli Coroglio; all’interno del sito si possono distinguere 4 aree (determinate sulla base delle cause di inquinamento): 1. siti inquinati dismessi dell’ex Ilva ed ex Eternit di cui alla legge 582/96, area Cementir e colmata a mare ex Italsider; 2. spiagge e fondali marini; 3. Basi militari; 4. Conca di Agnano con le relative terme. In totale il territorio interessato ha un’estensione di 961 ettari, di cui 200 occupati dagli impianti ex Ilva ed ex Eternit, 20 riguardanti la colmata a mare e 6 la Cementir. Inoltre su questa vasta area insistono anche la discarica dell’ex Italsider, il deposito dell’Azienda napoletana di mobilità ed altre 10 aziende circa. Occorre peraltro distinguere le aree ex Ilva ed ex Eternit, la cui bonifica è disciplinata dalla legge speciale n. 582/96 (di competenza della Bagnoli s.p.a.) dalle restanti aree la cui bonifica è disciplinata dal DM 468/99. 6 Soggetto attuatore previsto dal decreto legge n.486/96.
9
ammontava a più del doppio dello stanziamento previsto dalla legge
388/2000 (343 miliardi di lire pari a 151,377 meuro).
Per dare garanzia finanziaria all’attuazione del Piano di completamento,
che doveva essere riformulato in base alle risorse disponibili presso il
Ministero dell’ambiente (pari a 75.059.174 meuro), è stato sottoscritto, in
data 26 luglio 2002, un accordo normativo tra la Regione Campania, la
Provincia di Napoli, il Comune di Napoli, il Commissario del Governo per
l’emergenza bonifiche e tutela delle acque, l’Autorità portuale di Napoli e la
Società di trasformazione urbana “Bagnolifutura”, costituita il 24 aprile 2002
dal Comune di Napoli che, avvalendosi della facoltà concessa dall’articolo
114 della succitata legge 388/00, nel dicembre 2001 aveva acquisito la
proprietà delle aree oggetto d’interventi di bonifica.
A seguito di detto accordo normativo, la Società Bagnolifutura ha
provveduto a modificare l’elaborato progettuale a suo tempo predisposto
dalla Bagnoli S.p.A., presentando, in data 26 luglio 2002, il Progetto
definitivo di bonifica, integrandolo successivamente il 13 novembre 2002. La
stessa Società s’impegnava, altresì, con nota del 23 dicembre 2002, ad
assumere a proprio carico gli oneri dello smaltimento dei rifiuti provenienti
dalla bonifica dei suoli, nonché gli ulteriori eventuali oneri per la messa in
sicurezza, conservazione e riutilizzo dei manufatti di archeologia industriale.
Il Progetto definitivo di bonifica delle aree ex ILVA ed ETERNIT, è stato,
infine, approvato, con prescrizioni, con decreto del Ministro dell’ambiente e
della tutela del territorio di concerto con i Ministri delle attività produttive e
della salute in data 28 luglio 2003.
In seguito, con decreto in data 31/07/2003 del Ministro dell’ambiente, di
concerto con quello dell’economia e finanze, è stato approvato il Piano di
completamento, presentato dalla Bagnolifutura il 21/07/2003, contenente il
Progetto definitivo di bonifica comprensivo degli oneri per le attività di
demolizione e smaltimento residui e degli oneri di struttura e funzionamento,
la bonifica della colmata a mare, il conferimento dei rifiuti in discarica, la
10
conservazione e valorizzazione dei manufatti di archeologia industriale.
Contestualmente venne presentato il relativo cronoprogramma, che
prevedeva la conclusione degli interventi previsti nel Piano, ivi inclusa la
rimozione della colmata, entro il mese di giugno 2007 (48 mesi)7.
Il decreto recepiva anche l’Accordo di programma del 17 luglio 2003, con
il quale venivano dettagliatamente individuati gli obblighi dei diversi soggetti
coinvolti nella realizzazione del Piano e definiti i relativi impegni finanziari a
copertura dei costi correlati ai singoli interventi; recepiva, inoltre, la delibera
della giunta comunale di Napoli n. 2509 del 15 luglio 2003, che individuava
un’area di 360.000 mq ubicata nella circoscrizione di Pianura da attrezzare a
discarica di rifiuti inerti.
Il quadro finanziario relativo al Piano di completamento della bonifica e
del recupero ambientale di Bagnoli, trasmesso dalla Bagnolifutura in allegato
all’Accordo di programma del 17 luglio 2003, prevedeva costi totali pari ad
euro 151.377.964,00, così suddivisi:
- 45.992.794,00 euro per la bonifica, che comprende: la caratterizzazione
del sito; lavori di scavo dei terreni, movimentazione, vagliatura, lavaggio,
riutilizzo e sistemazione superficiale degli stessi; disinquinamento delle
acque sotterranee;
- 8.946.874,00 euro per trasporto e conferimento a discarica dei rifiuti non
pericolosi;
- 6.486220,00 euro per trasporto e discarica dei rifiuti inerti;
- 15.000.000,00 euro per costruzione discarica per rifiuti inerti,
coltivazione, chiusura ed attività post operam;
- 6.743.824,00 euro per demolizione di strutture civili ed impianti e
smaltimento dei rifiuti prodotti;
- 17.321.000,00 euro per conservazione immobili di “archeologia
industriale”;
7 Sono previsti 36 mesi per le attività di bonifica relative alle aree ex ILVA ed ex ETERNIT ai quali vanno aggiunti 6 mesi per la conservazione delle strutture di archeologia industriale ed ulteriori 4 mesi per la rimozione della colmata a mare.
11
- 6.889.462,00 euro per imprevisti;
- 43.997.790,00 euro per la rimozione della colmata a mare.
A copertura dei costi del Piano di completamento, l’Accordo di
programma del 17 luglio 2003 stabiliva che il Ministro dell’ambiente erogasse
alla Bagnolifutura S.p.a. risorse pari ad euro 75.059.174,00, il Commissario
del Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle acque sostenesse
i costi di smaltimento dei rifiuti derivanti dalla bonifica dei suoli, stimati in
15.000.000,00 euro, in apposita cava adibita a discarica individuata d’intesa
tra la Regione Campania ed il Comune di Napoli, la Bagnolifutura S.p.A.
provvedesse alla conservazione dei manufatti di archeologia industriale, il cui
costo veniva stimato in euro 17.321.000,00, ricorrendo al meccanismo del
project financing, ovvero con mezzi propri, l’Autorità portuale di Napoli si
assumesse l’onere, per un costo stimato in euro 43.997.790,00, dello
smaltimento della colmata a mare, il trattamento e il trasporto dei materiali
derivanti dalla stessa, al fine del loro utilizzo per trasformare, mediante
opere di marginamento e riempimento, la Darsena di levante del porto di
Napoli in area da attrezzare a terminal contenitori. In caso di mancato
intervento dell’Autorità la rimozione della colmata a mare sarebbe stata
compiuta in parte a carico del Commissario del Governo ex OPCM n.
2425/96, con un onere di euro 22.500.00,00, ed in parte a carico della
Bagnolifutura S.p.a., con un onere di euro 6.000.000,00, per un totale di
euro 28.500.000,00. Qualora, invece, l’Autorità portuale non avesse
provveduto nei tempi previsti dal cronoprogramma, il Commissario del
Governo sarebbe intervenuto per attuare gli interventi previsti sul ripristino
della morfologia naturale della linea di costa ed, in particolare,
all’eliminazione della colmata anche attivando le procedure di ripristino a
carico dei concessionari, nonché a conferire al Comune di Napoli l’ulteriore
somma di 10 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla
rimozione della colmata stessa.
12
Per quanto riguarda le fonti di finanziamento, l’intera quota di pertinenza
del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio trovava copertura
nello stanziamento recato dall’art. 114, comma 17, della legge 338/2000,
pari ad euro 75.059.174,00. Per gli altri soggetti le risorse erano indicate
nell’Accordo di programma del 17 luglio 2003, in base al quale l’Autorità
portuale avrebbe utilizzato gli stanziamenti ordinari di bilancio del Ministero
delle infrastrutture e trasporti, i fondi della legge n. 413/98 e del D.M. 2
maggio 2001, per i quali l’Autorità aveva stipulato appositi contratti di mutuo
con istituti bancari, nonché con risorse proprie in carenza di finanziamenti
statali; il Commissario del Governo avrebbe provveduto alla copertura degli
impegni con le risorse di cui all’ordinanza commissariale n. 194 del 5 luglio
2003, nonché con gli stanziamenti previsti dall’art. 1, comma 14, del D.L.
486/96, convertito dalla legge 582/96; la Bagnolifutura, infine, avrebbe
sostenuto la copertura dell’impegno con ricorso al project financing o con
risorse del proprio bilancio.
Giova sottolineare che l’Accordo subordinava l’avvio dei lavori
all’approvazione da parte del Comune di Napoli del progetto della discarica
cui conferire i rifiuti provenienti dalla bonifica.
Con decreto interministeriale del 31/07/2003 sono stati, infine, attribuiti
compiti di vigilanza, monitoraggio e controllo sulla corretta e tempestiva
attuazione del Piano di recupero al Ministro dell’ambiente, che con proprio
decreto in data 14 maggio 2004 ha costituito una specifica Unità operativa,
all’interno del Nucleo di valutazione del Ministero medesimo, incaricata di
svolgere, in collaborazione con la Commissione di collaudo, il monitoraggio
sull’operato della società Bagnolifutura, fornendo periodiche attestazioni e
verifiche degli stati di avanzamento dei lavori. Il monitoraggio ed il controllo
sull’attuazione degli interveti previsti negli accordi di programma sono di
pertinenza della Regione che, a tal fine, può nominare un responsabile
dell’intervento. Alla Provincia spettano, invece, i controlli sulla conformità
degli interventi ai progetti approvati.
13
Al fine di prevenire e reprimere ogni possibile infiltrazione della
criminalità organizzata, l’art. 5 del suddetto decreto interministeriale
prescrive che le attività contrattuali debbano seguire le procedure ed i criteri
stabiliti nel “Protocollo di legalità” stipulato tra il Prefetto di Napoli e le parti
firmatarie dell’Accordo.
Il decreto dispone anche riguardo alle modalità di erogazione delle
risorse poste a carico dello Stato (euro 75.059.174,00), subordinandole al
verificarsi delle condizioni di cui alla legge n. 662/96, come modificata dalla
legge n, 30/978.
A seguito della comunicazione da parte della Bagnolifutura
dell’avvenuta apertura dei cantieri e della stipula della polizza fidejussoria, Il
Ministero dell’Ambiente, in data 28/11/2003, ha erogato alla predetta
Società, a titolo di primo acconto, la somma di € 7.505.917,40, a valere sui
residui 2001, iscritti sul cap. 7539 per l’esercizio 2003.
2. APPALTO PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA E LAVORI DI
BONIFICA E RISANAMENTO AMBIENTALE.
Per la realizzazione del predetto Piano di completamento la Bagnolifutura
S.p.A. ha provveduto ad espletare due distinti appalti9.
Con un primo appalto ha affidato al raggruppamento Demont-Italrecuperi
lavori di demolizione delle parti strutturali fuori terra (vecchi manufatti non
rientranti nell’archeologia industriale) per un importo a base d’asta di €
4.252.704,23; tali lavori sono stati completati.
Con bando di gara pubblicato sulla G.U.R.I. n.189 del 16/08/2003, la
Società ha indetto una licitazione privata per l’affidamento della
8Una prima rata, pari al 10% dell’importo totale, all’apertura dei cantieri di bonifica; le successive rate sono subordinate alle periodiche attestazioni e verifiche degli stati di avanzamento dei lavori da parte del Nucleo di valutazione del Ministero; una seconda rata pari, al 25% dell’importo totale, per un avanzamento dei lavori di almeno il 30% del costo complessivo di tutte le attività previste dall’Accordo di programma; una terza rata, pari al 25% dell’importo totale, per un avanzamento dei lavori di almeno il 60%; una quarta rata, pari al 30% dell’importo totale, per un avanzamento dei lavori di almeno il 90%. 9 Così risulta dalla deliberazione n. 62 del 27 luglio 2006 dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici sui lavori, servizi e forniture, adottata a seguito di una relazione del Servizio ispettivo in data 19.07.2006.
14
progettazione esecutiva e dei lavori di bonifica e risanamento ambientale del
sito industriale mediante il criterio del massimo ribasso10. L’appalto è stato
aggiudicato alla Società De Vizia Transfer S.p.A. con sede in Torino, con il
ribasso del 19,811% sull’importo a base d’asta di euro 49.690.725,00
(l’importo netto di aggiudicazione è risultato di € 41.136.087,00)11. Alla data
di conclusione del contratto d’appalto la quantità di materiali inerti da
smaltire, derivanti dalle operazioni di bonifica dell’area già perimetrata, fu
stimata in mc 800.000 circa12. Quanto al termine dei lavori, il
cronoprogramma aveva previsto la data del 07.08.2007 (30 mesi completi di
certificazione da parte della Provincia).
Il Servizio ispettivo presso l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, a
seguito di sopralluogo effettuato nell’anno 2005, ha posto in evidenza alcune
criticità che ostacolavano il regolare andamento dei lavori, nonché la
necessità di modificare alcune previsioni progettuali.
In particolare ha evidenziato:
“la mancata disponibilità di aree di discarica;
l’assenza di un quadro economico completo dell’appalto, che contemplasse
anche le somme a disposizione;
il ritardo rispetto ai tempi sottoscritti dall’appaltatore con la presentazione
del cronoprogramma esecutivo (infatti nel secondo semestre del 2005, le
opere di caratterizzazione delle aree apparivano in ritardo, con conseguente
slittamento dei tempi dei carotaggi di circa il 50% rispetto alle previsioni
progettuali, mentre nelle fasi di scavo e movimentazione e trattamenti era
emersa una marcata discrasia tra la produttività effettiva e quella prevista in
fase di progetto esecutivo);
10 Art. 19, comma 1, lettera b), legge 109. 11 L’importo complessivo dell’appalto, pari ad € 50.980.725,00, risulta così suddiviso: per progettazione esecutiva , lavori e servizi, € 340.000,00; per esecuzione lavori € 30.613.243,00, di cui € 750.000,00 per oneri di sicurezza; per servizi € 20.027.482,00, di cui 200.000,00 per oneri di sicurezza. 12 La gara è stata aggiudicata in via definitiva il 21.07.2004, la firma del contratto è avvenuta in data 29.09.2004 e la consegna dei lavori in data 07.02.2005. Il 90% dei rifiuti è costituito da materiali inerti con una percentuale del 10% di materiali inquinanti da destinare in una discarica specializzata. Anche i materiali inerti vanno smaltiti in discarica.
15
l’attivazione di due varianti al progetto originario, di cui una suggerita da un
ritrovamento di scorie di acciaieria”.
Per quanto concerne il problema discarica, va rammentato che la consegna
dei lavori era subordinata, ai sensi dell’art. 4, comma 3, del D.M. del
31.07.2003, approvativo dell’Accordo di programma del 17.07.2003, all’
“approvazione da parte del Comune di Napoli del progetto della discarica dove
conferire i rifiuti provenienti dall’attività di bonifica” ; va da sé, che pregiudiziale
alla predisposizione del progetto si poneva l’individuazione e la disponibilità della
relativa area.
Tale area era stata individuata dal Comune di Napoli, con delibera di Giunta
n. 2509 del 15.07.2003, nella cava di Pianura–Pisani, la cui acquisizione non
poté aver luogo, in quanto nel mese di maggio del 2004 la Prefettura di Napoli,
nell’ambito dei prescritti accertamenti antimafia, rilevò l’inidoneità di uno dei
proprietari a stipulare accordi con le pubbliche amministrazioni. Quale
immediata soluzione fu prospettata la procedura di esproprio, assentita dal
Comune di Napoli con deliberazione della Giunta n. 2862 e da espletare con le
risorse messe a disposizione dal Commissario del Governo per l’emergenza
rifiuti, bonifiche e tutela delle acque.
Nel frattempo, il competente Dipartimento pianificazione urbanistica del
Comune di Napoli, incaricato dalla citata Delibera di giunta n. 2862/04 del
procedimento per l’attuazione dell’intervento e degli atti propedeutici, portava a
termine l’iter di approvazione del progetto di “recupero paesaggistico dell’area
della cava a Pianura, località Pisani”, presentato dalla Bagnolifutura S.p.A 13;
progetto che, però, non ottenne il beneplacito della Soprintendenza per i beni
architettonici e per il paesaggio di Napoli e provincia che, con decreto del
07/09/05, annullava le autorizzazioni in precedenza rilasciate, adducendo una
serie di motivi ostativi alla realizzazione del progetto perché: contrastava con il
13 Progetto approvato con delibera di Giunta comunale n. 255 del 28/01/05 e successivamente autorizzato ai sensi e agli effetti dell’art. 19 d. lgs. 42/04, con provvedimento dirigenziale n. 2 del 07/07/05.
16
Piano territoriale paesistico dell’area Agnano-Camaldoli, non si presentava come
progetto esecutivo e non risultava di diretta iniziativa comunale14.
Vengono, quindi studiate soluzioni alternative15, tra le quali si prospetta la
possibilità di conferimento dei rifiuti, per un periodo di 18/24 mesi, in altra
discarica individuata nel Comune di Formia, località Penitro (costo
dell’operazione € 35 a tonnellata), per la quale viene fatta richiesta di
autorizzazione al competente Ministero dell’ambiente. Il Ministero, con nota del
25 luglio 200516, nell’esprimere perplessità su quanto proposto, faceva, tuttavia,
osservare, in termini pregiudiziali, che “l’individuazione di una discarica
alternativa, avrebbe comportato la necessità di revisione degli atti già
sottoscritti (Accordo di programma) e dei decreti interministeriali approvativi del
progetto definitivo di bonifica e del Piano di completamento a causa dei maggiori
costi determinati anche dall’onerosità del trasporto”; sottolineava, inoltre, che:
“non sono motivati i ritardi per l’esproprio e la realizzazione della prevista
discarica in località Pianura; non sono fissati tempi certi per l’approntamento e
l’utilizzo della discarica segnalata; non risulta alcuna autorizzazione al
conferimento in detta discarica della tipologia dei rifiuti in questione; non risulta
il nulla osta delle competenti autorità locali; non risultano avviate le verifiche,
previste dal Patto di legalità, per l’utilizzo della ipotizzata discarica17.
L’ARPA Lazio e la Provincia di Latina, interessati per quanto di competenza,
richiedevano un adeguamento dell’impianto, ma la forte opposizione manifestata
dall’opinione pubblica e della cittadinanza inducevano il Comune di Formia a
revocare la relativa autorizzazione concessa con delibera del 17/12/2004, n.
14 Si legge testualmente nelle premesse del citato decreto della Soprintendenza: “ …il proponente ed intestatario dell’autorizzazione paesistica, la società Bagnolifutura s.p.a., non è soggetto coincidente con l’Amministrazione comunale, come prescritto dall’art. 15 del PTP, né risulta essere soggetto qualificato e titolato ad introdurre modifiche all’area tutelata, ai sensi dell’art. 146 del d. lgs. 42/04”. Peraltro, nel dispositivo del decreto, la Soprintendenza prevede di poter prendere in considerazione un diverso intervento, presentato dall’Amministrazione comunale, supportato da un valido progetto esecutivo. 15 Si riteneva ancora che la procedura di esproprio potesse concludersi. 16 Protocollo 15160/QdV/DI/IX. 17 Nel frattempo anche un Progetto di ampliamento dell’area di stoccaggio provvisorio dei rifiuti presentato dalla Bagnolifutura non è stato realizzato perché non ritenuto sufficiente da parte della Provincia e perché ostacolato dalla stessa società appaltatrice De Vita Transfer, che sollevò dubbi sulla possibilità di poter smaltire i rifiuti stoccati nei tempi ristretti previsti dalle norme (tre mesi).
17
125, facendo sfumare anche questa possibilità di stoccare i materiali inerti
provenienti dall’area di Bagnoli.
Stessa sorte veniva riservata anche alla realizzazione della discarica in
località Pianura mediante la procedura di esproprio, ipotesi sospesa per il
sopraccitato intervento della Soprindenza, e poi abbandonata perché ritenuta
“non del tutto coincidente con i tempi imposti dalla bonifica”18.
Intanto, l’impossibilità di sistemazione esterna degli inerti aveva
conseguentemente portato al blocco parziale delle attività principali con la sola
eccezione delle lavorazioni necessarie per rendere disponibili alcuni lotti19; tant’è
che la Direzione dei lavori, nel mese di marzo 2006, relativamente allo stato di
avanzamento delle attività, rilevava “consistenti ritardi rispetto alle previsioni di
progetto per quasi tutte le categorie di lavoro. All’impresa è stata liquidata
soltanto la progettazione esecutiva”20.
I lavori di bonifica vengono definitivamente sospesi dalla De Vizia Tranfer, in
data 28 luglio 2006, per indisponibilità di un sito autorizzato in cui stoccare gli
inerti, dando luogo ad un contenzioso ex art. 31bis della legge 109/9421. Tali
18 Cfr nota Ministero ambiente n. 15160/QdV/DI/IX del 25/07/2005. Con nota del 29/11/206, diretta all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, la Bagnolifutura così riferiva: “riguardo alla procedura di esproprio ed ai provvedimenti connessi, nell’ambito dei quali era necessaria l’adozione di atti anche da parte della Prefettura e della Soprintendenza, sono state intraprese le necessarie iniziative per indire la Conferenza dei servizi, funzionale alla positiva conclusione del procedimento espropriativo, e di ciò v’è prova documentale così come delle problematiche emerse nei diversi incontri propedeutici che hanno determinato ulteriori ritardi (vedasi al riguardo la complessità della normativa nazionale e regionale che hanno reso necessarie diverse riunioni specifiche presso la Prefettura di Napoli per la individuazione della procedura applicabile)”. Nei fatti, il sito di Pisani in località Pianura fa parte di un comprensorio da sottoporre ad intervento di risanamento e restauro paesaggistico con opere volte alla ricostruzione delle caratteristiche morfologiche e vegetazionali originarie e gli inerti di Bagnoli dovevano servire per contribuire a tale ricostruzione. Ai fini dell’autorizzazione all’esproprio, il Prefetto di Napoli ha promosso una serie d’incontri propedeutici alla Conferenza dei servizi da convocarsi tra tutti i soggetti coinvolti (Sovrintendenza beni archeologici, Sovrintendenza beni architettonici e paesaggistici, Ente parco Campi flegrei, Area coordinamento ecologico della Regione, Autorità di bacino etc) ciascuno dei quali ha formulato una serie di obiezioni che unitamente alle difficoltà connesse alla complessità delle procedure previste dalle norme che regolano la materia, hanno indotto la Prefettura a non concedere l’autorizzazione all’esproprio che, tra l’altro, non avrebbe ricevuto il favore della popolazione. 19Con nota del 29 settembre 2006, in risposta alle osservazioni mosse dal Servizio ispettivo dell’Autorità sulla vigilanza dei contratti pubblici, la Bagnolifutura afferma che “trattasi di sospensione parziale, in quanto proseguono alcune lavorazioni quali: i carotaggi, la gestione d’impianti di messa in sicurezza, conferimento in discarica di rifiuti non pericolosi, recupero e riutilizzo delle scorie di acciaieria ed altre”. Tuttavia, in sede di monitoraggio effettuato dal Servizio ispettivo dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, alla data del 5 maggio 2007 l’ammontare progressivo dei lavori risultava ancora modesto (5% dell’importo d’appalto e notevole ritardo sui tempi del cronoprogramma). 20 Cfr. Relazione Ministro ambiente pro tempore del 13 agosto 2006. 21 L’impresa istaura un contenzioso con la Bagnolifutura motivato dal mancato recapito degli inerti a Pianura, dal diverso uso e dalla diminuzione degli stessi determinati dalla variante al progetto di bonifica (v. oltre); circostanze, queste, che avevano comportato una sostanziale modifica al contenuto dell’originario contratto d’appalto. Sulla scorta di una proposta formulata dalla
18
lavori saranno ripresi il 19/12/2007 a seguito di una novazione del contratto in
essere disposta in conformità ad una perizia suppletiva di variante redatta dal
raggruppamento temporaneo d’imprese MWH in data 3/12/2007 e dopo che,
con decreto n. 3131 del Ministro dell’ambiente e tutela del territorio e del mare
in data 24/11/2006, era stata autorizzata la ripresa dei lavori di bonifica
dell’area, sulla scorta di un nuovo Progetto di variante al Piano di
completamento predisposto dalla società Bagnolifutura tenendo conto del
“Piano urbanistico attuativo” (PUA) approvato dal Comune di Napoli nel maggio
del 2005, con il quale venivano cambiate le destinazioni d’uso delle aree,
rendendo possibile differenziare i livelli di bonifica rispetto alle iniziali previsioni
indicate nell’appalto e ridurre la quantità di materiale da trattare (i materiali
inerti da smaltire diventano mc 500.0000 circa)22.
3. ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 5 LUGLIO 2007.
Vista l’impossibilità di realizzare in tempi certi la discarica per gli inerti, il
Comune di Napoli convenne con la società Bagnolifutura di procedere alla
modifica dell’originario Piano di completamento mediante la definizione di un
nuovo Progetto di bonifica che tenesse conto, in considerazione dei nuovi
criteri previsti dal d.lgs 252/2006, oltre che di un possibile riutilizzo dei rifiuti
inerti all’interno delle aree di bonifica e per il consolidamento della collina di
Posillipo, anche delle definitive destinazioni d’uso previste nel Piano urbanistico
attuativo da poco approvato23.
Commissione nominata ex art. 31 bis della legge n. 109/94, fortemente riduttiva delle pretese dell’Impresa, in data 21/01/08 viene siglato un accordo bonario con la De Vizia in forza del quale la Ditta ha accettato, a saldo e stralcio di ogni riserva iscritta, la somma totale di € 5.450.000 + IVA (cifra gravante sui fondi del Ministero dell’ambiente). 22 I tempi di contratto indicati nella modifica contrattuale, sottoscritti dalla Bagnolifutura e la De Vizia Transfer s.p.a. prevedono una scadenza al 10/06/2009 (18 mesi dalla consegna lavori). Alla De Vizia è stato consegnato un lotto di terreno da bonificare con priorità, che include le aree del Parco urbano . 23 Le varianti al progetto di bonifica consisterebbero: riduzione della produzione d’inerti coerentemente con le nuove destinazioni d’uso definite dal P.U.A. che consentirebbero livelli superiori di contaminazione del terreno; collocazione di parte degli inerti non riutilizzabili all’interno dell’area e ai piedi della collina di Posillipo, che, pertanto, verrà interdetta alla fruibilità umana, ai fini del consolidamento del costone e del rimodellamento paesaggistico (costo stimato, 15.000.000,00 di euro, la cui copertura sarebbe assicurata dai minori costi derivanti dalla mancata realizzazione della discarica di Pianura). Con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, il sito di Bagnoli verrà suddiviso, sulla base di piani operativi, in più sub-aree in funzione della loro fruibilità
19
Con la predisposizione del nuovo Progetto viene anche affrontato il problema
dell’inquinamento dell’arenile e delle falde di acqua inquinate. Un sopralluogo
effettuato nell’area nei giorni 13 e 14 settembre 2005, per verificare lo stato di
attuazione delle misure di sicurezza di emergenza24, riferite all’area industriale
ed all’area di colmata, aveva, infatti, evidenziato problemi di grave
inquinamento, che avevano provocato, nell’estate del 2006, la dichiarazione di
non agibilità dell’arenile e di non balneabilità di tutta la superficie marina
antistante25.
L’emergenza socio sanitaria connessa in massima parte all’inquinamento
prodotto dalla colmata a mare, per la cui rimozione erano stati presunti tempi
eccessivamente lunghi26, ha fornito l’opportunità di sperimentare soluzioni
alternative ad opera del Commissario del Governo per l’emergenza bonifiche e
tutela delle acque, Presidente della Regione Campania, obbligato dall’Accordo di
programma del luglio 2003 in sostituzione dell’Autorità portuale.
Su incarico, quindi, del Commissario del Governo, nel marzo del 2007, è
stato redatto, da Sviluppo Italia SpA, uno Studio di fattibilità per la rimozione
della colmata a mare e bonifica dei sedimenti marini antistanti al sito d’interesse
nazionale (SIN) Bagnoli-Coroglio27. Lo studio di fattibilità è consegnato
(aree a verde pubblico, aree commerciali e alberghiere, aree da dedicare ad attività di ricerca ed ad attività ricreative). Cfr nota Ministero ambiente n. 13734/QdV/DI/IX/VII/VIII . 24 Le misure di sicurezza consistono nella realizzazione di una barriera idraulica di emungimento e relativo impianto di trattamento, di una barriera idraulica di ricarica, nonché nell’impermeabilizzazione dell’area di colmata. Quanto alla barriera di emungimento sui 31 pozzi previsti ne risultavano in fase di rifacimento soltanto 10; dei 42 pozzi della barriera di ricarica, alcuni trasbordavano acqua. Per quanto riguarda l’impermeabilizzazione dell’area di colmata, nel corso del sopralluogo è stato rilevato il completo stato di abbandono della stessa, trasformata in discarica abusiva. 25 Le vicende di carattere tecnico/amministrativo sopra descritte, che hanno portato ad un sostanziale ritardo nella realizzazione degli interventi di qualificazione ambientale previsti dall’originario Piano, oltre a determinare la presenza delle criticità ambientali sull’area, culminate con il divieto di fruizione degli arenili e di balneazione nello specchio d’acqua antistante il SIN, hanno anche precluso la possibilità d’investimenti volti alla riqualificazione economica dell’area con un atteso rilancio sia in termini turistici che produttivi del territorio (Cfr documento tecnico allegato all’Accordo di programma quadro). 26 Nell’allegato tecnico all’Accordo di programma quadro del 31.07.2007 (di cui si parlerà in prosieguo) si afferma che: “solo ora l’Autorità portuale di Napoli è in grado di predisporre gli atti di gara; ciò comporta che non sarebbe possibile avviare la rimozione della colmata prima della fine dell’anno 2010”. Invero, l’ipotesi Darsena di levante è saltata per mancate e/o tardive autorizzazioni. L’Autorità portuale di Napoli ottenne un finanziamento di € 43.997.790 per lo smantellamento della colmata, il trattamento ed il trasporto dei materiali di risulta e l’impiego degli stessi per la realizzazione del terminal di Levante. 27 Sviluppo Italia, su incarico conferito in house dal Commissario di Governo con Ord. n. 71 del 26/06/07 , aveva già svolto attività di progettazione per la realizzazione degli interventi di bonifica dei litorali a nord ed a sud della colmata. Lo studio di fattibilità commissionatole presenta tre ipotesi: la prima prevede la trasformazione della colmata in materiali inerti e relativo riutilizzo; tale ipotesi, però, è stata ritenuta irrealizzabile a Napoli, sia per un problema di riutilizzo dei materiali, sia per
20
nell’aprile 2007 e tra le varie soluzioni prospettate è stata scelta quella
consistente nel conferimento a Piombino dei materiali derivanti dalla rimozione
della colmata e dalla bonifica dei fondali.
Tutti i soggetti che sottoscrissero l’Accordo del 17 luglio 2003 hanno
condiviso l’opinione progettuale configurata dallo studio di fattibilità effettuato
da Sviluppo Italia, consistente nella bonifica delle aree industriali ex ILVA ed ex
ETERNIT, rimozione della colmata di Bagnoli con il ripristino della linea di costa,
bonifica dei sedimenti inquinati marini presenti sotto la colmata e nell’area
marina antistante al SIN di Bagnoli-Coroglio, avvio della bonifica dei sedimenti
marini classificati come pericolosi presenti nell’area portuale di Napoli e
riempimento della cassa di levante con sedimenti non pericolosi provenienti
dalla medesima area.
Il “Progetto”, è stato, infine, inserito in un nuovo Accordo di programma
stipulato in data 5 luglio 2007, che stima in € 282.763.677,0028 l’ammontare
complessivo degli interventi ivi previsti e che individua nuove soluzioni
tecnico/procedurali alternative rispetto a quanto previsto dal precedente accordo
del 17 luglio 2003 sottoscritto dal Ministro dell’ambiente, dalla Regione
Campania, dal Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle
acque nella Regione Campania, dal Comune di Napoli, dall’Autorità portuale di
Napoli e dalla Bagnolifutura S.p.A.29.
indisponibilità di spazi ove poter effettuare le necessarie lavorazioni. La seconda ipotesi prevede la destinazione al di fuori dei confini nazionali (Danimarca o altro sito estero); tale soluzione presenta la pregiudiziale del trasporto con notevole aggravio dei costi. La terza ipotesi consiste nel trasferimento dei materiali derivanti dalla colmata a Piombino, ove il materiale verrebbe stoccato, lavorato e selezionato per utilizzi possibili in quell’area. E’ questa l’ipotesi che è stata sottoposta a valutazione; pertanto, a Sviluppo Italia è stato richiesto di approfondire la tempistica ed il cronoprogramma, nonché i costi dell’operazione, in considerazione anche del fatto che a Piombino, tra l’altro, potevano essere portati i sedimenti inquinati per essere riversati in vasche di colmata già in corso di costruzione. L’operazione Piombino, sicuramente più onerosa sotto il profilo dei costi a causa di una maggiore spesa per il trasporto della cassa di colmata e dei sedimenti, si presentebbe più vantaggiosa sotto il profilo della bonifica, prevedendo unitamente alla rimozione della colmata una probabile ulteriore bonifica dell’arenile che si renderebbe necessaria in caso di allungamento dei tempi nella eliminazione delle cause inquinanti (CFR resoconto stenografico del 21 marzo 2007 relativo all’Indagine conoscitiva del Senato della Repubblica sulle bonifiche dei siti inquinati – audizione del Direttore generale del Ministero dell’ambiente). 28 Di cui € 107.380.174,00 per le opere di competenza della Bagnolifutura. 29 Mentre l’accordo del 2003 si occupava delle sole attività attinenti all’area assegnata alla Bagnolifutura (quindi i soli siti industriali ex Ilva ed Eternit e la colmata a mare ereditata dall’Italsider), l’accordo del luglio 2007 prende in considerazione anche l’arenile e i fondali antistanti, unificando l’operazione e rimodulando i finanziamenti sulla base delle nuove esigenze. L’Accordo del 17.07.2003 prevedeva il finanziamento delle seguenti attività di bonifica:
21
All’accordo del 5 luglio hanno fatto seguito, sempre tra i medesimi soggetti,
tre ulteriori atti modificativi in data 15 novembre, 21 dicembre 2007 e 25
novembre 2008, con i quali, fermo restando l’onere a carico dello Stato di €
75.059.174,00, vengono procrastinati i tempi di realizzazione delle attività di
bonifica previsti dal progetto definitivo di variante approvato il 24/11/2006 con
decreto del Ministro dell’ambiente, viene previsto il conferimento in vasca a
Piombino dei materiali provenienti dalla rimozione della colmata e viene
concordato che “la Regione Campania, per il tramite del Commissario del
Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque, concorra alla copertura
degli oneri derivanti dall’attuazione del Piano di completamento con un
contributo finanziario di € 15.000.000,00 (quindicimilioni/00) secondo la
procedura richiesta per l’attribuzione dei fondi per la misura 1.8 del POR
Campania 2000/2006” .
Resta fermo l’impegno della Bagnolifutura di provvedere alla conservazione
dei manufatti di archeologia industriale il cui costo è stimato in 17.321.000,00
euro ricorrendo al sistema del project financing, ovvero con mezzi propri30.
L’Accordo ha ottenuto l’approvazione con DM del 04/03/09 dopo il III atto
modificativo, che ha eliminato la previsione in virtù della quale la società
Bagnolifutura avrebbe potuto ammettere a finanziamento e quindi rendicontare
le spese sostenute per la realizzazione di interventi, coerenti con il Piano di
- gestione dell’impianto di emungimento delle acque sotterranee ed il relativo impianto di
trattamento in esercizio all’atto del subentro alla società Bagnoli S.p.A. (misura di messa in sicurezza ed emergenza del sito);
- costruzione e gestione dell’impianto di barriera di ricarica, a seguito di prescrizioni ricevute da Ministero dell’ambiente e realizzata su progetto approvato da una Commissione di esperti;
- completamento di alcune demolizioni in corso all’atto del subentro alla Bagnoli S.p.A.; per misura di sicurezza, ed il conseguente smaltimento dei rifiuti già stoccati e di quelli prodotti nel corso delle attività;
- redazione del progetto definitivo del Piano di completamento con personale interno alla Società, consegnato al Ministero dell’ambiente nel luglio del 2002, integrato nel novembre 2002 ed approvato e finanziato nel luglio 2003.
Il nuovo Accordo del 05.07.2007 e successive modificazioni prevede il finanziamento delle seguenti opere: - realizzazione del diaframma plastico a monte idrogeologico della colmata; - recupero paesaggistico nelle aree pedomontane del costone di Posillipo; - conservazione e valorizzazione dei manufatti di archeologia industriale presenti nelle aree
industriali ex ILVA ed ex ETERNIT; - conferimento in vasca a Piombino dei materiali provenienti dalla colmata.
30 Nell’allegato 3 si riporta l’attività contabilizzata e pagata dalla Bagnolifutura fino al 31/12/08, si tratta di contabilizzazioni per € 25.798.382,30, a fronte della quali il Ministero ha dato il solo anticipo di € 7.500.00.
22
completamento, effettuati in periodo antecedente all’approvazione del
precedente Accordo di programma del 17 luglio 2003, nonché le spese di
struttura relative alle attività previste dal Progetto definitivo di bonifica;
previsione che aveva sollevato rilievo da parte della Corte dei conti31.
Tratto saliente del nuovo Accordo integrato è rappresentato dal fatto che la
sua efficacia è stata subordinata alla sottoscrizione di un “Accordo di programma
quadro” che definisse le modalità di finanziamento e la realizzazione di tutti gli
interventi di bonifica negli ambiti marino-costieri dei Siti di bonifica d’interesse
nazionale di Piombino e Napoli Bagnoli-Coroglio, ivi compresi quelli relativi alla
gestione dei sedimenti pericolosi presenti nell’area del Porto di Napoli (v. oltre,
par. 4)32.
La sottostante tabella mette a confronto i costi preventivati e gli interventi
previsti nell’originario accordo del 2003 e nel nuovo accordo di programma del
luglio 2007 (TAB.1).
TAB.1 PIANO DI BONIFICA E RECUPERO AMBIENTALE AREA INDUSTRIALE BAGNOLI
Costi e fonti di finanziamento
Progetto Fonte di finanziamento Importo 2003 Importo 2007
Art.2 dell'Accordo di programma
Bonifica del sito: preparazione aree, demolizioni, caratterizzazione di dettaglio, scavi, movimentazioni, vagliatura e lavaggio, sistemazione superficiale, disinquinamento acque sotterranee
legge 388/2000 art. 114, co.17
45.992.794,00 29.171.973,00
trasporto e conferimento a discarica rifiuti, compresi eventuali oneri di condizionamento e trattamento
15.433.094,00 22.583.693,00
supervisione e controllo, spese tecniche di progettazione, direzione e contabilità lavori, oneri di sicurezza
non presente 8.340.000,00
imprevisti, artt. 25 e 31/bis l. 109/84 6.889.462,00 6.463.508,00
realizzazione diaframma plastico 8.500.000,00
demolizioni di strutture civili ed impianti e smaltimento dei relativi rifiuti prodotti
6.743.824,00
Totale 75.059.174,00 75.059.174,00
Costruzione discarica per inerti, coltivazione, chiusura e attività post operam
15.000.000,00
31 La Corte formula rilievo con nota 84/A dell’11/09/08, chiedendo chiarimenti sul riconoscimento alla Bagnolifutura del finanziamento degli interventi effettuati prima dell’approvazione dell’Accordo del 2003, nonché i costi di personale e strutture. L’Amministrazione ritira il provvedimento il 13/10/08. 32 Tale Accordo è stato attivato ancor prima del definitivo decreto approvativo dell’Accordo di programma del 5 luglio 2007 e successive modifiche e integrazioni, che, come già detto, era stato respinto con rilievi dalla Corte dei conti e quindi ritirato dall’Amministrazione che non l’ha ripresentato nel marzo 2009.
23
Messa in sicurezza costone Posillipo, con riutilizzo materiali provenienti dalla bonifica -
Fondi regionali dal P.O.R. 2000/2006 misura 1.8
14.325.874,44
ampliamento deposito materiali in fase di trattamento
non presente 674.125,56
Totale 15.000.000,00 15.000.000,00
Conservazione immobili archeologia industriale
A carico Bagnoli Futura (anche in project financing)
17.321.000,00 17.321.000,00
Totale 17.321.000,00 17.321.000,00
Studio fattibilità realizzazione nuova linea di costa
A carico Ministero attività produttive e Sviluppo Italia
non presente
Art.4, co. 1 dell'Accordo di programma
Rimozione della colmata, comprensiva di smantellamento, conferimento in vasca a Piombino dei materiali, trattamento della restante parte e rimozione scogliera
A carico Fondo investimenti Ministero ambiente
non presente 50.000.000
Realizzazione attività accessoria a Bagnoli e Piombino
Assegnazioni CIPE dal FAS ex legge 266/05, art.1 , co. 415 e 416
non presente 50.000.000,00
Bonifica dei fondali di Bagnoli Coroglio Fondi regionali dal P.O.R. 2000/2006 misura 1.8
non presente 15.600.000,00
Totale 115.600.000,00 Art. 3 dell'Accordo di programma
Bonifica arenili Bagnoli Coroglio Fondi regionali dal P.O.R. 2000/2006 misura 1.8 non presente 15.483.503,00
Totale 15.483.503,00 Art.4, co. 5, dell'Accordo di programma
messa in sicurezza dei sedimenti pericolosi del Porto di Napoli e realizzazione terminale di Levante
Legge 426/98 risorse stanziate per la bonifica del sito d’interesse nazionale di Napoli orientale, gestite dal Commissario di Governo
non presente 20.300.000,00
A carico dell'Autorità portuale
43.997.790,00 24.000.000,00
43.997.790,00 44.300.000,00 TOTALE GENERALE DELL'OPERAZIONE 151.377.864,00 282.763.677,00 Elaborazione C.d.c. su dati ricavati dagli accordi di programma
Dal confronto tra i due piani finanziari è subito rilevabile un incremento di
costi pari ad € 131.385.813 (l’ 86% in più rispetto alla prima previsione).
Tale aumento dei costi deve porsi in relazione alla previsione di interventi
ulteriori, quali principalmente la bonifica degli arenili e dei fondali antistanti e la
rimozione ed il trasporto dei materiali di colmata a Piombino; interventi che
trovano copertura finanziaria in fonti diverse da quelle originariamente
individuate (le quali mantengono la loro destinazione) e precisamente:
- € 50.000.000 - Fondo investimenti Ministero ambiente;
- € 50.000.000 - assegnazioni CIPE dal FAS ex legge 266/05, art.1 , co.
415 e 416;
24
- € 31.083.503 - Fondi regionali dal P.O.R. 2000/2006 misura 1.8;
- € 302.310 - legge 426/98 per la Darsena di Levante del Porto di
Napoli33.
Dall’analisi dei singoli importi risulta, inoltre, che:
- il finanziamento ex legge 388/2000, art. 114 (€ 75.059.174), pur
rimanendo immutato nel suo complesso, è stato rimodulato come segue: un
minor importo è stato destinato alla bonifica dell’area industriale in senso stretto
e la restante cifra sarà utilizzata per spese amministrative di gestione e per altri
interventi (realizzazione del diaframma plastico per evitare il perpetuarsi
dell’inquinamento della falda acquifera)34;
- i fondi gestiti dal Commissario del Governo, per l’attivazione della
discarica di Pianura (€ 15.000.000), vengono destinati alla messa in sicurezza
del costone di Posillipo, da realizzarsi con quei medesimi materiali destinati in
precedenza alla discarica.
Maggiore attenzione va riservata alla problematica riguardante la “colmata”
ed alle vicende che hanno portato alla destinazione dei materiali di risulta a
Piombino con conseguente lievitazione dei costi.
Nell’Accordo del 2003, la rimozione della colmata, comprensiva del riutilizzo
del materiale per la Darsena di levante del porto di Napoli, era a carico
dell’Autorità portuale per un importo complessivo di € 43.997.790.
Nella sottostante tabella (tab. 2) viene posto in evidenza il costo finale
dell’operazione preventivato nell’Accordo del 2007 (€ 144.300.000).
33 Si ricorda che nell’Accordo del 2003 la rimozione della colmata e la sistemazione della darsena di levante era a totale carico dell’Autorità portuale, mentre con l’accordo del 2007 l’impegno finanziario, per la sola sistemazione della Darsena, dell’Autorità portuale scende a € 24.000.000, il restante è a carico del Commissario di governo. 34 Gli importi minori della bonifica sono dovuti al fatto che una parte della stessa è stata effettuata dai realizzatori delle opere finali (Porta del parco, Turtle point, Parco dello sport) e quindi i relativi costi sono rientrati in tali appalti in forma di variante.
25
TAB. 2
RIM RIMOZIONE COLMATA (sma smantellamento-conferimento materi materiali a Piombino- trattamento della parte restante a Bagnoli- sistemaz zione scogliera
50.000.000 Fondi ministero
ambiente
ATTIVITA’ ACCESSORIA alla rimozione a Bagnoli e a Piombino
50.000.000 Assegnazione CIPE dal
FAS
REALIZZAZIONE DARSENA DI LEVANTE
20.300.000
24.000.000
A carico del Commissario di Governo. A carico dell’Autorità portuale di Napoli.
TOTALE 144.300.000
Elaborazione C.d.c. su dati rilevati dall’Accordo di programma luglio 2007
Va opportunamente evidenziato che l’incremento dei costi che si registra con
l’Accordo del 2007 sembra potersi attribuire solo in minima parte (€31.083.503)
alla bonifica degli arenili e dei fondali, per i quali erano già previsti stanziamenti
nei fondi POR Campania 2000/200635.
Una forte dilatazione si annota anche nei tempi di realizzazione delle opere
(v.oltre). E’ previsto, infatti, che il nuovo Progetto possa realizzarsi in 34 mesi a
partire dalla stipula dell’Accordo di programma quadro del 31/12/2007, laddove
l’Accordo del 2003 fissava tale termine al mese di giugno 2007.
Da quanto finora riferito emerge un dato effettivo che è quello rappresentato
dai gravi ritardi che si sono andati accumulando, nonostante i correttivi e rimedi
introdotti in corso d’opera, nel processo di bonifica, ritardi che delineano un
quadro decisamente negativo, connotato da inefficienze operative e scarsa
cognizione delle problematiche sottese alla realizzazione dei programmi.
Va, infatti, stigmatizzato che il decreto ministeriale 31/07/2003 di
approvazione dell’Accordo di programma, aveva esplicitamente subordinato
l’inizio dei lavori di bonifica all’approvazione da parte del Comune di Napoli del
progetto della discarica di Pianura Pisani, indicata dal Sindaco di Napoli, in
35 La bonifica degli arenili e dei fondali non era prevista nell’Accordo di programma del 2003 che disciplinava unicamente le attività di competenza della Bagnolifutura S.p.A. sulla base della legge 582/96, mentre la bonifica degli arenili, della cui realizzazione è responsabile il Commissario del Governo è attività disciplinata dal DM 471/99.
26
occasione della stipula del citato Accordo, quale sito per il conferimento dei
materiali inerti provenienti dalla bonifica stessa. Sulla scorta dell’approvazione
di tale progetto la Bagnolifutura, società di trasformazione urbana del Comune,
sottoscriveva il contratto di appalto e consegnava i lavori di bonifica pur nella
consapevolezza che il sito indicato per il conferimento degli inerti non era nella
disponibilità del Comune, né lo sarebbe mai divenuto 36.
Altro motivo di censura è fornito dalla vicenda legata alla procedura di
esproprio che coinvolge il Sindaco di Napoli nella doppia veste di “Sindaco” e di
“Commissario del Governo per il settore bonifiche” 37. Si sa per certo che
l’ipotesi di esproprio è stata assentita dal Comune con delibera della Giunta del
10/09/04, n. 2862, ma dagli atti istruttori non emergono elementi di forte
dissuasione al proseguimento della relativa procedura, se non quello introdotto
dalla Soprintendenza38, né è dato rilevare iniziative risolutive da parte del
Commissario del Governo alle bonifiche, per giunta firmatario dell’Accordo di
programma che gli addossava i costi per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla
bonifica dei suoli. Una nota del Ministero dell’ambiente del 25/07/05 informa
che “l’utilizzazione del sito di Pianura risulta non del tutto coincidente con i
tempi di bonifica a causa delle difficoltà emerse nella preparazione della
36 La discarica di Pianura ha operato per 40 anni, fino a quando il Prefetto di Napoli, su delega del Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti ex OPCM 07/10/94, non ne ha disposto la chiusura con ordinanza 28/12/95. Con successiva ordinanza n. 279/2002 il Commissario per l’emergenza rifiuti disponeva interventi di messa in sicurezza per totale saturazione della discarica. Con delibera 323/2004, il Presidente della Giunta regionale campana approvava la variante generale al Piano regolatore che nel luogo della discarica dei Pisani, a Pianura, configurava la realizzazione di un parco sportivo di circa 60 ettari. Ciò nonostante, per dare inizio ai lavori di bonifica e non perdere i finanziamenti comunitari, era necessario individuare una discarica; ciò emerge dal resoconto della seduta del Consiglio comunale del 19/02/2007 ove, per voce del Vicesindaco, viene dichiarato: “l’indicazione del sito di discarica in contrada Pianura-Pisani, fu esplicitata esclusivamente per consentire la conclusione dell’Accordo di programma” (cfr Relazione della Commissione di vigilanza). Anche la soluzione proposta di conferimento dei rifiuti nella cava sita nel Comune di Formia, località Penitro, è apparsa dilatoria, essendosi rivelata d’impossibile realizzazione. 37 Cfr Ordinanze PCM 21/10/99, n. 3011 e 21/12/99, n. 3031. . 38 La motivazione addotta dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Napoli e provincia nel decreto del 07/09/05, con riguardo alla non coincidenza della Bagnolifutura s.p.a. con il Comune di Napoli, fa discutere sulla legittimazione della società medesima alla gestione, affidata in house, dei complessi interventi in esame; ciò anche alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia su una STU francese nella quale si evidenzia che una STU non può considerarsi soggetta a controllo analogo, in quanto si muove, per sua natura, seguendo interessi commerciali che sfuggono al controllo del Comune (Corte di giustizia sentenza C-220/05 del 18 gennaio 2007: “nel caso di società commerciali, quali sono le STU, la loro azione obbedisce e persegue obiettivi di natura differente da quelli di un’amministrazione pubblica, o comunque determina la propria azione in maniera del tutto autonoma rispetto agli indirizzi dell’ente locale, sottoponendosi unicamente agli obblighi contrattuali (convenzione con l’ente locale azionario) ed al diritto societario). Nel caso di specie è presente un nuovo elemento rappresentato dalla partecipazione della Società di trasformazione urbana direttamente all’Accordo di programma del luglio 2003.
27
convocazione della Conferenza dei servizi propedeutica alla dichiarazione di
pubblica utilità” (cfr nota 16, pag. 9).
4. ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO DEL 21 DICEMBRE 2007.
Per gli interventi di bonifica negli ambiti marino–costieri presenti all’interno
dei siti di bonifica d’interesse nazionale di Napoli Bagnoli-Coroglio e di
Piombino, si è ritenuto necessario ricorrere ad uno strumento di
programmazione negoziata e, pertanto, in data 21 dicembre 2007, è stato
sottoscritto un “Accordo di programma quadro” tra tutti i soggetti istituzionali
interessati 39.
Per un costo preventivato pari ad € 288 milioni, l’accordo prevede
esattamente:
- la totale rimozione della colmata di Bagnoli;
- il conferimento di gran parte dei materiali rimossi, non pericolosi, a
Piombino;
- la realizzazione di una barriera soffolta per proteggere i fondali
bonificati;
- la rimozione dei sedimenti pericolosi presenti nello specchio d’acqua;
- la ricostruzione dell’arenile antistante l’area ex ILVA;
- il dragaggio dei fondali e rinascimento spiaggia 40.
I tempi di realizzazione previsti dall’accordo sono i seguenti:
39 Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dei trasporti, Ministero delle infrastrutture, Ministero dell’università e ricerca, Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque in Regione Campania, Provincia di Livorno, Provincia di Napoli, Autorità portuali di Piombino e di Napoli, Comuni di Piombino e di Napoli, Circondario Val di Cornia e società Bagnolifutura SpA. 40 L’Accordo permette di conciliare esigenze tipicamente ambientali, di messa in sicurezza e bonifica connesse al contestuale rilancio produttivo dei territori e relative a tre siti d’interesse nazionale coinvolti: Piombino, Bagnoli-Coroglio e Napoli orientale; nel contempo consente di dare risposte alle seguenti problematiche: necessità di affrontare l’esigenza ambientale Bagnoli-Coroglio mediante la rimozione della colmata e la successiva bonifica dei fondi marini antistanti il SIN; l’impossibilità di realizzare a Bagnoli siti di deposito temporaneo dei materiali derivanti da tale attività, nonché la mancanza, in tempi brevi, di utilizzi alternativi per i materiali derivanti dalla colmata, attraverso il conferimento, nel rispetto della normativa vigente, dei sedimenti non pericolosi nelle vasche di colmata del Porto di Piombino; necessità da parte del Porto di Piombino di realizzare nuove aree utilizzabili a fini portuali, mediante la creazione di vasche di raccolta ove refluire sia i sedimenti
derivanti dalla bonifica dell’area portuale che materiale idoneo proveniente dall’esterno (Cfr Nota Ministero ambiente del 6 marzo 2008, n. 5558/QDV/IX).
28
settembre 2008 per la progettazione e affidamento lavori; marzo 2010 per la
rimozione della colmata; aprile 2010 per la bonifica degli arenili.
Con la stipula dell’Accordo di programma quadro perdono valore le
precedenti pattuizioni che impegnavano: il Comune di Napoli a mettere a
disposizione la discarica di Pianura-Pisani per il conferimento dei rifiuti derivanti
dalla bonifica dei suoli delle aree ex ILVA ed ex ETERNIT, nonché degli
eventuali, ulteriori rifiuti provenienti dalla rimozione della colmata di Bagnoli,
ove non fosse stato possibile, nei tempi previsti, il riutilizzo degli stessi da parte
dell’Autorità portuale; il Commissario del Governo ad assegnare la somma di 15
milioni di euro al Comune di Napoli per sostenere i costi di smaltimento nella
discarica localizzata in località Pianura, nonché ad assegnare 10 milioni di euro
al predetto Comune per lo smaltimento dei materiali provenienti dalla colmata a
mare qualora l’Autorità portuale non avesse compiuto le attività di sua
competenza; la società Bagnolifutura a corrispondere sei milioni di euro a
concorso della copertura dei costi stimati per la rimozione della colmata;
l’Autorità portuale di Napoli a rimuovere la colmata di Bagnoli ed a sostenere i
costi, stimati in euro 43.997.790,00 per lo smaltimento, il trattamento ed il
trasporto dei materiali derivanti dalla colmata stessa al fine del loro impiego per
la realizzazione del terminal di levante.
All’atto della sottoscrizione dell’Accordo quadro apparivano evidenti i
vantaggi temporali che si sarebbero realizzati con il trasporto dei materiali
provenienti dalla bonifica a Piombino, essendosi dichiarata l’esistenza in detta
località di una cassa di colmata già in essere, con annessa piattaforma per il
recupero di scorie siderurgiche, laddove nella Darsena di levante del porto di
Napoli l’equivalente “cassa” doveva ancora essere realizzata. In realtà, però,
tale previsione favorevole è stata smentita dai fatti, poiché nel mese di gennaio
2009 l’operazione “rimozione della colmata e trasporto a Piombino” non era
ancora iniziata, anche per indisponibilità delle strutture di accoglienza. A tale
data si era solo concretata l’autorizzazione del Prefetto di Napoli allo
svolgimento della gara per il trasporto dei materiali a Piombino e la costituzione
29
da parte della Giunta della Regione Toscana del previsto “Osservatorio” (vedere
oltre). Per contro l’Autorità portuale di Napoli ha reso noto41 che i lavori per la
Darsena di levante, sia pure con i ritardi di cui si darà conto più avanti, sono in
fase di avvio.
Suscita, tuttavia, non poche perplessità il fatto che l’Accordo quadro abbia,
comunque, iniziato a spiegare i propri effetti sulla scorta di un provvedimento
presupposto (l’Accordo di programma del luglio 2007) al momento privo di
efficacia per rifiuto di registrazione da parte della Corte dei conti.
Nella tabella seguente (TAB.3) si riportano i dati concernenti la componente
finanziaria dell’Accordo di programma quadro per la parte riguardante Bagnoli.
TAB. 3 ATTIVITA’ SPECIFICHE COSTI IN EURO
RIMOZIONE COLMATA RIMOZIONE HOT POST RIMOZIONE SCOGLIERA E CONFERIMENTO MATERIALI A PIOMBINO
Scavo e trasporto hot post Scavo e trasporto materiali e scogliera Rimozione e lavaggio scogliera di protezione colmata Conferimento materiali a Piombino
650.000 19.500.000
450.000
42.540.000
totale 63.140.000
ATTIVITA’ ACCESSORIE
Bagnoli Piombino
3.000.000 5.600.000
totale 8.600.000
BONIFICA DELL’ARENILE E DEI FONDALI
Scavo e trasporto sedimenti non pericolosi Conferimento in vasca a Piombino sedimenti non pericolosi Scavo e trasporto sedimenti pericolosi Trattamento sedimenti pericolosi Realizzazione barriera soffolta Ricostruzione arenile
10.800.000
23.560.000
430.000
1.270.000
3.000.000
4.800.000 totale 43.860.000
COMPLETAMENTO BONIFICA FASCIA COSTIERA
Realizzazione barriera fisica per acque sotterranee nella zona antistante area ex ILVA Realizzazione diaframma plastico e bonifica arenili Scavo e trasporto sabbie inquinate non pericolose Conferimento a Piombino delle sabbie inquinate non pericolose
8.500.000
13.583.503
600.000 1.300.000
totale 23.983.503
TOTALE GENERALE 139.583.503
Elaborazione C.d.c. su dati ricavati dall’Accordo di programma quadro dicembre 2007
41 Nota prot. n. 300 del 12/02/09.
30
Nella sottostante tabella (TAB.4) sono indicate, invece, le fonti di
finanziamento dell’Accordo di programma quadro42:
TAB.4
FONTE FINANZIAMENTO IMPORTO (in euro)
Ministero ambiente e tutela del territorio e del
mare - cap. 7506 - legge 338/01, art.114.
8.500.000
Fondo investimenti Ministero ambiente e tutela
del territorio e del mare – cap. 7082 -
50.000.000
Assegnazioni CIPE dal FAS – legge 266/05, art.
1, co. 415/416 (riserva premiale).
50.000.000
Regione Campania – bilancio ordinario - 15.600.000
Regione Campania – fondi strutturali –
POR Campania 2000-2006, misura 1.8
15.483.503
Totale 139.583.503
Elaborazione C.d.c. su dati ricavati dall’Accordo di programma quadro dicembre 2007.
Risulta evidente che l’Accordo di programma quadro, seppure connesso con
l’Accordo di programma del luglio 2007, disciplina in modo particolare le
questioni ricadenti nel progetto Bagnoli-Piombino, accantonando il problema
concernente la Darsena di levante che viene disgiunto anche da quello relativo
alla rimozione della colmata, i cui costi preventivati risultano, nel frattempo,
cresciuti in maniera esponenziale, come appare dal seguente prospetto:
luglio 2003 Luglio 2007 Dicembre 2007 Costi rimozione
colmata € 43.997.790 € 100.000.000 € 115.600.000
Invero, lo stanziamento di € 115.600.000 previsto dall’Accordo di
programma quadro per la rimozione della colmata e per la realizzazione della
totalità degli interventi previsti dal Progetto preliminare, si è rivelato
insufficiente, atteso che il relativo costo è stato stimato in euro 175.000.00043.
42 Da tenere presente che l’Accordo di programma quadro prevede anche una seconda fase, riguardante la bonifica dei fondali oltre i 5 metri, in cui si prevede di rimuovere mc. 2.333.458 di sedimenti non pericolosi, con un impegno economico di circa 70 milioni di euro, le cui fonti di finanziamento sono da reperire. 43 Somma indicata dal Provveditore alle OO.PP. con nota n. 602 del 20/01/09.
31
In ragione di ciò è stata scelta la soluzione di realizzare gli interventi per
stralci funzionali (al riguardo cfr. 6.1), provvedendo subito alla messa in
sicurezza della colmata attraverso una barriera soffolta che consentirebbe di
procedere alla bonifica del litorale ai fini della balneazione e in un secondo
momento eseguire la bonifica del tratto di mare antistante all’area e, da ultimo,
“se e quando saranno reperiti i relativi fondi”, procedere alla rimozione della
colmata”44.
Al fine di fornire una maggiore informativa, in termini di risorse finanziarie
stanziate, sul tortuoso percorso seguito per condurre a soluzione la bonifica del
sito industriale di Bagnoli-Coroglio, giova far presente che: gli originari
43.997.790 euro messi a disposizione dall’Autorità portuale di Napoli per la
rimozione colmata, dopo l’Accordo di programma quadro, tornano nella
disponibilità della stessa Autorità per la realizzazione della Darsena di Levante
con altri materiali reperiti con il dragaggio del porto di Napoli; i 75 milioni di
euro messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente a valere sui fondi stanziati
dalla Finanziaria 2001 ed allocati sul capitolo 7506, restano finalizzati alla
bonifica delle aree ex industriali, ma di questi soltanto una parte, pari ad euro
8.500.000, viene presa a riferimento nell’Accordo di programma quadro per la
realizzazione del diaframma plastico che impedisca l’inquinamento marino
attraverso la falda acquifera, rendendo necessario reperire altri fondi da capitoli
promiscui o da assegnazioni effettuate dal CIPE a valere sul “Fondo aree
sottoutilizzate” (FAS)45.
5. LA DARSENA DI LEVANTE.
Si è già detto in precedenza, illustrando l’Accordo di programma del
31.07.2003, che la rimozione della colmata di Bagnoli, da eseguirsi a carico
44 Sempre che nel frattempo non venga trasformata in “piazzetta per lo svolgimento del Forum culturale del 2013”, come riferiscono organi di stampa. 45 Giova far presente che dal citato cap. 7506, ora confluito nel cap. 7503, art.3 , sono stati erogati finanziamenti per € 7.500.000,00, la restante somma a suo tempo stanziata sul capitolo, pari a € 67.553.257, viene riportata tra i residui passivi fino all’esercizio finanziario 2007 per poi cadere in perenzione nell’esercizio successivo.
32
dell’Autorità portuale di Napoli, mirava a trasformare la Darsena di levante del
Porto di Napoli in un’area portuale da attrezzare a terminal contenitori mediante
il marginamento e successivo riempimento con i materiali derivanti dalla
demolizione della stessa colmata.
Il progetto preliminare di “adeguamento della Darsena di levante a Terminal
contenitori mediante colmata e conseguenti opere di collegamento” è datato
20/12/01.
Un articolato iter amministrativo determinato dall’esigenza di integrare il
progetto iniziale, in ottemperanza alle prescrizioni imposte da varie Conferenze
di servizi, ne ha consentita l’approvazione solo alla data del 10/03/2005. A
complicare ancor più la situazione è intervenuta la legge finanziaria 2005 (art. 1,
co. 57) con l’imposizione del tetto di spesa agli impegni, che ha impedito, di
fatto, la realizzazione degli investimenti programmati per tutto il corso degli anni
2006 e 200746.
Poiché nel frattempo, con decreto interministeriale47 del 25 marzo 2003,
era stata resa operativa la rimozione della colmata di Bagnoli, il progetto è stato
inserito nel Piano urbanistico attuativo (P.U.A.) approvato il 16 marzo 2005 dal
Consiglio comunale di Napoli che prevede: la rimozione della colmata di Bagnoli,
la bonifica dei fondali e la restituzione della spiaggia alla cittadinanza. Il
progetto definitivo, all’interno del quale è prevista la rimozione della colmata,
presentato dall’Autorità portuale nel giugno del 2004, è stato, infine, approvato
dal Provveditorato interregionale alle opere pubbliche il 27/04/2005, dal
Consiglio superiore dei lavori pubblici il 17/11/2005 e dal Ministro dell’ambiente
con D.M. del 21/12/2005.
46 Le opere marittime sono spesso ostacolate o rallentate dalla severità delle prescrizioni ambientali la cui applicazione nei singoli casi viene a sconvolgere il cronoprogramma dei lavori fino ad arrivare a situazioni di blocco delle attività per lunghi periodi (cfr nota Ministero infrastrutture e trasporti del 23/02/09). 47 Ministro dell’ambiente e tutela del territorio di concerto con i Ministri delle attività produttive e della salute, sentita la regione Campania.
33
Una perizia di variante presentata dalla stessa Autorità48 ha reso necessaria
una seconda approvazione nel gennaio 2007, cui faceva seguito l’autorizzazione
definitiva del 02/07/08.
Nelle more della definizione dell’iter approvativo del progetto, a seguito
dell’aggravarsi della situazione di criticità venutasi a determinare dopo
l’interdizione di fruibilità degli arenili a Nord e a Sud della colmata (Ord. Sindaco
di Napoli n. 1304 del 02/08/06), in adesione alla proposta formulata con lo
studio di fattibilità redatto, nell’aprile 2007, da Sviluppo Italia S.p.A su incarico
del Commissario del Governo, veniva individuata l’ipotesi del trasferimento dei
materiali provenienti dalla colmata non più nella Darsena di levante, bensì a
Piombino.
Riguardo alla realizzazione del Terminal di levante, la quantità di materiale
occorrente, pari a 1,2 milioni di mc, sarebbe, invece, stato recuperato
nell’ambito degli interventi di bonifica delle aree portuali comprese nel sito
d’interesse nazionale “Napoli orientale”, individuato dall’articolo 1, comma 4
della legge 9 dicembre 1998, n. 426 e perimetrato con ordinanza commissariale
del 29 dicembre 199949.
Quanto allo stato di realizzazione della Darsena suddetta, per opportuna
notizia, si fa presente che l’Autorità portuale di Napoli con nota prot. n. 4/09 del
07/01/09, ha così riferito.
“In data 20/02/08 sono iniziati i lavori per la realizzazione del Circuito di
presa d’acqua di raffreddamento per la centrale di Napoli orientale e misura di
sicurezza d’emergenza della falda il cui appalto è stato autorizzato per un
importo di € 24.500.000 (grado di realizzazione, 50%)50.
In data 10/11/08, è stato approvato il Progetto esecutivo per l’adeguamento
della nuova Darsena a terminal contenitori mediante colmata-struttura cassa e
48 Dato il tempo trascorso l’Autorità portuale aveva ritenuta necessaria una integrazione al “piano di caratterizzazione” della Darsena di levante che venne interpretata dalle Autorità interessate come proposta di variante al progetto definitivo. 49 Pubblicata sulla G.U. dell’ 8 marzo 2000, n. 56. Il materiale utilizzato sarà costituito solo dai sedimenti indicati come non pericolosi dal Progetto preliminare di bonifica del Porto di Napoli predisposto da ICRAM ed approvato, ex art. 14 della legge n. 241/90, nella Conferenza dei servizi decisoria del 28.02.2006. 50 Il progetto definitivo è del 21/12/04, quello esecutivo del 18/10/06.
34
banchina. Il progetto, che reca un importo di € 154.00.00051, ha ottenuto la
pronuncia di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’ambiente in
data 09/01/08 ed il parere di conformità urbanistica da parte del Comune di
Napoli il 24/06/08. Il bando di gara è stato pubblicato il 14/01/09.
Il Progetto di dragaggio dei sedimenti del Porto di Napoli, da utilizzare per la
Darsena di levante, è in corso di redazione”.
TAB. 5 FONTI DI FINANZIAMENTO
Fondi MIT –DM 3199/06 112.245.793,40
L. 388/00 – DM 02/05/01 (di autorizzazione alla stipula di mutui ammortizzabili dallo Stato in 15 anni)
16.591.514,70
POR Campania 06/13_ DGR 941/08
7.662.691,90
L. 296/06, art.1, co.991 – DM 152T/07
17.500.000
TOT. 154.000.000
Elaborazione C.d.c. su dati dell’Autorità portuale di Napoli
Da quanto rappresentato è ovvio dedurre come i tempi previsti per la
realizzazione della Darsena di levante abbiano subito continui slittamenti
correlati a ripetute richieste di integrazioni al progetto da parte della Conferenza
dei servizi, integrazioni che a richiesta degli Organi ministeriali hanno dato luogo
alla pretestuosa presentazione di elaborati progettuali ex novo e conseguenti
ritardi, da parte dello stesso Ministero, al rilascio delle pertinenti autorizzazioni
(inizio lavori, VIA).
6. IL COMMISSARIO DI GOVERNO.
L’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri del 25.02.99, n.2948,
inserisce la bonifica dei siti contaminati di Bagnoli-Coroglio e dell’area
antistante52 tra le competenze in precedenza attribuite, con OPCM 18/03/96, n.
2425, al Commissario per l’emergenza rifiuti, Presidente della Regione
51 Nella tab. 5 si riportano le relative fonti di finanziamento. 52 L’intervento del Commissario riguarda l’arenile e le aree antistanti , mentre per la bonifica del sito industriale ex ILVA ed ETERNIT è competente la Bagnolifutura.
35
Campania, al quale, contestualmente, è stato affiancato il Sindaco di Napoli con
compiti specifici di:
- progettazione in forma integrata e realizzazione d’interventi di
risanamento ambientale, igienico-sanitari ed idrogeologici di alcune zone;
- progettazione e realizzazione d’interventi di ripristino della morfologia
naturale della costa e la sistemazione delle infrastrutture la cui permanenza è
prevista dallo strumento urbanistico;
- disposizione di messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e
monitoraggio dei siti da bonificare.
L’ordinanza dispone, inoltre, che i due Commissari delegati “dispongano in
materia di accesso alle aree interessate, per le occupazioni d’urgenza e per le
eventuali espropriazioni”.
Successive Ordinanze53 conferiscono ai due Commissari delegati compiti
specifici di progettazione e realizzazione d’interventi di bonifica dei siti inquinati
dell’arenile di Bagnoli-Coroglio, promuovendo anche un’attività di ricerca per
prevenire e ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti.
Con OPCM del 22.12.00, n. 3100, tutte le competenze, nonché le relative
risorse già stanziate per la bonifica in argomento, sono, nuovamente, accentrare
in capo al Commissario delegato, Presidente della Regione Campania, al quale
sono attribuiti anche compiti sostitutivi, in caso di inadempienze dei competenti
Uffici comunali e regionali, per la progettazione e realizzazione degli interventi di
caratterizzazione, ripristino e di messa in sicurezza dei siti inquinati.
Infatti, a valere sui fondi POR della Regione Campania 2000/200654, con
ordinanza n.233/04 del Commissario, risultano affidati in house, secondo
l’Ordinanza del Ministero dell’Interno, coordinamento Protezione civile, n.
3100/200055, ad ARPAC, ICRAM ed alla Società SVILUPPO ITALIA AREE
53 Cfr OPCM n. 3011 del 21/10/99 e n. 3031 del 21/12/99. 54 Fondo FERS, di cui all’Asse 1, misura 1.8 55 Ord. 3100/00, art.15, co.4: “ per lo svolgimento delle attività di propria competenza, il Commissario delegato – Presidente della Regione Campania- può avvalersi di società specializzate a totale capitale pubblico, con riconoscimento, a favore delle medesime, dei costi sostenuti e documentati, preventivamente autorizzati dal Commissario delegato”.
36
PRODUTTIVE (SIAP), interventi di subperimentazione, caratterizzazione e
bonifica per la messa in sicurezza dei siti inquinati di Bagnoli.
In particolare, l’ordinanza affida all’ARPAC attività di caratterizzazione
nell’ambito del SIN Coroglio-Bagnoli con assegnazione di risorse finanziarie pari
a € 2.000.000; all’ICRAM attività di caratterizzazione delle aree marine,
nell’ambito del SIN per un importo complessivo di € 494.770 e alla SIAP attività
di stazione appaltante per l’attuazione dell’intervento “bonifiche con misure di
sicurezza degli arenili”, con assegnazione di risorsa finanziaria nell’ordine di €
12.911.422,47, successivamente rimodulata in € 12.675.418,3256.
Nello specifico, l’ICRAM57, già nel settembre 1999, aveva ricevuto l’incarico,
da parte del Ministero dell’Ambiente e del Commissario delegato, di svolgere
un’indagine sui fondali marini antistanti all’area di Bagnoli, finalizzata ad una
valutazione della qualità ambientale del sito, dalla quale era risultato un elevato
stato di contaminazione da metalli pesanti, soprattutto nell’area antistante la
colmata.
Nell’anno 2002 l’ICRAM integra il precedente studio; nell’anno 2004, su
incarico del Commissario del Governo, l’ICRAM formula il Piano di
caratterizzazione ambientale (sulla base dell’Ord. 233 del 31/12/04).
Con ordinanza 126 del 5/11/05, viene richiesto, dal Commissario di Governo,
un approfondimento delle indagini di caratterizzazione sugli arenili a nord della
colmata.
Nel dicembre 2007 l’ICRAM termina il progetto consistente nella:
- relazione finale dell’attività di caratterizzazione ed indagini integrative di
tipo geofisico sugli arenili a nord della colmata;
56 Cfr. Ord. commissariale 174/06. 57 Ente di ricerca che fornisce supporto tecnico scientifico al Ministero dell’Ambiente per tutto quello che riguarda l’ambiente marino; in particolare, per quanto attiene agli impatti dovuti ad attività industriali e produttive sull’ambiente mare, l’ICRAM collabora ad interventi di bonifica e risanamento ambientale dei siti contaminati. Lo strumento, principale attraverso cui l’ICRAM svolge il proprio incarico è il “piano di caratterizzazione. Cfr. Decreto Ministero ambiente 18 settembre 2001, n. 468: "Art. 10 (Convenzione con ICRAM). - La convenzione con l’ICRAM per la caratterizzazione e gli interventi sulle aree marine e' stipulata dal Ministero dell'ambiente."; la natura della collaborazione è stata ulteriormente rafforzata con DM 28 novembre 2006,n. 308, art. 5, dove è previsto che l’ICRAM possa eseguire direttamente attività di caratterizzazione all’interno dei SIN e redigere il progetto preliminare di bonifica.
37
- predisposizione del Progetto preliminare di bonifica dell’area marina
perimetrata con ipotesi di attuazione per fasi del progetto stesso;
- consulenza tecnico scientifica al Commissario per la progettazione degli
interventi di bonifica sugli arenili.
Le spese sostenute dall’ICRAM, per l’incarico in parola ammontano a €
217.522; il Commissario di Governo ha liquidato l’importo di € 150.000.
La SIAP, dopo aver predisposto e portato ad approvazione il progetto
preliminare e quello definitivo di bonifica, ai fini dell’affidamento delle opere, con
bando pubblicato sulla GUCE del 23/03/06, n. 57, ha indetto una gara ristretta
per l’aggiudicazione, al prezzo più basso, dei lavori di “bonifica con misure di
sicurezza degli arenili di Bagnoli-Coroglio”, consistenti nell’allestimento dell’area
di cantiere e delle strutture di servizio. La gara è stata aggiudicata alla R.T.I.
FENICE S.p.A.- DE VIZIA TRANSFER S.p.A. (quest’ultima in qualità di mandante)
per un importo complessivo di € 6.846.200,71. La consegna dei lavori è
avvenuta in data 06/09/06. I tempi di esecuzione sono stati previsti in giorni
29058.
Essendosi in corso d’opera riscontrate varie inadempienze contrattuali59, la
ditta appaltatrice è stata diffidata, in data 21/05/07, a “porre in essere tutte le
attività che consentano di rimuovere gli inadempimenti contestati e, comunque,
a proseguire le attività oggetto del contratto, ivi compresa l’attività di
riempimento degli arenili, entro 15 giorni, trascorsi i quali inutilmente si sarebbe
proceduto alla rescissione del contratto per grave negligenza o malafede
dell’esecuzione”. Nonostante il riscontro fornito dalla Ditta all’atto di diffida, alla
data del 06/07/07 la situazione non appariva mutata; tant’è che una relazione
58 Queste le specifiche tecniche del contratto: allestimento area di cantiere con predisposizione area per deposito temporaneo delle sabbie contaminate rimosse e delle sabbie trattate in impianto di lavaggio; rimozione strato di sabbia contaminata in corrispondenza del bagnasciuga ( da 20 cm a 100 cm max); messa in opera del telo permeabile a fondo scavo e successiva sostituzione delle sabbie rimosse con sabbia pulita fino a formare uno strato di m. 1 al di sopra del telo; collocamento delle sabbie contaminate rimosse in cumoli omogenei per essere caratterizzate; trattamento in sistema di lavaggio in loco, previa autorizzazione, in area esterna; realizzazione di un sistema di protezione delle sponde e fornitura di piattaforme per la discesa in acqua; smantellamento
dell’impianto di trattamento. Per altre informazioni cfr. pagine 42 e 43 della presente relazione. 59 Indisponibilità a gestire le sabbie contaminate con presenza di componenti con determinati valori di concentrazione; non corretta gestione dei fanghi derivanti dalle attività preliminari di lavaggio delle sabbie; illecita collocazione ai piedi dell’impianto di lavaggio dei materiali contaminati; non corretta gestione delle sabbie meteoriche scaricate in un canale anziché versate in apposite vasche.
38
del Commissario del Governo in data 02/11/0760 espone scenari poco
rassicuranti sulle condizioni dell’area di Bagnoli ove “appaiono ancora presenti
evidenti fenomeni d’inquinamento da sottoporre ad urgenti interventi di
bonifica”. In conseguenza di ciò in data 03/08/07 il contratto è stato
formalmente dichiarato risolto per grave inadempimento contrattuale, con
escussione immediata dell’importo totale della fideiussione (€ 1.367.780,39).
In esecuzione dell’Accordo di programma quadro del 21/12/2007,
l’Ordinanza del PCM, n. 3638 del 31/12/07, conferisce al Commissario delegato,
Presidente della Regione Campania, l’ulteriore somma di € 115.600.00061 per la
bonifica dei sedimenti dell’area antistante al litorale di Bagnoli e la rimozione
della “colmata”. In merito a quest’ultima, dopo la decisione di trasportare i
materiali di risulta non più alla Darsena di levante, ma a Piombino, il nuovo
Commissario del Governo delegato, nel frattempo nominato con OPCM n. 3654
del 01/02/08 nella persona del Direttore tecnico dell’Agenzia regionale per la
protezione dell’ambiente della Campania, ha siglato, in data 07/08/08, con
Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, una convenzione per la
elaborazione di un progetto preliminare per la rimozione della colmata e bonifica
dei fondali e indizione della relativa gara d’appalto. Il progetto, trasmesso al
Ministero dell’ambiente il 12/01/09, è stato approvato, con prescrizioni, in sede
di Conferenza dei servizi decisoria in data 26/02/09.
Da quanto rileva in ordine all’intera vicenda, è lecito dedurre che i poteri
extra ordinem conferiti ai Commissari con le suddette ordinanze non risultano
esercitati a pieno proprio nelle situazioni in cui l’intervento commissariale
sarebbe stato necessario per superare situazioni di stallo determinate dall’inerzia
o dalla riluttanza degli organi locali preposti ad assumere provvedimenti
impopolari (come nel caso della vicenda discarica). Viene, allora, da ritenere che
il vero problema possa risiedere non tanto nel proporre nuove e più stringenti
soluzioni normative, quanto nel farle rispettare ed è anche lecito interrogarsi
60 Fatta pervenire dal Dipartimento della protezione civile. 61 La somma è così ripartita: € 15.600..000 a valere sulle risorse POR Campania 2007/2013, € 50.000.000 a valere sulle risorse stanziate dal Ministero dell’Ambiente, € 50.000.000 avalere sulla riserva premiale non assegnata alla data del 30/09/06.
39
sull’opportunità di conferire poteri straordinari ad organi che, per il loro status
politico locale, hanno difficoltà ad esercitarli, in quanto suscettibili di subire
condizionamenti ambientali (protesta popolare etc..). In questa sede va,
quindi, ribadito quanto già osservato in precedenti indagini di questa Sezione
circa “l’opportunità di utilizzo dello strumento commissariale per funzioni
ordinariamente attribuite alle regioni e che, comunque, le regioni stesse devono
provvedere ad attuare nella veste straordinaria conferita loro dalle ordinanze
governative”.
Va, inoltre, osservato che il conferimento in house delle attività di
affidamento dell’intervento di bonifica alla società Sviluppo Italia, che per tale
compito in realtà si è avvalsa della propria controllata Sviluppo Italia aree
produttive S.p.A. (SIAP), anche se formalmente autorizzato da ordinanza
ministeriale, non appare in linea con i canoni previsti dalla giurisprudenza
europea e nazionale fissati per tale tipologia di affidamenti, in quanto la Società
in argomento pur essendo a capitale pubblico, non è, tuttavia, assoggettata,
come più volte affermato da questa Sezione del controllo, al “controllo analogo”
da parte dell’Organo pubblico conferente. Induce, infatti, a qualche riflessione il
fatto che una siffatta procedura “semplificata”, oltre ad ingenerare dubbi sul
piano della trasparenza amministrativa, sortisce anche l’effetto di sottrarre ai
controlli preventivi di legittimità gli atti di evidenza pubblica posti in essere dalla
società affidataria.
6.1 . STATO DEGLI INTERVENTI DI BONIFICA DEGLI ARENILI E
DEI FONDALI MARINI.
Per quanto riguarda la bonifica degli arenili di Bagnoli Coroglio e dei
fondali marini antistanti, si è già detto come il Commissario del Governo,
nell’ambito della propria competenza e in seguito alle risultanze delle indagini di
caratterizzazione effettuate a partire dagli anni 1999/2000, abbia affidato alla
Società Sviluppo Italia aree produttive (SIAP), in qualità di stazione appaltante,
40
giusta il disposto dell’Ordinanza commissariale 233/04, la redazione del relativo
progetto e l’indizione della gara d’appalto.
Il Progetto prevedeva la realizzazione della bonifica in due fasi:
- FASE 0:
a) realizzazione di una scogliera lungo i due arenili di Bagnoli e di Coroglio;
b) preparazione di un’area di deposito preliminare individuata in
corrispondenza della colmata;
c) rimozione delle sabbie contaminate dei due arenili di bagnoli e di
Coroglio;
d) trattamento delle stesse attraverso un impianto di soil washing;
e) posa in opera di un telo di “tessuto non tessuto” e riposizionamento di
sabbie pulite.
- FASE 1:
a) realizzazione di una barriera impermeabile per intercettare le acque di
falda contaminate;
b) posizionamento a tergo della barriera di un dreno per convogliare tali
acque in pozzetti di sollevamento;
c) rilancio di tali acque attraverso una condotta verso l’impianto di
trattamento;
d) impianto di trattamento acque in corrispondenza alla colmata.
La gara di appalto per la fase 0 è stata aggiudicata all’ATI, Fenice- De Vizia
Transfer s.p.a., la cui vicenda contrattuale è stata già descritta al precedente
punto 6.
Nel periodo di vigenza contrattuale la suddetta ATI ha realizzato la scogliera
lungo i due arenili di Bagnoli e di Coroglio (l’uno a nord e l’altro a sud della
colmata), ha approntato parzialmente un’area di deposito preliminare, ha
proceduto alla decontaminazione delle sabbie con il procedimento soil washing.
Tuttavia, tale sistema di trattamento non sembra aver prodotto gli effetti
auspicati, ciò in quanto, per l’ottenimento degli obiettivi di bonifica prefissati, il
materiale doveva essere trattato servendosi di additivi e solventi specifici, come
41
era stato chiaramente indicato nello schema di impianto progettato dalla SIAP in
sede di progettazione preliminare62.
Il trattamento adoperato dall’ATI, Fenice–De Vizia Transfer, è consistito,
invece, semplicemente nella separazione ad umido delle sabbie senza l’uso dei
prescritti additivi e solventi; dal che il pessimo risultato con riguardo alla
decontaminazione delle sabbie, che secondo le analisi fatte dall’ARPAC è del solo
10%63.
In ragione di ciò, come già esposto in precedenza, il contratto con la
suddetta ATI è stato rescisso con restituzione delle relative aree nel novembre
2007.
In seguito a tale accadimento, per il completamento dei lavori limitatamente
agli arenili di Bagnoli, la stazione appaltante, SIAP, indiceva una nuova gara e in
data 12/11/08 affidava alla Pescatore S.r.l i lavori di bonifica con misure di
sicurezza degli arenili – fase 0- lotto 1 (Lido comunale) con contestuale
consegna dei lavori che sono stati ultimati in data 22/12/0864.
In data 09/07/08 veniva inoltre stipulato con la stessa Pescatrice s.r.l., a
seguito di gara, il contratto d’appalto per il completamento dei lavori di bonifica
con misure di sicurezza degli arenili– fase 0- lotto 2 ( lidi denominati “Arenile”,
“Lido comunale”, “Lido Fortuna”). I relativi lavori sono stati ultimati in data
31/12/0865.
62 Cfr. Relazione sulle problematiche dell’impianto soil washing, redatta dalla SIAP e trasmessa a questa Sezione dal Commissario di governo con nota prot. 5106 del 08/05/09. 63 Cfr. relazione Servizio ispettivo Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture del 19/07/06. 64 Tali lavori sono consistiti in:
- esecuzione di analisi sulle sabbie inquinate e relativa classificazione; - rimozione dei materiali di varia natura presenti nell’area; - scavo sabbie inquinate per un totale di mc 2.850; - invio del materiale scavato alle discariche autorizzate, come da relativi verbali inviati in
copia a questa Sezione dalla struttura commissariale; - posa in opera del geotessuto al fondo scavo e posa di sabbie pulite (provenienti da cava
precedentemente individuata e accuratamente certificate da laboratori specializzati). La superficie oggetto di bonifica è pari a mq 2.850, mentre il volume di sabbia pulita è di
circa mc 2.850. 65 Tali lavori sono consistiti in:
- bonifica dagli ordigni bellici dell’area di intervento; - completamento dell’area di deposito provvisorio; - scavo della sabbie contaminate per mc 4.300; - trasporto delle sabbie nell’area di deposito provvisoria e successivo smaltimento;
42
Tuttavia, a seguito di eventi di forza maggiore (forti mareggiate), si sono
verificati danni ai lavori eseguiti che hanno reso necessario interventi di
ripristino ed attività di smaltimento di materiali in discarica 66.
La superficie oggetto di bonifica è pari a mq 15.520, mentre il volume di
sabbia pulita è di circa mc 16.153.
Alla data attuale i lavori di bonifica con misure di sicurezza degli arenili di
Bagnoli sono da considerarsi ultimati; in data 14/05/09 le aree sono state
restituite alla Capitaneria di porto di Napoli che contestualmente le ha restituite
all’Autorità portuale di Napoli.
Va evidenziato che, in forza dell’Accordo di programma del 21/12/07, le
sabbie da smaltire dovevano essere trasferite nella vasca di refluimento di
Piombino; in corso d’opera la stazione appaltante presentava specifica richiesta
in tal senso alla competente Autorità portuale di Piombino, appurando
l’impossibilità di tale trasferimento67.
Anche i lavori concernenti la realizzazione della fase uno, aggiudicati in data
15/06/07 all’ATI “SIBA-EMIT –SIF”, per un importo totale di € 6.880.284,7268,
risultano ultimati ed in regime di gestione provvisoria (cd. fase di “start up”) a
cura della Società affidataria, per una durata di 60 giorni.
Per quanto concerne l’intervento di bonifica dei fondali marini, è bene
rammentare che lo stesso è stato previsto, da ultimo, nell’Accordo di
programma quadro del dicembre 2007 ed è stato accomunato con le operazioni
di rimozione della colmata (per le vicende relative a tale questione cfr pagg.
23-25).
- abbancamento della sabbia inquinata in cumuli e ricoprimento degli stessi con telo
impermeabile; - posa in opera del geotessuto per separare le sabbie contaminate da quelle pulite di
ricoprimento; - ripascimento degli arenili con le suddette sabbie pulite; - realizzazione di pontili per la discesa a mare.
66 Cfr.Relazione Direttore lavori prot. 174/023 del 11/05/09, ricevuta dalla struttura commissariale in data 12/05/09. 67 Cfr. nota Vice commissario di governo per le bonifiche e la tutela delle acque della regione Campania prot. 6190 del 03/06/09, pag. 7. 68 Cfr. Ord. commissariale n. 174 del 30/10/08.
43
In ordine alla parte operativa si ribadisce che con Ordinanza 149 del
06/08/08 il Commissario del Governo delegato, nominato con OPCM del
01/02/08, n. 3654 nella persona del Direttore tecnico dell’Agenzia regionale per
la protezione dell’ambiente della Campania, ha incaricato il Provveditorato alle
opere pubbliche per la Campania, in qualità di stazione appaltante,
all’espletamento degli interventi previsti dal suddetto APQ.
Sulla base della relativa convenzione, datata 07/08/08, la struttura del
Provveditorato ha elaborato il progetto preliminare, approvato, con prescrizioni,
nel corso della Conferenza decisoria del 29/02/09 tenutasi presso il Ministero
dell’ambiente (Cfr. pag. 40).
In considerazione dei costi di realizzazione stimati dal Provveditorato “di
gran lunga superiori alle disponibilità stanziate”, si è addivenuti alla
determinazione di riorganizzare gli interventi per stralci funzionali (in tal senso
cfr. quanto esposto a pag. 32 della presente relazione). Alla data del 30/06/09,
risulta che da parte del Provveditorato alla opere pubbliche è stato elaborato lo
stralcio progettuale consistente nella sola bonifica dei fondali presentato al
Ministero dell’Ambiente in data 24/04/0969.
Per quanto attiene ai materiali di risulta ed al loro smaltimento, la struttura
commissariale ha fatto pervenire la relazione redatta da SIAP (stazione
appaltante), riguardante la supervisione delle attività di “carico, trasporto e
smaltimento delle sabbie contaminate provenienti dagli arenili a nord della
colmata di Bagnoli”, completa di dichiarazioni di avvenuto smaltimento e bolle di
trasporto. In totale la bonifica ha prodotto 7.764,64 tonnellate di rifiuti non
pericolosi (i rifiuti pericolosi non sono risultati presenti).
69 In risposta ad una richiesta istruttoria, il Comune di Napoli con nota del 10/02/09, n.177, nel
dichiararsi “estraneo alle attività indicate nell’Accordo di programma del dicembre 2007”, seppur firmatario dell’Accordo stesso, ha trasmesso copia di una missiva inviata al Provveditore alle opere pubbliche della Campania69 con la quale il Vicesindaco manifesta viva preoccupazione per i riflessi negativi che la mancata rimozione della colmata avrebbe comportato sul progetto edilizio della Bagnolifutura. Si desume dalla corrispondenza che il relativo progetto non trova adeguata copertura nell’Accordo di programma quadro del 2007.
44
7. GLI ORGANISMI PREPOSTI AL CONTROLLO
a)Gruppo di lavoro in seno al Ministero dell’ambiente
La legge 582/96 (art.1, co.4), istituiva un “ Comitato di coordinamento ed
alta vigilanza” delle attività di bonifica con il compito di supportare il Piano di
risanamento; si trattava di una commissione di esperti con il compito di
controllare e monitorare, almeno ogni 6 mesi, gli aspetti tecnico economici delle
attività di bonifica eseguite.
La legge 388/00 (co. 19, art.114), abolisce tale Comitato, prevedendone la
cessazione dell’attività a decorrere dalla costituzione di un nuovo organismo di
controllo in seno al Ministero dell’ambiente da costituirsi con decreto
interministeriale.
Il suddetto Comitato cessa, pertanto, le proprie attività il 31/07/03, data in
cui la competenza di vigilanza e controllo sulla corretta e tempestiva attuazione
del Piano di recupero di Bagnoli viene trasferita al Nucleo di valutazione del
Ministero dell’ambiente (NUVAL), che con DM 14/05/04 istituisce, nel suo seno,
una specifica unità operativa (attualmente denominata COVIS) incaricata di
svolgere un continuo monitoraggio e controllo dell’operato sull’area industriale di
Bagnoli, da effettuarsi in stretta collaborazione con la Commissione di collaudo
(nominata con il medesimo decreto ed il cui onere finanziario grava sulla
stazione appaltante).
Per effetto di successivi interventi normativi (Cfr. DPR 90/2007 – L.
133/2008) la composizione, la natura, l’organizzazione di detta unità sono più
volte variate, ma non già la funzione; al momento è in itinere un nuovo decreto
volto ad affidare all’organismo, secondo la configurazione normativa attuale, le
funzioni di attestazione e verifica del sito industriale di Bagnoli.
E’ bene precisare che nell’ambito ministeriale al predetto Nucleo compete la
valutazione degli interventi sotto l’aspetto tecnico e finanziario, mentre in capo
45
alla Direzione generale per la qualità della vita permane la responsabilità del
buon andamento ed esito dell’operazione.
Dagli atti istruttori rileva che il COVIS ha eseguito un solo sopralluogo in
data 6 giugno 2008, presentando una relazione che ripercorre l’iter
amministrativo della vicenda e riferisce sullo stato dei lavori a quella data,
senza, peraltro, dare riscontri di criticità, né suggerire rimedi ai ritardi
accumulati. Sul piano finanziario la relazione dà conferma dell’anticipo erogato
dal Ministero nella misura del 10% sul finanziamento previsto e fa presente che
la Bagnolifutura potrebbe rendicontare 33 milioni di euro circa, ed incassare,
quindi, il secondo anticipo (cosa che inspiegabilmente la società non ha fatto,
nonostante versi in precaria situazione economica).
Desta perplessità costatare come una struttura creata con specifici compiti
propulsivi, oltre che di vigilanza e controllo sulla corretta attuazione del piano di
recupero di Bagnoli, non sia andata oltre la mera constatazione dei fatti,
evitando ogni valutazione d’ordine critico e propositivo, ma limitandosi a
sostenere di non aver elargito alla Bagnolifutura ulteriori somme di denaro oltre
l’anticipo previsto per legge. Circostanza, questa, assai censurabile sul piano
sia dell’efficienza, sia dell’efficacia dell’azione amministrativa, atteso che
compito precipuo del Ministero è di assicurarsi che la bonifica venga realizzata e
che ben € 67.553.257 sono andati in perenzione amministrativa, immobilizzati,
quando potevano essere utilizzati per altre impellenti necessità.
b) Organismi di controllo che operano in seno alla Provincia ed al
Comune.
b.1) Ruolo della Provincia.
Oltre alla valutazione tecnica dei progetti presentati, con le modalità chiarite
dal DM 471/99, alla Provincia, attraverso lo strumento della Conferenza dei
servizi, di cui si è fatto ampiamente uso nella specifica circostanza, compete
principalmente lo sviluppo dell’istruttoria tecnica di controllo e verifica degli
46
interventi di bonifica e conseguente monitoraggio, nonché l’attestazione del
completamento degli interventi previsti mediante rilascio di apposita
certificazione amministrativa. L’attività è svolta dalla 5° U.O. Controlli, Area
“tutela ambientale della provincia di Napoli nella bonifica dei siti inquinati”.
b.2) Ruolo del Comune.
La delibera del Consiglio comunale di Napoli di costituzione della S.T.U.
Bagnolifutura (la n. 40 del 18/02/02) ha previsto anche la contestuale
istituzione, all’interno del Consiglio comunale, di una Commissione di vigilanza70
sull’attività della Bagnolifutura, con il compito di riferire annualmente al
Consiglio comunale in merito alla conformità del piano di intervento agli
strumenti urbanistici, all’adempimento delle attività demandate alla società
mediante il controllo su tutte le fasi delle attività stesse, nonché sulla situazione
economico finanziaria della società.
Nel marzo del 2008 la Commissione, (rinominata dal Consiglio Comunale con
Del. n.1 del 04/01/07), ha prodotto un rapporto (relativo alle attività svolte tra
il luglio 2005 e il settembre 2007) con il quale, nell’evidenziare difficoltà
operative interne causate dalla impossibilità a riunirsi con regolarità per la
continuativa mancanza del numero legale e dalla reticenza dei vertici della STU
a fornire notizie e rendicontazioni, (circostanze segnalate anche dalla
precedente Commissione), delinea un quadro allarmante che desta notevoli
preoccupazioni circa il futuro di Bagnoli.
Le principali criticità rilevate che, comunque, sono già state segnalate nel
corso della presente relazione, sono le seguenti:
- mancata disponibilità del sito di stoccaggio dei materiali inerti;
- assenza di strategie alternative a trovare ubicazione per i circa
800.000 mc provenienti dal piano di completamento;
70 Poiché la Bagnolifutura S.p.A. ha anche capitale della Provincia e della Regione, tali enti locali, con proprie deliberazioni, hanno riconosciuto, quale organo di controllo comune, la suddetta Commissione di vigilanza.
47
- mancata definizione delle trattative per l’acquisizione dei restanti
suoli facenti parte del PUE;
- accumulo di notevoli ritardi rispetto al cronoprogramma fornito
dalla Bagnolifutura;
- accumulo di ritardi consistenti rispetto alla bonifica della linea di
costa;
- incertezze dell’opinione pubblica sulla rimozione della colmata..
La Commissione, in particolare, ha evidenziato alcune criticità di gestione
della Bagnolifutura:
- inadeguatezza dei progetti a base d’asta;
- superficialità della fase di gestione e di affidamento degli appalti;
- imprudenza nella gestione della bonifica;
- carenza operativa nella programmazione operativa concreta degli
interventi.
Tali “imprudenti” comportamenti”, conclude la suddetta Commissione, “sono
stati causa di varianti in fase di progettazione esecutiva e in corso d’opera, di
blocco dei lavori e richieste di danni da parte delle imprese, d’incertezza sui
tempi di realizzazione degli interventi” (aspetti tutti che si riscontrano anche
nella Relazione ispettiva dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici).
Il Comune di Napoli, azionista di maggioranza della STU, società di scopo del
Comune stesso e affidataria in house della realizzazione delle opere, destinatario
di una richiesta istruttoria da parte di quest’Ufficio, con la nota prot. N. 177 del
10/02/09 del Dipartimento ambiente, ha fornito la seguente laconica,
sorprendente risposta: “ il Comune, seppur firmatario dell’Accordo di
programma dicembre 2007 non ha interesse per le azioni in esso previste ma
solo per gli esiti”.
48
c) Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e
forniture.
L’Autorithy, nell’espletamento dei suoi compiti istituzionali, si è occupata
della vicenda Bagnoli attraverso la verifica ed il monitoraggio dell’intervento di
bonifica e risanamento ambientale dell’area effettuata dal proprio servizio
ispettivo.
L’ultima relazione del Servizio ispettivo, datata 19/07/06, ha dato luogo alla
Delibera n. 62 del 27/07/06, in cui si evidenziano preoccupanti criticità
riscontrate, quali:
- carenza di panificazione e programmazione del procedimento
attuativo e mancanza della discarica, che hanno portato al conseguente
mutamento delle condizioni di appalto;
- eccessivo ritardo di quanto realizzato rispetto al cronoprogramma
dei lavori e previsione di un blocco degli stessi;
- probabilità di maggiori oneri per la stazione appaltante derivanti
dall’anomalo andamento dei lavori e dal costo del nuovo progetto che si
renderà necessario;
- possibilità di ulteriore lievitazione dei costi in relazione al fermo
dell’impianto di trattamento dei terreni e dei macchinari;
- redazione in itinere di una variante sostanziale del progetto posto
a base d’asta, resasi necessaria dalle mutate condizioni di fatto quali
l’approvazione del PUA e la indisponibilità della discarica;
- conseguente necessità di sospendere la progettazione esecutiva
del Parco urbano, la cui realizzazione è successiva alla bonifica delle
aree.
Su quanto riscontrato, l’Autorithy ha ritenuto doveroso riferire alla
competente Procura della Corte dei conti che, sul caso, ha aperto un’istruttoria
ancora in corso.
49
L’Autorithy, unitamente alla Relazione del servizio ispettivo, ha fatto
pervenire una nota con la quale si sollevano dubbi sulla validità del sistema di
disinquinamento adottato nei terreni dell’ex sito industriale di Bagnoli. “Il
processo di soil washing”, si legge nella nota, “ricominciato nel dicembre 2007,
secondo i controlli eseguiti dal laboratorio interno della Bagnolifutura Centro
campano tecnologie e ambiente, ha dato buoni risultati, mentre una prova di
lavaggio delle sabbie effettuata dall’ARPAC con gli stessi impianti di soil
washing, concessi in uso dalla Bagnolifutura, non ha prodotto risultati
apprezzabili, tant’è che l’operazione è stata annullata (secondo l’ARPAC la
quantità d’inquinanti abbattuta è stata solo del 10%)71.
Tutto ciò premesso, è il caso di segnalare come tra i vari organismi di
controllo istituiti dalla legge e dall’Accordo di programma col fine specifico di
vigilare sul regolare svolgimento delle attività di bonifica, o a ciò deputati per
compito istituzionale, vi sia stata assonanza di valutazioni, pur in assenza
collegamenti, ma che, comunque, dai loro referti non sia scaturito alcun risultato
positivo ai fini dell’adozione di eventuali correttivi.
8. SITUAZIONE FINANZIARIA.
Nelle sottostanti tabelle sono riepilogati gli apporti finanziari disposti e quelli
finora impiegati per la realizzazione del Piano di completamento della bonifica di
Bagnoli con indicazione delle varie fonti di finanziamento facenti capo ai diversi
livelli di governo coinvolti.
71 Da tenere presente che mentre la bonifica dei siti industriali ex ILVA ed ETERNIT compete alla Bagnolifutura, quella delle aree costiere è affidata al Commissario di Governo che per i controlli si è servito dell’ARPA. l’ARPAC, su tale argomento, con nota n.6427 del 17/06/09 ha riferito che il diverso risultato ottenuto dal procedimento soil washing, dipende dalla natura e granulometria del terreno trattato in funzione, anche, della destinazione d’uso delle aree. Per quanto attiene al controllo effettuato dal laboratorio CCTA le relative risultanze sono state validate anche dall’ARPAC.
50
TAB. 6 FINANZIAMENTI A CARICO DEL BILANCIO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE.
CAP. ESERCIZIO FINANZIARIO
STANZIAMENTO IMPEGNO PAGATO RESIDUI NOTE
7506 72 2001/2002/2003 75.059.174,58 75.059.174,58 7.505.917,40 67.553.257,18 I residui sono andati in perenzione.
7082/1 2006/2007 50.000.000 27.200.000 27.200.000 22.800.000 Riserva premiale ex art. 1, co. 415/416, l. 266/05
2006 50.000.000
TOT. 175.059.174,58 102.259.174,58 34.705.917,40 Elaborazione C.d.c. su dati Sistema integrato RGS/C.d.c.
Sul capitolo 7506 grava il primo anticipo effettuato a favore della
Bagnolifutura, mentre i rimanenti importi sono caduti in perenzione
amministrativa, né risulta avviata, a tutt’oggi, la procedura per la
riassegnazione degli stessi, non avendo la Bagnolifutura, beneficiaria dell’intero
importo stanziato e impegnato, presentato alcuno stato di avanzamento lavori.
Per quanto riguarda i 50 milioni di euro, allocati al cap. 7082, fondo unico
per gli investimenti, piano gestionale 1 (“federalismo amministrativo”), l’importo
di complessivi 27.200.000 è stato trasferito con due decreti direttoriali73 al
Commissario del Governo per l’emergenza bonifiche.
Riguardo ai 50 milioni di euro, rappresentanti quota parte degli importi
spettanti alla Regione Campania quale riserva premiale, così come quantificati
nella delibera CIPE n. 13 del 22/03/2006, il Ministero assicura che verranno
trasferiti sulla contabilità speciale intestata al Commissario del Governo non
appena questi ne farà richiesta.
Nelle tabelle che seguenti sono riepilogati sia i conferimenti affluiti alla
contabilità speciale n. 1731, intestata alla struttura commissariale, sia le spese
sostenute a valere sulla contabilità stessa dal Commissario del Governo.
72 Il capitolo 7506 è quello in cui sono confluiti i fondi, originariamente allocati al capitolo 7539, stanziati dalla legge finanziaria del 2001 proprio per il completamento della bonifica. Nell’esercizio finanziario 2009 detti fondi sono stati trasportati al cap. 7503, concernente i piani di disinquinamento per il recupero ambientale, piano gestionale 3 (“ piano di completamento della bonifica e di recupero ambientale dell’area industriale di bagnoli). 73 Decreto n. 8133/QdV/DI/G/SP del 25/03/09 e Decreto n. 4506/QdV/DI/G/SP del 17/07/08.
51
TAB. 7 CONTABILITA’ SPECIALE n. 1731 - ENTRATE
Elaborazione C.d.c. su dati ricavati dai Rendiconti del Commissario di Governo
Da notare che l’importo indicato alla prima riga (€ 10.845.594,87), seppure
originariamente deputato alla bonifica del sito Bagnoli- Coroglio, per effetto di
successive e molteplici ordinanze della Presidenza del Consiglio dei ministri, è
stato destinato al ripristino ambientale anche di altri siti inquinati, per essere
definitivamente impiegato nella bonifica del litorale Domizio-Flegreo. Tale
importo, pertanto, è da cassare ai fini della presente indagine.
Se ne deduce che a fronte di una somma complessiva stanziata a favore del
Commissario del Governo pari ad € 139.245.122,51, nella contabilità speciale n.
1731 sono confluiti materialmente solo € 41.626.462,50, impiegati come
riepilogato nella sottostante tabella dalla quale si rileva che la somma spesa è
pari al 26% circa dell’importo ad oggi trasferito ed, inoltre, che le attività
svolte, rilevabili dalle causali di pagamento, sono per lo più di carattere
prodromico alla bonifica vera e propria (caratterizzazioni, analisi di laboratorio,
studi di fattibilità).
fonte di fin. Impegno Importo
assegnato IMPORTO TRASFERITO
anni precedenti 2006 2007 2008 2009 Bilancio Min. Ambiente
(cap. 7705) OPCM 3011/99
(art. 6,co.1) 10.845.594,87 10.845.594,87
Bilancio Min. Ambiente L. 426/98 DM 468/01 9.812.681,93 8.005.081,93 516.456,90 258.228,45
POR Campania 00/06 12.675.418,32 6.246.951,87 1.947.578,24 4.531.629,24
Bilancio Min. Ambiente (cap. 7082) OPCM 3638/07 50.000.000,00 7.200.000,00 20.000.000,00
Riserva premiale da FAS OPCM 3638/07 50.000.000,00
POR Campania 07/13 OPCM 3638/07 15.600.000,00
POR Campania 00/06 1.157.022,26 462.808,90 462.808,90
150.090.717,38 18.850.676,80 6.246.951,87 979.265,80 9.405.806,69 24.994.438,14
60.477.139,30
52
TAB. 8 CONTABILITA’ SPECIALE n.1731 - SPESE
Elaborazione C.d.c. su dati ricavati dai Rendiconti del Commissario di Governo
Per quanto riguarda i finanziamenti riguardanti la bonifica dell’ex sito
industriale gestita dalla Bagnolifutura S.p.A., il dettaglio è riepilogato al § 9; in
particolare sono stati destinati all’intervento un totale € 109.206.304, tra
stanziamenti statali, regionali e propri della Bagnolifutura. La Società ha
ricevuto trasferimenti per € 23.619.579,32 a fronte di una spesa di
46.297.368,35 euro.
Riassumendo, le disponibilità finanziarie per l’intero intervento di bonifica, a
far data dalla legge 582/96 (primo atto del Piano di recupero dell’area),
ammontano ad € 259.358.195,96 (195.717.541,58 di fonte statale,
46.319.744,58 a valere sui fondi POR Campania, 17.321.000 provenienti da altri
soggetti).
In relazione a tali stanziamenti, le spese sostenute complessivamente a
tutt’oggi sono di € 77.243.278,59 ( pari a circa il 30% della disponibilità).
fonte di fin. Impegno importo impegnato PAGATO
anni precedenti 2006 2007 2008 2009
ICRAM
Attività di caratterizzazione
DM 468/01 ORD.403701 225.340,37 225.340,37
ICRAM
Attività di caratterizzazione
DM 468/01 ORD. 136/04 924.000,00 150.000,00 629.322,00
ICRAM
DM 468/01 ORD. 126/05 205.200,00 Bagnolifutura s.p.a.
Piano generale di caratterizzazione
DM 468/01 ORD.279/02 236.400,00 236.400,00
ARPAC Analisi colonna d'acqua DM 468/01 ORD.48/06 121.080,00
ARPAC
Attività di caratterizzazione
POR 00/06
ORD.233/04 ORD.174/06
1.157.022,26 252.227,50 470.647,20
SIAP Studio di fattibilità DM 468/01
ORD. 71/07 106.942,16
SIAP
Progettazione e realizzazione interventi di bonifica degli arenili e dei sedimenti
POR 00/06 ORD. 233/04 ORD.16/06 ORD.174/06
12.675.418,32
2.896.569,94 3.082.681,40 2.988.892,98
ASL NA1
Analisi microbiologiche
DM 468/01 ORD. 550/01 6.416,25 6.416,25
Copy Rapid
Riproduzione documenti progettuali OPCM 3638/07 ORD.75/09 115.600.000,00 7.412,60
131.257.819,36 468.156,62 3.046.569,94 3.964.230,90 3.466.952,78
10.945.910,24
53
9. STATO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI NELL’AREA
INDUSTRIALE SOGGETTA A BONIFICA, ALLA DATA DEL 31/03/2009.
Preliminarmente si ritiene utile delimitare le aree affidate alla Bagnolifutura
correlandole al Piano urbanistico di attuazione (PUA, approvato da Comune di
Napoli con delibera n. 40 del 15/05/05) (Cfr. all. 1 ).
L’area affidata dal P.U.A. alla Bagnolifutura è di circa 339 ha, mentre l’area
di stretta proprietà della società è di circa ha 188 (quest’ultima corrispondente
alle aree industriali dimesse dell’ex Ilva e Eternit ex l. 582/96).
Tutta la zona in questione, è stata suddivisa dal P.U.A. in aree tematiche:
1. Parco Urbano (ha 160) e spiaggia74 (ha 33) ;
2. Coroglio Bagnoli (si tratta dell’area ex Ilva dove si realizzerà la Porta del
parco, centro integrato di servizi al turismo);
3. Cavalleggeri (riservata a residenze ed attività produttive e
commerciali);
4. Cocchia (polo per la ricerca);
5. Diocleziano (di proprietà delle FFSS);
6. Ferrovie dello Stato (di proprietà delle FFSS);
7. Zona residenziale già esistente;
8. Arsenale (proprietà militare, sede della base NATO);
9. Parco dello sport (ai piedi della collina di Posillipo, ha 30).
All’interno dell’area tematica 1 si trovano 16 costruzioni che verranno
recuperate quali testimonianze del ciclo siderurgico; alcune verranno riutilizzate
come centri culturali altre rimarranno quali reperti di archeologia industriale:
- Altoforno= Museo della civiltà del lavoro;
- Acciaieria= Città della musica;
- Impianto trattamento acque= Turtle point;
- Officina meccanica= Napoli studios;
- Centrale termica= Centrale rigenerazione;
- Direzione= Uffici della Bagnolifutura;
- Centrale telex = Chiesa;
- Torre spegnimento coke= palestra per arrampicata.
74 Strettamente connesse a questa porzione dell’area tematica 1 appaiono le attività di rimozione della colmata, di bonifica dei fondali marini, di bonifica dell’arenile con aggiunta di sabbia.
54
Nelle more della definizione del contenzioso sorto con la società De Vizia
Tranfer (cfr. § 2, pag. 10), erano stati, intanto, avviati dalla Bagnolifutura alcuni
progetti, finanziabili con fondi regionali e comunitari, per la realizzazione delle
infrastrutture strategiche, strumentali allo sviluppo dell’area dopo la bonifica.
Sono stati ammessi a finanziamento e appaltati i seguenti progetti: “Turtle
point”, appaltato ad un raggruppamento temporaneo d’imprese capeggiato dalla
CASTELLO COSTRUZIONI S.p.A. per un importo di € 7.141.102,86 . L’opera,
ubicata nell’ex impianto di trattamento delle acque, ospiterà un Centro per le
tartarughe marine e un’area espositiva per attività culturali e turistiche; la
“Porta del parco”, appaltato alla società SLED per un importo di €
29.921.040,58 (oggetto dell’appalto è la costruzione di un edificio multimediale
per l’accoglienza turistica); il “Parco sportivo”, assegnato ad un’associazione
temporanea d’imprese con capofila la Società DECA, per circa € 20.618.408,13.
Poiché tali progetti, meglio descritti nell’allegato n. 2, dovevano essere
ultimati entro il 2008, per non perdere i finanziamenti POR75, il completamento
delle attività di bonifica delle corrispondenti aree, di competenza della De Vizia
Transfer s.p.a., è stato, nel frattempo, affidato alle medesime ditte incaricate
delle successive opere di trasformazione. Alla De Vizia Transfer s.p.a., dopo la
modifica contrattuale avvenuta a seguito della transazione del 21/01/08, è stato
consegnato, con il verbale d’inizio lavori, un lotto di terreno da bonificare con
priorità e che comprende le aree del Parco urbano. La ripresa dei lavori è stata
autorizzata con decreto ministeriale del 21/04/0876.
Con una nota n. 115 del 18/05/09 La Bagnolifutura rende noto che, alla data
del 31/03/09, la superficie complessivamente bonificata è di ha 76,50, pari al
41,64% delle zone da sottoporre a bonifica (cfr. dettaglio all’all.2).
Per l’area Porta del parco e per il Parco dello sport, le relative certificazioni
di avvenuta bonifica da parte della Provincia di Napoli sono state rilasciate
75 Cfr verbale Consiglio amministrazione Bagnolifutura n. 79 del 04.12.2006. 76 A condizione che fossero ottemperate le prescrizioni formulate dalla Conferenza dei servizi decisoria del 28/02/08.
55
rispettivamente in data 11/02/08 e in data 30/05/08, mentre per il 1° lotto del
Parco urbano la certificazione è ancora in corso.
Nelle restanti aree la bonifica risulta ancora in corso; in particolare nell’area
tematica n. 3 (ex Eternit) il grado di realizzazione è circa del 20%. L’area è stata
sottoposta a sequestro conservativo da parte dei NOE per circa 70 big bag77 a
causa di una errata attribuzione del codice dei rifiuti (i big bag smaltiti in
discariche autorizzate erano in tutto circa 5.500).
Un sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia di Napoli in data
14/11/2007 presso le aree “Turtle point” e “Centro esposizione del mare” aveva
provocato una diffida al proseguimento degli interventi edilizi, essendo stato
evidenziato: “la realizzazione di un manufatto in c.a.” e che “le attività in corso
si svolgono in assenza della certificazione dell’avvenuta bonifica”.
Nel prospetto allegato (all. 2) si riporta il nuovo assetto degli affidamenti
relativo delle opere di bonifica, come configurato, alla ripresa dei lavori, dalla
perizia di variante del 18.07.07, redatta da RTI MWH, completo del grado di
bonifica effettuato; l’allegato n.3 espone, invece, nel dettaglio, l’attività
contrattuale relativa ai singoli appalti conferiti dalla Bagnolifutura per la
realizzazione delle opere sopra descritte.
Per quanto attiene ai materiali di risulta ed al loro smaltimento, la
Bagnolifutura ha fornito un elenco dettagliato78, completo di codice CER e
indicazione della ditta che ha provveduto allo smaltimento; in totale la bonifica,
fin qui attuata, ha prodotto t. 303.728,98 di rifiuti, di cui t. 35.019,88 qualificati
come rifiuti pericolosi.
Si segnala, inoltre, che, alla data del 31/03/09, l’onere finanziario per i lavori
di bonifica attuati è stato calcolato in € 46,3 milioni, di cui € 33,1 milioni a carico
della Bagnolifutura. A fronte di tale spesa la Bagnolifutura ha ricevuto
trasferimenti pubblici per un totale di € 23,6 milioni, colmando l’evidente
squilibrio con il ricorso al sistema bancario.
77 Sacchi speciali in cui viene inserito materiale contenente amianto per il trasporto in discariche specializzate. 78 Cfr. nota n. 115 del 18/05/09, all. C.
56
Da ultimo si riferisce che per far fronte delle mutate condizioni contrattuali,
che hanno comportato per le ditte affidatarie delle opere relative al Parco dello
Sport ( DECA s.r.l.) ed alla Porta del parco (SLED) l’accollo anche della bonifica
dei suoli, con conseguente aumento del prezzo, la Bagnolifutura è ricorsa alla
dotazione POR 2000/2006, misura 4.6, originariamente non prevista.
Nella tabella che segue (TAB. 9) si riepiloga la situazione economica e
finanziaria:
TAB.9
Attività Ente finanziatore
Finanziamento previsto
Finanziamento erogato
Costo pagato
Bonifica MAAT – l.388/00
75.000.000 7.500.000,00 30.186.748,59 17.915.993,05
Archeologia industriale
Bagnolifutura 17.321.000 437.088,70 407.819,24
Parco urbano
Regione – POR 00/06 – misura 1.8
15.006.550,76 14.256.223,22 13.794.777,82 12.909.149,61
Parco dello sport Porta del parco
Regione _POR 00/06 misura 4.6
1.878.753,24 1.863.356,10 1.878.753,24 1.863.356,10
109.206.304 23.619.579,32 46.297.368,35 33.096.318
Elaborazione C.d.c. su dati forniti dalla Bagnolifutura
10. ESITI DEL CONTRADDITTORIO IN SEDE DI ADUNANZA.
Prima dell’adunanza di questa Sezione, svoltasi il 16 ottobre 2009, alcune
Amministrazioni interessate hanno fatto pervenire memorie, con le quali
evidenziano le azioni poste in essere nel più recente periodo che, in ogni caso,
non aggiungono significativi elementi a quanto già riportato in relazione.
I rappresentanti del Ministero dell’ambiente e tutela del territorio, in sede di
pubblico contraddittorio, ad integrazione della memoria, hanno affermato essere
in via di soluzione il problema legato alla rimozione della colmata, esibendo, a
suffragio, una documentazione fotografica attestante l’esistenza nel Porto di
Piombino della cassa di colmata destinataria dei materiali della colmata di
Bagnoli. Invero, in merito all’asserita imminenza della soluzione di tale problema
è però il caso di segnalare la nota del Vice Commissario emergenza bonifiche
della regione Campania, prot. n. 6190 del 03/06/09, in cui si legge: “
57
l’indisponibilità della competente Autorità portuale di Piombino è stata appurata
in seguito ad esplicita richiesta da parte della stazione appaltante”. In proposito
è anche da citare quanto riferito dallo stesso Ministero nella memoria del
09/10/09, prot. 20598, che così recita: “ in sede di Tavolo dei sottoscrittori
dell’APQ (ultima riunione 16/07/09) non è stato possibile addivenire ad una
soluzione concordata, a causa delle difficoltà poste dall’esigenza di conciliare le
istanze poste dai numerosi soggetti coinvolti, con particolare riferimento alle
Amministrazioni regionale e locali toscane”.
La Bagnolifutura s.p.a., con memoria del 09/10/09, prot. n. 230, ha
formulato alcune puntualizzazioni di cui si è tenuto conto in Relazione, nonché
osservazioni rivelatesi ingiustificate sulla scorta degli atti istruttori, tuttavia, in
sede di contraddittorio, le suddette osservazioni non sono state reiterate.
Per contro è stata evidenziata, da parte della Sezione, la vicenda societaria
della Bagnolifutura rappresentata da una consistente diminuzione del capitale
sociale, giustificata dal rappresentante del Comune di Napoli con gli investimenti
sostenuti per la realizzazione dell’intervento non ancora reintegrati con la
prevista vendita dei lotti destinati ad uso commerciale e residenziale.
Da ultimo si cita la memoria presentata dall’Autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, prot. 56993 del 02/10/09, in cui si
trasmette la delibera n. 38 del 22/04/09.
In tale delibera vengono riconfermate le criticità a suo tempo rilevate con la
delibera n. 62 del 27/07/06, ampiamente riportate nel testo della Relazione e
pienamente condivise.
Si segnala, inoltre, che la stessa delibera, al fine di acquisire maggiori
elementi istruttori, ha disposto una ispezione presso la Bagnolifutura s.p.a. che
risulta tuttora in itinere.
58
11. CONCLUSIONI
Il piano di recupero ambientale del sito industriale Bagnoli-Coroglio è iniziato
nel lontano 1994, quando venne approvato dal CIPE e affidato all’Italsider. Tra il
1993 ed il 2003 si sono svolte attività di demolizione, smontaggio e smaltimento
dei diversi impianti. Nel 2002 il Comune di Napoli costituisce la Bagnolifutura
S.p.A, società di trasformazione urbana, che quale scopo sociale ha proprio la
bonifica ed il recupero dell’area in questione.
E’ di tutta evidenza l’enormità del ritardo con il quale si è giunto a dare un
segnale concreto per il recupero dell’area di Bagnoli, decisa fin dal giugno 1994
dall’Amministrazione regionale con il programma di realizzarla entro il 2004 (11
anni dalla dismissione dell’ILVA e delle altre industrie datata 1/09/91; 6 anni
dall’inizio dei lavori di bonifica affidati nel 1996 alla Bagnoli S.p.A).
Per la bonifica ed il recupero dell’area sono stati spesi, ad oggi,
complessivamente € 77.243.278,59 (circa il 30% di una disponibilità totale pari
a € 259.358.195,96); ciò nonostante, i lavori di bonifica dei suoli non sono stati
completati, la balneabilità delle spiagge non è stata ancora ripristinata perché i
fondali marini ed i litorali non sono ancora stati completamente bonificati a
causa della colmata, fonte di continuo inquinamento, che non è stata rimossa.
Com’è stato possibile rappresentare nel corso della relazione, la
responsabilità del raggiungimento di risultati così scarsi, non è addebitabile alla
mancanza di fondi, che al contrario sono stati elargiti, ma al complesso degli
Organi Istituzionali coinvolti, che si sono appalesati del tutto inadeguati,
ciascuno per la parte di competenza, per i compiti loro assegnati e che nel corso
di più di un decennio, non sono stati in grado di trovare soluzione alle
problematiche che via via si sono presentate, a partire dagli iniziali impedimenti
determinati dalla indisponibilità di una discarica dove conferire gli inerti.
Soprattutto è la vicenda legata alla rimozione della colmata a mare, per la
cui soluzione, da ultimo, è stata prospettata un’ipotesi apparentemente di rapida
59
attuazione, ma che, in realtà, richiederà tempi lunghi, a destare preoccupazione,
atteso che costituisce la fonte principale d’inquinamento marino e costiero.
Queste le principali criticità che hanno causato lentezza realizzativa degli
interventi.
In primo luogo la mancata disponibilità della discarica per lo stoccaggio dei
rifiuti inerti provenienti dalle aree soggette a recupero, che ha determinato il
blocco delle attività da parte della ditta appaltatrice e l’insorgere di un lungo
contenzioso con la stazione appaltante (Bagnolifutura S.p.A.). Nella circostanza,
al di là dell’inopinata rinuncia alla conclusione della procedura espropriativa, va
stigmatizzato, sia l’imprudente atteggiamento tenuto dal Comune già in ordine
alle modalità di individuazione del sito di discarica (una più attenta e
circostanziata valutazione non avrebbe ignorato che l’area era soggetta a
vincoli paesaggistici, a prescrizioni del Piano territoriale ed altro), sia l’inerzia
del Commissario di Governo, che, a norma dell’OPCM n. 3100 del 22/12/2000,
aveva poteri sostitutivi extra ordinem in caso di inadempienze dei competenti
uffici comunali e regionali. E’ logico, allora, argomentare che il vero problema
possa risiedere non tanto nel proporre nuove e più stringenti soluzioni
normative, quanto nel farle rispettare ed è anche lecito interrogarsi
sull’opportunità di conferire poteri straordinari ad organi che, per il loro status
politico locale, hanno difficoltà ad esercitarli, in quanto suscettibili di subire
condizionamenti ambientali (protesta popolare etc..). In questa sede va,
quindi, ribadito quanto già osservato in precedenti indagini di questa Sezione
circa “l’opportunità di utilizzo dello strumento commissariale per funzioni
ordinariamente attribuite alle regioni e che, comunque, le regioni stesse devono
provvedere ad attuare nella veste straordinaria conferita loro dalle ordinanze
governative”79.
Per quanto attiene all’attività svolta dalla Bagnolifutura, l’istruttoria ha
evidenziato, anche in questo caso, superficialità nella fase di affidamento degli
79 Cfr. Delibera Sezione centrale del controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato n. 6/2007/G del 20/03/2007.
60
appalti e disinvoltura nella gestione della bonifica80; anche se è innegabile che in
termini di realizzazione delle opere sono stati raggiunti risultati apprezzabili.
Particolare sottolineatura va fatta sul problema della rimozione della
colmata, che non solo non è stato affatto risolto, ma anzi risulta addirittura
procrastinato “per stralci” dall’ultimo progetto presentato dal Provveditorato alle
opere pubbliche di Campania e Molise.
Originariamente la rimozione della colmata era a carico dell’Autorità portuale
di Napoli che ne avrebbe utilizzato i materiali di risulta per il riempimento della
vasca da realizzare a base della progettata Darsena di levante del porto di
Napoli. Un complicato iter amministrativo relativo alla progettazione ed al
rilascio di tutte le prescritte autorizzazioni, che ha fatto slittare, sine die, l’inizio
dell’opera, si è concluso con una proposta della società Sviluppo Italia S.p.A.,
all’uopo incaricata dal Commissario del Governo, a trasferire i materiali di risulta
della rimozione della colmata a Piombino, nella considerazione che i maggiori
costi di trasporto si sarebbero compensati con la tempestività di realizzazione
dell’intervento.
A tutt’oggi, però, l’operazione non si è realizzata, sia per l’indisponibilità a
Piombino della cassa di colmata e dell’annessa piattaforma per il recupero delle
scorie siderurgiche, sia per i problemi di reperimento delle risorse che hanno
portato ad un accantonamento momentaneo della rimozione.
E’ il caso di segnalare che, nel frattempo, i lavori riguardanti la Darsena di
levante del porto di Napoli hanno avuto inizio, già nel febbraio 2008, e la gara
per la realizzazione dei terminal contenitori, la cui banchina di appoggio doveva
essere realizzata con i materiali provenienti dalla colmata, è in corso di
espletamento. Di fatto la soluzione ritenuta di lenta realizzazione ha
sopravanzato quella che era, invece, stata prospettata di pronto utilizzo.
80 Queste le principali anomalie riscontrate:
• varianti in fase di progettazione ed in corso d’opera; • blocco dei lavori e richieste di danni da parte delle imprese; • Indeterminatezza degli stati di avanzamento e dei tempi di realizzazione.
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Per quanto riguarda, infine, le criticità sull’andamento delle operazioni di
bonifica segnalate dai vari organismi di controllo (Gruppo di lavoro in seno al
MAAT, Commissione di vigilanza della Bagnolifutura nominata dal Consiglio
comunale di Napoli, Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi
e forniture), non è apparso che queste siano state prese in debito conto dalle
Autorità preposte ai vari livelli istituzionali.
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ALL. 1 Mappa del sito diviso in area tematiche come da PUE
Area tematica n. 1 - Parco Urbano e Spiaggia: Comprende: - il grande Parco Urbano di Coroglio di circa 120 ettari, dove insistono anche 16 siti dell’ex impianto siderurgico, con un riutilizzo dei loro volumi. - il recupero della spiaggia per circa 33 ettari - la fondazione IDIS - Il Porto canale, previsto a ridosso del pontile Nord, per circa 350 posti barca Area tematica n. 2 - Coroglio-Bagnoli: Si prevede un complesso che comprende attrezzature turistiche. Area tematica n. 3 Cavalleggeri: Accoglie: residenze, attività produttive, comprese quelle commerciali, attività universitarie, servizi di quartiere. Area tematica n. 4 Cocchia: Accoglie attività per la produzione di servizi ed in particolare strutture per la ricerca. Sul territorio dei Campi Flegrei sono previsti importanti centri di ricerca: per Bagnoli si tratta della Città della Scienza, che già svolge attività in loco, e del Polo Tecnologico dell'Ambiente dove si insedieranno 80 nuove aziende eco compatibili, specializzate nei settori della ricerca, dell'innovazione e dei servizi, per una occupazione prevista tra i 600 e gli 800 nuovi addetti. Area tematica n. 5 Diocleziano-Campegna: Accoglie residenze, attività produttive, comprese quelle commerciali (sei grandi edifici saranno destinati ad attività commerciali e direzionali) e sarà realizzato un parcheggio a 5 piani. Area tematica n. 6 Officine FS: Accoglie attività per la produzione di servizi. Area tematica n. 7 Residenze esistenti: L'area è destinata alla conservazione delle attività esistenti. Area tematica n. 8 Arsenale: Accoglie: attrezzature per l’istruzione ed altre attrezzature pubbliche. Area tematica n. 9 Parco dello Sport: Accoglie: su una superficie di circa 42 ettari, un vero e proprio Parco dello Sport, con attività sportive all’aperto e la possibilità di realizzare anche un campeggio su una superficie massima di 3 ettari.
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ALL.2 Bonifica area industriale Bagnoli – assetto degli affidamenti al
31/03/09
AREA ESECUTORE STATO NOTE % di area
bonificata
Parco urbano De Vizia Transfer s.p.a.
In corso Si tratta di mq 201.500 ad uso commerciale + mq 693.100 ad uso residenziale
80%
Parco dello sport
De Vizia Transfer s.p.a. (periodo 09/04-01/07) RTI DECA (periodo 01/07-11/08)
Terminato Collaudo e certificazione provinciale avvenuta
100%
Porta del parco e strutture turustiche
De Vizia Transfer s.p.a. (periodo 09/04-01/07) SLED (periodo 01/07-05/07)
Terminato con rilascio di certificazione da parte della Provincia
100%
Infrastrutture canale pedemontano
De Vizia Transfer s.p.a. RTI DECA (periodo 01/07-11/08)
Attività di messa in sicurezza ancora in corso
Servizi e ricerca
De Vizia Transfer s.p.a.
Terminato In corso il collaudo
100%
Viabilità e sottoservizi
De Vizia Transfer s.p.a.
Caratterizzazione di dettaglio in corso
Insediamenti urbani
De Vizia Transfer s.p.a.
Bonifica in corso 20%
Archeologia industriale
De Vizia Transfer s.p.a (periodo 09/04-12/07) Castaldo (dal 11/08)
Bonifica in corso
Dati forniti dalla Bagnolifutura con nota n.115 del 18/05/09
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ALL.3 CONTRATTI DI APPALTO DEI SINGOLI LOTTI
1. PARCO DELLO SPORT Descrizione dell’appalto : intervento prevede, nell’ambito dell’attuazione del PUA , la sistemazione orografica e paesaggistica dell’area, le opere di protezione del costone di Posillipo ed irreggimentazione delle acque, la realizzazione di campi sportivi, di un campeggio, di percorsi pedonali e comunque la riqualificazione ambientale ed infrastrutturale dell’area. Valore dell’appalto € 21.994.645,03 (cofinanziato da fondi strutturali POR Campania 00/06- misura 4.6, inserito anche nel PIT “Grande attrattore culturale Napoli”). Bando: GU 2006/S 57-059236 del 23/03/06. Aggiudicazione:19/07/06 con possibilità di subappalto, Raggruppamento temporaneo imprese DECA., offerta economicamente più vantaggiosa.Tempi stimati di realizzazione 450 gg. dalla consegna dei lavori (+ 75 gg. resisi necessari per una perizia di variante + altri 120 gg.in seguito alle ulteriori modifiche contrattuali). SOA a posto, patto di legalità verificato. Data consegna lavori: 28/02/07 Contratto: 31/10/06 importo : 20.618.408,13 I modifica: 23/02/07 , in seguito al decreto min. ambiente che autorizza l’avvio dei lavori di bonifica che la Bagnolifutura ha trasmesso alla DECA insieme alle linee guida per le attività di bonifica, si prevedono opere aggiuntive all’originario contratto. importo: 3.409.895,50 (di cui € 2.556.595 per bonifiche) II modifica: 31/10/07, sempre per i motivi di cui sopra, le opere di bonifica vanno a variare le quantità contrattuali. importo: 3.422.835,74 III modifica:29/05/08, è emersa la necessità di ulteriori lavori per le operazioni di bonifica e per la realizzazione di una derivazione aggiuntiva del canale pedemontano. Importo : 3.260.460,71 (di cui € 2.218.749,16 per bonifiche)
IMPORTO AGGIORNATO: 30.663.383,30 ( di cui € 8.198.179,90 per bonifiche).
Subappalti: Edilgen – Italrecuperi; tutti in possesso di SOA.; soprattutto il sub appalto con la Italrecuperi si rende necessario per la decontaminazione dell’area, che deve essere eseguita da ditta specializzata (€ 77.412,00).
I LAVORI DI BONIFICA DELLE AREE SONO TERMINATI IL 18/11/08
RELAZIONE DEL DIRETTORE DEI LAVORI 25/11/08 VERBALE DEFINITIVO DI COLLAUDO 10/12/08.
Determinazione n. 41 del 28/05/08 Provincia di Napoli attestazione di avvenuta bonifica, anche se la Relazione tecnica allegata, datata 19/05/08 all’ultima pagina recita. “in conclusione si ritiene che , in seguito al ritrovamento dei PCB e degli IPA presso l’area da certificarsi in concentrazioni superiori ai limiti di legge per le aree a destinazione d’uso residenziale verde pubblico e privato, non possa essere rilasciata la certificazione di avvenuta bonifica dell’area in quanto la stesa risulta contaminata da composti organici tra cui probabili agenti cancerogeni quali PCB e IPA”. Area bonificata mq 132.064,63, sono state portate a compimento le attività inerenti alla gestione ed allo smaltimento delle diverse tipologie merceologiche di rifiuti che, prodotti durante le operazioni di bonifica, sono stati stoccati in cumuli e gestiti all’interno dell’area stessa. Nello specifico : è stata messa in sicurezza la fascia di territorio ai piedi del versante settentrionale della collina di Posillipo.
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I materiali di risulta, stoccati all’interno del cantiere, sono stati in parte inviati in discarica in parte riutilizzati. Per quanto riguarda le scorie di acciaieria proveniente dalla passata attività siderurgica, le stesse sono state accumulate in luoghi di stoccaggio delimitati all’interno del cantiere, poi smaltite attraverso piattaforma autorizzata. Per i residui di amianto si è proceduto a norma di legge, e comunque è stata rilasciata dai competenti organi la certificazione di avvenuta rimozione amianto.
2. PORTA DEL PARCO Descrizione dell’appalto: realizzazione di un complesso multifunzionale per i servizi al turismo + grande parcheggio. Valore dell’appalto € 29.921.040,58 (cofinanziato da fondi strutturali POR Campania 00/06- misura 4.6, inserito anche nel PIT “Grande attrattore culturale Napoli”). Bando: GU 2006/S 56-058267 del 23/03/06. Aggiudicazione:19/07/06 con possibilità di subappalto,SLED s.p.a. offerta economicamente più vantaggiosa. Tempi stimati di realizzazione 450 gg. dalla consegna dei lavori (+ 52 gg. resisi necessari per una perizia di variante) Data consegna lavori: 30/01/07 Contratto:17/10/06 importo: 29.921.040,58 I modifica: 26/01/07 , in seguito al decreto Min. ambiente che autorizza l’avvio dei lavori di bonifica che la Bagnolifutura ha trasmesso alla DECA insieme alle linee guida per le attività di bonifica, si prevedono opere aggiuntive all’originario contratto. importo: 5.871.640,00 (di cui € 109.034,00 per bonifiche) IMPORTO AGGIORNATO: 34.680.969,04
I LAVORI DI BONIFICA DELLE AREE SONO TERMINATI IL 21/05/07
RELAZIONE DEL DIRETTORE DEI LAVORI 28/05/07 VERBALE DEFINITIVO DI COLLAUDO 20/01/08. Determinazione n. 1091 del 29/01 /08 Provincia di Napoli attestazione di avvenuta bonifica L’area è stata bonificata; gestione rifiuti: è stata individuata nel cantiere un’area dove sono stati posti cassoni scarrabili a tenuta per la raccolta delle diverse tipologie di rifiuti. I cassoni sono stati coperti ed etichettati; a riempimento e dopo la caratterizzazione del rifiuto, gli stessi sono stati evacuati. I rifiuti non pericolosi metallici sono stati riutilizzati in loco come prevede la normativa.
3. AREA TURTLE POINT Descrizione dell’appalto: recupero dei due manufatti di archeologia industriale e dei relativi spazi esterni. Valore dell’appalto € 7.141.102,86 (cofinanziato da fondi strutturali POR Campania 00/06- misura 4.6, inserito anche nel PIT “Grande attrattore culturale Napoli”). Bando: GU 2006/S 57-059225 del 23/03/06. Aggiudicazione:16/10/06 con possibilità di subappalto,Raggruppamento temporaneo imprese Castaldo costruzioni s.p.a.; offerta economicamente più vantaggiosa. Tempi stimati di realizzazione 450 gg. dalla consegna dei lavori. Contratto: 17/11/06 importo: 7.141.102,86
4. RECUPERO MANUFATTI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE Ripristino strutture in carpenteria metallica del Carroponte Lavori riferiti alle strutture in cementoarmato e muratura della ciminiera AGL € 383.019,24 (a carico della Bagnolifutura) Recupero impianto raffreddamentodel treno a nastri per la realizzazione del Turtle point € 10.932.458
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(cofinanziato dal POR Campania 00/06; quota a carico di Bagnolifutura € 4.601.339) Realizzazione di una passeggiata a mare sul pontile Nord (struttura finita e consegnata nel dicembre 2005- unica struttura utilizzabilee fruibile al pubblico)) € 3.000.000.000 (finanziamento Ministero Ambiente DM 670 del 04/11/97) TOTALE FINANZIATO CON FONDI PROPRI DA BAGNOLIFUTURA € 4.984.358,24